2106 ANNUS HORRIBILIS DEL SISTEMA BANCARIO ITALIANO di Marcello Gualtieri Il 2016, vero e proprio annus horribilis del sistema bancario, si è concluso con tre sonori ceffoni in faccia (più che meritati) al regolatore del mercato, ovverossia la Banca d’Italia Il primo schiaffo lo ha ricevuto dal Giudice di Arezzo che ha assolto i vertici di Banca Etruria dall’accusa di ostacolo all’Organi di Vigilanza per i fatti dell’anno 2012. In sintesi: Banca d’Italia (solo dopo lo scoppio del bubbone) accusa i vertici di Banca Etruria di aver nascosto le sofferenze agli ispettori, da qui un processo e la costituzione di parte civile di Banca d’Italia. Il Giudice di Arezzo ha stabilito che “il fatto (cioè l’ostacolo, l’inganno) non sussiste”; in altre parole: Banca Etruria ha fatto esattamente quello che il regolatore chiedeva di fare per la classificazione delle sofferenze. Il secondo schiaffo l’ha preso dal Consiglio di Stato. Il caso è quello della riforma delle Banche Popolari con la loro trasformazione da cooperative in Società per Azioni. In questi casi, in qualunque società, il socio ha il diritto di recedere.. La Banca d’Italia, invece, emana un regolamento stabilendo che, con una decisione assunta della stessa Banca che si è trasformata, questo diritto di recesso può essere sospeso senza limiti di tempo. In pratica, per i soci dissenzienti, una trappola senza via di uscita. Il Consiglio di Stato ha sancito che questa limitazione non può essere inventata dal regolatore, ma semmai deve essere scritta nella legge, e nella legge non c’è: ovviamente Banca d’Italia ben lo sapeva. La Sentenza, oltre a confermare il discredito oramai conclamato della Banca d’Italia, avrà un impatto notevole sulle trasformazioni delle Popolari già deliberate e su quelle ancora in corso al momento di andare in stampa (Sondrio e Bari); nel disorientamento più totale, si ipotizza un intervento di salvataggio della Corte Costituzionale. Il terzo schiaffo l’ha preso dalla BCE che ha negato al Monte Paschi la proroga al 20 gennaio del termine per concludere l’aumento di capitale, proroga sulla quale c’è da presumere l’assenso di Banca D’Italia. Il 2017 si apre quindi con molte nuvole all’orizzonte: oltre al caso delle Popolari, l’aumento di capitale del Monte dei Paschi e di Unicredit, lo smaltimento dei NPL, il turnaround delle ex popolari Venete che continuano a macinare perdite, la vendita della nuove good banks nate dalle risoluzioni. Un panorama preoccupante per la stabilità del sistema in presenza di un regolatore totalmente screditato e che porta in pieno la responsabilità di aver spinto la situazione fino all’orlo di una crisi sistemica. Marcello Gualtieri