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1. Politica esterna/ interna di Cavour(1810-1861)
Politica interna:
- rafforzamento economico-militare dello stato e ammodernamento
- laicizzazione dello Stato: famoso il motto “libera Chiesa in libero Stato” con cui Cavour
cercò di risolvere il contrasto tra lo Stato liberale piemontese (uno stato moderno) e la
Chiesa cattolica (espressione dell’antico regime e dello spirito conservatore della
Restaurazione). Tra Stato e Chiesa era infatti venuto a crearsi un clima di forte rottura,
causato da alcune leggi “anticlericali” promulgate dallo Stato piemontese: nel 1850, le leggi
Siccardi contro tutti i privilegi feudali della Chiesa (ripristinati dalla Restaurazione), come
ad esempio il diritto di asilo (per cui chi si rifugiava in una chiesa non poteva essere
arrestato) oppure il diritto di manomorta (che impediva la vendita dei beni ecclesiastici).
Cavour partecipò alle successive legge dei conventi, del 1855, che sopprimevano alcuni
ordini religiosi: il tutto serviva a incamerare i beni di questi ordini ma anche ad alleggerire le
spese dello Stato che doveva sostenere il clero delle parrocchie;
- liberismo economico
Politica estera (condurrà alla seconda guerra di Indipendenza)
- 1854: coinvolgimento del Piemonte nella Guerra di Crimea al fianco di Francia e
Inghilterra, contro l’espansione russa sul Mar Nero: fu una straordinaria mossa strategica di
Cavour, perché il Regno di Sardegna poté sedere al tavolo dei vincitori al Congresso di
Parigi del 1856 e porre per la prima volta la questione dell’indipendenza italiana su un piano
internazionale (determinante fu il ruolo
del generale Alfonso La Marmora, eroe in Crimea
nella battaglia della Cernaia che mise fine al conflitto, decretando la vittoria di Inghilterra,
Francia e Piemonte).
- 1857: finanziamento della Società Nazionale Italiana: la Società Nazionale Italiana era
un’associazione ispirata al pensiero liberale che, però, intendeva unire tutte le forze che
lottavano per l’Unità, anche quelle democratiche e repubblicane (tra i membri c’era anche
Giuseppe Garibaldi, ex mazziniano, ed eroe dei due mondi perché aveva partecipato alla
guerra di liberazione dell’America Latina e alla prima guerra d’Indipendenza in Italia)
- 1858: patti di Plombiers. Si trattava di accordi segreti tra il Piemonte e Napoleone III in
base ai quali, in caso di aggressione austriaca, la Francia sarebbe intervenuta in soccorso del
Piemonte, ottenendo in cambio Nizza e Savoia. Nel tentativo di ottenere l’appoggio
dell’imperatore francese, Cavour coinvolse anche la cugina, contessa di Castiglione, che tra
1856 e 1857 fu incaricata di sedurre l’imperatore francese. Cavour scrisse, a proposito: “Se
facessimo per il nostro personale interesse quello che stiamo facendo per l’Italia, saremmo
le persone più spregevoli del mondo.”
La politica estera di Cavour fu fondamentale per lo scoppio della seconda guerra di indipendenza.
Tra il 1858 e il 1859, dopo i patti di Plombiers, egli fece di tutto per provocare militarmente gli
austriaci affinché questi invadessero il Piemonte. Una volta attaccato dagli austriaci, il Piemonte di
Cavour poté avvalersi dell’aiuto dei francesi nella guerra che si combattè nel nord dell’Italia. Era la
seconda guerra di Indipendenza (1859).
Il sud del paese venne invece liberato grazie alla spedizione dei Mille, guidata da Giuseppe
Garibaldi (1860): fu un’azione del tutto indipendente dalla volontà di Cavour, che anzi non la
appoggiava poiché era portata avanti da ex mazziniani-repubblicani. Grazie a questa spedizione la
guerra, che al nord si era improvvisamente “arenata” dopo la ritirata dei francesi, si “sbloccò” e,
nello storico incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II (1860), il sud del paese si
univa al nord (a eccezione del Veneto, ancora austriaco)
Il 17 marzo 1861 veniva proclamato il Regno d’Italia. Vittorio Emanuele II era il primo re
d’Italia. Tre mesi dopo, Cavour moriva.
2. Lombardia 1821-23
Lombardia sotto la restaurazione, attivi patrioti, per esempio Federati lombardi volevano formare Regno dell’Alta Italia (Piemonte, Lombardo-Veneto, Ducati padani), restaurazione dell’antico regime, regime poliziesco, politica di
amalgamy di Metternich– sviluppo tecnico, corte di cassazione– controllo dei giudici, grandi processi, modernizzazione del sistema scholastico, ‘Conciliatore’ a Milano– classe borghese
3. Generale Pepe
È stato un patriota e generale italiano nell'esercito del Regno delle Due Sicilie. In Francia entrò nell'esercito di Napoleone distinguendosi in molte battaglie, sia al servizio di Giuseppe Bonaparte, re di Napoli, che di Gioacchino Murat.
Prese parte alla rivoluzione napoletana del 1820, e fu sconfitto a Rieti dagli austriaci del generale Frimont in quella che è ricordata la prima battaglia del risorgimento (7 marzo 1821). Poi comandò il corpo spedito da Ferdinando II
contro gli austriaci nel 1848, impegnandosi nella difesa di Venezia affidatagli da Daniele Manin nel 1848 e 1849. Nuovamente sconfitto ed esiliato emigrò a Parigi quindi rientrò in Italia passando i suoi ultimi giorni a Torino. Fu una
delle più nobili figure del risorgimento italiano, celebre anche perché non solo si impegnò nei movimenti repubblicani, ma anche scrisse numerosi libri per raccontare gli eventi ed esortare ad una "lotta partigiana" per l'Italia.
4. Papi nel Risorgimento
Papa Leone XII (1823-1829)
Papa Pio VIII (1829-1830)
Papa Gregorio XVI (1831-1846)
Beato Pio IX (1846-1878)
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1. Moti rivoluzionari 1831
Prima a sollevarsi fu Modena dove scoppiò la la rivolta aspirata alla rivoluziona parigiana del 1830. Gli obiettivi furoro: indipendenza, unità, libertà Della penisowa, kapitale– Roma. Alla fine del 1830 a Roma fu scoperta una
congiura ideata a proclamare Re d’Italia il figlio di Napoleone e di Maria Luisa. Il duca di Modena, Francesco fu tenuto al. corrente del moto aspirato da circoli liberali pilotami da Parigi da Misley il duale assegno Ciro Menotti come
capo dell’isurrezione. Reggio il 7 febbraio si uniì e rivoluzionari. Il movimento si estese in seguito sull’Emiglia, Romana e Marche. Il duca fugi a Modena, fu nominato il governo. Ad Ancona esisteva anche un governo provvisorio
che firmò la capitolazione. La fine dei moti del 1830 risultò le condanne a morte, ergastoli, esili. A molte città italiane esplose la protesta contro il potere assoluto del governo.
In Italia i moti rivoluzionari fallirono perché ne avevano partecipato poche persone, i rivoluzionari non si erano ben organizzati, non erano chiari gli scopi della lotta, la grande massa della popolazione non li aveva appoggiati.
2. Repubblica di Venezia (rivoluzione)
La determinata lotta delle forze democratiche repubblicane contro gli austriaci ebbe inizio nel Lombardo-Veneto sulla scia dei moti rivoluzionari di Vienna e della sconfitta di Metternich. Il 17 marzo, a Venezia, vennero liberati
Niccolò Tommaseo e Daniele Manin che il 22 dello stesso mese, fu messo a capo del Governo Provvisorio e il 29 instaurò la Repubblica dopo una rivolta che vide protagonisti gli operai dell’arsenale unitamente ai marinai e agli
ufficiali della marina asburgica, per la maggior parte veneti. Questi avvenimenti, come l’insurrezione di Milano, la caduta dell’Impero asburgico e l’intervento sabaudo contribuirono a diffondere in tutti gli altri Stati Italiani un forte
patriottismo. La rivendicazione principale era quella del valore della “guerra del popolo”, tesa ad ottenere un rinnovamento politico e sociale e portata avanti grazie all’azione della piccola e media borghesia. Il 2 aprile Venezia diede
inizio alla resistenza, diretta da Manin, contro l’assedio austriaco. Questo tentativo fallì però miseramente. Una volta sconfitto l'esercito di Carlo Alberto a Novara, l'Austria concentrò le truppe contro Venezia stringendola d'assedio.
La popolazione resistette fino ad agosto poi si arrese e il 26 agosto fu firmata la capitolazione. La vittoria della conservazione bloccò lo sviluppo democratico. Solo il Piemonte rimase fedele al liberalismo.
3. Riforme di Murat
Durante il suo breve regno, Murat fondò, con decreto del 18 novembre 1808, il Corpo degli ingegneri di Ponti e Strade (all'origine della facoltà di Ingegneria a Napoli, la prima in Italia), ma condannò alla chiusura, con decreto del 29
novembre 1811, la gloriosa Scuola Medica Salernitana, primo esempio al mondo di Università; inoltre avviò opere pubbliche di rilievo non solo a Napoli (il ponte della Sanità, via Posillipo, nuovi scavi ad Ercolano, il Campo di Marte
ecc.), ma anche nel resto del Regno, illuminazione pubblica a Reggio di Calabria, progetto del Borgo Nuovo di Bari). I letterati apprezzarono la riapertura dell'Accademia Pontaniana e l'istituzione della nuova Accademia reale, e i
tecnici l'attenzione data agli studi scientifici e industriali. I più scontenti erano i commercianti, ai quali il blocco imposto ai commerci di Napoli dagli inglesi rovinava gli affari (blocco contro il quale lo stesso Murat tollerava e
favoriva il contrabbando, il che costituiva un'ulteriore ragione di favore popolare per lui). unificò nel 1816 le due corone e i regni assunsero ufficialmente l'antichissima denominazione "Due Sicilie". Del pari si procedette ad una
unificazione dei due eserciti, quello siciliano borbonico ed il napoletano murattiano. In ricordo fu istituita l'onorificenza di San Giorgio della Riunione. Non va purtroppo dimenticato anche la politica di soppressione degli ordini
religiosi nel regno di Napoli ed in particolare dell'ordine dei domenicani, perseguita dal Murat con la conseguente confisca di tutti i beni, la conversione dei conventi ad altro uso (spesso militare) e il passaggio delle chiese al clero
diocesano.
4. Plebisciti– Quali? Quando? Chi?
Le date di svolgimento dei plebisciti furono le seguenti:
14 e 21 agosto 1859: Ducato di Parma (63.167 voti a favore contro 504).
11-12 marzo 1860: Emilia (426.006 a favore su 427.512 votanti) e Toscana (366.571 a favore su 386.445).
21 ottobre 1860: Regno delle Due Sicilie (in Sicilia 432.053 favorevoli su 432.720; sul continente: 1.302.064 su 1.312.366).
4 novembre 1860: Marche (133.765 favorevoli su 134.977 votanti) e Umbria (97.040 su 97.708).
Ulteriori plebisciti si ebbero in occasione dell'annessione del Veneto (21 ottobre 1866: 647.357 favorevoli su 647.426 votanti) e di Roma (2 ottobre 1870: 133.681 su 135.188). Meno noto è il fatto che nello stesso periodo (1860) fu
sempre per via di plebisciti che venne sancita l'annessione alla Francia (già concordata tra Cavour e Napoleone III) di Nizza e della Savoia (15 e 22 aprile 1860: a Nizza 24.448 favorevoli su 24.608; in Savoia 130.583 su 130.839).
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1. Moti rivoluzionari tra 1815-49
In Italia, a seconda delle zone in cui i moti ebbero luogo assunsero delle accezioni differenti. Nel Regno delle Due Sicilie gli ufficiali Morelli e Silvati chiedono la costituzione al sovrano Ferdinando I, che ne promette la concessione;
anche nel regno di Sardegna il reggente Carlo Alberto, al trono al posto del sovrano legittimo Carlo Felice, promette la concessione di una costituzione in seguito ad un moto del 1821 guidato da Santorre di Santa Rosa. Nel Regno di
Sardegna le rivolte vengono sedate con un intervento armato voluto da Carlo Felice, che non concesse la costituzione.
La Primavera dei popoli è un termine con cui si suole identificare l'ondata di moti rivoluzionari borghesi che sconvolsero l'Europa della Restaurazione nel 1848. La prima agitazione europea del 1848 è rappresentata dalla rivoluzione
indipendentista siciliana del 1848 che però, soprattutto a causa della sua posizione periferica rispetto al Continente, non poté rappresentare la miccia dell'esplosione europea (anche se qualche influenza riuscì ad averla comunque
all'interno della Penisola. L'insurrezione siciliana portò infatti i Borboni a concedere una Costituzione e l'esempio borbonico fu a breve seguito da Carlo Alberto di Savoia e da Leopoldo II, i quali concessero infatti una Costituzione
prima che scoppiasse l'insurrezione a Parigi). La miccia fu invece rappresentata dalla "rivolta dei banchetti" avvenuta il 22 febbraio in Francia che, successivamente, coinvolse tutta l'Europa. notabili effetti furono tuttavia conquistati
pian piano a lungo termine: Germania e Italia sarebbero presto arrivate alla riunificazione facendo leva anche sulla necessità di autodeterminazione dei popoli.
2. Potenze di Europa 1815-61
Dopo la Rivoluzione Francese e il tentativo egemonico della Francia di Napoleone Bonaparte, il Congresso di Vienna del 1815 sancì definitivamente il sistema degli stati europei (il “Concerto delle Nazioni”) stabilendo a cinque il
numero delle Grandi Potenze: Austria, Francia, Gran Bretagna, Prussia e Russia. Infatti sia la Spagna (perdita dell’impero coloniale nelle Americhe 1810-1821) che l’Impero Ottomano (nascita della Questione d'oriente), apparivano
irrimediabilmente in decadenza. Nella seconda metà dell’Ottocento l’unificazione dell’Italia (1861-1870) e della Germania (da parte della Prussia, 1870) aggiunsero queste due nazioni al novero delle Grandi Potenze europee.
3. I più celebri con Mazzini
Felice Orsini– Seguace di Mazzini svolse attività rivoluzionarie nello Stato della Chiesa ed in Toscana. Partecipò alla Prima guerra d’indipendenza poi, recatosi in Ungheria, cercò di far disertare alcuni soldati dell’esercito austroungarico. Fu arrestato e inviato a Mantova, ma riuscì a fuggire con l’aiuto di una donna svizzera, che lo salvò mandandogli alcune lime nascoste dentro la copertina di un libro. L’evasione avvenne il 28 marzo 1856, in circostanze
rocambolesche. Nello scivolare dal muro di cinta, infatti, Orsini abbandonò la presa a sei metri da terra e nel cadere riportò una grave lussazione ad una caviglia. Stette tutta la notte nel fosso asciutto che circonda la prigione e so...
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