ECONOMIA FORMAZIONE ● TITOLI DI STUDIO ED ESIGENZE FORMATIVE NEL COMPARTO AGRARIO Serve formazione manageriale ai titolari di aziende agricole di Ilaria Mazzoli Q uali competenze occorrono per gestire un’azienda agricola? E tra queste, quali devono essere necessariamente patrimonio del titolare e quali possono essere delegate all’esterno, a consulenti e/o addetti temporanei? Si fa riferimento, in particolare, alle competenze manageriali, come quelle relative al marketing, al controllo di gestione e alla pianificazione finanziaria. È opportuno che il «capo dell’azienda» detenga anche competenze di questo tipo, o è meglio scegliere la strada della specializzazione, dal momento che le tecniche colturali e di allevamento richiedono già, esse stesse, il continuo aggiornamento dell’agricoltore? Il gap formativo dell’imprenditore agricolo italiano esiste e rappresenta certamente un problema: età media elevata e bassi titoli di studio (oltre il 70% ha al massimo la licenza media). Ma istituti scolastici sempre più specializzati e fondi (e iniziative) che intervengono a conclusione dei percorsi didattici stanno colmando questo divario. Fondamentali sono i percorsi formativi dedicati a chi è già imprenditore Saper individuare e gestire le criticità Alcune conoscenze vanno Occupati in agricoltura (.000 medie annue) acquisite in prima persona dal titolare. Ad esempio bisogna 867 868 851 849 849 essere consapevoli che la competenza nel marketing è diversa da quella commerciale: se ragiono in un’ottica prettamente commerciale, m’impegno a 458 462 438 454 421 vendere ciò che produco, così com’è; se ragiono in termini di marketing, la mia offerta nasce La struttura delle aziende 419 406 413 395 428 dal confronto tra le opportuniagricole sta evolvendo. Si ostà emergenti nel mercato e le serva, infatti, una diminuzio2008 2010 2009 2011 2012 potenzialità della mia capacità ne delle aziende individuali e Totale Indipendenti Dipedenti produttiva. È difficile delegare un incremento delle società di totalmente all’esterno un simicapitali e di persone (grafico 1), Fonte: Unioncamere - Ministero del lavoro, Excelsior 2013. le processo decisionale. Inola fronte di una sostanziale statre, il contesto attuale espone le zionarietà dell’occupazione deaziende agricole agli effetti della com- l’ottimizzazione dell’impiego di risor- rivante dalla sostituzione degli occupetizione e a scelte complesse. se, il posizionamento dei prodotti sul pati indipendenti con quelli dipenLa volatilità dei mercati (costi del- mercato, le relazioni commerciali, i denti. La crescente complessità delle le materie prime, prezzi degli output) tempi di pagamento e di incasso. aziende chiama in causa la necessità rende cruciale il monitoraggio della Non è detto che l’imprenditore agri- di scelte gestionali diverse da quelle redditività, la massimizzazione della colo debba trasformarsi in un mana- tipiche di una semplice azienda famistessa e il controllo del ciclo finanzia- ger, ma è certamente importante che liare. Una rilevazione di Unioncamerio. Non tutti questi elementi posso- sappia riconoscere le criticità della re mostra come, tra le principali mono essere gestiti «dall’esterno», poiché propria attività, attivare le competen- tivazioni delle imprese agricole che coinvolgono aspetti chiave come l’or- ze necessarie e tradurre le linee guida prevedevano di assumere dipendenganizzazione dei processi produttivi, ricevute in concrete scelte operative. ti stabili nel 2013, figurasse proprio Struttura ed evoluzione delle aziende 52 L’Informatore Agrario • 25/2014 © 2014 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. TABELLA 1 - Ripartizione dei capi azienda per età e titolo di studio (%) Totale Fasce di età 20-29 30-39 40-59 60 la necessità di migliorare la nati al consumo finale o alla (%) qualità e l’efficienza azientrasformazione industriale. 0 0 0 5 5 Nessun titolo dale (23,5%). Una proposta di alcuni Isti0 0 6 28 34 Particolare interesse è rive- Licenza elementare tuti è quella di prevedere un stito da un altro fenomeno, Licenza media sesto anno di studi, molto pro1 3 19 9 32 derivante da un lato da una Diploma di qualifica (2-3 anni) fessionalizzante e specializza0 0 1 0 1 situazione, potenzialmen- agrario to, fortemente orientato alla te instabile, fotografata dal presenza in azienda, che perCensimento dell’agricoltura Diploma di qualifica (2-3 anni) metta agli studenti, ormai più 0 0 2 1 4 2010, dall’altro da un trend diverso da agrario maturi, di compiere una scelevolutivo importante eviden- Diploma di scuola media ta professionale responsabile, 0 1 1 0 2 ziato dai dati del Miur. Il Cen- superiore agrario per poi decidere se interromsimento mostra l’età elevata Diploma di scuola media pere gli studi o proseguire con 1 2 8 4 15 dei capi – azienda (tabella 1) e superiore diverso da agrario l’università. In questo sesto il basso livello medio dei loro anno potrebbero trovare magtitoli di studio, mentre i dati Laurea o diploma universitario gior spazio anche materie di 0 0 0 0 1 del Miur contrappongono a agrario tipo manageriale. tale immagine statica un ele- Laurea o diploma universitario 0 1 3 2 5 mento di rinnovamento, con non agrario All’università il trend degli iscritti a corsi di Totale 2 8 40 50 100 studio con indirizzo agrario Passando all’università, si in controtendenza rispetto al Il Censimento dell’agricoltura 2010 evidenzia l’età elevata osserva anche in questo cadei capi azienda e il basso livello medio dei loro titoli di studio. so un quadro complesso, con totale (grafici 2 e 3). Occorre, dunque, comprendere quanuna pluralità di indirizzi che to tali percorsi formativi preparino i orientare i propri interessi verso una rispecchiano anche la crescente imporfuturi agricoltori (e consulenti per l’a- specifica area di competenza agricola). tanza del tema della multifunzionalità gricoltura) anche sul piano della com- Il programma ministeriale compren- (alimentare, ambiente, turismo, ecc.) e petenza manageriale. de anche l’insegnamento denominato ai quali l’aspetto della gestione mana«economia, estimo, marketing e legi- geriale sembra sottendere solo in modo slazione», a cui sono dedicate due/tre discontinuo, nonostante in realtà non ore settimanali negli ultimi tre anni di esista attività che non richieda una geI dirigenti scolastici di Istituti agrari formazione, uno spazio probabilmente stione professionale, specialmente in intervistati sottolineano come la scel- sufficiente quanto meno a far nasce- contesti a complessità crescente. Le interviste condotte hanno evidenta di un corso di studi incentrato sulle re la consapevolezza dell’utilità di deattività agricole non sia appannaggio terminate competenze, da approfon- ziato, in alcuni casi, una certa rigidità solo di figli di agricoltori e nasca preva- dire in seguito a seconda dell’effettiva dell’offerta formativa, condizionata dal lentemente dal desiderio di un mestie- professione svolta. Saranno diverse, ad team di insegnanti disponibili e da una re diverso da quelli d’ufficio, a contatto esempio, le esigenze di chi produrrà riduzione delle risorse a disposizione. commodity le cui quotazioni si formano Si rileva, inoltre, l’assenza di una corcon la natura e amico dell’ambiente. Le materie di studio sono numerose sui mercati internazionali piuttosto che rispondenza biunivoca tra titolarità (è già difficile, per gli studenti, saper specialità del territorio, prodotti desti- di azienda agricola e studi universi- Studiare l’agricoltura GRAFICO 2 - Iscritti alla Scuola secondaria di II grado e agli Istituti agrari 2.740.806 720.427 55.941 741.160 55.013 764.522 54.216 52.913 784.405 GRAFICO 1 - Tipologia di impresa agricola in Italia 2009 9.729 11.735 9.790 11.092 10.140 10.301 9.419 10.176 2.691.713 2010 2011 2012 Anni Società di capitali Società di persone Ditte individuali Altre forme giuridiche Fonte: Unioncamere, i fabbisogni professionali e formativi delle imprese agricole per il 2013. Dal 2009 al 2012 si osserva una diminuzione di aziende individuali e un incremento delle società di capitali e di persone, a fronte di un’occupazione stazionaria. 30.218 34.452 2.652.448 29.718 20052006 20062007 2007- 2008- 2009- 2010- 2011- 20122008 2009 2010 2011 2012 2013 Anno accademico Scuola secondaria II grado Istituti tecnici agrari Fonte: Miur. Alla staticità dei bassi titoli di studio per i «capi azienda» si contrappone un dato interessante: gli iscritti a corsi di studio a indirizzo agrario sono in aumento e in contotendenza rispetto agli iscritti totali della Scuola secondaria. 25/2014 • L’Informatore Agrario © 2014 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. 53 GRAFICO 3 - Facoltà di agraria e altre facoltà: iscritti nei vari anni accademici 29.999 1.794.368 29.380 1.721.193 20052006 20062007 2007- 2008- 2009- 2010- 20112008 2009 2010 2011 2012 Anno accademico Facoltà di agraria Altre facoltà 20122013 Fonte: Miur. In controtendenza rispetto al totale degli iscritti all’università anche il dato relativo alla facoltà di agraria, che risulta in aumento. Da un lato gli istituti scolastici stanno formando giovani con preparazioni specialistiche, dall’altro sono disponibili fondi e iniziative che possono sorgere quando un soggetto ha intrapreso un indirizzo concreto tari a indirizzo agrario: come vi sono agricoltori privi di formazione agraria, così un’ampia quota di immatricolati non può contare su un’azienda agricola di famiglia. business), focalizzato su Italia, Grecia, Latvia, Cipro, Belgio e volto a promuovere le competenze di marketing e la capacità competitiva delle Pmi agricole, a partire dalle loro peculiarità. Formazione successiva e/o alternativa Esempi di offerta formativa nazionale La formazione scolastica risente, pertanto, della complessità delle competenze richieste all’agricoltore, differenti per orientamento aziendale e rese ancora più articolate dall’evoluzione verso la multifunzionalità. Essendo impossibile preparare a priori ciascuno studente con la massima profondità su tutte le materie, diviene importante che sia disponibile un’offerta formativa «on the job», cioè mentre si lavora, nel momento in cui sia chiaro e definito l’indirizzo lavorativo intrapreso. Ciò risulta evidente anche in un recente studio della Rete rurale nazionale, basato su tremila interviste a giovani imprenditori, il 66% dei quali subentrati nella titolarità dell’azienda familiare e solo il 44% dei quali dotati di un percorso formativo specializzato. L’analisi mostra come gli intervistati con un’esperienza di conduzione più breve focalizzino l’attenzione – a livello di competenze necessarie – sulle tecniche colturali e di allevamento, mentre con il tempo si arrivi ad attribuire maggiore rilevanza all’attività di commercializzazione, alle normative e a temi di tipo finanziario (come l’accesso al credito). La formazione «on the job» in Italia è a disposizione degli agricoltori grazie a progetti attivi a diversi livelli (europeo, nazionale, di singola associazione di categoria, ecc.). A livello europeo, si segnala in particolare il progetto Farm Inc. (This farm is my Ismea sta ponendo le basi per un’ampia attività formativa, con due bandi relativi a progetti formativi finalizzati alla «Promozione dello spirito e della cultura d’impresa», comprendenti anche le tematiche della gestione dell’azienda agricola e della promozione del Made in Italy. L’Ente di formazione per l’agroalimentare di Coldiretti (Inipa) ha di recente realizzato una campagna nazionale di formazione rivolta ai giovani in agricoltura sulla tematica «marketing agroalimentare», centrata sulla valorizzazione delle specificità e identità territoriali e sul modello d’impresa agricola multifunzionale che diventa «un’impresa del cibo», in un’ottica di filiera agricola italiana che chiama in causa nuove abilità, non ultima quella di saper fare rete. Foragri, fondo paritetico nazionale interprofessionale per la formazione continua in agricoltura, costituito da Confagricoltura, Coldiretti, Cia, Cgil, Cisl, Uil e Confederdia promuove e finanzia, in tutto o in parte, piani formativi aziendali, territoriali o individuali. L’Isfol (Istituto per lo svilupo della formazione professionale dei lavoratori) svolge e propone attività di studio, ricerca e sperimentazione, ecc. La Confederazione italiana agricoltori (Cia) ha una filosofia formativa di orientamento molto pratico, poco accademico, basato sul trasferimento di 54 L’Informatore Agrario • 25/2014 © 2014 Copyright Edizioni L'Informatore Agrario S.r.l. esperienze tra soggetti alla pari attraverso modalità informali di trasmissione della conoscenza. Confagricoltura propone una variegata offerta formativa a livello regionale, comprendente corsi in e-learning (apprendimento online). Dall’esigenza alle risposte Il quadro delineato mostra come il gap formativo dell’imprenditore agricolo italiano, specie sui temi manageriali, esista, ma sia sulla buona strada per essere colmato. Da un lato, gli istituti scolastici stanno formando un numero crescente di giovani con preparazione specialistica, fornendo le basi per una successiva acquisizione di strumenti analitici e decisionali utili per assicurare all’azienda una buona capacità strategica e solidità gestionale. Dall’altro, sono disponibili fondi e iniziative per rispondere alle esigenze più mirate che possono sorgere quando un soggetto ha intrapreso un indirizzo concreto di attività. In questo campo, la varietà di soggetti coinvolti rende l’offerta frammentata, fornendo al contempo un’utile ricchezza di tagli tematici e punti di vista. Potrebbe essere utile stilare una «Guida alla formazione» ragionata, regionale e provinciale, che metta a confronto le diverse iniziative per consentire all’imprenditore una scelta consapevole degli strumenti più adatti alle sue esigenze. Ilaria Mazzoli Per commenti all’articolo, chiarimenti o suggerimenti scrivi a: [email protected] www.informatoreagrario.it Edizioni L’Informatore Agrario Tutti i diritti riservati, a norma della Legge sul Diritto d’Autore e le sue successive modificazioni. Ogni utilizzo di quest’opera per usi diversi da quello personale e privato è tassativamente vietato. Edizioni L’Informatore Agrario S.r.l. non potrà comunque essere ritenuta responsabile per eventuali malfunzionamenti e/o danni di qualsiasi natura connessi all’uso dell’opera.