Visita Guidata al Calendario Poster Cannon 2008
(come al solito, posizionare i quattro riquadri di testo al posto dei trimestri, e …guardarsi attorno. Buona visita!)
Salve forestieri! È il16 Dicembre dell’anno del Signore 1773, e sul molo Griffin del vecchio porto di Boston si sta scrivendo una
pagina di storia: una banda di Figli della Libertà – camuffati in qualche modo da Indiani Mohawk – sta buttando a mare 342 balle
di tè Dajeerling, di proprietà della potente Compagnia delle Indie, per boicottare il monopolio inglese su questo commercio.
La decisione della Compagnia di abbattere il prezzo della preziosa erba, per scoraggiare la pratica comune di acquistarla da canali
paralleli (di contrabbando, diciamolo…) ha fatto infuriare i liberi commercianti e offeso gli ancor più libertari patrioti. L’etica degli
affari e l’orgoglio nazionale vanno sottobraccio da questa parte del mondo, come è noto… Seguitemi, tutta la storia di questa
gloriosa giornata di libertà non è ancora stata scritta: ce ne resta un bel pezzo da scoprire insieme!
Benvenuti a Boston, Massachusetts, culla delle Colonie
Americane dal 1630! Da circa un secolo e mezzo la città
Puritana, voluta qui da John Winthrop e dai suoi coloni della
Massachusetts Bay Colony, si è sviluppata, è cresciuta,
emergendo come centro intellettuale e di educazione,
diventando un primario nodo commerciale, un leader
mondiale nei cantieri navali e il principale porto del Nord
America. Ma adesso la sua lealtà alla Corona Inglese sta
vacillando, da quando Sua Maestà ha iniziato a sistemare il
bilancio con nuove tasse (questa l’abbiamo già sentita, vero?)
Boston, che sta diventando il cuore organizzativo della
resistenza coloniale, sta maturando i germi di una
rivoluzione! Lo stile delle case ricorda il Nord Europa, ma lo
spirito dei coloni qui respira, libero da secoli di antichi
retaggi: qualcosa di molto importante sta avvenendo qui, al
molo Griffin. Cittadini in festa sventolano le nuove bandiere
dalle finestre di una casa qui molto rinomata, e sostengono
l’atto di ribellione che si sta attuando a bordo di tre vascelli
arrivati dall’Inghilterra. Il commercio oggi è scarso nelle
botteghe sul molo: l’attenzione generale va a quella
cinquantina di patrioti – Figli della Libertà, si chiamano fra di
loro, ma i loro oppositori e gli Inglesi li chiamano “radicali”
– che stanno compiendo un atto di forza nei confronti della
Compagnia delle Indie e della Corona… la questione è
spinosa, ed è collegata al tè e alle tasse, al monopolio e alla
libertà, al business e ai sentimenti patriottici… ma ne
parleremo fra poco! Per ora godiamoci la gioia che sprizza
dalla gente e dai cani che affollano il vecchio molo!
L’Old Harbor di Boston è pieno di navi inglesi, e la Marina
Reale è qui per difendere gli interessi della Compagnia delle
Indie. Altre Colonie hanno già rifiutato di scaricare il tè
inglese, per una curiosa storia: la Compagnia ne ha
addirittura abbassato il prezzo, per scoraggiare l’acquisto di
contrabbando. Nonostante questo convenga ai consumatori,
la manovra al ribasso tocca gli interessi dei commercianti e
l’orgoglio dei patrioti: e nessuno si permetta mai più di
scompigliare questi valori fondamentali, da queste parti…
L’Authority del Porto ha fatto sapere che, se i “radicali” non
sospenderanno le proteste entro domani, il tè verrà scaricato
sotto la protezione della Marina; ma qui le cose vanno molto
più per le spicce che da altre parti: un gruppo di Figli della
Libertà, malamente travestiti da Indiani Mohawk, è salito a
bordo delle tre navi, ha preso più di 300 balle di tè (pensate:
valevano ben 9,659 sterline!), le ha aperte una a una coi
tomahawks e le ha spedite nelle fredde acque del porto!
Ma gli ambientalisti qui vigilano, mica balle (appunto…):
un team di chimici sta già analizzando le acque: tutto questo
tè potrebbe far eccitare pesci, granchi e perfino i famosi
astici, l’orgoglio di tutta la costa! I marinai inglesi cercano di
resistere all’azione dei ribelli, ma anche i soldati sul molo
non sanno che pesci prendere… sopraffatti dal numero dei
patrioti, e molto meno convinti di loro, per adesso si limitano
ad osservare, poi faranno sicuramente un bel rapporto
completo… più tardi, però: magari dopo il tè… La Dogana
Reale controlla scrupolosamente tutte le merci scaricate da
queste navi: vengono da chissà dove, ad essere sospettosi non
si sbaglia mai. Per esempio …
“Business as usual”, all’osteria “The White Horse”: clienti
abituali e occasionali consumano generose dosi di “bionde” e
di “scure” locali – un certo Sam Adams si sta dando un gran
da fare su questo molo, oggi – mentre i lavoratori della vicina
fabbrica imballano grandi blocchi di schiuma flessibile di
Poliuretano. I locali – qui li chiamano Indiani, e questi non
sanno nemmeno perché… un altro bell’errore europeo! –
apprezzano molto la comodità dei materassi e dei cuscini che
le loro squaws produrranno con questi blocchi nei loro
tepees. La macchina sbuffante che li fabbrica è molto
innovativa: ha tre stampi rotativi, il portatesta semiautomatico, l’aspirazione pneumatica dei fumi, persino la
zona di polimerizzazione sotto una leggera depressione!
Un Capo locale sta valutando con i suoi consiglieri la
convenienza di installarne una nel suo remoto villaggio su,
vicino ai Grandi Laghi. Altri due Nativi Americani – è così
che vanno chiamati – stanno adorando dei coloratissimi
totems, orgogliosamente “Made in America” con un moderno
sistema che impiega schiuma rigida di Poliuretano invece del
prezioso legno usato sino ad ora. Distribuita con precisione
nei lunghi stampi con un porta-testa speciale, la schiuma
espande velocemente e li riempie, indurendo. Al termine del
processo il “palo” viene estratto dallo stampo, ispezionato e
dipinto a mano con maestria. Questo tocco artistico aggiunge
valore all’opera, e non tutti potranno permettersene uno sulla
piazza del villaggio! Ma vediamo un altro Capo che ne sta
contrattando seriamente uno: lo porterà certo a casa, stasera.
Questa macchina italiana per fare i frigoriferi, qui sopra,
nascondeva vino buono, salami, prosciutto di Parma,
mozzarelle, tartufi e altre… diavolerie incredibili, per questa
terra di Puritani! Sarà meglio proibirne assolutamente
l’importazione… al massimo poi le faranno qui, non vi pare?
Una sbuffante locomotive a vapore, qui sopra, fa la sua prima
comparsa in questo grande paese (in anticipo sulla storia!)
spaventando due dei suoi figli prediletti: sembra che ci sia
mercato e spazio per questi cavalli d’acciaio, più a Ovest.
Altri mezzi di trasporto ben più leggeri, qui a sinistra, sono
fabbricati copiando le linee e i disegni delle locali canoe.
Termoformate da fogli di plastica con un’altra moderna
diavoleria italiana, vengono rifinite a mano e assemblate in
varie taglie, adatte a grandi e piccini. Fiumi e laghi
abbondano, da queste parti, e c’è spazio per tutti, in America!
Certo che, se questa moda del trasporto di massa prende
piede, va a finire che il governo ci mette su una bella tassa!
A proposito: i conti delle entrate non soddisfano gli Ufficiali
della Dogana, qui sotto; la Colonia da un po’ di tempo
importa meno merci inglesi, e le tasse – imposte proprio per
pagare i loro costi e gli stipendi – diventano più striminzite di
anno in anno! Qui bisogna trovare una soluzione, altrimenti
va a finire che scoppia una rivoluzione. O no? Chissà.
Per ora, sembra che questo giochino di potere attorno a
qualche balla di tè avrà delle conseguenze, prima o poi!
Chi vivrà vedrà. Per adesso, per dirla coi locali, “see ya
‘round next year, folks!”
Il Calendario Poster Cannon 2008 è fatto tutto a mano da Stefano Risso, ingegnere (in pensione… adesso lavora più di prima!)
Commento di Max Taverna - Tutti i diritti riservati - © Cannon SpA 2007 - tanto anche se provate a copiarlo non ci riuscite
Per ogni commento scrivete a [email protected] Chi copre il marchio sul poster ,/01' …ci siamo capiti!
Gabella di bollo (c’è ancora?) a cura di chi lo espone in pubblico.