Versione del 19 settembre 2012

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Terra Mobile
Il sale della Terra
Per 40 anni, il fotografo Sebastião Salgado ha attraversato i continenti sulle tracce di una
umanità in piena mutazione. Ha testimoniato i grandi eventi della nostra storia recente:
conflitti internazionali, carestie, migrazioni ... Con questo documentario vuole presentare
un territorio vergine con paesaggi mozzafiato, un omaggio alla bellezza del pianeta.
La sua vita e il suo lavoro sono rivelati dai punti di vista del figlio Juliano, che lo ha
accompagnato nei suoi ultimi viaggi e di Wim Wenders, fotografo lui stesso.
Il fotografo Sebastião Salgado è l'ultimo esploratore partito alla scoperta del mondo non
ancora toccato dalla moderna civiltà. Accompagnato dal figlio Juliano, Salgado si
avventura in luoghi incontaminati mentre risponde alle domande del figlio sul suo lavoro
che, diventato uno stile di vita, lo ha tenuto lontano dalla sua famiglia.
Nonostante il rapporto tra padre e figlio sia incerto e teso, entrambi a poco a poco
riscopriranno il forte legame che li lega mentre scoprono uno stato ancestrale della natura,
pieno di creature mitiche e comunità umane isolate.
Dal cuore del Rio delle Amazzoni alle tribù indiane, passando per Wrangel Island in
Siberia e mostrando i Papoos di Irian Jaya e le lussureggianti paludi del Pantanal in
Brasile, Salgado si trova di fronte a persone che sembrano provenire da un pianeta alieno,
trovando in mezzo a loro la sua dimensione ideale.
Fotografare. Scrivere con la luce. Ritrarre.
In pochi lo hanno saputo fare, lo sanno fare, come Sebastião Salgado, tra i più grandi
fotografi contemporanei, raccontato ora da Wim Wenders (e dal figlio Juliano Ribeiro
Salgado) nello splendido documentario.
The Salt of the Earth, premiato lo scorso maggio in Un Certain Regard a Cannes.
“Il sale della Terra” sono gli uomini, seguiti dal fotografo in quarant’anni di carriera, la
completa adesione di quest’uomo al “momento” che ha saputo fermare, rendere unico,
consegnando alla Storia le tante, troppe, innumerevoli storie che l’umanità avrebbe
altrimenti, continuato ad ignorare.
Il genocidio in Rwanda, quello più recente dei Balcani, Salgado ha più volte rischiato di
“catturare” questioni che hanno rischiato di allontanarlo definitivamente dal suo soggetto
principale, l’uomo. Con il quale lo stesso fotografo ha finito per non riconoscersi più.
Solamente più tardi, realizzando il monumentale Genesis, l’incontro ravvicinato con la
fauna e la flora selvagge, omaggio unico e irripetibile alla bellezza del pianeta che
abitiamo, unitamente al grandioso progetto portato avanti insieme alla moglie e al figlio,
atto al rimboschimento di quella che un tempo era (solo) la loro tenuta in Brasile (e adesso
è un parco nazionale), Salgado – secondo lo stesso Wenders – ha avuto una sorta di
risarcimento dopo tutta la disperazione di cui è stato testimone: “Non ha soltanto
consacrato Genesisalla natura, dice il regista, ma è proprio la natura ad avergli permesso
di non perdere la sua fede nell’uomo”.
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Laurent Petitgand, conosciuto anche come L. Petitgand, L. Petitgang, Laurie Petigand,
Lori P, Loory Petigang, Loory Petitgand, Loory Petitgang, Loorie Petit Gand e Little G'love
(Laxou, 28 settembre 1959), è un compositore, polistrumentista, cantante e attore
cinematografico francese.
Nonostante la sua principale attività nel mondo del cinema sia quella di compositore, ha
anche ottenuto dei ruoli da interprete e tra i lavori più interessanti vanno citati la
partecipazione nel film Il cielo sopra Berlino (1987) di Wim Wenders, nel quale ha
interpretato la parte del kapellmeister. La sua prima composizione cinematografica fu per il
film documentario Tokyo-Ga (1985) di Wim Wenders. Ha poi curato e realizzato le
musiche di numerosi progetti cinematografici. Tra le sue composizioni più note, da
ricordare le colonne sonore di Così lontano, così vicino! (1993), Al di là delle nuvole
(1995), La vita interiore di Martin Frost (2007) e Il sale della terra (2014).
(Fonte Wikipedia)
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