Hegel - prof. Panella

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Georg Wihelm
Friederich Hegel
Stoccarda 1770-Berlino 1831
Distinzione in tre fasi
Primo periodo: 1793-1800 scritti di carattere politico-religioso
Secondo periodo: 1800-1807 si avvicina a Schelling, con cui
collabora nel “Giornale critico della filosofia”
Terzo periodo: 1807- muore nel 1831. E’ considerata la fase della
maturità del pensiero di Hegel. Ha inizio con l’allontanamento da
Schelling (Fenomenologia dello spirito)
Periodizzazione del pensiero
hegeliano

Gli scritti giovanili di argomento teologico
e politico rimasero inediti nell’Ottocento.
In questi scritti, oggi ritenuti importanti
per la comprensione di questo filosofo –fu
il filosofo storicista W.Dilthey per la prima
volta a sottolinearlo – viene affrontato il
tema della rinascita religiosa come
fondamento della rinascita politica
Il giovane Hegel
Infinito
•La realtà è l’espressione finita dell’Assoluto, principio spirituale infinito. Il
finito in quanto tale non esiste, esiste solo come manifestazione dell’infinito.
•L’assoluto non è una realtà trascendente , cioè presente ma immanente alla
realtà: è un processo spirituale in divenire; tutto ciò che esiste è una tappa
della sua realizzazione
Ragione e
realtà
•H. definisce l’Assoluto come idea o ragione identificando la ragione con
la realtà, il pensiero con l’essere
•Identità essere/dover essere. La razionalità non è pura astrazione ma la legge
che ordina il mondo
Funzione
della filosofia
•Compito della filosofia è comprendere ciò che è la realtà, che è RAGIONE
•La filosofia deve elaborare sotto forma di concetti la realtà dimostrandone la
razionalità/ “nottola di Minerva”. Compito della filosofia è di giustificare
razionalmente ciò che esiste
Temi fondamentali del pensiero
hegeliano

In H. come in Fichte la dialettica indica il
processo con cui l’ASSOLUTO si manifesta
nel finito e si articola in 3 momenti:

1) Momento astratto-intellettuale/TESI

2) Momento negativo-razionale/ANTITESI

3) Momento positivo-razionale/SINTESI
La dialettica
Per Kant l’intelletto opera
legittimamente nell’ambito
dell’esperienza mentre la
ragione opera in modo
illegittimo oltre l’esperienza
Hegel invece sostiene che
l’intelletto sia una facoltà
astratta, cioè astrae i concetti
dalla realtà, mentre la ragione
si identifica con la realtà
Intelletto e Ragione
TESI
Antitesi
Sintesi
Momento astrattointellettuale: l’intelletto coglie
la realtà mediante i concetti,
ricavati per astrazione dalla
realtà
Momento negativo-razionale .
La ragione nega questi
concetti come finiti e limitati,
ne coglie gli aspetti contradd.
Ne individua le differenziazioni
Momento positivo-razionale.
La ragione coglie l’unità delle
opposte determinazioni,
sottolineando che le differenze
sono aspetti diversi di un’unica
realtà
Dialettica hegeliana
La sintesi è la
riaffermazione
Aufhebung
della tesi
arricchita
dall’antitesi
La dialettica
È il processo in cui l’opposizione tra tesi e antitesi è superata da una
sintesi che diviene a sua volta una tesi…in un processo triadico che
perviene all’infinito(differenza con Fichte)
Illuminismo
• H. critica l’illuminismo perché esaltando la ragione separa la
ragione dalla realtà, l’essere dal dover essere,
• Per H. invece la realtà è ciò che deve essere
Kant
• Il kantismo, secondo H., è una filosofia del finito e per Kant la
dialettica è una nozione negativa che pretende di conoscere
l’infinito
• Per H. LA DIALETTICA è VALIDA PROPRIO PERCHE’
ATTIENE/RIGUARDA L’INFINITO
• La conoscenza a priori di Kant è – secondo H.- assurda sarebbe
“come voler imparare a nuotare senza immergersi nell’acqua”
Le critiche di Hegel alle filosofie
precedenti
Romanticismo
• Anche se nell’opera di H. vi sono molti temi romantici,
H.
contesta
che
l’UOMO
POSSA
GIUNGERE
ALL’ASSOLUTO mediante la fede, il sentimento o l’arte.
L’ INFINITO può essere colto solo attraverso la ragione
filosofica
Hegel ha inoltre una visione negativa della
natura
Le critiche di Hegel alle filosofie
precedenti
Per H. lo Spirito non
può avere un
carattere soggettivo
Contesta a F. un
processo all’infinito
che non giunge mai a
conclusione
Le critiche a FICHTE
Questo processo
all’infinito non supera
mai la dimensione del
finito/ permane la
scissione esseredover essere
H. critica S. perché
questi ha concepito
l’Assoluto come
“identità
indifferenziata di
natura e spirito”
E’ così incapace di
spiegare la
differenziazione
della realtà
“…come una notte
in cui tutte le
vacche sono nere”
Fenomenologia
dello spirito
Le critiche a SCHELLING
1807 opera con la quale H. si
distacca da Schelling
Inizia la fase della maturità
Fenomenologia
(phainomenon=apparizione e
lògos=discorso
L’espressione
Fenomenologia dello
spirito indica la
descrizione delle
manifestazioni attraverso
cui lo spirito giunge a
cogliere se stesso
La Fenomenologia dello spirito
La realtà è un processo
(NON UNA REALTA’
STATICA)
Si tratta di un processo
dialettico, ossia razionale
in cui si manifesta
progressivamente
l’ASSOLUTO(o IDEA o
RAGIONE) PRINCIPIO
SPIRITUALE INFINITO
Lo Spirito giunge a
rivelarsi pienamente solo
al termine del processo
All’inizio lo spirito è
presente in forma
immediata e pertanto
incompleta
Quando nell’uomo acquista
compiuta coscienza di sé
Nella Fenomenologia H.
descrive le tappe che lo
Spirito deve percorrere per
giungere a se stesso
Ovvero la via che ogni
singola coscienza umana
deve seguire per giungere
sino allo Spirito universale e
alla conoscenza dell’identità
pensiero/realtà (sapere
assoluto)
Figure – concrete
manifestazioni storiche e
ideali dello sviluppo dello
Spirito
I gradi di formazione della
coscienza sono illustrati
mediante figure
Esse esprimono sia la storia
della singola coscienza che la
storia dello sviluppo
dell’umanità nel suo
complesso
PRIMA
PARTE
Seconda
parte
• Comprende la triade dialettica di COSCIENZAAUTOCOSCIENZA-RAGIONE
• Coscienza(certezza sensibile, percezione e intelletto)
+AUTOCOSCIENZA
“La verità della certezza di se
stessa” + RAGIONE“certezza e verità della ragione”
• Triade dialettica dello SPIRITO - RELIGIONE – SAPERE
ASSOLUTO
Divisione della Fenomenologia
Difficoltà di lettura e
d’interpretazione. Vari
elementi concorrono a questa
impostazione
1) l’idea propria di Hegel che
fare filosofia significhi
confrontarsi con tradizioni
filosofiche passate e
contemporanee alle quali
tuttavia NON si richiama mai
espressamente
2) Concezione della ragione
come facoltà tesa a superare
la fissità e l’astrattezza dei
contenuti dell’intelletto, il
quale ritaglia delle nozioni
dentro il multiforme
dispiegarsi della realtà e le
fissa in forma rigida
La ragione invece si ESPRIME
ATTRAVERSO IL MOVIMENTO
DIALETTICO che si allarga e
si approfondisce per cogliere
la totalità della realtà
La fenomenologia dello spirito
La coscienza è il
soggetto che considera
il mondo come distinto
da sé
•PRIMO MOMENTO:
certezza sensibile
La certezza sensibile o
SENSAZIONE appare
come la conoscenza
più vera
•In realtà è la più
povera
Si tratta di una certezza
immediata di “questa”
cosa singola
•PERCEPITA HIC ET
NUNC
La fenomenologia dello spiritoCoscienza
La certezza sensibile
si risolve allora nella
percezione
La percezione è
conoscenza
dell’universale
Vale a dire l’oggetto
considerato nella sua
globalità, nella
molteplicità dei suoi
caratteri e quindi in
modo contraddittorio
La fenomenologia dello spiritopercezione
Nell’intelletto l’oggetto
è rappresentato dalla
coscienza come
fenomeno, ossia come
realtà che appare al
soggetto
La coscienza capisce
comprende così che
l’oggetto non è
INDIPENDENTE
dall’intelletto
MA DIPENDE
DALL’INTELLETTO,
DUNQUE DA SE
STESSA
La fenomenologia dello spiritoIntelletto
Avendo risolto
l’oggetto in se
stessa, ossia
essendo divenuta
consapevole che
l’oggetto dipende
da se stessa
La coscienza è
divenuta
coscienza di sé,
ossia
AUTOCOSCIENZA
La fenomenologia dello spiritodalla coscienza all’autocoscienza
L’autocoscienza è
il soggetto
considerato nei
suoi rapporti con
gli altri
L’autocoscienza
Il primo momento è
l’affermazione
dell’autocoscienza
•Ogni uomo si pone in
relazione agli altri uomini o
autocoscienze
Hegel individua la legge di
questa relazione NON
nell’amore (opere giovanili)
ma nell’OPPOSIZIONE
•L’AUTOCOSCIENZA
IMPLICA IL
RICONOSCIMENTO DI
ALTRE AUTOCOSCIENZE
L’autocoscienza
Tale riconoscimento passa
attraverso il conflitto fra le
autocoscienze
•In questo CONFLITTO OGNI
AUTOCOSCIENZA TENDE
AD AFFERMARE SE STESSA
E LA PROPRIA
INDIPENDENZA
Si tratta di una delle più
celebri figure della
Fenomenologia
Il Signore (la Signoria) è
colui che pur di affermare
la propria indipendenza è
disposto a sacrificare nella
lotta anche la propria vita
Il servo diviene una cosa
del signore, dipendente dal
signore che lo usa e lo fa
lavorare per sé, godendo
dei frutti del suo lavoro
Il servo è invece colui che
è disposto a sacrificare la
propria indipendenza, pur
di aver salva la vita
Nella lotta fra servo e
padrone – che
storicamente corrisponde
alla società antica e
feudale- si sviluppa un
processo che porta
all’inversione dei ruoli
La figura signoria-servitù
Il signore,
inizialmente
indipendente, diventa
dipendente dal
LAVORO del servo
Il servo – producendo
con il suo lavoro ciò di
cui il signore ha
bisogno- diviene
indipendente dal
signore
Inoltre il signore non
può interamente
realizzarsi come
autocoscienza perché
nel servo – ridotto a
cosa- non ravvisa il
polo dialettico con cui
confrontarsi
Al contrario il servo
vede nel padrone
l’ANTITESI alla quale
opporsi
Riflessioni e analisi sul testo
Il mezzo che
consente al servo di
giungere alla
coscienza della
propria indipendenza
LAVORO
è il LAVORO con il
quale il servo
produce un’opera
che ha una sua
autonomia
Hegel riconosce , in modo
assai originale per il
tempo, il ruolo del
LAVORO. Questa figura è
stata variamente
interpretata e apprezzata
dal pensiero marxista
Martin Heidegger ha
sottolineato la dimensione
dell’angoscia che l’uomo
prova di fronte alla morte.
J.P.Sartre ha invece
riflettuto sul conflitto fra le
autocoscienze
Interpretazioni
Tuttavia la libertà conquistata dal servo, attraverso il lavoro, è solo una
libertà interiore, cioè la consapevolezza del proprio valore e
l’indipendenza nei confronti delle cose
• Questo atteggiamento corrisponde - sul piano storico filosofico – alle posizioni espresse
nella cultura antica dallo STOICISMO, che afferma la libertà interiore dell’individuo dalle
cose e dagli eventi esterni e sfocia nella posizione dell’ATARASSIA. Si tratta tuttavia di una
libertà astratta perché le passioni e i condizionamenti esterni continuano ad esistere
Lo stoicismo trapassa così nelle SCETTICISMO che trasforma il
DISTACCO dal mondo in NEGAZIONE del mondo. Il filosofo scettico
sospende il giudizio sul mondo esterno, ma cade in contraddizione con
se stesso
• Tale contraddizione si manifesta nella COSCIENZA INFELICE che caratterizza la religiosità
ebraica e il cristianesimo medievale/espressione della separazione radicale fra DIO e
l’UOMO
L’autocoscienza tra stoicismo,
scetticismo e coscienza infelice
E’ proprio la consapevolezza
della separazione tra l’uomo
e Dio
a rendere l’uomo infelice
In un secondo momento nel
cristianesimo Dio s’incarna
avvicinandosi all’uomo. Ma
ancora la coscienza umana
vede Dio come un al di là che
gli fa cogliere tutta la sua
nullità
In un primo momento
nell’ebraismo la coscienza
umana avverte l’Assoluto
come un Dio trascendente e
irraggiungibile
Questa condizione di
infelicità verrà superata solo
quando l’autocoscienza, nel
suo vano sforzo di cogliere
Dio, SI RENDE COSCIENTE
DI ESSERE ESSA STESSA
L’ASSOLUTO
La coscienza infelice
 L’autocoscienza
divenendo
consapevole che il divino è
sia nel mondo che in se
stessa si scopre come
RAGIONE ossia certezza di
essere ogni realtà
La coscienza diventa ragione
RAGIONE
La
prima
figura
della
ragione attiva
di cui è
simbolo il FAUST di Goethe,
è quella del piacere e la
necessità, in cui l’individuo,
deluso dalla scienza, cerca
la felicità nei piaceri, ma
deve riconoscere che al
fondo della vita c’è la morte
e in fondo al piacere il
nulla. Nella legge del cuore
e
nel
delirio
della
presunzione crede di poter
identificare l’universale con
la sua legge, ossia con il
sentimento(immediato
e
non razionale), in questo
modo
è
destinato
a
scontrarsi con altri singoli
individui
TERZA FIGURA DELLA VIRTU’ E DEL
CORSO DEL MONDO
DA OSSERVATIVA LA RAGIONE
DEVE DIVENTARE RAGIONE PRAICA
O ATTIVA
L’autocoscienza diviene ragione
quando comprende di essere tutta
la realtà
Ragione osservativa . Per
comprendere che “ciò che è
razionale è reale e vs”
cerca di conoscere la realtà
del mondo. In questa
ricerca, anche diacronica,
dell’essenza delle cose, in
realtà la COSCIENZA cerca
se stessa
Ai
comportamenti
particolari
dei
singoli,
l’UOMO OPPONE la virtù che
aspira
all’universalità.
TUTTAVIA QUESTA VIRTU’
–
PUR
ASPIRANDO
A
TRASFORMARE IL MONDO –
E’ PRIVA DI RAPPORTI CON
LA REALTA’, E’ PERTANTO
PURAMENTE ASTRATTA
LA RAGIONE SCOPRE CHE
L’UNIVERSALITA’ NON E’
RAGGIUNGIBILE A PARTIRE
DALL’INDIVIDUO
L’UNIVERSALITA’ PUO’ ESSERE
RAGGIUNTA SOLO NELLA
DIMENSIONE DELLO SPIRITO
CHE SI INCARNA NELLA
SOCIETA’ E NEL POPOLO IN
CUI UN UOMO VIVE
DALLA RAGIONE ALLO SPIRITO
Lo SPIRITO come eticità
Primo momento: polis
greca dove si realizza
l’armonia tra l’individuo e
la comunità
Spirito
Si tratta tuttavia di una
realtà dove non mancano i
conflitti come quello tra la
legge umana e divina, tra
donna e uomo,
rappresentato da Antigone
(Sofocle)
La bella vita etica si
spezza e dalla coscienza
emergono i singoli
individui che raggiungono
il loro riconoscimento nella
persona giuridica della
cittadinanza romana
Tale eguaglianza,
eliminando tutte le
differenze, risulta
ASTRATTA. Dalla
scissione tra l’individuo
e la sostanza etica ,
ossia lo Stato, nasce
Cesare, padrone del
mondo
Lo spirito che si fa
altro da sé come
cultura
Questa scissione
tocca l’apice
nell’Europa
moderna
E’ il momento in
cui l’uomo si
rivolge alla ricerca
del potere
Ad essa si
contrappone la
fede interiore
Alla fede si
contrappone
l’intelletto: questo
contrasto tocca il
culmine
nell’Illuminismo.
Ma la forza
dell’Illuminismo
sfocia nel terrore
Lo spirito che si fa altro da sé
come cultura
Il primo momento è
rappresentato dalla
morale kantiana
che si fonda
sull’astrattezza del
dovere per il dovere
Coscienziosità:
agire
conformemente al
dovere
La coscienziosità
assume toni
esasperati nella
romantica anima
bella
Tale dimensione
viene superata dalla
conciliazione in cui
lo spirito raggiunge
l’ASSOLUTO
Lo spirito che ritorna a sé come
moralità
Il sapere filosofico dell’Assoluto si divide in
3 parti
Sistema hegeliano
Logica che è la “scienza dell’idea in
sé e per sé”
Filosofia della natura, cioè l’idea
che si manifesta concretamente
nella natura
Filosofia dello Spirito che è la
“scienza dell’Idea che ritorna in sé”
(cioè lo spirito che dopo essersi
manifestato nella natura, ritorna
nell’uomo
Il sistema hegeliano: un sistema
chiuso?
Filosofia dello Spirito
soggettivo, che studia
l’uomo come individuo
Filosofia dello Spirito
oggettivo, che coglie
l’uomo nella sua
dimensione sociale
Filosofia dello Spirito
assoluto, che tratta
dello Spirito in se stesso
nelle tre forme
dell’ARTE, della
RELIGIONE e della
FILOSOFIA
La filosofia dello spirito
Antropologia
studia lo Spirito
come anima
naturale, senziente
e reale
Fenomenologia,
riprendendo la
partizione
dell’opera
omonima, studia lo
spirito come
coscienza,
autocoscienza e
ragione
Psicologia, studia
le manifestazioni
dello spirito
nell’attività
teoretica
(conoscenza),
nell’attività pratica
(azione morale) e
nello spirito libero
perché la LIBERTA’
è il tratto
essenziale dello
spirito
Filosofia dello spirito soggettivo
La libertà si esprime pienamente nello spirito oggettivo che
vede l’uomo nelle sue relazioni sociali (Lineamenti della
filosofia del Diritto, Enciclopedia) e si divide in
Filosofia dello Spirito oggettivo
Diritto che considera l’uomo
Nella MORALITA’ la legge è
come persona giuridica, ossia interna all’uomo e si manifesta
soggetto astratto di diritti. La
nell’agire. L’azione morale
prima manifestazione è la
parte da un proponimento e ha
PROPRIETA’ che è tale in
come fine il benessere; quando
Tale separatezza viene
virtù di un contratto.
il benessere assume un
superata nell’ETICITA’ che è
L’esistenza di un diritto
carattere di universalità nasce
la sintesi tra la legge
comporta la possibilità del suo la CONCEZIONE DEL BENE. Qui
esterna del diritto e la legge
contrario – il TORTO- e
l’uomo si trova diviso tra volere
interiore della moralità
dunque la pena. Tuttavia la
il bene e la realizzazione
pena per essere riconosciuta
pratica del bene stesso/ Si
valida dal colpevole deve
tratta della separazione tra
investire la sfera della
essere e dover essere che
MORALITA’
Hegel critica a Kant
Famiglia
Società
civile
E’ costituita da una pluralità
di famiglie e si compone di 3
momenti
L’unione tra i sessi è
consacrata dal matrimonio e
garantita dall’esistenza di un
patrimonio. Ha come
obiettivo primario
l’educazione dei figli i quali
una volta divenuti adulti
formeranno altre famiglie
1) Sistema dei bisogni che è
la dimensione economicosociale della collettività
umana
2) l’amministrazione della
giustizia e si identifica con il
diritto pubblico
3) La polizia e le
corporazioni; la società
corporativa di Hegel è un
elemento fondamentale
dell’unità tra i diversi ceti
sociali che termina nello
STATO
Eticità: le forme
STATO
Esso coniuga il principio
dell’unità della famiglia con la
pluralità propria della società.
Nello Stato etico in cui si
esprime l’ethos di un
popolo - i particolarismi
della società vengono risolti
nel bene comune. Si tratta di
uno STATO
ORGANICISTICO per cui
NON sono gli individui a
fondare lo STATO ma è
LO STATO A FONDARE GLI
INDIVIDUI. Hegel
sostiene che il
fondamento della
sovranità dello Stato sia
lo Stato stesso
Lo stato esercita
la sua sovranità
mediante le leggi
STATO
• L’organizzazione
dello
Stato
o
“costituzione” è la manifestazione della
collettività e della storia di un popolo. La
monarchia costituzionale prussiana è
indicata come razionale perché i poteri
SONO DISTINTI ma NON DIVISI - Potere
principesco
STATO
Lo stato è lo spirito
che si manifesta
pienamente nella
realtà
LO “Stato è l’ingresso
di Dio nel mondo”
Molti problemi
interpretativi
K.Popper, La
società aperta e i
suoi nemici, 1945
definisce Hegel,
come Platone e
Marx , come un
nemico della
società aperta e
un profeta dello
stato totalitario
Lo stato può essere giudicato
solo dallo spirito universale cioè la
STORIA, il cui momento
essenziale è la GUERRA
STATO
La GUERRA è giustificata come
una manifestazione dialettica
della vita dello Spirito, la guerra
mantiene la “salute etica” dei
popoli “come il movimento dei
venti preserva il mare dalla
putredine”. Qui Hegel si pone in
aperto contrasto con Kant (1795Per la pace perpetua)
Se dal punto di vista
individuale la storia può
apparire un insieme casuale di
fatti, dal punto di vista della
RAGIONE la STORIA è
assolutamente razionale
Storia
La razionalità della storia è
determinata dal processo
RAZIONALE, DIALETTICO E
NECESSARIO dello Spirito
che in essa si manifesta
Il fine della storia è il pieno
raggiungimento- da parte
dello Spirito – della
conoscenza e della
realizzazione di se stesso
mediante l’incarnazione
nello spirito dei popoli che
si succedono nella storia
La Storia procede per mezzo di eroi che in realtà
sono i mezzi dei quali l’astuzia della Ragione si
serve per attuare i propri fini
 L’individuo perisce
 Lo Spirito prosegue verso il suo fine – la
realizzazione della libertà
 La vera libertà può essere realizzata solo nello
Stato etico, in cui l’individuo è risolto nella
comunità
 La storia è una successione di stati che
rappresentano delle tappe del divenire dialettico
dello Spirito sino alla sintesi ultima che
corrisponde al modello dello STATO PRUSSIANO

STORIA
Tre momenti della STORIA DEL MONDO
• Mondo orientale, dove solo il monarca è libero
• Mondo greco romano, dove alcuni uomini sono
liberi
• Mondo cristiano germanico dove tutti sono liberi
STORIA
Nello Spirito assoluto
l’Idea raggiunge la
piena consapevolezza
della propria LIBERTA’
e ASSOLUTEZZA
tramite
1) ARTE. Lo spirito
acquisisce coscienza di se
medesimo mediante
l’intuizione; l’opera d’arte è
la sintesi di CONTENUTO
SPIRITUALE e FORMA
SENSIBILE.
I tre momenti della storia
dell’arte sono:
a) l’arte simbolica/ arte
orientale
b) l’arte classica, forma e
contenuto in armonioso
equilibrio/ ma si tratta
dell’ANTITESI
c) l’arte romantica che
dimostra che qualsiasi
forma artistica è
inadeguata a esprimere il
messaggio spirituale
Filosofia dello Spirito assolutoARTE
E’ necessario
ammettere una forma
di conoscenza
dell’ASSOLUTO e
questa è la
religione
Nella religione lo
Spirito per essere reso
più accessibile viene
conosciuto mediante la
RAPPRESENTAZIONE
a) La religione
naturale, Dio è
rappresentato come un
fenomeno naturale
b) Religioni
dell’individualità
(ebraismo, religione
greco-romana) Dio è
rappresentato sotto
forme umane
Le tre grandi fasi della
religione sono:
Nel CRISTIANESIMO
come religione assoluta
Dio è concepito come
puro Spirito
Filosofia dello Spirito assolutoRELIGIONE
Proprio perché il cristianesimo è
una religione si limita a cogliere
lo Spirito in una forma, quella
della RAPPRESENTAZIONE
ancora inadeguata a cogliere
l’assolutezza
E’ necessario dunque giungere
alla FILOSOFIA che è la sintesi
suprema della filosofia
dell’Assoluto. E’ nella
FILOSOFIA che lo Spirito
raggiunge la piena
consapevolezza di se stesso
mediante i concetti o categorie
STORIA della FILOSOFIA
Anche la filosofia si è sviluppata
in una serie di tappe che si
sono concluse nella FILOSOFIA
HEGELIANA in cui l’ASSOLUTO
ha colto se stesso
L’idealismo di Hegel è
dunque la SINTESI
dell’idealismo soggettivo di
FICHTE e dell’idealismo
oggettivo di Schelling.
Secondo un’interpretazione che
avrà grande fortuna: la filosofia
di Hegel rappresenta la
conclusione degli sforzi che
in circa 2.500.000 anni lo
Spirito ha compiuto per
potersi conoscere
La FILOSOFIA è
e si identificano
Filosofia dello Spirito assolutoFILOSOFIA
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