La libertà religiosa è garanzia di libertà per tutti

Settimanale d’informazione
ANNO LVII- N. 45
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Jesi, domenica 26 dicembre 2010
Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi
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presepe
buon natale
A San Savino
l’allestimento “Kairos,
il tempo della pace”
di Giuseppe Papadia
Buon Natale
e buon Anno!
La direzione e la redazione
di Voce della Vallesina
augurano di vivere
un sereno Natale, di
trascorrere in pace e
armonia le prossime
festività e di sentire questo
periodo come il tempo
dell’incontro con Dio, il
Dio che ha avuto tempo
per ogni uomo e donna.
Un augurio per il nuovo
anno, un 2011 in cui
ciascuno accresca la fiducia
in se stesso e negli altri,
nella certezza che Dio è
più forte dei nostri limiti.
Il giornale tornerà ai
lettori domenica 16
gennaio 2011.
9
montecarotto
La grandezza di
un Padre che
sa sorprendere
i suoi figli
di Federico Cardinali
6
jesi
L’8 gennaio prende
il via la stagione
teatrale con
spettacoli per tutti
di Maria Cristina Coloso
12
scuola
Il mercato del
mercoledì e del
sabato è tornato
nel centro storico
di Ilaria Latini
15
Il Liceo Scientifico
ha premiato gli
studenti migliori
di Marco Cremonesi
16
Natale nella Verità
Il messaggio e gli auguri del vescovo Gerardo: ai giovani, ai sofferenti, a chi è lontano…
† Gerardo Rocconi, Vescovo
È sempre bello potermi rivolgere ai lettori
di Voce, alla comunità Cristiana e all’intera
popolazione della Vallesina per formulare gli
auguri di Buon Natale e di Buon 2011. Auguri
che ogni anno ci facciamo con tanta fiducia, anche se dobbiamo sottolineare che a conclusione
di questo 2010 ci ritroviamo tutte le situazioni
difficili dell’anno scorso e in più qualcosa in aggiunta.
Credo comunque che il Natale deve sempre riportarci e incoraggiarci alla speranza. Una speranza che anzitutto rimanda alla Vita Eterna: sì, solo là saranno risolti tutti i problemi e
il Signore si rivelerà come il vincitore di ogni male e ci accoglierà
come suoi figli in una luce e in una gioia inimmaginabili.
Ma se il Natale è la festa di Dio che ha deciso in Gesù di piantare
la tenda fra gli uomini e ha deciso di vivere e camminare con loro,
allora motivi di speranza dobbiamo averli anche per l’oggi. Anche
oggi il Signore non mancherà di manifestarci i segni della sua misericordia. Tocca a noi, però, accoglierlo e percorrere quel cammino
di conversione e di purificazione che ci viene indicato.
Dobbiamo ricordarcelo sempre. Solo un vero ritorno al Signore,
solo una vera conversione permetteranno agli uomini di rinnovarsi,
di stabilire relazioni più buone e di vivere nella pace. Quest’anno
abbiamo avuto due grandi doni, due doni che ci invitano ad un rinnovamento della nostra vita nel senso appena indicato.
Il Santo Padre, anzitutto, ci ha donato l’Esortazione apostolica postsinodale sulla Parola di Dio. Accogliere la Parola di Dio, ascoltarla, praticarla, pregarla è in realtà accogliere quel Gesù che viene
sempre. E nella Parola di Dio troviamo la via per la nostra pace.
Non per nulla Gesù dice: «Beati coloro che ascoltano la Parola di
Dio e la osservano!» (Lc 11,28). In momenti di angoscia e preoccupazione, Gesù propone una beatitudine, cioè una strada di gioia:
ascoltare e praticare la Parola di Dio. Un secondo regalo ci è stato
fatto dai Vescovi italiani, i quali appena qualche settimana fa hanno offerto un documento dal titolo: Educare alla vita buona del
Vangelo. È il programma pastorale per i prossimi anni. Ma quello
che mi interessa sottolineare è che ci viene proposta una via per
viver meglio: si tratta della attenzione e premura che dobbiamo nei confronti dei nostri ragazzi e giovani. Certo,
attorno ai ragazzi e giovani, poi, girano tanti altri
temi: l’educazione, la famiglia, la scuola, il futuro,
il senso della vita…. L’attenzione ai giovani è una
strada che, prima ancora, ci ha suggerito Gesù.
Tutti e tre i Vangeli Sinottici si fermano a lungo
sull’incontro di Gesù con il giovane ricco: e Gesù
si manifesta premuroso, attento, paziente, accogliente,
capace di vedere il bene, soprattutto propositivo, coraggioso… e poi si manifesta sofferente di fronte alla fuga
di quel giovane. Sono gli atteggiamenti di un educatore
e di una comunità intera che ha a cuore i suoi ragazzi.
Siamo partiti da un augurio di Buon Natale, per arrivare a dirci che il Signore attraverso la sua Chiesa ci guida e
ci indica sempre vie di rinnovamento e conversione.
Carissimi, si tratta solo di accogliere quanto ci viene donato. Per la
nostra gioia!
A conclusione voglio rinnovare a tutti il mio augurio. Il mio augurio va a tutti i sacerdoti, tutti i consacrati e consacrate e all’intero
popolo di Dio. In particolare voglio ricordare le famiglie, i sofferenti nel corpo e nello spirito, i giovani e i ragazzi.
Voglio rivolgere un augurio di pace e gioia anche a coloro che vengono da paesi stranieri, non riconoscono in Gesù il Salvatore o
esprimono la loro fede cristiana in maniera diversa: a tutti auguro
quella pace che solo Dio sa dare e prego perché trovino serenità e
accoglienza.
Voglio rivolgere un augurio anche a coloro che hanno abbandonato la Chiesa, o semplicemente non ne fanno parte. A tutti voglio
ricordare quanto Gesù dice: «Chiunque ascolta queste mie parole
e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la
sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde,
perché era fondata sopra la roccia» (Mt 7,24).
Buon Natale, carissimi, Buon Natale con le parole degli Angeli sulla
grotta: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14).
Anche in Europa molti episodi dimostrano la presenza di un’opposizione strisciante alle personali convinzioni etico-religiose
La libertà religiosa è garanzia di libertà per tutti
Se è vero che la Incarnazione di le religioni in generale, inclusa la scegliere tra lo svolgere le pratiDio che ci apprestiamo a celebrare stessa religione cristiana. Insom- che per l’affidamento dei bambini
nei prossimi giorni ha costituito un ma: anche a casa nostra c’è una alle coppie omosessuali o lasciare
momento fondamentale dell’uma- “illiberalità” verso il cristianesimo e il posto di lavoro. L’obbiezione di
nità al punto di caratterizzare verso la religione cattolica in par- coscienza, in base alle proprie conl’evoluzione storico-sociale di tutto ticolare. Questo dovrebbe meravi- vinzioni religiose, non è consentil’Occidente, è anche vero che dopo gliare un po’, ma di fatto, viene ac- ta». Altro esempio è dato da tutta
duemila anni non dobbiamo mera- cettata o, meglio ancora, non viene la recente legislazione spagnola in
vigliarci se constatiamo motivi più percepita come tale, al punto che ordine agli argomenti etico-relio meno striscianti di opposizione alcuni limiti di azione e di parola giosi più sensibili. C’è poi, sempre
alla libertà religiosa nei confronti che vengono imposti dalle leggi ri- più marcato, il divieto di qualsiasi
dello stesso cristianesimo.
sultano quasi del tutto normali.
segno religioso in luoghi pubbliNonostante le conquiste illumini- Il tutto si evince proprio dalla de- ci, compreso il vestito o il velo o
stiche riferite alla tolleranza e le nuncia che avviene anche tramite la croce o la stessa attività riferita
predicazioni della stessa Chiesa l’Osce – l’Organizzazione per la specificatamente ad una religione.
cattolica, soprattutto dal secolo Sicurezza e la Cooperazione per Divieti che prevalgono in alcune
scorso ad oggi, nel mondo ancora l’Europa – che raccoglie oltre 50 nazioni e che vanno diffondendosi
la libertà religiosa non esiste. Nè Stati (anche alcuni non apparte- a macchia d’olio. Per non dire delle
c’è bisogno di dimostrarlo se ci ri- nenti al vecchio continente), la “delicate” prese di posizione – del
feriamo all’Asia o alle nazioni del quale, proprio nei giorni scorsi, è tutto libere e personali – di quegli
Medio oriente o all’Africa. Quello tornata a sottolineare come, «ad insegnanti e di quegli amministrache dovrebbe meravigliare è che esempio, in Gran Bretagna, dal tori che – per estrema “delicatezanche nel mondo occidentale c’è 2009, i funzionari cattolici negli za e rispetto” verso il pluralismo
una restrizione strisciante verso uffici di adozione sono costretti a religioso – limitano o escludono
addirittura i segni tradizionali del
Natale, della Pasqua e delle feste
religiose in genere.
***
Insomma, l’Occidente punta sempre più alla riduzione nella sfera
del privato il fatto religioso. Trattasi di una vera e propria limitazione di libertà tout-court. Ma in
nome di che cosa? In nome, a ben
vedere, di un relativismo che, ormai imperante, appiattisce principi, valori, atteggiamenti. Il Papa ne
ha così piena coscienza che proprio al Corpo Diplomatico presso
la Santa Sede ricordava mesi or
sono: «È chiaro che, se il relativismo è concepito come mezzo costitutivo essenziale della democrazia,
si rischia di concepire la laicità
solamente in termini di esclusione,
o meglio, di rifiuto dell’importanza
sociale del fatto religioso”
Che tutte le religioni, in diversi
periodi della loro storia, si siano
diffuse o imposte anche con la
violenza fisica – diretta o indiretta
(guerre, persecuzioni, roghi, carcere e torture) - è una realtà storica e
dolorosa che nessuno può smentire. Ma che ancora oggi – non
dico in Asia o in Africa - ma anche
nell’Occidente esistano, di fatto,
tanti elementi di intolleranza religiosa, magari in nome della stessa
libertà laicisticamente intesa, è una
dato di fatto che deve far riflettere
perché strisciate, semi-nascosto,
per nulla allarmante, ma tale da
insinuarsi silenziosamente nella
cultura generale, nei massmedia,
nelle famiglie, nelle scuole.
Che il mondo cattolico, e non solo,
prenda coscienza di questa realtà,
è sempre troppo tardi.
Vittorio Massaccesi
[email protected]
2
Cultura e società
26 dicembre 2010
Del più e del meno
Il “Premio Tamburi” non è finito...
di Giuseppe Luconi
Ricorrendo il centenario della nascita di
Orfeo Tamburi, nel numero del 17 ottobre
avevo ricordato, in questa rubrica - insieme
all’artista - il “Premio” da lui istituito e di cui,
dopo le trasformazioni subite, non si era saputo più niente.
In un comunicato stampa, pubblicato dal
Corriere Adriatico il 15 dicembre, l’amministrazione comunale precisa che “il Premio
Tamburi non è finito, si è modificato”. E aggiunge: «Il centenario della nascita del grande artista jesino non poteva non suscitare
qualche mugugno su quello che molti jesini
considerano la fine dei Premio. Ma così non
è. Quando Orfeo Tamburi dona alla città di
Jesi tre apparta­menti il suo desiderio è quello di finanziare un Premio da asse­gnare ogni
due anni a tre artisti: un pittore, uno scultore, un gra­fico. In cambio offre una mostra
con relativo catalogo, in compenso l’artista
deve lascia­re un’opera alla locale Pinaco­teca
per incrementare la colle­zione d’arte contemporanea cittadina».
Nel comunicato, l’amministrazione comunale pone poi l’accento sul costo del
“Premo”. «La somma che il Comune ricava
dai tre ap­partamenti è di 12.658,32 euro
in due anni; dunque la rendita assomma a
25.316,54 euro. Se volessimo ripristinare
le mostre biennali, ad essere molto ottimisti dovremmo pre­vedere una spesa di circa
150.000 euro, a cui si dovreb­bero aggiungere almeno altri 30 mila euro per rendere il
Pre­mio appetibile dagli artisti».
«Mancano all’appello circa 155 mila
euro. Chi è disposto a metterli? Quando ci
si avvede che il Comune non è in grado di
corrispondere a questa spesa, si invocano i
privati. Ma dove so­no questi privati capaci di inve­stire una cifra così elevata in una
manifestazione culturale? La strada scelta,
cioè quella di trasformare il Premio in un
premio-acquisto ha per­messo di rispettare
la finalità voluta da Tamburi e cioè la co­
stituzione e 1’arricchimento della Galleria
d’Arte Contem­poranea che infatti da1 2002
si è arricchita di consistenti ed im­portanti
opere d’arte».
°°°
Ho conosciuto Orfeo Tamburi ed ho
avuto con lui una fitta corrispondenza.
C’era, fra noi, amicizia, stima, rispetto.
Benvenuta alla vita, Rachele!
Il dott. Primo Luigi Bini e la
sua signora Mariella sono
diventati bisnonni! Il merito è di Rachele, nata al Gemelli di Roma lo scorso 25
ottobre, e dei suoi genitori,
Agnese Collamati e Andrea
Poscia. La gioia è allargata
ad altri nonni, bisnonni ed
una miriade di zii!
Auguri, Nicola!
Tanti affettuosi auguri a
Nicola Zannini per i suoi 5
anni compiuti il 9 dicembre, dai fratelli Mattia e
Giada, da papà Francesco
e mamma Francesca, dagli zii e dai nonni con l’augurio che la vita gli possa
riservare tanta gioia.
Nel centenario della nascita, dunque, ho
voluto ricordarlo, raccogliendo in un volume (poche copie, fuori commercio) le
sue lettere. Un volume che non voleva essere polemico (e neppure un “mugugno”,
un genere che non mi appartiene): una
fedele riproduzione di lettere e di articoli,
con brevi note illustrative. Un volume che
sarebbe passato inosservato se, in chiusura di presentazione, non avessi scritto che
il modo migliore per ricordare il centenario della nascita di Tamburi sarebbe stato
quello di ripristinare il “Premio” trovando
la forma meno costosa per il Comune, magari con la partecipazione di privati, ma
secondo la formula stabilita dall’artista”.
Era, la mia, un’opinione, semplicemente, senza aspettative. Niente di imperativo. Da qui la mia perplessità di fronte alla
reazione (posso dire infastidita?) dell’amministrazione comunale. Probabilmente la linea scelta dal Comune è obbligata.
Però, perché chiamarlo “Premio” se l’opera viene acquistata a prezzo di mercato?
E, a proposito di privati, non intendevo
che si dovesse scaricare su di loro tutto il
costo del Premio: avevo parlato di “partecipazione”. E non sarei troppo severo con
i privati: penso – solo per fare qualche
esempio - al loro intervento per i restauri
della fontana con l’obelisco e del monumento a Pergolesi, e al loro impegno, non
indifferente, nell’organizzazione della mostra “Jesi e il 900”.
Nella foto, del 25 ottobre 1969, il sindaco
Alberto Borioni consegna una medaglia
d’oro ad Orfeo Tamburi.
Per Federico II
“Alla Corte di Federico” è il
progetto che la Fondazione Federico II di Jesi e la
Fondazione Lanari, in collaborazione con altri enti
ed istituzioni, propongono
da dicembre 2010 ad aprile 2011. Il primo appuntamento è per giovedì 23 dicembre alle 17,30 (palazzo
Baldeschi Balleani, ingresso
libero) con il Gala Concerto
“Viaggio in Europa”: musiche della tradizione operistica dell’Europa occidentale (Mozart, Rossini, Bizet…)
ed orientale (Dvorak, Mussorgskj, Caikovskij) eseguite
dalla mezzo soprano ucraina Inna Savchenko e dal
pianista Alessandro Benigni.
Il 9 gennaio alle ore 17,30,
sempre a Palazzo Baldeschi
Balleani, il “Quartetto delle
Marche” omaggia Federico
II con un brano originale a
lui dedicato.
Voce della
Vallesina
A Scandicci le celebrazioni per il Centenario della nascita
Ricordo del prof. Paolo Fragapane
Domenica 12 dicembre,
presso la Sala Consiliare della Città di Scandicci, vivace città posta
a ridosso di Firenze, a
conclusione della XLIV
Stagione dei Concerti
della Città di Scandicci, organizzata dal Centro dell’Arte Vito Frazzi,
in collaborazione con
l’Istituzione dei Servizi
Culturali del Comune
di Scandicci, “Scandicci
Cultura”, è stato ricordato il prof. Paolo Fragapane, musicologo, nel
Centenario della nascita,
avvenuta a Caltagirone (Catania) il 6 ottobre
1910.
In verità, Scandicci non è
nuova alla musica di Gaspare Spontini, infatti, il
Maestro Paolo Fragapane già il 30 gennaio 1983
aveva proposto un concerto di musiche spontiniane replicato poi, alla
sua memoria, nel dicembre del 2000.
La manifestazione che
ha visto la folta rappresentanza di ex allievi, di
docenti del Conservatorio e di appassionati di musica, prevedeva sia una parte
documentaria – commemorativa, sia
un’altra musicale, è stata organizzata dal
Centro dell’Arte Vito Frazzi, dal Circolo Arci Le Bagnese, dal Conservatorio di
Musica Luigi Cherubini di Firenze e da
Scandiccicultura.
Il Presidente del Centro dell’Arte Vito
Frazzi, dott. ing. Fortunato Della Guerra,
ha introdotto il personaggio mostrando
delle immagini del prof. Fragapane, ricavate da diversi documenti video, ricordando sia la figura del Musicista, sia
quella dell’insegnante e dello studioso
spontiniano.
Il dott. Leonardo Pinzauti, critico musicale, musicologo e giornalista, ha ricordato il prof. Fragapane nella sua veste di
docente, raffinato e qualificato, amato
dai suoi allievi.
Marco Palmolella, Conservatore dell’Archivio, Biblioteca, Museo Gaspare Spontini ha prima portato il saluto del Sindaco di Majolati e delle Opere Pie Spontini,
poi ha ricordato i rapporti intercorsi tra
il prof. Fragapane, la figura di Gaspare
Spontini e Majolati Spontini.
Il prof. Fragapane, tralasciando l’attività di compositore ed altri lavori come il
catalogo delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, è stato un importante
biografo e critico spontiniano. Infatti, ha
pubblicato: due edizioni del libro “Spontini” edito dalla Sansoni; un testo con
le principali riduzioni delle arie da Soprano delle musiche di Spontini; libretti di sala, in particolare per l’Olimpia;
programmi musicali per i vari concerti
dati a Majolati; collaborò fattivamente
alle iniziative del Comitato comunale
permanente di Studi spontiniani e, per
quanto gli è stato possibile, ha cercato
di divulgare e far eseguire la musica del
majolatese.
Il prof. Gianni Ciabattini, allievo del Prof.
Fragapane, ora Docente del Conservatorio Statale di Musica Luigi Cherubini di
Firenze, studioso di Spontini, tanto che
partecipò, con una propria relazione, al
Terzo Congresso di Studi Spontiniani e
successivamente presentò due riduzioni per canto e piano de Li puntigli delle
donne e del Teseo riconosciuto, ha par-
lato del Docente e del qualificato rapporto che il prof. Fragapane era capace
di instaurare con i propri allievi, anche
dopo il diploma di Laurea. Inoltre ha ricordato l’affetto e la stima con cui il prof.
Fragapane era circondato nel suo lavoro
a Majolati.
Richiamando l’amicizia e la stima condivisa intercorsa tra il prof. Paolo Fragapane e
il maestro Luigi Dallapiccola e la nota conoscenza di Spontini da parte dell’illustre
fiorentino, è stato organizzato un concerto con le musiche dei due lontani, non
solo anagraficamente, Musicisti.
Il giovane Soprano Giulia Peri, dotata di
una voce formidabile, accompagnata da
una formazione di grandissimo prestigio
composta dalla pianista Irene Novi, dai
clarinettisti Manuele Ciulli e Mirko Zingoni, dal violinista Edoardo Rosadini ha
presentato musiche di Luigi Dallapiccola
e di Gaspare Spontini. Inoltre sono stati
presentati alcuni brani della Missa Ave
Maris Stella, opera dello stesso Fragapane.
Alla fine della manifestazione, c’è stato
un momento di grande intensità emotiva; il prof. Àlvaro Company, che aveva
ricevuto dallo stesso Prof. Fragapane, in
custodia, la pergamena con la Cittadinanza onoraria, offerta dal Comune di
Majolati Spontini il 18 dicembre 1979
dal Consiglio comunale e consegnata al
prof. Paolo Fragapane e al dott. Giuseppe Gaetti il 28 settembre 1980, l’ha mostrata al pubblico.
Il prof. Fragapane aveva gradito moltissimo questa onorificenza tanto che sul
suo necrologio aveva voluto che fosse riportato, con fierezza, “Cittadino Onorario di Majolati Spontini”. Ebbene il prof.
Company ha affidato questo documento
al Conservatorio Statale di Musica Luigi
Cherubini di Firenze perché se ne serba
in perpetuo il ricordo.
Marco Palmolella
Nella prima foto da sinistra: il dott.
ing. Fortunato Della Guerra, il prof.
Gianni Ciabatti e il prof. Àlvaro
Company esaminano la pergamena
con la Cittadinanza onoraria, offerta
dal Comune di Majolati Spontini il 18
dicembre 1979 al prof. Paolo Fragapane
e ora affidata al Conservatorio Statale
di Musica Luigi Cherubini di Firenze.
Voce della
Vallesina
Scusate il bisticcio
arte
I volti della memoria: le immagini del vigile del fuoco
Peter Pun (con la u)
www.peterpun.it
MARCO PORCIO CATONE
Cambio di consonante… snob
Il famoso Catone il censore fece varare diverse
leggi che colpivano il lusso eccessivo delle matrone
romane. Queste, naturalmente, avevano il dente
avvelenato nei confronti del celebre personaggio, reo
- ai loro occhi - di intollerabile rusticitas (rozzezza).
Come dire: Catone il cafone.
IMBUCATI TOLLERATI
Scarto… doc & dop
Ricordate il matrimonio del secolo tra la maestrina
mestrina e il fantino faentino?
Dobbiamo aggiungere che, all’ultimo momento,
hanno cercato di intrufolarsi nella sala del banchetto
anche due rivenditori di mercanzie contraffatte,
provenienti dalle parti di Budapest. Insomma: due
magliari magiari. Non sono stati comunque cacciati
fuori – a differenza dei due farabutti travestiti da
marabutti – perché si sono impegnati solennemente
a non contrabbandare più merci taroccate come
prodotti originali.
THE VICE’S VOICE
Cambio di vocale per intermediari
Il capo non ci ha parlato direttamente. Ci siamo
dovuti accontentare di una dichiarazione del suo
sostituto:
la voce del vice
La materia diventa memoria, sentimento, realtà vissuta. Il colore rivela le emozioni, il tempo che lascia la
sua traccia nel mondo e nell’anima.
Un’arte essenziale, provata, che comunica suggestioni, che mostra le ferite dell’umanità e rivela la tenerezza
e i volti dell’amore umano nelle sue
espressioni più intense. Graffi nella
coscienza: come la scultura dedicata a Ferdinando Valletti, deportato
in un campo di concentramento durante l’ultima guerra. O quella che
rappresenta il dramma del terremoto
dell’Aquila. Carezze nel cuore: come il
volto intenso della maternità scolpita
su ceramica. Queste le opere di Angelo Melaranci, romano, che da circa 12
anni ha scoperto la terra marchigiana
e di frequente trascorre periodi di fuga
La Citazione
a cura di Riccardo Ceccarelli
Dopo i fatti del 14 dicembre
Non è sorprendente che dopo mesi e anni di odio
verbale spuntino spranghe. Non stupisce poi tanto, se
in realtà, secondo quanto ha scritto ieri [15 dicembre]
Marco Travaglio, Montecitorio è il “regno dei morti”,
e la questione martedì non era rovesciare un governo,
ma “un regime”. Già, la storia insegna che i regimi non
si rovesciano con le buone maniere. Occorre il sangue.
Ma, davvero questo governo democraticamente eletto
è un regime?
Marina Corradi, “Avvenire”, 16 dicembre 2010, p. 2.
La Pulce
Margherita Hack viene a Jesi di rado, praticamente ogni
morte di papa. L’ultima volta quando è morto Giovanni
Paolo II. Adesso doveva venire nell’ambito della rassegna
“Jesi e il 900”, ma la sua conferenza è stata rinviata “a data
da destinarsi”. Benedetto XVI tira un sospiro di sollievo.
dalla città a Castelplanio, di
cui è cittadino onorario. Nel
paese collinare, dall’11 dicembre, è possibile visitare la sua
personale di pittura e scultura
I volti della memoria, esposta presso il Bed&Brekfast
In Casa d’Arte. Il suo spirito d’artista si è incontrato
con l’impegno quotidiano
del suo lavoro di vigile del
fuoco, con la dura realtà di
cui spesso è testimone, fondendo il lavoro con l’arte, la
quotidianità con la straordinarietà della creazione. «Ho iniziato
il mio percorso espressivo da diversi anni. – racconta il
Maestro Melaranci –
Ho cominciato con la
pittura, passando poi
attraverso la scultura
lignea, fino a giungere
alla ceramica raku, con
cui riesco ad esprimere pienamente la mia
percezione della vita.»
Un posto particolare
nella sua produzione
è occupato dalla ricostruzione di opere
scultoree di stemmi.
«È una passione iniziata con lo studio di
quello della mia fami-
glia, – spiega - proseguito poi con
altri, su richiesta degli interessati.»
Uno dei volti della memoria. Incluso
idealmente nella collezione dei Volti
in cui la storia, le vicende umane, lo
spirito e la corporeità sono tradotti
in una bellezza sofferta e profonda.
Senza dimenticare nulla della vita.
Lasciando al visitatore la scoperta di
ciò che di essenziale c’è dentro ogni
aspetto dell’esperienza umana.
Tiziana Tobaldi
Sarà possibile visitare la mostra I volti della memoria fino al 31 gennaio
prossimo.
Nelle foto: Angelo Melaranci
e “Maternità”
Stagione Sinfonica 2011: gli appuntamenti della Filarmonica Marchigiana
Grande musica di ieri e di oggi
INDOVINELLO… RICICLATO
Sapete quali sono le parole maggiormente detestate
dagli estremisti islamici?
Semplice: le parole xxxxxxxx.
***
Soluzione del gioco precedente
stagionato - scagionato
3
Castelplanio: fino al 31 gennaio, personale di pittura e scultura di Angelo Melaranci
(ghiribizzi lessicali)
SERGIO SCARICA EMMA?
Allitterazione… nefasta
Stando ai giornali del 12/12, la Fiat-Crysler sarebbe
intenzionata a uscire dalla Confindustria. In altre
parole:
MARC[hionne] molla MARC[egaglia]
26 dicembre 2010
Anche se fitte nubi sovrastano il panorama culturale, il Teatro Pergolesi
non rinuncia alla sua Stagione Sinfonica della “Filarmonica Marchigiana”,
promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini. Il cartellone è pronto e
l’inizio della rassegna è imminente,
prevedendo otto appuntamenti distribuiti da gennaio a maggio.
Ad uno sguardo d’insieme appare evidente che si è guardato con particolare attenzione al mondo dei giovani,
quasi a suggerire un segno di speranza e di buon auspicio. Lo lascia intendere la scelta degli interpreti, fra i
quali accanto ai nomi nuovi di diversi
artisti stranieri appaiono quelli di alcuni validissimi marchigiani; come
pure la programmazione, dove un
grande repertorio classico e romantico è a volte accostato a colonne sonore di famosi film.
Presenta queste caratteristiche il
primo concerto che inaugurerà la
Stagione Sinfonica il 5 gennaio, con
il titolo “Mendelsshon, Carmen &
Cinema Fantaisie”. Il programma è
composito. Comprende il Concerto
n° 1 di Mendelsshon, la “Carmen Fantaisie” di P. Sarasate/G. Bizet e una
sequenza di temi tratti da colonne
sonore composte da M. Nyman, N.
Rota, P. Marzocchi, R. Molinelli. Direttore e sassofono solista, Federico Mondelci. Violino solista, Anna
Tufu.
Elenchiamo di seguito i successivi appuntamenti che saranno di volta in
volta più dettagliatamente illustrati:
30 gennaio – Mario Brunello: Haydn
vs Šostakovic. Violoncello Mario
Brunello. Direttore Andrea Battistoni
15 febbraio – Chaikovskij – Beethoven. Pianista Behzod Abduraimov.
Direttore Yordan Kamdzhalov
3 marzo – Il carnevale degli anima-
li – Pianoforte Ahizuka Salvemini,
Davide Martelli
25 marzo – Bach is back (‘Il ritorno
di Bach’). Pianista Andrea Bacchetti
8 aprile – Bruch – Schubert – Violino Ahim Horvath-Kisromay. Direttore Hubert Soudant
16 aprile – Concerto barocco – Soprano Gemma Bertagnolli. Direttore
Marco Mencoboni
5 maggio – Turn out the stars: a Bill
Evans Tribute. In collaborazione con
l’Associazione SpazioMusica- Marche Jazz Network. Direttore Massimo Morganti
Presso la Biglietteria del Teatro Pergolesi, già attiva dal 15 dicembre, è
possibile rinnovare gli abbonamenti o acquistare nuovi biglietti. Sono
previste le consuete riduzioni fino a
30 anni e oltre i 60, per nuovi abbonamenti, associazioni e tessere autorizzate. (Tel. 0731/286888)
a.f.c.
Al Liceo Classico, fino al 28 febbraio: la mostra “Sabbie, spiagge e deserti”
Sabbie e foto da ogni angolo della terra
Nella splendida cornice la terra e delle affascinanti
della Sala Museo delle ap- foto dei luoghi di proveparecchiature scientifiche nienza delle sabbie stesse
del Liceo Classico di Jesi, (materiale appartenente e
alle ore 11 di sabato 18 di- messo a disposizione per
cembre si è inaugurata la l’occasione dal sig. Dino
mostra “Sabbie, spiagge e Mariotti), di cui, in uno
deserti”. Primo importan- spazio attiguo, si possono
te appuntamento cultura- osservare al microscopio
le fra quelli programmati minuscole porzioni.
per le celebrazioni del 150° Notevole l’afflusso di pubanniversario della nasci- blico anche nel corso del
ta del Liceo Classico “V. pomeriggio e della serata,
Emanuele II” di Jesi (1861- favorito in parte dalla coin2011).
cidenza dell’apertura della
Curiosità, sorpresa e vivo mostra con la giornata di
interesse sono state le rea- “Scuola aperta”, appuntazioni più comuni espresse mento annuale rivolto a
dai numerosi visitatori, non tutti quei giovani, spesso
solo alunni ma anche co- accompagnati dai genitori,
muni cittadini, al cospetto che intendono conoscere
dei 220 campioni di sabbie ed eventualmente iscriverraccolte in ogni angolo del- si al Liceo Classico.
Foto Lancioni
La mostra potrà essere visitata fino al 28 febbraio 2011.
Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 9,30 – 12,30;
lunedì, martedì e giovedì ore 15 – 18.
4
Voce della
Vallesina
attuALITà
26 dicembre 2010
Niente di nuovo nelle violente
passeggiate romane
L’atteso...
di Remo Uncini
Ogni anno attendiamo il
Natale. È venuto al mondo.
Al mondo: dice la dimensione della venuta. Non soltanto i genitori, la famiglia,
il paese, l’etnia. È in gioco
il mondo. Intorno alla Sua
nascita si muove tutto l’universo. Anche in condizioni
precarie, anche se la sem-
plicità di Maria e Giuseppe
non lasciavano spazio ad
immaginare un grandezza
così smisurata. La nascita
di Gesù è universale, perché è racchiusa nel mondo
e per il mondo. Il Natale ce
lo ricorda! Come ci ricorda
pienamente l’accoglienza.
Singolare, pubblica, personale o sociale, ma sempre
accoglienza. Perché Natale
significa aprire le braccia ad
ogni bambino, che è dei suoi
genitori, ma anche del mondo, di tutti. Per questo non è
solo festa: diventa impegno,
responsabilità. Natale non
è un fatto privato, chiuso
nella coscienza religiosa. È
un fatto sociale, oserei dire
politico, anche se apparentemente sembra che il Natale non abbia niente a che
vedere con la politica, intesa
come interessamento allo
stato sociale. Sono invece le
condizioni dei nostri fratelli
e sorelle che vivono senza
pace a farci riflettere. Noi
abbiamo bene illuminato e
commercializzato il Natale,
divenuto un momento di
festa per noi stessi, non per
chi sta venendo. Ma l’Atteso,
nella scrittura, è colui che “è
venuto al mondo”. Allora, gli
angeli e i pastori andarono
a far festa nella mangiatoia,
seguendo una stella. Per festeggiare colui che è venuto
nel mondo. È il mondo di
eguali, di soddisfatti, di felici? Oppure no? La narrazione di Erode e della strage
degli innocenti aveva indicato che dietro la nascita c’è
la morte. Dietro al presepe il
Golgota. Fra il Natale e il ve-
nerdì santo vi è una distanza
di anni, ma già la Sua nascita era un annuncio della sua
morte, un suo inizio. Il Natale ci propone una visione
totale dell’esistenza, senza
separazioni, con occhio sereno, senza tristezze, perché
anche sofferenza e morte
fanno parte di quella verità
complessa e ricca che è la
vita. E l’Atteso, con consapevolezza, ha messo nelle mani
del Padre la vita donandosi
al mondo. Gesù non è nato
solo una volta. Ogni anno
nasce nel nostro intimo, per
ricordarci il dono della vita
spesa per gli altri, e ci invita
a rinascere. Ogni giorno per
noi è Natale. Ogni giorno
gli occhi e il cuore si devono aprire a nuovi orizzonti,
nuovi impegni, nuovi affetti e propositi. “Ecco, faccio
nuove tutte le cose”, è scritto
nell’Apocalisse. Anche noi
possiamo dirlo, accogliendo il Natale con l’Atteso che,
nascendo in una mangiatoia,
vuole essere solo accolto dal
mondo. Gli basta l’affetto di
un Padre e di una Madre… e
l’amore dei fratelli.
di Riccardo Ceccarelli
Venti milioni di danni. Oltre 120 feriti.
Vetrine di negozi e bancomat sfondati. Auto bruciate. Blindati delle forze
dell’ordine dati alle fiamme. Alcune
vie di Roma nei pressi del Parlamento messe a fuoco e fiamme durante
la manifestazione del 14 dicembre.
Tutti le abbiamo viste in Tv. Decine
di fermati. Poi processo per direttissima due giorni dopo. Il giudice li ha
tutti scarcerati, tranne un minorenne
(processo per direttissima a gennaio).
Come se avessero fatto una passeggiata per il centro di Roma e avessero
venduto, non autorizzati, caramelle ai
passanti e magari alle forze di polizia.
Bravi ragazzi, non avete fatto nulla di
male, anzi vi chiediamo scusa per la
violenza indebita usata contro di voi.
Le vetrine sono implose da sole e le
automobili hanno preso fuoco per
autocombustione al vostro passaggio,
i poliziotti ed alcuni di voi che sono
stati feriti lo hanno fatto per autolesionismo. Vi chiediamo scusa perché
siamo stati noi i violenti contro di voi
lanciando sampietrini, voi che eravate senza casco in pacifica e legittima
manifestazione, che cantavate canzoni d’amore, che avevate parole dolci,
tranquille e paciose per un mondo
diverso, invocando il vostro futuro.
Scusate vi abbiamo colpito mentre
stavate lavorando, studiando, prepa-
randovi ed impegnandovi per il vostro tissima vi assolverà. Le decisioni dei
domani. Il giudice vi ha tutti scarcera- giudici vanno rispettate, ma si posti, non avete fatto nulla di male, anzi. sono non condividere e questo non è
Chissà perché vi avranno fermati? In un insulto alla magistratura. Qualche
maniera indiretta vi ha autorizzato a responsabile ci sarà pure per tutto
fare altrettanto nelle vostre passeg- quello che è successo a Roma, e voi
giate, a Roma e nelle altre città. Le c’eravate. Non avrete certo tutti data
occasioni non mancheranno, perché la vostra collaborazione. Non giustiè così, dice qualcuno, che si costrui- ficate però le manifestazioni violente,
sce il futuro. Bravi. Il giudice non ve lo sta facendo già anche se in maniera
lo ha detto, ma ve lo ha fatto capire soft un ampio coro mediatico, non si
non condannandovi. Quello che ab- difendono così le ragioni delle vostre
biamo visto era tutta una fiction te- rivendicazioni. Manifestate a testa
levisiva. Cosa sono andati dicendo e alta, con tutta la voce che avete, facercando il sindaco di Roma ed i cit- tevi però riconoscere se credete giutadini che si lamentavano dei danni ste le vostre richieste, le spranghe e i
ricevuti? Stavano delirando. Se il giu- caschi d’ordinanza lasciateli a casa, li
dice vi ha assolto, chi ha combinato abbiamo visti trent’anni fa e non hantutto quel disastro che ci hanno fatto no portato bene. Dopo sono arrivate
vedere? La messinscena è del governo le pistole. Il vostro entusiasmo è preo di qualche troupe televisiva per gi- zioso ed encomiabile, ma non fatevi
rare la fiction. Voi certamente non ne strumentalizzare. Andate al sodo e
siete responsabili, perché altrimenti il in profondità, se volete veramente
giudice non vi avrebbe assolto dall’ac- qualcosa di nuovo non solo a parole.
cusa che vi era stata fatta. Ripetete Credo sia necessario percorrere, non
pure le passeggiate come quella fat- tanto le strade di Roma (fate pure i
ta al centro di Roma, poi se vi capi- vostri cortei ma non violenti), quanto
terà di trovare qualche auto lungo la la via della “pazienza del costruire”. E
strada che turba il vostro tranquillo “costruire la propria esistenza, costruincedere è possibile che da sola pren- ire la società non è opera che possa
da fuoco, così le vetrine, riflettendo essere realizzata da menti e cuori
il vostro corteo, potranno scoppiare distratti e superficiali”. Lo ha detto il
all’improvviso. Se qualcuno vi foto- giorno dopo la vostra manifestazione,
graferà e dirà che siete stati voi, non Benedetto XVI ai giovani universitari
abbiate paura, ci sarà un giudice, non di Roma. Mi pare un buon consiglio.
a Berlino ma a Roma, che per diret- Buon Natale.
PILLOLEdiRISORGIMENTO
di Massimo F. Frittelli
di “far conoscere l’Italia agli ad una vasta rete d’informaitaliani” e, in più di un secolo tori, aveva anche promosso
UN PO’ DI TURISMO… di divulgazione turistica, si è una serie di attività sociali
affermato come uno dei più condotte dall’OND, l’OpeÈ da un po’ che gli italiani importanti attori del Paese.
ra Nazionale Dopolavoro.
viaggiano. Non bisogna però Dagli anni ’20, dall’avvio della Quell’organizzazione della
andare troppo indietro negli fascistizzazione della Peniso- vita sociale e del tempo libero,
anni per ricordarsi di quando la, sulla scena della promo- condotta dal Duce e finalizzanon lo facevano. O meglio, di zione del turismo interno ap- ta ad irreggimentare le masse,
quando tanti si dimostravano paiono nuove organizzazioni, in quegli anni riscuoteva il
reticenti (culturalmente?) ad emanazioni del PNF, il Parti- favore degli italiani tanto da
affacciarsi su “altro”. Sicura- to Nazionale Fascista. Già nel far affermare a Togliatti (tra
mente c’era chi per bisogno 1923, la Confederazione dei l’aprile e il giugno del 1935) “I
doveva continuare a farlo, Sindacati Fascisti creava l’Uf- salari degli operai sono bassi
come pure chi lo faceva per ficio Centrale del Dopolavoro ma il fascismo ha messo in
conoscere e/o per svagarsi, con un programma indiriz- piedi una serie di servizi che
ma erano in pochi.
zato all’elevazione sociale del assicurano un certo consenso”.
L’Organizzazione Mondiale lavoratore e alla sua forma- Negli anni successivi alla
del Turismo definisce turi- zione fisica ed intellettuale.
Grande guerra in tutta Eusta chi viaggia e soggiorna in Se il fascismo - per la maggior ropa, e dopo una consolidaluoghi al di fuori del proprio parte dei politologi regime ta attività turistica da parte
ambiente usuale per più di 24 autoritario contraddistinto dei ceti alti della società, si
ore e meno di 1 anno.
da elementi totalitari - pre- incominciava a parlare di
Nel Bel Paese fino agli anni tendeva di controllare capil- “turismo sociale”. Si iniziava
Quaranta del secolo scorso, larmente la nazione attra- a considerare un sistema tufino agli anni della guerra, si verso la Polizia, i Carabinieri, ristico, prevalentemente inl’OVRA (la polizia segreta), terno, che potesse permetNella foto del Sir, viaggiava.
Il Touring Club Italiano era la MVSN (Milizia Volontaria tere alle classi meno agiate
la grotta della Natività
nato nel 1894 con l’obiettivo Sicurezza Nazionale), oltre di usufruire di quei servizi e
a Betlemme
di partecipare a quelle attività fino ad allora appannaggio di pochi.
In URSS - per definizione
paese totalitario contraddistinto da una politica di
stampo
internazionalista
Oggi, sabato 18 dicembre 2010, si chiu- sa maniera di camminare, di parlare, di dice: tutto bene? Tutto funziona come
con obiettivi di profonda
trasformazione della sociede una settimana fredda e nevosa, fred- vestire, di salutare. È come se fossimo av- prima? La neve e il gelo in parte modità - il turismo non era stato
da e gelata. Anche stamattina ci siamo volti da una nuvola (non di neve o gelo) ficano anche il modo con cui ci si fa gli
tra gli obiettivi primari delsvegliati – dico noi della Vallesina – con ma di una materia impalpabile fatta di auguri, al volo, fuori dai supermercati
la Proletarskaja Revoljucija
una leggera nevicata mattutina che si è leggera paura dell’imponderabile, di un o lungo i marciapiedi.È freddo e dund’Ottobre, ma per l’enfasi
trasformata in gelo. Per le strade anziani qualche cosa che ci crea una preoccupa- que bisogna farlo in fretta, stando atcon cui il regime si è impea fare la spesa, scolari imbacuccati e ca- zione ed una eccitazione anche piacevole tenti a dove si mettono i piedi, per non
gnato per elevare il livello
richi di zaini “culturali” che si avviavano per il manto nevoso che colora le cose in scivolare e farsi male. Ecco, in questa
culturale del popolo e per
verso la scuola, automobili ben equipag- modo diverso. E ogni città vive a modo settimana ho avvertito che gli auguri
educare le masse attraverso
giate per transitare sul gelo, automobili suo, ogni città si muove e respira a modo natalizi si erano un po’ rattrappiti. Per
l’esperienza pratica, i soviesenza nessun equipaggiamento. Il traf- suo le avverse condizioni del tempo. D’in- cui vorrei rimediare qui, per come postici hanno dedicato al settofico rallentato e preoccupato. La gente verno è freddo, dicono i nostri anziani, so: e ripeterli con più calore, a partire
re molta attenzione.
avveduta lungo i marciapiedi, attenta perché meravigliarci? Eppure ci si meravi- dai miei due più benevoli lettori (Lucio
Così che il PCUS, il Partito
a non cadere. Fuori dalle edicole le lo- glia e succede che tutto sembra fermarsi: e Roberto) perché li trasmettano ai loro
Comunista dell’Unione Socandine dei giornali quotidiani ci avver- le iniziative, gli appuntamenti, le scuole, familiari. E a tutti quelli che leggono
vietica e il “cervello del sistetivano che c’era il gelo e che in qualche gli incontri, le automobili. Si ferma an- queste righe, al caldo della loro casa,
ma”, il Sovnarkom (Consiglio
caso si trattava di un “inferno gelato”, di che il modo normale di parlare tra di noi. mentre fuori c’è l’inverno. Spero che sia
dei Commissari del Popolo),
ingorghi, di polemiche, di ore di coda Entrando nei negozi si battono i piedi a un inverno solo meteorologico e che
creavano una serie di istiinterminabile. Quando le condizioni terra per togliere la neve; si mettono in invece anche nelle “terre elementari” i
tuzioni per incrementare la
metereologiche sono avverse, ecco che tasca i guanti; ci si toglie il berretto di semi siano già preparati per germinare
formazione, la conoscenza e
tutti ci mettiamo a parlarne del freddo o lana: e tutto questo trasforma il dentro ancora e ancora in ogni stagione. Perlo svago.
del caldo: ecco che tutti ripassiamo sulle
del negozio in una realtà quasi nuova, ché i frutti siano sufficienti per tutti.
Silvano Sbarbati
Fin dal 1919, all’interno del
nostre strade quotidiane con una diver- quasi scoperta per la prima volta. E ci si
NARKOMPROS
(Com-
Terre
Elementari La neve, i semi, i frutti
missariato del Popolo per
l’Istruzione Sovietica) e del
Glavprolitprosvet (Comitato generale per l’educazione politica in seno al NARKOMPROS), si compivano
viaggi di istruzione in tutto
il paese. Gli anni ’30 vedevano il turismo di massa, inteso come aspetto integrante
della costruzione del socialismo, svilupparsi per l’azione
della Società per il Turismo
e le Escursioni Proletarie.
Oltre ai gruppi privilegiati
di udarniki, “intellettuali e
apparatciki d’assalto” che
andavano sostituendo gli
emuli dell’ ”eroe del lavoro”
Stachanov, i viaggiatori più
attivi nel “paese della pianificazione sociale ed economica” sono stati i giovani,
per lo più studenti e “pionieri” organizzati nel Komsomol (Unione comunista
della gioventù), protagonisti
di escursioni progettate per
far conoscere la nazione, la
storia dei sovet, la vita di Lenin.
La nota agenzia di stato Intourist, forma abbreviata di
Turist Inostrannyi (Turismo
Estero), nasceva per volontà
di Stalin nel 1929. Ma è stato dopo il Secondo conflitto
mondiale che si è sviluppata
a tal punto da collocarsi tra
le più grandi organizzazioni
turistiche del mondo. Privatizzata nel 1992, con la
sua rete di alberghi, autoparchi, ristoranti ma anche
di banche e money-changer,
l’Intourist per sessant’anni
è stata l’indiscusso vettore e
controllore di tutti gli stranieri in ingresso nel “blocco
socialista”.
Voce della
Vallesina
jesi
26 dicembre 2010
Il Fondo Ambiente di Jesi diventa gruppo riconosciuto
Da Remo Uncini, presidente della Banda di Jesi, riceviamo
Il gruppo jesino del Fai
Cesaroni, alla Chiesa
– Fondo Ambiente ItaCollegiata della Sanliano – è stato ufficialtissima
Annunziata
mente riconosciuto dal
che, per l’occasione
Fai nazionale. Dopo
aveva esposto pregeun intenso lavoro da
voli opere d’arte, al
parte di Luca Tombari,
Museo della Mail Art
sono state ultimate le
ovvero arte per corriprocedure che hanno
spondenza e al rinnoportato alla creazione
vato Palazzo Comunadel Fai – gruppo di
le. Inoltre, gli iscritti
Jesi. Gli aderenti di Jesi e della Val- al Fai hanno potuto conoscere, inlesina sono 83 che ora possono pro- sieme all’Archeoclub cittadino, le
porre iniziative e progetti rivolti alla zone più antiche della città mentre
valorizzazione dei beni della città e a giugno hanno ammirato la nuova
dei paesi vicini. La Delegazione Fai sezione della Pinacoteca Civica dove
di Ancona, presieduta dall’avvocato è allestita l’esposizione permanente
Anna Cagnoni Pelamatti, ha accolto di arte contemporanea. Grazie poi
favorevolmente la richiesta di Jesi alla collaborazione della Fondazione
di diventare un gruppo all’interno Pergolesi Spontini, è stato possibile
della Delegazione stessa: in questo assistere, al Teatro Moriconi, alla
modo il Fai desidera offrire sempre commedia musicale settecentesca
più il suo contributo alla tutela e alla “Il Flaminio”, prodotta nell’ambito
promozione delle tante ricchezze delle celebrazioni per il terzo centenaturalistiche e artistiche delle no- nario della nascita di Pergolesi.
stre zone.
I soci hanno poi dato la loro disponibilità per l’apertura al pubblico,
Continua intanto l’attività del Fai in orari definiti, della Chiesa di San
jesino che quest’anno è stata mol- Marco: un luogo ricco di arte e di
to intensa. Il gruppo di Jesi si è in- storia e molto significativo per la
contrato venerdì 17 dicembre per città, purtroppo non facilmente viuna interessante visita guidata alla sitabile e che sarà inserito tra i beni
Quadreria della Fondazione Cassa aperti per la prossima Giornata di
di Risparmio di Jesi: un nuovo spa- Primavera.
zio culturale fortemente voluto dal- «Sono tante le attività che in
la Fondazione ed allestito al piano quest’anno abbiamo realizzato graterra e al piano primo del Palazzo zie a coloro che credono nelle finaBisaccioni e che ospita opere di arte lità della nostra associazione che ha
contemporanea, antica e moderna dimostrato di avere a cuore il patrioltre a documenti storici della Ban- monio italiano – dice il responsabile
ca.
del Fai di Jesi Luca Tombari – rinQuest’anno ha ottenuto un grande grazio per questo tutti coloro che
apprezzamento dai tanti partecipan- hanno collaborato con noi e mi auti l’organizzazione della Giornata Fai guro che nel nuovo anno riusciremo
di Primavera, a Montecarotto, con a farci conoscere ancora di più grale visite guidate a Palazzo Santelli- zie alle iniziative che proporremo».
Anche quest’anno la banda della città di Jesi celebra il
primo giorno dell’anno con la sua musica. Quest’anno il programma del concerto prevede musiche per
celebrare i 150 anni dalla nascita dello Stato italiano. La musica, oltre a ricordare il Risorgimento, crea
emozioni, è l’anima dello Stato che nel ricordo dei
molti che si sono sacrificati, celebra liberamente e
democraticamente la sua nascita. “La Banda è musica, la musica è storia 1861-2011. La banda jesina,
nata dopo il 1870, ha vissuto quei momenti dove la
musica diventava lo spazio in cui si esprimeva con
i suoni, le gioie, i dolori e le preoccupazioni di una
nazione giovane che cominciava a percorre la storia
fino ai giorni d’oggi. La Banda è la musica dei cittadini. Verdi, Puccini, Rossini hanno trasmesso con
le loro opere, con le loro sinfonie, i loro personaggi,
le loro armonie, quello che vivevano in quegli anni
che loro hanno visto, sentito, sofferto. In diverse occasioni la banda le ha suonate nelle piazze fino ad
entrare con le sinfonie nelle case, quando in epoche
recenti l’unico modo di trasmettere la musica era la
banda. La Banda di Jesi continua ad essere presente
con i suoi musicisti e i suoi allievi. Non vuole interrompere questo dialogo con i cittadini, che in diverse
occasioni dell’anno la vede protagonista, anche nel
dare l’augurio di buon anno alla città accogliendo il
pubblico jesino nel teatro Pergolesi, perché è la “casa”
della città dove sono stati vissuti i momenti più importanti della propria storia civile e culturale.
Disponibili per San Marco
5
La banda è musica, la musica è storia
“I Dialettali“ al teatro Pergolesi
La compagnia teatrale “I Dialettali” apre l’ottava
rassegna dialettale “Lo sberleffo” al teatro Pergolesi,
sabato 8 gennaio alle ore 21,15 e domenica 9 gennaio alle ore 17,15. Loreti presenta il suo ultimo lavoro “… quanno briscola è denari”, due atti di puro
e sano divertimento. Come nelle sue commedie
precedenti, Carlo cerca sempre di specchiarsi nella vita quotidiana con curiose metafore e brillanti
colpi di scena. La compagnia, iniziando dalla regista Barbara Pierpaoli, dalla rammentatrice Monia
Togni, dalla parrucchiera e collaboratrice di scena
Luciana Ragni, dagli sceneggiatori Rolando Fabbro, Dante Pierandrei, Ercole Ciandrini, Giancarlo
Ferrucci e da tutti i suoi bravi attori: Carlo Loreti,
Patrizia Brugiatelli, Loriano Ragni, Cristina Binanti, Gigliola Fioretti, Luca Ferrucci, Anna Pollonara,
Tamara Cingolani, Ivonetta Romiti e Chiara Ciandrini, darà piena dimostrazione del suo smisurato
impegno. Sapendo che la nostra città è stata sempre attaccata a certe tradizioni, certamente anche
questa volta non si smentirà dimostrando affetto e
simpatia per questo nostro sempre caro vernacolo.
6
A servizio della vita
e della gioia
Il vangelo della vita e questioni di bioetica. È stato
l’argomento dell’ultimo incontro del 2010 per le coppie
che diventeranno animatrici
del cammino per i fidanzati.
Relatore il dott. Paolo Marchionni, presidente dell’associazione “Scienza e Vita” di
Pesaro. Ha parlato di tutela
e promozione della vita, dei
princìpi che garantiscono il
pieno rispetto dei diritti di
ogni essere umano, ed ha
trattato l’argomento mettendo in evidenza la questione
della Vita alla luce dei documenti del magistero della
Chiesa. Temi di grande valore, tali da essere paragonati
al grave problema dei lavoratori che aveva spinto papa
Leone XIII, alla fine dell’800,
a pubblicare la prima enciclica sociale della chiesa: la “Rerum Novarum”. Diversi sono
i documenti che affrontano
la complessa questione, tra
cui, fondamentale, l’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II. Questa enciclica, parte
integrante del magistero papale, si esprime su tre temi
che enunciano il pensiero
della Chiesa su specifiche
questioni di morale: l’omicidio, l’aborto, l’eutanasia. La
Evangelium Vitae (“il vangelo
della vita”) esprime la posizione della Chiesa cattolica
sul valore e l’inviolabilità della vita umana. Venne promulgata il 25 marzo 1995.
Per i temi trattati e per la sua
completezza
magisteriale
questo documento si collega direttamente all’enciclica Humanae Vitae, scritta
da papa Paolo VI nel 1968.
Voce della
Vallesina
psicologia e società
26 dicembre 2010
buon natale
di
Frutto della collaborazione «A fine estate, a mietiture
dell’Episcopato di ogni Pa- e vendemmie fatte, fummo
ese del mondo, l’enciclica sposi.
è una “riaffermazione pre- A Nazaret si celebrano in
cisa e ferma del valore del- questo tempo molti matrimola vita umana e della sua ni e si moltiplicano gli inviti.
inviolabilità, ed insieme Ma non si può ballare a due
un appassionato appello feste di nozze contemporarivolto a tutti e a ciascuno, neamente, così gli invitati
in nome di Dio: rispetta, non vennero alla nostra. Solo
difendi, ama e servi la vita, parenti stretti e nessuno di
ogni vita umana! Solo più, alle nozze della vergine
su questa strada troverai incinta.
giustizia, sviluppo, libertà Iosef era serio ma il suo corpo
vera, pace e felicità!”. Sem- sorrideva per lui.
pre lo stesso papa nei suoi Mi strinse la mano sotto la
ultimi anni ha tenuto a tenda stesa del baldacchino
cuore il discorso sulla vita sbattuto dal vento. La sua
e proprio nell’ultimo di- mano aspettata che mi aveva
scorso ufficiale fatto il 10 protetto, non mi aveva acgennaio del 1995 al corpo cusato, non aveva sollevato
diplomatico diceva: «La la prima pietra che spetta al
prima sfida è quella della marito dell’adultera, la sua
vita. La sfida della vita pre- mano ispessita di lavoro e di
cede quella del pane, della schegge: tremava intorno alla
pace, e della libertà religio- mia che riposava finalmente
sa». In segno di continuità chiusa dentro la sua.
l’11 gennaio del 2010 Be- […]
nedetto XVI ha affermato “Miriàm, sai cos’è la grazia?”
che «la violazione della di- “Non di preciso”, risposi.
gnità dell’uomo è una vio- “Non è un’andatura attraente,
lazione alla vita». Il dott. non è il portamento elevato
Marchionni ha affrontato di certe nostre donne bene in
anche i temi della bioetica mostra.
generale, dove si parla della È la forza sovrumana di afpersona umana, e della bio- frontare il mondo da soli
etica speciale, dove vengono senza sforzo, sfidarlo a duello
trattati alcuni aspetti pe- tutto intero senza neanche
culiari della vita. La sintesi spettinarsi.
dell’intervento e il mes- Non è femminile, è dote di
saggio rivolto ai corsisti ha profeti.
avuto dunque come punto È un dono e tu l’hai avuto.
centrale il valore della vita: Chi lo possiede è affrancato
un grande mistero a cui da ogni timore.
avvicinarsi con la consape- L’ho visto su di te la sera
volezza della sua sacralità. dell’incontro e da allora l’hai
Per essere non Arbitri, ma addosso.
Ministri della vita.
Tu sei piena di grazia. IntorA cura di Marco Mazzanti no a te c’è una barriera di
grazia, una fortezza. Tu la
spargi, Miriàm: pure su di
barbara - il presepe vivente
A Barbara nei giardini pubblici sotto le mura medioevali,
tutto sembra fermarsi, ritornare al passato; anche il tempo e lo spazio pare che si annullino per dar luogo ad una
seconda Betlemme. È un Presepe originale, unico tra le
innumerevoli rappresentazioni della Natività perché esso
ricrea la storia biblica dalle origini alla nascita di Gesù.
Non è quindi solo una semplice rassegna di antiche arti e
mestieri scomparsi, che stupiscono il visitatore relegando
la Natività ed il suo messaggio in un secondo piano, ma si
ricrea l’atmosfera di quella lontana notte in cui “…il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Oltre
cento personaggi, in costume d’epoca, si muovono lungo il
pendio della collina recitando seguendo la voce di un commento fuori campo.
Federico Cardinali
me”.
Erano parole da meritarsi
abbracci.
Restammo sdraiati senza
una carezza.
Ci pensai un poco e risposi
per gioco: “Tu sei innamorato
cotto, Iosef”».
Sono parole e pensieri che
Erri De Luca ascolta da Maria e Giuseppe (Miriàm e
Iosef, nella lingua ebraica).
Sono parole che ci raccontano momenti della vita di
due giovani che hanno deciso di unire la loro vita. Due
giovani di duemila anni fa.
Con una storia difficile. Una
gravidanza inaspettata e inspiegabile li mette l’uno di
fronte all’altra, disorientati,
alla ricerca di una strada da
percorrere. Maria e Giuseppe, così ci raccontano i Vangeli, iniziano in salita la loro
storia di famiglia.
Ho preso in prestito queste
parole, perché i poeti e gli
scrittori hanno un dono particolare dello spirito per cogliere i sentimenti profondi
e segreti del cuore. E sanno
trovare parole che gli scienziati, gli studiosi dell’animo umano, fanno fatica ad
ascoltare.
Ho voluto prendere queste parole per chiedere loro
un aiuto. Un aiuto grande.
Quello di farci ritrovare la
speranza.
In quest’ultimo tempo troppe volte nei nostri incontri
settimanali abbiamo ascoltato storie tristi, storie di dolore. Storie che portavano tutto il peso della sofferenza di
giovani coppie in crisi. Storie
di bambini dimenticati da
genitori troppo presi da loro
stessi e dalle loro difficoltà.
Siamo arrivati a Natale. La
fede – ricordate? Ne abbiamo parlato proprio la settimana scorsa – la fede, dicevo,
ci mette davanti ad un evento troppo grande per essere
colto dal nostro pensiero. La
mente si perde quando cerca
di comprendere.
Gesù di Nazareth è l’uomo
di duemila anni fa che ha
stravolto la storia. Giovane
trentenne, ucciso perché
insegnava che l’uomo viene
prima della legge, che l’uomo è più importante di qualsiasi regola e struttura. Insegnava che ogni uomo è figlio
di Dio. Le leggi, le tradizioni,
le regole, le istituzioni sono
soltanto degli strumenti,
servono a indicare la strada:
la strada dell’Amore.
‘Figlio dell’uomo’ si faceva chiamare. Perché la sua
umanità l’ha vissuta fino in
fondo. Fino in fondo è stato capace di prendersi cura
dell’uomo. Delle sue povertà, dei suoi limiti. Diceva che non hanno bisogno
del medico quelli che sono
sani, ma chi è malato. E lui
era questo ‘medico’ che sapeva mettere la medicina
della sua parola sulle ferite
dell’anima, ferita nella fatica
di vivere.
Gesù, figlio dell’uomo, lo
guardiamo con ammirazione. Per la sua forza. Per la
coerenza con cui ha saputo
vivere, al punto da preferire
la morte al tradimento dei
suoi valori.
Un grande Maestro!
Ma Gesù di Nazareth ci ha
detto che lui è anche il Figlio di Dio. E qui il nostro
pensiero si ferma. Perché
un Dio-Uomo è impensabile per la nostra mente.
Ma credo che proprio questa è la grandezza di un
Padre che sa sorprendere
i suoi figli. Chi sa, forse ci
teneva così tanto che lo potessimo conoscere e che potessimo sentirlo più vicino,
che a un certo punto deve
essersi ‘reso conto’ che solo
suo Figlio poteva parlarcene in modo appropriato. E
ce l’ha mandato!
Per questo la Bibbia lo chiama Dio-con-noi (in ebraico:
immanu (= con noi) + èl (=
Dio); da qui il nome italiano
Emanuele).
Perché ci terrà così tanto
a noi? Sembra proprio che
non possa fare a meno di
prendersi cura di noi. Di
amarci. Da vero Padre-eMadre con i suoi figli. Tutti
i suoi figli.
Come
possiamo
dirci
BUON NATALE?
Dentro
quest’abbraccio
amorevole del Padre, proviamo a dircelo sentendoci in buona compagnia. In
compagnia di Maria e Giuseppe, anche loro affaticati
dalle prove della vita. In
compagnia di Gesù che, se
pure Figlio-di-Dio, la sua
bella croce se l’è dovuta
portare, anche lui, fino in
fondo.
Abbiamo dei ‘buoni’ compagni di strada.
Allora Buon Natale! può significare anche Buon viaggio!
Il viaggio della vita.
Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected])
o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI
L’Associazione “Noi Operatori di Pace” ha incontrato mons. giuseppe Quagliani
«Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano»
Domenica 7 novembre si è svolto
l’incontro inaugurale per l’anno 2010
– 2011 della Scuola di vita organizzata dall’Associazione culturale “Noi
Operatori di Pace”. Obiettivo: fornire
un’adeguata conoscenza della teologia e dottrina cattolica. La lezione
magistrale è stata tenuta dal Vicario
Generale della Diocesi di Jesi mons.
Giuseppe Quagliani, a cui è seguita
una riflessione comune. «La figura di
Gesù e la novità del suo messaggioha spiegato don Giuseppe- ci portano
a riflettere in particolare sul mistero
della Santissima Trinità. Poiché l’argomento è estremamente profondo
mi sono affidato al Catechismo della
Chiesa Cattolica e al Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Ogni
persona è da Dio creata, amata e salvata in Gesù Cristo. Ma chi è questo
Gesù Cristo, dove è la novità del suo
messaggio? “Amate i vostri nemici e
fate del bene a quelli che vi odiano”.
Presa così, questa massima spinge
all’eroismo, ad una tensione superiore
alla capacità umana tanto che Nietzsche, riferendosi a Gesù, ha detto: “ha
volato più alto di qualsiasi altro e si
è ingannato nel modo più sublime. È
un illuso, un sognatore, un utopista”.»
Ma Gesù si inserisce perfettamente nella realtà umana: ne conosce le
debolezze. Invita a non giudicare. A
togliere la trave nel proprio occhio
piuttosto che la pagliuzza del vicino.
Ad avere pazienza, tanto da affermare
che è inevitabile che la zizzania cresca insieme all’erba buona. A scagliare la prima pietra, solo se si è senza
peccato, di fronte all’adultera presa
in flagranza. A perdonare non sette
ma settanta volte sette. «Gesù vive e
sente un vero amore.- ha continuato
don Giuseppe - Manifesta un amore
cosciente perché conosce la realtà».
Ma l’atto fondamentale della carità
di Gesù è la compassione per le sofferenze degli uomini. Patire insieme.
Ecco la differenza fra il suo amore e
la filantropia dei saggi e dei filosofi.
Entra nella casa di Zaccheo, pubblico
peccatore. Afferma di essere venuto per servire, non per essere servito. Offre la sua amicizia a Nicodemo,
membro del Sinedrio, a Giovanni di
Arimatea, suo discepolo, uomo molto ricco. Contemporaneamente però
disincanta, sconvolge ed afferma che
non si può servire Dio e mammona.
Gesù vive profondamente tra gli uomini, frequenta la sinagoga, va ai matrimoni, partecipa ai banchetti, tanto
che gli dicono che è un beone e mangione. Chi è dunque Gesù? «Un uomo
normale con qualcosa di speciale: una
relazione costante con il Padre. – afferma don Giuseppe - Lo rileva quando dichiara di occuparsi delle cose
del Padre suo (Lc 2,49). Quando dice
di essere una cosa sola con il Padre.
Con la Pentecoste si conferma quanto
Gesù aveva annunciato, la venuta dello Spirito del Padre suo (Mt. 10,20), lo
Spirito Santo (Lc 12,12), lo Spirito di
verità (Gv 15,26), il Consolatore (Gv.
14,16). Gesù opera in relazione al Padre ed allo Spirito Santo, ma tutto resta ancora da capire.» La rivelazione
di Gesù del Dio trino offre parametri nuovi sul mistero di Dio pensato come unica entità. Come si narra
in questo dialogo tra un musulmano
ed un cristiano. Dice il musulmano:
«Dio, per noi, è uno; come potrebbe
avere un figlio?» Risponde il cristiano:
«Dio, per noi, è amore; come potrebbe essere solo?». L’intervento è terminato con una bella citazione di don
Tonino Bello per spiegare la relazione
che lega le tre Persone Trinitarie. “Il
Signore ci ha insegnato che il nucleo
di ogni Persona divina consiste in
una relazione. A guardar bene, anche ognuno di noi, in quanto persona,
deve essere essenzialmente relazione.
Un io che si rapporta con un tu. Un
incontro con l’altro. Al punto che, se
dovesse venir meno questa apertura
verso l’altro, non ci sarebbe neppure
la persona… Sai come spiego ai miei
zingari il mistero di un solo Dio in tre
persone? Non parlo di uno più uno
più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa
sempre uno. In Dio ogni persona vive
per l’altra. Tanto che il Figlio, quando
è sceso sulla terra, si è manifestato
come l’uomo per gli altri.
Sergio Togni
Voce della
Vallesina
vita ecclesiale
LA CHIESA LOCALE
IL DIARIO
DEL VESCOVO
GERARDO
Mercoledì 22 dicembre
Ore 10: Moie, visita alla scuola materna
Ore 11: Scisciano, S. Messa alla clinica
Giovedì 23 dicembre
Ore 17: Incontro con AVULSS, S. Messa
Venerdì 24 dicembre
Ore 10: Commissariato di Polizia: S. Messa
Ore 16: Il Vescovo è a disposizione in Duomo per
le Confessioni
Ore 24: Prima S. Messa di Natale in Cattedrale
Sabato 25 dicembre
Ore 8.30: S. Messa alla Chiesa dell’Ospedale e
visita a qualche reparto
Ore 10.30: Santa messa al Santuario delle Grazie
Ore 18: Vespri e S. Messa in Cattedrale
Domenica 26 dicembre
Ore 11.30: Maiolati Spontini: Festa del patrono
Ore 16: S. Messa e amministrazione del Battesimo
Martedì 28 dicembre
ore 15.00-18.00: il Vescovo riceve nella cappella
di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano
confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza
appuntamento.
Venerdì 31 dicembre
ore 11.15: Monteroberto, S. Messa nella festa del
Patrono
ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e Te Deum
ore 22.30: Cattedrale San Ciriaco, S. Messa a
conclusione della marcia della pace
Sabato 1 gennaio
ore 11.15: Parrocchia San Giuseppe, S. Messa e
messaggio del Papa nella giornata della Pace
ore 16: S. Messa in pediatria e incontro con i
bambini
ore 18: Vespri e S. Messa in Cattedrale
Domenica 2 gennaio
Ore 15: Montelupone: Incontro con Gruppo
famiglie
Ore 21: Incontro a carattere vocazionale
Monte Roberto
Il presepio di sempre
Non è sempre uguale il presepio di Monte Roberto.
Ogni anno è nuovo, pur rimanendo fedele a se stesso,
vale a dire alla suo essere
tradizionale. Come si faceva un tempo e si fa oggi
per evocare la magia di un
paesaggio e della ricostruzione più o meno ideale
della nascita del Salvatore.
Ci lavorano per circa due
mesi e con una passione
che ogni anno cesce e realizza sempre qualcosa di
nuovo. Questo è il presepio
di Monte Roberto, realizzato nella sala della Confraternita, accanto alla
chiesa parrocchiale di San
Silvestro, a disposizione
dei visitatori nei giorni festivi delle 15,30 alle 19,30
ed in quelli feriali dalle 17
alle 19. La festa del patrono, San Silvestro sarà celebrata solennemente il 31
dicembre, in preparazione
di essa il 29, alle ore 21, si
terrà un concerto da parte del Coro Tomassini di
Serra de’ Conti.
Settimanale di ispirazione cattolica
fondato nel 1953
Parola
di Dio
26 dicembre 2010
7
25 dicembre 2010 - natale del signore, messa dell’aurora
Gesù bussa e chiede ospitalità in punta di piedi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,15-20)
Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il
cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque
fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il
Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato in una mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono
ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli
che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose,
meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono,
glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.
Lc 2,15-20
Commento
Il brano vuol far capire come i semplici, i pastori, hanno realmente afferrato il messaggio e partono senza indugio. Maria
dopo l’annuncio dell’angelo va da Elisabetta (bisognosa), i pastori dopo l’annuncio vanno dal Bambino (bisognoso), perché
hanno bisogno loro di conoscere, cioè di fare esperienza di questo evento.
Tutti i verbi sono al passato remoto: se ne ritornarono - quello
che videro e udirono. Questo tempo indicativo, in greco, significa che è un avvenimento passato, ma che continua nel presente.
Interessante anche questo: l’annuncio di Cristo non è un fatto
passato, ma attuale, urgente anche oggi, qui, in questo nostro
tempo.
Andiamo dunque fino a Betlemme
vediamo questo avvenimento
Avvenimento (in greco: rèma) significa parola realizzata, cioè
la promessa fatta ai profeti e confermata a Maria non resta incompiuta e, nell’annuncio natalizio, è parola-evento alla quale ci
si piega con fede obbediente e della cui realizzazione si è testimoni. Quindi i pastori obbediscono alla parola e trovano Maria,
Giuseppe e il Bambino, cioè trovano la Parola concretizzata in
Persona o, se vogliamo, nella carne di Gesù. Si nota sempre la
funzione essenziale, in Luca, della parola quale evento di salvezza ogni volta che è annunciata da un missionario (qui i pastori assurgono a veri missionari, sono veri annunciatori della
salvezza, del Salvatore: hanno scoperto in quel Bambino l’atteso
di tutto il popolo d’Israele).
I pastori sono privilegiati non perché poveri, ma perché ritenuti
inaffidabili, quelli che non vanno troppo per il sottile nella distinzione del proprio e dell’altrui. Sono quindi inadatti alla testimonianza davanti al tribunale, equiparati ai pubblicani; però
sono credibili davanti a Dio, che sceglie i disprezzati e li giudica
idonei ad accogliere una rivelazione straordinaria.
Ecco una prima indicazione per noi: Dio non richiede credenziali e certificati di buona condotta, quando affida le sue verità. Quanto contano per noi coloro che non sono nessuno, non
sanno parlare, perché nessuno ha tentato di capirli?
Trovarono Maria e Giuseppe e il bambino,
adagiato in una mangiatoia
I pastori trovano una scena di una semplicità sconcertante: una
famiglia al completo attorno ad un Bambino che non ha un letto, come lo abbiamo noi, ma una mangiatoia dove la paglia e il
fieno per gli animali fanno da materasso al neonato: siamo, con
molta chiarezza, dentro ad una delle tante tipiche case-grotta. All’interno di queste case erano custoditi gli
animali, perché erano il segno evidente della possibilità
di sopravvivere alla povertà del tempo. Ancora in certe
zone del sud-America si dice: se muore un bambino se
ne fa un altro, ma se muore una capretta o una pecora
si rischia di far morire di fame tutta la famiglia.
(calendario degli incontri: gennaio – febbraio 2011)
La mangiatoia è simbolo delle povertà di ogni tempo.
Non si cerca Gesù Cristo nei palazzi del potere, dove
si decidono le sorti dell’umanità. Cristo, invece, è nelVenerdì 14 gennaio:
la
tenda dei senza-tetto (terremotati), dei senza-patria
LA CHIESA NASCE DALLO SPIRITO SANTO
(terzo-mondiali), degli intrusi, degli estranei, degli abu(don Franco Rossetti)
sivi, dei cassa-integrati che non hanno più lavoro per lo
sfruttamento subìto dai più ricchi e potenti...
Venerdì 21 gennaio: La
mangiatoia è simbolo anche del nostro rifiuto, inIL MISTERO DELL’EUCARISTIA, DA CUI NASCE LA CHIESA
terpella la nostra libertà: Gesù bussa e chiede ospitalità
(Prof.ssa Maria Paola Thellung)
in punta di piedi e quindi possiamo chiudergli la porta
in faccia. Se gli apriamo però con cordialità la nostra
Venerdì 28 gennaio:
casa e non rifiutiamo la sua inquietante presenza, ha
IL MINISTERO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE
da offrirci qualcosa di straordinario: il senso della vita,
NEI DOCUMENTI DEL MAGISTERO
il
gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la
(don Cristiano Marasca)
gioia del servizio, lo stupore della vera libertà, la voglia
dell’impegno.
Venerdì 4 febbraio:
Lui solo può restituire al nostro cuore, indurito dalle
IL SERVIZIO AI MALATI NEL CONTESTO
amarezze e dalle delusioni, rigogli di speranza.
DELLA PASTORALE DIOCESANA
So affidarmi, in questo Natale, alla santa Famiglia di
(Mons. Gerardo Rocconi, Vescovo)
Nazaret e aiutare tante persone più disagiate della mia
stessa famiglia?
Venerdì 11 febbraio:
P. Silvio Capriotti ofm
IL MINISTERO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE
Corso per i ministri straordinari
della Comunione
E “IL GIORNO DEL SIGNORE”
(don Mario Massaccio)
Venerdì 18 febbraio:
COME ACCOSTARSI AL MALATO
(fratel Alfredo)
A Santa Lucia
Venerdì 25 febbraio:
Testimonianze
Presentazione della GUIDA LITURGICO-PASTORALE
e questioni pratiche
(don Franco Rossetti)
ore 19,15 – 20,15/30
parrocchia San Massimiliano Kolbe
 Jesi 
Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An
Telefono 0731.208145
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Da sabato 25 dicembre a giovedì 6 gennaio si può visitare il presepio popolare
nella chiesa di Santa Lucia, a Jesi, in via
Santa Lucia, dalle ore 15.30 alle ore 19.30.
8
26 dicembre 2010
Voce della
Vallesina
pastorale
Le riflessioni e gli auguri del direttore della Caritas diocesana
Buon Natale e felice anno nuovo
la messa di settimo
9
Quando Arnaldo lo seppe
s’arrabbiò, ma s’arrabbiò sul
Il sabato 5 luglio del 2003 serio. Lea invece questa volera morta Emma, la madre ta non s’arrabbiò. Anzi: “Viè’
di Arnaldo e lunedì il buon su la chiesa, domenniga.”
don Leo venne a San Mar- Disse a suo nipote. “Ma sci ‘l
tino e celebrò il funerale. prede non c’è, que ce viengo a
Mentre la gente rincasava a fa’?” Le rispose Arnaldo. “Te,
piedi…: “Saria da faje di’ la su la chiesa ce vieni perché
messa dell’ottavo.” Disse Lea: c’è ‘l prede?”
Lea era la sorella carnale Discussero a lungo e se le
di Emma, la zia di Arnaldo. dissero grosse, ma nessuArnaldo si trovò d’accordis- no dei due si offese. Erano
simo: non sapeva di preciso fatti così: senza arrabbiarsi
in che consisteva la messa non sapevano discutere. La
dell’ottavo, ma intuiva che domenica successiva, però,
era qualcosa a favore di sua Arnaldo andò in chiesa. Non
madre e tanto gli era suffi- solo: obbligò a venirci pure
ciente. “Sci, - Disse Teresa - il figlio có’ la ragazza e pure
ma chi te la viene a di’? Don sua figlia sposada có’ uno di
Leo, poretto a lu’, te ce po’ Castel San Nicolò.
venì’? Con tutto quello che Teresa, commossa che quasi
c’ha da fa’!”
non gliela faceva a parlare,
“Allora?” Domandò Arnaldo prima di cominciare lo rosache già gli stavano andando rio disse che era per Emma,
su i calori. “Nó’ l’ so.” Fu la ri- perché…: “…Perché lia, posposta di Teresa.
retta, era una che ce venia
“Ho capido, ma allora?” In- sempre a di’ lo rosario có’
calzò Arnaldo e dovette ti- nuantri e se mettea sempre
rare il freno a mano per non lì.” Ed indicò la panca.
andare fuori strada.
A Arnaldo je prese male: già
“Allora non so.”
gonfio di suo, non si trattenIl giorno dopo, Teresa si fece ne e si mise a piangere come
accompagnare da sua figlia ‘n videlluccio appena nado:
Pinuccia a Poggio San Paoli- tutti lo videro, ma nessuno
no a parlare con don Leo.
lo guardò.
Don Leo ci mancava poco A la fine de lo rosario canche non le si mettesse a tarono Io credo risorgerò
piangere in ginocchio: “Ma- e, dopo, un Gesù mio con
gari vi ci potessi venire. Ma- dure funi che staccò la pelgari.” E le elencò tutto quello le dall’ossi a tutti. Prima di
che avrebbe dovuto fare tra uscire dalla chiesa, Arnalil sabato e la domenica pros- do andò da Enzo che tenesima: una roba da stroncare va i conti della chiesa e paun cavallo maremmano con gava le bollette e gli mise in
gli zoccoli grossi così. “’N mano 100 euro. “E perché?
antro non c’è?” Azzardò Te- - Gli disse Enzo - E miga fo
resa pentendosi all’istante.
‘l prede, io?” “Méttele ‘n te ‘l
Quando don Leo le disse mucchio!”
che trovare un altro prete
***
sarebbe stato impossibile,
perché un altro non ce n’era Arnaldo, quando parlava,
proprio, Teresa e Pinuccia aveva solo 20 parole: il resto
non insistettero.
erano bestemmie; per robe
“Adesso - Disse Teresa a sua di chiesa gliene avanzavano
figlia mentre in macchina 10, ma aveva dimostrato di
ritornavano a San Marti- sapere a memoria la Lumen
no - que je dimo a Arnaldo?” Gentium con le note e tutto!
La figlia fece scena muta.
Don Maurizio
80 anni di Famiglia Cristiana
Nata nel Natale del 1931, Famiglia Cristiana compie
80 anni. Venne fondata dal beato don Giacomo Alberione, prete piemontese che 17 anni prima aveva
dato inizio alla Società San Paolo, la congregazione
che si dedica alla evangelizzazione attraverso i mezzi
di comunicazione. Quel primo numero costava venti centesimi, aveva dodici pagine in bianco e nero
(che saliranno a sedici nel 1932), il sottotitolo “Per
le donne e per le figlie” e in copertina una immagine natalizia: il Bambino nella mangiatoia. Questa
stessa copertina è stata rivisata in alcuni numeri che
hanno caratterizzato compleanni speciali del settimanale. Per i suoi ottant’anni Famiglia Cristiana ha
scelto Ugo Nespolo, un nome che non ha bisogno di
presentazioni, per continuare quella che è diventata
una tradizione. “Desideravo attualizzare l’immagine
di copertina attraverso forme e colori: le forme suggeriscono la contemporaneità, i colori danno la vita.
La religione non è qualcosa di remoto, che si perde
nella notte dei tempi: non la vedo in bianco e nero”
ha dichiarato Nespolo, che è riuscito a dare all’ottantenne immagine di copertina vitalità e freschezza.
“Volevo anche che fosse allegra. E immediata. Normalmente le mie opere piacciono ai bambini, che
sanno gustarle subito, senza mediazioni intellettuali”.
Una capacità di andare verso tutti che rispecchia la
volontà del settimanale di essere al servizio della famiglia, di tutta la famiglia e di tutte le famiglie. “Dove
c’è famiglia, Famiglia Cristiana c’è”, scrive don Antonio Sciortino, direttore responsabile del settimanale,
nell’editoriale di questa settimana.
In questi giorni si susseguono
relazioni sulla situazione economica, sociale del paese e quasi
sempre si sottolinea in contemporanea un cauto ottimismo e
preoccupazione. Anche in Vallesina è stato sottolineata questa
tendenza: in campo lavorativo
l’ottimismo cauto riguarda le assunzioni temporanee e soprattutto il fatto che i maggiori interessati sono i giovani. Il problema
vero, che non emerge, è quello
che riguarda i senza lavoro che
hanno, più o meno, cinquant’anni e che sono quasi sempre capofamiglia con la conseguente difficoltà di far fronte a tante necessità anche
primarie. L’augurio per il nuovo Anno è che
tutte le componenti sociali, politiche, industriali possano veramente trovare percorsi
che mettano al centro la persona e le famiglie contro la logica del puro profitto o della
convenienza ad operare determinate scelte
che danno un volto diverso all’ottimismo
della ripresa.
Le richieste alla Caritas diocesana
In Caritas è evidente che bussano sempre
più situazioni e senza elencare dati e numeri
mi permetto di formulare un augurio molto
particolare. Agli amici che quotidianamente
si presentano nel nostro centro e che, contemporaneamente, si rivolgono altrove pur
di ottenere o meglio, scusatemi, di arraffare,
vorrei augurare che il Natale inviti a un forte
cambiamento.
Carissimi, non si può continuare a vivere
di espedienti, di furbizia, di pretesa, non si
può rinunciare alla propria dignità, non si
può vivere annientando e affogando se stessi nell’alcol o anche nella droga, non si può
vivere accettando passivamente e giustificando la propria situazione colpevolizzando
sempre gli altri.
Carissimi, certamente non generalizzo, vi
auguro che il Natale e il nuovo Anno siano
occasione di una riflessione e della decisione di ritornare a vivere da protagonisti, ad
essere maggiormente sinceri e disponibili
perché solo così gli altri potranno aiutarvi.
La povertà e il disagio sono certamente una
situazione difficile che spesso rendono comprensibili certi atteggiamenti ma non li giustificano e comunque, come insegna Madre
Teresa di Calcutta testimone del Vangelo di
Gesù, sono anche doni, se vissuti con dignità e permettono a chi è vicino di tendere una
mano.
Auguri a tutti
A tutti auguro di fare una scelta di vita che
eviti ogni forma di violenza, di pretesa, di
scelte sbagliate perché continuando su questa strada la comunità, le persone disposte
ad aiutarvi rischiano di generalizzare e quindi di accusare tutti perché straniero, perché
sfaticato e di conseguenza si allontanano e
non sono disponibili ad aiutarvi.
A quanti operano nei progetti a sostegno dei
poveri e degli ultimi va innanzitutto la certezza della ricompensa divina, la consapevolezza che praticare la strada della carità è un
impegno che trova fondamento nel Vangelo
ed è stile di vita. A tutti l’augurio che l’impegno caritativo sempre di più si basi non
sulla solidarietà materiale ma che questa sia
la conseguenza di un impegno pedagogico:
curare percorsi perché il povero e l’ultimo
diventino veri protagonisti della propria vita
e della propria dignità.
Don Nello Barboni,
direttore Caritas diocesana
Ringraziamento
I familiari di Aldo Cantarini ringraziano sentitamente
tutti i volontari del gruppo “Carmelo nel Mondo”, le
suore carmelitane che sono
state a Moie, i fratelli della
Confraternita Santissimo
Sacramento di Moie, la Società del Mutuo Soccorso e i
tanti che hanno manifestato
la loro vicinanza con l’amicizia e l’affetto, e in unione
di preghiera hanno accompagnato Aldo alle porte del
Cielo nell’abbraccio totale in
Dio.
VOCE DELLA VALLESINA
Per i ricordi
delle persone care
0731.208145
Tempo della Chiesa: come lo viviamo? Che cosa “andiamo a vedere?”
Nell’attesa della tua Venuta
Una parola del vangelo di Matteo in- strada nell’agire etico se nel cuore creterpella oggi, con forti provocazioni, la sce la carità.
comunità cristiana che vive il Natale Una seconda provocazione è sulla po2010 nell’attesa del Ritorno glorioso di vertà. Il cristiano, riconoscendo la proCristo: “Che cosa siete andati a vedere pria povertà creaturale, si affida a Dio e
nel deserto? Una canna sbattuta dal vive con sobrietà e generosità aprendo
vento?… Un uomo vestito con abiti di il cuore alla condivisione di beni matelusso?… Un profeta?…” Gesù elogia il riali e spirituali con i fratelli.
suo messaggero dicendo che “tra gli
uomini nessuno è stato più grande di “Cultura del necessario”
Giovanni Battista”, ma dichiara che “il La testimonianza cristiana, personapiù piccolo nel regno di Dio è più gran- le ed comunitaria, che è annuncio di
de di lui” (Mt 11,7-11).
Cristo, giova a sensibilizzare la gente
L’etica cristiana non è un optional, ma sul valore della vita e sulla dignità di
la diretta conseguenza della fede in ogni persona e porta col tempo frutti
Gesù Cristo.
di conversione. Da un anno la Diocesi
Una prima provocazione è sulla “veri- di Jesi ha creato il “Fondo san Cristotà”: la canna che si lascia squassare da foro” per aiutare persone e famiglie poogni vento è un’immagine dell’ambi- vere. E la comunità della Vallesina sta
guità e dell’egoismo opportunistico, del rispondendo all’appello direttamente o
nichilismo e del relativismo etico eretti tramite le parrocchie.
a sistema di vita nel quale la discrimi- Non tutti sanno che Pippo Franco e
nante fra il vero e il falso è solo una Marco Poeta il 6 dicembre, nel Duomo
verità di comodo… al di là del bene e di Jesi, hanno offerto al pubblico “gradel male. La ricerca della verità, che tuitamente” uno spettacolo straordicoinvolge mente e cuore, se onesta e nario, il “Processo alla Sindone”. Oggi
sofferta, é sempre produttiva e con- va di moda dire che a causa della crisi
duce, prima o poi, al riconoscimento economica siamo diventati tutti povedel valore oggettivo dei princìpi fon- ri: lo dicono anche i milionari e perfino
damentali della legge naturale scritta gli evasori fiscali che vedono nell’evanella coscienza di ogni uomo: non fare sione un’àncora di salvezza… E intanagli altri ciò che non vorresti fosse fatto to – complice certa pubblicità - in ogni
a te; ama il prossimo tuo come te stesso; ambiente sociale trionfa il mercato del
dài a ciascuno il suo…
superfluo, dell’effimero, delle cose inuPrincìpi che riguardano la relazione tili e costose, di cui pochi sanno fare
con se stessi e con gli altri, e rimanda- meno. Va di moda l’usa e getta… non
no implicitamente all’origine della vita sempre nell’armadio del povero. Lane al progetto del Creatore.
gue l’artigianato della sarta e del calIl cristiano ha come riferimento basi- zolaio. Eppure si fa tanto parlare nei
lare la Parola di Dio che, meditata nel dibattiti e nei discorsi ufficiali, di solisilenzio, è illuminante e invita all’osser- darietà, di condivisione, di sobrietà…
vanza dei Comandamenti che culmina- Ma dov’è la coerenza nella vita? Se alla
no nella “legge dell’amore” e nello stile cultura del superfluo e dello spreco sudelle “beatitudini”.
bentrasse, anche fra i credenti, quella
Questa “verità” vitale non si possiede, che io definirei la “cultura del necessi riceve, affiora alla coscienza e si fa sario” e si provvedesse, in sinergia fra
cristiani e uomini di buona volontà, al
“bene comune”, cioè al necessario per
tutti, si darebbe una forte sterzata verso una vita più umana.
Una riforma socio-politica, veramente creativa e innovativa per il bene
del popolo, dovrebbe promuovere un
cambiamento “culturale”: intelligenza e
cuore a servizio del ben-essere di tutti.
Quale benessere?
“Pane quotidiano” significa anche sanità, educazione, istruzione, comunicazione della verità, giustizia, libertà.
In un’epoca di degrado etico e culturale, se si procedesse insieme con senso
di responsabilità, per invertire la rotta,
superando le barriere ideologiche e la
frammentazione delle “particelle” politiche con un dialogo costruttivo, anche i più restii a fare tagli su stipendi
e pensioni d’oro, sarebbero indotti a
riflettere e… ad agire.
Terza provocazione: “…il più piccolo nel
Regno di Dio é più grande di lui”.
C’è qui l’invito a meditare sul ribaltamento delle categorie mondane di
“grandezza “ e “piccolezza”. Gesù dice:
“Se non diventerete come bambini, non
entrerete nel regno dei cieli” e si fa
“bambino” lui stesso fino alla croce.
Gesù commenta la preghiera del fariseo e del “pubblicano” nel Tempio dicendo: “Chi si umilia sarà esaltato, chi
si esalta sarà umiliato”… È la logica del
Vangelo, che insegna l’umiltà nel riconoscimento del limite umano e condanna la superbia, l’arroganza, l’ipocrisia, l’avidità, che generano odio, invidia,
violenza… perpetuando nella storia
il peccato dell’antico Adamo. L’umiltà
é verità e libertà: la libertà dei “figli di
Dio”, che nello Spirito si rivolgono al
Padre chiamandolo “Abbà”, papà, felici
di essere Chiesa in cammino… “nell’attesa della Tua venuta”.
Maria Crisafulli
Voce della
Vallesina
in diocesi
26 dicembre 2010
9
Mastri Presepaj - Presso la chiesa di San Savino a Jesi fino a febbraio
“Kairos – il tempo della Pace”
Si chiama “Kairos – il tempo della
Pace”, l’ultima fatica della Confraternita jesina dei mastri presepai (Cjmp),
che anche quest’anno ha allestito la sua
ultima opera presso la chiesa di San
Savino. L’edizione 2010 del presepio –
sostenuta anche dall’amministrazione
comunale – si può dividere in quattro
parti: l’incontro fra San Francesco e
Federico II, il presepio di Greccio, la stri presepai – ma con grande dedirappresentazione della Natività ed ap- zione ed un’ottima organizzazione del
punto il “tempo della Pace”. «Kairos lavoro, abbiamo terminato il lavoro». È
significa tempo di mezzo – spiegano i impossibile quantificare quante persomastri presepai – un momento di un ne hanno partecipato alla realizzazione
periodo di tempo indeterminato nel di questo presepio. “Kairos” è infatti, il
quale accade qualcosa di speciale. I cri- frutto di oltre dieci anni di lavoro. In
stiani vivono il loro tempo nella consa- questo periodo di tempo si sono alterpevolezza della salvezza operata dal Si- nate tante persone, che hanno portato,
gnore, come un tempo di salvezza, un ognuno, il proprio contributo.
tempo di dono ricevuto e da riconosce- La Cjmp è nata nel 2004 e dal 2009
re. La pace è parte di questo dono».
ha allacciato una collaborazione con
Tra le novità di quest’anno, una scelta un’altra importante città del presepio,
di una maggiore luminosità, per acco- come Città di Castello. Grazie all’otgliere meglio i visitatori e soprattut- timo lavoro della Confraternita, Jesi è
to, delle citazioni della Parola inserite stata inserita nella “via dei presepi”, che
all’interno del presepio, in dei quadri. comprende anche Gubbio ed Assisi, olTutta l’opera è stata realizzata da oltre tre a Città di Castello. Un fatto questo,
duecento statue toscane di cera da 60 che darà sicuramente grande visibilità
cm. Gran parte delle statue presenti al presepio ma anche alla città di Jesi.
sono realizzate dai mastri presepai, che “Kairos” resterà aperto tutti i giorni
fanno del proprio lavoro e del riciclo dalle ore 17.30 alle 20 fino al 2 febbraio.
una sorta di Vangelo: non si butta via Successivamente potrà essere visitato
nulla. Il Cjmp inoltre, grazie alla colla- dai gruppi tramite prenotazione, conborazione con il Centro di Ascolto del- sultando il sito internet (presepi-cjmp.
la parrocchia San Giuseppe ha affidato it). Sotto le feste di prevede un grana dei disoccupati il servizio di sorve- de afflusso di visitatori. Domenica 26
glianza del presepio durante l’apertura.
dicembre, giorno di Santo Stefano, il
I lavori di questo presepio 2010 sono coro parrocchiale di San Giuseppe eseiniziati mesi fa, almeno da prima di guirà delle canzoni natalizie all’interno
Ferragosto. «Ci sono stati dei momenti della chiesa di San Savino.
duri, di sconforto – confessano i maGiuseppe Papadia
monsano: le celebrazioni del Natale, del Capodanno e dell’Epifania
Genga: le rappresentazioni del Presepe, il 26 dicembre e il 2 gennaio
Torna il Presepe Vivente
A Natale rivive la tradizione
Le celebrazioni monsanesi per
festeggiare il Natale culminano nella Messa di Mezzanotte,
la notte tra il 24 e il 25 dicembre, presso la Chiesa del Santissimo Sacramento.
Monsano, paese dell’anima,
ha una ricca tradizione di
presepi. Presso i locali attigui
alla Chiesa di San Pietro, sulla
Piazza Matteotti, come ogni
anno, l’Associazione “Operai nella vigna” allestisce,
con generosità e grande impegno verso la comunità, una
ricca rassegna di presepi (circa 90!): di ogni tipo, da quelli
popolari alle opere di artisti
locali.
Da Natale fino al 9 gennaio
2011, prima Domenica dopo
l’Epifania; prefestivi, solo il
pomeriggio dalle 15 alle 19;
festivi, tutto il giorno: 9/12 e
15/19.
Esposizione del presepe pure
presso il Santuario di Santa
Maria fuor di Monsano: è curata dall’Associazione “Amici del presepe” e la trovate
aperta con gli stessi precedenti orari.
Va in scena da quasi trenta anni,
incastonato in un affascinante
scenario naturale, celebrando con
solennità e grande impatto emotivo la nascita di Gesù. È il presepio
Vivente di Genga, per estensione il
più grande al mondo, perché copre
una superficie di circa 30.000 metri quadri all’interno della Gola
di Frasassi e anche per l’anno in
corso avrà due edizioni, il 26 dicembre e il 2 gennaio dalle 15,30
alle 19,30, connotandosi come tradizione, della valenza solidaristica,
poiché devolve gli incassi (5 euro
il prezzo simbolico del biglietto) in iniziative di beneficenza.
La Natività nel paese di Papa Leone XII,
nasce nel 1981 da un’idea di alcuni gengarini e da un’intuizione di don Peppino
Fedeli che si trovava insieme ai suoi fedeli nel santuario di Frasassi e che pensò
a San Francesco nella grotta di Greccio.
Da allora gli “Amici del presepe” organizzano due rappresentazioni l’anno, grazie al gran lavoro d’allestimento,
svolto con passione ed intelligenza dai
Gengarini, che mettono a disposizione
tempo, capacità e competenza per far rivivere l’evento che ha cambiato la storia
del mondo. Oltre 200 i figuranti, distribuiti secondo una sapiente regia, lungo
Nel piazzale attiguo al Santuario mariano, VII edizione del
Presepe Vivente.
Le rappresentazioni si terranno il 26 dicembre e il 1°, il 2 e il
6 gennaio 2011, con inizio alle
ore 17.
Gli organizzatori offrono a tutti vino-brulè e castagne.
L’ingresso è gratuito ma aiutare economicamente i volontari
che allestiscono un evento del
genere, impiegando tempo e
risorse personali, è un gesto
gradito e consono allo spirito
di generosità e di comunione
natalizi. A questo sentimento
di solidarietà s’ispira l’intenzione di devolvere parte degli
incassi di queste manifestazioni all’adozione a distanza una
intera famiglia brasiliana che
versa in condizioni difficili.
A data da destinarsi, ma probabilmente la sera del 5 gennaio, presso la Chiesa del Santissimo Sacramento si terrà un
concerto di musica classica,
aperto a tutti.
Brani di Charpentier (Te
Deum, sigla dell’Eurovisione),
Corelli (Concerto grosso “fatto
per la Notte di Natale”), Händel (Messiah) e J.S. Bach (Magnificat).
Le interpretazioni saranno
ascoltate da registrazioni su
CD, illustrate e guidate con un
linguaggio semplice e alla portata di tutti: intrattenimento
festoso, auspicio per il nuovo
anno e, perché no?, educazione alla buona musica…
Il programma del concerto
sarà disponibile quanto prima,
presso gli esercizi commerciali
e le bacheche.
Oreste Mendolìa Gallino
un incantevole sentiero, impegnati a far
rivivere le tradizioni (spesso in condizioni climatiche disagevoli e a volte proibitive) che hanno sostenuto ed animato la
vita quotidiana di questo territorio.
Pastori, pescatori, contadini intenti al
loro lavoro, falegnami, fabbri, cestai, fornai, calzolai, scultori, vasai, ricamatrici e
tessitrici, tutti con gli antichi strumenti
della loro arte, decentrati in aree collocate ai piedi dei costoni di roccia della
montagna della Gola Rossa. Personaggi
che scandiscono la salita verso la contemplazione dell’evento, celebrato nella
grotta naturale del Santuario di Frasassi,
con il tempio di Valadier a fare da stupenda chiusura di questo percorso.
CUPRAMONTANA-IL PRESEPIO VIVENTE il 26 dicembre, il 2 e il 6 gennaio
“Presentiamo Gesù vivo tra noi”
Organizzato dal “Comitato Presepio Vivente” a cui aderiscono le
Parrocchie di San Leonardo e di
San Lorenzo ed il Comune di Cupramontana, la rappresentazione della nascita di Gesù, si terrà
nel centro storico del paese nei
giorni 26 dicembre, 2 e 6 gennaio. Le principali ambientazioni
sono ospitate presso le “Grotte di
Santa Caterina” dove il pubblico
incontra botteghe dei mestieri di
un tempo: il vasaio, il falegname,
le tessitrici, il cestaio, il fabbro,
lo schiacciapietre, il calzolaio, le
massaie, le stanze del palazzo del
Re Erode e soprattutto la grotta
che accoglie la natività. All’esterno,
per tutta la piazza IV Novembre
e in qualche locale adiacente, ci
sono spazi abitati dai figuranti, da
pastori piccoli e grandi, da recinti
che ospitano una moltitudine di animali, sempre fonte di attrazione per i più
piccoli. «Tra i maialini, le paperelle, le
galline, i coniglietti, le pecorelle, le capre e le colombe, c’è il nostro asino
“Martino” che quest’anno compie cinque anni».Tutto questo ha bisogno di
una grande fatica ed un grande sforzo
e la preparazione richiede agli organizzatori circa tre mesi di tempo anche se
il pensiero è ricorrente per tutto l’anno.
La passione che accompagna il gesto,
porta a ricercare continuamente idee,
oggetti, collaborazioni per una riuscita
ogni volta migliore. «Ogni anno realizziamo costumi nuovi, siamo arrivati a possederne circa trecento. Stoffe,
arnesi, utensili, vasellame ed oggetti
utili alla creazione delle ambientazioni, arricchiscono i beni del Comitato
e sono a disposizione del presepio e di
chi collabora». Un forte sostegno è dato
dal Comune che attraverso gli operai “sempre molto disponibili” - tiene a sottolineare Silvana - si adopera per i
lavori di costruzione più impegnativi e per tutto ciò che
è relativo all’illuminazione e all’elettricità. Giunto alla
terza edizione, ha riscosso, negli anni scorsi, visite che
hanno raggiunto in alcuni giorni il migliaio di presenze.
La referente dell’evento, Silvana Pierangeli, ci ricorda la
motivazione che ogni anno la sostiene nel riproporlo al
paese: «Presentare Gesù Bambino che nasce al mondo;
questa è la nostra maniera di rendere più reale la sua venuta. Come fece San Francesco a Greccio, anche noi vogliamo coinvolgere il paese nel rivivere il Natale» e tiene
ad evidenziare una peculiarità di questo presepe rispetto
ad altri «il nostro vuole essere un presepio vivo, intendo
dire animato da persone dinamiche, che si muovono, da
bambini che corrono, soldati che abbandonano il posto
di piantone per fare “bisboccia”, perché Gesù è nato in
un mondo normale, come il nostro, dove il peccato era
presente e le persone erano caratterizzate, come quelle
oggi, da limiti e debolezze. Se il presepio “è vivente” deve
essere operoso ed energico, non statico».
Giovanna Ortolani
10
Voce della
Vallesina
missioni
26 dicembre 2010
Missioni Estere Cappuccini: padre Francesco Pettinelli di Frontale è il nuovo segretario dopo Frate Mago che ha passato il testimone
Con l’adozione a distanza, il dono di un sorriso e di un futuro
Moie e della Vallesina augura buon lavoro a
padre Francesco e ringrazia padre Gianfranco che anche dal Santuario della Madonna
dell’Ambro “continuerà ad essere vicino a
coloro che ogni giorno spendono le loro migliori energie per rendere bello e attraente il
volto di Dio”. Le famiglie della Vallesina che
hanno attivato una adozione a distanza grazie alla proposta di Edda hanno dedicato alcuni pensieri a frate Mago: «Grazie per tutto
il bene che ci hai voluto, per l’incoraggiamento che ci hai trasmesso, per la speranza
che ci hai comunicato. Insieme a te ci siamo
sentiti responsabili del futuro di questi bambini che ci sono stati affidati. Le grandi distanze che separano le nostre case dai tukùl
Il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace 2011
Nella libertà religiosa la via della pace
Il primo giorno dell’anno si celebra la Giornata Mondiale della Pace, istituita da papa
Paolo VI, nel 1967, per sottolineare che la
vera pace è dono di Dio. Il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale per la
Pace del primo gennaio 2011 ha come titolo:
«Libertà religiosa, via per la pace». Quest’anno il Papa ha voluto portare l’attenzione sul
tema della libertà religiosa e puntare i riflettori sulle diverse forme di limitazione o
negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione basate sulla
religione, fino ad arrivare ormai frequentemente alla persecuzione contro le minoranze, scenari di violenze e attentati.
La libertà religiosa è un diritto inalienabile
dell’uomo, come ha affermato lo stesso Benedetto XVI all’Assemblea Generale delle
Nazioni Unite: «i diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa, compreso come espressione di una dimensione che
è al tempo stesso individuale e comunitaria,
una visione che manifesta l’unità della persona, pur distinguendo chiaramente fra la
dimensione di cittadino e quella di credente» (Discorso all’Assemblea delle Nazioni
Unite, 18 aprile 2008). Un tema estremamente attuale quindi, quello scelto da papa
Benedetto XVI, perché offre la possibilità
di riflettere su un fenomeno preoccupan-
te, che deve suscitare anche l’attenzione di
chi si dichiara ateo o addirittura agnostico
in quanto negando il diritto di esprimere il
proprio credo e la propria fede vien meno il
diritto alla libertà.
Il 16 dicembre è stato pubblicato il Messaggio integrale di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace 2011 ed è fruibile
sul sito della Santa Sede: www.vatican.va.
Se ne invita la lettura perché estremamente
interessante. Il Santo Padre individua, nella
libertà religiosa, la via per la pace. Le parole
chiave del messaggio sono il diritto, il rispetto reciproco, la famiglia (intesa come scuola
di libertà e di pace), la strumentalizzazione,
la giustizia e la civiltà, il fondamentalismo,
l’ostilità, il dialogo, la diplomazia, il pregiudizio. Argomenti che devono catturare l’attenzione dei più, l’attenzione di uomini e
donne di buona volontà esortati dal Santo
Padre a “rinnovare l’impegno per la costruzione di un mondo dove tutti siano liberi di
professare la propria religione o la propria
fede, e di vivere il proprio amore per Dio con
tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la
mente (cfr Mt 22,37). Questo è il sentimento
che ispira e guida il Messaggio per la XLIV
Giornata Mondiale della Pace, dedicato al
tema: Libertà religiosa, via per la pace».
Giordano Maria Mascioni
Castelplanio: le iniziative natalizie
La sera di Natale, sabato 25
dicembre alle ore 21 al Teatro
Comunale: tradizionale Concerto di Natale proposto dalla Banda Musicale “L’Aurora”
di Castelplanio- Poggio San
Marcello, diretta dal maestro
Michele Quagliani. In programma tra gli altri brani di G.
Verdi, J. Strauss, C. Morgan
e M. Hannickel. La Pro Loco
propone la Tombola di Natale, domenica 26 dicembre alle
ore 16 al Teatro Comunale.
Dal 24 dicembre al 6 gennaio: presepi in mostra. Esposizione nel Museo di Palazzo
Fossa-Mancini delle “Adorazioni dei Magi” di Paolo Grizi
ispirate a Sandro Botticelli e
Gentile da Fabriano; presepi
a cura di Maria Luisa Raffaeli.
Al teatro Comunale, presepi
degli studenti delle Scuole di
Castelplanio con apertura al
pubblico nei giorni 26 dicembre, 2 e 6 gennaio dalle 16,30
alle 18,30.
africani si sono ridotte grazie alla fitta rete di scambi
e di testimonianze che si
sono creati in questa grande esperienza delle adozioni a distanza». Durante gli
spettacoli di prestidigitazione, tenuti nelle teatri e
nelle piazze, grazie alla sua
particolare capacità e a una
forte passione missionaria,
padre Gianfranco Priori ha
fatto conoscere l’adozione a
distanza non solo all’uomo
della strada ma anche ad
industriali ed imprenditori
ed ha accompagnato tanti
benefattori in Etiopia e nella regione del
Benin a vedere i risultati del loro sostegno.
Il gruppo missionario è molto attivo,
prende parte a diverse iniziative e partecipa anche ad incontri nelle scuole o in
parrocchia per raccontare il miracolo di
questi bambini, poverissimi, che vivono
in condizioni da noi inimmaginabili, eppure pieni di voglia di vivere, pronti al
sorriso e al gioco e rispettosi degli altri e
della terra. Significativa la partecipazione al mercatino di Natale in piazza: tante
persone, per i doni natalizi, hanno scelto
di acquistare oggetti di artigianato artistico dalla bancarella allestita in piazza
Kennedy a Moie, domenica 19 dicembre.
l’asterisco
La comunità della Vallesina è sempre stata molto vicina alle adozioni proposte dalle
Missioni Estere Cappuccini. Sono tante le
famiglie che si ricordano dei bambini etiopi
e che sanno condividere e donare, rinunciando a qualcosa per dare una possibilità a
chi non ha niente. Padre Augusto Silenzi, segretario delle missioni estere nel 1988 e ora
confessore della Santa Casa di Loreto aveva
ricordato così gli inizi: «Tutto è nato da un
gesto spontaneo di Edda Guerro che, ascoltando un’omelia di padre Tommaso chiamato a Moie dal parroco don Aldo Anderlucci, decise di destinare ai bambini etiopi la
somma che avrebbe speso per l’acquisto di
un secondo televisore. Commosso da questo nobile gesto di bontà e di testimonianza
cristiana, ho ringraziato la signora e da qui
è iniziato il mio affetto per Moie». Edda, da
allora, non si è più fermata in quest’opera di
sensibilizzazione verso l’adozione a distanza
convinta che “chi salva un bambino aiuta un
pezzo di cielo a illuminare il mondo”, condividendo le parole di padre Gianfranco Priori,
per 16 anni responsabile delle Missioni Estere affidate ai Frati Minori Cappuccini delle
Marche.
Padre Gianfranco, dal mese di settembre, ha
passato il testimone a padre Francesco Pettinelli, nato a Frontale di Apiro nel 1966 e che
si è tanto impegnato nel Centro Giovanile
Pastorale e Vocazionale di Civitanova dedicandosi ai giovani. Il gruppo missionario di
*
Come adottare
La quota annuale per un’adozione a distanza
è di 230 euro. Questa cifra va in gran parte al bambino adottato e alla sua famiglia,
mentre una piccola parte viene destinata alle
opere di sviluppo quali le scuole, gli asili, le
case famiglia, gli ambulatori e un reparto di
pediatria. Chi decide di attivare questa adozione affettiva è invitato ad accompagnare il bambino fino al quindicesimo anno di
età. A tutte le persone che sono state vicine
alle adozioni a distanza, alle famiglie che nel
matrimonio, nella cresima lasciano uno spazio perché il loro amore sia condiviso con
le bomboniere solidali, a coloro che hanno
preso parte alle diverse proposte, il ringraziamento dei Missionari e la preghiera per
loro e le loro famiglie.
Ai benefattori sarà inviata anche la rivista bimestrale “Voce francescana” con immagini
e notizie dalle Missioni e dalla famiglia dei
Frati Cappuccini delle Marche.
Chi vuole può contribuire alle opere missionarie dei Missionari Cappuccini in occasione di anniversari o per ricordare i propri
cari per i quali i missionari celebreranno
delle Messe in suffragio. Le offerte effettuate con bonifico o con bollettino postale sono
detraibili fiscalmente.
Per le adozioni e per le offerte ci si può rivolgere alla signora Edda Guerro: tel. 0731700698
Nella foto padre Gianfranco Priori, in arte
Frate Mago e la signora Edda Guerro
di Giacomo Galeazzi
DA TERRORISTA A FRANCESCANO
Oggi ha 53 anni e si occupa dei giovani, molti dei quali con storie difficili alle spalle. Per finanziare la cellula
organizzava rapine in banca: l’attuale
priore francese Daniel ne fece quattro
in tutto, a mano armata. «La notte rubavamo un’auto e il mattino seguente
entravamo in azione. Una volta fatto
il colpo andavo a rifugiarmi in Alta
Savoia, in attesa che si calmassero le
acque», rievoca. Quindi, dalla lotta
armata al convento. Come all’epoca
del manzoniano frà Cristoforo anche
oggi si può diventare sacerdoti dopo
essere stati dei criminali. Lo dimostra una recente inchiesta di “Panorama” sulle pecorelle smarrite tornate
all’ovile. La storia di Daniel è un raggio di luce nella società secolarizzata
d’Oltralpe. Dopo un decennio di latitanza in Italia e una condanna a quattro
anni e mezzo di carcere, padre Daniel
Thevenet oggi è il superiore del convento francescano di Cholet, in Francia. In
Italia fa discutere l’annunciata conversione di Gianfranco Stevanin, condannato all’ergastolo per l’omicidio di sei
donne, che vorrebbe entrare a far parte
del Terz’ordine francescano. Sull’esempio di San Francesco, dunque, i frati accolgono tutti e qualcuno fa persino carriera, nonostante il passato burrascoso,
come dimostra la storia di padre Daniel.
Ordinato sacerdote ad Assisi nel 1991,
questo ex terrorista con il saio è tornato
nel suo paese da qualche anno per guidare la comunità francescana di Cholet,
nell’ovest della Francia, ed è diventato
un punto di riferimento per centinaia
di ragazzi e ragazze che si ritrovano nei
gruppi giovanili animati dai frati.
Centro di spiritualità “Sul monte” di Castelplanio
Ultimo dell’anno insieme
Secondo l’impostazione che ci siamo dati di questi tempi di “vacanza” denominata
ABC (ascolto, bellezza, compagnia) proponiamo di passare insieme la giornata del
31 dicembre in questo modo:
ORE 9,00: arrivi a Castelplanio
Ore 9,30: partenza per una passeggiata in montagna, una delle nostre montagnole
Ore 15,00: ritorno e preparazione della cena
Ore 17,30: per chi vuole: Messa a Poggio San Marcello con liturgia di ringraziamento
Ore 18,30: partenza per Ancona e partecipazione alla Marcia della Pace con Pax
Cristi. Alle ore 20: tavola rotonda su “Sviluppo umano e libertà religiosa” con
monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Cei per i problemi
sociali la giustizia e la pace, Izzedin Elzir, imam di Firenze, e Frida Di Segni Russi,
della comunità ebraica di Ancona. Alle ore 22.30 nella cattedrale di San Ciriaco,
celebrazione eucaristica trasmessa in diretta su Tv2000.
Il Centro di spiritualità chiede di segnalare la propria presenza
entro il 27 dicembre.
Autoscuole
Corinaldesi s.r.l.
Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale
CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica
Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215
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Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia
Voce della
Vallesina
jesi
Il presepe degli Onafifetti - o meglio - “Il 9cento… secondo noi”
26 dicembre 2010
11
La scia luminosa del cielo jesino
Mercatino dell’AIDO: in mostra i regali
Tre, come i re magi… In piedi sull’altare della chiesa Mereghi, armati di parole, chitarre e armonica, i
“viaggiatori del tempo” allestiscono, nel freddo di una
serata d’Avvento, il presepe della Jesi che non c’è più,
di una Jesi che ricordano “decisamente migliore per
cultura, imprenditoria, sport, politica” dipanata “dal
dopoguerra ultimo a poco più della seconda metà degli anni Novanta”.
Dagli scrigni preziosi, convalidati negli anni dall’ampio consenso di pubblico, estraggono personaggi
e contesti, ricordi e sogni, vittorie e delusioni. Con
l’arte della “critica” e dell’ironia che da sempre li contraddistinguono, li collocano sulla “vellutina” ormai
ingiallita dei decenni: personaggi di spicco, come il
sindaco Pacifico Carotti, il presidente della jesina Baldassarre Borrovecchio, l’avvocato Giovanni Mazzarini; ma anche semplicemente popolari, come il tassista
Calzò, i “veneziani”, i carrettieri… E poi, le gite fuori porta, le “svinate” sui prati, le novità e gli entusiasmi del
boom economico, le tensioni delle contestazioni giovanili,
l’euforia delle conquiste sindacali, le ore oscure del terrorismo, il disappunto per la costruzione di monumenti e opere
pubbliche non semSuccesso per la pre condivisi, il veleno della corruzione…
performance dei popolari Prende forma il presepe nelle mani…
cabarettisti jesini che pardon, nella bocca
del “trio” che è tutil 3 dicembre hanno to
un dire già solo a
guardarlo: Giovanni,
declinato, in chiave inserito nel moto pedella sua perironica e umoristica, renne
sonalità, non lascia
nemmeno
la Jesi del Novecento respirare
l’aria stessa che gli
immortalata nella passa vicino fagocitando e restituendo
importante mostra della ogni cosa con un
perpetuo fluttuare
Fondazione Gabriele di sguardi, sorrisi,
smorfie e sberleffi.
Cardinaletti Mario, controllato e
Ritorna, nella cornice suggestiva della chiesa Mereghi, la bellissima esposizione di Natale
dedicata all’Aido. Un incredibile assortimento
di oggettini, composizioni, biancheria ricamata a mano o stampata su tessuti antichi, capi
d’abbigliamento realizzati all’uncinetto, borse e
bigiotteria dalle fattezze fantasiose e creati con
tecniche di ogni tipo.
Ai manufatti in pietra, quest’anno si accosta
la presenza inebriante dei prodotti - oli essenziali e derivati - di una piccola azienda agricola
di piante officinali. Una parte del ricavato della
vendita dei manufatti sarà devoluto all’Aido, Associazione Italiana per la Donazione di Organi
e Tessuti che opera a Jesi da ben trentacinque
anni, impegnandosi a promuovere, sulla base
del principio della solidarietà sociale, la cultura
della donazione di organi, tessuti e cellule; e a
raccogliere dichiarazioni di volontà favorevoli
alla donazione stessa.
Fotoservizio Paola Cocola
posato in una dolcezza solenne e autorevole, incalza, declama, sentenzia... che quasi quasi - se ogni tanto non brandisse
un sorriso - fa soggezione. Piergiorgio, mediatore eccellente,
integerrimo ago di una bilancia che sa il fatto suo, stempera i
toni e rimescola il tutto, rimettendo in campo nuovi giochi e
nuove opportunità…
Il presepe ora ultimato mostra, rigoroso, glorie e debolezze…
Ma, una canzone di qua, una risata di là, una battuta leggera
su una severa, un ammiccamento, una allusione su una delusione, un complimento, un incitamento accendono in serie
le luci di nuove speranze… E scrivono nella scia luminosa
del cielo jesino: “America, che ce venimo a fa, l’America noi
ce l’avemo qua, fra Ripa Bianca e Gangalia Alta”…
Poi, come angeli, i tre “monelli” scanzonati e inossidabili si
prendono per mano e cantano la letterina che da anni scrivono al padre della Storia perché il tempo non trascorra
invano: «…Noi siam vissuti come abbiam potuto negli anni
oscuri, senza libertà… Ma anche dopo il più freddo degli inverni ritorna sempre la dolce primavera… La nuova vita che
incomincia stamattina in queste mani sporche ha una bandiera… A chi è caduto per la strada noi giuriamo pei loro figli non sarà così. Vogliamo un mondo fatto per la gente, di
cui ciascuno possa dire è mio, dove sia bello lavorare e far
l’amore, dove il morire sia volontà di Dio…».
Fotoservizio Paola Cocola
Per vivere meglio
fondazione
cassa di risparmio
di jesi
Sale Museali
Sono state recentemente allestite due sale museali a Palazzo Bisaccioni,
in Piazza Colocci, 4; la prima dedicata all’arte contemporanea e la seconda
all’arte antica e moderna.
La visita è gratuita e le opere verranno illustrate da una guida.
Basta telefonare al numero della Segreteria: 0731/207523
12
Voce della
Vallesina
teatro
26 dicembre 2010
Si conclude con un sorriso la Stagione Lirica 2010 del Pergolesi che pur tra difficoltà finanziarie ha svolto bene il suo compito
Brindisi e auguri con la giovane, spumeggiante operetta
Nel 2001 andò in scena al Pergolesi un’opera a suo tempo molto
applaudita, ma presto dimenticata
del compositore maceratese Lauro Rossi: ‘Il Domino nero’. Piacque
molto, ma lasciò perplessi. A quale genere apparteneva? All’opera
seria certamente no, ma nemmeno
alla vera e propria opera buffa. Vi
era riversato un fiume di musica bellissima in cui erano riconoscibili sia citazioni stilistiche
del grande melodramma, sia non
pochi presagi del futuro teatro in
musica. Lo stile aulico contrastava
però vistosamente con situazioni
e ambientazioni tanto stravaganti
da rasentare lo scandalo. Nei tre
atti l’azione si svolgeva prima nel
fastoso salone di una reggia, poi
in una casa di tolleranza e infine in
un convento; con implicito un riferimento anche a Manzoni.
Ora si è fatta maggiore chiarezza
grazie alla possibilità di mettere a
confronto Lauro Rossi e Jacques
Offenbach di cui sono andate in
scena, come ulti- si dimenticato, subendo una sorte
mo spettacolo della simile a quella di Spontini. Anche
Stagione Lirica, due lui, dopo aver aperto ad altri nuooperette, nemme- ve vie, venne confinato nell’ombra.
no fra le più famose fra le tantissime Dopo la tempesta, il sorriso
scritte dal celebre L’operetta è un genere musicale
compositore franco ‘giovane’ per sua natura, per leggetedesco: “Pomme rezza di stile, per significato. Non
D’Api” e “Monsieur vanno certo presi sul serio le souChoufleuri restera brettes di non troppo specchiata
chez lui le…”.
virtù che amoreggiano con scapeI n d i s p e n s a b i l e strati giovanotti, le loro avventuconsiderare
pre- re, le marachelle e gli scherzi che
liminarmente
al- combinano alle spalle degli ingecune date. Delle nui. Il fatto è che oltralpe, dopo la
tre opere in questione ‘Il Domino Rivoluzione francese, Napoleone
nero’ apparve per prima, nel 1849; e le guerre di coalizione scatenate
seguirono ‘Monsieur Choufleuri’ contro di lui, si era effettivamente
nel 1861 e ‘Pomme D’Api’ nel 1873. risvegliata la voglia di ridere, di
Di quest’ultima la breve trama e emanciparsi dal passato e di guaril carattere piccante e provocato- dare con speranza al futuro. Benrio della protagonista richiamano venuta allora l’operetta, scacciasenz’altro ‘La Serva padrona’ di pensieri e scacciaguai.
Pergolesi. Diversamente rivelatri- Oggi non la si può immaginare
ce è l’altra operetta. In ‘Monsieur con diverse caratteristiche. Per
Choufleuri’ Offenbach mette in questo uno stuolo di giovani e ben
ridicolo, se pure benevolmente, la referenziati artisti è stato arruolaricca borghesia del tempo affollata to per interpretare le due operette
di ‘parvenus’ ansiosi di fare sfoggio presentate al Pergolesi.
di una cultura che in realtà non In “Pomme D’Api” (‘Mela appiola’,
avevano. Molière, con ‘Le Bourge- cioè ben colorita, per i curiosi) tre
ois gentilhomme’ aveva fatto scuo- sono i protagonisti: Rabastens (un
la. Offenbach usa gli stessi mezzi robusto, disinvolto Mattia Camdi Lauro Rossi per descrivere que- petti) nel ruolo dello zio maturo
sta ‘fiera delle vanità’: un .linguag- ‘tombeur de femmes’; Gustave
gio musicale nobile per descrivere (Mert Sungu, brillante e incisivo
situazioni paradossali o grottesche. in un ruolo che forse gli è andaPer i due compositori ugualmente to un po’ stretto) e Catherine (la
è il contrasto che genera comicità. piccante e sotto ogni aspetto deliTuttavia se Offenbach è a buon di- ziosa Anna Maria Sarra), l’intraritto da ritenere ‘il padre dell’ope- prendente fidanzata che si finge
retta’, della stessa Lauro Rossi me- una ‘Serpina’ per lusingare lo zio,
riterebbe di essere carpirgli una buona dote e impaldefinito ‘un profeta’. mare il nipote. Bravissimi. CantaAncora una consi- no e recitano con ‘verve’ e spigliaderazione. Il com- tezza, divertendo e divertendosi.
positore macera- Spumeggiante è il ritmo di valzer
tese,
riguardato che dall’inizio alla fine conferisce
dapprima
come una piacevole leggerezza alla paruno dei principali titura.
esponenti del ge- “Monsieur Choufleuri restera
nere buffo di cui chez lui le…..” ha una più comun’opera
d’avan- plessa struttura. L’intreccio senguardia come ‘Il timentale non è il motivo domiDomino nero’ fu il nante. Lo sono invece la parodia e
migliore esempio, la satira. Il ‘borghese gentiluomo’
venne messo pre- in questo caso è Monsieur Chosto da parte e qua- ufleuri che invita a casa sua i più
A Maiolati Spontini la Stagione di Prosa parte ‘Col piede giusto’
Accade nel mondo dei furbi
All’inizio è una notizia di cronaca corrente. In una notte piovosa
un uomo è investito da un’auto.
Il conducente non si ferma, non
chiama aiuto. L’uomo viene trovato morto sulla strada. Si direbbe una tragedia purtroppo simile
a tante altre. Ma, un momento: la
storia ha un seguito imprevedibile.
Si fanno avanti i personaggi. La
vedova del defunto piange; non
tanto per la scomparsa del coniuge, quanto perché il marito le ha
lasciato un mucchio di debiti da
pagare. Lo sciagurato pirata della strada non è poi così malvagio.
Un po’ perché sinceramente preso
dai rimorsi, un po’ perché avviato ad una carica politica che uno
scandalo rovinerebbe (per carità,
nessuna allusione!), vorrebbe in
qualche modo risarcire la vedova.
C’è poi sua moglie; aristocratica,
calcolatrice, conosce bene le arti
della diplomazia che applica accortamente per schivare qualsiasi
dissidio familiare. E non manca l’avvocato di fiducia. Giovane,
sbarazzino, ‘maneggione’, riesce
a mandare in angolo le situazioni
più difficili. Infine c’è lei, la vedova (in)consolabile; una popolana
della suburra, grezza e volgarotta. Diffidente all’inizio, una volta
compresa la situazione si fa astuta
come una volpe e con sfrontatez-
za prende a ricattare il ‘pirata’
avanzando
richieste sempre
più insistenti di
denaro. Non le
basta. Piangendo e lamentando
la sua solitudine,
con smanie e
moine riesce a
commuovere e
a sedurre il malcapitato.
Colpo di scena nel
finale. Il figlio
che aspetta non
è del troppo ingenuo ‘pirata’, ma
dell’avvocato, pure invischiato da
lei. Conclusione: il colpevole del
maledetto incidente stradale confessa tutto, rinuncia alla carriera
politica e, con la moglie, se ne va
via da casa; che resterà invece di
proprietà degli altri due.
Però: lascia l’amaro in bocca “Col
piede giusto”, commedia (ma è
giusto definirla così?) di Angelo Longoni, in scena al Teatro
Spontini di Maiolati l’11 dicembre.
L’hanno interpretata una superlativa Amanda Sandrelli, a suo
agio in un personaggio insolito per
lei come è quello della sguaiata e
grintosa protagonista. Le tengono
testa onorevolmente Blas Roca
Rey e Simone Colombari che,
con un pizzico di ironia, riescono
verosimilmente ad identificare i rispettivi personaggi. Più sfuggente,
distaccata e, a loro confronto, non
altrettanto convincente è Eleonora Ivone. Si ride, certo; costatando però che quello rappresentato
è il mondo dei furbi e dei furbastri,
dove vince sempre chi parte ‘con il
piede giusto’ riuscendo a sfruttare
spudoratamente a proprio vantaggio buone e cattive occasioni. Se
le cose stanno effettivamente così,
c’è poco da stare allegri.
Fotoservizio Augusta
Franco Cardinali
Nella fotografia: Stefania Sandrelli
e Blas Roca Rey alla ribalta
famosi cantanti del tempo – Tamburini, Rubini e Henriette Sontag – per fare bella figura con i
suoi smancerosi ospiti. I cantanti
prudentemente declinano l’invito.
Il padrone di casa si dispera, ma
viene soccorso da sua figlia e dal
suo innamorato segreto che risolvono egregiamente la situazione
con uno stratagemma, improvvisando con Monsieur Choufleuri,
anche lui travestito, una scena da
melodramma classico recitata e
cantata in un grottesco linguaggio
maccheronico franco-italiano.
C’è molto da ridere, ma anche di
che meravigliarsi di come Offenbach sia riuscito, non diversamente da Lauro Rossi, ad imitare con
effetti esilaranti i più grandi operisti del tempo; italiani soprattutto, ma anche francesi. Interpreti
anche qui eccellenti, tutti positivamente da segnalare: Anna Corvino (Ernestine); Mattia Olivieri
(Monsieur Choufleuri); Francisco
Brito (Babylas), Roberto Jachini
Virgili (Petermann); Mert Sungu (Balandard); Ines Savchenko
(Madame Balandard). Eccellente
anche la prestazione dell’Orchestra Progetto Sipario, diretta in
punta di bacchetta dal M° Salvatore Percacciolo. Non si possono risparmiare elogi anche per il
Coro Lirico Marchigiano, per i
buffi, fantasiosi costumi di Massimo Carlotto e Manuel Pedretti,
per l’intelligente regia di Stefania
Panighini. Alla fine tutti sono apparsi in scena per augurare, dopo
un festoso brindisi offerto agli
spettatori durante l’intervallo, un
Buon Natale al pubblico.
Lo spettacolo è stato realizzato
grazie ad un’ampia collaborazione
con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna, del Festival della
Valle d’Itria, del Centro Artistico Musicale Paolo Grassi, della
Fondazione Teatro Due di Parma,
della Scuola dell’Opera Italiana,
del Progetto Sipario della Fondazione Pergolesi Spontini e IUAV
di Venezia.
Proprio vero che l’unione fa la
forza. Prevedibile che dovunque
sarà esportato lo spettacolo sarà
un successo. Quanto al Pergolesi
c’è solo da augurare che si continui ancora ad esplorare il mondo
dell’operetta e altrettanto felicemente: perché anche riuscire a
far sorridere è un’arte, tanto più
apprezzabile quanto più difficili
sono i tempi che corrono.
Fotoservizio
Augusta Franco Cardinali
Nella prima foto, da sinistra:
Mattia Olivieri (M. Chaufleuri),
Francesco Brito (Babylas) e Roberto
Jachini Virgili (Petermann); nella
seconda foto da sinistra Mattia
Campetti (Rabastens), Anna Maria
Sarra (Catherine) e Mert Sungu
(Gustave); nella terza, al termine
della conferenza stampa nelle
Sale Pergolesiane, il gruppo
degli interpreti con l’assessore
Lasca al centro e, alle sue spalle,
l’amministratore delegato
William Graziosi.
MONTECAROTTO: l’8 gennaio inizia la stagione teatrale
Spettacoli per tutti i gusti
La stagione teatrale che inizierà a
Montecarotto nel 2011 è ricca di
appuntamenti che sicuramente
soddisferanno i gusti di molti spettatori. Nonostante il periodo difficile per tutti, offrire ai cittadini una
degna e importante panoramica di
spettacoli significa riconoscere che
il teatro e la musica sono un aspetto importante della crescita culturale di una comunità. Ad aprire il
ciclo delle serate l’8 gennaio sarà
la commedia scritta e diretta da
Francesco Bonelli con F. Scribani,
P. Micol, C. Puccinelli.
Domenica 30 gennaio, alle ore 17,
“Serata della Pace”, consegna del
messaggio del Papa per la giornata
della Pace 2011.
Sabato 5 febbraio, alle 21, la Compagnia Teatrale “La Rama” presenterà la commedia dialettale
“Mutande col pizzo e stoccafisso”.
Domenica 20 febbraio, alle 17, sarà
la volta di “Hula Hop”, di A. Lucarini, con F. Montanari, A. Quattrini,
A. Valeri. A marzo, mese dedicato
alla donna, due sono gli appuntamenti da non lasciarsi sfuggire. Il
primo incontro rientra nel Progetto Salute ed è previsto venerdì 11
marzo, alle 21, nella sala consiliare
del comune. La dott.sa Carla Bracalenti dell’Ospedale di Macerata
parlerà di “Prevenzione al fem-
minile”. Domenica 13 marzo, alle
17,30, il teatro ospiterà “Quando la
voce è donna”, concerto al femminile del Nino Rota Ensemble a cura
del Resto del Carlino. Giovedì 24
marzo, alle 21,15, “Una questione
di vita e di morte”, veglia per E. Englaro di e con Luca Radaelli, musica
e canto di Marco Belcastro. Sabato
9 aprile, alle 21, è la volta di “Toni
Ligabue”, di Cesare Zavattini, regia
di Silvio Peroni, attore protagonista
Vito, noto volto televisivo da tempo
dedito all’attività teatrale. Per informazioni e prenotazioni contattare
direttamente il comune di Montecarotto. Infine ecco un’idea originale: regalare un abbonamento per
far sorridere, riflettere e commuovere chi amiamo.
Maria Cristina Coloso
Voce della
Vallesina
economia
Opinioni
a confronto
Marco Cercaci, ex assessore alla cultura, sul museo archeologico
Sulla scelta del San Floriano
Con riferimento all’articolo comparso in
Voce della Vallesina del 21 novembre scorso,
relativo al colloquio tra insegnanti e operatori didattici in pinacoteca e musei civici, sento il bisogno di precisare quanto segue. Alla
legittima domanda di una insegnante circa
la chiusura del museo archeologico della città la direttrice della Pinacoteca, tra le altre
cose ha testualmente risposto che “noi avevamo allestito l’archeologico qui dentro. Poi
è arrivato un assessore che ha deciso di portarlo in un altro luogo, ecc. ecc…”.
Ebbene, l’assessore che prese quella decisione, insieme al Sindaco, alla giunta e alla
Soprintendenza archeologica delle Marche
fu il sottoscritto che, anche oggi, non esiterebbe neanche un momento a rifare la medesima scelta.
Sarebbe stato più opportuno da parte della
direttrice non liquidare l’argomento così superficialmente, spiegando che costituire il
nuovo museo archeologico di Jesi e del suo
territorio era cosa ben diversa da quel modesto e non esaustivo allestimento posto in
essere presso il palazzo Pianetti (ricordo che
l’unica importante testimonianza archeologica, cioè il ciclo di statue di età Giulio–
Claudia, fu smembrato collocando due statue al piano primo e quattro in un piccolo ed
angusto ambiente condiviso con la portineria del piano terra)
Occorre allora a questo punto far capire a
tutti, compresa la direttrice che pure all’epoca sembrava aver compreso l’importanza del
progetto, cosa significava per la città costituire un centro culturale archeologico presso
la struttura denominata San Floriano.
Quest’ultima struttura per sua oggettiva conformazione si prestava in maniera ottimale
alla destinazione scelta dall’Amministrazione Comunale dell’epoca: infatti i quattro
piani utilizzabili erano ciascuno assegnabile
ad una precisa progettualità e destinazione
legata però da un unico filo conduttore connesso alle seguenti circostanze.
Nel piano seminterrato del san Floriano era
presente come è ancora presente la “cisterna
romana” del I secolo d.C. e cioè il più importante reperto archeologico della città; al
piano primo gli ambienti presenti non allestiti sarebbero diventati il luogo privilegiato
per mostre tematiche e non, così come allo
stesso piano il teatro oltre a svolgere il ruolo
di contenitore di spettacoli avrebbe assolto
all’importante compito di spazio per convegni di natura non solamente archeologica di
alto profilo.
Il secondo piano sarebbe diventato il museo
dei reperti, e si badi bene non solamente
dei pochi di proprietà comunale, ma dei
tanti, relativi alla città e al suo territorio,
trasferiti, con non poca difficoltà, dalla
Soprintendenza Archeologica alla nuova
struttura museale, l’ultimo piano sarebbe
diventato un importante centro e laboratorio di restauro dei materiali provenienti
appunto dal territorio, gestito in stretta sinergia con il Ministero dei Beni Culturali e
fruibile da giovani per stage e approfondimenti in materia, nonché da scolaresche e
cittadini curiosi di vedere le testimonianze
della loro storia allo stato di ritrovamento.
Ritengo superfluo soffermarmi sulle potenzialità del nuovo complesso culturale sia sotto il profilo turistico culturale, sia sotto quello didattico e per questo non aggiungo altro
se non che intanto alcuni dei più importanti
reperti che erano stati trasferiti a Jesi per il
costituendo nuovo museo archeologico sono
nel frattempo ritornati in Ancona (tale evenienza mi ricorda molto da vicino le vicende
relative all’archivio dell’ex Pretura).
Appare chiaro, dunque, che non è, come si
vorrebbe far credere, che un assessore un
giorno non sapendo cosa fare ha deciso di
spostare un museo tanto per far qualcosa.
Purtroppo la giunta in cui operava quell’assessore è stata sostituita da un’altra che non
ha più creduto in quel progetto, come in
tanti altri… ma questo è un altro discorso.
Avv. Marco Cercaci
Isp.on. Soprintendenza Archeologica delle Marche
Presidente del Consorzio Città Romana di Suasa
già assessore alla cultura del Comune di Jesi
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26 dicembre 2010
13
Banca Marche: la strenna natalizia dedicata all’arte pittorica
Presentati dati rassicuranti
L’occasione che il clima natalizio offre di un contatto con i
dirigenti della Banca Marche
– il presidente Michele Ambrosini e il direttore Massimo
Bianconi – permette sempre
un modesto aggiornamento
sulla situazione di una rilevante azienda di credito in
un momento che ha visto
tremare tutta la finanza mondiale. Certo, non saranno i direttamente interessati a farci
conoscere eventuali rilevanti
difficoltà che potrebbero determinare qualche problema
alla più qualificata banca della regione, ma è anche vero
che i dati rassicuranti e presentati ai cittadini in diverso
modo durante tutto l’anno,
trovano ampia conferma nelle ultime cifre snocciolate ai
rappresentanti della stampa locale. In particolare va
sottolineata la politica della
Banca Marche riferita alle
famiglie, la comprensione in
discreto modo per chi si trova in difficoltà nell’onorare le
rate dei mutui, una generosa
apertura verso l’artigianato
e le piccole e medie imprese,
un bilancio che non va oltre,
in quanto a sofferenze, alla
media degli anni precedenti.
In un momento così grave. Si
ha la netta impressione che il
risparmiatore può stare tranquillo e che chi ha bisogno
della presenza della Banca
Marche trova soddisfazione
a condizioni accettabili. Cer-
to, neppure la “nostra” banca
regala niente, ma che i nostri
risparmi ricadano positivamente sul territorio è una realtà. Ed è una realtà altamente positiva che si sia lavorato
nel recente passato per mantenere l’autonomia di questo
Istituto di credito che ormai
vanta oltre 300 sportelli distribuiti in sei regioni e più di
3000 dipendenti. È vero che
la situazione mondiale di crisi non lascia tanto ottimismo
per l’avvenire, anche se piccoli passi in avanti sono ormai una realtà. Purtroppo c’è
ancora il sistema burocratico
che lega le banche, le aziende,
gli enti pubblici in modo tanto rilevante da far sì che quasi tutte le nazioni europee
ci scavalchino nella rapidità
di attuazione dei progetti. Il
nostro è un sistema legato,
un sistema che danneggia
tutti. Esempio: sapete quanto tempo il comune di Jesi ha
impiegato per realizzare la
rotatoria inaugurata in questi giorni a ridosso del grande orologio lungo la nazionale 76? Tre anni, e cioè da
quando Banca Marche aveva
messo a disposizione la cifra
intera necessaria per l’opera
(fontana compresa).
Ultima nota, la strenna di
quest’anno: 280 pagine lussuosamente patinate (edizione Nardini) e riproducenti
duecento capolavori dell’arte,
sia pittorica che letteraria.
Celebrano il Natale all’unisono: L’Annunciazione, la Visitazione, la Nascita, i Magi.
La Fuga, la Strage degli Innocenti, il primo insegnamento
di Gesù nel tempio. Dice il
presidente Michele Ambrosini nella sua presentazione: «Abbiamo deciso di fare
omaggio agli amici di Banca
Marche di questa pubblicazione perché, nella sua semplicità, ci è sembrata un’idea
innovativa. Presentare le
varie fasi della Natività intrecciando i capolavori della
letteratura con quelli dell’arte
ci pare il modo migliore per
restituire un’emozione, quella del Natale, così genuina
e per questo così autentica.
Un’emozione per tutti, cristiani e non cristiani».
Un piccolo capolavoro. Ma
una altrettanto piccola critica la voglio fare (chè niente è
perfetto!).
Il criterio seguito per la scelta
delle opere pittoriche è senza
limiti né di spazio né di tempo.
Bene. Però aver dimenticato,
fra le tante Annunciazioni riprodotte, proprio quella che
abbiamo a Jesi (Lotto) dove ha
sede la centrale della Banca
Marche, è una lacuna imperdonabile. Il distratto editore
ha preferito quella maschia e
rude di un certo Bartolomeo
della Gatta alla nostra, dolcissima, di un autore di primo livello e … “jesino”!
v.m.
Relazione sullo stato del Servizio Idrico Marche Centro
L’Acqua pubblica agli sgoccioli?
Pubblico o privato, chi fa veramente acqua? Di
certo, la gestione in house nella Provincia di
Ancona non fa acqua.
È quanto emerge dalla “Relazione annuale sullo stato del Servizio Idrico Integrato
nell’A.T.O. n. 2 Marche Centro-Ancona”, presentata oggi 15 dicembre presso la sede della
Regione Marche.
All’indomani della manifestazione regionale del
4 dicembre contro la privatizzazione dell’acqua
e alla vigilia della soppressione delle Autorità
d’Ambito Territoriale Ottimale prevista dalla L.
42/2010 a partire dal primo gennaio 2011, l’AATO n. 2 “Marche Centro-Ancona” , l’Autorità
d’Ambito incaricata di programmare, regolare e
controllare la gestione del Servizio Idrico Integrato nei 43 comuni della Provincia di Ancona e
nei 2 Comuni della Provincia di Macerata (Matelica ed Esanatoglia), per l’ottavo anno consecutivo, scatta la fotografia del Servizio Idrico Integrato nel territorio di sua competenza.
Dalla sorgente al depuratore, a finire sotto la
lente di ingrandimento dell’AATO n. 2 è l’intera filiera dell’acqua, gestita in house da Multiservizi Spa. Le fonti di approvvigionamento
sono tutte di ottima qualità, la copertura del
servizio acquedotto è pressoché totale, quella
del servizio di fognatura è superiore alla media
nazionale e quella del servizio di depurazione
conforme ai valori medi nazionali. È questa in
sintesi la “pagella” del Servizio Idrico Integrato
nella Provincia di Ancona.
A preoccupare non è, dunque, la qualità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti, né la sua
quantità (Il 2009 è stato infatti un anno sufficientemente piovoso). Preoccupa, piuttosto, la
sua futura gestione e controllo. Dopo la conversione in Legge del Decreto Ronchi che apre
alla liberalizzazione, la bocciatura della Corte
Costituzionale al ricorso presentato da alcune
Regioni italiane, tra cui le Marche e l’approvazione della Legge 42/2010 che prevede la soppressione delle A.A.T.O. su tutto il territorio
nazionale, quale futuro si profila per l’acqua,
per la sua gestione e il suo controllo? Quali rischi per le tariffe e per gli investimenti? E quali
conseguenze per gli utenti?
“Ci troviamo di fronte ad un quadro giuridico
dai contorni incerti e dalle prospettive preoccupanti che potrebbe compromettere gli investimenti, il loro rapporto con le tariffe e l’operatività della gestione”, ha dichiarato la Presidente
dell’A.A.T.O. n. 2 Marisa Abbondanzieri.
L’attuale quadro normativo che regola il settore
è ancora debole ed impreparato a fronteggiare
adeguatamente i rischi posti dalle grandi operazioni di concentrazione aperte dalla gara. «In
fase di gara, infatti, un gestore con vari affidamenti e un’elevata capacità negoziale – ha sottolineato il direttore dell’A.A.T.O. n.2 Massimiliano Cenerini - sarebbe in grado più di altri,
di offrire un prezzo d’asta strategicamente basso, rinunciando temporaneamente a parte dei
profitti per aggiudicarsi l’affidamento, compensando tale rinuncia sia con le tariffe più alte
già spuntate in altri ATO, grazie proprio alle
superiori capacità negoziali, sia attendendo il
momento migliore, come la revisione periodica,
per rinegoziare le condizioni pattuite in sede di
gara. Le Autorità d’Ambito sono troppo poco indipendenti, hanno una capacità di agire limitata e sono troppo piccole per fronteggiare da sole
i grandi gruppi industriali. Inoltre, la mancanza di una vera autorità di settore nazionale di
settore, indipendente e autorevole, rende ancora
più debole il sistema di regolazione».
14
IL PALAZZO E DINTORNI
Le poste italiane e l’immondizia
Tanti sono i servizi pubblici a Jesi. Due
in particolare mi hanno interessato giovedì e venerdì passati, i due giorni che
hanno visto la città imbiancata con 10
centimetri di neve. Venuta da Ancona,
venuta dalla Dalmazia, venuta dalla
Russia. In Europa un disastro, in Italia
è andata peggio che a Jesi. Da noi la
modesta infarinatura ha bloccato per
due giorni il servizio postale. Credevo perché aspettavo il giornale - che fosse
una difficoltà solo per la mia via (che ha
avuto poco più di un un’infiorata leggermente ghiacciata), ma poi chiacchierando qua e là, ho scoperto che tutta la
città era rimasta per due giorni senza
il servizio postale. «Che volete: tanta
neve, tanto ghiaccio e con i motorini…
E poi avete visto in Italia e in Europa?
Ma che disastro! E che freddo! Quante
difficoltà ad andare per la strada!»
***
Ma il compressore dei rifiuti – con la
puntualità del famoso orologio svizzero
– è arrivato, come sempre, fino davanti
casa (erano le ore 6,50!!), ha raccolto i
miei rifiuti e quelli di tutto il vicinato,
di tutta la via, di tutta Jesi! E dovevate
vedere – proprio come ogni mattina –
con che destrezza si muoveva l’addetto,
anzi – sentite, sentite – gli addetti, perché a raccogliere i bidoni non era più
solo uno ma due. Io a vederli correre
qua e là in perfetta armonia con gli spostamenti del camion mi chiedevo: ma
questi si sono accorti che ha nevicato?
Sì, si erano accorti perché l’autista ha
girato il mezzo ( la via è senza sbocco)
con una manovra in più per evitare la
modesta discesa (non si sa mai!). E pochi giorni prima avevano lasciato sul
secchiello marrone uno stampato con il
quale ti avvisavano che nelle prossime
festività le date della raccolta sarebbero
state cambiate in base ad un calendario
ad hoc. E giù le date esatte per gli ultimi
giorni del 2010 e per la prima decade
del 2011. Sono stati i primi ad usare il
nuovo calendario. Ma che volete di più
dal nostro comune e da Jesi-Servizi?
Insomma: il confronto ti fa cascar le
braccia pensando alle Poste, ti esalta
osservando la perfezione del servizio
comunale.
Auguri a tutti… anche alle Poste! Ne
hanno bisogno.
Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum esse
v.m.
CHIARAVALLE: Lino Stronati e Oxana Bochko
Pittura e musica per Carlo Urbani
Il 23 dicembre, nel contesto della mostra pittorica “Stroli per Carlo Urbani”, lo spazio
eventi del Gigolè di Chiaravalle ospiterà la
performance musicale della nota arpista di
San Pietroburgo Oxana Bochko. A partire dalle 17,30 e fino alla 20 nella rotonda del
Gigolè risuoneranno le dolci note d’arpa della
musicista russa. L’evento, già dedicato a Carlo
Urbani e alla raccolta solidale a favore dell’Associazione che porta il suo nome, si arricchisce quindi di un prezioso tributo in musica
con alcuni brani natalizi ed altri da colonne
sonore di film, come Titanic o Forrest Gamp,
o di musica leggera, come Hey Jude e Yesterday di Mc Cartney e ancora Everything I do,
I do for you di Bryan Adams e “I have a dream” e “Chiquitita” di B. Anderson. Un ricco
e vario repertorio, quindi, abbinato a motivi
solidali. Al pomeriggio di pittura e musica
parteciperà anche una delegazione dell’Associazione Italiana Carlo Urbani Onlus
con la presidente Maria Scaglione, mamma di Carlo e la vedova del Medico Senza
Frontiere di Castelplanio Giuliana Chiorrini. La mostra “Stroli per Carlo Urbani” e il
tributo musicale dell’arpista Oxana Bochko,
che vanta prestigiose collaborazioni con il
Teatro Mihailovskij di San Pietroburgo e con
il “Petersburg Concert”, sono ad ingresso gratuito. Gli ospiti che lo vorranno potranno
fare un’offerta all’Associazione Italiana Carlo
Urbani che prosegue nel mondo le attività solidali a favore dell’accesso alla salute e alla dignità dei popoli dimenticati di Africa ed Asia
già intraprese dal medico marchigiano scomparso nel 2003.
A Jesi partono le attività preparatorie in comune
15° censimento della popolazione
In preparazione del 15° censimento generale della popolazione che si terrà ad ottobre 2011, il Comune di Jesi, su disposizione
dell’Istat, effettuerà fino al prossimo mese
di febbraio la rilevazione dei numeri civici
e degli edifici. Il censimento della popolazione del 2011, rispetto ai censimenti precedenti, si svolgerà con modalità diverse e
per questo motivo l’Istat ritiene necessario
costruire preliminarmente la banca dati dei
“contenitori” relativi alla popolazione residente e cioè quella degli edifici e la relativa
numerazione civica attribuita agli stessi.
Il Comune di Jesi ha inteso cogliere questa
occasione come un’opportunità per integrare le banche dati geotopografiche già in
suo possesso con le informazioni richieste
dall’Istat.
Per fare questo, il Comune svolgerà queste
attività preparatorie completamente in digitale, senza cioè ricorrere all’utilizzo delle
schede cartacee, attraverso dispositivi palmari dotati di fotocamera digitale e rice-
Voce della
Vallesina
pagina aperta
26 dicembre 2010
vitore Gps. Le operazioni verranno svolte
da sei rilevatori che il Comune di Jesi ha
individuato, tramite un bando di selezione.
Si tratta di giovani professionisti (architetti
ed ingegneri) che, muniti di apposito tesserino di riconoscimento fornito dall’Istat,
percorreranno le vie della città, ed effettueranno le dovute rilevazioni. Ogni rilevatore è autorizzato a visitare gli spazi comuni
(androni, porticati, ballatoi, scale ecc.), degli edifici del territorio comunale al fine di
raccogliere informazioni sulle caratteristiche degli immobili.
Le modalità di svolgimento di tali attività
sono innovative e sono condivise con pochissimi altri Comuni a livello nazionale.
Il Comune di Jesi chiede alla cittadinanza la
massima collaborazione e fa presente che
una buona qualità delle informazioni raccolte in questa fase permetterà di evitare
alle famiglie di essere nuovamente ricontattate dai rilevatori addetti alla fase due,
quella dei questionari.
La Gaetti, direttore dell’Unità di Pediatria, lascia l’incarico
Un reparto di alta specializzazione
Abbiamo letto in questi giorni sulla cronaca
cittadina di alcuni quotidiani di livello regionale e nazionale, la notizia del cambio di dirigenza nella divisione di pediatria dell’ospe-
dale di Jesi. Voce della Vallesina si unisce al
coro di elogi e di ringraziamenti che tutti
hanno tributato alla dott.ssa Maria Teresa
Gaetti che ha lasciato l’incarico di primario
pediatra dopo 21 anni di servizio. Chi, come
il sottoscritto, ha consegnato il reparto alla
Gaetti nel lontano 1989 ed ha avuto motivi
di frequentare il reparto stesso, può testimoniare l’intenso, continuo ed appassionato
lavoro compiuto in quel servizio di pediatria.
Non solo il primario ma tutti i componenti
dell’equipe, infermieri, psicologi, pedagogisti, hanno donato il meglio di tutte le loro
possibilità, beneficiando anche delle risorse
diagnostiche e terapeutiche che via via sono
state messe a disposizione dalle varie amministrazioni succedutesi.
Il reparto è stato portato ad un alto livello clinico diagnostico, tanto da essere promosso di
fronte agli altri reparti della regione e da far
eleggere la dottoressa Gaetti presidente della
SIP Marche (Società Italiana di Pediatria).
Gli inizi del reparto pediatrico risalgono alla
seconda metà degli anni Sessanta, durante la fortunata presidenza del prof.
Vittorio Massaccesi. Cominciammo
con un solo medico ed un’unica infermiera: poi con l’aiuto del dott. L. Pellegrini e successivamente in ordine della
dott.ssa Gaetti, del dott. Varani, della
dott.ssa G. Carotti e della dott.ssa P.
Vianelli, il reparto è decollato e migliorato fino al successo attuale. Oggi
si avvale del lavoro, della preparazione
e dell’esperienza di ben nove medici, a
ciascuno dei quali è affidato un settore
di ulteriore specializzazione: ciò consente anche un buon livello di lavoro
di ricerca.
Tutto questo è merito della lungimiranza delle amministrazioni succedutesi, ma soprattutto della dottoressa Gaetti che con la nota
tenacia e la grande competenza neonatologica e neuropsichiatrica ha ottenuto i risultati
a tutti evidenti.
Alla dottoressa Giuliana Carotti che riceve
l’incarico della successione nel primariato, gli
auguri di tutti noi che l’abbiamo conosciuta, sempre seriamente impegnata, nella sua
pluriennale attività di pediatra ospedaliero.
Saluti ed auguri anche alla dott.ssa Vianelli e
a tutto il gruppo di operatori medici e paramedici con l’auspicio che la nostra Azienda
Sanitaria, zona di Jesi, sia sempre all’altezza
dei tempi, per il migliore servizio alla popolazione infantile.
Primo Luigi Bini
Le iniziative per le festività natalizie e la Giornata della Pace
Il Natale Pop insieme alle associazioni
Il Natale Pop (nel senso di popolare) del comune di Jesi è
iniziato con Tipica e Stracibo
e con tante iniziative promosse dall’assessorato allo sviluppo economico, al turismo,
alla cultura e dalle associazioni che operato sul territorio
comunale.
Nello scorso fine settimana,
spazio all’animazione nelle principali vie e piazze del
centro storico: “Furgolibro”
con lettura animata “L’ombra
di Babbo Natale” e laboratorio Creativo e il “Cinemamabile; il cinema mobile dei
sogni” con artisti di strada e
animazioni circensi; spettacolo di street dance itinerante e musica dal vivo con The
Varnelli’s.
Tante anche le mostre aperte
in questi giorni fino all’inizio
del nuovo anno: aperto fino
al 6 nella chiesa di San Savino
il presepe “Kairos. Il presepe
della Pace” a cura della Confraternita Jesina dei Mastri
Presepai; nella chiesa Mereghi aperta fino al 23 dicembre
la seconda mostra mercato
dell’artigianato artistico locale a cura dell’Aido di Jesi. Domenica 19 è stata inaugurata
presso la sala d’arte contemporanea del Museo Diocesano la mostra “Oltremare. Personale di Samuele Pigliapochi”
che rimarrà aperta fino al 16
gennaio 2011.
Come ogni anno il 26 dicembre, dalle ore 17, torna
in Piazza Federico II “Buon
Compleanno Imperatore!” i
festeggiamenti per celebrare la nascita di Federico II di
Svevia con l’esibizione dei
piccoli allievi della Scuola di
Danza Linea Club e animazione di strada con l’Associazione Culturale Octava Rima.
Per salutare il 2010 concerto
in Piazza della Repubblica
con la Riciclato Circo Musicale e il Neil Group in collaborazione con la Fondazione
Pergolesi Spontini a partire
dalle ore 23; mentre giovedì 6
gennaio, giorno dell’Epifania
due interessanti appuntamenti dedicati alla Pace. A partire
dalle ore 11.30 in Piazza della
Repubblica “2000 idee per la
Pace” a cura delle Circoscrizioni Comunali, mentre al
Teatro Moriconi, in collaborazione con la Consulta per la
Pace, alle ore 17 spazio al tradizionale appuntamento con
la “Giornata della Pace”.
Sara Federici
poste italiane: Allo sportello filatelico di Jesi Centro
Francobolli dedicati al Natale
In occasione delle festività natalizie, presso
lo sportello filatelico dell’ufficio postale di
Jesi Centro (via Mura occidentali) sono disponibili due francobolli commemorativi,
emessi da Poste Italiane il 29 ottobre scorso,
uno a tema religioso e l’altro a tema laico.
Il francobollo dedicato al soggetto religioso,
del valore di 0,60 euro, riproduce il dipinto Adorazione dei Magi realizzato da Sandro Botticelli intorno al 1475 e conservato
nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Quello
dedicato al soggetto laico, realizzato dalla
bozzettista Silvia Isola, del valore di 0,65
euro, raffigura, in un paesaggio innevato e
puntellato da abeti stilizzati, un trenino che
traina la scritta Natale.
Entrambi i francobolli sono stati stampati
dall’Officina Carte Valori dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. in rotocalcografia, su carta fluorescente non filigranata, per una tiratura prevista di quattro
milioni di esemplari.
Voce della
Vallesina
sport e tempo libero
Scacchi: lo jesino Luigi Ramini vince il torneo
26 dicembre 2010
15
BASKET-FILENI BPA si torna in campo il 2 gennaio
Anche in diretta internet
Il campionato va in vacanza per Natale
Nei giorni 20 e 21 e 27 e 28
novembre si è svolto a Porto Sant’Elpidio, l’importante Torneo Internazionale di
Scacchi denominato “Villa
Baruchello”. Il Torneo, giunto alla sua XIII edizione, a
visto la presenza di un buon
numero di scacchisti provenienti dalla nostra regione
e da altre parti d’Italia, attratti dal ricco montepremi
offerto. Questi giocatori si
sono affrontati in una Sede
di gioco davvero suggestiva, la stupenda Villa Storica
di proprietà del Comune da
cui prende nome la manifestazione.
Proprio uno jesino è salito sul gradino più alto del
podio. Il nostro concittadino, Luigi Ramini, infatti
ha concluso il Torneo, ottenendo un risultato molto
importante, si è classificato
primo assoluto con l’indiscutibile punteggio di 5
partite vinte e una pareggiata (“pattata” per usare un
termine scacchistico) sulle
6 sfide disputate!
«La mia fortuna (se si può
parlare di fortuna negli
scacchi!) ci dice Luigi Ramini - …è stata quella di ri-
La Fileni Bpa chiude il suo drammatico 2010
con una sconfitta, la quarta consecutiva.
Dopo i ko con Udine, Ferrara e Forlì, domenica scorsa è toccato all’Imola infliggere un nuovo dispiacere agli arancio-blu. Al
PalaTriccoli è finita 100 a 91 per gli ospiti,
che hanno approfittato del calo degli jesini
nell’ultimo periodo. “C’è tanta rabbia – ha
detto un deluso coach Cioppi – Nel terzo
quarto avevamo ribaltato la partita con l’aggressività in difesa ma ci siamo fermati, subendo 31 punti negli ultimi dieci minuti. Ci
dobbiamo svegliare tutti: o ci mettiamo in
testa che da questa situazione si esce con
l’intensità in difesa o faticheremo sempre”.
Cioppi nel corso della sfida ha perso Thomas Mobley (al centro, nella foto di Candolfi). L’americano ha rimediato la rottura
del tendine d’Achille ed è stato immediatamente operato. Con quattro mesi di stop,
per il giocatore la stagione è già finita.
La classifica dopo il dodicesimo turno di
andata: Venezia 22 punti; Udine 20; Pistoia, Casale Monferrato 16; Barcellona 15;
Rimini, Scafati 14; Imola 12; Ferrara, Fileni Bpa Jesi, Veroli, Casalpusterlengo 10;
Forlì, Reggio Emilia 8; Verona 6; San Se-
uscire a vincere in extremis
la prima partita, dopo essermi trovato in una posizione
davvero compromessa, …
questo risultato insperato
mi ha dato grande fiducia
nelle mie possibilità e mi ha
permesso di giocare a viso
aperto contro tutti gli avversari e di “infilare” altre 4
vittorie consecutive , giungendo all’ultima gara, dove
bastava pareggiare per avere
la matematica certezza di
vincere il Torneo!»
La manifestazione si è distinta per la precisa organizzazione offerta da parte
del Circolo Scacchi di Porto
Sant’Elpidio e soprattutto per l’invidiabile apporto
tecnologico presentato. Basti pensare che 7 scacchiere
durante tutto il Torneo sono
state costantemente collegate tramite internet al sito
della Federazione Italiana
Scacchi. Questa novità ha
permesso ad ogni appassionato di Scacchi di seguire
in diretta, una intera partita
comodamente dalla propria
abitazione. Anche il Tg3
Marche ha voluto essere
presente all’evento.
Il 21 novembre, durante
lo svolgimento del torneo,
Maurizio Blasi, giornalista
della RAI, ha realizzato un
ampio servizio sulla manifestazione. Il servizio è stato
trasmesso sul Tg3 Marche
delle 14 e replicato nell’edizione serale.
Luigi Ramini in seguito alla
vittoria del Torneo e quindi
alla variazione positiva del
suo punteggio ELO (punteggio numerico con cui è valutato ogni singolo giocatore)
può aspirare alla promozione all’ambita Categoria di 1°
Nazionale. Ma per avere la
certezza dell’importante traguardo dovrà aspettare l’elaborazione di tutti i conteggi
da parte della Federazione
Scacchi Italiana.
l.c.
Il nuovo progetto dell’assessore al commercio Daniele Olivi
Il ritorno del mercato nel centro storico
È così che fa ritorno il mercato da Porta
Valle al centro storico di Jesi, differente
rispetto al precedente. Infatti il progetto esposto dall’assessore al commercio
Daniele Olivi mercoledì scorso alle commissioni consiliari presenta una nuova
organizzazione del mercato ambulante,
sempre attivo il mercoledì e il sabato, che
si basa su una precisa politica di sviluppo, nel rispetto del progetto di marketing
territoriale del centro storico elaborato da
Unioncamere con il mondo produttivo e
contenuto nel Piano strategico del Comune. Questa nuova organizzazione prevede
una maggiore integrazione del commercio in area pubblica con quello in area privata e mira a promuovere nel primo, il mercato ambulante, una serie di interventi simili a
quelli che, per quanto attiene alle attività in
sede fissa, sono stati rinchiusi attorno al progetto del “centro commerciale naturale”. Di
conseguenza anche la sua distribuzione nel
centro, oltre a dover tener conto delle esigenze di sicurezza, è stata concepita con precisi
criteri di integrazione nella parte antica e razionalizzazione degli spazi affinché si venga
a creare un percorso fluido per tutto il centro anche per stimolare i cittadini e motivarli alla maggiore frequentazione del luogo. Il
mercato ora presenta inoltre variazioni sulle
dimensioni dei banchi: 4 i formati ammessi,
variabili dai 28 ai 52 mq; ed è suddiviso per
settori merceologici: l’intero settore alimentare per esempio d’ora in poi avrà luogo al
mercato delle erbe, dove al piano inferiore
troveranno spazio gli agricoltori e a quello
superiore gli alimentaristi. Di fronte al mercato delle erbe invece, sotto le mura di via
Nazario Sauro avrà luogo il mercato non am-
bulante che interesserà piazza della Repubblica e tutte le piazze che si affacciano su via
Pergolesi fino a piazza Federico II. In questo
modo il mercato è maggiormente accessibile
sia a partire dalla zona di Viale della Vittoria
(grazie al parcheggio interrato Mercantini
collegato proprio al mercato delle erbe, con
l’aggiunta della scala mobile di palazzo Battaglia), sia dalla parte dei parcheggi di Porta
Valle e delle Conce con il nuovo impianto di
risalita che collega il Torrione a Piazza della
Repubblica, attraverso i due ascensori di cui
è imminente la ripresa dei lavori. Rimangono
temporaneamente a Porta Valle solo le bancarelle che avranno come destinazione finale l’area sotto le mura di via Nazario Sauro.
Questo fin tanto che non sarà avviata la pedonalizzazione di corso Matteotti e dunque
non vi saranno più autobus che scenderanno
contromano lungo la stessa via Sauro. Per
di più si effettueranno maggiori controlli da
parte dei vigili urbani.
Ilaria Latini
Foto Anna Vincenzoni
Cinema: Una storia come tante altre. Un finale diverso.
Johnny Cash. Il prezzo del successo
Quando l’amore brucia l’anima. Questo il titolo dell’autobiografia di Johnny Cash,
questo il titolo italiano del
film Walk the Line (2005) di
James Mangold. Una biografia di uno dei rocker più controversi e discussi della storia
della musica contemporanea.
Gli ingredienti ci sono tutti:
la morte prematura del fratello; l’alcolismo del padre;
un sogno che secondo i crismi del ceto sociale, che si
trova a frequentare a causa
del suo primo matrimonio,
non va perseguito; un successo che arriva tutto insieme. Le conseguenze? Alcool
e droga, perdita del controllo
di una vita che non sente più
sua, impossibilità di gestire
un sentimento sincero, vero
ma sporcato dalla mancanza di lucidità, verso un’altra
donna.
Tutto questo è Johnny Cash,
una storia simile a molte altre. Viene in mente subito
il precursore, Elvis Presley,
fino all’ultimo caso, Michael
Jackson, passando per uno
che fece ancora più scalpore,
perché più giovane e perché
sicuramente più sinceramente disperato degli altri due citati: Kurt Cobain.
Ma Cash ne esce vivo, grazie
a June Carter, compagna di
mille concerti, che lo aiuta
ad uscire dalla dannazione
della droga ed a risalire su
un palco. E farà ancora tanto
per il rock. Se ne andrà solo
a 71 anni, nel 2003, dopo decine di album e centinaia di
concerti.
Andrea Antolini
vero 0 punti. Il campionato di Lega due si
ferma per le festività natalizie. Si tornerà
in campo domenica 2 gennaio, quando gli
arancio-blu ospiteranno al PalaTriccoli il
fanalino di coda San Severo (ore 17, diretta SportItalia 2). Giovedì 6 la Fileni disputerà il turno infrasettimanale, andando a
far visita allo Scafati (ore 18.15). Domenica 9 gennaio gli jesini chiuderanno il girone di andata in casa contro il Pistoia (ore
18.15). Domenica 16 si comincerà il girone
di ritorno a Reggio Emilia (ore 17, diretta
SportItalia 2).
Giuseppe Papadia
PARLA CAMPANA, vice-presidente della Giovane Aurora
Un progetto che chiede il confronto
Nel 1997 ad un nucleo di
sta dando davvero risultati
appassionati di calcio gioconfortanti. «La preziosa colvanile venne l’idea di unire
laborazione è nata ufficiali loro settori giovanili, visto
mente due anni fa – debutta
l’esiguo numero di dirigenti
ai nostri microfoni il Vicee anche la difficoltà di comPresidente nativo di Staffolo pletare l’organico delle squaDopo numerosi tentativi con
dre del settore young. Dopo
varie società, siamo riusciti
molteplici meeting, nacque finalmente a mettere in pista
la “S.C. Minonna Monsano
un progetto proficuo, a be97”. L’idea si dimostrò vinneficio del pallone cittadino.
cente, tanto che nell’anno
Per la precisione, la Jesina
2000, la SPES Jesi chiese di
sovraintende l’ultima analisi
poter collaborare, e così il
della chiave tecnica, opera
compianto Paolo Pirani, alin sostanza come supervisor
lora presidente della SPES, grazie all’operato dei vari
confluì con il suo settore giovanile, forte di Amici, Paris... La Giovane Aurora, dal suo
organizzazione e di bravi allenatori, dando canto, non sta certo lì a guardare, ma vuole
cosi vita all’ “U.S. MMS Monsano scuola cal- contribuire a formare il ragazzo in previsiocio Spes”. Nel mese di giugno del 2009 il con- ne futura, facendolo apprendere e divertire
siglio si è riunito e ha deciso all’unanimità di allo stesso tempo… Sta poi alla Jesina Calcambiare denominazione e regione sociale cio, appunto, calamitare le migliori forze…».
per l’abbandono della SPES e del BORGO Tonino Campana continua: «Nonostante la
MINONNA. Si è così deciso di chiamare “partnership” continui a dare frutti positila società sportiva “A.S.D. MMSA GIO- vi, vedi le finali regionali raggiunte lo scorVANE AURORA” per poi togliere la sigla so anno dalla formazione degli Allievi, essa
MMSA la stagione successiva.dalla Federa- comporta delle difficoltà, specialmente di
zione. Attualmente il presidente è Giancarlo interpretazione e di impostazione. È d’obbliAlessandrini, mentre la carica di Vice-Pre- go, dunque, sedersi frequentemente intorno
sidente spetta all’esperto “tag team” Doria- ad un tavolo per discutere tutti quanti inno Romagnoli e Tonino Campana. Proprio sieme…».
con quest’ultimo abbiamo avuto modo di
Daniele Bartocci
scambiare quattro chiacchiere riguardo alla
Nella foto Luca Campana, figlio di Tonino.
collaborazione della Giovane Aurora con la
Luca è il terzino della Jesina,
Jesina Calcio, “cooperazione” continua e che
nato a Jesi il 17 giugno ‘93
Associazione L’Albero di Pina: laboratori dal 3 al 5 gennaio
A Volere Volare si “aspetta la Befana!”
Volere Volare è il centro educativo diurno de L’Albero di Pina,
che di recente ha iniziato a dare
accoglienza a bambini e ragazzi
del nostro territorio nei locali
della canonica della Parrocchia
di Sant’Antonio Abate (Zona Minonna, a Jesi).
Oltre all’attività pomeridiana ordinaria di accoglienza di bambini
e ragazzi dai 7 ai 14 anni, dal 3 al
5 gennaio, quando si è ancora in
pieno periodo di vacanza natalizia dalla scuola, gli educatori di
Volere Volare hanno pensato di
organizzare il laboratorio “Mentre arriva la Befana!”: un’esperienza educativa e, al contempo,
divertente, piena di teatro, musica, gioco e compiti (per chi ancora non li ha terminati).
Le attività del laboratorio inizieranno alle ore 9,00 e termineranno alle 17,00 con la possibilità di
pranzare insieme.
Per informazioni ed iscrizioni occorre telefonare al mobile
331 1752464. I posti disponibili
sono 15.
16
Voce della
Vallesina
scuola
26 dicembre 2010
Con il Cir33 parte una campagna informativa con lunni e insegnanti sulla raccolta differenziata dei rifiuti
Ragazzi a scuola in “Ve la rispieghiamo noi!”
Per l’anno scolastico in corso, il
CIR33 ha organizzato e promosso
un progetto educativo per le classi
delle scuole elementari del 33 comuni soci. L’iniziativa si intitola “Ve la
rispieghiamo noi!” e guiderà i ragazzi nella progettazione di campagne
informative e di sensibilizzazione
alla raccolta differenziata dei rifiuti.
Il progetto cerca di promuovere lo
sviluppo di una sempre maggiore consapevolezza in merito alla
raccolta differenziata dei rifiuti
ed il coinvolgimento degli alunni e degli insegnanti nel compito
di diffondere, all’intero contesto
socio-culturale, le conoscenze apprese sulle tematiche ambientali.
Gli alunni e gli insegnanti delle proposte ed illustrate ai genitori e
classi partecipanti saranno invitati gli alunni partecipanti riceveranno
ad approfondire alcuni argomen- un ricordo.
ti legati ai rifiuti e a realizzare un Le campagne più efficaci fungeranmessaggio informativo e di sensi- no da spunto per la realizzazione di
bilizzazione rivolto alla cittadinan- veri e propri progetti comunicativi
za e alle proprie famiglie. Le classi del Consorzio e le classi che avranpotranno promuovere la raccolta no prodotto i lavori più efficaci
differenziata, le regole per una cor- saranno invitate a partecipare alle
retta separazione dei materiali (pla- “RiciclOlimpiadi 2011”.
stica, metalli, carta, vetro, organi- Il progetto educativo del CIR33 ha
co), il riuso dei vecchi oggetti, le riscosso anche quest’anno moltissipratiche di riduzione dei rifiuti e me adesioni e forte apprezzamento
di risparmio delle materie prime, il da parte delle scuole. Sono circa
compostaggio domestico. A conclu- duemila gli alunni coinvolti che posione dei lavori, durante una festa tranno farsi testimoni di un nuovo
organizzata all’interno di ogni scuo- modo di guardare l’ambiente e le rila, le campagne realizzate saranno sorse che esso ci offre.
Istituto comprensivo di Moie: a scuola con la tecnologia
Anche Gennaro Pieralisi ha reso omaggio agli studenti
Una proposta per sottolineare la dimensione attiva dell’apprendimento, per valorizzare la sinergia tra pensiero e azione, per promuovere una didattica costruttiva. È quanto
offre, per questo anno scolastico, il progetto “Ritorno al futuro”, elaborato dall’Istituto
Comprensivo “C. Urbani” di Moie e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio
di Jesi. «Il progetto – spiega il dirigente
scolastico Nicola Brunetti – prevede l’acquisto delle LIM e dei relativi software e la
formazione dei docenti sulle diverse modalità di utilizzo: le sue funzioni, la gestione
applicativi, la didattica. In programma soprattutto l’utilizzo della Lavagna Interattiva
Multimediale in classe, in forma partecipativa e collaborativa, con il coinvolgimento
degli alunni stranieri, diversamente abili
e in situazioni di disagio. La LIM collega
Mattinata di premiazione
quella che si è svolta sabato
11 dicembre scorso presso il
Liceo Scientifico Leonardo
Da Vinci di Jesi: la preside
Bruna Aguzzi, alla presenza
di Gennaro Pieralisi, ha, infatti, consegnato i diplomi
agli studenti che hanno terminato il loro percorso scolastico lo scorso mese di luglio
con la maturità scientifica.
L’ospite d’eccezione della
giornata, l’imprenditore jesino Gennaro Pieralisi, ha
aperto la cerimonia con un
discorso nel quale ha spaziato su più fronti, nel rendere
omaggio ai giovani presenti: «Mi complimento con voi per il risultato raggiunto e
mi auguro che possiate raggiungere i più bei
risultati nella vostra vita futura. Tra i consigli che posso darvi, metto ai primi posti
quello di continuare a studiare e a specializzarvi perché il mercato del lavoro richiede
gente altamente preparata. In un’epoca di
crisi come questa, quello che sarà il domani è difficile dirlo, l’importante è arrivarci
preparati e non smettere mai di sognare.» A
conclusione del proprio intervento Pieralisi
ha sottolineato l’importanza del dialetto e ha
citato il romanzo di Hemingway “Il vecchio
e il mare”.
La preside Bruna Aguzzi ha invece posto
l’accento sui vari titoli dei quali il proprio
istituto si è fregiato ultimamente: un posi-
Lavagna Interattiva Multimediale Lo Scientifico premia i suoi diplomati
l’azione didattica con i bisogni di apprendimento degli alunni, in una dimensione
condivisa, dinamica, al passo con
i tempi e con le nuove caratteristiche cognitive e percettive degli
studenti, sfruttando l’interazione
tra diversi canali comunicativi.»
Un progetto con una grande rilevanza anche sociale, perché
consente lo sviluppo del lavoro
didattico in continuità con l’extra-scuola: è possibile fare scuola
a distanza (per alunni malati o
assenti), completare a casa attività iniziate a scuola, coinvolgere
maggiormente i genitori nell’interazione casa-scuola.
Nelle foto il dirigente Nicola
Brunetti e la Lim in classe
zionamento di assoluta rilevanza quello che
l’Ocse ha riservato al Liceo scientifico di Jesi
come scuola pilota in ambito nazionale e internazionale.
È stata quindi la volta dei protagonisti, gli
studenti ed ex-studenti premiati: in primis
è toccato agli alunni che si sono contraddistinti nelle varie olimpiadi, di matematica, di
fisica, di filosofia, di chimica, solo per citarne alcune, poi agli studenti che hanno raggiunto il punteggio di 100 e lode nella recente maturità e, infine, a tutti gli altri.
Un bel riconoscimento, frutto di cinque anni
di studi, per augurare le migliori soddisfazioni a dei ragazzi diplomati in una scuola
d’eccellenza nel panorama di tutto il comprensorio.
Marco Cremonesi
Regione: La giornata della Pace con l’Assemblea Legislativa delle marche e l’Università per la Pace
Coinvolgenti testimonianze di donne impegnate nella società
I diritti delle donne come fattore di pace.
Questo il tema della quarta edizione
della giornata della Pace, organizzata
dall’Assemblea legislativa delle Marche
e dall’Università per la Pace il 15 dicembre scorso, all’auditorium Ente Fiera di
Ancona. Un incontro aperto ai consigli
comunali dei ragazzi, al mondo della
scuola e delle associazioni attive nella
promozione dei diritti umani e della cultura di pace. Per l’Istituto comprensivo
“C. Urbani” di Moie-Castelplanio-Poggio
S. Marcello hanno partecipato all’incontro il dirigente scolastico Nicola Brunetti
e i rappresentanti dei consigli comunali
dei ragazzi dei tre comuni: Giuseppe
Devanna (sindaco di Maiolati Spontini)
e Daniele Tantucci (consigliere), Tania
Regnicoli (sindaco di Poggio S. Marcello) e Chiara Badiali (consigliere), Melena
Beltrani e Ilaria Mazzolani, consiglieri di
Castelplanio. La giornata è stata dedicata ai diritti delle donne, a sostegno della
campagna internazionale – promossa
da “Cispi” e “Chiama Africa” - volta ad
assegnare il Nobel per la pace 2011 alle
donne africane. «Un premio collettivo –
ha spiegato il presidente dell’Assemblea
legislativa, Vittoriano Solazzi, durante il
suo intervento in apertura dell’incontro–
per riconoscere a queste donne la grande
dignità e l’impegno con cui scrivono tutti i giorni la storia del continente africano». Toccante e coinvolgente la testimo-
nianza di Marguerite Lottin, fondatrice
dell’associazione interculturale “Griot”,
nata in Camerun. La Lottin vive ormai
da molti anni in Italia ed è impegnata
soprattutto sul fronte dell’integrazione
degli immigrati (già eletta nella Consulta del Comune di Roma), in particolare
delle donne africane: per la sua associazione si è ispirata all’idea del cantastorie
africano, che trasmetteva oralmente la
cultura e la storia, insegnava i principi
della vita e il rispetto della natura a tutti,
a cominciare dai più giovani. «La pace
deve essere una radice dentro di voi –
ha detto ai ragazzi - che deve crescere
e portare frutti di armonia nella vostra
vita e nella società che costruite.» Alla
manifestazione ha partecipato anche
la presidente della Commissione Pari
Opportunità, Adriana Celestini, che ha
evidenziato lo stretto collegamento fra
la pace e il rispetto dei diritti. La giornalista Lucilla Niccolini, che ha coordinato gli interventi, ha poi dato la parola
ai ragazzi, che hanno presentato i loro
lavori e le loro riflessioni sul tema della
pace. Tania Regnicoli è intervenuta, in
rappresentanza delle scuole di Moie, per
presentare una sintesi ed un breve video
del progetto “La pace si tinge di rosa”,
realizzato dall’Istituto Comprensivo “C.
Urbani”, coordinato dalle insegnanti Beatrice Nicolini e Mara Ballarini, sostenuto
dalla Regione Marche. «Abbiamo scelto
di far conoscere in maniera approfondita
le figure di tre donne - ha spiegato Tania
all’assemblea - legate in qualche modo
alla nostra Regione, che con la loro vita
e le loro opere hanno un forte contributo alla costruzione di un mondo di pace.
Sono Rigoberta Menchù, premio nobel
per la pace, che è periodicamente presente nel nostro territorio ed è cittadina
onoraria di Maiolati Spontini. Poi Chiara
Lubich, premio Unisco per i diritti umani e la pace, insignita della cittadinanza
onoraria di Loreto e Osimo. Infine Maria Ridolfi, cittadina di Maiolati Spontini, che ha dato vita a numerose opere
di volontariato, ed è stata insignita del
premio Spontini nel nostro comune. È
morta in terra di missione in Argentina.
A queste tre donne verranno dedicati tre
ulivi che pianteremo nel giardino della
nostra scuola.» A conclusione della giornata il presidente dell’Università per la
Pace, Raffaele Bucciarelli, ha evidenziato
le finalità di questa istituzione, nata dalla
volontà dell’Assemblea legislativa delle
Marche, a sostegno della pace.
t.t.
Nelle foto la delegazione dei consigli
comunali dei ragazzi di MaiolatiCastelplanio-Poggio S.Marcello, con il
dirigente scolastico Nicola Brunetti e
il presidente dell’università della pace
Raffaele Bucciarelli; Tania Regnicoli
durante il suo intervento all’auditorium
1923
Voce della
Vallesina
maiolati
La banda “L’Esina” e la banda di Staffolo in concerto
Musica, sport e danza
26 dicembre 2010
“Con il cuore da bambino”: la poesia di Dellabella
Spazi di speranza e di saggezza
a contare i nostri giorni, per arrivare alla sapienza del cuore, per percepire il valore del
tempo e il senso della vita.» Il tema del tempo
è stato poi approfondito dal predicatore, psicoterapeuta e teologo don Gianfranco Poli
che, richiamando il racconto Mendicanti di
una volta, ha mostrato l’importanza dell’apertura agli altri, «nel continuo tentativo di non
chiudersi, di essere sempre pronti ad aiutare,
assumendo la categoria del mendicante e ricordando le preziose lezioni di carità che il
racconto ci propone.» Il parroco di Moie don
Fabio Belelli, nel ringraziare con un dono Roberto a nome della comunità, ha ricordato il
suo impegno pluriennale di servizio e disponibilità. Il sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo Carbini ha espresso la sua condivisione
riguardo ai contenuti e ai messaggi del libro:
«Un tempo i valori erano diversi, forse era più
semplice trasmetterli ai figli. Questo testo è
un efficace strumento di analisi della vita per
ritrovare, forse, quella felicità che una volta sembrava più facile raggiungere.» Anche
l’assessore alla cultura Sandro Grizi ha manifestato il suo apprezzamento, richiamando
sta germogliando fra le due
bande, a cui stiamo lavorando con molto impegno.» Una
realtà, dunque, che si offre al
territorio come punto di riferimento educativo giovanile,
attraverso la pratica musicale, e come luogo di cultura e
di arte, con l’intento di creare
aggregazione, passione per la
musica, cultura.
Tiziana Tobaldi
Con il patrocinio del Comune di Maiolati Spontini
musica
maestro!
TEATRO GASPARE SPONTINI
MAIOLATI SPONTINI (AN)
9 GENNAIO 2011, ORE 17
musiche di G. Holst, G. Rossini, E. Morricone,
M. Willson, Prince, C. Mangione, K. Badelt, J. de Haan
dirige il M° Samuele Faini
INFO
La giornata è iniziata all’alba, con una sfilata
per le vie di Moie. Un buongiorno all’insegna
della musica per celebrare la festa di Santa
Cecilia. Così la Banda l’Esina, guidata dal maestro Samuele Faini, domenica 21 novembre,
ha vissuto uno dei momenti più significativi
dell’anno associativo. Alle ore 10.00 è seguito
il corteo lungo le strade cittadine, alle 11.30 la
Santa Messa in Chiesa Cristo Redentore. «La
banda musicale è una presenza importante
per il paese. – ha detto don Fabio Belelli – Un
luogo di aggregazione che arricchisce la
vita sociale.» Al termine della funzione
religiosa, un breve momento di festa nel
piazzale della chiesa, poi il pranzo sociale
presso i locali della sede. Ospiti dell’Esina
il sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo
Garbini insieme ad altri amministratori, la
presidente e le atlete del gruppo twirling
LG2 Loredana Guerro e i rappresentanti
del centro studi danza “Gaspare Spontini”,
con cui la banda sta collaborando attivamente in diverse manifestazioni. «È stato
un anno di intensa attività e ricco di tante
iniziative – ha affermato il presidente Virgilio Contadini – Innanzitutto le attività
di musica, sport e danza con queste due
associazioni. Abbiamo realizzato diversi
spettacoli con una grande partecipazione
di pubblico, che ne ha apprezzato la qualità e la bellezza. Poi la scuola di musica
per gli allievi. Abbiamo un bel numero di
bambini e ragazzi dai sette ai quattordici
anni. Vorrei inoltre ricordare l’Orchestra
giovanile, nata lo scorso anno grazie alla
collaborazione con l’indirizzo musicale
dell’Istituto Comprensivo “C.Urbani” di
Moie e all’impegno dell’amministrazione
comunale che crede in questo progetto.
Con questa formazione di oltre cento elementi abbiamo partecipato a maggio ad un
gemellaggio con la scuola ad indirizzo musicale di S. Egidio alla Vibrata, in Abruzzo, e
tenuto, nel mese di giugno, un concerto al
teatro comunale “Spontini”. Sempre nel mese
di giugno, abbiamo proposto diversi saggi di
musica con i nostri allievi. Momenti importanti per la loro formazione musicale, per la
loro socialità, per offrire alle famiglie e alla
cittadinanza i risultati del lavoro di un intero
anno associativo. Anche l’anno che è da poco
iniziato sarà ricco di proposte. Oltre alle attività di routine, stiamo preparando, per il prossimo 9 gennaio, un grande concerto in cui la
banda l’Esina e la banda Città di Staffolo si
esibiranno congiuntamente. Lo spettacolo si
terrà al teatro comunale di Maiolati. Si tratta
di un evento nato da una collaborazione che
In occasione del pranzo sociale al quale hanno preso
parte oltre centotrenta persone, preparato da un gruppo di
esperti cuochi volontari, sono
state proiettate le immagini
dei concerti e delle manifestazioni alle quali
la Banda ha preso parte. Ha portato il suo saluto il presidente dell’Anbima della provincia
di Ancona, Ermanno Costantini, che ha speso parole di elogio per il direttivo dell’Esina
così come il sindaco Giancarlo Carbini che si
è complimentato per la vivacità di questo sodalizio musicale.
I musicanti, i dirigenti attuali e precedenti e
tanti altri hanno rinnovato il tesseramento
come segno di partecipazione attiva verso
Moie: 0731.701148 - www.bandaesina.it
Staffolo: 0731.770148 - www.bandamusicalestaffolo.it
questa importante realtà, impegnata da anni
a promuovere i sani valori della musica. Una
giornata di festa e di omaggio alla musica,
dunque, perché chi presta il proprio servizio
in banda vive la festa di Santa Cecilia come
una tappa importante nel percorso associativo annuale, un momento per condividere la
propria passione con le famiglie, per ricordare quanti in passato sono stati musicanti,
per accogliere giovani suonatori, per fare un
bilancio dei servizi e dei concerti svolti, ma
soprattutto per stabilire insieme nuove mete
ed obbiettivi da raggiungere. La Banda è un
laboratorio musicale sempre in evoluzione
e in trasformazione che offre alla cittadina,
nelle occasioni pubbliche, civili e religiose, il
proprio servizio.
Fabio Filipponi
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C’è un silenzio che si schiera per la vita. È
una fonte che guarisce i distacchi e le ferite
del tempo. Che rafforza lo spirito dalle sue
fragili stanchezze. Che purifica le emozioni
macchiate di irrequietudine e di opacità. C’è
un silenzio che chiarisce la percezione del
tempo e anima gli eventi. Permette di udire delle voci che ora non ci sono più, a volte
cercate nella nebbia dei ricordi. E di vedere
le immagini sempreverdi dei volti e dei luoghi che hanno percorso il nostro cammino,
quando ancora era essenziale prenderci per
mano. È nato da un «dialogo con il silenzio»,
come ha affermato lo stesso autore, il libro
Con il cuore da bambino di Roberto Dellabella, presentato a Moie, nell’abbazia S. Maria,
domenica 5 settembre. Lo ha spiegato con
poche parole. Austere, profonde, essenziali.
Per dire tutto. La chiave di lettura di un’opera poetica che racconta il mistero del tempo
e rivela immagini limpide dell’epoca della sua
infanzia, che ha molte cose da dire al presente. Visioni fatte di memorie del cuore. Quadri
di una civiltà contadina vista da un bambino,
che porgono al lettore tante rappresentazioni.
Vive, ricche di echi e di sapori da gustare. La
storia del mio pane, i racconti della mietitura e della scartocciata, la vendemmia, le feste,
le persone che balzano dalla sua memoria al
presente, nella tensione di un dialogo infinito.
E poi le poesie, che sfiorano angoli di vita e
di avvenimenti vicini e lontani: spazi di speranza e di saggezza, per incontrare le ferite e
le gioie dell’umanità. Ha moderato l’incontro
la giornalista Beatrice Testadiferro, che nel libro aveva scritto: «Solo chi è capace di creare
spazi di silenzio riesce a gustare la bellezza di
una vita che, anche se spesso è dolore e sofferenza, solitudine e angoscia, sa riservare
emozioni e sensazioni di gioia piena.» Tanti
interventi hanno valorizzato la presentazione
ed hanno offerto letture e interpretazioni di
questa opera che è, si legge nella presentazione di Riccardo Ceccarelli, «una narrazione
con una forte partecipazione personale ed
emotiva, sono ricordi che hanno lasciato un
segno recuperato, “narrato” nella sua antica e
mai perduta verità.» Durante la serata lo storico ha poi evidenziato che il testo «ci aiuta
DAL 1923
i comuni ricordi dell’infanzia vissuti con l’autore. Don Gianni Giuliani, parroco di Moie
dal 1997 al 2006, ha citato tante esperienze
vissute con l’amico Roberto e ha rilevato gli
aspetti più umani dell’opera, quelli in cui la
poesia diventa specchio del suo cuore di bambino. «Ricordi legati all’indimenticabile mondo contadino: semplici, vivaci, realistici– ha
commentato il prof. Vittorio Massaccesi- e ai
grandi valori che quel mondo ci ha trasmesso.» Il vescovo Gerardo Rocconi ha chiuso
l’incontro leggendo alcuni versi della poesia
Alla Madonna del Soccorso, ad indicare il valore della poesia come percorso privilegiato
di una spiritualità che vive di fede e libertà
interiore, contemplazione ed esperienza quotidiana, lavoro e preghiera. La presentazione
del libro Con il cuore da bambino è avvenuta
nell’ambito della festa patronale dedicata alla
Madonna. Roberto Dellabella ha iniziato la
sua attività poetica da alcuni anni, apprezzato
dal pubblico e dalla critica. Ha pubblicato nel
2009 Ve ‘rconto ‘na storia de paese ed ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti. Alcune sue poesie sono presenti nell’Antologia
del Premio San Valentino -Edizioni Pensa e
nell’Antologia dei Poeti Marchigiani- Edizioni Progetto Cultura, da poco pubblicata.
Tiziana Tobaldi
Foto Giorgio Cognigni
Il libro è disponibile presso l’Edicola Giornali
Ludovico di Moie
Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it
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Voce della
Vallesina
esperienze
26 dicembre 2010
Palazzo dei Convegni - Il Verdicchio nel Palio d’Inverno dell’Emporio delle Parole e nella rappresentazione “Nerone” della Petit Ecole
Viaggio nel tempo, nelle parole e nella musica
Era affollato Palazzo dei Convegni, sabato
11 e domenica 12 dicembre, per il consueto
appuntamento del Palio d’inverno, che ho
avuto il piacere di presentare:
una mostra d’immagini, parole
e suoni promossa dal circolo
culturale “L’Emporio delle parole” e legata in qualche modo
al contesto storico del Palio di
San Floriano. Un modo per tenere viva l’attenzione sul suggestivo periodo storico compreso
tra il 1194-1808, in attesa della
grande e importante vetrina
storica del Palio di maggio.
Nel corso della rassegna i poeti del circolo hanno declamato poesie in vernacolo e in
lingua italiana, intervallate da
momenti musicali con autori
di una certa rilevanza come la
pianista Magdalena Lutka e i cantanti Daniele Consoli ed Elisa Pavan. Ogni anno il
circolo attiva un progetto culturale che si
articola appunto in due principali appuntamenti (questo del Palio d’inverno e quello
de El Carosello di luglio) che sviluppano
un tema specifico illustrato poi nel consueto opuscolo. Tema di quest’anno, il vino,
considerato in tutte le sue accezioni e soprattutto in un aspetto in particolare, ossia
in quello che individua, nella Aesis Città
romana, un’antica via del vino. Da qui al
Verdicchio, preziosa risorsa per l’economia
della Vallesina e marchigiana, ma anche
segno di prestigio e tradizione culturale, il
passo è breve…
Riferisce Maddalena Santacroce – in un
contributo scritto per l’Archeoclub Italia per l’opuscolo del Circolo – che «sin
dall’antichità la vite trova spazio nell’arte delle civiltà della Mezzaluna fertile e, a
partire dal terzo Millennio, sempre più
numerose sono le voci “uva”, “uva essicca-
ta”, “vino” nei testi cuneiformi. Nel corso 1200, trova la prima menzione del Verdicdel primo millennio a.c., la colonizzazione chio nel 1579, ma affonda le sue radici nei
greca ha contribuito a diffondere più in- tralci della vite degli antichi popoli italici e
tensamente la vite nel bacino dei nostri più diretti antenati: i Romani».
del Mediterraneo occidentale; Nel XXI secolo – sottolinea in uno scritto
l’antichità della coltura della per l’opuscolo il Centro Studi Fondazione
vite nelle Marche, in modo Federico II – l’antico frutto della vite, preparticolare nelle colline del sente accanto all’uomo sin dalla Preistoria,
Piceno, è testimoniata da Pli- ha assunto il ruolo prevalente di cavallo di
nio il Vecchio nella sua Natu- battaglia di campagne promozionali diretralis Historia.
te a promuovere l’identità regionale: il VerIl salto di qualità del vino ita- dicchio dei castelli di Jesi ne è un esempio
lico lo si deve agli Etruschi. significativo.
Proprio fin dai primi contatti È in questo sfondo, che attraversa il tempo
con loro, e ancor più dopo risalendo alle origini e poi tornando al prela conquista, i Romani ap- sente, che si inserisce la rappresentazione
presero la vinificazione rag- teatrale “Nerone” di Ettore Petrolini messa
giungendo livelli elevati. I vini in scena dai ragazzi della scuola di Teatro
erano oggetto di intensi traffi- “Petite Ecole”, diretti da Gianfranco Frelli.
ci e in anfore caricate su car- Durante la manifestazione, la collaboratrice
ri o su navi percorrevano le di “Voce”, Elisabetta Rocchetti, ha presenstrade dell’Impero, compresa la nostra Fla- tato l’ultimo racconto pubblicato in questi
minia, e le principali direttrici dei traffici giorni da Alfredo Ceccacci, presidente del
marini. Il Cristianesimo si fa continuatore Circolo. Il libro si intitola “Il viaggiatore”
della cultura materiale romana e favorisce ed è una sorta di viaggio nel viaggio di un
un’ulteriore diffusione della vite in Europa. viaggiatore che rivive o meglio trasferisce
I monasteri, poi, nel corso del Medioevo momenti e sensazioni suggeritegli dai nuovi
garantiscono la sopravvivenza di questa luoghi incontrati e che gli sembrano increcultura.
dibilmente familiari e già sperimentati, visLa tradizione vinicola delle nostre zone, suti nella antica Dacia e in un altro “io”..
documentata da editti e regole a partire dal
Fotoservizio Paola Cocola
LIBRI: sotto l’albero “Non aveva la faccia”, l’ultima fatica letteraria dello scrittore e musicista jesino, Sergio Cardinali
Specchio di oggi: un viaggio emozionale tra legami di famiglia da ricucire
Sergio Cardinali è musicista e scrit- ro naturalmente. Improvvisamente,
tore jesino. In città ricopre un ruolo dopo un concerto, incontra un raimportante come quello di direttore gazzo che scoprirà essere suo figlio.
della Scuola Musicale ‘G.B.Pergolesi’. La perfezione della sua linea retta si
Durante il periodo pre-natalizio è spezzerà e lui si ritroverà proiettauscito il frutto della sua terza fati- to in una nuova dimensione di vita.
ca letteraria: “Non aveva la faccia”. Lotterà per conquistare un figlio
Questo il titolo del suo ultimo li- che non conosceva e per costruirsi
bro, edito da EC Edizione Creativa quella “faccia da padre” che pensava
di Torre del Greco, per il quale ha di non possedere”. La storia mette
scritto una prefazione il critico let- in risalto tutta la fragilità umana e
terario Gian Paolo Grattarola.
la finta sicurezza indossata da pro“Non aveva la faccia” è uno spec- tagonisti che si svelano “eterni adochio del tempo attuale: un viaggio lescenti”. I difficili rapporti affettivi
emozionale tra legami di famiglia lottano e si snodano nel faticoso
da ricucire, tra gli affetti e il corag- tentativo di arrivare a costruire una
gio di cambiare le cose mettendo vera relazione di “famiglia”.
in discussione le proprie apparenti
certezze. “Il protagonista – raccon- “Non aveva la faccia” segue gli altri
ta l’autore - è un musicista non più due libri firmati da Cardinali: “Fiogiovane che viaggia sulla linea retta ri Primaverili” (2007) e “Le ragazze
della sua vita. Un’esistenza libera e entrano gratis” (2008), romanzi
priva di legami, a parte il suo lavo- che assai spesso si confondono, per
viene e in cui opera. La musica ha
un ruolo fondamentale nel modo di
scrivere di questo giovane e brillante autore. “Ogni parola o frase ha la
sua musicalità e un ritmo ben preciso – spiega lo scrittore – e questo
non dipende solo dalla natura dei
vocaboli ma anche dall’espressione,
dal colore e l’intensità emotiva della nostra voce. D’altro canto anche
le composizioni musicali evocano
parole. Quando scrivo penso a un
commento sonoro, a un ritmo del
discorso e uso la punteggiatura
come veri e propri respiri musicali”.
“Non aveva la faccia” è contaminato dalla musica in tutto e per tutto,
infatti, anche per la scelta dei personaggi.
lo stile fluido e ritmico, nel mondo
della musica da cui Cardinali pro-
Il romanzo è stato presentato a inizio dicembre alla Fiera del Libro
di Roma, ma la promozione per
fiere ed eventi in tutta Italia continuerà anche il prossimo anno,
con una tappa di presentazione
anche a Jesi: “Un evento in cui la
musica avrà inevitabilmente una
parte importante”, promette lo
scrittore-musicista. La sua passione per la scrittura è stata preceduta dall’amore per la lettura: “Ogni
libro è un mondo nuovo e misterioso da visitare, un viaggio senza
una meta certa. Solo recentemente
ho avvertito la voglia di raccontare le mie storie, per pura casualità dopo aver partecipato (e vinto)
un concorso letterario nazionale”.
E mentre Cardinali sta già lavorando al suo prossimo romanzo, “Non
aveva la faccia” è già disponibile in
tutte le librerie della regione, segnalato come ‘autore jesino’, oppure on
line, al sito www.edizionicreativa.it.
Rosa Coscia
Le tante iniziative della scuola per coinvolgere studenti, docenti e famiglie
Metti un Natale alla scuola Gonzaga
Proponiamo volentieri l’articolo che ci ha nostra, nella sua, Milano.
fatto giungere il prof. Mario Mariotti, nato a Lo spettacolo è quello solito da tanti, tropCastiglioni di Arcevia dove ha vissuto i suoi pi anni. Caos, rumore, ingorghi nel traffico,
primi trenta anni, per andare poi a Milano. marciapiedi impraticabili, consumismo sfreCi presenta come la Scuola cattolica pari- nato, orgia di regali, parecchi inutili e, non
taria Gonzaga di Milano, dei Fratelli delle per questo, meno costosi, mentre in tanta
Scuole Cristiane di San Giovanni Battista parte del mondo – e lo sappiamo bene tutti
de La Salle (1651-1719), prepara i suoi mille – troppa gente muore ancora di fame. Certo,
alunni e le famiglie al Natale. Il giornalista al posto della donna scarmigliata che passa
Mariotti, ex preside della stessa scuola, ci ac- la notte a scrivere montagne di biglietti d’aucompagna in questo piacevole viaggio.
guri, troverebbe tanti computer accesi e una
storia infinita di eVe lo ricordate il racconto natalizio di Dino mail, per lo più dettati dalla circostanza.
Buzzati, tratto da Milano nostra, in cui due Perché è così che va il mondo. È così che
improbabili protagonisti, il bue e l’asinello di deve andare.
biblica memoria, definitivamente assunti in Povero Buzzati! Meglio per lui non assistere
cielo per meriti sul campo (leggi a Betlem- ad uno spettacolo del genere.
me) vengono inviati sulla terra a toccare con È vero, sarebbe difficile sostenere che anche
mano, come gli uomini, a distanza di venti noi non siamo presi nel giro vorticoso del
secoli, si preparano a vivere il Natale in una consumismo di oggi che a Natale sembra
grande metropoli (leggi a Milano)? E ve la trovare la sua manifestazione più dirompenricordate la delusione e l’impaccio dei poveri te. Ma è anche vero che noi, qui al Gonzaga,
animali nel vedere tradito, nel caos, nell’an- il Natale lo vogliamo, diverso, più semplice,
dirivieni, nella rincorsa ai regali, nel consu- il più possibile in linea con certa tradiziomismo galoppante, l’invito antico degli angeli ne. Tanto più quest’anno in cui il Gonzaga
sulla grotta di Betlemme “Pace agli uomini di festeggia i suoi Cento anni di fondazione
buona volontà?”
(1906-2006). Certo, lo sappiamo bene, non
Ogni volta che mi capita davanti quel rac- ci pensiamo neppure ad un presepio come
conto, mi chiedo che cosa direbbe, a distanza quello medioevale, scarno ed essenziale di
di oltre quarant’anni (era nato nel 1906, pro- un San Francesco a Greccio, tra la sua mitica
prio come il nostro Gonzaga!) il buon Dino Umbria e il Lazio. E di presepi, anche qui al
Buzzati se, magari ancora dal suo studio al Gonzaga, non se ne fanno più come una volCorriere della Sera, desse un’occhiata al no- ta: nelle classi della Scuola Primaria sì, tutti
stro modo di vivere il Natale, oggi, qui nella e uno più bello dell’altro, e, due anche mol-
to carini in zona Secondaria
di 1° Grado, più, ovviamente,
quello in Cappella per la liturgia natalizia, e, quest’anno,
il più grande di tutti, e il più
originale, piazzato all’ingresso dell’Istituto.
E sì, perché, purtroppo, anche da noi la scelta
prevale sugli alberi di Natale. A cominciare
da quello a piano terra, semplice, poverino! senza neanche uno swarovski (l’albero
in Galleria mi dicono ne avesse addirittura
8.000 quest’anno!). Ma, al Gonzaga, e un po’
in tutti i Corsi, dalla Scuola dell’Infanzia, alla
Primaria, alla Secondaria di 1° Grado (meno
tra i più grandi dei Licei) e tra quanti operano nel nostro Istituto vengono organizzati
momenti, occasioni per celebrare la grande
ricorrenza.
Ed ecco così sfilare, uno dietro l’altro, il Mercatino di Natale a fine novembre, tenuto ogni
anno dalla nostre Dame Lasalliane, per un
piccolo, grande dono natalizio il cui ricavato
è stato devoluto in opere di solidarietà per i
meno fortunati di noi. Poi il 12,13,14 dicembre è stata la volta della Associazione Genitori, per una sfilata di confezioni mangerecce,
ghiottonerie allo stato puro. La sera del 15
dicembre White X’mas della Secondaria di 1°
grado. Una serata all’insegna della musica. E
anche di un po’ di commozione.
Due i momenti della Scuola dell’Infanzia: le
sezioni 18 e 19 dicembre, ore 15.00. Un doppio spettacolo per chi ama un Natale genuino
fatto di innocenza e ingenuità di tanti bambini e bambine. Il 21 è toccato alla Scuola Primaria. Una Festa di Natale emozionante, con
tanti applausi e qualche lacrima di troppo,
mentre il giorno 22, pranzo di auguri per tutto il personale del Gonzaga.
Ma l’occasione più bella, e più amata da
quanti frequentano il Gonzaga, é sicuramente la Messa di Mezzanotte, quest’anno ancora più solenne in occasione del Centenario
dell’Istituto. La Santa Messa in Nativitate
Domini con il coro, l’arpista, la Cappella addobbata all’inverosimile come mai, e il nostro
Direttore Spirituale, don Enrico Bonacina,
che quest’anno farà l’annuncio della nascita
storica di Cristo con la Kalenda: a noi fedeli,
raccolti in preghiera, si rivolgerà con le parole dell’antico testo del Martirologio romano,
che il 25 dicembre dà la notizia del Natale del
Signore come l’evento centrale della storia.
E lo farà con le parole antiche: “Nell’anno
5199 dalla creazione del mondo quando nel
principio il Signore Dio creò il cielo e la terra…”
Per un’emozione tutta particolare. Quest’anno al Gonzaga.
Mario Mariotti
Voce della
Vallesina
vallesina
26 dicembre 2010
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Parrocchia del Divino Amore: il rinnovato presepe artistico delle Marche si ricorda ed aiuta i piccoli etiopi
Per un Natale all’insegna della solidarietà
Il fascicolo “La sua vita è nelle tue mani”
di Voce Francescana, inviato a tutti coloro che sostengono un’adozione a distanza
con i Frati Minori Cappuccini delle Marche, è stato pubblicato un articolo dedicato al presepio della parrocchia del Divino
Amore e al bambino che aiutano a crescere
grazie alle offerte di chi viene a visitarle
questa creazione artistica. «Per noi si è
trattato di una bella sorpresa, tanto più
che l’articolo non era stato “commissionato”
e non ne sapevamo niente. Ci ha fatto ancora più piacere il fatto che chi l’ha scritto
ha colto perfettamente lo spirito che ci anima nel realizzare, ogni anno con più fatica, il nostro bel presepio.» Il commento del
gruppo di volontari quando hanno letto
quanto scritto dai Frati Cappuccini delle
Marche. A seguire l’articolo.
Madre Teresa amava ripetere: “Non possiamo fare grandi cose su questa terra, solo
piccole cose con grande amore”. E proprio
nell’anno in cui la beata di Calcutta riceveva il Premio Nobel per la Pace (1979), un
gruppo di ragazzi iniziava a riunirsi nei
locali della Parrocchia “Madonna del Divino Amore” di Jesi, con l’obiettivo di fare
piccole cose, con in comune un grande
amore: il presepio. Pian piano, mettendo a
disposizione i loro talenti, creano un piccolo grande capolavoro, che ancora oggi
è visibile, a distanza di più di trent’anni. I
giovani che vi partecipano attualmente
sono una quindicina: si incontrano nelle
serate d’autunno con lo scopo di lavorare
insieme in allegria; tra loro non c’è chi comanda, ma le decisioni sono prese tra tutti
quanti. Il gruppo, poi, è aperto a chiunque
voglia dare il proprio contributo, con molta libertà: ognuno contribuisce come può
e come vuole alla realizzazione del presepio, offrendo il suo tempo e le sue qualità. Quelli della prima ora, per ovvi motivi
anagrafici, non ci sono più; ma in questo
arco di tempo “sono stati moltissimi quelli che hanno percorso un tratto di strada
insieme a noi e il loro contributo è ancora oggi fondamentale”, come scrivono sul
loro sito internet. Uno di loro, in particolare, è “entrato” nel gruppo nel 2001 e, pur
non partecipando materialmente all’alle-
stimento del presepio, è sempre presente
nella loro mente: si chiama Enok, ha 15
anni ed è un orfano che vive nel Wolaita. Davvero Enok ha percorso e continua
a percorrere un tratto di strada insieme
a loro, dal momento in cui questi ragazzi hanno deciso di allargare il loro cuore,
destinando parte del ricavato delle offerte
per la sua adozione a distanza tramite il
nostro segretariato delle Missioni Estere;
davvero Enok ha dato loro un contributo fondamentale, se ogni anno rivolgono
il loro pensiero e i loro soldi a questo ragazzo etiope, consentendogli di avere almeno un pasto al giorno, qualche capo di
vestiario e un’assistenza sanitaria e scolastica. Forse sarà una piccola cosa, perché,
come affermano ancora sul loro sito i ragazzi di Jesi, egli “è solo uno degli innumerevoli orfani che rischiano quotidianamente la vita a causa della guerra, della
fame o di malattie spesso banali”; ma il
grande amore che vi mettono, amici carissimi, permette ad Enok di testimoniare
nel mondo che Cristo è venuto sulla terra
anche per lui.
CUPRAMONTANA: il calendario degli eventi di dicembre e gennaio
MONTECAROTTO: giovedì 6 gennaio la 27° edizione della Pasquella
Celebrazioni, feste e incontri
Torna il canto rituale della questua
Molteplici gli eventi che arricchiranno le vacanze natalizie dei cuprensi e di chi
trascorrerà i giorni di festa
“al paesello”! Tra queste ricordiamo le prossime iniziative: il 23 dicembre dalle 9 alle 13,30 e dalle 15,30
alle 19, sarà attivo l’Ufficio
Postale di Babbo Natale per
inviare letterine presso il
Loggiato Comunale, mentre
dalle ore 16 alle ore 19,30
Babbo Natale animerà le vie
del centro. Contemporaneamente, contribuiranno a
rendere più suggestiva l’atmosfera natalizia, il duo di
zampognari con un’esibizione con strumenti tipici come
la zampogna, la ciaramella e
i pifferi, i prestigiatori vestiti
da Babbo Natale che si esibiranno in simpatici numeri
di animazione itinerante, i
dolciumi, vin brulé e oggetti natalizi. Alle ore 19, avrà
luogo l’estrazione e la premiazione di alcune letterine
inviate all’Ufficio Postale di
Babbo Natale. Alle ore 21,
ci sarà il “Concerto di Natale” della Banda Musicale
“N. Bonanni”. La Notte Santa alle ore 23,45 si terrà la
Messa di Mezzanotte presso
la Chiesa San Leonardo e a
Poggio Cupro, nella Chiesa
La Rassegna della Pasquella,
questa ormai “storica” manifestazione fondata sul recupero e sulla rivitalizzazione
di una delle testimonianze
vive della nostra comune
cultura popolare, legata ai rituali di questua del solstizio
d’inverno ed alle sue forme
di propiziazione legate a credenze pre-cristiane ed antichi riti di fertilità, fortemente
voluta dall’Amministrazione
Comunale di Montecarotto,
e curata dal Centro Tradizioni Popolari, con la collaborazione del Gruppo “La Macina”, della locale Pro-Loco, e
della Protezione Civile Comunale, con l’alto patrocinio
della Regione Marche e della
Provincia di Ancona e Cohabitat, si svolgerà, come da
tradizione, giovedì 6 gennaio
(Giorno dell’Epifania), con il
consueto programma, che
ormai si ripete da ben ventisei anni.
Rassegna che quest’anno
è dedicata alla memoria
di Lina Marinozzi Lattanzi, recentemente scomparsa, grande voce della terra e
dell’anima, una delle più importanti informatrici del maceratese di Gastone Pietrucci
e de La Macina.
Gruppi di autentici portatori
San Salvatore. Al termine
della Messa vin brulé a cura
dell’Associazione Pro Cupra nei locali dei Magazzini
dell’Abbondanza. Il 26 dicembre alle ore 17, ci sarà
il Presepio Vivente in piazza
IV Novembre e nelle Grotte
S. Caterina. Presso l’Enoteca
Comunale ci sarà una degustazione della grappa con
cioccolato fondente a cura
dell’Associazione ProCupra.
Il 29 dicembre alle ore 21,
si terrà una Gara di Burraco
nella sede S.o.m.s. in Piazza IV Novembre mentre il
30 dicembre alle ore 21,30
ci sarà il Gran Galà della
Grappa: degustazione della
Grappa con cioccolato fon-
dente a cura dell’Associazione ProCupra presso l’Enoteca Comunale. Il 2 gennaio
verrà riproposto il Presepio
Vivente. Il 5 gennaio alle ore
21, “Aspettando la Befana”:
Tombola a cura della S.o.m.s
nei Magazzini dell’Abbondanza. Il 6 gennaio alle ore
10, premiazione vincitori del
concorso “Il presepe dell’anno”, Chiesa San Lorenzo.
Alle ore 17, Presepio Vivente.
Infine, il 16 gennaio si terrà
l’ormai tradizionale “Festa
del maiale” dalle ore 15, che
prevede la lavorazione, gli
assaggi e la grigliata presso
le Grotte di Santa Caterina.
Giovanna Ortolani
Foto Vincenzo Mollaretti
della tradizione, provenienti
da tutte le Marche e da altre
regioni italiane, arriveranno
sin dalle otto del mattino,
accolti e “presi in carico” da
altrettanti accompagnatori
locali e da loro “presentati”
casa par casa, in tutte le zone
della campagna e del paese
di Montecarotto, dove porteranno, alla maniera di una
volta, secondo l’antico rito, il
canto augurale della Pasquella. La gente, come al solito,
accoglierà con simpatia tutti
i Gruppi, “ripagandoli” con
generose offerte di denaro e
soprattutto con abbondanti libagioni. Così per tutta
la mattinata, Montecarotto,
sarà inondata di musiche, di
canti e di suoni, che renderanno ancora più magica e
surreale questa incredibile
festa popolare di inizio anno.
Dopo la questua del mattino,
i Gruppi presenti alla Rassegna, si ritroveranno in Piazza
del Teatro, dove da mezzogiorno e trenta all’una (prima del pranzo comunitario
di ringraziamento offerto a
tutti gli “artisti” popolari e ai
loro collaboratori, dall’Amministrazione
Comunale)
daranno vita al solito, spontaneo, gioioso “concerto popolare”, per la gioia di tutti i
presenti.
Nel pomeriggio, dalle ore
15,30, nella Piazza del Teatro, Gastone Pietrucci, coordinato da Giorgio Cellinese,
presenterà: “La Pasquella in
Piazza” (Rassegna di canti e danze della tradizione
popolare) con la presenza e
l’esibizione di tutti i Gruppi
presenti alla Rassegna.
Dalle 18 alle 20 ci sarà l’Esibizione estemporanea dei
gruppi tra la gente, in piena
libertà, riscaldati da caldarroste e “vin-brulè”.
La foto del manifesto
ufficiale della Rassegna
di quest’anno è
del fotografo cuprense,
Vincenzo Mollaretti.
A San Severino, la mostra “Meraviglie del Barocco nelle Marche“
Fra gli ospiti più inattesi, ma sicuramente graditi, la mostra “Meraviglie del Barocco nelle Marche”, curata da Vittorio
Sgarbi, ne ha registrato uno in particolare in questi giorni: un festoso Babbo
Natale si è presentato a palazzo Servanzi
Confidati, sede principale dell’esposizione insieme alla pinacoteca civica “Padre
Tacchi Venturi” e alla chiesa di Santa
Maria della Misericordia, per ammirare
le opere di Bernini, Guercino, Orazio
Gentileschi, Valentin de Boulogne, Baciccio, Maratti, Caravaggio e dei tanti
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altri maestri protagonisti di una straordinaria vetrina dedicata all’arte italiana
del Seicento che resterà aperta in città
fino al 16 gennaio.
Nei saloni del settecentesco Palazzo Servanzi Confidati a San Severino Marche
e nella chiesa della Misericordia sono
esposte novanta opere fra dipinti, sculture ed oreficerie (di cui 40 provenienti
dall’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche) destinate alle chiese ed ai
palazzi del vasto territorio che da Macerata si inoltra verso i Sibillini, toccan-
do San Severino, Camerino, Matelica e
Fabriano. Luoghi oggi remoti, eppure
nel Seicento capaci di attirare i maggiori
artisti del secolo.
Il 24 dicembre apertura dalle 9,30 alle 17,
mentre il giorno di Natale sarà possibile
fare visita alla mostra dalle 15 alle 19. A
Santo Stefano l’esposizione resterà aperta dalle 9,30 alle 19. Chiusura anticipata alle 17 il giorno 31 dicembre mentre
nel pomeriggio del primo gennaio la
mostra si potrà gustare dalle 15 alle 19.
Per i giorni 2, 6, 7, 8 e 9 gennaio l’orario
d’apertura sarà sempre dalle 9,30 alle 19.
La mostra è promossa dal Comune di
San Severino Marche in collaborazione
con la Soprintendenza PSAE delle Marche, la Direzione Generale Beni e Attività Culturali delle Marche e la Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative. La
mostra, che riceve l’importante sostegno
della Regione Marche, si tiene sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio della Presidenza
del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00
il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi
Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi
Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20
20
26 dicembre 2010
esperienze
Voce della
Vallesina
intervista a don giuliano fiorentini, sacerdote della diocesi e presidente dell’associazione oikos
Viaggio stupendo con giovani, bambini e famiglie
Parroco di San Giuseppe, la più popolosa
parrocchia della città, don Giuliano Fiorentini è fondatore e presidente dell’associazione
Oikos. Una grande realtà nata nella Diocesi
di Jesi, nel 1990, e incoraggiata dal vescovo
padre Oscar Serfilippi. Fondamentale per
le opere dell’Oikos è il sostegno dell’8xmille.
«L’8 per mille incide in modo consistente nel
nostro bilancio annuale, fin da quando siamo nati: il vescovo Oscar ha sempre avuto
a cuore il nostro servizio, tenendone conto
nella ripartizione dei fondi dell’8 per mille
assegnati alla comunità diocesana di Jesi.
L’attuale vescovo Gerardo continua a seguirci,
partecipando ai nostri incontri e dimostrandoci la vicinanza della diocesi e di tutta la
Chiesa» afferma don Giuliano al quale arriva anche l’integrazione dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero.
L’Oikos è una associazione diocesana ma è
ben inserita nella comunità civile: conosciu-
positiva. Quando si pronuncia la parola Oikos la gente sa di cosa si tratta anche se pensa soprattutto al nostro impegno con coloro
che sono entrati nel tunnel della tossicodipendenza. Rimane più in ombra l’attività con
i bambini, ma questo anche perché cerchiamo di tutelare maggiormente la loro storia e
il loro percorso. Esserci dedicati ai minori in
difficoltà ci sta riempiendo di grandi soddisfazioni nonostante la delicatezza e la complessità di muoverci su un terreno minato di
abbandono, violenza, maltrattamenti. Siamo
a contatto non solo con i bambini ma con le
mamme e le famiglie e cerchiamo di offrire
un percorso che accompagni il minore verso
una crescita armonica e sana.
ta e riconosciuta per il suo servizio qualificato che svolge da più di venti anni a servizio
di quanti si trovano a vivere una forma di
disagio e di solitudine. «Quando ci si mette
al fianco di una persona con problemi di tossicodipendenza – sostiene spesso don Giuliano - ci si mette al fianco di una persona straordinaria, bella e tremenda come l’animo di
ogni uomo con il mistero che lo avvolge, lo
protegge e lo esalta.»
Come vive il suo impegno di parroco e di
presidente?
In questo mio doppio servizio posso sperimentare immense soddisfazioni. C’è però
anche un aspetto negativo: ho sempre poco tempo. Vorrei fare molto di
più ed essere più presente ma non ci riesco. Ecco
allora che ti sforzi di gestire questo problema e
impari un nuovo mestiere, quello di delegare. In
alcune occasioni mi devo
allontanare necessariamente dalle persone ed
abituarmi a lasciare che
altri si occupino di vari
servizi. All’Oikos si sta
formando un gruppo di
dirigenti responsabili dei
settori che porta avanti
tutta la struttura. In parrocchia, poi, i diaconi ed
i collaboratori si rendono
disponibili per tanti servizi. Il mio ruolo è
quindi sempre più di coordinamento. Tutto
questo non mi impedisce però di dedicarmi
alle attività principali della parrocchia di San
Giuseppe e delle parrocchie di Santa Lucia e
della Coppetella, di incontrare le persone, le
famiglie e gli operatori dell’Oikos. Dal punto
di vista del cuore si vive male e dal punto di
vista del tempo non basta mai ma mi ricompensano le gioie che sperimento.
Don Giuliano, secondo lei come è percepita l’Oikos nella realtà civile della Vallesina?
Mi sembra che l’attività dell’Oikos sia apprezzata in città e nei paesi dove abbiamo le
nostre strutture. Non dovrei essere io a dirlo, ma penso che siamo visti come una realtà
L’Oikos è impegnata su tante attività sociali rivolte ai giovani che sperimentano
la fragilità e l’insicurezza e li accompagna
alla riscoperta del valore della vita. Vuole
condividere con noi alcune emozioni che
vive in questo suo servizio?
Avrei tantissime storie da raccontare; scelgo
un episodio di due anni fa. Nel ‘95 avevamo
in comunità un ragazzo del Nord che aveva
problemi con la giustizia e che, quasi alla
fine, aveva abbandonato il percorso: di fronte a questa sua scelta siamo stati costretti, a
malincuore, a denunciarlo all’Autorità e lui è
dovuto ritornato in carcere. Due anni fa mi è
venuto a trovare un uomo con una signora e
un bambino in braccio che mi ha detto: «Mi
riconosci? Avevi fatto bene a denunciarmi
perché nel periodo trascorso in carcere un
mese non potevo dimenticare quello che
ho vissuto all’Oikos ed il bene che mi avete
voluto». È stato un momento bellissimo e
commovente così come quando un bambino mi è saltato in braccio. Era uno dei nostri
primi bambini accolti che poi è andato in
affido pre-adottivo e in adozione e che continuava a venire alle feste e agli incontri. La
sala era piena e tutti mi stavano aspettando:
quel bambino corre verso di me e mi salta in
braccio stringendomi forte.
Sono soddisfazioni uniche perché ti accorgi
che percorri un pezzetto di strada con persone che riescono ad acquistare autonomia,
costruiscono belle situazioni di vita e poi ti
ringraziano. Come me, anche tutti i collaboratori e i volontari potrebbero raccontare
una infinità di queste emozioni.
re. Parliamo spesso di pedofilia: i bambini
non sono visti come il futuro della società ma come una attrazione sessuale. Non
chiamerei questo fenomeno pedofilia ma
pedomania: oggi tanti adulti hanno un io
bambino fragile e danneggiato e sono loro
che rovinano i bambini. La nostra società ha
un atteggiamento brutto verso i bambini, è
pedofoba, si fa tutto per gli adulti e anziani
ma molto poco per i bambini. Speriamo che
ci si accorga presto e si cambi atteggiamento,
magari prendendo ad esempio il comportamento del mondo animale dove si fa di tutto
per accogliere e proteggere i cuccioli.
b.t.
Venti anni: una storia significativa per
tracciare un bilancio e per leggere i cambiamenti della società.
Quali considerazioni?
Due i cambiamenti fondaL’Oikos è nata nel giugno 1990. Offre una risposta diretta
mentali che vorrei evidenai valori del territorio prestando particolare attenzione
ziare. Venti anni fa la droga
alle dipendenze patologiche, ai bambini in stato di abmetteva paura, oggi non più
bandono e alle mamme in difficoltà nel ruolo genitoriaperché la società ha metabole. L’attività dell’Oikos si concretizza nel territorio anche
lizzato l’uso delle sostanze
attraverso progetti di prevenzione e promozione del become ha fatto in precedenza
nessere, attività nelle scuole e un globale sostegno alle
per tempo l’uso degli alcolici.
famiglie. Ognuno dei servizi e delle strutture ha un nome
La società non si scandalizza
greco, a partire dal nome stesso dell’associazione. Oikos,
più: le morti ci sono ma la
in greco indica la “casa” intesa come ambiente familiasocietà ci fa meno caso. Oggi
re, come insieme di ruoli e competenze emotive che assembra che se non fai uso di
sicurano ad ognuno solidarietà, rifugio e riabilitazione.
qualcosa che migliori le tue
L’Oikos segue le linee metodologiche del “Progetto Uomo”
prestazioni, non funzioni:
introdotto in Italia dal Centro Italiano di Solidarietà di
questo è il male.
Roma. L’associazione Oikos è membro effettivo della Fict
E poi i bambini. I piccoli an(Federazione Italiana Comunità Terapeutiche).
cora inteneriscono il cuore.
L’Oikos ha 40 dipendenti e 85 volontari
Che cosa ci spinge ad accoDopo i festeggiamenti del ventennale con tante maniglierli se non i nostri sogni
festazioni e incontri ai quali hanno preso parte rappredi bambini che nella quotisentanti delle istituzioni oltre ai volontari e a tutti coloro
dianità e durezza della vita
che hanno ricevuto il sostegno dell’associazione, il 2011
abbiamo abbandonato come
sarà un altro anno pieno di progetti da realizzare per
impossibili? La nostra è una
dare sempre maggiore qualità ai servizi e per iniziare la
società composta sempre più
costruzione del “Villaggio Oikos” dove trasferire tutte le
da persone anziane dove i
attività del Centro di Solidarietà.
bambini fanno fatica a vive-