Il ruolo del sonno Dr. Massimo Viscardi Centro di Medicina del Sonno USC. Neurologia- USS Neurofisiopatologia Azienda Ospedaliera – Ospedale Papa Giovanni XXIII-Bergamo Il processo “sonno” Il sonno non è l’assenza di veglia (tale definizione è più consona allo stato di coma) Il sonno è un processo attivo che implica il funzionamento di alcune particolari strutture del cervello, con azione ad andamento circadiano (cioè che segue un periodo di circa 24 ore), con inibizione specifica di altre strutture. Il sonno non è una funzione statica, ma dinamica e modulata in fasi Architettura del sonno Esistono due tipi di sonno - sonno non REM - sonno REM A sua volta il sonno non REM è diviso in 3 fasi - fase 1 (sonno molto leggero) - fase 2 (sonno leggero) - fase 3 (sonno profondo) Architettura del sonno Queste fasi si susseguono in continuazione durante il sonno alternandosi più volte, anche se non sempre con lo stesso ordine. L’insieme di fasi non REM e della successiva fase REM si chiama “ciclo di sonno” In una notte si hanno mediamente 6-7 cicli completi di sonno, con prevalenza di sonno non REM nella prima parte della notte, e di sonno REM nella seconda parte della notte. Architettura del sonno Nel sonno non REM si ha una relativa inibizione dell’attività cerebrale. La funzione di tale sonno sembra essere quella di risparmiare energia e di riportare il metabolismo a livelli più bassi con successiva sensazione di riposo. Nel sonno REM si ha un’attività cerebrale paragonabile, in molte aree, a quella riscontrabile in veglia. La sua funzione sembra essere quella di un rimaneggiamento delle funzioni cognitivo-mnesiche e quindi legate all’apprendimento. Architettura del sonno Durante il sonno REM si ha in condizioni fisiologiche una paralisi completa della muscolatura scheletrica ad eccezione del diaframma (nel sonno REM rimane l’unico muscolo respiratorio attivo), degli sfinteri e dei muscoli oculo-motori con presenza di movimenti oculari rapidi (REM sta per Rapid Eye Movements, cioè movimenti oculari rapidi) verosimilmente legati all’attività onirica concomitante (questa è la fase di sonno in cui si ha il sogno propriamente detto) Fenomeni fisiologici del sonno Fenomeni motori: -movimenti oculari (lenti in addormentamento, rapidi in sonno REM) -mioclonie ipniche fisiologiche -sussulti mioclonici -movimenti corporei globali -movimenti mimici e gestuali Fenomeni fisiologici del sonno Fenomeni vegetativi -attività cardiocircolatoria: - diminuzione della pressione arteriosa nelle prime ore di sonno per poi lentamente risalire nella 2° parte della notte - riduzione della frequenza cardiaca con presenza in REM di brusche variazioni della stessa Fenomeni fisiologici del sonno Fenomeni vegetativi -respiro: - riduzione della frequenza respiratoria - irregolarità della frequenza respiratoria in REM Fenomeni fisiologici del sonno Fenomeni vegetativi -attività gastro-intestinale: - aumentata secrezione gastrica in n-REM (la fisiologica propensione dei mammiferi al sonno dopo i pasti potrebbe essere legata questa fase del sonno) - riduzione della secrezione gastrica in REM - dubbia riduzione della motilità duodenale Fenomeni fisiologici del sonno Fenomeni vegetativi -termoregolazione: - riduzione della temperatura corporea soprattutto nella seconda parte della notte - incapacità di regolare la temperatura durante sonno REM -apparato genitale - erezioni peniene o inturgidimenti del clitoride Fenomeni fisiologici del sonno Fenomeni Ormonali -ACTH e cortisolo: aumentano nella seconda parte della notte -GH: aumenta nel sonno (l’attività fisica produce un «consumo muscolare» con necessità di nuova sintesi proteica muscolare favorita appunto dal GH il cui picco plasmatico più alto si registra durante sonno; ciò è ancora più importante nella popolazione non adulta) Fenomeni fisiologici del sonno Sistema immunitario -nel sonno aumentano l’interleuchina 1 (IL1), l’interferone (IFN) e il fattore di necrosi tumorale (FNT) INSONNIA: DATI EPIDEMIOLOGICI Negli studi degli anni ‘60-’90 si aveva una prevalenza nella popolazione compresa fra il13% e il 32% della popolazione adulta Nello studio multicentrico italiano in collaborazione con i MMG Morfeo I e II circa 1/3 della popolazione italiana adulta soffre di insonnia di tipo 2 cioè con ripercussioni sulla vita diurna, ma ancora 1/3 soffre di insonnia tipo 1 cioè senza apparenti ripercussioni sulla vita diurna. INSONNIA: DATI EPIDEMIOLOGICI Netta prevalenza nella popolazione femminile soprattutto a partire da 45-55 anni (nella popolazione maschile l’incremento della prevalenza avviene oltre il 60° anno di vita Questi dati potrebbero essere dovuti a fenomeni di tipo ormonale (menopausa nelle donne) o sociali (pensionamento negli uomini) CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE Secondo la durata: -Occasionale -Transitoria (< 3 settimane) -Cronica (>3 settimane) Le insonnie transitorie possono essere a volte ricorrenti se causate da manifestazioni che tendono a ripetersi nel tempo (ulcera peptica, cefalea a grappolo, ciclotimie, ecc.). CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE Secondo il momento di insorgenza: -Iniziale o Precoce (prima parte della notte) -Intermedia ( a metà della notte, o con numerosi e più o meno prolungati risvegli infrasonno) -Terminale o Tardiva (seconda parte della notte) CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE Secondo la Tipologia: -Primitive -Secondarie CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE INSONNIE SECONDARIE -da malattie psichiatriche: -Stati depressivi -Eccitamenti maniacali -Psicosi acute -Ansia generalizzata -Sintomi ossessivo-compulsivi -Disturbi da attacchi di panico CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE INSONNIE SECONDARIE -da malattie somatiche -da farmaci - alcool -amfetamine o amfetamino-simili -the, caffè o bibite a base di cola -nicotina -steroidi -broncodilatatori -beta-bloccanti -altri farmaci cardiologici -antidepressivi -ipnotici CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE INSONNIE SECONDARIE -Sindrome delle gambe senza riposo In questa patologia il paziente ha sonno e dormirebbe se non fosse per la comparsa a riposo e prevalentemente a letto di sensazioni estremamente disturbanti, mal definite, localizzate per lo più agli arti inferiori,che scompaiono o si riducono in modo importante solo con il movimento delle gambe stesse obbligando spesso il paziente ad alzarsi dal letto. E’ un importante causa di insonnia, ma entra anche in diagnosi differenziale con questa in quanto il trattamento è completamente diverso. CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE INSONNIE PRIMITIVE -Distorta percezione dello stato sonno-veglia In questi casi il paziente accusa un’insonnia invincibile, spesso refrattaria agli ipnotici, ma ripetute registrazioni polisonnografiche evidenziano un sonno normale quantitativamente o qualitativamente. CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE INSONNIE PRIMITIVE -Insonnia idiopatica o primaria In nessun modo è possibile trovare una causa di insonnia. Ha spesso un esordio precoce o precocissimo CLASSIFICAZIONE DELLE INSONNIE INSONNIE PRIMITIVE -Insonnia psicofisiologica o condizionata Si instaura di solito in seguito ad un evento stressante, come avviene per le insonnie transitorie, ma a diversità di quest’ultima al cessare dell’evento scatenante non regredisce, anzi tende ad aggravarsi. È prevalentemente iniziale e quando il soggetto ormai sonnolento decide di coricarsi, si ritrova nel letto con gli occhi sbarrati e continuando a rigirarsi. Sono spesso presenti sintomi d’ansia somatizzata (cefalea, tensione muscolare, sensazione di mani e/o piedi freddi, irrequietezza motoria) TERAPIA DELLE INSONNIE FARMACOLOGICA -FARMACI BENZODIAZEPINICI -FARMACI BENZODIAZEPINO-SIMILI -FARMACI ANTIDEPRESSIVI -FARMACI GABAERGICI DI ALTRO TIPO -FARMACI BARBITURICI TERAPIA DELLE INSONNIE NON FARMACOLOGICA O COMPORTAMENTALE -TRAINING AUTOGENO -BIOFEEDBACK -IPNOSI -YOGA -CONTROLLO DELLO STIMOLO (Applicazione delle regole di igiene del sonno) -REGIME RISTRETTO DI SONNO - PSICOTERAPIA IGIENE DEL SONNO 1) VA A LETTO, MA SOPRATTUTTO ALZATI SEMPRE ALLA STESSA ORA SIA CHE TU ABBIA AVUTO UNA NOTTE RIPOSANTE O INSONNE 2) VAI A LETTO SOLO SE AVVERTI SONNO E, SE NON RIESCI A DORMIRE, ALZATI, VAI IN UN’ALTRA STANZA E FAI QUALCOSA DI DISTENSIVO. SE NECESSARIO, RIPETI QUESTA OPERAZIONE ANCHE PIU’ VOLTE NELLA STESSA NOTTE 3) UTILIZZA IL LETTO SOLO PER GLI SCOPI PER IL QUALE E’STATO CONCEPITO: IL SONNO E L’ATTIVITA’ SESSUALE IGIENE DEL SONNO 4) NON CONCEDERTI SONNELLINI POMERIDIANI NEL TENTATIVO DI RECUPERARE IL SONNO PERSO 5) EVITA GLI ESERCIZI FISICI FATICOSI E LE ATTIVITA’ MENTALI PIU’ IMPEGNATIVE NELLE ORE CHE PRECEDONO IL SONNO 6) NON DORMIRE UN PAIO D’ORE DAVANTI AL TELEVISORE PRIMA DI RECARTI A LETTO 7) NON PROLUNGARE LE ORE ABITUALI DI SONNO DURANTE I WEEK-END IGIENE DEL SONNO 8) EVITA CHE LA TUA STANZA DA LETTO SIA TROPPO CALDA O IL TUO STOMACO SIA TROPPO VUOTO 9) SE DORMI MALE EVITA CAFFE’, THE, CIOCCOLATA IN TAZZA O COCA-COLA PRIMA DI CERICARTI; EVITA ANCHE IL FUMO DI MOLTE SIGARETTE IGIENE DEL SONNO 10) CONTROLLA SE PER CASO NON STAI ASSUMENDO QUALCHE FARMACO CHE PUO’ PROVOCARE INSONNIA 11) NON LASCIARTI SEDURRE DALL’AZIONE IPNOTICA DELL’ALCOOL PERCHE’ ENTRO BREVE TEMPO TI TRADIRA’ ATTENZIONE!!!! Sindrome da anticipata o posticipata fase di sonno SINDROME DA ANTICIPATA O POSTICIPATA FASE DI SONNO L’orario di addormentamento e di veglia sono normalmente determinati da un timer interno. In alcuni soggetti l’orario di addormentamento è regolato con molto anticipo con conseguente risveglio definitivo anche molto prima dell’alba (sindrome da anticipata fase di sonno); in altri, viceversa, tale orario è molto ritardato con conseguente addormentamento nel pieno della notte e risveglio naturale molto ritardato (sindrome da posticipata fase sonno). Questi soggetti non sono insonni e vanno trattati diversamente (melatonina, fototerapia, cronoterapia) Attività fisica e sonno • E’ noto che una moderata attività fisica lontana dal momento di coricarsi facilita il sonno • E’ noto che un’importante attività fisica nelle ore prima di coricarsi inibisce il sonno • CAMMINARE E NON CORRERE SI, PALESTRA NO Età e sonno • Nella popolazione oltre i 65 anni le ore di sonno sono meno e meno riposanti, ma: – Nella popolazione anziana ben integrata e attiva socialmente il sonno è paragonabile a quello di soggetti di 40-50 anni – Nella popolazione anziana non ben integrata il sonno appare drammaticamente scadente in qualità e quantità – Non è solo questione di età, ma soprattuto di integrazione sociale Obesità e sonno Almeno trenta studi epidemiologici importanti pubblicati dal 2000 evidenziano che nella popolazione con restrizione delle ore di sonno (sotto le sette ore/24 ore) il BMI appariva significativamente più alto che nella popolazione con un numero più alto di ore di sonno. (Cizza G. Sleep2005). Obesità e sonno • Uno studio del 2004 mostra come un’importante restrizione delle ore di sonno comporti alti livelli di ghrelina e bassi livelli di leptina. • Inoltre tali soggetti tendono a ingerire soprattutto cibi con alte percentuali di carboidrati e cibi ad alto potere calorico, come patatine, merendine, bibite dolci, formaggi. • (Spiegell K et al Ann. Internal Med 2004) • Poche ore di sonno inducono alterazioni della percezione di sazietà leptino-mediata. • Negli USA la restrizione volontaria delle ore di sonno è stata correlata con l’aumento vertiginoso di grandi obesi nella popolazione Obesità e sonno • Dormendo meno non si produce di più, si muore prima Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno • Il russamento abituale è da considerare come il primo stadio evolutivo della sindrome da ostruzione delle vie aeree superiori nel sonno, di cui la sindrome delle apnee ostruttive costituisce lo stadio finale. Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno • Lo stadio finale è rappresentato dalla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno. • Durante le apnee ostruttive la riduzione di calibro della alte vie aeree è tale da impedire il flusso d’aria, pur persistendo movimenti dei mantici respiratori; durante tale evento si osserva un progressivo aumento dello sforzo inspiratorio fino alla ripresa del respiro (fenomeno dello sblocco), riconoscibile per la presenza di un improvviso importante rumore con caratteristiche simili a quelle del russamento (rumore di sblocco) Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno • • • • • • • • • • Fattori che favoriscono/causano il russamento/OSAS: - sesso maschile (almeno fino a 50-60 anni) - sovrappeso/obesità - assunzione serale di alcool o di carboidrati (effetto miorilassante) - eccessiva stanchezza - alterazioni del massiccio facciale - farmaci (BDZ) - ipertrofia tonsillare e adenoidea (soprattutto in età pediatrica) - alterazioni nasali (deviazione del setto nasale, poliposi, ecc) - sostanze irritanti (fumo, alcool) Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno • Statisticamente fino all’età di 50 anni la prevalenza della sindrome è nettamente più importante negli uomini. • La causa statisticamente più importante per tale sindrome è l’obesità, ma il comportamento nei due sessi è fino a quest’età nettamente differente: negli uomini pochi chili in più possono determinare la comparsa di una roncopatia o il trasformarsi di questa in un’OSAS, mentre nelle donne generalmente ci deve essere una franca, importante obesità Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno • Dopo i 50 anni, ovvero dopo la menopausa, servono nelle donne sempre meno chili in più per determinare una roncopatia/OSAS. • A 60-65 anni la prevalenza nei due sessi appare sostanzialmente sovrapponibile • A 70-75 anni tale sindrome, seppur di poco prevale nelle donne. • La tipologia della distribuzione adiposa androide/ginoide giustifica solo in parte la diversa prevalenza nei due sessi nelle varie coorti di età. Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno • TERAPIA • 1) Dimagramento: la riduzione di peso al di sotto di un “valore soglia” individuale porta alla scomparsa della sonnolenza diurna e alla più o meno completa eliminazione delle apnee. A volte basta anche una obesità moderata o solo un sovrappeso a determinare apnee e russamento. Il valore soglia di peso oltre il quale ricompaiono le apnee è compreso entro valori molto ristretti ed è estremamente variabile negli individui. • 2) Soppressione di farmaci ed alcolici: fra i farmaci si ricordano le BDZ e il propanololo. • 3) Trattamento farmacologico (analettici respiratori, triciclici, stricnina, somministrazione di O2 nel sonno): scarsamente o per nulla efficaci, talvolta pericolosi. Sindrome delle apnee ostruttive nel sonno • TERAPIA • 4) Dispositivi che trattengono la lingua • 5) Dispositivi che producono un avanzamento della mandibola • 6) Insufflazione continua di aria a pressione continua positiva attraverso le narici (C-PAP o Bi-Level) • 7) Tracheostomia • 8) Adenoido-tonsillectomia: la sua efficacia è alta nel bambino, scarsa nell’adulto • 9) Chirurgia maxillo-mandibolare • 10) Uvulo-palato-faringo-plastica (UPPP) e simili riduzione della base linguale e altri: solo per le forme lievi, in cui il russamento prevale sulle apnee; efficaci nel ridurre o eliminare il rumore del russamento, ma assai poco nel ridurre le apnee. • . • .