ELEZIONI PRESIDENZIALI NEGLI STATI UNITI D`AMERICA Le

ELEZIONI PRESIDENZIALI NEGLI STATI UNITI D'AMERICA
Le elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America sono una procedura
elettorale degli Stati Uniti d'America con la quale vengono eletti il presidente e
il vicepresidente di tale repubblica federale per un mandato di quattro anni
che inizia il 20 gennaio (detto pertanto Inauguration Day) dell'anno successivo
a quello delle elezioni.
La più recente elezione si è svolta il 6 novembre 2012. Le elezioni si svolgono
nel cosiddetto Election Day, che ricorre il martedì successivo al primo lunedì
di novembre di ogni quattro anni, questo per evitare che il giorno delle elezioni
cada il 1º novembre, che è un giorno festivo.
Concretamente, l'elezione viene effettuata con un metodo indiretto: i cittadini
scelgono, con metodi stabiliti dai singoli stati federali, gli elettori che formano
lo United States Electoral College. Gli elettori possono assegnare il proprio
voto a chiunque, tuttavia, salvo rare eccezioni, votano i candidati designati e
le loro preferenze vengono confermate dal Congresso agli inizi di gennaio.
SVOLGIMENTO DELLE ELEZIONI
Le modalità di elezione del presidente sono fissate dalla Sezione I
dell'Articolo 2 della Costituzione degli Stati Uniti, modificato secondo gli
Emendamenti XII, XXII e XXIII. Presidente e vicepresidente appartengono alla
medesima lista e vengono eletti dal Collegio Elettorale statunitense, i cui
membri a loro volta sono eletti direttamente da ciascuno Stato dell'Unione. Il
mandato del presidente e del vicepresidente dura quattro anni.
Come detto, le elezioni si svolgono ogni quattro anni, il martedì che segue il
primo lunedì di novembre (anche se in molti Stati le elezioni si aprono con un
anticipo di diverse settimane per permettere il voto anche agli assenti). Le
procedure di voto sono gestite da consigli elettorali locali, col compito di
garantire lo svolgimento equo ed imparziale della votazione ed impedire brogli
e manomissioni dei risultati.
L'elezione avviene in due fasi: una prima, non prevista esplicitamente dalla
Costituzione, in cui la popolazione partecipa attivamente alla designazione dei
candidati dei due principali partiti e una seconda che invece è
costituzionalmente regolata. La prima fase, o fase delle elezioni primarie,
consiste nella elezione dei candidati alle cariche di Presidente e di Vice
Presidente e avviene nelle Convenzioni Nazionali dei due maggiori partiti,
quello democratico e quello repubblicano. Può avvenire o attraverso elezioni
primarie chiuse, o attraverso elezioni primarie aperte: in ogni caso sono così
individuati i due maggiori candidati. Le modalità di svolgimento delle elezioni
primarie è diversa da partito a partito e ha anche alcune variazioni da Stato a
Stato dell'Unione; il candidato alla presidenza può anche non passare
attraverso le elezioni primarie (in genere viene ricandidato il presidente
uscente se è al primo mandato, o il vicepresidente uscente). Il giorno in cui la
maggior parte degli Stati dell'unione è chiamata a votare per le primarie è
anche detto Super Tuesday. La seconda fase prevede innanzitutto l'elezione
dei cosiddetti Elettori Presidenziali all'interno di ogni singolo Stato e in numero
pari ai senatori e ai deputati attribuiti a quel medesimo Stato. Sono costoro
coloro che voteranno a scrutinio segreto Presidente e Vice Presidente, che a
seguito dello spoglio effettuato dal Presidente del Senato, verrà proclamato
Presidente degli Stati Uniti d'America.
BALLOTTAGGIO
Tutti i cittadini con diritto di voto sono chiamati alle urne per scegliere il
candidato che preferiscono. Il ballottaggio presidenziale di fatto è un voto per
eleggere gli elettori di un candidato, ovvero il cittadino votante non sceglie
direttamente il candidato presidente, bensì il membro del Collegio Elettorale
che a sua volta eleggerà il Presidente.
In numerose occasioni, il ballottaggio consente all'elettore o di votare
globalmente la lista di un particolare partito politico, oppure di definire le sue
preferenze per i singoli candidati. L'elenco dei candidati per le liste elettorali è
stabilito attraverso un processo legale di selezione chiamato accesso al
ballottaggio. Solitamente, le liste per il ballottaggio presidenziale si
costituiscono attraverso una procedura di pre-selezione su cui influiscono sia
il peso numerico del partito politico dei singoli candidati, sia i risultati delle
principali convenzioni per la loro nomina. In questo modo, la lista per le
elezioni presidenziali non conterrà i nomi di tutti i concorrenti all'elezione, ma
solamente quelli dei candidati che abbiano ottenuto una solida nomina da
parte del loro partito durante le convenzioni elettorali o il cui partito sia
numericamente abbastanza forte da garantirne per legge l'inserimento nella
lista. La legge elettorale prevede la possibilità per altri candidati — al di fuori
dei due partiti principali — di formare una propria lista raccogliendo un
numero sufficiente di firme a loro sostegno. Tuttavia, nel corso dell'intera
storia degli Stati Uniti, non si è mai dato il caso che un candidato
presidenziale indipendente sia riuscito ad assicurarsi un posto sulla lista
elettorale presidenziale secondo questa procedura.
Un ultimo sistema per potersi presentare alle elezioni presidenziali consiste
nel fare iscrivere il proprio nome[1] nella lista al momento del voto elettorale.
Questa opzione viene utilizzata dai votanti per esprimere il proprio dissenso
verso i candidati ufficiali, scrivendo nomi ridicoli come Topolino o Dart Fener.
In ogni caso, nessun candidato write-in ha mai vinto un'elezione presidenziale
negli Stati Uniti.
LO SCENARIO 1824
Il cosiddetto scenario 1824 si presenta qualora nessuno dei candidati ottenga
un numero di voti elettorali sufficiente per vincere le elezioni, che è almeno
270. Potrebbe infatti capitare, per le combinazioni dei voti dei singoli Stati, che
tutti e due i candidati ottengano esattamente la metà del plenum dei voti
elettorali, che è attualmente 538. Se i concorrenti ottengono 269 voti
ciascuno, significa che nessuno dei due ha raggiunto il "numero magico", che
è 270; e pertanto occorre procedere in un altro modo. In questo caso,
presidente e vicepresidente vengono scelti in base ai dettami del XII
Emendamento. La scelta del presidente è decisa attraverso un ballottaggio
della Camera dei Rappresentanti. Per la sua elezione, ciascuno Stato ha un
solo voto. Un secondo ballottaggio per la scelta del vicepresidente si tiene al
Senato. Ciascun senatore ha un solo voto.
Il nome scenario 1824 deriva dalle elezioni presidenziali di quell'anno, quando
Andrew Jackson ricevette la maggioranza relativa, ma non quella assoluta,
dei voti elettorali espressi. Il 1824 rappresenta l'unico esempio di applicazione
del XII Emendamento per le elezioni presidenziali. In tutte le altre elezioni
presidenziali, vi è sempre stato un candidato che ha raggiunto la maggioranza
assoluta dei voti elettorali espressi.
TENDENZE ELETTORALI
Negli ultimi decenni, uno dei candidati presidenziali nominati dai partiti
democratico e repubblicano è quasi sempre stato un presidente in carica
oppure un precedente o attuale vicepresidente. Di fatto, le elezioni del 2008
sono state una competizione aperta: per la prima volta dal 1952 e per la
seconda volta soltanto dal 1928, né un vicepresidente, né il presidente in
carica sono stati i candidati nominati dai due partiti principali.
Negli anni in cui i candidati nominati dai tre partiti principali non rientravano
nelle file dei presidenti o vicepresidenti, la scelta è ricaduta su governatori o
membri del Senato. L'ultimo candidato dei partiti a non avere ricoperto tale
incarico fu il generale Dwight D. Eisenhower, che vinse la nomina per il partito
repubblicano e divenne presidente nel 1952.
Il successo elettorale degli anni più recenti ha favorito i governatori degli stati
federali. Tra gli ultimi sei presidenti (Carter, Reagan, George H.W. Bush, Bill
Clinton, George W. Bush e Barack Obama), soltanto Bush padre e Obama
non erano mai stati governatori. Geograficamente, tutti questi presidenti
provenivano o da uno Stato molto grande (California, Texas), o da uno Stato
a sud della linea Mason-Dixon[2] e a est del Texas.
Prima della vittoria di Barack Obama nel 2008, l'ultimo senatore in carica a
essere eletto presidente degli Stati Uniti era stato John F. Kennedy del
Massachusetts, nel 1960. Oltre a Obama e Kennedy, l'unico altro senatore in
carica in grado di vincere un'elezione presidenziale è stato Warren G. Harding
nel 1920, mentre i candidati del partito di maggioranza, senatori Andrew
Jackson (1824), Lewis Cass (1848), Stephen A. Douglas (1860), Barry
Goldwater (1964), George McGovern (1972), Walter Mondale (1984) e Bob
Dole (1996) persero tutti quanti la competizione elettorale.
Note
1 ^ Si parla di candidato write-in, quando il suo nome non appare nella
scheda elettorale, ma può essere ugualmente votato scrivendo il suo
nominativo direttamente sulla scheda all'atto del voto. Alcuni Stati e
giurisdizioni locali consentono agli elettori di incollare sulla scheda un
adesivo con il nome del candidato invece di scriverlo a mano. I
candidati write-in difficilmente vincono e spesso vengono inseriti nelle
schede nomi fittizi o di persone non eleggibili. Numerose giurisdizioni
richiedono ai candidati di farsi registrare come tali prima delle
operazioni di voto per evitare casi di omonimia, frequenti nelle elezioni
con un elevato numero di concorrenti.
^ La Linea Mason-Dixon è una linea di demarcazione tra quattro stati degli
Stati Uniti. Rappresenta parte dei confini di Pennsylvania, West Virginia,
Delaware e Maryland, il cui rilevamento topografico risale a quando questi
territori erano ancora colonie inglesi. Quando la Pennsylvania iniziò ad abolire
la schiavitù all'interno del Commonwealth, nel 1781, il versante ovest di
questa linea e il fiume Ohio divennero il confine quasi completo tra gli stati
abolizionisti e quelli schiavisti (il Delaware, tuttavia, sebbene a est della linea
Mason-Dixon, rimase schiavista). Nel linguaggio popolare, soprattutto a
partire dal Compromesso del Missouri nel 1820, la Linea Mason-Dixon è
venuta a rappresentare simbolicamente lo spartiacque culturale tra gli Stati
Uniti del nord e quelli del sud. I topografi che tracciarono il confine si
chiamavano Charles Mason e Jeremiah Dixon.