Svelarsi/velarsi, scoprirsi/coprirsi: manipolazione dei simboli e soggettività femminili. Un dialogo aperto tra Annamaria Rivera e Anna Paini Anna Paini insegna antropologia culturale all'Università di Verona. Dopo la laurea in storia moderna all'Università degli Studi di Bologna ha vinto una borsa di studio Fulbright che le ha permesso di conseguire un M.A. in Antropologia Culturale alla University of Oregon, Eugene; ha poi conseguito il PhD in Antropologia Culturale presso l'Australian National University, Canberra. Le sue prime esperienze etnografiche sono state tra i Navajo (anni Ottanta). Dal 1989 è impegnata in ricerche antropologiche fra i kanak di Lifou (Nuova Caledonia), secondo un percorso che, privilegiando aspetti del mondo delle donne, ha sempre teso a unire ricerca sul campo, riflessione teorica e pratica politica. Autrice di “Il Filo e l’aquilone” ( Le Nuove Muse, 2007). Uno sguardo sorprendente su un'isola della Nuova Caledonia dove le donne sono protagoniste del rinnovamento della società Kanak. Con Alice Bellagamba ha curato “Costruire il passato. Il dibattito sulle tradizioni in Africa e Oceania”, (Paravia Scriptorium, 1999) e con Lorenzo Brutti “La Terra dei miei sogni. Esperienze di ricerca sul campo in Oceania” (Meltemi, 2002). Annamaria Rivera insegna Etnologia e Antropologia sociale nell’Università di Bari. È femminista e attivista antirazzista. Ha scritto, fra gli altri: “La Bella, la Bestia e l’Umano. Sessismo e razzismo, senza escludere lo specismo” (Ediesse,2010); “Les dérives de l’universalisme » (La Découverte, 2010); “Regole e roghi. Metamorfosi del razzismo” (Dedalo, 2009); “La guerra dei simboli. Veli postcoloniali e retoriche sull’identità” (Dedalo, 2005); “Estranei e nemici” (DeriveApprodi, 2003); e, con R. Gallissot e M. Kilani, “L’imbroglio etnico, in quattordici parolechiave” (Dedalo, 2001). È anche autrice di un romanzo “Storie di gatti, di stranieri e di un delitto” (Dedalo, 2010).