Università di Messina – Facoltà di Scienze della Formazione A.A. 2008-2009 Disciplina: Antropologia sociale Docente: Berardino Palumbo Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo, manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali, anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela (Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia (Roma, 1993 e 1996). CDL e CFU: L-20 Scienze della comunicazione - 10 CFU Sede: Messina e Priolo Descrizione: L'antropologia sociale è lo studio della variabilità sociale e culturale delle forme di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia lo studio prolungato e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli per noi più familiari) la disciplina riflette sul carattere socialmente costruito degli universi di senso nei quali donne e uomini sono inseriti e sulle implicazioni conoscitive, politiche ed etiche che da questa constatazione derivano. L'antropologia sociale tende dunque a configurarsi come una critica culturale del senso comune, socialmente costruito, proprio di ogni individuo e di ogni gruppo, realizzata attraverso la messa a confronto tra stili e forme di vita anche radicalmente diversi. Corso monografico: L’ANTROPOLOGIA COME CRITICA POLITICO-CULTURALE DI VECCHI E NUOVI RAZZISMI. Il corso di quest'anno, partendo dalla quotidianità italiana dei nostri giorni, con il proliferare di manifestazioni, anche violente, di intolleranza "razziale" o comunque verso la "diversità", intende da un lato mostrare come un atteggiamento conoscitivo di tipo antropologico possa costituire un antidoto ineliminabile contro vecchie e nuove forme di xenofobia e di produzione della marginalità, e dall'altro ripercorrere le principali tappe attraverso le quali il pensiero e la metodologia antropologici hanno messo a punto gli strumenti concettuali, etici e politici attraverso i quali pensare una critica di ogni forma di "razzismo". Moduli: Modulo 1: Breve storia del relativismo e dell'antirazzismo antropologico Modulo 2: I "razzismi" praticati Modulo 3: "Razzismi", istituzioni, media e politica Testi d’esame per programmi da 10 CFU Gli studenti sono invitati ad acquisire una buona padronanza dei temi trattati nei 3 diversi moduli. A questo scopo dovranno studiare: Modulo 1): Fabietti, U. Storia dell'antropologia. Milano, Mondadori, 2002; Harris, M. Antropologia culturale: Antropologia fisica, sessualità, eticità, razza e razzismo. Bologna, Zanichelli 1998. Modulo 2): gli studenti dovranno leggere almeno uno tra i seguenti testi: Rivera, A. Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in Italia. Roma, Derive e Approdi Tabet, P. La pelle giusta. Torino, Einaudi 1997. Levi, P. Se questo è un uomo. Torino, Einaudi 1958. Clemente, P., Sobrero, A. Persone dall’Africa. Roma, CISU 1998. Aime, M. Gli specchi di Gulliver. In difesa del relativismo. Torino, Bollati Boringhieri, 2006. Ben Jelloun, T. Il razzismo spiegato a mia figlia. Il montare dell’odio. Milano, Bompiani 2005. Rushdie, S. Superate questa linea. Milano, Mondadori. Modulo 3): gli studenti dovranno studiare: Ong, A. Da rifugiati a cittadini. Pratiche di governo nella nuova America, Milano, Raffaello Cortina, 2005, e uno a scelta tra: Rivera, A. La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull'alterità. Bari, Dedalo, 2005. Sayad, A. La doppia assenza. Dalle illusioni dell'emigrato alle sofferenze dell'immigrato, Milano, Raffaello Cortina, 2002. Ribeiro Corossacz, V. Razzismo, meticciato, democrazia razziale. Le politiche della razza in Brasile, Rubettino, 2005. Sorgoni, B. Parole e corpi. Antropologia, discorso giuridico e politiche sessuali interrazziali nella colonia Eritrea (1890-1941). Napoli, Liguori 1998. Piasere, L. I rom d'Europa. Una storia moderna. Roma-Bari, Laterza, 2004. Mosse, G.L. Il razzismo in Europa. Dalle origini all'olocausto, Laterza, Roma-Bari 2007. Siebert, R. Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003. Per gli studenti frequentanti questi testi, insieme ad altri materiali, saranno oggetto di trattazione e di verifiche durante il corso. Gli studenti saranno incentivati a percorsi di lettura più complessi rispetto a quelli minimi necessari per il conseguimento dei 10, percorsi che verranno valutati nel corso delle lezioni. Testi d’esame per programmi da 5 CFU Avendo presente il programma per l'esame da 10 cfu, con la sua articolazione in moduli, gli studenti che debbano sostenete un esame da 5 cfu dovranno studiare uno dei due volumi previsti per il modulo 1 (Fabietti o Harris), il testo di Ong relativo al modulo 3 e una lettura a scelta tra i testi previsti per il modulo 2. ORGANIZZAZIONE Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio, dm.16.03.07.a3.c7) a) Conoscenza e capacità di comprensione Conoscenze delle principali nozioni della disciplina (cultura, società, gruppo, relativismo) e delle coordinate storico - politico - intellettuali che hanno portato alla loro elaborazione. Comprensione del punto di vista antropologico (relativista, interpretativo, comparativo e dialogico) e dei principali metodi di ricerca (osservazione partecipante, intervista non strutturata, note di campo, diari). b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione Lo studente deve acquisire una capacità critica e auto critica che gli consenta di cogliere e analizzare le diverse forme di discriminazione e le modalità spesso incorporate di “razzismo” operanti nelle società contemporanee. c) Autonomia di giudizio Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso impliciti, a volte addirittura conclamati, presupposti “razzisti” e “discriminatori” che animano, in buona parte dei casi, il linguaggio dei media italiani. d) Abilità comunicative Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale. Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano implicite connotazioni “razziste” ed escludenti. Importante, infine, la capacità di analisi e decostruzione del linguaggio mediatico a stampa, radiofonico e televisivo. Si presterà infine attenzione all'acquisizione di capacità di scrittura critica e controllata, anche attraverso l'utilizzo del working paper con funzione informativa sulle attività didattiche e i loro contenuti via via appresi, della desktop presentation, dei sistemi audiovisivi, degli strumenti fotografici, filmici e della tecnologia di rappresentazione multimediale delle idee; si monitorerà, infine, la loro capacità di leggere correntemente testi scientifici in lingua inglese e utilizzare normalmente i periodici on-line del Sistema Bibliotecario di Ateneo. e) Capacità di apprendimento Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva antropologica alla propria vita quotidiana. Note Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC) secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected]. Università di Messina – Facoltà di Scienze della Formazione A.A. 2008-2009 Disciplina: Antropologia cognitiva Docente: Berardino Palumbo Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo, manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali, anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela (Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia (Roma, 1993 e 1996). CDL e CFU: Corso di Laurea Magistrale L. 55 (Scienze Cognitive) - 5 CFU Sede: Messina Descrizione: L'antropologia, sociale o culturale, è lo studio della variabilità sociale e culturale delle forme di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia lo studio prolungato e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli per noi più familiari) la disciplina riflette sul carattere socialmente costruito degli universi di senso nei quali donne e uomini sono inseriti e sulle implicazioni conoscitive, politiche ed etiche che da questa constatazione derivano. Nel suo declinarsi in relazione alle scienze cognitive, l’antropologia, appunto cognitiva, riflette, oltre che sulla variabilità dei “fatti” socio-culturali, anche sull’invariabilità e sugli aspetti costanti e apparentemente transculturali che sembra soggiacere a importanti aspetti della vita socio-culturale umana. Anche in questo caso, un approccio antropologico, però, non perde né il proprio ancoramento empirico (etnografico), né la propria attitudine critica rispetto a sempre possibili forme di ideologia occultate alle spalle di apparentemente neutre forme di “naturalizzazione”. Corso monografico: Il corso intende riflettere sull’esperienza etnografica che è a fondamento di ogni moderna riflessione antropologica. Dopo averne inquadrato storia e principali caratteristiche, il corso si soffermerà sulle dinamiche cognitive, emozionali e fenomenologiche attivate dalla pratica di terreno. Si passerà, quindi, ad affrontare il problema epistemologico legato al carattere secondo alcuni scientifico, narrativo secondo altri, della ricerca etnografica. Infine ci si soffermerà sul dibattito teorico recente, che se da un lato prova a ricondurre le dinamiche esperienziali di terreno a meccanismi di carattere cognitivo (acquisizione di schemi e habitus “altri” dai propri), dall’altro sottolinea il carattere sempre politico di ogni rappresentazione delle “realtà” sociali umane. Testi d’esame Gli studenti frequentanti dovranno studiare i seguenti volumi: Piasere, L. 2002. L’etnografo imperfetto. Esperienza e cognizione in antropologia. Roma-Bari, Laterza. Fabian, J. 2000. Il tempo e gli altri. La politica del tempo in antropologia. Napoli, l’Ancora del Mediterraneo. Marcus, G., Fisher, M. 1998. Antropologia come critica culturale. Meltemi, Roma Gallini, C., Satta, G. 2007. Incontri etnografici. Processi cognitivi e relazionali nella ricerca sul campo. Roma, Meltemi Gli studenti non frequentanti dovranno aggiungere ai precedenti il volume: Clifford, J., Marcus, G. 2005. Scrivere le culture. Poetiche e politiche dell’etnografia. Roma, Meltemi. NOTA BENE: DATO IL CARATTERE SPECIALISTICO DELLA DISCIPLINA, SI INVITANO VIVAMENTE GLI STUDENTI CHE NON ABBIANO SOSTENUTO ALCUN ESAME DI AREA ANTROPOLOGICA NEL PROPRIO CURRICULUM DI BASE A CONTATTARE PREVENTIVAMENTE IL DOCENTE. ORGANIZZAZIONE Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio, dm.16.03.07.a3.c7) a) Conoscenza e capacità di comprensione Gli studenti dovranno acquisire una precisa familiarità con la metodologia etnografica, mostrando nello stesso tempo la capacità di adoperare la complessità intersoggettiva e conoscitiva dell’approccio etnografico quale antidoto anti-etnocentrico e critico nei confronti delle implicite presupposizioni ideologiche che spesso soggiacciono ad altre, cripto-positivistiche, metodologie di ricerca. b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione Gli studenti dovranno mostrare di essere capaci di applicare una sensibilità antropologica e una metodologia etnografica anche in situazioni di ricerca che pretendono di cogliere meccanismi cognitivi umani di tipo universale e transculturale. E dunque dovranno essere in grado di applicare il metodo etnografico in forma critica e decostruttiva degli assunti ideologici che possono celarsi anche dietro il più banale degli “esperimenti” naturalistici (messo in atto da psicologi cognitivi, neuroscienziati, filosofi della mente quando ritengono di fornire “dati” su un’ideale e non contestualizzata natura umana). c) Autonomia di giudizio Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso impliciti presupposti “etnocentrici”, “discriminatori” e spesso tautologici che animano, in un certo numero di casi, le moderne scienze cognitive. d) Abilità comunicative Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale. Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano implicite connotazioni “etnocentriche” ed escludenti. e) Capacità di apprendimento Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva antropologica alla pratica di ricerca dei meccanismi cognitivi umani. Note Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC) secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected]. Università di Messina – Facoltà di Scienze della Formazione A.A. 2008-2009 Disciplina: Antropologia del patrimonio Docente: Berardino Palumbo Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo, manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali, anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela (Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia (Roma, 1993 e 1996). CDL e CFU: L-15 Programmazione e promozione turistica – 6 CFU; L-3 DAMS 5 CFU Sede: Messina Descrizione: L'antropologia sociale è lo studio della variabilità sociale e culturale delle forme di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia lo studio prolungato e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli per noi più familiari) la disciplina riflette sul carattere socialmente costruito degli universi di senso nei quali donne e uomini sono inseriti e sulle implicazioni conoscitive, politiche ed etiche che da questa constatazione derivano. L'antropologia sociale tende dunque a configurarsi come una critica culturale del senso comune, socialmente costruito, proprio di ogni individuo e di ogni gruppo, realizzata attraverso la messa a confronto tra stili e forme di vita anche radicalmente diversi. Tra le nozioni di senso comune più diffuse nei moderni stati nazionali, quella di patrimonio è stata di recente sottoposta ad analisi critica da parte dell’antropologia che ne ha mostrato sia il carattere relativo ed etnocentrico, sia l’essere parte di un preciso sistema politico-ideologico che ne fa uno dei più potenti strumenti di governance. Corso monografico: LA NOZIONE DI PATRIMONIO CULTURALE IN ANTROPOLOGIA. Il corso intende presentare i problemi teorici ed etnografici legati ad un’antropologia critica del patrimonio culturale. Partendo da una ricostruzione storica della nozione di patrimonio culturale (patrimoine, heritage, beni culturali) e della sua connessione con lo sviluppo dello stato nazionale, si proporrà agli studenti una decostruzione della categoria e un’analisi dei suoi impliciti presupposti ideologici. Attraverso la presentazione di casi etnografici diversi, si mostreranno poi le potenzialità conoscitive di un approccio antropologico politico e critico ai processi di patrimonializzazione. Testi d’esame per programmi da 6 CFU Aime, M. 2004. Eccessi di culture. Torino, Einaudi. Palumbo, B. 2006. L’Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia. Roma, Meltemi. Maffi, I. (a cura di) 2006. Il patrimonio culturale. Annuario di Antropologia n. 7. Roma, Meltemi. Testi d’esame per programmi da 5 CFU Palumbo, B. 2006. L’Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia. Roma, Meltemi. Maffi, I. (a cura di) 2006. Il patrimonio culturale. Annuario di Antropologia n. 7. Roma, Meltemi. Gli studenti non frequentanti dovranno aggiungere ai due precedenti il volume: Aime, M. 2004. Eccessi di culture. Torino, Einaudi. ORGANIZZAZIONE Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio, dm.16.03.07.a3.c7) a) Conoscenza e capacità di comprensione Conoscenze delle principali nozioni della disciplina (cultura, società, gruppo, identità, tradizione, autenticità) e delle coordinate storico - politico intellettuali che hanno portato alla loro elaborazione. Comprensione del punto di vista antropologico (relativista, interpretativo, comparativo e dialogico) sulla nozione di patrimonio culturale e sui processi socio-politici di patrimonializzazione. b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione Lo studente deve acquisire una capacità critica e auto critica che gli consenta di cogliere e analizzare i presupposti storico-culturali e ideologici della nozione di patrimonio culturale. Deve inoltre essere in grado di analizzare criticamente le diverse retoriche “patrimonialiste” e gli stessi processi di patrimonializzazione messi in atto da agenzie di diverso livello (locale, regionale, nazionale e transnazionale). c) Autonomia di giudizio Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso impliciti presupposti ideologici (nazionalisti e/o universalisti) che animano le politiche e i discorsi sul patrimonio culturale. Capacità di oggettivare sentimenti ed emozioni identitari e patrimoniali connessi alla logica e alla retorica dei “beni culturali”. d) Abilità comunicative Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale. Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano implicite connotazioni ideologiche di carattere essenzialista e identitario. e) Capacità di apprendimento Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva antropologica alla propria vita quotidiana, in generale, e alle tematiche del patrimonio, in particolare. Note Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC) secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected]. Università di Messina – Facoltà di Scienze della Formazione A.A. 2008-2009 Disciplina: Antropologia del patrimonio – Esame integrato “Estetiche e poetiche del patrimonio” Docente: Berardino Palumbo Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo, manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali, anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela (Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia (Roma, 1993 e 1996). CDL e CFU: LM-49 e 65 Turismo e spettacolo – 6 CFU. Sede: Messina Descrizione: L'antropologia sociale è lo studio della variabilità sociale e culturale delle forme di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia lo studio prolungato e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli per noi più familiari) la disciplina riflette sul carattere socialmente costruito degli universi di senso nei quali donne e uomini sono inseriti e sulle implicazioni conoscitive, politiche ed etiche che da questa constatazione derivano. L'antropologia sociale tende dunque a configurarsi come una critica culturale del senso comune, socialmente costruito, proprio di ogni individuo e di ogni gruppo, realizzata attraverso la messa a confronto tra stili e forme di vita anche radicalmente diversi. Tra le nozioni di senso comune più diffuse nei moderni stati nazionali, quella di patrimonio è stata di recente sottoposta ad analisi critica da parte dell’antropologia che ne ha mostrato sia il carattere relativo ed etnocentrico, sia l’essere parte di un preciso sistema politico-ideologico che ne fa uno dei più potenti strumenti di governance. Corso monografico: LA NOZIONE DI PATRIMONIO CULTURALE TRA GOVERNANCE, ECONOMIA E POLITICA. Il corso intende presentare i problemi teorici ed etnografici legati ad un’antropologia critica del patrimonio culturale. Partendo da una ricostruzione storica della nozione di patrimonio culturale (patrimoine, heritage, beni culturali) e della sua connessione con lo sviluppo dello stato nazionale, si proporrà agli studenti una decostruzione della categoria e un’analisi dei suoi impliciti presupposti ideologici. Attraverso la presentazione di casi etnografici diversi, si mostreranno poi le potenzialità conoscitive di un approccio antropologico politico e critico ai processi di patrimonializzazione. Testi d’esame per programmi da 6 CFU Appadurai, A. 2001. Modernità in polvere. Roma, Meltemi. Palumbo, B. 2006. L’Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali in Sicilia. Roma, Meltemi. Maffi, I. (a cura di) 2006. Il patrimonio culturale. Annuario di Antropologia n. 7. Roma, Meltemi. Un testo a scelta tra: Handler, R. 1988. Nationalism and the Politics of Culture in Quebec. Wisconsin University Press. Handler, R., Gable, E. 1997. The New History in an Old Museum. Creating the Past at Colonial Williamsburg. Duke University Press. Jeudy, H-P. 2001. La machinerie patrimoniale. Sens & Tonka, Paris. Maffi, I. 2004. Pratiques du patrimoine et politiques de la mémoire en Jordanie. Payot, Lousanne. Gli studenti non frequentanti dovranno aggiungere ai due precedenti il volume: Aime, M. 2004. Eccessi di culture. Torino, Einaudi. NOTA BENE: DATO IL CARATTERE SPECIALISTICO DELLA DISCIPLINA, SI INVITANO VIVAMENTE GLI STUDENTI CHE NON ABBIANO SOSTENUTO ALCUN ESAME DI AREA ANTROPOLOGICA NEL PROPRIO CURRICULUM DI BASE A CONTATTARE PREVENTIVAMENTE IL DOCENTE. ORGANIZZAZIONE Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio, dm.16.03.07.a3.c7) a) Conoscenza e capacità di comprensione Conoscenza del processo di decostruzione di alcune nozioni classiche (cultura, società, gruppo, identità, tradizione, autenticità) messo in atto dall’antropologia nel corso degli ultimi vent’anni. Comprensione del punto di vista antropologico (relativista, interpretativo, comparativo e dialogico) sulla nozione di patrimonio culturale e capacità di riflettere sui processi socio-politici di costruzione del patrimonio (culturale, naturale, immateriale). b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione Lo studente deve acquisire una capacità critica e auto critica che gli consenta di cogliere e analizzare i presupposti storico-culturali e ideologici della nozione di patrimonio culturale. Deve inoltre essere in grado di analizzare criticamente le diverse retoriche “patrimonialiste” e gli stessi processi di patrimonializzazione messi in atto da agenzie di diverso livello (locale, regionale, nazionale e transnazionale). Deve essere in grado, inoltre, di denaturalizzare le politiche del patrimonio e analizzarle in quanto strumento di governance a livelli diversi di scala istituzionale. c) Autonomia di giudizio Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso impliciti presupposti ideologici (nazionalisti e/o universalisti) che animano le politiche e i discorsi sul patrimonio culturale. Capacità di oggettivare sentimenti ed emozioni identitari e patrimoniali connessi alla logica e alla retorica dei “beni culturali”. d) Abilità comunicative Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale. Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano implicite connotazioni ideologiche di carattere essenzialista e identitario. e) Capacità di apprendimento Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva antropologica alla propria vita quotidiana, in generale, e alle tematiche del patrimonio, in particolare. Note Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC) secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected].