C S Cossu - M G Sotgiu
M Verdinelli - R A Pantaleoni
LE ZANZARE
Conoscerle e difendersi
2013
ISBN 9788897934004 (vers. stampa)
ISBN 9788897934011 (vers. on-line)
Carlo Simone Cossu
Maria Grazia Sotgiu
Marcello Verdinelli
Roberto A Pantaleoni
LE ZANZARE
Conoscerle e difendersi
2013
ISBN 9788897934004 (vers. stampa)
ISBN 9788897934011 (vers. on-line)
Pubblicato nell’ambito di
Progetto CCM 2010
Ministero della Salute
Centro Nazionale per la Prevenzione e il
Controllo delle Malattie
UOSassari
ASLOlbia
Stampato presso
STAMPA SUD S.R.L. (Lamezia Terme)
INTRODUZIONE
Ormai più di 15 anni fa, promosso da una delle amministrazioni provinciali sarde e pubblicato da un Istituto CNR
ora confluito nell'Istituto per lo Studio degli Ecosistemi, vide
la luce un libretto divulgativo sulle zanzare [Pantaleoni R.
A., 1997. - Zanzare. – Sassari, 32 pp.] che ebbe un discreto
successo ed è ancora oggi reperibile e scaricabile in rete.
Se le zanzare non sono di certo cambiate in questi tre
lustri molte altre cose hanno subito radicali trasformazioni.
Allora la rivoluzione del web era appena agli inizi ora con due
click si può accedere ad un vero e proprio mare magnum di
informazioni. Allora la zanzara tigre aveva appena cominciato ad invadere l'Italia, oggi ha cambiato molte nostre piccole
abitudine e prevedibilmente altrettante le cambierà in
futuro. Allora non si era ancora verificata alcuna emergenza
sanitaria oggi le malattie trasmesse dalle zanzare non sono
purtroppo più una novità nel nostro Paese ed anche in questo
caso le previsioni volgono al peggio.
Permanendo, in una tale situazione, la necessità di una
capillare opera di divulgazione, si è deciso di riprendere
l'esperienza del precedente opuscolo e di produrne uno
completamente ripensato. In questa nuova versione rimangono tracce della vecchia impaginazione, della suddivisione
in tre parti, del formato, qualche disegno, qualche brano,
ma nulla di più. Prima di tutto il testo ha preso l’esclusiva
funzione di “traccia” per la comprensione del problema,
informazioni più specifiche potranno facilmente essere
reperite in rete. Così il numero delle pagine è stato dimezzato e si è dato grande spazio alle immagini fotografiche. Si è
inoltre dedicata una intera parte alle problematiche
sanitarie che invece erano state quasi completamente
trascurate 15 anni fa. Infine la versione on-line accompagna
sin da subito e gratuitamente la versione stampata.
Speriamo che in queste poche pagine si sia riusciti a far
capire come le zanzare siano «biologicamente» meravigliose, peccato si nutrano soprattutto del sangue della specie di
vertebrato più abbondante al mondo: l’uomo!
03
LA ZANZARA
antenna
apparato
boccale
palpo
grandezza
naturale
bilanciere
ala anteriore
04
Co l termin e zan zara
identifichiamo le femmine
adulte di una famiglia di
Insetti Ditteri, i Culicidi.
Solo le ali delle zanzare, tra i Ditteri, possiedono squame
che ricoprono venature e margini. Come in tutti i Ditteri,
hanno un paio di ali ben sviluppato ed un secondo paio che è
ridotto e trasformato in “bilancieri”.
Le zanzare si distinguono
facilmente dalle altre
famiglie di Ditteri per la
presenza di una lunga
"proboscide" tenuta distesa in
avanti.
IL CICLO VITALE
Le zanzare sono Insetti
olometaboli. Il loro ciclo
comprende cioé gli stadi di
uovo, larva (che passa
attraverso 4 età), pupa e
adulto. Larve e pupe sono
acquatiche.
adulto
pupa
uovo
larva
I età
larva
IV età
larva
II età
larva
III età
05
RITMI BIOLOGICI
06
Nelle zanzare l’accoppiamento avviene poche ore dopo
lo sfarfallamento. Quindi la femmina cerca un ospite da
pungere per ricavare il pasto di sangue che le sarà necessario per maturare le proprie uova. Vola quindi verso luoghi
adatti, compie la
ovideposizione e ricomincia il ciclo
ripetendolo più volte.
SFARFALLAMENTO
ACCOPPIAMENTO
RICERCA
DELLA
VITTIMA
PASTO DI SANGUE
OVODEPOSIZIONE
SPOSTAMENTO VERSO
LUOGHI DI
OVODEPOSIZIONE
LE SPECIE
Nel mondo sono conosciute alcune migliaia di specie di
zanzare, circa un centinaio di queste vive in Europa.
Vengono raggruppate in generi che differiscono tra loro,
oltre che per la morfologia, nel comportamento, nella forma
e modalità di deposizione delle uova, nelle abitudini
alimentari delle larve o degli adulti, ed in altro ancora.
Certamente riconoscere e distinguere le specie di
zanzare non è facile (soprattutto all’interno dello stesso
genere). Le foto di alcune specie italiane sono pubblicate
qui.
Solo nelle foto inserite in
questa pubblicazione troviamo: Anopheles sp. (pag. 9);
Aedes albopictus (pag.e 4, 6 e
8); Ochlerotatus caspius (pag.
6); Ochlerotatus mariae (pag.
7); Culex pipiens (pag.e 6, 7 e
10); Culiseta longiareolata
(copertina).
Gli stadi preimmaginali
illustrati a pagina 5 (uova,
larve e pupa) appartengono al
genere Culex.
07
VETTORI DI MALATTIE
08
Le zanzare (come altri Insetti che si nutrono di sangue)
possono trasmettere ai Vertebrati (compresi naturalmente
animali domestici ed uomo) Virus, Batteri, Protozoi,
Nematodi. Il meccanismo è complesso e raffinato.
Normalmente l’insetto sano si infetta pungendo un ospite
malato. Il microrganismo si moltiplica nel corpo dell’insetto,
per poi raggiungere le ghiandole salivari. Quando un Insetto
infetto punge un ospite sano, la malattia si propaga attraverso la saliva immessa nel sangue con la puntura. Nel
processo appena descritto i rapporti tra microrganismo ed
Insetto sono strettissimi.
Anche l’Insetto vettore (questo è il nome degli Insetti che
sono in grado di trasmettere una malattia) è “ammalato”, il
microrganismo lo sfrutta sia per moltiplicarsi sia per diffondersi sugli ospiti di maggiori dimensioni.
Lo strumento di infezione è il sofisticato apparato
boccale, composto da ben sei stiletti ospitati, in riposo, nel
labbro inferiore, quest’ultimo però non penetra nella pelle
della vittima. Quando gli stiletti raggiungono un capillare
viene iniettata saliva attraverso l’ipofaringe, apposite
“pompe” muscolari presenti nel capo provvedono poi a
succhiare il sangue attraverso il cosiddetto labbro superiore.
labbro superiore (formante il
canale alimentare), ipofaringe
(attraversata dal canale
salivare), mandibole, mascelle,
labbro inferiore
sezione degli stiletti
stiletti
labbro inferiore
LA MALARIA
Le zanzare possono trasmettere varie malattie a uomo ed
animali. La più importante è senz’altro la malaria. Stime
recenti calcolano in più di 2 miliardi le persone nel mondo a
rischio d’infezione ed in alcune centinaia di milioni quelle
che hanno contratto la malattia.
La malaria è causata da protozoi Emosporidi del genere
Plasmodium trasmessi da zanzare del genere Anopheles.
Semplificando, il protozoo vive nel sangue di un uomo
ammalato ed una zanzara sana si infetta pungendolo, il
microrganismo compie un ciclo nell’insetto, passa nelle
ghiandole salivari e poi
reinfetta l’uomo sano
veicolato dalla saliva della
Anofele. In realtà sia i cicli
nell’uomo sia quelli nella
zanzara sono molto complessi, nell’uomo sono interessati
fegato, milza, pancreas, nella
zanzara l’intestino medio.
anofele
infetta
anofele che
si sta infettando
uomo
09
ARBOVIROSI
10
Le arbovirosi sono le malattie provocate da virus trasmessi dagli artropodi (arbovirus = arthropod borne virus),
esse comprendono alcune encefaliti, malattie febbrili e
febbri emorragiche. Il virus si replica nell'artropodo vettore,
ma di solito non lo danneggia. Nelle malattie trasmesse dalle
zanzare il virus infetta persistentemente le ghiandole
salivari e viene trasmesso con la saliva durante la puntura.
Molto spesso anche l'ospite non viene gravemente
danneggiato, esso funge
però da serbatoio rimanendo
infettato in modo persistente
e potendo trasmettere
l’infezione. Esistono però
ospiti occasionali chiamati
ospiti “dead-end” a fondo
cieco, essi possono infettarsi,
spesso con gravi conseguenze
per loro, ma non sono in
grado di ritrasmettere il virus
ai vettori. Si distinguono così
due cicli infettivi che riguardano l'uomo. Nel cosiddetto
Ciclo Silvestre l'uomo è solo
un ospite a fondo cieco
infettato da artropodi che
usano come serbatoi altri
vertebrati (si comportano così
quasi tutte le arbovirosi).
Nel Ciclo Urbano l'uomo funge
anche da serbatoio ed è
sufficiente la presenza del
solo vettore senza ospiti
alternativi (febbre gialla e
«dengue»).
EMERGENZE SANITARIE
Chikungunya
La febbre chikungunya è una malattia endemica in alcune
parti dell'Africa, del Sudest asiatico e del subcontinente
indiano, zone in cui il virus trova il suo habitat ideale.
In molti Paesi europei la febbre chikungunya è stata
diagnosticata a viaggiatori provenienti da aree epidemiche,
ma la trasmissione in loco non era nota.
In Italia, provincia di Ravenna, nel mese di agosto 2007,
sono stati rilevati quasi 200 casi. Le analisi di laboratorio
hanno confermato la diagnosi. Inoltre, il virus chikungunya è
stato ritrovato anche nella zanzara Aedes albopictus
Febbre Dengue
La dengue causa circa 50 milioni di casi ogni anno in tutto
il mondo, la maggior parte dei quali si verificano nei continenti del sud del mondo, in particolare nelle zone tropicali e
subtropicali. La prevalenza della malattia è drammaticamente aumentata negli ultimi anni. Si stima che i due quinti
della popolazione mondiale sia a rischio. L'aumento della
diffusione del virus è strettamente correlato alla diffusione
incontrollata della zanzara tigre che funge da vettore.
Nell'Unione Europea la febbre dengue è al momento
limitata a casi riportati fra persone che hanno vissuto o
visitato paesi in zone tropicali.
Febbre West Nile
Fino alla fine degli anni ‘80 del secolo scorso erano stati
trovati casi del virus in Europa, Africa, Medio Oriente e India.
Dagli anni ‘90 sono stati segnalati diversi focolai nel bacino
del Mediterraneo e, dal 1999, le infezioni hanno riguardato
soprattutto gli Stati Uniti. In Europa il primo grande focolaio
umano è stato riscontrato in Romania, ma vi sono citazioni
per Repubblica Ceca, Russia, Francia, Ungheria, Grecia.
Il primo focolaio italiano risale al 1998,in Toscana. A
distanza di dieci anni, nel 2008, la febbre West Nile è
ricomparsa nella zona del delta del Po, coinvolgendo EmiliaRomagna, Veneto e Lombardia. Dal 2011 la malattia si è
espansa in Sardegna e dal 2012 anche in Basilicata.
11
PROGRAMMI DI LOTTA
- +
12
Un serio programma di lotta non può essere attuato dal
singolo cittadino (anche se, come vedremo, ciascuno può
dare il proprio contributo), ma dovrà essere realizzato su
scala territoriale con lo scopo di contenere il numero delle
zanzare entro livelli accettabili, senza la pretesa di farle
sparire completamente.
Un buon programma porta ad
una gestione globale ed integrata
dell’ambiente. Esso deve prevedere interventi a “basso costo
ecologico”, ridurre i focolai
larvali, aumentare il numero dei
nemici naturali, ottenere la
collaborazione della gente.
Gli interventi si devono basare
sulla lotta alle larve che viene
effettuata dopo aver provveduto
al censimento dei focolai, soprattutto di quelli temporanei (soggetti a prosciugamento),
e sul
monitoraggio degli adulti con
trappole attrattive innescate con
anidride carbonica sotto forma di
ghiaccio secco.
FOCOLAIO
in asciutta
allagato
NEMICI NATURALI
Le zanzare possiedono molti nemici naturali. L’azione di
questi organismi utili passa inosservata ma risulta
importantissima e quando l’alterazione degli equilibri
naturali porta alla loro scomparsa, o alla loro diminuzione,
le infestazioni di Culicidi aumentano.
Dal punto di vista pratico, contro gli adulti, è possibile
intervenire incrementando le popolazioni di pipistrelli e di
alcuni uccelli insettivori (grandi consumatori di “alate”) con
operazioni di protezione dei nidi (nel caso di rondini ed
affini) o con l’installazione di appositi nidi artificiali (nel
caso dei pipistrelli).
Ogni intervento di tutela o di disinquinamento dei corpi
idrici aiuta invece i numerosissimi predatori delle larve.
L’opera dei nemici naturali delle zanzare porta però,
purtroppo per noi, solo ad una mitigazione del problema e
non ad una sua totale eliminazione. La principale strategia
di sopravvivenza di questi insetti è infatti quella di evitare i
propri predatori.
13
COMPORTAMENTI
14
I comportamenti dei singoli
cittadini sono decisivi per il
contenimento delle zanzare.
Si può dire che senza uno
sforzo comune difficilmente
in un determinato territorio si
potranno conseguire risultati
veramente soddisfacenti.
Basta seguire due semplici
principi.
Del primo abbiamo già
parlato: cerchiamo di non
danneggiare, o se possibile
proteggere ed incrementare,
la fauna utile. Appendere una
bat-box all'esterno della
propria abitazione o proteggere un nido di rondini sono gesti
semplici ed estremamente utili per tutti noi.
Ma soprattutto si curi l'eliminazione di tutti i microfocolai
domestici (bidoni pieni d'acqua, vasche e fontane, sottovasi
di piante ornamentali, ecc.) che, a dispetto delle loro
dimensioni, producono, soprattutto in climi caldi, enormi
quantità di zanzare, le stesse che vanno a pungere il cittadino disattento e, spesso, scontento degli interventi pubblici.
Inoltre, ma non ci sarebbe neppure bisogno di scriverlo, non
si abbandonino rifiuti e
contenitori nell'ambiente.
Con l'arrivo della zanzara
tigre ogni piccola raccolta
d'acqua, fosse anche una
semplice lattina di birra
vuota, può trasformarsi in un
potenziale pericolo dovuto
solo a comportamenti
maleducati.
AUTOPROTEZIONE
La presenza di qualche zanzara, per lo meno in alcuni
periodi dell'anno, è praticamente inevitabile ovunque. La
recente diffusione della zanzara tigre, in grado di sfruttare
anche la più piccola raccolta d'acqua, ha inoltre fatto
aumentare le infestazioni. L'uso di tecniche di protezione
personale e domestica è divenuto pertanto consigliato.
I trattamenti insetticidi contro le zanzare adulte sono di
efficacia molto temporanea e tutt'altro che innocui per la
salute umana. Con attenzione vanno utilizzati anche gli
erogatori di insetticidi a liquido, a piastrina o a combustione
(zampironi). Pur inevitabili in numerosi casi, essi diffondono
nell'ambiente sostanze chimiche i cui effetti a lungo periodo
sull'uomo sono ancora mal conosciuti.
Sicuramente la protezione meccanica della casa con
zanzariere di qualunque tipo (a finestra o da letto) è la
soluzione migliore, più salubre e duratura. Anche il costo
economico, se riportato ad un costo medio annuo, è basso.
All'aperto i metodi di autoprotezione si riducono enormemente di numero. I trattamenti insetticidi vanno adottati
con estrema cautela. Alcune soluzioni come la coltivazione
di piante repellenti o di apparecchi di varia tecnologia sono
affascinanti ma avventurose. L'uso di prodotti repellenti,
contenenti DEET o altre sostanze ad azione simile, è l'unica
soluzione affidabile.
DEET
N,N-Diethyl-meta-toluamide
15
Didascalie e paternità immagini
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Copertina e controcopertina - Femmina di Culiseta longiareolata,
foto di Marcello Romano, Capaci (Palermo).
Pagina 4 - Femmina di Aedes albopictus, foto di Carlo Cesaroni, ISECNR.
Pagina 5 - Genere Culex: in alto ovatura, foto di Fabrizio Castiglioni,
Albizzate (Varese); al centro larve, foto di Marco Bertolini,
Genova; in basso pupa, foto di Alberto García Quesada,
Cartagena (España).
Pagina 6 - In alto a sinistra maschio di Culex mentre sfarfalla, foto di
Sarah Gregg, www.wild-eyes.eu; in alto a destra accoppiamento
di Aedes albopictus, foto di Giovanni Luigi Cubadda, Sarzana (La
Spezia); in basso femmina di Ochlerotatus caspius dopo il pasto di
sangue, foto di Luigi Barraco, Paceco (Trapani).
Pagina 7 - In alto femmina di Ochlerotatus mariae appena sfarfallata,
foto di Leonardo Forbicioni, Portoferraio (Livorno); in basso
femmina di Culex pipiens, foto di Luigi Barraco, Paceco (Trapani).
Pagina 8 - Femmina di Aedes albopictus mentre inizia a pungere, foto
di Paolo Fontanesi, Reggio Emilia.
Pagina 9 - A destra femmina di Anopheles sp., foto di Franco Fiaschi,
Cornaredo (Milano); in basso Plasmodium in globuli rossi, foto di
Ignacio Diez de Güemes, Madrid (España).
Pagina 10 - Cornacchia, foto di Sarah Gregg, www.wild-eyes.eu;
femmina di Culex pipiens, foto di Rui Andrade, Braga (Portugal);
amazzone a cavallo, foto di Hermann Riedler, Bürs (Oesterreich);
modello di un arbovirus, da Centers for Disease Control and
Prevention, United States Department of Health and Human
Services.
Pagina 12 - In alto trappola per zanzare tipo CDC, in basso
salicornieto in due fasi stagionali; foto di Simone Cossu, ISE-CNR.
Pagina 13 - In alto Rondine mentre cattura un insetto in volo, foto di
Stefano Mattii, Sesto Fiorentino (Firenze); in basso zanzare del
genere Ochlerotatus appesa all’addome di una libellula, foto di
Giuseppe Cardarelli, Carmagnola (Torino).
Pagina 14 - In alto BAT-BOX, foto di Simone Cossu, ISE-CNR; in basso
pneumatici all’aperto come focolai di zanzara tigre, foto
Wikimedia Commons (di Angie from Sawara, Chiba-ken, Japan).
Pagina 15 - In basso a sinistra zampirone, foto Wikimedia Commons
(di Haragayato); in basso a destra struttura chimica del DEET,
Wikimedia Commons.