2 - Consiglio Regionale della Basilicata

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CULTURA /3)
ETNOGRAFIA
ERNESTO DE MARTINO E LA
RICERCA SUL CAMPO IN
“LUCANIA”
Enzo Vinicio
ALLIEGRO
Gli itinerari
“Un etnografo itinerante nel Mezzogiorno d’Italia”1. Così E. De
Martino amava definirsi, malgrado egli fu, anzitutto e soprattutto, un
etnografo itinerante nella “lucania”.
Lambita dalle acque salate del Mare Mediterraneo; posta alle spalle
dello Stato Pontificio; affossata nelle pieghe periferiche del Regno
Borbonico; la Lucania, degna rappresentante delle “Indias de por
acà”, venne prescelta da De Martino quale luogo prediletto per la
ricerca etnologica.
Il viaggio etnografico demartiniano ha inizio in Basilicata, nei villaggi
disseminati tra il Bradano e il Basento, tra l’Agri ed il Sinni.
Perché la ricerca etnologica demartiniana venne condotta quasi eslusivamente in Basilicata, considerata terreno privilegiato? Perchè, ad
esempio, non in Puglia, dove De Martino si era recato per ricoprire
alcune importanti cariche politiche (a Bari, dal 1945 al 1947 era stato
segretario della Federazione Socialista ed a Lecce, nel corso del 1948
aveva ricoperto la carica di commissario)? O in Calabria, di cui si
erano occupati C. Lombroso2 e C. Pigorini-Beri3, o in Sardegna elevata ad oggetto di studio da G. Sergi4?
Secondo C. Gallini, tale scelta andrebbe imputata alla lettura appassionata e coinvolgente che De Martino aveva fatto di un testo pubblicato nel 1945, naturalmente il Cristo si è fermato ad Eboli (corsivo),
di C. Levi. “Cristo si è fermato ad Eboli - scrive C. Gallini- avrebbe
avuto un ruolo determinante nella storia culturale di De Martino: quello
di avere spesso davanti agli occhi come realtà viva, attuale, presente in
una terra del nostro Mezzogiorno, quello stesso identico dramma che già
egli aveva visto rappresentarsi nel Mondo magico” 5.
La Basilicata, del resto, era stata prescelta quale sede di un progettointervento assolutamente pioneristico, in Italia,di antropologia applicata, che vide di scena un gruppo di studiosi (F. Bracco, preistoria; L.
De Rita, psicologia; F. Gorio e F. Quaroni, struttura urbana; A.
Giordano, criminalità; G. Isnardi, ambiente fisico; G. Marselli, eco-
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nomia ed ecologia rurale; R.
Mazzarone, sanità e demografia),
coordinato da Frederick G.
Friedmann. La ricerca avviata
attraverso un fondo economico
ricevuto da Friefmann dalla
Rockfeller Foundation, sfociò
nella costruzione del borgo “La
Martella”, innanzitutto dalla
UNRRA CASAS (la United
Nations
Relief
and
Recostruction Administration,
voluta dalle Nazioni Unite e dal
Governo Italiano per l’utilizzazione dei fondi ERP del Piano
Marshall nel settore dell’edilizia
popolare)6.
Siamo nel 1949 anno della pubblicazione di un saggio demartiniano estremamente importante,
Intorno a una storia del mondo
popolare 7 , con il quale De
Martino consolida la costruzione
della cosiddetta etnologia riformata8 sottolineando quali debbano essere i compiti della nuova
scienza dell’uomo. Nel saggio del
‘49 De Martino evidenzia i legami ed i debiti contratti con C.
Levi, (cita un vecchio di
Gagliano, becchino e poi banditore comunale), ed espone le
linee della ricerca che di lì a
seguire avrebbe realizzato, nel
quadro del cosiddetto Folklore
Progressivo che postula una
scienza etnologica posta a servizio delle masse, della loro reale
emancipazione che non si limita
alla documentazione, protesa alla
denuncia ed al riscatto9.
De Martino si pone dunque sulla
strada che porta ad Eboli, ma la
supera. Va oltre Eboli, dove
l’oltre “indica una dimensione
contenutistica, in ragione del
proposito di realizzare una indagine tesa a verificare non solo
alcune delle tematiche del volume di Levi, ma soprattutto delle
proprie, esposte nel saggio del
‘49 e nel volume del ‘48, Il
Mondo Magico. “Appunto questo
dramma esistenziale della presenza che rischia di non esserci nel
mondo - scrive De Martino - e
che per esserci in qualche modo
si riscatta mercè l’articolazione
mitica del caos insorgente e la
demiurgia dell’azione compensatrice e riparatrice, appunto questo dramma fu l’oggetto del mio
Mondo Magico: ma questo
dramma mi si dichiarava con
sempre maggiore evidenzia come
il dramma di essere respinti dalla
“storia”, giacenti in una condizione di restante alienazione,
deietti in un mondo non loro e
che ora per ora, giorno per giorno e per lungo volger di anni,
nella catena delle generazioni,
avevano accomunato il dolore di
questa deiezione”10.
Sul volgere degli anni ‘40 De
Martino ha pressochè ultimato la
struttura complessiva dell’etnologia riformata: ha esposto alcune
importanti concettualizzazioni
(crisi e riscatto della presenza) ed
ha enunciato quali debbano essere i compiti dell’etnologia; non
gli resta che dare una esemplificazione della struttura complessiva costruita, di sottoporla alla
prova del campo, e per questo
— 64 —
sceglierà la Lucania, sollecitato
senz’altro dalla lettura di C. Levi
e dai Quaderni del carcere di
Gramsci,11 stimolato dalla esperienza di militante nella federazione pugliese, ma soprattutto
spinto dalla necessità di trovare
un terreno, un ambito geografico
e socio-politico, che gli permettesse di verificare la validità della
etnologia, della sua etnologia,
così come fino ad allora l’aveva
pensata. La Lucania di De
Martino, pertanto, non è soltanto lo spazio fisico della memoria
archiviata, ma la palestra simbolica dell’etnologia riformata, un
laboratorio in cui De Martino
può sperimentare l’efficacia della
nuova etnologia, protesa a documentare, capire e ad incidere
sulla realtà.
E’ tra il 1949 ed il 1951 che De
Martino giunge in Basilicata, a
Tricarico, ospite con Vittoria de
Palma, della famiglia Scotellaro.
Di Tricarico, della Rabata, De
Martino aveva avuto notizie fin
dal soggiorno pugliese, quando
aveva avuto modo di incontrare
il pittore Belardinelli che del
povero e desolato paese lucano
aveva dato una rappresentazione
caotica, priva di vita, proprio per
questo realistica. “Il pittore
Belardinelli - scrive De Martino ha raffigurato questo scenario
proprio nel segno del caos, traducendo in immagini pittoriche
il senso di provvisorietà, di tenebre fermentanti e di fango che è
proprio di ogni mondo caotico”12.
A Tricarico l’etnologo napoletano raccoglie canti popolari, trascrive scene di teatro popolare,
ascolta storie di vita di contadini
e pastori che vengono chiamati a
popolare la tela demartiniana,
tratteggiata con chiaroscuri di
estrema precarietà, non diversi
da quelli del Belardinelli. L’esperienza di Tricarico sarà folgorante, una sorta di “rito iniziatico”
che De Martino compie per
poter guadagnare il nuovo regno,
il “Profondo Sud” e l’accesso
all’oltre Eboli, la Lucania; un
“antidoto” che renderà De
Martino immune da una realtà
altra; un “lasciapassare” che permetterà di varcare i confini delle
terre che di lì a poco sarebbero
state definite, da un suo collaboratore, del silenzio.
Conosciuto Tricarico, De
Martino lascia la Lucania e si
porta altrove, ma sarà soltanto
una breve assenza, non un addio.
“E dopo la Lucania o assieme ad
essa, vediamo De Martino
approdare in una regione che
poteva ben apparire come la terra
promessa per inseguirvi l’utopia
culturale del folklore progressivo:
l’Emilia, la rossa, con la sua ricca
tradizione di canti antifascisti e
partigiani”13. Quella dell’Emilia
sarà una parentesi, aperta e subito chiusa per far ritorno nella
terra eletta, la Lucania, con due
compagni di eccezione, B.
Benedetti e A. Zavattini. Il viaggio con Benedetti e Zavattini,
dell’estate del 1952, resta ancora
in ombra. Non si conosce bene
l’itinerario mentre è noto che
vennero raccolti canti popolari
ed una serie di suggestioni che
sarebbero poi confluite nella spedizione che De Martino stava
progettando per l’autunno dello
stesso anno, naturalmente, ancora, in Lucania.
LE SPEDIZIONI ETNOLOGICHE DI E. DE MARTINO IN LUCANIA (14)
1)
DATA:
E’QUIPE:
30 settembre-31 0ttobre 1952
Ernesto De Martino etnologo e responsabile della spedizione.
Diego Carpitella, musicologo.
Vittorio de Palma, raccolta materiale documentario fra le donne.
Franco Pinna, operatore cinematografico e fotografo.
Marcello Venturoli, collaboratore nella raccolta del materiale documentario.
PATROCINI: Istituti di ricerca
Centro Nazionale studi di musuca popolare
Centro del teatro e spettacolo popolare
RAI
Partiti e sindacati
Pci, Commissione cultura
Pci, Commissione stampa e propaganda
Cgil
Psi
Stampa
Società Specchio
Giornale Unità
Stampa Democratica
Rinnovamento d’Italia
— 65 —
LOCALITÀ: Matera, Grottole, Ferrandina, Pisticci, Valsinni,
Colobraro, Stigliano, Viggiano, Marsico Vetere,
Savoia di Licania, Potenza, Tricarico.
2)
DATA:
Settembre 1953
E’QUIPE:
E. De Martino, V. de Palma
LOCALITÀ: Ferrandina, Grottole
3)
DATA:
E’QUIPE:
PATROCINI:
LOCALITÀ:
15 aprile-23 aprile
E. De Martino, V. de Palma
RAI
S. Costantino Albanese
8 Centri della Calabria (Pallagorio, Carfizzi,
S. Nicola dell’Alto, S. Demetrio Corone, Macchia
Frascineto, Lungro, Castroregio).
4)
DATA:
Agosto 1954
E’QUIPE:
E. De Martino, V. de Palma
LOCALITÀ: Valsinni, Colobraro, Gorgoglione, Rotondella,
Roccanova, Senise.
5)
DATA:
Novembre 1954
E’QUIPE:
E. De Martino, V. de Palma
LOCALITÀ: Roccanova, Calvera, Senise, Valsinni.
6)
DATA:
E’QUIPE:
PATROCINI:
LOCALITÀ:
7)
DATA:
E’QUIPE:
Agosto 1956
E. DE Martino, V. de Palma, F. Pinna
RAI
Castelsaraceno, Montemurro, S. Giorgio L.,
Albano, Possidente, Lagopesole, Avigliano,
Ruoti, Picerno, S. Cataldo, Bella.
Maggio-giugno 1956
E. DE Martino, direttore
V. de Palma, collaboratrice
E. Servadio, psicologo e parapsicologo
M. Ptzura, igienista
A. Abruzzi, sociologo
— 66 —
R. Calisi, antropologo
A. Gilardi, fotografo
PATROCINI: Parapsychological Foundation, New York
Museo di Arti e Tradizioni Popolari di Roma
Istituto di Antropologia di Perugia
LOCALITÀ: Albano, Castelsaraceno, Valsinni, Oppido Lucano,
S. Costantino Albanese, S. Arcangelo, Bella,
Genzano di Lucania.
Note
1) E. De Martino. La terra del rimorso, Milano, Il
Saggiatore, 1961, pg 24
2) C. Lombroso. In Calabria, Catania, Giannotta,
1898
3) C. Pigorini-Beri. In Calabria, Torino, Casanova,
1892
4) G. Sergi, La Somegna. Note e commenti di un
antropologo, Torino, Bocca, 1907
5) C.Gallini, introduzione a: E. De Martino, Note di
campo, Lecce, Argo, 1995, pg.33
6)G.A.Marselli, Sibilio, Mezzo-giorno e ricerca sociale.
Dalla teoria alla pratica, Torino, Giapprechelli ed
1992, pg.51
7) E. De Martino. Intorno a una storia del mondo
popolare subalterno, in Società, 1949, n.3
8) A tal proposito si veda: E. V. Alliegro, Ernesto De
Martino, la "Lucania" e la riforma degli studi etnologici. Un itinerario di ricerca, in "Basilicata Regione",
Potenza, 1995, anno VIII, n.3-4, pg. 81-96
9) Si veda: C. Pasquamelli, Antropologia culturale e
questione meridionale. Ernesto De Martino e il dibattito sul mondo popolare subalterno negli anni 19481955, Firenze, La Nuova Italia, 1977
10) E. De Martino, 1949, op. cit., pg. 47
11) Si veda, P. Scotellaro. Sugli autori dei canti popolari. Una lettera inedita di Rocco Scotellaro a pietro
Ingrao, in "Basilicata Regione", Potenza,
95, anno VIII, n. 3-4, pg.97
12) E. De Martino. Note Lucane, in: E. De Martino,
Furone, Simbolo, Valore, Milano, Feltrinelli, 1962, pg
171
13) C. Gallini 1995 op. cit., pg.31
14) I dati riportati sono estrapolati da: C. Gallini (a
cura di), La ricerca sul campo in Lucania. Materiali
dell'archivio De Martino, in: C. Gallini (a cura di)
Ernesto De Martino
e i suoi pecorsi, La
Ricerca Folklorica, Brescia, n. 13, 1986.
Bibliografia di riferimento
1) AA.VV. L'antropologia italiana. Un secolo di storia, Laterza, Bari, 1985
2) AA.VV. Studi antropologici italiani e rapporti di classe. Dal positivismo al
dibattito attuale. F. Angeli, Milano, 1980
3) Altamura R. Ferretti P. 4a cura di), Ernesto DE Martino. Scritti minori su religione, marxismo e psicoanalisi, Nuova editrice Romane, Roma, 1993.
4) Brienza R. Mondo popolare e magia in Lucania, Basilicata, Roma-Matera,
1975.
5)Cherchi P, Cherchi M., Ernesto DE Martino, Dalla crisi della presenza alla
comunità umana, ;Liguori, Napoli, 1987.
6) Cherchi P. Il signore del limite. Tre variazioni critiche su Ernesto De Martino,
Liguori, Napoli, 1994.
7)Di Donato R. (a cura di), LA contraddizione felice? Ernesto DE Martino e gli
altri, ETS ed. Pisa, 1990.
8) Fabietti U. Storia dell'antropolgia, Zanichelli, Bologna, 1991.
9) Gallini C. (a cura di) Ernesto DE Martini. La ricerca e i suoi percorsi, "La
ricerca Folkloristica", n.13, 1986.
10) Gallini C. introduzione a: E. De Martino, Note di campo, Argo, Lecce, 1995.
11) Lombardi Satriani L.M., Il silenzio, la memoria e lo sguardo, Sellerio,
Palermo, 1983.
12) Lombardi Satriani L.M., introduzione a: E. De Martino, Furore, Simbolo,
Valore, Feltrinelli, Milano, 1980.
13)Massenza M., introduzione a: E. De Martino Storia e metastoria, Argo, Lecce,
1995.
14) Pasquinelli C. Antropologia culturale e questione meridionale. Ernesto De
Martino e il dibattito sulmondo popolare subalterno negli anni 1948-1955, La
Nuova Italia Editrice, Firenze, 1977.
Le maggiori pubblicazioni di E. De Martino
1)Per una visione completa dell'opera di De Martino si veda: M. Gandini, Ernesto
De Martino. Nota bio-bibliogradica, in "Uomo e cultura", 10, 1972.
2)E. De Martino, Naturalismo e storicismo in etnologia, Laterza, Bari, 1941.
3)E. De Martino, Il Mondo Magico, Boringhieri, Torino, 1948.
4)E. De Martino, Intorno a una storia del mondo popolare subalterno, in:
"Società" V. 1949, n. 3.
5)E. De Martino, Angoscia territoriale e riscatto culturale nel mio achilpa delle
origini, in "Studi e Materiale di Storia delle Religioni", vol. XXIII, 1951-'52.
7)E De Martino, Note di viaggio, in "Nuovi Argomenti", I, 1953, n. 2.
8)E. De Martino, Morte e pianto rituale. Dal lamento funebre antico al pianto di
Maria, Boringhieri, Torino, 1958.
9)E. De Martino, Sud e Magia, Feltrinelli, Milano, 1959.
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10)E. De Martino, La terra del rimorso. Contributo a una storia religiosa del Sud,
Il Saggiatore, Milano, 1961.
11)E. De Martino, Magia e Civiltà, Garzanti, Milano, 1962.
12)E. DE Martino, Furore, Simbolo, Valore, Feltrinelli, Milano, 1962.
Pubblicazioni postume
1)E. DE Martino, La fine del mondo. Contributo all'analisi delle apocalissi culturali, (a cura di C. Gallini), Einaudi, Milano, 1977.
2)E. De Martino, Note di campo, Spedizione in Lucania, 30 Settembre-31
Ottobre 1952, (a cura di C. Gallini), Argo, Lecce, 1995.
3)E. De Martino, Storia e Metastoria, I fondamenti di una teoria del sacro, (a cura
di M. Massenza), Argo, Lecce, 1995.
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