sezione 3 108 21-03-2005 10:06 Pagina 108 La storia L complessa vicenda storica che ha interessato territori geografico- La struttura del territorio nel periodo antico e altomedievale amministrativi diversi nel tempo e riconducibili a differenti confini e I segni della fase più antica del popolamento celtogallico e ligure frontiere. Ancora oggi il Piemonte linguistico si divide in due grandi sono tuttora leggibili nello zoccolo collinare delle Langhe e del aree: galloitalica (la pianura, la collina e la zona appenninica) e Monferrato e nelle Prealpi. I tracciati stradali e le scelte urbanistiche galloromanza (la zona alpina). A queste due grandi aree vanno dell’età romana, augustea in particolare, segnano il territorio: la cen- aggiunte alcune colonie alemanne nel Piemonte settentrionale turiatio è presente nella geometria latente della campagna in collegate con quelle valdostane (Walser) e la zona occitanica a alcuni intorni territoriali di altopiano e di pianura; la castramentatio sud-ovest delle Alpi. La lingua italiana ha costituito la lingua uffi- è peculiare a Torino, ma anche ad Asti e Alba; i riferimenti archeo- ciale della regione a partire dalla seconda metà del XVI secolo, ma logici sono pregnanti ad Acqui, Benevagienna, Ceva, Industria, Ivrea, in alcune zone marginali alpine ha prevalso l’uso del francese, che Novara, Pollenzo, Susa, Vercelli. Con la decadenza imperiale salta il fu a lungo usato come lingua della comunicazione orale e scritta rapporto città-campagna e il ruolo di scambio e amministrativo delle anche dalla corte, dalla aristocrazia e dalla classe dirigente. città, con una contrazione dell’abitato urbano. Restano attive le città La configurazione attuale della Regione Piemonte deriva da una già sedi di Municipia romani, in cui nell’Alto Medioevo furono I fenomeni e gli avvenimenti che hanno interessato il territorio pie- spesso dislocate le diocesi ed è importante, per la configurazione montese si estendono oltre i confini attuali della Regione Piemonte. culturale e linguistica del Piemonte, il trovarsi ai margini delle due Pertanto, in senso orario, sono cartografati anche: grandi aree innovative di Lione e di Milano. Dopo il 568 il Piemonte • a est, i territori al di là del Ticino e l’Oltrepò Pavese; fu organizzato in quattro ducati longobardi, Torino, Asti, Ivrea, Orta • a sud, la Liguria e il Nizzardo; San Giulio e, a seguito dell’invasione franca di Carlomagno (773), • a ovest, il bacino del Rodano e della Saôn e il versante francese in comitati governati da conti, coordinati alla fine del millennio nelle delle Alpi; grandi marche arduinica (Torino), aleramica (Savona-Acqui), ober- • a nord, la Savoia, il lago di Ginevra, la Valle d’Aosta, il Vallese tenga (Tortona, Genova, Leinì), anscarica (Ivrea). (fino al bacino Sud del Rodano). I principali fenomeni territoriali del periodo romano sono delineati nella tavola 71. Il territorio dall’età medievale all’istituzione del ducato di Savoia (1418) I secoli XI e XII sono caratterizzati da un forte incremento demografico e produttivo in tutto il mondo europeo, dalla ripresa del ruolo primario delle città, dalla definizione di nuovi spazi economici sorretti dalla nuova strategia dei traffici (dai porti mediterranei ai mercati delle Fiandre). Per il Piemonte ciò comporta una nuova trama insediativa delle città e delle villae novae: Cuneo, Fossano, Mondovì, Savigliano, Alessandria, per citare soltanto alcune città maggiori fondate tra il XII e XIII secolo. Torino ha per ora un rango minore. Nella zona montana e pedemontana l’assetto dei borghi, dei villaggi, delle mulattiere è segnato in modo tuttora riconoscibile dalla nuova trama viaria dei collegamenti pedemontani e delle strade mercatali transalpine, dalla bonifica e colonizzazione delle montagne oltre i 1500 metri, dalla retroazione del bosco, che tra il X e XI secolo ricopriva ancora gran parte della piana cuneese. Nel XIV e il XV secolo il casato dei Savoia, i quali avevano avuto fino ad allora interessi predominanti nella vallata del Rodano, inizia a rivolgersi progressivamente verso l’antico Piemonte (Torino, Ivrea, Cuneo, le vallate di Aosta e di Susa). Per un lineamento dell’organizzazione politica del Basso Medioevo si confronti la tavola 72. sezione 3 21-03-2005 10:06 Pagina 109 L’età romana e il basso medioevo L’età romana Il basso medioevo legenda Contea di Savoia Principato d’Acaja Marchesato del Monferrato Marchesato di Saluzzo Visconti di Milano Tavole n° 71 - 72 109 sezione 3 110 21-03-2005 10:06 Pagina 110 La storia La formazione dello stato regionale (dal 1559) Pinerolo, Lucerna, Po, Varaita, Maira e Stura, per quasi tutte le Dopo la pace di Cateau Cambrésis del 1559 si allenta l’armatura quali già si è posto uso di far passare l’artiglieria (il che non era territoriale basata sulle comunità locali e sull’organizzazione feu- né creduto, né accostumato in prima), riuscirà sempre impossibile dale. Il legame tra lo stato e i sudditi diventa il territorio che è altrettanto a’ Spagnuoli di guardarle tutte con sette eserciti, oggetto di sovranità e si avvia la costituzione di un moderno stato quanto facilissimo a’ Francesi d’inviare poche genti a far mostra regionale, caratterizzato dalla continuità territoriale dei possedi- di tentarne alcuna, calando nel medesimo tempo col grosso per menti, dalla polarizzazione su una città-capitale, dall’apparato una delle altre”. difensivo con le cittadelle sui confini e nella capitale. Il Piemonte comincia ad avere un peso crescente nell’equilibrio La scelta della continuità territoriale porterà i Duchi di Savoia ad più generale della politica italiana. abbandonare progressivamente il centro di gravitazione delle A partire dalla fine del Cinquecento si decidono anche le grandi terre d’Oltralpe per indirizzarsi verso la Pianura Padana, al con- realizzazioni urbanistiche per la capitale e la ricerca costante solidamento dello sbocco al mare di Nizza e Villafranca con la della continuità territoriale dei possedimenti, con l’acquisizione e contea di Tenda e con l’acquisto di Oneglia. l’accorpamento progressivo del Monferrato e del Saluzzese. Un ambasciatore veneziano alla Corte di Savoia, Simone Le tavole 73 e 74 mettono in evidenza il progressivo consolida- Contarini, sottolinea l’alto potenziale strategico della connotazione mento di Torino come città-capitale e le successive acquisizioni e a raggiera delle valli alpine rispetto alla pianura: cessioni territoriali a partire da Cateau Cambrésis (1559) e per “Essendo sette le valli che calano dall’Alpi in Italia, cioè di Susa, tutto il Seicento. sezione 3 21-03-2005 10:06 Pagina 111 Il Cinquecento e il Seicento anno 1580 legenda Terre rimaste dopo l’occupazione francese fino al 1553 Terre recuperate tra il 1553 e il 1580 anno 1631 legenda Ducato di Savoia nel 1600 Terre cedute tra il 1601 e il 1631 Terre recuperate tra il 1601 e il 1631 Tavole n° 73 - 74 111 sezione 3 112 21-03-2005 10:06 Pagina 112 La storia Dal ducato alla “politica del regno” Biella e Ivrea, di 4.500 per Saluzzo, di 4.000 per Acqui, di 3.000 La formazione dello stato regionale è scandita da date chiave: per Alba, di 2.500 per Aosta. • 1559, la pace di Cateau Cambrésis; Il secolo XVIII incrementerà ulteriormente questo fenomeno con una crescente terziarizzazione della città-capitale, entro coordi- • 1601, la pace di Vienna, con la quale i Savoia acquisiscono nate amministrative e istituzionali tipiche di uno stato moderno. anche di diritto il Marchesato di Saluzzo, spina territoriale collegata prima ai Visconti e poi ai Francesi; A ciò sono da collegare le grandi riforme istituzionali avviate da Vittorio Amedeo II: la “perequazione” dei tributi, il nuovo catasto, • 1631, il trattato di Cherasco, secondo il quale i Savoia fanno la formazione delle Intendenze, il consolidamento dell’industria importanti acquisti territoriali (come Alba), pur dovendo cedere a serica, l’organizzazione di un nuovo sistema stradale centralizzato Richelieu Pinerolo e le tre valli valdesi che controllavano l’ingresso sulla capitale, l’adozione di strade diritte e piane percorribili dalle nella pianura padana (favorendo con ciò l’incunearsi in Italia della carrozze e dagli eserciti. egemonia politica francese del Seicento); Lungo il Settecento la regione attorno a Torino comincia a diven• 1713-1714, i trattati di Utrecht e Rastadt, che segnano l’avvio tare il punto di diffusione delle innovazioni tecnologiche e si della “politica del regno” con l’acquisizione decisiva della Sicilia evidenzia la frattura tra montagna da un lato e collina e pianura (sostituita nel 1718 con la Sardegna), dei territori monferrini e dei dall’altro, con il progressivo sviluppo capitalistico dell’agricoltura distretti già spagnoli della Lomellina e della Valsesia; di pianura, con l’introduzione della grande affittanza e l’inizio della crisi del sistema produttivo in montagna. • 1736, il trattato di Vienna, con cui i Savoia riescono ad avere i distretti di Novara e Tortona; Le tavole 75 e 76 segnalano la consistenza politica dello stato con le nuove annessioni; il nuovo riferimento territoriale risulterà • 1748, la pace di Aquisgrana, con cui accorpano l’Alto Novarese valido fino alla fine del XVIII secolo, alle soglie dell’occupazione e i distretti di Voghera e Vigevano, portando il confine sul Ticino. francese. La vicenda politica ci spiega così come i territori tra Sesia e Ticino siano legati più alla cultura lombarda che a quella piemontese in virtù del loro “giovane” inserimento nel Piemonte, soltanto al seguito della “politica del regno” del Settecento dovuta a Vittorio Amedeo II e ai suoi successori. Lo stato sabaudo tra Cinquecento e Seicento aveva avuto “incerte” frontiere politiche, ma tenaci frontiere interne economiche, linguistiche, religiose, culturali che si perpetuano con la raggiunta unificazione regionale della metà del XVIII secolo e che appaiono ancora significative allo Zuccagni-Orlandini nella campagna della Lomellina dove “si continua a rispettare ciò che dai proavi venìa praticato” (Corografia fisica, storica e statistica dell’Italia e delle sue Isole, Firenze 1835-1837). Un progressivo aumento di popolazione e di attività caratterizza il primato della capitale nel secolo XVII: nel 1702 la popolazione era circa di 42.000 abitanti per Torino, e di 12.000 per Asti e Alessandria, di 11.000 per Casale, di 10.000 per Cuneo, di 9.000 per Novara, di 8.000 per Chieri, di 8.000 per Carmagnola, di 6.500 per Mondovì, di 6.000 per Vercelli e Pinerolo, di 5.000 per sezione 3 21-03-2005 10:06 Pagina 113 Il Settecento anno 1713 legenda Ducato di Savoia nel 1713 Terre cedute nel 1713 Terre recuperate nel 1713 anno 1736 legenda Ducato di Savoia Terre acquisite dal 1736 al 1800 Tavole n° 75 - 76 113 sezione 3 114 21-03-2005 10:06 Pagina 114 La storia Dalla Rivoluzione francese alla Restaurazione L’Ottocento pre e postunitario Il periodo francese (1796-1800 / 1814-1815) vede l’annessione Nel primo Ottocento si sviluppano le comunicazioni stradali alla Francia dei territori fino alla Sesia e l’assorbimento delle (prima quelle locali, a servizio dell’agricoltura, poi quelle destinate “antiche province” nella nuova divisione amministrativa dei sei a collegare Torino e Genova con le altre maggiori città del Regno Départements francesi (Po, Dora, Marengo, Sesia, Stura e Tanaro). e con l’estero). Lo scorporo dei territori al di là della Sesia (dati al Regno d’Italia) La svolta data da Carlo Alberto (dal 1831) alla precedente politica sottrae al Piemonte il controllo del Sempione che incanalava tutto protezionistica favorisce l’avvio dei programmi ferroviari; in par- il commercio estero verso l’Europa; Torino perde la funzione di ticolare la necessità di garantire allo Stato Sardo il primato dei città-capitale per assumere quella di centro principale di servizio trasporti da Genova alla Svizzera - messo in crisi da parte del dei traffici della Francia con l’Italia, senza avere una politica di Lombardo-Veneto con l’incentivazione del porto di Venezia decollo, né industriale, né culturale (Napoleone dopo il 1805 ne (del 1840 è la ferrovia Milano-Venezia) - fa affrettare la prepara- tenterà un ruolo di ville de plaisance). zione dei progetti per la rete ferroviaria del territorio piemontese. Pensate come strumento militare e di unificazione politica, le ferro- La Restaurazione comporterà invece la ripresa di un ruolo cen- vie (nel 1844 la prima triplice linea incentrata sul nodo fondamen- tralizzatore, che sarà svolto nell’Ottocento pre-unitario in uno tale di Alessandria, nel 1860 più di 1.000 Km già costruiti e un gran stato fortemente ingrandito per l’annessione del Genovesato, numero di altre linee programmate o in costruzione) determinano voluta sui tavoli del trattato di Vienna (1815): importante l’avvio di lo spostamento di interessi, insediamenti, spazi economici. una politica in cui i porti marittimi avranno un ruolo determinante, anche in funzione del nuovo réseau ferroviario, dei suoi nuovi L’espansione dell’industria tessile crea un nuovo disegno nella attestamenti urbanistici nelle grandi città e della rete di stazioni geografia sociale del Piemonte: già al 1890 la dimensione media di transito, la cui localizzazione condizionerà fortemente la nuova degli stabilimenti piemontesi era di circa 725 addetti, mentre la geografia insediativa e produttiva del Piemonte. media nazionale arriverà solo nel 1901 a 183 addetti. Si rafforzano i vecchi distretti del Biellese, del Verbano, del Canavese, della bassa Valle di Susa, del Pinerolese, delle Valli del Pellice e di Torino. Rimangono invece emarginati il Cuneese e l’area collinare meridionale. La svolta determinante, con la definizione e l’assestamento di nuovi spazi economici e con nuovi esiti urbanistici e infrastrutturali sul territorio destinati a fissare le nuove linee di sviluppo della regione, coincide col decollo industriale tra fine Ottocento e Novecento. Nella regione si rafforza la linea dei fondovalle e si accelera l’abbandono della montagna e delle campagne più povere; Torino assume il ruolo egemonico che eserciterà nei decenni successivi e pone le condizioni per l’emarginazione dei centri tradizionali della provincia. Le tavole 77 e 78 evidenziano i confini territoriali successivi rispettivamente alla pace di Vienna (1815) e all’inizio del periodo preunitario (1859). I testi della presente sezione sono tratti dal Quaderno della Pianificazione n. 6 (febbraio 1999) realizzato dalla Regione Piemonte, curato da Vera Comoli, Preside della II Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino. sezione 3 21-03-2005 10:06 Pagina 115 L’Ottocento anno 1815 legenda Regno di Sardegna Annessioni del 1815 anno 1859 legenda Stati Sardi Terre cedute nel 1859 Tavole n° 77 - 78 115