SVILUPPO SOSTENIBILE SARZANINI SILVIA GIOLITO Piero e FORMICONI Federica Sviluppo sostenibile AFRICA, SVOLTA ECOLOGICA PER I PICCOLI AGRICOLTORI – il caso Ruanda AMBIENTALISMO E GIUSTIZIA SOCIALE LE ECOCITY Il Sistema di Etichettatura Ecologica Europea ECOLABEL Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità LE POSSIBILITA’ DI UN TURISMO DIVERSO La Giornata Mondiale della Terra EXPO MILANO 2015 e i Paesi in via di sviluppo: quali opportunità? Cinemambiente Torino DEMOCRAZIA E SOSTENIBILITA’ AMBIENTALE Stop al Consumo del Territorio Il Protocollo di Kyoto Commercio Equo e Solidale LA DECRESCITA ECONOMICA CRESCITA E BENESSERE L’IMPRONTA ECOLOGICA BIOCAPACITA’ SISTEMI LOCALI COMUNICAZIONE AMBIENTALE AGENDA 21 G.A.S 22/4/2012 – LA GIORNATA DELLA TERRA LA METROPOLI SCEGLIE GRATTACIELI ECOSOSTENIBILI Decrescita economica Il sistema economico mondiale è basato sull’incremento della produzione, pertanto un rallentamento della produzione è visto come un pericolo per il benessere della popolazione mondiale. Per questo a Rio de Janeiro è stata proposta la “Carta dei consumatori e degli stili di vita” per promuovere le cosiddette 8 R (Rivalutare, Ricontestualizzare, Rilocalizzare, Ristrutturare, Ridistribuire, Ridurre, Rivalutare e Riciclare), per consentire l’inizio di un circolo virtuoso di decrescita conviviale e sostenibile. Crescita e benessere La crescita costante del PIL e della produzione non necessariamente porta ad un aumento della felicità. Oltre una certa soglia di reddito non c’è più una relazione diretta fra PIL e soddisfazione. Entrano in gioco dei fattori diversi, che possono contribuire al miglioramento della vita degli individui: qualità dell’ambiente, condizioni psicologiche e relazioni umane. Inoltre, diventa fondamentale concentrarsi non più sulla crescita nel breve periodo, ma nel lungo periodo. L’impronta ecologica L’obiettivo della nostra epoca è quello di eliminare le iniquità, rendendo la nostra economia realmente sostenibile, cercando di seguire il principio di equità . Altro aspetto importante è la qualità della vita, che deve essere costantemente valutata seguendo i risultati di alcuni indicatori (ambientali, sociali, economici, di sostenibilità, settoriali, etc.) L’impronta ecologica L’analisi dell’Impronta ecologica mira al superamento di alcuni problemi relativi alla valutazione della capacità di carico della specie umana, ponendo l’attenzione non sul numero di abitanti che la Terra è in grado di accogliere, ma su quanta terra ciascuna persona richiede per essere supportata. Se sarà necessario utilizzare uno spazio bioproduttivo maggiore di quello disponibile, è ovvio che il tasso dei consumi non sarà sostenibile. L’impronta ecologica Alcuni dati sull’aumento della popolazione possono essere utili per valutare gli scenari futuri: o Nel 1900 la popolazione mondiale era di 1,6 miliardi o Nel 2000 gli abitanti erano 6 miliardi o Nel 2050 la popolazione potrebbe raggiungere i 9,3 miliardi. Questo aumento è stato causato dai mutamenti tecnologici, sociali ed economici che hanno permesso al mondo di mantenere una popolazione molto grande con un livello di vita molto elevato L’utilizzo globale della terra La quantità di terra disponibile per l’umanità è una grandezza finita e di conseguenza la produttività è limitata, i problemi di equa distribuzione delle risorse non possono essere ignorati. Almeno il 12% della superficie delle terre emerse debba essere preservato, ripartito in tutte le tipologie degli ecosistemi esistenti sul pianeta. L’utilizzo globale della terra La revisione delle proiezioni della popolazione delle Nazioni Unite stima che la popolazione raggiunga i 9,3 miliardi nel 2050,facendo precipitare questo dato ultima a1,2 ettari pro capite. Come misurare l’impronta ecologica L’Impronta ecologica misura il consumo alimentare, materiale ed energetico basandosi sulla superficie terrestre o marina necessaria per produrre tali risorse. L’Impronta ecologica di una persona e’ data dalla somma di sei diverse componenti: Come misurare l’impronta ecologica 1. 2. 3. 4. 5. 6. la superficie di terra coltivata necessaria per produrre gli alimenti l’area di pascolo necessaria per produrre i prodotti animali la superficie di foreste necessaria per produrre legname e carta la superficie marina necessaria per produrre pesci e “frutti” di mare la superficie di terra necessaria per ospitare infrastrutture edilizie la superficie forestale necessaria per assorbire le emissioni di anidride carbonica risultanti dal consumo energetico dell’individuo stesso Biocapacità La Biocapacità misura l’offerta di bioproduttività, ovvero la produzione biologica di una data area. Essa dipende dalla produzione aggregata di diversi ecosistemi appartenenti all’area designata. Non dipende solo dalle condizioni naturali, ma anche dalle pratiche agricole e forestali dominanti. Per proteggere il Capitale Naturale, è necessario stilare annualmente un bilancio ecologico tra la domanda, da parte dell’uomo, di risorse e servizi naturali e, la loro offerta da parte della Natura. La metodologia dell’Impronta Ecologica può aiutarci a ridurre tali consumi ed evitare la “bancarotta ecologica”, attraverso il confronto con la Biocapacità. SISTEMI LOCALI migliorare l’ambiente e la società, per produrre cultura e sviluppo economico; agire sulla territorialità, intesa come rapporto dinamico tra componenti sociali (economia, cultura, istituzioni, poteri) e ciò che di materiale e immateriale, di vivo e di inerte, proprio dei territori dove si abita, si vive, si produce. Vi sono due diversi modi di considerare il locale e i rapporti con il territorio dei soggetti; si può distinguere una territorialità passiva e “in negativo” che con strategie di controllo e col sistema normativo ad esse associato, mira a escludere soggetti e risorse; e una territorialità attiva e “in positivo”, che invece discende dall’azione collettiva territorializzata e territorializzante dei soggetti locali e mira alla costruzione di strategie inclusive; Il modello dei Sistemi Locali Territoriali (SLoT (SLoT)) In quanto strumento analitico il modello concettuale SLoT si compone di questi elementi: 1) La rete locale dei soggetti: insieme delle relazioni e interazioni tra soggetti 2) Il milieu (contesto) locale: l’insieme delle condizioni favorevoli allo sviluppo specifiche del contesto territoriale 3) Il rapporto di interazione della rete locale col milieu e con gli ecosistemi locali: traduce le potenzialità del milieu in valori attraverso processi di trasformazione simbolica e materiale dell'ambiente. 4) Il rapporto interattivo della rete locale con reti sovralocali. Comunicazione ambientale A livello internazionale, il documento di riferimento fondamentale è la Convenzione di Aarhus del 1998, dove per la prima volta si parla di diritto all’informazione ambientale. L’Italia ha ratificato con la Legge 108/2001 la Convenzione di Aarhus e con il Decreto Lgs n.152 del 2006 il cosiddetto "Codice Ambientale“. Per comunicazione ambientale istituzionale s’intende una serie di azioni informative su temi ambientali, dirette alla collettività ed emesse da enti. Comunicazione ambientale Informare e comunicare sui temi ambientali contribuisce a stimolare la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini che così sono messi in condizione di valutare le prestazioni delle amministrazioni e di entrare nei processi decisionali. Comunicazione ambientale La Comunicazione Ambientale elaborata dall’Associazione della Comunicazione Pubblica con il Manifesto della Comunicazione Pubblica in campo ambientale si articola in quattro definizioni: Comunicazione ambientale Comunicazione – educazione ambientale Comunicazione emergenziale Come comunicare l’ambiente Come comunicare l’ambiente Considerato il ruolo strategico e dinamico che sta assumendo la materia ambientale, diventano determinanti per gli Uffici che si occupano di comunicazione ambientale. Gli strumenti e i mezzi di comunicazione che si possono utilizzare per comunicare l’ambiente sono molteplici: Sportelli d’informazione e consulenza dedicati all’ambiente Eventi o momenti d’incontro diretto con i cittadini Campagne d’informazione e comunicazione Opuscoli Strumenti telematici Piano di Comunicazione Ambientale Agenda 21 costituisce una sorta di manuale per lo sviluppo sostenibile del pianeta da qui al XXI secolo. E’ una pianificazione completa delle azioni da intraprendere, a livello mondiale, nazionale e locale dai governi e dalle amministrazioni in ogni area in cui la presenza umana ha impatti sull'ambiente. Carta di Aalborg Linee guida – Carta di Aalborg nota anche come Carta delle Città Europee per uno sviluppo durevole e sostenibile è un documento firmato da 80 Amministrazioni Locali europee e da 253 rappresentanti di organizzazioni internazionali, governi nazionali, istituti scientifici, consulenti e singoli cittadini. • Individuare piani o programmi che possano essere integrati con l’A21L • Consultazione cittadini • Affrontare problemi locali • Creazione visione attraverso la partecipazione • Valutazione e confronto di opzioni strategiche • Adozione di un Piano d’azione a lungo termine • Obiettivi misurabili • Scadenze programmate • Attribuzione di responsabilità • Sistemi di monitoraggio e di comunicazione del Piano G.A.S Gruppi di Acquisto Solidale e' formato da un insieme di persone che decidono di incontrarsi per acquistare all’ingrosso prodotti alimentari o di uso comune, da ridistribuire tra loro. Un gruppo d’acquisto diventa solidale nel momento in cui decide di utilizzare il concetto di solidarietà come criterio guida nella scelta dei prodotti. Attualmente in Italia sono censiti oltre 600 GAS. G.A.S: a che scopo? Valorizzare la dimensione dell'acquisto collettivo, più efficace della coerenza del singolo Perseguire la giustizia e la dignità nei rapporti di lavoro Contribuire alla riduzione dell'impronta ecologica Sostenere le produzioni “solidali” con il disagio Rendere più accessibili per tutti i partecipanti i costi di prodotti bio-ecologici Favorire la nascita di un sistema economico alternativo (Reti di Economia Solidale) Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità Il concetto di agricoltura ad alto valore naturale (AVN), introdotto agli inizi degli anni Novanta per evidenziare il ruolo positivo svolto dall'attività agricola nella tutela della biodiversità, ha acquisito, col tempo, una crescente rilevanza grazie all'integrazione dei temi ambientali nella Politica Agricola Comune (PAC). Le aree agricole ad alto valore naturale sono riconosciute come quelle aree in cui l'agricoltura rappresenta l'uso del suolo principale e mantiene alla presenza di un'elevata numerosità di specie e di habitat, di particolari specie di interesse comunitario. Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità Queste sono distinte in tre tipi: aree con un'elevata proporzione di vegetazione semi-naturale (es. pascoli naturali); aree con presenza di mosaico di agricoltura a bassa intensità e elementi naturali, semi-naturali e strutturali (es. siepi, muretti a secco, boschetti, filari, piccoli corsi d'acqua, ecc.); aree agricole che sostengono specie rare o un'elevata ricchezza di specie di interesse europeo o mondiale. Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità Nell’approccio dei sistemi Sulla base di questa definizione, sono stati sviluppati tre approcci complementari per l'individuazione delle aree AVN: 1) uso del suolo, 2) sistemi agricoli e 3) distribuzione delle specie (in particolare di uccelli). il mantenimento dei sistemi agricoli e forestali AVN rientra tra gli obiettivi prioritari della politica di sviluppo rurale, per la valutazione del cui raggiungimento uno specifico indicatore è stato inserito nel Quadro comune di monitoraggio e valutazione per lo sviluppo rurale 2007-2013. agricoli, un ruolo centrale è attribuito all’azienda agricola e quindi agli agricoltori che determinano pressioni dinamiche sullo Stato. Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità Le aziende AVN, individuate attraverso indicatori di intensità dell'attività agricola e indicatori di uso del suolo, sono state analizzate dal punto di vista economico e in termini di sostegno pubblico ricevuto. Quanto al ruolo dei contributi della PAC, il totale dei pagamenti comunitari ricevuti dalle aziende AVN è solo leggermente superiore a quelli ricevuti dalle aziende non-AVN. Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità La fonte dei finanziamenti varia in misura non indifferente tra aziende AVN e non-AVN: mentre queste ultime si basano soprattutto su pagamenti diretti, le aziende AVN ricevono una parte più significativa di finanziamenti attraverso i pagamenti agro-ambientali e gli aiuti per le zone svantaggiate, a seguito della maggiore percentuale di aziende AVN in aree montane e marginali. I dati sembrano confermare il ruolo fondamentale giocato dai contributi della PAC ai fini della vitalità economica delle aziende AVN. Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità Un ultimo appunto riguarda l'attuale capacità di indagine sui rapporti agricolturabiodiversità. Al fine di utilizzare al meglio le informazioni economiche e finanziarie contenute nella banca dati della RICA (Rete di Informazione Contabile Agricola), è sempre più necessario integrare i dati riguardanti le pratiche agricole, l'uso delle superfici agricole e la gestione delle superfici non utilizzate a fini agricoli ricadenti all'interno delle aziende. Agricoltura ad alto valore naturale: i sistemi agricoli a tutela della biodiversità Questo non rappresenta un compito facile, a causa dell'insufficiente disponibilità delle risorse finanziarie e umane necessarie per la realizzazione di un'indagine di siffatte dimensioni. Di notevole importanza e, pertanto, un tema che richiede futuri approfondimenti, è la geo-referenziazione dei dati aziendali che consentirebbe un più diretto confronto con i risultati dell'approccio dell’uso del suolo. Expo Milano 2015 Sono passati oltre due anni dall'assegnazione a Milano della Esposizione Universale del 2015 da parte del Bureau International des Expositions (BIE). Due anni che avrebbero dovuto essere cruciali per tradurre in progetti operativi la felice intuizione del tema proposto da Milano per Expo: Feeding the Planet, Energy for Life - Nutrire il pianeta, energia per la vita. Ma in questi due anni il percorso è stato molto travagliato e ha subito significativi intoppi e deviazioni. Expo Milano 2015 L’intoppo, probabilmente il più grave, è derivato dalla crisi economica globale e dalla mancanza di consistenti investimenti sia da parte delle pubbliche amministrazioni, locali e nazionali, sia da parte dei privati. Le conseguenze della crisi sull'economia reale e sulle finanze italiane e locali hanno portato al taglio di numerosi progetti o al loro drastico ridimensionamento, e in particolare hanno modificato profondamente l'immagine (e il contenuto) del sito espositivo. Expo 2015 Expo è finalizzata ad essere una vera piattaforma multilaterale in grado di promuovere le migliori pratiche a livello internazionale; le finalità collegate al tema possono essere riassunte nel concetto che l'accesso ad un cibo sano e sicuro è un diritto di base e fondamentale per l'umanità ed è parte della ricerca di uno sviluppo sostenibile; al primo posto tra gli obiettivi specifici viene messo il focus sulla solidarietà e la cooperazione allo sviluppo che, nelle intenzioni degli estensori del dossier, doveva costituire uno dei punti forti di Expo. Expo 2015 Tali punti di forza possono essere così sintetizzati: La scienza per la sicurezza e la qualità alimentare L’innovazione nella filiera alimentare La tecnologia per l’agricoltura e la biodiversità L’educazione alimentare La solidarietà e la cooperazione alimentare L’alimentazione per migliori stili di vita L’alimentazione nelle culture e nelle etnie Democrazia e sostenibilità ambientale L’obiettivo dello studio è quello di verificare l'esistenza di una relazione fra la sostenibilità ambientale del sistema economico e la forma di governo dei vari Paesi ; dapprima viene svolta un'analisi degli eventuali legami fra il livello di democrazia dei governi nazionali e alcune dimensioni fondamentali della condizione di vita delle popolazioni quali lo sviluppo sociale, la disponibilità economica e la qualità ambientale. Prosegue poi con un rapporto fra la dimensione del sistema economico dei Paesi mondiali e il relativo impatto sugli ecosistemi. Una misura del livello di democrazia Tentare una misurazione del livello di democrazia presente in un Paese è un compito indubbiamente arduo. Nel nostro caso si fa riferimento al Democracy Index (DI) dei governi nazionali il quale è basato su 60 diversi indicatori raggruppati in 5 macrocategorie: processi elettorali e pluralismo; libertà civili; funzionamento del governo; partecipazione politica; cultura politica. Una misura del livello di democrazia Sulla base del valore assunto dal DI espresso in una scala da 0 a 10 un Paese è collocato in una delle quattro differenti tipologie: democrazie compiute (full democracies - FD), se DI>8; democrazie imperfette (flawed democracies - ID), se 6<DI<8; regimi ibridi (hybrid regimes - HR), se 4<DI<6; regimi autoritari (authoritarian regimes AR), se DI<4. Una misura del livello di democrazia L'indice di sviluppo umano (Human Development Index - HDI) è stato proposto da numerosi autori quale misura del benessere dei popoli e fatto proprio dalle Nazioni Unite che ne hanno definito la modalità di calcolo. Tale indicatore tiene conto di aspetti fondamentali quali: aspettativa di vita livello di alfabetizzazione scolarizzazione disponibilità economica. Una misura del livello di democrazia Il livello di democrazia di una nazione e lo sviluppo umano dei suoi cittadini, inteso come presenza dell'insieme delle diverse dimensioni considerate nell'indicatore, sono strettamente legati. Questo risultato porterebbe a concludere che lo sviluppo umano sia una conseguenza naturale dei processi di democratizzazione, mentre, laddove i governi presentano significativi connotati autoritari, lo sviluppo umano è in gran parte determinato da specifiche situazioni locali. Una misura del livello di democrazia Relazione fra democrazia e crescita economica : la relazione dimostra che nel legame costantemente osservato fra le due variabili, la democrazia rappresenti la causa e la ricchezza l'effetto; Relazione fra democrazia e impatto ambientale: per valutare la relazione tra le due variabili, si è fatto ricorso nel primo caso all'Impronta Ecologica, nel secondo al confronto fra la stessa Impronta Ecologica e la Biocapacità. Relazione fra crescita economica e utilizzo di risorse naturali: Per mantenere un tasso di crescita economica costante è richiesto un consumo di risorse progressivamente crescente; se definiamo lo sviluppo come il miglioramento qualitativo del sistema e la crescita come l'aumento della dimensione quantitativa del sistema, la realtà evidenzia come la forbice crescita-sviluppo tenda inesorabilmente ad allargarsi. Tutto ciò ci consente di affermare come esista una profonda differenza nelle condizioni di vita fra le popolazioni dei Paesi democratici e di quelli con governi autoritari. LA GIORNATA DELLA TERRA La Stampa diventa il primo quotidiano “Verde” d’Italia In occasione della “giornata della terra”, il quotidiano La Stampa, primo quotidiano italiano, ha scelto di percorrere la strada della certificazione: utilizzando solo carta certificata contribuisce al risparmio ogni mese di 81 ettari di foresta, pari a 25 mila alberi, e alla piantumazione di 8 ettari di foresta (10 campi da calcio). Delle 3300 t di carta consumate in media al mese dal quotidiano sopracitato, per il 55 % circa sarà carta riciclata al 100 % e il restante proveniente da foreste certificate. Le bobine sono composte esclusivamente di carta “acid free” e i processo è garantito a minimo impatto ambientale, con l’utilizzo di agenti non inquinanti. Gli stabilimenti di stampa presteranno la massima attenzione verso l’abbattimento dei consumi energetici e il trattamento dei rifiuti potenzialmente inquinanti, come la morchia dell’inchiostro e in ogni fase della lavorazione, per ridurre il più possibile il consumo di anidride carbonica.