I Combustibili - Corsi di Laurea a Distanza

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COMBUSTIBILI
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COMBUSTIBILI E COMBUSTIONE : GENERALITA’
COMBUSTIBILI: Tutte le sostanze che in opportune condizioni sono capaci di
combinarsi con un comburente sviluppando notevoli quantità di calore.
Le reazioni di combustione sono sempre reazioni di ossidazione, dove il combustibile
rappresenta la sostanza ossidabile, mentre il comburente (generalmente ossigeno) la
sostanza ossidante.
Non tutte le sostanze classificabili come combustibili da un punto di vista chimico possono
essere ritenute tali da un punto di vista industriale. Sono requisiti limitativi: il costo
relativamente basso, la facilità di estrazione o preparazione, l’elevata velocità di
combustione, il fatto di non dare origine a sostanze velenose.
Es.: 1) grafite e diamante: - Q sviluppato uguale a Q prodotto da uguale peso di
carbone
MA: - alto costo
- ↑ difficoltà di combustione
⇒ no combustibili industriali
2) Zolfo: - facilità combustione
- sviluppo ↑Q
MA: - sviluppo di anidride solforosa e solforica, prodotti velenosi
⇒ no combustibili industriali
MECCANISMO DELLA COMBUSTIONE
• miscelazione
• pre-combustione
• combustione
• reazioni post-fiamma
• miscelazione: contatto, uniformemente distribuito, tra particelle o molecole del
combustibile ed aria di combustione.
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COMBUSTIBILI
• pre-combustione: formazione, tra 400-600°C, di specie instabili (radicali liberi o atomi)
estremamente reattive che attivano sensibilmente la velocità delle successive reazioni di
ossidazione.
• combustione: combinazione di radicali liberi con ossigeno e con le molecole del
combustibile in una complessa e rapida sequenza di reazioni a catena dando origine a
prodotti di ossidazione incompleta (CO, H2,…), completa (CO2, H2O, …) e ad altri radicali
liberi.
• reazioni post-fiamma: trasmissione di parte del calore di combustione all'esterno da
parte dei prodotti (fumi) con ↓T. Ricombinazioni chimiche dei prodotti di combustione
(specie dissociate o parzialmente ossidate) per dare i prodotti finali della combustione.
COMBUSTIONE COMPLETA
La combustione si definisce completa quando gli elementi ossidabili presenti nel
combustibile (C, H, S, N) vengono ossidati rispettivamente a CO2, H2O, SO2 e N2.
COMPONENTI DEI FUMI (combustione completa)
C → CO2
H → H2O
S → SO2
N → N2
COMPONENTI DEI FUMI (combustione anomala)
C → CO2 + CO
H → H2O + H2
S → SO2 + SO3
N → N2 + NO + NO2
Per la valutazione e l’utilizzazione di un combustibile, i dati che maggiormente interessano
sono:
• Il potere calorifico
• Il quantitativo di aria necessario alla combustione
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• Volume e composizione dei fumi
• Limiti di infiammabilità
• Temperatura teorica di combustione
• Potenziale termico
POTERE CALORIFICO
Quantità di calore sviluppata nel corso della combustione completa dell’unità di
massa nel caso di solidi e liquidi, dell’unità di volume in condizioni normali nel caso
dei gas.
Combustione completa: quella nel corso della quale tutto il carbonio, sotto qualunque
forma si trovasse nel combustibile originale, viene trasformato in CO2, tutto l’H in H2O,
tutto lo zolfo combustibile in SO2 e tutto l’azoto in azoto elementare N2 (salvo quello del
combustibile).
Il Potere calorifico viene espresso in [kcal/kg] (combustibili solidi), in [kcal/Nm3]
(gassosi).
Nm3 : e’ la quantità di gas che, in condizioni normali (0°C, 1atm), occuperebbe il volume di
1m3.
Due poteri calorifici:
Qs = Potere calorifico superiore: quando l’acqua presente al termine della
combustione (quella già nel combustibile + quella prodotta nella combustione stessa) si
trova allo stato liquido.
Qi = Potere calorifico inferiore: quando l’acqua si trova allo stato vapore. Questo è il
caso più comune.
La differenza fra Qi e Qs è dunque il calore di vaporizzazione dell'acqua:
Qs = Qi + m ⋅ 600
Dove m = massa di acqua in [kg] e 600 è il n° di Kcal necessarie per vaporizzare 1kg di
acqua.
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Se consideriamo i kJ/kg la formula diventa :
Qs = Qi + m ⋅ 2440
N.B.: Qi< Qs perché la vaporizzazione dell'H2O è un fenomeno endotermico.
Per quei combustibili per cui è nota l'umidità e l'analisi elementare, vale la relazione:
Qs = Qi +
9H + U
⋅ 600
100
dove U= % di acqua (umidità) e H la % in peso di idrogeno (escluso quello contenuto
nell'acqua) nel combustibile umido.
Esempio:
es. n. 1
es. n. 2
DETERMINAZIONE SPERIMENTALE DEL POTERE CALORIFICO
Determinazioni sperimentali: bomba di Mahler e calorimetro di Junkers.
In entrambi i casi: si fa bruciare una quantità definita di combustibile e il calore
sviluppato viene determinato per via calorimetrica attraverso l'aumento di T subito da una
certa massa di acqua cui tale calore viene ceduto.
BOMBA DI MAHLER
• Recipiente forma cilindrica in acciaio inossidabile, capacità 500cm3
•
Chiuso sup. da coperchio a vite con 2 valvole per introduzione O2 e scarico prodotti
gassosi di combustione.
•
2 asticciole metalliche, una delle quali serve da supporto ad un crogiolino di Pt nel
quale e' introdotto il combustibile in quantità nota
•
asticciole collegate da spiralina di ferro
•
introduzione O2 fino a P = 25atm
•
Bomba immersa in calorimetro con quantità nota di acqua, termometro ed agitatore
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COMBUSTIBILI
Procedura:
1. Si mette in moto l'agitatore e si legge T finche' non diventa costante.
2. Si applica ddp alle due asticciole: la spiralina si arroventa, reagisce con ossigeno e si
polverizza, innescando la combustione.
3. Il combustibile brucia in modo completo, il Q sviluppato è trasmesso alla bomba e al
sistema calorimetrico.
4. La T del termometro aumenta fino a max e poi diminuisce.
5. Riporto su grafico ∆T in funzione del tempo
6. Qs =
∆T ( P + A) ⋅ 1
p
Dove: ∆T= aumento T in gradi Celsius
P= m acqua in calorimetro in Kg
A= equivalente in acqua del calorimetro = quantità di acqua tale che la sua
capacità termica sia uguale a quella della bomba, del calorimetro e dell'agitatore.
P = quantità di combustibile bruciato in Kg
Si ottiene il potere calorifico superiore perché l'aumento di T e' di pochi gradi, quindi
l'acqua al termine della combustione e' tutta allo stato liquido.
CALORIMETRO DI JUNKERS
• Il gas in esame proveniente dal contatore viene bruciato nella camera di combustione ;
•
i prodotti di combustione sono fatti circolare in controcorrente all'acqua di
raffreddamento ;
•
i gas di combustione escono dopo aver ceduto all'acqua tutto il calore acquistato
durante la combustione ;
•
Il flusso dell'acqua e' regolato con rubinetto e ci sono 2 termometri per la misura della T
di entrata ed uscita ;
•
Acqua da combustione condensa e viene raccolta ;
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COMBUSTIBILI
Procedura:
1. Si accende il bruciatore e si attende che la differenza di temperatura diventi costante.
2. Si misura un determinato volume di gas e la quantità di acqua che defluisce dal
calorimetro.
3. Calcolo:
Qs =
G ⋅ (t 2 − t1 ) ⋅ 1
Vn
Qi =
G ⋅ (t 2 − t1 ) ⋅1 − A ⋅ 600
Vn
G = massa in kg dell'acqua di raffreddamento durante la misura
t2 e t1 le T [°C] di acqua di uscita ed entrata
1 = calore specifico dell'acqua in [kcal Kg-1 K-1]
A = massa di acqua di condensa in kg
600 = calore di vaporizzazione dell'acqua in [kcal/kg]
Vn = volume in m3 del gas combustibile anidro in c.n.
ARIA TEORICA DI COMBUSTIONE
E' il quantitativo di aria necessario per bruciare un combustibile in modo completo.
Si esprime di solito in Nm3 ed e' correlata ad un kg di combustibile liquido o solido o a 1
Nm3 di combustibile gassoso.
I calcoli sono differenti a seconda che si parta da idrocarburi gassosi o solidi e liquidi.
GAS
Dal principio di Avogadro (V uguali di gas, nelle medesime condizioni di P e T contengono
lo stesso n° di molecole) esiste proporzionalità diretta fra il n° di molecole e il volume.
Esempio: metano es. 3
COMBUSTIBILI LIQUIDI O SOLIDI
Di solito si conosce l'analisi elementare. Anche in questo caso prendo le reazioni
chimiche.
Es. carburante es. 4
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TEMPERATURA DI ACCENSIONE E LIMITI DI INFIAMMABILITA'
Per temperatura di ignizione od accensione si intende la T minima cui deve essere
portata la miscela combustibile-comburente affinché si abbia l'inizio della reazione di
combustione.
I limiti di infiammabilità rappresentano le % in volume rispettivamente inferiore (Li) e
superiore (Ls) entro le quali la composizione della miscela deve essere compresa affinché
la combustione, una volta innescata, si propaghi a tutto il sistema.
Es : miscela aria - benzene :
Li = 1.4% in volume, Ls = 7.1%vol
Influenza della Temperatura : ↑T ⇒ ↑∆L = Ls - Li
Influenza della Pressione : ↑P ⇒ ↑∆L = Ls - Li
TEMPERATURA TEORICA DI COMBUSTIONE
Per temperatura teorica di combustione o T di fiamma si intende la massima T che
potrebbe essere raggiunta nel corso di una combustione se tutto il calore svolto fosse
speso unicamente per riscaldare i prodotti della combustione stessa.
A causa delle perdite di calore inevitabili, tale T non si raggiunge mai. La sua conoscenza
e' pero' fondamentale per giudicare se un combustibile è adatto per un determinato
impiego.
Se ci riferisce all’unita’ di massa o di volume del combustibile, il calore sviluppato coincide
con Qi. Siccome tale quantità di calore serve solo per riscaldare i fumi, essa dovra’ essere
uguale alla somma dei prodotti del calore specifico a P costante (cp) moltiplicato per il
volume V e per il salto termico tra la temperatura teorica di combustione e la temperatura
ambiente, relativamente a ciascun componente :
Qi = Σ c piVi (T − T0 )
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COMBUSTIBILI
Qi = potere calorifico inferiore
cp = calore specifico a P costante = quantità di calore necessaria per aumentare di un
grado centigrado la temperatura di una massa unitaria della sostanza in esame [J⋅kg-1⋅K-1]
V = volumi dei fumi per unita’ di combustibile
T = temperatura teorica di combustione
T0 = temperatura teorica di combustione
Ma la precedente e’ una formula di difficile impiego : cp varia con T (↑T ⇒ ↑ cp) e non si
puo’ utilizzare un valore medio fra T0 e T in quanto T non e’ nota.
⇒ METODO GRAFICO
Si calcolano le quantità di calore Q1, Q2, Q3,... necessarie per riscaldare i fumi prodotti
dalla combustione di 1[Nm3] di combustibile gassoso o di 1[kg] di combustibile solido o
liquido alle temperature T1, T2, T3,... Si riportano quindi i valori su un diagramma di Q in
funzione di T, si traccia la curva risultante e si individua la T a cui corrisponde il potere
calorifico inferiore Qi.
Per calcolare Q1, Q2, Q3,... si usa la tabella dei calori sensibili.
Calore sensibile : quantità di calore necessaria per riscaldare, a P = cost., un Nm3 di gas
dalla T di 0°C a quella indicata.
La curva Q vs. T può essere disegnata per un tratto limitato.
Esempio : es. n.5
PERDITA AL CAMINO
In qualsiasi processo di combustione, i prodotti gassosi della combustione stessa vengono
inviati al camino e dispersi nell’atmosfera ad una temperatura molto superiore a quella
ambiente.
La perdita al camino e’ la quantita’ di calore persa dal combustibile a causa della
dispersione in atmosfera dei suoi fumi di combustione. Si ottiene cosi’ :
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λ=
∑V ⋅ C
s
Qi
⋅ 100
V = volume dei fumi
Cs = calore sensibile [kJ Nm-3]
Qi = potere calorifico inferiore
Esempio : es. n.6
POTENZIALE TERMICO
E’ la quantità di calore che si sviluppa nella combustione completa e con la formazione di
acqua allo stato vapore di 1Nm3 di miscela di aria teorica di combustione e di combustibile
gassoso o vaporizzato (in quantità stechiometriche).
Per combustibile gassoso :
Pt =
Qi
[kJ ⋅ Nm−3 ]
Vc + V AT
Qi = potere calorifico inferiore
Vc = volume del combustibile [Nm3]
VAT = volume dell’aria teorica [Nm3]
Cs = calore sensibile [kJ Nm-3]
Per combustibile liquido :
Pt =
Qi + Qv
[kJ ⋅ Nm−3 ]
Vc + V AT
Qi = potere calorifico inferiore
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Qv = calore di vaporizzazione per 1kg di combustibile
Vc = volume occupato da 1kg di combustibile vaporizzato nell’ipotesi che il suo volume
molare in c.n. sia 22,4l [Nm3]
VAT = volume dell’aria teorica [Nm3]
Cs = calore sensibile [kJ Nm-3]
Esempi : es. n. 7
es. n. 8
CLASSIFICAZIONE COMBUSTIBILI
Solidi
NATURALI: già preformati in natura.
Liquidi
ARTIFICIALI: derivano dai naturali attraverso una serie di
trasformazioni di natura fisica o chimica.
Gassosi
COMBUSTIBILI SOLIDI
A) COMBUSTIBILI SOLIDI NATURALI:
Legno e i suoi derivati :
Torba
Lignite
Litantrace
Antracite
B) COMBUSTIBILI SOLIDI ARTIFICIALI:
(legno e suoi derivati)
COKE: unico oggigiorno di interesse tecnico
Def.: E' una porzione di litantrace che rimane allo stato solido quando questo venga
riscaldato per qualche tempo a T = 900÷1000[°C] .
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A) COMBUSTIBILI SOLIDI NATURALI:
LEGNO
E' costituito da Cellulosa + Lignina
Cellulosa = polimero del glucosio
Lignina = struttura aromatica non ben definita con tenore di C più elevato della cellulosa.
E' ormai scarsamente usato come combustibile.
Tutti i tipi di legno hanno praticamente la stessa composizione chimica:
C = 50-52%
H = 6-6.6%
O = 40-44%
N = 0.5-1%
Varia invece la porosità → densità apparente diversa.
Varia anche il contenuto di acqua: nel legno fresco può essere ≥ 50%. Quando il legno e'
lasciato all'aria scende fino al 15-20%. L'umidità può essere eliminata scaldando a T =100110°C.
Qi legno secco = 17800 [kJ/kg]
Qi legno con umidità al 15-20% = 13500-12000 [kJ/kg]
Siccome contiene già una notevole quantità di ossigeno, il legno necessita di poca aria di
combustione ⇒ temperatura teorica di combustione meno bassa di quanto si aspetti dal
Qi.
I combustibili fossili solidi rappresentano tutti il risultato di piu’ o meno profonde
trasformazioni subite dai tessuti vegetali sottratti almeno in parte dal contatto con l’acqua e
sottoposti ad elevate P, ad aumento di temperatura e all’azione di funghi e batteri →
carbogenesi o carbonizzazione.
TORBA
Il prodotto di formazione più recente. Deriva dalla carbonizzazione di vegetali erbacei e
non da piante ad alto fusto. Appena estratta, possiede un’umidità dell’80% e per
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essiccazione all’aria si riduce al 20-25%.
Essendo mescolata sempre con terriccio, ha sempre un contenuto di ceneri molto alto.
Qi = 14500 [kJ/kg]
Non viene più utilizzata in campo industriale
LIGNITE
Carbonizzazione piu’ spinta della torba (da piante ad alto fusto).
Le ligniti sono suddivise in :
Note
Qi
Umidita’
XILOIDI
riconoscibile la struttura del legno
+
+++
PICEE
più compatta e scura
++
++
BITUMINOSE
più compatta e scura
+++
+
LITANTRACI
E’ il carbon fossile : e’ duro e compatto, con % di umidità molto bassa (2-3%) e contenuto
di ceneri basso (3-7%).
CLASSIFICAZIONE DEI LITANTRACI SECONDO GRÜNER
In base al potere cokificante e al tenore di sostanze volatili.
Potere cokificante : indica l’attitudine di un carbone alla formazione di coke.
Alcuni litantraci danno un coke compatto e coerente ⇒ ↑potere cokificante ⇒
LITANTRACI GRASSI
Altri danno un coke polverulento e incoerente ⇒ ↓potere cokificante ⇒ LITANTRACI
MAGRI.
Vi e’ un’ulteriore suddivisione in l. grassi e magri a lunga e corta fiamma e inoltre i l.
grassi propriamente detti.
La lunghezza della fiamma e’ in relazione alle sostanze volatili che durante la combustione
in parte distillano e poi bruciano originando a seconda della quantità fiamme più o meno
lunghe.
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I piu’ pregiati sono i “l. grassi a corta fiamma” e i “l. grassi propriamente detti”: da essi si
ottiene coke compatto con buona resistenza meccanica alla compressione. Esso e’
impiegato per la produzione di ghisa, quindi e’ detto anche coke siderurgico.
ANTRACITE
Può essere considerato un litantrace magro a cortissima fiamma. La combustione non da’
quasi origine a fiamma e presenta una grande difficoltà ad innescarsi.
E’ poco usata nell’industria, mentre trova ancora applicazione per il riscaldamento
domestico.
B) COMBUSTIBILI SOLIDI ARTIFICIALI:
COKE
Si ottengono solitamente per distillazione a seco dei litantraci grassi. Può ottenersi anche
da petrolio e ligniti. Il processo determina la formazione di
• un residuo solido coke
• una certa quantità di sostanze gassose che condensano durante il raffreddamento
(dando origine al catrame di carbon fossile)
• una certa quantità di sostanze gassose che rimangono gassose anche a T ambiente :
esse costituiscono un gas combustibile che, opportunamente purificato, può essere
utilizzato per uso domestico (gas illuminante o gas di città).
Se interessa soprattutto il coke, si parte da litantraci a corta fiamma (cioè a basso tenore
di sostanze volatili) e si opera a T = 1100-1200°C.
Se interessa soprattutto il gas di città, si parte da litantraci a lunga fiamma (cioè a basso
tenore di sostanze volatili) e si opera a T = 950-1000°C.→tendenza attuale e’ di ottenerlo
per gassificazione di derivati petroliferi, altrimenti si impiega direttamente gas naturale.
ANDAMENTO DELLA DISTILLAZIONE DELLE LITANTRACI
T > 100°C perde l’umidità assorbita.
T = 300-400°C : rammollimento a causa della fusione di una parte dei costituenti. Inizio dei
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fenomeni di decomposizione termica in coke e prodotti gassosi (prosegue fino a 1000°C).
T = 500°C : irrigidimento
T = 500-550°C : parziale decomposizione degli idrocarburi (cracking) sviluppati prima con
formazione di idrocarburi più semplici, H2 e C grafitico che si deposita sul coke in
formazione (diminuendone la porosità)
Tabelle composizionali del coke siderurgico (Qi = 30000kJ/kg).
COMBUSTIBILI LIQUIDI
Sono per la quasi totalita’ costituiti da derivati del petrolio.
PETROLIO : di origine organica →alterazione di grossi animali marini mescolati a
piccole quantita’ di detriti vegetali.
Esso e’ costituito da idrocarburi, composti ossigenati, solforati e azotati, composti
metallorganici e composti di composizione non ben definita chiamati composti asfaltici.
C = 83-87%
H = 11-12%
S = 0.05-8%
O = 0.05-3%
N = 0.05-1%
A seconda della natura degli idrocarburi che li costituiscono, i petroli vengono suddivisi in :
paraffinici
aromatici
naftalenici
PARAFFINICI : le paraffine sono idrocarburi a legami semplici a catena aperta di formula
generale CnH2n+2 (alcani). Sono presenti sia quelli più semplici (gassosi) fino a quelli a 30
e più atomi di C.
NAFTALENICI : i naftaleni sono gli idrocarburi di formula generale CnH2n a catena chiusa
(cicloalcani)
AROMATICI : benzene e suoi omologhi. Sono meno comuni.
Ricordiamo fra i composti ossigenati gli acidi naftenici (fig.)
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I composti solforati costituiscono un gruppo importante, e indesiderato, di costituenti del
petrolio grezzo. Tra di essi, ricordiamo i mercaptani R-SH, i solfuri R-S-R’ e i disolfuri R-SS-R’
Tra i composti azotati ricordiamo soprattutto la Piridina e la chinolina (formule)
Per ottenere i COMBUSTIBILI LIQUIDI ARTIFICIALI si esegue la raffinazione del petrolio :
1. Distillazione (operazione fisica)
2. Cracking termico (operazione di carattere chimico)
Cracking catalitico (come sopra)
3. Reforming (come sopra)
1. DISTILLAZIONE
E’ preceduta da processo di decantazione per separare acqua e fanghiglia.
E’ caratterizzata da una sequenza di evaporazioni e condensazioni in modo da separare
quote di liquido con intervalli definiti di Teb.
La composizione del vapore ottenibile da una miscela omogenea di composti liquidi e’
diversa da quella del liquido che l’ha generata.
(grafico)
P = cost. Il grafico rappresenta la temperatura di ebollizione della miscela in funzione della
composizione.
Per ebollizione della miscela di composizione F a T=TF si ha la formazione di un vapore di
composizione G, molto più ricco in A della miscela di partenza. Il liquido, quindi, si
impoverisce in A e, continuando a fornire calore, la Teb si sposterà verso valori più alti da
TF verso TB.
Dopo un certo tempo la composizione del liquido avrà raggiunto la composizione H, e il
vapore in equilibrio con esso avrà composizione L. Il vapore raccolto avrà quindi
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composizione variabile fra G ed L → se si fa condensare si avrà un liquido di
composizione intermedia M. Distillando M si ottiene un vapore e per condensazione un
liquido di composizione N.
Ripetendo più volte l'operazione di vaporizzazione e condensazione si possono separare
aliquote di liquido sempre più ricche in A, fino ad aver, al limite, A puro.
Industrialmente l'operazione viene condotta in una colonna a piatti: si tratta di una torre
con alla base una caldaia dove la miscela iniziale viene portata all'ebollizione.
La torre e' fornita di una serie di piatti forati sovrapposti con bordi ripiegati e muniti di una
campana (in modo che i vapori che salgono siano costretti a gorgogliare nel liquido
contenuto nei piatti). Il livello del liquido nei piatti è regolato da tubi di troppo pieno.
La T è via via decrescente dalla caldaia alla cima della torre. In condizioni di regime si
creano due flussi continui: i vapori che salgono e il liquido condensato che scende.
Il vapore a contatto con ogni piatto cede componenti meno volatili per condensazione e
acquista componenti più volatili per evaporazione.
A ogni livello della colonna corrisponde una determinata frazione di liquido con un ben
determinato intervallo di ebollizione.
Nel caso del PETROLIO, data l'enorme complessità della miscela, non è possibile
separare i costituenti allo stato puro, ma il grezzo viene separato in 4 frazioni principali:
•
Oli leggeri (distillano fino a 180-200°C): gas di petrolio, benzene, GPL.
•
Oli lampanti (distillano fino a 180-260°C): cherosene, petrolio solvente.
•
Oli medi (distillano fino a 260-320°C): gasolio, oli per diesel.
•
Oli pesanti (distillano a T>320°C): oli combustibili, lubrificanti.
Con successivi processi di frazionamento si ottengono i prodotti desiderati.
2. CRACKING TERMICO E CATALITICO
Il cracking consiste in una rottura delle molecole degli idrocarburi pesanti con formazione
di composti contenenti un numero inferiore di atomi di C.
C. TERMICO: metodo quasi abbandonato. Consiste nel riscaldamento degli oli pesanti a
T=450-500°C e a pressione elevata (P≅10atm).
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C. CATALITICO: le reazioni di scissione avvengono in presenza di catalizzatori (es. silicati
di Al) ⇒ utilizzo di T e P più basse ⇒ ottenimento di benzine più pregiate.
HYDROCRACKING: avviene in presenza di H2 con l'uso di catalizzatori (ossidi e sulfuri
dispersi sui silicati). Si ottengono maggiori rese in idrocarburi utilizzabili come benzine.
3. REFORMING
Trasformazione di idrocarburi paraffinici (alcani) già a basso n° di atomi di C (6-10) e a
catena lineare in idrocarburi aventi uguale n° di atomi di C, ma costituiti da paraffine molto
ramificate o addirittura da aromatici (benzene e derivati). Si fa sugli oli leggeri.
Catalizzatore: Pt disperso su Al2O3
T=500°C, P=15-40atm
Le benzine prodotte in questo modo hanno un elevato n° di ottano per la presenza di alte
% di composti aromatici.
Sottoprodotto di tale processo è l'H2 derivante dalla deidrogenazione delle cicloparaffine
ad aromatici.
Esso è utilizzato per l'hydrocracking.
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