Con la XXXIII edizione di Segni Barocchi Festival prende avvio

Con la XXXIII edizione di Segni Barocchi Festival prende avvio
“Itinerari e Festival Barocchi”, un progetto di respiro internazionale
che vede coinvolte manifestazioni di grande prestigio, accomunate
dallo studio, dall’approfondimento e dalla riproposizione della cultura
del XVI e del XVII secolo.
Territorio di elezione per la cultura barocca è la Francia, che si
presenta con due festival: Musique et Mémoire, che si svolge nella
terra dei Mille Laghi, al confine settentrionale dell’Alta Saona, nei
Vosgi, in collaborazione con il Gal du Pays des Vosges Saônoises,
e il Festival de Froville, noto per il suo Concorso Internazionale di
Canto Barocco, in collaborazione con il Gal du Pays Lunevillois. È
con queste interessanti realtà culturali che Segni Barocchi, con il
Gal Valle Umbra e Sibillini e il Comune di Foligno, ha creato una
rete di collegamenti che prevede fino al 2014 l’inserimento reciproco
nel programma di eventi realizzati in ogni festival: concerti, balletti,
mostre, spettacoli teatrali, rappresentazioni itineranti, rassegne
cinematografiche, convegni e laboratori in qualche modo improntati
al Barocco.
Per l’edizione 2012 di Segni Barocchi il progetto si articola in quattro
iniziative: tre di “Omaggio alla Francia”, finalizzate ad esaltare la
tradizione e la cultura francese, in particolare la mostra di Ayumi
Makita Le Bosquet du Labyrinthe prevista alla Corte di Palazzo Trinci,
lo spettacolo itinerante Les Flamants Roses della compagnia Remue
Ménage durante la Notte Barocca e La Favola dei Tre Gobbi, su
libretto di Carlo Goldoni che, come noto, è vissuto per molti anni in
Francia, presentata all’Auditorium Santa Caterina dal Teatro Lirico
Sperimentale “A. Belli” di Spoleto; una di “Invito alla Francia” in
collaborazione con il Festival Musique et Mémoire, con il concerto
dell’Ensemble Correspondances, all’Auditorium Santa Caterina,
O Maria! Psaumet et motets de Marc-Antoine Charpentier, direttore
Sébastien Daucé, nella giornata conclusiva del festival.
Le prospettive delle civiltà barocca quindi si arricchiscono e si aprono
all’Europa. Oltre a valorizzare infatti il patrimonio storico e artistico
di ciascun territorio, la rete di iniziative che il progetto si propone di
creare dà origine ad un forte interscambio culturale tra i festival, che
ne consolida le identità e ne rinforza la visibilità. Una dimensione
transnazionale, che rende più efficace l’attuazione di progetti locali
volti ad incoraggiare l’innovazione artistica, conferendo loro una
dimensione più ampia.
Elisabetta Piccolotti
Assessore alla Cultura del Comune di Foligno
Segni Barocchi
Foligno Festival
“Si possono rimpiangere i tempi migliori,
ma non fuggire il presente”
Michel de Montaigne, Saggi, 1588
Giunto alla XXXIII edizione, Segni Barocchi continua la ricerca delle
meraviglie del Barocco di ieri e di oggi affrontando le difficoltà presenti, in attesa di tempi migliori.
Il Festival si apre a Foligno con un omaggio ad Artemisia Gentileschi.
Sabato 1 settembre l’ensemble vocale Il Contrappunto, la Corale Polifonica Viterbese e l’Orchestra XXI secolo, diretti da Fabrizio Bastianini,
propongono, tra immagini e parole, la rilettura degli oratori “Susanna”
e “Giuditta”, con le musiche di Alessandro Stradella, Alessandro Scarlatti, A. Vivaldi e Piero G. Arcangeli e con i testi di Anna Banti, Giovanni Battista Giardini, Giovan Battista Marino, Benedetto Pamphilij
(Auditorium San Domenico, ore 21.15: un evento da non perdere).
Il quarto intervento di mostre sulla fiaba barocca quest’anno è dedicato a “Le Bosquet du Labyrinthe”, ideato a Versailles da Charles
Perrault utilizzando le favole di Esopo messe in versi da Isaac de Benserade. Il labirinto, voluto da Luigi XIV, fu successivamente distrutto
da Luigi XVI. La mostra, con illustrazioni, figure e installazioni di
Ayumi Makita, artista giapponese da anni residente in Umbria, viene
inaugurata alla Corte di Palazzo Trinci domenica 2 settembre alle
ore 17.30 e resterà aperta fino alla giornata conclusiva del Festival. Il
libro d’artista è curato da Emanuele De Donno.
Da mercoledì 5 settembre a sabato 22 settembre le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” (Libreria Carnevali, Editoriale Umbra, Il Formichiere, Il Salvalibro) metteranno
in mostra, durante l’orario d’apertura di ciascun esercizio, la cultura
barocca.
Da giovedì 6 settembre a domenica 16 settembre continua a Foligno
il suo percorso “Barocco e neobarocco in vetrina”. L’iniziativa, giunta
alla V edizione, viene realizzata in collaborazione con l’Associazione
Innamorati del Centro e con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato: la premiazione si
terrà il 16 settembre alle ore 11.00 nella Sala Video dell’Auditorium
San Domenico.
Venerdì 7 settembre a Foligno, Teatro San Carlo, ore 21.15, la compagnia Bandini/Ferri, in collaborazione con l’Associazione Culturale
Zoe, presenta in prima assoluta “La vita è sogno”, da Pedro Calderón
de la Barca (1600-1681).
La Notte Barocca, ideata e progettata da Segni Barocchi, viene realizzata a Foligno, in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana,
sabato 8 settembre. Il programma della VII edizione prevede le seguenti iniziative:
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Segni Barocchi
Foligno Festival
- alle ore 16.30 viene inaugurata a Palazzo Trinci, con esecuzioni musicali dei Túatha dé Danann, la mostra sulla storia dell’arpa e degli
arpisti in Irlanda, che resterà aperta fino alla giornata conclusiva del
Festival;
- alle ore 17.30, nella Sala Conferenze di Palazzo Trinci, Raffaele Riccio presenta la conferenza spettacolo con degustazione “Meraviglie
e paradisi in terra: giardini, orti e labirinti in epoca barocca”;
- dalle 19.15 alle 22.15 il Carnevale dei Figli di Bocco anima vie, piazze
e luoghi suggestivi del centro storico con spettacolo finale in Piazza
della Repubblica: un evento da vedere ma anche da fotografare;
- dalle 21.00 “Visioni d’incanto” illuminano Piazza della Repubblica e
Piazza San Domenico;
- dalle 21.00 alle 02.00 i video dei grandi eventi (1999-2005) realizzati
dal Festival in Piazza Grande e i video della Notte Barocca 2011
vengono proiettati nella Corte di Palazzo Trinci;
- dalle 21.00 alle 02.00, in collaborazione con il Laboratorio di Scienze
Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares, sono previste proiezioni e conferenze al Planetario di Via Isolabella, mentre osservazioni al telescopio con incontri e proiezioni sono previste
all’Osservatorio Astronomico cittadino della Torre dei Cinque Cantoni;
- dalle 22.15 alle 23.00, con replica dalle 01.00 alle 01.45, la Compagnie Remue Ménage presenta lo spettacolo itinerante “Les Flamants
Roses” con finale fisso in Piazza della Repubblica: un viaggio meraviglioso attraverso i misteriosi rituali di giganteschi fenicotteri rosa
che, fuggiti dal serraglio di Versailles voluto dal Re Sole e celebrato
da La Fontaine, dopo più di tre secoli, giungono nel centro storico di
Foligno;
- dalle 23.00 alle 01.00, a Largo Carducci, il gruppo Túatha dé Danann propone “Duana”, concerto con musiche irlandesi e scozzesi del
XVII e XVIII secolo.
Durante la Notte Barocca resteranno aperti negozi, ristoranti e taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con
giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.
Domenica 9 settembre, alle ore 18.00, Ottorino Baldassarri propone
nella Chiesa di San Biagio di Pale un concerto di musiche italiane su
organo settecentesco realizzato da Giovanni Fedeli nel 1775 e recentemente restaurato da Ars Organi dei Fratelli Pinchi.
La Sala Don Consalvo Battenti del Teatro San Carlo ospita la conferenza di Fabio Bettoni “Foligno, 23 giugno 1613: eventi e apparati in
onore di San Carlo Borromeo” (Foligno, mercoledì 12 settembre, ore
17.30).
Giovedì 13 settembre, il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” presenta “La Favola dei Tre Gobbi” di Vincenzo Legrenzio Ciampi
su libretto di Carlo Goldoni, con la direzione di Francesco Massimi e
la regia di Giorgio Bongiovanni (Foligno, Auditorium Santa Caterina,
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Segni Barocchi
Foligno Festival
ore 21.15: prima esecuzione in tempi moderni, da non perdere).
Venerdì 14 settembre, alle ore 21.15, il Festival si trasferisce a Montefalco: la Chiesa Museo di San Francesco ospita, in collaborazione
con il Comune di Montefalco, il concerto “Il lungo viaggio verso il
Barocco da Oriente a Occidente”, con Kyriacoula Constantinou, voce,
Andrea Cortesi e Gloria Ferdinandi, violini.
Giovedì 20 settembre, alle ore 17.30 e 21.30, nella Multisala Supercinema di Foligno viene proiettato il film “Solomon Kane” di Michael
J. Basset (2009): una storia avventurosa e fantastica ambientata nel
XVI secolo.
L’Auditorium Santa Caterina ospita il concerto di Marcello Peghin
“Ciaccona Experience”, progetto con Daniele Di Bonaventura, Yuri
Goloubev e Gavino Murgia: una rielaborazione sulla struttura armonica della Ciaccona di J. S. Bach (Foligno, venerdì 21 settembre, ore
21.15).
Sabato 22 settembre il Festival presenta le articolate iniziative proposte da Musica Perduta, ensemble con strumenti originali, realizzate
in collaborazione con la Provincia di Perugia e la Diocesi di Foligno.
Alle ore 18.00 è prevista una visita guidata al Museo Capitolare Diocesano e Cripta di San Feliciano, con particolare riferimento ai busti
in marmo di Gian Lorenzo Bernini raffiguranti Bartolomeo e Diana
Roscioli, mentre alle 21.15, nella Chiesa di Santa Maria Infraportas,
Musica Perduta esegue le composizioni musicali di Giovanni Battista
Fontana dedicate a Giovanni Maria Roscioli, figlio di Bartolomeo e
Diana e committente del Bernini.
Nel 1986, nell’incontro di inaugurazione della settima edizione di Segni Barocchi, Vittorio Casale, a compimento di un’intensa attività di
ricerca, annunciava la accertata e definitiva attribuzione dei ritratti
di Bartolomeo e Diana Roscioli a Gian Lorenzo Bernini. Da allora i
Roscioli sono tornati a vivere nei cataloghi dello scultore: tolti dalla
sacrestia della cattedrale di San Feliciano, da qualche anno si possono
ammirare nel Museo Capitolare Diocesano e nelle mostre dedicate a
Bernini, grande regista del Barocco.
Il Festival si conclude domenica 23 settembre, ore 21.15, all’Auditorium Santa Caterina con un concerto eccezionale: l’Ensemble Correspondances propone “O Maria!”, salmi e mottetti di Marc-Antoine
Charpentier (1643-1704), concerto realizzato in collaborazione con
il Festival barocco “Musique et Mémoire” che, giunto quest’anno alla
XIX edizione, si svolge nel territorio dei Vosgi e dell’Alta Saona.
Massimo Stefanetti
Soprintendente Artistico
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Foligno Festival
Sabato 1 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Associazione XXI secolo di Viterbo
d’ARTEMISIA
Imago di Artemisia Gentileschi a traverso
li oratori Susanna e Giuditta
Concerto
Segni Barocchi
Musiche di A.Stradella, A. Scarlatti, A. Vivaldi
e Piero G. Arcangeli (in prima esecuzione)
per soli, coro e orchestra
Testi di A. Banti, G. B. Giardini, G. B. Marino, B. Pamphilij
Ensemble Vocale Il Contrappunto
Camerata Polifonica Viterbese
Orchestra del XXI secolo
Direttore Fabrizio Bastianini
Vanda Fontana, soprano
Voce narrante, Giuditta
Mariangela Rossetti, soprano
Susanna, Magnificat
Serenella Fanelli, mezzosoprano Daniele, Ozia, Magnificat
Roberto Mattioni, tenore
Giudice II, Oloferne, Magnificat
Gino Nappo, baritono
Giudice I
Luca Purchiaroni, maestro al cembalo
Andrea Di Mario, tromba barocca
Silvia Cerica, allestimento visivo
Programma
Alessandro Stradella (Nepi, 1639 - Genova, 1682)
“Sonata à otto viole con una tromba: le viole divise in due chori”
Allegro, Aria, Canzona, Aria
Alessandro Stradella
Sinfonia dall’oratorio “Susanna”
Adagio, Allegro, Adagio, Presto, Allegro, Allegro
Piero G. Arcangeli (Foligno, 1944)
“d’Artemisia 2012”
(cfr. presentazione)
Alessandro Scarlatti (Palermo, 1660 - Napoli, 1725)
Sinfonia dall’oratorio “Giuditta”
Allegro, Grave
AntonioVivaldi (Venezia, 1678 - Vienna, 1741)
“Magnificat” RV 610
Magnificat anima mea Dominum - chorus
Et exultavit - soprano, contralto, tenore, chorus
Et misericordia eius a progenie - chorus
Fecit potentiam in brachio suo - chorus
Deposuit potentes - chorus
Esurientes implevit - soprano, contralto
Suscepit Israel - chorus
Sicut locutus - contralto
Gloria - chorus
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Segni Barocchi
Foligno Festival
la musica è una macchina desiderante, inventata dall’illusiva
necessità di fermare il tempo nel mentre si fa storia… (p.g.a.)
Il progetto nasce da alcune frequentazioni amorose
dell’autore: il Seicento musicale, artistico, letterario; la dimensione del “barocco”, inteso
come tendenza di ricerca, di
sperimentazione, la cui onda/
ombra lunga arriva fino a noi.
Al di là della sua biografia (che
ha interessato romanzieri e cineasti), dei rapporti con il padre-maestro e dell’essere stata
l’unica donna pittrice del Seicento, comunque la più grande
(come ha documentato la recente grande mostra milanese
a lei dedicata), conoscere Artemisia Gentileschi (Roma, 1593 Artemisia Gentileschi, Susanna e i vecchioni
– Napoli 1653 ca.) significa
Lincolnshire, Burghley House Collection
incontrare le contraddizioni
della sua epoca, così distante e così simile alla nostra. Le figure
femminili ricorrenti nella sua opera non a caso rimandano all’oratorio, come teatro dell’orecchio: ciò che è permesso raffigurare esplicitamente sulla tela (il “fermo immagine” di un nudo di bagnante,
ad esempio, può trovare collocazione senza troppi problemi in una
chiesa cattolica in piena Controriforma, in grazia della fonte sacra del soggetto), nell’oratorio è velato/svelato dal movimento di
una musica deprivata della rappresentazione scenica. Rispetto alla
stessa forza sensuale e narrativa dell’immagine pittorica, tanto più
si teme l’indicibile potere della musica, da finir presi nella rete sublime del patetico e dell’impuro espressionismo della voce, nell’atto
(potenziale) di creare una tensione emotiva in qualche modo sostenibile.
d’Artemisia è un dittico: la scrittura formale della partitura risulta
dalla condensazione, nell’impaziente brevità oggi concessa all’attenzione dello spettatore musicale, appunto di due episodi di protagonismo femminile tratti dal Libro, attraverso una struttura doppia (ambigua, se si preferisce) resa “plasticamente” dalla divisione
dell’orchestra in due “cori” (come era d’uso all’epoca, peraltro, a
scopo di amplificazione stereofonica): mentre un “coro” segue e
riveste il canto nel costruire la trama orizzontale del mithos, come
vuole la traditrice tradizione, l’altro “coro” ne costituisce l’ordito, ovvero la mediazione “critica”: una delle possibili traduzioni/
interpretazioni verticali, “veraci” al punto di (cor)rispondere alla
nostra sensibilità di (post)moderni.
Il gioco tonale/antitonale (dialogico, a volte dialettico) esclude
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Segni Barocchi
Foligno Festival
tuttavia ogni ricorso alla citazione: i rimandi (le allusioni linguistiche) a Stradella, a Scarlatti e alle loro Susanne e Giuditte – dichiarati dal testo “poetico” – non sono evidentemente casuali; ma
delle rispettive composizioni non si trova in d’Artemisia neppure
una nota.
Tema latente – non quello della fiction neo-barocca, ma quello
“reale” – è il tema di quel tanto o poco di (in)autentico, che la memoria musicale e la sua “storicizzazione filologica” sono in grado
di restituirci: come l’occhio può indugiare sull’immagine fino a che
non se ne impressioni sensibilmente la rètina dello spettatore, così
l’orecchio è trascinato da/ad una percezione sempre in moto, che
la memoria s’incarica di cristallizzare/sintetizzare in poche folgorazioni sonore “metastoriche” e non necessariamente consequenziali o fra loro correlate.
d’Artemisia, imago di Artemisia Gentileschi a traverso li oratori Susanna e Giuditta si divide in due parti di 13’/14’ ciascuna (senza
soluzione di continuità):
I. Susanna, per 4 vv. soliste (SATB), orchestra d’archi, percussioni
e coro
II. Giuditta, per 3 vv. soliste (SAT), orchestra d’archi, tromba, timpani e coro
Il testo (gli stralci che lo ri-compongono) è derivato dai “libretti”
di Giovan Battista Giardini (la Susanna, messo in musica da Stradella nel 1666) e di Benedetto Pamphilij (l’autore di uno dei due
oratori su Giuditta musicati da Scarlatti, quello napoletano del
1695); e preceduto da due Madrigali (non polifonici) desunti da
Giovan Battista Marino.
Le due sezioni sono introdotte da alcune pagine tratte da Artemisia, il romanzo di Anna Banti (1944/47, ed. Rizzoli, 1989); durante
la lettura – ma non durante l’ascolto musicale – vengono proiettati particolari e dettagli di alcune opere della pittrice “barocca”,
relative alle figure bibliche evocate.
L’intero concerto prevede l’esecuzione, nella prima parte, della
lucente Sonata a otto con una tromba e della stessa Sinfonia avanti
la Susanna di Stradella; e nella terza parte dell’apertura strumentale dell’oratorio Giuditta di Scarlatti, lasciando così a d’Artemisia la
parte centrale della serata. Il finale
vede i cori diventare protagonisti,
nell’inscenare uno dei tanti Magnificat (nell’occasione, la seconda versione di quello vivaldiano), con cui
a suo modo l’età barocca intese celebrare un’altra/alta profezia femminile, del cui compimento siamo
tuttora in attesa.
(piero g. arcangeli)
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Segni Barocchi
Foligno Festival
Associazione Xxi secolo di Viterbo
Fondata nel 1997 con l’intento di diffondere la musica nel territorio viterbese con particolare riguardo alla musica classica, negli anni l’Associazione si è distinta per numerose iniziative di pregio, quali istituzioni
di corsi di musica (organo, chitarra), organizzazione di concerti (orchestrali e sinfonico-corali), supporto logistico a formazioni musicali membri
dell’Associazione medesima, quali l’Orchestra del XXI secolo e l’Ensemble
Vocale Il Contrappunto. Attuale Presidente è l’avv. Giuliano Nisi mentre
suoi illustri soci sono stati Alessandro Cervo, ora primo violino di spalla
dell’Orchestra Sinfonica di Roma, Lucia Napoli, soprano lirico e nuova promessa del canto viterbese, Fabrizio Bastianini, primo Presidente dell’Associazione, violinista, compositore e direttore d’orchestra, attuale Coordinatore pro tempore della Scuola Musicale Comunale di Viterbo e molti altri
professionisti nel campo musicale. Organismo direttamente connesso con
l’Associazione è l’Orchestra del XXI Secolo, un ensemble di archi, nato
nel 1996 per volontà di un gruppo di giovani musicisti viterbesi, subito distintosi per le alte capacità interpretative espresse in un repertorio molto
vario che, pur partendo dal Barocco, rivolge particolare attenzione alla
musica del ‘900 e a quella contemporanea proponendo numerose esecuzioni in prima assoluta. L’orchestra si avvale della preziosa collaborazione
di direttori e solisti di fama, oltre che di strumenti a fiato per l’esecuzione
del repertorio sinfonico ed ha tenuto concerti in tutta Italia partecipando
ad importanti manifestazioni.
Fabrizio Bastianini
Ha iniziato a cinque anni lo studio
del pianoforte e ha proseguito con
quello del violino, della composizione, della direzione di coro e
della direzione d’orchestra, conseguendo presso i Conservatori di
Roma e di Firenze i diplomi in
Direzione d’orchestra, Direzione
di coro, Composizione, Violino e
Strumentazione per banda. Nel
2010 si è laureato con il massimo
dei voti e la lode in Didattica della
musica. Tra le esecuzioni più recenti in veste di direttore: il Requiem di Fauré, il Psalm 51 di Bach, il
Concerto n. 1 di Chopin per pf. e orchestra, la Passione secondo Matteo di J.
S. Bach., i Concerti Grossi di Corelli e i Concerti per organo di Händel (40ª
ed. Festival Barocco di Viterbo). Compositore poliedrico, è apprezzato
da molte orchestre, cori e gruppi cameristici anche per le brillanti doti di
trascrittore (Orchestra Sinfonica di Roma, Orchestra Sinfonica dei Giovani dell’Arts Academy di Roma, Coro del Teatro Regio di Parma, ecc.).
Coordinatore pro tempore della Scuola Musicale Comunale di Viterbo
dal 2009 al 2012, è stato cofondatore dell’Orchestra del XXI secolo,
fondatore dell’Ensemble Vocale Il Contrappunto e dell’orchestra Etruriænsemble, che dirige periodicamente. Da quest’anno è nuovo direttore
stabile della Camerata Polifonica Viterbese.
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Foligno Festival
Domenica 2 settembre, ore 17.30
Foligno, Corte di Palazzo Trinci
Inaugurazione della mostra
LE BOSQUET DU LABYRINTHE
di Ayumi Makita
Mostra
Omaggio alla Francia
Segni Barocchi
Illustrazioni, figure e installazioni ispirate a
“Labyrinthe de Versailles”
di Charles Perrault e di Isaac de Benserade
Allestimento Viaindustriae/Emanuele De Donno/Mael Veisse
Catalogo/libro d’artista a cura di Emanuele De Donno,
edizioni VIAINDUSTRIAE
La mostra resterà aperta fino al 23 settembre con il seguente
orario: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00 tutti i giorni eccetto il lunedì
Il Labyrinthe de Versailles è una favola spaziale e una mitografia in cui
lo stesso Perrault ideò delle “stazioni” scultoree, le statuette degli
animali, utilizzando 39 favole di Esopo nel 1669; nel 1775-76 il
labirinto è stato eliminato. I simboli della mitologia si confondono
con le favole. Le 32 fontane che corrispondono ad altrettante favole di Esopo sono un mistero iconografico, l’idea di una favola
totale di Charles Perrault. Rimane di tutto ciò un disegno e una
testimonianza letteraria. L’idea del progetto Le Bosquet du Labyrinthe è di creare uno spazio visitabile, di pareti mobili, che ricrei
la suggestione astratta del labirinto e delle variazioni poetiche
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Segni Barocchi
Foligno Festival
e favolistiche dell’impianto virtuale del
giardino scomparso di Versailles. Gli elementi del percorso visuale sono le statue
di Perrault, di Esopo, ma anche di Ayumi
Makita. Lo sguardo e il percorso si sviluppa in un’unica grande stanza/struttura in cui lo spettatore può attraversare
uno spazio di pareti leggere a meandri
e figure, sagome illustrate che segnano
il passo. Tra i passaggi vi saranno pareti
disegnate, sculture origami appese, fontane animali di carta piegata.
Il catalogo della mostra Le Bosquet du
Labyrinthe è concepito come quarta uscita
della collana che ormai è diventata una
serie editoriale della favola barocca per
ragazzi ed adulti. Come ogni anno la
pubblicazione è il frutto della continua
interfaccia tra l’editore e l’autore, tra il
testo, l’illustrazione e la costruzionecantiere dello spazio di mostra. Questa
caratteristica ormai collaudata del
processo ideativo consente al libro finale
di avere una veste originale d’artista che
la contraddistingue ormai nel panorama
editoriale italiano.
Ayumi Makita è nata a Kawasaki, nel Giappone centrale.
Laureata in Pittura alla Musashino Università dell’Arte, l’artista/
illustratrice giapponese da un po’ di anni vive in Umbria e ha
all’attivo numerose esperienze di illustrazione ed installazione
artistica. Ha partecipato al festival “Geisai 12” a Tokyo organizzato
da Takashi Murakami; ha organizzato e curato con la propria
associazione Lilliputnews la stessa mostra a Yokohama. Di recente
selezionata nel festival di arte urbana a Perugia “Comma art
project”, Ayumi da anni conduce laboratori creativi, anche nelle
scuole, di illustrazione e origami e, come autore ed editore, porta
avanti l’attività della casa editrice “Lilliput Shuppan Publisher”
con un catalogo basato sull’illustrazione contemporanea. Ha vinto
vari concorsi internazionali come “Fiera del libro per ragazzi
1995” di Bologna, “Pierino e il Lupo 2006” e “La Sirenetta 2008”
organizzati dall’Accademia Culturale Pictor di Torino, “Scarpetta
d’Oro 2006 e 2007” (il primo premio) e “Oltre lo specchio 2007”.
Attualmente vive e lavora come illustratrice freelance in Italia.
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Foligno Festival
Da mercoledì 5 a sabato 22 settembre
Mostra mercato nelle librerie di Foligno
del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria”
BAROCCO IN LIBRERIA
Mostra Mercato
Segni Barocchi
Il Formichiere (www.dalformichiere.it)
Il Salvalibro (www.ilsalvalibro.com)
Editoriale Umbra (www.editorialeumbra.it)
Libreria Carnevali Bookshopping - Ex Cinema Astra
(www.libreriacarnevali.it)
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Mostra Concorso
Segni Barocchi
Foligno Festival
Da giovedì 6 settembre
a domenica 16 settembre
Foligno, Centro storico
BAROCCO E NEOBAROCCO
IN VETRINA
Premiazione
Domenica 16 settembre, ore 11.00
Auditorium San Domenico, Sala Video
In collaborazione con
Associazione Innamorati del Centro
e con Pro Foligno, Ente Giostra della Quintana,
Associazioni del Commercio e dell’Artigianato
Giunta alla sua V edizione, l’iniziativa coinvolge gli esercizi del centro
storico di Foligno, che potranno allestire in vesti barocche le vetrine
della città. A vincere l’edizione 2011 del concorso è stata la vetrina
del negozio L’Isola Verde. Un premio speciale per “l’originale accostamento barocco vinile” è stato assegnato a Jackie’ O Streetwear;
tre premi parimerito “per la poetica eleganza nella rappresentazione
scenica” sono stati attribuiti a Regalissimo, Massatani e Visionottica
Romagnoli.
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Segni Barocchi
Foligno Festival
Foligno, Teatro San Carlo
Compagnia Bandini/Ferri
LA VITA È SOGNO
da Pedro Calderón de la Barca
Teatro
Venerdì 7 settembre, ore 21.15
Regia Michele Bandini
Aiuto regia Francesco Ferri
Live electronics Andrea Sartori
In collaborazione con Associazione Culturale Zoe
Il testo muove dal misterioso e visionario rapporto tra sogno
e realtà, sonno e veglia, giorno e notte. Lo spettacolo crea
il suo itinerario scenico a partire da questi concetti opposti,
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Segni Barocchi
Foligno Festival
in un’alternanza tra onirico e reale. Il senso si articola in
quel luogo liminale in cui si inscrive il difficile rapporto tra
agire civile e agire animale, tra natura e cultura, animalità
e umanità, anarchia e ordine sociale. Il testo è attraversato
da queste alterne tensioni: verticali, alte, da un lato e
orizzontali, terrene, dall’altro. Il fascino dell’opera del
drammaturgo spagnolo Pedro Calderón de la Barca è che,
pur mantenendo il suo carattere di opera barocca, risulta
essere estremamente attuale nei temi e nelle riflessioni
che stimola nello spettatore/lettore, mostrando come sia
in qualche modo irrisolto o comunque sempre messo in
discussione il rapporto tra umanità e animalità nell’uomo
contemporaneo. Lo spettacolo vede la compresenza di un
musicista elettronico, di attori professionisti e di attori non
professionisti cresciuti nei laboratori teatrali Zoe-Garage.
Il progetto La Vita è Sogno da Calderón de la Barca è il
risultato di un percorso di creazione nato dal lavoro scenico
di riscrittura e di adattamento del testo originale, analizzato
e affrontato a partire da quegli elementi onirici evocati nel
testo, e tradotti in immagine, parola e suono, avvalendosi
della realizzazione di un luogo sonoro, creando una gabbia
microfonica e sonora che sia luogo scenico della visione.
Michele Bandini, attore e regista di Foligno, ha lavorato negli
anni diretto da Marco Martinelli, Maurizio Lupinelli, Gigi
dall’Aglio, Butch Morris. È il co-fondatore della compagnia
ZoeTeatro. Ha partecipato a radiodrammi per RadioDue
Rai e per la Radio Svizzera. Segnalato come miglior attore
giovane di teatro al “Premio Ubu ” negli anni 2004- 2005.
Nel 2010 ha fondato la compagnia Michele Bandini Teatro
debuttando con il lavoro Concerto In Se Minore. Attualmente
sta lavorando al progetto B-Sogno, finalista del bando
Created in Umbria 2012.
Francesco Ferri, giovane attore folignate nato all’interno
della compagnia ZoeTeatro, ha frequentato numerosi laboratori di formazione teatrale, nel 2011 ha lavorato con la
compagnia Menoventi per L’Uomo della Sabbia, attualmente
è impegnato nel progetto B-Sogno.
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In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana
sabato 8 settembre
dalle ore 16.30 “fin alle due hore di notte”
ore 16.30
Foligno, Palazzo Trinci
Inaugurazione della mostra
NOBILI SUONI DA ERIN
Storia dell’arpa e degli arpisti in Irlanda
Esecuzioni musicali dei Túatha dé Danann
La mostra resterà aperta fino al 23 settembre con il seguente
orario: ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00 tutti i giorni eccetto il lunedì
Ideata dall’arpista torinese Enrico Euron e prodotta dall’Associazione culturale Turlough O’Carolan, la mostra Nobili
suoni da Erin intende far luce sui vari e diversi aspetti indissolubilmente legati allo strumento simbolo d’Irlanda. Se la
mitologia ce ne consegna tracce dense di misticismo, la storia
ne ricorda i fasti e le avversità, in balia di eventi che spesso l’hanno vista tanto emblema amato dal popolo irlandese,
quanto pericoloso avversario dallo straniero dominatore. A
partire dal 1792, con il “Great Belfast Harp Festival”, cronaca
Notte Barocca a Foligno
NOTTE
BAROCCA
A FOLIGNO
sabato 8 settembre
Foligno Festival
Segni Barocchi
15
Notte Barocca a Foligno
sabato 8 settembre
Segni Barocchi
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Foligno Festival
e letteratura si arricchiscono enormemente, scongiurando il rischio di veder
cadere nell’oblio un’arte secolare, tramandata fino ad
allora per via quasi esclusivamente orale. Da quel
tempo, si rinnovano periodicamente ondate di interesse
per questo strumento e la
sua musica, per l’immagine
di terra e popolo che esso ci
offre, per la sua potenza e la
sua grazia, la sua capacità
di muovere alla gioia e al
ricordo, nella gaiezza delle
jig e nella solennità dei suoi
lament. Dieci pannelli, densi
di illustrazioni, testimonianze, citazioni ed esempi, rivolti ad
un pubblico anche privo di preparazione storico-musicologica,
svolgono un percorso completo sull’arpa irlandese (quella che
il vezzo un po’ modaiolo chiama celtica). L’approfondimento
storico-mitologico consente di
scoprirne le origini
e l’importanza
nella società irlandese antica, le
sue vicissitudini e
i suoi legami con
gli eventi fondamentali della vita
del popolo irlandese.
La storia più recente
illustra i protagonisti
e gli eventi che fanno
dell’arpa irlandese lo
strumento che oggi conosciamo, con il suo repertorio e la sua popolarità.
I pannelli dedicati all’organologia, ne illustrano la
costruzione, le sue peculiarità tecnologiche e la sua
evoluzione negli ultimi secoli.
Segni Barocchi
Foligno Festival
Nell’Europa del XVI e XVII sec. l’uso di costruire grandi spazi
verdi e di organizzarli in forme geometriche, attorno alle ville di campagna ed ai palazzi signorili, divenne un’abitudine ed
una necessità sempre più sentita e diffusa. Il giardino, da hortus conclusus, come si presentava in epoca medioevale, per lo più
adatto a coltivare roseti e piante medicinali, andò trasformandosi in quei secoli in un vero e proprio luogo dell’invenzione e della
sperimentazione. Non si trattò più, per architetti e giardinieri, di
organizzare in forme semplici e raffinate uno spazio attorno al
palazzo, ma tra i due ordini di artisti si venne a creare una vera
e propria gara, per modificare radicalmente gli schemi abitativi
e visivi e le rappresentazioni simboliche, che una villa e un giardino avevano rappresentato nel tempo.
Spesso i giardinieri l’ebbero vinta, come accadde in Italia nel
tardo Cinquecento con le famose ville di Bagnaia, con il giardino
mostruoso-fantastico di Bomarzo, con le spettacolari fontane di
villa D’Este a Tivoli, o con i giardini medicei di Pratolino. In
questi luoghi ciò che predomina è il giardino, visto e progettato
come una sorta di gioco o di fiaba, narrata con i luoghi, con le
statue e le piante, in cui è piacevole e stupefacente smarrirsi. Le
statue mostruose o i giochi d’acqua, che spesso inondavano gli
stessi visitatori, qui sono collocati e quasi nascosti tra le siepi,
tra le forre; sono riparati da boschetti ed emergono d’improvviso dal nulla di fronte al viaggiatore che si avventura alla loro
scoperta, per stupirlo e offrirgli nuove emozioni. Le favole degli
orchi, dei mostri, rivivono nella pietra, e gli spazi verdi sembrano la quinta ideale per la recita di un poema cavalleresco. Nel
caso di questi giardini il palazzo passa in second’ordine, diventa
un luogo in cui sostare in fretta, perché ciò che prevale su tutto è
il frutto delle vaghe stravaganze ideate dai giardinieri.
Spesso tra le grotte artificiali ed i ninfei, come accadeva a Tivoli e nei giardini del Quirinale a Roma, vennero costruiti organi idraulici, i cui mantici erano azionati dal getto ben regolato dell’acqua, che poi agiva su di un rullo perforato. I mantici
Notte Barocca a Foligno
MERAVIGLIE E PARADISI IN TERRA:
GIARDINI, ORTI E LABIRINTI
IN EPOCA BAROCCA
Raffaele Riccio
sabato 8 settembre
ore 17.30
Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Conferenza spettacolo con degustazione
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Notte Barocca a Foligno
sabato 8 settembre
Segni Barocchi
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Foligno Festival
determinavano uno spostamento d’aria che agiva sul rullo e sui
tasti dell’organo, creando l’illusione che lo strumento/statua
suonasse da solo. In questi giardini all’italiana i fiori avevano un
ruolo relativo e, a volte come a Bomarzo, non apparivano quasi.
L’impianto generale corrispondeva ad una sorta di labirinto
guidato, in cui ci si doveva smarrire e meravigliare di fronte alle
statue ed ai giuochi d’acqua delle fontane.
In Francia il gusto per il giardino all’italiana si affermò con la
presenza delle due regine dé Medici. Caterina, moglie di Enrico II, fece impiantare i giardini delle Tuilleries, e volle apportare modificazioni significative a quelli di Fontainebleu, mentre
Maria dè Medici, moglie di Enrico IV, commissionò a Salomon
de Brosse, sul modello del parco di Boboli, il giardino del Lussembourg. Per questi spazi regali vennero creati i parterres de
broderie che si presentavano come un prolungamento, in siepi
di bosso, ben potate e organizzate secondo schemi geometrici,
delle architetture dei palazzi.
Il gusto per i parterres andò accentuandosi in epoca Barocca,
quando i grandi architetti e i giardinieri di Luigi XIV decisero
di lavorare all’unisono. Le scenografie architettoniche dovevano rispecchiarsi, spesso letteralmente, nei bacini, nelle fontane
e negli specchi d’acqua, dell’immenso e scenografico parco di
Versailles, che, a sua volta, doveva dilatare, quasi all’infinito, le
componenti salienti delle architetture.
Il parco alla francese prevedeva una grande rivoluzione. La natura non poteva più essere lasciata libera nel giardino, ed il paesaggio, trasformato e controllato, doveva esprimere l’equilibrio
geometrico dell’armonia cosmica e la fusione dei quattro elementi. Terra, acqua, aria ed il fuoco-sole, uniti e fusi in sapienti armonie di colori e profumi, dovevano ricreare, proprio nel
parco-giardino, il paradiso in terra del sovrano. I giardinierifilosofi del Re Sole trasformarono il parco della reggia nell’emblema più spettacolare del Re, ovvero quello della ragione che
organizza e governa la natura e il mondo.
André Le Nôtre, terzo esponente di una grande famiglia di
giardinieri-architetti, esordì nel gran mondo progettando per
Fouquet, ministro di Luigi XIV, il parco di Vaux-le-Vicomte. Il
maestro dei giardini proprio qui sperimentò la sua prima soluzione geniale e seppe organizzare gli spazi visivi in modo da produrre la sensazione dell’infinito, effetto che riproporrà ancor più
dilatato a Versailles. Durante la passeggiata nel parco di Vaux
si scopriva progressivamente il Gran Canal, che non era visibile
dal castello, dato che scorreva perpendicolarmente ai parterres
ed alle terrazze del giardino superiore. La grande cascata ed il
canale davano la sensazione di uno spazio che si allargava e dila-
Raffaele Riccio è docente di Storia e Filosofia nei Licei. Si è
occupato in modo particolare della cultura spagnola ed europea
del tardo Cinquecento e del Seicento. Ha approfondito alcuni aspetti della filosofia umanistica (Per un’analisi del Simposio platonico e del “Convito o ver dialogo d’Amore” di Marsilio Ficino). Ha
pubblicato saggi ed articoli in cui ha esaminato le problematiche
connesse con la creatività dell’ingegno barocco (Huarte e Graciàn:
medicina ed ingegno barocco). Ha curato inoltre la traduzione e la
pubblicazione dell’opera: Juan Huarte de San Juan, Esame degli
Ingegni, Bologna 1993. Si interessa in modo particolare di storia
dell’alimentazione e del rapporto intercorrente tra cibo e cultura
(Filosofia e gusto alimentare nel XVIII sec.: Il cibo pitagorico); per i
tipi della casa editrice Atesa di Bologna ha pubblicato i seguenti
volumi: Il Barocco in Tavola, Bologna 2001, A tavola con i Borboni,
Bologna 2002, Mangiar sano con la dieta mediterranea: La cucina del
Cilento, Bologna 2004, e Astinenza o gola. A tavola con Cardinali,
Abati e prelati”, Bologna 2006.
Notte Barocca a Foligno
tava all’improvviso.
A Versailles Le Nôtre compirà miracoli.
Sfruttando i dislivelli
del terreno, creerà terrazze digradanti, parterres e fontane, siepi
e stanze di verzura.
Lui e Luigi XIV tiranneggeranno la natura,
come ebbe a scrivere il
contemporaneo Duca
di Saint Simon, fino
a trasformare il giardino in un monumenBomarzo, Parco dei Mostri
to per il re. La formula
di Versailles verrà poi riproposta nel Settecento nelle principali
corti europee e diverrà, assieme alla moda dei tulipani, importati
dalla Turchia e messi in commercio dagli Olandesi, il riferimento artistico ed architettonico più seguito dai principali sovrani
d’Europa.
Durante la conferenza, oltre alla lettura di brani tratti dai Memoires del Duca di Saint Simon, in cui si descrivono i giardini di
Versailles, sarà possibile ascoltare brani musicali di J. B. Lully,
composti per le feste e le rappresentazioni da tenersi nei giardini
della reggia.
Raffaele Riccio
sabato 8 settembre
Foligno Festival
Segni Barocchi
Per la degustazione si ringraziano Fantasia 92, Cantina Terre de’ Trinci e Hotel Italia
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Segni Barocchi
Foligno Festival
Notte Barocca a Foligno
sabato 8 settembre
ore 19.15
20
Parco dei Canapè - Piazza San Domenico - Piazza Garibaldi
Porta San Felicianetto - Portico delle Conce - Piazza del Grano
Piazza San Giacomo - Piazza Matteotti - Piazza della Repubblica
Largo Carducci - Piazzetta Beata Angela - Porta Romana
Carnevale dei Figli di Bocco
MASCHERE BAROCCHE IN POSA
ore 20.30
MASCHERE FRA LA GENTE
ore 21.15
Porta Romana - Corso Cavour - Piazza della Repubblica
MASCHERE AL CHIARO DI LUNA
Parata con spettacolo finale
Carnevale dei Figli di Bocco
A pochi chilometri dalla città di Arezzo, lungo l’antica strada romana Cassia Vetus alle pendici del Pratomagno, sorge Castiglion
Fibocchi; è questo un caratteristico comune toscano che vede le
sue prime origini nel periodo medievale e precisamente nel secolo XII, quando i conti Guidi
cedettero il feudo alla famiglia dei Pazzi di Valdamo;
tra questi spicca la figura di
Ottaviano Pazzi, soprannominato Bocco a causa di una
deformazione del viso, e da
lui ha preso nome il paese.
Qui la storia comincia ad
intrecciare una danza con la
leggenda a volte perdendosi
l’una nell’altra. Le novelle,
narrate dai nonni ai nipoti
nel “canto del fuoco” durante le lunghe serate invernali,
raccontano dei memorabili
festeggiamenti Castiglionesi
prima dell’inizio della Quaresima quando, con grandi
libagioni e balli in Castellione de filiis Bochi i bifolchi
e i signori festeggiano insieme
Foligno Festival
la festa de carnesciale (documento storico datato 2 maggio 1174).
Ed è così che una decina di anni fa prende corpo, tra i vicoli e le
mura severe del castello, un carnevale con figure bellissime ed
arcane che, rincorrendosi sotto gli archi di pietra e le stradine
anguste, riprendono una danza ormai interrotta da secoli, ma
sempre nella memoria di tutti, in quanto non si dimentica mai
la gioia di vivere. E proprio con questo spirito che per due volte
all’anno, e precisamente la
penultima e la terzultima
domenica del periodo di
carnevale, l’intero paese si
adopera per trasformare
ogni luogo abitato, vicolo
ed atrio, in un fantastico
scenario, quello del Carnevale dei Figli di Bocco, una
manifestazione antica dove
i duecento figuranti, vestiti
con costumi fantastici e con
il volto celato da preziose
maschere di cartapesta, con
le loro eleganti riverenze
invitano l’ospite ad entrare
in un limbo arcano dove il
tempo non ha più dimensione.
Notte Barocca a Foligno
sabato 8 settembre
Segni Barocchi
21
Segni Barocchi
Foligno Festival
dalle ore 21.00 alle ore 02.00
Notte Barocca a Foligno
sabato 8 settembre
Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico
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VISIONI D’INCANTO
Proiezioni di immagini fisse di grande formato
dalle ore 21.00 alle ore 23.00
Corte di Palazzo Trinci
Proiezioni video
ANTOLOGIA DI SEGNI
BAROCCHI FESTIVAL
Eventi in Piazza della Repubblica (1999-2005)
A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria,
realizzazione del Centro Video
Programma
Materiali Resistenti, Dance Company, Waterwall, 28/08/1999
Sarruga Produccions, Eppur si muove, 15/09/2000
Valerio Festi, L’allegoria della fortuna, 13/09/2001
Valerio Festi, Come la luna, 12/09/2002
Compagnie Transe Express, Maudits sonnants, carillon céleste, 11/09/2003
Les Passagers, Tempête, 11/09/2004
Compagnie Transe Express, Lâcher de violons, 10/09/2005
dalle ore 23.00 alle ore 02.00
Corte di Palazzo Trinci
Proiezioni video
NOTTE BAROCCA A FOLIGNO 2011
A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria,
realizzazione del Centro Video
Segni Barocchi
Foligno Festival
In collaborazione con il Laboratorio di Scienze
Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares
ore 21.00
Planetario
ore 22.00
Conferenza di Giuseppe Raponi e Luciano Villani
”Conoscere il cielo, per capire la mente.
Astrologia e astronomia ieri e oggi”
ore 23.00
Planetario
ore 24.00
Conferenza di Luciano Villani
”1682, la storia della cometa di Halley”
ore 01.00
Planetario
I planetari saranno diretti da Arnaldo Duranti
dalle ore 21.00 alle ore 02.00
Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni
Visita guidata all’Osservatorio Astronomico cittadino
LE COSTELLAZIONI
DAGLI ORTI JACOBILLI
Osservazione al telescopio degli oggetti visibili nella notte
Proiezioni e dibattiti su argomenti astronomici
In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares
Notte Barocca a Foligno
PROIEZIONI E INCONTRI
Via Isolabella
Visita guidata al Planetario
del Laboratorio di Scienze Sperimentali
sabato 8 settembre
dalle ore 21.00 alle ore 02.00
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Foligno Festival
Notte Barocca a Foligno
sabato 810settembre
settembre
dalle ore 22.15 alle ore 22.45
24
Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica
Spettacolo itinerante
ore 22.45
Piazza della Repubblica, finale fisso
Compagnie Remue Ménage
LES FLAMANTS ROSES
Lo spettacolo sarà replicato alle ore 01.00 in
Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica
con finale fisso alle ore 01.30 in Piazza della Repubblica
Omaggio alla Francia
Segni Barocchi
“Nelle nostre folli avventure attraverso il mondo, ci siamo
imbattuti in questi strani fenicotteri rosa. Affascinati dalle loro
danze, li abbiamo seguiti lungo le loro migrazioni, a bordo
della nostra ingegnosa macchina volante per apprenderne il
linguaggio in codice. Divenuti loro amici e guide sulla terra
degli umani, vi invitiamo a condividere con noi i loro misteriosi
rituali e lasciarvi trascinare in una danza luminosa e fiabesca”.
Foligno Festival
La Compagnie Remue Ménage è stata creata nel 1996 da un
gruppo di giocolieri trampolieri durante una tournée estiva.
Col passare degli anni la compagnia si perfeziona e si dedica
alla produzione in proprio di spettacoli sempre più ambiziosi,
assumendo in tal modo una identità specifica. Alla base di
ogni creazione l’attenzione si concentra sugli aspetti visuali
sia dei personaggi che delle strutture sceniche, dando vita ad
ambientazioni che richiamano i film di animazione. Dal 2006 la
compagnia lavora alla progettazione di spettacoli notturni con una
ricerca di effetti luminosi sempre più all’avanguardia e si cimenta
anche in produzioni rivolte ad un pubblico giovane basate sulla
commistione di danza, teatro, arti visive e circensi. Ne fanno parte
più di un centinaio di artisti tra musicisti, danzatori, commedianti,
esperti in arti visive e in arti circensi.
Notte Barocca a Foligno
sabato 8 settembre
Segni Barocchi
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Segni Barocchi
Foligno Festival
Largo Carducci - Piazza della Repubblica
Túatha dé Danann
DUANA
Musica irlandese e scozzese del XVII e XVIII secolo
Notte Barocca a Foligno
sabato 8 settembre
dalle ore 23.00 alle ore 01.00
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Enrico Euron, arpa celtica
Emiliana Borello, voce
Francesco Colucci, violino
Filippo Mongiardino, flauti
Francesco (Frantz) Pallaro, chitarre
Giancarlo Bonino, bodhrán e percussioni
Programma
Anon., XVIII sec. Tàimse Im Chodladh -The Chanter’s Tune!
Anon., XVII sec. Eala fo leòn!
Anon., XVII sec. The Halting march!
Anon., XVIII sec. Henry Martin!
Anon., XVII sec. Barbara Ellen!
Anon., XVIII sec. The plains of Boyle / The rights of man / Na sioga!
Anon., XVIII sec. The gipsy laddie!
Anon., XVIII sec. Top of Cork road / Trip to Sligo / The eavesdropper!
T. O’Carolan (1670-1738) Fanny Power! / Carolan’s Concerto! / Farewell to music! /
Carolan’s Suite!
Anon., XVII sec. Maighdeanan na h-àiridh!
Anon., XVII sec.The Coulin!
Anon., XVIII sec. ‘Ar Eirinn ni ‘neosfainn ci hi!
Anon., XVIII sec. Star of the County Down!
Túatha dé Danann
Nei primi anni ’90 l’eclettico musicista torinese Enrico Euron si
addentra nello studio della musica antica irlandese e scozzese,
studiando arpa celtica e musica tradizionale con Myrdhin in
Bretagna, con Emer Mc Laverty e Michèal Rooney in Irlanda e
con Savourna Stevenson in Scozia, e successivamente partecipando
a prestigiosi concorsi internazionali con lusinghieri risultati. Nel
1995 attorno ad Enrico Euron e alla sua passione contagiosa si
sviluppa il progetto Túatha dé Danann. Tratto caratteristico del
lavoro dei Túatha è una dimensione vissuta del gesto musicale che
comprende tanto la ricerca sul campo quanto lo studio accademico,
l’approfondimento storico e la concertazione del repertorio quanto
la freschezza comunicativa. Dopo un primo periodo fortemente
caratterizzato da un approccio filologico al più antico repertorio di
area celtica (Aisling, 1995; Awen, 1997; Duana, 1999), negli ultimi
anni le esperienze molteplici dei Túatha hanno impresso una spinta
innovativa al loro lavoro. Nel CD Land of my soul lo sguardo si
apre ad un repertorio storico di tradizione più recente, ad un altro
pezzo di storia d’Irlanda. Troviamo ballate che riecheggiano fatti
di guerra e storie di emigrazione a cavallo fra Otto e Novecento,
l’immancabile Carolan ancor più caratterizzato da tratti barocchi,
arie cinque-secentesche per nulla velate dalla patina del tempo,
accanto alle danze, jigs e reels di straordinario vigore, interpreti
privilegiati del panorama musicale irlandese odierno. Letteralmente
il nome Túatha dé Danann significa “il popolo del dio la cui madre
è Danu”, ed è quello della più importante popolazione della
mitologia irlandese. Danu è la figlia del dio supremo Dagda,
il “Buono” ed è madre di Ecne (“sapienza” o “poesia”): Danu è
quindi la personificazione più bella delle potenze della Luce e della
Saggezza che si possa trovare nella mitologia irlandese.
Notte Barocca a Foligno
Duana, parola gaelica che significa “storie”, ben si sposa con una
dimensione che caratterizza il lavoro dei Túatha dé Danann fin
dalle loro origini: musica come racconto, evocazione e memoria,
alla maniera degli antichi bardi d’Irlanda, musicisti, poeti e maestri;
musica e racconto, per il gusto di una condivisione con il pubblico
che vada al di là di sensazioni epidermiche o moti estetizzanti,
per una riscoperta di tradizioni culturali e artistiche dalle radici
secolari, testimoni di una grande ricchezza umana. Nel concerto,
motivi, generi e stili si avvicendano, rappresentando le esperienze
umane più diverse: la lotta e l’attaccamento alla terra natia, l’amore
e la felicità, l’amicizia ed il dolore. Ed è proprio un musicista
vissuto nella prima metà del Settecento, Turlough O’Carolan, il
più alto esponente di una tradizione che è al tempo stesso colta
e popolare: “l’ultimo dei bardi”, educato all’arpa ed alla poesia,
grande estimatore della musica colta italiana (Corelli e Vivaldi),
vive come arpista itinerante, componendo una gran quantità di
arie nelle quali i tratti della musica barocca si fondono con melodie
di stampo tipicamente irlandese.
sabato 8 settembre
Foligno Festival
Segni Barocchi
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Concerto
Segni Barocchi
Foligno Festival
Domenica 9 settembre, ore 18.00
Pale, Chiesa di San Biagio
Ottorino Baldassarri
EXCURSUS DI MUSICA ITALIANA
SU ORGANO STORICO
Musiche di A. Gabrieli, G. Frescobaldi, T. Merula,
B. Pasquini, D. Zipoli, A. Scarlatti
Programma
A. Gabrieli (1510-1586)
Ricercare nel duodecimo tono
G. Gabrieli (1557-1612)
Canzone (La Spiritata)
G. Frescobaldi (1583-1643)
Toccata I (dal I Libro delle Toccate)
Canzone quarti toni
Toccata per l’Elevazione
Bergamasca (dai Fiori Musicali)
T. Merula (1594-1665)
Sonata cromatica
Capriccio
B. Pasquini (1637-1710)
Toccata con lo scherzo del cucù
D. Zipoli (1653- 1706)
Canzone in sol minore
Suite in sol minore (Preludio, Corrente, Sarabanda, Giga)
A. Scarlatti (1660-1725)
Toccata XI (Toccata, Presto, Partita alla lombarda, Fuga)
28
Segni Barocchi
Foligno Festival
Le forme strumentali nel Rinascimento e nel primo Barocco furono
numerose e varie come diversi e contraddittori erano i nomi attribuiti a ciascuna forma (accadeva anche che una stessa forma avesse nomi
differenti). Per non creare confusione, le composizioni strumentali
erano divise in:
- musiche derivate da modelli vocali in contrappunto imitato (ricercare, canzona, fuga)
- musiche in stile improvvisato (toccate, fantasie)
- musiche da ballo: variazioni su canto dato o su basso dato (partite,
passacaglie e ciaccone).
Contrappunto imitato: il ricercare era una severa forma di contrappunto strumentale che non derivava dal mottetto, come si pensò
per anni, perché nel mottetto la fisionomia dei temi è subordinata al
testo, mentre nel ricercare si ricorre con libertà agli artifici della scrittura contrappuntistica. Inoltre il mottetto è formato da molti brevi
temi, mentre il ricercare da pochi e più estesi. Scrissero ricercari A.
Gabrieli, Padovano, Merulo, Trabaci, ma soprattutto Frescobaldi. Il
ricercare ebbe fortuna anche in Austria e Germania con Hassler, Froberger, Fischer e Bach (con l’Offerta musicale). In Spagna il ricercare,
col nome di tiento, fu coltivato da Cabezón.
La canzona strumentale, detta anche canzona da sonar, canzona sonata o chanson francese, nacque all’inizio del XVI sec. in Francia come
trascrizione strumentale della chanson polifonica (Cavazzoni). Si
svincolò dai modelli vocali gradatamente (A. Gabrieli, Merulo) per
poi giungere all’autonomia con Ingegneri, Maschera, Frescobaldi e
suoi allievi, tra i quali Kerll e Froberger.
La fuga prima del Barocco era sinonimo di canone. Solo dopo la metà
del XVII sec. divenne quella che ora conosciamo come la più elaborata delle composizioni strumentali. Erede della canzona strumentale e
del ricercare a un solo soggetto, si differenziava da esse per la maggior
ampiezza e complessità, oltre che per l’adozione delle moderne scale
tonali e delle modulazioni. Spesso non è una composizione isolata ma
viene preceduta da un’altra composizione in stile libero nella stessa
tonalità.
La fantasia mescola variamente stile imitato e libero. In Inghilterra
fu chiamata fancy (da ricordare il compositore inglese Byrd).
La toccata, composizione per strumento a tastiera, nacque attorno
al XVI sec. probabilmente dall’esigenza di anticipare il canto liturgico con un breve preludio organistico improvvisato. Elementi tipici
della toccata sono l’alternanza di massicci accordi con rapide scale
e arpeggi. Questo tipo di toccata fu perfezionato da Merulo, Rossi,
Pasquini, Zipoli e successivamente D. Scarlatti in alcune sue sonate.
29
Segni Barocchi
Foligno Festival
Frescobaldi fu esempio per i compositori d’oltralpe (Hassler, Froberger, Kerll, Muffat, Pachelbel) ma, diversamente dalle toccate italiane, in quelle tedesche era di solito assente lo stile imitato sostituito largamente da fantasiosi passaggi. Lo sviluppo di questo tipo
di toccata andò di pari passo con le tecniche costruttive dell’organo
tedesco, ben più avanzato di quello italiano. Maestri della toccata
tedesca furono Reinken, Tunder, Buxtehude e Bach. Con loro entrò
in uso il binomio di: Preludio e fuga, Toccata e fuga, Fantasia e fuga.
Ottorino Baldassarri, nato a Spello, si è diplomato in pianoforte presso
il Conservatorio Morlacchi di Perugia e successivamente in organo e
composizione organistica presso il Conservatorio Cherubini di Firenze.
Ha preso parte a rassegne e concorsi vincendo nel 1972 il primo premio
al “Concorso Internazionale Viotti” di Vercelli partecipando successivamente alla rassegna televisiva “Nuovi Solisti” indetta dalla RAI. Dopo
aver seguito un corso d’interpretazione in Cecoslovacchia con il M° J.
Reinberger, la sua attività artistica si è diramata nelle principali città
italiane ed europee: Polonia, Cecoslovacchia, Germania, Spagna, Turchia, Malta ed extra europee: Messico, Corea del Sud. Ha tenuto varie
registrazioni per la RAI, la Radio Vaticana, la Radio Svizzera Italiana,
e la DDR tedesca. Apprezzate dal pubblico e dalla critica le esecuzioni
dell’opera omnia di Bach di Buxtehude nella Basilica Patriarcale di Assisi. Ha coperto la cattedra di organo e composizione organistica presso il
Conservatorio Morlacchi di Perugia, presso il Rossini di Pesaro e quello
di Santa Cecilia di Roma. è stato organista titolare presso la Basilica di
S. Francesco di Assisi dal 1980 al 1997.
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Foligno Festival
Mercoledì 12 settembre, ore 17.30
Foligno, Teatro San Carlo, Sala Don Consalvo Battenti
Conferenza di Fabio Bettoni
FOLIGNO, 23 GIUGNO 1613:
EVENTI E APPARATI IN ONORE
DI SAN CARLO BORROMEO
Conferenza
Segni Barocchi
Sulle pagine manoscritte dei suoi Annali della città di Foligno,
Lodovico Jacobilli la mette così: Nella Quaresima del 1612 predicò
in domo di Foligno il padre don Bartolomeo Gavanti da Milano barnabita; e perché si portò benissimo, li folignati et il vescovo concessero
alla sua congregazione de’ barnabiti un luogo appresso la compagnia
della Misericordia, dove l’anno seguente i barnabiti eressero un collegio et una chiesa in honore di san Carlo Borromeo et a san Giovanni
Battista Decollato per haver havuto il luogo da confrati di San Gio.
Battista, detti della Misericordia. Il dettaglio della vicenda permette di cogliere aspetti della società e della cultura del tempo assai
interessanti.
Il 28 luglio del 1612, lo stesso Gavanti e Teodolo Brullino, in
nome dei Chierici regolari di San Paolo - congregazione fondata da Antonio Maria Zaccaria, appoggiata alla chiesa di San
Barnaba in Milano e riformata da Carlo Borromeo - prendono
possesso del sito, nel quale è stata nel frattempo allestita una
cappella dedicata al santo cardinale, e il giorno dopo, il 29, il
vicario vescovile di Foligno benedice solennemente il quadro e vi
celebra la prima messa, presente molto popolo. Entro la prima metà
di novembre l’abbattimento e la ristrutturazione del complesso
edilizio imperniato sull’antichissima chiesa di San Pietro in Pusterna sono a buon punto; così le autorità municipali, il 15 di
quel mese, si rivolgono a Federico Borromeo (il cardinale del
Manzoni, per intenderci) perché voglia concedere nobil parte delle
sacre Reliquie di esso Santo, orgogliosissime come sono, le Autorità, di aver messo mano alla costruzione della prima chiesa di San
Carlo di tutta l’Umbria nel più bel sito, e centro della città.
Federico risponde con tutta la solennità del caso il 15 aprile del
1613. E lo fa in modo positivo, “compiacendo” Autorità, Cittadini
e Barnabiti di cose più intrinseche che sia possibile, cioè, d’una particella della pianeta e del camiscio co’ quali il Santo fu sepolto, e della
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Segni Barocchi
Foligno Festival
sponga, che subito morto se le pose nel corpo, mentre s’aprì, come si costuma, e vi è stata dentro sino al tempo della canonizatione, intinta però
del sangue. Al munifico dono del porporato si aggiunge quello del
Gavanti il quale, non contento delle tre predette reliquie, ne procurò
altre sette; tornato a Foligno con questi trofei devozionali, si può
programmare per il 23 giugno il grande evento celebrativo. Perché si scelga questa data è presto detto: ricorre, nel 1613, quarta
domenica di Pentecoste, la natività del Battista e perciò si fa una
grande festa comune ai due santi, come comune è il luogo del
culto a loro destinato; d’altra parte, il 23 giugno dell’anno prima
era stato emesso il decreto del Magistrato Priorale concernente
l’introduzione dei Barnabiti a Foligno; infine, il 23 giugno, cade
quest’anno in domenica, a mezo corso di Fiera, che è delle maggiori e
più frequenti dello Stato Ecclesiastico e forsi d’Italia.
La preparazione comincia il 16 giugno, terza domenica di Pentecoste, con una predica di Gavanti nella cattedrale; prosegue
nella sera del 19 con il suono delle campane cittadine; si ufficializza il 21 con un editto dei Priori i quali ordinano che nella
sera successiva del 22 giugno si accendano lumi alle finestre, si
alimentino fuochi festivi, si puliscano i tratti di strada pertinenti
a ciascuna abitazione posta lungo il percorso processionale delle
Sette Chiese che l’indomani deve essere sottolineato da un vestimento adeguato. In effetti, la sera del 22 vede compiersi l’apparamento della città, mentre nella cappella borromea si sta preparando il feretro con le reliquie del santo. Finalmente, il 23 giugno:
al mattino, il feretro viene accolto in cattedrale; nel pomeriggio
seguono la celebrazione dei Vespri e la processione con le reliquie lungo la via delle Sette Chiese, una parata allegorica, rutilante, magniloquente; giunto il corteo in San Carlo, la cerimonia
conclusiva viene officiata dal canonico decano della cattedrale. Il
calendario festivo prevede l’esposizione delle memorie borromee
fino al 30 giugno, Ottava della Traslazione. Con l’occasione si
commemora l’apostolo San Paolo, faro illuminante dei Barnabiti;
si ricorda nel modo più solenne l’anniversario del consenso dato
dal vescovo diocesano Francesco Simonetti all’ingresso dei religiosi in Foligno; si permette al popolo universo di lucrare l’indulgenza plenaria. Domenica 28 luglio, infine, ricorrendo l’anniversario dell’acquisizione del sito da parte dei chierici milanesi,
si pone la prima pietra della chiesa e s’interrano tre vasi legati
insieme con corde di canapa, la ricchezza primaria del territorio cittadino: in uno c’è il grano, e lo ha conferito il governatore prelato di Foligno Domenico Marini; in uno il vino, e lo ha
predisposto il magnifico signore Vincenzo Bonavoglia, capo dei
priori; nell’ultimo c’è l’olio, e lo ha fornito Gavanti, il superiore
del convento.
Fu un evento memorabile. Curzio Cirocchi, nella sua Descrittione
della festa osserva: Né dissero altro i signori Folignati se non che
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Segni Barocchi
Foligno Festival
non vidde mai Foligni tanti apparati, tanta festa, tanto giubilo de’
cuori né tanto concorso di genti da castelli e città vicine, che nel vero
tanto più mirabile fu quanto che non si sa d’un minimo disordine di
cosa alcuna. Gli esponenti dei più prestigiosi casati mostrarono
al dotto e all’inclita la loro munificenza apparatrice: Bolognini,
Borgni, Cagni, Cantagalli, Cirocchi, Floriani, Gentili, Jacobilli,
Merganti, Onofri, Orfini, Orselli, Pinocchi, Rampeschi, Roberti,
Roncalli, Unti, Venanzi. Fece mostra di sé un’impettita milizia al
comando del capitano Giovanni Battista degli Unti. Fu un tripudio di archi trionfali, fontane, altari, arazzi, quadri; fuochi artificiali e mortaretti; stemmi araldici; epigrafi, distici ed epigrammi
latini, elegie; confetti e beveraggi a profusione. Si esibì l’Accademia Musicale, diretta dal poeta Michelangelo Jacobilli. Tra i
tanti componimenti poetici, dieci splendidi epigrammi esaltanti
le dieci reliquie furono composti da Marco Antonio Bonciari e
dati alle stampe. Un autore preclaro, devotossimo di san Carlo, et
humanista celebre in tutta Italia, non che in Perugia, ove egli si trattiene, ma sempre incorso a maggiori imprese. Fu anche un tripudio
della cultura accademica, dunque; un evento nel quale, forse, si
cimentarono l’eruditissimo Francesco Cirocchi, l’antiquario Fabio Pontano, il poliedrico Ettore Tesorieri tutti uomini abituati
a maneggiar la penna e la lingua di Cicerone. Lo stesso Curzio,
estensore della Descrittione, prete dotto e versatile, potrebbe aver
dato il suo contributo poetico.
Certo è che l’operetta descrittiva che oggi si presenta ebbe l’opportuna gratificazione, giacché Aurelio Grattarola, nel 1614
(Milano, Eredi Pontio & Piccaglia), la inseriva tra i capitoli dei
Successi maravigliosi della veneratione di S. Carlo Borromeo, quella
inimitabile raccolta di memorabilia borromee compilata dopo la
canonizzazione del vescovo milanese. Santificazione avvenuta il
primo novembre 1610, che risultò base di lancio delle fortune
barnabite dentro e fuori della Penisola e non ultima ragione
dell’apoteosi borromea nella Foligno di quegli anni.
Fabio Bettoni
Fabio Bettoni, folignate, è tra gli ideatori e i fondatori di Segni
Barocchi Festival e ne è stato consulente storico per molti anni,
contribuendo a promuovere e a coordinare molteplici ricerche
sulla storia economica, sociale e culturale di Foligno in quella
che (più o meno propriamente) viene definita “l’età barocca”.
Ha partecipato e partecipa ai comitati scientifici di emanazione
universitaria, enti, fondazioni e associazioni culturali, comitati
scientifici e redazionali di riviste e pubblicazioni storiche, e,
per rimanere a qualche caso di ambito regionale, è membro del
consiglio direttivo e del comitato scientifico della Deputazione
di Storia Patria per l’Umbria nonché del Magistero accademico
dell’Accademia Fulginia di Lettere Scienze e Arti, della quale è
vice presidente.
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Foligno Festival
Giovedì 13 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium Santa Caterina
Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Omaggio alla Francia
Concerto
Segni Barocchi
LA FAVOLA DEI TRE GOBBI
Due Intermezzi di Vincenzo Legrenzio Ciampi
Libretto di Carlo Goldoni (1749)
Trascrizione di Francesco Massimi
Prima esecuzione in tempi moderni
Direttore Francesco Massimi
Regia Giorgio Bongiovanni
Interpreti
Cantanti del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Ensemble strumentale dell’O.T.Li.S.
Orchestra del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
“La mia benemerita signora nonna, quand’io ero bambino, mi raccontava delle novelle, o siano fole, che in veneziano si dicon fiabe.
Fra l’altre mi raccontò parecchie volte quella bellissima de’ Tre
Gobbi”. Così scrive Goldoni nella prefazione del libretto a stampa
dell’Intermezzo. Quello che il poeta non ci dice è che questa che ci
presenta come ingenua “fiaba veneziana” riserva una inattesa “morale” piccante perfino per i nostri tempi spregiudicati. Ma ancor
più ci stupisce che lo faccia utilizzando meccanismi comici di antichissime radici che irrompono nella nostra modernità con tutta la
loro forza immutata. Quando questi meccanismi poi si incontrano
con le risorse più raffinate del linguaggio musicale settecentesco
mutuate dall’esperienza del teatro d’Opera, ecco che ne scaturisce
un incontro particolarmente felice; La Favola dei Tre Gobbi è infatti la prima testimonianza di un Intermezzo goldoniano di cui sia
conservata la musica. A lasciarci le note di questo cammeo è Vincenzo Ciampi, piacentino di ferrea scuola napoletana che incontra
il teatro comico veneziano guidato da un sicuro istinto musicale e
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Segni Barocchi
Foligno Festival
teatrale. Le arie e i recitativi scorrono seguendo felicemente l’arguzia del poeta e quasi ci si stupisce che La Favola, pur avendo
ricevuto l’attenzione di importanti studiosi, non sia mai stata rappresentata in epoca moderna prima d’ora. A tardiva riparazione,
riproponiamo le note e i versi di questa antica “fiaba veneziana”.
Giorgio Bongiovanni e Francesco Massimi
Ciampi e Goldoni. “La Favola dei Tre Gobbi” fra debito e riforma
Si dice spesso, fra gl’uomini più avveduti, che non sia lo “stile”
a comprendere - od a permeare - gli artisti, gl’intellettuali che
mettano mano ad una
loro nuova opera; si
reclama che, opportunamente, siano gli
uomini a decidere gli
spazij e le forme di
una nuova fase artistica. Tutto chiaro,
tutto giusto, tant’ è
vero che si verrebbe
quasi presi da questo
furor illuministico, da
questo rovesciamento, se non si valutasse che probabilmente
i momenti più felici
della storia delle arti
vivano di quel felice
compromesso fra ar- Desiderio, “Tres Jorobados”, 2012 - creato per
tista e pubblico che “La Favola dei Tre Gobbi”, collezione privata
contempli un processo di decodifica di informazioni tacitamente e
pacificamente condivisa. Ecco perché si può trovare qualche perplessità sull’applicazione di alcuni principij generali di prassi esecutiva a Johann Sebastian Bach, perché nel caso di questa straordinaria figura ci troviamo di fronte tuttavia ad una presenza di artista
in fondo periferica, asceticamente isolata, e che, in parole povere,
non può dirsi realmente influenzato dai suoi contemporanei, come
influenzato lo era il vero cosmopolita Haendel, che mostra nella
sua opera gagliarda familiarità con essi; ed ecco perché oggi che
il rapporto fra autore e fruitore è rovinosamente incrinato, se non
distrutto, non si può parlare di musica “contemporanea”, proba35
Segni Barocchi
Foligno Festival
bilmente no se inteso come “stile” in senso puramente “artistico”,
certamente no se si considera l’abominazione esercitata da grande
parte dell’intelligencija che vorrebbe lo “stile” come concetto da rifiutare, reazionario. Ciò che interessa, ai fini di questa discussione,
è in realtà il momento in cui gli spazi e le forme di questo foedus
si fanno più labili; in questo momento nascono, evidentemente, le
opere di confine; in questo momento si può ancora non decidere se
accogliere o rifiutare l’Illuminismo, sorte forse fortunata che toccò
a Carlo Goldoni e Vincenzo (Legrenzio) Ciampi. è ben noto l’episodio dell’incontro fra l’allora giovane poeta ed Antonio Vivaldi,
episodio che ci consegna l’entusiasmo con cui il Prete Rosso abbracciò il letterato per avergli accomodato, su due piedi, un’aria
destinata ad Anna Girò, soddisfacendo in pieno i desiderij del compositore ed impresario; ancora, il “vecchio” ed il “nuovo” si incrociano, in un episodio che non rimase forse isolato, se un giorno
troveranno conferma gli indizij di una collaborazione fra i due ben
più grossa, il drama eroi-comico L’Aristide. Per ora, qui, abbiamo
Goldoni e Ciampi; piacentino quest’ultimo, ma di salda scuola napoletana. Allievo di Leo e Durante, porta con sé i segni evidenti di
una tradizione musicale; compositore evidentemente dotato, riesce
nella singolare impresa di apparire fresco ed autentico (proprio da
autòs) anche quando il debito coi suoi maestri è evidente. Questo si
evince anche ad una prima scorsa della partitura de La Favola dei
Tre Gobbi, gemma scanzonata che paga il tributo ad una ingenuità
che pare esclusiva di tempi remoti e leggendarij. Si pensi ad alcune
gags che sanno di dichiarato amarcord: quella di Macacco Tartaglia
(anche i nomi di questi personaggi sanno di Commedia dell’Arte),
tipico nella sua balbuzie ossessiva che ripara in extremis sillabe
suggerenti grosse maleparole nella sua prima aria, si ritrova quasi
letteralmente nel Giasone di Cavalli, opera del 1649 (esattamente
un secolo prima della “nostra”). Nella musica, qui e là, troviamo
echi familiari; arsenale armonico a parte che ci suggerisce il meglio
dell’antica scuola partenopea, potremmo perfino incontrare suggestioni “haendeliane” nelle arie in 3/8 a ritmi puntati, sezioni su
bassi di romanesca (il tipo utilizzato anche da Pachelbel per il celeberrimo Canone) per non parlare di alcune citazioni quasi troppo
evidenti, in due arie, dello Stabat Mater di Pergolesi (l’incipit di
Inflammatus et accensus, ed un inciso di Quae moerebat, per esattezza).
Ma quello che conta è che di pergolesiano, se mi è concesso ancora
evocare questo nome, Ciampi abbia assimilato una notevole fluidità
di scrittura, ciò che ci fa sembrare questo autore come “fresco”,
sorgivo, e che restituisce dunque, con la mediazione di Goldoni,
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Segni Barocchi
Foligno Festival
non una “riflessione”; questa potrebbe essere attuale oggi (e lo è),
ma non allora, quando non c’era spazio per plissettature spaziotemporali, e quindi ciò che era “attuale” veniva sentito con ispirito
diverso. Al piacentino-napoletano ed al veneziano interessa regalare un’estrema (ma pulsante) propaggine di un mondo comico,
che stava sì per consegnarsi al dramma borghese, ma non avendo
poi bisogno di liberarsi tout court di un prezioso vocabolario letterario e musicale le cui gagliarde vestigia affiorano nell’opera che
il Teatro Lirico Sperimentale presenta al festival Segni Barocchi,
intendendo dar prova, come già è stato, di poter offrire una nuova
primizia che esprima compiutamente i propri tratti nello spirito
dell’evento.
Francesco Massimi
Il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” è stato fondato nel 1947 da Adriano Belli, avvocato e musicologo, al fine di
avviare alla carriera artistica giovani cantanti che non hanno ancora debuttato. L’attività si svolge su base annuale in tre fasi: il
Concorso per giovani cantanti lirici della Comunità Europea; il
Corso di preparazione al debutto; la Stagione Lirica, che si svolge
a Spoleto e in Umbria. Hanno iniziato la propria carriera artistica
a Spoleto molti tra i più importanti artisti: Franco Corelli, Cesare
Valletti, Antonietta Stella, Anita Cerquetti, Anna Moffo, Renato
Bruson, Ruggero Raimondi, Leo Nucci, Mariella Devia, Lucia
Aliberti, Elizabeth Norberg-Schulz, Giuseppe Sabbatini, Norma
Fantini, Sonia Ganassi, Daniela Barcellona. Il Teatro Lirico Sperimentale realizza corsi di alta formazione per maestri collaboratori
e professori d’orchestra. Dal 1993 viene organizzato il Concorso
“Orpheus” per nuove opere di teatro musicale da camera, la cui
Giuria per ben cinque edizioni è stata presieduta da Luciano Berio. Nel 2001 il Teatro Lirico ha realizzato il “Progetto Bach/Berio-L’Arte della Fuga” inerente la trascrizione, rielaborazione ed
esecuzione del capolavoro bachiano. Il Teatro Lirico Sperimentale,
oltre a collaborare con alcuni tra i maggiori teatri lirici italiani, è
stato ospite con concerti ed opere anche in Austria, Spagna, Stati
Uniti d’America, Svizzera, Giappone, Ungheria, Canada, Germania, Polonia, Cina, Russia, Qatar, Cuba, Romania, Turchia, Sudafrica, Inghilterra.
Si ringrazia la ditta Vivai Sara per la gentile collaborazione all’allestimento scenico
37
Concerto
Segni Barocchi
Foligno Festival
Venerdì 14 settembre, ore 21.15
Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco
IL LUNGO VIAGGIO
VERSO IL BAROCCO
DA ORIENTE A OCCIDENTE
Kyriacoula Costantinou, voce
Andrea Cortesi, Gloria Ferdinandi, violini
In collaborazione con il Comune di Montefalco
Programma
Tradizionali antichi
Lamma Bada - Andaluso XIII sec.
Zarani al Mahbub - Arabo XVI sec.
Orlando Di Lasso (1532-1594)
Sto Core Mio
Claudio Monteverdi (1567-1643)
Oblivion Soave da L’Incoronazione di Poppea
Leonardo Vinci(1690-1730)
So’ Le Ssorva e le Nespole Amare
Dimitrie Cantemir (1673-1723) - Bela Bartok (1881-1945)
Selezione di brani popolari ungheresi e romeni
dal tardo XVI al primo XVII secolo, tratti dal Codex Caioni
Heinrich Ignaz Franz Biber (1644-1704)
Dalle Sonate del Rosario
Passacaglia per violino solo
Jean Marie Leclair (1697-1764)
Sonata op.3 n.3 in Do Maggiore per due violini
Johann Sebastian Bach (1685-1750)
Erbarme Dich dalla Passione secondo Matteo
Antonio Vivaldi (1678 – 1741)
Sol da Te Mio Dolce Amore da Orlando Furioso
é (1881-1945)
Dimitrie Cantemir (1673-1723) - Béla Bartok
Maramarosi Tanç
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Segni Barocchi
Foligno Festival
Questo è un percorso tortuoso che, attraversando epoche e luoghi, si
pone come scopo il voler narrare la nascita di un gusto, di un’estetica,
al cui interno confluisce e si reinventa con fantasia ed erudizione
l’intera cultura occidentale: il Barocco. A cavallo fra XVI e XVII
secolo due sono principalmente le tendenze che si affermano come
linee-guida in ambito musicale: se da un lato si assiste all’affermarsi
della monodia accompagnata a discapito della polifonia, e quindi alla
nascita della pratica che meglio identifica il Barocco stesso, ossia
il sonare sopra il basso continuo, dall’altro vi è una sempre maggiore
attenzione a misurare la “validità” del patrimonio organologico in
base alla capacità degli strumenti musicali di “imitare” il mezzo
espressivo più misterioso e complesso di tutti, ossia la voce umana.
Così, mentre a Mantova si leva “il canto di Orfeo”, il violino acquista
sempre maggiore importanza, conquistando le vette un tempo
appannaggio del cornetto, e occupando sempre maggior spazio nelle
scelte timbriche dei compositori che in esso vedevano il naturale
“alter ego” della voce proprio grazie a quella particolare duttilità
mimetica insita nell’arco che accarezza, come il fiato nel canto, la
corda. Da questa semplice considerazione nasce l’idea di un trio
singolare (voce e due violini) che nell’essenzialità del tratto ridefinisce
alcune delle tappe di questo particolarissimo itinerario, muovendo
dal complesso patrimonio comune delle melodie che dal Medioevo
al XVI secolo solcavano il Mediterraneo (dalla Spagna mozzaraba
alla Bisanzio “ricca d’oro”), per poi tornare a Venezia e riecheggiare
nelle modernissime sperimentazioni linguistiche di Orlando di Lasso
e Claudio Monteverdi. A grandi passi il viaggio si arricchisce così
di suggestioni sulle orme di Dimitrie Cantemir, principe rumeno
alla corte di Istanbul, simbolo di pacifica e creativa coesistenza di
elementi orientali e occidentali, fino alla definizione, nuovamente, di
un linguaggio europeo comune. Da Biber a Leclair, a Parigi come a
Roma, a Dresda come a Venezia, Londra o Lipsia si possono tracciare
e rintracciare i contorni di una meravigliosa parabola al cui interno si
colloca la trasfigurazione stessa del canto nello strumento e viceversa:
il pensiero poetante di Bach e di Vivaldi.
Kyriacoula Constantinou nasce
a Nicosia (Cipro). Diplomata in
chitarra e laureata in musicologia,
ha approfondito lo studio della
voce con il soprano russo Victoria
Rastorgueva e con Patrizia Nasini
per poi dedicarsi a tutto quel complesso patrimonio musicale che si
colloca a cavallo fra musica colta e
popolare, ricerca che nel 2009 l’ha
portata a ricevere numerosi riconoscimenti a Cipro come in Italia
(premio “Anguissola-Scotti” per
la musica da camera al Valtidone
39
Segni Barocchi
Foligno Festival
Music Fest), fino ad esibirsi per i “Concerti del Quirinale” di Radio
Tre. Nel 2010 inizia la collaborazione con il Collegium Tiberinum
di Andrea Cortesi, indagando nel cd Balkan Roots l’opera di uno dei
maggiori maestri del Novecento storico: Béla Bartók.
Andrea Cortesi deve la propria formazione ai violinisti Béla Csanyi,
Corrado Romano e Massimo Quarta. Ha fondato l’Orchestra da Camera Millennium, il Quartetto Mosaico e il Collegium Tiberinum,
con un repertorio da Bach ai contemporanei. Violinista dallo stile
personale, si distingue per la sua propensione verso i lavori dei compositori delle ultime generazioni, con numerose prime nazionali ed
assolute effettuate. Musicista versatile, con incursioni e frequentazioni discografiche in molti generi musicali e collaborazioni con nomi di
livello internazionale, frequenta negli ultimi 15 anni l’Italia e l’estero
con progetti da camera e solistici.
Gloria Ferdinandi collabora con diverse formazioni orchestrali sia
per il repertoro lirico che sinfonico, lavorando con importanti direttori e solisti. è fondatrice con il violinista Andrea Cortesi del gruppo
d’archi Collegium Tiberinum e del Quartetto Mosaico. Frequenta
anche il pop, in ambito discografico e per concerti e tour, come la
tournée italiana in quartetto d’archi per la cantante Giorgia. Suona
a fianco di Andrea Cortesi da diversi anni, esplorando un repertorio
molto vario, dal Barocco fino alla scoperta di rarità e novità della
musica contemporanea.
40
Foligno Festival
Giovedì 20 settembre, ore 17.30 e 21.30
Foligno, Multisala Supercinema
SOLOMON KANE
Cinema
Segni Barocchi
di Michael J. Basset
(Uk-Francia-Repubblica Ceca 2009., col. 104’)
Non poteva mancare nel nostro catalogo cinematografico (neo)
barocco questo film di speculative fiction, un fantasy epico, non
soltanto perché il racconto di magia demoniaca, il cui prologo ci
trasporta in un Nordafrica del 1600, si incornicia a cavallo del Se41
Segni Barocchi
Foligno Festival
colo di ferro – secondo l’efficace espressione dello storico britannico
Herry Kamen nella sua opera omonima 1550-1660 – ma per la
sua fattura cinematografica, che permette agli spettatori una serie
di giochi interpretativi virtuosi (o viziosi) dentro una perturbante
linearità, per nulla imbarazzati della credibilità delle diavolierie,
degne di un John Dee (1527-1608), il necromante della regina inglese Elisabetta Prima. Il film ritaglia il suo scenario dentro un
corpo letterario imponente, il cosiddetto Ciclo di Solomon, dello
scrittore statunitense, scozzese per parte materna, Robert Ervin
Howard (1906-1936), che nella sua breve, tormentata vita ha prodotto numerosi cicli romanzeschi, i cui eroi (il più famoso, Conan il
barbaro) non smettono di esercitare un’influenza durevole sul cinema popolare. Non era facile l’impresa di trarne una sceneggiatura
nitida e fedele, poiché il ciclo solomonico consta di ben sedici opere
(romanzi, racconti e raccolte di poesie): l’attrazione infantile che
il regista ha ammesso di provare per questo ciclo gli ha permesso
di scolpire l’eroe e i pochi personaggi in precisi tratti, con effetti
speciali limitati, più legati ad una pratica scenografica ed artistica
che non alle mirabolanti manipolazioni digitali. Alla linearità del
racconto, con il suo stupendo paesaggio di pioggia, neve e fuoco,
fa da controcanto la tormentosa vita dell’eroe, l’errante Solomon,
congedato, licenziato dalla sua giovinezza al castello di Axmouth
(ecco i primi giochi linguistici, nella serie di significati che si possono inanellare nella scomposizione del nome del luogo ax-e-mouth),
per una questione di eredità e di assegnazione di ruoli familiari,
cui ha reagito con violenza, e per questo vive la sua vita depressa,
come se Cristo e gli angeli si fossero addormentati. Nell’erranza:
lotta contro uno strano patto antifaustiano con il Diavolo, che inscena la sua presenza attraverso specchi oscuri (il principe delle
Tenebre vuole la sua anima che l’eroe rilutta e resiste a concedere,
pur sentendosene abbandonato); cerca l’imitazione di Cristo, nella
rinuncia alla vita violenta, e raggiungerà il modello in un’impressionante scena; piega la violenza da cui è posseduto ad un uso strumentale, per conseguire la liberazione della sua cerchia momentanea di affetti, caduti nella rete del Mietitore del Diavolo; ama infine
con cuore puro la sua Meredith (ecco un altro gioco linguistico, di
ascendenza francese, che si può aprire con la scomposizione del
nome della fanciulla). Infatti l’eroe è contornato dall’assenza della
madre (mère), da quella bocca da cui è stato separato, a cui non può
far ritorno: soltanto alla foce del fiume della vita (mouth), si raggiunge il mare (mer) della conoscenza che l’eroe sconta a prezzo di
un duro tirocinio, di un’antica ripetizione, di una terribile rinuncia.
Ibribazione e mescidanza di temi e mitemi qui riuniti al fuoco del
cinema popolare più colto e riuscito.
Roberto Lazzerini
42
Foligno Festival
Venerdì 21 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium Santa Caterina
Marcello Peghin
CIACCONA EXPERIENCE
Concerto
Segni Barocchi
Pensando a Bach il Barocco incontra il Jazz e il Jazz
incontra il Barocco per una creativa contemporaneità
Daniele Di Bonaventura, clavicordo e bandoneon
Yuri Goloubev, contrabbasso
Gavino Murgia, sax e fiati vari
Marcello Peghin, chitarre
Una pratica comune della musica jazz è quella di comporre temi
differenti utilizzando una stessa
struttura armonica per poi poterci
improvvisare. Anche nella musica
antica l’arte dell’improvvisazione
era utilizzata da molti musicisti, il
linguaggio è differente, può cambiare a seconda degli stili musicali ma
la matrice è comune, la variazione
continua. Il quartetto prende come
riferimento la ciaccona di J. S. Bach,
inserita nella partita in re minore
per violino solo BWV 1004, ma non
per farne una rilettura in chiave jazzistica bensì per rielaborare sulla struttura armonica dell’opera
nuovi temi dando vita poi a sviluppi melodici e ritmici. L’intero
brano trova la cellula generatrice nel tema iniziale di otto battute
che dà unità e simmetria alla struttura, poi Bach rielabora il tema
come permanente variazione. Nascono così una serie di composizioni secondarie dalle caratteristiche differenti che danno lo spunto al quartetto per creare brani autonomi che mantengono la ma43
Segni Barocchi
Foligno Festival
trice comune armonica con l’opera
originale, ma con varianti timbriche,
per l’utilizzo di una vasta gamma
strumentale e anche sostituzioni armoniche (anche questa pratica molto
utilizzata nel jazz). Se poi pensiamo
alle origini della ciaccona, che si rifà
a una danza popolare spagnola con
ritmo ternario, forse importata dal
Messico, sembra quasi di percorrere
un itinerario circolare tra passato,
presente, musica popolare e musica
colta. Le molteplici esperienze individuali convergono nel quartetto
Ciaccona Experience, generando un
connubio tra jazz e classica.
Gavino Murgia vanta numerose collaborazioni, da Rabih Abou
Kalil a Bobby Mc Ferrin e partecipazioni a festival internazionali.
Yuri Goloubev ha militato per diversi anni come primo contrabbasso nell’orchestra dei solisti di Mosca, ha suonato tra gli altri
con Richter e Rostropovich, poi si è convertito al jazz ed attualmente è uno dei contrabbassisti più ricercati in Europa.
Daniele Di Bonaventura, diplomato in composizione è considerato uno dei massimi esponenti del bandoneon, attualmente collabora con Paolo Fresu in diversi progetti.
Marcello Peghin suona differenti strumenti a corda, ha trascritto
e inciso per chitarra a 10 corde le Variazioni Goldberg e il Clavicembalo ben temperato di J. S. Bach.
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Foligno Festival
Sabato 22 settembre, ore 18.00
GIOVANNI MARIA ROSCIOLI E
LE SCULTURE DI GIAN LORENZO BERNINI
Foligno, visita guidata al Museo Capitolare
Diocesano e Cripta di San Feliciano
ore 21.15
Foligno, Chiesa di Santa Maria Infraportas
Musica Perduta, Ensemble con strumenti originali
Concerto
Segni Barocchi
LA MUSICA AL TEMPO DI
GIOVANNI MARIA ROSCIOLI
Musiche di Giovanni Battista Fontana
In collaborazione con la Provincia di Perugia
Mauro Borgioni, baritono
Monika Toth, violino barocco
Renato Criscuolo, basso di violino
Michele Carreca, tiorba
Alberto Bagnai, clavicembalo e flauto dolce
Programma
Giovanni Battista Fontana (1589-1630)
Sonata VII à due
Sonata IX à due
Sonata XV à tre
Giacomo Carissimi (1605-1674)
Lucifer mottetto à voce sola e bc
Giovanni Battista Fontana (1589-1630)
Sonata VIII à due
Sonata V à uno
Sonata XVII à tre
Girolamo Frescobaldi (1583-1643)
La Maddalena alla Croce sonetto spirituale
Giovanni Battista Fontana (1589-1630)
Sonata X à due
Sonata III à uno
Sonata XIII à tre
Girolamo Frescobaldi (1567-1643)
Donna siam rei di morte, sonetto
Giovanni Battista Fontana (1589-1630)
Sonata XI à due
Sonata XII à due
Sonata XVIII à tre
Biagio Marini (1594-1663)
Lauda Jerusalem, salmo a 3. Basso, violino e bc
La raccolta Sonate à 1. 2. 3. Per il Violino, o Cornetto, Fagotto,
Chitarrone, violoncino o simile altro Istromento del già M.to Ill.re Sig.
re Gio: BATISTA FONTANA, nell’eccellenza di questa professione
Frà i megliori Ottimo rappresenta le uniche composizioni finora
note del musicista bresciano. Poco sappiamo della sua biografia.
Studiò molto probabilmente con Biagio Marini ed ebbe incarichi
a Venezia, a Roma e a Padova, dove morì il 7 Settembre 1630 per
una pestilenza. Nonostante la scarsità di notizie sul personaggio e
l’assenza di ulteriori composizioni, la raccolta di sonate di Fontana
si erge a pietra miliare nella storia della musica strumentale italiana.
Essa è formata da diciotto composizioni (numero oltretutto molto
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Segni Barocchi
Foligno Festival
insolito, generalmente le raccolte comprendono 6, 12 o 24 numeri),
tutte denominate sonate, senza alcuna specificazione se da chiesa o
da camera, anche se un rapido sguardo alla partitura fa sicuramente
propendere per una destinazione ecclesiastica, come si evince anche
dalla dedica: le sonate infatti sono DEDICATE ALL’ILL.MO ET REV.
MO MONS. ABBATE GIO: MARIA ROSCIOLI, COPPIERO DI N.S. PAPA
URBANO VIII. Giovanni Maria Roscioli nacque a Foligno nel 1604.
Qui prese, nel 1621, gli ordini minori e si trasferì a Roma, presso
la corte del papa Urbano VIII, al secolo Maffeo Barberini (15681644). Il Roscioli aveva avuto già modo di conoscere il cardinale
Barberini quando questo fu vescovo di Spoleto, dal 1608 al 1617,
e quando fu eletto al soglio pontificio, nel 1623. Oltre a Giovanni
Maria, che prima del 1631 divenne coppiero del papa, entrarono
nella corte papale anche il di lui padre, Bartolomeo, con il titolo di
cameriere segreto del papa e Angelo Giori, zio di Giovanni Maria, che
divenne Maestro di camera del Pontefice. Il rapporto intercorso tra
Urbano VIII e Giovanni Maria Roscioli è perfettamente sintetizzato
dal Faloci Pulignani che scrive, ne I priori della cattedrale, “Giovanni
Maria, ospitando spesso in Foligno il Cardinale Maffeo Barberini,
da questi, divenuto papa, oltre agli offici e i benefici anzidetti, ebbe
tante dimostrazioni di benevolenza, che certo sarebbe stato creato
Cardinale, se la morte di ambedue non l’avesse impedito”.
Tornando alle sonate, come da frontespizio, esse possono essere a
una, due o tre parti soliste, sempre sostenute dal basso continuo.
Le parti soliste possono essere per uno strumento soprano o
per uno strumento basso, che però non figura mai come unico
solista ma sempre insieme ad altri strumenti acuti. Fontana dà
anche un’indicazione di massima per gli strumenti che si possono
utilizzare: per gli strumenti acuti indica il violino o il cornetto,
mentre per quelli bassi il fagotto, il chitarrone, il violoncino o altro.
Ovviamente, come in gran parte della musica del primo Seicento,
queste indicazioni sono assai relative e non impediscono certo di
utilizzare altri strumenti in uso in quell’epoca. Musica Perduta ha
affidato le parti acute al violino e al flauto dolce, mentre le parti
gravi al basso di violino e all’arciliuto, che sono alcune volte anche
impiegati nel basso continuo, insieme al clavicembalo.
Alle composizioni di Giovanni Battista Fontana fanno da contorno
alcuni pezzi vocali, scritti da compositori più o meno coevi, nelle
città ove il compositore bresciano ha lavorato: Brescia e Venezia,
rappresentate da Biagio Marini, e Roma, rappresentata da Girolamo
Frescobaldi e Giacomo Carissimi, veri e propri araldi musicali della
Controriforma. Questi brani illustrano al meglio le reciproche
influenze, tipiche del Barocco italiano, tra musica vocale e musica
strumentale, tra musica sacra e musica profana.
Renato Criscuolo
46
Segni Barocchi
Foligno Festival
© Giovanni Galardini
Musica Perduta
è un’associazione
culturale fondata
nel 2007 da Renato Criscuolo e
Valerio Losito impegnata nella ricerca,
in biblioteche ed
archivi, di musica
inedita o ancora
poco conosciuta, di
eminenti autori e di
compositori, in prevalenza dei secoli XVII e XVIII che, nonostante il talento e la perizia
compositiva, non hanno avuto giustizia dalla storia della musica e
meritano di essere rivalutati. La musica ritrovata, una volta studiata,
viene riproposta in concerto, spesso in prima esecuzione moderna,
mediante l’utilizzo di strumenti originali barocchi o fedeli copie di
essi. Musica Perduta oltre a vantare la scoperta di inediti di compositori del calibro di Vivaldi, Haendel, Scarlatti, Pergolesi e Zuccari, è
dedita allo studio organologico: la ricostruzione di strumenti musicali antichi oggi quasi del tutto dimenticati, quali il basso di violino,
la lyra rinascimentale o il violino seicentesco. L’ensemble, costituito
da esperti musicisti specializzati nella musica barocca, che hanno al
loro attivo collaborazioni con alcuni dei più riconosciuti ensemble
ed orchestre del settore, si è esibito in importanti festival nazionali
ed europei, tra i quali si annoverano Barocco continuo-Festival del
Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini; Festival Barocco di San
Gimignano; I concerti di Capri; Segni Barocchi Festival di Foligno;
Roma Festival Barocco, Festival Creator di Faenza, Festival Anima
Musica di Gdynia (Polonia). L’associazione gestisce una stagione di
concerti spirituali presso la Sagrestia della Chiesa Nuova di Roma
nella quale ripropone la musica dedicata a San Filippo Neri, scritta
per l’Esercizio dell’Oratorio fondato e promosso dal Santo, di cui si
propone di seguire lo spirito di fratellanza. Non a caso, il suo primo
CD, Intorno all’Oratorio di San Filippo Neri, pubblicato dalla rivista
“Antiqua Classic Voice”, è imperniato proprio sulla musica dell’Oratorio di San Filippo a Roma tra Cinque e Seicento. Un secondo CD,
anch’esso in via di pubblicazione, ripropone invece sei delle dieci sonate per violoncello e basso continuo di padre Francesco Maria Zuccari OFM, scoperte dal gruppo nella biblioteca del Sacro Convento
di Assisi. L’associazione ha collaborato inoltre con il Dipartimento
di Scienze filosofiche dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata per la realizzazione di un progetto sulla musica scritta da Jean
Jacques Rousseau nonché ha curato e registrato gli audio per l’applicazione per smartphone “i-MiBAC - Top 40”: la prima di una serie di
applicazioni per telefonia mobile, pluritematiche e gratuite, dedicate
ai beni culturali, rilasciata da un ministero italiano: il Ministero per i
Beni e le Attività Culturali.
47
Foligno Festival
Domenica 23 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium Santa Caterina
Ensemble Correspondances
INVITO alla Francia
Musica
Segni Barocchi
O MARIA!
© Bertrand Cuiller
Psaumes et motets de Marc-Antoine Charpentier
Sébastien Daucé direttore
In collaborazione con il Festival Musique et Mémoire
Caroline Dangin-Bardot, Juliette Perret, soprani
Lucile Richardot, contralto
Etienne Bazola, baritono
Alice Julien-Laferrière, Béatrice Linon, violini
Lucile Perret, Matthieu Bertaud, flauti
Julien Hainsworth, violoncello
Myriam Rignol, viola da gamba
Diego Salamanca, tiorba
Sébastien Daucé, organo, clavicembalo e direzione
48
Segni Barocchi
Foligno Festival
Programma
Marc-Antoine Charpentier (Parigi, 1643-1704)
Ouverture pour le sacre d’un évêque H.536
In odorem unguentorum, antienne H.51
Beati Omnes, psaume H.178
O sacramentum, motet pour l’Élévation H.274
Super flumina Babylonis, psaume H.170
Prélude pour ce que l’on voudra H.521
Supplicatio pro defunctis ad beatam virginem H.328
Sonata prima a 3 d’Élisabeth Jacquet de la Guerre
Magdalena Lugens, motet pour Ste Madeleine H.343
Motet pour un reposoir, hymne H.329
Questo concerto è il frutto di un anno di ricerca e di lavoro collettivo attraverso la scrittura delle composizioni di Charpentier. Se si
interpreta la sua musica religiosa prevalentemente con un sentimento di pienezza armonica, è probabilmente a detrimento di ciò
che rende originale questo compositore nella Francia della fine
del XVII secolo. L’influenza romana (anche se probabilmente non
ha mai seguito l’insegnamento di Carissimi, come spesso si legge)
ha lasciato su Charpentier un’impronta forte e potente della retorica musicale italiana. Ad una lettura attenta della sua musica,
questo aspetto della sua scrittura diviene evidente e interpretarla
in quest’ottica ne accentua l’espressività.
L’Ensemble Correspondances si dedica principalmente alla musica sacra francese del XVII secolo. Le sonorità musicali di allora, di una ricchezza insospettata oggi giorno, hanno dato luogo
a un gran numero di capolavori, particolarmente nell’ambito della
musica sacra. Queste partizioni, troppo poco conosciute al mondo
moderno, non aspettano altro che l’entusiasmo e l’energia di giovani musicisti appassionati per riprendere vita. Riuniti attorno a
Sébastien Daucé durante i loro studi al “Conservatoire National
Supérieur de Musique” di Lione, i musicisti di Correspondances
proseguono oggi questa avventura con passione ed impegno. Più
che la semplice valorizzazione di un patrimonio musicale antico, si
tratta per loro di renderlo vivo, eloquente ed emozionante ad un
pubblico contemporaneo. A partire dalla sua creazione nel 2008,
l’ensemble si è esibito in Francia, Svizzera, Germania e Giappone. La prima registrazione per l’etichetta “ZigZag Territoires/
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Segni Barocchi
Foligno Festival
Outhere” è uscita nel 2010 e ha ottenuto i migliori riconoscimenti
della stampa specializzata. La seconda registrazione per la stessa
etichetta ha ricevuto ugualmente un’accoglienza molto calorosa e
rivela un repertorio appassionante e inedito: quello della musica
sacra di Antoine Boësset,
di cui questo disco costituisce la prima antologia.
Recentemente l’ensemble
ha partecipato al Festival
de Saintes, Festival OudeMuziek di Utrecht, salle
Ravel (Levallois), Festival Paques a Fontevraud,
al Printemps des Arts di
Nantes, si è esibito a Lione, Norimberga, Pontoise,
Parigi, Roma e Fribourg.
Il gruppo ha trasmesso
numerosi concerti alla
radio (Bayerischer Rundfunk, Radio France, Radio
Suisse Romande). I prossimi impegni prevedono la
partecipazione al Festival
de Saintes, a Sinfonia, Pé50
Segni Barocchi
Foligno Festival
rigord, a Royaumont e al Festival d’Ambronay.
L’Ensemble Correspondances è sostenuto dalla Fondation
“Orange”. Riceve altresì il sostegno della Région Rhône-Alpes,
della DRAC Rhône-Alpes, della città di Lione e dell’Istituto
francese. L’ensemble collabora stabilmente con il Festival Musique
et Mémoire con il sostegno della DRAC (Direzione Regionale
degli Affari Culturali) Franche-Comté.
© Patrick Messina
Sébastien Daucé, dopo
essersi specializzato
presso il CNSM di Lione, ha suonato sotto la
direzione di Kenneth
Weiss (Didon et Énée
de Purcell, Madrigali
di Monteverdi), di Gabriel Garrido (Ensemble Elyma et Académie
baroque d’Ambronay),
di Raphael Pichon (Ensemble Pygmalion), di
Toni Ramon (Maîtrise
de Radio France), di Michel Laplénie (Ensemble Sagittarius), di
Françoise Lasserre (Akademia), di Geoffroy Jourdain (Les Cris de
Paris), di Harmut Henschen (Orchestre Philharmonique de Radio France). È stato assistente di Kenneth Weiss nel 2006 e 2007
al Festival d’Art lyrique d’Aix-en-Provence. Ha lavorato anche
con Emmanuel Mandrin presso l’Abbaye aux Dames di Saintes.
Ha fondato l’Ensemble Correspondances nel 2009, riunendo un
gruppo di musicisti appassionati come lui dal repertorio francese.
I primi concerti di questo gruppo hanno avuto luogo in Francia e
in Svizzera, dove sono stati registrati e trasmessi alla radio. L’ensemble Correspondances ha suonato in Giappone (tour nel dicembre 2009) e in prestigiosi festival (Pontoise, Saintes, Utrecht,
Printemps des Arts de Nantes). I suoi primi due dischi (O Maria!,
Psaumes et Motets de Charpentier, e L’Archange et le Lys, Messe
et Motets d’Antoine Boësset, per l’etichetta Zig Zag Territoires/
distr. Harmonia Mundi) gli hanno fatto guadagnare gli elogi della
critica musicale specializzata. Sébastien Daucé si dedica da diversi
anni allo studio del compositore Marc-Antoine Charpentier, di cui
ha pubblicato tre opere (Éditions des Abbesses), in collaborazione
con William Christie. Nel 2011-2012 ha insegnato al Polo superiore Paris-Boulogne.
51
Segni Barocchi
Foligno Festival
Sabato 1 settembre
ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Associazione XXI secolo di Viterbo
D’ARTEMISIA
Imago di Artemisia Gentileschi a traverso
li oratori “Susanna” e “Giuditta”
Musiche di A. Stradella, A. Scarlatti, A. Vivaldi
e Piero G. Arcangeli (in prima esecuzione)
per soli, coro e orchestra
Direttore Fabrizio Bastianinii
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00
*
Omaggio alla Francia
Domenica 2 settembre
ore 17.30
Foligno, Corte di Palazzo Trinci
Inaugurazione della mostra
LE BOSQUET DU LABYRINTHE
di Ayumi Makita
ispirata a “Labyrinthe de Versailles”
di C. Perrault e di Isaac de Benserade
Allestimento VIANDUSTRIAE:
Emanuele De Donno e Mael Veisse
Catalogo/libro d’artista: Emanuele
De Donno, edizioni VIAINDUSTRIAE
Fino al 23 settembre, orario:
10.00-13.00 e 15.00-19.00, eccetto
il lunedì
Ingresso libero
Da mercoledì 5 SETTEMBRE
a sabato 22 settembre
Mostra mercato nelle librerie di Foligno
del circuito “Antiquarian Bookshops of
Umbria”
BAROCCO IN LIBRERIA
Il Formichiere; Il Salvalibro; Editoriale
Umbra; Libreria Carnevali Bookshopping Ex Cinema Astra
Da giovedì 6 SETTEMBRE
a domenica 16 settembre
Carnevale dei Figli di Bocco
MASCHERE BAROCCHE IN POSA
Ore 20.30
MASCHERE FRA LA GENTE
Ore 21.15
Porta Romana - Corso Cavour
e Piazza della Repubblica
MASCHERE AL CHIARO
DI LUNA
Parata con spettacolo finale
Ore 21.00
Piazza della Repubblica
e Piazza San Domenico
VISIONI D’INCANTO
Proiezioni di immagini fisse
di grande formato
Dalle ore 21.00
alle ore 23.00
Corte di Palazzo Trinci
Proiezioni video
ANTOLOGIA DI SEGNI
BAROCCHI FESTIVAL
Eventi in Piazza della Repubblica
(1999-2005)
A cura del Consiglio Regionale
dell’Umbria, realizzazione del
Centro Video
Dalle ore 23.00
alle ore 02.00
Corte di Palazzo Trinci
Proiezioni video
NOTTE BAROCCA
A FOLIGNO 2011
Foligno, Centro Storico
A cura del Consiglio Regionale
dell’Umbria, realizzazione del
Centro Video
In collaborazione con Innamorati del Centro
e con Pro Foligno, Ente Giostra della
Quintana, Associazioni del Commercio e
dell’Artigianato
Dalle ore 21.00
alle ore 02.00
Venerdì 7 settembre
ore 21.15
PROIEZIONI E INCONTRI
BAROCCO E NEOBAROCCO IN
VETRINA
Foligno, Teatro San Carlo
Compagnia Bandini/Ferri
LA VITA È SOGNO
da Pedro Calderón de la Barca
Regia Michele Bandini
In collaborazione con Associazione
Culturale Zoe
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00
NOTTE BAROCCA A FOLIGNO
In collaborazione con l’Ente Giostra della
Quintanana
SABATO 8 SETTEMBRE
dalle ore 16.30 “fin alle due hore di notte”
Ore 16.30
Foligno, Palazzo Trinci
Inaugurazione della mostra
NOBILI SUONI DA ERIN
Storia dell’arpa e degli arpisti in Irlanda
Esecuzioni musicali dei Túatha dé Danann
Fino al 23 settembre, orario:
ore 10.00-13.00 e 15.00-19.00, eccetto il
lunedì
Via Isolabella
Visita guidata al Planetario del
Laboratorio di Scienze Sperimentali
In collaborazione con il Laboratorio
di Scienze Sperimentali e con
l’Associazione Astronomica Antares
Ingresso libero a gruppi di 40 persone
Dalle ore 21.00
alle ore 02.00
Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque
Cantoni
Visita guidata all’Osservatorio
Astronomico cittadino
LE COSTELLAZIONI DAGLI
ORTI JACOBILLI
Osservazione al telescopio degli oggetti
visibili nella notte
In collaborazione con l’Associazione
Astronomica Antares
Ingresso libero a gruppi di 30 persone
*
Omaggio alla Francia
Dalle ore 22.15
alle ore 22.45
Spettacolo itinerante
Corso Cavour - Largo Carducci
e Piazza della Repubblica
Ore 22.45
Ore 17.30
Piazza della Repubblica,
finale fisso
Compagnie Remue Ménage
MERAVIGLIE E PARADISI IN TERRA:
GIARDINI, ORTI E LABIRINTI
IN EPOCA BAROCCA
Lo spettacolo sarà replicato alle
ore 01.00 in Corso Cavour - Largo
Carducci - Piazza della Repubblica,
con finale fisso alle ore 01.30 in
Piazza della Repubblica
Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Conferenza spettacolo con degustazione
Raffaele Riccio
52
Ore 19.15
Parco dei Canapè - Piazza San Domenico
Piazza Garibaldi - Porta San Felicianetto
Portico delle Conce - Piazza del Grano
Piazza San Giacomo - Piazza Matteotti
Piazza della Repubblica - Largo Carducci
Piazzetta Beata Angela - Porta Romana
LES FLAMANTS ROSES
Segni Barocchi
Foligno Festival
Dalle ore 23.00
alle ore 01.00
Domenica 16 settembre
ore 11.00
DUANA
BAROCCO E NEOBAROCCO IN
VETRINA
Largo Carducci, Piazza della Repubblica
Túatha dé Danann
Musica irlandese e scozzese del XVII e
XVIII secolo
Resteranno aperti negozi, ristoranti e
taverne dei Rioni della Giostra della
Quintana, che saranno animate con giochi,
spettacoli e gruppi musicali itineranti
Foligno, Auditorium San Domenico,
Sala Video
Premiazione
Giovedì 20 settembre
ore 17.30 e 21.30
Foligno, Multisala Supercinema
SOLOMON KANE
di Michael J. Basset
Ingresso unico € 4,50
Domenica 9 settembre
ore 18.00
Venerdì 21 settembre
ore 21.15
EXCURSUS DI MUSICA ITALIANA
SU ORGANO STORICO
CIACCONA EXPERIENCE
Pale, Chiesa di San Biagio
Ottorino Baldassarri
Musiche di A. Gabrieli, G. Frescobaldi,
T. Merula, B. Pasquini, D. Zipoli,
A. Scarlatti
Ingresso libero
Mercoledì 12 settembre,
ore 17.30
Foligno, Teatro San Carlo
Sala Don Consalvo Battenti
Conferenza di Fabio Bettoni
FOLIGNO, 23 GIUGNO 1613:
EVENTI E APPARATI IN ONORE
DI SAN CARLO BORROMEO
Ingresso libero
*
Omaggio alla Francia
Giovedì 13 settembre
ore 21.15
Foligno, Auditorium Santa Caterina
Teatro Lirico Sperimentale
di Spoleto “A. Belli”
LA FAVOLA DEI TRE GOBBI
Intermezzi di
Vincenzo Legrenzio Ciampi
Libretto di Carlo Goldoni
Trascrizione e direzione
Francesco Massimi
Regia Giorgio Bongiovanni
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00
Venerdì 14 settembre
ore 21.15
Montefalco, Chiesa Museo di
San Francesco
K. Constantinou, A. Cortesi
e G. Ferdinandi
IL LUNGO VIAGGIO
VERSO IL BAROCCO
DA ORIENTE A OCCIDENTE
Musiche di Orlando di Lasso, L. Vinci,
D. Cantemir, H. I. F. Biber, J. M. Leclair,
J. S. Bach, A. Vivaldi
In collaborazione con
il Comune di Montefalco
Ingresso libero
BIGLIETTI
Nei luoghi di spettacolo dalle ore 17.00
(Multisala Supercinema orario botteghino)
Riduzioni
Spettatori fino ai 25 anni e oltre i 60 anni
Abbonati alla Stagione Teatrale di Foligno 2011/2012
Soci associazioni di Foligno
Amici della Musica, Archeoclub, Associazione Astronomica
Antares, Il Muro di Bottom e Pro Foligno
Titolari di tessera Ostello per la Gioventù e Touring Club
Gruppi organizzati superiori a 10 persone
L’acquisto dei biglietti a pagamento dà diritto
all’assegnazione privilegiata del posto per gli spettacoli ad
ingresso libero, fino ad
esaurimento dei posti disponibili.
La prenotazione deve essere effettuata
al momento dell’acquisto del biglietto
Foligno, Auditorium Santa Caterina
Marcello Peghin
Progetto con Daniele Di Bonaventura,
Yuri Goloubev e Gavino Murgia
Pensando a Bach il Barocco incontra il
Jazz e il Jazz incontra il Barocco per
una creativa contemporaneità
Ingresso € 10,00 - Ridotto € 7,00
Sabato 22 settembre
GIOVANNI MARIA ROSCIOLI
E LE SCULTURE DI
GIAN LORENZO BERNINI
Ore 18.00
Foligno, visita guidata al Museo
Capitolare Diocesano e Cripta di
San Feliciano
Ore 21.15
Foligno, Chiesa di Santa Maria
Infraportas
Musica Perduta
Ensemble con strumenti originali
LA MUSICA AL TEMPO DI
GIOVANNI MARIA ROSCIOLI
Musiche di Giovanni Battista Fontana
In collaborazione con
la Provincia di Perugia
Ingresso libero
*
INVITO alla Francia
Domenica 23 settembre
ore 21.15
Foligno, Auditorium Santa
Caterina
Ensemble Correspondances
O MARIA!
Psaumes et Motets de
Marc-Antoine Charpentier
Direttore Sébastien Daucé
In collaborazione con il Festival
Musique et Mémoire
Ingresso libero
Tutti gli spettacoli contrassegnati da
asterisco ( ) sono inseriti nel progetto
“Itinerari e Festival Barocchi” in
collaborazione con il Gal Valle Umbra
e Sibillini
*
PRENOTAZIONI e INFORMAZIONI
Auditorium San Domenico
Largo F. Frezzi n.8 - Foligno
Dal lunedì al sabato ore 9.00-12.30
Tel. e fax 0742.344563
[email protected]
www.comune.foligno.pg.it
INFORMAZIONI
Ufficio Relazioni con il Pubblico
Piazza della Repubblica n.10 - Foligno
Dal lunedì al sabato ore 9.00-12.30
Tel. 0742.330299 - Fax 0742.330282
[email protected] - www. comune.foligno.pg.it
Servizio Turistico Associato
Porta Romana, Corso Cavour n.126
Dal lunedì alla domenica ore 9.00-14.00 e 15.30-19.30
Tel. 0742.354459, 0742.354165 - Fax 0742.340545
[email protected] - www. comune.foligno.pg.it
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I luoghi del Festival
1 Auditorium San Domenico
2
3
4
5
6
7
8
Largo F. Frezzi 8
Chiesa di Santa Maria Infraportas
Piazza San Domenico
Laboratorio di Scienze Sperimentali
Via Isolabella
Multisala Supercinema
Corso Cavour 84
Osservatorio Astronomico
Torre dei Cinque Cantoni
Via Bolletta 18
Palazzo Trinci
Piazza della Repubblica
Teatro San Carlo
Via A. Saffi 18
Auditorium Santa Caterina
Via Santa Caterina
6
3
1
2
Librerie
Umbra
A Editoriale
Via Pignattara 34
Formichiere
B Il
Via Cupa, S.Eraclio di Foligno
Salvalibro
C Il
Via G. da Foligno 80
Carnevali Bookshopping
D Libreria
Ex Cinema Astra
Via G. Mazzini 47
54
Montefalco
Segni Barocchi
Foligno Festival
Pale
5
C
6
A
D
7
4
8
B
S. Eraclio
55
Segni Barocchi
Foligno Festival
La GIOSTRA della QUINTANA
La festa, ripresa nel 1946, si ispira a una gara a cavallo che risale al
XVII secolo e che si proponeva di determinare l’ordine di priorità per
un cavaliere d’onore nella fedeltà al principe o alla dama del cuore. Oggi
dieci cavalieri, che rappresentano i dieci rioni di Foligno, misurano la
loro abilità nel cercare di infilare una serie di anelli di diametro via
via più piccolo, impugnando una lancia su un cavallo in corsa. Questa
gara all’anello ha esiti altamente spettacolari. La sera precedente la
competizione, che si tiene nello stadio comunale, un corteo di seicento
personaggi in costume sfila per le vie della città.
Programma
Venerdì 31 agosto - Domenica 16 settembre
Apertura delle taverne
Domenica 2 settembre
dalle ore 17.00 alle ore 23.00
Largo Federico Frezzi
Fiera dei Soprastanti
Sabato 15 settembre
ore 21.00
Vie del centro storico
Corteo delle rappresentanze rionali
ore 23.00
Piazza della Repubblica
Lettura del Bando e Benedizione dei Cavalieri
Domenica 16 settembre
ore 15.00
Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”
Giostra della Quintana “La Rivincita”
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