Gennaio 2017 : 2016 Annus Horribilis del sistema bancario italiano

2106 ANNUS HORRIBILIS DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO
di Marcello Gualtieri
Il 2016, vero e proprio annus horribilis del sistema bancario, si è concluso con tre sonori
ceffoni in faccia (più che meritati) al regolatore del mercato, ovverossia la Banca
d’Italia
Il primo schiaffo lo ha ricevuto dal Giudice di Arezzo che ha assolto i vertici di Banca
Etruria dall’accusa di ostacolo all’Organi di Vigilanza per i fatti dell’anno 2012. In
sintesi: Banca d’Italia (solo dopo lo scoppio del bubbone) accusa i vertici di Banca
Etruria di aver nascosto le sofferenze agli ispettori, da qui un processo e la costituzione
di parte civile di Banca d’Italia. Il Giudice di Arezzo ha stabilito che “il fatto (cioè
l’ostacolo, l’inganno) non sussiste”; in altre parole: Banca Etruria ha fatto esattamente
quello che il regolatore chiedeva di fare per la classificazione delle sofferenze.
Il secondo schiaffo l’ha preso dal Consiglio di Stato. Il caso è quello della riforma delle
Banche Popolari con la loro trasformazione da cooperative in Società per Azioni. In
questi casi, in qualunque società, il socio ha il diritto di recedere.. La Banca d’Italia,
invece, emana un regolamento stabilendo che, con una decisione assunta della stessa
Banca che si è trasformata, questo diritto di recesso può essere sospeso senza limiti di
tempo. In pratica, per i soci dissenzienti, una trappola senza via di uscita. Il Consiglio
di Stato ha sancito che questa limitazione non può essere inventata dal regolatore, ma
semmai deve essere scritta nella legge, e nella legge non c’è: ovviamente Banca d’Italia
ben lo sapeva. La Sentenza, oltre a confermare il discredito oramai conclamato della
Banca d’Italia, avrà un impatto notevole sulle trasformazioni delle Popolari già
deliberate e su quelle ancora in corso al momento di andare in stampa (Sondrio e Bari);
nel disorientamento più totale, si ipotizza un intervento di salvataggio della Corte
Costituzionale.
Il terzo schiaffo l’ha preso dalla BCE che ha negato al Monte Paschi la proroga al 20
gennaio del termine per concludere l’aumento di capitale, proroga sulla quale c’è da
presumere l’assenso di Banca D’Italia.
Il 2017 si apre quindi con molte nuvole all’orizzonte: oltre al caso delle Popolari,
l’aumento di capitale del Monte dei Paschi e di Unicredit, lo smaltimento dei NPL, il
turnaround delle ex popolari Venete che continuano a macinare perdite, la vendita della
nuove good banks nate dalle risoluzioni. Un panorama preoccupante per la stabilità del
sistema in presenza di un regolatore totalmente screditato e che porta in pieno la
responsabilità di aver spinto la situazione fino all’orlo di una crisi sistemica.
Marcello Gualtieri