NanoLab: le nanoscienze in laboratorio. Corso di aggiornamento teorico-pratico su nanoscienze e nanotecnologie per docenti di materie scientifiche Università degli Studi di Modena e Reggio E. Nanotribologia, superfici nanostrutturate effetto geco; effetto lotus Dip. di Fisica UniMoRe - Progetto Lauree Scientifiche – NanoLab www.nanolab.unimore.it 1 Le forze del nanomondo Alla nanoscala l'effetto della gravità è spesso trascurabile. ● Le forze elettromagnetiche e le forze intermolecolari assumono un ruolo predominante a causa delle dimensioni e della masse ridotte in gioco. ● Alla nanoscala una gran parte degli atomi e delle molecole è esposta alla superficie per cui le proprietà degli oggetti sono dominate appunto dalle interazioni di superficie. ● La tribologia ha che fare con superfici in contatto ed interfaccia ... ● 2 La macrotribologia L'attrito(radente) alla macroscala è ● indipendente dalla superficie di contatto ● proporzionale alla forza normale ● distinto in attrito statico e attrito dinamico ● indipendente dalla velocità di scivolamento 3 La nanotribologia ● Non consiste semplicemente nel riportare tutto proporzionalmente ad una scala diversa rispetto ai fenomeni di attrito alla macroscala. ● Il quadro fisico di riferimento è diverso: fenomeni che passano praticamente inosservati a livello macro assumono qui una importanza critica. ● Ciò che soprattutto distingue la nanotribologia dalla tribologia è il massiccio coinvolgimento delle forze atomiche/di superficie nel determinare il comportamento finale del sistema. L'attrito alla nanoscala ●dipende dall'area di contatto reale (non geometrica) ●e dalla velocità di scivolamento ●I lubrificanti liquidi tradizionali diventano troppo viscosi quando risultano confinati in strati di spessore pari a quello di uno strato molecolare 4 Forze intermolecolari /interatomiche ● Legame ionico ● Legame covalente ● Legame metallico ● Legame idrogeno ● Van Der Waals la forza di Keesom ● ● dipolo dipolo e la Forza di Debye dipolo dipolo indotto forza di dispersione di London dipoli simultaneamente indotti interazioni deboli di natura elettrostatica 5 Procedura ● indipendente dalla superficie di contatto 6 Procedura ● proporzionale alla forza normale 7 Grafico del valore della forza di attrito radente in funzione della forza applicata. Si noti il passaggio da attrito statico ad attrito dinamico, coincidente con l'inizio del moto del corpo-Wikipedia 8 Procedura distinto in attrito statico e attrito dinamico Begli esperimenti col sonar riguardanti il calcolo/confronto dei due coeff. D'attrito statico e dinamico http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=8393 9 indipendente dalla velocità di scivolamento approssimazione valida normalmente al di sotto dei 20 m/s oltre il quale diminuisce. la forza frenante dipende solo dal coefficiente µrd e dalla forza che preme il tamburo sul cerchione o la pastiglia sul disco, mentre è indipendente dall'estensione dell'area di quest'ultimo (da questa superficie dipende invece il suo logoramento) e dalla velocità di strisciamento tra pastiglia e disco (se non fosse così la frenata non avrebbe sempre la stessa efficacia). In condizioni di velocità superiore ai 100 km/h però il guidatore sperimenta una minor presa delle pastiglie sul disco, o del tamburo sul cerchione. 10 I laboratori Nei laboratori sono approfonditi quegli aspetti che si prestano ad essere studiati attraverso modelli macroscopici e proprietà e comportamenti macroscopicamente apprezzabili di alcuni materiali a superficie nanostrutturata Sfruttano il “Wow factor” ; il piacere della scoperta In http://www.nano-world.org/en è invece possibile trovare simulazioni, applet, la possibilità di usare in remoto un AFM, etc... online experiments - friction module 11 Superficie reale di contatto Chi ha la maggior area di contatto (reale)? ●Calcolare il rapporto area di contatto/ area totale ● 12 Superficie reale di contatto 13 L'origine dell'attrito La causa dell'attrito radente è spesso individuata nelle asperità tra superfici a contatto ... ...ma è dovuto soprattutto a fenomeni di adesione tra tali superfici (Hertz) Lastre metalliche lucidate a specchio in condizioni di vuoto spinto possiedono un coefficiente di attrito enorme Di contro rendere più rugosa una superficie può addirittura ridurne l'attrito Blow-up immgini del nanomondo G. Gazzadi 14 http://www.nano-world.org/frictionmodule/content/0400tomlinson/?lang=en la spiegazione quantistica dell'attrito ne lega le cause all'interazione elettrostatica attrattiva tra le molecole delle superfici di contatto, come evidente nel modello di Tomlinson. l modello di Tomlinson è un modello fenomenologico introdotto nel 1929 dal fisico inglese G.A. Tomlinson e usato per interpretare l'attrito su scala atomica. In pratica, una punta è trascinata da una molla sopra un potenziale ondulato, che descrive l'interazione della punta con il reticolo cristallino sottostante. Per descrivere il rapporto tra la corrugazione del potenziale e l'energia elastica della molla si può introdurre un parametro η. Se l'interazione punta-reticolo è descritta da un potenziale con ampiezza V0 e periodicità a: \eta=\frac{4\pi^2 V_0}{ka^2}, dove k è la costante elastica della molla. Se η<1 la punta è trascinata in modo continuo (regime di superlubrificazione). Se η>1 il moto della 15 punta consiste in periodi di riposo nei minimi del potenziale, ai quali si alternano salti improvvisi tra questi minimi (regime di stick-slip) [1]. “Adesione” 16 Post it SEM 17 Il segreto del geco In circa 180 anni di ricerche sono state avanzate molte ipotesi 1) agganciamento meccanico 2) forze magnetiche 3) ventose 4) secrezione collosa http://vimeo.com/3298046 5) elettricità statica 6) capillarità 7) van der Waals 18 Geco sintetico Dal fatto che l'adesività del geco sia stata riportata alla adesione asciutta, dovuta alle forze di van der Waals, discendono alcune importanti conseguenze. Prima fra tutte il fatto che non si tratta di un fenomeno influenzato dalla chimica delle superfici quanto dalla geometria delle stesse (distanze tra superfici diverse, dimensioni e forma). In particolare ciò significa che dovremmo essere capaci di fabbricare modelli sintetici delle spatole del geco la cui superficie, pur differendo per il materiale di cui è costituita, ha comunque uguale efficacia adesiva. polimeri, nanotubi di carbonio Sticky bot 19 Immagini SEM 20 Il geco nanopad Test method shear adhesion news_img_143.jpeg1. Definition The static shear adhesion describes the time needed by an adhesive tape sample to “shear off” from a defined surface when being exposed to a steady load. 2. Nature of test 21 Il geco nanopad Il geco nanotape non è ancora commercializzato. Ma in rete è venduto il geco nanopad. “The Nano Pad is a hand-sized pad that makes use of nanotechnology to create a vacuum system onto which cellphones and other devices stick. “ da una pubblicità . 1) Progettate e realizzate test per verificare su quali forze si basa il suo meccanismo adesivo. E' davvero gecko inspired ? Pag.7 guida doc Che cosa posso affermare/escludere e cosa NON posso affermare /escludere con ciascun esperimento? 2) Valutate le sue prestazioni ed eventualmente confrontatele con altri adesivi: 22 Il geco nanopad 23