Esercizi di Fisica 1 Per il biennio degli Istituti tecnici e professionali Alessandro Ciucci 1 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci Unità di Misura ed Errori 1 - Equivalenze 44 nm = 3000 mg = 200 s = 3.5 nm = 400 mg = 3600 s = 0.044 0.003 0.0002 0.0035 0.0004 0.0036 m kg s m kg s 10 km = 58 kK = 5 0.36 ks = 150 km = 5.6 kK = 3.6 ks = 1,000,000 8,000 360,000 15,000,000 5,600 K 3,600,000 cm K ms cm ms Premessa sulla teoria degli errori. Se una certa misura diretta produce un valore E, indichiamo il valore dell’errore assoluto sulla misura con E, l’errore assoluto (o incertezza) rappresenta la dimensione di un intervallo, generalmente simmetrico, intorno al valore E della misura che “assicura” la presenza al suo interno delle eventuali ripetizioni (nelle stesse condizioni e con i medesimi strumenti) della misura. Questa ipotesi discende dall’idea che, se fosse possibile ripetere la misura per un numero di volte molto grande (?), le misure si distribuirebbero intorno al valore medio secondo una curva a campana (Distribuzione di Gauss). In questo caso il “valore” della misura è dato dal valor medio della distribuzione e l’errore dalla deviazione standard (o dal suo doppio). Ricordiamo che la deviazione standard è la radice quadrata della media degli scarti quadratici dal valore medio, graficamente rappresenta la semilarghezza a metà altezza della curva di Gauss. Quando le misure sono poche (n < 30) l’errore sulla media delle misure è dato dalla deviazione standard del campione corretta per un parametro statistico (t di Student), alcuni testi, per semplicità, considerano l’errore assoluto come metà della differenza tra la misura massima e quella minima. La stima statistica dell’errore assoluto non può, in genere, essere inferiore alla sensibilità dello strumento con cui queste misure sono state eseguite, per cui, in caso di misura diretta singola, l’errore assoluto sarà dato almeno dalla metà della sensibilità dello strumento. La misura, che sia singola o frutto del processo di media, si esprime come E ± E, espressione che deve essere letta come “E più o meno delta E”, e interpretata come: la migliore stima della misura è E, con “grande probabilità” nuove prove della misura stessa darebbero valori maggiori di E-E e minori di E+E. L’errore relativo (o percentuale) su una misura (spesso, in modo inappropriato, indicato anche come precisione) è dato dalla seguente espressione: E % E 100 E E E % E 100 Discende direttamente dall’errore assoluto ma la sua indicazione risulta più comoda perché svincolata dall’unità di misura. 2 - Errore Relativo Il termostato di un impianto di riscaldamento scatta quando la temperatura T della caldaia supera i 70 °C. Sapendo che l’errore percentuale commesso dal sensore di temperatura è T% = 5 %, determinare l’intervallo di temperatura (errore assoluto) che può determinare l’attivazione del termostato. Svolgimento: 2 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci Nel nostro esempio un termostato è impostato a 70 °C, ciò significa che quando la lettura della temperatura supera (o scende al di sotto) dei 70 °C il dispositivo chiude o apre un interruttore. La misura è affetta da un errore percentuale T% = 5%, ciò significa che ripetizioni della stessa misura possono dare letture leggermente diverse ma anche che temperature diverse possono produrre una lettura di T = 70 °C, per cui E E % 5 E 70 3.5 C , cioè temperature comprese tra 70 -3.5 = 66.5 °C e 70+3.5 = 73.5 °C 100 100 possono causare l’attivazione del termostato. 3 – Propagazione Errori E’stato misurato un oggetto rettangolare con un calibro ventesimale, le misure hanno dato i seguenti risultati per la base B e per l’altezza H: B 5.50 5.55 5.45 5.60 5.40 H 4.55 4.55 4.65 4.45 4.55 Per la base B e per l’altezza H calcolare la media e l’errore sulla media. Utilizzare poi i risultati per calcolare la superficie A dell’oggetto e l’errore A. Svolgimento Quando si hanno più misure della stessa grandezza possiamo utilizzare il valore medio delle misure come migliore stima, mentre come stima dell’errore prenderemo la semidifferenza tra il valore massimo e il valore minimo riscontrati nel set delle misure N B 5.50 5.55 5.45 5.60 5.40 27.5 5.50 mm N 5 5 B Bmin 5.60 5.40 Bmedia max 0.10 mm 2 2 Bmedia i i N H 4.55 4.55 4.70 4.40 4.55 22.75 4.55 mm N 5 5 H H min 4.70 4.40 H media max 0.15 mm 2 2 Area Bmedia H media 25.025 mm 2 Area Bmedia H H media B 5.50 0.15 4.55 0.10 1.28 mm 2 H media i i A 25.0 1.3 mm 2 3 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci Equilibrio di un punto materiale Per punto materiale intendiamo un corpo solido, dotato di massa, di dimensioni trascurabili rispetto al contesto in cui si trova. I movimenti eventuali di detto corpo sono solo di traslazione e, pertanto, non si considerano eventuali moti rotazionali. Definizioni: Forza: Tutto ciò che è in grado di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo, è una grandezza vettoriale, si misura in newton 1N = (1Kg x 1m)/(1s2) Forza peso: E’ la forza con cui la terra attira verso il suo centro i corpi dotati di massa, sulla superficie terrestre si esprime come il prodotto della massa per una costante indicata con la lettera g (accelerazione di gravità) che vale mediamente 9,81 m/s2. Fp = m g. Forza di attrito radente: Forza elastica: E’ la forza che si oppone al moto relativo di due superfici (una rispetto all’altra), dipende dalla forza premente (la forza che tiene le due superfici accoppiate) e da un coefficiente caratteristico della coppia di materiali. Il coefficiente è adimensionale ed è normalmente espresso con le lettere k o . Quindi Fa = Fp (Forza attrito = Forza Premente x Coefficiente di Attrito) E la forza che un corpo, se sottoposto a deformazione, esercita per ritornare nella forma iniziale. Dipende dal materiale di cui è costituito il corpo e dall’entità della deformazione. Nel caso di una deformazione unidimensionale (molla) la forza elastica è opposta all’allungamento (o compressione). Fe = - KE X. La costante KE prende il nome di “costante elastica della molla” e si esprime in N/m. Equilibrio di un punto materiale: un punto materiale è in equilibrio (cioè mantiene indefinitamente la sua posizione) se la somma vettoriale delle forze che agiscono su di esso è nulla (vettore di intensità nulla) Esercizi: 1 - E’ data una molla di costante elastica KE = 500 N/m, la molla è disposta verticalmente e fissata per un estremo ad un supporto. All’altro estremo vengono appese in successione tre masse, m1 = 50 gr, m2 = 150 gr, m3 = 200 gr. Calcolare gli allungamenti corrispondenti (x1 : solo m1, x2 : m1 + m2, x3 : m1+m2+m3). Considerare g = 10 m/s2 KE x m1 Svolgimento Le masse sono soggette alla forza peso, pertanto provocheranno una deformazione (allungamento) della molla fino a che la forza di richiamo elastica non farà equilibrio. Avremo pertanto: 4 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci F peso Felastica m1 g K E X X m1 g 0.0510 0,001[m] KE 500 (m1 m2 ) g K E X X (m1 m2 ) g (0.05 0.15) 10 0,004[m] KE 500 (m1 m2 m3 ) g K E X X (m1 m2 m3 ) g (0.05 0.15 0.2) 10 0,008[m] KE 500 2 - Un corpo di massa m = 150 Kg poggia su una superficie orizzontale. Tra il corpo e la superficie c’è un coefficiente di attrito = 0.6. Il corpo è trainato con una fune parzialmente elastica (KE = 9000 N/m) a velocità costante. Calcolare l’allungamento X della fune. Considerare g = 9.81 m/s2. Svolgimento: Se il corpo è trascinato a velocità costante la forza elastica della fune sarà uguale alla forza di attrito radente. Possiamo scrivere: Felastica Fattrito K E X Fpeso m g X mg 150 9,81 0.6 882,9 0,0981[m] E 9000 9000 3 – Un corpo di massa m = 10 Kg è appoggiato su un piano inclinato di = 30°. Sapendo che il coefficiente di attrito statico tra il corpo e la superficie del piano è s = 0.85, dire se, sotto m l’azione della forza peso, il corpo si muove oppure no. Si consideri g = 10 m/s2 F// F Svolgimento: Fp 30° Sul corpo agiscono la forza peso, la forza di attrito, la reazione del piano. L’unica vera forza esterna è la forza peso Fp = m g, diretta verso il basso. Poiché il piano è rigido, scomponiamo la Fp in due vettori, uno parallelo al piano F// e uno perpendicolare F. Questa scelta ci permette di isolare l’azione tesa allo scivolamento del corpo a causa della sola F// e di individuare nella F la responsabile della forza di attrito Fa che schematizzazione come diretta in verso opposto alla F//. Da semplici considerazioni geometriche ricaviamo che F// = Fp sen() e F = Fp cos(). F è bilanciata dalla reazione del piano R (il piano è rigido, non si flette sotto l’azione della forza peso, schematizziamo questo fatto come la presenza di una forza perpendicolare al piano che bilancia la forza esterna). Allora possiamo scrivere: Fp m g F// Fp sen( ) m g sen( ) 10 10 0.5 50 N F Fp cos( ) m g cos( ) Fa F m g cos( ) 10 10 0.866 0.85 73,61 N Poiché F// < Fa il corpo non si muove 5 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci 4 - Due molle sono collegate come in figura (collegamento in serie) la prima di costante elastica K1 = 100 N/m è collegata ad un supporto, al suo estremo libero è appesa la seconda molla di costante elastica K2 = 400 N/m. All’estremo libero della seconda molla è appesa una massa m = 800 gr. Determinare l’allungamento complessivo delle K1 molle (X = X1 + X2) e la costante elastica “equivalente” KEQ delle due molle A (cioè la costante elastica di una molla che da sola si allunga come le due messe in K2 serie). Considerare g = 10 m/s2. m Svolgimento: Consideriamo il punto A, esso è in equilibrio quando le forze elastiche delle due molle si compensano, quindi K1X1 = K2X2. La seconda molla è in equilibrio con la forza peso, per cui mg = K2 X2, gli allungamenti delle due molle sono tali come se la massa fosse appesa a ciascuna molla (e così in effetti è!). Possiamo scrivere: K 1 X 1 m g X 1 m g 0,8 10 0,08 K1 100 [ m] K 2 X 2 m g X 2 m g 0,8 10 0,02 K2 400 [ m] 1 mg mg 1 0,08 0,02 0,1 mg K1 K2 K1 K 2 1 1 1 1 1 1 mg X mg K EQ K EQ K 1 K 2 K1 K 2 K K 100 400 40000 K EQ 1 2 80[ N / m] K 1 K 2 100 400 500 X X 1 X 2 [ m] 5 – Su un piano inclinato di un angolo = 45° è appoggiato un corpo di massa m = 4 Kg. Tra il corpo e il piano c’è attrito caratterizzato da un coefficiente = 0.7. Il corpo è in FE R equilibrio sotto l’azione della forza peso, della forza di attrito e per effetto di una molla di costante elastica KE = 400 N/m che sostiene il Fa m corpo dalla parte alta del piano. Determinare l’allungamento X della F F// molla nella configurazione di equilibrio. Considerare g = 10 m/s2. Fp Svolgimento: Lungo il piano agiscono 3 forze. La componente della forza peso parallela al piano inclinato (che chiamiamo “Forza Parallela” e la indichiamo con F// ), la forza di attrito radente generata dalla componente della forza peso perpendicolare al piano inclinato (che chiamiamo “Forza Perpendicolare” e indichiamo con il simbolo F ) e dal coefficiente di attrito m, e la forza elastica. Perpendicolarmente al piano agiscono la “Forza Perpendicolare” e la “Reazione” del piano. Poiché il piano è rigido la reazione compensa la Forza Perpendicolare che sarà responsabile solo della generazione dell’attrito radente lungo il piano. Nella direzione del piano agiscono la Forza Parallela, che viene compensata dalla Forza Elastica e la Forza di Attrito che agiscono nella stessa direzione ma con verso opposto. Pertanto possiamo scrivere: 6 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci F peso m g 4 10 40 N F// F peso sen( ) m g sen( ) 4 10 0,707 28,28 N F F peso cos( ) m g cos( ) 4 10 0,707 28,28 N Fattrito F m g cos( ) 4 10 0.707 0.7 19,796 N FElastica Fattrito F// FElastica F// Fattrito K E X m g sen( ) m g cos( ) X m g sen( ) m g cos( ) 28,28 19,796 8,484 0,02121[m] KE 400 400 Moto rettilineo 1) Sulla stessa retta si muovono, di Moto Rettilineo Uniforme, contemporaneamente due punti materiali A e B. A, inizialmente si trova a 4 metri dall’origine e si “allontana” alla velocità vA = + 2 m/s, B inizialmente si trova a 24 metri dall’origine e si “avvicina” alla velocità vB = -3 m/s. Scrivere le leggi orarie dei moti e determinare l’istante t e la posizione X in cui si incontrano. Svolgimento: Il punto A, inizialmente nella posizione X0A = +4 m, si muove con velocità costante positiva vA = +2 m/s, ciò significa che si allontana dalla posizione X = 0 che è l’origine del nostro sistema di riferimento, il punto B, invece, inizialmente nella posizione X0B = +24 m, si muove con velocità costante negativa vB = - m/s, cioè si sta avvicinando alla posizione X = 0 (l’origine del sistema di riferimento). E’ evidente che i due punti si incontreranno e che la posizione di incontro sarà un punto intermedio tra X0A e X0B. Le equazioni del moto (o leggi orarie), cioè le equazioni che permettono di ricavare la posizione X ad un determinato istante t e vice versa, per il Moto Rettilineo Uniforme (MRU), saranno: X t X o v t X A t X oA v A t X B t X oB v B t X A t 4 2 t X B t 24 3t Nell’istante in cui si incontrano avremo XA(t) = XB(t), quindi: 4 2 t 24 3t 5t 20 4 2t 24 3t 20 t 4s 5 2t 3t 24 4 Quindi, risulta che A e B si incontrano dopo 4 secondi. Per determinare la posizione sarà sufficiente sostituire il valore di t = 4 in una delle due equazioni del moto, sostituendolo in entrambe avremo la riprova della correttezza del risultato, X A t X oA v A t X A t 4 4 2 4 4 8 12 m X B t X oB v B t X B t 4 24 3 4 24 12 12 m Concludiamo allora dicendo che i due punti A e B si incontrano all’istante t = 4 s nella posizione X = 12 m. 7 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci 2) Un automobile viaggia su un rettilineo alla velocità v0 = 54 Km/h quando il guidatore si accorge che il semaforo è scattato sul rosso e frena. Supponendo che l’accelerazione impressa dall’azione dei freni sia af = - 3 m/s2, determinare lo spazio precorso prima di fermarsi Sf (spazio di frenata). Svolgimento: Come prima cosa dobbiamo trasformare l’unità di misura della velocità iniziale da *Km/h+ in *m/s+, per far questo dividiamo il valore della velocità espresso in Km/h per 3.6 (che è il rapporto tra i 3600 secondi in un ora e i 1000 metri in un kilometro), per cui v0 = 54 /3.6 = 15 m/s. I freni imprimono una accelerazione costante a = - 3 m/s2, il segno meno sta a significare che la velocità diminuisce di 3 m/s per ogni secondo, abbastanza intuitivamente deduciamo che saranno necessari cinque secondi perché l’auto si fermi. Le equazioni che sostengono l’intuito sono: vt v0 a t , quando l’auto è frema la sua velocità è nulla, per cui v(t) = 0 m/s, quindi 0 v0 a t 0 15 (3) t 3t 15 t 15 5s 3 Per sapere quanto spazio percorre l’auto prima di arrestarsi (spazio di frenata) abbiamo bisogno dell’equazione del moto uniformemente accelerato 1 X (t ) X 0 v0 t a t 2 , se sono interessato allo spostamento rispetto alla posizione iniziale S(t) = X(t) – 2 1 X0 avremo S (t ) v0 t a t 2 , che nel nostro caso diventa: 2 1 S (t ) 15 t (3) t 2 , S f S (t 5) 15 5 1,5 5 2 75 37.5 37.5 m 2 3) Un oggetto si muove di moto rettilineo secondo il diagramma velocità-tempo in figura. Determinare lo spostamento dalla posizione iniziale per t=10 s. Svolgimento: In un diagramma velocità-tempo di un moto rettilineo, l’area compresa tra il grafico della velocità e l’asse dei tempi, rappresenta lo spazio percorso, se il grafico è “sopra” l’asse orizzontale (velocità positive) si tratta di spazio percorso verso valori crescenti della posizione (spazio percorso in avanti) mentre se il grafico si trova “sotto” l’asse dei tempi (velocità negative) si tratta di spazio percorso verso valori decrescenti della posizione (spazio percorso indietro). Lo spostamento in un certo intervallo di tempo sarà dato dalla somma algebrica delle aree comprese tra il grafico e l’asse dei tempi con i segni come prima descritti. Nel nostro caso dobbiamo semplificare l’area tra t =0 e t = 6 in due trapezi: 8 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci Per cui avremo: S1 = [(5 + 3) * 2]/2 = 8 m S2 = [(6 + 5) * 2]/2 = 11 m S3 = [(4 + 1) * 2]/2 = 5 m Spostamento = S1 + S2 – S3 = 8 + 11 – 5 = 14 m 4) Su una stessa retta si muovono due oggetti. L’oggetto A si muove a velocità costante v A = 24 m/s, l’oggetto B si muove di moto uniformemente accelerato con aB = +4 m/s2. Nell’istante iniziale i due oggetti si trovano nella stessa posizione e B ha la velocità v0B = 12 m/s. Determinate quanto spazio S deve percorrere B prima di raggiungere A Svolgimento: Poiché il moto di B è uniformemente accelerato, la velocità di B cresce nel tempo indefinitamente, per cui B raggiungerà A che si muove a velocità costante e lo sorpasserà. Possiamo assumere, senza perdere generalità, che nell’istante in cui A sorpassa B si trovino nella posizione X = 0 m e che quell’istante sia t = 0. Per cui la posizione iniziale è per entrambi X0A = 0 m, X0B = 0 m. Scriviamo, quindi, le equazioni del moto: A X A (t ) X 0 A v A t X A (t ) 0 24 t B 1 X B (t ) X 0 B v B t a t 2 2 1 X B (t ) 0 12 t 4 t 2 2 Nell’istante in cui B sorpassa A, si trovano, ovviamente nella stessa posizione, cioè XA(t) = XB(t), quindi avremo: X A (t ) X B (t ) 12 t 2 t 2 1 24 t 12 t 4 t 2 2 12 t 2 t 2 se t 0 t t 24 t 12 t 2 t 2 12 2 t t 6s Quindi B raggiunge A dopo sei secondi, per determinare lo spazio percorso dobbiamo sostituire nelle equazioni del moto questo valore del tempo, otteniamo: A X A (t 6) 24 6 144 m B 1 X B (t 6) 12 6 4 36 72 72 144 m 2 Dinamica 1) Un automobile di massa m = 1500 Kg viaggia su un rettilineo a velocità costante V0 = 90 Km/h. Il guidatore aziona il freno per un intervallo di tempo t = 5 s, il freno agisce come una forza di intensità Ff = 9 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci 1200 N. Calcolare la velocità V1 dell’auto al termine dell’azione di frenata e lo spazio S percorso nell’intervallo di tempo specificato. Trascurare l’attrito dell’aria. Svolgimento: L’azione del freno si traduce in un’accelerazione diretta in senso contrario alla velocità del veicolo, quindi col segno opposto a quello della velocità, secondo l’equazione ma = F, si ha che a f Ff m , durante l’azione del freno il moto dell’auto sarà uniformemente accelerato e la velocità in funzione del tempo sarà descritta dall’equazione V t V0 a t e lo spazio percorso S t V0 t Nel nostro caso avremo V0 = 90/3.6 = 25 [m/s], a f Ff m 1 2 at . 2 1200 0.8 [m / s 2 ] , quindi 1500 V1 V t V0 a f t 25 0.8 5 21 [m / s] 1 1 S t V0 t a f t 2 25 5 0.8 5 2 125 0.4 25 125 10 115[m] 2 2 2) Uno sciatore di massa m = 80 Kg, partendo da fermo scende seguendo una traiettoria rettilinea lungo un pendio inclinato rispetto all’orizzontale di un angolo = 45°. L’attrito tra gli sci e la neve è trascurabile, mentre l’aria oppone una forza frenante schematizzabile come Ff = -v2, con = 0.5 [Kg/m] Calcolare la velocità massima vL che lo sciatore può raggiungere. (considerare l’accelerazione di gravità g = 10 [m/s2]. Svolgimento: Possiamo trattare il moto come se avvenisse su un piano inclinato. Le forze agenti sullo sciatore lungo il piano inclinato sono due: la componente della forza peso lungo il piano (normalmente indicata come Forza parallela o F//) e l’attrito dell’aria. Vale pertanto la seguente equazione m a F// v 2 . La forza di attrito è crescente con il quadrato della velocità e, quindi, al crescere della velocità per azione della forza parallela aumenta anche l’attrito e diminuisce l’accelerazione (ma non la velocità!). A limite, la forza di attrito eguaglia la forza parallela e la velocità raggiunge il suo valore massimo o Limite. Per cui si ha m a 0 F// v L2 F// v L2 . 2 Poiché F// = Fpeso sen(), cioè F// = m g sen(), avremo m g sen( ) v L e, quindi, v L nostro caso avremo v L m g sen( ) , nel 80 10 0,707 565,6 1131 33,6 [m / s] 0.5 0,5 10 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci 3) Un corpo di massa m = 15 Kg ruota su una traiettoria circolare legato ad un filo di lunghezza l = 1.5 m. Il carico di rottura del filo è FR = 810 N. Calcolare la velocità massima v a cui può muoversi la massa m senza rompere il filo Svolgimento Per mantenere il corpo in traiettoria circolare il filo deve esercitare un forza sul corpo. Il carico di rottura è la forza massima che un materiale può sopportare senza rompersi. Nel nostro caso la tensione sul filo è determinata dalla forza centrifuga, per cui la velocità massima vm è tale che m vm v m2 FR e, quindi, FR 810 1.5 81 9 [m / s ] m 15 4) Calcolare la velocità vs che un satellite deve avere per restare in orbita circolare intorno alla terra ad una distanza pari al doppio del raggio della terra. Considerare i seguenti dati: Mt = 6*1024 [Kg], Rt = 6.4*106 [m], G = 6.67*10-11 [N*m2/Kg2] Svolgimento Affinché il satellite possa mantenere la traiettoria circolare è necessario che l’attrazione gravitazionale tra la terra e il satellite sia compensata dalla forza centrifuga. Poiché il satellite è in orbita ad una altezza pari al doppio del raggio terrestre, la sua distanza dal centro della terra risulterà pari a tre volte il raggi della terra. Chiamiamo ms la massa del satellite, avremo, dunque, G M t ms ms 3Rt 2 vs G v s2 Mt G v s2 , cioè, 3Rt 3Rt Mt 6 10 24 6.67 10 11 3Rt 3 6.4 106 40.02 1013 19.2 106 2.08 107 4.56 103 [m / s ] ENERGIA 1 - CALCOLO DELLO SPAZIO DI FRENATA Un veicolo di massa m = 1200 Kg si muove su una traiettoria rettilinea a velocità costante v0 = 90 Km/h. Il guidatore aziona il freno e le ruote si bloccano. L’attrito tra le gomme e l’asfalto sviluppa una forza frenante Ff = 8000 N. Calcolare lo spazio percorso Sf dal veicolo prima di fermarsi. Svolgimento: L’energia iniziale del veicolo Ei è composta solo dal termine di energia cinetica, cioè 1 Ei m v02 0.5 1200* 625 375000J , dopo l’azione dei freni il veicolo sarà fermo è l’energia finale 2 11 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci 1 2 sarà E f m v12 0 J , l’energia è stata dissipata dal lavoro fatto della forza dei freni per lo spazio di 1 frenata, per cui si ha Ei m v02 F f S f 2 1 m v02 375000 Sf 2 , cioè S f 46,875[m] Ff 8000 2 - SALTO DI POTENZIALE V0 Un corpo di massa m = 1 Kg si muove su un piano orizzontale con velocità costante V0 = 15 m/s. Nel suo percorso incontra una salita di altezza h = 10 m. Determinare la velocità V1 del corpo sulla sommità della salita. Nel caso che il corpo non raggiunga la sommità calcolare l’altezza massima hmax raggiunta. h Trascurare eventuali attriti e considerare g = 10 m/s2. Svolgimento: L’energia della massa resta costante durante tutto il moto, alla base della salita l’energia è costituita dalla 1 2 sola componente cinetica, si ha quindi Ei mv02 0.5 1 225 112.5 J , sul piano dopo la salita (se viene raggiunta) l’energia sarà composta da un termine di energia cinetica e da un termine dovuto all’aumento dell’energia potenziale, si avrà quindi 1 1 Ei mv 02 E f mv12 mgh, mv 02 mv12 2mgh semplificando m 2 2 v02 v12 2 gh v12 v02 2 gh 225 200 25 v1 25 5 m / s 2 Nel caso in cui v1 0, allora la massa m non raggiunge la sommità della salita. E’ possibile calcolare l’altezza massima hmax raggiunta sul tratto in salita, in quel punto la componente di energia cinetica sarà v02 1 2 nulla, quindi tutta l’energia iniziale sarà energia potenziale, cioè mv 0 mghmax , quindi, hmax 2 2g 3 - LAVORO ED ENERGIA POTENZIALE L = 30° Un motocicletta di massa m = 200 Kg (guidatore compreso), si trova ferma alla base di un pendio di lunghezza L = 100 m, il pendio è inclinato rispetto all’orizzontale di una angolo = 30°. La moto parte, il motore sviluppa una forza costante F = 3000 N. Calcolare la velocità v1 che avrà la moto alla sommità della salita. Considerare g = 10 m/s2. Svolgimento Il lavoro compiuto dalla forza F per il tratto L si trasforma in energia cinetica ed energia potenziale della moto. Si ha 1 F L m v12 mgh, dove 2 h L sen , 1 F L m v12 m g L sen , 2 moltiplicando per 2 e dividendo per m si ha 12 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO 2F L v12 2 g L sen m 3000 1000 5000 Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci 2F L 2 3000 100 2 g L sen 2 10 100 0.5 m 200 v1 2000 44.72[m / s] v12 4 - IL GIRO DELLA MORTE A R h Un corpo di massa m = 5 [Kg] si muove senza attrito su una traiettoria (giro della morte) come nella figura a fianco. L’altezza da cui parte è h = 60 [m]. Determinare la velocità del corpo alla sommità del tratto circolare (Punto A) di raggio R = 20 [m], e dire se il corpo riesce a completare il “giro della morte”. Considerare g = 10 [m/s2] Svolgimento L’energia iniziale ha la sola componente di potenziale, nel punto A ci saranno la componente cinetica e quella di potenziale, avremo quindi: 1 mgh mv A2 mg (2 R) , moltiplicando l’equazione per 2 e semplificando la massa m si ha: 2 2 gh v A2 4 gR v A2 2 gh 4 gR 2 10 60 4 10 20 1200 800 400 v A 400 20[m / s ] Il “giro della morte” sarà completato se nel punto A l’accelerazione centrifuga sarà maggiore di quella gravitazionale, cioè se: v A2 g R 400 20 10 , quindi la risposta è sì, completa il giro della morte 20 5 - BARRIERA DI POTENZIALE Un corpo di massa m = 1 Kg si muove su un piano orizzontale con velocità costante v0 = 18 m/s. Nel suo percorso incontra una salita di altezza h1 = 15 m e, successivamente scende ad altezza h2 = 10 m. h1 v0 h2 Verificare che l’energia del corpo sia sufficiente a superare l’altezza h1 e, nel caso, determinare la velocità v2 del corpo sul tratto di altezza h2. Nel caso che il corpo non raggiunga la sommità calcolare l’altezza massima hmax raggiunta. Trascurare eventuali attriti e considerare g = 9.8 [m/s2]. Svolgimento: 13 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 Prof. Alessandro Ciucci L’energia della massa resta costante durante tutto il moto, alla base della salita l’energia è costituita dalla 1 2 sola componente cinetica, si ha quindi Ei mv02 0.5 1 324 162 [ J ] , per poter superare la quota h1 è necessario che l’energia sia maggiore dell’energia potenziale sulla quota h1, cioè 1 2 mv0 mgh1 0.5 1 324 1 9.8 15 2 167 147 condizioneverificata In questo caso la massa prosegue e scende a quota h2, dove l’energia sarà composta da un termine di energia cinetica e da un termine dovuto all’aumento dell’energia potenziale rispetto alla quota iniziale, si avrà quindi 1 1 Ei mv 02 E f mv 22 mgh2 , mv 02 mv 22 2mgh2 semplificando m 2 2 v02 v 22 2 gh2 v 22 v02 2 gh2 324 196 28 v 2 28 5.3 [m / s ] Nel caso in cui 1 2 mv0 mgh1 allora la massa m non raggiunge la quota h1. E’ possibile calcolare l’altezza 2 massima hmax raggiunta sul tratto in salita, in quel punto la componente di energia cinetica sarà nulla, quindi tutta l’energia iniziale sarà energia potenziale, cioè v2 1 2 mv 0 mghmax , quindi, hmax 0 2 2g 6 - REAZIONE CHIMICA Un corpo di massa m = 1 Kg si muove su un piano orizzontale con velocità costante v0 = 15 m/s. Nel suo percorso incontra una salita di altezza h1 = +10 v0 h1 m e, successivamente scende ad altezza inferiore alla quota iniziale h2 = -10 m. Verificare che l’energia h2 del corpo sia sufficiente a superare l’altezza h1 e, nel caso, determinare la velocità v2 del corpo sul tratto di altezza h2. Nel caso che il corpo non raggiunga la sommità calcolare l’altezza massima hmax raggiunta. Trascurare eventuali attriti e considerare g = 9.8 [m/s2]. Svolgimento: L’energia della massa resta costante durante tutto il moto, alla base della salita l’energia è costituita dalla 1 2 sola componente cinetica, si ha quindi Ei mv02 0.5 1 225 112.5 [ J ] , per poter superare la quota h1 è necessario che l’energia sia maggiore dell’energia potenziale sulla quota h1, cioè 1 2 mv0 mgh1 0.5 1 225 1 9.8 10 2 122.5 98 condizioneverificata In questo caso la massa prosegue e scende a quota h2, dove l’energia sarà composta da un termine di energia cinetica e da un termine dovuto alla diminuzione dell’energia potenziale rispetto alla quota iniziale, si avrà quindi 14 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO Esercizi di Fisica 1 1 1 Ei mv 02 E f mv 22 mgh2 , mv 02 mv 22 2mgh2 2 2 2 2 v0 v 2 2 gh2 v 22 v02 2 gh2 225 196 421 Nel caso in cui Prof. Alessandro Ciucci semplificando m v 2 421 20.52 [m / s ] 1 2 mv0 mgh1 allora la massa m non raggiunge la quota h1. E’ possibile calcolare l’altezza 2 massima hmax raggiunta sul tratto in salita, in quel punto la componente di energia cinetica sarà nulla, quindi tutta l’energia iniziale sarà energia potenziale, cioè v2 1 2 mv 0 mghmax , quindi, hmax 0 2 2g 7 - CANNONE A MOLLA X KE v0 h0 Gittata G v1 Una sfera di massa m = 4 [Kg] si trova sulla sommità di un gradino di altezza h0 = 19.6 [m], la sfera è appoggiata ad una molla di costante elastica KE = 400 [N/m] compressa per un tratto X = 0.4 [m]. La molla è lasciata libera e spinge la sfera orizzontalmente, la sfera salta e, sotto l’azione della gravità, raggiunge quota zero ad una distanza G (Gittata) dalla base del gradino. Calcolare la velocità v1 della sfera quando impatta il suolo e la distanza G a cui cade (Gittata). Considerare g = 9.8 [m/s2] Svolgimento: L’energia meccanica è costante, per cui l’energia iniziale che è data dalle componenti di potenziale elastico perché la molla è compressa e gravitazionale perché la sfera si trova ad un’altezza h0, sarà uguale all’energia finale, data dalla sola componente di energia cinetica, si avrà: 1 1 Ei K E X 2 m g h0 E f m v12 , per cui moltiplicando per 2 e dividendo per m si ha: 2 2 K E X 2 2 g h0 v12 , m v1 400.16 20 [m / s ] 400 0.16 2 9.8 19.6 16 386.16 400.16 4 Per il calcolo della Gittata è necessario ricordare che il moto oltre il gradino è un moto parabolico, l’accelerazione di gravità modifica solo la componente verticale della velocità, per cui se la sfera è lanciata orizzontalmente il tempo di caduta (o tempo di volo) tc dipende solamente dalla quota iniziale e dall’accelerazione di gravità, si ha, quindi: 1 h0 g t c2 2 cioè tc 2 h0 , mentre la gittata G sarà data dal prodotto della velocità orizzontale v0 g e il tempo di caduta. Per il calcolo della velocità orizzontale v0 applichiamo la la conservazione dell’energia tra l’energia potenziale elastica e l’energia cinetica della sfera, cioè: 15 ITIS “Galilei” Biennio SIRIO 1 1 K E X 2 m v02 2 2 G v0 t c Esercizi di Fisica 1 v0 Prof. Alessandro Ciucci KE X , quindi si ha m 2 h0 KE 400 2 19.6 X 0.4 4 * 2 8 [ m] m g 4 9.8 16