programma - Università degli Studi di Messina

annuncio pubblicitario
Università di Messina – Facoltà
di Scienze della Formazione
A.A. 2008-2009
Disciplina:
Antropologia sociale
Docente:
Berardino Palumbo
Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto
ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi
l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle
politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva
di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo,
manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di
patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi
sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica
in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università
nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole
Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi
articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali,
anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del
Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela
(Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali
in Sicilia (Roma, 1993 e 1996).
CDL e CFU:
L-20 Scienze della comunicazione - 10 CFU
Sede:
Messina e Priolo
Descrizione:
L'antropologia sociale è lo studio della variabilità sociale e culturale delle forme
di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia lo studio prolungato
e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli per noi più familiari) la
disciplina riflette sul carattere socialmente costruito degli universi di senso nei
quali donne e uomini sono inseriti e sulle implicazioni conoscitive, politiche ed
etiche che da questa constatazione derivano. L'antropologia sociale tende
dunque a configurarsi come una critica culturale del senso comune,
socialmente costruito, proprio di ogni individuo e di ogni gruppo, realizzata
attraverso la messa a confronto tra stili e forme di vita anche radicalmente
diversi.
Corso monografico:
L’ANTROPOLOGIA COME CRITICA POLITICO-CULTURALE DI VECCHI E NUOVI
RAZZISMI. Il corso di quest'anno, partendo dalla quotidianità italiana dei nostri
giorni, con il proliferare di manifestazioni, anche violente, di intolleranza
"razziale" o comunque verso la "diversità", intende da un lato mostrare come
un atteggiamento conoscitivo di tipo antropologico possa costituire un antidoto
ineliminabile contro vecchie e nuove forme di xenofobia e di produzione della
marginalità, e dall'altro ripercorrere le principali tappe attraverso le quali il
pensiero e la metodologia antropologici hanno messo a punto gli strumenti
concettuali, etici e politici attraverso i quali pensare una critica di ogni forma di
"razzismo".
Moduli:
Modulo 1: Breve storia del relativismo e dell'antirazzismo antropologico
Modulo 2: I "razzismi" praticati
Modulo 3: "Razzismi", istituzioni, media e politica
Testi d’esame per programmi da 10 CFU
Gli studenti sono invitati ad acquisire una buona padronanza dei temi trattati
nei 3 diversi moduli. A questo scopo dovranno studiare:
Modulo 1): Fabietti, U. Storia dell'antropologia. Milano, Mondadori, 2002;
Harris, M. Antropologia culturale: Antropologia fisica, sessualità,
eticità, razza e razzismo. Bologna, Zanichelli 1998.
Modulo 2): gli studenti dovranno leggere almeno uno tra i seguenti testi:
Rivera, A. Estranei e nemici. Discriminazione e violenza razzista in
Italia. Roma, Derive e Approdi
Tabet, P. La pelle giusta. Torino, Einaudi 1997.
Levi, P. Se questo è un uomo. Torino, Einaudi 1958.
Clemente, P., Sobrero, A. Persone dall’Africa. Roma, CISU 1998.
Aime, M. Gli specchi di Gulliver. In difesa del relativismo. Torino,
Bollati Boringhieri, 2006.
Ben Jelloun, T. Il razzismo spiegato a mia figlia. Il montare
dell’odio. Milano, Bompiani 2005.
Rushdie, S. Superate questa linea. Milano, Mondadori.
Modulo 3): gli studenti dovranno studiare:
Ong, A. Da rifugiati a cittadini. Pratiche di governo nella nuova
America, Milano, Raffaello Cortina, 2005,
e uno a scelta tra:
Rivera, A. La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche
sull'alterità. Bari, Dedalo, 2005.
Sayad, A. La doppia assenza. Dalle illusioni dell'emigrato alle
sofferenze dell'immigrato, Milano, Raffaello Cortina, 2002.
Ribeiro Corossacz, V. Razzismo, meticciato, democrazia razziale. Le
politiche della razza in Brasile, Rubettino, 2005.
Sorgoni, B. Parole e corpi. Antropologia, discorso giuridico e
politiche sessuali interrazziali nella colonia Eritrea (1890-1941).
Napoli, Liguori 1998.
Piasere, L. I rom d'Europa. Una storia moderna. Roma-Bari,
Laterza, 2004.
Mosse, G.L. Il razzismo in Europa. Dalle origini all'olocausto,
Laterza, Roma-Bari 2007.
Siebert, R. Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma
2003.
Per gli studenti frequentanti questi testi, insieme ad altri materiali, saranno
oggetto di trattazione e di verifiche durante il corso. Gli studenti saranno
incentivati a percorsi di lettura più complessi rispetto a quelli minimi necessari
per il conseguimento dei 10, percorsi che verranno valutati nel corso delle
lezioni.
Testi d’esame per programmi da 5 CFU
Avendo presente il programma per l'esame da 10 cfu, con la sua articolazione
in moduli, gli studenti che debbano sostenete un esame da 5 cfu dovranno
studiare uno dei due volumi previsti per il modulo 1 (Fabietti o Harris), il testo
di Ong relativo al modulo 3 e una lettura a scelta tra i testi previsti per il
modulo 2.
ORGANIZZAZIONE
Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio,
dm.16.03.07.a3.c7)
a) Conoscenza e capacità di comprensione
Conoscenze delle principali nozioni della disciplina (cultura, società, gruppo,
relativismo) e delle coordinate storico - politico - intellettuali che hanno portato
alla loro elaborazione. Comprensione del punto di vista antropologico
(relativista, interpretativo, comparativo e dialogico) e dei principali metodi di
ricerca (osservazione partecipante, intervista non strutturata, note di campo,
diari).
b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione
Lo studente deve acquisire una capacità critica e auto critica che gli consenta
di cogliere e analizzare le diverse forme di discriminazione e le modalità spesso
incorporate di “razzismo” operanti nelle società contemporanee.
c) Autonomia di giudizio
Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica
dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso
impliciti, a volte addirittura conclamati, presupposti “razzisti” e “discriminatori”
che animano, in buona parte dei casi, il linguaggio dei media italiani.
d) Abilità comunicative
Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e
consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale.
Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della
lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano
implicite connotazioni “razziste” ed escludenti. Importante, infine, la capacità
di analisi e decostruzione del linguaggio mediatico a stampa, radiofonico e
televisivo. Si presterà infine attenzione all'acquisizione di capacità di scrittura
critica e controllata, anche attraverso l'utilizzo del working paper con funzione
informativa sulle attività didattiche e i loro contenuti via via appresi, della
desktop presentation, dei sistemi audiovisivi, degli strumenti fotografici, filmici
e della tecnologia di rappresentazione multimediale delle idee; si monitorerà,
infine, la loro capacità di leggere correntemente testi scientifici in lingua
inglese e utilizzare normalmente i periodici on-line del Sistema Bibliotecario di
Ateneo.
e) Capacità di apprendimento
Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di
connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva
antropologica alla propria vita quotidiana.
Note
Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema
informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento
il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo
piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC)
secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected].
Università di Messina – Facoltà
di Scienze della Formazione
A.A. 2008-2009
Disciplina:
Antropologia cognitiva
Docente:
Berardino Palumbo
Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto
ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi
l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle
politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva
di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo,
manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di
patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi
sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica
in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università
nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole
Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi
articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali,
anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del
Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela
(Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali
in Sicilia (Roma, 1993 e 1996).
CDL e CFU:
Corso di Laurea Magistrale L. 55 (Scienze Cognitive) - 5 CFU
Sede:
Messina
Descrizione:
L'antropologia, sociale o culturale, è lo studio della variabilità sociale e
culturale delle forme di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia
lo studio prolungato e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli
per noi più familiari) la disciplina riflette sul carattere socialmente costruito
degli universi di senso nei quali donne e uomini sono inseriti e sulle
implicazioni conoscitive, politiche ed etiche che da questa constatazione
derivano. Nel suo declinarsi in relazione alle scienze cognitive, l’antropologia,
appunto cognitiva, riflette, oltre che sulla variabilità dei “fatti” socio-culturali,
anche sull’invariabilità e sugli aspetti costanti e apparentemente transculturali
che sembra soggiacere a importanti aspetti della vita socio-culturale umana.
Anche in questo caso, un approccio antropologico, però, non perde né il proprio
ancoramento empirico (etnografico), né la propria attitudine critica rispetto a
sempre possibili forme di ideologia occultate alle spalle di apparentemente
neutre forme di “naturalizzazione”.
Corso monografico:
Il corso intende riflettere sull’esperienza etnografica che è a fondamento di ogni
moderna riflessione antropologica. Dopo averne inquadrato storia e principali
caratteristiche, il corso si soffermerà sulle dinamiche cognitive, emozionali e
fenomenologiche attivate dalla pratica di terreno. Si passerà, quindi, ad
affrontare il problema epistemologico legato al carattere secondo alcuni
scientifico, narrativo secondo altri, della ricerca etnografica. Infine ci si
soffermerà sul dibattito teorico recente, che se da un lato prova a ricondurre le
dinamiche esperienziali di terreno a meccanismi di carattere cognitivo
(acquisizione di schemi e habitus “altri” dai propri), dall’altro sottolinea il
carattere sempre politico di ogni rappresentazione delle “realtà” sociali umane.
Testi d’esame
Gli studenti frequentanti dovranno studiare i seguenti volumi:
Piasere, L. 2002. L’etnografo imperfetto. Esperienza e cognizione in
antropologia. Roma-Bari, Laterza.
Fabian, J. 2000. Il tempo e gli altri. La politica del tempo in antropologia.
Napoli, l’Ancora del Mediterraneo.
Marcus, G., Fisher, M. 1998. Antropologia come critica culturale. Meltemi,
Roma
Gallini, C., Satta, G. 2007. Incontri etnografici. Processi cognitivi e relazionali
nella ricerca sul campo. Roma, Meltemi
Gli studenti non frequentanti dovranno aggiungere ai precedenti il volume:
Clifford, J., Marcus, G. 2005. Scrivere le culture. Poetiche e politiche
dell’etnografia. Roma, Meltemi.
NOTA
BENE: DATO IL CARATTERE SPECIALISTICO DELLA DISCIPLINA, SI INVITANO
VIVAMENTE GLI STUDENTI CHE NON ABBIANO SOSTENUTO ALCUN ESAME DI AREA
ANTROPOLOGICA
NEL
PROPRIO
CURRICULUM
DI
BASE
A
CONTATTARE
PREVENTIVAMENTE IL DOCENTE.
ORGANIZZAZIONE
Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio,
dm.16.03.07.a3.c7)
a) Conoscenza e capacità di comprensione
Gli studenti dovranno acquisire una precisa familiarità con la metodologia
etnografica, mostrando nello stesso tempo la capacità di adoperare la
complessità intersoggettiva e conoscitiva dell’approccio etnografico quale
antidoto anti-etnocentrico e critico nei confronti delle implicite presupposizioni
ideologiche che spesso soggiacciono ad altre, cripto-positivistiche, metodologie
di ricerca.
b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione
Gli studenti dovranno mostrare di essere capaci di applicare una sensibilità
antropologica e una metodologia etnografica anche in situazioni di ricerca che
pretendono di cogliere meccanismi cognitivi umani di tipo universale e
transculturale. E dunque dovranno essere in grado di applicare il metodo
etnografico in forma critica e decostruttiva degli assunti ideologici che possono
celarsi anche dietro il più banale degli “esperimenti” naturalistici (messo in atto
da psicologi cognitivi, neuroscienziati, filosofi della mente quando ritengono di
fornire “dati” su un’ideale e non contestualizzata natura umana).
c) Autonomia di giudizio
Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica
dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso
impliciti presupposti “etnocentrici”, “discriminatori” e spesso tautologici che
animano, in un certo numero di casi, le moderne scienze cognitive.
d) Abilità comunicative
Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e
consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale.
Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della
lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano
implicite connotazioni “etnocentriche” ed escludenti.
e) Capacità di apprendimento
Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di
connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva
antropologica alla pratica di ricerca dei meccanismi cognitivi umani.
Note
Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema
informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento
il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo
piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC)
secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected].
Università di Messina – Facoltà
di Scienze della Formazione
A.A. 2008-2009
Disciplina:
Antropologia del patrimonio
Docente:
Berardino Palumbo
Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto
ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi
l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle
politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva
di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo,
manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di
patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi
sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica
in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università
nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole
Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi
articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali,
anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del
Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela
(Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali
in Sicilia (Roma, 1993 e 1996).
CDL e CFU:
L-15 Programmazione e promozione turistica – 6 CFU; L-3 DAMS 5 CFU
Sede:
Messina
Descrizione:
L'antropologia sociale è lo studio della variabilità sociale e culturale delle forme
di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia lo studio prolungato
e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli per noi più familiari) la
disciplina riflette sul carattere socialmente costruito degli universi di senso nei
quali donne e uomini sono inseriti e sulle implicazioni conoscitive, politiche ed
etiche che da questa constatazione derivano. L'antropologia sociale tende
dunque a configurarsi come una critica culturale del senso comune,
socialmente costruito, proprio di ogni individuo e di ogni gruppo, realizzata
attraverso la messa a confronto tra stili e forme di vita anche radicalmente
diversi. Tra le nozioni di senso comune più diffuse nei moderni stati nazionali,
quella di patrimonio è stata di recente sottoposta ad analisi critica da parte
dell’antropologia che ne ha mostrato sia il carattere relativo ed etnocentrico,
sia l’essere parte di un preciso sistema politico-ideologico che ne fa uno dei più
potenti strumenti di governance.
Corso monografico:
LA NOZIONE DI PATRIMONIO CULTURALE IN ANTROPOLOGIA.
Il corso intende presentare i problemi teorici ed etnografici legati ad
un’antropologia critica del patrimonio culturale. Partendo da una ricostruzione
storica della nozione di patrimonio culturale (patrimoine, heritage, beni
culturali) e della sua connessione con lo sviluppo dello stato nazionale, si
proporrà agli studenti una decostruzione della categoria e un’analisi dei suoi
impliciti presupposti ideologici. Attraverso la presentazione di casi etnografici
diversi, si mostreranno poi le potenzialità conoscitive di un approccio
antropologico politico e critico ai processi di patrimonializzazione.
Testi d’esame per programmi da 6 CFU
Aime, M. 2004. Eccessi di culture. Torino, Einaudi.
Palumbo, B. 2006. L’Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni
culturali in Sicilia. Roma, Meltemi.
Maffi, I. (a cura di) 2006. Il patrimonio culturale. Annuario di Antropologia n.
7. Roma, Meltemi.
Testi d’esame per programmi da 5 CFU
Palumbo, B. 2006. L’Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni
culturali in Sicilia. Roma, Meltemi.
Maffi, I. (a cura di) 2006. Il patrimonio culturale. Annuario di Antropologia n.
7. Roma, Meltemi.
Gli studenti non frequentanti dovranno aggiungere ai due precedenti il volume:
Aime, M. 2004. Eccessi di culture. Torino, Einaudi.
ORGANIZZAZIONE
Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio,
dm.16.03.07.a3.c7)
a) Conoscenza e capacità di comprensione
Conoscenze delle principali nozioni della disciplina (cultura, società, gruppo,
identità, tradizione, autenticità) e delle coordinate storico - politico intellettuali che hanno portato alla loro elaborazione. Comprensione del punto
di vista antropologico (relativista, interpretativo, comparativo e dialogico) sulla
nozione
di
patrimonio
culturale
e
sui
processi
socio-politici
di
patrimonializzazione.
b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione
Lo studente deve acquisire una capacità critica e auto critica che gli consenta
di cogliere e analizzare i presupposti storico-culturali e ideologici della nozione
di patrimonio culturale. Deve inoltre essere in grado di analizzare criticamente
le
diverse
retoriche
“patrimonialiste”
e
gli
stessi
processi
di
patrimonializzazione messi in atto da agenzie di diverso livello (locale,
regionale, nazionale e transnazionale).
c) Autonomia di giudizio
Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica
dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso
impliciti presupposti ideologici (nazionalisti e/o universalisti) che animano le
politiche e i discorsi sul patrimonio culturale. Capacità di oggettivare sentimenti
ed emozioni identitari e patrimoniali connessi alla logica e alla retorica dei
“beni culturali”.
d) Abilità comunicative
Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e
consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale.
Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della
lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano
implicite connotazioni ideologiche di carattere essenzialista e identitario.
e) Capacità di apprendimento
Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di
connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva
antropologica alla propria vita quotidiana, in generale, e alle tematiche del
patrimonio, in particolare.
Note
Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema
informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento
il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo
piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC)
secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected].
Università di Messina – Facoltà
di Scienze della Formazione
A.A. 2008-2009
Disciplina:
Antropologia del patrimonio – Esame integrato “Estetiche e poetiche
del patrimonio”
Docente:
Berardino Palumbo
Berardino Palumbo è professore ordinario di Antropologia Sociale. Ha svolto
ricerche in Ghana e in Italia (Sannio beneventano e Sicilia). Tra i suoi interessi
l’analisi dei sistemi di parentela, quella delle pratiche rituali e lo studio delle
politiche dell’appartenenza. Negli ultimi anni si è occupato, in una prospettiva
di antropologia politica e critica, sia dei processi di costruzione, utilizzo,
manipolazione del patrimonio culturale in Sicilia e in Italia, sia delle logiche di
patrimonializzazione transnazionali dell’UNESCO. Più in generale, lavora oggi
sui rapporti tra campo intellettuale, campo politico, religione e memoria storica
in Italia. È stato invitato a tenere corsi e lezioni presso numerose università
nazionali ed estere. Nel 2007 è stato Direttore di Studi invitato presso l’Ècole
Pratique des Hautes Ètudes di Parigi. Tra le sue pubblicazioni, oltre a numerosi
articoli apparsi su riviste internazionali (statunitensi e francesi) e nazionali,
anche i volumi: Madre-Madrina. Rituale, parentela e identità in un paese del
Sannio (Milano 1991), Identità nel tempo. Saggi di antropologia della parentela
(Lecce, 1997), L’UNESCO e il campanile. Antropologia, politica e beni culturali
in Sicilia (Roma, 1993 e 1996).
CDL e CFU:
LM-49 e 65 Turismo e spettacolo – 6 CFU.
Sede:
Messina
Descrizione:
L'antropologia sociale è lo studio della variabilità sociale e culturale delle forme
di vita umane. A partire dall'esperienza etnografica (ossia lo studio prolungato
e denso di contesti umani anche molto lontani da quelli per noi più familiari) la
disciplina riflette sul carattere socialmente costruito degli universi di senso nei
quali donne e uomini sono inseriti e sulle implicazioni conoscitive, politiche ed
etiche che da questa constatazione derivano. L'antropologia sociale tende
dunque a configurarsi come una critica culturale del senso comune,
socialmente costruito, proprio di ogni individuo e di ogni gruppo, realizzata
attraverso la messa a confronto tra stili e forme di vita anche radicalmente
diversi. Tra le nozioni di senso comune più diffuse nei moderni stati nazionali,
quella di patrimonio è stata di recente sottoposta ad analisi critica da parte
dell’antropologia che ne ha mostrato sia il carattere relativo ed etnocentrico,
sia l’essere parte di un preciso sistema politico-ideologico che ne fa uno dei più
potenti strumenti di governance.
Corso monografico:
LA NOZIONE DI PATRIMONIO CULTURALE TRA GOVERNANCE, ECONOMIA E
POLITICA.
Il corso intende presentare i problemi teorici ed etnografici legati ad
un’antropologia critica del patrimonio culturale. Partendo da una ricostruzione
storica della nozione di patrimonio culturale (patrimoine, heritage, beni
culturali) e della sua connessione con lo sviluppo dello stato nazionale, si
proporrà agli studenti una decostruzione della categoria e un’analisi dei suoi
impliciti presupposti ideologici. Attraverso la presentazione di casi etnografici
diversi, si mostreranno poi le potenzialità conoscitive di un approccio
antropologico politico e critico ai processi di patrimonializzazione.
Testi d’esame per programmi da 6 CFU
Appadurai, A. 2001. Modernità in polvere. Roma, Meltemi.
Palumbo, B. 2006. L’Unesco e il campanile. Antropologia, politica e beni
culturali in Sicilia. Roma, Meltemi.
Maffi, I. (a cura di) 2006. Il patrimonio culturale. Annuario di Antropologia n.
7. Roma, Meltemi.
Un testo a scelta tra:
Handler, R. 1988. Nationalism and the Politics of Culture in Quebec. Wisconsin
University Press.
Handler, R., Gable, E. 1997. The New History in an Old Museum. Creating the
Past at Colonial Williamsburg. Duke University Press.
Jeudy, H-P. 2001. La machinerie patrimoniale. Sens & Tonka, Paris.
Maffi, I. 2004. Pratiques du patrimoine et politiques de la mémoire en
Jordanie. Payot, Lousanne.
Gli studenti non frequentanti dovranno aggiungere ai due precedenti il volume:
Aime, M. 2004. Eccessi di culture. Torino, Einaudi.
NOTA
BENE: DATO IL CARATTERE SPECIALISTICO DELLA DISCIPLINA, SI INVITANO
VIVAMENTE GLI STUDENTI CHE NON ABBIANO SOSTENUTO ALCUN ESAME DI AREA
ANTROPOLOGICA
NEL
PROPRIO
CURRICULUM
DI
BASE
A
CONTATTARE
PREVENTIVAMENTE IL DOCENTE.
ORGANIZZAZIONE
Risultati di apprendimento attesi (Descrittori europei titolo di studio,
dm.16.03.07.a3.c7)
a) Conoscenza e capacità di comprensione
Conoscenza del processo di decostruzione di alcune nozioni classiche (cultura,
società,
gruppo,
identità,
tradizione,
autenticità)
messo
in
atto
dall’antropologia nel corso degli ultimi vent’anni. Comprensione del punto di
vista antropologico (relativista, interpretativo, comparativo e dialogico) sulla
nozione di patrimonio culturale e capacità di riflettere sui processi socio-politici
di costruzione del patrimonio (culturale, naturale, immateriale).
b) Capacità di applicare conoscenza e comprensione
Lo studente deve acquisire una capacità critica e auto critica che gli consenta
di cogliere e analizzare i presupposti storico-culturali e ideologici della nozione
di patrimonio culturale. Deve inoltre essere in grado di analizzare criticamente
le
diverse
retoriche
“patrimonialiste”
e
gli
stessi
processi
di
patrimonializzazione messi in atto da agenzie di diverso livello (locale,
regionale, nazionale e transnazionale). Deve essere in grado, inoltre, di
denaturalizzare le politiche del patrimonio e analizzarle in quanto strumento di
governance a livelli diversi di scala istituzionale.
c) Autonomia di giudizio
Formazione di opinioni personali sui temi trattati e attitudine alla lettura critica
dei problemi, da svilupparsi soprattutto attraverso un'analisi degli spesso
impliciti presupposti ideologici (nazionalisti e/o universalisti) che animano le
politiche e i discorsi sul patrimonio culturale. Capacità di oggettivare sentimenti
ed emozioni identitari e patrimoniali connessi alla logica e alla retorica dei
“beni culturali”.
d) Abilità comunicative
Lo studente dovrà acquisire la capacità di esprimersi in maniera chiara e
consapevole, anche attraverso l'utilizzo di un lessico specifico e professionale.
Particolare importanza verrà attribuita alla capacità di controllare l'utilizzo della
lingua quotidiana per quel che riguarda espressioni o termini che contengano
implicite connotazioni ideologiche di carattere essenzialista e identitario.
e) Capacità di apprendimento
Capacità di sviluppare una lettura critica di testi, immagini, discorsi, e di
connettere le acquisizioni derivanti dall'assunzione di una prospettiva
antropologica alla propria vita quotidiana, in generale, e alle tematiche del
patrimonio, in particolare.
Note
Per l'orario delle lezioni consultare il sito WEB o i monitor del Sistema
informativo della Facoltà di Scienze della Formazione. Per qualsiasi chiarimento
il prof. B. Palumbo riceverà gli studenti presso la sua stanza, posta al primo
piano della Facoltà di Scienze della Formazione (stanza del Coordinatore TIC)
secondo il seguente orario: Lunedì 11.30 - 13.00, Mercoledì e Giovedì 08.30 09.30. Email [email protected].
Scarica