STORIE in CATTEDRA
DI CHE COSA STIAMO PARLANDO?
IL CUORE UMANO
Il cuore è un muscolo involontario posto al centro del petto, della cavità toracica,
grande all’incirca quanto un pugno, è sempre stato uno degli organi che ha incuriosito
e affascinato maggiormente, in gran parte per le implicazioni filosofiche e affettive da
sempre a esso correlate. Misterioso, mitico e ricco di fascino fra il sacro e il magico,
che senza sosta scandisce il tempo della vita e della morte.
Composto da quattro cavità (due atrii e due ventricoli) separate tra loro da valvole,
caratteristico per le sue pulsazioni o battiti cardiaci, grazie alle quali spinge il sangue
nei vasi sanguigni e porta ossigeno e nutrimento a tutti gli organi. Gli impulsi elettrici
che danno origine alla pulsazione sono generati autonomamente, in media il cuore
umano batte 70 volte al minuto per un totale di circa 3 miliardi di palpiti in una vita
media. Un vero e proprio meccanismo propulsore che attiva grande e piccola circolazione, i due percorsi comunicanti che il sangue percorre trasportando tutto ciò di
cui il nostro corpo necessita.
COME NE STIAMO PARLANDO?
di e con
IVAN Di NOIA , ROMINA RANZATO, MIRCO TREVISAN,
CRISTINA RANZATO, RAFFAELE PIZZATTI SERTORELLI.
Com’è possibile raccontare la scienza ai ragazzi attraverso il teatro? Quattro attori
in un piccolo palcoscenico cercheranno di trasmettere non solo concetti ma soprattutto stimolare il desiderio di conoscenza. La banda mimante è uno stile recitativo d’invenzione contemporanea che richiama il linguaggio cinematografico e si basa
quindi su competenze metalinguistiche molto usate e sfruttate dalle nuove generazioni. L’obiettivo è catturare la loro attenzione in modo accattivante per predisporre
l’amore per la ricerca e la scoperta. Nel pezzo recitato si tratteranno nozioni base
di anatomia e storia della medicina ma soprattutto si punterà il dito sull’importanza
della prevenzione.
Il nostro cuore può essere curato e mantenuto in forma grazie a un’adeguata prevenzione, è quindi fondamentale conoscere eventuali fattori di rischio ovvero, specifiche
condizioni in grado di aumentare la probabilità che si verifichi un determinato evento
negativo. Un fattore di rischio non provoca in modo diretto una malattia ma la favorisce. Per esempio: Il fumatore non ha l’assoluta certezza di ammalarsi alle coronarie
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ma sicuramente rischia di ammalarsi di più rispetto a un non fumatore. I fattori di
rischio possono essere non modificabili (come età, sesso, ereditarietà) oppure modificabili. E sono proprio questi ultimi che possono rappresentare una vera e propria
cura per ridurre la probabilità di andare incontro a nuove manifestazioni delle malattie cardiovascolari o prevenire la loro insorgenza.
SPUNTI DIDATTICI
PREVENZIONE!
La corretta alimentazione è un fattore fondamentale per prevenire le malattie cardiovascolari. Ma non rappresenta l’unica “arma” preventiva. Importante è ridurre il più
possibile, in termini generali, i diversi fattori di rischio cardiovascolare.
Ecco alcuni consigli.
APPROFONDIMENTI
•
Combattere il sovrappeso e l’obesità facendo attenzione alle calorie e ai grassi
contenuti nei cibi e in parallelo facendo attività fisica.
•
Muoversi regolarmente. L’esercizio fisico consente di consumare le calorie in
eccesso e aiuta ad innalzare i valori di colesterolo buono. Inoltre l’attività regolare
aiuta a respirare meglio e favorisce il buon funzionamento del cuore.
•
No al fumo. Il fumo rappresenta un fattore di rischio cardiovascolare primario:
bastano pochi mesi dall’ultima sigaretta per migliorare il profilo di rischio per il
cuore.
•
Controllare regolarmente la pressione. L’ipertensione porta ad un indurimento
dei vasi sanguigni e danneggia la circolazione. E’ fondamentale quindi mantenere
la pressione a valori accettabili, attraverso buone abitudini ed eventualmente con
i farmaci indicati dal medico.
•
Combattere lo stress. L’adrenalina aiuta a superare gli ostacoli, ma alla lunga è
dannosa per il cuore. Col tempo accelera i battiti cardiaci e fa aumentare la pressione arteriosa, aumentando i rischi per il cuore.
LA SALUTE INIZIA DALLA TAVOLA
Il benessere del cuore è soprattutto una questione di grassi. Occorre, infatti, tenere
sotto controllo soprattutto gli acidi grassi saturi e i trans perché possono far salire il
livello di colesterolo nel sangue più di tutte le altre sostanze presenti negli alimenti. I
grassi saturi si trovano, in particolare, nei prodotti lattiero caseari, nelle carni grasse e
in certi oli (come quello di palma e soprattutto di cocco); mentre i trans si possono
formare durante alcuni trattamenti industriali cui vengono sottoposti i grassi vegetali
e quindi trovarsi negli alimenti trasformati che li contengono (in particolare nelle
margarine, ma anche nei prodotti da forno).
Il colesterolo, che si trova solo negli alimenti di origine animale, può far salire i livelli
di colesterolo nel sangue, ma in misura minore rispetto ai grassi saturi e ai trans e in
modo diverso da un individuo all’altro.
La dieta quotidiana dovrebbe essere ben equilibrata. È importante evitare gli eccessi
calorici (il sovrappeso costituisce un fattore di rischio) e variare gli alimenti: l’ideale
sarebbe non ingerire lo stesso cibo più spesso di una volta ogni tre giorni. Inoltre, ogni
giorno occorre assumere fibre vegetali attraverso cereali integrali, verdura e frutta
fresca. Come quota proteica, pesce, carni bianche e legumi sono la scelta migliore.
Ricordiamo che il consumo regolare di proteine della soia associato a una dieta a
basso contenuto di grassi saturi e di colesterolo, può ridurre il rischio di malattie cardiache ed essere un buon sistema preventivo per i cardiopatici, anche per chi prende
farmaci.
SPUNTI RIFLESSIVI
• IL TRAPIANTO DEL CUORE
Il primo trapianto di cuore è stato eseguito il 3 dicembre 1967 da Christian
Barnard. Nei primi anni la mortalità dopo il trapianto di cuore era alta. L’organismo infatti reagisce alla presenza del nuovo cuore, in quanto organo estraneo,
tentando di distruggerlo. Questa reazione è chiamata “rigetto”. STORIE in CATTEDRA - IL CUORE UMANO | 2
La svolta nella terapia antirigetto si è avuta con la scoperta, intorno agli anni
’80, della ciclosporina, un farmaco che ha permesso una maggiore tolleranza del
corpo nei confronti dell’organo trapiantato ed ha quindi migliorato enormemente la sopravvivenza a breve e lungo termine. Negli ultimi anni sono stati
introdotti nell’uso clinico nuovi farmaci anti-rigetto che hanno ulteriormente migliorato i risultati del trapianto cardiaco. Il trapianto cardiaco è indicato quando
la compromissione del cuore, e l’insufficienza cardiaca che ne consegue, non è
risolvibile con terapia medica o chirurgica tradizionale.
• A.I.D.O.
All’inizio degli anni Settanta, il trapianto di organi, anche se ancora limitato al rene
ed alla cornea, cominciava a delinearsi come un vero e proprio mezzo terapeutico. A quell’epoca, alcuni cittadini di Bergamo che avevano intuito la potenzialità
dei trapianti, ma anche gli ostacoli che questa avrebbe incontrato nel nostro
paese, diedero vita il 14 Novembre 1971 all’Associazione Donatori Organi di
Bergamo. L’iniziativa destò molto interesse, determinando centinaia di adesioni
da numerose regioni italiane. I principi su cui si basa l’AIDO sono contenuti nello
Statuto associativo, e in particolare:
- Articolo1
L’AIDO è costituita tra i cittadini favorevoli alla donazione volontaria, anonima
e gratuita di organi, tessuti e cellule.
E’ apartitica, aconfessionale, interetnica, senza scopi di lucro, informata ai principi etici ed a quelli dettati dall’ordinamento giuridico dello Stato.
- Articolo2
Sono finalità dell’Associazione: promuovere il rafforzamento della solidarietà
umana; sollecitare la coscienza dei cittadini sulla necessità della donazione di
parti del proprio corpo, dopo la morte per i trapianti ed innesti terapeutici; sostenere, anche in accordo con Istituzioni, Enti ed Associazioni italiane ed
internazionali, particolari iniziative tendenti ad affrontare le problematiche
connesse con la donazione ed il trapianto di organi, tessuti e cellule.
POSSIBILI ATTIVITÀ
• LEGGERE UN ELETTROCARDIOGRAMMA ECG
L’elettrocardiogramma è un esame che registra l’attività elettrica del tuo cuore. Il voltaggio viene misurato sull’asse verticale; il tempo è misurato sull’asse
orizzontale, in quadrati su carta millimetrata. Un ciclo cardiaco completo è quindi
rappresentato da un’onda P, un QRS ed un’onda T. Puoi esercitarti a distinguere
e riconoscere le onde sopra indicate ma ti ricordiamo che un ECG regolare e la
sua lettura devono essere eseguiti da un medico. Non eseguire mai una diagnosi
autonoma basandoti sulla lettura personale.
• LE PULSAZIONI
Usa le dita per individuare il battito. Non usare il pollice, in quanto è dotato di un
battito proprio.
Trova il battito dell’arteria radiale. Si tratta del ben noto battito del polso. Usa i
polpastrelli di due dita. Appoggiali sotto la piega del polso, alla base del pollice.
Premi delicatamente finché non senti il battito (il sangue che pulsa sotto le tue
dita). Se necessario, sposta le dita un po’ per volta, fino a sentire il battito. In alternativa, cerca il battito della carotide. Per sentire il battito a lato del collo, appoggia
due dita, preferibilmente indice e medio, nello spazio tra la trachea e il grande
muscolo del collo. Premi leggermente finché non avverti il battito. Controlla e
registra la frequenza cardiaca. Con l’altra mano, usa un orologio. Annota la frequenza cardiaca, ovvero il numero di battiti al minuto. Negli adulti, la frequenza
normale è di 60-100 battiti al minuto. Al di sotto dei 18 anni, la frequenza normale è di 70-100 battiti al minuto. • PRIMO SOCCORSO
Impara i segni d’allarme in caso di infarto cardiaco.
Dolore al torace: senso di forte oppressione, peso, costrizione dolorosa al centro
del petto che dura alcuni minuti, può andare e venire e protrarsi nel tempo.
Dolori in altre zone: il dolore può irradiarsi ad una o ad entrambe le braccia, alle
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spalle o al collo, alla mandibola o allo stomaco.
Fiato corto: spesso accompagna il dolore o può precederlo.
Altri segni: sudorazione fredda, nausea, senso di stordimento o di svenimento,
grave malessere.
Non tutti i segni si presentano in caso di attacco cardiaco. Se il dolore toracico
dura oltre 10 minuti e temi che possa essere un attacco cardiaco, non andare da
solo al pronto soccorso, ma
l’iniziativa
CHIAMA il 118
Il tempo è troppo importante e chi avverte questi segni deve avere il più presto
possibile una valutazione medica e se è il caso un pronto trattamento.
è stata sostenuta dalla
PROGETTO REALIZZATO da:
nell’ambito del progetto
BARABAO Teatro
Via G.di Vittorio n° 7
IVAN Di NOIA
www.barabaoteatro.it
PIOVE di SACCO (PD)
340 68 61 049
[email protected]
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