aprile/maggio, 2009
Inspirat ions
La newsletter che mette in risalto l'eccellenza del made in Italy nel mondo
In questo numero
Milano rende omaggio alla
citta’ di New York
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Missoni : dalla moda di lusso
agli hotel di lusso
Attesa per Cape Town
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Modern Wing di Renzo Piano Fratelli Rossetti apre ad Hong Fiere del lusso:
all'Art Institute di Chicago
Kong
a Dubai l’alta gioielleria
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Milano rende omaggio alla città di
New York
"Milano rende omaggio alla città di New York" è il
sottotitolo della mostra che si è inaugurata il 21 marzo a Palazzo
Reale, sorta di celebrazione della città statunitense, che dagli
anni '50 ad oggi ha saputo essere per molti aspetti il capoluogo
dell'arte mondiale. Novantatre opere, tutte provenienti dalla
collezione permanente del Whitney Museum of American Art di
New York e per la maggior parte mai esposte in Italia, per
raccontare l'evoluzione dell'arte americana a partire dal secondo
dopoguerra, dall'incredibile fermento degli anni '50 e '60,
quando New York sembravo essere il luogo dove tutto era
possibile e tutto prendeva inizio, alle nuove, più frammentate,
esperienze artistiche degli ultimi anni. Un percorso, quello
studiato dai due curatori della mostra, Carla Prather e Lawrence
R. Rinder, che raccoglie artisti famosissimi (da Hopper, a
Warhol, a Basquiat) ed altri meno noti (almeno ad un pubblico
non specializzato), come Leon Golub, Peter Halley o Gary
Simmons.
Le opere sono disposte secondo un ordine a grandi linee
cronologico, anche se nelle prime sale sono accostate opere
appartenenti a periodi leggermente diversi: dai mobiles di
Alexander Calder alle tele astratte di Frank Stella, dal realismo
di Edward Hopper allo stile informale di Milton Avery. Nel
fermento del dopoguerra le forme di rappresentazione
tradizionali non sono più applicabili alla nuova realtà sociale o
artistica; proprio a New York alcuni artisti sperimentano nuove
modalità espressive: è il movimento che sarà chiamato "Scuola
di New York" o Espressionismo Astratto, che accomuna sia l'esito
segnico del dripping di Pollock che le grandi tele monocrome di
Rotchko.
All'interno della mostra grande spazio è dedicato alla grande
esplosione della Pop Art, che raccoglie in una sala alcuni degli
esiti più noti e più riconoscibili, al punto da essere diventati dei
simboli, dell'arte e della cultura americana degli anni '60. Dai
precursori, come Jasper Johns (è suo il dipinto "Three Flags", del
1958, che è anche l'immagine scelta dai curatori per presentare
l'esposizione milanese) e Rauschenberg, si passa ad artisti come
Warhol, Lichtenstein o Claes Oldenburg, le cui "sculture
morbide" sono uno degli esiti più intelligenti ed ironici della Pop
Art. Ma l'ubriacatura gioiosa, irriverente ed ironica della Pop
Art non poteva durare, e presto nuove esigenze di maggior
rigore e maggior semplicità si fanno sentire, espresse da artisti
come Frank Stella, Robert Mangold, Bruce Naumann, Agnes
Martin o Joel Shapiro, aderenti o comunque vicini a quella
corrente che viene definita Minimal Art. Se gli anni '80 sono
Insp ira tio ns è una newsletter mensile scritta e curata da Silvia Cipriano. Design Eleonora Zorzi.
Silvia Cipriano, laureata in giurisprudenza, è una poetessa, scrittrice e giornalista pubblicista nonché vincitrice del secondo premio Viareggio 2007,
con la poesia “Mare”. Per abbonamenti e informazioni contattare [email protected] - www.silviacipriano.wordpress.com
aprile/maggio 2009
I nspir ation s
caratterizzati da una pluralità di tendenze, è indubbio tuttavia
che uno degli esiti più noti e rappresentativi della cultura
artistica di quegli anni sia l'irriverenza iconoclasta del
graffitismo di Basquiat e Keith Haring, che tuttavia sono
presenti in mostra con una sola opera a testa.
Le ultime sale sono dedicate infine alle più recenti tendenze
dell'arte americana, caratterizzate soprattutto da un marcato
i n d i v i d u a l i s m o : r i f i u t a n d o e t i ch e t t e e m a n i f e s t i
programmatici, gli artisti contemporanei preferiscono
adattare di volta in volta lo stile ed i mezzi espressivi al
soggetto o all'esigenza creativa. Potrà forse stupire il visitatore
ritrovare in queste ultime sale di nuovo i nomi di artisti come
Jasper Johns o Louise Bourgoise, ma non si deve dimenticare
che fra gli intenti dei curatori c'è stato anche quello di
mostrare come artisti appartenenti a generazioni passate
possano essere ancora attuali e stimolanti, contemporanei a
tutti gli effetti.
New York Renaissance. Dal Whitney Museum of American Art
Milano, Palazzo Reale dal 21 marzo all’15 settembre
Orari: lunedì chiuso, martedì, mercoledì e domenica 9.30-20, giovedì, venerdì e sabato 9.30-23 (la biglietteria chiude un’ora prima)
Ingresso intero 9 €, ridotto 8 €, scuole 4 € comprensivo di audioguida
Informazioni e prenotazioni individuali: tel. 02 54916
Prenotazione obbligatoria per gruppi, scuole e visite guidate: Ad Artem s.r.l. 02/6597728, Ellesse Promo 06/70306080
Prenotazioni percorso didattico: tel. 02.860649, fax. 02.877415
Missoni: dalla moda di lusso agli hotel di lusso
Attesa per Cape Town
Il progetto Hotel Missoni, siglato
dalla Rezidor Sas per la creazione di una
catena di alberghi lifestyle, operativo dal
2007 con l’apertura in Europa, Russia e
Asia genera aspettative e suspence
perchè entro il 2010 è prevista l’apertura
di altre 30 strutture.
Il marchio Missoni che poggia su
una lunga tradizione di stile, forti valori
di famiglia e un look unico, continua a
guardare avanti. Il design degli hotel
curato da Missoni e Rezidor Sas in
collaborazione con Studio Thun di
Milano, fa riflettere in tutto il mondo
attraverso i suoi alberghi, lo stile di vita
italiano, focalizzando l’attenzione
sull’arredamento delle camere, sui bagni,
sulla cucina e sul centro benessere.
Entro il mese di giugno 2009, un
albergo di lusso di Missoni aprirà le sue
porte ad Edimburgo, in Scozia. Si tratta
di uno stabilimento appunto del Rezidor
Hotel Group, che sta considerando
l’idea di allargarsi verso il Kuwait entro
l’estate del 2009.
[email protected]
Hotel Missoni ad Edimburgo è il
primo stabilimento del marchio di
Missoni ed è situato all’angolo tra
George IV Bridge e il Royal Mile, ed
ospiterà 136 camere. L’arredamento è
creato da Rosita Missoni, che ha scelto
una miscela di bianco e nero
punteggiato da lampi di colori e design
molto particolare.
Ma perché come primo albergo del
brand Missoni ci viene da pensare?
Rosita risponde “ ammetto che nella
pioggia la Scozia può sembrare fredda,
scura, terribile, ma nel sole tu vedi la sua
vera bellezza. Sono arrivata qui 30 anni
fa per il festival di Edimburgo e andavo
camminando attraverso le highlands e
ricordo la terra e le sue lande, i colori
erano magnifici. Edimburgo è severa ma
molto stylish e ho provato a riflettere
questo nel design”.
Del resto il marchio Missoni si è
sempre contraddistinto proprio per i
colori, la loro vivacità che ne esalta i
capi definendone l’essenza.
Ed ora c’è grande aspettativa per il
2010 a Cape Town, dove Missoni
porterà il suo sogno colorato e sognante
di design in Sud Africa.
Le 157 stanze Hotel Missoni Cape
Town saranno aperte giusto in tempo
per la FIFA World Cup del 2010 nel
cuore di Cape Town, completa di una
cucina ristorante, bar, una spa una
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“rooftop terrace”, con piscina e vista
sulla Table Montain dove i colori della
città non potranno che fondersi con
quelli del design Missoni a suffragio dell’
affascinante scenario.
E ancora una volta il sogno italiano
del made in italy ci fa guardare lontano,
dove l’amore, la passione e la capacità di
creare non hanno frontiere, anzi le
annullano.
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aprile/maggio 2009
I nspir ation s
Modern Wing di Renzo Piano
all'Art Institute di Chicago
E così Renzo Piano fa ancora parlare di sé in America
generando attese ed aspettative.
Dopo poco più di tre mesi dalla inaugurazione della
California Academy of Sciences di San Francisco, lo studio
Renzo Piano Building Workshop si prepara ad un secondo
importante evento: l’apertura della nuova ala dell’Art Institute
di Chicago, denominata Modern Wing. L’appuntamento è
fissato per il 16 maggio 2009.
Il progetto messo a punto dall’architetto italiano per
l’ampliamento dello storico museo consiste nella realizzazione
di una nuova struttura in acciaio, vetro e pietra calcarea
indiana, caratterizzata da una copertura “a tappeto volante”
destinata a diventare il nuovo simbolo di Chicago. L’intervento
consentirà un ampliamento degli spazi pari al 30% in più
rispetto a quelli originari, facendo dell’Art Institute il secondo
più grande museo statunitense.
La Modern Wing accoglierà nuove gallerie per la
collezione d’arte moderna e contemporanea nonché per
esposizioni temporanee, ampi spazi destinati alla formazione
ed un ristorante.
L’intervento ha inoltre previsto la realizzazione del
Nichols Bridgeway, un ponte pedonale in acciaio lungo quasi
190 metri che collegherà il museo con il vicino Millenium
Park. Un collegamento che la facciata trasparente del museo,
intersecata da montanti verticali in acciaio, realizza anche dal
punto di vista simbolico consentendo una continua visuale sul
parco.Luce e sostenibilità sono i due elementi chiave del
progetto: “È sempre un po’ problematico riuscire ad ottenere
una giusta illuminazione – spiega Joost Moolhuijzen dello
studio RPBW – poiché bisogna poter vedere l’arte ma al
tempo stesso proteggerla. Abbiamo instaurato un dialogo
costante con gli operatori del museo per riuscire a mettere a
punto una perfetta illuminazione degli spazi interni”. [email protected]
Quanto all’aspetto della sostenibilità, confermata
dall’ottenimento del livello d’argento della certificazione
LEED, hanno contribuito al raggiungimento di tale obiettivo il
recupero dei materiali di risulta di cantiere, la progettazione
della doppia pelle esterna che consente l’isolamento
dell’edificio proteggendo persone e opere dal rigido clima di
Chicago. Ma anche la copertura, definita da Piano“a tappeto
volante”, dotata di un innovativo sistema automatico di
oscuramento che consente di controllare l’ingresso della luce
naturale all’interno.
Quindi attesa e preannunciata da tempo, l'apertura al
pubblico della Modern Wing dell'Art Institute di Chicago. A
mesi e mesi di distanza l’opera firmata da Renzo Piano
continua a richiamare l’attenzione tra i galleristi newyorchesi e
gli artisti più prestigiosi da tutto il Paese, per l'inaugurazione
del prossimo 16 maggio. Dieci anni di lavori per la nuova ala
e trecento milioni di dollari spesi su un'estensione di venticinquemila metri quadri consentiranno ad ogni collezione
di essere esposta completa come non mai.
Perché Renzo Piano? Come preannuncia il New York
Times scrivendo "è con questa ossessiva raffinatezza che il Sig.
Piano porta l'architettura ai migliori livelli di arte. In un'epoca
con pochi idealisti, si respira un toccante fede nel valore della
lentezza, progressi incrementali. Egli non ha mai
completamente abbandonato la convinzione che le macchine
possono elevare nonché distruggere. La bellezza del suo design
deriva dalla sua ostinata insistenza nell'inserimento di una
colonna o una finestra, che se fatto con sufficiente pazienza e
cura, ci porta un passo più vicini ad una più illuminata della
società”. Ora, non ci resta che aspettare il 16 maggio per
ammirare ancora una volta l’ingegno di Renzo Piano, che
siamo certi, non ci deluderà.
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aprile/maggio 2009
I nspir ation s
Fratelli Rossetti apre a Hong Kong
Fratelli Rossetti si espande a Oriente inaugurando un nuovo spazio a Hong Kong
Fratelli Rossetti ha siglato un accordo con Fairton
International Company Ltd per avviare il processo di
espansione nell’area cinese. Grazie a questa partnership, il
calzaturificio di Parabiago prevede di aprire 12 punti vendita
in 5 anni nella Repubblica Popolare Cinese, Hong Kong e
Macao. Il primo negozio sarà inaugurato in giugno a Hong
Kong.
“Il marchio Fratelli Rossetti – spiega Diego Rossetti,
consigliere delegato dell’azienda – si è affermato in molti paesi
grazie allo stile e alla qualità dei propri prodotti, diventando
uno dei marchi più rappresentativi del made in Italy nel
mondo. Con questa stessa prospettiva miriamo ad entrare nel
mercato asiatico, dove i consumatori sono sempre più sensibili
alla cultura della qualità”.
L’obiettivo di questa realtà tra le più note al mondo nelle
calzature made in Italy, fondata nel 1953 da Renzo Rossetti e
oggi guidata dai figli Diego, Dario e Luca, è di rafforzare la
propria posizione sui mercati esteri, dove è già presente con 16
monomarca, localizzati nelle più importanti metropoli
internazionali.
Fiere del lusso:
a Dubai l’alta gioielleria
Ecco un altro grande appuntamento dedicato al lusso e all’alta
gioielleria, evento che si svolgerà in una delle capitali del lusso
più esclusive al mondo, appuntamento quindi a Dubai dal 27
al 29 settembre 2009 per la quinta edizione di IFJA & IWCF,
il salone del lusso dedicato all’alta gioielleria e agli orologi.
L’Italian Wine & Food Institute
presenta
GALA ITALIA
New York
A wine, food, art & fashion extravanganza
25 FEBBRAIO 2010
www.italianwineandfoodinstitute.com
[email protected]
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