CORSO DI
TEOLOGIA, SACRA SCRITTURA
STRUMENTI DI STUDIO
TESTI DI STUDIO
METODOLOGIA
Studio antropologico della Bibbia
METODOLOGIA
ANTROPOLOGIA - Scienza relativamente «giovane»:
(1884: disciplina universitaria a Oxford;
1886: ad Harvard;
1850: primo museo di antropologia ad Amburgo)
METODOLOGIA
ANTROPOLOGIA
Origini: ricerche paleontologiche;
da antropologia «fisica o somatica» passa a divenire
uno studio dei «fenomeni culturali», ossia
scienza rigorosa dell’essere umano concreto,
vivente in gruppo
e còlto nel dinamismo del suo divenire.
METODOLOGIA
TAPPE DEL METODO:
- Inventario o raccolta dei fatti (sul campo);
- Ricostruzione spazio-temporale dei fenomeni
organici studiati;
- Interpretazione dei fatti.
METODOLOGIA
Si può parlare di una antropologia biblica?
È possibile uno studio antropologici a partire
da un libro o da un autore?
METODOLOGIA
Un autore significativo per la sua epoca e la sua cultura,
sarà sempre rappresentante di una
TENDENZA CULTURALE di una collettività,
pertanto, sarà essere integrato nel processo di
interpretazione di questa cultura,
MA non esprimerà – da solo – la totalità del fenomeno.
METODOLOGIA
La Bibbia è testimone del divenire di una civiltà
e l’antropologia applicata a essa
è possibile a determinate condizioni.
Primo fattore:
La Bibbia non veicola l’esperienza di una persona o di
un gruppo particolare.
METODOLOGIA
Il contenuto della sua testimonianza è molto ampio:
i 73 libri che compongono la Bibbia e la storia della
loro formazione, copre un lungo lasso di tempo che va
oltre la redazione scritta dei documenti, radicandosi in
tradizioni orali precise e diversificate.
METODOLOGIA
La Bibbia raccoglie 2000 anni di storia
e raggiunge anche gli ambienti popolari della civiltà che riflette.
Racconta l’epopea di un popolo e le sue tradizioni,
non solo a partire dai suoi pensatori o dai suoi leader, ma
parlando il linguaggio di tutte le classi.
Esprime un mondo concreto, vasto, diversificato,
che nasce, evolve, vive le sue esperienze più contraddittorie
e porta alla nostra conoscenza il risultato delle riflessioni che
esso stesso ha prodotto.
METODOLOGIA
Secondo fattore:
Lo studio antropologico usa «saperi connessi»
per conoscere le condizioni di vita del fenomeno che
studia.
Esegesi, archeologia, storia, geografia, teologia,
attraverso le loro scoperte scientifiche gettano una luce
per la comprensione del fenomeno biblico
e per la sua fondazione e verifica.
METODOLOGIA
Sulla realtà biblica è possibile porre delle questioni
nell’ambito dell’antropologia culturale
e accostare «un libro» come fenomeno di civiltà.
METODOLOGIA
ATTENZIONE!
Letteratura molto vasta nel campo dell’antropologia biblica, ma
spesso si tratta di un’antropologia tematica di un particolare dato
biblico.
Questa disciplina riflette su temi antropologici come:
-
l’essere umano (corpo – anima – spirito);
la coppia;
la famiglia;
la vita;
la creazione;
il lavoro.
METODO RIFLESSIVO
≠
METODO FENOMENOLOGICO
METODOLOGIA
METODO FENOMENOLOGICO
1. Dimensione esperienziale
FENOMENI VISSUTI e non subiti.
GENERI LETTERARI (storico, legislativo, profetico,
apocalittico, parenetico, sapienziale)
2. Prese di coscienza
FENOMENI VISSUTI NELL’INTERIORITÀ
(come frutto dei cammini interiori
– spesso contraddittori –
che emergono alla coscienza )
METODOLOGIA
METODO FENOMENOLOGICO
3. Realtà in divenire –
CONTENUTO della presa di coscienza è il senso dinamico
dell’esperienza religiosa di Israele.
Da Abramo a Gesù l’ebreo è rivolto verso un avvenire
denso di promessa, un futuro da compiere,
che dà un senso pieno al presente
da vivere sino in fondo.
METODOLOGIA
METODO FENOMENOLOGICO
4. Esigenza del divenire
La presa di coscienza interiore rivela l’esigenza di una fedeltà umana a
quanto si è compreso; pertanto l’infedeltà è manifestazione del peccato
fondamentale dell’essere.
Israele nota che quando disobbedisce si trova in esilio, ossia prende
consapevolezza delle conseguenze delle proprie scelte.
Il peccato di origine è interpretato alla luce della sua esperienza di
deserto e di esilio che universalizza nel mito della caduta.
APPLICAZIONE DEL METODO
PRIMA TAPPA: RICERCA SUL CAMPO
Inventario e raccolta dei fatti e dei documenti
per ricostruire il fenomeno.
-
Documenti archeologici;
Esegetici;
Filologici;
Storici;
ATLANTE
STORICO-GEOGRAFICO
Geografici.
APPLICAZIONE DEL METODO
PRIMA TAPPA: RICERCA SUL CAMPO
Oggetto della ricerca: FENOMENO CULTURALE EBRAICO
- Intreccio delle grandi Tradizioni (Jahvista, Elhoista, Deuteronomista)
- Genesi della formazione dei testi letterari
- Generi letterari (Storico- midrashico, legislativo, profetico,
apocalittico, sapienziale)
- Linguaggio (visualizzazione: immagini e simboli concreti)
APPLICAZIONE DEL METODO
PRIMA TAPPA: RICERCA SUL CAMPO
Linguaggio: talvolta, dietro l’apparente contesto storico di un testo si
vuole esprimere una realtà interiore (i.e. ROVETO ARDENTE)
Il linguaggio simbolico rimanda ad altro da sé: attraverso una realtà
esteriore si esprime una realtà anzitutto INTERIORE.
I.e. ORACOLO DI JAHVÈ – sembra rinviare a una proclamazione
esteriore della parola divina, in realtà corrisponde a una parola detta a
partire dall’esperienza di Dio fatta dal profeta, che parla in nome di Dio.
APPLICAZIONE DEL METODO
PRIMA TAPPA: RICERCA SUL CAMPO
I.e. ISTITUZIONE DELL’ALLEANZA – in teologia esprime la volontà di Dio di
stringere un patto col suo popolo (dietro c’è la relazione di vassallaggio del
Medioriente antico); a livello antropologico è la presa di coscienza (di un
uomo e di un popolo) di essere in relazione con Dio, incontrato a livello
interiore che manifesta la volontà di mantenere una relazione stabile.
Questa realtà interiore diviene esteriore attraverso un rito (animali sacrificati
e posti come segno di alleanza).
A fronte di questa realtà esteriore i profeti richiameranno l’esigenza di una
realtà interiore: il cuore nuovo, di carne e non di pietra.
APPLICAZIONE DEL METODO
PRIMA TAPPA: RICERCA SUL CAMPO
Il linguaggio della visualizzazione o simbolico esprime concretamente,
visibilmente e materialmente, realtà che hanno sempre e prima di tutto
una portata interiore.
Lo stesso fenomeno avviene nella letteratura: i.e. la morale delle favole;
oppure il linguaggio della poesia.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
APPLICAZIONE DEL METODO
APPLICAZIONE DEL METODO
SECONDA TAPPA: RICOSTRUZIONE
A partire dal materiale identificato si cerca di ricostruire il lungo cammino
degli Ebrei (1850 – 538 a.C.) che è il frutto di una civiltà che si è costruita
attorno a un’esperienza religiosa.
TERZA TAPPA: INTERPRETAZIONE
Si cerca di interpretare il fenomeno per approdare a una visione- sintesi.
PROPRIO DELL’ANTROPOLOGIA BIBLICA
Cosa distingue l’Antropologia biblica dalle altre scienze?
La Teologia con l’aiuto dell’esegesi cerca di interpretare la Rivelazione,
aiutando la fede a interrogarsi sul suo contenuto e significato.
L’Antropologia biblica non interroga la Rivelazione.
Il suo specifico oggetto di studio è il FENOMENO CULTURALE, che rappresenta la
STORIA di un popolo a partire da una ESPERIENZA RELIGIOSA in cui
l’affermazione di una rivelazione è costantemente mantenuta.
PROPRIO DELL’ANTROPOLOGIA BIBLICA
L’Antropologia studia la Bibbia in quanto testimone del fenomeno di
una civiltà che si dispiega nel tempo, di cui ricostruisce l’itinerario, per
interpretare e valutare alcuni momenti forti o elementi di sintesi.
Lo scopo allora non è determinare il senso di un testo (compito
dell’esegesi storico-critica), ma ricostruire il fenomeno culturale di cui
il testo è portatore di significato.