Periodico dell’A.S.A.C. Veneto 31033 Castelfranco Veneto - via Vittorio Veneto, 10 Sped. abb. postale art.2 comma20/c L 662/96 Filiale di Venezia Musica insieme dicembre 2011 N° 100 Fare di più, fare meglio Musica insieme Periodico dell’A.S.A.C. Veneto Iscritto al Tribunale di Venezia il 13/8/1985 al n. 833 R.S. Sede: Via Vittorio Veneto, 10 31033 Castelfranco Veneto (TV) Tel. 0423 498941 - Fax. 0423 465022 www.asac-cori.it [email protected] Direttore Responsabile Dino Bridda Direttore Editoriale Pier Vito Malusà Redazione Alessandro Cherubini Luca Fiorio Alberto Opalio Segreteria di Redazione Candy Cauilan Collaborazioni Commissione Artistica Segreteria Regionale Consulte Provinciali dell’A.S.A.C. Veneto Progetto grafico e Realizzazione CS point sas Stampa Tipografia DBS associazione per lo sviluppo delle attività corali Presidente Alessandro Raschi Sommario Editoriale Un “Seghizzi” d’oro 3 8 Echi da Arezzo 10 Ricordando Luchesi e Granzotto 18 In memoria di Efrem Casagrande Da Budapest ad Aosta Il corso di Mel Il Festival delle Dolomiti Gli anniversari dei cori Il 46° “Città di Vittorio Veneto” Il 7° Festival della coralità veneta INSERTO Partitura: M°Lorenzo Fattambrini 14 16 28 32 33 38 41 Ormai giunto al termine del mio secondo mandato e dopo sei lunghi anni di impegno al servizio della Coralità veneta, sento la necessità di formulare alcune considerazioni riguardanti la nostra realtà associativa e il mondo corale. Impresa non facile, tante sono le idee che si affollano nella mia mente, restie però a concretizzarsi di fronte al foglio bianco. Tentiamo. Ogni volta che vengo invitato a concerti o eventi dai nostri cori resto immancabilmente colpito dallo spirito che li anima e dalla passione che pervade ogni singolo corista. Riesco a stupirmene ancora nonostante frequenti il mondo corale dall’adolescenza e credo sia uno dei più importanti valori che possediamo, motore propulsivo di tutte le nostre iniziative e linfa della vita quotidiana di ogni coro, fatta anche di lavoro, impegno e sacrificio personale. L’unione che si concretizza attraverso il canto corale non è però sempre sufficiente a garantire il buon funzionamento di un coro. I problemi di cui soffre il mondo corale sono noti e li ho visti più volte elencare in conferenze, articoli o esternazioni di alcuni importanti musicisti e ricercatori a conferenze e concerti. Sono problemi che principalmente vengono riassunti nella difficoltà di ricambio generazionale e di rinnovamento repertoriale, nel livello della qualità artistica, nella difficoltà di affermare la validità dell’attività corale nella scuola, di emergere nei media, di avere adeguato sostegno dalle istituzioni; ma anche nella carenza di pubblico, nelle difficoltà legate alla scarsa preparazione musicale del cittadino italiano medio e così via. C’è da chiedersi alle volte come i cori veneti e italiani in generale possano essere all’altezza del panorama artistico internazionale, ed appare quindi miracoloso che sempre più spesso lo siano!! Molto più raramente ho sentito analizzare le responsabilità che la coralità in generale, quindi cori e associazioni corale, devono attribuirsi e alle quali possono dare risposta e soluzione con i propri mezzi e le energie che sono in grado di mettere in campo. Voglio ricordare che grazie alla lungimiranza dei nostri “padri” il mondo corale ha saputo darsi una struttura che, salvo rare eccezioni, è unitaria e democratica. Fatto che può di per se essere un punto di forza notevole e che rappresenta un enorme vantaggio alla soluzione di alcune problematiche. L’ASAC ha giocato e gioca un ruolo importante in tal senso ed ha segnato con chiarezza un percorso che ancor oggi dimostra la sua validità. Ho sempre ritenuto nel mio operare che fosse di grande importanza il rispetto delle varie identità corali e che le iniziative dell’Associazione dovessero essere pensate per dare risposte alle diverse esigenze che esse esprimono. Il rispetto della base su cui si poggia la struttura associativa è fondamentale. Allo stesso tempo non ho mai dimenticato la funzione insita nel nome stesso dell’ASAC, lo Sviluppo delle Attività Corale e sono convinto che la crescita artistica, non sempre fra gli obiettivi dei cori, non potrà che portare un enorme giovamento allo sviluppo del mondo corale e alla sua affermazione, indipendentemente dai repertori praticati. Lo Sviluppo può essere realizzato in diverse forme, tutte importanti e tutte necessarie a completare un forse utopico ma affascinante progetto. Il porre in essere di attività concertistiche non è sufficiente senza predisporre degli strumenti per la crescita artistica dei cori e la formazione dei direttori, ne questa può bastare senza un intervento nel mondo scolastico. Tutte attività in qualche modo legate tra loro, che necessiterebbero di uno sviluppo organico con iniziative distinte, a vari livelli territoriali e richiedono però un impegno notevole, economico ma non solo. Di grande importanza sono le risorse umane, una delle carenze che ho spesso evidenziato e alla quale a tutt’oggi non sono riuscito a dare soluzione. La riduzione forzata del personale dell’Associazione attuata per sopperire alle carenze economiche non consente di risolvere con personale stipendiato queste carenze, ne si prefigura in futuro tale possibilità. E’ quindi necessario che ciascuno di noi riesca a vedere nell’interesse comune il proprio interesse e quello del proprio coro e fare in modo che le persone maggiormente predisposte dei nostri gruppi si mettano a disposizione per un costruire insieme un futuro migliore, candidandosi ai posti di responsabilità dell’associazione che andremo a rinnovare la prossima primavera, sia a livello regionale che provinciale, ma anche solo inserendosi nei nostri organismi con le proprie specifiche competenze. Aprendosi al mondo esterno al proprio coro si possono condividere e acquisire nuove esperienze e competenze, mettere a frutto le proprie e riportare nel proprio ambiente le cognizioni acquisite, migliorando e aiutando a migliorare. Se per primi non vediamo questo difficilmente potremo pretendere interventi esterni in nostro sostegno. Sarà fondamentale per il futuro riuscire ad abbattere quei diaframmi che ancora separano in tanti settori distinti il mondo corale per riuscire ad affermare unitariamente la validità del nostro messaggio, consapevoli dei limiti ma anche delle peculiarità e potenzialità di ciascuno. Infine un grazie, per il vostro impegno e per la vostra passione, sulle quali la coralità veneta è cresciuta e ha saputo divenire quella straordinaria fucina di musica e proposte, mai distinte dalla gioia di fare e stare insieme nel canto. Nel salutarvi porgo a tutti voi e alle vostre famiglie i migliori auguri di un 2012 sereno e felice. Un abbraccio corale. Editoriale dicembre 2011 N° 100 di Alessandro Raschi Presidente ASAC Veneto 3 Cento auguri, Musica Insieme! Pubblichiamo volentieri in questa rubrica alcune le espressioni augurali che fino ad ora ci sono pervenute per il nostro centesimo numero, che come i lettori potranno costatare, inaugura anche una nuova veste grafica della rivista. Non si tratta - e se lo fosse stato sarebbero stati del tutto inutili – di auguri soltanto formali, ma di espressioni propositive e talvolta anche costruttivamente critiche su vari aspetti dei rapporti tra la coralità veneta e la sua rivista. Ringrazio tutti di cuore a nome della redazione, soprattutto perché si tratta di testi che testimoniano un vivo interesse per i contenuti di MI e in molti casi rappresentano un incoraggiamento a proseguire con ancora più forte determinazione nella direzione di un impegno sempre maggiore della rivista nell’approfondimento storico, scientifico e culturale sul terreno dei saperi della coralità. Ci dispiace di non poter pubblicare tutti i contributi in questo numero per i termini ormai improrogabili con i quali la rivista deve essere mandata in stampa. Ci impegniamo fin d’ora però a pubblicare nel prossimo numero tutti i ‘biglietti di auguri’ che nel frattempo dovessero pervenire e cogliamo l’occasione per invitare tutti i lettori a partecipare all’interessante e ricco dibattito che già i primi contributi hanno aperto e per significare a tutti i più sentiti auguri di felice 2012. PM 100 candeline Ero bocia quando ascoltavo Carlo Bologna delineare il piano editoriale di Musica Insieme. Egli ha avuto il merito di formulare un impianto solido, che ha retto egregiamente per 100 numeri. Ma è giunta l’ora di un radicale rinnovamento. Un cambiamento ispirato ai criteri di ‘più qualità’ e ‘più Veneto’. ‘Più qualità’ significa non competere con il web, ma integrarlo. Le bacheche multimediali del web sono oggi i mezzi più efficaci per veicolare le attività dei cori. La rivista dovrebbe essere invece il luogo dove la materia si approfondisce attraverso parole e documenti, che meritano di essere conservati. ‘Più Veneto’ significa rimarcare le specificità del mondo corale veneto. L’appiattimento su format e contenuti simili a quelli di altri periodici svilisce lo scopo di appartenere ad un’associazione veneta. E il Veneto, per la storia e l’attualità che rappresenta, ha molto da dire ‘di suo’ in materia di canto corale. Mauro Zuccante In questi giorni per questa rivista si celebra la pubblicazione del centesimo numero, circostanza che rappresenta il raggiungimento di un importante 4 traguardo, non solo strettamente connesso alla dinamica attività editoriale che gravita attorno a ciascuna pubblicazione, ma anche in considerazione del fatto che, in un’epoca in cui spicca in maniera preponderante l’uso oramai quasi smodato di canali ‘altri’ rispetto alla divulgazione scritta, a maggior ragione il piccolo grande mondo che viene immortalato da Musica Insieme rappresenta un’inestimabile risorsa da difendere e da portare avanti con sempre rinnovato entusiasmo. Laddove infatti prevalgono soluzioni ‘facili’ fornite da Internet e dalle sue relative ‘diramazioni/ divagazioni’, nelle quali spicca la peculiarità di essere d’immediata consultazione, pur con bassissimo grado di approfondimento (osiamo definire ciò sintomo di dilagante pigrizia intellettuale?) e che stanno soppiantando la levatura di un buon articolo o la piacevole parentesi offerta dalla lettura di un buon libro, la sopravvivenza di una rivista ad argomento musicale, apparentemente di nicchia, ma in realtà di un ampio e sfaccettato respiro, sembra oramai un’eccezionale parentesi da difendere e, visti gli obiettivi che si prefigge, da sostenere. Questo traguardo vuole essere un plauso a tutti coloro che tenacemente hanno sempre creduto alla potenza della musica e soprattutto dell’esperienza corale proprio come sua espressione privilegiata, da promuovere e da patrocinare, pur con le molteplici difficoltà che spesso vengono evidenziate nei vari impegni dell’Asac. Particolarmente sentito deve essere un ringraziamento da parte dei fruitori della rivista a chi ha caparbiamente riflettuto su ogni singolo contenuto, fornendo via via una silloge d’interventi da cui possono trarre spunto critico di riflessione i cosiddetti addetti ai lavori, ma che può anche rappresentare un valido strumento per tutti coloro che semplicemente si sono avvicinati o si vogliono avvicinare alla musica a livello amatoriale. Basti pensare a tal proposito al dualismo del taglio che si è voluto dare ad ogni singola pubblicazione, all’interno di ciascuna delle quali sono sempre inseriti articoli di contenuto vario. Si spazia sempre da argomentazioni di carattere musicale strictu sensu, a saggi di vario grado di approfondimento, a dibattiti che coinvolgono le più eminenti personalità del panorama corale nazionale e che in alcuni casi si traducono in esplicazione di critiche costruttive, da cui traspaiono la lucida consapevolezza delle problematiche dell’attività corale, ma anche la volontà di superarle attraverso un fattivo scambio di opinioni e di prospettive. Di contro non mancano mai richiami ad appuntamenti e a notizie di respiro locale, volti a dare visibilità e a promuovere l’attività di compagini minori, che comunque necessitano di un incoraggiamento e del sostegno del pubblico; si cerca sempre di sottolineare la fondamentale e vitale importanza di avvenimenti particolari come corsi, concorsi e manifestazioni, volti non solo a focalizzare l’attenzione su eventi cosiddetti minori con lo scopo di richiamare platee di pubblico che ci auspichiamo essere sempre più nutrite, ma anche a registrare i progressi del lavoro di tantissime persone, ricordando sempre, come citato più volte nei numeri della rivista, che «[…] il segreto del canto risiede tra la vibrazione della voce di chi canta e il battito del cuore di chi ascolta» (Kahlil Gibran). Sottolineiamo infine che con tale impostazione si cerca di perseguire quello che è l’obiettivo comune non solo di coloro che collaborano alla buona riuscita della rivista, ma anche di tutti coloro che gravitano attorno al panorama corale locale e nazionale, cioè quello che potrebbe definirsi uno slogan per tutti noi: fare buona musica. Ilaria Masin Coro Città di Piazzola sul Brenta Uno, nessuno, cento numeri! Da acerrimo fruitore di Musica Insieme ritengo che una rivista abbia senso solo se viene innanzitutto letta, metabolizzata, discussa e se è in grado di offrire contenuti nuovi, intuizioni, provocazioni, dibattiti, spunti di studio e di crescita culturale, tecnica ed estetica. Una rivista che parli di quanto siano belli e bravi i cori e i maestri dell’ASAC non è né opportuna né necessaria: sarebbe solo spreco di denaro e di carta. Non si può comunque negare che soprattutto negli ultimi anni lo sforzo operato per migliorare contenuti e assetto della rivista sia stato notevole. Ma quale deve essere la natura della Rivista di un’Associazione Corale? Notiziario? Saggistica culturale e musicale? Organo di collegamento tra gli Associati? Antologia di Repertori? Come Notiziario, dati i tempi inevitabili di pubblicazione, è utilizzabile solo per informazione e recensione di manifestazioni già avvenute, essendo praticamente impossibile utilizzare Musica Insieme per la promozione di eventi in fieri a breve termine. Sul versante della Saggistica personalmente ho ben gradito i pur timidi primi passi di tipo musicologico e analitico: possono offrire certamente degli ottimi spunti e accendere interessi nuovi per direttori e cantori. Se pensiamo invece alla Rivista come organo di collegamento tra gli Associati, mentre la parte di relazione delle assemblee annuali e straordinarie, compresi gli interventi della Presidenza e delle Commissioni, mi sembra puntuale e pertinente lo stesso non posso dire per quanto riguarda la presenza della ‘base’ associativa: la scarsità di contributi nella specifica rubrica Dialogo con i Lettori curata dal Direttore Editoriale mi fa pensare o che le cose vadano bene come stanno o che l’interesse alla questione sia nullo. Interessante invece la parte di Musica Insieme dedicata ai nuovi repertori corali: confrontarsi con le partiture dei compositori operanti all’interno dell’ASAC risulta assai stimolante. Mi permetto però di considerare che l’ASAC già produce diversi tipi di Antologie Corali che, sullo stile di quanto già sperimentato nella Rivista e magari con cadenza annuale, potrebbero essere integrate dalle schede sugli autori, dall’analisi dei brani e dai suggerimenti sull’esecuzione, nonché con la novità (?) delle pionieristiche indicazioni per la solmisazione. Infine: perché non rinunciare all’edizione stampata di Musica Insieme? Ormai i tempi sono pronti: perché non investire solo su una versione web della Rivista, scaricabile e stampabile alla bisogna, risparmiando così i costi dell’edizione cartacea? Perché non potenziare, promuovere, perfezionare il blog di informazione e discussione peraltro già presente nel sito ASAC e per niente utilizzato? Già esistono peraltro, oltre alla stessa versione scaricabile di Musica Insieme dal sito dell’ASAC, dei modelli in questo senso:, cito la felice esperienza del Notiziario web dell’Associazione Coro Marmolada, strutturato come newsletter e stampabile dagli utenti; ma esistono numerosi altri esempi in rete, anche nell’ambito di altre Associazioni Regionali. Ormai ogni coro ha un proprio profilo web e l’accesso alla rete è sempre più uno standard: se è vero, come speriamo, che Musica Insieme viene letta ed utilizzata dai soci ASAC il passaggio alla Newsletter digitale non dovrebbe essere azzardato. Per i nostalgici della carta, volendo potrebbe sempre essere possibile stamparsi la propria copia personale: una, nessuna o cento copie di Musica Insieme! Lorenzo Fattambrini Auguro a Musica Insieme, giunta al suo millesimo numero, molte altre migliaia di numeri di vita. Si tratta infatti di uno strumento d’informazione e divulgazione culturale musicale di grande importanza, e non solo nella sua dimensione regionale. Mi si chiede di segnalare un argomento d’interesse per la rivista. Voi sapete che i miei argomenti sono difficili, molto difficili, come si può desumere dalle Questioni di tecnica compositiva pubblicate nel n. 96 (marzo 2010). (continua a pag. 6) 5 Paolo Bon Un bambino sta osservando attento e curioso uno scultore mentre lavora su di un blocco di marmo per ricavarne la forma di un leone. «Signore» lo interrompe il bambino dopo aver visto apparire la forma scolpita di un leone «ma come facevi a sapere che dentro c’era un leone?». Chi immaginava allora, al n.1, che saremmo giunti al numero 100, e quanti altri in futuro si meraviglieranno, lo speriamo, al raggiungimento di altri traguardi? Forse il ‘leone’ non apparirà mai, sarà sempre necessario l’ultimo ritocco. Mentre lo scultore non lascia lo scalpello finché l’opera non è compiuta e a lui gradita, Musica Insieme non potrà mai vedersi compiuta senza rischiare il fallimento e la chiusura. L’energia dovrà sempre venire dall’amore per la musica! Per dirla con Erasmo: «Musicam docet Amor», il sentimento, il cuore, gli affetti sono maestri e ispiratori nelle arti belle. Continui ad essere la nostra rivista, della nostra comunità che canta, guidata da sempre da personalità importanti, sagge e generose. A sottolineare e riconoscere l’operato di chi mantiene in vita Musica Insieme viene in aiuto Seneca: «Laus alit artes» - la lode alimenta le arti, e Cicerone «Honos praemium virtutis» - la lode è premio della virtù. Infine l’augurio che, nel ripensare e progettare il futuro, «temporibus mores sapiens sine crimine mutat» (Catone), il saggio, senza che possa essere incolpato, muta i costumi secondo il mutare dei tempi. Grazie, ad multos annos. Giorgio Mazzuccato Esprimo i miei più vivi complimenti ai responsabili dell’ASAC e soprattutto allo staff di Redazione di Musica insieme per la raggiunta meta di 100 numeri del Periodico puntualmente editi e diligentemente curati. Chi scrive, forse come pochi, è consapevole di quanti sospiri e sussulti abbia richiesto l’uscita editoriale di ciascun di questi numeri. La sua attuale splendida impostazione grafica, i suoi interessanti contenuti informativi ed ancor più i suoi numerosi pregevoli articoli culturali costano inevitabilmente un impegno ed una fatica, che, almeno in circostanze come questa, vanno ampiamente riconosciuti, apprezzati ed espressi. Auguro al nostro mitico e glorioso Periodico ASAC, cui mi sento tuttora affettivamente molto legato, una lunga ed almeno doppia sopravvivenza (almeno 6 altri 200 numeri ancora…!). Il mio augurio è reso particolarmente intenso e trepidante a motivo delle ristrettezze economiche, in cui da anni ormai è costretta a vivere la nostra Associazione. Ritengo che il nostro Periodico abbia egregiamente svolto nel passato e debba ancor più svolgere in futuro un’imprescindibile e assolutamente necessario ruolo d’informazione ed ancor più di formazione per i nostri associati. E’ giusto, infatti, che i direttori ed i coristi dell’ASAC con il loro Periodico possano render noti a tutto il mondo corale i positivi risultati che vanno via via raggiungendo, ma è altrettanto e forse ancor più importante che essi possano derivare dal medesimo un prezioso e costante materiale d’istruzione, formazione e aggiornamento professionale. In questo senso l’ASAC è sempre stata all’avanguardia e deve continuare ad esserlo in Italia ed all’Estero. Nella nostra Associazione non mancano certo le competenze, né devono o dovrebbero mancare le disponibilità collaborative utili per mantenere e addirittura per far crescere i livelli ottenuti finora. Ci auguriamo, che, come già egregiamente avvenne nei decenni scorsi, Musica Insieme continui per noi e per tutta l’Italia a far scoprire e riconoscere nell’ASACVeneto una riconosciuto simbolo di ottima coralità. Lunga vita al nostro amato e pregiato Periodico Musica Insieme!!! Gastone Zotto Credo non si potesse assegnare nome più azzeccato al periodico di un’associazione di cori. L’attività sociale ed artistica di un coro, infatti, si sostanzia nel fare “musica insieme”, con esiti che sono il frutto dell’apporto dei singoli, la cui individualità trova vigore al servizio del collettivo. Come il corista rinuncia ad un proprio spazio personale a favore del gruppo corale, così pure i cori appartenenti all’ASAC hanno portato all’associazione, in questi decenni, il loro contributo d’idee e di fattiva collaborazione, così come testimoniato e veicolato anche attraverso il periodico Musica Insieme. Nel formulare il vivo apprezzamento per l’uscita del numero 100, mi piace qui ricordare che l’ASAC raggiunge questo ambìto traguardo nell’anno in cui ricorre il 20mo anniversario della scomparsa di Efrem Casagrande, suo illustre, indimenticato ed indimenticabile fondatore. Stefano Da Ros La rivista “Musica Insieme” con giusto orgoglio intende sottolineare il raggiungimento di un traguardo molto significativo: 100 numeri pubblicati negli anni. Questo numero pieno sta a testimoniare un impegno considerevole all’interno e al servizio del mondo della coralità veneta e un contributo a favore di quanti, compositori e direttori di Coro, lavorano con professionalità e passione affinché il cantare insieme serva alla elevazione culturale e sociale della nostra gente. “Musica Insieme” negli anni si è rivelata un importante veicolo di comunicazione e di conoscenza tra i gruppi corali del Veneto. Tutti gli appassionati di musica, coristi e direttori, hanno potuto, per suo mezzo, usufruire di uno strumento di informazione sugli avvenimenti più importanti delle numerose e svariate realtà del mondo corale tipico della nostra regione. Oltre a questo, nel corso degli anni la rivista è diventata anche un’importante vetrina che ha permesso di conoscere nuove composizioni, articoli musicologici, incisioni discografiche e pubblicazioni di vario tipo. I complimenti per questo prestigioso traguardo sono doverosamente congiunti a un sentito ringraziamento per l’opera svolta dalla nostra Rivista, con l’augurio che “Musica Insieme” possa crescere nella qualità e nel servizio e che la coralità, debitamente valorizzata e incentivata, diventi sempre più uno strumento forte e prezioso per l’amicizia e il dialogo. Pierluigi Comparin (Direttore dei Polifonici Vicentini) Testimone della nostra coralità Musica insieme racconta da bel 100 numeri il passato e il presente della vita corale veneta. L’avvento della tecnologia nella comunicazione ha portato molti aspetti positivi che ben conosciamo, ma la carta rimane uno strumento insostituibile di lettura soprattutto quando sa portare novità, spunti di riflessione, ci fa conosce preziose pagine musicali dei nostri compositori. Per noi musicisti la partitura stampata rimane sempre uno strumento unico dove studiare, annotare le personali interpretazioni, ci accompagna nella nostra quotidiana vita musicale. Auguro a Musica insieme di farsi portavoce dei tempi nuovi, di saper sempre rinnovare gli obiettivi e di riuscire ad interpretare le esigenze del futuro della coralità ben oltre i confini regionali. Maria Dal Bianco Belle armonie in laguna, però… di Ruggero Battaglin e Mirco Dalla Valle “Gruppo Corale Harmonia Nova” Certamente la partecipazione a “Venezia in coro” ha sempre avuto e sempre avrà fascino ed importanza, soprattutto per il gruppo corale “Harmonia Nova” che mancava da alcuni anni a questa bella ed importante manifestazione. Nello specifico la partecipazione per noi è stata intesa come un momento particolare di aggregazione tra e con le nostre famiglie che solitamente ci vedono “fuggire” di casa per i vari impegni corali. Venezia… così vicina che spesso non assaporiamo appieno la sua magìa. Magìa che si nasconde soprattutto tra calli e campielli che sono al di fuori dei tradizionali percorsi turistici. Ecco allora che proprio in quei luoghi un canto fa aprire un balcone ed un viso sorridente appare ai nostri occhi deliziato dalle note e dalle armonie. Lo stesso sorriso che vediamo sui volti degli ospiti dell’ospedale “Fatebenefratelli” dove, eseguendo il nostro concerto di solidarietà ed accompagnando la messa, siamo riusciti a donare per alcuni minuti un po’ di sollievo a visi sofferenti e addolorati, ma nello stesso tempo fieri della loro storia e del loro sapere. Personalmente non posso però condividere le restrizioni che le autorità di Venezia hanno imposto all’organizzazione dell’incontro corale riguardo “la zona rossa” ed il rispetto del silenzio pomeridiano: ritengo che la nostra attività in nessuno modo possa andare a scontrarsi o ledere altrui necessità. Forse un po’ di più considerazione dai nostri amministratori non guasterebbe. Sono sicuro che i canti proposti hanno un sapore diverso dagli schiamazzi dei turisti ed anche il concerto a cori riuniti fatto in San Marco avrebbe avuto un calore diverso, come tra l’altro avevano accordato negli anni passati anche con l’aiuto di fasci luminosi proiettati dal grande campanile. Occasione rara di incontrare colleghi direttori, coristi e musicisti, condividere sensazioni, emozioni, scambiarsi opinioni e magari, come è successo mentre seduti per terra per riposarci e dopo aver eseguito un brano si è presentato a noi un docente del Conservatorio di Valcençia, il quale dopo essersi complimentato ci chiedeva come mai un evento In margine a “Venezia in coro 2011” simile non fosse adeguatamente pubblicizzato. Non è stato facile spiegargli che le attività in Venezia sono molte e sovente coincidono nelle stesse date, come successo con la “Vogalonga”. Quest’anno, nel quale ricorre il 150° anniversario dell’unità del anostro Paese, dove anche attraverso il canto e la musica abbiamo trovato modo di aggregazione e crescita culturale, più che mai dobbiamo trovare gli stimoli per proseguire sul nostro cammino e far si che l’attività corale sia sempre più considerata ad alto livello, perché, se è vero che le eccellenze devono essere tutelate, è ancor più vero che, se c’è una base solida e attiva che ha stimoli e gratificazioni, maggiori sono le possibilità che le eccellenze emergano e siano maggiori. Buona coralità a tutti voi. Divagazioni in laguna Ma la mia Diatonomia sistematica, che è la prima linguistica musicale della storia, prima o poi va approfondita; e non lo dico per me che ho settantuno anni e non devo arrivare da nessuna parte: lo dico per gli altri musicisti, soprattutto i giovani, oltre che per i musicisti delle generazioni a venire. Se qualcuno ha voglia di seguirmi su questa strada irta di ostacoli, scoprirà un mondo speculativo basato su una scoperta scientifica e in prospettiva imprescindibile. 7 Un memorabile “Seghizzi” tutto d’oro di Alessandro Kirschner Mezzo secolo di alta coralità Non sono molti i concorsi che possono vantare una tradizione ed un prestigio che, anno dopo anno, si siano sempre rinnovati, continuando a regalare emozioni e curiosità. Il Concorso internazionale di canto corale “Seghizzi” non poteva festeggiare meglio i suoi 50 anni di storia: tutto il mondo corale si è dato appuntamento a Gorizia per dar vita ad una settimana di musica di alto livello con cori provenienti da tutto il mondo: Austria, Estonia, Indonesia, Nuova Zelanda, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Ucraina, Stati Uniti, Italia (rappresentata da tre gruppi) e per la prima volta anche Iran. Una giuria internazionale composta da dieci musicisti provenienti da nove nazioni diverse (all’Italia sono stati concessi due giurati) ha avuto 8 il difficile compito di selezionare ed indicare i cori che potessero rappresentare l’ideale modello di coralità nelle diverse epoche storiche. Il Concorso di Gorizia, tradizionale città-ponte tra Oriente ed Occidente, già ci aveva abituato a gustare il piacere dell’incontro di culture che proprio attraverso la musica, colorati abiti di scena ed accattivanti coreografie, ben esprimono le specificità di ogni Paese. Ma mai come quest’anno si è potuto assistere ad una tale pluralità di culture: per la prima volta un coro iraniano si è presentato alla competizione. Il “Theran Vocal Ensemble” (www.tehranvocal.com) ha stupito e meravigliato tutti per l’affiatamento del gruppo, per gli arrangiamenti che con energia Echi del concorso di Gorizia ed ironia hanno saputo innestare una sensibilità medioorientale in una musica occidentale (da Morricone a McCartney) e per la rivisitazione in chiave pop del canto popolare. Vero e quasi incontrastato protagonista del concorso è stato tuttavia il “Chamber Choir Collegium Musicale” (Estonia) diretto dal giovane Endrik Üksvärav (www.collegiummusicale.ee), classificatosi al primo posto in tutte le categorie a cui ha preso parte (Musica popolare, Rinascimento, Ottocento, Novecento, Musica contemporanea). Il suono omogeneo in tutte le sezioni del coro, unito ad una padronanza tecnica sbalorditiva, hanno permesso al coro estone di conquistare anche l’ambitissimo “XXIII Grand Prix Seghizzi”, lasciando senza fiato pubblico e giuria per il repertorio di grande difficoltà lodevolmente eseguito. Memorabile l’esecuzione dello impervio Ma robe d’amour di Messiaen: molti coristi erano addirittura muniti di diapason per prendere in modo autonomo l’intonazione nelle densissime armonie del pezzo. Altro coro che si è distinto nella competizione è stato lo sloveno “Mešani pevski zbor Obala” (www.zborobala.net) che ha ottenuto ottimi risultati in diverse categorie ed un prestigioso secondo posto al Grand Prix. Questo gruppo, molto eterogeneo nella formazione, ha saputo trasmettere, con eleganza e spontaneità, intense emozioni in tutte le categorie alle quali ha preso parte. Rivelazione del concorso è stato invece il gruppo spagnolo delle Canarie “Camerata Lacunensis” (www.cameratalacunensis. blogspot.com): la grande spontaneità, la morbidezza delle voci, la raffinatezza nello stile ed un repertorio sempre interessante e coinvolgente avrebbero permesso al gruppo di raggiungere risultati ben più lusinghieri, non fosse per alcune voci che spesso emergevano sulle altre. Tra i gruppi italiani il risultato più prestigioso è stato raggiunto, con grande sorpresa, dal coro salernitano di recente formazione “Orchestra Vocale Numeri Primi”, diretti da Alessandro Cadario, a cui è stato riservato il primo posto nella sezione dedicata al jazz-musica leggera. Suggestivi arrangiamenti, in gran parte dello stesso Cadario, hanno permesso al gruppo di rivisitare canzoni pop di successo trasformandole in una sorta di neomadrigali con tanto di imitazioni tra le voci senza mai scadere nel banale. Forse talvolta un po’ eccessivo l’apporto ritmico che spesso ha rischiato di sovrastare le voci dei giovani coristi. Il gruppo vocale “Voceversa” di Camburzano è stato il coro italiano con punteggio più alto nelle categorie principali: ai “Voceversa” è quindi andato il Premio Feniarco. Interessanti nel jazz italiano anni ‘30 con ottimi arrangiamenti che ben valorizzano il colore delle sette voci maschili, hanno accusato un po’ di timidezza nel repertorio del Cinquecento, ben eseguito ma non altrettanto coinvolgente. Qualche problema vocale si è potuto invece riscontrare nel coro cagliaritano “Studium Canticum”: interessante nel programma popolare, eseguito in costume tradizionale sardo, più in difficoltà nelle altre categorie pur portando un programma impegnativo ed apprezzabile. Il Concorso di composizione ha premiato lo spagnolo Martin Ruben Garcia con il brano “Crucem tuam”, mentre ha segnalato il compositore veneto Battista Pradal come finalista per la prossima edizione. La nostra regione ha inoltre avuto un altro momento di notorietà con l’attribuzione del premo “Una vita per la direzione corale” al padovano Gianni Malatesta che, visibilmente commosso, ha commentato: “Ho iniziato ad insegnare canto corale nel 1949 e a tutt’oggi faccio il maestro di coro. Questo premio mi emoziona e lo dedico a tutti i miei amici”. Il concerto di gala è stato anche quest’anno un’occasione per sentire ottima musica mirabilmente eseguita, una festa per la musica e per la coralità internazionale Nell’edizione del 50° la coralità veneta in evidenza per i riconoscimenti ai maestri Gianni Malatesta e Battista Pradal che, nonostante le ristrettezze economiche dell’ultimo periodo, ha saputo emozionare il pubblico di appassionati che gremiva il Teatro Verdi di Gorizia. Un grande atto di fiducia nel futuro, nella bellezza della musica e nella magia del fare coro insieme: ecco gli ingredienti che hanno portato il “Seghizzi” all’ambizioso traguardo dei 50 anni e che sicuramente lo continueranno a sostenere, sempre nuovi e mutevoli, in tutte le prossime edizioni. 9 Il mondo corale nel nome di Guido d’Arezzo a cura di Renata Peroni* Una cittadina ricca di storia e di cultura, ospita da ben oltre mezzo secolo uno dei più importanti concorsi nazionali ed internazionali del panorama corale. Ad Arezzo si sono svolti infatti fra il 13 ed il 18 settembre 2011, rispettivamente il 28° Concorso polifonico nazionale ed il 59° Concorso polifonico internazionale “Guido d’Arezzo”. Un programma che ha visto articolarsi, durante le sei giornate, musica nel senso più ampio del termine con numerose attività e concerti che hanno fatto da corollario al concorso. In apertura il Masterclass di direzione corale con il docente Lorenzo Donati che ha assorbito buona parte delle prime due giornate di lavoro. A seguire i pregiati inserimenti concertistici corali del “Guidoneum Festival” offerti rispettivamente dal coro sloveno “Vokalna Akademija Ljubljana” diretto dal M° Stojan Kuret e quello del coro spagnolo “El Léon de Oro”, diretto dal M° Antonio García de Paz. In cerimonia d’apertura del Concorso, si è espressa presso la Basilica di San Francesco, la giovane nota del “Coro Giovanile Italiano”, che sotto la direzione dei maestri Lorenzo Donati e Dario Tabbia, ha offerto al pubblico un ricco programma di benvenuto. Dodici i cori partecipanti al polifonico internazionale e sette al nazionale. I cori iscritti, è doveroso precisare, sono frutto di una precedente selezione preventiva che partiva da venticinque domande d’iscrizione pervenute alla Fondazione per questa edizione del concorso. Colombia, Estonia, Germania, Giappone, Indonesia, Italia, Lettonia, Polonia, Stati Uniti ed Ucraina si sono confrontate a livello internazionale. Puglia, Veneto, Lazio, Abruzzo, Friuli e Lombardia a livello nazionale. Due le categorie di suddivisione del concorso internazionale nelle diverse giornate: canto monodico cristiano e repertorio polifonico. Tre le giurie del concorso: per la categoria di polifonia erano presenti, dal Regno Unito Peter Broadbent, dalla Germania Bernd Englbrecht, dalla Norvegia Maria Gamborg Helbekkmo e Carl Hogset, dalla Danimarca Bo Holten e dall’Italia Mario Mora e Gianni Tangucci. Per la categoria canto monodico erano presenti, dalla Svizzera Giovanni Conti, dall’Italia Marco Gozzi e Lanfranco Menga, dalla Germania Alexander Schweitzer (sostituito con Franco Radicchia) e dalla Danimarca Peter Weincke. Infine, per il polifonico nazionale erano presenti Aldo Cicconofri, Walter Marzilli, Daniele Proni, Paola Versetti e Mauro Zuccante. Un programma che si è rivelato quindi interessante e ricco di numerose audizioni e scelte repertoriali dei cori partecipanti (ciascun coro presentava almeno quattro brani per ogni categoria di partecipazione espressi alla loro massima potenzialità), che si sono articolate durante le giornate di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì nella centralissima Sala Sant’Ignazio, non di enormi dimensioni ma di buona acustica e predisposta in modo pratico e capiente rispetto alle precedenti edizioni del concorso. Un autentico divertimento quindi per musicisti ed appassionati del panorama corale, che si ritrovano ad Arezzo per questo importante appuntamento durante il mese di settembre. Da non dimenticare infine il 38° Concorso Echi dalla Toscana I concorsi polifonici internazionale e nazionale 2011 10 edizione dell’”Arezzo Colours’ Prize Festival”, concorso-rassegna dedicata esclusivamente alla musica contemporanea, comprendendo tutte le categorie dal classico alla spiritual, dal jazz alla musica pop, dove sarà consentita ai cori anche la partecipazione fuori competizione, e dove, per la parte relativa al concorso, la giuria sarà composta esclusivamente dal pubblico in sala che attribuirà, sulla base di una votazione, i tre premi previsti». A Mario Mora, membro di giuria nelle categorie di polifonia, abbiamo chiesto un giudizio sui programmi presentati e la varietà tecnica espressa dai cori partecipanti al concorso di quest’anno. «Questa edizione del concorso, si è presentata con un livello molto alto dei cori partecipanti. Mentre le edizioni precedenti erano solitamente caratterizzate da un singolo coro che emergeva sugli altri, questa edizione ha visto quattro almeno quattro cori spiccare in qualità: il “Chamber Choir Collegium Musicale” di Tallin-Estonia, il “Mannheim Chamber Choir” di Mannheim-Germania, il “Chamber Choir Vox Gaudiosa” di Tokyo-Giappone ed il “Salt Lake Vocal Artists” di Salt Lake City-Stati Uniti. Questi quattro cori, seppure con caratteristiche internazionale di composizione che accompagna il concorso ogni anno e che non vede quest’anno l’assegnazione, ma la sola segnalazione alla composizione “Restlicht” di Francesco Milita. *Consigliere Asac Veneto per la provincia di Verona GLI APPROFONDIMENTI La nuova Presidenza del Concorso di Arezzo è stata affidata dal 2011 a Carlo Pedini, al quale abbiamo chiesto un commento a consuntivo dell’edizione 2011 e le aspettative per le edizioni future del concorso: «Siamo stati molto soddisfatti dell’edizione 2011, per l’alto livello dei cori partecipanti e la numerosa affluenza di pubblico. Tuttavia si è ancora evidenziata l’inopportunità dello svolgimento del concorso nel mese di settembre che, con la ripresa dell’anno scolastico, ha impedito a molti appassionati operanti nel mondo della scuola la propria presenza o comunque una più agevole partecipazione. Per questo il prossimo anno si tornerà alla precedente collocazione nel mese di agosto (precisamente dal 20 al 26 agosto 2012). Altra novità sarà quella di una nuova redistribuzione delle categorie per periodi storici, più rispondente alla prassi corale attuale. Ma la novità di maggior rilievo sarà la prima diverse fra loro, hanno saputo imporsi suddividendosi i premi in palio nelle differenti categorie del concorso: in particolare, il coro estone si è caratterizzato per la morbidezza del suono e del colore e per le particolari doti del suo direttore Endrik Üksvärav; il coro tedesco per il carattere, l’espressività e l’ottima esecuzione dei mottetti di Bach; il coro americano, il più tradizionale fra i quattro, per la potenza sonora ed il suo spessore timbrico; il coro giapponese infine, formato essenzialmente da giovani coristi si è caratterizzato per un’ottima vocalità ed espressività con voci (nonostante l’età media) particolarmente mature. Ha presentato un programma vario e ben eseguito con un’ottima pronuncia nelle esecuzioni in latino. Nei brani tradizionali giapponesi ha espresso tecniche dissonanti di grande valore, che unite all’emozionalità delle esecuzioni, hanno saputo così unire le migliori caratteristiche per ricevere anche il Gran Premio del concorso». A Mauro Zuccante, membro di giuria nel polifonico nazionale, abbiamo chiesto un giudizio sulle scelte repertoriali e la varietà dei programmi presentati dai cori italiani. «L’esperienza m’insegna che nei concorsi è raro ascoltare novità di repertorio interessanti e piacevoli. I direttori di coro credono sia più saggio e prudente presentare brani di consolidato apprezzamento e popolarità. Essi non considerano che il giurato potrebbe invece essere ben disposto all’ascolto di una novità, piuttosto che dell’ennesima esecuzione di un brano tra quelli più in voga. Brano che viene inevitabilmente messo a confronto con esecuzioni magistrali di riferimento, difficili da eguagliare. I programmi presentati dai sei cori che hanno partecipato alla recente edizione del Concorso polifonico nazionale di Arezzo non si discostano da questa linea di indirizzo. Rare le novità. Anzi, ho addirittura riascoltato pezzi presentati dallo stesso coro in precedenti concorsi. E per il resto, ho ascoltato esecuzioni di brani piuttosto impegnativi dei “mostri sacri” (Bruckner, Verdi, Bach); delle quali alcune convincenti, altre del tutto azzardate. In merito alla questione della varietà di scelta, va detto che è lo stesso regolamento del Concorso di Arezzo ad imporre ai cori di spaziare nei periodi storici, dalla polifonia antica a quella contemporanea. Questo vincolo va però valutato con cura. E’ infatti una circostanza eccezionale quella del coro che sappia destreggiarsi allo stesso livello con le problematiche (tecniche e stilistiche), che presentano le differenti prassi esecutive storiche. Ecco allora che i direttori più accorti formulano il programma attorno ad un brano, o due, particolarmente congeniali, che evidenziano le potenzialità vocali ed interpretative della compagine. Gli altri brani fungono quasi da contorno. Anche in questa prospettiva ho riscontrato ad Arezzo una conferma, soprattutto nei cori posizionatisi nella parte alta della classifica». A Paola Versetti, membro di giuria nel polifonico nazionale, abbiamo chiesto come giudica le esibizioni e la varietà tecnica espressa dai cori italiani partecipanti al concorso. «Ho trovato le esibizioni dei sei cori partecipanti al concorso di un buon livello, con punte di eccellenza toccate in particolar modo dal Coro da camera di Varese. Questo gruppo si è distinto per la bellezza del suono (morbido, compatto e al tempo stesso ricco di sfumature), per la maturità delle interpretazioni, per l’espressività e la comunicativa. (continua a pag. 12) 11 di debolezza. Purtroppo non tutte le scelte dei direttori sono state effettuate secondo questi criteri, dunque è capitato di ascoltare brani non adatti alle caratteristiche dei cori partecipanti che, in questo modo, sono stati messi in difficoltà. Dal punto di vista prettamente tecnico, ho potuto ascoltare delle belle realtà, quasi tutte già ben consolidate e definite: un’edizione dal bilancio sicuramente positivo!». 59° Concorso internazionale “Guido d’Arezzo” CATEGORIA A – CANTO MONODICO Sezione 1 coro vincitore del premio speciale: MULIERUM SCHOLA GREGORIANA CLAMAVERUNT IUSTI Sezione 2 rassegna a premi - premio speciale ex aequo: SCHOLA GREGORIANA “PIERGIORGIO RIGHELE” e MULIERUM SCHOLA GREGORIANA CLAMAVERUNT IUSTI PREMIO SPECIALE al gruppo che presenti nella Categoria A un programma che rifletta un progetto di ricerca nel settore del canto liturgico cristiano di tradizione monodica in tutte le sue espressioni. NON ASSEGNATO CATEGORIA B – POLIFONIA Sezione 3 gruppi vocali - 1° premio: SALT LAKE VOCAL ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti) - 2° PREMIO: WILLIAM BYRD CONSORT -Riga (Lettonia) I risultati di Arezzo Sezione 4 CORI - 1° premio ex aequo: SALT LAKE VOCAL ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti) - CHAMBER CHOIR COLLEGIUM MUSICALE – Tallin (Estonia) 2° premio: CHAMBER CHOIR VOX GAUDIOSA Tokyo (Giappone) - 3° premio: MANNHEIM CHAMBER CHOIR – Mannheim (Germania) La Giuria ha altresì decretato l’assegnazione del PREMIO SPECIALE per la migliore esecuzione del brano d’obbligo (Sez 3 e 4) al coro SALT LAKE VOCAL ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti) Sezione 5 CORI DI VOCI BIANCHE 1° premio: NON ASSEGNATO - 2° premio: CHILDREN’S CHOIR GLORIA -Zhytomyr (Ukraine) Sezione 6 RASSEGNA PER PERIODI STORICI 12 PREMIO SPECIALE periodo storico B (polifonia a cappella dal 1450 al 1600, da 4 a 8 voci): CHAMBER CHOIR VOX GAUDIOSA -Tokyo (Giappone) PREMIO SPECIALE periodo storico C (Polifonia a cappella con o senza basso continuo dal 1600 al 1750): WILLIAM BYRD CONSORT - Riga (Lettonia) PREMIO SPECIALE periodo storico D (Polifonia classico-romantica con o senza strumenti) ex aequo: SALT LAKE VOCAL ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti) - CHAMBER CHOIR COLLEGIUM MUSICALE -Tallin (Estonia) PREMIO SPECIALE periodo storico E (polifonia dall’ impressionismo ai giorni nostri con o senza strumenti) ex aequo: CHAMBER CHOIR VOX GAUDIOSA Tokyo (Giappone) - SALT LAKE VOCAL ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti) Sezione 7 MUSICA CORALE CONTEMPORANEA PREMIO SPECIALE: CHAMBER CHOIR COLLEGIUM MUSICALE -Tallin (Estonia) Sezione 8 FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CANTO POPOLARE Premio assegnato dal pubblico al coro: INSTITUT TEKNOLOGI BANDUNG CHOIR -Bandung (Indonesia) Premio assegnato da una commissione d’ascolto, ex aequo ai cori: CORO TONOS HUMANOS - Medellin (Colombia) - CATHEDRAL BOY’S CHOIR PUERI CANTORES TARNOVIENSES -Tarnów (Polonia) 28° Concorso Nazionale “Guido d’Arezzo” 1° premio: CORO DA CAMERA DI VARESE - Varese 2° premio: CORO DELLA VIRGOLA - Pescara 3° premio : CORO CLARA SCHUMANN - Trieste Soavi melodie nel nome di Maria di A.B. E’ noto che la Messa delle 11 di ogni prima domenica del mese è un appuntamento ambiìo a Monte Berico, innanzitutto per i fedeli, che affollano letteralmente la navata della Basilica, conferendo un tono solenne alla liturgia, celebrata di solito dal padre Priore della Comunità dei Servi di Maria e accompagnata dai canti della Cappella musicale Monte Berico. Questa tradizione dura da molti anni, da quando P. Ruggero Pitton aveva fondato il coro, che dalla Basilica prende il nome, ed è tuttora molto viva e sentita, per la cura particolare con cui le cerimonie e i canti vengono predisposti ed eseguiti, in un contesto carico di fede semplice e di partecipazione, come si verifica sempre nei grandi santuari mariani. Da tredici anni la Consulta provinciale Asac di Vicenza ha pensato di inserire in questa affermata tradizione una rassegna corale, intesa come partecipazione allargata di cori della Provincia, i quali intervengono ad animare la liturgia delle 11 di tutte le domeniche di maggio, il mese mariano per eccellenza. Quest’anno si sono succeduti cinque cori: la “Cappella Musicale Monte Berico”, diretta da Cristiano I cori per l’Abruzzo Lancerotto; la “Schola Cantorum Lorenzo Perosi” di Camisano Vicentino, diretta da Luciano Ferrari; il “Gruppo Corale di Bolzano Vicentino”, diretto da Francesco Grigolo; il “Gruppo Vocale Polifomnia” di Torri di Quartesolo, diretto da Silvia Fabbian; il “Coro Polifonico S. Biagio” di Montorso Vicentino, diretto da Francesco Grigolo. Tutti hanno fatto onore al ruolo che si erano assunti di guidare l’assemblea e di dare giusta luce al servizio liturgico cantato, come sarebbe conveniente fare in ogni tempo, ma soprattutto nell’attuale, allorché si sta smarrendo da più parti la traccia della grande tradizione gregoriana e polifonica, resa illustre dai maggiori compositori della musica sacra antichi e moderni. I cori partecipanti hanno dato un esempio di animazione liturgica eseguita con proprietà e dignità, sotto la guida di maestri preparati e competenti nella scelta degli autori e dei brani e nella prassi esecutiva. A coronamento dell’intera rassegna si è tenuto, sabato 21 maggio, sempre nella Basilica di Monte Berico, un concerto presentato da due cori vicentini Al fine di utilizzare i fondi raccolti dalla Feniarco è stata concordata la messa a punto di un progetto culturale unitario e condiviso, articolato in una serie di attività, tutte mirate alla formazione, alla produzione e all’innalzamento del livello musicale dei 14 cori coinvolti. Il progetto prevede: • l’organizzazione di 10 concerti, distribuiti nel corso di un anno, a L’aquila, nelle frazioni di Paganica e di Tempera, e nei comuni sedi dei cori (Tornimparte, Barisciano, Villa S. Angelo, Castel del Monte, Castelvecchio Subequo e Rocca di mezzo), coinvolgendo anche altri cori della nostra Associazione regionale. • La produzione di 3 CD con repertorio tematico (canti natalizi, polifonici, popolari, con particolare riguardo al repertorio emergenti nel panorama regionale e nazionale: “Coenobium Vocale” diretto da Maria Dal Bianco e “Ensemble La Rose” diretto da José Borgo. Dopo una pregevole introduzione cantata, offerta dalla “Cappella Musicale Monte Berico” diretta da Cristiano Lancerotto, i cori ospiti si sono esibiti, dapprima singolarmente e poi a ranghi uniti, in un repertorio prevalentemente mariano dal XV al XX secolo, con grandi autori, come F. de Penalosa, G. Croce, E. Grieg, F. Biebl, H.G. Bastian, J. Busto, R. Real, M. Kocsar, K. Nystedt, A. Alcaraz, B. Britten, M. Duruflé, M. Lauridsen e G. Bonato. La perizia tecnica e l’esperienza dei direttori, due donne straordinarie per dedizione e bravura, hanno condotto i cori ad offrire il meglio della vocalità e della espressività, in un crescendo di emozioni sonore, che hanno indotto nel numeroso pubblico presente una partecipazione entusiastica e calorosa. E’ veramente il caso di augurarci “ad multos annos!…” per questa rassegna mariana a Monte Berico, voluta e organizzata dalla Consulta provinciale Asac di Vicenza e giunta alla 13a edizione. 13 a Rassegna corale Monte Berico In merito al repertorio ascoltato, mi preme fare una considerazione. Secondo me occorre distinguere tra i brani da affrontare come studio, per far crescere il coro o per ampliarne le conoscenze o semplicemente per appagare i gusti di cantori e/o direttore e quelli da portare a un concorso. In quest’ultimo caso, penso che ogni direttore dovrebbe scegliere il programma con l’idea e il fine ultimo di mettere in risalto le doti del suo gruppo e nasconderne gli eventuali difetti o punti abruzzese) da raccogliere in un cofanetto. • L’organizzazione di 4 incontri e seminari di formazione sulla tecnica vocale, la direzione, l’interpretazione e i repertori. • La pubblicazione di un libro contenente le notizie relative ai cori coinvolti e ai luoghi dove esplicano la propria attività, nonché tutti gli atti e i materiali prodotti nel corso del progetto. In questo modo il contributo raccolto potrà essere impiegato nella maniera più utile e produttiva, lasciando anche una traccia tangibile e duratura nella pubblicazione finale e nelle registrazioni dei canti su CD, ma soprattutto ponendo in essere le basi per una straordinaria esperienza di crescita culturale collettiva, ricca di implicazioni umane e sociali. E solo Dio sa quanto il territorio ne abbia bisogno in questo difficile momento, in cui si sperimenta la pena quotidiana del dopo terremoto. Vincenzo Vivio 13 Efrem Casagrande, uomo e artista A vent’anni dalla morte del fondatore dell’Asac di Camillo De Biasi Senza ulteriori esitazioni, dopo il saluto, mi disse: «Aspetta!». Quindi si avvicinò ad una libreria dalla quale estrasse i “33 canti popolari”, aprì il volumetto dalla copertina arancione verso la fine, si spostò al pianoforte e cominciò a suonare. Era ”Staimi atènz! Canto spirituale friulano” nell’armonizzazione per coro misto che aveva composto alcuni anni prima. Mentre suonava da grande artista, fischiettando ed affermato maestro dal nome altisonante di Efrem Casagrande. Ebbene, durante una prova in prossimità di una festa, ricevetti uno schiaffo sonoro dal maestro. Schiaffo che mi brucia ancora e che anche lui ricordava anche se, ovviamente, il tempo ha cancellato il motivo e non rammento più se era per chiacchiere, per distrazione o, più probabilmente, per un attacco errato di tutto il coro che aveva infuriato il maestro il quale se l’era presa con il primo corista a lui più vicino che era appunto: «Camìo! E…tasi!». Durante il periodo del Seminario non ebbi altri incontri con lui se non di sfuggita. Una sera, dopo una tournée nei paesi nordici, sotto l’invito di monsignor Giuseppe De Biasi - al quale non poteva dire di no in quanto era suo figlioccio - venne nel nostro istituto, in occasione di S. Cecilia, a tenere un recital pianistico: un evento indimenticabile soprattutto per l’intensità dell’interpretazione di alcuni notturni di Chopin. Mi salutò con un sorriso quando, salito sul palco per ringraziare il coro del seminario che aveva eseguito in suo onore - sebbene non troppo brillantemente - il mottetto natalizio “Lux fulgebit”, mi passò davanti per svanire poi tra le personalità e il folto pubblico accorso per l’occasione. Lo reincontrai dopo alcuni anni nell’ambito della coralità, come presidente dell’Asac. Presa da poco tempo la direzione del coro Monte Cimon di Miane, andai ad invitarlo perché venisse ad ascoltare il coro e dirmi se potevo presentarmi al concorso corale di Vittorio Veneto che lui aveva fondato da poco. Mi accolse a casa sua come un vecchio amico, volle che gli dessi del «tu» e ascoltò con interesse i programmi del coro. Andai a prenderlo a casa. Mi confidò che aveva la patente, ma che non aveva mai guidato. A Miane fu accolto con gran calore, ma, ascoltati due brani, mi suggerì di iniettare alcune flebo di “vin Clinto” al coro e affermò che bastava così. Alla mia richiesta se potevamo partecipare al concorso, non mi volle rispondere. Più avanti negli anni sarei stato ben in grado di interpretare quel suo atteggiamento che lo portava, di fronte agli amici, a sorvolare piuttosto di emettere un giudizio negativo. E allora, anche se non avevamo capito a sufficienza la reale situazione corale, si andò a bere e a cantare all’osteria del Contadino a Combai per tutta la notte. Altri rapporti s’erano venuti a creare quando nel 1981 fu nominato direttore del Conservatorio Commosso ricordo di un grande personaggio della coralità veneta In ricordo come al solito la melodia del soprano, il suo volto era come illuminato e così compreso che quando alla fine appoggiò le mani sull’accordo di sol minore per alcuni momenti rimase lì in profondo silenzio. Tra me e lui si era instaurata una profonda corrente di partecipazione emotiva come succede nelle grandi esecuzioni: i suoi occhi erano umidi ed io senza parole. Mi guardò e con voce commossa mi disse: - «Questo è il mio saluto!». E lo ritenni tale, quasi come un testamento spirituale. Sentiva che quel Natale, che di lì a pochi giorni si sarebbe celebrato, era per lui l’ultimo e con me voleva ancora una volta fare esplicita professione di fede nel ”nestri Signor” che era nato e morto per “tanc di lor!”, quindi anche per lui. Ci abbracciammo senza parole, gli chiesi in regalo il volume e me ne andai con le lacrime agli occhi. Lo rividi una ventina di giorni dopo. Mi disse: - «Bisogna che mi prepari, è ormai arrivata l’ora!». E una settimana dopo, ormai allettato, in preda alla sofferenza, mi accolse dicendo con un filo di voce che era tutto a posto! «Ieri, Don Angelo mi ha confessato e mi ha portato la comunione. Ora sono pronto!». Ci abbracciammo a lungo in silenzio, gli diedi un bacio e un «Ciao Efrem!», un saluto che non ho più dimenticato. Ogni tanto mi chiedo come mai aveva confidato a me quella sua parte dell’anima che era nascosta ai più, tanto è vero che pubblicamente aveva indossato una maschera di commentatore boccaccesco, anticlericale, dissacratore e bestemmiatore, ma che toglieva in mia presenza, quasi fossi per lui un super io. I miei rapporti con Efrem risalivano al tempo in cui, a sei anni, fui introdotto dal cappellano di allora tra i cantorini nella corale del Duomo di Ceneda che in alcune solenni festività (Pasqua, la festa dell’Assunta) veniva diretta da un giovane 14 Venezze di Rovigo dove insegnavo da tre anni. Un impegno per lui faticoso, non abituato ai ritmi di ufficio e soprattutto a quelli della burocrazia, per cui spesso si trovava in contrasto con la segreteria e soprattutto con la vicedirettrice d’allora che lo spronava con tale insistenza che ad un tratto scoppiò e decise di stare a casa ammalato. Ma era tale il suo disgusto verso l’istituzione che non volle neppure telefonare del suo stato di malattia, ma affidò a me l’incarico di tale annuncio. Ritornò alla direzione verso la fine dell’anno, a maggio per assistere ai saggi ed agli esami, ma aveva ormai compromessa la sua presenza a Rovigo per cui fu giocoforza del ministero di non rinnovargli l’incarico in quella città, bensì a Cosenza. E dispetto per dispetto, accettò l’incarico, si presentò in terra ionica, ma dopo una settimana diede le dimissioni e chiuse così la sua carriera direttoriale. Fu durante quel periodo che lo conobbi a fondo ed ebbi con lui lunghi colloqui durante i quali a poco a poco aprì il suo animo. Ricordo che a monte di una sparata, durante una cena a casa mia, con cui affermava di aver lasciato la direzione dell’orchestra di Amsterdam, prima, e di Città del Capo, poi, - titolo acquisito attraverso pubblico concorso -, per la mancanza dei fagioli, mi confidò in seguito che la paura era così tanta nell’affrontare il pubblico da rinunciare alla carriera concertistica, trovando maggiore soddisfazione professionale e finanziaria nel ruolo di ispettore musicale della RAI nel momento in cui l’azienda stava aprendosi alla televisione. Punto di riferimento musicale importante era rimasto, tuttavia, il concorso lirico “Voci nove” di Busseto nel quale ricopriva il ruolo di pianista accompagnatore, attività che svolgeva con grande perizia e passione. E spinto dalla mia insistenza con la quale cercavo di capire come di fronte ad una luminosa carriera musicale si fosse “ridotto” a presidente dell’Asac, mi disse che andava bene così. Senza dubbio la considerazione con cui era tenuto nell’ambito della coralità lo compensava del mancato impegno concertistico, che non s’era mai spento. Tanto è vero che quando fu inviato dal ministero in Giappone per delle conferenze sulla lirica, diceva a tutti con orgoglio: «Sono stato scelto dal computer!» - come a dire - «Sono ancora il migliore!». La presidenza dell’Asac non era una carica onorifica, ma una realtà che penetrava la sua vita di uomo sociale e di artista. La coralità, infatti, per lui era una grande famiglia di cui si sentiva padre e padrone, sempre con l’aiuto servizievole di Gianni Colussi per le faccende pratiche, titolo conseguente della sua alta considerazione artistica di musicista. E mi vengono in mente tanti episodi che si aprono nella memoria come un libro illustrato con delle brevi didascalie: Efrem che sorridente accoglie i membri del Consiglio direttivo; Efrem arrabbiato che batte il pugno sul tavolo; Efrem che con manifestato orgoglio sovrintende il Concorso corale di Vittorio Veneto; Efrem che tra tanti amici musicisti presiede il concorso di elaborazione dei canti di tradizione orale; Efrem… Efre… Efr… la cui bara s’inoltra e sparisce pian piano lungo via Cenedese, portata a spalle dagli alpini del “suo” coro Ana di Vittorio, mentre ancora non s’era persa l’eco del canto finale “… lascialo andare per le tue montagne!”. E se la memoria rende ancora viva la figura di un uomo, Efrem è più vivo che mai. Lo ricordano il premio a lui intitolato nel Concorso corale, diverse iniziative nel 20° della morte - come l’istituzione di un fondo delle sue opere nella biblioteca di Vittorio Veneto -, ma soprattutto coloro che l’hanno stimato ed amato. E per chi avesse qualche vuoto di memoria, nel cimitero di Ceneda può rivedere il suo volto, accanto all’amata Rina, sorridente, anche se un po’ sarcastico, in atteggiamento di saluto cordiale, come lo è per me quando lo vado a trovare e mi dice: «Ciao, Camìo, no’ sta far ‘l mona!». 15 Terzo al Concorso internazionale per giovani direttori di coro a Budapest, organizzato da Europa Cantat, l’Associazione dei cori europei. È il risultato ottenuto nella sesta edizione della manifestazione da Matteo Valbusa, il giovane musicista veronese che ha partecipato alla impegnativa competizione intitolata a Franz Liszt nei 200 anni dalla nascita e 125 dalla morte. Valbusa è stato l’unico italiano tra i 17 partecipanti alle fasi finali svoltesi nel Castello dei cori ungheresi di Pomaz (eliminatorie e semifinale) e nel Palazzo del Danubio in centro a Budapest. Terzo premio al concorso di Budapest Buone notizie dall’Ungheria Con lui concorrevano direttori provenienti da tutto il mondo. In giuria alcune personalità di spicco della coralità internazionale: Johannes Prinz, direttore dei “Wiener Singverein”; Eva Kollar, direttrice del “Budapest Monteverdi Choir”; Simon Carrington, cofondatore dei “King’s Singers”; David Galvez Pintado; Peter Perens; Laszlo Heltay, fondatore dell’”Academy Chorus of St Martin in the Fields”; Theodora Pavlovitch, vicepresidente della Federazione internazionale dei cori. Il repertorio del concorso comprendeva 25 brani corali a cappella, dal Rinascimento alla musica contemporanea, divisi in cinque round per tre giorni. In ogni round i direttori si trovavano a dirigere diversi cori ungheresi di altissimo livello, fino alla finale nella quale hanno gareggiato solo in sei. Le prove consistevano nel concertare per quindici minuti un brano estratto a sorte per ogni round. Nel primo round Matteo Valbusa ha diretto il “Discantus Vocal Ensemble”, gruppo di cantanti specializzato in musica antica. Nel secondo round, il mitico “Budapest Monteverdi Choir”, già vincitore di numerosissimi premi internazionali, e nel 16 primo round della semifinale il coro maschile “Honvéd MaleChoir”, eccezionale macchina di suono. Nel secondo round, con le celebri Laudi alla VergineMaria dai Quattro pezzi sacri di Giuseppe Verdi, le sezioni femminili del “Debrecen Kodàly Chorus”. In finale Valbusa ha dovuto dirigere il mitico Coro della Radio ungherese in un concerto pubblico su un repertorio di musica contemporanea. Il brano obbligatorio per tutti era Luxuriosa res dalle Parabolae Salomonis di Zdenek Lukas. Dall’estrazione del secondo brano, tra una rosa di sei pezzi contemporanei, a Valbusa è toccato Song of praise di Knut Nystedt, ultimo brano in programma, che chiudeva il concerto. L’evento, tenutosi nella sala del Danu Palace, è stato un grande successo e il giovane direttore veronese ha avuto l’onore e l’onere di chiudere il concerto. Nel folto pubblico, molte le personalità del mondo corale internazionale, la commissione artistica di “Europa Cantat” al completo e molti direttori e musicisti di tutto il mondo. Veneti sin risalto al Grand Prix Vallèe d’Aoste Nel grande Palais de Saint Vincent, dal 22 al 24 settembre scorsi, si è svolta la prima edizione del “Grand Prix Vallèe d’Aoste”, concorso internazionale biennale di canto corale riservato a cori risultati vincitori di un primo premio negli ultimi cinque anni ad un concorso corale nazionale o internazionale. Dopo un’accurata selezione, al concorso sono stati ammessi dieci complessi: “Ensemble Vocale Calycanthus” diretto dal M° Pietro Ferrario, “Preludiu Choir” del M° Voicu Enachescu (Romania), “Les Notes Fleuries du Grand Paradis” del M° Ornella Mannella (Aosta), “Genova Vocal Ensemble” del M° Roberta Paraninfo, “Gruppo Corale Licabella” diretto dal M° Flora Anna Spreafico, Coro “Città di Piazzola sul Brenta” diretto dal M° Paolo Piana, “ValVokalna Akademija Liubljana” del M° Stojan Kuret (Slovenia), “Vocalia Consort” diretta dal M° Marco Berrini, Coro “Voci del Pasubio” di Isola Vicentina diretto dal M° Alessandro Costa, “Complesso Vocale di Nuoro” del M° Franca Floris. Il programma del concorso prevedeva due serate di qualificazione nelle quali i cori si sono contesi l’accesso alla serata di gala nella quale la giuria avrebbe decretato il vincitore del Gran Prix oltre ai vincitori dei premi speciali. Tra i dieci cori partecipanti solo tre sono stati ammessi alla finalissima: il “Complesso Vocale di Nuoro”, il Coro “Città di Piazzola sul Brenta” e il “Val” di Liubljana. Al termine della serata di gala, la giuria presieduta dal M° Filippo Maria Bressan e composta da Jacques Barbier (Francia), Giovanni Bonato (Italia), Francisco Grau Vegara (Spagna), Eugeniusz Kus (Polonia), ha decretato quanto segue: i premi per la migliore esecuzione del brano d’obbligo popolare valdostano (Le Prisonnier) e per la migliore elaborazione corale inedita di un altro brano della tradizione valdostana sono stati assegnati al coro “Vocalia Consort” diretto dal M° Marco Berrini che, presentando una nuova elaborazione de La blonde di Mauro Zuccante, dona indirettamente una nota di prestigio anche alla musica veneta. Il premio per il coro designato dal pubblico è andato al locale “Les Notes Fleuries”, mentre il premio per il miglior direttore non è stato assegnato. Le note positive per la coralità veneta sono continuate al momento dell’assegnazione dei premi maggiori: il premio per il coro italiano con il miglior punteggio è andato al coro “”Città di Piazzola sul Brenta” che ha ottenuto anche il secondo posto assoluto in classifica generale, preceduto solo dal pluripremiato coro “Val- Vokalna Akademija Liubljana” di Stojan Kuret che si è aggiudicato il Grand Prix. L’onore e la soddisfazione per il secondo posto del coro “Città di Piazzola sul Brenta”, alla sua prima esperienza in assoluto a livello internazionale, premiano il grande lavoro sulla fusione e l’armonico equilibrio delle voci che il M° Paolo Piana sta curando da anni con il suo coro. Grazie a questo risultato, non solo il complesso di Piazzola, ma insieme a esso anche la coralità veneta, sono saliti su un podio internazionale a un passo da un coro prestigioso come quello del M° Kuret. Il secondo posto conquistato dal coro del M° Piana, commissario artistico regionale, è un risultato che premia anche il grande lavoro che l’Asac svolge da più di trent’anni per sostenere, promuovere ed incentivare la passione per la musica corale nel Veneto. Un prestigioso riconoscimento Matteo Valbusa sul podio dei direttori di Europa Cantat 17 Lorenzo Fattambrini di Renzo Toffoli e Camillo De Biasi Il fine maggio scorso, Motta di Livenza è stata al centro di due eventi importanti per la vita musicale della città e del territorio veneto: sabato 28 s’è svolto nella Basilica Santuario Madonna dei Miracoli il concerto per soli, coro ed orchestra in commemorazione del 40° anniversario della fondazione del coro “Luca Luchesi”, cappella musicale della suddetta chiesa, mentre domenica 29 è stato inaugurato il “Fondo Granzotto” contenente molte opere di Andrea Luca Luchesi , musicista nato a Motta di Livenza nel 1741 e morto a Bonn nel 1801, dal quale il coro mottense ha mutuato il nome fin dal 1971. Nel primo appuntamento, più partecipato, il coro “Luca Luchesi”, l’orchestra “Gruppo d’archi Veneto” ed i solisti impegnati, sotto l’efficace e appassionata direzione del M° Renzo Toffoli, hanno eseguito di Luchesi i mottetti Leves aureae, definito da Burney “stupendo”, Cantemus Domino e Jubilate Deo, il mirabile Kyrie di Dresda, il veneziano Stabat mater, concludendo con l’ouverture e il coro finale dell’oratorio La passione di Gesù Cristo. Nel secondo, destinato comunque a lasciare un segno tangibile e duraturo per l’avvenire, è stato presentato un importante lascito librario-musicale denominato “Fondo Granzotto”, in ricordo di Agostino Granzotto, violinista, direttore di coro, collaboratore di “Musica Insieme” e, soprattutto, negli ultimi vent’anni di vita, ricercatore e trascrittore di musiche da manoscritti inediti. Questo lavoro, noto purtroppo solo in ambito specialistico, ma di grande importanza per i musicisti che devono “fare musica”, costituisce il prezioso lascito che gli eredi del maestro hanno generosamente donato alla città di Motta di Livenza. Il “Fondo Granzotto”, inventariato e catalogato con perizia da Renzo Toffoli, è diviso in due grandi parti: una è formata dalle musiche edite, ossia da tutti i libri in commercio acquistati dal maestro Granzotto, l’altra comprende le musiche inedite trascritte da manoscritti giacenti presso biblioteche con fondi antichi. Se un centinaio sono le opere di Luchesi, le altre 85 trascrizioni appartengono a vari autori, alcuni anonimi del Sette/Ottocento, e ad altri musicisti, tra cui spiccano i nomi di Bertoni, Carobolante, Czerny, Fontebasso, Galuppi, Marcello. Ricordiamo, per rendersi conto del lavoro immane compiuto, che le biblioteche e gli archivi da cui provengono i manoscritti trascritti e digitalizzati dal maestro Granzotto sono quasi una ventina: un cospicuo numero delle composizioni del musicista mottense proviene dalla Biblioteca Estense di Modena, nella quale è ricollocato in Dal ‘700 al ‘900 Un felice binomio a futura memoria per Motta di Livenza 18 buona parte l’archivio del Principe Elettore di Bonn, presso il quale Andrea Luca Luchesi prestò servizio in qualità di maestro di cappella per molti anni. Altre provengono dalle località più disparate: dalla Biblioteca Nazionale di Trento alla Library of Congress di Washington, dalla Biblioteca Civica di Treviso alle Biblioteche dei Conservatori di Parigi, di Venezia, ecc. Tutto questo materiale, che occupa un’intera stanza della Fondazione Giacomini a Motta di Livenza, catalogato e raccolto in 230 cartelle numerate, rappresenta una ricchezza notevole, che grazie all’opera dell’indimenticabile Agostino Granzotto, attende di essere consultata da musicisti impegnati in cori, orchestre e scuole di musica. Per notizie più approfondite cfr. • G. Taboga, A. Luchesi, Maestro di cappella del principato di Colonia a Bonn, Restauri di Marca n.3 (ediz. special), Villorba/Treviso aprile 1993 • G. Taboga, Andrea Luchesi e i miti di Mozart, Haydn e Beethoven, Episteme No. 4, settembre 2001 Lorenzo Fattambrini ha compiuto gli studi musicali presso il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo, diplomandosi in canto (1993) e in musica corale e direzione di coro (1994). Nel 2007 ha conseguito il diploma e l’abilitazione in didattica della musica al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza. Personalità musicale eclettica, ha collaborato con diversi artisti e musicisti, confrontandosi con vari generi musicali, dalla musica antica al pop, al jazz, alla world music, con una particolare attenzione per la musica vocale. Ha realizzato diverse incisioni discografiche e partecipato a varie trasmissioni radiofoniche e televisive. Ha ricevuto a Grosseto nel 1997 il premio “Quartetto Cetra” per gli arrangiamenti e la rivisitazione in chiave moderna del repertorio dei più noti gruppi vocali, italiani e non, dagli anni ‘40 ad oggi. In ambito vocale e corale, dopo aver seguito diverse altre formazioni, dal 2001 è direttore artistico del coro “Città di Thiene”. E’ inoltre vivace ideatore di progetti artistici originali, dalla propedeutica (laboratori corali per le scuole) al concertismo, con gruppi vocali classico-sperimentali (Ottavagiusta) e formazioni vocali d’assieme di tipo pop-jazz (Blue Pop Quartet, Imt Vocal Project, N’Tee Singers, 3DM Trio, Vocal Syndicate ed altri). Come preparatore vocale, ha curato l’allestimento di spettacoli e musicals, tra i quali va citata nel 2010 una pregevole realizzazione di “Jesus Christ Superstar” di Webber/Rice, nel quarantennale dalla prima edizione. Si occupa di didattica musicale per le scuole ed è insegnante di educazione musicale per la scuola secondaria di primo e secondo grado; è responsabile del dipartimento di canto e vocalità moderna dell’Istituto musicale veneto “Città di Thiene”; ha collaborato con il settore musica sacra dell’Ufficio liturgico della Diocesi di Vicenza; è inoltre attivo come arrangiatore e compositore di musiche di varia sonorizzazione, per coro e per strumenti; dedica una parte delle proprie composizioni ad organici poco frequenti; in particolare è significativa la produzione relativa alla riscoperta della fisarmonica e tra le varie carte da musica di Fattambrini va senz’altro ricordata la composizione “Spiritus Domini” per coro, fisarmonica e archi che è stata insignita anche del primo premio al concorso di composizione “ManticEVoce” di Quero (BL). La Partitura: Veni Creator Spiritus Lorenzo Fattambrini Un segreto a lungo custodito Musica: Lorenzo Fattambrini Testo: Cristina Lanaro Note d’autore Veni Creator Spiritus Il Veni Creator viene cantato, oltre che a Pentecoste, anche in celebrazioni di una certa solennità. Lo Spiritus (in aramaico “ruhat” che significa respiro, vento, soffio, aria, energia che, partendo da Dio, raggiunge persone e cose) viene invocato come afflato che crea e apre le menti, accende l’amore nei cuori, fonte viva, fuoco, amore, unzione santa e gioia di vita. L’idea di questa composizione è scaturita dalla necessità di creare una sorta di prologo per un concerto spirituale: l’antico inno di invocazione dello Spirito Santo, attribuito a Rabano Mauro (IX sec), si prestava perfettamente all’uopo. La melodia stessa, ben conosciuta dalle assemblee liturgiche, ha in sé uno slancio mistico di grande respiro: già molte volte infatti e stata utilizzata come pretesto per composizioni più ampie (da Bach a Mahler la letteratura musicale è ricca di esempi). Il brano proposto, per coro misto, non ha velleità di porsi a confronto con monumenti illustri, bensì risponde all’esigenza di “creare la giusta contestualizzazione” per un concerto di musica sacra. Un occhio attento noterà la scelta di evitare modulazioni verso altri poli tonali rispetto l’impianto modale originale: ciò è giustificato dalla ricerca di un effetto rassicurante per l’ascoltatore, al fine di predisporre gli animi a contenuti non solo estetici ma anche profondi, conducendo a luoghi dove il suono è veicolo spirituale, nel senso più letterale del termine. I nostri compositori Andrea Luchesi e Agostino Granzotto 19 VENI CREATOR SPIRITUS L.Fattambrini (2009) sulla melodia dell'Inno di Rabanus Maurus Mistico UOMINI jÏ j j j jÏ Ï Ï Ï jÏ Ï b b b SCHOLA j j j b Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ïj Ïj Ï Ï Ï Ïj Ï Ïj Ï Ï Ï Ïj j Ï V Ï Ï ÏÏÏ ÏÏ J Ï Ï Ï ÏJJ Ï Ï A s Ve - ni, cre - a - tor Spi - ri - tus, men - tes tu - o - rum vi - si - ta, Note d’autore Il coro: sezione femminile centrata e sezione maschile preferibilmente distribuita in modo spazializzato lateralmente; l’intero coro misto risulterà comunque disposto a semicerchio, anche avvolgendo il pubblico ove possibile (metafora che riporta all’idea che lo Spiritus soffia su ogni cosa); una porzione centrale sarà occupata da due piccoli gruppi di voci pari, maschile e femminile (SCHOLA). L’inizio del brano è affidato alla SCHOLA di cantori della sezione maschile, quasi a recuperare l’effetto dell’originale canto monodico. Dopo l’esposizione del primo verso, l’espediente del coro spazializzato maschile, dove alcune voci designate si assesteranno su specifiche note (evidenziate dalle cifre numeriche 1-2-3-4-5) che dovranno essere tenute fino alla fine dell’episodio A, creando nel contempo un cluster scaturito dalla sovrapposizione delle varie fasce sonore. Da questo effetto d’insieme, quasi l’immagine dello Spiritus che aleggia sul caos prima dell’azione creatrice di Dio, scaturisce il canto nuovamente monodico del terzo verso (sezione B) affidato questa volta alla SCHOLA FEMMINILE: le voci maschili possibilmente dovrebbero prolungare il cluster raggiunto alla fine della sezione A sfumandolo gradualmente fino a disperdersi per lasciare completamente lo spazio alla melodia proposta dalle voci femminili. Nella sezione successiva (C) il canto, sempre affidato alla SCHOLA femminile, viene qui però introdotto e accompagnato in sottofondo dalle voci maschili in una sorta di ostinato ottenuto dalla reiterazione dell’invocazione “veni”, quasi un mantra archetipico con funzione meditativa. E’ il momento in cui la luce comincia a manifestarsi (“Accende lumen sensibus / infonde amore cordibus…”): il risultato sonoro globale dovrà essere il più soave e cristallino possibile. I suoni conclusivi della sezione C potrebbero essere alla fine tenuti e sfumati solo dopo che la sezione D si sarà avviata: in generale sarebbe opportuno che tutte le sezioni confluissero l’una nell’altra senza soluzione di continuità. La ripetizione della parola “veni” passa quindi come testimone alle voci femminili dando inizio al nuovo episodio (sez. D, “Hostem repellas longius”). Le voci maschili ingaggiano una battaglia in stile imitativo/canonico, grazie alla quale emergeranno delle dissonanze derivanti dallo scontro tra le linee melodiche di bassi e tenori: è la lotta contro il nemico arcano che si ripresenta inevitabilmente e che sarà vinto solo se il fedele si lascerà guidare dallo Spiritus. Nell’ultimo verso infatti (sez. E) si rivela il potere della sapienza donata dallo Spiritus: conoscere finalmente la Trinità, premio per colui che crede. La melodia ritorna alle luminose voci femminili, dipanandosi 20 V in un bicinium tra soprano e alto: ancora è presente il mantra delle voci maschili sulla parola “veni” leggermente variando il sapore armonico rispetto alle precedenti ripetizioni, grazie ad una verticalità più libera e sciolta da vincoli di eccessivo rigore “scolastico”. Chiude il brano un “Amen” armonizzato, solennemente ricavato dall’originale. b j V b b b Ïj Ï Ï Qui ? bb b Ï b J s Un segreto a lungo custodito Nel 2007, grazie ad una collaborazione nata tra L’Associazione corale “Città di Thiene” e il Circolo teatrale “La Zonta” di Thiene, si prospettò l’opportunità di creare le musiche di scena per una rappresentazione de “I pettegolezzi delle donne” di Carlo Goldoni, in occasione del 300° anniversario della nascita. Si optò quindi per una riduzione dell’originale goldoniano in dieci quadri, ciascuno dei quali avrebbe dovuto essere introdotto da un brano corale. L’organico scelto fu quanto mai indovinato, dato l’argomento principale dell’opera teatrale: coro femminile a 3-4 voci, soprano solista e accompagnamento di arpa. I testi dei brani, scritti dalla vivace penna di Cristina Lanaro, avevano la funzione di raccontare in una quartina gli avvenimenti della scena presentata di volta in volta. Gli stili musicali affrontati furono vari, dalla citazione vivaldiana fino all’uso di scale enigmatiche e materiali atonali, senza disdegnare gighe e danze rappresentative. Il coro proposto in questo numero di “Musica Insieme” si colloca quasi all’inizio della pièce teatrale, in particolare prima della scena seconda dove si assiste alla divulgazione pettegola, da parte delle comari, di un supposto segreto oscuro che pende sul passato della protagonista, Checchina, promessa sposa al giovane Beppe. Naturalmente la chiacchiera si rivelerà falsa solo dopo aver dato origine ad una serie infinità di malintesi e fraintendimenti che metteranno a rischio le previste nozze. Il testo di questo coro II è quasi idiosincratico nei confronti di un certo modello ricorrente di donna-pettegola: “Un segreto a lungo custodito / in bocca ad una donna è ora finito: / nessuno del futuro può essere certo / finché quel forno rimarrà aperto!” Il brano è semplice e di facile esecuzione: il metro ternario si presta a ben rappresentare una certa irrequietezza d’animo, la qual cosa viene verso la fine esplicitata dal rincorrersi imitativo delle tre linee melodiche in una scala discendente che non lascia presagire nulla di buono. Non ci sono modulazioni tonali che possano destare preoccupazioni particolari: anche ai fini della solmisazione il brano si presenta assai praticabile. L’accompagnamento è stato previsto per arpa ma potrà agilmente essere realizzato da un pianoforte. Ï di - ce Ï J Ï 1 2 ? b b b w- w- Ï b J J Qui di - ce... bb Vbb bb j Vbb Ï Ï ? bb b b fons Ï Ï Ï J Pa - ra - cli - tus, Ï Ï J Pa ris - j Ï Ï 4- 5 w J w ra - cli - tus, al vus... 2 w- Ï - i.. gnis... ? bb b b ? bb b b tis - si - mi do... De... num De num Ï Ï mi do - Ï J Ï J 5 w- i... Ï - i, 1 3 w- Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï w- Ï Ï UÏ J J J J Cha - ri - tas... U 4 Ï Ï Ï Ï w-2 Ï Ï Ï Ï Ï Ï J J J J spi - ri - spi - ri... Tu sep - ti bb Vbb j Ï et... j b & b b b Ïj Ïj Ï Ï Ïj Ï Ï Ï ÏJ Ï s & j Ï Ï J Ï U pec - to - ra. 4 wJ u 4 5 3 j j w ww- Ï - Ï Ï u Contemplativo SCHOLA DONNE bbbb j Ï j Ï tis - si... ? bb b b B qu¾ tu cre - a - sti, u 1 w- Ï vi... d j Ï JÏ 2 j w- j Ï al... Ï ris - 1j w- j Ï Ï - 3 w- di - ce s Qui Ad uso esclusivamente didattico per gli associati ASAC Alcune indicazioni bbbb 3 w- im - ple su - per - na gra - ti - a, - for - mis mu - ne - re, j j j Ï Ï Ïj Ïj Ï Ï Ï ÏJ JÏ Ï di - gi - tus pa - ter - n¾ U Ï Ï Ïj Ï Ï Ïj Ï Ï Ï Ïj Ïj Ï ser - mo - ne di - tans ta - lis... unc - ti - o... ta - lis unc - ti - o... w- j Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ïj Ïj Ï dex - te - r¾, tu ri - te pro - mis - sum Pa - tris C w gut - tu - ra. dolcemente scorrevole, in lontananza Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï bÏ Ï Ï Ï ta TENORE 1 dolcemente scorrevole, in lontananza ∑ TENORE 2 + BARITONO w ve - BASSO W ve - LF 2009 - ú - dolcemente scorrevole, in lontananza - - ve - ú ni... - ve ve ú ú - ni... ni... ve - ni... bú ú ve ta - - ni... - ni... ve - ú ú ni... - ni... VENI CREATOR SPIRITUS - L.Fattambrini j bb & b b Ïj Ïj Ï Ï Ïj Ï Ï Ï ÏJ Ï . FAc - cen - de lu - men sen - si - bus, VENI CREATOR SPIRITUS - L.Fattambrini j j Ï Ïj Ïj Ï Ï Ï Ï ÏJ w J ú SCHOLA DONNE in - fun - deIa - mo - rem & cor - di - bus, p bb V b b Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï bÏ Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï bÏ Ï Ï Ï p ? bb b ú b ve p ? bb b b ú ve ve - ni... - ve - - - ni... ve ú ú ni... ve bú ú ta - ni... - ta ni... ve - ve - ni... ve ú ú ni... ve ú ú ni... - - ma nos - tri ni... - ve - - ve - - - ni... ve ta ni... ve ú ú ni... ve - - - ni... bú ú - - - ni... ta - - ni... ve - - tu - te Þr - mans ? bb b ú b - ve - ni... - ? bb b b ú ve - ú ni... ve ú - ni... ve ú ve - - - ni... ve - ni... ve - - - - ni... per - pe - ti. molto rit. ve - ú - ni... ni... - molto- rit.ni... ve ni... ú ú ve - ú - - ú ú ú - ni... ve ve - - ni... ve - ú btaú - - - ni... ve - U ú - ú u - ni... b & b bb Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï D dolcemente scorrevole, in lontananza SOPRANO & bbbb ve - ni... ve - ni... ve - ni... ve - ni... ve ALTO Î - ni... úú .. 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A - - ú U - men. - Ï men. Ï U Ï ÏÏ ÏÏ ÏÏ ÏÏ Ï ÏÏ Î F A Ï. - A - Î Ï. F A - - men. - men. U Ï Ï Ï U bÏ Ï Ï ta - men. UN SEGRETO A LUNGO CUSTODITO coro n.2 per la commedia "I pettegolezzi delle donne" (1751) di C.Goldoni (1707-1793) per coro a 3/4 voci femminili e arpa # & 43 SI - SII ∑ # & 43 AI ∑ # & 43 A II ∑ ∑ # & 43 ∑ ∑ ∑ ∑ ∑ & Ï & 15 & # # o non Ï non ∑ ∑ ∑ ∑ # ∑ ∑ ∑ - gre - to - gre - ú ú gre Ï J Ï a Ï ú J - ra Ï Ï è se Ï Ï è # Ï Ï Ï Ï se Þ - ni - - Ï Ï è se Ï Ï to non - Ï Ï to - Ï ú Ï ú Ï J Ï lun - go cu - sto - di - non ä j Ï Ï Ï Ï Ï Ï. Ï Ï to; gre - to... j Ï ú è ú Ï Ï Ï Ï se - - Î Ï Ï ∑ Ï ú to Ï ú Î Î Ï Ï Ï Ï ú Un Ï Ï Î Ï Ï Ï Ï se Ï gre - to... & Î Ï ∑ Î Î ∑ Î Î Ï se Î Ï Ï su - no... Ï - nes Ï - su - no... nes - su - no... Ï Ï ä Ïj Ï Ï Ï Ï ú Ï Ï Î don - na ú gre - ú & Ï - è & to & Ï Ï Ï Ï Ï Ï ä J gre Ï Î to - Ï Ï Î Ï Ï & Î Î Î Î Î nes - Ï Ï nes - Ï Ï Ï Ï # ú - Î del Ï. - no... - Ï. j Ï Ï. 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Î Î Ü Ü Ü Î ∑ - ú. Î Î - sussurrato rˆ a - per - to! sussurrato Ü a - per - to! sussurrato Ü Ü Î a - per - to! rˆ ∑ ÏÏ ?# Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï gg ÏÏÏÏÏ Î Î gg ∑ ∑ ∑ ∑ gg ÏÏÏ ggg Ï Î Î gg Ï g ∑ Come ogni anno, oltre ai seminari che si svolgono da ottobre a maggio a Lonigo, i curatori del metodo funzionale Rohmert propongono un corso residenziale durante il periodo estivo. Per il secondo anno consecutivo la sede è stata l’Abbazia di Maguzzano in provincia di Brescia. Aiutati dai maestri Luciano Borin, Luciana Del Col e Morena D’Este i ventitre partecipanti provenienti tutti dall’alta Italia, dal Piemonte al Friuli, si sono “immersi” in una quattro giorni dedicata al tema “Oscillazioni e vibrazioni”. Come già nei seminari in corso d’anno e nei precedenti corsi estivi, il lavoro si è dimostrato subito molto coinvolgente e come sempre “piacevolmente destabilizzante”. Se hai delle certezze in campo musicale riguardo il tuo modo di cantare o riguardo la tua voce, se cerchi di imparare un nuovo “modo di cantare”, allora questo metodo non fa per te! Il prerequisito necessario per essere un allievo del metodo è: essere disposti a perdere, non aver paura di cambiare. Solo questo atteggiamento permette di scoprire nuove dimensioni dell’essere soggetti del nostro cantare. Essere disposti a mettersi in gioco con la propria voce (e non solo!), mettersi alla ricerca di “altro che è nascosto in noi”: questa è l’esperienza che sempre si percepisce affrontando questo metodo funzionale. Gli argomenti proposti hanno spaziato dalla voce parlata alla possibilità di entrare in risonanza anche coinvolgendo la corporeità. Aiutati anche dal suggestivo scenario che l’Abbazia offre con il suo meraviglioso parco affacciato sul lago di Garda, le vibrazioni non hanno tardato a manifestarsi non solo nelle voci, ma anche nei tessuti e nel’animo di tutti arrivando in alcuni momenti anche alla commozione procurata dal suono e dall’oscillazione delle voci durante le lezioni individuali. Il clima subito di empatia tra i partecipanti ha sicuramente permesso la realizzazione dei due atteggiamenti fondamentali della funzionalità Rohmert :1) “tutti fanno il tifo per tutti” non ci sono voci belle o meno belle ma “voci con potenzialità inedite” e il supporto (silenzioso) dei compagni di gruppo crea durante le lezioni individuali il “tifo” giusto per tirare fuori da tutti le potenzialità e le novità; 2) “la presenza” a quanto sta avvenendo e quindi il prendere coscienza che lasciando spazio alla novità il suono può espandersi, liberarsi dai vincoli che spesso noi poniamo alla nostra voce, il suono cambia inevitabilmente. Il suono diventa più bello? Forse, sicuramente “altro” da prima. Ogni lezione ha lasciato se non la certezza di aver acquisito qualcosa di nuovo, sicuramente la sorpresa: sorpresa di se stessi, della quantità di “ricchezze” della propria voce, qualunque essa sia. Fondamentale è stato sempre l’intervento dei maestri, veri esperti nel riconoscere e toccare le corde giuste che permettono di esplorare le nostre possibilità. Lo scopo finale sembra proprio essere quello di trasformare il nostro corpo in una “scatola armonica” che diffonde suoni e vibrazioni perché ogni osso, muscolo, fibra, mucosa può divenire non solo cassa di risonanza ma vibrazione esso stesso. Un grazie ai maestri e ai partecipanti per l’intensa esperienza vissuta e un arrivederci ai seminari invernali. Il corso residenziale del metodo funzionale Rohmert Fin - ∑ ÏÏ .. Î ∑ Ï Ï ggg ÏÏÏÏ Ï Ï Ï Ï Ï Ï Ï gggÏÏ Ï Ï ÏÏ .. ri ∑ ∑ ∑ Î ∑ ∑ ∑ ú. for - no ∑ - to... Ï ÏÏ ÏÏ quel ∑ ∑ for j ÏÏ Ï ∑ 47 ? # >Ï quel ú. - - chŽ Ï. ÏÏ ä Ï Ï Ï Ï >Ï Ï Ï Ï Ï ä Ï Ï Ï Ï >ÏÏÏÏÏ Ï Ï ÏÏÏ Ï Ï Ï > > >Ï ∑ Ï Î Î ∑ ∑ Î Î Ï. - - Ï Ï. J Fin Î - for Ï *(Coro del Duomo di Cologna Veneta e gruppo “stravecchi” del corso di vocalità di Lonigo) Le ricchezze della voce & Ad uso esclusivamente didattico per gli associati ASAC 40 Classical Music World è la prima Fiera-Manifestazione sulla musica classica a 360°. Con la Mission di sdoganare il concetto che questo ambiente sia destinato a pochi eletti, Classical Music World è destinata a tutti, dai professionisti agli appassionati e vuole investire in particolar modo sui giovani stimolando la loro innata curiosità affinché scoprano e si appassionino ad un mondo che può accompagnarli per tutta la vita. 27 di Roberta Conedera (corso propedeutico) Il corso residenziale di Mel Anche quest’anno, dal 22 al 28 agosto, si è tenuto a Mel (Bl) il corso residenziale per direttori di coro ed anche questa volta è stata veramente una montagna di occasioni offerte a chi ha potuto e soprattutto ha voluto parteciparvi. Come spesso ribadito dal nostro presidente Raschi, la coralità sta vivendo un momento di grande evoluzione, soprattutto tecnica, e sta ai direttori dei singoli cori cercare di adeguarsi al passo. Non è più possibile affidarsi alla fortuna e all’entusiasmo per presentarsi ai concerti, la musica ha delle regole che molto spesso cerchiamo di bypassare per mancanza di buona volontà o perché pensiamo di essere già arrivati al top. So che con questa considerazione mi attirerò le antipatie di molti, ma sono fermamente convinta che solo se noi direttori ci mettiamo in forte discussione si possono ottenere miglioramenti dai nostri coristi. Non è una strada facile. Guardarsi dentro e chiedersi in che direzione stiamo andando, cercare per una volta di essere obiettivi, non accontentarsi mai di quanto ottenuto, non è cosa da poco. Capire la strada da seguire per migliorare e poter conoscere i mezzi per percorrerla è l’opportunità che il corso di Mel, sia a livello propedeutico che avanzato, offre tutti gli anni agli iscritti. Quest’anno le lezioni di vocalità e di fonetica con il M° Giorgio Mazzucato, le lezioni di concertazione con i maestri Lorenzo Donati e Marco Berrini e le lezioni di gestualità per la direzione con il M° Manolo Da Rold sono state la grande offerta che il corso ha proposto. A tutto ciò bisogna unire la presenza di tre cori laboratorio di eccellenza e di grande pazienza: il Coro femminile da Camera Trentino di Borgo Valsugana diretto dal M° Giancarlo Comar, il Coro misto polifonico “San Biagio” di Montorso Vicentino diretto dal M° Francesco Grigolo e il Coro maschile “Monte Cimon” di Miane diretto dal M° Paolo Vian. La disponibilità di tutti i coristi componenti i tre gruppi è stata quasi da leggenda: non è mai mancato il loro sorriso ed il loro sostegno umano anche dopo ore di prove nella canicola del Palazzo delle Contesse. Un grazie di cuore, ragazzi! Non voglio e non posso dimenticare infine la forte coesione che si è creata tra colleghi ‘studenti’. La possibilità di vivere a contatto di gomito con tante persone che amano la coralità è veramente formante, la condivisione dei momenti di avvilimento e di gioia, lo scambio di repertori, punti di vista… barzellette, ti permettono di ritornare a casa con un bagaglio di informazioni notevole e un elenco di amici aumentato di qualche spanna. Concludo con i complimenti all’organizzazione. Tutto è stato gestito con tempismo, nulla è stato lasciato al caso, segno che quando le cose vengono fatte con intelligenza e con passione tutto riesce in modo perfetto. “La Cartellina” ai suoi abbonati A seguito delle segnalazioni pervenuteci riguardo al mancato recapito ai richiedenti iscritti all’ASAC dei fascicoli de “La Cartellina” del 2011, le Edizioni Musicali Europee desiderano anzitutto scusarsi con tutti gli interessati per l’accaduto, informando altresì che i fascicoli in oggetto sono stati tutti regolarmente spediti. Non ci è ancora chiara la causa del mancato recapito, che è indipendente dalla nostra volontà. Abbiamo comunque provveduto all’immediato reinvio di tutti i fascicoli ad oggi pubblicati e saremo grati agli abbonati a “La Cartellina” iscritti all’ASAC se vorranno cortesemente segnalarci eventuali futuri problemi nella ricezione della rivista all’indirizzo di posta elettronica la.cartellina@libero. it, in quanto è nostra ferma volontà monitorare la situazione e garantire a tutti gli abbonati la regolare ricezione della rivista. Ringraziamo sinceramente gli iscritti all’ASAC per il loro interesse nei confronti de “La Cartellina” e restiamo a completa disposizione per ogni necessità. 28 Un mosaico di colori per quattro affiatati protagonisti L’11° Festival dei cori veronesi Asac a Lazise E’ approdato quest’anno alla Dogana Veneta di Lazise il Festival dei cori veronesi ASAC giunto alla sua undicesima edizione. Era partito tranquillamente, ma con determinazione, nell’anno 2000 al teatro Lacaor al castello scaligero di Malcesine dove l’Associazione per lo sviluppo delle attività corali di Verona volle dare inizio a questa iniziativa volta soprattutto a far conoscere ed ascoltare i cori associati ai turisti che ogni anno vengono a trascorrere le loro vacanze sul nostro territorio. Fu subito un successo che già dal secondo anno si duplicò in due rassegne distinte, una a luglio e una a settembre in montagna e sul lago. Entrambe le località hanno insistito per continuare con questa iniziativa sul proprio territorio e così siamo arrivati a questa edizione che ha visto esibirsi quattro cori nella serata del 12 luglio scorso. Nella magnifica cornice naturale del lago di Garda, tra i monti che lo circondano, tra le architettoniche costruzioni caratteristiche di questo territorio e il particolare clima che si respira nell’aria, si è avuta l’opportunità di ascoltare in successione: le fresche voci della “Schola Cantorum” di Lazise, diretta dal M° Bruno Zardini; l’armonia del coro “Voce dei Colli” di Colognola ai Colli, diretto dal M° Lorenzo Damini; il ritmo del giovane gruppo “Mi…Re… Doss...” di Dossobuono, diretto dal M° Michele Fontana; le sonoritò del coro “Montegaleto” di Bussolengo, diretto dal M° Lorenzo Giacopini. Erano presenti i maestri della Commisione artistica Asac, Matteo Valbusa e Mauro Zuccante, che hanno ascoltato con attenzione, dando alla fine un giudizio e un suggerimento a ciascun gruppo che si è esibito. Ha presentato la serata il coordinatore provinciale Tiziano Rigo che ha ringraziato per la collaborazione nella riuscita della serata la locale Schola Cantorum, il comune di Lazise e la D-Event della Dogana Veneta che hanno confermato pure l’appuntamento per il 12° Festival Asac nel luglio 2012. Da considerare la forte disponibilità nel sostenere le manifestazioni da parte dell’assessorato alla cultura della Provincia di Verona, che in questo modo vuole dimostrare la sua sensibilità verso l’Associazione e i cori che ne fanno parte, e allo stesso tempo verso tutte quelle persone, i turisti, che nel periodo estivo trascorrono qualche giorno di vacanza in relax nelle belle ed accoglienti località lacustri o montane di Verona. Voci in riva al Garda Una montagna di occasioni per i maestri di coro 330 cori iscritti, oltre 12000 cantori Segreteria, biblioteca e sito per i soci associazione per lo sviluppo delle attività corali Convenzioni SIAE, ENPAS, assicurative, postali e bancarie Corsi di formazione e aggiornamento per direttori e coristi ISCRIZIONI Convegni su tematiche musicali e gestionali A.S.A.C. Veneto Festival, concorsi e rassegne a livello provinciale, Via Vittorio Veneto, 10 regionale, nazionale e internazionale 31033 Castelfranco Veneto (TV) Editoria musicale e rivista regionale. Tel. 0423.498941 - Fax 0423.465022 Federata FENIARCO [email protected] - www.asac-cori.it 29 di Carlo Bennati Canto a cappella al top Ho conosciuto i “Neri per caso” al teatro Filarmonico di Verona nel 2008 durante le registrazioni del concerto di Natale per Rai 2. I miei coristi, intimiditi ma affascinati dalla mastodontica macchina dello spettacolo messa in moto per l’occasione, accompagnavano con l’orchestra dell’ente lirico di Verona i diversi interpreti di spicco (Mingardi, D. Warwick, I. Grandi, Tatangelo, Ricciarelli). Dirigeva (?) il maestro Serio e presentava Mara Venier. A differenza degli altri artisti, supportati da tecnici, agenti, basi ad hoc e addirittura da vocicontrofigura, i “Neri per caso” provarono e si esibirono con alcune difficoltà di intonazione e di sincronia per problemi di messa a punto dell’amplificazione; difficoltà che loro ammisero senza imbarazzo e che me li resero subito simpatici. “ I tempi televisivi male si adattano all’esibizione di un coro”, scriveva sul n° 99 di “Musica Insieme” il maestro D’Alpaos. Infatti non c’è tempo di riscaldarsi, di intonare, di regolare le dinamiche. E male si trovano anche i “NPC” quando sono stretti dai tempi dettati dalla regìa. Come ogni altro coro, anche loro non sono in grado di esprimersi appieno in tre minuti 30 loro ruoli ed alla spiegazione della loro tecnica vocale creando un interessante momento didattico. Hanno presentato i brani dialogando tra loro e con il pubblico in forma libera e coinvolgente. A fine concerto erano con noi e con chi voleva conoscerli, capire la loro musica o solo un autografo. Ciro, Diego, Massimo, Mario, Mimì e Gonzalo formano un gruppo di “frontiera” tra musica leggera e colta, tra professionismo Eccezionale concerto a Caldiero organizzato da “Chorus” lordi (comprese disposizione, intonazione e prova microfoni). Da quell’incontro i miei coristi e il presidente Fiorio hanno coltivato i rapporti con i (non più) ragazzi di Salerno fino ad organizzare un concerto insieme, a Caldiero, casa di Chorus, la sera del 27 agosto scorso. La loro esibizione è stata sorprendente, sia per il “solito” pubblico che per gli addetti ai lavori. Sono molto più coro di quel che sembrano e sono molto più bravi di quanto filtra dalle riprese tv, funestate da tempi ristretti, tarature approssimative ed esigenze scenografiche. Nei concerti dal vivo i “NPC” preparano il programma con cura, mentre il loro ingegnere del suono dispone e tara microfoni e casse spia. In un’ora e mezza di canto a cappella hanno totalmente conquistato il pubblico (1500 persone) sfoggiando tecnica vocale, vena interpretativa e presenza scenica senza mai cadere nell’autocelebrazione. Sembra, anzi, che non si vogliano mai prendere veramente sul serio. Hanno dedicato una decina di minuti alla descrizione dei e dilettantismo (svolgono altri mestieri, c’è un giornalista, un ristoratore...), tra canto solista e canto corale. In bilico tra musica vocale e strumentale, tra suono naturale e trattato, tra impegno e divertimento puro, tra aderenza alla partitura ed improvvisazione, sono un po’ pop star e un po’ no: hanno vinto San Remo con “le ragazze” di Mattone e svariati dischi di platino; nel 2009 il loro cd è stato votato come miglior produzione pop a cappella d’Europa; ogni “nero” dirige un coro suo e Ciro tiene corsi di vocalità e di arrangiamenti pop jazz. Il concerto probabilmente si ripeterà e sarebbe bello, stavolta, vedere tra il pubblico qualche direttore di coro. Troppo impegnati con i nostri cori, noi direttori siamo solitamente poco curiosi o troppo selettivi nell’ascoltare gli altri. Abbiamo paura che qualche “brutto quarto d’ora” ci rovini definitivamente gusto musicale e udito. Montanelli scriveva nel 1976 : «Turatevi il naso ma votate dc». Mi approprio dell’espressione per suggerire: «Turiamoci il naso - e anche gli orecchi - ma andiamo a qualche concerto pop o leggero, anche solo per vedere cosa fa il pubblico e come si organizzano le manifestazioni; turiamoci il naso e uniamoci ai fans di Jovanotti o di Ferro per renderci conto che non è vero che la gente non ha più voglia di cantare. Turiamoci il naso - e non gli orecchi - e tifiamo per i Joy singers a “24000 voci”». Alcune devastanti affermazioni di Milly Carlucci sulla musica corale (“Basta con i soliti cori noiosi di chiesa e di montagna”) nulla tolgono alla qualità ed alla forza del gruppo di D’Alpaos ed al messaggio coerente che hanno mandato al grande pubblico. Siamo musicisti e operatori di cultura, ma il nostro mondo è anche lo spettacolo. La musica va conservata e preservata dalle storture, ma va anche diffusa. Bisogna averlo, il pubblico, per poterlo elevare nei gusti musicali! Il difficile è, come sempre, trovare la giusta misura per non svendere la sostanza in cambio della visibilità. L’argomento è appassionante e fa sempre più spesso capolino tra le righe delle nostre riviste. Ci saranno occasioni per approfondire. Torniamo al concerto dei “Neri per Caso” con Chorus. Come maestro di coro sono rimasto impressionato dalla caratura delle partiture, dalla precisa intonazione, in particolare alle basse frequenze (Mario si spinge sino ad un sonoro do perfettamente intonato), dal gioco delle linee melodiche principali e secondarie che emergono più per carattere timbrico che per intensità dinamica (il mixerista non interviene sui livelli dei singoli). La palpabile complicità musicale non è di facciata, la presenza scenica è moderata perché spontanea e non costruita (non c’è coreografo o regista). Cantano con lucida consapevolezza del reale valore del genere musicale che propongono. I “Npc” studiano e memorizzano le partiture affidandosi in concerto all’orecchio assoluto di Ciro che accenna la direzione dal lato destro come avveniva per i primi cori di montagna. I ruoli sono ben definiti: ritmica, melodia, basso, controcanti, seconde linee. Cantano davvero, concentrati; le parti sono difficili, ogni errore viene amplificato. Non possono permettersi di salire sul palco brilli o “pasticcati” alla maniera delle pop star. Qualche difetto c’è: prediligono suoni molto trattati e pressioni sonore elevate, sono poco disciplinati e poco salutisti (fumano anche tra una canzone e l’altra) , mai puntuali, un po’ disordinati. Ma è stato bello conoscerli e sentirli cantare. Forse perché, nel mare magnum della musica commerciale, sentiamo che sono autentici e che, in fondo, sono “dei nostri”. Lettere in redazione Ogni volta che assisto ai concorsi mi sembra di calarmi in un altro mondo in cui non esistono montagne, laghi o pianure, ma solo stagni. Da tempo nutro infatti l’impressione che le commissioni giudicatrici siano omologate, quasi standardizzate, che tengano conto solo delle convenzioni comuni e che i loro membri non abbiano il coraggio (o la cultura) di esprimersi liberamente. Sembra che abbiano paura del diverso di cui hanno nulla o scarsa conoscenza. Pare dimentichino troppo spesso che nel giudicare non esistono modelli astratti o parametri universalmente convenuti; che è sbagliata la convinzione che in altre epoche il comportamento vocale degli esecutori rispondesse ai parametri di qualità di suono che oggi riteniamo imprescindibili; oppure che siano sempre valide nel campo dell’esecuzione e dell’interpretazione regole attestate solo nell’epoca tardo-romantica… Questo stato di cose - affermava Marcello Conati anni fa - spiega in campo vocale la tendenza in atto verso l’emissione uniforme basata più sull’ampiezza volumetrica del suono che non sulla sua penetrazione e sulla variazione dinamica, precetti fondamentali della polifonia classica! Si è persa purtroppo la familiarità con gli innumerevoli stili esecutivi europei innestando così un processo di impoverimento comune a tutta l’interpretazione musicale, supportato dai mass media, che stroncano ogni operazione che non si adegui ai dettami vincenti. E’ per questo che troppi complessi corali, per non apparire “diversi”, per non fare qualche cosa di cui le giurie non sono abituate, seguono un processo di standardizzazione tecnico-stilistica per cui tutti tendono ad assomigliarsi tra loro e ad appiattirsi sui cori più premiati nei concorsi. Un coro non si valuta solo sulla tenuta di tono! Basta il diapason per questo! Più difficile invece pesarlo nell’esecuzione di musiche strutturalmente e stilisticamente diverse, per le quali le giurie adottano dei criteri spesso opinabili e obiettivamente difficili da sostenere, data l’ampiezza delle conoscenze storicodocumentarie richieste. E’ presuntuoso ritenere illecito e improprio quello che non corrisponde alle nostre abitudini o alla nostra (modesta?) cultura! Nei responsi si riscontrano ancora delle anomalie ricorrenti. Come quella riguardante il vibrato naturale… peggio del diabolus in musica! Da eliminare in tutti i complessi vocali! Cosa scientificamente e storicamente inspiegabile dato che il vibrato naturale è una caratteristica fisiologica della voce. Perfino gli organi del Cinquecento riportano ben in vista il registro “Vox humana”! Come quella scientificamente e storicamente certa dell’inesistenza nelle musiche rinascimentali e barocche dei cori appoggiati o dell’uso dei moderni contralti al posto degli alti. Se la norma si applicasse, si dovrebbero escludere dai concorsi tutti i cori! Esiste poi la questione del tactus. Quanti giurati, nell’affrontare la polifonia classica si sono fatti qualche ora di preghiera o di meditazione per “capire” il tactus del canto in prova? Esso non è solo tecnica, ma mistica applicata alla tecnica. Da ultimo non vorrei trascurare nei concorsi la questione umana. Giurie e organizzatori non dovrebbero mai dimenticare che hanno davanti non solo dei coristi, ma delle persone che cantano e che alcune attenzioni nei loro confronti quindi non farebbero male. I risultati si possono fornire in diversi modi senza mettere in crisi maestro e cantori. Gianni Bortoli Lettere in redazione I “Neri per caso” ai confini della galassia corale 31 di Roberta Conedera (Coro Agordo) Festival corale delle Dolomiti Una splendida domenica di sole ha aiutato l’Asac ed il Coro Agordo ad accogliere i complessi provenienti dalle province friulane e carinziane facenti parte, o confinanti, con le Dolomiti che, come senz’altro tutti sanno, sono state nominate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 2009. Un bellissimo progetto quello pensato dalla nostra Associazione in diretto contatto con la Regione Veneto, il Friuli e la Carinzia: festeggiare la coralità e le Dolomiti con una intensa giornata di concerti sui monti della conca agordina (Belluno) e con una bellissima esibizione serale da parte di tutte le compagini partecipanti, Le pendici della Moiazza e gli amici del Rifugio Carestiato hanno accolto il coro “Livenza” di Sacile ( PN), il coro “Ciclamino” di Marano Vicentino (VI) e il coro “Alpino Medunese” di Meduna di Livenza (TV). Un anfiteatro naturale ai piedi delle rocce ha fatto da degna cornice naturale alle esibizioni dei cori che sono stati a lungo applauditi dal numeroso pubblico presente (anche la musica può creare turismo?...). Dall’altra parte della valle Malga Prampèr e la famiglia Dai Pra hanno ospitato con gioia il Coro Ana di Feltre (BL), il coro “Glemonensis” di Gemona del Friuli (UD) e il coro “Vocincanto” di Feltre (BL). Anche qui, come al Rifugio Carestiato, dopo un applaudito concerto i cori hanno avuto modo di socializzare davanti ad un fumante piatto di pasta accompagnato naturalmente da un buon bicchiere di vino. La sera, come dicevamo, ha visto Agordo diventare centro della manifestazione. Sul palco montato al centro della piazza-prato chiamata Broi, si sono avvicendati tutti i complessi in una graditissima maratona di canti che hanno allietato tutto il pubblico presente. Finita la parte artistica la manifestazione si è trasferita sotto il grande tendone, gentilmente concesso in uso dall’Amministrazione comunale di Agordo, dove il locale Gruppo Alpini ha messo in tavola per tutti i presenti un’ottima cena tipica. 32 Tra un boccone e un bicchiere di quello buono non sono mancati i canti ed anche le occasioni per approfondire le conoscenze ed è stato con vero rimpianto il fatto che a tarda sera tutti i gruppi si dovessero salutare perché era ora di rientrare. Dopo i dovuti ringraziamenti ai cori intervenuti, per l’entusiasmo con cui hanno partecipato, e a tutte le persone e gli Enti che hanno reso possibile l’evento, non resta che augurare alla manifestazione lunga vita e pronunciare un ben augurante arrivederci sulle Dolomiti. I 40 anni del Coenobium Vocale di Stefano Frighetto Il Coro Coenobium Vocale compie quarant’anni (1971-2011). Un percorso di studio e di maturazione che ha condotto l’ensemble piovenese a collaborare con i più prestigiosi enti culturali nazionali e internazionali. Oggi, sotto la colta e precisa direzione di Maria Dal Bianco, il coro celebra la propria storia con una serie di appuntamenti e progetti di altissimo valore artistico e, com’è nello stile dei sedici cantori, in uno spettro molto ampio di proposta musicale fra l’antico e il contemporaneo. Si è iniziato nella chiesa parrocchiale di Piovene Rocchette con un concerto dedicato “in memoriam” del compianto Don Danilo Fantinato, saggio e intelligente arciprete della parrocchiale di Santo Stefano, dolorosamente mancato nel novembre del 2010. Con l’assenso dell’amministrazione comunale di Piovene Rocchette, quello dedicato a Don Danilo è stato un ricordo fatto di suoni: dopo l’apertura con l’antifona gregoriana “Virgo prudentissima”, il concerto è proseguito con alcune proposte di polifonia antica e contemporanea, dal doppio coro dell’“Ave Virgo, Sponsa Dei” del compositore chioggiotto Giovanni Croce, uno dei massimi esponenti della scuola polifonica veneziana del ‘500, al quasi metafisico “Genuit puerpera”, per coro spazializzato, dello scledense Giovanni Bonato, autore che da anni collabora felicemente col coro piovenese. Ma il cuore della serata è stato rappresentato dall’esecuzione completa della “Messa da Requiem per tre voci d’uomo e organo” di Lorenzo Perosi (18721956). Assieme all’organista Alessandro Canale e con le vibranti sezioni solistiche affidate al giovane e talentuoso baritono di Thiene Alberto Spadarotto, il Coenobium ha cantato le appassionate armonie dell’ ”Absolve Domine”, il languore etereo del “Libera me Domine”, la rabbiosa richiesta di giustizia, quasi urlata, del potentissimo “Dies Irae”. Nella terza parte del concerto si sono unite ai cantori del Coenobium Vocale le sorprendenti voci dell’Ensemble La Rose, coro femminile anch’esso piovenese, sapientemente diretto da Josè Borgo, impostosi negli anni recenti nel panorama musicale veneto per la grande versatilità delle scelte musicali e per la rigorosa pulizia e purezza di suono. È stata la volta delle sospese armonie sognanti del “Notre Père” del francese Maurice Duruflè, del passionale “Paradisi Gloria” della compositrice estone Piret Rips, e del grandioso “Requiem Aeternam” per otto voci spazializzate del contemporaneo Franco Dominutti. Altri appuntamenti “in cartellone” sono stati: il canto della messa d’Avvento nell’Abbazia di Praglia (PD); il concerto nella chiesa parrocchiale di Piovene con l’orchestra sinfonica di Venezia e l’Ensemble la Rose; il concerto di musica antica nel seminario vescovile di Verona; il concerto natalizio a Cavaso del Tomba (TV). Nei primi mesi del 2012, invece, uscirà il nuovo album del gruppo (“Spatium”), complesso lavoro di ricerca e registrazione a cui il coro si è dedicato a partire dalla seconda parte del 2011 e il cui concerto di presentazione vedrà la partecipazione di una “madrina” d’eccezione: la scrittrice vicentina, finalista al premio Strega, Mariapia Veladiano. Gli anniversari Una maratona corale tra monti e boschi 33 La gioia di interpretare il rigo musicale con tanto impegno Gli anniversari Sembra ieri ed è già oggi. Sono passati 40 anni da quel lontano 1971, quando è nata . Anni di musica, tanta musica. Anni di impegno, di sacrificio, ma anche di tante soddisfazioni. Anni nei quali sono passate tante persone della nostra comunità, del nostro paese e non solo. Tutte persone che hanno condiviso la gioia di interpretare il rigo musicale, l’intima emozione di ricreare da se quel mirabile dipinto costituito dall’armonia del coro. La Corale S. Maria Assunta continua il suo cammino grazie ai suoi componenti: coristi, maestro, e organisti; grazie al parroco don Lino, Presidente e primo fervido sostenitore, al suo vice Mauro Gobbi e a tutto il consiglio direttivo. 34 Grazie ai giovani del coro, nelle cui mani c’è tutto il futuro e la garanzia di continuità. Grazie infine ai “coristi operai”che si prestano con generosità senza se e senza ma, a tutte le necessità organizzative attinenti alla vita della corale (archivio musicale, fotocopie, allestimenti, servizi vari, organizzazioni, eccetera) Il servizio liturgico nella “parrocchia per la comunità” è il principale scopo del coro. Il repertorio musicale ha raggiunto ormai dimensioni…”bibliotecarie” di notevole valore artistico, sempre nel campo della musica sacra. Ecco allora la necessità di portare anche fuori dalle mura domestiche tutta questa musica. Da qualche anno il coro è ospite fisso nella stupenda cornice di S. Francesco a Treviso, nella domenica dopo Pasqua e a S. Leopoldo a Padova, nel giorno dell’Epifania. Dice l’attuale maestro Gianni Bugno, che in tutti i luoghi dove abbiamo cantato, abbiamo lasciato emozioni e creato intensi momenti di spiritualità. Di converso, abbiamo sempre portato via quella gioia interiore che solo la musica sacra sa dare. Altri luoghi come S. Marco a Venezia, S. Giusto a Trieste, il Santuario di Oropa, Loreto, la Basilica Superiore di Assisi, la Minotitenkirken di Vienna, il duomo di Orvieto, S. Pietro a Roma e nello scorso mese di agosto, a Lisbona e soprattutto Fatima costituiscono un bagaglio di esperienze e di fede indimenticabile e senza confini. L’ 8 dicembre, sono stati festeggiati i 40 anni con riconoscimenti ai coristi tuttora presenti, mentre il 18 dicembre la Corale ha offerto il tradizionale concerto di Natale, con il patrocinio della parrocchia a della Pro Loco locale . Con questo concerto il coro, che è iscritto all’ASAC Veneto, aderente alla Federazione nazionale dei cori (FENIARCO), si unisce idealmente a tanti cori sparsi nel mondo che partecipano al WORLD CHORAL DAY, iniziativa benefica che vuole stimolare con la musica corale, la solidarietà in tutto il mondo (per maggiori informazioni: www. ifcm.net). Infine, dopo il servizio in parrocchia nelle festività natalizie, sarà in diretta su Telechiara dal Santuario di S. Leopoldo Mandic il giorno dell’Epifania. I quarant’anni del Coro Mortalisatis Il Coro Mortalisatis di Maserà di Padova festeggia nel 2011 i 40 anni di attività artistica. Un lungo cammino iniziato ancora nel febbraio del 1968, l’amicizia, l’amore per la musica e il desiderio di condividere una passione comune portavano un gruppo di buoni amici a incontrarsi spesso per cantare assieme. Quel sentimento toccò presto il cuore di diverse persone, fra cui monsignor Luigi Zane, arciprete di Maserà di Padova. Il sacerdote manifestò notevole entusiasmo nell’iniziativa intrapresa da quei parrocchiani e pensò di animare la liturgia con lo stesso spirito e il calore che caratterizzava il canto di quegli amici. Poco dopo si ricostituì la Schola cantorum della parrocchia. Il gruppo cresceva notevolmente e nel 1971, sotto la direzione del M° Armando Rossetto, ‘Pippo’ per gli amici, e l’accompagnamento all’organo di Federico Barbiero, il coro annoverava un organico di ben oltre sessanta componenti. Nello stesso anno, il gruppo si costituì legalmente come società corale ‘Mortalisatis’ e, poco più tardi, fu uno dei cori fondatori dell’Asac. La corale è sempre stata profondamente legata alla realtà locale. ‘Mortalisatis’ deriva da un’epigrafe tuttora impressa sulla casa dei Barbiero, nella via omonima. Si narra che agli albori del ‘700, a Maserà giunse un monaco a riscuotere la decima. Recatosi dal fittavolo ne ricevette anche le lamentele sulle mediocri condizioni della sua dimora. Il chierico gli rispose con un laconico “Mortali satis”, ovvero “è più che sufficiente per un mortale”. In quarant’anni il coro è stato diretto dai maestri Armando Rossetto, Luigi Mazzotta e Raffaele Biasin. Con quest’ultimo si è intrapresa una strada di studio e affinamento della vocalità, ampliando notevolmente il repertorio dal popolare al lirico, dalla polifonia sacra a quella profana. La corale “Mortalisatis” è attualmente composta da circa trenta elementi e, dal 2001, è diretta dalla mano raffinata di Alessandro Kirschner, direttore e compositore padovano. Il coro svolge un’intensa attività concertistica, partecipando a rassegne, concerti in Italia e all’estero e a concorsi ottenendo significativi apprezzamenti. Collabora con gruppi musicali e strumentali, tra cui l’orchestra “Concentus Musicus Patavinus” di Padova con cui ha eseguito in prima assoluta l’oratorio Verbum di Giorgio Pressato, la “Silver Symphony Orchestra” e l’”Orchestra delle Venezie” diretta da Giovanni Angeleri. Il risultato più prestigioso è arrivato nel dicembre 2006 quando il coro ha partecipato al IV Gran premio corale “F. Marcacci” di Montorio al Vomano (Teramo) aggiudicandosi il primo premio in ex aequo con il coro “Eos” di Roma. Nel gennaio del 2010 il “Mortalisatis” ha commemorato il centenario della nascita di Giorgio Perlasca eseguendo un oratorio per soli, voce recitante, coro e orchestra composto da Alessandro Kirschner. I festeggiamenti musicali di questo importante anniversario si svolgono attraverso tre appuntamenti importanti. Sabato 7 maggio il coro, accompagnato da un’orchestra da camera, ha dato vita ad un interessante concerto sinfonico corale con capolavori del classicismo: i Vesperae solemnes de Confessore K. 339 di W. Amadeus Mozart, ed il Te Deum in Do maggiore di Franz J. Haydn. E’ seguita la rassegna corale aperta il 24 settembre dall’”Amazing Gospel Choir” diretto da Marica Fasolato; l’1 ottobre è stata la volta dell’”Insieme Vocale Ecclesia Nova” diretto da Matteo Valbusa con un interessante programma dal suggestivo titolo Quant’è bella giovinezza, un viaggio nella musica corale profana da Lorenzo il Magnifico a Freddie Mercury; a seguire l’8 ottobre il coro “Venezze Consort” diretto da Giorgio Mazzucato che ha interpretato Oratio poetica: sacro romanticismo. L’ultimo appuntamento avrà luogo nella serata di S. Stefano con un concerto del coro “Mortalisatis” in un repertorio barocco (Te Deum di Charpentier e Gloria di Vivaldi): sarà una bella occasione per condividere con tutti gli amici e con i cittadini di Maserà un fecondo percorso musicale, e per riabbracciare chi, nel tempo, ha contribuito al compimento dei quarant’anni, in nome della gioia del canto corale che aveva ispirato, quarant’anni orsono, quel gruppo di cari amici. Gli anniversari Il 40° della Corale S. Maria Assunta di Vigonovo VE 35 prestigioso premio san Martino. Momento emozionante, poi, è stato quello della consegna di riconoscimenti ai maestri e ai Gli anniversari Nozze d’oro per il complesso più anziano della provincia montana 36 fondato nel lontano 1961. La serata, la cui colonna sonora è stata un’antologia scelta del repertorio del “Minimo”, ha alternato molteplici memorie di “50 anni cantati” - questo era il titolo dell’evento -, i ricordi di coristi che non ci sono più, la presentazione di un cd e di un libro, gli interventi delle autorità, tra le quali l’assessore alla cultura del comune di Belluno Maria Grazia Passuello che ha sottolineato il ruolo del coro quale ambasciatore della città che nel 1973 gli assegnò il presidenti che si sono succeduti negli anni e al corista Ferruccio Zampieri ancora in organico dopo 48 anni di ininterrotta attività. Per l’occasione il coro aveva tappezzato di gigantografie la scala mobile, che dal parcheggio di Lambioi conduce al centro storico della città, a testimonianza del lungo cammino di questo complesso che si diede subito il nome di “Minimo” poichè nel lontano 1961 nacque dalla volontà di Lamberto Pietropòli e di nove cantori: Loris e Tullio De Moliner, Gianpietro Salomon, Lorenzo Giacomelli, Armando Roccon, Pino Stragà, Attilio Sovilla, Giuseppe D’Isep, Enzo Croatto. Il maestro fondatore, allievo di Nino Prosdòcimi, figura cardine della musica bellunese del ‘900, avrebbe poi passato la bacchetta a Edoardo Gàzzera, che diresse il coro fino al 1998, poi le redini furono prese da Andrea Dalla Caneva, seguito qualche anno dopo da Agostino Sacchét ed oggi da don Gemo Bianchi, in sella dal 2008. Sotto la presidenza dei vari Loris De Moliner, Nino Bolzan, Ferruccio Zampieri, Lidio Barp e oggi Gianluca Nicolai, il “Minimo” ha inanellato centinaia di concerti facendo spesso sentire la sua voce tra le comunità degli emigranti bellunesi e veneti in vari paesi d’Europa e in Sudamerica. All’attivo vi sono anche cinque precedenti incisioni discografiche. Il progetto è assai ambizioso, ma Giuseppina Antonucci di Frosinone ha non impossibile. C’è voluta tutta la presentato la sua tesi in etnomusicologia, tenacia e la passione del M° Natalino intitolata “Il canto di tradizione orale nelle Brugiolo, direttore del Coro Sanvito elaborazioni corali di Lamberto Pietropòli”, con di S. Vito di Cadore (Bl), per dare il la quale si è laureata a pieni voti (110 e lode) al via ad una collana di pubblicazioni corso di storia, scienza e tecnica della musica che intende raccogliere oltre 650 e dello spettacolo della Facoltà di Lettere e tra composizioni, armonizzazioni, Filosofia dell’Università degli Studi di Roma Tor elaborazioni e trascrizioni di Vergata. Per la grande qualità della sua opera al Lamberto Pietropòli, valente M° Pietropòli furono conferiti premi nei luoghi musicista che gli erano più bellunese Ne è iniziata la pubblicazione a cura del M° Natalino Brugiolo cari: nel 1984, in di origine polesana, fondatore del Coro Minimo Campidoglio a Roma, il premio Personalità europea Bellunese e del Coro Ana di Roma, scomparso e ad Adria (città natale) il Rigo musicale, mentre prematuramente nel 1994. Va ricordato che, sino ad nel 1991 ricevette ad Agordo il riconoscimento oggi dei lavori del M° Pietropòli esistevano quattro Agordino d’oro. Ora, come detto, è partita la collana pubblicazioni: Canto d’assieme (Coro Ana Roma, Vo’ cantando con il primo quaderno con i testi di 1985), Voci miste in coro, (Coro Agordo, 1991), La Dino Bridda e stampato in proprio dal Coro Sanvito terra, il cielo, l’amore vo’ cantando, (Coro Sanvito, in collaborazione con il coro Ana di Roma e il Coro 2002), Cantaperalba (Coro Peralba, 2005), mentre Agordo: vi sono compresi venti brani per voci virili non va dimenticato che la sua opera è stata anche e miste. oggetto di studio in ambito universitario. Infatti Chi ne fosse interessato può richiederne le copie nell’anno accademico 2009/2010 la dottoressa all’indirizzo e-mail [email protected]. Un grande armonizzatore 50 candeline: non le aveva mai spente nessuno prima di loro in provincia di Belluno. Lo hanno fatto i cantori del Coro Minimo Bellunese che l’11 novembre scorso, al teatro Comunale del capoluogo e proprio nel giorno del patrono san Martino, hanno dato vita al concerto che li ha visti protagonisti della grande festa per le nozze d’oro del complesso corale più anziano di tutto il Bellunese e tra i fondatori dell’Asac Veneto. A fare festa al complesso di casa un pubblico numeroso ha letteralmente stipato il teatro cittadino in ogni ordine di posti per assistere ad un evento ricco di emozioni e supportato, oltre che dalla musica, anche da molte immagini che hanno raccontato la storia di mezzo secolo del coro L’opera omnia di Lamberto Pietropòli I trentacinque anni del coro “3 Molini” di San Biagio di Callalta TV I traguardi, nella vita, si dice non finiscono mai… e così anche per il Coro “3 Molini” se ne aggiunge un altro: il trentacinquesimo compleanno. Oltre seicento esibizioni, poco meno di centocinquanta coristi, un medagliere invidiabile, consensi pressoché unanimi: ecco la storia in sintesi di questo coro. Durante questi anni il complesso trevigiano ha espresso attraverso la voce, il più antico strumento musicale, emozioni e sentimenti puri e sinceri che coinvolgono chi ascolta, perché toccano e fanno vibrare le corde più intime del sentire di ognuno. Inoltre il coro “3 Molini” in questi lunghi anni ha rappresentato la più significativa espressione di cultura e tradizione della gente e lo dimostra quotidianamente grazie all’entusiasmo con cui cerca di divulgare ancora di più il suo messaggio musicale e corale alla ricerca di una sempre maggiore intesa con il suo pubblico. Il compleanno è una festa strana, addirittura assurda se si soffocasse il passato. Se siamo arrivati fin qui con ambìte mete il coro riguarda al passato per ricordare gli amici coristi che non ci sono più, per ritrovarci con quelli che ci sono, per rinnovare un incontro festoso con i familiari, compaesani, molti amici che il coro si è fatto, vicini e lontani, nel corso di questi trentacinque anni. Gli anniversari Le 50 candeline del Coro Minimo Bellunese 37 46° CONCORSO NAZIONALE CORALE Trofei «Città di Vittorio Veneto» Vittorio Veneto, 25-26-27 maggio 2012 REGOLAMENTO Art. 1 – Il 46° Concorso nazionale di canto corale per l’assegnazione dei Trofei «Città di Vittorio Veneto» avrà luogo a Vittorio Veneto nei giorni 25, 26 e 27 maggio 2012. Il regolamento PARTECIPAZIONE Art. 2 – La manifestazione è così articolata: categorie per tutti gli organici Categoria A Progetto-programma: musiche originali d’autore Categoria B Progetto-programma: canto popolare categorie per organici specifici Categoria C Progetto-programma riservato a cori maschili Categoria D Progetto-programma riservato a cori giovanili (cantori nati dopo il 31.12.1988) Categoria E Progetto-programma riservato a cori di voci bianche (cantori nati dopo il 31.12.1996) Ciascun complesso corale potrà iscriversi a più competizioni, purché presenti programmi diversi e rispetti le modalità previste per ciascuna di esse. Il Concorso è riservato a complessi corali che operano nello spirito amatoriale. Il numero dei coristi di ciascun complesso corale deve essere non inferiore a 12 e non superiore a 40 (esclusi gli eventuali strumentisti) pena l’esclusione. 38 ISCRIZIONE E DOCUMENTI Art. 3 – Le domande di iscrizione dovranno essere inviate esclusivamente con lettera “Raccomandata 1” alla Segreteria del «46° Concorso Nazionale Corale» – Comune di Vittorio Veneto – Piazza del Popolo, 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV) entro il 15 marzo 2012 (farà fede il timbro postale). Non sono ammesse iscrizioni via fax o e-mail. L’iscrizione al concorso comporta il versamento della tassa di Euro 55,00 (non rimborsabile) sul c/c postale n° 12208310 (IBAN IT 32 J076 0112 0000 0001 2208 310) intestato a: Comune di Vittorio Veneto - Tesoreria Comunale – Piazza del Popolo, 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV) (indicare la causale). È richiesta la seguente documentazione: a) domanda di iscrizione (il modulo può essere richiesto alla Segreteria del Concorso o scaricato dal sito www.vittorioveneto.gov.it alla pagina “Città della musica”); b) breve curriculum del coro e del direttore, con particolare riferimento agli ultimi cinque anni; c) dettagliata relazione illustrativa del progettoprogramma; d) sintesi del progetto-programma (testo con massimo 800 caratteri che sarà inserito nella brochure del concorso), da inviarsi anche via email all’indirizzo: [email protected]; e) n. 8 copie delle partiture dei brani, chiaramente leggibili e ordinatamente rilegate in 8 fascicoli, in formato A4 con indicazione della durata di ciascun brano; f) registrazione di buona qualità, su CD, di almeno tre brani eseguiti dal coro, di cui almeno due tra quelli indicati nel programma presentato; g) (solo per le categorie D ed E) elenco nominativo dei componenti il coro e rispettiva data di nascita; tale documento dovrà essere sottoscritto, sotto la propria personale responsabilità, dal legale rappresentante del coro o, nel caso di cori scolastici, dal dirigente scolastico; h) ricevuta del versamento di Euro 55,00 per ogni singola iscrizione. La documentazione inviata verrà acquisita dall’archivio della Segreteria del Concorso. AMMISSIONE Art. 4 – Il Comitato artistico ammetterà i cori alle competizioni in base a: a) valutazione del progetto-programma; b) ascolto della documentazione sonora; c) esame del curriculum del coro e del direttore. PROGRAMMI • Categoria A - Progetto-programma: musiche originali d’autore Art. 5 – I cori iscritti alla categoria A dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori, ecc.) che andrà illustrato secondo quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3. È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dall’autore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. • Categoria B - Progetto-programma: canto popolare Art. 6 – I cori iscritti alla categoria B dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato secondo quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3. È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dal compositore/elaboratore o dalla tradizione; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. • Categoria C - Progetto-programma riservato a cori maschili Art. 7 – I cori iscritti alla categoria C dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto che si ispira al canto di tradizione alpina che andrà illustrato secondo quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3. È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dal compositore o elaboratore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. • Categoria D - Progetto-programma riservato a cori giovanili Art. 8 – I cori iscritti alla categoria D dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (un percorso didattico, programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato secondo quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3. È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dal compositore o elaboratore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. • Categoria E - Progetto-programma riservato a cori giovanili Art. 9 – I cori iscritti alla categoria E dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (un percorso didattico, programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato secondo quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3. È consentito l’impiego di strumenti se e come previsto dal compositore o elaboratore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. CALENDARIO DELLE PROVE Art. 10 – Date e sedi delle prove, nonché l’orario e il programma d’esecuzione approvato dal Comitato artistico saranno comunicati con lettera entro il 30 marzo 2011. Per ciascuna categoria l’ordine d’esecuzione verrà stabilito in base all’ordine crescente delle distanze chilometriche tra località di provenienza del coro e Vittorio Veneto. Qualora un complesso non fosse presente all’orario previsto dall’ordine di esecuzione, potrà eseguire la prova entro un’ora dall’orario di convocazione, purché i motivi del ritardo siano ritenuti validi dall’Ente organizzatore, ma in ogni caso non oltre l’orario previsto per la chiusura delle audizioni della categoria d’appartenenza. COMMISSIONE GIUDICATRICE Art. 11 – Il presidente e i membri della Commissione giudicatrice del Concorso saranno nominati dal Comune di Vittorio Veneto su indicazione del Comitato artistico. Il giudizio della Commissione giudicatrice è insindacabile e inappellabile. CLASSIFICHE - VALUTAZIONI FINALI Art. 12 – La Commissione giudicatrice terrà conto dei seguenti parametri: intonazione, qualità vocale, interpretazione. Ciascun giurato esprimerà punteggio (in centesimi) e giudizio, i quali concorreranno a formare la valutazione globale della Commissione giudicatrice su ciascun complesso corale. I giudizi saranno successivamente inviati al direttore del coro. La classifica di ogni categoria sarà stilata sulla base del punteggio medio conseguito, espresso in centesimi. I risultati ufficiali saranno resi noti al termine delle audizioni di ciascuna categoria. PREMI Art. 13 – Per ciascuna categoria del Concorso sono previsti i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge): - primo premio Euro 1.500,00 - secondo premio Euro 1.000,00 - terzo premio Euro 500,00 I premi potranno essere liquidati, su richiesta dei cori vincitori, anche come rimborso delle spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute dal coro stesso per la partecipazione al Concorso. In questo caso, il Coro dovrà allegare alla richiesta di liquidazione copia delle pezze giustificative attestanti le spese sostenute, che dovranno almeno essere pari all’entità del premio. Il coro vincitore del primo premio nella categoria A del Concorso, inoltre, potrà accedere di diritto al Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo”, edizione 2013. In caso di assegnazione di premi exaequo l’importo sarà suddiviso. Ai complessi vincitori del secondo e del terzo premio, se ammessi al concerto finale, sarà riconosciuto un premio di Euro 300,00. Questo sarà liquidato con le stesse modalità sopraindicate. I complessi premiati ammessi al concerto finale (domenica 27 maggio 2012 – ore 17) avranno diritto ai premi in denaro e al rimborso (continua a pag. 40) 39 GRAN PREMIO “EFREM CASAGRANDE” Art. 15 – Partecipano di diritto alla competizione per l’assegnazione del 18° Gran Premio «Efrem Casagrande» (domenica 27 maggio 2012 - ore 17): - i cori vincitori del primo premio nelle diverse categorie nella presente edizione del Concorso Nazionale Corale di Vittorio Veneto; il coro vincitore del primo premio, nell’edizione 2011, del Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo”; anche a questo complesso verrà riconosciuto un rimborso per le spese di viaggio di Euro 300,00. I cori vincitori del primo premio nelle varie categorie sono tenuti ad esibirsi al concerto finale valevole per l’assegnazione del Gran Premio «Efrem Casagrande», pena la perdita del premio in denaro. Art. 16 – I cori ammessi al Gran Premio si esibiranno con un programma della durata complessiva non superiore ai 15 minuti (pause comprese). Il direttore del coro ammesso al Gran Premio è tenuto a comunicare immediatamente il programma d’esecuzione al Comitato Artistico; il coro vincitore del Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo” presenterà il proprio programma all’atto dell’iscrizione, da effettuarsi con apposito modulo entro il 15 marzo 2012. Art. 17 – Al vincitore del Gran Premio saranno assegnati un trofeo e un premio di Euro 1.500,00 offerti dalla FENIARCO (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali). Art. 18 – La Commissione giudicatrice potrà ammettere al concerto finale, fuori concorso, anche altri cori meritevoli; inoltre potrà partecipare anche un coro veneto su proposta e in rappresentanza dell’A.S.A.C.. 40 ALTRI PREMI Art. 19 – Al direttore di coro, anche non classificato, che avrà dimostrato particolari doti interpretative sarà assegnato un premio e un buono acquisto di Euro 300,00 offerto dal Coro A.N.A. e dalla Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto in memoria del maestro Efrem Casagrande. Art. 20 – Al complesso veneto iscritto all’A.S.A.C. ritenuto migliore dalla Commissione giudicatrice sarà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 500,00 offerto dall’Associazione stessa. Per l’assegnazione di questo premio si farà riferimento al miglior punteggio medio conseguito dai complessi veneti, purché superiore a 70/100. Art. 21 – Al coro scolastico ritenuto migliore dalla Commissione giudicatrice sarà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00. Art. 22 – La Commissione giudicatrice potrà assegnare un premio di Euro 300,00 al coro che avrà presentato il progetto-programma ritenuto più interessante fra quelli proposti nelle varie categorie, tenuto conto anche della qualità dell’esecuzione. Art. 23 – La Commissione giudicatrice ha la facoltà di non assegnare i premi in palio e/o di assegnare altri riconoscimenti (senza premio in denaro) non previsti dal regolamento. DISPOSIZIONI FINALI Art. 24 – Le varie categorie del Concorso saranno attivate a condizione che siano ammessi almeno tre complessi corali per ciascuna di esse. Art. 25 – I complessi corali rinunciano sin d’ora a qualsiasi compenso per eventuali registrazioni o per trasmissioni effettuate da enti radiotelevisivi pubblici o privati. Art. 26 – L’Ente organizzatore si riserva, per cause di forza maggiore, di apportare modifiche al presente regolamento o di revocare il Concorso o singole categorie dello stesso. Art. 27 – In caso di controversie farà fede il testo del regolamento pubblicato sul sito del Comune di Vittorio Veneto. Comitato artistico: Bruno Casoni, Stefano Da Ros, Francesco Luisi, Giorgio Mazzucato (rappr. ASAC), Alvaro Vatri (rappr. FENIARCO) Coordinamento artistico: Stefano Da Ros Segreteria organizzativa: Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto - Piazza del Popolo n. 14 - 31029 VITTORIO VENETO (TV) - tel. 0438569310 – fax 0438-53966 - cultura@comune. vittorio-veneto.tv.it www.vittorioveneto.gov.it Concorrono alla realizzazione delle manifestazioni: Regione del Veneto, Provincia di Treviso, FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali), A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali del Veneto), Sezione A.N.A. e Coro A.N.A. di Vittorio Veneto. 7° Festival della coralita’ veneta PREMESSA La Regione del Veneto e l’A.S.A.C. promuovono ed organizzano il 7° Festival della Coralità Veneta. La manifestazione sarà suddivisa in due categorie e si svolgerà in importanti città del Veneto nel mese di ottobre 2012. Il Festival si svolge a cadenza biennale. Scopi del Festival: • favorire la crescita e l’affermazione dei cori veneti; • stimolare e valorizzare nuove esperienze e repertori nell’ambito dell’esecuzione corale, della composizione, dell’arrangiamento e dell’elaborazione. I cori potranno aderire alla categoria 1 o 2 e potranno iscriversi presentando un progetto relativo a una delle seguenti sezioni: • Sezione A: Composizioni d’autore sacre e/o profane • Sezione B: Composizioni, elaborazioni o arrangiamenti su temi di ispirazione popolare, vocal pop-jazz, gospel e spirituals • Sezione C : Composizioni per cori di voci bianche e cori scolastici Il Festival prevede un concorso per i progetti a cui concorrono entrambe le categorie e un concorso con valutazione dell’esecuzione a cui concorre la categoria 2 I cori ammessi alla categoria 1 si esibiranno in un concerto presentando il proprio progetto (sabato 7,14 e 21 ottobre 2012); i cori ammessi alla categoria 2 parteciperanno alle audizioni con il proprio progetto (domenica 28 ottobre 2012), saranno valutati dalla giuria e suddivisi in fasce di merito. I cori della categoria 2 selezionati nella fascia di eccellenza dalla giuria parteciperanno al concerto finale ove sarà attribuito il “Gran Premio del 7° Festival della Coralità Veneta”. Durante il concerto finale saranno consegnati i premi relativi ai progetti, a cui concorreranno unitamente le due categorie. REGOLAMENTO Art. 1 - Requisiti per l’ammissione Al Festival possono partecipare tutti i complessi corali o gruppi vocali amatoriali veneti con organico misto, maschile, femminile, di voci bianche. I coristi dei cori di voci bianche dovranno essere nati non prima del 31/12/1997. Il requisito dell’amatorialità non è richiesto per il direttore e per eventuali strumentisti. La Commissione artistica nominata per il Festival (vedi art. 4), ammetterà, a suo insindacabile giudizio, i cori che inoltreranno domanda di partecipazione entro il 15 giugno 2012, valutando una recente registrazione, presentata su supporto CD-audio, e la validità dei progetti presentati (vedi art.3) Sarà data preferenza al repertorio che presenterà maggiori elementi di interesse compositivo, di originalità, di novità o di valorizzazione della cultura e della tradizione musicale del Veneto. La Commissione si riserva la facoltà di chiedere modifiche o integrazioni dei repertori proposti. Art.2 – Categorie I cori potranno richiedere l’iscrizione alle categorie 1 o 2. I cori che richiederanno di partecipare alla categoria 1 parteciperanno a uno dei concerti previsti nei giorni 7,14 e 21 ottobre 2012 e dovranno presentare un progetto relativo ai brani come da art 3. Ai concerti sarà presente una commissione d’ascolto composta da alcuni membri della commissione artistica dell’ASAC, i quali avranno cura di relazionare brevemente in merito all’esecuzione di ciascun coro. Le schede con le relazioni verranno inviate al direttore del coro. Essendo la categoria 1 non competitiva, le valutazioni sono espresse ad esclusivo uso e interesse del Coro e del Direttore. I cori che richiederanno di partecipare alla categoria 2 dovranno presentare un progetto relativo ai brani come da art 3 e parteciperanno alle audizioni domenica 28 ottobre 2012 per l’attribuzione della fascia, di eventuali premi speciali e del Gran Premio del 7° Festival della Coralità Veneta. I cori selezionati in fascia di eccellenza parteciperanno al concerto finale, eseguendo uno o più brani, per l’assegnazione del Gran Premio del 7° Festival della Coralità Veneta. Durante il concerto finale saranno rese note le fasce assegnate, consegnati eventuali premi speciali e il Gran Premio del 7° Festival della Coralità Veneta. Entrambe le categorie parteciperanno unitamente alla valutazione dei progetti presentati e le premiazioni avranno luogo domenica 28 ottobre 2012 durante il concerto finale. Art. 3 - Formazione del repertorio Il tempo a disposizione di ciascun coro è di 15 minuti circa, pause comprese per i cori della categoria 2, di 20 minuti circa, pause comprese, per i cori della categoria 1. I tempi previsti dovranno essere rigorosamente rispettati. Il repertorio presentato, allo scopo di stimolare e valorizzare nuove esperienze nel campo della composizione e dell’esecuzione corale sacra e profana e promuovere repertori nuovi e tradizionali, colti e d’ispirazione popolare, dovrà essere presentato in forma di “Progetto” con una precisa denominazione (titolo) e accompagnato dalla documentazione che ne descriva le motivazioni e le connessioni tra e con le partiture presentate. I progetti dovranno essere presentati in forma grafica chiara e leggibile, sia in copia stampata che informatica (file Word, ecc..) Il programma può prevedere anche l’accompagnamento strumentale, purché questo non sia preponderante rispetto a quello corale; la Commissione Artistica di cui al seguente art. 4 ne valuterà l’ammissibilità. Il programma e il progetto potranno essere realizzati in collaborazione con autori o musicisti non appartenenti al complesso che lo presenta indicando il nominativo dell’estensore. Il progetto, unitamente al curriculum e alla foto del coro e del direttore, saranno stampati nel catalogo del Festival. Art. 4 - Commissione artistica L’ammissibilità dei cori sarà espressa da una Commissione artistica che avrà la facoltà di accettare, respingere o chiedere Il regolamento di cui sopra solo a condizione della loro partecipazione al concerto stesso. Art. 14 – I cori vincitori del primo premio nelle cinque categorie del Concorso riceveranno il Trofeo «Città di Vittorio Veneto» e il diploma di classifica; al direttore del coro sarà consegnata una targa offerta dall’A.S.A.C. (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali – Veneto). (continua a pag. 42) 41 modifiche o integrazioni ai progetti proposti. Sarà data preferenza ai progetti che presenteranno maggiori elementi di interesse compositivo, di originalità, di novità o di valorizzazione della cultura e della tradizione musicale del Veneto. La commissione artistica sarà composta da tre membri nominati dall’ASAC, che non potranno far parte della Giuria, di cui al seguente art. 5. La commissione, valutati gli elaborati presentati sia dalla categoria 1 che dalla 2, assegnerà i premi ai progetti ritenuti meritevoli in ciascuna sezione. Art. 5 - Giuria La Giuria sarà composta da sei esperti, di chiara fama nel campo della direzione, della composizione e della critica musicale, 4 dei quali scelti al di fuori della Regione Veneto, che non si trovino in condizioni di incompatibilità con le funzioni loro assegnate. Tra i sei membri sarà nominato il Presidente della Giuria. La Giuria sarà presente alle Selezioni e al Concerto finale di premiazione. Al termine della prima fase, valutate le esecuzioni di tutti i cori ammessi, la Giuria, a suo insindacabile giudizio, assegnerà la fascia di appartenenza ai cori che avranno raggiunto i punteggi previsti tra: Eccellenza (da 90 centesimi) Distinzione (da 80 a 89,99 centesimi) Merito (da 70 a 79,99 centesimi) Tutti i cori della categoria 2 posizionati nella fascia di eccellenza di tutte le sezioni acquisiranno il diritto a concorrere e saranno chiamati a esibirsi durante il Concerto finale di premiazione per l’assegnazione del “Gran Premio del 7° Festival della Coralità Veneta”. Art. 6 - Riconoscimenti e premi 42 Durante il concerto finale di premiazione ad ogni coro sarà consegnato un Attestato di partecipazione e ai cori della categoria 2 che avranno raggiunto i punteggi necessari sarà assegnata la fascia di merito conseguita. Al Coro vincitore del “Gran Premio” del Festival sarà assegnato il Trofeo ed un premio in denaro di 1.000,00 euro. Inoltre il coro parteciperà di diritto al Concorso Nazionale di Vittorio Veneto nell’anno successivo, con un contributo spese di euro 500,00, se iscritto ASAC. I cori classificatisi in fascia di eccellenza parteciperanno di diritto al Concorso Nazionale di Vittorio Veneto nell’anno successivo, con un contributo spese di euro 500,00 riservato ai cori ASAC. L’ammissione ai concorsi è subordinata al rispetto dei regolamenti degli stessi e l’erogazione del contributo, non cumulabile con il rimborso previsto per il vincitore del Gran Premio del 7° Festival della Coralità Veneta, avverrà dopo la partecipazione ai concorsi in oggetto. Durante il concerto finale di premiazione saranno consegnati diploma e premio di euro 500,00 ai progetti selezionati. In caso di ex-aequo, i premi saranno equamente suddivisi. La mancata partecipazione al Concerto finale da parte di un coro in fascia di eccellenza comporterà l’esclusione dello stesso coro dalla classifica. I cori classificati in fascia d’eccellenza saranno indicati prioritariamente per la partecipazione a concerti di prestigio a livello regionale, nazionale e internazionale . Potranno essere assegnati inoltre i seguenti Premi (diploma) speciali: per la miglior interpretazione di un brano nella Sezione A; per la miglior interpretazione di un brano nella Sezione B; per la miglior interpretazione di un brano nella Sezione C; - per la migliore esecuzione di un programma storico comprendente brani dal XVI, XVII-XXIX-XX, XXI secolo) - per la scelta della composizione d’autore ritenuta più interessante; - per la scelta dell’arrangiamento corale ritenuto più interessante. - premio speciale per il direttore che ha dimostrato particolari doti tecnico-interpretative Tutti i cori della seconda categoria, anche se non finalisti, possono essere selezionati all’assegnazione di uno dei Premi speciali. Art. 7 - Spese di viaggio Ai cori partecipanti al Festival saranno parzialmente rimborsate le spese di viaggio, previo invio della relativa documentazione, nella misura del 20% delle spese documentate (fino a un max di 600 €). Ai cori partecipanti ai concerti della categoria 1 e al concerto finale di premiazione (categoria 2) sarà offerta la cena o un rinfresco. Art. 8 - Presentazione delle domande. Le domande di partecipazione, conformemente a quanto previsto all’Art. 3, unitamente al progetto ed alle relative partiture in tre copie ordinatamente rilegate, dovranno esser inviate alla Segreteria dell’A.S.A.C. (Via Vittorio Veneto 10 31033 Castelfranco Veneto ), entro e non oltre il 15 giugno 2012. E’ ammesso l’invio di tutta la documentazione richiesta via e-mail, entro i termini indicati, nei formati di uso più comune e suddivisa in file ordinati e facilmente riconoscibili. La domanda di partecipazione dovrà comunque pervenire in originale e firmata nei termini indicati. Nella domanda dovranno essere allegati: - modulo di iscrizione, correttamente compilato (scaricabile dal sito dell’Associazione), - breve curriculum e foto del coro e del direttore, - Elaborati di Progetto su supporto cartaceo ed informatico - programma con titolo e autore di ogni brano presentato completo con l’indicazione del tempo di esecuzione in minuti primi, - CD-audio contenente registrazioni recenti del coro. Entro il 31 luglio 2012, l’ A.S.A.C. comunicherà ai cori l’esito delle ammissioni al Festival e le località in cui si terrà la manifestazione. I cori selezionati nella categoria 2 dovranno inviare entro il 15 settembre 2012, 6 copie delle partiture presentate al festival o file in pdf delle partiture in oggetto (se non già inviato). Art. 9 - Diritti di registrazione e trasmissione L’ASAC si riserva ogni diritto di registrazione e di trasmissione audiovisiva delle esecuzioni, senza che ai complessi partecipanti spetti alcun compenso. I brani eseguiti durante le Selezioni e durante il Concerto Finale di Premiazione potranno essere interamente registrati in audio con la conseguente possibilità per l’ASAC di produrre e distribuire una compilation su compact-disc composta dalle migliori esecuzioni dei cori partecipanti al Festival, a prescindere dalla loro ammissione o meno al Concerto di Premiazione finale. La scelta dei suddetti brani sarà fatta insindacabilmente dalla Commissione artistica dell’ASAC. In questi ultimi anni si è verificata una eccezionale e spontanea proliferazione di cori di giovanili e di bambini e una crescita dell’interesse verso la coralità anche in ambito scolastico. Questo fatto costituisce una grande e preziosa risorsa da valorizzare in quanto consideriamo l’attività musicale e corale una delle più sane e proficue attività nella finalizzazione del tempo libero dei giovani. L’esperienza dimostra inoltre, che praticare l’attività musicale e il canto corale in età infantile e giovanile consente di entrare nel mondo degli adulti arricchiti di uno straordinario bagaglio di capacità, della quale potranno beneficiare per tutto il resto della loro vita, in certi casi, anche a livello professionale. A dimostrazione di quanto esposto il fatto che in molti paesi culturalmente e socialmente avanzati l’attività corale è sostenuta e integrata sistematicamente all’interno dei programmi didattici. Anche in Italia, dal MIUR l’attività corale è indicata a più riprese per la sua validità e importanza, anche se a tutt’oggi non risultano attivate iniziative specifiche affinché quanto auspicato si concretizzi in modo organico. sono previste diverse ore di laboratorio corale con i docenti e due momenti concertistici che offrono l’opportunità ai gruppi presenti di esibirsi con il proprio repertorio e con quanto realizzato durante il corso. Il laboratorio per il coro giovanile (potranno aderire i nati prima del 1996) sarà condotto dal M° Giovanni Mirabile mentre quello per il coro di voci bianche sarà tenuto dal M° Mario Mora (potranno parteciparvi cantori dai 12 agli 15 anni circa) e dal M° Manolo Da Rold (potranno parteciparvi cantori dai 6 agli 11 anni). Sono specialisti di chiara fama di cui si allega il curriculum. Gli interessati dovranno dare la loro adesione entro il 20 gennaio 2012 e presentarsi entro le ore 16.00 di venerdì 10 febbraio 2012 in modo da consentire la sistemazione in camera prima dell’inizio del corso. È possibile la partecipazione di gruppi corali, ma anche di singoli direttori, insegnanti o coristi eventualmente con accompagnatori non partecipanti ai laboratori, viste le attrattive della bella città di Bassano e dei dintorni. Inoltre , è possibile la partecipazione di singoli o gruppi con la formula non residenti. La quota di partecipazione, da versare all’adesione comprende vitto (cena del venerdì, colazione, pranzo e cena del sabato, colazione e pranzo della domenica), alloggio, supporti didattici e competenze artistiche. Eventualmente è possibile integrare con alcune iscrizioni prima dell’inizio dello stage compatibilmente con le disponibilità di spazi. I direttori, oltre che assistere alle lezioni dei vari gruppi, potranno usufruire della consulenza dei docenti in merito a orientamenti didattici e scelte repertoriali. Sarà inoltre possibile ospitare eventuali genitori-accompagnatori, alle condizioni di seguito indicate, senza la partecipazione ai laboratori corali. Per qualsiasi informazione inerente l’iniziativa si prega di rivolgersi alla segreteria ASAC agli indirizzi sopra indicati o contattare la coordinatrice artistica la M° Cinzia Zanon (z.cinzia@ tiscali.it cell.335.7898909) Le adesioni potranno essere effettuate tramite fax allo Fax:(+39) - 0423 – 465022 o (preferibilmente) via e-mail all’indirizzo: [email protected] inviando l’allegato modulo e copia del versamento delle quote di adesione nel conto corrente postale 12067302, intestato all’ASAC Veneto - Via Vittorio Veneto 10 31033 Castelfranco Veneto Tel: (+39) - 0423 – 498941 email: [email protected] sito: www.asac-cori.it orario: da lunedì a giovedì - dalle ore 11 alle ore 17 venerdì e sabato – CHIUSO. Certo dell’interesse dell’iniziativa, mi auguro vorrete premiare con la Vostra presenza gli sforzi organizzativi compiuti. Bassano del Grappa - VI 10-11-12 febbraio 2012 L’ASAC, associazione che coordina l’attività di 340 cori di tutto il Veneto, segue con grande attenzione questa evoluzione, convinta che le sorti della futura coralità sia legata principalmente alla partecipazione dei giovani alle attività musicali e corali. Siamo altrettanto convinti che l’ASAC, ricca della sua trentennale esperienza, possa fornire ai gruppi che lo desiderano, compresi i cori non iscritti a cui viene ampliata la presente proposta, un prezioso supporto formativo e associativo e un’attività concertistica più articolata, secondo il livello e le aspirazioni di ciascun coro, anche in un contesto più ampio e gratificante. In questa ottica l’ASAC, visto il successo e i risultati ottenuti dalle edizioni precedenti, con il patrocinio del Comune di Bassano del Grappa, organizza il III° Meeting per cori giovanili e per cori di voci bianche che si terrà dal pomeriggio di venerdì 10 febbraio a domenica 12 febbraio 2012 presso l’Istituto Scalabrini, in via Scalabrini a Bassano del Grappa. Il meeting è coordinato dalla professoressa Cinzia Zanon, membro della Commissione Artistica dell’ASAC e coordinatrice della Commissione ASAC per la Coralità giovanile e infantile. Il meeting prevede tre diversi corsi riservati, due ai cori di voci bianche e uno ai cori giovanili. All’interno dei tre corsi associazione per lo sviluppo delle attività corali Assemblea generale ordinaria Domenica 18 marzo 2012 Prima convocazione ore 9,00 Seconda convocazione ore 10,00 Auditorium Sant’Artemio della Provincia di Treviso via Cal di Breda, 116 - TV A.S.A.C. Veneto - Via Vittorio Veneto, 10 - 31033 Castelfranco Veneto (TV) Tel. 0423.498941 - Fax 0423.465022 - [email protected] www.asac-cori.it