Con la XXXIII edizione di Segni Barocchi Festival prende avvio “Itinerari e Festival Barocchi”, un progetto di respiro internazionale che vede coinvolte manifestazioni di grande prestigio, accomunate dallo studio, dall’approfondimento e dalla riproposizione della cultura del XVI e del XVII secolo. Territorio di elezione per la cultura barocca è la Francia, che si presenta con due festival: Musique et Mémoire, che si svolge nella terra dei Mille Laghi, al confine settentrionale dell’Alta Saona, nei Vosgi, in collaborazione con il Gal du Pays des Vosges Saônoises, e il Festival de Froville, noto per il suo Concorso Internazionale di Canto Barocco, in collaborazione con il Gal du Pays Lunevillois. È con queste interessanti realtà culturali che Segni Barocchi, con il Gal Valle Umbra e Sibillini e il Comune di Foligno, ha creato una rete di collegamenti che prevede fino al 2014 l’inserimento reciproco nel programma di eventi realizzati in ogni festival: concerti, balletti, mostre, spettacoli teatrali, rappresentazioni itineranti, rassegne cinematografiche, convegni e laboratori in qualche modo improntati al Barocco. Per l’edizione 2012 di Segni Barocchi il progetto si articola in quattro iniziative: tre di “Omaggio alla Francia”, finalizzate ad esaltare la tradizione e la cultura francese, in particolare la mostra di Ayumi Makita Le Bosquet du Labyrinthe prevista alla Corte di Palazzo Trinci, lo spettacolo itinerante Les Flamants Roses della compagnia Remue Ménage durante la Notte Barocca e La Favola dei Tre Gobbi, su libretto di Carlo Goldoni che, come noto, è vissuto per molti anni in Francia, presentata all’Auditorium Santa Caterina dal Teatro Lirico Sperimentale “A. Belli” di Spoleto; una di “Invito alla Francia” in collaborazione con il Festival Musique et Mémoire, con il concerto dell’Ensemble Correspondances, all’Auditorium Santa Caterina, O Maria! Psaumet et motets de Marc-Antoine Charpentier, direttore Sébastien Daucé, nella giornata conclusiva del festival. Le prospettive delle civiltà barocca quindi si arricchiscono e si aprono all’Europa. Oltre a valorizzare infatti il patrimonio storico e artistico di ciascun territorio, la rete di iniziative che il progetto si propone di creare dà origine ad un forte interscambio culturale tra i festival, che ne consolida le identità e ne rinforza la visibilità. Una dimensione transnazionale, che rende più efficace l’attuazione di progetti locali volti ad incoraggiare l’innovazione artistica, conferendo loro una dimensione più ampia. Elisabetta Piccolotti Assessore alla Cultura del Comune di Foligno Segni Barocchi Foligno Festival “Si possono rimpiangere i tempi migliori, ma non fuggire il presente” Michel de Montaigne, Saggi, 1588 Giunto alla XXXIII edizione, Segni Barocchi continua la ricerca delle meraviglie del Barocco di ieri e di oggi affrontando le difficoltà presenti, in attesa di tempi migliori. Il Festival si apre a Foligno con un omaggio ad Artemisia Gentileschi. Sabato 1 settembre l’ensemble vocale Il Contrappunto, la Corale Polifonica Viterbese e l’Orchestra XXI secolo, diretti da Fabrizio Bastianini, propongono, tra immagini e parole, la rilettura degli oratori “Susanna” e “Giuditta”, con le musiche di Alessandro Stradella, Alessandro Scarlatti, A. Vivaldi e Piero G. Arcangeli e con i testi di Anna Banti, Giovanni Battista Giardini, Giovan Battista Marino, Benedetto Pamphilij (Auditorium San Domenico, ore 21.15: un evento da non perdere). Il quarto intervento di mostre sulla fiaba barocca quest’anno è dedicato a “Le Bosquet du Labyrinthe”, ideato a Versailles da Charles Perrault utilizzando le favole di Esopo messe in versi da Isaac de Benserade. Il labirinto, voluto da Luigi XIV, fu successivamente distrutto da Luigi XVI. La mostra, con illustrazioni, figure e installazioni di Ayumi Makita, artista giapponese da anni residente in Umbria, viene inaugurata alla Corte di Palazzo Trinci domenica 2 settembre alle ore 17.30 e resterà aperta fino alla giornata conclusiva del Festival. Il libro d’artista è curato da Emanuele De Donno. Da mercoledì 5 settembre a sabato 22 settembre le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” (Libreria Carnevali, Editoriale Umbra, Il Formichiere, Il Salvalibro) metteranno in mostra, durante l’orario d’apertura di ciascun esercizio, la cultura barocca. Da giovedì 6 settembre a domenica 16 settembre continua a Foligno il suo percorso “Barocco e neobarocco in vetrina”. L’iniziativa, giunta alla V edizione, viene realizzata in collaborazione con l’Associazione Innamorati del Centro e con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato: la premiazione si terrà il 16 settembre alle ore 11.00 nella Sala Video dell’Auditorium San Domenico. Venerdì 7 settembre a Foligno, Teatro San Carlo, ore 21.15, la compagnia Bandini/Ferri, in collaborazione con l’Associazione Culturale Zoe, presenta in prima assoluta “La vita è sogno”, da Pedro Calderón de la Barca (1600-1681). La Notte Barocca, ideata e progettata da Segni Barocchi, viene realizzata a Foligno, in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana, sabato 8 settembre. Il programma della VII edizione prevede le seguenti iniziative: 2 Segni Barocchi Foligno Festival - alle ore 16.30 viene inaugurata a Palazzo Trinci, con esecuzioni musicali dei Túatha dé Danann, la mostra sulla storia dell’arpa e degli arpisti in Irlanda, che resterà aperta fino alla giornata conclusiva del Festival; - alle ore 17.30, nella Sala Conferenze di Palazzo Trinci, Raffaele Riccio presenta la conferenza spettacolo con degustazione “Meraviglie e paradisi in terra: giardini, orti e labirinti in epoca barocca”; - dalle 19.15 alle 22.15 il Carnevale dei Figli di Bocco anima vie, piazze e luoghi suggestivi del centro storico con spettacolo finale in Piazza della Repubblica: un evento da vedere ma anche da fotografare; - dalle 21.00 “Visioni d’incanto” illuminano Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico; - dalle 21.00 alle 02.00 i video dei grandi eventi (1999-2005) realizzati dal Festival in Piazza Grande e i video della Notte Barocca 2011 vengono proiettati nella Corte di Palazzo Trinci; - dalle 21.00 alle 02.00, in collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares, sono previste proiezioni e conferenze al Planetario di Via Isolabella, mentre osservazioni al telescopio con incontri e proiezioni sono previste all’Osservatorio Astronomico cittadino della Torre dei Cinque Cantoni; - dalle 22.15 alle 23.00, con replica dalle 01.00 alle 01.45, la Compagnie Remue Ménage presenta lo spettacolo itinerante “Les Flamants Roses” con finale fisso in Piazza della Repubblica: un viaggio meraviglioso attraverso i misteriosi rituali di giganteschi fenicotteri rosa che, fuggiti dal serraglio di Versailles voluto dal Re Sole e celebrato da La Fontaine, dopo più di tre secoli, giungono nel centro storico di Foligno; - dalle 23.00 alle 01.00, a Largo Carducci, il gruppo Túatha dé Danann propone “Duana”, concerto con musiche irlandesi e scozzesi del XVII e XVIII secolo. Durante la Notte Barocca resteranno aperti negozi, ristoranti e taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti. Domenica 9 settembre, alle ore 18.00, Ottorino Baldassarri propone nella Chiesa di San Biagio di Pale un concerto di musiche italiane su organo settecentesco realizzato da Giovanni Fedeli nel 1775 e recentemente restaurato da Ars Organi dei Fratelli Pinchi. La Sala Don Consalvo Battenti del Teatro San Carlo ospita la conferenza di Fabio Bettoni “Foligno, 23 giugno 1613: eventi e apparati in onore di San Carlo Borromeo” (Foligno, mercoledì 12 settembre, ore 17.30). Giovedì 13 settembre, il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” presenta “La Favola dei Tre Gobbi” di Vincenzo Legrenzio Ciampi su libretto di Carlo Goldoni, con la direzione di Francesco Massimi e la regia di Giorgio Bongiovanni (Foligno, Auditorium Santa Caterina, 3 Segni Barocchi Foligno Festival ore 21.15: prima esecuzione in tempi moderni, da non perdere). Venerdì 14 settembre, alle ore 21.15, il Festival si trasferisce a Montefalco: la Chiesa Museo di San Francesco ospita, in collaborazione con il Comune di Montefalco, il concerto “Il lungo viaggio verso il Barocco da Oriente a Occidente”, con Kyriacoula Constantinou, voce, Andrea Cortesi e Gloria Ferdinandi, violini. Giovedì 20 settembre, alle ore 17.30 e 21.30, nella Multisala Supercinema di Foligno viene proiettato il film “Solomon Kane” di Michael J. Basset (2009): una storia avventurosa e fantastica ambientata nel XVI secolo. L’Auditorium Santa Caterina ospita il concerto di Marcello Peghin “Ciaccona Experience”, progetto con Daniele Di Bonaventura, Yuri Goloubev e Gavino Murgia: una rielaborazione sulla struttura armonica della Ciaccona di J. S. Bach (Foligno, venerdì 21 settembre, ore 21.15). Sabato 22 settembre il Festival presenta le articolate iniziative proposte da Musica Perduta, ensemble con strumenti originali, realizzate in collaborazione con la Provincia di Perugia e la Diocesi di Foligno. Alle ore 18.00 è prevista una visita guidata al Museo Capitolare Diocesano e Cripta di San Feliciano, con particolare riferimento ai busti in marmo di Gian Lorenzo Bernini raffiguranti Bartolomeo e Diana Roscioli, mentre alle 21.15, nella Chiesa di Santa Maria Infraportas, Musica Perduta esegue le composizioni musicali di Giovanni Battista Fontana dedicate a Giovanni Maria Roscioli, figlio di Bartolomeo e Diana e committente del Bernini. Nel 1986, nell’incontro di inaugurazione della settima edizione di Segni Barocchi, Vittorio Casale, a compimento di un’intensa attività di ricerca, annunciava la accertata e definitiva attribuzione dei ritratti di Bartolomeo e Diana Roscioli a Gian Lorenzo Bernini. Da allora i Roscioli sono tornati a vivere nei cataloghi dello scultore: tolti dalla sacrestia della cattedrale di San Feliciano, da qualche anno si possono ammirare nel Museo Capitolare Diocesano e nelle mostre dedicate a Bernini, grande regista del Barocco. Il Festival si conclude domenica 23 settembre, ore 21.15, all’Auditorium Santa Caterina con un concerto eccezionale: l’Ensemble Correspondances propone “O Maria!”, salmi e mottetti di Marc-Antoine Charpentier (1643-1704), concerto realizzato in collaborazione con il Festival barocco “Musique et Mémoire” che, giunto quest’anno alla XIX edizione, si svolge nel territorio dei Vosgi e dell’Alta Saona. Massimo Stefanetti Soprintendente Artistico 4 Foligno Festival Sabato 1 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Associazione XXI secolo di Viterbo d’ARTEMISIA Imago di Artemisia Gentileschi a traverso li oratori Susanna e Giuditta Concerto Segni Barocchi Musiche di A.Stradella, A. Scarlatti, A. Vivaldi e Piero G. Arcangeli (in prima esecuzione) per soli, coro e orchestra Testi di A. Banti, G. B. Giardini, G. B. Marino, B. Pamphilij Ensemble Vocale Il Contrappunto Camerata Polifonica Viterbese Orchestra del XXI secolo Direttore Fabrizio Bastianini Vanda Fontana, soprano Voce narrante, Giuditta Mariangela Rossetti, soprano Susanna, Magnificat Serenella Fanelli, mezzosoprano Daniele, Ozia, Magnificat Roberto Mattioni, tenore Giudice II, Oloferne, Magnificat Gino Nappo, baritono Giudice I Luca Purchiaroni, maestro al cembalo Andrea Di Mario, tromba barocca Silvia Cerica, allestimento visivo Programma Alessandro Stradella (Nepi, 1639 - Genova, 1682) “Sonata à otto viole con una tromba: le viole divise in due chori” Allegro, Aria, Canzona, Aria Alessandro Stradella Sinfonia dall’oratorio “Susanna” Adagio, Allegro, Adagio, Presto, Allegro, Allegro Piero G. Arcangeli (Foligno, 1944) “d’Artemisia 2012” (cfr. presentazione) Alessandro Scarlatti (Palermo, 1660 - Napoli, 1725) Sinfonia dall’oratorio “Giuditta” Allegro, Grave AntonioVivaldi (Venezia, 1678 - Vienna, 1741) “Magnificat” RV 610 Magnificat anima mea Dominum - chorus Et exultavit - soprano, contralto, tenore, chorus Et misericordia eius a progenie - chorus Fecit potentiam in brachio suo - chorus Deposuit potentes - chorus Esurientes implevit - soprano, contralto Suscepit Israel - chorus Sicut locutus - contralto Gloria - chorus 5 Segni Barocchi Foligno Festival la musica è una macchina desiderante, inventata dall’illusiva necessità di fermare il tempo nel mentre si fa storia… (p.g.a.) Il progetto nasce da alcune frequentazioni amorose dell’autore: il Seicento musicale, artistico, letterario; la dimensione del “barocco”, inteso come tendenza di ricerca, di sperimentazione, la cui onda/ ombra lunga arriva fino a noi. Al di là della sua biografia (che ha interessato romanzieri e cineasti), dei rapporti con il padre-maestro e dell’essere stata l’unica donna pittrice del Seicento, comunque la più grande (come ha documentato la recente grande mostra milanese a lei dedicata), conoscere Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni – Napoli 1653 ca.) significa Lincolnshire, Burghley House Collection incontrare le contraddizioni della sua epoca, così distante e così simile alla nostra. Le figure femminili ricorrenti nella sua opera non a caso rimandano all’oratorio, come teatro dell’orecchio: ciò che è permesso raffigurare esplicitamente sulla tela (il “fermo immagine” di un nudo di bagnante, ad esempio, può trovare collocazione senza troppi problemi in una chiesa cattolica in piena Controriforma, in grazia della fonte sacra del soggetto), nell’oratorio è velato/svelato dal movimento di una musica deprivata della rappresentazione scenica. Rispetto alla stessa forza sensuale e narrativa dell’immagine pittorica, tanto più si teme l’indicibile potere della musica, da finir presi nella rete sublime del patetico e dell’impuro espressionismo della voce, nell’atto (potenziale) di creare una tensione emotiva in qualche modo sostenibile. d’Artemisia è un dittico: la scrittura formale della partitura risulta dalla condensazione, nell’impaziente brevità oggi concessa all’attenzione dello spettatore musicale, appunto di due episodi di protagonismo femminile tratti dal Libro, attraverso una struttura doppia (ambigua, se si preferisce) resa “plasticamente” dalla divisione dell’orchestra in due “cori” (come era d’uso all’epoca, peraltro, a scopo di amplificazione stereofonica): mentre un “coro” segue e riveste il canto nel costruire la trama orizzontale del mithos, come vuole la traditrice tradizione, l’altro “coro” ne costituisce l’ordito, ovvero la mediazione “critica”: una delle possibili traduzioni/ interpretazioni verticali, “veraci” al punto di (cor)rispondere alla nostra sensibilità di (post)moderni. Il gioco tonale/antitonale (dialogico, a volte dialettico) esclude 6 Segni Barocchi Foligno Festival tuttavia ogni ricorso alla citazione: i rimandi (le allusioni linguistiche) a Stradella, a Scarlatti e alle loro Susanne e Giuditte – dichiarati dal testo “poetico” – non sono evidentemente casuali; ma delle rispettive composizioni non si trova in d’Artemisia neppure una nota. Tema latente – non quello della fiction neo-barocca, ma quello “reale” – è il tema di quel tanto o poco di (in)autentico, che la memoria musicale e la sua “storicizzazione filologica” sono in grado di restituirci: come l’occhio può indugiare sull’immagine fino a che non se ne impressioni sensibilmente la rètina dello spettatore, così l’orecchio è trascinato da/ad una percezione sempre in moto, che la memoria s’incarica di cristallizzare/sintetizzare in poche folgorazioni sonore “metastoriche” e non necessariamente consequenziali o fra loro correlate. d’Artemisia, imago di Artemisia Gentileschi a traverso li oratori Susanna e Giuditta si divide in due parti di 13’/14’ ciascuna (senza soluzione di continuità): I. Susanna, per 4 vv. soliste (SATB), orchestra d’archi, percussioni e coro II. Giuditta, per 3 vv. soliste (SAT), orchestra d’archi, tromba, timpani e coro Il testo (gli stralci che lo ri-compongono) è derivato dai “libretti” di Giovan Battista Giardini (la Susanna, messo in musica da Stradella nel 1666) e di Benedetto Pamphilij (l’autore di uno dei due oratori su Giuditta musicati da Scarlatti, quello napoletano del 1695); e preceduto da due Madrigali (non polifonici) desunti da Giovan Battista Marino. Le due sezioni sono introdotte da alcune pagine tratte da Artemisia, il romanzo di Anna Banti (1944/47, ed. Rizzoli, 1989); durante la lettura – ma non durante l’ascolto musicale – vengono proiettati particolari e dettagli di alcune opere della pittrice “barocca”, relative alle figure bibliche evocate. L’intero concerto prevede l’esecuzione, nella prima parte, della lucente Sonata a otto con una tromba e della stessa Sinfonia avanti la Susanna di Stradella; e nella terza parte dell’apertura strumentale dell’oratorio Giuditta di Scarlatti, lasciando così a d’Artemisia la parte centrale della serata. Il finale vede i cori diventare protagonisti, nell’inscenare uno dei tanti Magnificat (nell’occasione, la seconda versione di quello vivaldiano), con cui a suo modo l’età barocca intese celebrare un’altra/alta profezia femminile, del cui compimento siamo tuttora in attesa. (piero g. arcangeli) 7 Segni Barocchi Foligno Festival Associazione Xxi secolo di Viterbo Fondata nel 1997 con l’intento di diffondere la musica nel territorio viterbese con particolare riguardo alla musica classica, negli anni l’Associazione si è distinta per numerose iniziative di pregio, quali istituzioni di corsi di musica (organo, chitarra), organizzazione di concerti (orchestrali e sinfonico-corali), supporto logistico a formazioni musicali membri dell’Associazione medesima, quali l’Orchestra del XXI secolo e l’Ensemble Vocale Il Contrappunto. Attuale Presidente è l’avv. Giuliano Nisi mentre suoi illustri soci sono stati Alessandro Cervo, ora primo violino di spalla dell’Orchestra Sinfonica di Roma, Lucia Napoli, soprano lirico e nuova promessa del canto viterbese, Fabrizio Bastianini, primo Presidente dell’Associazione, violinista, compositore e direttore d’orchestra, attuale Coordinatore pro tempore della Scuola Musicale Comunale di Viterbo e molti altri professionisti nel campo musicale. Organismo direttamente connesso con l’Associazione è l’Orchestra del XXI Secolo, un ensemble di archi, nato nel 1996 per volontà di un gruppo di giovani musicisti viterbesi, subito distintosi per le alte capacità interpretative espresse in un repertorio molto vario che, pur partendo dal Barocco, rivolge particolare attenzione alla musica del ‘900 e a quella contemporanea proponendo numerose esecuzioni in prima assoluta. L’orchestra si avvale della preziosa collaborazione di direttori e solisti di fama, oltre che di strumenti a fiato per l’esecuzione del repertorio sinfonico ed ha tenuto concerti in tutta Italia partecipando ad importanti manifestazioni. Fabrizio Bastianini Ha iniziato a cinque anni lo studio del pianoforte e ha proseguito con quello del violino, della composizione, della direzione di coro e della direzione d’orchestra, conseguendo presso i Conservatori di Roma e di Firenze i diplomi in Direzione d’orchestra, Direzione di coro, Composizione, Violino e Strumentazione per banda. Nel 2010 si è laureato con il massimo dei voti e la lode in Didattica della musica. Tra le esecuzioni più recenti in veste di direttore: il Requiem di Fauré, il Psalm 51 di Bach, il Concerto n. 1 di Chopin per pf. e orchestra, la Passione secondo Matteo di J. S. Bach., i Concerti Grossi di Corelli e i Concerti per organo di Händel (40ª ed. Festival Barocco di Viterbo). Compositore poliedrico, è apprezzato da molte orchestre, cori e gruppi cameristici anche per le brillanti doti di trascrittore (Orchestra Sinfonica di Roma, Orchestra Sinfonica dei Giovani dell’Arts Academy di Roma, Coro del Teatro Regio di Parma, ecc.). Coordinatore pro tempore della Scuola Musicale Comunale di Viterbo dal 2009 al 2012, è stato cofondatore dell’Orchestra del XXI secolo, fondatore dell’Ensemble Vocale Il Contrappunto e dell’orchestra Etruriænsemble, che dirige periodicamente. Da quest’anno è nuovo direttore stabile della Camerata Polifonica Viterbese. 8 Foligno Festival Domenica 2 settembre, ore 17.30 Foligno, Corte di Palazzo Trinci Inaugurazione della mostra LE BOSQUET DU LABYRINTHE di Ayumi Makita Mostra Omaggio alla Francia Segni Barocchi Illustrazioni, figure e installazioni ispirate a “Labyrinthe de Versailles” di Charles Perrault e di Isaac de Benserade Allestimento Viaindustriae/Emanuele De Donno/Mael Veisse Catalogo/libro d’artista a cura di Emanuele De Donno, edizioni VIAINDUSTRIAE La mostra resterà aperta fino al 23 settembre con il seguente orario: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00 tutti i giorni eccetto il lunedì Il Labyrinthe de Versailles è una favola spaziale e una mitografia in cui lo stesso Perrault ideò delle “stazioni” scultoree, le statuette degli animali, utilizzando 39 favole di Esopo nel 1669; nel 1775-76 il labirinto è stato eliminato. I simboli della mitologia si confondono con le favole. Le 32 fontane che corrispondono ad altrettante favole di Esopo sono un mistero iconografico, l’idea di una favola totale di Charles Perrault. Rimane di tutto ciò un disegno e una testimonianza letteraria. L’idea del progetto Le Bosquet du Labyrinthe è di creare uno spazio visitabile, di pareti mobili, che ricrei la suggestione astratta del labirinto e delle variazioni poetiche 9 Segni Barocchi Foligno Festival e favolistiche dell’impianto virtuale del giardino scomparso di Versailles. Gli elementi del percorso visuale sono le statue di Perrault, di Esopo, ma anche di Ayumi Makita. Lo sguardo e il percorso si sviluppa in un’unica grande stanza/struttura in cui lo spettatore può attraversare uno spazio di pareti leggere a meandri e figure, sagome illustrate che segnano il passo. Tra i passaggi vi saranno pareti disegnate, sculture origami appese, fontane animali di carta piegata. Il catalogo della mostra Le Bosquet du Labyrinthe è concepito come quarta uscita della collana che ormai è diventata una serie editoriale della favola barocca per ragazzi ed adulti. Come ogni anno la pubblicazione è il frutto della continua interfaccia tra l’editore e l’autore, tra il testo, l’illustrazione e la costruzionecantiere dello spazio di mostra. Questa caratteristica ormai collaudata del processo ideativo consente al libro finale di avere una veste originale d’artista che la contraddistingue ormai nel panorama editoriale italiano. Ayumi Makita è nata a Kawasaki, nel Giappone centrale. Laureata in Pittura alla Musashino Università dell’Arte, l’artista/ illustratrice giapponese da un po’ di anni vive in Umbria e ha all’attivo numerose esperienze di illustrazione ed installazione artistica. Ha partecipato al festival “Geisai 12” a Tokyo organizzato da Takashi Murakami; ha organizzato e curato con la propria associazione Lilliputnews la stessa mostra a Yokohama. Di recente selezionata nel festival di arte urbana a Perugia “Comma art project”, Ayumi da anni conduce laboratori creativi, anche nelle scuole, di illustrazione e origami e, come autore ed editore, porta avanti l’attività della casa editrice “Lilliput Shuppan Publisher” con un catalogo basato sull’illustrazione contemporanea. Ha vinto vari concorsi internazionali come “Fiera del libro per ragazzi 1995” di Bologna, “Pierino e il Lupo 2006” e “La Sirenetta 2008” organizzati dall’Accademia Culturale Pictor di Torino, “Scarpetta d’Oro 2006 e 2007” (il primo premio) e “Oltre lo specchio 2007”. Attualmente vive e lavora come illustratrice freelance in Italia. 10 Foligno Festival Da mercoledì 5 a sabato 22 settembre Mostra mercato nelle librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” BAROCCO IN LIBRERIA Mostra Mercato Segni Barocchi Il Formichiere (www.dalformichiere.it) Il Salvalibro (www.ilsalvalibro.com) Editoriale Umbra (www.editorialeumbra.it) Libreria Carnevali Bookshopping - Ex Cinema Astra (www.libreriacarnevali.it) 11 Mostra Concorso Segni Barocchi Foligno Festival Da giovedì 6 settembre a domenica 16 settembre Foligno, Centro storico BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA Premiazione Domenica 16 settembre, ore 11.00 Auditorium San Domenico, Sala Video In collaborazione con Associazione Innamorati del Centro e con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato Giunta alla sua V edizione, l’iniziativa coinvolge gli esercizi del centro storico di Foligno, che potranno allestire in vesti barocche le vetrine della città. A vincere l’edizione 2011 del concorso è stata la vetrina del negozio L’Isola Verde. Un premio speciale per “l’originale accostamento barocco vinile” è stato assegnato a Jackie’ O Streetwear; tre premi parimerito “per la poetica eleganza nella rappresentazione scenica” sono stati attribuiti a Regalissimo, Massatani e Visionottica Romagnoli. 12 Segni Barocchi Foligno Festival Foligno, Teatro San Carlo Compagnia Bandini/Ferri LA VITA È SOGNO da Pedro Calderón de la Barca Teatro Venerdì 7 settembre, ore 21.15 Regia Michele Bandini Aiuto regia Francesco Ferri Live electronics Andrea Sartori In collaborazione con Associazione Culturale Zoe Il testo muove dal misterioso e visionario rapporto tra sogno e realtà, sonno e veglia, giorno e notte. Lo spettacolo crea il suo itinerario scenico a partire da questi concetti opposti, 13 Segni Barocchi Foligno Festival in un’alternanza tra onirico e reale. Il senso si articola in quel luogo liminale in cui si inscrive il difficile rapporto tra agire civile e agire animale, tra natura e cultura, animalità e umanità, anarchia e ordine sociale. Il testo è attraversato da queste alterne tensioni: verticali, alte, da un lato e orizzontali, terrene, dall’altro. Il fascino dell’opera del drammaturgo spagnolo Pedro Calderón de la Barca è che, pur mantenendo il suo carattere di opera barocca, risulta essere estremamente attuale nei temi e nelle riflessioni che stimola nello spettatore/lettore, mostrando come sia in qualche modo irrisolto o comunque sempre messo in discussione il rapporto tra umanità e animalità nell’uomo contemporaneo. Lo spettacolo vede la compresenza di un musicista elettronico, di attori professionisti e di attori non professionisti cresciuti nei laboratori teatrali Zoe-Garage. Il progetto La Vita è Sogno da Calderón de la Barca è il risultato di un percorso di creazione nato dal lavoro scenico di riscrittura e di adattamento del testo originale, analizzato e affrontato a partire da quegli elementi onirici evocati nel testo, e tradotti in immagine, parola e suono, avvalendosi della realizzazione di un luogo sonoro, creando una gabbia microfonica e sonora che sia luogo scenico della visione. Michele Bandini, attore e regista di Foligno, ha lavorato negli anni diretto da Marco Martinelli, Maurizio Lupinelli, Gigi dall’Aglio, Butch Morris. È il co-fondatore della compagnia ZoeTeatro. Ha partecipato a radiodrammi per RadioDue Rai e per la Radio Svizzera. Segnalato come miglior attore giovane di teatro al “Premio Ubu ” negli anni 2004- 2005. Nel 2010 ha fondato la compagnia Michele Bandini Teatro debuttando con il lavoro Concerto In Se Minore. Attualmente sta lavorando al progetto B-Sogno, finalista del bando Created in Umbria 2012. Francesco Ferri, giovane attore folignate nato all’interno della compagnia ZoeTeatro, ha frequentato numerosi laboratori di formazione teatrale, nel 2011 ha lavorato con la compagnia Menoventi per L’Uomo della Sabbia, attualmente è impegnato nel progetto B-Sogno. 14 In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana sabato 8 settembre dalle ore 16.30 “fin alle due hore di notte” ore 16.30 Foligno, Palazzo Trinci Inaugurazione della mostra NOBILI SUONI DA ERIN Storia dell’arpa e degli arpisti in Irlanda Esecuzioni musicali dei Túatha dé Danann La mostra resterà aperta fino al 23 settembre con il seguente orario: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00 tutti i giorni eccetto il lunedì Ideata dall’arpista torinese Enrico Euron e prodotta dall’Associazione culturale Turlough O’Carolan, la mostra Nobili suoni da Erin intende far luce sui vari e diversi aspetti indissolubilmente legati allo strumento simbolo d’Irlanda. Se la mitologia ce ne consegna tracce dense di misticismo, la storia ne ricorda i fasti e le avversità, in balia di eventi che spesso l’hanno vista tanto emblema amato dal popolo irlandese, quanto pericoloso avversario dallo straniero dominatore. A partire dal 1792, con il “Great Belfast Harp Festival”, cronaca Notte Barocca a Foligno NOTTE BAROCCA A FOLIGNO sabato 8 settembre Foligno Festival Segni Barocchi 15 Notte Barocca a Foligno sabato 8 settembre Segni Barocchi 16 Foligno Festival e letteratura si arricchiscono enormemente, scongiurando il rischio di veder cadere nell’oblio un’arte secolare, tramandata fino ad allora per via quasi esclusivamente orale. Da quel tempo, si rinnovano periodicamente ondate di interesse per questo strumento e la sua musica, per l’immagine di terra e popolo che esso ci offre, per la sua potenza e la sua grazia, la sua capacità di muovere alla gioia e al ricordo, nella gaiezza delle jig e nella solennità dei suoi lament. Dieci pannelli, densi di illustrazioni, testimonianze, citazioni ed esempi, rivolti ad un pubblico anche privo di preparazione storico-musicologica, svolgono un percorso completo sull’arpa irlandese (quella che il vezzo un po’ modaiolo chiama celtica). L’approfondimento storico-mitologico consente di scoprirne le origini e l’importanza nella società irlandese antica, le sue vicissitudini e i suoi legami con gli eventi fondamentali della vita del popolo irlandese. La storia più recente illustra i protagonisti e gli eventi che fanno dell’arpa irlandese lo strumento che oggi conosciamo, con il suo repertorio e la sua popolarità. I pannelli dedicati all’organologia, ne illustrano la costruzione, le sue peculiarità tecnologiche e la sua evoluzione negli ultimi secoli. Segni Barocchi Foligno Festival Nell’Europa del XVI e XVII sec. l’uso di costruire grandi spazi verdi e di organizzarli in forme geometriche, attorno alle ville di campagna ed ai palazzi signorili, divenne un’abitudine ed una necessità sempre più sentita e diffusa. Il giardino, da hortus conclusus, come si presentava in epoca medioevale, per lo più adatto a coltivare roseti e piante medicinali, andò trasformandosi in quei secoli in un vero e proprio luogo dell’invenzione e della sperimentazione. Non si trattò più, per architetti e giardinieri, di organizzare in forme semplici e raffinate uno spazio attorno al palazzo, ma tra i due ordini di artisti si venne a creare una vera e propria gara, per modificare radicalmente gli schemi abitativi e visivi e le rappresentazioni simboliche, che una villa e un giardino avevano rappresentato nel tempo. Spesso i giardinieri l’ebbero vinta, come accadde in Italia nel tardo Cinquecento con le famose ville di Bagnaia, con il giardino mostruoso-fantastico di Bomarzo, con le spettacolari fontane di villa D’Este a Tivoli, o con i giardini medicei di Pratolino. In questi luoghi ciò che predomina è il giardino, visto e progettato come una sorta di gioco o di fiaba, narrata con i luoghi, con le statue e le piante, in cui è piacevole e stupefacente smarrirsi. Le statue mostruose o i giochi d’acqua, che spesso inondavano gli stessi visitatori, qui sono collocati e quasi nascosti tra le siepi, tra le forre; sono riparati da boschetti ed emergono d’improvviso dal nulla di fronte al viaggiatore che si avventura alla loro scoperta, per stupirlo e offrirgli nuove emozioni. Le favole degli orchi, dei mostri, rivivono nella pietra, e gli spazi verdi sembrano la quinta ideale per la recita di un poema cavalleresco. Nel caso di questi giardini il palazzo passa in second’ordine, diventa un luogo in cui sostare in fretta, perché ciò che prevale su tutto è il frutto delle vaghe stravaganze ideate dai giardinieri. Spesso tra le grotte artificiali ed i ninfei, come accadeva a Tivoli e nei giardini del Quirinale a Roma, vennero costruiti organi idraulici, i cui mantici erano azionati dal getto ben regolato dell’acqua, che poi agiva su di un rullo perforato. I mantici Notte Barocca a Foligno MERAVIGLIE E PARADISI IN TERRA: GIARDINI, ORTI E LABIRINTI IN EPOCA BAROCCA Raffaele Riccio sabato 8 settembre ore 17.30 Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza spettacolo con degustazione 17 Notte Barocca a Foligno sabato 8 settembre Segni Barocchi 18 Foligno Festival determinavano uno spostamento d’aria che agiva sul rullo e sui tasti dell’organo, creando l’illusione che lo strumento/statua suonasse da solo. In questi giardini all’italiana i fiori avevano un ruolo relativo e, a volte come a Bomarzo, non apparivano quasi. L’impianto generale corrispondeva ad una sorta di labirinto guidato, in cui ci si doveva smarrire e meravigliare di fronte alle statue ed ai giuochi d’acqua delle fontane. In Francia il gusto per il giardino all’italiana si affermò con la presenza delle due regine dé Medici. Caterina, moglie di Enrico II, fece impiantare i giardini delle Tuilleries, e volle apportare modificazioni significative a quelli di Fontainebleu, mentre Maria dè Medici, moglie di Enrico IV, commissionò a Salomon de Brosse, sul modello del parco di Boboli, il giardino del Lussembourg. Per questi spazi regali vennero creati i parterres de broderie che si presentavano come un prolungamento, in siepi di bosso, ben potate e organizzate secondo schemi geometrici, delle architetture dei palazzi. Il gusto per i parterres andò accentuandosi in epoca Barocca, quando i grandi architetti e i giardinieri di Luigi XIV decisero di lavorare all’unisono. Le scenografie architettoniche dovevano rispecchiarsi, spesso letteralmente, nei bacini, nelle fontane e negli specchi d’acqua, dell’immenso e scenografico parco di Versailles, che, a sua volta, doveva dilatare, quasi all’infinito, le componenti salienti delle architetture. Il parco alla francese prevedeva una grande rivoluzione. La natura non poteva più essere lasciata libera nel giardino, ed il paesaggio, trasformato e controllato, doveva esprimere l’equilibrio geometrico dell’armonia cosmica e la fusione dei quattro elementi. Terra, acqua, aria ed il fuoco-sole, uniti e fusi in sapienti armonie di colori e profumi, dovevano ricreare, proprio nel parco-giardino, il paradiso in terra del sovrano. I giardinierifilosofi del Re Sole trasformarono il parco della reggia nell’emblema più spettacolare del Re, ovvero quello della ragione che organizza e governa la natura e il mondo. André Le Nôtre, terzo esponente di una grande famiglia di giardinieri-architetti, esordì nel gran mondo progettando per Fouquet, ministro di Luigi XIV, il parco di Vaux-le-Vicomte. Il maestro dei giardini proprio qui sperimentò la sua prima soluzione geniale e seppe organizzare gli spazi visivi in modo da produrre la sensazione dell’infinito, effetto che riproporrà ancor più dilatato a Versailles. Durante la passeggiata nel parco di Vaux si scopriva progressivamente il Gran Canal, che non era visibile dal castello, dato che scorreva perpendicolarmente ai parterres ed alle terrazze del giardino superiore. La grande cascata ed il canale davano la sensazione di uno spazio che si allargava e dila- Raffaele Riccio è docente di Storia e Filosofia nei Licei. Si è occupato in modo particolare della cultura spagnola ed europea del tardo Cinquecento e del Seicento. Ha approfondito alcuni aspetti della filosofia umanistica (Per un’analisi del Simposio platonico e del “Convito o ver dialogo d’Amore” di Marsilio Ficino). Ha pubblicato saggi ed articoli in cui ha esaminato le problematiche connesse con la creatività dell’ingegno barocco (Huarte e Graciàn: medicina ed ingegno barocco). Ha curato inoltre la traduzione e la pubblicazione dell’opera: Juan Huarte de San Juan, Esame degli Ingegni, Bologna 1993. Si interessa in modo particolare di storia dell’alimentazione e del rapporto intercorrente tra cibo e cultura (Filosofia e gusto alimentare nel XVIII sec.: Il cibo pitagorico); per i tipi della casa editrice Atesa di Bologna ha pubblicato i seguenti volumi: Il Barocco in Tavola, Bologna 2001, A tavola con i Borboni, Bologna 2002, Mangiar sano con la dieta mediterranea: La cucina del Cilento, Bologna 2004, e Astinenza o gola. A tavola con Cardinali, Abati e prelati”, Bologna 2006. Notte Barocca a Foligno tava all’improvviso. A Versailles Le Nôtre compirà miracoli. Sfruttando i dislivelli del terreno, creerà terrazze digradanti, parterres e fontane, siepi e stanze di verzura. Lui e Luigi XIV tiranneggeranno la natura, come ebbe a scrivere il contemporaneo Duca di Saint Simon, fino a trasformare il giardino in un monumenBomarzo, Parco dei Mostri to per il re. La formula di Versailles verrà poi riproposta nel Settecento nelle principali corti europee e diverrà, assieme alla moda dei tulipani, importati dalla Turchia e messi in commercio dagli Olandesi, il riferimento artistico ed architettonico più seguito dai principali sovrani d’Europa. Durante la conferenza, oltre alla lettura di brani tratti dai Memoires del Duca di Saint Simon, in cui si descrivono i giardini di Versailles, sarà possibile ascoltare brani musicali di J. B. Lully, composti per le feste e le rappresentazioni da tenersi nei giardini della reggia. Raffaele Riccio sabato 8 settembre Foligno Festival Segni Barocchi Per la degustazione si ringraziano Fantasia 92, Cantina Terre de’ Trinci e Hotel Italia 19 Segni Barocchi Foligno Festival Notte Barocca a Foligno sabato 8 settembre ore 19.15 20 Parco dei Canapè - Piazza San Domenico - Piazza Garibaldi Porta San Felicianetto - Portico delle Conce - Piazza del Grano Piazza San Giacomo - Piazza Matteotti - Piazza della Repubblica Largo Carducci - Piazzetta Beata Angela - Porta Romana Carnevale dei Figli di Bocco MASCHERE BAROCCHE IN POSA ore 20.30 MASCHERE FRA LA GENTE ore 21.15 Porta Romana - Corso Cavour - Piazza della Repubblica MASCHERE AL CHIARO DI LUNA Parata con spettacolo finale Carnevale dei Figli di Bocco A pochi chilometri dalla città di Arezzo, lungo l’antica strada romana Cassia Vetus alle pendici del Pratomagno, sorge Castiglion Fibocchi; è questo un caratteristico comune toscano che vede le sue prime origini nel periodo medievale e precisamente nel secolo XII, quando i conti Guidi cedettero il feudo alla famiglia dei Pazzi di Valdamo; tra questi spicca la figura di Ottaviano Pazzi, soprannominato Bocco a causa di una deformazione del viso, e da lui ha preso nome il paese. Qui la storia comincia ad intrecciare una danza con la leggenda a volte perdendosi l’una nell’altra. Le novelle, narrate dai nonni ai nipoti nel “canto del fuoco” durante le lunghe serate invernali, raccontano dei memorabili festeggiamenti Castiglionesi prima dell’inizio della Quaresima quando, con grandi libagioni e balli in Castellione de filiis Bochi i bifolchi e i signori festeggiano insieme Foligno Festival la festa de carnesciale (documento storico datato 2 maggio 1174). Ed è così che una decina di anni fa prende corpo, tra i vicoli e le mura severe del castello, un carnevale con figure bellissime ed arcane che, rincorrendosi sotto gli archi di pietra e le stradine anguste, riprendono una danza ormai interrotta da secoli, ma sempre nella memoria di tutti, in quanto non si dimentica mai la gioia di vivere. E proprio con questo spirito che per due volte all’anno, e precisamente la penultima e la terzultima domenica del periodo di carnevale, l’intero paese si adopera per trasformare ogni luogo abitato, vicolo ed atrio, in un fantastico scenario, quello del Carnevale dei Figli di Bocco, una manifestazione antica dove i duecento figuranti, vestiti con costumi fantastici e con il volto celato da preziose maschere di cartapesta, con le loro eleganti riverenze invitano l’ospite ad entrare in un limbo arcano dove il tempo non ha più dimensione. Notte Barocca a Foligno sabato 8 settembre Segni Barocchi 21 Segni Barocchi Foligno Festival dalle ore 21.00 alle ore 02.00 Notte Barocca a Foligno sabato 8 settembre Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico 22 VISIONI D’INCANTO Proiezioni di immagini fisse di grande formato dalle ore 21.00 alle ore 23.00 Corte di Palazzo Trinci Proiezioni video ANTOLOGIA DI SEGNI BAROCCHI FESTIVAL Eventi in Piazza della Repubblica (1999-2005) A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria, realizzazione del Centro Video Programma Materiali Resistenti, Dance Company, Waterwall, 28/08/1999 Sarruga Produccions, Eppur si muove, 15/09/2000 Valerio Festi, L’allegoria della fortuna, 13/09/2001 Valerio Festi, Come la luna, 12/09/2002 Compagnie Transe Express, Maudits sonnants, carillon céleste, 11/09/2003 Les Passagers, Tempête, 11/09/2004 Compagnie Transe Express, Lâcher de violons, 10/09/2005 dalle ore 23.00 alle ore 02.00 Corte di Palazzo Trinci Proiezioni video NOTTE BAROCCA A FOLIGNO 2011 A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria, realizzazione del Centro Video Segni Barocchi Foligno Festival In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares ore 21.00 Planetario ore 22.00 Conferenza di Giuseppe Raponi e Luciano Villani ”Conoscere il cielo, per capire la mente. Astrologia e astronomia ieri e oggi” ore 23.00 Planetario ore 24.00 Conferenza di Luciano Villani ”1682, la storia della cometa di Halley” ore 01.00 Planetario I planetari saranno diretti da Arnaldo Duranti dalle ore 21.00 alle ore 02.00 Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni Visita guidata all’Osservatorio Astronomico cittadino LE COSTELLAZIONI DAGLI ORTI JACOBILLI Osservazione al telescopio degli oggetti visibili nella notte Proiezioni e dibattiti su argomenti astronomici In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares Notte Barocca a Foligno PROIEZIONI E INCONTRI Via Isolabella Visita guidata al Planetario del Laboratorio di Scienze Sperimentali sabato 8 settembre dalle ore 21.00 alle ore 02.00 23 Foligno Festival Notte Barocca a Foligno sabato 810settembre settembre dalle ore 22.15 alle ore 22.45 24 Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica Spettacolo itinerante ore 22.45 Piazza della Repubblica, finale fisso Compagnie Remue Ménage LES FLAMANTS ROSES Lo spettacolo sarà replicato alle ore 01.00 in Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica con finale fisso alle ore 01.30 in Piazza della Repubblica Omaggio alla Francia Segni Barocchi “Nelle nostre folli avventure attraverso il mondo, ci siamo imbattuti in questi strani fenicotteri rosa. Affascinati dalle loro danze, li abbiamo seguiti lungo le loro migrazioni, a bordo della nostra ingegnosa macchina volante per apprenderne il linguaggio in codice. Divenuti loro amici e guide sulla terra degli umani, vi invitiamo a condividere con noi i loro misteriosi rituali e lasciarvi trascinare in una danza luminosa e fiabesca”. Foligno Festival La Compagnie Remue Ménage è stata creata nel 1996 da un gruppo di giocolieri trampolieri durante una tournée estiva. Col passare degli anni la compagnia si perfeziona e si dedica alla produzione in proprio di spettacoli sempre più ambiziosi, assumendo in tal modo una identità specifica. Alla base di ogni creazione l’attenzione si concentra sugli aspetti visuali sia dei personaggi che delle strutture sceniche, dando vita ad ambientazioni che richiamano i film di animazione. Dal 2006 la compagnia lavora alla progettazione di spettacoli notturni con una ricerca di effetti luminosi sempre più all’avanguardia e si cimenta anche in produzioni rivolte ad un pubblico giovane basate sulla commistione di danza, teatro, arti visive e circensi. Ne fanno parte più di un centinaio di artisti tra musicisti, danzatori, commedianti, esperti in arti visive e in arti circensi. Notte Barocca a Foligno sabato 8 settembre Segni Barocchi 25 Segni Barocchi Foligno Festival Largo Carducci - Piazza della Repubblica Túatha dé Danann DUANA Musica irlandese e scozzese del XVII e XVIII secolo Notte Barocca a Foligno sabato 8 settembre dalle ore 23.00 alle ore 01.00 26 Enrico Euron, arpa celtica Emiliana Borello, voce Francesco Colucci, violino Filippo Mongiardino, flauti Francesco (Frantz) Pallaro, chitarre Giancarlo Bonino, bodhrán e percussioni Programma Anon., XVIII sec. Tàimse Im Chodladh -The Chanter’s Tune! Anon., XVII sec. Eala fo leòn! Anon., XVII sec. The Halting march! Anon., XVIII sec. Henry Martin! Anon., XVII sec. Barbara Ellen! Anon., XVIII sec. The plains of Boyle / The rights of man / Na sioga! Anon., XVIII sec. The gipsy laddie! Anon., XVIII sec. Top of Cork road / Trip to Sligo / The eavesdropper! T. O’Carolan (1670-1738) Fanny Power! / Carolan’s Concerto! / Farewell to music! / Carolan’s Suite! Anon., XVII sec. Maighdeanan na h-àiridh! Anon., XVII sec.The Coulin! Anon., XVIII sec. ‘Ar Eirinn ni ‘neosfainn ci hi! Anon., XVIII sec. Star of the County Down! Túatha dé Danann Nei primi anni ’90 l’eclettico musicista torinese Enrico Euron si addentra nello studio della musica antica irlandese e scozzese, studiando arpa celtica e musica tradizionale con Myrdhin in Bretagna, con Emer Mc Laverty e Michèal Rooney in Irlanda e con Savourna Stevenson in Scozia, e successivamente partecipando a prestigiosi concorsi internazionali con lusinghieri risultati. Nel 1995 attorno ad Enrico Euron e alla sua passione contagiosa si sviluppa il progetto Túatha dé Danann. Tratto caratteristico del lavoro dei Túatha è una dimensione vissuta del gesto musicale che comprende tanto la ricerca sul campo quanto lo studio accademico, l’approfondimento storico e la concertazione del repertorio quanto la freschezza comunicativa. Dopo un primo periodo fortemente caratterizzato da un approccio filologico al più antico repertorio di area celtica (Aisling, 1995; Awen, 1997; Duana, 1999), negli ultimi anni le esperienze molteplici dei Túatha hanno impresso una spinta innovativa al loro lavoro. Nel CD Land of my soul lo sguardo si apre ad un repertorio storico di tradizione più recente, ad un altro pezzo di storia d’Irlanda. Troviamo ballate che riecheggiano fatti di guerra e storie di emigrazione a cavallo fra Otto e Novecento, l’immancabile Carolan ancor più caratterizzato da tratti barocchi, arie cinque-secentesche per nulla velate dalla patina del tempo, accanto alle danze, jigs e reels di straordinario vigore, interpreti privilegiati del panorama musicale irlandese odierno. Letteralmente il nome Túatha dé Danann significa “il popolo del dio la cui madre è Danu”, ed è quello della più importante popolazione della mitologia irlandese. Danu è la figlia del dio supremo Dagda, il “Buono” ed è madre di Ecne (“sapienza” o “poesia”): Danu è quindi la personificazione più bella delle potenze della Luce e della Saggezza che si possa trovare nella mitologia irlandese. Notte Barocca a Foligno Duana, parola gaelica che significa “storie”, ben si sposa con una dimensione che caratterizza il lavoro dei Túatha dé Danann fin dalle loro origini: musica come racconto, evocazione e memoria, alla maniera degli antichi bardi d’Irlanda, musicisti, poeti e maestri; musica e racconto, per il gusto di una condivisione con il pubblico che vada al di là di sensazioni epidermiche o moti estetizzanti, per una riscoperta di tradizioni culturali e artistiche dalle radici secolari, testimoni di una grande ricchezza umana. Nel concerto, motivi, generi e stili si avvicendano, rappresentando le esperienze umane più diverse: la lotta e l’attaccamento alla terra natia, l’amore e la felicità, l’amicizia ed il dolore. Ed è proprio un musicista vissuto nella prima metà del Settecento, Turlough O’Carolan, il più alto esponente di una tradizione che è al tempo stesso colta e popolare: “l’ultimo dei bardi”, educato all’arpa ed alla poesia, grande estimatore della musica colta italiana (Corelli e Vivaldi), vive come arpista itinerante, componendo una gran quantità di arie nelle quali i tratti della musica barocca si fondono con melodie di stampo tipicamente irlandese. sabato 8 settembre Foligno Festival Segni Barocchi 27 Concerto Segni Barocchi Foligno Festival Domenica 9 settembre, ore 18.00 Pale, Chiesa di San Biagio Ottorino Baldassarri EXCURSUS DI MUSICA ITALIANA SU ORGANO STORICO Musiche di A. Gabrieli, G. Frescobaldi, T. Merula, B. Pasquini, D. Zipoli, A. Scarlatti Programma A. Gabrieli (1510-1586) Ricercare nel duodecimo tono G. Gabrieli (1557-1612) Canzone (La Spiritata) G. Frescobaldi (1583-1643) Toccata I (dal I Libro delle Toccate) Canzone quarti toni Toccata per l’Elevazione Bergamasca (dai Fiori Musicali) T. Merula (1594-1665) Sonata cromatica Capriccio B. Pasquini (1637-1710) Toccata con lo scherzo del cucù D. Zipoli (1653- 1706) Canzone in sol minore Suite in sol minore (Preludio, Corrente, Sarabanda, Giga) A. Scarlatti (1660-1725) Toccata XI (Toccata, Presto, Partita alla lombarda, Fuga) 28 Segni Barocchi Foligno Festival Le forme strumentali nel Rinascimento e nel primo Barocco furono numerose e varie come diversi e contraddittori erano i nomi attribuiti a ciascuna forma (accadeva anche che una stessa forma avesse nomi differenti). Per non creare confusione, le composizioni strumentali erano divise in: - musiche derivate da modelli vocali in contrappunto imitato (ricercare, canzona, fuga) - musiche in stile improvvisato (toccate, fantasie) - musiche da ballo: variazioni su canto dato o su basso dato (partite, passacaglie e ciaccone). Contrappunto imitato: il ricercare era una severa forma di contrappunto strumentale che non derivava dal mottetto, come si pensò per anni, perché nel mottetto la fisionomia dei temi è subordinata al testo, mentre nel ricercare si ricorre con libertà agli artifici della scrittura contrappuntistica. Inoltre il mottetto è formato da molti brevi temi, mentre il ricercare da pochi e più estesi. Scrissero ricercari A. Gabrieli, Padovano, Merulo, Trabaci, ma soprattutto Frescobaldi. Il ricercare ebbe fortuna anche in Austria e Germania con Hassler, Froberger, Fischer e Bach (con l’Offerta musicale). In Spagna il ricercare, col nome di tiento, fu coltivato da Cabezón. La canzona strumentale, detta anche canzona da sonar, canzona sonata o chanson francese, nacque all’inizio del XVI sec. in Francia come trascrizione strumentale della chanson polifonica (Cavazzoni). Si svincolò dai modelli vocali gradatamente (A. Gabrieli, Merulo) per poi giungere all’autonomia con Ingegneri, Maschera, Frescobaldi e suoi allievi, tra i quali Kerll e Froberger. La fuga prima del Barocco era sinonimo di canone. Solo dopo la metà del XVII sec. divenne quella che ora conosciamo come la più elaborata delle composizioni strumentali. Erede della canzona strumentale e del ricercare a un solo soggetto, si differenziava da esse per la maggior ampiezza e complessità, oltre che per l’adozione delle moderne scale tonali e delle modulazioni. Spesso non è una composizione isolata ma viene preceduta da un’altra composizione in stile libero nella stessa tonalità. La fantasia mescola variamente stile imitato e libero. In Inghilterra fu chiamata fancy (da ricordare il compositore inglese Byrd). La toccata, composizione per strumento a tastiera, nacque attorno al XVI sec. probabilmente dall’esigenza di anticipare il canto liturgico con un breve preludio organistico improvvisato. Elementi tipici della toccata sono l’alternanza di massicci accordi con rapide scale e arpeggi. Questo tipo di toccata fu perfezionato da Merulo, Rossi, Pasquini, Zipoli e successivamente D. Scarlatti in alcune sue sonate. 29 Segni Barocchi Foligno Festival Frescobaldi fu esempio per i compositori d’oltralpe (Hassler, Froberger, Kerll, Muffat, Pachelbel) ma, diversamente dalle toccate italiane, in quelle tedesche era di solito assente lo stile imitato sostituito largamente da fantasiosi passaggi. Lo sviluppo di questo tipo di toccata andò di pari passo con le tecniche costruttive dell’organo tedesco, ben più avanzato di quello italiano. Maestri della toccata tedesca furono Reinken, Tunder, Buxtehude e Bach. Con loro entrò in uso il binomio di: Preludio e fuga, Toccata e fuga, Fantasia e fuga. Ottorino Baldassarri, nato a Spello, si è diplomato in pianoforte presso il Conservatorio Morlacchi di Perugia e successivamente in organo e composizione organistica presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Ha preso parte a rassegne e concorsi vincendo nel 1972 il primo premio al “Concorso Internazionale Viotti” di Vercelli partecipando successivamente alla rassegna televisiva “Nuovi Solisti” indetta dalla RAI. Dopo aver seguito un corso d’interpretazione in Cecoslovacchia con il M° J. Reinberger, la sua attività artistica si è diramata nelle principali città italiane ed europee: Polonia, Cecoslovacchia, Germania, Spagna, Turchia, Malta ed extra europee: Messico, Corea del Sud. Ha tenuto varie registrazioni per la RAI, la Radio Vaticana, la Radio Svizzera Italiana, e la DDR tedesca. Apprezzate dal pubblico e dalla critica le esecuzioni dell’opera omnia di Bach di Buxtehude nella Basilica Patriarcale di Assisi. Ha coperto la cattedra di organo e composizione organistica presso il Conservatorio Morlacchi di Perugia, presso il Rossini di Pesaro e quello di Santa Cecilia di Roma. è stato organista titolare presso la Basilica di S. Francesco di Assisi dal 1980 al 1997. 30 Foligno Festival Mercoledì 12 settembre, ore 17.30 Foligno, Teatro San Carlo, Sala Don Consalvo Battenti Conferenza di Fabio Bettoni FOLIGNO, 23 GIUGNO 1613: EVENTI E APPARATI IN ONORE DI SAN CARLO BORROMEO Conferenza Segni Barocchi Sulle pagine manoscritte dei suoi Annali della città di Foligno, Lodovico Jacobilli la mette così: Nella Quaresima del 1612 predicò in domo di Foligno il padre don Bartolomeo Gavanti da Milano barnabita; e perché si portò benissimo, li folignati et il vescovo concessero alla sua congregazione de’ barnabiti un luogo appresso la compagnia della Misericordia, dove l’anno seguente i barnabiti eressero un collegio et una chiesa in honore di san Carlo Borromeo et a san Giovanni Battista Decollato per haver havuto il luogo da confrati di San Gio. Battista, detti della Misericordia. Il dettaglio della vicenda permette di cogliere aspetti della società e della cultura del tempo assai interessanti. Il 28 luglio del 1612, lo stesso Gavanti e Teodolo Brullino, in nome dei Chierici regolari di San Paolo - congregazione fondata da Antonio Maria Zaccaria, appoggiata alla chiesa di San Barnaba in Milano e riformata da Carlo Borromeo - prendono possesso del sito, nel quale è stata nel frattempo allestita una cappella dedicata al santo cardinale, e il giorno dopo, il 29, il vicario vescovile di Foligno benedice solennemente il quadro e vi celebra la prima messa, presente molto popolo. Entro la prima metà di novembre l’abbattimento e la ristrutturazione del complesso edilizio imperniato sull’antichissima chiesa di San Pietro in Pusterna sono a buon punto; così le autorità municipali, il 15 di quel mese, si rivolgono a Federico Borromeo (il cardinale del Manzoni, per intenderci) perché voglia concedere nobil parte delle sacre Reliquie di esso Santo, orgogliosissime come sono, le Autorità, di aver messo mano alla costruzione della prima chiesa di San Carlo di tutta l’Umbria nel più bel sito, e centro della città. Federico risponde con tutta la solennità del caso il 15 aprile del 1613. E lo fa in modo positivo, “compiacendo” Autorità, Cittadini e Barnabiti di cose più intrinseche che sia possibile, cioè, d’una particella della pianeta e del camiscio co’ quali il Santo fu sepolto, e della 31 Segni Barocchi Foligno Festival sponga, che subito morto se le pose nel corpo, mentre s’aprì, come si costuma, e vi è stata dentro sino al tempo della canonizatione, intinta però del sangue. Al munifico dono del porporato si aggiunge quello del Gavanti il quale, non contento delle tre predette reliquie, ne procurò altre sette; tornato a Foligno con questi trofei devozionali, si può programmare per il 23 giugno il grande evento celebrativo. Perché si scelga questa data è presto detto: ricorre, nel 1613, quarta domenica di Pentecoste, la natività del Battista e perciò si fa una grande festa comune ai due santi, come comune è il luogo del culto a loro destinato; d’altra parte, il 23 giugno dell’anno prima era stato emesso il decreto del Magistrato Priorale concernente l’introduzione dei Barnabiti a Foligno; infine, il 23 giugno, cade quest’anno in domenica, a mezo corso di Fiera, che è delle maggiori e più frequenti dello Stato Ecclesiastico e forsi d’Italia. La preparazione comincia il 16 giugno, terza domenica di Pentecoste, con una predica di Gavanti nella cattedrale; prosegue nella sera del 19 con il suono delle campane cittadine; si ufficializza il 21 con un editto dei Priori i quali ordinano che nella sera successiva del 22 giugno si accendano lumi alle finestre, si alimentino fuochi festivi, si puliscano i tratti di strada pertinenti a ciascuna abitazione posta lungo il percorso processionale delle Sette Chiese che l’indomani deve essere sottolineato da un vestimento adeguato. In effetti, la sera del 22 vede compiersi l’apparamento della città, mentre nella cappella borromea si sta preparando il feretro con le reliquie del santo. Finalmente, il 23 giugno: al mattino, il feretro viene accolto in cattedrale; nel pomeriggio seguono la celebrazione dei Vespri e la processione con le reliquie lungo la via delle Sette Chiese, una parata allegorica, rutilante, magniloquente; giunto il corteo in San Carlo, la cerimonia conclusiva viene officiata dal canonico decano della cattedrale. Il calendario festivo prevede l’esposizione delle memorie borromee fino al 30 giugno, Ottava della Traslazione. Con l’occasione si commemora l’apostolo San Paolo, faro illuminante dei Barnabiti; si ricorda nel modo più solenne l’anniversario del consenso dato dal vescovo diocesano Francesco Simonetti all’ingresso dei religiosi in Foligno; si permette al popolo universo di lucrare l’indulgenza plenaria. Domenica 28 luglio, infine, ricorrendo l’anniversario dell’acquisizione del sito da parte dei chierici milanesi, si pone la prima pietra della chiesa e s’interrano tre vasi legati insieme con corde di canapa, la ricchezza primaria del territorio cittadino: in uno c’è il grano, e lo ha conferito il governatore prelato di Foligno Domenico Marini; in uno il vino, e lo ha predisposto il magnifico signore Vincenzo Bonavoglia, capo dei priori; nell’ultimo c’è l’olio, e lo ha fornito Gavanti, il superiore del convento. Fu un evento memorabile. Curzio Cirocchi, nella sua Descrittione della festa osserva: Né dissero altro i signori Folignati se non che 32 Segni Barocchi Foligno Festival non vidde mai Foligni tanti apparati, tanta festa, tanto giubilo de’ cuori né tanto concorso di genti da castelli e città vicine, che nel vero tanto più mirabile fu quanto che non si sa d’un minimo disordine di cosa alcuna. Gli esponenti dei più prestigiosi casati mostrarono al dotto e all’inclita la loro munificenza apparatrice: Bolognini, Borgni, Cagni, Cantagalli, Cirocchi, Floriani, Gentili, Jacobilli, Merganti, Onofri, Orfini, Orselli, Pinocchi, Rampeschi, Roberti, Roncalli, Unti, Venanzi. Fece mostra di sé un’impettita milizia al comando del capitano Giovanni Battista degli Unti. Fu un tripudio di archi trionfali, fontane, altari, arazzi, quadri; fuochi artificiali e mortaretti; stemmi araldici; epigrafi, distici ed epigrammi latini, elegie; confetti e beveraggi a profusione. Si esibì l’Accademia Musicale, diretta dal poeta Michelangelo Jacobilli. Tra i tanti componimenti poetici, dieci splendidi epigrammi esaltanti le dieci reliquie furono composti da Marco Antonio Bonciari e dati alle stampe. Un autore preclaro, devotossimo di san Carlo, et humanista celebre in tutta Italia, non che in Perugia, ove egli si trattiene, ma sempre incorso a maggiori imprese. Fu anche un tripudio della cultura accademica, dunque; un evento nel quale, forse, si cimentarono l’eruditissimo Francesco Cirocchi, l’antiquario Fabio Pontano, il poliedrico Ettore Tesorieri tutti uomini abituati a maneggiar la penna e la lingua di Cicerone. Lo stesso Curzio, estensore della Descrittione, prete dotto e versatile, potrebbe aver dato il suo contributo poetico. Certo è che l’operetta descrittiva che oggi si presenta ebbe l’opportuna gratificazione, giacché Aurelio Grattarola, nel 1614 (Milano, Eredi Pontio & Piccaglia), la inseriva tra i capitoli dei Successi maravigliosi della veneratione di S. Carlo Borromeo, quella inimitabile raccolta di memorabilia borromee compilata dopo la canonizzazione del vescovo milanese. Santificazione avvenuta il primo novembre 1610, che risultò base di lancio delle fortune barnabite dentro e fuori della Penisola e non ultima ragione dell’apoteosi borromea nella Foligno di quegli anni. Fabio Bettoni Fabio Bettoni, folignate, è tra gli ideatori e i fondatori di Segni Barocchi Festival e ne è stato consulente storico per molti anni, contribuendo a promuovere e a coordinare molteplici ricerche sulla storia economica, sociale e culturale di Foligno in quella che (più o meno propriamente) viene definita “l’età barocca”. Ha partecipato e partecipa ai comitati scientifici di emanazione universitaria, enti, fondazioni e associazioni culturali, comitati scientifici e redazionali di riviste e pubblicazioni storiche, e, per rimanere a qualche caso di ambito regionale, è membro del consiglio direttivo e del comitato scientifico della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria nonché del Magistero accademico dell’Accademia Fulginia di Lettere Scienze e Arti, della quale è vice presidente. 33 Foligno Festival Giovedì 13 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” Omaggio alla Francia Concerto Segni Barocchi LA FAVOLA DEI TRE GOBBI Due Intermezzi di Vincenzo Legrenzio Ciampi Libretto di Carlo Goldoni (1749) Trascrizione di Francesco Massimi Prima esecuzione in tempi moderni Direttore Francesco Massimi Regia Giorgio Bongiovanni Interpreti Cantanti del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” Ensemble strumentale dell’O.T.Li.S. Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” “La mia benemerita signora nonna, quand’io ero bambino, mi raccontava delle novelle, o siano fole, che in veneziano si dicon fiabe. Fra l’altre mi raccontò parecchie volte quella bellissima de’ Tre Gobbi”. Così scrive Goldoni nella prefazione del libretto a stampa dell’Intermezzo. Quello che il poeta non ci dice è che questa che ci presenta come ingenua “fiaba veneziana” riserva una inattesa “morale” piccante perfino per i nostri tempi spregiudicati. Ma ancor più ci stupisce che lo faccia utilizzando meccanismi comici di antichissime radici che irrompono nella nostra modernità con tutta la loro forza immutata. Quando questi meccanismi poi si incontrano con le risorse più raffinate del linguaggio musicale settecentesco mutuate dall’esperienza del teatro d’Opera, ecco che ne scaturisce un incontro particolarmente felice; La Favola dei Tre Gobbi è infatti la prima testimonianza di un Intermezzo goldoniano di cui sia conservata la musica. A lasciarci le note di questo cammeo è Vincenzo Ciampi, piacentino di ferrea scuola napoletana che incontra il teatro comico veneziano guidato da un sicuro istinto musicale e 34 Segni Barocchi Foligno Festival teatrale. Le arie e i recitativi scorrono seguendo felicemente l’arguzia del poeta e quasi ci si stupisce che La Favola, pur avendo ricevuto l’attenzione di importanti studiosi, non sia mai stata rappresentata in epoca moderna prima d’ora. A tardiva riparazione, riproponiamo le note e i versi di questa antica “fiaba veneziana”. Giorgio Bongiovanni e Francesco Massimi Ciampi e Goldoni. “La Favola dei Tre Gobbi” fra debito e riforma Si dice spesso, fra gl’uomini più avveduti, che non sia lo “stile” a comprendere - od a permeare - gli artisti, gl’intellettuali che mettano mano ad una loro nuova opera; si reclama che, opportunamente, siano gli uomini a decidere gli spazij e le forme di una nuova fase artistica. Tutto chiaro, tutto giusto, tant’ è vero che si verrebbe quasi presi da questo furor illuministico, da questo rovesciamento, se non si valutasse che probabilmente i momenti più felici della storia delle arti vivano di quel felice compromesso fra ar- Desiderio, “Tres Jorobados”, 2012 - creato per tista e pubblico che “La Favola dei Tre Gobbi”, collezione privata contempli un processo di decodifica di informazioni tacitamente e pacificamente condivisa. Ecco perché si può trovare qualche perplessità sull’applicazione di alcuni principij generali di prassi esecutiva a Johann Sebastian Bach, perché nel caso di questa straordinaria figura ci troviamo di fronte tuttavia ad una presenza di artista in fondo periferica, asceticamente isolata, e che, in parole povere, non può dirsi realmente influenzato dai suoi contemporanei, come influenzato lo era il vero cosmopolita Haendel, che mostra nella sua opera gagliarda familiarità con essi; ed ecco perché oggi che il rapporto fra autore e fruitore è rovinosamente incrinato, se non distrutto, non si può parlare di musica “contemporanea”, proba35 Segni Barocchi Foligno Festival bilmente no se inteso come “stile” in senso puramente “artistico”, certamente no se si considera l’abominazione esercitata da grande parte dell’intelligencija che vorrebbe lo “stile” come concetto da rifiutare, reazionario. Ciò che interessa, ai fini di questa discussione, è in realtà il momento in cui gli spazi e le forme di questo foedus si fanno più labili; in questo momento nascono, evidentemente, le opere di confine; in questo momento si può ancora non decidere se accogliere o rifiutare l’Illuminismo, sorte forse fortunata che toccò a Carlo Goldoni e Vincenzo (Legrenzio) Ciampi. è ben noto l’episodio dell’incontro fra l’allora giovane poeta ed Antonio Vivaldi, episodio che ci consegna l’entusiasmo con cui il Prete Rosso abbracciò il letterato per avergli accomodato, su due piedi, un’aria destinata ad Anna Girò, soddisfacendo in pieno i desiderij del compositore ed impresario; ancora, il “vecchio” ed il “nuovo” si incrociano, in un episodio che non rimase forse isolato, se un giorno troveranno conferma gli indizij di una collaborazione fra i due ben più grossa, il drama eroi-comico L’Aristide. Per ora, qui, abbiamo Goldoni e Ciampi; piacentino quest’ultimo, ma di salda scuola napoletana. Allievo di Leo e Durante, porta con sé i segni evidenti di una tradizione musicale; compositore evidentemente dotato, riesce nella singolare impresa di apparire fresco ed autentico (proprio da autòs) anche quando il debito coi suoi maestri è evidente. Questo si evince anche ad una prima scorsa della partitura de La Favola dei Tre Gobbi, gemma scanzonata che paga il tributo ad una ingenuità che pare esclusiva di tempi remoti e leggendarij. Si pensi ad alcune gags che sanno di dichiarato amarcord: quella di Macacco Tartaglia (anche i nomi di questi personaggi sanno di Commedia dell’Arte), tipico nella sua balbuzie ossessiva che ripara in extremis sillabe suggerenti grosse maleparole nella sua prima aria, si ritrova quasi letteralmente nel Giasone di Cavalli, opera del 1649 (esattamente un secolo prima della “nostra”). Nella musica, qui e là, troviamo echi familiari; arsenale armonico a parte che ci suggerisce il meglio dell’antica scuola partenopea, potremmo perfino incontrare suggestioni “haendeliane” nelle arie in 3/8 a ritmi puntati, sezioni su bassi di romanesca (il tipo utilizzato anche da Pachelbel per il celeberrimo Canone) per non parlare di alcune citazioni quasi troppo evidenti, in due arie, dello Stabat Mater di Pergolesi (l’incipit di Inflammatus et accensus, ed un inciso di Quae moerebat, per esattezza). Ma quello che conta è che di pergolesiano, se mi è concesso ancora evocare questo nome, Ciampi abbia assimilato una notevole fluidità di scrittura, ciò che ci fa sembrare questo autore come “fresco”, sorgivo, e che restituisce dunque, con la mediazione di Goldoni, 36 Segni Barocchi Foligno Festival non una “riflessione”; questa potrebbe essere attuale oggi (e lo è), ma non allora, quando non c’era spazio per plissettature spaziotemporali, e quindi ciò che era “attuale” veniva sentito con ispirito diverso. Al piacentino-napoletano ed al veneziano interessa regalare un’estrema (ma pulsante) propaggine di un mondo comico, che stava sì per consegnarsi al dramma borghese, ma non avendo poi bisogno di liberarsi tout court di un prezioso vocabolario letterario e musicale le cui gagliarde vestigia affiorano nell’opera che il Teatro Lirico Sperimentale presenta al festival Segni Barocchi, intendendo dar prova, come già è stato, di poter offrire una nuova primizia che esprima compiutamente i propri tratti nello spirito dell’evento. Francesco Massimi Il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” è stato fondato nel 1947 da Adriano Belli, avvocato e musicologo, al fine di avviare alla carriera artistica giovani cantanti che non hanno ancora debuttato. L’attività si svolge su base annuale in tre fasi: il Concorso per giovani cantanti lirici della Comunità Europea; il Corso di preparazione al debutto; la Stagione Lirica, che si svolge a Spoleto e in Umbria. Hanno iniziato la propria carriera artistica a Spoleto molti tra i più importanti artisti: Franco Corelli, Cesare Valletti, Antonietta Stella, Anita Cerquetti, Anna Moffo, Renato Bruson, Ruggero Raimondi, Leo Nucci, Mariella Devia, Lucia Aliberti, Elizabeth Norberg-Schulz, Giuseppe Sabbatini, Norma Fantini, Sonia Ganassi, Daniela Barcellona. Il Teatro Lirico Sperimentale realizza corsi di alta formazione per maestri collaboratori e professori d’orchestra. Dal 1993 viene organizzato il Concorso “Orpheus” per nuove opere di teatro musicale da camera, la cui Giuria per ben cinque edizioni è stata presieduta da Luciano Berio. Nel 2001 il Teatro Lirico ha realizzato il “Progetto Bach/Berio-L’Arte della Fuga” inerente la trascrizione, rielaborazione ed esecuzione del capolavoro bachiano. Il Teatro Lirico Sperimentale, oltre a collaborare con alcuni tra i maggiori teatri lirici italiani, è stato ospite con concerti ed opere anche in Austria, Spagna, Stati Uniti d’America, Svizzera, Giappone, Ungheria, Canada, Germania, Polonia, Cina, Russia, Qatar, Cuba, Romania, Turchia, Sudafrica, Inghilterra. Si ringrazia la ditta Vivai Sara per la gentile collaborazione all’allestimento scenico 37 Concerto Segni Barocchi Foligno Festival Venerdì 14 settembre, ore 21.15 Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco IL LUNGO VIAGGIO VERSO IL BAROCCO DA ORIENTE A OCCIDENTE Kyriacoula Costantinou, voce Andrea Cortesi, Gloria Ferdinandi, violini In collaborazione con il Comune di Montefalco Programma Tradizionali antichi Lamma Bada - Andaluso XIII sec. Zarani al Mahbub - Arabo XVI sec. Orlando Di Lasso (1532-1594) Sto Core Mio Claudio Monteverdi (1567-1643) Oblivion Soave da L’Incoronazione di Poppea Leonardo Vinci(1690-1730) So’ Le Ssorva e le Nespole Amare Dimitrie Cantemir (1673-1723) - Bela Bartok (1881-1945) Selezione di brani popolari ungheresi e romeni dal tardo XVI al primo XVII secolo, tratti dal Codex Caioni Heinrich Ignaz Franz Biber (1644-1704) Dalle Sonate del Rosario Passacaglia per violino solo Jean Marie Leclair (1697-1764) Sonata op.3 n.3 in Do Maggiore per due violini Johann Sebastian Bach (1685-1750) Erbarme Dich dalla Passione secondo Matteo Antonio Vivaldi (1678 – 1741) Sol da Te Mio Dolce Amore da Orlando Furioso é (1881-1945) Dimitrie Cantemir (1673-1723) - Béla Bartok Maramarosi Tanç 38 Segni Barocchi Foligno Festival Questo è un percorso tortuoso che, attraversando epoche e luoghi, si pone come scopo il voler narrare la nascita di un gusto, di un’estetica, al cui interno confluisce e si reinventa con fantasia ed erudizione l’intera cultura occidentale: il Barocco. A cavallo fra XVI e XVII secolo due sono principalmente le tendenze che si affermano come linee-guida in ambito musicale: se da un lato si assiste all’affermarsi della monodia accompagnata a discapito della polifonia, e quindi alla nascita della pratica che meglio identifica il Barocco stesso, ossia il sonare sopra il basso continuo, dall’altro vi è una sempre maggiore attenzione a misurare la “validità” del patrimonio organologico in base alla capacità degli strumenti musicali di “imitare” il mezzo espressivo più misterioso e complesso di tutti, ossia la voce umana. Così, mentre a Mantova si leva “il canto di Orfeo”, il violino acquista sempre maggiore importanza, conquistando le vette un tempo appannaggio del cornetto, e occupando sempre maggior spazio nelle scelte timbriche dei compositori che in esso vedevano il naturale “alter ego” della voce proprio grazie a quella particolare duttilità mimetica insita nell’arco che accarezza, come il fiato nel canto, la corda. Da questa semplice considerazione nasce l’idea di un trio singolare (voce e due violini) che nell’essenzialità del tratto ridefinisce alcune delle tappe di questo particolarissimo itinerario, muovendo dal complesso patrimonio comune delle melodie che dal Medioevo al XVI secolo solcavano il Mediterraneo (dalla Spagna mozzaraba alla Bisanzio “ricca d’oro”), per poi tornare a Venezia e riecheggiare nelle modernissime sperimentazioni linguistiche di Orlando di Lasso e Claudio Monteverdi. A grandi passi il viaggio si arricchisce così di suggestioni sulle orme di Dimitrie Cantemir, principe rumeno alla corte di Istanbul, simbolo di pacifica e creativa coesistenza di elementi orientali e occidentali, fino alla definizione, nuovamente, di un linguaggio europeo comune. Da Biber a Leclair, a Parigi come a Roma, a Dresda come a Venezia, Londra o Lipsia si possono tracciare e rintracciare i contorni di una meravigliosa parabola al cui interno si colloca la trasfigurazione stessa del canto nello strumento e viceversa: il pensiero poetante di Bach e di Vivaldi. Kyriacoula Constantinou nasce a Nicosia (Cipro). Diplomata in chitarra e laureata in musicologia, ha approfondito lo studio della voce con il soprano russo Victoria Rastorgueva e con Patrizia Nasini per poi dedicarsi a tutto quel complesso patrimonio musicale che si colloca a cavallo fra musica colta e popolare, ricerca che nel 2009 l’ha portata a ricevere numerosi riconoscimenti a Cipro come in Italia (premio “Anguissola-Scotti” per la musica da camera al Valtidone 39 Segni Barocchi Foligno Festival Music Fest), fino ad esibirsi per i “Concerti del Quirinale” di Radio Tre. Nel 2010 inizia la collaborazione con il Collegium Tiberinum di Andrea Cortesi, indagando nel cd Balkan Roots l’opera di uno dei maggiori maestri del Novecento storico: Béla Bartók. Andrea Cortesi deve la propria formazione ai violinisti Béla Csanyi, Corrado Romano e Massimo Quarta. Ha fondato l’Orchestra da Camera Millennium, il Quartetto Mosaico e il Collegium Tiberinum, con un repertorio da Bach ai contemporanei. Violinista dallo stile personale, si distingue per la sua propensione verso i lavori dei compositori delle ultime generazioni, con numerose prime nazionali ed assolute effettuate. Musicista versatile, con incursioni e frequentazioni discografiche in molti generi musicali e collaborazioni con nomi di livello internazionale, frequenta negli ultimi 15 anni l’Italia e l’estero con progetti da camera e solistici. Gloria Ferdinandi collabora con diverse formazioni orchestrali sia per il repertoro lirico che sinfonico, lavorando con importanti direttori e solisti. è fondatrice con il violinista Andrea Cortesi del gruppo d’archi Collegium Tiberinum e del Quartetto Mosaico. Frequenta anche il pop, in ambito discografico e per concerti e tour, come la tournée italiana in quartetto d’archi per la cantante Giorgia. Suona a fianco di Andrea Cortesi da diversi anni, esplorando un repertorio molto vario, dal Barocco fino alla scoperta di rarità e novità della musica contemporanea. 40 Foligno Festival Giovedì 20 settembre, ore 17.30 e 21.30 Foligno, Multisala Supercinema SOLOMON KANE Cinema Segni Barocchi di Michael J. Basset (Uk-Francia-Repubblica Ceca 2009., col. 104’) Non poteva mancare nel nostro catalogo cinematografico (neo) barocco questo film di speculative fiction, un fantasy epico, non soltanto perché il racconto di magia demoniaca, il cui prologo ci trasporta in un Nordafrica del 1600, si incornicia a cavallo del Se41 Segni Barocchi Foligno Festival colo di ferro – secondo l’efficace espressione dello storico britannico Herry Kamen nella sua opera omonima 1550-1660 – ma per la sua fattura cinematografica, che permette agli spettatori una serie di giochi interpretativi virtuosi (o viziosi) dentro una perturbante linearità, per nulla imbarazzati della credibilità delle diavolierie, degne di un John Dee (1527-1608), il necromante della regina inglese Elisabetta Prima. Il film ritaglia il suo scenario dentro un corpo letterario imponente, il cosiddetto Ciclo di Solomon, dello scrittore statunitense, scozzese per parte materna, Robert Ervin Howard (1906-1936), che nella sua breve, tormentata vita ha prodotto numerosi cicli romanzeschi, i cui eroi (il più famoso, Conan il barbaro) non smettono di esercitare un’influenza durevole sul cinema popolare. Non era facile l’impresa di trarne una sceneggiatura nitida e fedele, poiché il ciclo solomonico consta di ben sedici opere (romanzi, racconti e raccolte di poesie): l’attrazione infantile che il regista ha ammesso di provare per questo ciclo gli ha permesso di scolpire l’eroe e i pochi personaggi in precisi tratti, con effetti speciali limitati, più legati ad una pratica scenografica ed artistica che non alle mirabolanti manipolazioni digitali. Alla linearità del racconto, con il suo stupendo paesaggio di pioggia, neve e fuoco, fa da controcanto la tormentosa vita dell’eroe, l’errante Solomon, congedato, licenziato dalla sua giovinezza al castello di Axmouth (ecco i primi giochi linguistici, nella serie di significati che si possono inanellare nella scomposizione del nome del luogo ax-e-mouth), per una questione di eredità e di assegnazione di ruoli familiari, cui ha reagito con violenza, e per questo vive la sua vita depressa, come se Cristo e gli angeli si fossero addormentati. Nell’erranza: lotta contro uno strano patto antifaustiano con il Diavolo, che inscena la sua presenza attraverso specchi oscuri (il principe delle Tenebre vuole la sua anima che l’eroe rilutta e resiste a concedere, pur sentendosene abbandonato); cerca l’imitazione di Cristo, nella rinuncia alla vita violenta, e raggiungerà il modello in un’impressionante scena; piega la violenza da cui è posseduto ad un uso strumentale, per conseguire la liberazione della sua cerchia momentanea di affetti, caduti nella rete del Mietitore del Diavolo; ama infine con cuore puro la sua Meredith (ecco un altro gioco linguistico, di ascendenza francese, che si può aprire con la scomposizione del nome della fanciulla). Infatti l’eroe è contornato dall’assenza della madre (mère), da quella bocca da cui è stato separato, a cui non può far ritorno: soltanto alla foce del fiume della vita (mouth), si raggiunge il mare (mer) della conoscenza che l’eroe sconta a prezzo di un duro tirocinio, di un’antica ripetizione, di una terribile rinuncia. Ibribazione e mescidanza di temi e mitemi qui riuniti al fuoco del cinema popolare più colto e riuscito. Roberto Lazzerini 42 Foligno Festival Venerdì 21 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Marcello Peghin CIACCONA EXPERIENCE Concerto Segni Barocchi Pensando a Bach il Barocco incontra il Jazz e il Jazz incontra il Barocco per una creativa contemporaneità Daniele Di Bonaventura, clavicordo e bandoneon Yuri Goloubev, contrabbasso Gavino Murgia, sax e fiati vari Marcello Peghin, chitarre Una pratica comune della musica jazz è quella di comporre temi differenti utilizzando una stessa struttura armonica per poi poterci improvvisare. Anche nella musica antica l’arte dell’improvvisazione era utilizzata da molti musicisti, il linguaggio è differente, può cambiare a seconda degli stili musicali ma la matrice è comune, la variazione continua. Il quartetto prende come riferimento la ciaccona di J. S. Bach, inserita nella partita in re minore per violino solo BWV 1004, ma non per farne una rilettura in chiave jazzistica bensì per rielaborare sulla struttura armonica dell’opera nuovi temi dando vita poi a sviluppi melodici e ritmici. L’intero brano trova la cellula generatrice nel tema iniziale di otto battute che dà unità e simmetria alla struttura, poi Bach rielabora il tema come permanente variazione. Nascono così una serie di composizioni secondarie dalle caratteristiche differenti che danno lo spunto al quartetto per creare brani autonomi che mantengono la ma43 Segni Barocchi Foligno Festival trice comune armonica con l’opera originale, ma con varianti timbriche, per l’utilizzo di una vasta gamma strumentale e anche sostituzioni armoniche (anche questa pratica molto utilizzata nel jazz). Se poi pensiamo alle origini della ciaccona, che si rifà a una danza popolare spagnola con ritmo ternario, forse importata dal Messico, sembra quasi di percorrere un itinerario circolare tra passato, presente, musica popolare e musica colta. Le molteplici esperienze individuali convergono nel quartetto Ciaccona Experience, generando un connubio tra jazz e classica. Gavino Murgia vanta numerose collaborazioni, da Rabih Abou Kalil a Bobby Mc Ferrin e partecipazioni a festival internazionali. Yuri Goloubev ha militato per diversi anni come primo contrabbasso nell’orchestra dei solisti di Mosca, ha suonato tra gli altri con Richter e Rostropovich, poi si è convertito al jazz ed attualmente è uno dei contrabbassisti più ricercati in Europa. Daniele Di Bonaventura, diplomato in composizione è considerato uno dei massimi esponenti del bandoneon, attualmente collabora con Paolo Fresu in diversi progetti. Marcello Peghin suona differenti strumenti a corda, ha trascritto e inciso per chitarra a 10 corde le Variazioni Goldberg e il Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach. 44 Foligno Festival Sabato 22 settembre, ore 18.00 GIOVANNI MARIA ROSCIOLI E LE SCULTURE DI GIAN LORENZO BERNINI Foligno, visita guidata al Museo Capitolare Diocesano e Cripta di San Feliciano ore 21.15 Foligno, Chiesa di Santa Maria Infraportas Musica Perduta, Ensemble con strumenti originali Concerto Segni Barocchi LA MUSICA AL TEMPO DI GIOVANNI MARIA ROSCIOLI Musiche di Giovanni Battista Fontana In collaborazione con la Provincia di Perugia Mauro Borgioni, baritono Monika Toth, violino barocco Renato Criscuolo, basso di violino Michele Carreca, tiorba Alberto Bagnai, clavicembalo e flauto dolce Programma Giovanni Battista Fontana (1589-1630) Sonata VII à due Sonata IX à due Sonata XV à tre Giacomo Carissimi (1605-1674) Lucifer mottetto à voce sola e bc Giovanni Battista Fontana (1589-1630) Sonata VIII à due Sonata V à uno Sonata XVII à tre Girolamo Frescobaldi (1583-1643) La Maddalena alla Croce sonetto spirituale Giovanni Battista Fontana (1589-1630) Sonata X à due Sonata III à uno Sonata XIII à tre Girolamo Frescobaldi (1567-1643) Donna siam rei di morte, sonetto Giovanni Battista Fontana (1589-1630) Sonata XI à due Sonata XII à due Sonata XVIII à tre Biagio Marini (1594-1663) Lauda Jerusalem, salmo a 3. Basso, violino e bc La raccolta Sonate à 1. 2. 3. Per il Violino, o Cornetto, Fagotto, Chitarrone, violoncino o simile altro Istromento del già M.to Ill.re Sig. re Gio: BATISTA FONTANA, nell’eccellenza di questa professione Frà i megliori Ottimo rappresenta le uniche composizioni finora note del musicista bresciano. Poco sappiamo della sua biografia. Studiò molto probabilmente con Biagio Marini ed ebbe incarichi a Venezia, a Roma e a Padova, dove morì il 7 Settembre 1630 per una pestilenza. Nonostante la scarsità di notizie sul personaggio e l’assenza di ulteriori composizioni, la raccolta di sonate di Fontana si erge a pietra miliare nella storia della musica strumentale italiana. Essa è formata da diciotto composizioni (numero oltretutto molto 45 Segni Barocchi Foligno Festival insolito, generalmente le raccolte comprendono 6, 12 o 24 numeri), tutte denominate sonate, senza alcuna specificazione se da chiesa o da camera, anche se un rapido sguardo alla partitura fa sicuramente propendere per una destinazione ecclesiastica, come si evince anche dalla dedica: le sonate infatti sono DEDICATE ALL’ILL.MO ET REV. MO MONS. ABBATE GIO: MARIA ROSCIOLI, COPPIERO DI N.S. PAPA URBANO VIII. Giovanni Maria Roscioli nacque a Foligno nel 1604. Qui prese, nel 1621, gli ordini minori e si trasferì a Roma, presso la corte del papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini (15681644). Il Roscioli aveva avuto già modo di conoscere il cardinale Barberini quando questo fu vescovo di Spoleto, dal 1608 al 1617, e quando fu eletto al soglio pontificio, nel 1623. Oltre a Giovanni Maria, che prima del 1631 divenne coppiero del papa, entrarono nella corte papale anche il di lui padre, Bartolomeo, con il titolo di cameriere segreto del papa e Angelo Giori, zio di Giovanni Maria, che divenne Maestro di camera del Pontefice. Il rapporto intercorso tra Urbano VIII e Giovanni Maria Roscioli è perfettamente sintetizzato dal Faloci Pulignani che scrive, ne I priori della cattedrale, “Giovanni Maria, ospitando spesso in Foligno il Cardinale Maffeo Barberini, da questi, divenuto papa, oltre agli offici e i benefici anzidetti, ebbe tante dimostrazioni di benevolenza, che certo sarebbe stato creato Cardinale, se la morte di ambedue non l’avesse impedito”. Tornando alle sonate, come da frontespizio, esse possono essere a una, due o tre parti soliste, sempre sostenute dal basso continuo. Le parti soliste possono essere per uno strumento soprano o per uno strumento basso, che però non figura mai come unico solista ma sempre insieme ad altri strumenti acuti. Fontana dà anche un’indicazione di massima per gli strumenti che si possono utilizzare: per gli strumenti acuti indica il violino o il cornetto, mentre per quelli bassi il fagotto, il chitarrone, il violoncino o altro. Ovviamente, come in gran parte della musica del primo Seicento, queste indicazioni sono assai relative e non impediscono certo di utilizzare altri strumenti in uso in quell’epoca. Musica Perduta ha affidato le parti acute al violino e al flauto dolce, mentre le parti gravi al basso di violino e all’arciliuto, che sono alcune volte anche impiegati nel basso continuo, insieme al clavicembalo. Alle composizioni di Giovanni Battista Fontana fanno da contorno alcuni pezzi vocali, scritti da compositori più o meno coevi, nelle città ove il compositore bresciano ha lavorato: Brescia e Venezia, rappresentate da Biagio Marini, e Roma, rappresentata da Girolamo Frescobaldi e Giacomo Carissimi, veri e propri araldi musicali della Controriforma. Questi brani illustrano al meglio le reciproche influenze, tipiche del Barocco italiano, tra musica vocale e musica strumentale, tra musica sacra e musica profana. Renato Criscuolo 46 Segni Barocchi Foligno Festival © Giovanni Galardini Musica Perduta è un’associazione culturale fondata nel 2007 da Renato Criscuolo e Valerio Losito impegnata nella ricerca, in biblioteche ed archivi, di musica inedita o ancora poco conosciuta, di eminenti autori e di compositori, in prevalenza dei secoli XVII e XVIII che, nonostante il talento e la perizia compositiva, non hanno avuto giustizia dalla storia della musica e meritano di essere rivalutati. La musica ritrovata, una volta studiata, viene riproposta in concerto, spesso in prima esecuzione moderna, mediante l’utilizzo di strumenti originali barocchi o fedeli copie di essi. Musica Perduta oltre a vantare la scoperta di inediti di compositori del calibro di Vivaldi, Haendel, Scarlatti, Pergolesi e Zuccari, è dedita allo studio organologico: la ricostruzione di strumenti musicali antichi oggi quasi del tutto dimenticati, quali il basso di violino, la lyra rinascimentale o il violino seicentesco. L’ensemble, costituito da esperti musicisti specializzati nella musica barocca, che hanno al loro attivo collaborazioni con alcuni dei più riconosciuti ensemble ed orchestre del settore, si è esibito in importanti festival nazionali ed europei, tra i quali si annoverano Barocco continuo-Festival del Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini; Festival Barocco di San Gimignano; I concerti di Capri; Segni Barocchi Festival di Foligno; Roma Festival Barocco, Festival Creator di Faenza, Festival Anima Musica di Gdynia (Polonia). L’associazione gestisce una stagione di concerti spirituali presso la Sagrestia della Chiesa Nuova di Roma nella quale ripropone la musica dedicata a San Filippo Neri, scritta per l’Esercizio dell’Oratorio fondato e promosso dal Santo, di cui si propone di seguire lo spirito di fratellanza. Non a caso, il suo primo CD, Intorno all’Oratorio di San Filippo Neri, pubblicato dalla rivista “Antiqua Classic Voice”, è imperniato proprio sulla musica dell’Oratorio di San Filippo a Roma tra Cinque e Seicento. Un secondo CD, anch’esso in via di pubblicazione, ripropone invece sei delle dieci sonate per violoncello e basso continuo di padre Francesco Maria Zuccari OFM, scoperte dal gruppo nella biblioteca del Sacro Convento di Assisi. L’associazione ha collaborato inoltre con il Dipartimento di Scienze filosofiche dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata per la realizzazione di un progetto sulla musica scritta da Jean Jacques Rousseau nonché ha curato e registrato gli audio per l’applicazione per smartphone “i-MiBAC - Top 40”: la prima di una serie di applicazioni per telefonia mobile, pluritematiche e gratuite, dedicate ai beni culturali, rilasciata da un ministero italiano: il Ministero per i Beni e le Attività Culturali. 47 Foligno Festival Domenica 23 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Ensemble Correspondances INVITO alla Francia Musica Segni Barocchi O MARIA! © Bertrand Cuiller Psaumes et motets de Marc-Antoine Charpentier Sébastien Daucé direttore In collaborazione con il Festival Musique et Mémoire Caroline Dangin-Bardot, Juliette Perret, soprani Lucile Richardot, contralto Etienne Bazola, baritono Alice Julien-Laferrière, Béatrice Linon, violini Lucile Perret, Matthieu Bertaud, flauti Julien Hainsworth, violoncello Myriam Rignol, viola da gamba Diego Salamanca, tiorba Sébastien Daucé, organo, clavicembalo e direzione 48 Segni Barocchi Foligno Festival Programma Marc-Antoine Charpentier (Parigi, 1643-1704) Ouverture pour le sacre d’un évêque H.536 In odorem unguentorum, antienne H.51 Beati Omnes, psaume H.178 O sacramentum, motet pour l’Élévation H.274 Super flumina Babylonis, psaume H.170 Prélude pour ce que l’on voudra H.521 Supplicatio pro defunctis ad beatam virginem H.328 Sonata prima a 3 d’Élisabeth Jacquet de la Guerre Magdalena Lugens, motet pour Ste Madeleine H.343 Motet pour un reposoir, hymne H.329 Questo concerto è il frutto di un anno di ricerca e di lavoro collettivo attraverso la scrittura delle composizioni di Charpentier. Se si interpreta la sua musica religiosa prevalentemente con un sentimento di pienezza armonica, è probabilmente a detrimento di ciò che rende originale questo compositore nella Francia della fine del XVII secolo. L’influenza romana (anche se probabilmente non ha mai seguito l’insegnamento di Carissimi, come spesso si legge) ha lasciato su Charpentier un’impronta forte e potente della retorica musicale italiana. Ad una lettura attenta della sua musica, questo aspetto della sua scrittura diviene evidente e interpretarla in quest’ottica ne accentua l’espressività. L’Ensemble Correspondances si dedica principalmente alla musica sacra francese del XVII secolo. Le sonorità musicali di allora, di una ricchezza insospettata oggi giorno, hanno dato luogo a un gran numero di capolavori, particolarmente nell’ambito della musica sacra. Queste partizioni, troppo poco conosciute al mondo moderno, non aspettano altro che l’entusiasmo e l’energia di giovani musicisti appassionati per riprendere vita. Riuniti attorno a Sébastien Daucé durante i loro studi al “Conservatoire National Supérieur de Musique” di Lione, i musicisti di Correspondances proseguono oggi questa avventura con passione ed impegno. Più che la semplice valorizzazione di un patrimonio musicale antico, si tratta per loro di renderlo vivo, eloquente ed emozionante ad un pubblico contemporaneo. A partire dalla sua creazione nel 2008, l’ensemble si è esibito in Francia, Svizzera, Germania e Giappone. La prima registrazione per l’etichetta “ZigZag Territoires/ 49 Segni Barocchi Foligno Festival Outhere” è uscita nel 2010 e ha ottenuto i migliori riconoscimenti della stampa specializzata. La seconda registrazione per la stessa etichetta ha ricevuto ugualmente un’accoglienza molto calorosa e rivela un repertorio appassionante e inedito: quello della musica sacra di Antoine Boësset, di cui questo disco costituisce la prima antologia. Recentemente l’ensemble ha partecipato al Festival de Saintes, Festival OudeMuziek di Utrecht, salle Ravel (Levallois), Festival Paques a Fontevraud, al Printemps des Arts di Nantes, si è esibito a Lione, Norimberga, Pontoise, Parigi, Roma e Fribourg. Il gruppo ha trasmesso numerosi concerti alla radio (Bayerischer Rundfunk, Radio France, Radio Suisse Romande). I prossimi impegni prevedono la partecipazione al Festival de Saintes, a Sinfonia, Pé50 Segni Barocchi Foligno Festival rigord, a Royaumont e al Festival d’Ambronay. L’Ensemble Correspondances è sostenuto dalla Fondation “Orange”. Riceve altresì il sostegno della Région Rhône-Alpes, della DRAC Rhône-Alpes, della città di Lione e dell’Istituto francese. L’ensemble collabora stabilmente con il Festival Musique et Mémoire con il sostegno della DRAC (Direzione Regionale degli Affari Culturali) Franche-Comté. © Patrick Messina Sébastien Daucé, dopo essersi specializzato presso il CNSM di Lione, ha suonato sotto la direzione di Kenneth Weiss (Didon et Énée de Purcell, Madrigali di Monteverdi), di Gabriel Garrido (Ensemble Elyma et Académie baroque d’Ambronay), di Raphael Pichon (Ensemble Pygmalion), di Toni Ramon (Maîtrise de Radio France), di Michel Laplénie (Ensemble Sagittarius), di Françoise Lasserre (Akademia), di Geoffroy Jourdain (Les Cris de Paris), di Harmut Henschen (Orchestre Philharmonique de Radio France). È stato assistente di Kenneth Weiss nel 2006 e 2007 al Festival d’Art lyrique d’Aix-en-Provence. Ha lavorato anche con Emmanuel Mandrin presso l’Abbaye aux Dames di Saintes. Ha fondato l’Ensemble Correspondances nel 2009, riunendo un gruppo di musicisti appassionati come lui dal repertorio francese. I primi concerti di questo gruppo hanno avuto luogo in Francia e in Svizzera, dove sono stati registrati e trasmessi alla radio. L’ensemble Correspondances ha suonato in Giappone (tour nel dicembre 2009) e in prestigiosi festival (Pontoise, Saintes, Utrecht, Printemps des Arts de Nantes). I suoi primi due dischi (O Maria!, Psaumes et Motets de Charpentier, e L’Archange et le Lys, Messe et Motets d’Antoine Boësset, per l’etichetta Zig Zag Territoires/ distr. Harmonia Mundi) gli hanno fatto guadagnare gli elogi della critica musicale specializzata. Sébastien Daucé si dedica da diversi anni allo studio del compositore Marc-Antoine Charpentier, di cui ha pubblicato tre opere (Éditions des Abbesses), in collaborazione con William Christie. Nel 2011-2012 ha insegnato al Polo superiore Paris-Boulogne. 51 Segni Barocchi Foligno Festival Sabato 1 settembre ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Associazione XXI secolo di Viterbo D’ARTEMISIA Imago di Artemisia Gentileschi a traverso li oratori “Susanna” e “Giuditta” Musiche di A. Stradella, A. Scarlatti, A. Vivaldi e Piero G. Arcangeli (in prima esecuzione) per soli, coro e orchestra Direttore Fabrizio Bastianinii Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00 * Omaggio alla Francia Domenica 2 settembre ore 17.30 Foligno, Corte di Palazzo Trinci Inaugurazione della mostra LE BOSQUET DU LABYRINTHE di Ayumi Makita ispirata a “Labyrinthe de Versailles” di C. Perrault e di Isaac de Benserade Allestimento VIANDUSTRIAE: Emanuele De Donno e Mael Veisse Catalogo/libro d’artista: Emanuele De Donno, edizioni VIAINDUSTRIAE Fino al 23 settembre, orario: 10.00-13.00 e 15.00-19.00, eccetto il lunedì Ingresso libero Da mercoledì 5 SETTEMBRE a sabato 22 settembre Mostra mercato nelle librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” BAROCCO IN LIBRERIA Il Formichiere; Il Salvalibro; Editoriale Umbra; Libreria Carnevali Bookshopping Ex Cinema Astra Da giovedì 6 SETTEMBRE a domenica 16 settembre Carnevale dei Figli di Bocco MASCHERE BAROCCHE IN POSA Ore 20.30 MASCHERE FRA LA GENTE Ore 21.15 Porta Romana - Corso Cavour e Piazza della Repubblica MASCHERE AL CHIARO DI LUNA Parata con spettacolo finale Ore 21.00 Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico VISIONI D’INCANTO Proiezioni di immagini fisse di grande formato Dalle ore 21.00 alle ore 23.00 Corte di Palazzo Trinci Proiezioni video ANTOLOGIA DI SEGNI BAROCCHI FESTIVAL Eventi in Piazza della Repubblica (1999-2005) A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria, realizzazione del Centro Video Dalle ore 23.00 alle ore 02.00 Corte di Palazzo Trinci Proiezioni video NOTTE BAROCCA A FOLIGNO 2011 Foligno, Centro Storico A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria, realizzazione del Centro Video In collaborazione con Innamorati del Centro e con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato Dalle ore 21.00 alle ore 02.00 Venerdì 7 settembre ore 21.15 PROIEZIONI E INCONTRI BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA Foligno, Teatro San Carlo Compagnia Bandini/Ferri LA VITA È SOGNO da Pedro Calderón de la Barca Regia Michele Bandini In collaborazione con Associazione Culturale Zoe Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00 NOTTE BAROCCA A FOLIGNO In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintanana SABATO 8 SETTEMBRE dalle ore 16.30 “fin alle due hore di notte” Ore 16.30 Foligno, Palazzo Trinci Inaugurazione della mostra NOBILI SUONI DA ERIN Storia dell’arpa e degli arpisti in Irlanda Esecuzioni musicali dei Túatha dé Danann Fino al 23 settembre, orario: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00, eccetto il lunedì Via Isolabella Visita guidata al Planetario del Laboratorio di Scienze Sperimentali In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares Ingresso libero a gruppi di 40 persone Dalle ore 21.00 alle ore 02.00 Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni Visita guidata all’Osservatorio Astronomico cittadino LE COSTELLAZIONI DAGLI ORTI JACOBILLI Osservazione al telescopio degli oggetti visibili nella notte In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares Ingresso libero a gruppi di 30 persone * Omaggio alla Francia Dalle ore 22.15 alle ore 22.45 Spettacolo itinerante Corso Cavour - Largo Carducci e Piazza della Repubblica Ore 22.45 Ore 17.30 Piazza della Repubblica, finale fisso Compagnie Remue Ménage MERAVIGLIE E PARADISI IN TERRA: GIARDINI, ORTI E LABIRINTI IN EPOCA BAROCCA Lo spettacolo sarà replicato alle ore 01.00 in Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica, con finale fisso alle ore 01.30 in Piazza della Repubblica Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza spettacolo con degustazione Raffaele Riccio 52 Ore 19.15 Parco dei Canapè - Piazza San Domenico Piazza Garibaldi - Porta San Felicianetto Portico delle Conce - Piazza del Grano Piazza San Giacomo - Piazza Matteotti Piazza della Repubblica - Largo Carducci Piazzetta Beata Angela - Porta Romana LES FLAMANTS ROSES Segni Barocchi Foligno Festival Dalle ore 23.00 alle ore 01.00 Domenica 16 settembre ore 11.00 DUANA BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA Largo Carducci, Piazza della Repubblica Túatha dé Danann Musica irlandese e scozzese del XVII e XVIII secolo Resteranno aperti negozi, ristoranti e taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti Foligno, Auditorium San Domenico, Sala Video Premiazione Giovedì 20 settembre ore 17.30 e 21.30 Foligno, Multisala Supercinema SOLOMON KANE di Michael J. Basset Ingresso unico € 4,50 Domenica 9 settembre ore 18.00 Venerdì 21 settembre ore 21.15 EXCURSUS DI MUSICA ITALIANA SU ORGANO STORICO CIACCONA EXPERIENCE Pale, Chiesa di San Biagio Ottorino Baldassarri Musiche di A. Gabrieli, G. Frescobaldi, T. Merula, B. Pasquini, D. Zipoli, A. Scarlatti Ingresso libero Mercoledì 12 settembre, ore 17.30 Foligno, Teatro San Carlo Sala Don Consalvo Battenti Conferenza di Fabio Bettoni FOLIGNO, 23 GIUGNO 1613: EVENTI E APPARATI IN ONORE DI SAN CARLO BORROMEO Ingresso libero * Omaggio alla Francia Giovedì 13 settembre ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” LA FAVOLA DEI TRE GOBBI Intermezzi di Vincenzo Legrenzio Ciampi Libretto di Carlo Goldoni Trascrizione e direzione Francesco Massimi Regia Giorgio Bongiovanni Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00 Venerdì 14 settembre ore 21.15 Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco K. Constantinou, A. Cortesi e G. Ferdinandi IL LUNGO VIAGGIO VERSO IL BAROCCO DA ORIENTE A OCCIDENTE Musiche di Orlando di Lasso, L. Vinci, D. Cantemir, H. I. F. Biber, J. M. Leclair, J. S. Bach, A. Vivaldi In collaborazione con il Comune di Montefalco Ingresso libero BIGLIETTI Nei luoghi di spettacolo dalle ore 17.00 (Multisala Supercinema orario botteghino) Riduzioni Spettatori fino ai 25 anni e oltre i 60 anni Abbonati alla Stagione Teatrale di Foligno 2011/2012 Soci associazioni di Foligno Amici della Musica, Archeoclub, Associazione Astronomica Antares, Il Muro di Bottom e Pro Foligno Titolari di tessera Ostello per la Gioventù e Touring Club Gruppi organizzati superiori a 10 persone L’acquisto dei biglietti a pagamento dà diritto all’assegnazione privilegiata del posto per gli spettacoli ad ingresso libero, fino ad esaurimento dei posti disponibili. La prenotazione deve essere effettuata al momento dell’acquisto del biglietto Foligno, Auditorium Santa Caterina Marcello Peghin Progetto con Daniele Di Bonaventura, Yuri Goloubev e Gavino Murgia Pensando a Bach il Barocco incontra il Jazz e il Jazz incontra il Barocco per una creativa contemporaneità Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00 Sabato 22 settembre GIOVANNI MARIA ROSCIOLI E LE SCULTURE DI GIAN LORENZO BERNINI Ore 18.00 Foligno, visita guidata al Museo Capitolare Diocesano e Cripta di San Feliciano Ore 21.15 Foligno, Chiesa di Santa Maria Infraportas Musica Perduta Ensemble con strumenti originali LA MUSICA AL TEMPO DI GIOVANNI MARIA ROSCIOLI Musiche di Giovanni Battista Fontana In collaborazione con la Provincia di Perugia Ingresso libero * INVITO alla Francia Domenica 23 settembre ore 21.15 Foligno, Auditorium Santa Caterina Ensemble Correspondances O MARIA! Psaumes et Motets de Marc-Antoine Charpentier Direttore Sébastien Daucé In collaborazione con il Festival Musique et Mémoire Ingresso libero Tutti gli spettacoli contrassegnati da asterisco ( ) sono inseriti nel progetto “Itinerari e Festival Barocchi” in collaborazione con il Gal Valle Umbra e Sibillini * PRENOTAZIONI e INFORMAZIONI Auditorium San Domenico Largo F. Frezzi n.8 - Foligno Dal lunedì al sabato ore 9.00-12.30 Tel. e fax 0742.344563 [email protected] www.comune.foligno.pg.it INFORMAZIONI Ufficio Relazioni con il Pubblico Piazza della Repubblica n.10 - Foligno Dal lunedì al sabato ore 9.00-12.30 Tel. 0742.330299 - Fax 0742.330282 [email protected] - www. comune.foligno.pg.it Servizio Turistico Associato Porta Romana, Corso Cavour n.126 Dal lunedì alla domenica ore 9.00-14.00 e 15.30-19.30 Tel. 0742.354459, 0742.354165 - Fax 0742.340545 [email protected] - www. comune.foligno.pg.it 53 I luoghi del Festival 1 Auditorium San Domenico 2 3 4 5 6 7 8 Largo F. Frezzi 8 Chiesa di Santa Maria Infraportas Piazza San Domenico Laboratorio di Scienze Sperimentali Via Isolabella Multisala Supercinema Corso Cavour 84 Osservatorio Astronomico Torre dei Cinque Cantoni Via Bolletta 18 Palazzo Trinci Piazza della Repubblica Teatro San Carlo Via A. Saffi 18 Auditorium Santa Caterina Via Santa Caterina 6 3 1 2 Librerie Umbra A Editoriale Via Pignattara 34 Formichiere B Il Via Cupa, S.Eraclio di Foligno Salvalibro C Il Via G. da Foligno 80 Carnevali Bookshopping D Libreria Ex Cinema Astra Via G. Mazzini 47 54 Montefalco Segni Barocchi Foligno Festival Pale 5 C 6 A D 7 4 8 B S. Eraclio 55 Segni Barocchi Foligno Festival La GIOSTRA della QUINTANA La festa, ripresa nel 1946, si ispira a una gara a cavallo che risale al XVII secolo e che si proponeva di determinare l’ordine di priorità per un cavaliere d’onore nella fedeltà al principe o alla dama del cuore. Oggi dieci cavalieri, che rappresentano i dieci rioni di Foligno, misurano la loro abilità nel cercare di infilare una serie di anelli di diametro via via più piccolo, impugnando una lancia su un cavallo in corsa. Questa gara all’anello ha esiti altamente spettacolari. La sera precedente la competizione, che si tiene nello stadio comunale, un corteo di seicento personaggi in costume sfila per le vie della città. Programma Venerdì 31 agosto - Domenica 16 settembre Apertura delle taverne Domenica 2 settembre dalle ore 17.00 alle ore 23.00 Largo Federico Frezzi Fiera dei Soprastanti Sabato 15 settembre ore 21.00 Vie del centro storico Corteo delle rappresentanze rionali ore 23.00 Piazza della Repubblica Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri Domenica 16 settembre ore 15.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti” Giostra della Quintana “La Rivincita” 56