Periodico dell’A.S.A.C. Veneto
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Filiale di Venezia
Musica
insieme
dicembre 2011
N° 100
Fare di più, fare meglio
Musica
insieme
Periodico dell’A.S.A.C. Veneto
Iscritto al Tribunale di Venezia
il 13/8/1985 al n. 833 R.S.
Sede: Via Vittorio Veneto, 10
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Redazione
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Segreteria di Redazione
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Collaborazioni
Commissione Artistica
Segreteria Regionale
Consulte Provinciali
dell’A.S.A.C. Veneto
Progetto grafico e Realizzazione
CS point sas
Stampa
Tipografia DBS
associazione per lo sviluppo delle attività corali
Presidente Alessandro Raschi
Sommario
Editoriale
Un “Seghizzi” d’oro
3
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Echi da Arezzo
10
Ricordando Luchesi e Granzotto
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In memoria di Efrem Casagrande
Da Budapest ad Aosta
Il corso di Mel
Il Festival delle Dolomiti
Gli anniversari dei cori
Il 46° “Città di Vittorio Veneto”
Il 7° Festival della coralità veneta
INSERTO
Partitura:
M°Lorenzo Fattambrini
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38
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Ormai giunto al termine del mio secondo mandato
e dopo sei lunghi anni di impegno al servizio della
Coralità veneta, sento la necessità di formulare alcune
considerazioni riguardanti la nostra realtà associativa
e il mondo corale. Impresa non facile, tante sono le
idee che si affollano nella mia mente, restie però a
concretizzarsi di fronte al foglio bianco. Tentiamo. Ogni
volta che vengo invitato a concerti o eventi dai nostri
cori resto immancabilmente colpito dallo spirito che li
anima e dalla passione che pervade ogni singolo corista.
Riesco a stupirmene ancora nonostante frequenti il
mondo corale dall’adolescenza e credo sia uno dei più
importanti valori che possediamo, motore propulsivo
di tutte le nostre iniziative e linfa della vita quotidiana
di ogni coro, fatta anche di lavoro, impegno e sacrificio
personale. L’unione che si concretizza attraverso il
canto corale non è però sempre sufficiente a garantire
il buon funzionamento di un coro. I problemi di cui
soffre il mondo corale sono noti e li ho visti più volte
elencare in conferenze, articoli o esternazioni di alcuni
importanti musicisti e ricercatori a conferenze e
concerti. Sono problemi che principalmente vengono
riassunti nella difficoltà di ricambio generazionale e
di rinnovamento repertoriale, nel livello della qualità
artistica, nella difficoltà di affermare la validità
dell’attività corale nella scuola, di emergere nei media,
di avere adeguato sostegno dalle istituzioni; ma anche
nella carenza di pubblico, nelle difficoltà legate alla
scarsa preparazione musicale del cittadino italiano
medio e così via. C’è da chiedersi alle volte come i cori
veneti e italiani in generale possano essere all’altezza
del panorama artistico internazionale, ed appare quindi
miracoloso che sempre più spesso lo siano!! Molto più
raramente ho sentito analizzare le responsabilità che
la coralità in generale, quindi cori e associazioni corale,
devono attribuirsi e alle quali possono dare risposta e
soluzione con i propri mezzi e le energie che sono in
grado di mettere in campo. Voglio ricordare che grazie
alla lungimiranza dei nostri “padri” il mondo corale ha
saputo darsi una struttura che, salvo rare eccezioni, è
unitaria e democratica. Fatto che può di per se essere un
punto di forza notevole e che rappresenta un enorme
vantaggio alla soluzione di alcune problematiche. L’ASAC
ha giocato e gioca un ruolo importante in tal senso ed
ha segnato con chiarezza un percorso che ancor oggi
dimostra la sua validità. Ho sempre ritenuto nel mio
operare che fosse di grande importanza il rispetto delle
varie identità corali e che le iniziative dell’Associazione
dovessero essere pensate per dare risposte alle diverse
esigenze che esse esprimono. Il rispetto della base su
cui si poggia la struttura associativa è fondamentale.
Allo stesso tempo non ho mai dimenticato la funzione
insita nel nome stesso dell’ASAC, lo Sviluppo delle
Attività Corale e sono convinto che la crescita artistica,
non sempre fra gli obiettivi dei cori, non potrà che
portare un enorme giovamento allo sviluppo del mondo
corale e alla sua affermazione, indipendentemente dai
repertori praticati. Lo Sviluppo può essere realizzato
in diverse forme, tutte importanti e tutte necessarie a
completare un forse utopico ma affascinante progetto.
Il porre in essere di attività concertistiche non è
sufficiente senza predisporre degli strumenti per la
crescita artistica dei cori e la formazione dei direttori,
ne questa può bastare senza un intervento nel mondo
scolastico. Tutte attività in qualche modo legate tra loro,
che necessiterebbero di uno sviluppo organico con
iniziative distinte, a vari livelli territoriali e richiedono
però un impegno notevole, economico ma non solo. Di
grande importanza sono le risorse umane, una delle
carenze che ho spesso evidenziato e alla quale a tutt’oggi
non sono riuscito a dare soluzione. La riduzione forzata
del personale dell’Associazione attuata per sopperire
alle carenze economiche non consente di risolvere con
personale stipendiato queste carenze, ne si prefigura
in futuro tale possibilità. E’ quindi necessario che
ciascuno di noi riesca a vedere nell’interesse comune
il proprio interesse e quello del proprio coro e fare
in modo che le persone maggiormente predisposte
dei nostri gruppi si mettano a disposizione per un
costruire insieme un futuro migliore, candidandosi ai
posti di responsabilità dell’associazione che andremo a
rinnovare la prossima primavera, sia a livello regionale
che provinciale, ma anche solo inserendosi nei nostri
organismi con le proprie specifiche competenze.
Aprendosi al mondo esterno al proprio coro si
possono condividere e acquisire nuove esperienze e
competenze, mettere a frutto le proprie e riportare nel
proprio ambiente le cognizioni acquisite, migliorando
e aiutando a migliorare. Se per primi non vediamo
questo difficilmente potremo pretendere interventi
esterni in nostro sostegno. Sarà fondamentale per il
futuro riuscire ad abbattere quei diaframmi che ancora
separano in tanti settori distinti il mondo corale per
riuscire ad affermare unitariamente la validità del
nostro messaggio, consapevoli dei limiti ma anche delle
peculiarità e potenzialità di ciascuno.
Infine un grazie, per il vostro impegno e per la vostra
passione, sulle quali la coralità veneta è cresciuta e ha
saputo divenire quella straordinaria fucina di musica e
proposte, mai distinte dalla gioia di fare e stare insieme
nel canto.
Nel salutarvi porgo a tutti voi e alle vostre famiglie i
migliori auguri di un 2012 sereno e felice. Un abbraccio
corale.
Editoriale
dicembre 2011
N° 100
di Alessandro Raschi Presidente ASAC Veneto
3
Cento auguri,
Musica Insieme!
Pubblichiamo volentieri in questa rubrica alcune le
espressioni augurali che fino ad ora ci sono pervenute
per il nostro centesimo numero, che come i lettori
potranno costatare, inaugura anche una nuova veste
grafica della rivista.
Non si tratta - e se lo fosse stato sarebbero stati
del tutto inutili – di auguri soltanto formali,
ma di espressioni propositive e talvolta anche
costruttivamente critiche su vari aspetti dei rapporti
tra la coralità veneta e la sua rivista.
Ringrazio tutti di cuore a nome della redazione,
soprattutto perché si tratta di testi che testimoniano
un vivo interesse per i contenuti di MI e in molti casi
rappresentano un incoraggiamento a proseguire
con ancora più forte determinazione nella direzione
di un impegno sempre maggiore della rivista
nell’approfondimento storico, scientifico e culturale
sul terreno dei saperi della coralità. Ci dispiace di non
poter pubblicare tutti i contributi in questo numero
per i termini ormai improrogabili con i quali la rivista
deve essere mandata in stampa. Ci impegniamo fin
d’ora però a pubblicare nel prossimo numero tutti
i ‘biglietti di auguri’ che nel frattempo dovessero
pervenire e cogliamo l’occasione per invitare tutti i
lettori a partecipare all’interessante e ricco dibattito
che già i primi contributi hanno aperto e per
significare a tutti i più sentiti auguri di felice 2012.
PM
100 candeline
Ero bocia quando ascoltavo Carlo Bologna delineare
il piano editoriale di Musica Insieme. Egli ha avuto
il merito di formulare un impianto solido, che ha
retto egregiamente per 100 numeri. Ma è giunta
l’ora di un radicale rinnovamento. Un cambiamento
ispirato ai criteri di ‘più qualità’ e ‘più Veneto’. ‘Più
qualità’ significa non competere con il web, ma
integrarlo. Le bacheche multimediali del web sono
oggi i mezzi più efficaci per veicolare le attività
dei cori. La rivista dovrebbe essere invece il luogo
dove la materia si approfondisce attraverso parole
e documenti, che meritano di essere conservati.
‘Più Veneto’ significa rimarcare le specificità del
mondo corale veneto. L’appiattimento su format e
contenuti simili a quelli di altri periodici svilisce lo
scopo di appartenere ad un’associazione veneta. E
il Veneto, per la storia e l’attualità che rappresenta,
ha molto da dire ‘di suo’ in materia di canto corale.
Mauro Zuccante
In questi giorni per questa rivista si celebra la
pubblicazione del centesimo numero, circostanza
che rappresenta il raggiungimento di un importante
4
traguardo, non solo strettamente connesso alla
dinamica attività editoriale che gravita attorno a
ciascuna pubblicazione, ma anche in considerazione
del fatto che, in un’epoca in cui spicca in maniera
preponderante l’uso oramai quasi smodato di
canali ‘altri’ rispetto alla divulgazione scritta,
a maggior ragione il piccolo grande mondo che
viene immortalato da Musica Insieme rappresenta
un’inestimabile risorsa da difendere e da portare
avanti con sempre rinnovato entusiasmo.
Laddove infatti prevalgono soluzioni ‘facili’ fornite
da Internet e dalle sue relative ‘diramazioni/
divagazioni’, nelle quali spicca la peculiarità di essere
d’immediata consultazione, pur con bassissimo grado
di approfondimento (osiamo definire ciò sintomo
di dilagante pigrizia intellettuale?) e che stanno
soppiantando la levatura di un buon articolo o la
piacevole parentesi offerta dalla lettura di un buon
libro, la sopravvivenza di una rivista ad argomento
musicale, apparentemente di nicchia, ma in realtà
di un ampio e sfaccettato respiro, sembra oramai
un’eccezionale parentesi da difendere e, visti gli
obiettivi che si prefigge, da sostenere.
Questo traguardo vuole essere un plauso a tutti
coloro che tenacemente hanno sempre creduto alla
potenza della musica e soprattutto dell’esperienza
corale proprio come sua espressione privilegiata, da
promuovere e da patrocinare, pur con le molteplici
difficoltà che spesso vengono evidenziate nei vari
impegni dell’Asac. Particolarmente sentito deve
essere un ringraziamento da parte dei fruitori
della rivista a chi ha caparbiamente riflettuto su
ogni singolo contenuto, fornendo via via una silloge
d’interventi da cui possono trarre spunto critico di
riflessione i cosiddetti addetti ai lavori, ma che può
anche rappresentare un valido strumento per tutti
coloro che semplicemente si sono avvicinati o si
vogliono avvicinare alla musica a livello amatoriale.
Basti pensare a tal proposito al dualismo del taglio
che si è voluto dare ad ogni singola pubblicazione,
all’interno di ciascuna delle quali sono sempre
inseriti articoli di contenuto vario.
Si spazia sempre da argomentazioni di carattere
musicale strictu sensu, a saggi di vario grado di
approfondimento, a dibattiti che coinvolgono le più
eminenti personalità del panorama corale nazionale
e che in alcuni casi si traducono in esplicazione
di critiche costruttive, da cui traspaiono la lucida
consapevolezza delle problematiche dell’attività
corale, ma anche la volontà di superarle attraverso
un fattivo scambio di opinioni e di prospettive.
Di contro non mancano mai richiami ad appuntamenti
e a notizie di respiro locale, volti a dare visibilità e
a promuovere l’attività di compagini minori, che
comunque necessitano di un incoraggiamento e del
sostegno del pubblico; si cerca sempre di sottolineare
la fondamentale e vitale importanza di avvenimenti
particolari come corsi, concorsi e manifestazioni, volti
non solo a focalizzare l’attenzione su eventi cosiddetti
minori con lo scopo di richiamare platee di pubblico
che ci auspichiamo essere sempre più nutrite, ma
anche a registrare i progressi del lavoro di tantissime
persone, ricordando sempre, come citato più volte
nei numeri della rivista, che «[…] il segreto del canto
risiede tra la vibrazione della voce di chi canta e il
battito del cuore di chi ascolta» (Kahlil Gibran).
Sottolineiamo infine che con tale impostazione si
cerca di perseguire quello che è l’obiettivo comune
non solo di coloro che collaborano alla buona riuscita
della rivista, ma anche di tutti coloro che gravitano
attorno al panorama corale locale e nazionale, cioè
quello che potrebbe definirsi uno slogan per tutti noi:
fare buona musica.
Ilaria Masin Coro Città di Piazzola sul Brenta
Uno, nessuno, cento numeri! Da acerrimo fruitore di
Musica Insieme ritengo che una rivista abbia senso
solo se viene innanzitutto letta, metabolizzata,
discussa e se è in grado di offrire contenuti nuovi,
intuizioni, provocazioni, dibattiti, spunti di studio e
di crescita culturale, tecnica ed estetica. Una rivista
che parli di quanto siano belli e bravi i cori e i maestri
dell’ASAC non è né opportuna né necessaria: sarebbe
solo spreco di denaro e di carta.
Non si può comunque negare che soprattutto negli
ultimi anni lo sforzo operato per migliorare contenuti
e assetto della rivista sia stato notevole.
Ma quale deve essere la natura della Rivista di
un’Associazione Corale?
Notiziario? Saggistica culturale e musicale? Organo
di collegamento tra gli Associati? Antologia di
Repertori? Come Notiziario, dati i tempi inevitabili di
pubblicazione, è utilizzabile solo
per informazione e recensione
di manifestazioni già avvenute,
essendo praticamente impossibile
utilizzare Musica Insieme per la
promozione di eventi in fieri a
breve termine.
Sul versante della Saggistica
personalmente ho ben gradito
i pur timidi primi passi di tipo
musicologico e analitico: possono
offrire certamente degli ottimi
spunti e accendere interessi nuovi
per direttori e cantori.
Se pensiamo invece alla Rivista come organo di
collegamento tra gli Associati, mentre la parte di
relazione delle assemblee annuali e straordinarie,
compresi gli interventi della Presidenza e delle
Commissioni, mi sembra puntuale e pertinente
lo stesso non posso dire per quanto riguarda la
presenza della ‘base’ associativa: la scarsità di
contributi nella specifica rubrica Dialogo con i Lettori
curata dal Direttore Editoriale mi fa pensare o che le
cose vadano bene come stanno o che l’interesse alla
questione sia nullo.
Interessante invece la parte di Musica Insieme
dedicata ai nuovi repertori corali: confrontarsi con
le partiture dei compositori operanti all’interno
dell’ASAC risulta assai stimolante.
Mi permetto però di considerare che l’ASAC già
produce diversi tipi di Antologie Corali che, sullo
stile di quanto già sperimentato nella Rivista e
magari con cadenza annuale, potrebbero essere
integrate dalle schede sugli autori, dall’analisi dei
brani e dai suggerimenti sull’esecuzione, nonché
con la novità (?) delle pionieristiche indicazioni per
la solmisazione.
Infine: perché non rinunciare all’edizione stampata
di Musica Insieme?
Ormai i tempi sono pronti: perché non investire
solo su una versione web della Rivista, scaricabile
e stampabile alla bisogna, risparmiando così i costi
dell’edizione cartacea? Perché non potenziare,
promuovere, perfezionare il blog di informazione e
discussione peraltro già presente nel sito ASAC e per
niente utilizzato?
Già esistono peraltro, oltre alla stessa versione
scaricabile di Musica Insieme dal sito dell’ASAC, dei
modelli in questo senso:, cito la felice esperienza del
Notiziario web dell’Associazione Coro Marmolada,
strutturato come newsletter e stampabile dagli
utenti; ma esistono numerosi altri esempi in rete,
anche nell’ambito di altre Associazioni Regionali.
Ormai ogni coro ha un proprio profilo web e l’accesso
alla rete è sempre più uno standard: se è vero, come
speriamo, che Musica Insieme viene letta ed utilizzata
dai soci ASAC il passaggio alla Newsletter digitale
non dovrebbe essere azzardato. Per i nostalgici della
carta, volendo potrebbe sempre essere possibile
stamparsi la propria copia personale: una, nessuna
o cento copie di Musica Insieme!
Lorenzo Fattambrini
Auguro a Musica Insieme, giunta al suo millesimo
numero, molte altre migliaia di numeri di vita. Si tratta
infatti di uno strumento d’informazione e divulgazione
culturale musicale di grande importanza, e non solo nella
sua dimensione regionale.
Mi si chiede di segnalare un argomento d’interesse per la
rivista. Voi sapete che i miei argomenti sono difficili, molto
difficili, come si può desumere dalle Questioni di tecnica
compositiva pubblicate nel n. 96 (marzo 2010).
(continua a pag. 6)
5
Paolo Bon
Un bambino sta osservando attento e curioso uno
scultore mentre lavora su di un blocco di marmo
per ricavarne la forma di un leone. «Signore» lo
interrompe il bambino dopo aver visto apparire la
forma scolpita di un leone «ma come facevi a sapere
che dentro c’era un leone?».
Chi immaginava allora, al n.1, che saremmo
giunti al numero 100, e quanti altri in futuro si
meraviglieranno, lo speriamo, al raggiungimento
di altri traguardi? Forse il ‘leone’ non apparirà mai,
sarà sempre necessario l’ultimo ritocco. Mentre lo
scultore non lascia lo scalpello finché l’opera non è
compiuta e a lui gradita, Musica Insieme non potrà
mai vedersi compiuta senza rischiare il fallimento e la
chiusura. L’energia dovrà sempre venire dall’amore
per la musica! Per dirla con Erasmo: «Musicam docet
Amor», il sentimento, il cuore, gli affetti sono maestri
e ispiratori nelle arti belle.
Continui ad essere la nostra rivista, della nostra
comunità che canta, guidata da sempre da personalità
importanti, sagge e generose. A sottolineare e
riconoscere l’operato di chi mantiene in vita Musica
Insieme viene in aiuto Seneca: «Laus alit artes» - la
lode alimenta le arti, e Cicerone «Honos praemium
virtutis» - la lode è premio della virtù.
Infine l’augurio che, nel ripensare e progettare il
futuro, «temporibus mores sapiens sine crimine
mutat» (Catone), il saggio, senza che possa essere
incolpato, muta i costumi secondo il mutare dei
tempi.
Grazie, ad multos annos.
Giorgio Mazzuccato
Esprimo i miei più vivi complimenti ai responsabili
dell’ASAC e soprattutto allo staff di Redazione di
Musica insieme per la raggiunta meta di 100 numeri
del Periodico puntualmente editi e diligentemente
curati. Chi scrive, forse come pochi, è consapevole
di quanti sospiri e sussulti abbia richiesto l’uscita
editoriale di ciascun di questi numeri. La sua attuale
splendida impostazione grafica, i suoi interessanti
contenuti informativi ed ancor più i suoi numerosi
pregevoli articoli culturali costano inevitabilmente
un impegno ed una fatica, che, almeno in circostanze
come questa, vanno ampiamente riconosciuti,
apprezzati ed espressi.
Auguro al nostro mitico e glorioso Periodico ASAC,
cui mi sento tuttora affettivamente molto legato,
una lunga ed almeno doppia sopravvivenza (almeno
6
altri 200 numeri ancora…!). Il mio augurio è reso
particolarmente intenso e trepidante a motivo delle
ristrettezze economiche, in cui da anni ormai è
costretta a vivere la nostra Associazione.
Ritengo che il nostro Periodico abbia egregiamente
svolto nel passato e debba ancor più svolgere in futuro
un’imprescindibile e assolutamente necessario ruolo
d’informazione ed ancor più di formazione per i nostri
associati. E’ giusto, infatti, che i direttori ed i coristi
dell’ASAC con il loro Periodico possano render noti a
tutto il mondo corale i positivi risultati che vanno via
via raggiungendo, ma è altrettanto e forse ancor più
importante che essi possano derivare dal medesimo un
prezioso e costante materiale d’istruzione, formazione
e aggiornamento professionale. In questo senso l’ASAC
è sempre stata all’avanguardia e deve continuare ad
esserlo in Italia ed all’Estero. Nella nostra Associazione
non mancano certo le competenze, né devono o
dovrebbero mancare le disponibilità collaborative
utili per mantenere e addirittura per far crescere i
livelli ottenuti finora.
Ci auguriamo, che, come già egregiamente avvenne
nei decenni scorsi, Musica Insieme continui per noi e
per tutta l’Italia a far scoprire e riconoscere nell’ASACVeneto una riconosciuto simbolo di ottima coralità.
Lunga vita al nostro amato e pregiato Periodico
Musica Insieme!!!
Gastone Zotto
Credo non si potesse assegnare nome più azzeccato
al periodico di un’associazione di cori. L’attività
sociale ed artistica di un coro, infatti, si sostanzia
nel fare “musica insieme”, con esiti che sono il frutto
dell’apporto dei singoli, la cui individualità trova
vigore al servizio del collettivo.
Come il corista rinuncia ad un proprio spazio
personale a favore del gruppo corale, così pure i cori
appartenenti all’ASAC hanno portato all’associazione,
in questi decenni, il loro contributo d’idee e di fattiva
collaborazione, così come testimoniato e veicolato
anche attraverso il periodico Musica Insieme.
Nel formulare il vivo apprezzamento per l’uscita
del numero 100, mi piace qui ricordare che l’ASAC
raggiunge questo ambìto traguardo nell’anno in
cui ricorre il 20mo anniversario della scomparsa
di Efrem Casagrande, suo illustre, indimenticato ed
indimenticabile fondatore.
Stefano Da Ros
La rivista “Musica Insieme” con giusto orgoglio
intende sottolineare il raggiungimento di un
traguardo molto significativo: 100 numeri pubblicati
negli anni. Questo numero pieno sta a testimoniare
un impegno considerevole all’interno e al servizio del
mondo della coralità veneta e un contributo a favore
di quanti, compositori e direttori di Coro, lavorano con
professionalità e passione affinché il cantare insieme
serva alla elevazione culturale e sociale della nostra
gente. “Musica Insieme” negli anni si è rivelata un
importante veicolo di comunicazione e di conoscenza
tra i gruppi corali del Veneto. Tutti gli appassionati
di musica, coristi e direttori, hanno potuto, per suo
mezzo, usufruire di uno strumento di informazione
sugli avvenimenti più importanti delle numerose e
svariate realtà del mondo corale tipico della nostra
regione. Oltre a questo, nel corso degli anni la rivista
è diventata anche un’importante vetrina che ha
permesso di conoscere nuove composizioni, articoli
musicologici, incisioni discografiche e pubblicazioni di
vario tipo.
I complimenti per questo prestigioso traguardo sono
doverosamente congiunti a un sentito ringraziamento
per l’opera svolta dalla nostra Rivista, con l’augurio
che “Musica Insieme” possa crescere nella qualità e nel
servizio e che la coralità, debitamente valorizzata e
incentivata, diventi sempre più uno strumento forte e
prezioso per l’amicizia e il dialogo.
Pierluigi Comparin (Direttore dei Polifonici Vicentini)
Testimone della nostra coralità Musica insieme
racconta da bel 100 numeri il passato e il presente
della vita corale veneta. L’avvento della tecnologia
nella comunicazione ha portato molti aspetti
positivi che ben conosciamo, ma la carta rimane
uno strumento insostituibile di lettura soprattutto
quando sa portare novità, spunti di riflessione,
ci fa conosce preziose pagine musicali dei nostri
compositori. Per noi musicisti la partitura stampata
rimane sempre uno strumento unico dove studiare,
annotare le personali interpretazioni, ci accompagna
nella nostra quotidiana vita musicale.
Auguro a Musica insieme di farsi portavoce dei tempi
nuovi, di saper sempre rinnovare gli obiettivi e di
riuscire ad interpretare le esigenze del futuro della
coralità ben oltre i confini regionali.
Maria Dal Bianco
Belle armonie in laguna, però…
di Ruggero Battaglin e Mirco Dalla Valle “Gruppo Corale Harmonia Nova”
Certamente la partecipazione a “Venezia in coro” ha
sempre avuto e sempre avrà fascino ed importanza,
soprattutto per il gruppo corale “Harmonia Nova” che
mancava da alcuni anni a questa bella ed importante
manifestazione. Nello specifico la partecipazione
per noi è stata intesa come un momento particolare
di aggregazione tra e con le nostre famiglie che
solitamente ci vedono “fuggire” di casa per i vari
impegni corali.
Venezia… così vicina che spesso non assaporiamo
appieno la sua magìa. Magìa che si nasconde
soprattutto tra calli e campielli che sono al di fuori
dei tradizionali percorsi turistici.
Ecco allora che proprio in quei
luoghi un canto fa aprire un
balcone ed un viso sorridente
appare ai nostri occhi deliziato dalle note e dalle
armonie. Lo stesso sorriso che vediamo sui volti
degli ospiti dell’ospedale “Fatebenefratelli” dove,
eseguendo il nostro concerto di solidarietà ed
accompagnando la messa, siamo riusciti a donare
per alcuni minuti un po’ di sollievo a visi sofferenti
e addolorati, ma nello stesso tempo fieri della loro
storia e del loro sapere.
Personalmente non posso però condividere le
restrizioni che le autorità di Venezia hanno imposto
all’organizzazione dell’incontro corale riguardo “la
zona rossa” ed il rispetto del silenzio pomeridiano:
ritengo che la nostra attività in nessuno modo possa
andare a scontrarsi o ledere altrui necessità. Forse un
po’ di più considerazione dai nostri amministratori
non guasterebbe. Sono sicuro che i canti proposti
hanno un sapore diverso dagli schiamazzi dei
turisti ed anche il concerto a cori riuniti fatto in San
Marco avrebbe avuto un calore diverso, come tra
l’altro avevano accordato negli anni passati anche
con l’aiuto di fasci luminosi proiettati dal grande
campanile.
Occasione rara di incontrare colleghi direttori,
coristi e musicisti, condividere sensazioni, emozioni,
scambiarsi opinioni e magari, come è successo
mentre seduti per terra per riposarci e dopo aver
eseguito un brano si è presentato a noi un docente
del Conservatorio di Valcençia, il quale dopo essersi
complimentato ci chiedeva come mai un evento
In margine a “Venezia in coro 2011”
simile non fosse adeguatamente pubblicizzato. Non
è stato facile spiegargli che le attività in Venezia sono
molte e sovente coincidono nelle stesse date, come
successo con la “Vogalonga”.
Quest’anno, nel quale ricorre il 150° anniversario
dell’unità del anostro Paese, dove anche attraverso
il canto e la musica abbiamo trovato modo di
aggregazione e crescita culturale, più che mai
dobbiamo trovare gli stimoli per proseguire sul
nostro cammino e far si che l’attività corale sia
sempre più considerata ad alto livello, perché, se è
vero che le eccellenze devono essere tutelate, è ancor
più vero che, se c’è una base solida e attiva che ha
stimoli e gratificazioni, maggiori sono le possibilità
che le eccellenze emergano e siano maggiori.
Buona coralità a tutti voi.
Divagazioni in laguna
Ma la mia Diatonomia sistematica, che è la prima
linguistica musicale della storia, prima o poi va
approfondita; e non lo dico per me che ho settantuno
anni e non devo arrivare da nessuna parte: lo dico per
gli altri musicisti, soprattutto i giovani, oltre che per
i musicisti delle generazioni a venire. Se qualcuno ha
voglia di seguirmi su questa strada irta di ostacoli,
scoprirà un mondo speculativo basato su una scoperta
scientifica e in prospettiva imprescindibile.
7
Un memorabile
“Seghizzi” tutto d’oro
di Alessandro Kirschner
Mezzo secolo di alta coralità
Non sono molti i concorsi che possono vantare una
tradizione ed un prestigio che, anno dopo anno,
si siano sempre rinnovati, continuando a regalare
emozioni e curiosità.
Il Concorso internazionale di canto corale
“Seghizzi” non poteva festeggiare meglio i
suoi 50 anni di storia: tutto il mondo corale si
è dato appuntamento a Gorizia per dar vita ad
una settimana di musica di alto livello con cori
provenienti da tutto il mondo: Austria, Estonia,
Indonesia, Nuova Zelanda, Polonia, Repubblica
Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Slovenia,
Spagna, Ucraina, Stati Uniti, Italia (rappresentata
da tre gruppi) e per la prima volta anche Iran.
Una giuria internazionale composta da dieci
musicisti provenienti da nove nazioni diverse
(all’Italia sono stati concessi due giurati) ha avuto
8
il difficile compito di selezionare ed indicare i cori
che potessero rappresentare l’ideale modello di
coralità nelle diverse epoche storiche.
Il Concorso di Gorizia, tradizionale città-ponte
tra Oriente ed Occidente, già ci aveva abituato a
gustare il piacere dell’incontro
di culture che proprio
attraverso la musica, colorati
abiti di scena ed accattivanti
coreografie, ben esprimono
le specificità di ogni Paese.
Ma mai come quest’anno si è
potuto assistere ad una tale
pluralità di culture: per la
prima volta un coro iraniano si
è presentato alla competizione.
Il “Theran Vocal Ensemble” (www.tehranvocal.com)
ha stupito e meravigliato tutti per l’affiatamento
del gruppo, per gli arrangiamenti che con energia
Echi del concorso di Gorizia
ed ironia hanno saputo innestare una sensibilità
medioorientale in una musica occidentale (da
Morricone a McCartney) e per la rivisitazione in
chiave pop del canto popolare.
Vero e quasi incontrastato protagonista del
concorso è stato tuttavia il “Chamber Choir
Collegium Musicale” (Estonia) diretto dal giovane
Endrik Üksvärav (www.collegiummusicale.ee),
classificatosi al primo posto in tutte le categorie a
cui ha preso parte (Musica popolare, Rinascimento,
Ottocento, Novecento, Musica
contemporanea). Il suono
omogeneo in tutte le sezioni del
coro, unito ad una padronanza
tecnica sbalorditiva, hanno
permesso al coro estone di
conquistare anche l’ambitissimo
“XXIII Grand Prix Seghizzi”,
lasciando senza fiato pubblico e
giuria per il repertorio di grande
difficoltà lodevolmente eseguito.
Memorabile l’esecuzione dello
impervio Ma robe d’amour di
Messiaen: molti coristi erano
addirittura muniti di diapason
per prendere in modo autonomo
l’intonazione nelle densissime
armonie del pezzo.
Altro coro che si è distinto
nella competizione è stato lo sloveno “Mešani
pevski zbor Obala” (www.zborobala.net) che ha
ottenuto ottimi risultati in diverse categorie ed un
prestigioso secondo posto al Grand Prix. Questo
gruppo, molto eterogeneo nella formazione,
ha saputo trasmettere, con
eleganza e spontaneità, intense
emozioni in tutte le categorie
alle quali ha preso parte.
Rivelazione del concorso è stato
invece il gruppo spagnolo delle
Canarie “Camerata Lacunensis”
(www.cameratalacunensis.
blogspot.com): la grande
spontaneità, la morbidezza
delle voci, la raffinatezza
nello stile ed un repertorio sempre interessante
e coinvolgente avrebbero permesso al gruppo di
raggiungere risultati ben più lusinghieri, non fosse
per alcune voci che spesso emergevano sulle altre.
Tra i gruppi italiani il risultato più prestigioso è stato
raggiunto, con grande sorpresa, dal coro salernitano
di recente formazione “Orchestra Vocale Numeri
Primi”, diretti da Alessandro Cadario, a cui è stato
riservato il primo posto nella sezione dedicata
al jazz-musica leggera. Suggestivi arrangiamenti,
in gran parte dello
stesso Cadario, hanno
permesso al gruppo
di rivisitare canzoni
pop
di
successo
trasformandole
in
una sorta di neomadrigali con tanto di
imitazioni tra le voci
senza mai scadere nel banale. Forse talvolta un po’
eccessivo l’apporto ritmico che spesso ha rischiato
di sovrastare le voci dei giovani coristi.
Il gruppo vocale “Voceversa” di Camburzano è stato
il coro italiano con punteggio
più alto nelle categorie principali: ai “Voceversa”
è quindi andato il Premio Feniarco. Interessanti
nel jazz italiano anni ‘30 con ottimi arrangiamenti
che ben valorizzano il colore delle sette voci
maschili, hanno accusato un po’ di timidezza nel
repertorio del Cinquecento,
ben eseguito ma non
altrettanto
coinvolgente.
Qualche problema vocale si è
potuto invece riscontrare nel
coro cagliaritano “Studium
Canticum”:
interessante
nel programma popolare,
eseguito
in
costume
tradizionale sardo, più in
difficoltà nelle altre categorie
pur portando un programma
impegnativo ed apprezzabile.
Il Concorso di composizione
ha premiato lo spagnolo
Martin Ruben Garcia con il
brano “Crucem tuam”, mentre
ha segnalato il compositore
veneto Battista Pradal come
finalista per la prossima
edizione.
La nostra regione ha inoltre
avuto un altro momento
di notorietà con l’attribuzione del premo “Una
vita per la direzione corale” al padovano Gianni
Malatesta che, visibilmente commosso, ha
commentato: “Ho iniziato ad insegnare canto
corale nel 1949 e a tutt’oggi faccio il maestro
di coro. Questo premio mi emoziona e lo dedico
a tutti i miei amici”. Il concerto di gala è stato
anche quest’anno un’occasione per sentire
ottima musica mirabilmente eseguita, una festa
per la musica e per la coralità internazionale
Nell’edizione del 50° la coralità veneta in
evidenza per i riconoscimenti ai maestri
Gianni Malatesta e Battista Pradal
che, nonostante le ristrettezze economiche
dell’ultimo periodo, ha saputo emozionare il
pubblico di appassionati che gremiva il Teatro
Verdi di Gorizia. Un grande atto di fiducia
nel futuro, nella bellezza della musica e nella
magia del fare coro insieme: ecco gli ingredienti
che hanno portato il “Seghizzi” all’ambizioso
traguardo dei 50 anni e che sicuramente lo
continueranno a sostenere, sempre nuovi e
mutevoli, in tutte le prossime edizioni.
9
Il mondo corale
nel nome di Guido d’Arezzo
a cura di Renata Peroni*
Una cittadina ricca di storia e di cultura, ospita
da ben oltre mezzo secolo uno dei più importanti
concorsi nazionali ed internazionali del panorama
corale.
Ad Arezzo si sono svolti infatti fra il 13 ed il 18
settembre 2011, rispettivamente il 28° Concorso
polifonico nazionale ed il 59° Concorso polifonico
internazionale “Guido d’Arezzo”. Un programma
che ha visto articolarsi, durante le sei giornate,
musica nel senso più ampio del termine con
numerose attività e concerti che hanno fatto da
corollario al concorso. In apertura il Masterclass
di direzione corale con il docente Lorenzo Donati
che ha assorbito buona parte delle prime due
giornate di lavoro. A seguire i pregiati inserimenti
concertistici corali del “Guidoneum Festival”
offerti rispettivamente dal coro sloveno
“Vokalna Akademija Ljubljana” diretto
dal M° Stojan Kuret e quello del coro
spagnolo “El Léon de Oro”, diretto dal
M° Antonio García de Paz.
In cerimonia d’apertura del Concorso,
si è espressa presso la Basilica di San Francesco, la
giovane nota del “Coro Giovanile Italiano”, che sotto
la direzione dei maestri Lorenzo Donati e Dario
Tabbia, ha offerto al pubblico un ricco programma
di benvenuto.
Dodici i cori partecipanti al polifonico internazionale
e sette al nazionale. I cori iscritti, è doveroso
precisare, sono frutto di una precedente selezione
preventiva che partiva da venticinque domande
d’iscrizione pervenute alla Fondazione per
questa edizione del concorso. Colombia, Estonia,
Germania, Giappone, Indonesia, Italia, Lettonia,
Polonia, Stati Uniti ed Ucraina si sono confrontate
a livello internazionale. Puglia, Veneto, Lazio,
Abruzzo, Friuli e Lombardia a livello nazionale.
Due le categorie di suddivisione del concorso
internazionale nelle diverse giornate: canto
monodico cristiano e repertorio polifonico.
Tre le giurie del concorso: per la categoria di
polifonia erano presenti, dal Regno Unito Peter
Broadbent, dalla Germania Bernd Englbrecht, dalla
Norvegia Maria Gamborg Helbekkmo e Carl Hogset,
dalla Danimarca Bo Holten e dall’Italia Mario
Mora e Gianni Tangucci. Per la categoria canto
monodico erano presenti, dalla Svizzera Giovanni
Conti, dall’Italia Marco Gozzi e Lanfranco Menga,
dalla Germania Alexander Schweitzer (sostituito
con Franco Radicchia) e dalla Danimarca Peter
Weincke. Infine, per il polifonico nazionale erano
presenti Aldo Cicconofri, Walter Marzilli, Daniele
Proni, Paola Versetti e Mauro Zuccante.
Un programma che si è rivelato quindi interessante e
ricco di numerose audizioni e scelte repertoriali dei
cori partecipanti (ciascun coro presentava almeno
quattro brani per ogni categoria di partecipazione
espressi alla loro massima potenzialità), che si
sono articolate durante le giornate di martedì,
mercoledì, giovedì e venerdì nella centralissima
Sala Sant’Ignazio, non di enormi dimensioni ma
di buona acustica e predisposta in modo pratico
e capiente rispetto alle precedenti edizioni del
concorso. Un autentico divertimento quindi per
musicisti ed appassionati del panorama corale,
che si ritrovano ad Arezzo per questo importante
appuntamento durante il mese di settembre.
Da non dimenticare infine il 38° Concorso
Echi dalla Toscana
I concorsi polifonici
internazionale e nazionale 2011
10
edizione dell’”Arezzo Colours’ Prize Festival”,
concorso-rassegna dedicata esclusivamente alla
musica contemporanea, comprendendo tutte le
categorie dal classico alla spiritual, dal jazz alla
musica pop, dove sarà consentita ai cori anche la
partecipazione fuori competizione, e dove, per la
parte relativa al concorso, la giuria sarà composta
esclusivamente dal pubblico in sala che attribuirà,
sulla base di una votazione, i tre premi previsti».
A Mario Mora, membro di giuria nelle categorie
di polifonia, abbiamo chiesto un giudizio sui
programmi presentati e la varietà tecnica espressa
dai cori partecipanti al concorso di quest’anno.
«Questa edizione del concorso, si è presentata
con un livello molto alto dei cori partecipanti.
Mentre le edizioni precedenti erano solitamente
caratterizzate da un singolo coro che emergeva
sugli altri, questa edizione ha visto quattro almeno
quattro cori spiccare in qualità: il “Chamber Choir
Collegium Musicale” di Tallin-Estonia, il “Mannheim
Chamber Choir” di Mannheim-Germania, il
“Chamber Choir Vox Gaudiosa” di Tokyo-Giappone
ed il “Salt Lake Vocal Artists” di Salt Lake City-Stati
Uniti.
Questi quattro cori, seppure con caratteristiche
internazionale di composizione che accompagna
il concorso ogni anno e che non vede quest’anno
l’assegnazione, ma la sola segnalazione alla
composizione “Restlicht” di Francesco Milita.
*Consigliere Asac Veneto per la provincia di Verona
GLI APPROFONDIMENTI
La nuova Presidenza del Concorso di Arezzo è stata
affidata dal 2011 a Carlo Pedini, al quale abbiamo
chiesto un commento a consuntivo dell’edizione
2011 e le aspettative per le edizioni future del
concorso:
«Siamo stati molto soddisfatti dell’edizione 2011,
per l’alto livello dei cori partecipanti e la numerosa
affluenza di pubblico. Tuttavia si è ancora
evidenziata l’inopportunità dello svolgimento
del concorso nel mese di settembre che, con la
ripresa dell’anno scolastico, ha impedito a molti
appassionati operanti nel mondo della scuola la
propria presenza o comunque una più agevole
partecipazione. Per questo il prossimo anno si
tornerà alla precedente collocazione nel mese di
agosto (precisamente dal 20 al 26 agosto 2012).
Altra novità sarà quella di una nuova redistribuzione
delle categorie per periodi storici, più rispondente
alla prassi corale attuale.
Ma la novità di maggior rilievo sarà la prima
diverse fra loro, hanno saputo imporsi
suddividendosi i premi in palio nelle differenti
categorie del concorso: in particolare, il coro estone
si è caratterizzato per la morbidezza del suono e
del colore e per le particolari doti del suo direttore
Endrik Üksvärav; il coro tedesco per il carattere,
l’espressività e l’ottima esecuzione dei mottetti
di Bach; il coro americano, il più tradizionale fra i
quattro, per la potenza sonora ed il suo spessore
timbrico; il coro giapponese infine, formato
essenzialmente da giovani coristi si è caratterizzato
per un’ottima vocalità ed espressività con voci
(nonostante l’età media) particolarmente mature.
Ha presentato un programma vario e ben eseguito
con un’ottima pronuncia nelle esecuzioni in latino.
Nei brani tradizionali giapponesi ha espresso
tecniche dissonanti di grande valore, che unite
all’emozionalità delle esecuzioni, hanno saputo
così unire le migliori caratteristiche per ricevere
anche il Gran Premio del concorso».
A Mauro Zuccante, membro di giuria nel polifonico
nazionale, abbiamo chiesto un giudizio sulle scelte
repertoriali e la varietà dei programmi presentati
dai cori italiani.
«L’esperienza m’insegna che nei concorsi è
raro ascoltare novità di repertorio interessanti
e piacevoli. I direttori di coro credono sia più
saggio e prudente presentare brani di consolidato
apprezzamento e popolarità. Essi non considerano
che il giurato potrebbe invece essere ben
disposto all’ascolto di una novità, piuttosto che
dell’ennesima esecuzione di un brano tra quelli più
in voga. Brano che viene inevitabilmente messo a
confronto con esecuzioni magistrali di riferimento,
difficili da eguagliare. I programmi presentati dai
sei cori che hanno partecipato alla recente edizione
del Concorso polifonico nazionale di Arezzo non
si discostano da questa linea di indirizzo. Rare
le novità. Anzi, ho addirittura riascoltato pezzi
presentati dallo stesso coro in precedenti concorsi.
E per il resto, ho ascoltato esecuzioni di brani
piuttosto impegnativi dei “mostri sacri” (Bruckner,
Verdi, Bach); delle quali alcune convincenti, altre
del tutto azzardate.
In merito alla questione della varietà di scelta, va
detto che è lo stesso regolamento del Concorso
di Arezzo ad imporre ai cori di spaziare nei
periodi storici, dalla polifonia antica a quella
contemporanea. Questo vincolo va però valutato
con cura. E’ infatti una circostanza eccezionale
quella del coro che sappia destreggiarsi allo
stesso livello con le problematiche (tecniche e
stilistiche), che presentano le differenti prassi
esecutive storiche. Ecco allora che i direttori più
accorti formulano il programma attorno ad un
brano, o due, particolarmente congeniali, che
evidenziano le potenzialità vocali ed interpretative
della compagine. Gli altri brani fungono quasi
da contorno. Anche in questa prospettiva ho
riscontrato ad Arezzo una conferma, soprattutto nei
cori posizionatisi nella parte alta della classifica».
A Paola Versetti, membro di giuria nel polifonico
nazionale, abbiamo chiesto come giudica le
esibizioni e la varietà tecnica espressa dai cori
italiani partecipanti al concorso.
«Ho trovato le esibizioni dei sei cori partecipanti al
concorso di un buon livello, con punte di eccellenza
toccate in particolar modo dal Coro da camera di
Varese. Questo gruppo si è distinto per la bellezza del
suono (morbido, compatto e al tempo stesso ricco
di sfumature), per la maturità delle interpretazioni,
per l’espressività e la comunicativa.
(continua a pag. 12)
11
di debolezza. Purtroppo non tutte le scelte dei
direttori sono state effettuate secondo questi
criteri, dunque è capitato di ascoltare brani non
adatti alle caratteristiche dei cori partecipanti che,
in questo modo, sono stati messi in difficoltà.
Dal punto di vista prettamente tecnico, ho potuto
ascoltare delle belle realtà, quasi tutte già ben
consolidate e definite: un’edizione dal bilancio
sicuramente positivo!».
59° Concorso internazionale “Guido d’Arezzo”
CATEGORIA A – CANTO MONODICO
Sezione 1
coro vincitore del premio speciale: MULIERUM
SCHOLA GREGORIANA CLAMAVERUNT IUSTI
Sezione 2
rassegna a premi - premio speciale ex aequo:
SCHOLA GREGORIANA “PIERGIORGIO RIGHELE” e
MULIERUM SCHOLA GREGORIANA CLAMAVERUNT
IUSTI
PREMIO SPECIALE
al gruppo che presenti nella Categoria A un
programma che rifletta un progetto di ricerca
nel settore del canto liturgico cristiano di tradizione
monodica in tutte le sue espressioni.
NON ASSEGNATO
CATEGORIA B – POLIFONIA
Sezione 3
gruppi vocali - 1° premio: SALT LAKE VOCAL
ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti) - 2° PREMIO:
WILLIAM BYRD CONSORT -Riga (Lettonia)
I risultati di Arezzo
Sezione 4
CORI - 1° premio ex aequo: SALT LAKE VOCAL
ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti) - CHAMBER
CHOIR COLLEGIUM MUSICALE – Tallin (Estonia) 2° premio: CHAMBER CHOIR VOX GAUDIOSA Tokyo
(Giappone) - 3° premio: MANNHEIM CHAMBER
CHOIR – Mannheim (Germania)
La Giuria ha altresì decretato l’assegnazione del
PREMIO SPECIALE per la migliore esecuzione
del brano d’obbligo (Sez 3 e 4) al coro SALT LAKE
VOCAL ARTISTS – Salt Lake City (Stati Uniti)
Sezione 5
CORI DI VOCI BIANCHE
1° premio: NON ASSEGNATO - 2° premio:
CHILDREN’S CHOIR GLORIA -Zhytomyr (Ukraine)
Sezione 6
RASSEGNA PER PERIODI STORICI
12
PREMIO SPECIALE periodo storico B (polifonia a
cappella dal 1450 al 1600, da 4 a 8 voci): CHAMBER
CHOIR VOX GAUDIOSA -Tokyo (Giappone)
PREMIO SPECIALE periodo storico C (Polifonia
a cappella con o senza basso continuo dal 1600 al
1750): WILLIAM BYRD CONSORT - Riga (Lettonia)
PREMIO SPECIALE periodo storico D (Polifonia
classico-romantica con o senza strumenti)
ex aequo: SALT LAKE VOCAL ARTISTS – Salt Lake
City (Stati Uniti) - CHAMBER CHOIR COLLEGIUM
MUSICALE -Tallin (Estonia)
PREMIO SPECIALE periodo storico E (polifonia
dall’ impressionismo ai giorni nostri con o senza
strumenti)
ex aequo: CHAMBER CHOIR VOX GAUDIOSA Tokyo
(Giappone) - SALT LAKE VOCAL ARTISTS – Salt Lake
City (Stati Uniti)
Sezione 7
MUSICA CORALE CONTEMPORANEA
PREMIO SPECIALE: CHAMBER CHOIR COLLEGIUM
MUSICALE -Tallin (Estonia)
Sezione 8
FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CANTO POPOLARE
Premio assegnato dal pubblico al coro: INSTITUT
TEKNOLOGI
BANDUNG
CHOIR
-Bandung
(Indonesia)
Premio assegnato da una commissione d’ascolto, ex
aequo ai cori: CORO TONOS HUMANOS - Medellin
(Colombia) - CATHEDRAL BOY’S CHOIR PUERI
CANTORES TARNOVIENSES -Tarnów (Polonia)
28° Concorso Nazionale “Guido d’Arezzo”
1° premio: CORO DA CAMERA DI VARESE - Varese
2° premio: CORO DELLA VIRGOLA - Pescara
3° premio : CORO CLARA SCHUMANN - Trieste
Soavi melodie nel nome di Maria
di A.B.
E’ noto che la Messa delle 11 di
ogni prima domenica del mese è
un appuntamento ambiìo a Monte
Berico, innanzitutto per i fedeli,
che affollano letteralmente la
navata della Basilica, conferendo
un tono solenne alla liturgia,
celebrata di solito dal padre Priore
della Comunità dei Servi di Maria
e accompagnata dai canti della
Cappella musicale Monte Berico.
Questa tradizione dura da molti
anni, da quando P. Ruggero Pitton
aveva fondato il coro, che dalla
Basilica prende il nome, ed è tuttora
molto viva e sentita, per la cura
particolare con cui le cerimonie
e i canti vengono predisposti ed
eseguiti, in un contesto carico di
fede semplice e di partecipazione,
come si verifica sempre nei grandi
santuari mariani.
Da tredici anni la Consulta
provinciale Asac di Vicenza ha
pensato di inserire in questa
affermata tradizione una rassegna
corale, intesa come partecipazione
allargata di cori della Provincia,
i quali intervengono ad animare
la liturgia delle 11 di tutte
le domeniche di maggio, il
mese mariano per eccellenza.
Quest’anno si sono succeduti
cinque cori: la “Cappella Musicale
Monte Berico”, diretta da Cristiano
I cori per l’Abruzzo
Lancerotto; la “Schola Cantorum
Lorenzo Perosi” di Camisano
Vicentino, diretta da Luciano
Ferrari; il “Gruppo Corale di
Bolzano Vicentino”, diretto da
Francesco Grigolo; il “Gruppo
Vocale Polifomnia” di Torri di
Quartesolo, diretto da Silvia
Fabbian; il “Coro Polifonico S.
Biagio” di Montorso Vicentino,
diretto da Francesco Grigolo.
Tutti hanno fatto onore al ruolo
che si erano assunti di guidare
l’assemblea e di dare giusta luce
al servizio liturgico cantato,
come sarebbe conveniente fare
in ogni tempo, ma soprattutto
nell’attuale, allorché si sta
smarrendo da più parti la traccia
della grande tradizione gregoriana
e polifonica, resa illustre dai
maggiori
compositori
della
musica sacra antichi e moderni.
I cori partecipanti hanno dato un
esempio di animazione liturgica
eseguita con proprietà e dignità,
sotto la guida di maestri preparati
e competenti nella scelta degli
autori e dei brani e nella prassi
esecutiva.
A
coronamento
dell’intera
rassegna si è tenuto, sabato 21
maggio, sempre nella Basilica
di Monte Berico, un concerto
presentato da due cori vicentini
Al fine di utilizzare i fondi raccolti dalla Feniarco è stata
concordata la messa a punto di un progetto culturale unitario
e condiviso, articolato in una serie di attività, tutte mirate alla
formazione, alla produzione e all’innalzamento del livello
musicale dei 14 cori coinvolti.
Il progetto prevede:
• l’organizzazione di 10 concerti, distribuiti nel corso di un
anno, a L’aquila, nelle frazioni di Paganica e di Tempera, e nei
comuni sedi dei cori (Tornimparte, Barisciano, Villa S. Angelo,
Castel del Monte, Castelvecchio Subequo e Rocca di mezzo),
coinvolgendo anche altri cori della nostra Associazione
regionale.
• La produzione di 3 CD con repertorio tematico (canti natalizi,
polifonici, popolari, con particolare riguardo al repertorio
emergenti nel panorama regionale
e nazionale: “Coenobium Vocale”
diretto da Maria Dal Bianco e
“Ensemble La Rose” diretto da
José Borgo. Dopo una pregevole
introduzione cantata, offerta dalla
“Cappella Musicale Monte Berico”
diretta da Cristiano Lancerotto, i
cori ospiti si sono esibiti, dapprima
singolarmente e poi a ranghi uniti,
in un repertorio prevalentemente
mariano dal XV al XX secolo, con
grandi autori, come F. de Penalosa,
G. Croce, E. Grieg, F. Biebl, H.G.
Bastian, J. Busto, R. Real, M. Kocsar,
K. Nystedt, A. Alcaraz, B. Britten, M.
Duruflé, M. Lauridsen e G. Bonato.
La perizia tecnica e l’esperienza dei
direttori, due donne straordinarie
per dedizione e bravura, hanno
condotto i cori ad offrire il meglio
della vocalità e della espressività,
in un crescendo di emozioni
sonore, che hanno indotto nel
numeroso pubblico presente una
partecipazione entusiastica e
calorosa.
E’ veramente il caso di augurarci
“ad multos annos!…” per questa
rassegna mariana a Monte Berico,
voluta e organizzata dalla Consulta
provinciale Asac di Vicenza e
giunta alla 13a edizione.
13 a Rassegna corale Monte Berico
In merito al repertorio ascoltato, mi preme fare una
considerazione. Secondo me occorre distinguere
tra i brani da affrontare come studio, per far
crescere il coro o per ampliarne le conoscenze
o semplicemente per appagare i gusti di cantori
e/o direttore e quelli da portare a un concorso.
In quest’ultimo caso, penso che ogni direttore
dovrebbe scegliere il programma con l’idea e il
fine ultimo di mettere in risalto le doti del suo
gruppo e nasconderne gli eventuali difetti o punti
abruzzese) da raccogliere in un cofanetto.
• L’organizzazione di 4 incontri e seminari di formazione sulla
tecnica vocale, la direzione, l’interpretazione e i repertori.
• La pubblicazione di un libro contenente le notizie relative
ai cori coinvolti e ai luoghi dove esplicano la propria attività,
nonché tutti gli atti e i materiali prodotti nel corso del progetto.
In questo modo il contributo raccolto potrà essere impiegato
nella maniera più utile e produttiva, lasciando anche una
traccia tangibile e duratura nella pubblicazione finale e nelle
registrazioni dei canti su CD, ma soprattutto ponendo in essere
le basi per una straordinaria esperienza di crescita culturale
collettiva, ricca di implicazioni umane e sociali. E solo Dio
sa quanto il territorio ne abbia bisogno in questo difficile
momento, in cui si sperimenta la pena quotidiana del dopo
terremoto.
Vincenzo Vivio
13
Efrem Casagrande,
uomo e artista
A vent’anni dalla morte del fondatore dell’Asac
di Camillo De Biasi
Senza ulteriori esitazioni, dopo il saluto, mi disse: «Aspetta!». Quindi si avvicinò ad una libreria dalla
quale estrasse i “33 canti popolari”, aprì il volumetto
dalla copertina arancione verso la fine, si spostò al
pianoforte e cominciò a suonare. Era ”Staimi atènz!
Canto spirituale friulano” nell’armonizzazione per
coro misto che aveva composto alcuni anni prima.
Mentre suonava da grande artista, fischiettando
ed affermato maestro dal nome altisonante di
Efrem Casagrande. Ebbene, durante una prova
in prossimità di una festa, ricevetti uno schiaffo
sonoro dal maestro. Schiaffo che mi brucia ancora
e che anche lui ricordava anche se, ovviamente,
il tempo ha cancellato il motivo e non rammento
più se era per chiacchiere, per distrazione o, più
probabilmente, per un attacco errato di tutto il
coro che aveva infuriato il maestro
il quale se l’era presa con il primo
corista a lui più vicino che era
appunto: «Camìo! E…tasi!».
Durante il periodo del Seminario
non ebbi altri incontri con lui se
non di sfuggita. Una sera, dopo
una tournée nei paesi nordici, sotto l’invito di
monsignor Giuseppe De Biasi - al quale non poteva
dire di no in quanto era suo figlioccio - venne nel
nostro istituto, in occasione di S. Cecilia, a tenere
un recital pianistico: un evento indimenticabile
soprattutto per l’intensità dell’interpretazione
di alcuni notturni di Chopin. Mi salutò con un
sorriso quando, salito sul palco per ringraziare
il coro del seminario che aveva eseguito in suo
onore - sebbene non troppo brillantemente - il
mottetto natalizio “Lux fulgebit”, mi passò davanti
per svanire poi tra le personalità e il folto pubblico
accorso per l’occasione.
Lo reincontrai dopo alcuni anni nell’ambito della
coralità, come presidente dell’Asac. Presa da poco
tempo la direzione del coro Monte Cimon di Miane,
andai ad invitarlo perché venisse ad ascoltare il
coro e dirmi se potevo presentarmi al concorso
corale di Vittorio Veneto che lui aveva fondato da
poco. Mi accolse a casa sua come un vecchio amico,
volle che gli dessi del «tu» e ascoltò con interesse i
programmi del coro. Andai a prenderlo a casa. Mi
confidò che aveva la patente, ma che non aveva mai
guidato. A Miane fu accolto con gran calore, ma,
ascoltati due brani, mi suggerì di iniettare alcune
flebo di “vin Clinto” al coro e affermò che bastava
così. Alla mia richiesta se potevamo partecipare al
concorso, non mi volle rispondere. Più avanti negli
anni sarei stato ben in grado di interpretare quel
suo atteggiamento che lo portava, di fronte agli
amici, a sorvolare piuttosto di emettere un giudizio
negativo. E allora, anche se non avevamo capito a
sufficienza la reale situazione corale, si andò a bere
e a cantare all’osteria del Contadino a Combai per
tutta la notte.
Altri rapporti s’erano venuti a creare quando nel
1981 fu nominato direttore del Conservatorio
Commosso ricordo di un grande
personaggio della coralità veneta
In ricordo
come al solito la melodia del soprano, il suo volto
era come illuminato e così compreso che quando
alla fine appoggiò le mani sull’accordo di sol
minore per alcuni momenti rimase lì in profondo
silenzio. Tra me e lui si era instaurata una profonda
corrente di partecipazione emotiva come succede
nelle grandi esecuzioni: i suoi occhi erano umidi ed
io senza parole. Mi guardò e con voce commossa
mi disse: - «Questo è il mio saluto!». E lo ritenni
tale, quasi come un testamento spirituale. Sentiva
che quel Natale, che di lì a pochi giorni si sarebbe
celebrato, era per lui l’ultimo e con me voleva
ancora una volta fare esplicita professione di fede
nel ”nestri Signor” che era nato e morto per “tanc di
lor!”, quindi anche per lui. Ci abbracciammo senza
parole, gli chiesi in regalo il volume e me ne andai
con le lacrime agli occhi. Lo rividi una ventina di
giorni dopo. Mi disse: - «Bisogna che mi prepari,
è ormai arrivata l’ora!». E una settimana dopo,
ormai allettato, in preda alla sofferenza, mi accolse
dicendo con un filo di voce che era tutto a posto!
«Ieri, Don Angelo mi ha confessato e mi ha portato
la comunione. Ora sono pronto!». Ci abbracciammo
a lungo in silenzio, gli diedi un bacio e un «Ciao
Efrem!», un saluto che non ho più dimenticato.
Ogni tanto mi chiedo come mai aveva confidato a me
quella sua parte dell’anima che era nascosta ai più,
tanto è vero che pubblicamente aveva indossato
una maschera di commentatore boccaccesco,
anticlericale, dissacratore e bestemmiatore, ma
che toglieva in mia presenza, quasi fossi per lui un
super io.
I miei rapporti con Efrem risalivano al tempo in
cui, a sei anni, fui introdotto dal cappellano di
allora tra i cantorini nella corale del Duomo di
Ceneda che in alcune solenni festività (Pasqua, la
festa dell’Assunta) veniva diretta da un giovane
14
Venezze di Rovigo dove insegnavo da tre anni. Un
impegno per lui faticoso, non abituato ai ritmi di
ufficio e soprattutto a quelli della burocrazia, per
cui spesso si trovava in contrasto con la segreteria
e soprattutto con la vicedirettrice d’allora che
lo spronava con tale insistenza che ad un tratto
scoppiò e decise di stare a casa ammalato. Ma
era tale il suo disgusto verso l’istituzione che non
volle neppure telefonare del suo stato di malattia,
ma affidò a me l’incarico di tale annuncio. Ritornò
alla direzione verso la fine dell’anno, a maggio per
assistere ai saggi ed agli esami, ma aveva ormai
compromessa la sua presenza a Rovigo per cui
fu giocoforza del ministero di non rinnovargli
l’incarico in quella città, bensì a Cosenza. E dispetto
per dispetto, accettò l’incarico, si presentò in terra
ionica, ma dopo una settimana diede le dimissioni
e chiuse così la sua carriera direttoriale.
Fu durante quel periodo che lo conobbi a fondo
ed ebbi con lui lunghi colloqui durante i quali
a poco a poco aprì il suo animo. Ricordo che
a monte di una sparata, durante una cena a
casa mia, con cui affermava di aver lasciato la
direzione dell’orchestra di Amsterdam, prima, e
di Città del Capo, poi, - titolo acquisito attraverso
pubblico concorso -, per la mancanza dei fagioli,
mi confidò in seguito che la paura era così
tanta nell’affrontare il pubblico da rinunciare
alla carriera concertistica, trovando maggiore
soddisfazione professionale e finanziaria nel
ruolo di ispettore musicale della RAI nel momento
in cui l’azienda stava aprendosi alla televisione.
Punto di riferimento musicale importante era
rimasto, tuttavia, il concorso lirico “Voci nove”
di Busseto nel quale ricopriva il ruolo di pianista
accompagnatore, attività che svolgeva con grande
perizia e passione. E spinto dalla mia insistenza
con la quale cercavo di capire come di fronte ad
una luminosa carriera musicale si fosse “ridotto”
a presidente dell’Asac, mi disse che andava bene
così. Senza dubbio la considerazione con cui era
tenuto nell’ambito della coralità lo compensava
del mancato impegno concertistico, che non s’era
mai spento. Tanto è vero che quando fu inviato
dal ministero in Giappone per delle conferenze
sulla lirica, diceva a tutti con orgoglio: «Sono stato
scelto dal computer!» - come a dire - «Sono ancora
il migliore!».
La presidenza dell’Asac non era una carica
onorifica, ma una realtà che penetrava la sua vita
di uomo sociale e di artista. La coralità, infatti, per
lui era una grande famiglia di cui si sentiva padre e
padrone, sempre con l’aiuto servizievole di Gianni
Colussi per le faccende pratiche, titolo conseguente
della sua alta considerazione artistica di musicista.
E mi vengono in mente tanti episodi che si aprono
nella memoria come un libro illustrato con delle
brevi didascalie: Efrem che sorridente accoglie i
membri del Consiglio direttivo; Efrem arrabbiato
che batte il pugno sul tavolo; Efrem che con
manifestato orgoglio sovrintende il Concorso
corale di Vittorio Veneto; Efrem che tra tanti amici
musicisti presiede il concorso di elaborazione dei
canti di tradizione orale; Efrem… Efre… Efr… la
cui bara s’inoltra e sparisce pian piano lungo via
Cenedese, portata a spalle dagli alpini del “suo”
coro Ana di Vittorio, mentre ancora non s’era persa
l’eco del canto finale “… lascialo andare per le tue
montagne!”.
E se la memoria rende ancora viva la figura di un
uomo, Efrem è più vivo che mai. Lo ricordano il
premio a lui intitolato nel Concorso corale, diverse
iniziative nel 20° della morte - come l’istituzione di
un fondo delle sue opere nella biblioteca di Vittorio
Veneto -, ma soprattutto coloro che l’hanno stimato
ed amato.
E per chi avesse qualche vuoto di memoria, nel
cimitero di Ceneda può rivedere il suo volto,
accanto all’amata Rina, sorridente, anche se un
po’ sarcastico, in atteggiamento di saluto cordiale,
come lo è per me quando lo vado a trovare e mi
dice: «Ciao, Camìo, no’ sta far ‘l mona!».
15
Terzo al Concorso internazionale per giovani
direttori di coro a Budapest, organizzato da Europa
Cantat, l’Associazione dei cori europei. È il risultato
ottenuto nella sesta edizione della manifestazione
da Matteo Valbusa, il giovane musicista veronese
che ha partecipato alla impegnativa competizione
intitolata a Franz Liszt nei 200 anni dalla nascita
e 125 dalla morte. Valbusa è stato l’unico italiano
tra i 17 partecipanti alle fasi finali svoltesi nel
Castello dei cori ungheresi di Pomaz (eliminatorie
e semifinale) e nel Palazzo del Danubio in centro a
Budapest.
Terzo premio
al concorso di Budapest
Buone notizie dall’Ungheria
Con lui concorrevano direttori provenienti da tutto
il mondo. In giuria alcune personalità di spicco della
coralità internazionale: Johannes Prinz, direttore
dei “Wiener Singverein”; Eva Kollar, direttrice
del
“Budapest
Monteverdi
Choir”; Simon Carrington, cofondatore dei “King’s Singers”;
David Galvez Pintado; Peter
Perens; Laszlo Heltay, fondatore
dell’”Academy Chorus of St
Martin in the Fields”; Theodora
Pavlovitch, vicepresidente della
Federazione internazionale dei
cori. Il repertorio del concorso
comprendeva 25 brani corali a
cappella, dal Rinascimento alla
musica contemporanea, divisi
in cinque round per tre giorni.
In ogni round i direttori si
trovavano a dirigere diversi cori
ungheresi di altissimo livello,
fino alla finale nella quale hanno
gareggiato solo in sei. Le prove
consistevano nel concertare
per quindici minuti un brano
estratto a sorte per ogni round.
Nel primo round Matteo Valbusa
ha diretto il “Discantus Vocal
Ensemble”, gruppo di cantanti
specializzato in musica antica.
Nel secondo round, il mitico
“Budapest Monteverdi Choir”,
già vincitore di numerosissimi
premi internazionali, e nel
16
primo round della semifinale il coro maschile
“Honvéd MaleChoir”, eccezionale macchina di
suono. Nel secondo round, con le celebri Laudi alla
VergineMaria dai Quattro pezzi sacri di Giuseppe
Verdi, le sezioni femminili del “Debrecen Kodàly
Chorus”.
In finale Valbusa ha dovuto dirigere il mitico Coro
della Radio ungherese in un concerto pubblico
su un repertorio di musica contemporanea. Il
brano obbligatorio per tutti era Luxuriosa res
dalle Parabolae Salomonis di Zdenek Lukas.
Dall’estrazione del secondo brano, tra una rosa di
sei pezzi contemporanei, a Valbusa è toccato Song of
praise di Knut Nystedt, ultimo brano in programma,
che chiudeva il concerto.
L’evento, tenutosi nella sala del Danu Palace, è stato
un grande successo e il giovane direttore veronese
ha avuto l’onore e l’onere di chiudere il concerto.
Nel folto pubblico, molte le personalità del mondo
corale internazionale, la commissione artistica
di “Europa Cantat” al completo e molti direttori e
musicisti di tutto il mondo.
Veneti sin risalto
al Grand Prix Vallèe d’Aoste
Nel grande Palais de Saint Vincent, dal 22 al 24
settembre scorsi, si è svolta la prima edizione del
“Grand Prix Vallèe d’Aoste”, concorso internazionale
biennale di canto corale riservato a cori risultati
vincitori di un primo premio negli ultimi cinque anni
ad un concorso corale nazionale o internazionale.
Dopo un’accurata selezione, al concorso sono
stati ammessi dieci complessi: “Ensemble Vocale
Calycanthus” diretto dal M° Pietro Ferrario,
“Preludiu Choir” del M° Voicu Enachescu (Romania),
“Les Notes Fleuries du Grand Paradis” del M° Ornella
Mannella (Aosta), “Genova Vocal Ensemble” del
M° Roberta Paraninfo, “Gruppo Corale Licabella”
diretto dal M° Flora Anna Spreafico, Coro “Città di
Piazzola sul Brenta” diretto dal M° Paolo Piana, “ValVokalna Akademija Liubljana” del M° Stojan Kuret
(Slovenia), “Vocalia Consort” diretta dal M° Marco
Berrini, Coro “Voci del Pasubio” di Isola Vicentina
diretto dal M° Alessandro Costa, “Complesso Vocale
di Nuoro” del M° Franca Floris.
Il programma del concorso prevedeva due serate
di qualificazione nelle quali i cori si sono contesi
l’accesso alla serata di gala nella quale la giuria
avrebbe decretato il vincitore del Gran Prix oltre
ai vincitori dei premi speciali. Tra i dieci cori
partecipanti solo tre sono stati ammessi alla
finalissima: il “Complesso Vocale di Nuoro”, il Coro
“Città di Piazzola sul Brenta” e il “Val” di Liubljana.
Al termine della serata di gala, la giuria presieduta
dal M° Filippo Maria Bressan e composta da
Jacques Barbier (Francia), Giovanni Bonato (Italia),
Francisco Grau Vegara (Spagna), Eugeniusz Kus
(Polonia), ha decretato quanto segue:
i premi per la migliore esecuzione del brano
d’obbligo popolare valdostano (Le Prisonnier)
e per la migliore elaborazione corale inedita di
un altro brano della tradizione valdostana sono
stati assegnati al coro “Vocalia Consort” diretto
dal M° Marco Berrini che, presentando una nuova
elaborazione de La blonde di Mauro Zuccante,
dona indirettamente una nota di prestigio anche
alla musica veneta. Il premio per il coro designato
dal pubblico è andato al locale “Les Notes Fleuries”,
mentre il premio per il miglior direttore non è stato
assegnato.
Le note positive per la coralità veneta sono
continuate al momento dell’assegnazione dei premi
maggiori: il premio per il coro italiano con il miglior
punteggio è andato al coro “”Città di Piazzola sul
Brenta” che ha ottenuto anche il secondo posto
assoluto in classifica generale, preceduto solo
dal pluripremiato coro “Val- Vokalna Akademija
Liubljana” di Stojan Kuret che si è aggiudicato il
Grand Prix.
L’onore e la soddisfazione per il secondo posto del
coro “Città di Piazzola sul Brenta”, alla sua prima
esperienza in assoluto a livello internazionale,
premiano il grande lavoro sulla fusione e l’armonico
equilibrio delle voci che il M° Paolo Piana sta
curando da anni con il suo coro. Grazie a questo
risultato, non solo il complesso di Piazzola, ma
insieme a esso anche la coralità veneta, sono saliti
su un podio internazionale a un passo da un coro
prestigioso come quello del M° Kuret.
Il secondo posto conquistato dal coro del M° Piana,
commissario artistico regionale, è un risultato che
premia anche il grande lavoro che l’Asac svolge da
più di trent’anni per sostenere, promuovere ed
incentivare la passione per la musica corale nel
Veneto.
Un prestigioso riconoscimento
Matteo Valbusa sul podio
dei direttori di Europa Cantat
17
Lorenzo
Fattambrini
di Renzo Toffoli e Camillo De Biasi
Il fine maggio scorso, Motta di Livenza è stata
al centro di due eventi importanti per la vita
musicale della città e del territorio veneto: sabato
28 s’è svolto nella Basilica Santuario Madonna dei
Miracoli il concerto per soli, coro ed orchestra in
commemorazione del 40° anniversario
della fondazione del coro “Luca Luchesi”,
cappella musicale della suddetta chiesa,
mentre domenica 29 è stato inaugurato il
“Fondo Granzotto” contenente molte opere
di Andrea Luca Luchesi , musicista nato a
Motta di Livenza nel 1741 e morto a Bonn nel 1801,
dal quale il coro mottense ha mutuato il nome fin
dal 1971.
Nel primo appuntamento, più partecipato, il coro
“Luca Luchesi”, l’orchestra “Gruppo d’archi Veneto”
ed i solisti impegnati, sotto l’efficace e appassionata
direzione del M° Renzo Toffoli, hanno eseguito
di Luchesi i mottetti Leves aureae, definito da
Burney “stupendo”, Cantemus Domino e Jubilate
Deo, il mirabile Kyrie di Dresda, il veneziano Stabat
mater, concludendo con l’ouverture e il coro finale
dell’oratorio La passione di Gesù Cristo.
Nel secondo, destinato comunque a lasciare un
segno tangibile e duraturo per l’avvenire, è stato
presentato un importante lascito librario-musicale
denominato “Fondo Granzotto”, in ricordo di
Agostino Granzotto, violinista, direttore di
coro, collaboratore di “Musica Insieme” e,
soprattutto, negli ultimi vent’anni di vita,
ricercatore e trascrittore di musiche da
manoscritti inediti. Questo lavoro, noto
purtroppo solo in ambito specialistico, ma
di grande importanza per i musicisti che
devono “fare musica”, costituisce il prezioso
lascito che gli eredi del maestro hanno
generosamente donato alla città di Motta di
Livenza.
Il “Fondo Granzotto”, inventariato e catalogato
con perizia da Renzo Toffoli, è diviso in due
grandi parti: una è formata dalle musiche
edite, ossia da tutti i libri in commercio
acquistati dal maestro Granzotto, l’altra
comprende le musiche inedite trascritte
da manoscritti giacenti presso biblioteche
con fondi antichi. Se un centinaio sono le opere
di Luchesi, le altre 85 trascrizioni appartengono
a vari autori, alcuni anonimi del Sette/Ottocento,
e ad altri musicisti, tra cui spiccano i nomi di
Bertoni, Carobolante, Czerny, Fontebasso, Galuppi,
Marcello. Ricordiamo, per rendersi conto del
lavoro immane compiuto, che le biblioteche e gli
archivi da cui provengono i manoscritti trascritti e
digitalizzati dal maestro Granzotto sono quasi una
ventina: un cospicuo numero delle composizioni
del musicista mottense proviene dalla Biblioteca
Estense di Modena, nella quale è ricollocato in
Dal ‘700 al ‘900
Un felice binomio a futura
memoria per Motta di Livenza
18
buona parte l’archivio del Principe Elettore di
Bonn, presso il quale Andrea Luca Luchesi prestò
servizio in qualità di maestro di cappella per molti
anni. Altre provengono dalle località più disparate:
dalla Biblioteca Nazionale di Trento alla Library of
Congress di Washington, dalla Biblioteca Civica di
Treviso alle Biblioteche dei Conservatori di Parigi,
di Venezia, ecc.
Tutto questo materiale, che occupa un’intera stanza
della Fondazione Giacomini a Motta di Livenza,
catalogato e raccolto in 230 cartelle numerate,
rappresenta una ricchezza notevole, che grazie
all’opera dell’indimenticabile Agostino Granzotto,
attende di essere consultata da musicisti impegnati
in cori, orchestre e scuole di musica.
Per notizie più approfondite cfr.
• G. Taboga, A. Luchesi, Maestro di cappella del principato
di Colonia a Bonn, Restauri di Marca n.3 (ediz. special),
Villorba/Treviso aprile 1993
• G. Taboga, Andrea Luchesi e i miti di Mozart, Haydn e
Beethoven, Episteme No. 4, settembre 2001
Lorenzo Fattambrini ha compiuto gli studi musicali
presso il Conservatorio “F. Venezze” di Rovigo,
diplomandosi in canto (1993) e in musica corale e
direzione di coro (1994). Nel 2007 ha conseguito
il diploma e l’abilitazione in didattica della musica
al Conservatorio “A. Pedrollo” di Vicenza.
Personalità musicale eclettica, ha collaborato con
diversi artisti e musicisti, confrontandosi con vari
generi musicali, dalla musica antica al pop, al jazz,
alla world music, con una particolare attenzione
per la musica vocale. Ha realizzato diverse incisioni
discografiche e partecipato a varie trasmissioni
radiofoniche e televisive.
Ha ricevuto a Grosseto nel 1997 il premio
“Quartetto Cetra” per gli arrangiamenti e la
rivisitazione in chiave moderna del repertorio dei
più noti gruppi vocali, italiani e non, dagli anni ‘40
ad oggi.
In ambito vocale e corale, dopo aver seguito diverse
altre formazioni, dal 2001 è direttore artistico del
coro “Città di Thiene”. E’ inoltre vivace ideatore
di progetti artistici originali, dalla propedeutica
(laboratori corali per le scuole) al concertismo, con
gruppi vocali classico-sperimentali (Ottavagiusta)
e formazioni vocali d’assieme di tipo pop-jazz (Blue
Pop Quartet, Imt Vocal Project, N’Tee Singers, 3DM
Trio, Vocal Syndicate ed altri).
Come preparatore vocale, ha curato l’allestimento
di spettacoli e musicals, tra i quali va citata nel
2010 una pregevole realizzazione di “Jesus Christ
Superstar” di Webber/Rice, nel quarantennale
dalla prima edizione.
Si occupa di didattica musicale per le scuole
ed è insegnante di educazione musicale per la
scuola secondaria di primo e secondo grado; è
responsabile del dipartimento di canto e vocalità
moderna dell’Istituto musicale veneto “Città di
Thiene”; ha collaborato con il settore musica sacra
dell’Ufficio liturgico della Diocesi di Vicenza; è
inoltre attivo come arrangiatore e compositore
di musiche di varia sonorizzazione, per coro e
per strumenti; dedica una parte delle proprie
composizioni ad organici poco frequenti; in
particolare è significativa la produzione relativa
alla riscoperta della fisarmonica e tra le varie carte
da musica di Fattambrini va senz’altro ricordata
la composizione “Spiritus Domini” per coro,
fisarmonica e archi che è stata insignita anche
del primo premio al concorso di composizione
“ManticEVoce” di Quero (BL).
La Partitura:
Veni Creator Spiritus
Lorenzo Fattambrini
Un segreto a lungo custodito
Musica: Lorenzo Fattambrini
Testo: Cristina Lanaro
Note d’autore
Veni Creator Spiritus
Il Veni Creator viene cantato, oltre che a Pentecoste,
anche in celebrazioni di una certa solennità.
Lo Spiritus (in aramaico “ruhat” che significa
respiro, vento, soffio, aria, energia che, partendo
da Dio, raggiunge persone e cose) viene invocato
come afflato che crea e apre le menti, accende
l’amore nei cuori, fonte viva, fuoco, amore, unzione
santa e gioia di vita.
L’idea di questa composizione è scaturita dalla
necessità di creare una sorta di prologo per un
concerto spirituale: l’antico inno di invocazione
dello Spirito Santo, attribuito a Rabano Mauro
(IX sec), si prestava perfettamente all’uopo. La
melodia stessa, ben conosciuta dalle assemblee
liturgiche, ha in sé uno slancio mistico di grande
respiro: già molte volte infatti e stata utilizzata
come pretesto per composizioni più ampie (da
Bach a Mahler la letteratura musicale è ricca di
esempi). Il brano proposto, per coro misto, non
ha velleità di porsi a confronto con monumenti
illustri, bensì risponde all’esigenza di “creare la
giusta contestualizzazione” per un concerto di
musica sacra.
Un occhio attento noterà la scelta di evitare
modulazioni verso altri poli tonali rispetto
l’impianto modale originale: ciò è giustificato dalla
ricerca di un effetto rassicurante per l’ascoltatore,
al fine di predisporre gli animi a contenuti non
solo estetici ma anche profondi, conducendo a
luoghi dove il suono è veicolo spirituale, nel senso
più letterale del termine.
I nostri compositori
Andrea Luchesi
e Agostino Granzotto
19
VENI CREATOR SPIRITUS
L.Fattambrini (2009)
sulla melodia dell'Inno di Rabanus Maurus
Mistico
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Note d’autore
Il coro: sezione femminile centrata e sezione maschile
preferibilmente distribuita in modo spazializzato
lateralmente; l’intero coro misto risulterà comunque
disposto a semicerchio, anche avvolgendo il pubblico
ove possibile (metafora che riporta all’idea che lo
Spiritus soffia su ogni cosa); una porzione centrale
sarà occupata da due piccoli gruppi di voci pari,
maschile e femminile (SCHOLA). L’inizio del brano
è affidato alla SCHOLA di cantori della sezione
maschile, quasi a recuperare l’effetto dell’originale
canto monodico. Dopo l’esposizione del primo verso,
l’espediente del coro spazializzato maschile, dove
alcune voci designate si assesteranno su specifiche
note (evidenziate dalle cifre numeriche 1-2-3-4-5)
che dovranno essere tenute fino alla fine dell’episodio
A, creando nel contempo un cluster scaturito dalla
sovrapposizione delle varie fasce sonore. Da questo
effetto d’insieme, quasi l’immagine dello Spiritus
che aleggia sul caos prima dell’azione creatrice di
Dio, scaturisce il canto nuovamente monodico del
terzo verso (sezione B) affidato questa volta alla
SCHOLA FEMMINILE: le voci maschili possibilmente
dovrebbero prolungare il cluster raggiunto alla fine
della sezione A sfumandolo gradualmente fino a
disperdersi per lasciare completamente lo spazio alla
melodia proposta dalle voci femminili. Nella sezione
successiva (C) il canto, sempre affidato alla SCHOLA
femminile, viene qui però introdotto e accompagnato
in sottofondo dalle voci maschili in una sorta di
ostinato ottenuto dalla reiterazione dell’invocazione
“veni”, quasi un mantra archetipico con funzione
meditativa. E’ il momento in cui la luce comincia a
manifestarsi (“Accende lumen sensibus / infonde
amore cordibus…”): il risultato sonoro globale dovrà
essere il più soave e cristallino possibile. I suoni
conclusivi della sezione C potrebbero essere alla fine
tenuti e sfumati solo dopo che la sezione D si sarà
avviata: in generale sarebbe opportuno che tutte le
sezioni confluissero l’una nell’altra senza soluzione
di continuità. La ripetizione della parola “veni” passa
quindi come testimone alle voci femminili dando inizio
al nuovo episodio (sez. D, “Hostem repellas longius”).
Le voci maschili ingaggiano una battaglia in stile
imitativo/canonico, grazie alla quale emergeranno
delle dissonanze derivanti dallo scontro tra le linee
melodiche di bassi e tenori: è la lotta contro il nemico
arcano che si ripresenta inevitabilmente e che sarà
vinto solo se il fedele si lascerà guidare dallo Spiritus.
Nell’ultimo verso infatti (sez. E) si rivela il potere della
sapienza donata dallo Spiritus: conoscere finalmente
la Trinità, premio per colui che crede. La melodia
ritorna alle luminose voci femminili, dipanandosi
20
V
in un bicinium tra soprano e alto: ancora è presente
il mantra delle voci maschili sulla parola “veni”
leggermente variando il sapore armonico rispetto
alle precedenti ripetizioni, grazie ad una verticalità
più libera e sciolta da vincoli di eccessivo rigore
“scolastico”. Chiude il brano un “Amen” armonizzato,
solennemente ricavato dall’originale.
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Un segreto a lungo custodito
Nel 2007, grazie ad una collaborazione nata tra
L’Associazione corale “Città di Thiene” e il Circolo
teatrale “La Zonta” di Thiene, si prospettò l’opportunità
di creare le musiche di scena per una rappresentazione
de “I pettegolezzi delle donne” di Carlo Goldoni, in
occasione del 300° anniversario della nascita. Si optò
quindi per una riduzione dell’originale goldoniano in
dieci quadri, ciascuno dei quali avrebbe dovuto essere
introdotto da un brano corale. L’organico scelto fu
quanto mai indovinato, dato l’argomento principale
dell’opera teatrale: coro femminile a 3-4 voci,
soprano solista e accompagnamento di arpa. I testi
dei brani, scritti dalla vivace penna di Cristina Lanaro,
avevano la funzione di raccontare in una quartina
gli avvenimenti della scena presentata di volta in
volta. Gli stili musicali affrontati furono vari, dalla
citazione vivaldiana fino all’uso di scale enigmatiche
e materiali atonali, senza disdegnare gighe e danze
rappresentative. Il coro proposto in questo numero di
“Musica Insieme” si colloca quasi all’inizio della pièce
teatrale, in particolare prima della scena seconda
dove si assiste alla divulgazione pettegola, da parte
delle comari, di un supposto segreto oscuro che pende
sul passato della protagonista, Checchina, promessa
sposa al giovane Beppe. Naturalmente la chiacchiera
si rivelerà falsa solo dopo aver dato origine ad una
serie infinità di malintesi e fraintendimenti che
metteranno a rischio le previste nozze. Il testo di
questo coro II è quasi idiosincratico nei confronti
di un certo modello ricorrente di donna-pettegola:
“Un segreto a lungo custodito / in bocca ad una
donna è ora finito: / nessuno del futuro può essere
certo / finché quel forno rimarrà aperto!” Il brano è
semplice e di facile esecuzione: il metro ternario si
presta a ben rappresentare una certa irrequietezza
d’animo, la qual cosa viene verso la fine esplicitata
dal rincorrersi imitativo delle tre linee melodiche in
una scala discendente che non lascia presagire nulla
di buono. Non ci sono modulazioni tonali che possano
destare preoccupazioni particolari: anche ai fini della
solmisazione il brano si presenta assai praticabile.
L’accompagnamento è stato previsto per arpa ma
potrà agilmente essere realizzato da un pianoforte.
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UN SEGRETO A LUNGO CUSTODITO
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Come ogni anno, oltre ai seminari che si svolgono da ottobre a maggio a Lonigo, i curatori del metodo
funzionale Rohmert propongono un corso residenziale durante il periodo estivo.
Per il secondo anno consecutivo la sede è stata l’Abbazia di Maguzzano in provincia di Brescia. Aiutati dai
maestri Luciano Borin, Luciana Del Col e Morena D’Este i ventitre partecipanti provenienti tutti dall’alta
Italia, dal Piemonte al Friuli, si sono “immersi” in una quattro giorni dedicata al tema “Oscillazioni e
vibrazioni”. Come già nei seminari in corso d’anno e nei precedenti corsi estivi, il lavoro si è dimostrato
subito molto coinvolgente e come sempre “piacevolmente destabilizzante”.
Se hai delle certezze in campo musicale riguardo il tuo modo di cantare o riguardo la tua voce, se cerchi di
imparare un nuovo “modo di cantare”,
allora questo metodo non fa per te! Il
prerequisito necessario per essere un
allievo del metodo è: essere disposti a
perdere, non aver paura di cambiare.
Solo questo atteggiamento permette di
scoprire nuove dimensioni dell’essere soggetti del nostro cantare. Essere disposti a mettersi in gioco con
la propria voce (e non solo!), mettersi alla ricerca di “altro che è nascosto in noi”: questa è l’esperienza che
sempre si percepisce affrontando questo metodo funzionale.
Gli argomenti proposti hanno spaziato dalla voce parlata alla possibilità di entrare in risonanza anche
coinvolgendo la corporeità. Aiutati anche dal suggestivo scenario che l’Abbazia offre con il suo meraviglioso
parco affacciato sul lago di Garda, le vibrazioni non hanno tardato a manifestarsi non solo nelle voci, ma
anche nei tessuti e nel’animo di tutti arrivando in alcuni momenti anche alla commozione procurata dal
suono e dall’oscillazione delle voci durante le lezioni individuali.
Il clima subito di empatia tra i partecipanti ha sicuramente permesso la realizzazione dei due atteggiamenti
fondamentali della funzionalità Rohmert :1) “tutti fanno il tifo per tutti” non ci sono voci belle o meno
belle ma “voci con potenzialità inedite” e il supporto (silenzioso) dei compagni di gruppo crea durante le
lezioni individuali il “tifo” giusto per tirare fuori da tutti le potenzialità e le novità; 2) “la presenza” a quanto
sta avvenendo e quindi il prendere coscienza che lasciando spazio alla novità il suono può espandersi,
liberarsi dai vincoli che spesso noi poniamo alla nostra voce, il suono cambia inevitabilmente. Il suono
diventa più bello? Forse, sicuramente “altro” da prima. Ogni lezione ha lasciato se non la certezza di aver
acquisito qualcosa di nuovo, sicuramente la sorpresa: sorpresa di se stessi, della quantità di “ricchezze”
della propria voce, qualunque essa sia. Fondamentale è stato sempre l’intervento dei maestri, veri esperti
nel riconoscere e toccare le corde giuste che permettono di esplorare le nostre possibilità.
Lo scopo finale sembra proprio essere quello di trasformare il nostro corpo in una “scatola armonica”
che diffonde suoni e vibrazioni perché ogni osso, muscolo, fibra, mucosa può divenire non solo cassa di
risonanza ma vibrazione esso stesso.
Un grazie ai maestri e ai partecipanti per l’intensa esperienza vissuta e un arrivederci ai seminari invernali.
Il corso residenziale
del metodo funzionale Rohmert
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*(Coro del Duomo di Cologna Veneta e gruppo “stravecchi” del corso di vocalità di Lonigo)
Le ricchezze della voce
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Ad uso esclusivamente didattico per gli associati ASAC
40
Classical Music World
è la prima Fiera-Manifestazione sulla musica classica a 360°.
Con la Mission di sdoganare il concetto che questo ambiente sia destinato a pochi eletti,
Classical Music World è destinata a tutti, dai professionisti agli appassionati e vuole
investire in particolar modo sui giovani stimolando la loro innata curiosità affinché
scoprano e si appassionino ad un mondo che può accompagnarli per tutta la vita.
27
di Roberta Conedera (corso propedeutico)
Il corso residenziale di Mel
Anche quest’anno, dal 22 al 28 agosto, si è tenuto
a Mel (Bl) il corso residenziale per direttori di
coro ed anche questa volta è stata veramente una
montagna di occasioni offerte a chi ha potuto e
soprattutto ha voluto parteciparvi.
Come spesso ribadito dal nostro presidente Raschi,
la coralità sta vivendo un momento di grande
evoluzione, soprattutto tecnica, e sta ai direttori
dei singoli cori cercare di adeguarsi al passo. Non è
più possibile affidarsi alla fortuna e all’entusiasmo
per presentarsi ai concerti, la musica ha delle
regole che molto spesso cerchiamo di bypassare
per mancanza di buona volontà o perché pensiamo
di essere già arrivati al top. So che con questa
considerazione mi attirerò le antipatie di molti, ma
sono fermamente convinta che solo se noi direttori
ci mettiamo in forte discussione si possono
ottenere miglioramenti dai nostri coristi. Non è
una strada facile. Guardarsi dentro e chiedersi in
che direzione stiamo andando, cercare per una
volta di essere obiettivi, non accontentarsi mai
di quanto ottenuto, non è cosa da poco. Capire la
strada da seguire per migliorare e poter conoscere
i mezzi per percorrerla è l’opportunità che il corso
di Mel, sia a livello propedeutico che avanzato, offre
tutti gli anni agli iscritti. Quest’anno le lezioni di
vocalità e di fonetica con il M° Giorgio Mazzucato,
le lezioni di concertazione con i maestri Lorenzo
Donati e Marco Berrini e le lezioni di gestualità per
la direzione con il M° Manolo Da Rold sono state la
grande offerta che il corso ha proposto. A tutto ciò
bisogna unire la presenza di tre cori laboratorio di
eccellenza e di grande pazienza: il Coro femminile
da Camera Trentino di Borgo Valsugana diretto
dal M° Giancarlo Comar, il Coro misto polifonico
“San Biagio” di Montorso Vicentino diretto dal M°
Francesco Grigolo e il Coro maschile “Monte Cimon”
di Miane diretto dal M° Paolo Vian. La disponibilità
di tutti i coristi componenti i tre gruppi è stata quasi
da leggenda: non è mai mancato il loro sorriso ed il
loro sostegno umano anche dopo ore di prove nella
canicola del Palazzo delle Contesse. Un grazie di
cuore, ragazzi! Non voglio e non posso dimenticare
infine la forte coesione che si è creata tra colleghi
‘studenti’. La possibilità di vivere a contatto di
gomito con tante persone che amano la coralità è
veramente formante, la condivisione dei momenti di
avvilimento e di gioia, lo scambio di repertori, punti
di vista… barzellette, ti permettono di ritornare
a casa con un bagaglio di informazioni notevole e
un elenco di amici aumentato di qualche spanna.
Concludo con i complimenti all’organizzazione.
Tutto è stato gestito con tempismo, nulla è stato
lasciato al caso, segno che quando le cose vengono
fatte con intelligenza e con passione tutto riesce in
modo perfetto.
“La Cartellina” ai suoi abbonati
A seguito delle segnalazioni pervenuteci riguardo al mancato recapito ai richiedenti iscritti all’ASAC dei fascicoli de “La Cartellina”
del 2011, le Edizioni Musicali Europee desiderano anzitutto scusarsi con tutti gli interessati per l’accaduto, informando altresì che i
fascicoli in oggetto sono stati tutti regolarmente spediti.
Non ci è ancora chiara la causa del mancato recapito, che è indipendente dalla nostra volontà. Abbiamo comunque provveduto
all’immediato reinvio di tutti i fascicoli ad oggi pubblicati e saremo grati agli abbonati a “La Cartellina” iscritti all’ASAC se vorranno
cortesemente segnalarci eventuali futuri problemi nella ricezione della rivista all’indirizzo di posta elettronica la.cartellina@libero.
it, in quanto è nostra ferma volontà monitorare la situazione e garantire a tutti gli abbonati la regolare ricezione della rivista.
Ringraziamo sinceramente gli iscritti all’ASAC per il loro interesse nei confronti de “La Cartellina” e restiamo a completa disposizione
per ogni necessità.
28
Un mosaico di colori per quattro affiatati protagonisti
L’11° Festival dei cori
veronesi Asac a Lazise
E’ approdato quest’anno alla Dogana Veneta di Lazise il Festival
dei cori veronesi ASAC giunto alla sua undicesima edizione.
Era partito tranquillamente, ma con determinazione,
nell’anno 2000 al teatro Lacaor al castello scaligero di
Malcesine dove l’Associazione per lo sviluppo delle attività
corali di Verona volle dare inizio a questa iniziativa volta soprattutto a far conoscere ed ascoltare i cori associati
ai turisti che ogni anno vengono a trascorrere le loro vacanze sul nostro territorio. Fu subito un successo
che già dal secondo anno si duplicò in due rassegne distinte, una a luglio e una a settembre in montagna
e sul lago. Entrambe le località hanno
insistito per continuare con questa
iniziativa sul proprio territorio e così
siamo arrivati a questa edizione che
ha visto esibirsi quattro cori nella
serata del 12 luglio scorso. Nella
magnifica cornice naturale del lago di
Garda, tra i monti che lo circondano,
tra le architettoniche costruzioni
caratteristiche di questo territorio
e il particolare clima che si respira
nell’aria, si è avuta l’opportunità di
ascoltare in successione: le fresche
voci della “Schola Cantorum” di
Lazise, diretta dal M° Bruno Zardini;
l’armonia del coro “Voce dei Colli”
di Colognola ai Colli, diretto dal M° Lorenzo Damini; il ritmo del giovane gruppo “Mi…Re… Doss...” di
Dossobuono, diretto dal M° Michele Fontana; le sonoritò del coro “Montegaleto” di Bussolengo, diretto dal
M° Lorenzo Giacopini. Erano presenti i maestri della Commisione artistica Asac, Matteo Valbusa e Mauro
Zuccante, che hanno ascoltato con attenzione, dando alla fine un giudizio e un suggerimento a ciascun
gruppo che si è esibito. Ha presentato la serata il coordinatore provinciale Tiziano Rigo che ha ringraziato
per la collaborazione nella riuscita della serata la locale Schola Cantorum, il comune di Lazise e la D-Event
della Dogana Veneta che hanno confermato pure l’appuntamento per il 12° Festival Asac nel luglio 2012.
Da considerare la forte disponibilità nel sostenere le manifestazioni da parte dell’assessorato alla cultura
della Provincia di Verona, che in questo modo vuole dimostrare la sua sensibilità verso l’Associazione e
i cori che ne fanno parte, e allo stesso tempo verso tutte quelle persone, i turisti, che nel periodo estivo
trascorrono qualche giorno di vacanza in relax nelle belle ed accoglienti località lacustri o montane di
Verona.
Voci in riva al Garda
Una montagna di occasioni
per i maestri di coro
330 cori iscritti, oltre 12000 cantori
Segreteria, biblioteca e sito per i soci
associazione per lo sviluppo delle attività corali
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29
di Carlo Bennati
Canto a cappella al top
Ho conosciuto i “Neri per caso” al
teatro Filarmonico di Verona nel
2008 durante le registrazioni del
concerto di Natale per Rai 2. I miei
coristi, intimiditi ma affascinati
dalla mastodontica macchina
dello spettacolo messa in moto
per l’occasione, accompagnavano
con l’orchestra dell’ente lirico
di Verona i diversi interpreti di
spicco (Mingardi, D. Warwick, I.
Grandi, Tatangelo, Ricciarelli).
Dirigeva (?) il maestro Serio e
presentava Mara Venier.
A differenza degli altri artisti,
supportati da tecnici, agenti,
basi ad hoc e addirittura da vocicontrofigura, i “Neri per caso”
provarono e si esibirono con
alcune difficoltà di intonazione e
di sincronia per problemi di messa
a punto dell’amplificazione;
difficoltà che loro ammisero
senza imbarazzo e che me
li resero subito simpatici. “
I tempi televisivi male si
adattano all’esibizione di un
coro”, scriveva sul n° 99 di
“Musica Insieme” il maestro
D’Alpaos. Infatti non c’è tempo
di riscaldarsi, di intonare, di
regolare le dinamiche. E male si
trovano anche i “NPC” quando
sono stretti dai tempi dettati
dalla regìa. Come ogni altro coro,
anche loro non sono in grado di
esprimersi appieno in tre minuti
30
loro ruoli ed alla spiegazione
della loro tecnica vocale creando
un
interessante
momento
didattico. Hanno presentato i
brani dialogando tra loro e con
il pubblico in forma libera e
coinvolgente. A fine concerto
erano con noi e con chi voleva
conoscerli, capire la loro musica
o solo un autografo.
Ciro, Diego, Massimo, Mario,
Mimì e Gonzalo formano un
gruppo di “frontiera” tra musica
leggera e colta, tra professionismo
Eccezionale concerto a Caldiero
organizzato da “Chorus”
lordi (comprese disposizione,
intonazione e prova microfoni).
Da quell’incontro i miei coristi e il
presidente Fiorio hanno coltivato
i rapporti con i (non più) ragazzi
di Salerno fino ad organizzare un
concerto insieme, a Caldiero, casa
di Chorus, la sera del 27 agosto
scorso. La loro esibizione è stata
sorprendente, sia per il “solito”
pubblico che per gli addetti ai
lavori. Sono molto più coro di
quel che sembrano e sono molto
più bravi di quanto filtra dalle
riprese tv, funestate da tempi
ristretti, tarature approssimative
ed esigenze scenografiche.
Nei concerti dal vivo i “NPC”
preparano il programma con
cura, mentre il loro ingegnere del
suono dispone e tara microfoni e
casse spia. In un’ora e mezza di
canto a cappella hanno totalmente
conquistato il pubblico (1500
persone) sfoggiando tecnica
vocale, vena interpretativa e
presenza scenica senza mai
cadere
nell’autocelebrazione.
Sembra, anzi, che non si vogliano
mai prendere veramente sul
serio. Hanno dedicato una decina
di minuti alla descrizione dei
e dilettantismo (svolgono altri
mestieri, c’è un giornalista, un
ristoratore...), tra canto solista e
canto corale. In bilico tra musica
vocale e strumentale, tra suono
naturale e trattato, tra impegno e
divertimento puro, tra aderenza
alla partitura ed improvvisazione,
sono un po’ pop star e un po’ no:
hanno vinto San Remo con “le
ragazze” di Mattone e svariati
dischi di platino; nel 2009 il loro
cd è stato votato come miglior
produzione pop a cappella
d’Europa; ogni “nero” dirige un
coro suo e Ciro tiene corsi di
vocalità e di arrangiamenti pop
jazz. Il concerto probabilmente
si ripeterà e sarebbe bello,
stavolta, vedere tra il pubblico
qualche direttore di coro. Troppo
impegnati con i nostri cori, noi
direttori siamo solitamente
poco curiosi o troppo selettivi
nell’ascoltare gli altri. Abbiamo
paura che qualche “brutto quarto
d’ora” ci rovini definitivamente
gusto musicale e udito. Montanelli
scriveva nel 1976 : «Turatevi il
naso ma votate dc». Mi approprio
dell’espressione per suggerire:
«Turiamoci il naso - e anche gli
orecchi - ma andiamo a qualche concerto pop o
leggero, anche solo per vedere cosa fa il pubblico e
come si organizzano le manifestazioni; turiamoci il
naso e uniamoci ai fans di Jovanotti o di Ferro per
renderci conto che non è vero che la gente non ha
più voglia di cantare. Turiamoci il naso - e non gli
orecchi - e tifiamo per i Joy singers a “24000 voci”».
Alcune devastanti affermazioni di Milly Carlucci
sulla musica corale (“Basta con i soliti cori noiosi
di chiesa e di montagna”) nulla tolgono alla qualità
ed alla forza del gruppo di D’Alpaos ed al messaggio
coerente che hanno mandato al grande pubblico.
Siamo musicisti e operatori di cultura, ma il
nostro mondo è anche lo spettacolo. La musica va
conservata e preservata dalle storture, ma va anche
diffusa. Bisogna averlo, il pubblico, per poterlo
elevare nei gusti musicali! Il difficile è, come
sempre, trovare la giusta misura per non svendere
la sostanza in cambio della visibilità. L’argomento è
appassionante e fa sempre più spesso capolino tra
le righe delle nostre riviste. Ci saranno occasioni per
approfondire.
Torniamo al concerto dei “Neri per Caso” con
Chorus. Come maestro di coro sono rimasto
impressionato dalla caratura delle partiture, dalla
precisa intonazione, in particolare alle basse
frequenze (Mario si spinge sino ad un sonoro
do perfettamente intonato), dal gioco delle linee
melodiche principali e secondarie che emergono più
per carattere timbrico che per intensità dinamica
(il mixerista non interviene sui livelli dei singoli).
La palpabile complicità musicale non è di facciata,
la presenza scenica è moderata perché spontanea
e non costruita (non c’è coreografo o regista).
Cantano con lucida consapevolezza del reale valore
del genere musicale che propongono. I “Npc”
studiano e memorizzano le partiture affidandosi in
concerto all’orecchio assoluto di Ciro che accenna la
direzione dal lato destro come avveniva per i primi
cori di montagna. I ruoli sono ben definiti: ritmica,
melodia, basso, controcanti, seconde linee. Cantano
davvero, concentrati; le parti sono difficili, ogni
errore viene amplificato. Non possono permettersi
di salire sul palco brilli o “pasticcati” alla maniera
delle pop star.
Qualche difetto c’è: prediligono suoni molto trattati
e pressioni sonore elevate, sono poco disciplinati
e poco salutisti (fumano anche tra una canzone e
l’altra) , mai puntuali, un po’ disordinati. Ma è stato
bello conoscerli e sentirli cantare. Forse perché, nel
mare magnum della musica commerciale, sentiamo
che sono autentici e che, in fondo, sono “dei nostri”.
Lettere in
redazione
Ogni volta che assisto ai concorsi mi sembra di calarmi
in un altro mondo in cui non esistono montagne,
laghi o pianure, ma solo stagni. Da tempo nutro infatti
l’impressione che le commissioni giudicatrici siano
omologate, quasi standardizzate, che tengano conto solo
delle convenzioni comuni e che i loro membri non abbiano
il coraggio (o la cultura) di esprimersi liberamente.
Sembra che abbiano paura del diverso di cui hanno nulla
o scarsa conoscenza. Pare dimentichino troppo spesso che
nel giudicare non esistono modelli astratti o parametri
universalmente convenuti; che è sbagliata la convinzione
che in altre epoche il comportamento vocale degli esecutori
rispondesse ai parametri di qualità di suono che oggi
riteniamo imprescindibili; oppure che siano sempre valide
nel campo dell’esecuzione e dell’interpretazione regole
attestate solo nell’epoca tardo-romantica… Questo stato di
cose - affermava Marcello Conati anni fa - spiega in campo
vocale la tendenza in atto verso l’emissione uniforme
basata più sull’ampiezza volumetrica del suono che non
sulla sua penetrazione e sulla variazione dinamica, precetti
fondamentali della polifonia classica! Si è persa purtroppo
la familiarità con gli innumerevoli stili esecutivi europei
innestando così un processo di impoverimento comune
a tutta l’interpretazione musicale, supportato dai mass
media, che stroncano ogni operazione che non si adegui ai
dettami vincenti. E’ per questo che troppi complessi corali,
per non apparire “diversi”, per non fare qualche cosa di
cui le giurie non sono abituate, seguono un processo di
standardizzazione tecnico-stilistica per cui tutti tendono
ad assomigliarsi tra loro e ad appiattirsi sui cori più
premiati nei concorsi. Un coro non si valuta solo sulla
tenuta di tono! Basta il diapason per questo! Più difficile
invece pesarlo nell’esecuzione di musiche strutturalmente
e stilisticamente diverse, per le quali le giurie adottano
dei criteri spesso opinabili e obiettivamente difficili da
sostenere, data l’ampiezza delle conoscenze storicodocumentarie richieste. E’ presuntuoso ritenere illecito e
improprio quello che non corrisponde alle nostre abitudini
o alla nostra (modesta?) cultura! Nei responsi si riscontrano
ancora delle anomalie ricorrenti. Come quella riguardante
il vibrato naturale… peggio del diabolus in musica! Da
eliminare in tutti i complessi vocali! Cosa scientificamente
e storicamente inspiegabile dato che il vibrato naturale è
una caratteristica fisiologica della voce. Perfino gli organi
del Cinquecento riportano ben in vista il registro “Vox
humana”! Come quella scientificamente e storicamente
certa dell’inesistenza nelle musiche rinascimentali e
barocche dei cori appoggiati o dell’uso dei moderni
contralti al posto degli alti. Se la norma si applicasse, si
dovrebbero escludere dai concorsi tutti i cori!
Esiste poi la questione del tactus. Quanti giurati,
nell’affrontare la polifonia classica si sono fatti qualche
ora di preghiera o di meditazione per “capire” il tactus
del canto in prova? Esso non è solo tecnica, ma mistica
applicata alla tecnica. Da ultimo non vorrei trascurare
nei concorsi la questione umana. Giurie e organizzatori
non dovrebbero mai dimenticare che hanno davanti non
solo dei coristi, ma delle persone che cantano e che alcune
attenzioni nei loro confronti quindi non farebbero male. I
risultati si possono fornire in diversi modi senza mettere in
crisi maestro e cantori.
Gianni Bortoli
Lettere in redazione
I “Neri per caso”
ai confini della galassia corale
31
di Roberta Conedera (Coro Agordo)
Festival corale delle Dolomiti
Una splendida domenica di sole ha
aiutato l’Asac ed il Coro Agordo ad
accogliere i complessi provenienti
dalle province friulane e carinziane
facenti parte, o confinanti, con
le Dolomiti che, come senz’altro
tutti sanno, sono state nominate
Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco
nel 2009.
Un bellissimo progetto quello pensato
dalla nostra Associazione in diretto
contatto con la Regione Veneto, il
Friuli e la Carinzia: festeggiare la
coralità e le Dolomiti con una intensa
giornata di concerti sui monti della
conca agordina (Belluno) e con una
bellissima esibizione serale da parte
di tutte le compagini partecipanti,
Le pendici della Moiazza e gli
amici del Rifugio Carestiato hanno
accolto il coro “Livenza” di Sacile (
PN), il coro “Ciclamino” di Marano
Vicentino (VI) e il coro “Alpino
Medunese” di Meduna di Livenza
(TV). Un anfiteatro naturale ai piedi
delle rocce ha fatto da degna cornice
naturale alle esibizioni dei cori che
sono stati a lungo applauditi dal
numeroso pubblico presente (anche
la musica può creare turismo?...).
Dall’altra parte della valle Malga
Prampèr e la famiglia Dai Pra hanno
ospitato con gioia il Coro Ana di
Feltre (BL), il coro “Glemonensis”
di Gemona del Friuli (UD) e il coro
“Vocincanto” di Feltre (BL).
Anche qui, come al Rifugio Carestiato,
dopo un applaudito concerto i cori
hanno avuto modo di socializzare
davanti ad un fumante piatto di pasta
accompagnato naturalmente da un
buon bicchiere di vino. La sera, come dicevamo, ha
visto Agordo diventare centro della manifestazione.
Sul palco montato al centro della piazza-prato
chiamata Broi, si sono avvicendati tutti i complessi
in una graditissima maratona di canti che hanno
allietato tutto il pubblico presente. Finita la parte
artistica la manifestazione si è trasferita sotto
il grande tendone, gentilmente concesso in uso
dall’Amministrazione comunale di Agordo, dove il
locale Gruppo Alpini ha messo in tavola per tutti i
presenti un’ottima cena tipica.
32
Tra un boccone e un bicchiere di quello buono
non sono mancati i canti ed anche le occasioni per
approfondire le conoscenze ed è stato con vero
rimpianto il fatto che a tarda sera tutti i gruppi si
dovessero salutare perché era ora di rientrare.
Dopo i dovuti ringraziamenti ai cori intervenuti, per
l’entusiasmo con cui hanno partecipato, e a tutte le
persone e gli Enti che hanno reso possibile l’evento,
non resta che augurare alla manifestazione lunga
vita e pronunciare un ben augurante arrivederci
sulle Dolomiti.
I 40 anni del Coenobium Vocale
di Stefano Frighetto
Il Coro Coenobium Vocale compie quarant’anni
(1971-2011). Un percorso di studio e di
maturazione che ha condotto l’ensemble
piovenese a collaborare con i più prestigiosi enti
culturali nazionali e internazionali. Oggi, sotto
la colta e precisa direzione di Maria Dal Bianco,
il coro celebra la propria storia con una serie
di appuntamenti e progetti di altissimo valore
artistico e, com’è nello stile dei sedici cantori, in
uno spettro molto ampio di proposta musicale fra
l’antico e il contemporaneo.
Si è iniziato nella chiesa parrocchiale di Piovene
Rocchette con un concerto dedicato “in memoriam”
del compianto Don Danilo Fantinato, saggio e
intelligente arciprete della parrocchiale di Santo
Stefano, dolorosamente mancato nel novembre
del 2010. Con l’assenso dell’amministrazione
comunale di Piovene Rocchette, quello dedicato
a Don Danilo è stato un ricordo fatto di suoni:
dopo l’apertura con l’antifona gregoriana “Virgo
prudentissima”, il concerto è proseguito con alcune
proposte di polifonia antica e contemporanea,
dal doppio coro dell’“Ave Virgo, Sponsa Dei” del
compositore chioggiotto Giovanni Croce, uno
dei massimi esponenti della scuola polifonica
veneziana del ‘500, al quasi
metafisico “Genuit puerpera”,
per coro spazializzato, dello
scledense Giovanni Bonato,
autore che da anni collabora
felicemente
col
coro
piovenese. Ma il cuore della
serata è stato rappresentato
dall’esecuzione
completa
della “Messa da Requiem per
tre voci d’uomo e organo”
di Lorenzo Perosi (18721956). Assieme all’organista
Alessandro Canale e con le
vibranti sezioni solistiche
affidate
al
giovane
e
talentuoso
baritono
di
Thiene Alberto Spadarotto,
il Coenobium ha cantato le
appassionate armonie dell’
”Absolve Domine”, il languore
etereo del “Libera me Domine”, la rabbiosa richiesta
di giustizia, quasi urlata, del potentissimo “Dies
Irae”.
Nella terza parte del concerto si sono unite ai
cantori del Coenobium Vocale le sorprendenti voci
dell’Ensemble La Rose, coro femminile anch’esso
piovenese, sapientemente diretto da Josè Borgo,
impostosi negli anni recenti nel panorama musicale
veneto per la grande versatilità delle scelte musicali
e per la rigorosa pulizia e purezza di suono. È stata
la volta delle sospese armonie sognanti del “Notre
Père” del francese Maurice Duruflè, del passionale
“Paradisi Gloria” della compositrice estone Piret
Rips, e del grandioso “Requiem Aeternam” per
otto voci spazializzate del contemporaneo Franco
Dominutti.
Altri appuntamenti “in cartellone” sono stati: il
canto della messa d’Avvento nell’Abbazia di Praglia
(PD); il concerto nella chiesa parrocchiale di Piovene
con l’orchestra sinfonica di Venezia e l’Ensemble la
Rose; il concerto di musica antica nel seminario
vescovile di Verona; il concerto natalizio a Cavaso
del Tomba (TV). Nei primi mesi del 2012, invece,
uscirà il nuovo album del gruppo (“Spatium”),
complesso lavoro di ricerca e registrazione a cui
il coro si è dedicato a partire dalla seconda parte
del 2011 e il cui concerto di presentazione vedrà
la partecipazione di una “madrina” d’eccezione:
la scrittrice vicentina, finalista al premio Strega,
Mariapia Veladiano.
Gli anniversari
Una maratona corale
tra monti e boschi
33
La gioia di interpretare il rigo
musicale con tanto impegno
Gli anniversari
Sembra ieri ed è già oggi. Sono passati 40
anni da quel lontano 1971, quando è nata
. Anni di musica, tanta musica. Anni di
impegno, di sacrificio, ma anche di tante
soddisfazioni.
Anni nei quali sono passate tante persone della
nostra comunità, del nostro paese e non solo.
Tutte persone che hanno condiviso la gioia di
interpretare il rigo musicale, l’intima emozione
di ricreare da se quel mirabile dipinto costituito
dall’armonia del coro.
La Corale S. Maria Assunta continua il suo cammino
grazie ai suoi componenti: coristi, maestro, e
organisti; grazie al parroco don Lino, Presidente e
primo fervido sostenitore, al suo vice Mauro Gobbi
e a tutto il consiglio direttivo.
34
Grazie ai giovani del coro, nelle cui mani c’è tutto il
futuro e la garanzia di continuità.
Grazie infine ai “coristi operai”che si prestano con
generosità senza se e senza ma, a tutte le necessità
organizzative attinenti alla vita della corale
(archivio musicale, fotocopie, allestimenti, servizi
vari, organizzazioni, eccetera)
Il servizio liturgico nella “parrocchia per la
comunità” è il principale scopo del coro.
Il repertorio musicale ha raggiunto ormai
dimensioni…”bibliotecarie” di notevole valore
artistico, sempre nel campo della musica sacra.
Ecco allora la necessità di portare anche fuori dalle
mura domestiche tutta questa musica.
Da qualche anno il coro è ospite fisso nella
stupenda cornice di S. Francesco a Treviso, nella
domenica dopo Pasqua e a S. Leopoldo a Padova,
nel giorno dell’Epifania.
Dice l’attuale maestro Gianni Bugno, che in tutti
i luoghi dove abbiamo cantato, abbiamo lasciato
emozioni e creato intensi momenti di spiritualità.
Di converso, abbiamo sempre portato via quella
gioia interiore che solo la
musica sacra sa dare.
Altri luoghi come S. Marco a
Venezia, S. Giusto a Trieste, il
Santuario di Oropa, Loreto,
la Basilica Superiore di
Assisi, la Minotitenkirken
di Vienna, il duomo di
Orvieto, S. Pietro a Roma e
nello scorso mese di agosto,
a Lisbona e soprattutto
Fatima costituiscono un
bagaglio di esperienze e di
fede indimenticabile e senza
confini.
L’ 8 dicembre, sono stati
festeggiati i 40 anni con
riconoscimenti ai coristi
tuttora presenti, mentre il 18
dicembre la Corale ha offerto
il tradizionale concerto di
Natale, con il patrocinio
della parrocchia a della Pro
Loco locale .
Con questo concerto il
coro, che è iscritto all’ASAC
Veneto, aderente alla Federazione nazionale dei
cori (FENIARCO), si unisce idealmente a tanti
cori sparsi nel mondo che partecipano al WORLD
CHORAL DAY, iniziativa benefica che vuole
stimolare con la musica corale, la solidarietà in
tutto il mondo (per maggiori informazioni: www.
ifcm.net).
Infine, dopo il servizio in parrocchia nelle festività
natalizie, sarà in diretta su Telechiara dal Santuario
di S. Leopoldo Mandic il giorno dell’Epifania.
I quarant’anni
del Coro Mortalisatis
Il Coro Mortalisatis di Maserà di Padova festeggia
nel 2011 i 40 anni di attività artistica. Un lungo
cammino iniziato ancora nel febbraio del 1968,
l’amicizia, l’amore per la musica e il desiderio di
condividere una passione comune portavano un
gruppo di buoni amici a incontrarsi spesso per
cantare assieme. Quel sentimento toccò presto
il cuore di diverse persone, fra cui monsignor
Luigi Zane, arciprete di Maserà di Padova.
Il sacerdote manifestò notevole entusiasmo
nell’iniziativa intrapresa da quei parrocchiani e
pensò di animare la liturgia con lo stesso spirito
e il calore che caratterizzava il canto di quegli
amici. Poco dopo si ricostituì la Schola cantorum
della parrocchia.
Il gruppo cresceva notevolmente e nel 1971,
sotto la direzione del M° Armando Rossetto, ‘Pippo’
per gli amici, e l’accompagnamento all’organo di
Federico Barbiero, il coro annoverava un organico
di ben oltre sessanta componenti. Nello stesso
anno, il gruppo si costituì legalmente come società
corale ‘Mortalisatis’ e, poco più tardi, fu uno dei
cori fondatori dell’Asac.
La corale è sempre stata profondamente legata alla
realtà locale. ‘Mortalisatis’ deriva da un’epigrafe
tuttora impressa sulla casa dei Barbiero, nella via
omonima. Si narra che agli albori del ‘700, a Maserà
giunse un monaco a riscuotere la decima. Recatosi
dal fittavolo ne ricevette anche le lamentele sulle
mediocri condizioni della sua dimora. Il chierico
gli rispose con un laconico “Mortali satis”, ovvero
“è più che sufficiente per un mortale”.
In quarant’anni il coro è stato diretto dai maestri
Armando Rossetto, Luigi Mazzotta e Raffaele
Biasin. Con quest’ultimo si è intrapresa una strada
di studio e affinamento della vocalità, ampliando
notevolmente il repertorio dal popolare al lirico,
dalla polifonia sacra a quella profana. La corale
“Mortalisatis” è attualmente composta da circa
trenta elementi e, dal 2001, è diretta dalla mano
raffinata di Alessandro Kirschner, direttore e
compositore padovano.
Il coro svolge un’intensa attività concertistica,
partecipando a rassegne, concerti in Italia e
all’estero e a concorsi ottenendo significativi
apprezzamenti. Collabora con gruppi musicali
e strumentali, tra cui l’orchestra “Concentus
Musicus Patavinus” di Padova con cui ha eseguito
in prima assoluta l’oratorio Verbum di Giorgio
Pressato, la “Silver Symphony Orchestra” e
l’”Orchestra delle Venezie” diretta da Giovanni
Angeleri. Il risultato più prestigioso è arrivato nel
dicembre 2006 quando il coro ha partecipato al
IV Gran premio corale “F. Marcacci” di Montorio al
Vomano (Teramo) aggiudicandosi il primo premio
in ex aequo con il coro “Eos” di Roma. Nel gennaio
del 2010 il “Mortalisatis” ha commemorato il
centenario della nascita di Giorgio Perlasca
eseguendo un oratorio per soli, voce recitante, coro
e orchestra composto da Alessandro Kirschner.
I festeggiamenti musicali di questo importante
anniversario si svolgono attraverso tre
appuntamenti importanti. Sabato 7 maggio il
coro, accompagnato da un’orchestra da camera,
ha dato vita ad un interessante concerto sinfonico
corale con capolavori del classicismo: i Vesperae
solemnes de Confessore K. 339 di W. Amadeus
Mozart, ed il Te Deum in Do maggiore di Franz J.
Haydn.
E’ seguita la rassegna corale aperta il 24 settembre
dall’”Amazing Gospel Choir” diretto da Marica
Fasolato; l’1 ottobre è stata la volta dell’”Insieme
Vocale Ecclesia Nova” diretto da Matteo Valbusa con
un interessante programma dal suggestivo titolo
Quant’è bella giovinezza, un viaggio nella musica
corale profana da Lorenzo il Magnifico a Freddie
Mercury; a seguire l’8 ottobre il coro “Venezze
Consort” diretto da Giorgio Mazzucato che ha
interpretato Oratio poetica: sacro romanticismo.
L’ultimo appuntamento avrà luogo nella serata di
S. Stefano con un concerto del coro “Mortalisatis”
in un repertorio barocco (Te Deum di Charpentier
e Gloria di Vivaldi): sarà una bella occasione per
condividere con tutti gli amici e con i cittadini
di Maserà un fecondo percorso musicale, e per
riabbracciare chi, nel tempo, ha contribuito al
compimento dei quarant’anni, in nome della gioia
del canto corale che aveva ispirato, quarant’anni
orsono, quel gruppo di cari amici.
Gli anniversari
Il 40° della Corale
S. Maria Assunta di Vigonovo VE
35
prestigioso premio san Martino.
Momento emozionante, poi, è stato quello della
consegna di riconoscimenti ai maestri e ai
Gli anniversari
Nozze d’oro per il complesso più
anziano della provincia montana
36
fondato nel lontano 1961.
La serata, la cui colonna sonora è stata un’antologia
scelta del repertorio del “Minimo”, ha alternato
molteplici memorie di “50 anni cantati” - questo
era il titolo dell’evento -, i ricordi di coristi che non
ci sono più, la presentazione di un cd e di un libro,
gli interventi delle autorità, tra le quali l’assessore
alla cultura del comune di Belluno Maria Grazia
Passuello che ha sottolineato il ruolo del coro quale
ambasciatore della città che nel 1973 gli assegnò il
presidenti che si sono succeduti negli anni e al
corista Ferruccio Zampieri ancora in organico
dopo 48 anni di ininterrotta attività.
Per l’occasione il coro aveva tappezzato di
gigantografie la scala mobile, che dal parcheggio
di Lambioi conduce al centro storico della città,
a testimonianza del lungo cammino di questo
complesso
che
si
diede subito il nome
di “Minimo” poichè
nel
lontano
1961
nacque dalla volontà
di Lamberto Pietropòli
e di nove cantori: Loris
e Tullio De Moliner,
Gianpietro Salomon,
Lorenzo
Giacomelli,
Armando Roccon, Pino
Stragà, Attilio Sovilla,
Giuseppe D’Isep, Enzo
Croatto. Il maestro
fondatore,
allievo
di Nino Prosdòcimi,
figura cardine della
musica bellunese del
‘900, avrebbe poi
passato la bacchetta
a Edoardo Gàzzera,
che diresse il coro
fino al 1998, poi le
redini furono prese da
Andrea Dalla Caneva,
seguito qualche anno
dopo da Agostino Sacchét ed oggi da don Gemo
Bianchi, in sella dal 2008.
Sotto la presidenza dei vari Loris De Moliner,
Nino Bolzan, Ferruccio Zampieri, Lidio Barp e
oggi Gianluca Nicolai, il “Minimo” ha inanellato
centinaia di concerti facendo spesso sentire la
sua voce tra le comunità degli emigranti bellunesi
e veneti in vari paesi d’Europa e in Sudamerica.
All’attivo vi sono anche cinque precedenti incisioni
discografiche.
Il progetto è assai ambizioso, ma
Giuseppina Antonucci di Frosinone ha
non impossibile. C’è voluta tutta la
presentato la sua tesi in etnomusicologia,
tenacia e la passione del M° Natalino
intitolata “Il canto di tradizione orale nelle
Brugiolo, direttore del Coro Sanvito
elaborazioni corali di Lamberto Pietropòli”, con
di S. Vito di Cadore (Bl), per dare il
la quale si è laureata a pieni voti (110 e lode) al
via ad una collana di pubblicazioni
corso di storia, scienza e tecnica della musica
che intende raccogliere oltre 650
e dello spettacolo della Facoltà di Lettere e
tra composizioni, armonizzazioni,
Filosofia dell’Università degli Studi di Roma Tor
elaborazioni e trascrizioni di
Vergata. Per la grande qualità della sua opera al
Lamberto
Pietropòli,
valente
M° Pietropòli furono conferiti premi nei luoghi
musicista
che gli erano più
bellunese Ne è iniziata la pubblicazione a cura del M° Natalino Brugiolo cari: nel 1984, in
di origine polesana, fondatore del Coro Minimo Campidoglio a Roma, il premio Personalità europea
Bellunese e del Coro Ana di Roma, scomparso e ad Adria (città natale) il Rigo musicale, mentre
prematuramente nel 1994. Va ricordato che, sino ad nel 1991 ricevette ad Agordo il riconoscimento
oggi dei lavori del M° Pietropòli esistevano quattro Agordino d’oro. Ora, come detto, è partita la collana
pubblicazioni: Canto d’assieme (Coro Ana Roma, Vo’ cantando con il primo quaderno con i testi di
1985), Voci miste in coro, (Coro Agordo, 1991), La Dino Bridda e stampato in proprio dal Coro Sanvito
terra, il cielo, l’amore vo’ cantando, (Coro Sanvito, in collaborazione con il coro Ana di Roma e il Coro
2002), Cantaperalba (Coro Peralba, 2005), mentre Agordo: vi sono compresi venti brani per voci virili
non va dimenticato che la sua opera è stata anche e miste.
oggetto di studio in ambito universitario. Infatti Chi ne fosse interessato può richiederne le copie
nell’anno accademico 2009/2010 la dottoressa all’indirizzo e-mail [email protected].
Un grande armonizzatore
50 candeline: non le aveva mai spente nessuno
prima di loro in provincia di Belluno. Lo hanno
fatto i cantori del Coro Minimo Bellunese che l’11
novembre scorso, al teatro Comunale
del capoluogo e proprio nel giorno del
patrono san Martino, hanno dato vita
al concerto che li ha visti protagonisti
della grande festa per le nozze d’oro
del complesso corale più anziano di
tutto il Bellunese e tra i fondatori dell’Asac Veneto.
A fare festa al complesso di casa un pubblico
numeroso ha letteralmente stipato il teatro
cittadino in ogni ordine di posti per assistere ad
un evento ricco di emozioni e supportato, oltre che
dalla musica, anche da molte immagini che hanno
raccontato la storia di mezzo secolo del coro
L’opera omnia
di Lamberto Pietropòli
I trentacinque anni del coro
“3 Molini” di San Biagio di Callalta TV
I traguardi, nella vita, si dice non finiscono mai… e così anche per il Coro
“3 Molini” se ne aggiunge un altro: il trentacinquesimo compleanno.
Oltre seicento esibizioni, poco meno di centocinquanta coristi, un
medagliere invidiabile, consensi pressoché unanimi: ecco la storia in
sintesi di questo coro.
Durante questi anni il complesso trevigiano ha espresso attraverso la
voce, il più antico strumento musicale, emozioni e sentimenti puri e
sinceri che coinvolgono chi ascolta, perché toccano e fanno vibrare le
corde più intime del sentire di ognuno.
Inoltre il coro “3 Molini” in questi lunghi anni ha rappresentato la più
significativa espressione di cultura e tradizione della gente e lo dimostra
quotidianamente grazie all’entusiasmo con cui cerca di divulgare ancora
di più il suo messaggio musicale e corale alla ricerca di una sempre
maggiore intesa con il suo pubblico.
Il compleanno è una festa strana, addirittura assurda se si soffocasse
il passato. Se siamo arrivati fin qui con ambìte mete il coro riguarda al
passato per ricordare gli amici coristi che non ci sono più, per ritrovarci
con quelli che ci sono, per rinnovare un incontro festoso con i familiari,
compaesani, molti amici che il coro si è fatto, vicini e lontani, nel corso di
questi trentacinque anni.
Gli anniversari
Le 50 candeline
del Coro Minimo Bellunese
37
46° CONCORSO NAZIONALE CORALE
Trofei «Città di Vittorio Veneto»
Vittorio Veneto, 25-26-27 maggio 2012
REGOLAMENTO
Art. 1 – Il 46° Concorso nazionale di canto corale
per l’assegnazione dei Trofei «Città di Vittorio
Veneto» avrà luogo a Vittorio Veneto nei giorni
25, 26 e 27 maggio 2012.
Il regolamento
PARTECIPAZIONE
Art. 2 – La manifestazione è così articolata:
categorie per tutti gli organici
Categoria A Progetto-programma: musiche
originali d’autore
Categoria B Progetto-programma: canto
popolare
categorie per organici specifici
Categoria C Progetto-programma riservato a
cori maschili
Categoria D Progetto-programma riservato a
cori giovanili (cantori nati dopo il 31.12.1988)
Categoria E Progetto-programma riservato a cori
di voci bianche (cantori nati dopo il 31.12.1996)
Ciascun complesso corale potrà iscriversi a
più competizioni, purché presenti programmi
diversi e rispetti le
modalità previste per ciascuna di esse.
Il Concorso è riservato a complessi corali che
operano nello spirito amatoriale.
Il numero dei coristi di ciascun complesso corale
deve essere non inferiore a 12 e non superiore
a 40 (esclusi gli eventuali strumentisti) pena
l’esclusione.
38
ISCRIZIONE E DOCUMENTI
Art. 3 – Le domande di iscrizione dovranno
essere inviate esclusivamente con lettera
“Raccomandata 1” alla Segreteria del «46°
Concorso Nazionale Corale» – Comune di Vittorio
Veneto – Piazza del Popolo, 14 – 31029 Vittorio
Veneto (TV) entro il 15 marzo 2012 (farà fede il
timbro postale). Non sono ammesse
iscrizioni via fax o e-mail.
L’iscrizione al concorso comporta il versamento
della tassa di Euro 55,00 (non rimborsabile) sul
c/c postale n° 12208310 (IBAN IT 32 J076 0112
0000 0001 2208 310) intestato a: Comune di
Vittorio Veneto - Tesoreria Comunale – Piazza
del Popolo, 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV)
(indicare la causale).
È richiesta la seguente documentazione:
a) domanda di iscrizione (il modulo può essere
richiesto alla Segreteria del Concorso o scaricato
dal sito www.vittorioveneto.gov.it alla pagina
“Città della musica”);
b) breve curriculum del coro e del direttore, con
particolare riferimento agli ultimi cinque anni;
c) dettagliata relazione illustrativa del progettoprogramma;
d) sintesi del progetto-programma (testo con
massimo 800 caratteri che sarà inserito nella
brochure del concorso), da inviarsi anche via
email all’indirizzo: [email protected];
e) n. 8 copie delle partiture dei brani, chiaramente
leggibili e ordinatamente rilegate in 8 fascicoli,
in formato A4 con indicazione della durata di
ciascun brano;
f) registrazione di buona qualità, su CD, di almeno
tre brani eseguiti dal coro, di cui almeno due tra
quelli indicati nel programma presentato;
g) (solo per le categorie D ed E) elenco nominativo
dei componenti il coro e rispettiva data di nascita;
tale documento dovrà essere sottoscritto, sotto
la propria personale responsabilità, dal legale
rappresentante del
coro o, nel caso di cori scolastici, dal dirigente
scolastico;
h) ricevuta del versamento di Euro 55,00 per
ogni singola iscrizione.
La documentazione inviata verrà acquisita
dall’archivio della Segreteria del Concorso.
AMMISSIONE
Art. 4 – Il Comitato artistico ammetterà i cori alle
competizioni in base a:
a) valutazione del progetto-programma;
b) ascolto della documentazione sonora;
c) esame del curriculum del coro e del direttore.
PROGRAMMI
• Categoria A - Progetto-programma: musiche
originali d’autore
Art. 5 – I cori iscritti alla categoria A dovranno
presentare un programma della durata massima
di 20 minuti (pause comprese), impostato
secondo un progetto (programma tematico,
monografico, frutto di ricerca musicologica, di
studi e/o di collaborazioni con compositori, ecc.)
che andrà illustrato secondo quanto indicato alle
lettere c) e d) dell’art. 3. È consentito l’impiego
di strumenti se e come previsto dall’autore;
l’organizzazione metterà a disposizione il
pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali
registrate.
• Categoria B - Progetto-programma: canto
popolare
Art. 6 – I cori iscritti alla categoria B dovranno
presentare un programma della durata massima
di 20 minuti (pause comprese), impostato
secondo un progetto (programma tematico,
monografico, frutto di ricerca musicologica, di
studi e/o di collaborazioni con compositori ed
elaboratori, ecc.) che andrà illustrato secondo
quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3.
È consentito l’impiego di strumenti se e
come previsto dal compositore/elaboratore
o dalla tradizione; l’organizzazione metterà a
disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso
di basi musicali registrate.
• Categoria C - Progetto-programma riservato a
cori maschili
Art. 7 – I cori iscritti alla categoria C dovranno
presentare un programma della durata massima
di 20 minuti (pause comprese), impostato
secondo un progetto che si ispira al canto di
tradizione alpina che andrà illustrato secondo
quanto indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3.
È consentito l’impiego di strumenti se e come
previsto dal compositore o elaboratore;
l’organizzazione metterà a disposizione il
pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali
registrate.
• Categoria D - Progetto-programma riservato a
cori giovanili
Art. 8 – I cori iscritti alla categoria D dovranno
presentare un programma della durata
massima di 20 minuti (pause comprese),
impostato secondo un progetto (un percorso
didattico, programma tematico, monografico,
frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di
collaborazioni con compositori ed elaboratori,
ecc.) che andrà illustrato secondo quanto
indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3.
È consentito l’impiego di strumenti se e come
previsto dal compositore o elaboratore;
l’organizzazione metterà a disposizione il
pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali
registrate.
• Categoria E - Progetto-programma riservato a
cori giovanili
Art. 9 – I cori iscritti alla categoria E dovranno
presentare un programma della durata
massima di 20 minuti (pause comprese),
impostato secondo un progetto (un percorso
didattico, programma tematico, monografico,
frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di
collaborazioni con compositori ed elaboratori,
ecc.) che andrà illustrato secondo quanto
indicato alle lettere c) e d) dell’art. 3.
È consentito l’impiego di strumenti se e come
previsto dal compositore o elaboratore;
l’organizzazione metterà a disposizione il
pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali
registrate.
CALENDARIO DELLE PROVE
Art. 10 – Date e sedi delle prove, nonché l’orario
e il programma d’esecuzione approvato dal
Comitato artistico saranno comunicati con
lettera entro il 30 marzo 2011. Per ciascuna
categoria l’ordine d’esecuzione verrà stabilito
in base all’ordine crescente delle distanze
chilometriche tra località di provenienza del
coro e Vittorio Veneto. Qualora un complesso
non fosse presente all’orario previsto
dall’ordine di esecuzione, potrà eseguire la
prova entro un’ora dall’orario di convocazione,
purché i motivi del ritardo siano ritenuti validi
dall’Ente organizzatore, ma in ogni caso non
oltre l’orario previsto per la chiusura delle
audizioni della categoria d’appartenenza.
COMMISSIONE GIUDICATRICE
Art. 11 – Il presidente e i membri della
Commissione giudicatrice del Concorso
saranno nominati dal Comune di Vittorio
Veneto su indicazione del Comitato artistico.
Il giudizio della Commissione giudicatrice è
insindacabile e inappellabile.
CLASSIFICHE - VALUTAZIONI FINALI
Art. 12 – La Commissione giudicatrice terrà
conto dei seguenti parametri: intonazione,
qualità vocale, interpretazione. Ciascun giurato
esprimerà punteggio (in centesimi) e giudizio,
i quali concorreranno a formare la valutazione
globale della Commissione giudicatrice su
ciascun complesso corale. I giudizi saranno
successivamente inviati al direttore del coro.
La classifica di ogni categoria sarà stilata sulla
base del punteggio medio conseguito, espresso
in centesimi. I risultati ufficiali saranno resi
noti al termine delle audizioni di ciascuna
categoria.
PREMI
Art. 13 – Per ciascuna categoria del Concorso
sono previsti i seguenti premi (al lordo delle
ritenute di legge):
- primo premio Euro 1.500,00
- secondo premio Euro 1.000,00
- terzo premio Euro 500,00
I premi potranno essere liquidati, su richiesta
dei cori vincitori, anche come rimborso delle
spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute dal
coro stesso per la partecipazione al Concorso.
In questo caso, il Coro dovrà allegare alla
richiesta di liquidazione copia delle pezze
giustificative attestanti le spese sostenute,
che dovranno almeno essere pari all’entità
del premio. Il coro vincitore del primo premio
nella categoria A del Concorso, inoltre, potrà
accedere di diritto al Concorso Polifonico
Internazionale “Guido d’Arezzo”, edizione
2013. In caso di assegnazione di premi exaequo l’importo sarà suddiviso. Ai complessi
vincitori del secondo e del terzo premio, se
ammessi al concerto finale, sarà riconosciuto
un premio di Euro 300,00. Questo sarà
liquidato con le stesse modalità sopraindicate.
I complessi premiati ammessi al concerto
finale (domenica 27 maggio 2012 – ore 17)
avranno diritto ai premi in denaro e al rimborso
(continua a pag. 40)
39
GRAN PREMIO “EFREM CASAGRANDE”
Art. 15 – Partecipano di diritto alla competizione
per l’assegnazione del 18° Gran Premio «Efrem
Casagrande» (domenica 27 maggio 2012 - ore
17):
- i cori vincitori del primo premio nelle diverse
categorie nella presente edizione del Concorso
Nazionale
Corale di Vittorio Veneto; il coro vincitore del
primo premio, nell’edizione 2011, del Concorso
Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo”; anche
a questo complesso verrà riconosciuto un
rimborso per le spese di viaggio di Euro 300,00.
I cori vincitori del primo premio nelle varie
categorie sono tenuti ad esibirsi al concerto
finale valevole per l’assegnazione del Gran
Premio «Efrem Casagrande», pena la perdita
del premio in denaro.
Art. 16 – I cori ammessi al Gran Premio si
esibiranno con un programma della durata
complessiva non superiore ai 15 minuti (pause
comprese). Il direttore del coro ammesso
al Gran Premio è tenuto a comunicare
immediatamente il programma d’esecuzione
al Comitato Artistico; il coro vincitore del
Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo”
presenterà il proprio programma all’atto
dell’iscrizione, da effettuarsi con apposito
modulo entro il 15 marzo 2012.
Art. 17 – Al vincitore del Gran Premio saranno
assegnati un trofeo e un premio di Euro 1.500,00
offerti dalla FENIARCO (Federazione Nazionale
Italiana delle Associazioni Regionali Corali).
Art. 18 – La Commissione giudicatrice potrà
ammettere al concerto finale, fuori concorso,
anche altri cori meritevoli; inoltre potrà
partecipare anche un coro veneto su proposta
e in rappresentanza dell’A.S.A.C..
40
ALTRI PREMI
Art. 19 – Al direttore di coro, anche non
classificato, che avrà dimostrato particolari doti
interpretative sarà assegnato un premio e un
buono acquisto di Euro 300,00 offerto dal Coro
A.N.A. e dalla Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto
in memoria del maestro Efrem Casagrande.
Art. 20 – Al complesso veneto iscritto
all’A.S.A.C. ritenuto migliore dalla Commissione
giudicatrice sarà assegnato un premio
(buono acquisto) di Euro 500,00 offerto
dall’Associazione stessa. Per l’assegnazione di
questo premio si farà riferimento al miglior
punteggio medio conseguito dai complessi
veneti, purché
superiore a 70/100.
Art. 21 – Al coro scolastico ritenuto migliore
dalla Commissione giudicatrice sarà assegnato
un premio
(buono acquisto) di Euro 300,00.
Art. 22 – La Commissione giudicatrice potrà
assegnare un premio di Euro 300,00 al coro
che avrà presentato il progetto-programma
ritenuto più interessante fra quelli proposti
nelle varie categorie, tenuto conto anche della
qualità dell’esecuzione.
Art. 23 – La Commissione giudicatrice ha la
facoltà di non assegnare i premi in palio e/o di
assegnare altri riconoscimenti (senza premio
in denaro) non previsti dal regolamento.
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 24 – Le varie categorie del Concorso saranno
attivate a condizione che siano ammessi almeno
tre
complessi corali per ciascuna di esse.
Art. 25 – I complessi corali rinunciano sin d’ora a
qualsiasi compenso per eventuali registrazioni
o per
trasmissioni effettuate da enti radiotelevisivi
pubblici o privati.
Art. 26 – L’Ente organizzatore si riserva, per
cause di forza maggiore, di apportare modifiche
al presente
regolamento o di revocare il Concorso o singole
categorie dello stesso.
Art. 27 – In caso di controversie farà fede il testo
del regolamento pubblicato sul sito del Comune
di Vittorio Veneto.
Comitato artistico: Bruno Casoni, Stefano Da
Ros, Francesco Luisi, Giorgio Mazzucato (rappr.
ASAC), Alvaro Vatri (rappr. FENIARCO)
Coordinamento artistico: Stefano Da Ros
Segreteria organizzativa: Ufficio Cultura del
Comune di Vittorio Veneto - Piazza del Popolo n.
14 - 31029 VITTORIO VENETO (TV) - tel. 0438569310 – fax 0438-53966 - cultura@comune.
vittorio-veneto.tv.it www.vittorioveneto.gov.it
Concorrono
alla
realizzazione
delle
manifestazioni: Regione del Veneto, Provincia di
Treviso, FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale
Italiana delle Associazioni Regionali Corali),
A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali
del Veneto), Sezione A.N.A. e Coro A.N.A. di
Vittorio Veneto.
7° Festival della coralita’ veneta
PREMESSA
La Regione del Veneto e l’A.S.A.C.
promuovono ed organizzano il
7° Festival della Coralità Veneta.
La manifestazione sarà suddivisa
in due categorie e si svolgerà in
importanti città del Veneto nel
mese di ottobre 2012. Il Festival si
svolge a cadenza biennale.
Scopi del Festival:
• favorire
la
crescita
e
l’affermazione dei cori veneti;
• stimolare e valorizzare nuove
esperienze e repertori nell’ambito
dell’esecuzione
corale,
della
composizione, dell’arrangiamento
e dell’elaborazione.
I cori potranno aderire alla
categoria 1 o 2 e potranno iscriversi
presentando un progetto relativo
a una delle seguenti sezioni:
• Sezione A: Composizioni
d’autore sacre e/o profane
• Sezione B: Composizioni,
elaborazioni o arrangiamenti
su temi di ispirazione popolare,
vocal pop-jazz, gospel e
spirituals
• Sezione C : Composizioni per
cori di voci bianche e cori
scolastici
Il Festival prevede un concorso
per i progetti a cui concorrono
entrambe le categorie e un
concorso
con
valutazione
dell’esecuzione a cui concorre la
categoria 2
I cori ammessi alla categoria
1 si esibiranno in un concerto
presentando il proprio progetto
(sabato 7,14 e 21 ottobre 2012);
i cori ammessi alla categoria 2
parteciperanno alle audizioni con
il proprio progetto (domenica
28 ottobre 2012), saranno
valutati dalla giuria e suddivisi
in fasce di merito. I cori della
categoria 2 selezionati nella
fascia di eccellenza dalla giuria
parteciperanno al concerto finale
ove sarà attribuito il “Gran Premio
del 7° Festival della Coralità
Veneta”. Durante il concerto finale
saranno consegnati i premi relativi
ai progetti, a cui concorreranno
unitamente le due categorie.
REGOLAMENTO
Art. 1 - Requisiti per l’ammissione
Al Festival possono partecipare
tutti i complessi corali o gruppi
vocali amatoriali veneti con
organico
misto,
maschile,
femminile, di voci bianche. I
coristi dei cori di voci bianche
dovranno essere nati non prima
del 31/12/1997. Il requisito
dell’amatorialità non è richiesto
per il direttore e per eventuali
strumentisti.
La
Commissione
artistica
nominata per il Festival (vedi art.
4), ammetterà, a suo insindacabile
giudizio, i cori che inoltreranno
domanda di partecipazione entro
il 15 giugno 2012, valutando una
recente registrazione, presentata
su supporto CD-audio, e la validità
dei progetti presentati (vedi art.3)
Sarà data preferenza al repertorio
che presenterà maggiori elementi
di
interesse
compositivo,
di originalità, di novità o di
valorizzazione della cultura e della
tradizione musicale del Veneto. La
Commissione si riserva la facoltà di
chiedere modifiche o integrazioni
dei repertori proposti.
Art.2 – Categorie
I cori
potranno richiedere
l’iscrizione alle categorie 1 o 2.
I cori che richiederanno di
partecipare
alla
categoria
1 parteciperanno a uno dei
concerti previsti nei giorni 7,14
e 21 ottobre 2012 e dovranno
presentare un progetto relativo
ai brani come da art 3. Ai concerti
sarà presente una commissione
d’ascolto composta da alcuni
membri
della
commissione
artistica dell’ASAC, i quali avranno
cura di relazionare brevemente in
merito all’esecuzione di ciascun
coro. Le schede con le relazioni
verranno inviate al direttore
del coro. Essendo la categoria 1
non competitiva, le valutazioni
sono espresse ad esclusivo uso e
interesse del Coro e del Direttore.
I cori che richiederanno di
partecipare alla categoria 2
dovranno presentare un progetto
relativo ai brani come da art 3
e parteciperanno alle audizioni
domenica 28 ottobre 2012 per
l’attribuzione della fascia, di
eventuali premi speciali e del Gran
Premio del 7° Festival della Coralità
Veneta. I cori selezionati in fascia
di eccellenza parteciperanno al
concerto finale, eseguendo uno
o più brani, per l’assegnazione
del Gran Premio del 7° Festival
della Coralità Veneta. Durante il
concerto finale saranno rese note
le fasce assegnate, consegnati
eventuali premi speciali e il
Gran Premio del 7° Festival della
Coralità Veneta.
Entrambe
le
categorie
parteciperanno unitamente alla
valutazione dei progetti presentati
e le premiazioni avranno luogo
domenica 28 ottobre 2012
durante il concerto finale.
Art. 3 - Formazione del repertorio
Il tempo a disposizione di
ciascun coro è di 15 minuti circa,
pause comprese per i cori della
categoria 2, di 20 minuti circa,
pause comprese, per i cori della
categoria 1.
I tempi previsti
dovranno essere rigorosamente
rispettati.
Il repertorio presentato, allo
scopo di stimolare e valorizzare
nuove esperienze nel campo della
composizione e dell’esecuzione
corale sacra e profana e
promuovere repertori nuovi e
tradizionali, colti e d’ispirazione
popolare, dovrà essere presentato
in forma di “Progetto” con
una
precisa
denominazione
(titolo) e accompagnato dalla
documentazione che ne descriva
le motivazioni e le connessioni
tra e con le partiture presentate.
I progetti dovranno essere
presentati in forma grafica chiara
e leggibile, sia in copia stampata
che informatica (file Word, ecc..)
Il programma può prevedere
anche
l’accompagnamento
strumentale, purché questo non
sia preponderante rispetto a
quello corale; la Commissione
Artistica di cui al seguente art.
4 ne valuterà l’ammissibilità. Il
programma e il progetto potranno
essere realizzati in collaborazione
con autori o musicisti non
appartenenti al complesso che lo
presenta indicando il nominativo
dell’estensore.
Il progetto,
unitamente al curriculum e alla
foto del coro e del direttore,
saranno stampati nel catalogo del
Festival.
Art. 4 - Commissione artistica
L’ammissibilità dei cori sarà
espressa da una Commissione
artistica che avrà la facoltà di
accettare, respingere o chiedere
Il regolamento
di cui sopra solo a condizione della loro
partecipazione al concerto stesso.
Art. 14 – I cori vincitori del primo premio nelle
cinque categorie del Concorso riceveranno il
Trofeo «Città di Vittorio Veneto» e il diploma di
classifica; al direttore del coro sarà consegnata
una targa offerta dall’A.S.A.C. (Associazione per
lo Sviluppo delle Attività Corali – Veneto).
(continua a pag. 42)
41
modifiche o integrazioni ai progetti
proposti. Sarà data preferenza
ai progetti che presenteranno
maggiori elementi di interesse
compositivo, di originalità, di
novità o di valorizzazione della
cultura e della tradizione musicale
del Veneto. La commissione
artistica sarà composta da tre
membri nominati dall’ASAC, che
non potranno far parte della
Giuria, di cui al seguente art. 5. La
commissione, valutati gli elaborati
presentati sia dalla categoria 1
che dalla 2, assegnerà i premi ai
progetti ritenuti meritevoli in
ciascuna sezione.
Art. 5 - Giuria
La Giuria sarà composta da sei
esperti, di chiara fama nel campo
della direzione, della composizione
e della critica musicale, 4 dei quali
scelti al di fuori della Regione
Veneto, che non si trovino in
condizioni di incompatibilità con
le funzioni loro assegnate. Tra
i sei membri sarà nominato il
Presidente della Giuria. La Giuria
sarà presente alle Selezioni e al
Concerto finale di premiazione.
Al termine della prima fase,
valutate le esecuzioni di tutti i
cori ammessi, la Giuria, a suo
insindacabile giudizio, assegnerà
la fascia di appartenenza ai cori
che avranno raggiunto i punteggi
previsti tra:
Eccellenza (da 90 centesimi)
Distinzione (da 80 a 89,99
centesimi)
Merito (da 70 a 79,99 centesimi)
Tutti i cori della categoria
2 posizionati nella fascia di
eccellenza di tutte le sezioni
acquisiranno il diritto a concorrere
e saranno chiamati a esibirsi
durante il Concerto finale di
premiazione per l’assegnazione
del “Gran Premio del 7° Festival
della Coralità Veneta”.
Art. 6 - Riconoscimenti e premi
42
Durante il concerto finale di
premiazione ad ogni coro sarà
consegnato un Attestato di
partecipazione e ai cori della
categoria 2 che avranno raggiunto
i punteggi necessari sarà assegnata
la fascia di merito conseguita. Al
Coro vincitore del “Gran Premio”
del Festival sarà assegnato il
Trofeo ed un premio in denaro
di 1.000,00 euro. Inoltre il coro
parteciperà di diritto al Concorso
Nazionale di Vittorio Veneto
nell’anno successivo, con un
contributo spese di euro 500,00,
se iscritto ASAC.
I cori classificatisi in fascia di
eccellenza parteciperanno di
diritto al Concorso Nazionale
di Vittorio Veneto nell’anno
successivo, con un contributo
spese di euro 500,00 riservato
ai cori ASAC. L’ammissione ai
concorsi è subordinata al rispetto
dei regolamenti degli stessi e
l’erogazione del contributo, non
cumulabile con il rimborso previsto
per il vincitore del Gran Premio del
7° Festival della Coralità Veneta,
avverrà dopo la partecipazione ai
concorsi in oggetto.
Durante il concerto finale di
premiazione saranno consegnati
diploma e premio di euro 500,00
ai progetti selezionati.
In caso di ex-aequo, i premi
saranno equamente suddivisi.
La mancata partecipazione al
Concerto finale da parte di un coro
in fascia di eccellenza comporterà
l’esclusione dello stesso coro dalla
classifica.
I cori classificati in fascia
d’eccellenza saranno indicati
prioritariamente
per
la
partecipazione a concerti di
prestigio a livello regionale,
nazionale e internazionale .
Potranno essere assegnati inoltre i
seguenti Premi (diploma) speciali:
per la miglior interpretazione
di un brano nella Sezione A;
per la miglior interpretazione
di un brano nella Sezione B;
per la miglior interpretazione
di un brano nella Sezione C;
- per la migliore esecuzione di un
programma storico comprendente
brani dal XVI, XVII-XXIX-XX, XXI
secolo)
- per la scelta della composizione
d’autore ritenuta più interessante;
- per la scelta dell’arrangiamento
corale ritenuto più interessante.
- premio speciale per il direttore
che ha dimostrato particolari doti
tecnico-interpretative
Tutti i cori della seconda categoria,
anche se non finalisti, possono
essere selezionati all’assegnazione
di uno dei Premi speciali.
Art. 7 - Spese di viaggio
Ai cori partecipanti al Festival
saranno parzialmente rimborsate
le spese di viaggio, previo invio
della relativa documentazione,
nella misura del 20% delle spese
documentate (fino a un max di
600 €). Ai cori partecipanti ai
concerti della categoria 1 e al
concerto finale di premiazione
(categoria 2) sarà offerta la cena
o un rinfresco.
Art. 8 - Presentazione delle
domande.
Le domande di partecipazione,
conformemente a quanto previsto
all’Art. 3, unitamente al progetto ed
alle relative partiture in tre copie
ordinatamente rilegate, dovranno
esser inviate alla Segreteria
dell’A.S.A.C. (Via Vittorio Veneto 10
31033 Castelfranco Veneto ), entro
e non oltre il 15 giugno 2012.
E’ ammesso l’invio di tutta la
documentazione richiesta via
e-mail, entro i termini indicati,
nei formati di uso più comune
e suddivisa in file ordinati e
facilmente
riconoscibili.
La
domanda di partecipazione dovrà
comunque pervenire in originale e
firmata nei termini indicati.
Nella domanda dovranno essere
allegati:
-
modulo di iscrizione,
correttamente
compilato
(scaricabile
dal
sito
dell’Associazione),
-
breve curriculum e foto
del coro e del direttore,
-
Elaborati di Progetto su
supporto cartaceo ed informatico
-
programma con titolo e
autore di ogni brano presentato
completo con l’indicazione del
tempo di esecuzione in minuti
primi,
-
CD-audio
contenente
registrazioni recenti del coro.
Entro il 31 luglio 2012, l’ A.S.A.C.
comunicherà ai cori l’esito delle
ammissioni al Festival e le località
in cui si terrà la manifestazione.
I cori selezionati nella categoria
2 dovranno inviare entro il 15
settembre 2012, 6 copie delle
partiture presentate al festival o
file in pdf delle partiture in oggetto
(se non già inviato).
Art. 9 - Diritti di registrazione e
trasmissione
L’ASAC si riserva ogni diritto di
registrazione e di trasmissione
audiovisiva delle esecuzioni, senza
che ai complessi partecipanti
spetti alcun compenso.
I brani eseguiti durante le Selezioni
e durante il Concerto Finale di
Premiazione potranno essere
interamente registrati in audio
con la conseguente possibilità per
l’ASAC di produrre e distribuire
una compilation su compact-disc
composta dalle migliori esecuzioni
dei cori partecipanti al Festival, a
prescindere dalla loro ammissione
o meno al Concerto di Premiazione
finale. La scelta dei suddetti brani
sarà fatta insindacabilmente dalla
Commissione artistica dell’ASAC.
In questi ultimi anni si è verificata una eccezionale e spontanea
proliferazione di cori di giovanili e di bambini e una crescita
dell’interesse verso la coralità anche in ambito scolastico. Questo
fatto costituisce una grande e preziosa risorsa da valorizzare in
quanto consideriamo l’attività musicale e corale una delle più
sane e proficue attività nella finalizzazione del tempo libero dei
giovani. L’esperienza dimostra inoltre, che praticare l’attività
musicale e il canto corale in età infantile e giovanile consente
di entrare nel mondo degli adulti arricchiti di uno straordinario
bagaglio di capacità, della quale potranno beneficiare per tutto
il resto della loro vita, in certi casi, anche a livello professionale.
A dimostrazione di quanto esposto il fatto che in molti paesi
culturalmente e socialmente avanzati l’attività corale è sostenuta
e integrata sistematicamente all’interno dei programmi didattici.
Anche in Italia, dal MIUR l’attività corale è indicata a più riprese
per la sua validità e importanza, anche se a tutt’oggi non
risultano attivate iniziative specifiche affinché quanto auspicato
si concretizzi in modo organico.
sono previste diverse ore di laboratorio corale con i docenti e
due momenti concertistici che offrono l’opportunità ai gruppi
presenti di esibirsi con il proprio repertorio e con quanto
realizzato durante il corso.
Il laboratorio per il coro giovanile (potranno aderire i nati
prima del 1996) sarà condotto dal M° Giovanni Mirabile mentre
quello per il coro di voci bianche sarà tenuto dal M° Mario Mora
(potranno parteciparvi cantori dai 12 agli 15 anni circa) e dal
M° Manolo Da Rold (potranno parteciparvi cantori dai 6 agli 11
anni). Sono specialisti di chiara fama di cui si allega il curriculum.
Gli interessati dovranno dare la loro adesione entro il 20 gennaio
2012 e presentarsi entro le ore 16.00 di venerdì 10 febbraio
2012 in modo da consentire la sistemazione in camera prima
dell’inizio del corso.
È possibile la partecipazione di gruppi corali, ma anche di singoli
direttori, insegnanti o coristi eventualmente con accompagnatori
non partecipanti ai laboratori, viste le attrattive della bella città
di Bassano e dei dintorni. Inoltre , è possibile la partecipazione di
singoli o gruppi con la formula non residenti.
La quota di partecipazione, da versare all’adesione
comprende vitto (cena del venerdì, colazione, pranzo
e cena del sabato, colazione e pranzo della domenica),
alloggio, supporti didattici e competenze artistiche.
Eventualmente è possibile integrare con alcune
iscrizioni prima dell’inizio dello stage compatibilmente con le
disponibilità di spazi.
I direttori, oltre che assistere alle lezioni dei vari gruppi, potranno
usufruire della consulenza dei docenti in merito a orientamenti
didattici e scelte repertoriali. Sarà inoltre possibile ospitare
eventuali genitori-accompagnatori, alle condizioni di seguito
indicate, senza la partecipazione ai laboratori corali.
Per qualsiasi informazione inerente l’iniziativa si prega di
rivolgersi alla segreteria ASAC agli indirizzi sopra indicati o
contattare la coordinatrice artistica la M° Cinzia Zanon (z.cinzia@
tiscali.it cell.335.7898909)
Le adesioni potranno essere effettuate tramite fax allo Fax:(+39)
- 0423 – 465022 o (preferibilmente) via e-mail all’indirizzo:
[email protected] inviando l’allegato modulo e copia del
versamento delle quote di adesione nel conto corrente postale
12067302, intestato all’ASAC Veneto - Via Vittorio Veneto 10 31033 Castelfranco Veneto Tel: (+39) - 0423 – 498941 email:
[email protected] sito: www.asac-cori.it orario: da lunedì
a giovedì - dalle ore 11 alle ore 17 venerdì e sabato – CHIUSO.
Certo dell’interesse dell’iniziativa, mi auguro vorrete premiare
con la Vostra presenza gli sforzi organizzativi compiuti.
Bassano del Grappa - VI
10-11-12 febbraio 2012
L’ASAC, associazione che coordina l’attività di 340 cori di tutto il
Veneto, segue con grande attenzione questa evoluzione, convinta
che le sorti della futura coralità sia legata principalmente alla
partecipazione dei giovani alle attività musicali e corali. Siamo
altrettanto convinti che l’ASAC, ricca della sua trentennale
esperienza, possa fornire ai gruppi che lo desiderano, compresi
i cori non iscritti a cui viene ampliata la presente proposta,
un prezioso supporto formativo e associativo e un’attività
concertistica più articolata, secondo il livello e le aspirazioni di
ciascun coro, anche in un contesto più ampio e gratificante.
In questa ottica l’ASAC, visto il successo e i risultati ottenuti dalle
edizioni precedenti, con il patrocinio del Comune di Bassano del
Grappa, organizza il III° Meeting per cori giovanili e per cori di
voci bianche che si terrà dal pomeriggio di venerdì 10 febbraio
a domenica 12 febbraio 2012 presso l’Istituto Scalabrini, in
via Scalabrini a Bassano del Grappa. Il meeting è coordinato
dalla professoressa Cinzia Zanon, membro della Commissione
Artistica dell’ASAC e coordinatrice della Commissione ASAC per
la Coralità giovanile e infantile.
Il meeting prevede tre diversi corsi riservati, due ai cori di
voci bianche e uno ai cori giovanili. All’interno dei tre corsi
associazione per lo sviluppo delle attività corali
Assemblea generale
ordinaria
Domenica
18 marzo 2012
Prima convocazione ore 9,00
Seconda convocazione ore 10,00
Auditorium Sant’Artemio
della Provincia di Treviso
via Cal di Breda, 116 - TV
A.S.A.C. Veneto - Via Vittorio Veneto, 10 - 31033 Castelfranco Veneto (TV)
Tel. 0423.498941 - Fax 0423.465022 - [email protected]
www.asac-cori.it