Myrddin
BIOGRAFIA
I Myrddin, che mutuano il proprio nome dalla figura fantastica del bardo Myrddin (il mitico mago Merlino della
leggenda di Artù), sono un gruppo di musica celtica che nasce a Savona nel 1995, per iniziativa dei fratelli
Fabio e Luca Pesenti, ed è formato attualmente da cinque musicisti, accomunati dalla passione per la
musica e la tradizione celtica.
Dopo alcuni avvicendamenti di organico (l’attuale cantante Eliana Zunino entra a far parte del gruppo
nell’estate del 1998), nell’anno 2000, con il rientro di Luca Pesenti da una lunga esperienza musicale in
Irlanda, la formazione si stabilizza. Nello stesso anno si ha l'ingresso nell'organico di Gian Marco Pietrasanta,
che determina l’apporto di nuove idee, energie e spunti per una rinnovata creatività musicale del gruppo.
Nell’autunno 2001 si aggiunge alla formazione il contrabbassista Luciano Puppo, che proviene da
esperienze jazzistiche. Il suo contributo sposta ulteriormente la ricerca verso nuove sonorità e arrangiamenti,
che caratterizzano oggi lo stile del gruppo.
Lo studio della tradizione, delle prassi esecutive e della musica antica dell’area celtica ed europea,
unitamente all’impiego di strumenti acustici ed al gusto per nuovi ed originali arrangiamenti, ne fanno uno dei
gruppo italiani più affermati nel genere.
I Myrddin sono stati ospiti di numerosi festival di musiche tradizionali e rassegne concertistiche nazionali e
internazionali, quali: "Aspettando il ritorno del Re" Roma - villa Celimontana 2004, "Excalibur" Medieval
Festival - Roma 2004 e 2005, "Keltic Connection" Torino 2004, "Musiche dal Mondo" Cornate d'Adda Milano 2004, "Trigallia 2003" Argenta (FE), "Festival Celtico dell'Insubria Lepontina 2003" Malesco (Val
Vigezzo), “Artistrada 2003” Colmurano (Macerata), "Capodanno Celtico 2003" Castello Sforzesco (MI),
"Hobbiton 2001, 2002, 2003" Gorizia / Codroipo (UD) / S. Daniele del Friuli (UD), “Insieme in Liguria 2003
e 2005” Regione Liguria, "Festival Interceltich del Piemont 2003" Sampeyre (CN), “Festival del
doppiaggio” Acquappesa (Cosenza) 2003, "Celtica 2001 e 2002" Val Veny (Courmayeur), "Fantàsia"
Verona 2002, "Busker Festival" Brescia 2002 , "Approdi dal mondo" Genova 2001, "Sulle tracce del
Drago" L'Aquila 2001, "Keltland" Udine 2001, "Il soffio del Drago" Padova 2001, "Etnia Immaginaria"
Spotorno (SV) 2001, "Irlanda in Festa" Firenze 2000, "Casas Regionales" Logroño (Spagna) 2000, "I°
Festival Interceltico" Busto Arsizio (MI) 2000, "Venezia Folk Festival" 1998, "Pistoia Blues" 1998 (unico
gruppo ligure selezionato), "III° Festival Interceltico" di Trezzo sull'Adda (Mi) 1998, "Folkermesse"
Alessandria 1997, "Festival Celtique" di Aosta 1997, "Folkfestival Oltremare" Genova 1996 e 1997,
"Note Celtiche" Savona 1996, "Festival Celtico" Acquasanta (GE) 1996, ecc…
Hanno al loro attivo due tournée in Scozia (con concerti a Glasgow, Edimburgo, Aberdeen) e una in Spagna.
Nel marzo 2004 sono stati invitati a presentare il loro ultimo lavoro discografico all’Istituto Italiano di Cultura
di Bruxelles, nell’ambito delle celebrazioni del “Tolkien’s Fifty Years”.
Hanno suonato presso importanti teatri quali: Teatro "G. Chiabrera" di Savona, “Teatro di Campopisano”
e "Le Muse" di Genova, “La Casa di L. Ariosto” nella stagione "Estate a Ferrara" (1997), "Teatro Tenda"
a Firenze (2000) e alla mitica “Balnain House” di Inverness, Scozia (1996 e 1997).
Ad Agosto 2000, nella cornice del “Priamar” a Savona, la band ha vinto l'edizione del concorso nazionale
"Votiamoli", dedicato alla musica etnica, vittoria che va a sommarsi a quella del "Folk Contest" di Trezzo
sull'Adda (MI) (III° Festival Interceltico).
Il repertorio spazia dalle ballate celtiche ai reels e gighe irlandesi e scozzesi, ai brani di propria composizione,
nell’ottica di una tradizione viva del fare musica.
Con i loro ultimi due lavori discografici, ispirati alle opere di J.R.R. Tolkien, i Myrddin hanno composto brani
originali, frutto di un notevole impegno creativo, che sintetizza la maturazione professionale ed artistica del
gruppo.
DISCOGRAFIA
Il loro primo disco, l’album dal titolo “Myrddin Q at Duffy Pub”, prodotto nell’estate del 1997, è frutto delle
esperienze scozzesi, che li hanno impegnati tra il 1996 e il 1997 in concerti ad Edimburgo, Alberdeen,
Inverness ed altre importanti città.
Il loro secondo lavoro discografico, l’album “Ginevra” (ed. MusicAurea, luglio 2001) è la logica continuazione
del viaggio intrapreso e vede titoli tradizionali affiancati a brani originali.
Il terzo disco, “Gli Anelli” (ed. MusicAurea, agosto 2003) è stato prodotto in collaborazione con la Società
Tolkieniana Italiana ed è un affascinante viaggio nelle atmosfere tolkieniane della “Terra di mezzo”, con
musiche ed arrangiamenti originali dei Myrddin e testi ispirati al romanzo. L’opera rappresenta un’evoluzione
verso la ricerca di uno stile personale del gruppo, pur rimanendo saldamente ancorato alle radici celtiche che
lo caratterizzano.
Con l'ultimo disco, "Il Drago" (ed. Maccaja, luglio 2005) prosegue l'impegno del gruppo sulle tematiche
tolkieniane, allargando l'ispirazione ad altre importanti opere di Tolkien, quali: "Lo Hobbit", "Il Silmarillion",
"Mitopoeia" (da "Albero e foglia") e, ancora, "Il Signore degli Anelli".
REPERTORIO
L'esecuzione, la rilettura e la rivalutazione del vastissimo repertorio della musica celtica, con tutte le sue
conseguenti diramazioni europee e d'oltre oceano, e con le possibili suggestioni e contaminazioni con la
nostra tradizione e sensibilità 'latina', sono punti essenziali che hanno portato alla formazione dei Myrddin. Si
è preferito ricercare e riproporre la parte della tradizione folk che, oltre alla cura e all'attenzione filologica,
propone quella dimensione conviviale e passionale che rende così vicina la sensibilità celtica a quella
italiana. Essendo il gruppo composto da professionisti di diversa formazione, è in grado di condensare
l'immediatezza della musica tradizionale con la cura per le sonorità e gli arrangiamenti. Myrddin si propone
quindi a un vasto pubblico, che spazia dai frequentatori dei folk club a quelli delle sale da concerti,
interpretando il gusto che accomuna queste due categorie apparentemente così lontane.
Il gruppo propone quattro diversi repertori:
1. MUSICA TRADIZIONALE IRISH (gighe, reels, danze e canzoni della tradizione irlandese e celtica)
2. MUSICA D'AUTORE (composizioni originali di ispirazione celtica, tratti dagli album "Gli Anelli" e "Il
Drago")
3. MUSICA LIGURE (brani della tradizione popolare dell'area ligure e francese - progetto di ricerca
"Compagnia della Casaccia")
4. MUSICA ANTICA (brani di musica medioevale e rinascimentale europea)
FORMAZIONE
I Myrddin si propongono con l'organico al completo (quintetto) e, per i soli repertori 1 e 4, in trio strumentale.
MYRDDIN:
Luca Pesenti - fiddle
Fabio Pesenti - chitarra
Eliana Zunino - voce e bodhran
Gian Marco Pietrasanta - concert flute & border pipes & sax
Luciano Puppo - contrabbasso
MYRDDIN Trio:
Luca Pesenti - fiddle
Fabio Pesenti - chitarra
Gian Marco Pietrasanta - concert flute & border pipes & sax
Intervista dal “Corriere della Sera”
Mara Pace, 4 settembre 2003
La musica dei Myrddin, cantori di Tolkien
Un gruppo musicale italiano, che vive di musica celtica. Coinvolgenti melodie e ballate
irlandesi. Testi e parole per raccontare le antiche gesta dei secoli passati. La formazione
savonese Myrddin (nome gaelico del mitico bardo Merlino) dedica il suo terzo album alla saga
della Terra di Mezzo: Gli Anelli, nato dopo un anno e mezzo di duro lavoro, in collaborazione
con la Società Tolkieniana italiana, raccoglie una canzone dalla tradizione celtica e tredici brani
originali, con musiche del gruppo e testi di Tolkien (adattati). La traccia che dà nome all’album
è la versione musicale del celebre prologo del romanzo del professore di Oxford e della trilogia
cinematografica di Peter Jackson: Un Anello per domarli/ un Anello per trovarli,/Un Anello per
ghermirli/e nel buio incatenarli. Hobbit e Uomini, Elfi e Nani sono protagonisti di questo
omaggio musicale al mondo creato da Tolkien, fonte d’ispirazione per un disco particolare e
suggestivo, un viaggio sonoro dalla Contea al Monte Fato.
Quando e perché è avvenuto l'incontro con l’autore de Il Signore degli Anelli?
Ognuno di noi (Fabio, Luca, Marco, Eliana e Luciano) ha incontrato il mondo di Tolkien per vie
diverse (io con la lettura de «Lo Hobbit», Marco con il Silmarillion): il progetto di fare un disco,
dedicato al grande scrittore inglese, è maturato lentamente. Nel 2001 (prima dell'uscita
cinematografica del Signore degli anelli) siamo stati contattati dalla Società Tolkieniana
Italiana e invitati a suonare per un Festival celtico a Udine: iniziò così una collaborazione
musicale, artistica e di amicizia con Paolo Paron (Presidente della Società Tolkieniana
Italiana). Una volta entrati in questo mondo abbiamo cominciato a scrivere le prime canzoni,
che sono state accolte con entusiasmo dal pubblico e dagli addetti ai lavori....
Le canzoni nascono dal libro o dal film?
Abbiamo tutti visto il film, ma le canzoni nascono in primo luogo dalle poesie e canzoni scritte
da Tolkien (molte delle quali non compaiono nel film). Ad esempio, la Canzone A Elbereth è
scritta in elfico e abbiamo avuto l'onore di imparare questi versi direttamente dalla voce di
Tolkien, grazie ad una registrazione fornitaci da Paolo Paron.
Il personaggio più affascinante e musicale del Signore degli Anelli?
Personalmente dico Gollum. La sua canzone nel disco, Terra Dura, è introdotta dalla magica
voce di Francesco Vairano (doppiatore del Gollum cinematografico versione italiana).
In precedenza vi siete occupati della tradizione di re Artù e Merlino: tornerete a
Camelot o vi fermerete nella Terra di Mezzo?
E' difficile dirlo, sono mondi affascinanti e in stretto contatto. La prossima storia che
racconteremo, anche se non sarà la continuazione (tipo Gli Anelli 2), vivrà comunque delle
esperienze fatte.
Credete che la saga del Signore degli Anelli sopravvivrà al tempo, accanto alle storie
della tradizione celtica?
Sì, poiché è letteratura. Sono mondi paralleli e i rischi più grandi in questo senso li ha avuti la
tradizione orale dei tempi antichi.
Come siete approdati a questo tipo di musica?
E' un amore giovanile, che coinvolge non solo l'udito ma tutta la persona. E' voglia di viaggi,
terre lontane verdeggianti, castelli, saghe e racconti, ma soprattutto la dimensione della
musica viva, tradizione orale che continua. Ancora oggi, nei Pub e nelle feste, si ascolta il
Fiddle, le Pipes che snodano le loro melodie, impossibili da scrivere se non come traccia
melodica approssimativa. Si può amare e suonare la musica celtica solo dopo averla
interiorizzata.
Quale legame tra musica e letteratura, canto e racconto orale?
Un legame indissolubile, che nasce dalla passione per quello che si racconta e che si canta.
Recensione sul portale www.celticworld.it :
MUSICA: MP3 CELTICI
ON-LINE DAL 29 SETTEMBRE
Myrddin
Gli Anelli
MusicAurea©2003
E' con immenso piacere che vi presentiamo l'ultimo CD
dei Myrddin, uscito il 9 Agosto 2003.
"Gli Anelli" è un concept album basato sui testi e le
atmosfere del Signore degli Anelli di Tolkien. Il disco
nasce sotto l'egida della Società Tolkieniana Italiana e
questo dovrebbe già bastare come garanzia della qualità
del lavoro.
Ma "Gli Anelli", in realtà, è molto più che la messa in
musica dell'opera tolkieniana: è un viaggio alle radici
stesse della musica, un mosaico di sensazioni sonore che
spazia, senza mai perdere il proprio senso d'insieme, fra i
meandri e le pieghe della musica popolare europea.
L'alchimia che rende davvero speciale questo progetto è un'equilibrata miscela di
sonorità antichissime ed arrangiamenti a cavallo fra folk d'autore e jazz
(contrabbasso e sax si rivelano una scelta azzeccatissima), il tutto mantenendo un
saldo ancoraggio con lo stile "celtico" che ha sinora contraddistinto il gruppo. I
Myrddin confermano di possedere un organico invidiabile che sa valorizzare ogni
componente, a partire dall'incredibile voce di Eliana Zunino, strumento fra gli
strumenti. Il lavoro di fiati, chitarre, violino e contrabbasso è impeccabile ed
originalissimo: un album, "Gli Anelli", che, indipendentemente dalla tematica
tolkeniana, possiede un fascino musicale di raro magnetismo ed un valore a sè
stante.
Un viaggio, dunque, in una Terra di Mezzo fatta di paesaggi sonori irlandesi, bretoni,
medievali, di struggenti ballate e scatenate danze, ma sempre guardati con un occhio
attento ad un'interpretazione contemporanea ed originale del folk. Un album degno
della massima attenzione, e senza dubbio uno dei migliori prodotti del 2003.
Impossibile annoiarsi!
I Myrddin ci regalano La Via/ Arianna's Tower e A Elbereth (in elfico!).
Note:
- la canzone su Gollum "Terra Dura" è introdotta dalla magica voce di Francesco
Vairano (doppiatore del Gollum cinematografico versione italiana).
- La Canzone "A Elbereth" è in elfico. "Abbiamo avuto l'onore di imparare questi versi
direttamente dalla voce di Tolkien, grazie ad una registrazione fornitaci da Paolo
Paron".
- L'illustrazione di copertina è "A friend to remember" di Tom Cross, una bellissima
intrerpretazione di Gandalf dell'artista di "The way of Wizards".
http://www.celticworld.it/
Recensione sul portale: www.genovagando.it
(Loris Gualdi)
Un concept-album ispirato alla trilogia de Il Signore degli anelli, realizzato nel
profondo rispetto dell’opera letteraria. La band, attraverso l’utilizzo sapiente del
suono epico-celtico, ci accompagna nelle avventure di Frodo e compagni verso il
fuoco di Mordor , in un disco che sarà molto apprezzato da chi ha amato il mondo
degli Hobbit.
“Un anello per domarli, un anello per trovarli, un anello per ghermirli e nel buio incatenarli”: ha
inizio così il sorprendente album dei Myrddin, band italiana che ha tentato, con buoni risultati,
di portare in musica la più celebre storia di Sir Tolkien. Nel suo nuovo concept-album il gruppo
savonese racconta la saga de Il signore degli anelli, scomponendola e reinterpretandola
attraverso testi liberamente tratti dal libro stesso. La title-track iniziale mira ad evocare quelle
magiche sensazioni generalmente destinate ai soli lettori dell’opera originale, introducendo
l’ascoltatore in un viaggio sonoro verso le antiche terre celtiche. Il soave suono del flauto ci
narra l’angoscia di ciò che sta per accadere, mentre la madrigalesca voce di Eliana Zumino, che
pure a tratti sembra inoltrarsi su tonalità sin troppo elevate, appare l’ideale narratrice della
vicenda. La storia ha inizio con il compleanno di Bilbo in Polka La/Byrthday Polka. Dopo
un’introduzione musicale, che ricorda molto le ballate dei Modena City Ramblers, la voce
recitante di Gian Marco Pietrasanta riprende i festeggiamenti a Hobbiville in onore del vecchio
Baggins. Mentre la chitarra barocca di Fabio Presenti ci avverte che il viaggio verso Mordor è
iniziato (La via/Arianna’s tower), Bilbo racconta i suoi pensieri in una deliziosa ballata celticofolk (Canzone di Bilbo). Nonostante la narrazione della trama si faccia complessa, la band
sembra a questo punto voler dare maggior risalto alle atmosfere che la musica epico-celtica è
capace di offrire, piuttosto che sintetizzare grossolanamente la trilogia tolkeniana. Senza
dubbio, infatti, uno dei meriti di questo disco è la capacità di raccontare senza l’utilizzo delle
parole: fra i saggi migliori di questa potenza evocativa delle composizioni, la strumentale
Eowyn Lament/Grido di Theoden/Mag Mor.
Il viaggio prosegue e il pathos cresce in L’addio a Gandalf, che ricorda il ponte di Khazad-dum,
luogo in cui Il Grigio perde la vita nel tentativo di combattere contro l’infernale Balrog. Le note
grevi riescono a trasmettere il dolore che Frodo e gli altri della compagnia dell’anello provano
nel vedere il loro Virgilio scomparire nell’oscurità, sapendo di aver perso per sempre colui che
rappresentava la loro unica speranza di poter arrivare a distruggere l’anello. Dopo la tempesta,
la quiete: Rota/Polka a Nord-Ovest ci conduce con leggiadria oltre, attraverso valli, monti e
altipiani. Tale tranquillità è però ben presto dissolta dall’inquietante voce di Gollum,
interpretato da Francesco Vairano, che nella breve Terra dura, introduce il cupo suono del
contrabbasso di Luciano Puppo.
Dopo la nostalgica voce, che nel Canto di Legolas richiama alla mente il regno di Galadriel, si
giunge finalmente all’agognata fine del regno di Sauron con un vero e proprio inno alla gioia
(Canto dell’aquila/danza dell’aquila), che smorza i toni lugubri, riportando l’azzurro nel cielo
della terra di mezzo. La voce si innalza verso la ritrovata letizia cantanto gioia e portando con
sé la liberazione di un incubo. Il disco si chiude con il brano tradizionale Branie de
Poictou/Dan-dro Bretone e la gentile L’ultima notte, che segna il ritorno della compagnia come
“Gocce di suono portate dal vento che lontane ritornano a riva”, perchè dopo “ giorni di
guerra……tutto torna come il mare”.
A dispetto di chi accusa il sound celtico di essere sempre uguale a se stesso, i Myrddin riescono
a trascinarci nel loro mondo incantato, popolato di draghi, cavalieri e mostruosità,
raccontandolo attraverso la atmosferica e trainante musicalità nordica. Un disco particolare,
che riesce ad emergere nel suo genere con una certa autorità, grazie anche alla qualità
compositiva e alla cura degli arrangiamenti.
Recensione sul portale: www.mentelocale.it
(Stefano Baschiera)
I savonesi Myrddin sono senza dubbio tra i più prestigiosi rappresentanti della musica celtica nella nostra
penisola. Lo testimoniano inequivocabilmente diversi fattori:
Il successo dei tre album al loro attivo: Myrddin Q at Duffy pub (1997), Ginevra (2001) e Gli Anelli (2003).
La loro presenza ai più grandi festival celtici in Italia e in Europa, ultimo dei quali il “Capodanno Celtico”
tenutosi a Milano a fine novembre (e riproposto recentemente su Rai2) dove i Myrddin hanno suonato davanti
a migliaia di persone entusiaste. Gli ampi spazi a loro dedicati sulle principali riviste del settore (e non solo).
Lo straordinario curriculum di ogni componente del gruppo, che annovera laureati al conservatorio,
insegnanti di musica, musicisti jazz e classici, numerose esperienze individuali in Irlanda e nei Teatri di
mezza Europa.
Il fatto che musicisti irlandesi ripropongano i loro pezzi.
I fratelli Fabio e Luca Pesenti (rispettivamente chitarra e fidale) possono essere soddisfatti del gruppo che
hanno fondato nel 1995 «Ci siamo interessati al folk celtico fin dall'inizio,– racconta Fabio – è una passione
che nasce non solo musicalmente, ma che comprende ogni aspetto della cultura irlandese: i luoghi, le fiabe,
le ballate, i miti…»
E ora, con il disco Gli Anelli, avete incontrato anche la “mitologia” tolkieniana.
Sì, è stato un lavoro molto impegnativo e gratificante, nato in collaborazione con la Società Tolkieniana
Italiana. È un autentico viaggio all'interno degli scritti di Tolkien, le sue atmosfere, i suoi personaggi. A parte
un pezzo che è una musica tradizionale, tutto il disco è composto da musiche e arrangiamenti interamente
originali dove ognuno dei cinque componenti dei Myrddin ha portato il suo bagaglio musicale e culturale.
Abbiamo anche una chicca all'interno dell'album: Francesco Vairano, il doppiatore del Gollum nella versione
italiana del film, ha recitato un pezzo “originale” apposta per noi, nella canzone “Terra Dura”.
E tutti i testi sono in italiano.
Tutti tratti dal Signore degli Anelli, ogni testo racconta un pezzo di storia. Ah, per l'esattezza non sono tutti
in italiano, abbiamo anche un testo in elfico si tratta del pezzo, ”A Elbereth” la cui pronuncia è stata tratta
direttamente dalla voce di Tolkien, grazie ad una registrazione fornita al gruppo dalla Società Tolkieniana
Italiana.
Quali spazi di innovazione ci sono in una tradizione musicale così radicata come quella celtica?
È come nel jazz. C'è un canovaccio scritto, con i suoi temi e la sua melodia, ma che lascia grande spazio alla
creatività. Poi, ognuno di noi ha veramente esperienze musicali così diverse che riusciamo per forza di cose
ad essere originali, a dire qualcosa di nuovo. Per esempio, Marco Pietrasanta (faceva parte dei
Blindosbarra NdA) e Luciano Puppo ci forniscono una venatura jazzista molto presente.
La voce femminile è invece assolutamente “celtica”. Non credevo che cantando in italiano si
potessero ricreare le stesse tonalità, invece devo dire che il risultato è impressionante.
Sì, la nostra Eliana Zunino è veramente brava, e devi sentirla cantare in gaelico…sai? Lei studia canto in
Irlanda..
E come siete visti dai vostri “colleghi” irlandesi?
Devo dire bene, ci fanno molti complimenti, collaborano con noi e addirittura alcuni gruppi irlandesi utilizzano
i nostri pezzi.
E la differenza di fruizione della musica celtica tra il pubblico irlandese e quello italiano?
A questa domanda può risponderti meglio Luca, lui ha vissuto per tre anni in Irlanda facendo session nei pub
e sui Ferry Boat. Con un gruppo di musicisti irlandesi ha anche suonato negli Stati Uniti in occasione della
festa di San Patrizio. [Il testimone della conversazione passa quindi a Luca]. In Irlanda fai ballare, si
consuma un sacco di musica in ogni momento della giornata, soprattutto nei pub. Qui in Italia è più difficile
scaldare il pubblico, abbiamo un approccio diverso con questa musica. Siamo abituati alla nostra musica
tradizionale che è sostanzialmente l'opera, il melodramma. Ma anche qui le cose stanno cambiando, c'è
sempre più passione e partecipazione.
Perché sempre più persone si avvicinano a questo tipo di musica?
Molti iniziano ad ascoltarla per riassaporare le emozioni di un viaggio in quelle terre, altri perché amano il
mondo fantasy e dei miti celtici. Secondo me un ruolo importante lo gioca la contrapposizione alla musica
elettronica, ritenuta troppo fredda. Ecco perché c'è questa riscoperta della tradizione, dell'etnico.
Recensione sulla rivista Keltika (n. 69 - dicembre 2003):