Il punto di vista di Riane Eisler
come spunto di riflessione
Organizzato da: Luisa Negrini, 2015
Integralmente tratto da:
"Il piacere è sacro. Il potere e la sacralità del corpo e della terra dalla
preistoria ad oggi" di Riane Eisler.
Titolo originale (ancora scomodo per l'editoria italiana):
"Sacred pleasure: sex, myth, and politics of the body. New paths to
Power and Love"
"Il piacere è sacro: il sesso, il mito e la politica del corpo. Nuovi percorsi
per il Potere e l'Amore."
da pag 35 a pag 49
Le nostre scelte sessuali e sociali: un'introduzione
Vie nuove verso il potere e l'amore
Il piacere è sacro è un libro che, imprevedibilmente, ha chiesto di essere scritto. Nei
miei progetti, come accennavo nelle pagine finali di The Chalice and the Blade, c'era
un libro diverso. Per fortuna però, il processo creativo è guidato non soltanto
dall'attività consapevole ma anche da ben più profondi sommovimenti. Pian piano,
non senza qualche resistenza da parte mia, mi capitò di scivolare da quel che
pensavo di voler scrivere a quanto, solo ora me ne rendo conto, avevo bisogno di
scrivere.
Mentre raccoglievo il materiale e le note per il mio progetto originario, un capitolo
del libro previsto si andava ingrossando sempre più. Era il capitolo intitolato "dal
Caos dell'Eros: la sessualità della dominanza o della partnership". Il materiale si
dilatava: inizialmente contenuto in un unico raccoglitore, dilagò fino a riempirne
due, e poi tre, quattro, cinque. Ben presto occupò uno scatolone, poi un secondo, un
terzo e un quarto.
Cominciai allora a rendermi conto che quello non era un capitolo bensì proprio il
libro che avrei scritto. Per giunta, scoprivo che si trattava di un libro che non soltanto
avrebbe sfidato molte delle nostre più radicate idee sul sesso, ma avrebbe rimesso in
discussione parecchio di quanto ci è stato insegnato sull'amore, la spiritualità, la
politica, oltre che sul dolore e sul piacere.
Il piacere è sacro esplora il passato, il presente e il potenziale futuro del sesso.
Considera la sessualità e il sacro nel più ampio contesto della nostra evoluzione
biologica e culturale. Esso demistifica molto di quanto, nella storia della nostra
sessualità, ha creato confusione ed è stato addirittura di difficile intendimento, e
getta nuova luce su questioni tuttora in genere nascoste sotto il manto del dogma
religioso o del gergo scientifico. Mostra che la lotta per il futuro non è squisitamente
politica nel senso convenzionale del termine ma ruota attorno al tema fondamentale
del dolore e del piacere. Soprattutto, ci aiuta a comprendere meglio, e pertanto a
liberarcene, le agonie di cui cronicamente soffriamo nella ricerca di modi più sani e
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soddisfacenti di vivere e di amare.
Per me scrivere questo libro è stato un viaggio eccitante, ricco di continue e
sorprendenti scoperte. Talvolta il viaggio mi ha turbata profondamente, poichè ho
dovuto confrontarmi con tutto quanto nella nostra cultura lega la sessualità alla
violenza e alla brutalità. Ma mi è pure capitato di imbattermi in fatti tanto
stravaganti e divertenti da potermi abbandonare a una sana risata. Sul sesso leggevo
tutto ciò su cui mi riusciva di mettere le mani, e alla fine scoprii che tutto confluiva in
una teoria affatto nuova, e non soltanto sul sesso ma anche sull'evoluzione del
piacere, della politica, della consapevolezza e dell'amore.
Sesso, piacere e dolore
Devo dichiarare subito che, sebbene ritenga universali i temi da me trattati, la mia
attenzione si è soprattutto accentrata sulla società occidentale, e, all'interno di
questa, sebbene non siano del tutto ignorati i rapporti omosessuali, sulle relazioni
eterosessuali e su come influenzano le varie forme sociali, e da queste sono a loro
volta influenzate: un tema dunque di per se assai ampio.
Devo anche dichiarare che non mi sono prefissa di accumulare conoscenza fine a se
stessa. Sono stata fortemente motivata dal bisogno sempre più acuto di una
conoscenza capace di produrre una trasformazione: dal bisogno dunque di nuovi
strumenti per la trasformazione personale e sociale necessari alla nostra epoca di
crisi sempre più profonde e di varia natura – ecologica, politica ed economica – per
avere un futuro migliore o, quantomeno, un futuro. Pertanto la mia ricerca si è
sviluppata nel tentativo di rispondere a interrogativi che per la maggior parte di noi
non sono semplicemente curiosità intellettuali.
Perchè mai, se la fuga dal dolore e la ricerca del piacere sono motivazioni
assolutamente primarie, così a lungo ci hanno insegnato che i piaceri del sesso sono
un peccato grave? Perchè mai, perfino quando il sesso non è condannato, come
nella moderna pornografia, tanto di frequente lo ritroviamo associato non all'amore
erotico ma alla mercificazione del corpo femminile o al sadismo e al masochismo, al
predominio o all'asservimento? E' sempre andata così? Oppure ci fu un'epoca
diversa, prima che il sesso, la donna e il corpo umano fossero sviliti, degradati e
mercificati?
Che cosa veramente si nasconde dietro allo stupro, all'incesto e ad altre forme di
violenza sessuale? Come e perchè sorsero queste pratiche? E, questione ancora più
importante, quali cambiamenti personali e sociali possono sospingerci verso un
modo più sano, meno disfunzionale e nocivo di strutturare i rapporti sessuali (e più
generalmente umani)?
La ricerca per trovare risposte a questi interrogativi mi portò in campi che spaziano
dalla biologia, la psicologia, la sessuologia e la sociologia all'economia, l'archeologia,
la storia dell'arte, la letteratura e la mitologia. Più e più volte ritornai a quel profondo
desiderio umano di connessioni di legami forgiati dall'amore e dalla fiducia mediante
la sessualità e la spiritualità. In particolare suscitarono in me vivo interesse
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l'esperienza estatica e quella fantasia erotica, apparentemente incongrua a tutta
prima, presente in tante tradizioni religiose orientali e occidentali.
Gradualmente cominciai a comprendere che questo nesso tra sesso e spiritualità non
era accidentale, ma ha in realtà radici antichissime. Cominciai pure a comprendere
come mai amore è la parola chiave non nella letteratura romantica soltanto ma
anche nella letteratura mistica, e perchè la poesia dei mistici, come degli amanti, è
tanto spesso erotica.
Più approfondivo la ricerca, più le domande andavano in profondità. In conclusione
cominciai a considerare non solamente il sesso e la spiritualità ma anche il dolore e il
piacere in modo affatto diverso; di qui il titolo eretico, quanto meno per alcuni: il
piacere è sacro. Cominciai a vedere che è impossibile comprendere sia la società
umana sia la storia dell'umanità se non si tengono nel debito conto i modi assai
diversi in cui una società può usare il dolore o il piacere per motivare il
comportamento umano. Per giunta, cominciai a vedere il ruolo centrale, anche se
sorprendentemente ignorato, che il dolore e il piacere hanno avuto nell'evoluzione
della cultura e perfino della vita. Constatai, inoltre, che l'evoluzione delle nostre
capacità umane altamente sviluppate per il piacere sessuale e per gli intensi piaceri
dell'amore costituiva una potenziale svolta nella storia straordinaria di questo
pianeta.
In quel momento, fu come se cento lampadine si fossero d'improvviso accese tutte
insieme. Perchè cominciai a vedere che molto di quanto accade oggi si riallaccia a
quello che per brevità chiamo il passaggio dolore/piacere: il passaggio a un sistema
sociale atto a sostenere, invece di bloccare in modo cronico, queste capacità umane
altamente piacevoli.
Di conseguenza, mi fu anche possibile comprendere che non è per puro caso se gran
parte della tradizionale iconografia religiosa sacralizza il dolore invece del piacere, o
se la capacità di infliggere il dolore, piuttosto che di dare il piacere, è stata idealizzata
in tante nostre epiche, in tanti nostri classici. Mi aiutò a comprendere come e perchè
la nostra vita è stata avvelenata da concetti quali "dolore e piacere sono le due facce
della stessa medaglia", "spiritualità e sessualità si trovano agli estremi opposti", e "la
guerra dei sessi è inevitabile". Cominciai soprattutto a comprendere che per
superare il dolore e il senso di colpa, lo sfruttamento e l'alienazione, gli ostacoli
tragici e spesso ridicoli che hanno tanto amareggiato l'esistenza di donne e uomini,
saranno necessari cambiamenti fondamentali non solamente nel nostro modo di
considerare il sesso, la spiritualitàe la società, ma anche nel nostro modo di
considerare il corpo umano, il potere, il piacere e il sacro.
La sessualità della dominanza e della partnership
Nessun argomento suscita maggiore curiosità del sesso. Come vedremo nelle pagine
che seguono, è davvero affascinante la varietà degli atteggiamenti e dei
comportamenti sessuali. Ma questo libro non si limita a presentare un'accozzaglia di
curiosità sul sesso colte in innumerevoli culture sviluppatesi in migliaia di anni:
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organizza in un preciso disegno quanto altrimenti sarebbe una raccolta di
informazioni messe insieme a casaccio.
Il sesso è una delle più fondamentali pulsioni umane. Inoltre, i rapporti sessuali sono
fisicamente più intensi, e spesso sentiti più pienamente, di qualsiasi altro rapporto
personale. Ecco perchè il modo in cui sono costruiti i rapporti sessuali influenza tutte
le altre relazioni. Non si tratta peraltro di un processo a senso unico. Il modo in cui
sono definiti il sesso e i rapporti sessuali è a sua volta profondamente influenzato
dalla struttura economica, religiosa e politica di una società.
Il piacere è sacro mette a confronto due diversi modi di costruire la sessualità umana
all’interno della più ampia struttura di due modi assai diversi di organizzare le
relazioni umane: l’uno poggia prevalentemente sul dolore, l’altro prevalentemente
sul piacere. Nelle pagine che seguiranno vedremo come sotto la grande varietà di usi
e costumi sessuali si trovino due possibilità di fondo per la nostra specie: quelli che
ho chiamato il modello della dominanza e il modello della partnership.
Nel modello della dominanza – che inizia con la supremazia di una metà del’umanità
sull’altra – le gerarchie sostenute dalla paura o dalla forza sono primarie. Di
conseguenza, le società che si orientano prevaletemente verso questo modello
contano pesantemente sul dolore o sulla paura del dolore per conservarsi. Per
giungere, al fine di mantenere i rapporti di dominazione e sudditanza, la naturale
dimensione asquisitiva e donativa del piacere sessuale e dell'amore tra la metà
femminile e la metà maschile dell’umanità deve essere bloccata e distorta.
Questo è il motivo per cui le socità prevalentemente orientate sul modello della
dominanza – che storicamente hanno convalidato la supremazia degli uomini sulle
donne, dei sovrani sui sudditi, dell’uomo sulla natura – hanno inserito nella loro
struttura sociale di base alcuni dispositivi che distorcono e reprimono la sessualità.
Uno di questi, alla maggior parte di noi fin troppo dolorosamente noto, è lo
svilimento del sesso e della donna. Un secondo accorgimento, che solo di recente ha
cominciato ad attrarre l’ettenzione degli studiosi e della gente comune, è, nei
rapporti eterosessuali come in quelli omosessuali, l’equivalenza tra eccitazione
sessuale ed essere dominanti o dominati.
L’esempio più familiare del primo è ovviamnte l’affermazione della religione
occidentale secondo cui il sesso è sporco o cattivo, e ha un unico scopo: il
concepimento. E coloro che trasgrediscono, con la mastrurbazione, il sesso
omosessuale o il sesso eterosessuale fatto per puro piacere, devono essere puniti,
non solamente qui in Terra con strumenti temporali ma da Dio per l’eternità.
Inoltre, come nella storia biblica di Eva che provoca la Caduta dell’umanità e nel
Malleus Maleficarum cristiano, un testo benedetto dalla Chiesa del Quindicesimo
secolo, una sorta di manuale per cacciatori di streghe, la donna è peccatrice e
corrotta, è una creatura „carnale“ buona solo per la riproduzione della specie, per
fornire agli uomini die figli. Di conseguenza la donna, insieme con la sessualità
umana, dev’essere controllata severamente, addirittura con la violenza.
Ma è importante sottolineare, come farò in questo libro, che questo modo
d’interferire nei rapporti sessuali tra le due metà dell’umanità, senza le quali la
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nostra specie si estinguerebbe, non si ritrova solamente nelle tradizioni religiose
occidentali. Per contro, è un orientamento mentale presente in un certo numero di
società a predominio maschile. Lo ritroviamo nel fondamentalismo islamico iraniano,
dove agli ordini di uomini „morali“ come i defunto ayatollah Khomeini e i suoi
mullah, delle persone sono state giustiziate per „crimini sessuali“ e la „necessità“ di
tenere sotto controllo la donna „per il suo bene“ è diventata materia di studio
all’università di Theran.
Questa cornice di diffidenza e controllo nei rapporti sessuali tra donne e uomini è
stata un modo estremamente efficace per far sì che non soltanto i nostri più intimi
rapporti ma tutte le nostre relazioni fossero tese e improntate alla diffidenza. Perché
se Dio ha creato un mondo in cui l’uomo non può nemmeno avere fiducia nella
donna, la persona con cui attraverso il sesso e con la nascita ha i rapporti fisici più
intimi, come ci si può aspettare che nutra fiducia in qualcuno? Se le donne sono così
intrinsecamente indegne di fiducia, come possono fidarsi tra loro, o perfino di loro
stesse?
Inoltre, se Dio decretò che gli uomini devono dominare e controllare le donne,
perchè mai, come nelle fin troppo note „guerre sante“ in cui si uccide e si provocano
devastazioni e saccheggi per fare la volontà del Signore, la stessa cosa non può farsi
nei confronti di altri uomini e di altre nazioni?
Questo insieme porta direttamente al secondo strumento principale per usare il
sesso in modo da condizionare sia le donne che gli uomini affinchè si adattino a un
sistema sociale basato su gerarchie sostenute dalla forza e dalla paura. Rientra nel
condizionamento delle donne e degli uomini l’equiparare l’eccitazione sessuale alla
dominazione della donna da parte dell’uomo (e, nell’omosessualità, alla
dominazione dell’individuo che assume il ruolo femminile). Naturalmente, persino
nelle società più rigide nel seguire il modello della dominanza ci sono uomini e
donne che riescono a evitare siffatti condizionamenti. E, come vedremo, negli ultimi
decenni sia gli uomini sia le donne hanno sferrato un attacco frontale contro questi e
altri stereotipi sessuali, con un sempre più ampio riconoscimento da parte di molti
uomini del fatto di aver solo da perdere nella «guerra dei sessi», che alla fin fine
impedisce loro di ottenere quello che davvero vogliono e di cui hanno davvero
bisogno. Ma il fatto che tanto nella nostra società ancora erotizzi il predominio ha in
varia misura condizionato gli uomini a pensare il sesso in termini di dominazione e
controllo invece che di affiliazione e cura, e persino a considerare dominazione e
controllo parti integranti della loro fondamentale «mascolinità» o senso di sé. E
quale modo migliore di programmare a livello inconscio le donne ad accettare
remissività e dominazione se non attraverso l'erotizzazione della sottomissione
femminile? La moderna industria della pornografia offre il più impressionante
esempio contemporaneo di questo genere di condizionamento. Perché, se parte di
ciò che lancia sul mercato rientra nella voce «letteratura erotica», materiale cioè che
illustra come dare e ricevere il piacere erotico, essa tende peraltro a disumanizzare
sia le donne sia gli uomini e a confondere il piacere sessuale con l'esperienza del
dolore, inflitto o vissuto, attraverso pratiche sadomasochistiche. Comunque, questo
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modo di conservare e rafforzare i rapporti incentrati sul modello della dominanza
non è affatto nuovo. Con tutta probabilità risale ai tempi della nostra preistoria,
quando, come stiamo ora apprendendo, si verificò un importante cambiamento nel
corso della nostra evoluzione culturale, il passaggio cioè dal modello della
partnership a quello della dominanza in tutti i vari rapporti. Come vedremo, le
donne, così come il sesso, erano considerati in modo assai diverso nella lontana
preistoria. Gli scavi archeologici forniscono prove sempre più numerose a
dimostrazione di come per migliaia di anni donne e uomini vissero in società in cui la
norma, non per i rapporti sessuali solamente ma per tutti i rapporti (da quelli tra
genitori e figli a quelli tra esseri umani e natura), non era il predominio e lo
sfruttamento.
Tuttavia, sebbene si sia verificato nella nostra preistoria un cambiamento
fondamentale, voglio sottolineare che, per quanto riguarda il nostro tema, si tratta
sempre di una questione di misura: nessuna società si conforma alla perfezione al
modello della partnership o a quello della dominanza. ln effetti, nessuna società, per
quanto rigida sia la struttura delle dominazioni gerarchiche, può sopravvivere in
totale assenza di partnership. Peraltro, come osserva la storica Mary Elizabeth Perry,
nelle società prevalentemente orientate sul modello della dominanza, questi
elementi sono oggetto di cooptazione. Sono sfruttati, e nel contempo distorti e
soppressi, e i comportamenti solleciti e non violenti sono relegati ai gruppi
«inferiori», come le donne e gli uomini «effeminati»: in altri termini, ai dominati e
non ai dominanti. Voglio anche sottolineare che un modello di partnership non è
tutto pace, amore e collaborazione, in assenza assoluta di violenza, dolore, conflitto
o paura. Ma è un tipo di organizzazione sociale in cui la violenza cronica, il dolore e la
paura non devono essere necessariamente inseriti nella struttura sociale di base o
istituzionalizzati. Pertanto, le società prevalentemente orientate sul modello della
partnership piuttosto che della dominanza possono contare più sul piacere che sul
castigo (o la paura del dolore) per mantenere la coesione sociale. Non dimenticando
la differenza fondamentale esistente nella nostra specie tra donne e uomini,
comunque nell'organizzazione sociale orientata sul modello della partnership la
differenza non equivale automaticamente a inferiorità o a superiorità, a gruppi in
contro gruppi out, a dominare o a essere dominati.
Di conseguenza, a questo tipo di organizzazione sociale non è funzionale la
misoginia, l'odio nei confronti della donna, che serve a giustificare la subordinazione
di una metà dell'umanità all'altra metà. Non c'è alcun bisogno di vilipendere la
donna in quanto tentatrice carnale e pericolosa, la cui evoluzione spirituale è
talmente inferiore a quella dell'uomo da escluderla dal sacerdozio, o dall'accesso
diretto al divino. Né esiste il bisogno culturale di collocare l'uomo e la spiritualità al
di sopra della donna e della natura, o di inibire il legame sessuale tra donne e uomini
con i dogmi religiosi del «peccato della carne». Né la dominazione dev'essere
erotizzata per perpetuare la «guerra dei sessi».
Al contrario, l'impulso umano innato a gioire nel dare e nel ricevere il piacere
sessuale può essere incoraggiato attraverso una sessualità improntata alla
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partnership, cosi come il legame che si crea nel dare e ricevere affetto con reciproca
soddisfazione.
Per la verità, nelle società orientate sul modello della partnership, il sesso può essere
una sorta di sacramento, un'esperienza eccelsa, in quanto l'unione sessuale di due
esseri umani può rammentare l'unicità dì ogni vita, riaffermare il sacro legame tra
donna e uomo e tra di noi e ogni forma di vita. Ancora una volta, non si vuole
affermare che il sesso sul modello della partnership è sempre un atto d'amore o di
quella che chiamiamo consapevolezza superiore, o che in esso non esistano
prevaricazioni di nessun tipo. Ma nelle società prevalentemente orientate sul
modello della partnership, piuttosto che su quello della dominanza, non esiste
nessuna necessità strutturale di impiantare quegli atteggiamenti e quei
comportamenti necessari per mantenere un sistema basato su prevaricazioni
supportate dalla forza e dalla paura del dolore. Di conseguenza, il sesso può essere
un legame basato sul dare e il ricevere piacere, e può essere nel contempo spirituale
e naturale.
Sesso, spiritualità e società
L'idea che il sesso abbia una dimensione spirituale è talmente estranea a tutto
quanto ci hanno insegnato da lasciare di stucco la maggior parte delle persone. Per
la verità, essa è radicata in antiche tradizioni espresse con grande vivezza in
quell'arte preistorica che un tempo gli studiosi trovavano spesso imbarazzante, e che
pertanto ignoravano. Queste tradizioni non soltanto offrono importanti informazioni
sul nostro passato, ma hanno implicazioni profonde per il nostro presente e il nostro
futuro. E si tratta di tradizioni su cui da tempo abbiamo raccolto numerosi indizi.
Per esempio, nella mitologia occidentale troviamo parecchi riferimenti alla sacra
unione sessuale che gli studiosi chiamano ierogamia. Era probabilmente un antico
rito di iniziazione che venne poi alterato e trasformato in uno strumento di cui si
avvalevano i sovrani per legittimare la loro autorità mediante l'unione con una
sacerdotessa che rappresentava l'antica Dea. Un altro indizio e costituito da quello
che gli studiosi del Diciannovesimo secolo definirono prostituzione sacra. Con questa
pratica, che apprendiamo da antichi testi mesopotamici, le sacerdotesse iniziavano
gli uomini, attraverso riti erotici, ai culti misterici in cui si considerava un'importante
esperienza spirituale il dare e il ricevere piacere, piuttosto che il sopportare il dolore,
come accade invece in molte religioni modellate sulla dominanza. Nell'epopea
sumera di Gilgamesh, secondo gli studiosi la prima composta in Occidente, leggiamo
che una donna (che i traduttori variamente chiamano «sacerdotessa dell'amore»
della Dea, «prostituta del tempio» o «cortigiana del tempio») trasforma il selvaggio
Enkidu in essere umano facendo del sesso con lui, e aiutandolo dunque a «diventare
saggio, come un dio».
Si ritrovano ampie tracce del sesso inteso come rito religioso nelle tradizioni religiose
orientali, per esempio nell'iconografia erotica indiana e nello yoga tantrico. Ma
anche qui, come nelle storie mesopotamiche in cui sacerdotesse dell'amore sono
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ridotte a «prostitute», l'uso del piacere erotico quale mezzo per suscitare la
consapevolezza (o raggiungere una più alta spiritualità) in entrambi i partner è già
stato ampiamente tramutato da una visione sul modello della dominanza, incentrata
sul maschio.
Nelle pagine che seguono esamineremo molti altri esempi affascinanti, come, per
esempio, le celebrazioni della festa di maggio, che con molta probabilità derivavano
da riti sessuali preistorici e in cui i rapporti amorosi erano ancora una consuetudine
in anni non lontani. E vedremo pure come nel corso della storia si sono susseguiti
tentativi per ricollegarci alle nostre radici preistoriche sul modello della partnership.
Esistevano, per esempio, i trovatori e l'omologo femminile, le trobaritzes. Fiorita
nelle corti del Dodicesimo secolo nel Sud della Francia (la stessa regione in cui
millenni prima il potere sessuale della donna era venerato nell'arte paleolitica delle
caverne), la loro poesia celebrava la donna e l'amore. L'amor cortese che cantavano
era per certi versi una rinascita della sessualità improntata alla partnership,
dell'amore sessuale inteso come sensuale e spirituale. In quella stessa epoca fiori la
mariologia, ovvero il culto della Vergine Maria, che in questa prospettiva può essere
vista come un ritorno al culto della Dea preistorica sotto l'aspetto di Madre pietosa e
compassionevole. All'epoca ebbero notevole importanza anche strane sette
cristiane, vedi quella dei catari che, in netto contrasto con la Chiesa cattolica romana,
accordava alle donne uno status elevato nelle questioni religiose. Ma i catari, come
altri «eretici» che rifiutavano il concetto della donna quale essere inferiore e privo di
spiritualità, furono spietatamente perseguitati dalle autorità ecclesiastiche.
Perseguitate furono anche le cosiddette streghe e altre donne ancora
profondamente legate al culto preistorico della Grande Dea e del suo divino figlio, il
Dio Toro (che era nel frattempo diventato il diavolo con le corna e gli zoccoli
delliiceniografia cristiana). Fatto ancor più c'induce a meditare, queste donne
torturate e bruciate sul rogo erano spesso anche curatrici, taumaturghe a
conoscenza di antichi metodi per il controllo delle nascite, che insegnavano alle altre
donne.
Le nuove conoscenze che si vanno accumulando sul nostro passato gettano inoltre
nuova luce sull'attuale ricerca di una nuova spiritualità e di una nuova sessualità.
Perché in termini di struttura concettuale i modelli della partnership e della
dominanza non sono privi di nessi. Sono piuttosto parti integranti del forte
movimento contemporaneo verso una società che primariamente si orienti verso la
partnership piuttosto che verso il predominio, e quindi verso modi più sani, più
soddisfacenti e sostenibili di strutturare le nostre relazioni con gli altri e con la
natura.
L'opportunità e la sfida
A detta di Freud, che giustamente affermò l'importanza fondamentale del sesso in
tutti i rapporti umani, ma sfortunatamente ebbe la tendenza a confondere la
sessualità della dominanza con la sessualità umana, l'«uomo» deve costantemente
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essere cauto e conservare il controllo della natura, compresa la propria. Ma il nostro
è un tempo in cui «la conquista della natura da parte dell'uomo» minaccia la vita sul
nostro pianeta, in cui l'atteggiamento mentale del dominante e la tecnologia
avanzata sono un miscuglio potenzialmente letale, in cui istituzioni destinate a
mantenere la dominazione e lo sfruttamento si stanno dimostrando incapaci di far
fronte ai gravi problemi sociali, economici ed ecologici che hanno creato.
È un tempo di crisi epocali. Ma per questa medesima ragione è anche un tempo di
opportunità epocali, un tempo in cui, mentre lottiamo per creare per noi e per i
nostri figli nuovi modi di pensare e di vivere, le donne e gli uomini di tutto il mondo
vanno sfidando molte delle nostre più fondamentali convinzioni. Inquesto libro
esamineremo da vicino alcune di queste convinzioni nonché le nostre alternative
sessuali, sociali e spirituali. In «Come siamo finiti qui?» (Parte prima) cominciamo col
mettere a confronto immagini sessuali contemporanee (assieme alle pratiche spesso
brutali che riflettono) e le antiche immagini erotiche, osservando le tracce talvolta
sorprendentemente ovvie di una spiritualità, una sessualità e una società lontane e
molto diverse. Dopo questo breve esame, ci spingeremo ancora oltre, verso quella
che gli antropologi chiamano protostoria, per guardare con occhi nuovi lo
straordinario processo evolutivo dell'uomo, generalmente trascurato e spesso
incompreso: la comparsa dell'ominide e del sesso umano. Passeremo poi alla
preistoria, a un'epoca in cui gli atteggiamenti sessuali, e tutti gli aspetti dell'esistenza
delle donne e degli uomini, erano molto diversi da come ci hanno mostrato, e da
come implicitamente sempre dovrebbero essere. Vedremo come sia il sesso sia la
spiritualità, in un tempo di grande caos e disordine, si alterarono drasticamente. E
nei capitoli finali della Parte prima, passando dalla preistoria all'antica storia
dell'Occidente, cioè all'antica Grecia, a Babilonia, alla Palestina e a Roma, fino ad
arrivare al Medioevo cristiano, vedremo come, in un vivido alternarsi di storie
dell'orrore e di tragicommedie, la sessualità e la spiritualità si alterarono nelle
società sul modello della dominanza. Ma vedremo pure come, anche a dispetto di
tutto ciò, le antiche tradizioni della partnership, come l'antico matrimonio sacro,
sopravvissero, seppure talvolta in forme alquanto bizzarre.
In «Dove siamo? E da qui, dove possiamo andare?» (Parte seconda), ci spostiamo ai
tempi nostri per esaminare le attuali rivoluzioni sessuali e spirituali quale parte di
una più ampia rivoluzione delle coscienze, che è a sua volta parte integrante
dell'attuale lotta volta a creare un mondo meno doloroso e violento. Cominceremo
col guardare in modo nuovo alcuni elementi fondamentali: il corpo umano, il dolore,
il piacere, il potere, l'amore e il sacro. Esploreremo quella che, prendendo a prestito
il termine dal biologo cileno Humberto Maturana, chiameremo la biologia
dell'amore, e vedremo come l'organizzazione sociale e sessuale della dominanza a
ogni svolta distorce e blocca il profondo desiderio umano di correzione, di legami
forgiati dall'amore e dalla fiducia piuttosto che dalla paura e dalla forza.
Riesamineremo inoltre la politica da una prospettiva che tiene nel debito conto i
nostri rapporti intimi — tra genitori e figli così come tra donne e uomini — e
approfondiremo i modi in cui il sesso sul modello della dominanza resta uno degli
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ostacoli principali alla salute personale e sociale. Cosa ancor più importante,
vedremo che le relazioni più appaganti, piacevoli, appassionate e nel contempo più
soddisfacenti a livello spirituale che noi tutti vogliamo sono possibili, se però
riusciremo a lasciarci alle spalle un sistema fondamentalmente squilibrato, con tutti
gli ostacoli in esso intessuti contro la piena realizzazione umana.
In breve, seguendo la sequenza generale dell'evoluzione culturale umana, la Parte
prima ci porta dalla protostoria alla fine del Medioevo, e la Parte seconda copre il
periodo dal Medioevo ai giorni nostri, concentrando l'attenzione in particolare sul
movimento contemporaneo, potente come non mai, verso la partnership e sulla
forte resistenza a esso opposta. Peraltro, non sarà un percorso lineare, né per quanto
riguarda la sequenza temporale né per quanto pertiene ai temi. Perché Il piacere è
sacro è innanzitutto un libro che si occupa delle connessioni, un libro che, come la
nostra esistenza, continua a ricombinare elementi fondamentali in modi diversi in
contesti diversi.
In questo senso, è molto diverso dai libri che, in linea con l'approccio specializzato e
compartimentalizzato di buona parte del pensiero scientifico contemporaneo,
tendono a concentrarsi su un'unica cosa o, nel migliore dei casi, su una cosa alla
volta. Ho personalmente scelto questo approccio più olistico perché soltanto
osservando al meglio l'intero quadro possiamo cambiare le lenti attraverso le quali
valutiamo quella che è o non è «la realtà». L'ho scelto anche perché deriva dalla
teoria della trasformazione culturale, da me presentata in The Chalice and the Blade
che fornisce la struttura concettuale di questo libro.
Riassumendo brevemente, secondo la teoria della trasformazione culturale che si
esprime nel linguaggio della dinamica non lineare i modelli della dominanza e della
partnership sono stati, per l'intera durata della nostra evoluzione culturale, due
fondamentali «calamite» per l'organizzazione sociale e ideologica. Rifacendosi alla
teoria del caos e ad altre teorie scientifiche contemporanee, secondo le quali i
sistemi viventi possono subire trasformazioni in un tempo relativamente breve
quando si trovano in stati di estremo squilibrio, la teoria della trasformazione
culturale mostra che gli stessi princìpi sono validi per i sistemi sociali. In particolare,
mostra che molte convinzioni e molte pratiche che oggi consideriamo devastanti e
disumane scaturiscono da un periodo di grande squilibrio della nostra preistoria,
quando si verificò un passaggio fondamentale dal modello della partnership al
modello della dominanza. E ipotizza, nella nostra epoca caotica di squilibrio in
escalation, la possibilità di un altro passaggio culturale fondamentale: questa volta in
direzione del modello della partnership invece che di quello della dominanza.
Questo libro arricchisce la teoria della trasformazione culturale fondandola
sull'esperienza, e la politica, del corpo. Ne amplia inoltre la portata risalendo più
lontano nel tempo ed esplorando l'evoluzione sia del sesso sia della consapevolezza,
e concentrandosi inoltre sulla questione fondamentale del dolore e del piacere quali
leve della motivazione umana. Mostra che il grado in cui una società si orienta verso
un modello della dominanza invece che verso un modello della partnership influenza
profondamente la misura in cui poggia sul dolore invece che sul piacere per
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conservarsi. Esamina come, mediante un'ampia gamma di strumenti, compresa la
sacralizzazione del dolore invece che del piacere, i sistemi improntati al modello
della dominanza hanno idealizzato la istituzionalizzazione del dolore. E mostra che
molto di quanto accade ai giorni nostri può essere considerato un tentativo per
passare a un sistema in cui il piacere — non nel senso di una breve fuga o di una
distrazione, ma nel senso di un sano, durevole appagamento — può essere
istituzionalizzato e perfino sacralizzato.
Questo libro sottopone inoltre a un più attento esame le basi su cui poggiano i
modelli della partnership e della dominanza, concentrandosi sulle interconnessioni
esistenti tra approcci diversi sia al sesso sia alla spiritualità, e sul carattere di una
società, se più autoritaria e bellicosa, o più pacifica e democratica. Per contro,
mostra che per riuscire a sfidare e a sostituire convinzioni insane sul sesso e sulla
spiritualità è necessario comprendere che sesso e spiritualità si intrecciano in un
insieme più ampio che abbraccia l'economia, la politica, la famiglia, la letteratura, la
musica e tutti gli altri aspetti della vita sociale e culturale. Perché soltanto cercando
di guardare simultaneamente come questi elementi si collegano tra loro potremo
vedere i modelli di fondo, e spostarci quindi verso alternative più soddisfacenti ed
eque.
Mi auguro che attraverso l'esplorazione in profondità delle nostre alternative
sessuali e sociali, „Il piacere è sacro. Il mito del sesso come purificazione“ possa
essere uno strumento prezioso per le tante donne e i tanti uomini che oggi lottano
per liberarci definitivamente da un sistema fondamentalmente contro il piacere e
contro l'amore. Sono convinta che possiamo riconquistare il perduto senso della
meraviglia nella sessualità umana, l'estasi del piacere e il miracolo dell'amore. Sono
pure convinta che la rivoluzione sessuale tuttora in corso, con tutto lo scompiglio che
provoca tra le norme accettate, ci offre un'opportunità senza precedenti non
soltanto per conquistare una sessualità molto più soddisfacente ma anche per
ottenere un fondamentale cambiamento personale e sociale.
Nella misura in cui nelle sue fasi iniziali questa rivoluzione sessuale rese a noi
possibile parlare liberamente del sesso e considerare il sesso una legittima fonte di
piacere, è in parte già riuscita a portarci verso modi più sani e piacevoli di vivere e
amare. Ma nella misura in cui non disgiunse il sesso dalla violenza e dalla
dominazione — e non ci offrì nessuna alternativa adeguata — non è riuscita ad
avvicinarci maggiormente a questi obiettivi.
Ora ci è data l'opportunità di passare a una seconda fase, a una vera rivoluzione
sessuale. È la possibilità di spingerci in profondità, verso le scelte sessuali, spirituali e
sociali che ci si presentano; di liberarci dai lacci che tanto a lungo il distorto le nostre
relazioni fondamentali: con l'altro, con il nostro habitat naturale, e perfino con noi
medesimi, con nostro stesso corpo. Soprattutto, è l'opportunità, e la sfida, sia per le
donne sia per gli uomini, di costruire per noi e per i nostri figli un mondo in cui
piacere e non il dolore possa essere primario, un mondo in cui potremo essere
insieme più liberi e più corretti, in cui spiritualità e sessualità si integreranno in una
comprensione nuova e più evoluta, e nell'assoluto rispetto dei miracoli della vita e
Organizzato da: Luisa Negrini, 2015
dell'amore.
Le nuove Eve e i nuovi Adami
Pag 524 – 526
Ma una cosa è certa: se riusciremo a completare il passaggio da un mondo della
dominanza a un mondo della partnership, le realtà e i miti del nostro futuro saranno
molto diversi da quelli di oggi. Perché in questo mondo nuovo saremo molto più
bravi nell'utilizzare appieno tutti i nostri sensi e le nostre capacità, compresi i sensi e
le capacità che non sapevamo neppure di avere, per creare le nuove forme
istituzionali e i nuovi miti che ci consentiranno di esprimere appieno il miracolo, il
mistero e la gioia di quella che nei secoli i mistici chiamarono la verità sacra della
nostra unicità nell' amore.
In questo mondo nuovo ci saranno ancora miti che sacralizzano la sofferenza, poiché
il dolore e la morte rientrano nei cicli della natura e della vita. Ma molto più
numerosi saranno i miti sul rispetto, la meraviglia e l'estasi che ci è stato dato
provare, compresi la gioia, il rispetto, la meraviglia e l'estasi dell'amore fisico.
Si narreranno storie su come noi esseri umani siamo concepiti nella delizia e
nell'estasi, e non nel peccato. Si creeranno immagini che spiritualizzeranno l'erotico,
invece di erotizzare la violenza e il dominio. E al posto dei miti sulla nostra salvezza
attraverso la violenza e il dolore, ci saranno miti sulla salvezza ottenuta grazie alle
premure e al piacere.
Forse resteranno delle storie sulla creazione divina, forse più simili a quelle più
antiche, di una Madre divina che nell'unione sessuale con il suo divino amante crea
la vita. Forse ci saranno storie contenenti l’intuizione sepolta nell'epica di Gilgamesh
che la nostra sessualità è un elemento importante di quanto fa di noi degli esseri
umani. Forse ci saranno anche storie su come sia esistito un tempo in cui, come
Jakob Bohme scrisse della storia biblica di Adamo ed Eva, la donna e l'uomo furono
separati. Ma in questi miti quella spaccatura sarà sanata.
Sicuramente non ci saranno miti su una divinità che pretende servilità sofferenza e
umiliazione di sé. Poiché se in questo mondo i poteri che governano l'universo si
immagineranno in forma umana, saranno nel contempo come una Madre e un Padre
che, ben lontani dal lesinarci il piacere, benediranno le nostre gioie da genitori
amorosi, capaci di trarre piacere dalla nostra felicità. Questi genitori divini
incoraggeranno in noi la ricerca della conoscenza, invece di volerla monopolizzare.
Applaudiranno il nostro entusiasmo per la vita, invece di cercare di arginarlo. E ci
insegneranno a ricordare ogni giorno di vivere la nostra vita appieno, e aiutare
coloro che ci circondano a fare altrettanto.
Perché in questo mondo nuovo, non ci sarà separazione tra lo spirituale e il
materiale, esisterà una mitologia economica in cui si terrà conto non soltanto dei
nostri bisogni fisici ma anche dei nostri bisogni spirituali - il nostro bisogno di senso e
di giustizia, e gli enormi piaceri che traiamo dalla partecipazione. Siccome ai bambini
sarà attribuito il giusto valore, saranno meno numerosi, sicché i miti sulla famiglia
Organizzato da: Luisa Negrini, 2015
non riguarderanno soltanto le madri e i padri biologici ma un'intera schiera di
persone sollecite e amorevoli. E tali miti saranno insegnati ai bambini fin
dall'infanzia.
Ci saranno in questo mondo nuovo molti riti per investire di significato la nostra
esistenza quotidiana, compresi rituali con fiori, candele, musica e vino. Ma questi
rituali onoreranno i nostri vincoli spirituali e fisici, poiché saranno considerati
intrecciati indissolubilmente. Alcuni di questi rituali potrebbero essere di nuovo riti
in cui l'unione della femmina e del maschio sarà un atto estatico e, nel vero senso
della parola, magico. Ma proprio come i riti sessuali dei nostri antenati devono
essersi sviluppati dall'esperienza del sesso quale stato alterato della coscienza, come
un mezzo per connettersi con ciò che diciamo il divino, anche questi riti verranno da
esperienze autentiche simili e non dall'uso meccanico di formule dello yoga tantrico
o di altre tecnologie in cui, come leggiamo in taluni testi odierni, il corpo di una
persona diventa semplicemente lo strumento per l'uso spirituale di un'altra.
Questi riti riconosceranno che il nostro tocco più sacro è il tocco che dà piacere.
Pertanto alcuni possono essere riti quando tocchiamo i nostri figli, i nostri amici e il
nostro corpo. Tutti avranno il fine di non spaventarci con castighi terribili ma di
aiutarci a vivere in modo da poter riconoscere, attraverso il libero scorrere delle
nostre naturali capacità di empatia e partecipazione, che quel che diciamo il divino è
in noi e negli altri. Abbiamo ancora molta strada da percorrere prima di ottenere un
mondo in cui la spiritualità sarà di nuovo erotica e l'erotico sarà nuovamente
spirituale, in cui il sesso potrà essere un sacramento e il nostro corpo un altare, in cui
sapremo nella vita di ogni giorno, e non soltanto nei momenti di illuminazione
spirituale, che solo mediante l'amore possiamo espanderci, alla lettera e in modo
figurato, tanto da abbracciare gli altri e nel contempo avvilupparci in loro, e ìn quella
unicità di cui mistici e amanti parlano come di una esperienza di squisita passione e
di pace perfetta.
Ma il cammino verso quel mondo è il cammino che molte donne e molti uomini di
tutto il mondo hanno scelto di intraprendere: il cammino del risanamento spirituale,
sessuale e sociale. Pertanto anche se per la maggior parte di noi che viviamo ora non
sarà possibile vedere mai quel mondo, la sua promessa ci sostiene nel viaggio verso
reami sconosciuti, mentre continueremo a creare, e a vivere, la storia umana che
frattanto si dispiega.
Organizzato da: Luisa Negrini, 2015