Georg Wihelm Friederich Hegel Stoccarda 1770-Berlino 1831 Distinzione in tre fasi Primo periodo: 1793-1800 scritti di carattere politico-religioso Secondo periodo: 1800-1807 si avvicina a Schelling, con cui collabora nel “Giornale critico della filosofia” Terzo periodo: 1807- muore nel 1831. E’ considerata la fase della maturità del pensiero di Hegel. Ha inizio con l’allontanamento da Schelling (Fenomenologia dello spirito) Periodizzazione del pensiero hegeliano Gli scritti giovanili di argomento teologico e politico rimasero inediti nell’Ottocento. In questi scritti, oggi ritenuti importanti per la comprensione di questo filosofo –fu il filosofo storicista W.Dilthey per la prima volta a sottolinearlo – viene affrontato il tema della rinascita religiosa come fondamento della rinascita politica Il giovane Hegel Infinito •La realtà è l’espressione finita dell’Assoluto, principio spirituale infinito. Il finito in quanto tale non esiste, esiste solo come manifestazione dell’infinito. •L’assoluto non è una realtà trascendente , cioè presente ma immanente alla realtà: è un processo spirituale in divenire; tutto ciò che esiste è una tappa della sua realizzazione Ragione e realtà •H. definisce l’Assoluto come idea o ragione identificando la ragione con la realtà, il pensiero con l’essere •Identità essere/dover essere. La razionalità non è pura astrazione ma la legge che ordina il mondo Funzione della filosofia •Compito della filosofia è comprendere ciò che è la realtà, che è RAGIONE •La filosofia deve elaborare sotto forma di concetti la realtà dimostrandone la razionalità/ “nottola di Minerva”. Compito della filosofia è di giustificare razionalmente ciò che esiste Temi fondamentali del pensiero hegeliano In H. come in Fichte la dialettica indica il processo con cui l’ASSOLUTO si manifesta nel finito e si articola in 3 momenti: 1) Momento astratto-intellettuale/TESI 2) Momento negativo-razionale/ANTITESI 3) Momento positivo-razionale/SINTESI La dialettica Per Kant l’intelletto opera legittimamente nell’ambito dell’esperienza mentre la ragione opera in modo illegittimo oltre l’esperienza Hegel invece sostiene che l’intelletto sia una facoltà astratta, cioè astrae i concetti dalla realtà, mentre la ragione si identifica con la realtà Intelletto e Ragione TESI Antitesi Sintesi Momento astrattointellettuale: l’intelletto coglie la realtà mediante i concetti, ricavati per astrazione dalla realtà Momento negativo-razionale . La ragione nega questi concetti come finiti e limitati, ne coglie gli aspetti contradd. Ne individua le differenziazioni Momento positivo-razionale. La ragione coglie l’unità delle opposte determinazioni, sottolineando che le differenze sono aspetti diversi di un’unica realtà Dialettica hegeliana La sintesi è la riaffermazione Aufhebung della tesi arricchita dall’antitesi La dialettica È il processo in cui l’opposizione tra tesi e antitesi è superata da una sintesi che diviene a sua volta una tesi…in un processo triadico che perviene all’infinito(differenza con Fichte) Illuminismo • H. critica l’illuminismo perché esaltando la ragione separa la ragione dalla realtà, l’essere dal dover essere, • Per H. invece la realtà è ciò che deve essere Kant • Il kantismo, secondo H., è una filosofia del finito e per Kant la dialettica è una nozione negativa che pretende di conoscere l’infinito • Per H. LA DIALETTICA è VALIDA PROPRIO PERCHE’ ATTIENE/RIGUARDA L’INFINITO • La conoscenza a priori di Kant è – secondo H.- assurda sarebbe “come voler imparare a nuotare senza immergersi nell’acqua” Le critiche di Hegel alle filosofie precedenti Romanticismo • Anche se nell’opera di H. vi sono molti temi romantici, H. contesta che l’UOMO POSSA GIUNGERE ALL’ASSOLUTO mediante la fede, il sentimento o l’arte. L’ INFINITO può essere colto solo attraverso la ragione filosofica Hegel ha inoltre una visione negativa della natura Le critiche di Hegel alle filosofie precedenti Per H. lo Spirito non può avere un carattere soggettivo Contesta a F. un processo all’infinito che non giunge mai a conclusione Le critiche a FICHTE Questo processo all’infinito non supera mai la dimensione del finito/ permane la scissione esseredover essere H. critica S. perché questi ha concepito l’Assoluto come “identità indifferenziata di natura e spirito” E’ così incapace di spiegare la differenziazione della realtà “…come una notte in cui tutte le vacche sono nere” Fenomenologia dello spirito Le critiche a SCHELLING 1807 opera con la quale H. si distacca da Schelling Inizia la fase della maturità Fenomenologia (phainomenon=apparizione e lògos=discorso L’espressione Fenomenologia dello spirito indica la descrizione delle manifestazioni attraverso cui lo spirito giunge a cogliere se stesso La Fenomenologia dello spirito La realtà è un processo (NON UNA REALTA’ STATICA) Si tratta di un processo dialettico, ossia razionale in cui si manifesta progressivamente l’ASSOLUTO(o IDEA o RAGIONE) PRINCIPIO SPIRITUALE INFINITO Lo Spirito giunge a rivelarsi pienamente solo al termine del processo All’inizio lo spirito è presente in forma immediata e pertanto incompleta Quando nell’uomo acquista compiuta coscienza di sé Nella Fenomenologia H. descrive le tappe che lo Spirito deve percorrere per giungere a se stesso Ovvero la via che ogni singola coscienza umana deve seguire per giungere sino allo Spirito universale e alla conoscenza dell’identità pensiero/realtà (sapere assoluto) Figure – concrete manifestazioni storiche e ideali dello sviluppo dello Spirito I gradi di formazione della coscienza sono illustrati mediante figure Esse esprimono sia la storia della singola coscienza che la storia dello sviluppo dell’umanità nel suo complesso PRIMA PARTE Seconda parte • Comprende la triade dialettica di COSCIENZAAUTOCOSCIENZA-RAGIONE • Coscienza(certezza sensibile, percezione e intelletto) +AUTOCOSCIENZA “La verità della certezza di se stessa” + RAGIONE“certezza e verità della ragione” • Triade dialettica dello SPIRITO - RELIGIONE – SAPERE ASSOLUTO Divisione della Fenomenologia Difficoltà di lettura e d’interpretazione. Vari elementi concorrono a questa impostazione 1) l’idea propria di Hegel che fare filosofia significhi confrontarsi con tradizioni filosofiche passate e contemporanee alle quali tuttavia NON si richiama mai espressamente 2) Concezione della ragione come facoltà tesa a superare la fissità e l’astrattezza dei contenuti dell’intelletto, il quale ritaglia delle nozioni dentro il multiforme dispiegarsi della realtà e le fissa in forma rigida La ragione invece si ESPRIME ATTRAVERSO IL MOVIMENTO DIALETTICO che si allarga e si approfondisce per cogliere la totalità della realtà La fenomenologia dello spirito La coscienza è il soggetto che considera il mondo come distinto da sé •PRIMO MOMENTO: certezza sensibile La certezza sensibile o SENSAZIONE appare come la conoscenza più vera •In realtà è la più povera Si tratta di una certezza immediata di “questa” cosa singola •PERCEPITA HIC ET NUNC La fenomenologia dello spiritoCoscienza La certezza sensibile si risolve allora nella percezione La percezione è conoscenza dell’universale Vale a dire l’oggetto considerato nella sua globalità, nella molteplicità dei suoi caratteri e quindi in modo contraddittorio La fenomenologia dello spiritopercezione Nell’intelletto l’oggetto è rappresentato dalla coscienza come fenomeno, ossia come realtà che appare al soggetto La coscienza capisce comprende così che l’oggetto non è INDIPENDENTE dall’intelletto MA DIPENDE DALL’INTELLETTO, DUNQUE DA SE STESSA La fenomenologia dello spiritoIntelletto Avendo risolto l’oggetto in se stessa, ossia essendo divenuta consapevole che l’oggetto dipende da se stessa La coscienza è divenuta coscienza di sé, ossia AUTOCOSCIENZA La fenomenologia dello spiritodalla coscienza all’autocoscienza L’autocoscienza è il soggetto considerato nei suoi rapporti con gli altri L’autocoscienza Il primo momento è l’affermazione dell’autocoscienza •Ogni uomo si pone in relazione agli altri uomini o autocoscienze Hegel individua la legge di questa relazione NON nell’amore (opere giovanili) ma nell’OPPOSIZIONE •L’AUTOCOSCIENZA IMPLICA IL RICONOSCIMENTO DI ALTRE AUTOCOSCIENZE L’autocoscienza Tale riconoscimento passa attraverso il conflitto fra le autocoscienze •In questo CONFLITTO OGNI AUTOCOSCIENZA TENDE AD AFFERMARE SE STESSA E LA PROPRIA INDIPENDENZA Si tratta di una delle più celebri figure della Fenomenologia Il Signore (la Signoria) è colui che pur di affermare la propria indipendenza è disposto a sacrificare nella lotta anche la propria vita Il servo diviene una cosa del signore, dipendente dal signore che lo usa e lo fa lavorare per sé, godendo dei frutti del suo lavoro Il servo è invece colui che è disposto a sacrificare la propria indipendenza, pur di aver salva la vita Nella lotta fra servo e padrone – che storicamente corrisponde alla società antica e feudale- si sviluppa un processo che porta all’inversione dei ruoli La figura signoria-servitù Il signore, inizialmente indipendente, diventa dipendente dal LAVORO del servo Il servo – producendo con il suo lavoro ciò di cui il signore ha bisogno- diviene indipendente dal signore Inoltre il signore non può interamente realizzarsi come autocoscienza perché nel servo – ridotto a cosa- non ravvisa il polo dialettico con cui confrontarsi Al contrario il servo vede nel padrone l’ANTITESI alla quale opporsi Riflessioni e analisi sul testo Il mezzo che consente al servo di giungere alla coscienza della propria indipendenza LAVORO è il LAVORO con il quale il servo produce un’opera che ha una sua autonomia Hegel riconosce , in modo assai originale per il tempo, il ruolo del LAVORO. Questa figura è stata variamente interpretata e apprezzata dal pensiero marxista Martin Heidegger ha sottolineato la dimensione dell’angoscia che l’uomo prova di fronte alla morte. J.P.Sartre ha invece riflettuto sul conflitto fra le autocoscienze Interpretazioni Tuttavia la libertà conquistata dal servo, attraverso il lavoro, è solo una libertà interiore, cioè la consapevolezza del proprio valore e l’indipendenza nei confronti delle cose • Questo atteggiamento corrisponde - sul piano storico filosofico – alle posizioni espresse nella cultura antica dallo STOICISMO, che afferma la libertà interiore dell’individuo dalle cose e dagli eventi esterni e sfocia nella posizione dell’ATARASSIA. Si tratta tuttavia di una libertà astratta perché le passioni e i condizionamenti esterni continuano ad esistere Lo stoicismo trapassa così nelle SCETTICISMO che trasforma il DISTACCO dal mondo in NEGAZIONE del mondo. Il filosofo scettico sospende il giudizio sul mondo esterno, ma cade in contraddizione con se stesso • Tale contraddizione si manifesta nella COSCIENZA INFELICE che caratterizza la religiosità ebraica e il cristianesimo medievale/espressione della separazione radicale fra DIO e l’UOMO L’autocoscienza tra stoicismo, scetticismo e coscienza infelice E’ proprio la consapevolezza della separazione tra l’uomo e Dio a rendere l’uomo infelice In un secondo momento nel cristianesimo Dio s’incarna avvicinandosi all’uomo. Ma ancora la coscienza umana vede Dio come un al di là che gli fa cogliere tutta la sua nullità In un primo momento nell’ebraismo la coscienza umana avverte l’Assoluto come un Dio trascendente e irraggiungibile Questa condizione di infelicità verrà superata solo quando l’autocoscienza, nel suo vano sforzo di cogliere Dio, SI RENDE COSCIENTE DI ESSERE ESSA STESSA L’ASSOLUTO La coscienza infelice L’autocoscienza divenendo consapevole che il divino è sia nel mondo che in se stessa si scopre come RAGIONE ossia certezza di essere ogni realtà La coscienza diventa ragione RAGIONE La prima figura della ragione attiva di cui è simbolo il FAUST di Goethe, è quella del piacere e la necessità, in cui l’individuo, deluso dalla scienza, cerca la felicità nei piaceri, ma deve riconoscere che al fondo della vita c’è la morte e in fondo al piacere il nulla. Nella legge del cuore e nel delirio della presunzione crede di poter identificare l’universale con la sua legge, ossia con il sentimento(immediato e non razionale), in questo modo è destinato a scontrarsi con altri singoli individui TERZA FIGURA DELLA VIRTU’ E DEL CORSO DEL MONDO DA OSSERVATIVA LA RAGIONE DEVE DIVENTARE RAGIONE PRAICA O ATTIVA L’autocoscienza diviene ragione quando comprende di essere tutta la realtà Ragione osservativa . Per comprendere che “ciò che è razionale è reale e vs” cerca di conoscere la realtà del mondo. In questa ricerca, anche diacronica, dell’essenza delle cose, in realtà la COSCIENZA cerca se stessa Ai comportamenti particolari dei singoli, l’UOMO OPPONE la virtù che aspira all’universalità. TUTTAVIA QUESTA VIRTU’ – PUR ASPIRANDO A TRASFORMARE IL MONDO – E’ PRIVA DI RAPPORTI CON LA REALTA’, E’ PERTANTO PURAMENTE ASTRATTA LA RAGIONE SCOPRE CHE L’UNIVERSALITA’ NON E’ RAGGIUNGIBILE A PARTIRE DALL’INDIVIDUO L’UNIVERSALITA’ PUO’ ESSERE RAGGIUNTA SOLO NELLA DIMENSIONE DELLO SPIRITO CHE SI INCARNA NELLA SOCIETA’ E NEL POPOLO IN CUI UN UOMO VIVE DALLA RAGIONE ALLO SPIRITO Lo SPIRITO come eticità Primo momento: polis greca dove si realizza l’armonia tra l’individuo e la comunità Spirito Si tratta tuttavia di una realtà dove non mancano i conflitti come quello tra la legge umana e divina, tra donna e uomo, rappresentato da Antigone (Sofocle) La bella vita etica si spezza e dalla coscienza emergono i singoli individui che raggiungono il loro riconoscimento nella persona giuridica della cittadinanza romana Tale eguaglianza, eliminando tutte le differenze, risulta ASTRATTA. Dalla scissione tra l’individuo e la sostanza etica , ossia lo Stato, nasce Cesare, padrone del mondo Lo spirito che si fa altro da sé come cultura Questa scissione tocca l’apice nell’Europa moderna E’ il momento in cui l’uomo si rivolge alla ricerca del potere Ad essa si contrappone la fede interiore Alla fede si contrappone l’intelletto: questo contrasto tocca il culmine nell’Illuminismo. Ma la forza dell’Illuminismo sfocia nel terrore Lo spirito che si fa altro da sé come cultura Il primo momento è rappresentato dalla morale kantiana che si fonda sull’astrattezza del dovere per il dovere Coscienziosità: agire conformemente al dovere La coscienziosità assume toni esasperati nella romantica anima bella Tale dimensione viene superata dalla conciliazione in cui lo spirito raggiunge l’ASSOLUTO Lo spirito che ritorna a sé come moralità Il sapere filosofico dell’Assoluto si divide in 3 parti Sistema hegeliano Logica che è la “scienza dell’idea in sé e per sé” Filosofia della natura, cioè l’idea che si manifesta concretamente nella natura Filosofia dello Spirito che è la “scienza dell’Idea che ritorna in sé” (cioè lo spirito che dopo essersi manifestato nella natura, ritorna nell’uomo Il sistema hegeliano: un sistema chiuso? Filosofia dello Spirito soggettivo, che studia l’uomo come individuo Filosofia dello Spirito oggettivo, che coglie l’uomo nella sua dimensione sociale Filosofia dello Spirito assoluto, che tratta dello Spirito in se stesso nelle tre forme dell’ARTE, della RELIGIONE e della FILOSOFIA La filosofia dello spirito Antropologia studia lo Spirito come anima naturale, senziente e reale Fenomenologia, riprendendo la partizione dell’opera omonima, studia lo spirito come coscienza, autocoscienza e ragione Psicologia, studia le manifestazioni dello spirito nell’attività teoretica (conoscenza), nell’attività pratica (azione morale) e nello spirito libero perché la LIBERTA’ è il tratto essenziale dello spirito Filosofia dello spirito soggettivo La libertà si esprime pienamente nello spirito oggettivo che vede l’uomo nelle sue relazioni sociali (Lineamenti della filosofia del Diritto, Enciclopedia) e si divide in Filosofia dello Spirito oggettivo Diritto che considera l’uomo Nella MORALITA’ la legge è come persona giuridica, ossia interna all’uomo e si manifesta soggetto astratto di diritti. La nell’agire. L’azione morale prima manifestazione è la parte da un proponimento e ha PROPRIETA’ che è tale in come fine il benessere; quando Tale separatezza viene virtù di un contratto. il benessere assume un superata nell’ETICITA’ che è L’esistenza di un diritto carattere di universalità nasce la sintesi tra la legge comporta la possibilità del suo la CONCEZIONE DEL BENE. Qui esterna del diritto e la legge contrario – il TORTO- e l’uomo si trova diviso tra volere interiore della moralità dunque la pena. Tuttavia la il bene e la realizzazione pena per essere riconosciuta pratica del bene stesso/ Si valida dal colpevole deve tratta della separazione tra investire la sfera della essere e dover essere che MORALITA’ Hegel critica a Kant Famiglia Società civile E’ costituita da una pluralità di famiglie e si compone di 3 momenti L’unione tra i sessi è consacrata dal matrimonio e garantita dall’esistenza di un patrimonio. Ha come obiettivo primario l’educazione dei figli i quali una volta divenuti adulti formeranno altre famiglie 1) Sistema dei bisogni che è la dimensione economicosociale della collettività umana 2) l’amministrazione della giustizia e si identifica con il diritto pubblico 3) La polizia e le corporazioni; la società corporativa di Hegel è un elemento fondamentale dell’unità tra i diversi ceti sociali che termina nello STATO Eticità: le forme STATO Esso coniuga il principio dell’unità della famiglia con la pluralità propria della società. Nello Stato etico in cui si esprime l’ethos di un popolo - i particolarismi della società vengono risolti nel bene comune. Si tratta di uno STATO ORGANICISTICO per cui NON sono gli individui a fondare lo STATO ma è LO STATO A FONDARE GLI INDIVIDUI. Hegel sostiene che il fondamento della sovranità dello Stato sia lo Stato stesso Lo stato esercita la sua sovranità mediante le leggi STATO • L’organizzazione dello Stato o “costituzione” è la manifestazione della collettività e della storia di un popolo. La monarchia costituzionale prussiana è indicata come razionale perché i poteri SONO DISTINTI ma NON DIVISI - Potere principesco STATO Lo stato è lo spirito che si manifesta pienamente nella realtà LO “Stato è l’ingresso di Dio nel mondo” Molti problemi interpretativi K.Popper, La società aperta e i suoi nemici, 1945 definisce Hegel, come Platone e Marx , come un nemico della società aperta e un profeta dello stato totalitario Lo stato può essere giudicato solo dallo spirito universale cioè la STORIA, il cui momento essenziale è la GUERRA STATO La GUERRA è giustificata come una manifestazione dialettica della vita dello Spirito, la guerra mantiene la “salute etica” dei popoli “come il movimento dei venti preserva il mare dalla putredine”. Qui Hegel si pone in aperto contrasto con Kant (1795Per la pace perpetua) Se dal punto di vista individuale la storia può apparire un insieme casuale di fatti, dal punto di vista della RAGIONE la STORIA è assolutamente razionale Storia La razionalità della storia è determinata dal processo RAZIONALE, DIALETTICO E NECESSARIO dello Spirito che in essa si manifesta Il fine della storia è il pieno raggiungimento- da parte dello Spirito – della conoscenza e della realizzazione di se stesso mediante l’incarnazione nello spirito dei popoli che si succedono nella storia La Storia procede per mezzo di eroi che in realtà sono i mezzi dei quali l’astuzia della Ragione si serve per attuare i propri fini L’individuo perisce Lo Spirito prosegue verso il suo fine – la realizzazione della libertà La vera libertà può essere realizzata solo nello Stato etico, in cui l’individuo è risolto nella comunità La storia è una successione di stati che rappresentano delle tappe del divenire dialettico dello Spirito sino alla sintesi ultima che corrisponde al modello dello STATO PRUSSIANO STORIA Tre momenti della STORIA DEL MONDO • Mondo orientale, dove solo il monarca è libero • Mondo greco romano, dove alcuni uomini sono liberi • Mondo cristiano germanico dove tutti sono liberi STORIA Nello Spirito assoluto l’Idea raggiunge la piena consapevolezza della propria LIBERTA’ e ASSOLUTEZZA tramite 1) ARTE. Lo spirito acquisisce coscienza di se medesimo mediante l’intuizione; l’opera d’arte è la sintesi di CONTENUTO SPIRITUALE e FORMA SENSIBILE. I tre momenti della storia dell’arte sono: a) l’arte simbolica/ arte orientale b) l’arte classica, forma e contenuto in armonioso equilibrio/ ma si tratta dell’ANTITESI c) l’arte romantica che dimostra che qualsiasi forma artistica è inadeguata a esprimere il messaggio spirituale Filosofia dello Spirito assolutoARTE E’ necessario ammettere una forma di conoscenza dell’ASSOLUTO e questa è la religione Nella religione lo Spirito per essere reso più accessibile viene conosciuto mediante la RAPPRESENTAZIONE a) La religione naturale, Dio è rappresentato come un fenomeno naturale b) Religioni dell’individualità (ebraismo, religione greco-romana) Dio è rappresentato sotto forme umane Le tre grandi fasi della religione sono: Nel CRISTIANESIMO come religione assoluta Dio è concepito come puro Spirito Filosofia dello Spirito assolutoRELIGIONE Proprio perché il cristianesimo è una religione si limita a cogliere lo Spirito in una forma, quella della RAPPRESENTAZIONE ancora inadeguata a cogliere l’assolutezza E’ necessario dunque giungere alla FILOSOFIA che è la sintesi suprema della filosofia dell’Assoluto. E’ nella FILOSOFIA che lo Spirito raggiunge la piena consapevolezza di se stesso mediante i concetti o categorie STORIA della FILOSOFIA Anche la filosofia si è sviluppata in una serie di tappe che si sono concluse nella FILOSOFIA HEGELIANA in cui l’ASSOLUTO ha colto se stesso L’idealismo di Hegel è dunque la SINTESI dell’idealismo soggettivo di FICHTE e dell’idealismo oggettivo di Schelling. Secondo un’interpretazione che avrà grande fortuna: la filosofia di Hegel rappresenta la conclusione degli sforzi che in circa 2.500.000 anni lo Spirito ha compiuto per potersi conoscere La FILOSOFIA è e si identificano Filosofia dello Spirito assolutoFILOSOFIA