Settimanale d’informazione ANNO LVII- N. 45 www.vocedellavallesina.it euro 1 Jesi, domenica 26 dicembre 2010 Impôt reprisé Tassa riscossa Ufficio di Jesi Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - D.L. 353/2003 (Conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, DCB - Jesi presepe buon natale A San Savino l’allestimento “Kairos, il tempo della pace” di Giuseppe Papadia Buon Natale e buon Anno! La direzione e la redazione di Voce della Vallesina augurano di vivere un sereno Natale, di trascorrere in pace e armonia le prossime festività e di sentire questo periodo come il tempo dell’incontro con Dio, il Dio che ha avuto tempo per ogni uomo e donna. Un augurio per il nuovo anno, un 2011 in cui ciascuno accresca la fiducia in se stesso e negli altri, nella certezza che Dio è più forte dei nostri limiti. Il giornale tornerà ai lettori domenica 16 gennaio 2011. 9 montecarotto La grandezza di un Padre che sa sorprendere i suoi figli di Federico Cardinali 6 jesi L’8 gennaio prende il via la stagione teatrale con spettacoli per tutti di Maria Cristina Coloso 12 scuola Il mercato del mercoledì e del sabato è tornato nel centro storico di Ilaria Latini 15 Il Liceo Scientifico ha premiato gli studenti migliori di Marco Cremonesi 16 Natale nella Verità Il messaggio e gli auguri del vescovo Gerardo: ai giovani, ai sofferenti, a chi è lontano… † Gerardo Rocconi, Vescovo È sempre bello potermi rivolgere ai lettori di Voce, alla comunità Cristiana e all’intera popolazione della Vallesina per formulare gli auguri di Buon Natale e di Buon 2011. Auguri che ogni anno ci facciamo con tanta fiducia, anche se dobbiamo sottolineare che a conclusione di questo 2010 ci ritroviamo tutte le situazioni difficili dell’anno scorso e in più qualcosa in aggiunta. Credo comunque che il Natale deve sempre riportarci e incoraggiarci alla speranza. Una speranza che anzitutto rimanda alla Vita Eterna: sì, solo là saranno risolti tutti i problemi e il Signore si rivelerà come il vincitore di ogni male e ci accoglierà come suoi figli in una luce e in una gioia inimmaginabili. Ma se il Natale è la festa di Dio che ha deciso in Gesù di piantare la tenda fra gli uomini e ha deciso di vivere e camminare con loro, allora motivi di speranza dobbiamo averli anche per l’oggi. Anche oggi il Signore non mancherà di manifestarci i segni della sua misericordia. Tocca a noi, però, accoglierlo e percorrere quel cammino di conversione e di purificazione che ci viene indicato. Dobbiamo ricordarcelo sempre. Solo un vero ritorno al Signore, solo una vera conversione permetteranno agli uomini di rinnovarsi, di stabilire relazioni più buone e di vivere nella pace. Quest’anno abbiamo avuto due grandi doni, due doni che ci invitano ad un rinnovamento della nostra vita nel senso appena indicato. Il Santo Padre, anzitutto, ci ha donato l’Esortazione apostolica postsinodale sulla Parola di Dio. Accogliere la Parola di Dio, ascoltarla, praticarla, pregarla è in realtà accogliere quel Gesù che viene sempre. E nella Parola di Dio troviamo la via per la nostra pace. Non per nulla Gesù dice: «Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano!» (Lc 11,28). In momenti di angoscia e preoccupazione, Gesù propone una beatitudine, cioè una strada di gioia: ascoltare e praticare la Parola di Dio. Un secondo regalo ci è stato fatto dai Vescovi italiani, i quali appena qualche settimana fa hanno offerto un documento dal titolo: Educare alla vita buona del Vangelo. È il programma pastorale per i prossimi anni. Ma quello che mi interessa sottolineare è che ci viene proposta una via per viver meglio: si tratta della attenzione e premura che dobbiamo nei confronti dei nostri ragazzi e giovani. Certo, attorno ai ragazzi e giovani, poi, girano tanti altri temi: l’educazione, la famiglia, la scuola, il futuro, il senso della vita…. L’attenzione ai giovani è una strada che, prima ancora, ci ha suggerito Gesù. Tutti e tre i Vangeli Sinottici si fermano a lungo sull’incontro di Gesù con il giovane ricco: e Gesù si manifesta premuroso, attento, paziente, accogliente, capace di vedere il bene, soprattutto propositivo, coraggioso… e poi si manifesta sofferente di fronte alla fuga di quel giovane. Sono gli atteggiamenti di un educatore e di una comunità intera che ha a cuore i suoi ragazzi. Siamo partiti da un augurio di Buon Natale, per arrivare a dirci che il Signore attraverso la sua Chiesa ci guida e ci indica sempre vie di rinnovamento e conversione. Carissimi, si tratta solo di accogliere quanto ci viene donato. Per la nostra gioia! A conclusione voglio rinnovare a tutti il mio augurio. Il mio augurio va a tutti i sacerdoti, tutti i consacrati e consacrate e all’intero popolo di Dio. In particolare voglio ricordare le famiglie, i sofferenti nel corpo e nello spirito, i giovani e i ragazzi. Voglio rivolgere un augurio di pace e gioia anche a coloro che vengono da paesi stranieri, non riconoscono in Gesù il Salvatore o esprimono la loro fede cristiana in maniera diversa: a tutti auguro quella pace che solo Dio sa dare e prego perché trovino serenità e accoglienza. Voglio rivolgere un augurio anche a coloro che hanno abbandonato la Chiesa, o semplicemente non ne fanno parte. A tutti voglio ricordare quanto Gesù dice: «Chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia» (Mt 7,24). Buon Natale, carissimi, Buon Natale con le parole degli Angeli sulla grotta: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini, che egli ama” (Lc 2,14). Anche in Europa molti episodi dimostrano la presenza di un’opposizione strisciante alle personali convinzioni etico-religiose La libertà religiosa è garanzia di libertà per tutti Se è vero che la Incarnazione di le religioni in generale, inclusa la scegliere tra lo svolgere le pratiDio che ci apprestiamo a celebrare stessa religione cristiana. Insom- che per l’affidamento dei bambini nei prossimi giorni ha costituito un ma: anche a casa nostra c’è una alle coppie omosessuali o lasciare momento fondamentale dell’uma- “illiberalità” verso il cristianesimo e il posto di lavoro. L’obbiezione di nità al punto di caratterizzare verso la religione cattolica in par- coscienza, in base alle proprie conl’evoluzione storico-sociale di tutto ticolare. Questo dovrebbe meravi- vinzioni religiose, non è consentil’Occidente, è anche vero che dopo gliare un po’, ma di fatto, viene ac- ta». Altro esempio è dato da tutta duemila anni non dobbiamo mera- cettata o, meglio ancora, non viene la recente legislazione spagnola in vigliarci se constatiamo motivi più percepita come tale, al punto che ordine agli argomenti etico-relio meno striscianti di opposizione alcuni limiti di azione e di parola giosi più sensibili. C’è poi, sempre alla libertà religiosa nei confronti che vengono imposti dalle leggi ri- più marcato, il divieto di qualsiasi dello stesso cristianesimo. sultano quasi del tutto normali. segno religioso in luoghi pubbliNonostante le conquiste illumini- Il tutto si evince proprio dalla de- ci, compreso il vestito o il velo o stiche riferite alla tolleranza e le nuncia che avviene anche tramite la croce o la stessa attività riferita predicazioni della stessa Chiesa l’Osce – l’Organizzazione per la specificatamente ad una religione. cattolica, soprattutto dal secolo Sicurezza e la Cooperazione per Divieti che prevalgono in alcune scorso ad oggi, nel mondo ancora l’Europa – che raccoglie oltre 50 nazioni e che vanno diffondendosi la libertà religiosa non esiste. Nè Stati (anche alcuni non apparte- a macchia d’olio. Per non dire delle c’è bisogno di dimostrarlo se ci ri- nenti al vecchio continente), la “delicate” prese di posizione – del feriamo all’Asia o alle nazioni del quale, proprio nei giorni scorsi, è tutto libere e personali – di quegli Medio oriente o all’Africa. Quello tornata a sottolineare come, «ad insegnanti e di quegli amministrache dovrebbe meravigliare è che esempio, in Gran Bretagna, dal tori che – per estrema “delicatezanche nel mondo occidentale c’è 2009, i funzionari cattolici negli za e rispetto” verso il pluralismo una restrizione strisciante verso uffici di adozione sono costretti a religioso – limitano o escludono addirittura i segni tradizionali del Natale, della Pasqua e delle feste religiose in genere. *** Insomma, l’Occidente punta sempre più alla riduzione nella sfera del privato il fatto religioso. Trattasi di una vera e propria limitazione di libertà tout-court. Ma in nome di che cosa? In nome, a ben vedere, di un relativismo che, ormai imperante, appiattisce principi, valori, atteggiamenti. Il Papa ne ha così piena coscienza che proprio al Corpo Diplomatico presso la Santa Sede ricordava mesi or sono: «È chiaro che, se il relativismo è concepito come mezzo costitutivo essenziale della democrazia, si rischia di concepire la laicità solamente in termini di esclusione, o meglio, di rifiuto dell’importanza sociale del fatto religioso” Che tutte le religioni, in diversi periodi della loro storia, si siano diffuse o imposte anche con la violenza fisica – diretta o indiretta (guerre, persecuzioni, roghi, carcere e torture) - è una realtà storica e dolorosa che nessuno può smentire. Ma che ancora oggi – non dico in Asia o in Africa - ma anche nell’Occidente esistano, di fatto, tanti elementi di intolleranza religiosa, magari in nome della stessa libertà laicisticamente intesa, è una dato di fatto che deve far riflettere perché strisciate, semi-nascosto, per nulla allarmante, ma tale da insinuarsi silenziosamente nella cultura generale, nei massmedia, nelle famiglie, nelle scuole. Che il mondo cattolico, e non solo, prenda coscienza di questa realtà, è sempre troppo tardi. Vittorio Massaccesi [email protected] 2 Cultura e società 26 dicembre 2010 Del più e del meno Il “Premio Tamburi” non è finito... di Giuseppe Luconi Ricorrendo il centenario della nascita di Orfeo Tamburi, nel numero del 17 ottobre avevo ricordato, in questa rubrica - insieme all’artista - il “Premio” da lui istituito e di cui, dopo le trasformazioni subite, non si era saputo più niente. In un comunicato stampa, pubblicato dal Corriere Adriatico il 15 dicembre, l’amministrazione comunale precisa che “il Premio Tamburi non è finito, si è modificato”. E aggiunge: «Il centenario della nascita del grande artista jesino non poteva non suscitare qualche mugugno su quello che molti jesini considerano la fine dei Premio. Ma così non è. Quando Orfeo Tamburi dona alla città di Jesi tre apparta­menti il suo desiderio è quello di finanziare un Premio da asse­gnare ogni due anni a tre artisti: un pittore, uno scultore, un gra­fico. In cambio offre una mostra con relativo catalogo, in compenso l’artista deve lascia­re un’opera alla locale Pinaco­teca per incrementare la colle­zione d’arte contemporanea cittadina». Nel comunicato, l’amministrazione comunale pone poi l’accento sul costo del “Premo”. «La somma che il Comune ricava dai tre ap­partamenti è di 12.658,32 euro in due anni; dunque la rendita assomma a 25.316,54 euro. Se volessimo ripristinare le mostre biennali, ad essere molto ottimisti dovremmo pre­vedere una spesa di circa 150.000 euro, a cui si dovreb­bero aggiungere almeno altri 30 mila euro per rendere il Pre­mio appetibile dagli artisti». «Mancano all’appello circa 155 mila euro. Chi è disposto a metterli? Quando ci si avvede che il Comune non è in grado di corrispondere a questa spesa, si invocano i privati. Ma dove so­no questi privati capaci di inve­stire una cifra così elevata in una manifestazione culturale? La strada scelta, cioè quella di trasformare il Premio in un premio-acquisto ha per­messo di rispettare la finalità voluta da Tamburi e cioè la co­ stituzione e 1’arricchimento della Galleria d’Arte Contem­poranea che infatti da1 2002 si è arricchita di consistenti ed im­portanti opere d’arte». °°° Ho conosciuto Orfeo Tamburi ed ho avuto con lui una fitta corrispondenza. C’era, fra noi, amicizia, stima, rispetto. Benvenuta alla vita, Rachele! Il dott. Primo Luigi Bini e la sua signora Mariella sono diventati bisnonni! Il merito è di Rachele, nata al Gemelli di Roma lo scorso 25 ottobre, e dei suoi genitori, Agnese Collamati e Andrea Poscia. La gioia è allargata ad altri nonni, bisnonni ed una miriade di zii! Auguri, Nicola! Tanti affettuosi auguri a Nicola Zannini per i suoi 5 anni compiuti il 9 dicembre, dai fratelli Mattia e Giada, da papà Francesco e mamma Francesca, dagli zii e dai nonni con l’augurio che la vita gli possa riservare tanta gioia. Nel centenario della nascita, dunque, ho voluto ricordarlo, raccogliendo in un volume (poche copie, fuori commercio) le sue lettere. Un volume che non voleva essere polemico (e neppure un “mugugno”, un genere che non mi appartiene): una fedele riproduzione di lettere e di articoli, con brevi note illustrative. Un volume che sarebbe passato inosservato se, in chiusura di presentazione, non avessi scritto che il modo migliore per ricordare il centenario della nascita di Tamburi sarebbe stato quello di ripristinare il “Premio” trovando la forma meno costosa per il Comune, magari con la partecipazione di privati, ma secondo la formula stabilita dall’artista”. Era, la mia, un’opinione, semplicemente, senza aspettative. Niente di imperativo. Da qui la mia perplessità di fronte alla reazione (posso dire infastidita?) dell’amministrazione comunale. Probabilmente la linea scelta dal Comune è obbligata. Però, perché chiamarlo “Premio” se l’opera viene acquistata a prezzo di mercato? E, a proposito di privati, non intendevo che si dovesse scaricare su di loro tutto il costo del Premio: avevo parlato di “partecipazione”. E non sarei troppo severo con i privati: penso – solo per fare qualche esempio - al loro intervento per i restauri della fontana con l’obelisco e del monumento a Pergolesi, e al loro impegno, non indifferente, nell’organizzazione della mostra “Jesi e il 900”. Nella foto, del 25 ottobre 1969, il sindaco Alberto Borioni consegna una medaglia d’oro ad Orfeo Tamburi. Per Federico II “Alla Corte di Federico” è il progetto che la Fondazione Federico II di Jesi e la Fondazione Lanari, in collaborazione con altri enti ed istituzioni, propongono da dicembre 2010 ad aprile 2011. Il primo appuntamento è per giovedì 23 dicembre alle 17,30 (palazzo Baldeschi Balleani, ingresso libero) con il Gala Concerto “Viaggio in Europa”: musiche della tradizione operistica dell’Europa occidentale (Mozart, Rossini, Bizet…) ed orientale (Dvorak, Mussorgskj, Caikovskij) eseguite dalla mezzo soprano ucraina Inna Savchenko e dal pianista Alessandro Benigni. Il 9 gennaio alle ore 17,30, sempre a Palazzo Baldeschi Balleani, il “Quartetto delle Marche” omaggia Federico II con un brano originale a lui dedicato. Voce della Vallesina A Scandicci le celebrazioni per il Centenario della nascita Ricordo del prof. Paolo Fragapane Domenica 12 dicembre, presso la Sala Consiliare della Città di Scandicci, vivace città posta a ridosso di Firenze, a conclusione della XLIV Stagione dei Concerti della Città di Scandicci, organizzata dal Centro dell’Arte Vito Frazzi, in collaborazione con l’Istituzione dei Servizi Culturali del Comune di Scandicci, “Scandicci Cultura”, è stato ricordato il prof. Paolo Fragapane, musicologo, nel Centenario della nascita, avvenuta a Caltagirone (Catania) il 6 ottobre 1910. In verità, Scandicci non è nuova alla musica di Gaspare Spontini, infatti, il Maestro Paolo Fragapane già il 30 gennaio 1983 aveva proposto un concerto di musiche spontiniane replicato poi, alla sua memoria, nel dicembre del 2000. La manifestazione che ha visto la folta rappresentanza di ex allievi, di docenti del Conservatorio e di appassionati di musica, prevedeva sia una parte documentaria – commemorativa, sia un’altra musicale, è stata organizzata dal Centro dell’Arte Vito Frazzi, dal Circolo Arci Le Bagnese, dal Conservatorio di Musica Luigi Cherubini di Firenze e da Scandiccicultura. Il Presidente del Centro dell’Arte Vito Frazzi, dott. ing. Fortunato Della Guerra, ha introdotto il personaggio mostrando delle immagini del prof. Fragapane, ricavate da diversi documenti video, ricordando sia la figura del Musicista, sia quella dell’insegnante e dello studioso spontiniano. Il dott. Leonardo Pinzauti, critico musicale, musicologo e giornalista, ha ricordato il prof. Fragapane nella sua veste di docente, raffinato e qualificato, amato dai suoi allievi. Marco Palmolella, Conservatore dell’Archivio, Biblioteca, Museo Gaspare Spontini ha prima portato il saluto del Sindaco di Majolati e delle Opere Pie Spontini, poi ha ricordato i rapporti intercorsi tra il prof. Fragapane, la figura di Gaspare Spontini e Majolati Spontini. Il prof. Fragapane, tralasciando l’attività di compositore ed altri lavori come il catalogo delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, è stato un importante biografo e critico spontiniano. Infatti, ha pubblicato: due edizioni del libro “Spontini” edito dalla Sansoni; un testo con le principali riduzioni delle arie da Soprano delle musiche di Spontini; libretti di sala, in particolare per l’Olimpia; programmi musicali per i vari concerti dati a Majolati; collaborò fattivamente alle iniziative del Comitato comunale permanente di Studi spontiniani e, per quanto gli è stato possibile, ha cercato di divulgare e far eseguire la musica del majolatese. Il prof. Gianni Ciabattini, allievo del Prof. Fragapane, ora Docente del Conservatorio Statale di Musica Luigi Cherubini di Firenze, studioso di Spontini, tanto che partecipò, con una propria relazione, al Terzo Congresso di Studi Spontiniani e successivamente presentò due riduzioni per canto e piano de Li puntigli delle donne e del Teseo riconosciuto, ha par- lato del Docente e del qualificato rapporto che il prof. Fragapane era capace di instaurare con i propri allievi, anche dopo il diploma di Laurea. Inoltre ha ricordato l’affetto e la stima con cui il prof. Fragapane era circondato nel suo lavoro a Majolati. Richiamando l’amicizia e la stima condivisa intercorsa tra il prof. Paolo Fragapane e il maestro Luigi Dallapiccola e la nota conoscenza di Spontini da parte dell’illustre fiorentino, è stato organizzato un concerto con le musiche dei due lontani, non solo anagraficamente, Musicisti. Il giovane Soprano Giulia Peri, dotata di una voce formidabile, accompagnata da una formazione di grandissimo prestigio composta dalla pianista Irene Novi, dai clarinettisti Manuele Ciulli e Mirko Zingoni, dal violinista Edoardo Rosadini ha presentato musiche di Luigi Dallapiccola e di Gaspare Spontini. Inoltre sono stati presentati alcuni brani della Missa Ave Maris Stella, opera dello stesso Fragapane. Alla fine della manifestazione, c’è stato un momento di grande intensità emotiva; il prof. Àlvaro Company, che aveva ricevuto dallo stesso Prof. Fragapane, in custodia, la pergamena con la Cittadinanza onoraria, offerta dal Comune di Majolati Spontini il 18 dicembre 1979 dal Consiglio comunale e consegnata al prof. Paolo Fragapane e al dott. Giuseppe Gaetti il 28 settembre 1980, l’ha mostrata al pubblico. Il prof. Fragapane aveva gradito moltissimo questa onorificenza tanto che sul suo necrologio aveva voluto che fosse riportato, con fierezza, “Cittadino Onorario di Majolati Spontini”. Ebbene il prof. Company ha affidato questo documento al Conservatorio Statale di Musica Luigi Cherubini di Firenze perché se ne serba in perpetuo il ricordo. Marco Palmolella Nella prima foto da sinistra: il dott. ing. Fortunato Della Guerra, il prof. Gianni Ciabatti e il prof. Àlvaro Company esaminano la pergamena con la Cittadinanza onoraria, offerta dal Comune di Majolati Spontini il 18 dicembre 1979 al prof. Paolo Fragapane e ora affidata al Conservatorio Statale di Musica Luigi Cherubini di Firenze. Voce della Vallesina Scusate il bisticcio arte I volti della memoria: le immagini del vigile del fuoco Peter Pun (con la u) www.peterpun.it MARCO PORCIO CATONE Cambio di consonante… snob Il famoso Catone il censore fece varare diverse leggi che colpivano il lusso eccessivo delle matrone romane. Queste, naturalmente, avevano il dente avvelenato nei confronti del celebre personaggio, reo - ai loro occhi - di intollerabile rusticitas (rozzezza). Come dire: Catone il cafone. IMBUCATI TOLLERATI Scarto… doc & dop Ricordate il matrimonio del secolo tra la maestrina mestrina e il fantino faentino? Dobbiamo aggiungere che, all’ultimo momento, hanno cercato di intrufolarsi nella sala del banchetto anche due rivenditori di mercanzie contraffatte, provenienti dalle parti di Budapest. Insomma: due magliari magiari. Non sono stati comunque cacciati fuori – a differenza dei due farabutti travestiti da marabutti – perché si sono impegnati solennemente a non contrabbandare più merci taroccate come prodotti originali. THE VICE’S VOICE Cambio di vocale per intermediari Il capo non ci ha parlato direttamente. Ci siamo dovuti accontentare di una dichiarazione del suo sostituto: la voce del vice La materia diventa memoria, sentimento, realtà vissuta. Il colore rivela le emozioni, il tempo che lascia la sua traccia nel mondo e nell’anima. Un’arte essenziale, provata, che comunica suggestioni, che mostra le ferite dell’umanità e rivela la tenerezza e i volti dell’amore umano nelle sue espressioni più intense. Graffi nella coscienza: come la scultura dedicata a Ferdinando Valletti, deportato in un campo di concentramento durante l’ultima guerra. O quella che rappresenta il dramma del terremoto dell’Aquila. Carezze nel cuore: come il volto intenso della maternità scolpita su ceramica. Queste le opere di Angelo Melaranci, romano, che da circa 12 anni ha scoperto la terra marchigiana e di frequente trascorre periodi di fuga La Citazione a cura di Riccardo Ceccarelli Dopo i fatti del 14 dicembre Non è sorprendente che dopo mesi e anni di odio verbale spuntino spranghe. Non stupisce poi tanto, se in realtà, secondo quanto ha scritto ieri [15 dicembre] Marco Travaglio, Montecitorio è il “regno dei morti”, e la questione martedì non era rovesciare un governo, ma “un regime”. Già, la storia insegna che i regimi non si rovesciano con le buone maniere. Occorre il sangue. Ma, davvero questo governo democraticamente eletto è un regime? Marina Corradi, “Avvenire”, 16 dicembre 2010, p. 2. La Pulce Margherita Hack viene a Jesi di rado, praticamente ogni morte di papa. L’ultima volta quando è morto Giovanni Paolo II. Adesso doveva venire nell’ambito della rassegna “Jesi e il 900”, ma la sua conferenza è stata rinviata “a data da destinarsi”. Benedetto XVI tira un sospiro di sollievo. dalla città a Castelplanio, di cui è cittadino onorario. Nel paese collinare, dall’11 dicembre, è possibile visitare la sua personale di pittura e scultura I volti della memoria, esposta presso il Bed&Brekfast In Casa d’Arte. Il suo spirito d’artista si è incontrato con l’impegno quotidiano del suo lavoro di vigile del fuoco, con la dura realtà di cui spesso è testimone, fondendo il lavoro con l’arte, la quotidianità con la straordinarietà della creazione. «Ho iniziato il mio percorso espressivo da diversi anni. – racconta il Maestro Melaranci – Ho cominciato con la pittura, passando poi attraverso la scultura lignea, fino a giungere alla ceramica raku, con cui riesco ad esprimere pienamente la mia percezione della vita.» Un posto particolare nella sua produzione è occupato dalla ricostruzione di opere scultoree di stemmi. «È una passione iniziata con lo studio di quello della mia fami- glia, – spiega - proseguito poi con altri, su richiesta degli interessati.» Uno dei volti della memoria. Incluso idealmente nella collezione dei Volti in cui la storia, le vicende umane, lo spirito e la corporeità sono tradotti in una bellezza sofferta e profonda. Senza dimenticare nulla della vita. Lasciando al visitatore la scoperta di ciò che di essenziale c’è dentro ogni aspetto dell’esperienza umana. Tiziana Tobaldi Sarà possibile visitare la mostra I volti della memoria fino al 31 gennaio prossimo. Nelle foto: Angelo Melaranci e “Maternità” Stagione Sinfonica 2011: gli appuntamenti della Filarmonica Marchigiana Grande musica di ieri e di oggi INDOVINELLO… RICICLATO Sapete quali sono le parole maggiormente detestate dagli estremisti islamici? Semplice: le parole xxxxxxxx. *** Soluzione del gioco precedente stagionato - scagionato 3 Castelplanio: fino al 31 gennaio, personale di pittura e scultura di Angelo Melaranci (ghiribizzi lessicali) SERGIO SCARICA EMMA? Allitterazione… nefasta Stando ai giornali del 12/12, la Fiat-Crysler sarebbe intenzionata a uscire dalla Confindustria. In altre parole: MARC[hionne] molla MARC[egaglia] 26 dicembre 2010 Anche se fitte nubi sovrastano il panorama culturale, il Teatro Pergolesi non rinuncia alla sua Stagione Sinfonica della “Filarmonica Marchigiana”, promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini. Il cartellone è pronto e l’inizio della rassegna è imminente, prevedendo otto appuntamenti distribuiti da gennaio a maggio. Ad uno sguardo d’insieme appare evidente che si è guardato con particolare attenzione al mondo dei giovani, quasi a suggerire un segno di speranza e di buon auspicio. Lo lascia intendere la scelta degli interpreti, fra i quali accanto ai nomi nuovi di diversi artisti stranieri appaiono quelli di alcuni validissimi marchigiani; come pure la programmazione, dove un grande repertorio classico e romantico è a volte accostato a colonne sonore di famosi film. Presenta queste caratteristiche il primo concerto che inaugurerà la Stagione Sinfonica il 5 gennaio, con il titolo “Mendelsshon, Carmen & Cinema Fantaisie”. Il programma è composito. Comprende il Concerto n° 1 di Mendelsshon, la “Carmen Fantaisie” di P. Sarasate/G. Bizet e una sequenza di temi tratti da colonne sonore composte da M. Nyman, N. Rota, P. Marzocchi, R. Molinelli. Direttore e sassofono solista, Federico Mondelci. Violino solista, Anna Tufu. Elenchiamo di seguito i successivi appuntamenti che saranno di volta in volta più dettagliatamente illustrati: 30 gennaio – Mario Brunello: Haydn vs Šostakovic. Violoncello Mario Brunello. Direttore Andrea Battistoni 15 febbraio – Chaikovskij – Beethoven. Pianista Behzod Abduraimov. Direttore Yordan Kamdzhalov 3 marzo – Il carnevale degli anima- li – Pianoforte Ahizuka Salvemini, Davide Martelli 25 marzo – Bach is back (‘Il ritorno di Bach’). Pianista Andrea Bacchetti 8 aprile – Bruch – Schubert – Violino Ahim Horvath-Kisromay. Direttore Hubert Soudant 16 aprile – Concerto barocco – Soprano Gemma Bertagnolli. Direttore Marco Mencoboni 5 maggio – Turn out the stars: a Bill Evans Tribute. In collaborazione con l’Associazione SpazioMusica- Marche Jazz Network. Direttore Massimo Morganti Presso la Biglietteria del Teatro Pergolesi, già attiva dal 15 dicembre, è possibile rinnovare gli abbonamenti o acquistare nuovi biglietti. Sono previste le consuete riduzioni fino a 30 anni e oltre i 60, per nuovi abbonamenti, associazioni e tessere autorizzate. (Tel. 0731/286888) a.f.c. Al Liceo Classico, fino al 28 febbraio: la mostra “Sabbie, spiagge e deserti” Sabbie e foto da ogni angolo della terra Nella splendida cornice la terra e delle affascinanti della Sala Museo delle ap- foto dei luoghi di proveparecchiature scientifiche nienza delle sabbie stesse del Liceo Classico di Jesi, (materiale appartenente e alle ore 11 di sabato 18 di- messo a disposizione per cembre si è inaugurata la l’occasione dal sig. Dino mostra “Sabbie, spiagge e Mariotti), di cui, in uno deserti”. Primo importan- spazio attiguo, si possono te appuntamento cultura- osservare al microscopio le fra quelli programmati minuscole porzioni. per le celebrazioni del 150° Notevole l’afflusso di pubanniversario della nasci- blico anche nel corso del ta del Liceo Classico “V. pomeriggio e della serata, Emanuele II” di Jesi (1861- favorito in parte dalla coin2011). cidenza dell’apertura della Curiosità, sorpresa e vivo mostra con la giornata di interesse sono state le rea- “Scuola aperta”, appuntazioni più comuni espresse mento annuale rivolto a dai numerosi visitatori, non tutti quei giovani, spesso solo alunni ma anche co- accompagnati dai genitori, muni cittadini, al cospetto che intendono conoscere dei 220 campioni di sabbie ed eventualmente iscriverraccolte in ogni angolo del- si al Liceo Classico. Foto Lancioni La mostra potrà essere visitata fino al 28 febbraio 2011. Orario di apertura: da lunedì a sabato ore 9,30 – 12,30; lunedì, martedì e giovedì ore 15 – 18. 4 Voce della Vallesina attuALITà 26 dicembre 2010 Niente di nuovo nelle violente passeggiate romane L’atteso... di Remo Uncini Ogni anno attendiamo il Natale. È venuto al mondo. Al mondo: dice la dimensione della venuta. Non soltanto i genitori, la famiglia, il paese, l’etnia. È in gioco il mondo. Intorno alla Sua nascita si muove tutto l’universo. Anche in condizioni precarie, anche se la sem- plicità di Maria e Giuseppe non lasciavano spazio ad immaginare un grandezza così smisurata. La nascita di Gesù è universale, perché è racchiusa nel mondo e per il mondo. Il Natale ce lo ricorda! Come ci ricorda pienamente l’accoglienza. Singolare, pubblica, personale o sociale, ma sempre accoglienza. Perché Natale significa aprire le braccia ad ogni bambino, che è dei suoi genitori, ma anche del mondo, di tutti. Per questo non è solo festa: diventa impegno, responsabilità. Natale non è un fatto privato, chiuso nella coscienza religiosa. È un fatto sociale, oserei dire politico, anche se apparentemente sembra che il Natale non abbia niente a che vedere con la politica, intesa come interessamento allo stato sociale. Sono invece le condizioni dei nostri fratelli e sorelle che vivono senza pace a farci riflettere. Noi abbiamo bene illuminato e commercializzato il Natale, divenuto un momento di festa per noi stessi, non per chi sta venendo. Ma l’Atteso, nella scrittura, è colui che “è venuto al mondo”. Allora, gli angeli e i pastori andarono a far festa nella mangiatoia, seguendo una stella. Per festeggiare colui che è venuto nel mondo. È il mondo di eguali, di soddisfatti, di felici? Oppure no? La narrazione di Erode e della strage degli innocenti aveva indicato che dietro la nascita c’è la morte. Dietro al presepe il Golgota. Fra il Natale e il ve- nerdì santo vi è una distanza di anni, ma già la Sua nascita era un annuncio della sua morte, un suo inizio. Il Natale ci propone una visione totale dell’esistenza, senza separazioni, con occhio sereno, senza tristezze, perché anche sofferenza e morte fanno parte di quella verità complessa e ricca che è la vita. E l’Atteso, con consapevolezza, ha messo nelle mani del Padre la vita donandosi al mondo. Gesù non è nato solo una volta. Ogni anno nasce nel nostro intimo, per ricordarci il dono della vita spesa per gli altri, e ci invita a rinascere. Ogni giorno per noi è Natale. Ogni giorno gli occhi e il cuore si devono aprire a nuovi orizzonti, nuovi impegni, nuovi affetti e propositi. “Ecco, faccio nuove tutte le cose”, è scritto nell’Apocalisse. Anche noi possiamo dirlo, accogliendo il Natale con l’Atteso che, nascendo in una mangiatoia, vuole essere solo accolto dal mondo. Gli basta l’affetto di un Padre e di una Madre… e l’amore dei fratelli. di Riccardo Ceccarelli Venti milioni di danni. Oltre 120 feriti. Vetrine di negozi e bancomat sfondati. Auto bruciate. Blindati delle forze dell’ordine dati alle fiamme. Alcune vie di Roma nei pressi del Parlamento messe a fuoco e fiamme durante la manifestazione del 14 dicembre. Tutti le abbiamo viste in Tv. Decine di fermati. Poi processo per direttissima due giorni dopo. Il giudice li ha tutti scarcerati, tranne un minorenne (processo per direttissima a gennaio). Come se avessero fatto una passeggiata per il centro di Roma e avessero venduto, non autorizzati, caramelle ai passanti e magari alle forze di polizia. Bravi ragazzi, non avete fatto nulla di male, anzi vi chiediamo scusa per la violenza indebita usata contro di voi. Le vetrine sono implose da sole e le automobili hanno preso fuoco per autocombustione al vostro passaggio, i poliziotti ed alcuni di voi che sono stati feriti lo hanno fatto per autolesionismo. Vi chiediamo scusa perché siamo stati noi i violenti contro di voi lanciando sampietrini, voi che eravate senza casco in pacifica e legittima manifestazione, che cantavate canzoni d’amore, che avevate parole dolci, tranquille e paciose per un mondo diverso, invocando il vostro futuro. Scusate vi abbiamo colpito mentre stavate lavorando, studiando, prepa- randovi ed impegnandovi per il vostro tissima vi assolverà. Le decisioni dei domani. Il giudice vi ha tutti scarcera- giudici vanno rispettate, ma si posti, non avete fatto nulla di male, anzi. sono non condividere e questo non è Chissà perché vi avranno fermati? In un insulto alla magistratura. Qualche maniera indiretta vi ha autorizzato a responsabile ci sarà pure per tutto fare altrettanto nelle vostre passeg- quello che è successo a Roma, e voi giate, a Roma e nelle altre città. Le c’eravate. Non avrete certo tutti data occasioni non mancheranno, perché la vostra collaborazione. Non giustiè così, dice qualcuno, che si costrui- ficate però le manifestazioni violente, sce il futuro. Bravi. Il giudice non ve lo sta facendo già anche se in maniera lo ha detto, ma ve lo ha fatto capire soft un ampio coro mediatico, non si non condannandovi. Quello che ab- difendono così le ragioni delle vostre biamo visto era tutta una fiction te- rivendicazioni. Manifestate a testa levisiva. Cosa sono andati dicendo e alta, con tutta la voce che avete, facercando il sindaco di Roma ed i cit- tevi però riconoscere se credete giutadini che si lamentavano dei danni ste le vostre richieste, le spranghe e i ricevuti? Stavano delirando. Se il giu- caschi d’ordinanza lasciateli a casa, li dice vi ha assolto, chi ha combinato abbiamo visti trent’anni fa e non hantutto quel disastro che ci hanno fatto no portato bene. Dopo sono arrivate vedere? La messinscena è del governo le pistole. Il vostro entusiasmo è preo di qualche troupe televisiva per gi- zioso ed encomiabile, ma non fatevi rare la fiction. Voi certamente non ne strumentalizzare. Andate al sodo e siete responsabili, perché altrimenti il in profondità, se volete veramente giudice non vi avrebbe assolto dall’ac- qualcosa di nuovo non solo a parole. cusa che vi era stata fatta. Ripetete Credo sia necessario percorrere, non pure le passeggiate come quella fat- tanto le strade di Roma (fate pure i ta al centro di Roma, poi se vi capi- vostri cortei ma non violenti), quanto terà di trovare qualche auto lungo la la via della “pazienza del costruire”. E strada che turba il vostro tranquillo “costruire la propria esistenza, costruincedere è possibile che da sola pren- ire la società non è opera che possa da fuoco, così le vetrine, riflettendo essere realizzata da menti e cuori il vostro corteo, potranno scoppiare distratti e superficiali”. Lo ha detto il all’improvviso. Se qualcuno vi foto- giorno dopo la vostra manifestazione, graferà e dirà che siete stati voi, non Benedetto XVI ai giovani universitari abbiate paura, ci sarà un giudice, non di Roma. Mi pare un buon consiglio. a Berlino ma a Roma, che per diret- Buon Natale. PILLOLEdiRISORGIMENTO di Massimo F. Frittelli di “far conoscere l’Italia agli ad una vasta rete d’informaitaliani” e, in più di un secolo tori, aveva anche promosso UN PO’ DI TURISMO… di divulgazione turistica, si è una serie di attività sociali affermato come uno dei più condotte dall’OND, l’OpeÈ da un po’ che gli italiani importanti attori del Paese. ra Nazionale Dopolavoro. viaggiano. Non bisogna però Dagli anni ’20, dall’avvio della Quell’organizzazione della andare troppo indietro negli fascistizzazione della Peniso- vita sociale e del tempo libero, anni per ricordarsi di quando la, sulla scena della promo- condotta dal Duce e finalizzanon lo facevano. O meglio, di zione del turismo interno ap- ta ad irreggimentare le masse, quando tanti si dimostravano paiono nuove organizzazioni, in quegli anni riscuoteva il reticenti (culturalmente?) ad emanazioni del PNF, il Parti- favore degli italiani tanto da affacciarsi su “altro”. Sicura- to Nazionale Fascista. Già nel far affermare a Togliatti (tra mente c’era chi per bisogno 1923, la Confederazione dei l’aprile e il giugno del 1935) “I doveva continuare a farlo, Sindacati Fascisti creava l’Uf- salari degli operai sono bassi come pure chi lo faceva per ficio Centrale del Dopolavoro ma il fascismo ha messo in conoscere e/o per svagarsi, con un programma indiriz- piedi una serie di servizi che ma erano in pochi. zato all’elevazione sociale del assicurano un certo consenso”. L’Organizzazione Mondiale lavoratore e alla sua forma- Negli anni successivi alla del Turismo definisce turi- zione fisica ed intellettuale. Grande guerra in tutta Eusta chi viaggia e soggiorna in Se il fascismo - per la maggior ropa, e dopo una consolidaluoghi al di fuori del proprio parte dei politologi regime ta attività turistica da parte ambiente usuale per più di 24 autoritario contraddistinto dei ceti alti della società, si ore e meno di 1 anno. da elementi totalitari - pre- incominciava a parlare di Nel Bel Paese fino agli anni tendeva di controllare capil- “turismo sociale”. Si iniziava Quaranta del secolo scorso, larmente la nazione attra- a considerare un sistema tufino agli anni della guerra, si verso la Polizia, i Carabinieri, ristico, prevalentemente inl’OVRA (la polizia segreta), terno, che potesse permetNella foto del Sir, viaggiava. Il Touring Club Italiano era la MVSN (Milizia Volontaria tere alle classi meno agiate la grotta della Natività nato nel 1894 con l’obiettivo Sicurezza Nazionale), oltre di usufruire di quei servizi e a Betlemme di partecipare a quelle attività fino ad allora appannaggio di pochi. In URSS - per definizione paese totalitario contraddistinto da una politica di stampo internazionalista Oggi, sabato 18 dicembre 2010, si chiu- sa maniera di camminare, di parlare, di dice: tutto bene? Tutto funziona come con obiettivi di profonda trasformazione della sociede una settimana fredda e nevosa, fred- vestire, di salutare. È come se fossimo av- prima? La neve e il gelo in parte modità - il turismo non era stato da e gelata. Anche stamattina ci siamo volti da una nuvola (non di neve o gelo) ficano anche il modo con cui ci si fa gli tra gli obiettivi primari delsvegliati – dico noi della Vallesina – con ma di una materia impalpabile fatta di auguri, al volo, fuori dai supermercati la Proletarskaja Revoljucija una leggera nevicata mattutina che si è leggera paura dell’imponderabile, di un o lungo i marciapiedi.È freddo e dund’Ottobre, ma per l’enfasi trasformata in gelo. Per le strade anziani qualche cosa che ci crea una preoccupa- que bisogna farlo in fretta, stando atcon cui il regime si è impea fare la spesa, scolari imbacuccati e ca- zione ed una eccitazione anche piacevole tenti a dove si mettono i piedi, per non gnato per elevare il livello richi di zaini “culturali” che si avviavano per il manto nevoso che colora le cose in scivolare e farsi male. Ecco, in questa culturale del popolo e per verso la scuola, automobili ben equipag- modo diverso. E ogni città vive a modo settimana ho avvertito che gli auguri educare le masse attraverso giate per transitare sul gelo, automobili suo, ogni città si muove e respira a modo natalizi si erano un po’ rattrappiti. Per l’esperienza pratica, i soviesenza nessun equipaggiamento. Il traf- suo le avverse condizioni del tempo. D’in- cui vorrei rimediare qui, per come postici hanno dedicato al settofico rallentato e preoccupato. La gente verno è freddo, dicono i nostri anziani, so: e ripeterli con più calore, a partire re molta attenzione. avveduta lungo i marciapiedi, attenta perché meravigliarci? Eppure ci si meravi- dai miei due più benevoli lettori (Lucio Così che il PCUS, il Partito a non cadere. Fuori dalle edicole le lo- glia e succede che tutto sembra fermarsi: e Roberto) perché li trasmettano ai loro Comunista dell’Unione Socandine dei giornali quotidiani ci avver- le iniziative, gli appuntamenti, le scuole, familiari. E a tutti quelli che leggono vietica e il “cervello del sistetivano che c’era il gelo e che in qualche gli incontri, le automobili. Si ferma an- queste righe, al caldo della loro casa, ma”, il Sovnarkom (Consiglio caso si trattava di un “inferno gelato”, di che il modo normale di parlare tra di noi. mentre fuori c’è l’inverno. Spero che sia dei Commissari del Popolo), ingorghi, di polemiche, di ore di coda Entrando nei negozi si battono i piedi a un inverno solo meteorologico e che creavano una serie di istiinterminabile. Quando le condizioni terra per togliere la neve; si mettono in invece anche nelle “terre elementari” i tuzioni per incrementare la metereologiche sono avverse, ecco che tasca i guanti; ci si toglie il berretto di semi siano già preparati per germinare formazione, la conoscenza e tutti ci mettiamo a parlarne del freddo o lana: e tutto questo trasforma il dentro ancora e ancora in ogni stagione. Perlo svago. del caldo: ecco che tutti ripassiamo sulle del negozio in una realtà quasi nuova, ché i frutti siano sufficienti per tutti. Silvano Sbarbati Fin dal 1919, all’interno del nostre strade quotidiane con una diver- quasi scoperta per la prima volta. E ci si NARKOMPROS (Com- Terre Elementari La neve, i semi, i frutti missariato del Popolo per l’Istruzione Sovietica) e del Glavprolitprosvet (Comitato generale per l’educazione politica in seno al NARKOMPROS), si compivano viaggi di istruzione in tutto il paese. Gli anni ’30 vedevano il turismo di massa, inteso come aspetto integrante della costruzione del socialismo, svilupparsi per l’azione della Società per il Turismo e le Escursioni Proletarie. Oltre ai gruppi privilegiati di udarniki, “intellettuali e apparatciki d’assalto” che andavano sostituendo gli emuli dell’ ”eroe del lavoro” Stachanov, i viaggiatori più attivi nel “paese della pianificazione sociale ed economica” sono stati i giovani, per lo più studenti e “pionieri” organizzati nel Komsomol (Unione comunista della gioventù), protagonisti di escursioni progettate per far conoscere la nazione, la storia dei sovet, la vita di Lenin. La nota agenzia di stato Intourist, forma abbreviata di Turist Inostrannyi (Turismo Estero), nasceva per volontà di Stalin nel 1929. Ma è stato dopo il Secondo conflitto mondiale che si è sviluppata a tal punto da collocarsi tra le più grandi organizzazioni turistiche del mondo. Privatizzata nel 1992, con la sua rete di alberghi, autoparchi, ristoranti ma anche di banche e money-changer, l’Intourist per sessant’anni è stata l’indiscusso vettore e controllore di tutti gli stranieri in ingresso nel “blocco socialista”. Voce della Vallesina jesi 26 dicembre 2010 Il Fondo Ambiente di Jesi diventa gruppo riconosciuto Da Remo Uncini, presidente della Banda di Jesi, riceviamo Il gruppo jesino del Fai Cesaroni, alla Chiesa – Fondo Ambiente ItaCollegiata della Sanliano – è stato ufficialtissima Annunziata mente riconosciuto dal che, per l’occasione Fai nazionale. Dopo aveva esposto pregeun intenso lavoro da voli opere d’arte, al parte di Luca Tombari, Museo della Mail Art sono state ultimate le ovvero arte per corriprocedure che hanno spondenza e al rinnoportato alla creazione vato Palazzo Comunadel Fai – gruppo di le. Inoltre, gli iscritti Jesi. Gli aderenti di Jesi e della Val- al Fai hanno potuto conoscere, inlesina sono 83 che ora possono pro- sieme all’Archeoclub cittadino, le porre iniziative e progetti rivolti alla zone più antiche della città mentre valorizzazione dei beni della città e a giugno hanno ammirato la nuova dei paesi vicini. La Delegazione Fai sezione della Pinacoteca Civica dove di Ancona, presieduta dall’avvocato è allestita l’esposizione permanente Anna Cagnoni Pelamatti, ha accolto di arte contemporanea. Grazie poi favorevolmente la richiesta di Jesi alla collaborazione della Fondazione di diventare un gruppo all’interno Pergolesi Spontini, è stato possibile della Delegazione stessa: in questo assistere, al Teatro Moriconi, alla modo il Fai desidera offrire sempre commedia musicale settecentesca più il suo contributo alla tutela e alla “Il Flaminio”, prodotta nell’ambito promozione delle tante ricchezze delle celebrazioni per il terzo centenaturalistiche e artistiche delle no- nario della nascita di Pergolesi. stre zone. I soci hanno poi dato la loro disponibilità per l’apertura al pubblico, Continua intanto l’attività del Fai in orari definiti, della Chiesa di San jesino che quest’anno è stata mol- Marco: un luogo ricco di arte e di to intensa. Il gruppo di Jesi si è in- storia e molto significativo per la contrato venerdì 17 dicembre per città, purtroppo non facilmente viuna interessante visita guidata alla sitabile e che sarà inserito tra i beni Quadreria della Fondazione Cassa aperti per la prossima Giornata di di Risparmio di Jesi: un nuovo spa- Primavera. zio culturale fortemente voluto dal- «Sono tante le attività che in la Fondazione ed allestito al piano quest’anno abbiamo realizzato graterra e al piano primo del Palazzo zie a coloro che credono nelle finaBisaccioni e che ospita opere di arte lità della nostra associazione che ha contemporanea, antica e moderna dimostrato di avere a cuore il patrioltre a documenti storici della Ban- monio italiano – dice il responsabile ca. del Fai di Jesi Luca Tombari – rinQuest’anno ha ottenuto un grande grazio per questo tutti coloro che apprezzamento dai tanti partecipan- hanno collaborato con noi e mi auti l’organizzazione della Giornata Fai guro che nel nuovo anno riusciremo di Primavera, a Montecarotto, con a farci conoscere ancora di più grale visite guidate a Palazzo Santelli- zie alle iniziative che proporremo». Anche quest’anno la banda della città di Jesi celebra il primo giorno dell’anno con la sua musica. Quest’anno il programma del concerto prevede musiche per celebrare i 150 anni dalla nascita dello Stato italiano. La musica, oltre a ricordare il Risorgimento, crea emozioni, è l’anima dello Stato che nel ricordo dei molti che si sono sacrificati, celebra liberamente e democraticamente la sua nascita. “La Banda è musica, la musica è storia 1861-2011. La banda jesina, nata dopo il 1870, ha vissuto quei momenti dove la musica diventava lo spazio in cui si esprimeva con i suoni, le gioie, i dolori e le preoccupazioni di una nazione giovane che cominciava a percorre la storia fino ai giorni d’oggi. La Banda è la musica dei cittadini. Verdi, Puccini, Rossini hanno trasmesso con le loro opere, con le loro sinfonie, i loro personaggi, le loro armonie, quello che vivevano in quegli anni che loro hanno visto, sentito, sofferto. In diverse occasioni la banda le ha suonate nelle piazze fino ad entrare con le sinfonie nelle case, quando in epoche recenti l’unico modo di trasmettere la musica era la banda. La Banda di Jesi continua ad essere presente con i suoi musicisti e i suoi allievi. Non vuole interrompere questo dialogo con i cittadini, che in diverse occasioni dell’anno la vede protagonista, anche nel dare l’augurio di buon anno alla città accogliendo il pubblico jesino nel teatro Pergolesi, perché è la “casa” della città dove sono stati vissuti i momenti più importanti della propria storia civile e culturale. Disponibili per San Marco 5 La banda è musica, la musica è storia “I Dialettali“ al teatro Pergolesi La compagnia teatrale “I Dialettali” apre l’ottava rassegna dialettale “Lo sberleffo” al teatro Pergolesi, sabato 8 gennaio alle ore 21,15 e domenica 9 gennaio alle ore 17,15. Loreti presenta il suo ultimo lavoro “… quanno briscola è denari”, due atti di puro e sano divertimento. Come nelle sue commedie precedenti, Carlo cerca sempre di specchiarsi nella vita quotidiana con curiose metafore e brillanti colpi di scena. La compagnia, iniziando dalla regista Barbara Pierpaoli, dalla rammentatrice Monia Togni, dalla parrucchiera e collaboratrice di scena Luciana Ragni, dagli sceneggiatori Rolando Fabbro, Dante Pierandrei, Ercole Ciandrini, Giancarlo Ferrucci e da tutti i suoi bravi attori: Carlo Loreti, Patrizia Brugiatelli, Loriano Ragni, Cristina Binanti, Gigliola Fioretti, Luca Ferrucci, Anna Pollonara, Tamara Cingolani, Ivonetta Romiti e Chiara Ciandrini, darà piena dimostrazione del suo smisurato impegno. Sapendo che la nostra città è stata sempre attaccata a certe tradizioni, certamente anche questa volta non si smentirà dimostrando affetto e simpatia per questo nostro sempre caro vernacolo. 6 A servizio della vita e della gioia Il vangelo della vita e questioni di bioetica. È stato l’argomento dell’ultimo incontro del 2010 per le coppie che diventeranno animatrici del cammino per i fidanzati. Relatore il dott. Paolo Marchionni, presidente dell’associazione “Scienza e Vita” di Pesaro. Ha parlato di tutela e promozione della vita, dei princìpi che garantiscono il pieno rispetto dei diritti di ogni essere umano, ed ha trattato l’argomento mettendo in evidenza la questione della Vita alla luce dei documenti del magistero della Chiesa. Temi di grande valore, tali da essere paragonati al grave problema dei lavoratori che aveva spinto papa Leone XIII, alla fine dell’800, a pubblicare la prima enciclica sociale della chiesa: la “Rerum Novarum”. Diversi sono i documenti che affrontano la complessa questione, tra cui, fondamentale, l’Evangelium Vitae di Giovanni Paolo II. Questa enciclica, parte integrante del magistero papale, si esprime su tre temi che enunciano il pensiero della Chiesa su specifiche questioni di morale: l’omicidio, l’aborto, l’eutanasia. La Evangelium Vitae (“il vangelo della vita”) esprime la posizione della Chiesa cattolica sul valore e l’inviolabilità della vita umana. Venne promulgata il 25 marzo 1995. Per i temi trattati e per la sua completezza magisteriale questo documento si collega direttamente all’enciclica Humanae Vitae, scritta da papa Paolo VI nel 1968. Voce della Vallesina psicologia e società 26 dicembre 2010 buon natale di Frutto della collaborazione «A fine estate, a mietiture dell’Episcopato di ogni Pa- e vendemmie fatte, fummo ese del mondo, l’enciclica sposi. è una “riaffermazione pre- A Nazaret si celebrano in cisa e ferma del valore del- questo tempo molti matrimola vita umana e della sua ni e si moltiplicano gli inviti. inviolabilità, ed insieme Ma non si può ballare a due un appassionato appello feste di nozze contemporarivolto a tutti e a ciascuno, neamente, così gli invitati in nome di Dio: rispetta, non vennero alla nostra. Solo difendi, ama e servi la vita, parenti stretti e nessuno di ogni vita umana! Solo più, alle nozze della vergine su questa strada troverai incinta. giustizia, sviluppo, libertà Iosef era serio ma il suo corpo vera, pace e felicità!”. Sem- sorrideva per lui. pre lo stesso papa nei suoi Mi strinse la mano sotto la ultimi anni ha tenuto a tenda stesa del baldacchino cuore il discorso sulla vita sbattuto dal vento. La sua e proprio nell’ultimo di- mano aspettata che mi aveva scorso ufficiale fatto il 10 protetto, non mi aveva acgennaio del 1995 al corpo cusato, non aveva sollevato diplomatico diceva: «La la prima pietra che spetta al prima sfida è quella della marito dell’adultera, la sua vita. La sfida della vita pre- mano ispessita di lavoro e di cede quella del pane, della schegge: tremava intorno alla pace, e della libertà religio- mia che riposava finalmente sa». In segno di continuità chiusa dentro la sua. l’11 gennaio del 2010 Be- […] nedetto XVI ha affermato “Miriàm, sai cos’è la grazia?” che «la violazione della di- “Non di preciso”, risposi. gnità dell’uomo è una vio- “Non è un’andatura attraente, lazione alla vita». Il dott. non è il portamento elevato Marchionni ha affrontato di certe nostre donne bene in anche i temi della bioetica mostra. generale, dove si parla della È la forza sovrumana di afpersona umana, e della bio- frontare il mondo da soli etica speciale, dove vengono senza sforzo, sfidarlo a duello trattati alcuni aspetti pe- tutto intero senza neanche culiari della vita. La sintesi spettinarsi. dell’intervento e il mes- Non è femminile, è dote di saggio rivolto ai corsisti ha profeti. avuto dunque come punto È un dono e tu l’hai avuto. centrale il valore della vita: Chi lo possiede è affrancato un grande mistero a cui da ogni timore. avvicinarsi con la consape- L’ho visto su di te la sera volezza della sua sacralità. dell’incontro e da allora l’hai Per essere non Arbitri, ma addosso. Ministri della vita. Tu sei piena di grazia. IntorA cura di Marco Mazzanti no a te c’è una barriera di grazia, una fortezza. Tu la spargi, Miriàm: pure su di barbara - il presepe vivente A Barbara nei giardini pubblici sotto le mura medioevali, tutto sembra fermarsi, ritornare al passato; anche il tempo e lo spazio pare che si annullino per dar luogo ad una seconda Betlemme. È un Presepe originale, unico tra le innumerevoli rappresentazioni della Natività perché esso ricrea la storia biblica dalle origini alla nascita di Gesù. Non è quindi solo una semplice rassegna di antiche arti e mestieri scomparsi, che stupiscono il visitatore relegando la Natività ed il suo messaggio in un secondo piano, ma si ricrea l’atmosfera di quella lontana notte in cui “…il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi”. Oltre cento personaggi, in costume d’epoca, si muovono lungo il pendio della collina recitando seguendo la voce di un commento fuori campo. Federico Cardinali me”. Erano parole da meritarsi abbracci. Restammo sdraiati senza una carezza. Ci pensai un poco e risposi per gioco: “Tu sei innamorato cotto, Iosef”». Sono parole e pensieri che Erri De Luca ascolta da Maria e Giuseppe (Miriàm e Iosef, nella lingua ebraica). Sono parole che ci raccontano momenti della vita di due giovani che hanno deciso di unire la loro vita. Due giovani di duemila anni fa. Con una storia difficile. Una gravidanza inaspettata e inspiegabile li mette l’uno di fronte all’altra, disorientati, alla ricerca di una strada da percorrere. Maria e Giuseppe, così ci raccontano i Vangeli, iniziano in salita la loro storia di famiglia. Ho preso in prestito queste parole, perché i poeti e gli scrittori hanno un dono particolare dello spirito per cogliere i sentimenti profondi e segreti del cuore. E sanno trovare parole che gli scienziati, gli studiosi dell’animo umano, fanno fatica ad ascoltare. Ho voluto prendere queste parole per chiedere loro un aiuto. Un aiuto grande. Quello di farci ritrovare la speranza. In quest’ultimo tempo troppe volte nei nostri incontri settimanali abbiamo ascoltato storie tristi, storie di dolore. Storie che portavano tutto il peso della sofferenza di giovani coppie in crisi. Storie di bambini dimenticati da genitori troppo presi da loro stessi e dalle loro difficoltà. Siamo arrivati a Natale. La fede – ricordate? Ne abbiamo parlato proprio la settimana scorsa – la fede, dicevo, ci mette davanti ad un evento troppo grande per essere colto dal nostro pensiero. La mente si perde quando cerca di comprendere. Gesù di Nazareth è l’uomo di duemila anni fa che ha stravolto la storia. Giovane trentenne, ucciso perché insegnava che l’uomo viene prima della legge, che l’uomo è più importante di qualsiasi regola e struttura. Insegnava che ogni uomo è figlio di Dio. Le leggi, le tradizioni, le regole, le istituzioni sono soltanto degli strumenti, servono a indicare la strada: la strada dell’Amore. ‘Figlio dell’uomo’ si faceva chiamare. Perché la sua umanità l’ha vissuta fino in fondo. Fino in fondo è stato capace di prendersi cura dell’uomo. Delle sue povertà, dei suoi limiti. Diceva che non hanno bisogno del medico quelli che sono sani, ma chi è malato. E lui era questo ‘medico’ che sapeva mettere la medicina della sua parola sulle ferite dell’anima, ferita nella fatica di vivere. Gesù, figlio dell’uomo, lo guardiamo con ammirazione. Per la sua forza. Per la coerenza con cui ha saputo vivere, al punto da preferire la morte al tradimento dei suoi valori. Un grande Maestro! Ma Gesù di Nazareth ci ha detto che lui è anche il Figlio di Dio. E qui il nostro pensiero si ferma. Perché un Dio-Uomo è impensabile per la nostra mente. Ma credo che proprio questa è la grandezza di un Padre che sa sorprendere i suoi figli. Chi sa, forse ci teneva così tanto che lo potessimo conoscere e che potessimo sentirlo più vicino, che a un certo punto deve essersi ‘reso conto’ che solo suo Figlio poteva parlarcene in modo appropriato. E ce l’ha mandato! Per questo la Bibbia lo chiama Dio-con-noi (in ebraico: immanu (= con noi) + èl (= Dio); da qui il nome italiano Emanuele). Perché ci terrà così tanto a noi? Sembra proprio che non possa fare a meno di prendersi cura di noi. Di amarci. Da vero Padre-eMadre con i suoi figli. Tutti i suoi figli. Come possiamo dirci BUON NATALE? Dentro quest’abbraccio amorevole del Padre, proviamo a dircelo sentendoci in buona compagnia. In compagnia di Maria e Giuseppe, anche loro affaticati dalle prove della vita. In compagnia di Gesù che, se pure Figlio-di-Dio, la sua bella croce se l’è dovuta portare, anche lui, fino in fondo. Abbiamo dei ‘buoni’ compagni di strada. Allora Buon Natale! può significare anche Buon viaggio! Il viaggio della vita. Chi vuole scrivere allo psicologo può farlo o per e-mail ([email protected] o [email protected]) o per posta a Voce della Vallesina - colloqui con lo psicologo - P.za Federico II, 8 - 60035 JESI L’Associazione “Noi Operatori di Pace” ha incontrato mons. giuseppe Quagliani «Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano» Domenica 7 novembre si è svolto l’incontro inaugurale per l’anno 2010 – 2011 della Scuola di vita organizzata dall’Associazione culturale “Noi Operatori di Pace”. Obiettivo: fornire un’adeguata conoscenza della teologia e dottrina cattolica. La lezione magistrale è stata tenuta dal Vicario Generale della Diocesi di Jesi mons. Giuseppe Quagliani, a cui è seguita una riflessione comune. «La figura di Gesù e la novità del suo messaggioha spiegato don Giuseppe- ci portano a riflettere in particolare sul mistero della Santissima Trinità. Poiché l’argomento è estremamente profondo mi sono affidato al Catechismo della Chiesa Cattolica e al Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa. Ogni persona è da Dio creata, amata e salvata in Gesù Cristo. Ma chi è questo Gesù Cristo, dove è la novità del suo messaggio? “Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano”. Presa così, questa massima spinge all’eroismo, ad una tensione superiore alla capacità umana tanto che Nietzsche, riferendosi a Gesù, ha detto: “ha volato più alto di qualsiasi altro e si è ingannato nel modo più sublime. È un illuso, un sognatore, un utopista”.» Ma Gesù si inserisce perfettamente nella realtà umana: ne conosce le debolezze. Invita a non giudicare. A togliere la trave nel proprio occhio piuttosto che la pagliuzza del vicino. Ad avere pazienza, tanto da affermare che è inevitabile che la zizzania cresca insieme all’erba buona. A scagliare la prima pietra, solo se si è senza peccato, di fronte all’adultera presa in flagranza. A perdonare non sette ma settanta volte sette. «Gesù vive e sente un vero amore.- ha continuato don Giuseppe - Manifesta un amore cosciente perché conosce la realtà». Ma l’atto fondamentale della carità di Gesù è la compassione per le sofferenze degli uomini. Patire insieme. Ecco la differenza fra il suo amore e la filantropia dei saggi e dei filosofi. Entra nella casa di Zaccheo, pubblico peccatore. Afferma di essere venuto per servire, non per essere servito. Offre la sua amicizia a Nicodemo, membro del Sinedrio, a Giovanni di Arimatea, suo discepolo, uomo molto ricco. Contemporaneamente però disincanta, sconvolge ed afferma che non si può servire Dio e mammona. Gesù vive profondamente tra gli uomini, frequenta la sinagoga, va ai matrimoni, partecipa ai banchetti, tanto che gli dicono che è un beone e mangione. Chi è dunque Gesù? «Un uomo normale con qualcosa di speciale: una relazione costante con il Padre. – afferma don Giuseppe - Lo rileva quando dichiara di occuparsi delle cose del Padre suo (Lc 2,49). Quando dice di essere una cosa sola con il Padre. Con la Pentecoste si conferma quanto Gesù aveva annunciato, la venuta dello Spirito del Padre suo (Mt. 10,20), lo Spirito Santo (Lc 12,12), lo Spirito di verità (Gv 15,26), il Consolatore (Gv. 14,16). Gesù opera in relazione al Padre ed allo Spirito Santo, ma tutto resta ancora da capire.» La rivelazione di Gesù del Dio trino offre parametri nuovi sul mistero di Dio pensato come unica entità. Come si narra in questo dialogo tra un musulmano ed un cristiano. Dice il musulmano: «Dio, per noi, è uno; come potrebbe avere un figlio?» Risponde il cristiano: «Dio, per noi, è amore; come potrebbe essere solo?». L’intervento è terminato con una bella citazione di don Tonino Bello per spiegare la relazione che lega le tre Persone Trinitarie. “Il Signore ci ha insegnato che il nucleo di ogni Persona divina consiste in una relazione. A guardar bene, anche ognuno di noi, in quanto persona, deve essere essenzialmente relazione. Un io che si rapporta con un tu. Un incontro con l’altro. Al punto che, se dovesse venir meno questa apertura verso l’altro, non ci sarebbe neppure la persona… Sai come spiego ai miei zingari il mistero di un solo Dio in tre persone? Non parlo di uno più uno più uno: perché così fanno tre. Parlo di uno per uno per uno: e così fa sempre uno. In Dio ogni persona vive per l’altra. Tanto che il Figlio, quando è sceso sulla terra, si è manifestato come l’uomo per gli altri. Sergio Togni Voce della Vallesina vita ecclesiale LA CHIESA LOCALE IL DIARIO DEL VESCOVO GERARDO Mercoledì 22 dicembre Ore 10: Moie, visita alla scuola materna Ore 11: Scisciano, S. Messa alla clinica Giovedì 23 dicembre Ore 17: Incontro con AVULSS, S. Messa Venerdì 24 dicembre Ore 10: Commissariato di Polizia: S. Messa Ore 16: Il Vescovo è a disposizione in Duomo per le Confessioni Ore 24: Prima S. Messa di Natale in Cattedrale Sabato 25 dicembre Ore 8.30: S. Messa alla Chiesa dell’Ospedale e visita a qualche reparto Ore 10.30: Santa messa al Santuario delle Grazie Ore 18: Vespri e S. Messa in Cattedrale Domenica 26 dicembre Ore 11.30: Maiolati Spontini: Festa del patrono Ore 16: S. Messa e amministrazione del Battesimo Martedì 28 dicembre ore 15.00-18.00: il Vescovo riceve nella cappella di San Floriano, in Duomo, coloro che desiderano confessarsi o avere un colloquio spirituale. Senza appuntamento. Venerdì 31 dicembre ore 11.15: Monteroberto, S. Messa nella festa del Patrono ore 18.30: Cattedrale, S. Messa e Te Deum ore 22.30: Cattedrale San Ciriaco, S. Messa a conclusione della marcia della pace Sabato 1 gennaio ore 11.15: Parrocchia San Giuseppe, S. Messa e messaggio del Papa nella giornata della Pace ore 16: S. Messa in pediatria e incontro con i bambini ore 18: Vespri e S. Messa in Cattedrale Domenica 2 gennaio Ore 15: Montelupone: Incontro con Gruppo famiglie Ore 21: Incontro a carattere vocazionale Monte Roberto Il presepio di sempre Non è sempre uguale il presepio di Monte Roberto. Ogni anno è nuovo, pur rimanendo fedele a se stesso, vale a dire alla suo essere tradizionale. Come si faceva un tempo e si fa oggi per evocare la magia di un paesaggio e della ricostruzione più o meno ideale della nascita del Salvatore. Ci lavorano per circa due mesi e con una passione che ogni anno cesce e realizza sempre qualcosa di nuovo. Questo è il presepio di Monte Roberto, realizzato nella sala della Confraternita, accanto alla chiesa parrocchiale di San Silvestro, a disposizione dei visitatori nei giorni festivi delle 15,30 alle 19,30 ed in quelli feriali dalle 17 alle 19. La festa del patrono, San Silvestro sarà celebrata solennemente il 31 dicembre, in preparazione di essa il 29, alle ore 21, si terrà un concerto da parte del Coro Tomassini di Serra de’ Conti. Settimanale di ispirazione cattolica fondato nel 1953 Parola di Dio 26 dicembre 2010 7 25 dicembre 2010 - natale del signore, messa dell’aurora Gesù bussa e chiede ospitalità in punta di piedi Dal Vangelo secondo Luca (Lc 2,15-20) Appena gli angeli si furono allontanati da loro, verso il cielo, i pastori dicevano l’un l’altro: «Andiamo dunque fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere». Andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato in una mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro. Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro. Lc 2,15-20 Commento Il brano vuol far capire come i semplici, i pastori, hanno realmente afferrato il messaggio e partono senza indugio. Maria dopo l’annuncio dell’angelo va da Elisabetta (bisognosa), i pastori dopo l’annuncio vanno dal Bambino (bisognoso), perché hanno bisogno loro di conoscere, cioè di fare esperienza di questo evento. Tutti i verbi sono al passato remoto: se ne ritornarono - quello che videro e udirono. Questo tempo indicativo, in greco, significa che è un avvenimento passato, ma che continua nel presente. Interessante anche questo: l’annuncio di Cristo non è un fatto passato, ma attuale, urgente anche oggi, qui, in questo nostro tempo. Andiamo dunque fino a Betlemme vediamo questo avvenimento Avvenimento (in greco: rèma) significa parola realizzata, cioè la promessa fatta ai profeti e confermata a Maria non resta incompiuta e, nell’annuncio natalizio, è parola-evento alla quale ci si piega con fede obbediente e della cui realizzazione si è testimoni. Quindi i pastori obbediscono alla parola e trovano Maria, Giuseppe e il Bambino, cioè trovano la Parola concretizzata in Persona o, se vogliamo, nella carne di Gesù. Si nota sempre la funzione essenziale, in Luca, della parola quale evento di salvezza ogni volta che è annunciata da un missionario (qui i pastori assurgono a veri missionari, sono veri annunciatori della salvezza, del Salvatore: hanno scoperto in quel Bambino l’atteso di tutto il popolo d’Israele). I pastori sono privilegiati non perché poveri, ma perché ritenuti inaffidabili, quelli che non vanno troppo per il sottile nella distinzione del proprio e dell’altrui. Sono quindi inadatti alla testimonianza davanti al tribunale, equiparati ai pubblicani; però sono credibili davanti a Dio, che sceglie i disprezzati e li giudica idonei ad accogliere una rivelazione straordinaria. Ecco una prima indicazione per noi: Dio non richiede credenziali e certificati di buona condotta, quando affida le sue verità. Quanto contano per noi coloro che non sono nessuno, non sanno parlare, perché nessuno ha tentato di capirli? Trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato in una mangiatoia I pastori trovano una scena di una semplicità sconcertante: una famiglia al completo attorno ad un Bambino che non ha un letto, come lo abbiamo noi, ma una mangiatoia dove la paglia e il fieno per gli animali fanno da materasso al neonato: siamo, con molta chiarezza, dentro ad una delle tante tipiche case-grotta. All’interno di queste case erano custoditi gli animali, perché erano il segno evidente della possibilità di sopravvivere alla povertà del tempo. Ancora in certe zone del sud-America si dice: se muore un bambino se ne fa un altro, ma se muore una capretta o una pecora si rischia di far morire di fame tutta la famiglia. (calendario degli incontri: gennaio – febbraio 2011) La mangiatoia è simbolo delle povertà di ogni tempo. Non si cerca Gesù Cristo nei palazzi del potere, dove si decidono le sorti dell’umanità. Cristo, invece, è nelVenerdì 14 gennaio: la tenda dei senza-tetto (terremotati), dei senza-patria LA CHIESA NASCE DALLO SPIRITO SANTO (terzo-mondiali), degli intrusi, degli estranei, degli abu(don Franco Rossetti) sivi, dei cassa-integrati che non hanno più lavoro per lo sfruttamento subìto dai più ricchi e potenti... Venerdì 21 gennaio: La mangiatoia è simbolo anche del nostro rifiuto, inIL MISTERO DELL’EUCARISTIA, DA CUI NASCE LA CHIESA terpella la nostra libertà: Gesù bussa e chiede ospitalità (Prof.ssa Maria Paola Thellung) in punta di piedi e quindi possiamo chiudergli la porta in faccia. Se gli apriamo però con cordialità la nostra Venerdì 28 gennaio: casa e non rifiutiamo la sua inquietante presenza, ha IL MINISTERO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE da offrirci qualcosa di straordinario: il senso della vita, NEI DOCUMENTI DEL MAGISTERO il gusto dell’essenziale, il sapore delle cose semplici, la (don Cristiano Marasca) gioia del servizio, lo stupore della vera libertà, la voglia dell’impegno. Venerdì 4 febbraio: Lui solo può restituire al nostro cuore, indurito dalle IL SERVIZIO AI MALATI NEL CONTESTO amarezze e dalle delusioni, rigogli di speranza. DELLA PASTORALE DIOCESANA So affidarmi, in questo Natale, alla santa Famiglia di (Mons. Gerardo Rocconi, Vescovo) Nazaret e aiutare tante persone più disagiate della mia stessa famiglia? Venerdì 11 febbraio: P. Silvio Capriotti ofm IL MINISTERO STRAORDINARIO DELLA COMUNIONE Corso per i ministri straordinari della Comunione E “IL GIORNO DEL SIGNORE” (don Mario Massaccio) Venerdì 18 febbraio: COME ACCOSTARSI AL MALATO (fratel Alfredo) A Santa Lucia Venerdì 25 febbraio: Testimonianze Presentazione della GUIDA LITURGICO-PASTORALE e questioni pratiche (don Franco Rossetti) ore 19,15 – 20,15/30 parrocchia San Massimiliano Kolbe Jesi Piazza Federico II, 8 - 60035 Jesi An Telefono 0731.208145 Fax 0731.208145 [email protected] www.vocedellavallesina.it c/c postale 13334602 Direttore responsabile Beatrice Testadiferro • Proprietà Diocesi di Jesi • Registrazione Tribunale di Ancona n. 143 del 10.1.1953 • Composizione grafica Giampiero Barchiesi • Stampa Galeati Industrie Grafiche, Imola www.galeati.it • Spedizione in abbonamento postale • Abbonamento annuo 35 euro - di amicizia 50 euro - sostenitore 100 euro • Tutti i diritti riservati • Esce ogni mercoledì • Associato alla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) • Comitato di redazione: Vittorio Massaccesi, Giuseppe Quagliani, Antonio Quaranta, Antonio Lombardi Ai sensi dell’articolo 13 del D. 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Anzi: “Viè’ di Arnaldo e lunedì il buon su la chiesa, domenniga.” don Leo venne a San Mar- Disse a suo nipote. “Ma sci ‘l tino e celebrò il funerale. prede non c’è, que ce viengo a Mentre la gente rincasava a fa’?” Le rispose Arnaldo. “Te, piedi…: “Saria da faje di’ la su la chiesa ce vieni perché messa dell’ottavo.” Disse Lea: c’è ‘l prede?” Lea era la sorella carnale Discussero a lungo e se le di Emma, la zia di Arnaldo. dissero grosse, ma nessuArnaldo si trovò d’accordis- no dei due si offese. Erano simo: non sapeva di preciso fatti così: senza arrabbiarsi in che consisteva la messa non sapevano discutere. La dell’ottavo, ma intuiva che domenica successiva, però, era qualcosa a favore di sua Arnaldo andò in chiesa. Non madre e tanto gli era suffi- solo: obbligò a venirci pure ciente. “Sci, - Disse Teresa - il figlio có’ la ragazza e pure ma chi te la viene a di’? Don sua figlia sposada có’ uno di Leo, poretto a lu’, te ce po’ Castel San Nicolò. venì’? Con tutto quello che Teresa, commossa che quasi c’ha da fa’!” non gliela faceva a parlare, “Allora?” Domandò Arnaldo prima di cominciare lo rosache già gli stavano andando rio disse che era per Emma, su i calori. “Nó’ l’ so.” Fu la ri- perché…: “…Perché lia, posposta di Teresa. retta, era una che ce venia “Ho capido, ma allora?” In- sempre a di’ lo rosario có’ calzò Arnaldo e dovette ti- nuantri e se mettea sempre rare il freno a mano per non lì.” Ed indicò la panca. andare fuori strada. A Arnaldo je prese male: già “Allora non so.” gonfio di suo, non si trattenIl giorno dopo, Teresa si fece ne e si mise a piangere come accompagnare da sua figlia ‘n videlluccio appena nado: Pinuccia a Poggio San Paoli- tutti lo videro, ma nessuno no a parlare con don Leo. lo guardò. Don Leo ci mancava poco A la fine de lo rosario canche non le si mettesse a tarono Io credo risorgerò piangere in ginocchio: “Ma- e, dopo, un Gesù mio con gari vi ci potessi venire. Ma- dure funi che staccò la pelgari.” E le elencò tutto quello le dall’ossi a tutti. Prima di che avrebbe dovuto fare tra uscire dalla chiesa, Arnalil sabato e la domenica pros- do andò da Enzo che tenesima: una roba da stroncare va i conti della chiesa e paun cavallo maremmano con gava le bollette e gli mise in gli zoccoli grossi così. “’N mano 100 euro. “E perché? antro non c’è?” Azzardò Te- - Gli disse Enzo - E miga fo resa pentendosi all’istante. ‘l prede, io?” “Méttele ‘n te ‘l Quando don Leo le disse mucchio!” che trovare un altro prete *** sarebbe stato impossibile, perché un altro non ce n’era Arnaldo, quando parlava, proprio, Teresa e Pinuccia aveva solo 20 parole: il resto non insistettero. erano bestemmie; per robe “Adesso - Disse Teresa a sua di chiesa gliene avanzavano figlia mentre in macchina 10, ma aveva dimostrato di ritornavano a San Marti- sapere a memoria la Lumen no - que je dimo a Arnaldo?” Gentium con le note e tutto! La figlia fece scena muta. Don Maurizio 80 anni di Famiglia Cristiana Nata nel Natale del 1931, Famiglia Cristiana compie 80 anni. Venne fondata dal beato don Giacomo Alberione, prete piemontese che 17 anni prima aveva dato inizio alla Società San Paolo, la congregazione che si dedica alla evangelizzazione attraverso i mezzi di comunicazione. Quel primo numero costava venti centesimi, aveva dodici pagine in bianco e nero (che saliranno a sedici nel 1932), il sottotitolo “Per le donne e per le figlie” e in copertina una immagine natalizia: il Bambino nella mangiatoia. Questa stessa copertina è stata rivisata in alcuni numeri che hanno caratterizzato compleanni speciali del settimanale. Per i suoi ottant’anni Famiglia Cristiana ha scelto Ugo Nespolo, un nome che non ha bisogno di presentazioni, per continuare quella che è diventata una tradizione. “Desideravo attualizzare l’immagine di copertina attraverso forme e colori: le forme suggeriscono la contemporaneità, i colori danno la vita. La religione non è qualcosa di remoto, che si perde nella notte dei tempi: non la vedo in bianco e nero” ha dichiarato Nespolo, che è riuscito a dare all’ottantenne immagine di copertina vitalità e freschezza. “Volevo anche che fosse allegra. E immediata. Normalmente le mie opere piacciono ai bambini, che sanno gustarle subito, senza mediazioni intellettuali”. Una capacità di andare verso tutti che rispecchia la volontà del settimanale di essere al servizio della famiglia, di tutta la famiglia e di tutte le famiglie. “Dove c’è famiglia, Famiglia Cristiana c’è”, scrive don Antonio Sciortino, direttore responsabile del settimanale, nell’editoriale di questa settimana. In questi giorni si susseguono relazioni sulla situazione economica, sociale del paese e quasi sempre si sottolinea in contemporanea un cauto ottimismo e preoccupazione. Anche in Vallesina è stato sottolineata questa tendenza: in campo lavorativo l’ottimismo cauto riguarda le assunzioni temporanee e soprattutto il fatto che i maggiori interessati sono i giovani. Il problema vero, che non emerge, è quello che riguarda i senza lavoro che hanno, più o meno, cinquant’anni e che sono quasi sempre capofamiglia con la conseguente difficoltà di far fronte a tante necessità anche primarie. L’augurio per il nuovo Anno è che tutte le componenti sociali, politiche, industriali possano veramente trovare percorsi che mettano al centro la persona e le famiglie contro la logica del puro profitto o della convenienza ad operare determinate scelte che danno un volto diverso all’ottimismo della ripresa. Le richieste alla Caritas diocesana In Caritas è evidente che bussano sempre più situazioni e senza elencare dati e numeri mi permetto di formulare un augurio molto particolare. Agli amici che quotidianamente si presentano nel nostro centro e che, contemporaneamente, si rivolgono altrove pur di ottenere o meglio, scusatemi, di arraffare, vorrei augurare che il Natale inviti a un forte cambiamento. Carissimi, non si può continuare a vivere di espedienti, di furbizia, di pretesa, non si può rinunciare alla propria dignità, non si può vivere annientando e affogando se stessi nell’alcol o anche nella droga, non si può vivere accettando passivamente e giustificando la propria situazione colpevolizzando sempre gli altri. Carissimi, certamente non generalizzo, vi auguro che il Natale e il nuovo Anno siano occasione di una riflessione e della decisione di ritornare a vivere da protagonisti, ad essere maggiormente sinceri e disponibili perché solo così gli altri potranno aiutarvi. La povertà e il disagio sono certamente una situazione difficile che spesso rendono comprensibili certi atteggiamenti ma non li giustificano e comunque, come insegna Madre Teresa di Calcutta testimone del Vangelo di Gesù, sono anche doni, se vissuti con dignità e permettono a chi è vicino di tendere una mano. Auguri a tutti A tutti auguro di fare una scelta di vita che eviti ogni forma di violenza, di pretesa, di scelte sbagliate perché continuando su questa strada la comunità, le persone disposte ad aiutarvi rischiano di generalizzare e quindi di accusare tutti perché straniero, perché sfaticato e di conseguenza si allontanano e non sono disponibili ad aiutarvi. A quanti operano nei progetti a sostegno dei poveri e degli ultimi va innanzitutto la certezza della ricompensa divina, la consapevolezza che praticare la strada della carità è un impegno che trova fondamento nel Vangelo ed è stile di vita. A tutti l’augurio che l’impegno caritativo sempre di più si basi non sulla solidarietà materiale ma che questa sia la conseguenza di un impegno pedagogico: curare percorsi perché il povero e l’ultimo diventino veri protagonisti della propria vita e della propria dignità. Don Nello Barboni, direttore Caritas diocesana Ringraziamento I familiari di Aldo Cantarini ringraziano sentitamente tutti i volontari del gruppo “Carmelo nel Mondo”, le suore carmelitane che sono state a Moie, i fratelli della Confraternita Santissimo Sacramento di Moie, la Società del Mutuo Soccorso e i tanti che hanno manifestato la loro vicinanza con l’amicizia e l’affetto, e in unione di preghiera hanno accompagnato Aldo alle porte del Cielo nell’abbraccio totale in Dio. VOCE DELLA VALLESINA Per i ricordi delle persone care 0731.208145 Tempo della Chiesa: come lo viviamo? Che cosa “andiamo a vedere?” Nell’attesa della tua Venuta Una parola del vangelo di Matteo in- strada nell’agire etico se nel cuore creterpella oggi, con forti provocazioni, la sce la carità. comunità cristiana che vive il Natale Una seconda provocazione è sulla po2010 nell’attesa del Ritorno glorioso di vertà. Il cristiano, riconoscendo la proCristo: “Che cosa siete andati a vedere pria povertà creaturale, si affida a Dio e nel deserto? Una canna sbattuta dal vive con sobrietà e generosità aprendo vento?… Un uomo vestito con abiti di il cuore alla condivisione di beni matelusso?… Un profeta?…” Gesù elogia il riali e spirituali con i fratelli. suo messaggero dicendo che “tra gli uomini nessuno è stato più grande di “Cultura del necessario” Giovanni Battista”, ma dichiara che “il La testimonianza cristiana, personapiù piccolo nel regno di Dio è più gran- le ed comunitaria, che è annuncio di de di lui” (Mt 11,7-11). Cristo, giova a sensibilizzare la gente L’etica cristiana non è un optional, ma sul valore della vita e sulla dignità di la diretta conseguenza della fede in ogni persona e porta col tempo frutti Gesù Cristo. di conversione. Da un anno la Diocesi Una prima provocazione è sulla “veri- di Jesi ha creato il “Fondo san Cristotà”: la canna che si lascia squassare da foro” per aiutare persone e famiglie poogni vento è un’immagine dell’ambi- vere. E la comunità della Vallesina sta guità e dell’egoismo opportunistico, del rispondendo all’appello direttamente o nichilismo e del relativismo etico eretti tramite le parrocchie. a sistema di vita nel quale la discrimi- Non tutti sanno che Pippo Franco e nante fra il vero e il falso è solo una Marco Poeta il 6 dicembre, nel Duomo verità di comodo… al di là del bene e di Jesi, hanno offerto al pubblico “gradel male. La ricerca della verità, che tuitamente” uno spettacolo straordicoinvolge mente e cuore, se onesta e nario, il “Processo alla Sindone”. Oggi sofferta, é sempre produttiva e con- va di moda dire che a causa della crisi duce, prima o poi, al riconoscimento economica siamo diventati tutti povedel valore oggettivo dei princìpi fon- ri: lo dicono anche i milionari e perfino damentali della legge naturale scritta gli evasori fiscali che vedono nell’evanella coscienza di ogni uomo: non fare sione un’àncora di salvezza… E intanagli altri ciò che non vorresti fosse fatto to – complice certa pubblicità - in ogni a te; ama il prossimo tuo come te stesso; ambiente sociale trionfa il mercato del dài a ciascuno il suo… superfluo, dell’effimero, delle cose inuPrincìpi che riguardano la relazione tili e costose, di cui pochi sanno fare con se stessi e con gli altri, e rimanda- meno. Va di moda l’usa e getta… non no implicitamente all’origine della vita sempre nell’armadio del povero. Lane al progetto del Creatore. gue l’artigianato della sarta e del calIl cristiano ha come riferimento basi- zolaio. Eppure si fa tanto parlare nei lare la Parola di Dio che, meditata nel dibattiti e nei discorsi ufficiali, di solisilenzio, è illuminante e invita all’osser- darietà, di condivisione, di sobrietà… vanza dei Comandamenti che culmina- Ma dov’è la coerenza nella vita? Se alla no nella “legge dell’amore” e nello stile cultura del superfluo e dello spreco sudelle “beatitudini”. bentrasse, anche fra i credenti, quella Questa “verità” vitale non si possiede, che io definirei la “cultura del necessi riceve, affiora alla coscienza e si fa sario” e si provvedesse, in sinergia fra cristiani e uomini di buona volontà, al “bene comune”, cioè al necessario per tutti, si darebbe una forte sterzata verso una vita più umana. Una riforma socio-politica, veramente creativa e innovativa per il bene del popolo, dovrebbe promuovere un cambiamento “culturale”: intelligenza e cuore a servizio del ben-essere di tutti. Quale benessere? “Pane quotidiano” significa anche sanità, educazione, istruzione, comunicazione della verità, giustizia, libertà. In un’epoca di degrado etico e culturale, se si procedesse insieme con senso di responsabilità, per invertire la rotta, superando le barriere ideologiche e la frammentazione delle “particelle” politiche con un dialogo costruttivo, anche i più restii a fare tagli su stipendi e pensioni d’oro, sarebbero indotti a riflettere e… ad agire. Terza provocazione: “…il più piccolo nel Regno di Dio é più grande di lui”. C’è qui l’invito a meditare sul ribaltamento delle categorie mondane di “grandezza “ e “piccolezza”. Gesù dice: “Se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli” e si fa “bambino” lui stesso fino alla croce. Gesù commenta la preghiera del fariseo e del “pubblicano” nel Tempio dicendo: “Chi si umilia sarà esaltato, chi si esalta sarà umiliato”… È la logica del Vangelo, che insegna l’umiltà nel riconoscimento del limite umano e condanna la superbia, l’arroganza, l’ipocrisia, l’avidità, che generano odio, invidia, violenza… perpetuando nella storia il peccato dell’antico Adamo. L’umiltà é verità e libertà: la libertà dei “figli di Dio”, che nello Spirito si rivolgono al Padre chiamandolo “Abbà”, papà, felici di essere Chiesa in cammino… “nell’attesa della Tua venuta”. Maria Crisafulli Voce della Vallesina in diocesi 26 dicembre 2010 9 Mastri Presepaj - Presso la chiesa di San Savino a Jesi fino a febbraio “Kairos – il tempo della Pace” Si chiama “Kairos – il tempo della Pace”, l’ultima fatica della Confraternita jesina dei mastri presepai (Cjmp), che anche quest’anno ha allestito la sua ultima opera presso la chiesa di San Savino. L’edizione 2010 del presepio – sostenuta anche dall’amministrazione comunale – si può dividere in quattro parti: l’incontro fra San Francesco e Federico II, il presepio di Greccio, la stri presepai – ma con grande dedirappresentazione della Natività ed ap- zione ed un’ottima organizzazione del punto il “tempo della Pace”. «Kairos lavoro, abbiamo terminato il lavoro». È significa tempo di mezzo – spiegano i impossibile quantificare quante persomastri presepai – un momento di un ne hanno partecipato alla realizzazione periodo di tempo indeterminato nel di questo presepio. “Kairos” è infatti, il quale accade qualcosa di speciale. I cri- frutto di oltre dieci anni di lavoro. In stiani vivono il loro tempo nella consa- questo periodo di tempo si sono alterpevolezza della salvezza operata dal Si- nate tante persone, che hanno portato, gnore, come un tempo di salvezza, un ognuno, il proprio contributo. tempo di dono ricevuto e da riconosce- La Cjmp è nata nel 2004 e dal 2009 re. La pace è parte di questo dono». ha allacciato una collaborazione con Tra le novità di quest’anno, una scelta un’altra importante città del presepio, di una maggiore luminosità, per acco- come Città di Castello. Grazie all’otgliere meglio i visitatori e soprattut- timo lavoro della Confraternita, Jesi è to, delle citazioni della Parola inserite stata inserita nella “via dei presepi”, che all’interno del presepio, in dei quadri. comprende anche Gubbio ed Assisi, olTutta l’opera è stata realizzata da oltre tre a Città di Castello. Un fatto questo, duecento statue toscane di cera da 60 che darà sicuramente grande visibilità cm. Gran parte delle statue presenti al presepio ma anche alla città di Jesi. sono realizzate dai mastri presepai, che “Kairos” resterà aperto tutti i giorni fanno del proprio lavoro e del riciclo dalle ore 17.30 alle 20 fino al 2 febbraio. una sorta di Vangelo: non si butta via Successivamente potrà essere visitato nulla. Il Cjmp inoltre, grazie alla colla- dai gruppi tramite prenotazione, conborazione con il Centro di Ascolto del- sultando il sito internet (presepi-cjmp. la parrocchia San Giuseppe ha affidato it). Sotto le feste di prevede un grana dei disoccupati il servizio di sorve- de afflusso di visitatori. Domenica 26 glianza del presepio durante l’apertura. dicembre, giorno di Santo Stefano, il I lavori di questo presepio 2010 sono coro parrocchiale di San Giuseppe eseiniziati mesi fa, almeno da prima di guirà delle canzoni natalizie all’interno Ferragosto. «Ci sono stati dei momenti della chiesa di San Savino. duri, di sconforto – confessano i maGiuseppe Papadia monsano: le celebrazioni del Natale, del Capodanno e dell’Epifania Genga: le rappresentazioni del Presepe, il 26 dicembre e il 2 gennaio Torna il Presepe Vivente A Natale rivive la tradizione Le celebrazioni monsanesi per festeggiare il Natale culminano nella Messa di Mezzanotte, la notte tra il 24 e il 25 dicembre, presso la Chiesa del Santissimo Sacramento. Monsano, paese dell’anima, ha una ricca tradizione di presepi. Presso i locali attigui alla Chiesa di San Pietro, sulla Piazza Matteotti, come ogni anno, l’Associazione “Operai nella vigna” allestisce, con generosità e grande impegno verso la comunità, una ricca rassegna di presepi (circa 90!): di ogni tipo, da quelli popolari alle opere di artisti locali. Da Natale fino al 9 gennaio 2011, prima Domenica dopo l’Epifania; prefestivi, solo il pomeriggio dalle 15 alle 19; festivi, tutto il giorno: 9/12 e 15/19. Esposizione del presepe pure presso il Santuario di Santa Maria fuor di Monsano: è curata dall’Associazione “Amici del presepe” e la trovate aperta con gli stessi precedenti orari. Va in scena da quasi trenta anni, incastonato in un affascinante scenario naturale, celebrando con solennità e grande impatto emotivo la nascita di Gesù. È il presepio Vivente di Genga, per estensione il più grande al mondo, perché copre una superficie di circa 30.000 metri quadri all’interno della Gola di Frasassi e anche per l’anno in corso avrà due edizioni, il 26 dicembre e il 2 gennaio dalle 15,30 alle 19,30, connotandosi come tradizione, della valenza solidaristica, poiché devolve gli incassi (5 euro il prezzo simbolico del biglietto) in iniziative di beneficenza. La Natività nel paese di Papa Leone XII, nasce nel 1981 da un’idea di alcuni gengarini e da un’intuizione di don Peppino Fedeli che si trovava insieme ai suoi fedeli nel santuario di Frasassi e che pensò a San Francesco nella grotta di Greccio. Da allora gli “Amici del presepe” organizzano due rappresentazioni l’anno, grazie al gran lavoro d’allestimento, svolto con passione ed intelligenza dai Gengarini, che mettono a disposizione tempo, capacità e competenza per far rivivere l’evento che ha cambiato la storia del mondo. Oltre 200 i figuranti, distribuiti secondo una sapiente regia, lungo Nel piazzale attiguo al Santuario mariano, VII edizione del Presepe Vivente. Le rappresentazioni si terranno il 26 dicembre e il 1°, il 2 e il 6 gennaio 2011, con inizio alle ore 17. Gli organizzatori offrono a tutti vino-brulè e castagne. L’ingresso è gratuito ma aiutare economicamente i volontari che allestiscono un evento del genere, impiegando tempo e risorse personali, è un gesto gradito e consono allo spirito di generosità e di comunione natalizi. A questo sentimento di solidarietà s’ispira l’intenzione di devolvere parte degli incassi di queste manifestazioni all’adozione a distanza una intera famiglia brasiliana che versa in condizioni difficili. A data da destinarsi, ma probabilmente la sera del 5 gennaio, presso la Chiesa del Santissimo Sacramento si terrà un concerto di musica classica, aperto a tutti. Brani di Charpentier (Te Deum, sigla dell’Eurovisione), Corelli (Concerto grosso “fatto per la Notte di Natale”), Händel (Messiah) e J.S. Bach (Magnificat). Le interpretazioni saranno ascoltate da registrazioni su CD, illustrate e guidate con un linguaggio semplice e alla portata di tutti: intrattenimento festoso, auspicio per il nuovo anno e, perché no?, educazione alla buona musica… Il programma del concerto sarà disponibile quanto prima, presso gli esercizi commerciali e le bacheche. Oreste Mendolìa Gallino un incantevole sentiero, impegnati a far rivivere le tradizioni (spesso in condizioni climatiche disagevoli e a volte proibitive) che hanno sostenuto ed animato la vita quotidiana di questo territorio. Pastori, pescatori, contadini intenti al loro lavoro, falegnami, fabbri, cestai, fornai, calzolai, scultori, vasai, ricamatrici e tessitrici, tutti con gli antichi strumenti della loro arte, decentrati in aree collocate ai piedi dei costoni di roccia della montagna della Gola Rossa. Personaggi che scandiscono la salita verso la contemplazione dell’evento, celebrato nella grotta naturale del Santuario di Frasassi, con il tempio di Valadier a fare da stupenda chiusura di questo percorso. CUPRAMONTANA-IL PRESEPIO VIVENTE il 26 dicembre, il 2 e il 6 gennaio “Presentiamo Gesù vivo tra noi” Organizzato dal “Comitato Presepio Vivente” a cui aderiscono le Parrocchie di San Leonardo e di San Lorenzo ed il Comune di Cupramontana, la rappresentazione della nascita di Gesù, si terrà nel centro storico del paese nei giorni 26 dicembre, 2 e 6 gennaio. Le principali ambientazioni sono ospitate presso le “Grotte di Santa Caterina” dove il pubblico incontra botteghe dei mestieri di un tempo: il vasaio, il falegname, le tessitrici, il cestaio, il fabbro, lo schiacciapietre, il calzolaio, le massaie, le stanze del palazzo del Re Erode e soprattutto la grotta che accoglie la natività. All’esterno, per tutta la piazza IV Novembre e in qualche locale adiacente, ci sono spazi abitati dai figuranti, da pastori piccoli e grandi, da recinti che ospitano una moltitudine di animali, sempre fonte di attrazione per i più piccoli. «Tra i maialini, le paperelle, le galline, i coniglietti, le pecorelle, le capre e le colombe, c’è il nostro asino “Martino” che quest’anno compie cinque anni».Tutto questo ha bisogno di una grande fatica ed un grande sforzo e la preparazione richiede agli organizzatori circa tre mesi di tempo anche se il pensiero è ricorrente per tutto l’anno. La passione che accompagna il gesto, porta a ricercare continuamente idee, oggetti, collaborazioni per una riuscita ogni volta migliore. «Ogni anno realizziamo costumi nuovi, siamo arrivati a possederne circa trecento. Stoffe, arnesi, utensili, vasellame ed oggetti utili alla creazione delle ambientazioni, arricchiscono i beni del Comitato e sono a disposizione del presepio e di chi collabora». Un forte sostegno è dato dal Comune che attraverso gli operai “sempre molto disponibili” - tiene a sottolineare Silvana - si adopera per i lavori di costruzione più impegnativi e per tutto ciò che è relativo all’illuminazione e all’elettricità. Giunto alla terza edizione, ha riscosso, negli anni scorsi, visite che hanno raggiunto in alcuni giorni il migliaio di presenze. La referente dell’evento, Silvana Pierangeli, ci ricorda la motivazione che ogni anno la sostiene nel riproporlo al paese: «Presentare Gesù Bambino che nasce al mondo; questa è la nostra maniera di rendere più reale la sua venuta. Come fece San Francesco a Greccio, anche noi vogliamo coinvolgere il paese nel rivivere il Natale» e tiene ad evidenziare una peculiarità di questo presepe rispetto ad altri «il nostro vuole essere un presepio vivo, intendo dire animato da persone dinamiche, che si muovono, da bambini che corrono, soldati che abbandonano il posto di piantone per fare “bisboccia”, perché Gesù è nato in un mondo normale, come il nostro, dove il peccato era presente e le persone erano caratterizzate, come quelle oggi, da limiti e debolezze. Se il presepio “è vivente” deve essere operoso ed energico, non statico». Giovanna Ortolani 10 Voce della Vallesina missioni 26 dicembre 2010 Missioni Estere Cappuccini: padre Francesco Pettinelli di Frontale è il nuovo segretario dopo Frate Mago che ha passato il testimone Con l’adozione a distanza, il dono di un sorriso e di un futuro Moie e della Vallesina augura buon lavoro a padre Francesco e ringrazia padre Gianfranco che anche dal Santuario della Madonna dell’Ambro “continuerà ad essere vicino a coloro che ogni giorno spendono le loro migliori energie per rendere bello e attraente il volto di Dio”. Le famiglie della Vallesina che hanno attivato una adozione a distanza grazie alla proposta di Edda hanno dedicato alcuni pensieri a frate Mago: «Grazie per tutto il bene che ci hai voluto, per l’incoraggiamento che ci hai trasmesso, per la speranza che ci hai comunicato. Insieme a te ci siamo sentiti responsabili del futuro di questi bambini che ci sono stati affidati. Le grandi distanze che separano le nostre case dai tukùl Il Messaggio del Papa per la Giornata mondiale della Pace 2011 Nella libertà religiosa la via della pace Il primo giorno dell’anno si celebra la Giornata Mondiale della Pace, istituita da papa Paolo VI, nel 1967, per sottolineare che la vera pace è dono di Dio. Il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale per la Pace del primo gennaio 2011 ha come titolo: «Libertà religiosa, via per la pace». Quest’anno il Papa ha voluto portare l’attenzione sul tema della libertà religiosa e puntare i riflettori sulle diverse forme di limitazione o negazione della libertà religiosa, di discriminazione e marginalizzazione basate sulla religione, fino ad arrivare ormai frequentemente alla persecuzione contro le minoranze, scenari di violenze e attentati. La libertà religiosa è un diritto inalienabile dell’uomo, come ha affermato lo stesso Benedetto XVI all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite: «i diritti umani debbono includere il diritto di libertà religiosa, compreso come espressione di una dimensione che è al tempo stesso individuale e comunitaria, una visione che manifesta l’unità della persona, pur distinguendo chiaramente fra la dimensione di cittadino e quella di credente» (Discorso all’Assemblea delle Nazioni Unite, 18 aprile 2008). Un tema estremamente attuale quindi, quello scelto da papa Benedetto XVI, perché offre la possibilità di riflettere su un fenomeno preoccupan- te, che deve suscitare anche l’attenzione di chi si dichiara ateo o addirittura agnostico in quanto negando il diritto di esprimere il proprio credo e la propria fede vien meno il diritto alla libertà. Il 16 dicembre è stato pubblicato il Messaggio integrale di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale della Pace 2011 ed è fruibile sul sito della Santa Sede: www.vatican.va. Se ne invita la lettura perché estremamente interessante. Il Santo Padre individua, nella libertà religiosa, la via per la pace. Le parole chiave del messaggio sono il diritto, il rispetto reciproco, la famiglia (intesa come scuola di libertà e di pace), la strumentalizzazione, la giustizia e la civiltà, il fondamentalismo, l’ostilità, il dialogo, la diplomazia, il pregiudizio. Argomenti che devono catturare l’attenzione dei più, l’attenzione di uomini e donne di buona volontà esortati dal Santo Padre a “rinnovare l’impegno per la costruzione di un mondo dove tutti siano liberi di professare la propria religione o la propria fede, e di vivere il proprio amore per Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la mente (cfr Mt 22,37). Questo è il sentimento che ispira e guida il Messaggio per la XLIV Giornata Mondiale della Pace, dedicato al tema: Libertà religiosa, via per la pace». Giordano Maria Mascioni Castelplanio: le iniziative natalizie La sera di Natale, sabato 25 dicembre alle ore 21 al Teatro Comunale: tradizionale Concerto di Natale proposto dalla Banda Musicale “L’Aurora” di Castelplanio- Poggio San Marcello, diretta dal maestro Michele Quagliani. In programma tra gli altri brani di G. Verdi, J. Strauss, C. Morgan e M. Hannickel. La Pro Loco propone la Tombola di Natale, domenica 26 dicembre alle ore 16 al Teatro Comunale. Dal 24 dicembre al 6 gennaio: presepi in mostra. Esposizione nel Museo di Palazzo Fossa-Mancini delle “Adorazioni dei Magi” di Paolo Grizi ispirate a Sandro Botticelli e Gentile da Fabriano; presepi a cura di Maria Luisa Raffaeli. Al teatro Comunale, presepi degli studenti delle Scuole di Castelplanio con apertura al pubblico nei giorni 26 dicembre, 2 e 6 gennaio dalle 16,30 alle 18,30. africani si sono ridotte grazie alla fitta rete di scambi e di testimonianze che si sono creati in questa grande esperienza delle adozioni a distanza». Durante gli spettacoli di prestidigitazione, tenuti nelle teatri e nelle piazze, grazie alla sua particolare capacità e a una forte passione missionaria, padre Gianfranco Priori ha fatto conoscere l’adozione a distanza non solo all’uomo della strada ma anche ad industriali ed imprenditori ed ha accompagnato tanti benefattori in Etiopia e nella regione del Benin a vedere i risultati del loro sostegno. Il gruppo missionario è molto attivo, prende parte a diverse iniziative e partecipa anche ad incontri nelle scuole o in parrocchia per raccontare il miracolo di questi bambini, poverissimi, che vivono in condizioni da noi inimmaginabili, eppure pieni di voglia di vivere, pronti al sorriso e al gioco e rispettosi degli altri e della terra. Significativa la partecipazione al mercatino di Natale in piazza: tante persone, per i doni natalizi, hanno scelto di acquistare oggetti di artigianato artistico dalla bancarella allestita in piazza Kennedy a Moie, domenica 19 dicembre. l’asterisco La comunità della Vallesina è sempre stata molto vicina alle adozioni proposte dalle Missioni Estere Cappuccini. Sono tante le famiglie che si ricordano dei bambini etiopi e che sanno condividere e donare, rinunciando a qualcosa per dare una possibilità a chi non ha niente. Padre Augusto Silenzi, segretario delle missioni estere nel 1988 e ora confessore della Santa Casa di Loreto aveva ricordato così gli inizi: «Tutto è nato da un gesto spontaneo di Edda Guerro che, ascoltando un’omelia di padre Tommaso chiamato a Moie dal parroco don Aldo Anderlucci, decise di destinare ai bambini etiopi la somma che avrebbe speso per l’acquisto di un secondo televisore. Commosso da questo nobile gesto di bontà e di testimonianza cristiana, ho ringraziato la signora e da qui è iniziato il mio affetto per Moie». Edda, da allora, non si è più fermata in quest’opera di sensibilizzazione verso l’adozione a distanza convinta che “chi salva un bambino aiuta un pezzo di cielo a illuminare il mondo”, condividendo le parole di padre Gianfranco Priori, per 16 anni responsabile delle Missioni Estere affidate ai Frati Minori Cappuccini delle Marche. Padre Gianfranco, dal mese di settembre, ha passato il testimone a padre Francesco Pettinelli, nato a Frontale di Apiro nel 1966 e che si è tanto impegnato nel Centro Giovanile Pastorale e Vocazionale di Civitanova dedicandosi ai giovani. Il gruppo missionario di * Come adottare La quota annuale per un’adozione a distanza è di 230 euro. Questa cifra va in gran parte al bambino adottato e alla sua famiglia, mentre una piccola parte viene destinata alle opere di sviluppo quali le scuole, gli asili, le case famiglia, gli ambulatori e un reparto di pediatria. Chi decide di attivare questa adozione affettiva è invitato ad accompagnare il bambino fino al quindicesimo anno di età. A tutte le persone che sono state vicine alle adozioni a distanza, alle famiglie che nel matrimonio, nella cresima lasciano uno spazio perché il loro amore sia condiviso con le bomboniere solidali, a coloro che hanno preso parte alle diverse proposte, il ringraziamento dei Missionari e la preghiera per loro e le loro famiglie. Ai benefattori sarà inviata anche la rivista bimestrale “Voce francescana” con immagini e notizie dalle Missioni e dalla famiglia dei Frati Cappuccini delle Marche. Chi vuole può contribuire alle opere missionarie dei Missionari Cappuccini in occasione di anniversari o per ricordare i propri cari per i quali i missionari celebreranno delle Messe in suffragio. Le offerte effettuate con bonifico o con bollettino postale sono detraibili fiscalmente. Per le adozioni e per le offerte ci si può rivolgere alla signora Edda Guerro: tel. 0731700698 Nella foto padre Gianfranco Priori, in arte Frate Mago e la signora Edda Guerro di Giacomo Galeazzi DA TERRORISTA A FRANCESCANO Oggi ha 53 anni e si occupa dei giovani, molti dei quali con storie difficili alle spalle. Per finanziare la cellula organizzava rapine in banca: l’attuale priore francese Daniel ne fece quattro in tutto, a mano armata. «La notte rubavamo un’auto e il mattino seguente entravamo in azione. Una volta fatto il colpo andavo a rifugiarmi in Alta Savoia, in attesa che si calmassero le acque», rievoca. Quindi, dalla lotta armata al convento. Come all’epoca del manzoniano frà Cristoforo anche oggi si può diventare sacerdoti dopo essere stati dei criminali. Lo dimostra una recente inchiesta di “Panorama” sulle pecorelle smarrite tornate all’ovile. La storia di Daniel è un raggio di luce nella società secolarizzata d’Oltralpe. Dopo un decennio di latitanza in Italia e una condanna a quattro anni e mezzo di carcere, padre Daniel Thevenet oggi è il superiore del convento francescano di Cholet, in Francia. In Italia fa discutere l’annunciata conversione di Gianfranco Stevanin, condannato all’ergastolo per l’omicidio di sei donne, che vorrebbe entrare a far parte del Terz’ordine francescano. Sull’esempio di San Francesco, dunque, i frati accolgono tutti e qualcuno fa persino carriera, nonostante il passato burrascoso, come dimostra la storia di padre Daniel. Ordinato sacerdote ad Assisi nel 1991, questo ex terrorista con il saio è tornato nel suo paese da qualche anno per guidare la comunità francescana di Cholet, nell’ovest della Francia, ed è diventato un punto di riferimento per centinaia di ragazzi e ragazze che si ritrovano nei gruppi giovanili animati dai frati. Centro di spiritualità “Sul monte” di Castelplanio Ultimo dell’anno insieme Secondo l’impostazione che ci siamo dati di questi tempi di “vacanza” denominata ABC (ascolto, bellezza, compagnia) proponiamo di passare insieme la giornata del 31 dicembre in questo modo: ORE 9,00: arrivi a Castelplanio Ore 9,30: partenza per una passeggiata in montagna, una delle nostre montagnole Ore 15,00: ritorno e preparazione della cena Ore 17,30: per chi vuole: Messa a Poggio San Marcello con liturgia di ringraziamento Ore 18,30: partenza per Ancona e partecipazione alla Marcia della Pace con Pax Cristi. Alle ore 20: tavola rotonda su “Sviluppo umano e libertà religiosa” con monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione Cei per i problemi sociali la giustizia e la pace, Izzedin Elzir, imam di Firenze, e Frida Di Segni Russi, della comunità ebraica di Ancona. Alle ore 22.30 nella cattedrale di San Ciriaco, celebrazione eucaristica trasmessa in diretta su Tv2000. Il Centro di spiritualità chiede di segnalare la propria presenza entro il 27 dicembre. Autoscuole Corinaldesi s.r.l. Autoscuole – Scuola Nautica – Corsi di recupero punti per patenti – Corsi di Formazione Professionale CAP – per merci pericolose A.D.R. – per Autotrasportatori – Studi di consulenza Automobilistica e nautica Jesi – Via Mura Occidentali, 31 – tel. 0731 209147 c.a. – fax. 0731 212487 - Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 – fax 0731 226215 Jesi – Via Gallodoro, 65 – tel. 0731 200809 (Sede Consorzio Cons. A.C.) - Jesi – Via Marx, Zipa – tel. e fax 0731 211481 (Uff. oper. collaudi) Altre sedi: Falconara M.ma (Corinaldesi – Adriatica – Falconarese) – Ostra – Marina di Montemarciano – Marzocca di Senigallia Voce della Vallesina jesi Il presepe degli Onafifetti - o meglio - “Il 9cento… secondo noi” 26 dicembre 2010 11 La scia luminosa del cielo jesino Mercatino dell’AIDO: in mostra i regali Tre, come i re magi… In piedi sull’altare della chiesa Mereghi, armati di parole, chitarre e armonica, i “viaggiatori del tempo” allestiscono, nel freddo di una serata d’Avvento, il presepe della Jesi che non c’è più, di una Jesi che ricordano “decisamente migliore per cultura, imprenditoria, sport, politica” dipanata “dal dopoguerra ultimo a poco più della seconda metà degli anni Novanta”. Dagli scrigni preziosi, convalidati negli anni dall’ampio consenso di pubblico, estraggono personaggi e contesti, ricordi e sogni, vittorie e delusioni. Con l’arte della “critica” e dell’ironia che da sempre li contraddistinguono, li collocano sulla “vellutina” ormai ingiallita dei decenni: personaggi di spicco, come il sindaco Pacifico Carotti, il presidente della jesina Baldassarre Borrovecchio, l’avvocato Giovanni Mazzarini; ma anche semplicemente popolari, come il tassista Calzò, i “veneziani”, i carrettieri… E poi, le gite fuori porta, le “svinate” sui prati, le novità e gli entusiasmi del boom economico, le tensioni delle contestazioni giovanili, l’euforia delle conquiste sindacali, le ore oscure del terrorismo, il disappunto per la costruzione di monumenti e opere pubbliche non semSuccesso per la pre condivisi, il veleno della corruzione… performance dei popolari Prende forma il presepe nelle mani… cabarettisti jesini che pardon, nella bocca del “trio” che è tutil 3 dicembre hanno to un dire già solo a guardarlo: Giovanni, declinato, in chiave inserito nel moto pedella sua perironica e umoristica, renne sonalità, non lascia nemmeno la Jesi del Novecento respirare l’aria stessa che gli immortalata nella passa vicino fagocitando e restituendo importante mostra della ogni cosa con un perpetuo fluttuare Fondazione Gabriele di sguardi, sorrisi, smorfie e sberleffi. Cardinaletti Mario, controllato e Ritorna, nella cornice suggestiva della chiesa Mereghi, la bellissima esposizione di Natale dedicata all’Aido. Un incredibile assortimento di oggettini, composizioni, biancheria ricamata a mano o stampata su tessuti antichi, capi d’abbigliamento realizzati all’uncinetto, borse e bigiotteria dalle fattezze fantasiose e creati con tecniche di ogni tipo. Ai manufatti in pietra, quest’anno si accosta la presenza inebriante dei prodotti - oli essenziali e derivati - di una piccola azienda agricola di piante officinali. Una parte del ricavato della vendita dei manufatti sarà devoluto all’Aido, Associazione Italiana per la Donazione di Organi e Tessuti che opera a Jesi da ben trentacinque anni, impegnandosi a promuovere, sulla base del principio della solidarietà sociale, la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule; e a raccogliere dichiarazioni di volontà favorevoli alla donazione stessa. Fotoservizio Paola Cocola posato in una dolcezza solenne e autorevole, incalza, declama, sentenzia... che quasi quasi - se ogni tanto non brandisse un sorriso - fa soggezione. Piergiorgio, mediatore eccellente, integerrimo ago di una bilancia che sa il fatto suo, stempera i toni e rimescola il tutto, rimettendo in campo nuovi giochi e nuove opportunità… Il presepe ora ultimato mostra, rigoroso, glorie e debolezze… Ma, una canzone di qua, una risata di là, una battuta leggera su una severa, un ammiccamento, una allusione su una delusione, un complimento, un incitamento accendono in serie le luci di nuove speranze… E scrivono nella scia luminosa del cielo jesino: “America, che ce venimo a fa, l’America noi ce l’avemo qua, fra Ripa Bianca e Gangalia Alta”… Poi, come angeli, i tre “monelli” scanzonati e inossidabili si prendono per mano e cantano la letterina che da anni scrivono al padre della Storia perché il tempo non trascorra invano: «…Noi siam vissuti come abbiam potuto negli anni oscuri, senza libertà… Ma anche dopo il più freddo degli inverni ritorna sempre la dolce primavera… La nuova vita che incomincia stamattina in queste mani sporche ha una bandiera… A chi è caduto per la strada noi giuriamo pei loro figli non sarà così. Vogliamo un mondo fatto per la gente, di cui ciascuno possa dire è mio, dove sia bello lavorare e far l’amore, dove il morire sia volontà di Dio…». Fotoservizio Paola Cocola Per vivere meglio fondazione cassa di risparmio di jesi Sale Museali Sono state recentemente allestite due sale museali a Palazzo Bisaccioni, in Piazza Colocci, 4; la prima dedicata all’arte contemporanea e la seconda all’arte antica e moderna. La visita è gratuita e le opere verranno illustrate da una guida. Basta telefonare al numero della Segreteria: 0731/207523 12 Voce della Vallesina teatro 26 dicembre 2010 Si conclude con un sorriso la Stagione Lirica 2010 del Pergolesi che pur tra difficoltà finanziarie ha svolto bene il suo compito Brindisi e auguri con la giovane, spumeggiante operetta Nel 2001 andò in scena al Pergolesi un’opera a suo tempo molto applaudita, ma presto dimenticata del compositore maceratese Lauro Rossi: ‘Il Domino nero’. Piacque molto, ma lasciò perplessi. A quale genere apparteneva? All’opera seria certamente no, ma nemmeno alla vera e propria opera buffa. Vi era riversato un fiume di musica bellissima in cui erano riconoscibili sia citazioni stilistiche del grande melodramma, sia non pochi presagi del futuro teatro in musica. Lo stile aulico contrastava però vistosamente con situazioni e ambientazioni tanto stravaganti da rasentare lo scandalo. Nei tre atti l’azione si svolgeva prima nel fastoso salone di una reggia, poi in una casa di tolleranza e infine in un convento; con implicito un riferimento anche a Manzoni. Ora si è fatta maggiore chiarezza grazie alla possibilità di mettere a confronto Lauro Rossi e Jacques Offenbach di cui sono andate in scena, come ulti- si dimenticato, subendo una sorte mo spettacolo della simile a quella di Spontini. Anche Stagione Lirica, due lui, dopo aver aperto ad altri nuooperette, nemme- ve vie, venne confinato nell’ombra. no fra le più famose fra le tantissime Dopo la tempesta, il sorriso scritte dal celebre L’operetta è un genere musicale compositore franco ‘giovane’ per sua natura, per leggetedesco: “Pomme rezza di stile, per significato. Non D’Api” e “Monsieur vanno certo presi sul serio le souChoufleuri restera brettes di non troppo specchiata chez lui le…”. virtù che amoreggiano con scapeI n d i s p e n s a b i l e strati giovanotti, le loro avventuconsiderare pre- re, le marachelle e gli scherzi che liminarmente al- combinano alle spalle degli ingecune date. Delle nui. Il fatto è che oltralpe, dopo la tre opere in questione ‘Il Domino Rivoluzione francese, Napoleone nero’ apparve per prima, nel 1849; e le guerre di coalizione scatenate seguirono ‘Monsieur Choufleuri’ contro di lui, si era effettivamente nel 1861 e ‘Pomme D’Api’ nel 1873. risvegliata la voglia di ridere, di Di quest’ultima la breve trama e emanciparsi dal passato e di guaril carattere piccante e provocato- dare con speranza al futuro. Benrio della protagonista richiamano venuta allora l’operetta, scacciasenz’altro ‘La Serva padrona’ di pensieri e scacciaguai. Pergolesi. Diversamente rivelatri- Oggi non la si può immaginare ce è l’altra operetta. In ‘Monsieur con diverse caratteristiche. Per Choufleuri’ Offenbach mette in questo uno stuolo di giovani e ben ridicolo, se pure benevolmente, la referenziati artisti è stato arruolaricca borghesia del tempo affollata to per interpretare le due operette di ‘parvenus’ ansiosi di fare sfoggio presentate al Pergolesi. di una cultura che in realtà non In “Pomme D’Api” (‘Mela appiola’, avevano. Molière, con ‘Le Bourge- cioè ben colorita, per i curiosi) tre ois gentilhomme’ aveva fatto scuo- sono i protagonisti: Rabastens (un la. Offenbach usa gli stessi mezzi robusto, disinvolto Mattia Camdi Lauro Rossi per descrivere que- petti) nel ruolo dello zio maturo sta ‘fiera delle vanità’: un .linguag- ‘tombeur de femmes’; Gustave gio musicale nobile per descrivere (Mert Sungu, brillante e incisivo situazioni paradossali o grottesche. in un ruolo che forse gli è andaPer i due compositori ugualmente to un po’ stretto) e Catherine (la è il contrasto che genera comicità. piccante e sotto ogni aspetto deliTuttavia se Offenbach è a buon di- ziosa Anna Maria Sarra), l’intraritto da ritenere ‘il padre dell’ope- prendente fidanzata che si finge retta’, della stessa Lauro Rossi me- una ‘Serpina’ per lusingare lo zio, riterebbe di essere carpirgli una buona dote e impaldefinito ‘un profeta’. mare il nipote. Bravissimi. CantaAncora una consi- no e recitano con ‘verve’ e spigliaderazione. Il com- tezza, divertendo e divertendosi. positore macera- Spumeggiante è il ritmo di valzer tese, riguardato che dall’inizio alla fine conferisce dapprima come una piacevole leggerezza alla paruno dei principali titura. esponenti del ge- “Monsieur Choufleuri restera nere buffo di cui chez lui le…..” ha una più comun’opera d’avan- plessa struttura. L’intreccio senguardia come ‘Il timentale non è il motivo domiDomino nero’ fu il nante. Lo sono invece la parodia e migliore esempio, la satira. Il ‘borghese gentiluomo’ venne messo pre- in questo caso è Monsieur Chosto da parte e qua- ufleuri che invita a casa sua i più A Maiolati Spontini la Stagione di Prosa parte ‘Col piede giusto’ Accade nel mondo dei furbi All’inizio è una notizia di cronaca corrente. In una notte piovosa un uomo è investito da un’auto. Il conducente non si ferma, non chiama aiuto. L’uomo viene trovato morto sulla strada. Si direbbe una tragedia purtroppo simile a tante altre. Ma, un momento: la storia ha un seguito imprevedibile. Si fanno avanti i personaggi. La vedova del defunto piange; non tanto per la scomparsa del coniuge, quanto perché il marito le ha lasciato un mucchio di debiti da pagare. Lo sciagurato pirata della strada non è poi così malvagio. Un po’ perché sinceramente preso dai rimorsi, un po’ perché avviato ad una carica politica che uno scandalo rovinerebbe (per carità, nessuna allusione!), vorrebbe in qualche modo risarcire la vedova. C’è poi sua moglie; aristocratica, calcolatrice, conosce bene le arti della diplomazia che applica accortamente per schivare qualsiasi dissidio familiare. E non manca l’avvocato di fiducia. Giovane, sbarazzino, ‘maneggione’, riesce a mandare in angolo le situazioni più difficili. Infine c’è lei, la vedova (in)consolabile; una popolana della suburra, grezza e volgarotta. Diffidente all’inizio, una volta compresa la situazione si fa astuta come una volpe e con sfrontatez- za prende a ricattare il ‘pirata’ avanzando richieste sempre più insistenti di denaro. Non le basta. Piangendo e lamentando la sua solitudine, con smanie e moine riesce a commuovere e a sedurre il malcapitato. Colpo di scena nel finale. Il figlio che aspetta non è del troppo ingenuo ‘pirata’, ma dell’avvocato, pure invischiato da lei. Conclusione: il colpevole del maledetto incidente stradale confessa tutto, rinuncia alla carriera politica e, con la moglie, se ne va via da casa; che resterà invece di proprietà degli altri due. Però: lascia l’amaro in bocca “Col piede giusto”, commedia (ma è giusto definirla così?) di Angelo Longoni, in scena al Teatro Spontini di Maiolati l’11 dicembre. L’hanno interpretata una superlativa Amanda Sandrelli, a suo agio in un personaggio insolito per lei come è quello della sguaiata e grintosa protagonista. Le tengono testa onorevolmente Blas Roca Rey e Simone Colombari che, con un pizzico di ironia, riescono verosimilmente ad identificare i rispettivi personaggi. Più sfuggente, distaccata e, a loro confronto, non altrettanto convincente è Eleonora Ivone. Si ride, certo; costatando però che quello rappresentato è il mondo dei furbi e dei furbastri, dove vince sempre chi parte ‘con il piede giusto’ riuscendo a sfruttare spudoratamente a proprio vantaggio buone e cattive occasioni. Se le cose stanno effettivamente così, c’è poco da stare allegri. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella fotografia: Stefania Sandrelli e Blas Roca Rey alla ribalta famosi cantanti del tempo – Tamburini, Rubini e Henriette Sontag – per fare bella figura con i suoi smancerosi ospiti. I cantanti prudentemente declinano l’invito. Il padrone di casa si dispera, ma viene soccorso da sua figlia e dal suo innamorato segreto che risolvono egregiamente la situazione con uno stratagemma, improvvisando con Monsieur Choufleuri, anche lui travestito, una scena da melodramma classico recitata e cantata in un grottesco linguaggio maccheronico franco-italiano. C’è molto da ridere, ma anche di che meravigliarsi di come Offenbach sia riuscito, non diversamente da Lauro Rossi, ad imitare con effetti esilaranti i più grandi operisti del tempo; italiani soprattutto, ma anche francesi. Interpreti anche qui eccellenti, tutti positivamente da segnalare: Anna Corvino (Ernestine); Mattia Olivieri (Monsieur Choufleuri); Francisco Brito (Babylas), Roberto Jachini Virgili (Petermann); Mert Sungu (Balandard); Ines Savchenko (Madame Balandard). Eccellente anche la prestazione dell’Orchestra Progetto Sipario, diretta in punta di bacchetta dal M° Salvatore Percacciolo. Non si possono risparmiare elogi anche per il Coro Lirico Marchigiano, per i buffi, fantasiosi costumi di Massimo Carlotto e Manuel Pedretti, per l’intelligente regia di Stefania Panighini. Alla fine tutti sono apparsi in scena per augurare, dopo un festoso brindisi offerto agli spettatori durante l’intervallo, un Buon Natale al pubblico. Lo spettacolo è stato realizzato grazie ad un’ampia collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna, del Festival della Valle d’Itria, del Centro Artistico Musicale Paolo Grassi, della Fondazione Teatro Due di Parma, della Scuola dell’Opera Italiana, del Progetto Sipario della Fondazione Pergolesi Spontini e IUAV di Venezia. Proprio vero che l’unione fa la forza. Prevedibile che dovunque sarà esportato lo spettacolo sarà un successo. Quanto al Pergolesi c’è solo da augurare che si continui ancora ad esplorare il mondo dell’operetta e altrettanto felicemente: perché anche riuscire a far sorridere è un’arte, tanto più apprezzabile quanto più difficili sono i tempi che corrono. Fotoservizio Augusta Franco Cardinali Nella prima foto, da sinistra: Mattia Olivieri (M. Chaufleuri), Francesco Brito (Babylas) e Roberto Jachini Virgili (Petermann); nella seconda foto da sinistra Mattia Campetti (Rabastens), Anna Maria Sarra (Catherine) e Mert Sungu (Gustave); nella terza, al termine della conferenza stampa nelle Sale Pergolesiane, il gruppo degli interpreti con l’assessore Lasca al centro e, alle sue spalle, l’amministratore delegato William Graziosi. MONTECAROTTO: l’8 gennaio inizia la stagione teatrale Spettacoli per tutti i gusti La stagione teatrale che inizierà a Montecarotto nel 2011 è ricca di appuntamenti che sicuramente soddisferanno i gusti di molti spettatori. Nonostante il periodo difficile per tutti, offrire ai cittadini una degna e importante panoramica di spettacoli significa riconoscere che il teatro e la musica sono un aspetto importante della crescita culturale di una comunità. Ad aprire il ciclo delle serate l’8 gennaio sarà la commedia scritta e diretta da Francesco Bonelli con F. Scribani, P. Micol, C. Puccinelli. Domenica 30 gennaio, alle ore 17, “Serata della Pace”, consegna del messaggio del Papa per la giornata della Pace 2011. Sabato 5 febbraio, alle 21, la Compagnia Teatrale “La Rama” presenterà la commedia dialettale “Mutande col pizzo e stoccafisso”. Domenica 20 febbraio, alle 17, sarà la volta di “Hula Hop”, di A. Lucarini, con F. Montanari, A. Quattrini, A. Valeri. A marzo, mese dedicato alla donna, due sono gli appuntamenti da non lasciarsi sfuggire. Il primo incontro rientra nel Progetto Salute ed è previsto venerdì 11 marzo, alle 21, nella sala consiliare del comune. La dott.sa Carla Bracalenti dell’Ospedale di Macerata parlerà di “Prevenzione al fem- minile”. Domenica 13 marzo, alle 17,30, il teatro ospiterà “Quando la voce è donna”, concerto al femminile del Nino Rota Ensemble a cura del Resto del Carlino. Giovedì 24 marzo, alle 21,15, “Una questione di vita e di morte”, veglia per E. Englaro di e con Luca Radaelli, musica e canto di Marco Belcastro. Sabato 9 aprile, alle 21, è la volta di “Toni Ligabue”, di Cesare Zavattini, regia di Silvio Peroni, attore protagonista Vito, noto volto televisivo da tempo dedito all’attività teatrale. Per informazioni e prenotazioni contattare direttamente il comune di Montecarotto. Infine ecco un’idea originale: regalare un abbonamento per far sorridere, riflettere e commuovere chi amiamo. Maria Cristina Coloso Voce della Vallesina economia Opinioni a confronto Marco Cercaci, ex assessore alla cultura, sul museo archeologico Sulla scelta del San Floriano Con riferimento all’articolo comparso in Voce della Vallesina del 21 novembre scorso, relativo al colloquio tra insegnanti e operatori didattici in pinacoteca e musei civici, sento il bisogno di precisare quanto segue. Alla legittima domanda di una insegnante circa la chiusura del museo archeologico della città la direttrice della Pinacoteca, tra le altre cose ha testualmente risposto che “noi avevamo allestito l’archeologico qui dentro. Poi è arrivato un assessore che ha deciso di portarlo in un altro luogo, ecc. ecc…”. Ebbene, l’assessore che prese quella decisione, insieme al Sindaco, alla giunta e alla Soprintendenza archeologica delle Marche fu il sottoscritto che, anche oggi, non esiterebbe neanche un momento a rifare la medesima scelta. Sarebbe stato più opportuno da parte della direttrice non liquidare l’argomento così superficialmente, spiegando che costituire il nuovo museo archeologico di Jesi e del suo territorio era cosa ben diversa da quel modesto e non esaustivo allestimento posto in essere presso il palazzo Pianetti (ricordo che l’unica importante testimonianza archeologica, cioè il ciclo di statue di età Giulio– Claudia, fu smembrato collocando due statue al piano primo e quattro in un piccolo ed angusto ambiente condiviso con la portineria del piano terra) Occorre allora a questo punto far capire a tutti, compresa la direttrice che pure all’epoca sembrava aver compreso l’importanza del progetto, cosa significava per la città costituire un centro culturale archeologico presso la struttura denominata San Floriano. Quest’ultima struttura per sua oggettiva conformazione si prestava in maniera ottimale alla destinazione scelta dall’Amministrazione Comunale dell’epoca: infatti i quattro piani utilizzabili erano ciascuno assegnabile ad una precisa progettualità e destinazione legata però da un unico filo conduttore connesso alle seguenti circostanze. Nel piano seminterrato del san Floriano era presente come è ancora presente la “cisterna romana” del I secolo d.C. e cioè il più importante reperto archeologico della città; al piano primo gli ambienti presenti non allestiti sarebbero diventati il luogo privilegiato per mostre tematiche e non, così come allo stesso piano il teatro oltre a svolgere il ruolo di contenitore di spettacoli avrebbe assolto all’importante compito di spazio per convegni di natura non solamente archeologica di alto profilo. Il secondo piano sarebbe diventato il museo dei reperti, e si badi bene non solamente dei pochi di proprietà comunale, ma dei tanti, relativi alla città e al suo territorio, trasferiti, con non poca difficoltà, dalla Soprintendenza Archeologica alla nuova struttura museale, l’ultimo piano sarebbe diventato un importante centro e laboratorio di restauro dei materiali provenienti appunto dal territorio, gestito in stretta sinergia con il Ministero dei Beni Culturali e fruibile da giovani per stage e approfondimenti in materia, nonché da scolaresche e cittadini curiosi di vedere le testimonianze della loro storia allo stato di ritrovamento. Ritengo superfluo soffermarmi sulle potenzialità del nuovo complesso culturale sia sotto il profilo turistico culturale, sia sotto quello didattico e per questo non aggiungo altro se non che intanto alcuni dei più importanti reperti che erano stati trasferiti a Jesi per il costituendo nuovo museo archeologico sono nel frattempo ritornati in Ancona (tale evenienza mi ricorda molto da vicino le vicende relative all’archivio dell’ex Pretura). Appare chiaro, dunque, che non è, come si vorrebbe far credere, che un assessore un giorno non sapendo cosa fare ha deciso di spostare un museo tanto per far qualcosa. Purtroppo la giunta in cui operava quell’assessore è stata sostituita da un’altra che non ha più creduto in quel progetto, come in tanti altri… ma questo è un altro discorso. Avv. Marco Cercaci Isp.on. Soprintendenza Archeologica delle Marche Presidente del Consorzio Città Romana di Suasa già assessore alla cultura del Comune di Jesi Latte Fresco Alta Qualità Castelplanio - 60032 (An) - Via Roma, 117 Tel. 0731.813444 r.a. - Fax 814149 www.fazibattaglia.com 26 dicembre 2010 13 Banca Marche: la strenna natalizia dedicata all’arte pittorica Presentati dati rassicuranti L’occasione che il clima natalizio offre di un contatto con i dirigenti della Banca Marche – il presidente Michele Ambrosini e il direttore Massimo Bianconi – permette sempre un modesto aggiornamento sulla situazione di una rilevante azienda di credito in un momento che ha visto tremare tutta la finanza mondiale. Certo, non saranno i direttamente interessati a farci conoscere eventuali rilevanti difficoltà che potrebbero determinare qualche problema alla più qualificata banca della regione, ma è anche vero che i dati rassicuranti e presentati ai cittadini in diverso modo durante tutto l’anno, trovano ampia conferma nelle ultime cifre snocciolate ai rappresentanti della stampa locale. In particolare va sottolineata la politica della Banca Marche riferita alle famiglie, la comprensione in discreto modo per chi si trova in difficoltà nell’onorare le rate dei mutui, una generosa apertura verso l’artigianato e le piccole e medie imprese, un bilancio che non va oltre, in quanto a sofferenze, alla media degli anni precedenti. In un momento così grave. Si ha la netta impressione che il risparmiatore può stare tranquillo e che chi ha bisogno della presenza della Banca Marche trova soddisfazione a condizioni accettabili. Cer- to, neppure la “nostra” banca regala niente, ma che i nostri risparmi ricadano positivamente sul territorio è una realtà. Ed è una realtà altamente positiva che si sia lavorato nel recente passato per mantenere l’autonomia di questo Istituto di credito che ormai vanta oltre 300 sportelli distribuiti in sei regioni e più di 3000 dipendenti. È vero che la situazione mondiale di crisi non lascia tanto ottimismo per l’avvenire, anche se piccoli passi in avanti sono ormai una realtà. Purtroppo c’è ancora il sistema burocratico che lega le banche, le aziende, gli enti pubblici in modo tanto rilevante da far sì che quasi tutte le nazioni europee ci scavalchino nella rapidità di attuazione dei progetti. Il nostro è un sistema legato, un sistema che danneggia tutti. Esempio: sapete quanto tempo il comune di Jesi ha impiegato per realizzare la rotatoria inaugurata in questi giorni a ridosso del grande orologio lungo la nazionale 76? Tre anni, e cioè da quando Banca Marche aveva messo a disposizione la cifra intera necessaria per l’opera (fontana compresa). Ultima nota, la strenna di quest’anno: 280 pagine lussuosamente patinate (edizione Nardini) e riproducenti duecento capolavori dell’arte, sia pittorica che letteraria. Celebrano il Natale all’unisono: L’Annunciazione, la Visitazione, la Nascita, i Magi. La Fuga, la Strage degli Innocenti, il primo insegnamento di Gesù nel tempio. Dice il presidente Michele Ambrosini nella sua presentazione: «Abbiamo deciso di fare omaggio agli amici di Banca Marche di questa pubblicazione perché, nella sua semplicità, ci è sembrata un’idea innovativa. Presentare le varie fasi della Natività intrecciando i capolavori della letteratura con quelli dell’arte ci pare il modo migliore per restituire un’emozione, quella del Natale, così genuina e per questo così autentica. Un’emozione per tutti, cristiani e non cristiani». Un piccolo capolavoro. Ma una altrettanto piccola critica la voglio fare (chè niente è perfetto!). Il criterio seguito per la scelta delle opere pittoriche è senza limiti né di spazio né di tempo. Bene. Però aver dimenticato, fra le tante Annunciazioni riprodotte, proprio quella che abbiamo a Jesi (Lotto) dove ha sede la centrale della Banca Marche, è una lacuna imperdonabile. Il distratto editore ha preferito quella maschia e rude di un certo Bartolomeo della Gatta alla nostra, dolcissima, di un autore di primo livello e … “jesino”! v.m. Relazione sullo stato del Servizio Idrico Marche Centro L’Acqua pubblica agli sgoccioli? Pubblico o privato, chi fa veramente acqua? Di certo, la gestione in house nella Provincia di Ancona non fa acqua. È quanto emerge dalla “Relazione annuale sullo stato del Servizio Idrico Integrato nell’A.T.O. n. 2 Marche Centro-Ancona”, presentata oggi 15 dicembre presso la sede della Regione Marche. All’indomani della manifestazione regionale del 4 dicembre contro la privatizzazione dell’acqua e alla vigilia della soppressione delle Autorità d’Ambito Territoriale Ottimale prevista dalla L. 42/2010 a partire dal primo gennaio 2011, l’AATO n. 2 “Marche Centro-Ancona” , l’Autorità d’Ambito incaricata di programmare, regolare e controllare la gestione del Servizio Idrico Integrato nei 43 comuni della Provincia di Ancona e nei 2 Comuni della Provincia di Macerata (Matelica ed Esanatoglia), per l’ottavo anno consecutivo, scatta la fotografia del Servizio Idrico Integrato nel territorio di sua competenza. Dalla sorgente al depuratore, a finire sotto la lente di ingrandimento dell’AATO n. 2 è l’intera filiera dell’acqua, gestita in house da Multiservizi Spa. Le fonti di approvvigionamento sono tutte di ottima qualità, la copertura del servizio acquedotto è pressoché totale, quella del servizio di fognatura è superiore alla media nazionale e quella del servizio di depurazione conforme ai valori medi nazionali. È questa in sintesi la “pagella” del Servizio Idrico Integrato nella Provincia di Ancona. A preoccupare non è, dunque, la qualità dell’acqua che esce dai nostri rubinetti, né la sua quantità (Il 2009 è stato infatti un anno sufficientemente piovoso). Preoccupa, piuttosto, la sua futura gestione e controllo. Dopo la conversione in Legge del Decreto Ronchi che apre alla liberalizzazione, la bocciatura della Corte Costituzionale al ricorso presentato da alcune Regioni italiane, tra cui le Marche e l’approvazione della Legge 42/2010 che prevede la soppressione delle A.A.T.O. su tutto il territorio nazionale, quale futuro si profila per l’acqua, per la sua gestione e il suo controllo? Quali rischi per le tariffe e per gli investimenti? E quali conseguenze per gli utenti? “Ci troviamo di fronte ad un quadro giuridico dai contorni incerti e dalle prospettive preoccupanti che potrebbe compromettere gli investimenti, il loro rapporto con le tariffe e l’operatività della gestione”, ha dichiarato la Presidente dell’A.A.T.O. n. 2 Marisa Abbondanzieri. L’attuale quadro normativo che regola il settore è ancora debole ed impreparato a fronteggiare adeguatamente i rischi posti dalle grandi operazioni di concentrazione aperte dalla gara. «In fase di gara, infatti, un gestore con vari affidamenti e un’elevata capacità negoziale – ha sottolineato il direttore dell’A.A.T.O. n.2 Massimiliano Cenerini - sarebbe in grado più di altri, di offrire un prezzo d’asta strategicamente basso, rinunciando temporaneamente a parte dei profitti per aggiudicarsi l’affidamento, compensando tale rinuncia sia con le tariffe più alte già spuntate in altri ATO, grazie proprio alle superiori capacità negoziali, sia attendendo il momento migliore, come la revisione periodica, per rinegoziare le condizioni pattuite in sede di gara. Le Autorità d’Ambito sono troppo poco indipendenti, hanno una capacità di agire limitata e sono troppo piccole per fronteggiare da sole i grandi gruppi industriali. Inoltre, la mancanza di una vera autorità di settore nazionale di settore, indipendente e autorevole, rende ancora più debole il sistema di regolazione». 14 IL PALAZZO E DINTORNI Le poste italiane e l’immondizia Tanti sono i servizi pubblici a Jesi. Due in particolare mi hanno interessato giovedì e venerdì passati, i due giorni che hanno visto la città imbiancata con 10 centimetri di neve. Venuta da Ancona, venuta dalla Dalmazia, venuta dalla Russia. In Europa un disastro, in Italia è andata peggio che a Jesi. Da noi la modesta infarinatura ha bloccato per due giorni il servizio postale. Credevo perché aspettavo il giornale - che fosse una difficoltà solo per la mia via (che ha avuto poco più di un un’infiorata leggermente ghiacciata), ma poi chiacchierando qua e là, ho scoperto che tutta la città era rimasta per due giorni senza il servizio postale. «Che volete: tanta neve, tanto ghiaccio e con i motorini… E poi avete visto in Italia e in Europa? Ma che disastro! E che freddo! Quante difficoltà ad andare per la strada!» *** Ma il compressore dei rifiuti – con la puntualità del famoso orologio svizzero – è arrivato, come sempre, fino davanti casa (erano le ore 6,50!!), ha raccolto i miei rifiuti e quelli di tutto il vicinato, di tutta la via, di tutta Jesi! E dovevate vedere – proprio come ogni mattina – con che destrezza si muoveva l’addetto, anzi – sentite, sentite – gli addetti, perché a raccogliere i bidoni non era più solo uno ma due. Io a vederli correre qua e là in perfetta armonia con gli spostamenti del camion mi chiedevo: ma questi si sono accorti che ha nevicato? Sì, si erano accorti perché l’autista ha girato il mezzo ( la via è senza sbocco) con una manovra in più per evitare la modesta discesa (non si sa mai!). E pochi giorni prima avevano lasciato sul secchiello marrone uno stampato con il quale ti avvisavano che nelle prossime festività le date della raccolta sarebbero state cambiate in base ad un calendario ad hoc. E giù le date esatte per gli ultimi giorni del 2010 e per la prima decade del 2011. Sono stati i primi ad usare il nuovo calendario. Ma che volete di più dal nostro comune e da Jesi-Servizi? Insomma: il confronto ti fa cascar le braccia pensando alle Poste, ti esalta osservando la perfezione del servizio comunale. Auguri a tutti… anche alle Poste! Ne hanno bisogno. Et censeo sancti Nicolai monumentum liberandum esse v.m. CHIARAVALLE: Lino Stronati e Oxana Bochko Pittura e musica per Carlo Urbani Il 23 dicembre, nel contesto della mostra pittorica “Stroli per Carlo Urbani”, lo spazio eventi del Gigolè di Chiaravalle ospiterà la performance musicale della nota arpista di San Pietroburgo Oxana Bochko. A partire dalle 17,30 e fino alla 20 nella rotonda del Gigolè risuoneranno le dolci note d’arpa della musicista russa. L’evento, già dedicato a Carlo Urbani e alla raccolta solidale a favore dell’Associazione che porta il suo nome, si arricchisce quindi di un prezioso tributo in musica con alcuni brani natalizi ed altri da colonne sonore di film, come Titanic o Forrest Gamp, o di musica leggera, come Hey Jude e Yesterday di Mc Cartney e ancora Everything I do, I do for you di Bryan Adams e “I have a dream” e “Chiquitita” di B. Anderson. Un ricco e vario repertorio, quindi, abbinato a motivi solidali. Al pomeriggio di pittura e musica parteciperà anche una delegazione dell’Associazione Italiana Carlo Urbani Onlus con la presidente Maria Scaglione, mamma di Carlo e la vedova del Medico Senza Frontiere di Castelplanio Giuliana Chiorrini. La mostra “Stroli per Carlo Urbani” e il tributo musicale dell’arpista Oxana Bochko, che vanta prestigiose collaborazioni con il Teatro Mihailovskij di San Pietroburgo e con il “Petersburg Concert”, sono ad ingresso gratuito. Gli ospiti che lo vorranno potranno fare un’offerta all’Associazione Italiana Carlo Urbani che prosegue nel mondo le attività solidali a favore dell’accesso alla salute e alla dignità dei popoli dimenticati di Africa ed Asia già intraprese dal medico marchigiano scomparso nel 2003. A Jesi partono le attività preparatorie in comune 15° censimento della popolazione In preparazione del 15° censimento generale della popolazione che si terrà ad ottobre 2011, il Comune di Jesi, su disposizione dell’Istat, effettuerà fino al prossimo mese di febbraio la rilevazione dei numeri civici e degli edifici. Il censimento della popolazione del 2011, rispetto ai censimenti precedenti, si svolgerà con modalità diverse e per questo motivo l’Istat ritiene necessario costruire preliminarmente la banca dati dei “contenitori” relativi alla popolazione residente e cioè quella degli edifici e la relativa numerazione civica attribuita agli stessi. Il Comune di Jesi ha inteso cogliere questa occasione come un’opportunità per integrare le banche dati geotopografiche già in suo possesso con le informazioni richieste dall’Istat. Per fare questo, il Comune svolgerà queste attività preparatorie completamente in digitale, senza cioè ricorrere all’utilizzo delle schede cartacee, attraverso dispositivi palmari dotati di fotocamera digitale e rice- Voce della Vallesina pagina aperta 26 dicembre 2010 vitore Gps. Le operazioni verranno svolte da sei rilevatori che il Comune di Jesi ha individuato, tramite un bando di selezione. Si tratta di giovani professionisti (architetti ed ingegneri) che, muniti di apposito tesserino di riconoscimento fornito dall’Istat, percorreranno le vie della città, ed effettueranno le dovute rilevazioni. Ogni rilevatore è autorizzato a visitare gli spazi comuni (androni, porticati, ballatoi, scale ecc.), degli edifici del territorio comunale al fine di raccogliere informazioni sulle caratteristiche degli immobili. Le modalità di svolgimento di tali attività sono innovative e sono condivise con pochissimi altri Comuni a livello nazionale. Il Comune di Jesi chiede alla cittadinanza la massima collaborazione e fa presente che una buona qualità delle informazioni raccolte in questa fase permetterà di evitare alle famiglie di essere nuovamente ricontattate dai rilevatori addetti alla fase due, quella dei questionari. La Gaetti, direttore dell’Unità di Pediatria, lascia l’incarico Un reparto di alta specializzazione Abbiamo letto in questi giorni sulla cronaca cittadina di alcuni quotidiani di livello regionale e nazionale, la notizia del cambio di dirigenza nella divisione di pediatria dell’ospe- dale di Jesi. Voce della Vallesina si unisce al coro di elogi e di ringraziamenti che tutti hanno tributato alla dott.ssa Maria Teresa Gaetti che ha lasciato l’incarico di primario pediatra dopo 21 anni di servizio. Chi, come il sottoscritto, ha consegnato il reparto alla Gaetti nel lontano 1989 ed ha avuto motivi di frequentare il reparto stesso, può testimoniare l’intenso, continuo ed appassionato lavoro compiuto in quel servizio di pediatria. Non solo il primario ma tutti i componenti dell’equipe, infermieri, psicologi, pedagogisti, hanno donato il meglio di tutte le loro possibilità, beneficiando anche delle risorse diagnostiche e terapeutiche che via via sono state messe a disposizione dalle varie amministrazioni succedutesi. Il reparto è stato portato ad un alto livello clinico diagnostico, tanto da essere promosso di fronte agli altri reparti della regione e da far eleggere la dottoressa Gaetti presidente della SIP Marche (Società Italiana di Pediatria). Gli inizi del reparto pediatrico risalgono alla seconda metà degli anni Sessanta, durante la fortunata presidenza del prof. Vittorio Massaccesi. Cominciammo con un solo medico ed un’unica infermiera: poi con l’aiuto del dott. L. Pellegrini e successivamente in ordine della dott.ssa Gaetti, del dott. Varani, della dott.ssa G. Carotti e della dott.ssa P. Vianelli, il reparto è decollato e migliorato fino al successo attuale. Oggi si avvale del lavoro, della preparazione e dell’esperienza di ben nove medici, a ciascuno dei quali è affidato un settore di ulteriore specializzazione: ciò consente anche un buon livello di lavoro di ricerca. Tutto questo è merito della lungimiranza delle amministrazioni succedutesi, ma soprattutto della dottoressa Gaetti che con la nota tenacia e la grande competenza neonatologica e neuropsichiatrica ha ottenuto i risultati a tutti evidenti. Alla dottoressa Giuliana Carotti che riceve l’incarico della successione nel primariato, gli auguri di tutti noi che l’abbiamo conosciuta, sempre seriamente impegnata, nella sua pluriennale attività di pediatra ospedaliero. Saluti ed auguri anche alla dott.ssa Vianelli e a tutto il gruppo di operatori medici e paramedici con l’auspicio che la nostra Azienda Sanitaria, zona di Jesi, sia sempre all’altezza dei tempi, per il migliore servizio alla popolazione infantile. Primo Luigi Bini Le iniziative per le festività natalizie e la Giornata della Pace Il Natale Pop insieme alle associazioni Il Natale Pop (nel senso di popolare) del comune di Jesi è iniziato con Tipica e Stracibo e con tante iniziative promosse dall’assessorato allo sviluppo economico, al turismo, alla cultura e dalle associazioni che operato sul territorio comunale. Nello scorso fine settimana, spazio all’animazione nelle principali vie e piazze del centro storico: “Furgolibro” con lettura animata “L’ombra di Babbo Natale” e laboratorio Creativo e il “Cinemamabile; il cinema mobile dei sogni” con artisti di strada e animazioni circensi; spettacolo di street dance itinerante e musica dal vivo con The Varnelli’s. Tante anche le mostre aperte in questi giorni fino all’inizio del nuovo anno: aperto fino al 6 nella chiesa di San Savino il presepe “Kairos. Il presepe della Pace” a cura della Confraternita Jesina dei Mastri Presepai; nella chiesa Mereghi aperta fino al 23 dicembre la seconda mostra mercato dell’artigianato artistico locale a cura dell’Aido di Jesi. Domenica 19 è stata inaugurata presso la sala d’arte contemporanea del Museo Diocesano la mostra “Oltremare. Personale di Samuele Pigliapochi” che rimarrà aperta fino al 16 gennaio 2011. Come ogni anno il 26 dicembre, dalle ore 17, torna in Piazza Federico II “Buon Compleanno Imperatore!” i festeggiamenti per celebrare la nascita di Federico II di Svevia con l’esibizione dei piccoli allievi della Scuola di Danza Linea Club e animazione di strada con l’Associazione Culturale Octava Rima. Per salutare il 2010 concerto in Piazza della Repubblica con la Riciclato Circo Musicale e il Neil Group in collaborazione con la Fondazione Pergolesi Spontini a partire dalle ore 23; mentre giovedì 6 gennaio, giorno dell’Epifania due interessanti appuntamenti dedicati alla Pace. A partire dalle ore 11.30 in Piazza della Repubblica “2000 idee per la Pace” a cura delle Circoscrizioni Comunali, mentre al Teatro Moriconi, in collaborazione con la Consulta per la Pace, alle ore 17 spazio al tradizionale appuntamento con la “Giornata della Pace”. Sara Federici poste italiane: Allo sportello filatelico di Jesi Centro Francobolli dedicati al Natale In occasione delle festività natalizie, presso lo sportello filatelico dell’ufficio postale di Jesi Centro (via Mura occidentali) sono disponibili due francobolli commemorativi, emessi da Poste Italiane il 29 ottobre scorso, uno a tema religioso e l’altro a tema laico. Il francobollo dedicato al soggetto religioso, del valore di 0,60 euro, riproduce il dipinto Adorazione dei Magi realizzato da Sandro Botticelli intorno al 1475 e conservato nella Galleria degli Uffizi di Firenze. Quello dedicato al soggetto laico, realizzato dalla bozzettista Silvia Isola, del valore di 0,65 euro, raffigura, in un paesaggio innevato e puntellato da abeti stilizzati, un trenino che traina la scritta Natale. Entrambi i francobolli sono stati stampati dall’Officina Carte Valori dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato S.p.A. in rotocalcografia, su carta fluorescente non filigranata, per una tiratura prevista di quattro milioni di esemplari. Voce della Vallesina sport e tempo libero Scacchi: lo jesino Luigi Ramini vince il torneo 26 dicembre 2010 15 BASKET-FILENI BPA si torna in campo il 2 gennaio Anche in diretta internet Il campionato va in vacanza per Natale Nei giorni 20 e 21 e 27 e 28 novembre si è svolto a Porto Sant’Elpidio, l’importante Torneo Internazionale di Scacchi denominato “Villa Baruchello”. Il Torneo, giunto alla sua XIII edizione, a visto la presenza di un buon numero di scacchisti provenienti dalla nostra regione e da altre parti d’Italia, attratti dal ricco montepremi offerto. Questi giocatori si sono affrontati in una Sede di gioco davvero suggestiva, la stupenda Villa Storica di proprietà del Comune da cui prende nome la manifestazione. Proprio uno jesino è salito sul gradino più alto del podio. Il nostro concittadino, Luigi Ramini, infatti ha concluso il Torneo, ottenendo un risultato molto importante, si è classificato primo assoluto con l’indiscutibile punteggio di 5 partite vinte e una pareggiata (“pattata” per usare un termine scacchistico) sulle 6 sfide disputate! «La mia fortuna (se si può parlare di fortuna negli scacchi!) ci dice Luigi Ramini - …è stata quella di ri- La Fileni Bpa chiude il suo drammatico 2010 con una sconfitta, la quarta consecutiva. Dopo i ko con Udine, Ferrara e Forlì, domenica scorsa è toccato all’Imola infliggere un nuovo dispiacere agli arancio-blu. Al PalaTriccoli è finita 100 a 91 per gli ospiti, che hanno approfittato del calo degli jesini nell’ultimo periodo. “C’è tanta rabbia – ha detto un deluso coach Cioppi – Nel terzo quarto avevamo ribaltato la partita con l’aggressività in difesa ma ci siamo fermati, subendo 31 punti negli ultimi dieci minuti. Ci dobbiamo svegliare tutti: o ci mettiamo in testa che da questa situazione si esce con l’intensità in difesa o faticheremo sempre”. Cioppi nel corso della sfida ha perso Thomas Mobley (al centro, nella foto di Candolfi). L’americano ha rimediato la rottura del tendine d’Achille ed è stato immediatamente operato. Con quattro mesi di stop, per il giocatore la stagione è già finita. La classifica dopo il dodicesimo turno di andata: Venezia 22 punti; Udine 20; Pistoia, Casale Monferrato 16; Barcellona 15; Rimini, Scafati 14; Imola 12; Ferrara, Fileni Bpa Jesi, Veroli, Casalpusterlengo 10; Forlì, Reggio Emilia 8; Verona 6; San Se- uscire a vincere in extremis la prima partita, dopo essermi trovato in una posizione davvero compromessa, … questo risultato insperato mi ha dato grande fiducia nelle mie possibilità e mi ha permesso di giocare a viso aperto contro tutti gli avversari e di “infilare” altre 4 vittorie consecutive , giungendo all’ultima gara, dove bastava pareggiare per avere la matematica certezza di vincere il Torneo!» La manifestazione si è distinta per la precisa organizzazione offerta da parte del Circolo Scacchi di Porto Sant’Elpidio e soprattutto per l’invidiabile apporto tecnologico presentato. Basti pensare che 7 scacchiere durante tutto il Torneo sono state costantemente collegate tramite internet al sito della Federazione Italiana Scacchi. Questa novità ha permesso ad ogni appassionato di Scacchi di seguire in diretta, una intera partita comodamente dalla propria abitazione. Anche il Tg3 Marche ha voluto essere presente all’evento. Il 21 novembre, durante lo svolgimento del torneo, Maurizio Blasi, giornalista della RAI, ha realizzato un ampio servizio sulla manifestazione. Il servizio è stato trasmesso sul Tg3 Marche delle 14 e replicato nell’edizione serale. Luigi Ramini in seguito alla vittoria del Torneo e quindi alla variazione positiva del suo punteggio ELO (punteggio numerico con cui è valutato ogni singolo giocatore) può aspirare alla promozione all’ambita Categoria di 1° Nazionale. Ma per avere la certezza dell’importante traguardo dovrà aspettare l’elaborazione di tutti i conteggi da parte della Federazione Scacchi Italiana. l.c. Il nuovo progetto dell’assessore al commercio Daniele Olivi Il ritorno del mercato nel centro storico È così che fa ritorno il mercato da Porta Valle al centro storico di Jesi, differente rispetto al precedente. Infatti il progetto esposto dall’assessore al commercio Daniele Olivi mercoledì scorso alle commissioni consiliari presenta una nuova organizzazione del mercato ambulante, sempre attivo il mercoledì e il sabato, che si basa su una precisa politica di sviluppo, nel rispetto del progetto di marketing territoriale del centro storico elaborato da Unioncamere con il mondo produttivo e contenuto nel Piano strategico del Comune. Questa nuova organizzazione prevede una maggiore integrazione del commercio in area pubblica con quello in area privata e mira a promuovere nel primo, il mercato ambulante, una serie di interventi simili a quelli che, per quanto attiene alle attività in sede fissa, sono stati rinchiusi attorno al progetto del “centro commerciale naturale”. Di conseguenza anche la sua distribuzione nel centro, oltre a dover tener conto delle esigenze di sicurezza, è stata concepita con precisi criteri di integrazione nella parte antica e razionalizzazione degli spazi affinché si venga a creare un percorso fluido per tutto il centro anche per stimolare i cittadini e motivarli alla maggiore frequentazione del luogo. Il mercato ora presenta inoltre variazioni sulle dimensioni dei banchi: 4 i formati ammessi, variabili dai 28 ai 52 mq; ed è suddiviso per settori merceologici: l’intero settore alimentare per esempio d’ora in poi avrà luogo al mercato delle erbe, dove al piano inferiore troveranno spazio gli agricoltori e a quello superiore gli alimentaristi. Di fronte al mercato delle erbe invece, sotto le mura di via Nazario Sauro avrà luogo il mercato non am- bulante che interesserà piazza della Repubblica e tutte le piazze che si affacciano su via Pergolesi fino a piazza Federico II. In questo modo il mercato è maggiormente accessibile sia a partire dalla zona di Viale della Vittoria (grazie al parcheggio interrato Mercantini collegato proprio al mercato delle erbe, con l’aggiunta della scala mobile di palazzo Battaglia), sia dalla parte dei parcheggi di Porta Valle e delle Conce con il nuovo impianto di risalita che collega il Torrione a Piazza della Repubblica, attraverso i due ascensori di cui è imminente la ripresa dei lavori. Rimangono temporaneamente a Porta Valle solo le bancarelle che avranno come destinazione finale l’area sotto le mura di via Nazario Sauro. Questo fin tanto che non sarà avviata la pedonalizzazione di corso Matteotti e dunque non vi saranno più autobus che scenderanno contromano lungo la stessa via Sauro. Per di più si effettueranno maggiori controlli da parte dei vigili urbani. Ilaria Latini Foto Anna Vincenzoni Cinema: Una storia come tante altre. Un finale diverso. Johnny Cash. Il prezzo del successo Quando l’amore brucia l’anima. Questo il titolo dell’autobiografia di Johnny Cash, questo il titolo italiano del film Walk the Line (2005) di James Mangold. Una biografia di uno dei rocker più controversi e discussi della storia della musica contemporanea. Gli ingredienti ci sono tutti: la morte prematura del fratello; l’alcolismo del padre; un sogno che secondo i crismi del ceto sociale, che si trova a frequentare a causa del suo primo matrimonio, non va perseguito; un successo che arriva tutto insieme. Le conseguenze? Alcool e droga, perdita del controllo di una vita che non sente più sua, impossibilità di gestire un sentimento sincero, vero ma sporcato dalla mancanza di lucidità, verso un’altra donna. Tutto questo è Johnny Cash, una storia simile a molte altre. Viene in mente subito il precursore, Elvis Presley, fino all’ultimo caso, Michael Jackson, passando per uno che fece ancora più scalpore, perché più giovane e perché sicuramente più sinceramente disperato degli altri due citati: Kurt Cobain. Ma Cash ne esce vivo, grazie a June Carter, compagna di mille concerti, che lo aiuta ad uscire dalla dannazione della droga ed a risalire su un palco. E farà ancora tanto per il rock. Se ne andrà solo a 71 anni, nel 2003, dopo decine di album e centinaia di concerti. Andrea Antolini vero 0 punti. Il campionato di Lega due si ferma per le festività natalizie. Si tornerà in campo domenica 2 gennaio, quando gli arancio-blu ospiteranno al PalaTriccoli il fanalino di coda San Severo (ore 17, diretta SportItalia 2). Giovedì 6 la Fileni disputerà il turno infrasettimanale, andando a far visita allo Scafati (ore 18.15). Domenica 9 gennaio gli jesini chiuderanno il girone di andata in casa contro il Pistoia (ore 18.15). Domenica 16 si comincerà il girone di ritorno a Reggio Emilia (ore 17, diretta SportItalia 2). Giuseppe Papadia PARLA CAMPANA, vice-presidente della Giovane Aurora Un progetto che chiede il confronto Nel 1997 ad un nucleo di sta dando davvero risultati appassionati di calcio gioconfortanti. «La preziosa colvanile venne l’idea di unire laborazione è nata ufficiali loro settori giovanili, visto mente due anni fa – debutta l’esiguo numero di dirigenti ai nostri microfoni il Vicee anche la difficoltà di comPresidente nativo di Staffolo pletare l’organico delle squaDopo numerosi tentativi con dre del settore young. Dopo varie società, siamo riusciti molteplici meeting, nacque finalmente a mettere in pista la “S.C. Minonna Monsano un progetto proficuo, a be97”. L’idea si dimostrò vinneficio del pallone cittadino. cente, tanto che nell’anno Per la precisione, la Jesina 2000, la SPES Jesi chiese di sovraintende l’ultima analisi poter collaborare, e così il della chiave tecnica, opera compianto Paolo Pirani, alin sostanza come supervisor lora presidente della SPES, grazie all’operato dei vari confluì con il suo settore giovanile, forte di Amici, Paris... La Giovane Aurora, dal suo organizzazione e di bravi allenatori, dando canto, non sta certo lì a guardare, ma vuole cosi vita all’ “U.S. MMS Monsano scuola cal- contribuire a formare il ragazzo in previsiocio Spes”. Nel mese di giugno del 2009 il con- ne futura, facendolo apprendere e divertire siglio si è riunito e ha deciso all’unanimità di allo stesso tempo… Sta poi alla Jesina Calcambiare denominazione e regione sociale cio, appunto, calamitare le migliori forze…». per l’abbandono della SPES e del BORGO Tonino Campana continua: «Nonostante la MINONNA. Si è così deciso di chiamare “partnership” continui a dare frutti positila società sportiva “A.S.D. MMSA GIO- vi, vedi le finali regionali raggiunte lo scorVANE AURORA” per poi togliere la sigla so anno dalla formazione degli Allievi, essa MMSA la stagione successiva.dalla Federa- comporta delle difficoltà, specialmente di zione. Attualmente il presidente è Giancarlo interpretazione e di impostazione. È d’obbliAlessandrini, mentre la carica di Vice-Pre- go, dunque, sedersi frequentemente intorno sidente spetta all’esperto “tag team” Doria- ad un tavolo per discutere tutti quanti inno Romagnoli e Tonino Campana. Proprio sieme…». con quest’ultimo abbiamo avuto modo di Daniele Bartocci scambiare quattro chiacchiere riguardo alla Nella foto Luca Campana, figlio di Tonino. collaborazione della Giovane Aurora con la Luca è il terzino della Jesina, Jesina Calcio, “cooperazione” continua e che nato a Jesi il 17 giugno ‘93 Associazione L’Albero di Pina: laboratori dal 3 al 5 gennaio A Volere Volare si “aspetta la Befana!” Volere Volare è il centro educativo diurno de L’Albero di Pina, che di recente ha iniziato a dare accoglienza a bambini e ragazzi del nostro territorio nei locali della canonica della Parrocchia di Sant’Antonio Abate (Zona Minonna, a Jesi). Oltre all’attività pomeridiana ordinaria di accoglienza di bambini e ragazzi dai 7 ai 14 anni, dal 3 al 5 gennaio, quando si è ancora in pieno periodo di vacanza natalizia dalla scuola, gli educatori di Volere Volare hanno pensato di organizzare il laboratorio “Mentre arriva la Befana!”: un’esperienza educativa e, al contempo, divertente, piena di teatro, musica, gioco e compiti (per chi ancora non li ha terminati). Le attività del laboratorio inizieranno alle ore 9,00 e termineranno alle 17,00 con la possibilità di pranzare insieme. Per informazioni ed iscrizioni occorre telefonare al mobile 331 1752464. I posti disponibili sono 15. 16 Voce della Vallesina scuola 26 dicembre 2010 Con il Cir33 parte una campagna informativa con lunni e insegnanti sulla raccolta differenziata dei rifiuti Ragazzi a scuola in “Ve la rispieghiamo noi!” Per l’anno scolastico in corso, il CIR33 ha organizzato e promosso un progetto educativo per le classi delle scuole elementari del 33 comuni soci. L’iniziativa si intitola “Ve la rispieghiamo noi!” e guiderà i ragazzi nella progettazione di campagne informative e di sensibilizzazione alla raccolta differenziata dei rifiuti. Il progetto cerca di promuovere lo sviluppo di una sempre maggiore consapevolezza in merito alla raccolta differenziata dei rifiuti ed il coinvolgimento degli alunni e degli insegnanti nel compito di diffondere, all’intero contesto socio-culturale, le conoscenze apprese sulle tematiche ambientali. Gli alunni e gli insegnanti delle proposte ed illustrate ai genitori e classi partecipanti saranno invitati gli alunni partecipanti riceveranno ad approfondire alcuni argomen- un ricordo. ti legati ai rifiuti e a realizzare un Le campagne più efficaci fungeranmessaggio informativo e di sensi- no da spunto per la realizzazione di bilizzazione rivolto alla cittadinan- veri e propri progetti comunicativi za e alle proprie famiglie. Le classi del Consorzio e le classi che avranpotranno promuovere la raccolta no prodotto i lavori più efficaci differenziata, le regole per una cor- saranno invitate a partecipare alle retta separazione dei materiali (pla- “RiciclOlimpiadi 2011”. stica, metalli, carta, vetro, organi- Il progetto educativo del CIR33 ha co), il riuso dei vecchi oggetti, le riscosso anche quest’anno moltissipratiche di riduzione dei rifiuti e me adesioni e forte apprezzamento di risparmio delle materie prime, il da parte delle scuole. Sono circa compostaggio domestico. A conclu- duemila gli alunni coinvolti che posione dei lavori, durante una festa tranno farsi testimoni di un nuovo organizzata all’interno di ogni scuo- modo di guardare l’ambiente e le rila, le campagne realizzate saranno sorse che esso ci offre. Istituto comprensivo di Moie: a scuola con la tecnologia Anche Gennaro Pieralisi ha reso omaggio agli studenti Una proposta per sottolineare la dimensione attiva dell’apprendimento, per valorizzare la sinergia tra pensiero e azione, per promuovere una didattica costruttiva. È quanto offre, per questo anno scolastico, il progetto “Ritorno al futuro”, elaborato dall’Istituto Comprensivo “C. Urbani” di Moie e finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Jesi. «Il progetto – spiega il dirigente scolastico Nicola Brunetti – prevede l’acquisto delle LIM e dei relativi software e la formazione dei docenti sulle diverse modalità di utilizzo: le sue funzioni, la gestione applicativi, la didattica. In programma soprattutto l’utilizzo della Lavagna Interattiva Multimediale in classe, in forma partecipativa e collaborativa, con il coinvolgimento degli alunni stranieri, diversamente abili e in situazioni di disagio. La LIM collega Mattinata di premiazione quella che si è svolta sabato 11 dicembre scorso presso il Liceo Scientifico Leonardo Da Vinci di Jesi: la preside Bruna Aguzzi, alla presenza di Gennaro Pieralisi, ha, infatti, consegnato i diplomi agli studenti che hanno terminato il loro percorso scolastico lo scorso mese di luglio con la maturità scientifica. L’ospite d’eccezione della giornata, l’imprenditore jesino Gennaro Pieralisi, ha aperto la cerimonia con un discorso nel quale ha spaziato su più fronti, nel rendere omaggio ai giovani presenti: «Mi complimento con voi per il risultato raggiunto e mi auguro che possiate raggiungere i più bei risultati nella vostra vita futura. Tra i consigli che posso darvi, metto ai primi posti quello di continuare a studiare e a specializzarvi perché il mercato del lavoro richiede gente altamente preparata. In un’epoca di crisi come questa, quello che sarà il domani è difficile dirlo, l’importante è arrivarci preparati e non smettere mai di sognare.» A conclusione del proprio intervento Pieralisi ha sottolineato l’importanza del dialetto e ha citato il romanzo di Hemingway “Il vecchio e il mare”. La preside Bruna Aguzzi ha invece posto l’accento sui vari titoli dei quali il proprio istituto si è fregiato ultimamente: un posi- Lavagna Interattiva Multimediale Lo Scientifico premia i suoi diplomati l’azione didattica con i bisogni di apprendimento degli alunni, in una dimensione condivisa, dinamica, al passo con i tempi e con le nuove caratteristiche cognitive e percettive degli studenti, sfruttando l’interazione tra diversi canali comunicativi.» Un progetto con una grande rilevanza anche sociale, perché consente lo sviluppo del lavoro didattico in continuità con l’extra-scuola: è possibile fare scuola a distanza (per alunni malati o assenti), completare a casa attività iniziate a scuola, coinvolgere maggiormente i genitori nell’interazione casa-scuola. Nelle foto il dirigente Nicola Brunetti e la Lim in classe zionamento di assoluta rilevanza quello che l’Ocse ha riservato al Liceo scientifico di Jesi come scuola pilota in ambito nazionale e internazionale. È stata quindi la volta dei protagonisti, gli studenti ed ex-studenti premiati: in primis è toccato agli alunni che si sono contraddistinti nelle varie olimpiadi, di matematica, di fisica, di filosofia, di chimica, solo per citarne alcune, poi agli studenti che hanno raggiunto il punteggio di 100 e lode nella recente maturità e, infine, a tutti gli altri. Un bel riconoscimento, frutto di cinque anni di studi, per augurare le migliori soddisfazioni a dei ragazzi diplomati in una scuola d’eccellenza nel panorama di tutto il comprensorio. Marco Cremonesi Regione: La giornata della Pace con l’Assemblea Legislativa delle marche e l’Università per la Pace Coinvolgenti testimonianze di donne impegnate nella società I diritti delle donne come fattore di pace. Questo il tema della quarta edizione della giornata della Pace, organizzata dall’Assemblea legislativa delle Marche e dall’Università per la Pace il 15 dicembre scorso, all’auditorium Ente Fiera di Ancona. Un incontro aperto ai consigli comunali dei ragazzi, al mondo della scuola e delle associazioni attive nella promozione dei diritti umani e della cultura di pace. Per l’Istituto comprensivo “C. Urbani” di Moie-Castelplanio-Poggio S. Marcello hanno partecipato all’incontro il dirigente scolastico Nicola Brunetti e i rappresentanti dei consigli comunali dei ragazzi dei tre comuni: Giuseppe Devanna (sindaco di Maiolati Spontini) e Daniele Tantucci (consigliere), Tania Regnicoli (sindaco di Poggio S. Marcello) e Chiara Badiali (consigliere), Melena Beltrani e Ilaria Mazzolani, consiglieri di Castelplanio. La giornata è stata dedicata ai diritti delle donne, a sostegno della campagna internazionale – promossa da “Cispi” e “Chiama Africa” - volta ad assegnare il Nobel per la pace 2011 alle donne africane. «Un premio collettivo – ha spiegato il presidente dell’Assemblea legislativa, Vittoriano Solazzi, durante il suo intervento in apertura dell’incontro– per riconoscere a queste donne la grande dignità e l’impegno con cui scrivono tutti i giorni la storia del continente africano». Toccante e coinvolgente la testimo- nianza di Marguerite Lottin, fondatrice dell’associazione interculturale “Griot”, nata in Camerun. La Lottin vive ormai da molti anni in Italia ed è impegnata soprattutto sul fronte dell’integrazione degli immigrati (già eletta nella Consulta del Comune di Roma), in particolare delle donne africane: per la sua associazione si è ispirata all’idea del cantastorie africano, che trasmetteva oralmente la cultura e la storia, insegnava i principi della vita e il rispetto della natura a tutti, a cominciare dai più giovani. «La pace deve essere una radice dentro di voi – ha detto ai ragazzi - che deve crescere e portare frutti di armonia nella vostra vita e nella società che costruite.» Alla manifestazione ha partecipato anche la presidente della Commissione Pari Opportunità, Adriana Celestini, che ha evidenziato lo stretto collegamento fra la pace e il rispetto dei diritti. La giornalista Lucilla Niccolini, che ha coordinato gli interventi, ha poi dato la parola ai ragazzi, che hanno presentato i loro lavori e le loro riflessioni sul tema della pace. Tania Regnicoli è intervenuta, in rappresentanza delle scuole di Moie, per presentare una sintesi ed un breve video del progetto “La pace si tinge di rosa”, realizzato dall’Istituto Comprensivo “C. Urbani”, coordinato dalle insegnanti Beatrice Nicolini e Mara Ballarini, sostenuto dalla Regione Marche. «Abbiamo scelto di far conoscere in maniera approfondita le figure di tre donne - ha spiegato Tania all’assemblea - legate in qualche modo alla nostra Regione, che con la loro vita e le loro opere hanno un forte contributo alla costruzione di un mondo di pace. Sono Rigoberta Menchù, premio nobel per la pace, che è periodicamente presente nel nostro territorio ed è cittadina onoraria di Maiolati Spontini. Poi Chiara Lubich, premio Unisco per i diritti umani e la pace, insignita della cittadinanza onoraria di Loreto e Osimo. Infine Maria Ridolfi, cittadina di Maiolati Spontini, che ha dato vita a numerose opere di volontariato, ed è stata insignita del premio Spontini nel nostro comune. È morta in terra di missione in Argentina. A queste tre donne verranno dedicati tre ulivi che pianteremo nel giardino della nostra scuola.» A conclusione della giornata il presidente dell’Università per la Pace, Raffaele Bucciarelli, ha evidenziato le finalità di questa istituzione, nata dalla volontà dell’Assemblea legislativa delle Marche, a sostegno della pace. t.t. Nelle foto la delegazione dei consigli comunali dei ragazzi di MaiolatiCastelplanio-Poggio S.Marcello, con il dirigente scolastico Nicola Brunetti e il presidente dell’università della pace Raffaele Bucciarelli; Tania Regnicoli durante il suo intervento all’auditorium 1923 Voce della Vallesina maiolati La banda “L’Esina” e la banda di Staffolo in concerto Musica, sport e danza 26 dicembre 2010 “Con il cuore da bambino”: la poesia di Dellabella Spazi di speranza e di saggezza a contare i nostri giorni, per arrivare alla sapienza del cuore, per percepire il valore del tempo e il senso della vita.» Il tema del tempo è stato poi approfondito dal predicatore, psicoterapeuta e teologo don Gianfranco Poli che, richiamando il racconto Mendicanti di una volta, ha mostrato l’importanza dell’apertura agli altri, «nel continuo tentativo di non chiudersi, di essere sempre pronti ad aiutare, assumendo la categoria del mendicante e ricordando le preziose lezioni di carità che il racconto ci propone.» Il parroco di Moie don Fabio Belelli, nel ringraziare con un dono Roberto a nome della comunità, ha ricordato il suo impegno pluriennale di servizio e disponibilità. Il sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo Carbini ha espresso la sua condivisione riguardo ai contenuti e ai messaggi del libro: «Un tempo i valori erano diversi, forse era più semplice trasmetterli ai figli. Questo testo è un efficace strumento di analisi della vita per ritrovare, forse, quella felicità che una volta sembrava più facile raggiungere.» Anche l’assessore alla cultura Sandro Grizi ha manifestato il suo apprezzamento, richiamando sta germogliando fra le due bande, a cui stiamo lavorando con molto impegno.» Una realtà, dunque, che si offre al territorio come punto di riferimento educativo giovanile, attraverso la pratica musicale, e come luogo di cultura e di arte, con l’intento di creare aggregazione, passione per la musica, cultura. Tiziana Tobaldi Con il patrocinio del Comune di Maiolati Spontini musica maestro! TEATRO GASPARE SPONTINI MAIOLATI SPONTINI (AN) 9 GENNAIO 2011, ORE 17 musiche di G. Holst, G. Rossini, E. Morricone, M. Willson, Prince, C. Mangione, K. Badelt, J. de Haan dirige il M° Samuele Faini INFO La giornata è iniziata all’alba, con una sfilata per le vie di Moie. Un buongiorno all’insegna della musica per celebrare la festa di Santa Cecilia. Così la Banda l’Esina, guidata dal maestro Samuele Faini, domenica 21 novembre, ha vissuto uno dei momenti più significativi dell’anno associativo. Alle ore 10.00 è seguito il corteo lungo le strade cittadine, alle 11.30 la Santa Messa in Chiesa Cristo Redentore. «La banda musicale è una presenza importante per il paese. – ha detto don Fabio Belelli – Un luogo di aggregazione che arricchisce la vita sociale.» Al termine della funzione religiosa, un breve momento di festa nel piazzale della chiesa, poi il pranzo sociale presso i locali della sede. Ospiti dell’Esina il sindaco di Maiolati Spontini Giancarlo Garbini insieme ad altri amministratori, la presidente e le atlete del gruppo twirling LG2 Loredana Guerro e i rappresentanti del centro studi danza “Gaspare Spontini”, con cui la banda sta collaborando attivamente in diverse manifestazioni. «È stato un anno di intensa attività e ricco di tante iniziative – ha affermato il presidente Virgilio Contadini – Innanzitutto le attività di musica, sport e danza con queste due associazioni. Abbiamo realizzato diversi spettacoli con una grande partecipazione di pubblico, che ne ha apprezzato la qualità e la bellezza. Poi la scuola di musica per gli allievi. Abbiamo un bel numero di bambini e ragazzi dai sette ai quattordici anni. Vorrei inoltre ricordare l’Orchestra giovanile, nata lo scorso anno grazie alla collaborazione con l’indirizzo musicale dell’Istituto Comprensivo “C.Urbani” di Moie e all’impegno dell’amministrazione comunale che crede in questo progetto. Con questa formazione di oltre cento elementi abbiamo partecipato a maggio ad un gemellaggio con la scuola ad indirizzo musicale di S. Egidio alla Vibrata, in Abruzzo, e tenuto, nel mese di giugno, un concerto al teatro comunale “Spontini”. Sempre nel mese di giugno, abbiamo proposto diversi saggi di musica con i nostri allievi. Momenti importanti per la loro formazione musicale, per la loro socialità, per offrire alle famiglie e alla cittadinanza i risultati del lavoro di un intero anno associativo. Anche l’anno che è da poco iniziato sarà ricco di proposte. Oltre alle attività di routine, stiamo preparando, per il prossimo 9 gennaio, un grande concerto in cui la banda l’Esina e la banda Città di Staffolo si esibiranno congiuntamente. Lo spettacolo si terrà al teatro comunale di Maiolati. Si tratta di un evento nato da una collaborazione che In occasione del pranzo sociale al quale hanno preso parte oltre centotrenta persone, preparato da un gruppo di esperti cuochi volontari, sono state proiettate le immagini dei concerti e delle manifestazioni alle quali la Banda ha preso parte. Ha portato il suo saluto il presidente dell’Anbima della provincia di Ancona, Ermanno Costantini, che ha speso parole di elogio per il direttivo dell’Esina così come il sindaco Giancarlo Carbini che si è complimentato per la vivacità di questo sodalizio musicale. I musicanti, i dirigenti attuali e precedenti e tanti altri hanno rinnovato il tesseramento come segno di partecipazione attiva verso Moie: 0731.701148 - www.bandaesina.it Staffolo: 0731.770148 - www.bandamusicalestaffolo.it questa importante realtà, impegnata da anni a promuovere i sani valori della musica. Una giornata di festa e di omaggio alla musica, dunque, perché chi presta il proprio servizio in banda vive la festa di Santa Cecilia come una tappa importante nel percorso associativo annuale, un momento per condividere la propria passione con le famiglie, per ricordare quanti in passato sono stati musicanti, per accogliere giovani suonatori, per fare un bilancio dei servizi e dei concerti svolti, ma soprattutto per stabilire insieme nuove mete ed obbiettivi da raggiungere. La Banda è un laboratorio musicale sempre in evoluzione e in trasformazione che offre alla cittadina, nelle occasioni pubbliche, civili e religiose, il proprio servizio. Fabio Filipponi 17 C’è un silenzio che si schiera per la vita. È una fonte che guarisce i distacchi e le ferite del tempo. Che rafforza lo spirito dalle sue fragili stanchezze. Che purifica le emozioni macchiate di irrequietudine e di opacità. C’è un silenzio che chiarisce la percezione del tempo e anima gli eventi. Permette di udire delle voci che ora non ci sono più, a volte cercate nella nebbia dei ricordi. E di vedere le immagini sempreverdi dei volti e dei luoghi che hanno percorso il nostro cammino, quando ancora era essenziale prenderci per mano. È nato da un «dialogo con il silenzio», come ha affermato lo stesso autore, il libro Con il cuore da bambino di Roberto Dellabella, presentato a Moie, nell’abbazia S. Maria, domenica 5 settembre. Lo ha spiegato con poche parole. Austere, profonde, essenziali. Per dire tutto. La chiave di lettura di un’opera poetica che racconta il mistero del tempo e rivela immagini limpide dell’epoca della sua infanzia, che ha molte cose da dire al presente. Visioni fatte di memorie del cuore. Quadri di una civiltà contadina vista da un bambino, che porgono al lettore tante rappresentazioni. Vive, ricche di echi e di sapori da gustare. La storia del mio pane, i racconti della mietitura e della scartocciata, la vendemmia, le feste, le persone che balzano dalla sua memoria al presente, nella tensione di un dialogo infinito. E poi le poesie, che sfiorano angoli di vita e di avvenimenti vicini e lontani: spazi di speranza e di saggezza, per incontrare le ferite e le gioie dell’umanità. Ha moderato l’incontro la giornalista Beatrice Testadiferro, che nel libro aveva scritto: «Solo chi è capace di creare spazi di silenzio riesce a gustare la bellezza di una vita che, anche se spesso è dolore e sofferenza, solitudine e angoscia, sa riservare emozioni e sensazioni di gioia piena.» Tanti interventi hanno valorizzato la presentazione ed hanno offerto letture e interpretazioni di questa opera che è, si legge nella presentazione di Riccardo Ceccarelli, «una narrazione con una forte partecipazione personale ed emotiva, sono ricordi che hanno lasciato un segno recuperato, “narrato” nella sua antica e mai perduta verità.» Durante la serata lo storico ha poi evidenziato che il testo «ci aiuta DAL 1923 i comuni ricordi dell’infanzia vissuti con l’autore. Don Gianni Giuliani, parroco di Moie dal 1997 al 2006, ha citato tante esperienze vissute con l’amico Roberto e ha rilevato gli aspetti più umani dell’opera, quelli in cui la poesia diventa specchio del suo cuore di bambino. «Ricordi legati all’indimenticabile mondo contadino: semplici, vivaci, realistici– ha commentato il prof. Vittorio Massaccesi- e ai grandi valori che quel mondo ci ha trasmesso.» Il vescovo Gerardo Rocconi ha chiuso l’incontro leggendo alcuni versi della poesia Alla Madonna del Soccorso, ad indicare il valore della poesia come percorso privilegiato di una spiritualità che vive di fede e libertà interiore, contemplazione ed esperienza quotidiana, lavoro e preghiera. La presentazione del libro Con il cuore da bambino è avvenuta nell’ambito della festa patronale dedicata alla Madonna. Roberto Dellabella ha iniziato la sua attività poetica da alcuni anni, apprezzato dal pubblico e dalla critica. Ha pubblicato nel 2009 Ve ‘rconto ‘na storia de paese ed ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti. Alcune sue poesie sono presenti nell’Antologia del Premio San Valentino -Edizioni Pensa e nell’Antologia dei Poeti Marchigiani- Edizioni Progetto Cultura, da poco pubblicata. Tiziana Tobaldi Foto Giorgio Cognigni Il libro è disponibile presso l’Edicola Giornali Ludovico di Moie Tel. 0731-21.33.70 - www.mattoli.it 18 Voce della Vallesina esperienze 26 dicembre 2010 Palazzo dei Convegni - Il Verdicchio nel Palio d’Inverno dell’Emporio delle Parole e nella rappresentazione “Nerone” della Petit Ecole Viaggio nel tempo, nelle parole e nella musica Era affollato Palazzo dei Convegni, sabato 11 e domenica 12 dicembre, per il consueto appuntamento del Palio d’inverno, che ho avuto il piacere di presentare: una mostra d’immagini, parole e suoni promossa dal circolo culturale “L’Emporio delle parole” e legata in qualche modo al contesto storico del Palio di San Floriano. Un modo per tenere viva l’attenzione sul suggestivo periodo storico compreso tra il 1194-1808, in attesa della grande e importante vetrina storica del Palio di maggio. Nel corso della rassegna i poeti del circolo hanno declamato poesie in vernacolo e in lingua italiana, intervallate da momenti musicali con autori di una certa rilevanza come la pianista Magdalena Lutka e i cantanti Daniele Consoli ed Elisa Pavan. Ogni anno il circolo attiva un progetto culturale che si articola appunto in due principali appuntamenti (questo del Palio d’inverno e quello de El Carosello di luglio) che sviluppano un tema specifico illustrato poi nel consueto opuscolo. Tema di quest’anno, il vino, considerato in tutte le sue accezioni e soprattutto in un aspetto in particolare, ossia in quello che individua, nella Aesis Città romana, un’antica via del vino. Da qui al Verdicchio, preziosa risorsa per l’economia della Vallesina e marchigiana, ma anche segno di prestigio e tradizione culturale, il passo è breve… Riferisce Maddalena Santacroce – in un contributo scritto per l’Archeoclub Italia per l’opuscolo del Circolo – che «sin dall’antichità la vite trova spazio nell’arte delle civiltà della Mezzaluna fertile e, a partire dal terzo Millennio, sempre più numerose sono le voci “uva”, “uva essicca- ta”, “vino” nei testi cuneiformi. Nel corso 1200, trova la prima menzione del Verdicdel primo millennio a.c., la colonizzazione chio nel 1579, ma affonda le sue radici nei greca ha contribuito a diffondere più in- tralci della vite degli antichi popoli italici e tensamente la vite nel bacino dei nostri più diretti antenati: i Romani». del Mediterraneo occidentale; Nel XXI secolo – sottolinea in uno scritto l’antichità della coltura della per l’opuscolo il Centro Studi Fondazione vite nelle Marche, in modo Federico II – l’antico frutto della vite, preparticolare nelle colline del sente accanto all’uomo sin dalla Preistoria, Piceno, è testimoniata da Pli- ha assunto il ruolo prevalente di cavallo di nio il Vecchio nella sua Natu- battaglia di campagne promozionali diretralis Historia. te a promuovere l’identità regionale: il VerIl salto di qualità del vino ita- dicchio dei castelli di Jesi ne è un esempio lico lo si deve agli Etruschi. significativo. Proprio fin dai primi contatti È in questo sfondo, che attraversa il tempo con loro, e ancor più dopo risalendo alle origini e poi tornando al prela conquista, i Romani ap- sente, che si inserisce la rappresentazione presero la vinificazione rag- teatrale “Nerone” di Ettore Petrolini messa giungendo livelli elevati. I vini in scena dai ragazzi della scuola di Teatro erano oggetto di intensi traffi- “Petite Ecole”, diretti da Gianfranco Frelli. ci e in anfore caricate su car- Durante la manifestazione, la collaboratrice ri o su navi percorrevano le di “Voce”, Elisabetta Rocchetti, ha presenstrade dell’Impero, compresa la nostra Fla- tato l’ultimo racconto pubblicato in questi minia, e le principali direttrici dei traffici giorni da Alfredo Ceccacci, presidente del marini. Il Cristianesimo si fa continuatore Circolo. Il libro si intitola “Il viaggiatore” della cultura materiale romana e favorisce ed è una sorta di viaggio nel viaggio di un un’ulteriore diffusione della vite in Europa. viaggiatore che rivive o meglio trasferisce I monasteri, poi, nel corso del Medioevo momenti e sensazioni suggeritegli dai nuovi garantiscono la sopravvivenza di questa luoghi incontrati e che gli sembrano increcultura. dibilmente familiari e già sperimentati, visLa tradizione vinicola delle nostre zone, suti nella antica Dacia e in un altro “io”.. documentata da editti e regole a partire dal Fotoservizio Paola Cocola LIBRI: sotto l’albero “Non aveva la faccia”, l’ultima fatica letteraria dello scrittore e musicista jesino, Sergio Cardinali Specchio di oggi: un viaggio emozionale tra legami di famiglia da ricucire Sergio Cardinali è musicista e scrit- ro naturalmente. Improvvisamente, tore jesino. In città ricopre un ruolo dopo un concerto, incontra un raimportante come quello di direttore gazzo che scoprirà essere suo figlio. della Scuola Musicale ‘G.B.Pergolesi’. La perfezione della sua linea retta si Durante il periodo pre-natalizio è spezzerà e lui si ritroverà proiettauscito il frutto della sua terza fati- to in una nuova dimensione di vita. ca letteraria: “Non aveva la faccia”. Lotterà per conquistare un figlio Questo il titolo del suo ultimo li- che non conosceva e per costruirsi bro, edito da EC Edizione Creativa quella “faccia da padre” che pensava di Torre del Greco, per il quale ha di non possedere”. La storia mette scritto una prefazione il critico let- in risalto tutta la fragilità umana e terario Gian Paolo Grattarola. la finta sicurezza indossata da pro“Non aveva la faccia” è uno spec- tagonisti che si svelano “eterni adochio del tempo attuale: un viaggio lescenti”. I difficili rapporti affettivi emozionale tra legami di famiglia lottano e si snodano nel faticoso da ricucire, tra gli affetti e il corag- tentativo di arrivare a costruire una gio di cambiare le cose mettendo vera relazione di “famiglia”. in discussione le proprie apparenti certezze. “Il protagonista – raccon- “Non aveva la faccia” segue gli altri ta l’autore - è un musicista non più due libri firmati da Cardinali: “Fiogiovane che viaggia sulla linea retta ri Primaverili” (2007) e “Le ragazze della sua vita. Un’esistenza libera e entrano gratis” (2008), romanzi priva di legami, a parte il suo lavo- che assai spesso si confondono, per viene e in cui opera. La musica ha un ruolo fondamentale nel modo di scrivere di questo giovane e brillante autore. “Ogni parola o frase ha la sua musicalità e un ritmo ben preciso – spiega lo scrittore – e questo non dipende solo dalla natura dei vocaboli ma anche dall’espressione, dal colore e l’intensità emotiva della nostra voce. D’altro canto anche le composizioni musicali evocano parole. Quando scrivo penso a un commento sonoro, a un ritmo del discorso e uso la punteggiatura come veri e propri respiri musicali”. “Non aveva la faccia” è contaminato dalla musica in tutto e per tutto, infatti, anche per la scelta dei personaggi. lo stile fluido e ritmico, nel mondo della musica da cui Cardinali pro- Il romanzo è stato presentato a inizio dicembre alla Fiera del Libro di Roma, ma la promozione per fiere ed eventi in tutta Italia continuerà anche il prossimo anno, con una tappa di presentazione anche a Jesi: “Un evento in cui la musica avrà inevitabilmente una parte importante”, promette lo scrittore-musicista. La sua passione per la scrittura è stata preceduta dall’amore per la lettura: “Ogni libro è un mondo nuovo e misterioso da visitare, un viaggio senza una meta certa. Solo recentemente ho avvertito la voglia di raccontare le mie storie, per pura casualità dopo aver partecipato (e vinto) un concorso letterario nazionale”. E mentre Cardinali sta già lavorando al suo prossimo romanzo, “Non aveva la faccia” è già disponibile in tutte le librerie della regione, segnalato come ‘autore jesino’, oppure on line, al sito www.edizionicreativa.it. Rosa Coscia Le tante iniziative della scuola per coinvolgere studenti, docenti e famiglie Metti un Natale alla scuola Gonzaga Proponiamo volentieri l’articolo che ci ha nostra, nella sua, Milano. fatto giungere il prof. Mario Mariotti, nato a Lo spettacolo è quello solito da tanti, tropCastiglioni di Arcevia dove ha vissuto i suoi pi anni. Caos, rumore, ingorghi nel traffico, primi trenta anni, per andare poi a Milano. marciapiedi impraticabili, consumismo sfreCi presenta come la Scuola cattolica pari- nato, orgia di regali, parecchi inutili e, non taria Gonzaga di Milano, dei Fratelli delle per questo, meno costosi, mentre in tanta Scuole Cristiane di San Giovanni Battista parte del mondo – e lo sappiamo bene tutti de La Salle (1651-1719), prepara i suoi mille – troppa gente muore ancora di fame. Certo, alunni e le famiglie al Natale. Il giornalista al posto della donna scarmigliata che passa Mariotti, ex preside della stessa scuola, ci ac- la notte a scrivere montagne di biglietti d’aucompagna in questo piacevole viaggio. guri, troverebbe tanti computer accesi e una storia infinita di eVe lo ricordate il racconto natalizio di Dino mail, per lo più dettati dalla circostanza. Buzzati, tratto da Milano nostra, in cui due Perché è così che va il mondo. È così che improbabili protagonisti, il bue e l’asinello di deve andare. biblica memoria, definitivamente assunti in Povero Buzzati! Meglio per lui non assistere cielo per meriti sul campo (leggi a Betlem- ad uno spettacolo del genere. me) vengono inviati sulla terra a toccare con È vero, sarebbe difficile sostenere che anche mano, come gli uomini, a distanza di venti noi non siamo presi nel giro vorticoso del secoli, si preparano a vivere il Natale in una consumismo di oggi che a Natale sembra grande metropoli (leggi a Milano)? E ve la trovare la sua manifestazione più dirompenricordate la delusione e l’impaccio dei poveri te. Ma è anche vero che noi, qui al Gonzaga, animali nel vedere tradito, nel caos, nell’an- il Natale lo vogliamo, diverso, più semplice, dirivieni, nella rincorsa ai regali, nel consu- il più possibile in linea con certa tradiziomismo galoppante, l’invito antico degli angeli ne. Tanto più quest’anno in cui il Gonzaga sulla grotta di Betlemme “Pace agli uomini di festeggia i suoi Cento anni di fondazione buona volontà?” (1906-2006). Certo, lo sappiamo bene, non Ogni volta che mi capita davanti quel rac- ci pensiamo neppure ad un presepio come conto, mi chiedo che cosa direbbe, a distanza quello medioevale, scarno ed essenziale di di oltre quarant’anni (era nato nel 1906, pro- un San Francesco a Greccio, tra la sua mitica prio come il nostro Gonzaga!) il buon Dino Umbria e il Lazio. E di presepi, anche qui al Buzzati se, magari ancora dal suo studio al Gonzaga, non se ne fanno più come una volCorriere della Sera, desse un’occhiata al no- ta: nelle classi della Scuola Primaria sì, tutti stro modo di vivere il Natale, oggi, qui nella e uno più bello dell’altro, e, due anche mol- to carini in zona Secondaria di 1° Grado, più, ovviamente, quello in Cappella per la liturgia natalizia, e, quest’anno, il più grande di tutti, e il più originale, piazzato all’ingresso dell’Istituto. E sì, perché, purtroppo, anche da noi la scelta prevale sugli alberi di Natale. A cominciare da quello a piano terra, semplice, poverino! senza neanche uno swarovski (l’albero in Galleria mi dicono ne avesse addirittura 8.000 quest’anno!). Ma, al Gonzaga, e un po’ in tutti i Corsi, dalla Scuola dell’Infanzia, alla Primaria, alla Secondaria di 1° Grado (meno tra i più grandi dei Licei) e tra quanti operano nel nostro Istituto vengono organizzati momenti, occasioni per celebrare la grande ricorrenza. Ed ecco così sfilare, uno dietro l’altro, il Mercatino di Natale a fine novembre, tenuto ogni anno dalla nostre Dame Lasalliane, per un piccolo, grande dono natalizio il cui ricavato è stato devoluto in opere di solidarietà per i meno fortunati di noi. Poi il 12,13,14 dicembre è stata la volta della Associazione Genitori, per una sfilata di confezioni mangerecce, ghiottonerie allo stato puro. La sera del 15 dicembre White X’mas della Secondaria di 1° grado. Una serata all’insegna della musica. E anche di un po’ di commozione. Due i momenti della Scuola dell’Infanzia: le sezioni 18 e 19 dicembre, ore 15.00. Un doppio spettacolo per chi ama un Natale genuino fatto di innocenza e ingenuità di tanti bambini e bambine. Il 21 è toccato alla Scuola Primaria. Una Festa di Natale emozionante, con tanti applausi e qualche lacrima di troppo, mentre il giorno 22, pranzo di auguri per tutto il personale del Gonzaga. Ma l’occasione più bella, e più amata da quanti frequentano il Gonzaga, é sicuramente la Messa di Mezzanotte, quest’anno ancora più solenne in occasione del Centenario dell’Istituto. La Santa Messa in Nativitate Domini con il coro, l’arpista, la Cappella addobbata all’inverosimile come mai, e il nostro Direttore Spirituale, don Enrico Bonacina, che quest’anno farà l’annuncio della nascita storica di Cristo con la Kalenda: a noi fedeli, raccolti in preghiera, si rivolgerà con le parole dell’antico testo del Martirologio romano, che il 25 dicembre dà la notizia del Natale del Signore come l’evento centrale della storia. E lo farà con le parole antiche: “Nell’anno 5199 dalla creazione del mondo quando nel principio il Signore Dio creò il cielo e la terra…” Per un’emozione tutta particolare. Quest’anno al Gonzaga. Mario Mariotti Voce della Vallesina vallesina 26 dicembre 2010 19 Parrocchia del Divino Amore: il rinnovato presepe artistico delle Marche si ricorda ed aiuta i piccoli etiopi Per un Natale all’insegna della solidarietà Il fascicolo “La sua vita è nelle tue mani” di Voce Francescana, inviato a tutti coloro che sostengono un’adozione a distanza con i Frati Minori Cappuccini delle Marche, è stato pubblicato un articolo dedicato al presepio della parrocchia del Divino Amore e al bambino che aiutano a crescere grazie alle offerte di chi viene a visitarle questa creazione artistica. «Per noi si è trattato di una bella sorpresa, tanto più che l’articolo non era stato “commissionato” e non ne sapevamo niente. Ci ha fatto ancora più piacere il fatto che chi l’ha scritto ha colto perfettamente lo spirito che ci anima nel realizzare, ogni anno con più fatica, il nostro bel presepio.» Il commento del gruppo di volontari quando hanno letto quanto scritto dai Frati Cappuccini delle Marche. A seguire l’articolo. Madre Teresa amava ripetere: “Non possiamo fare grandi cose su questa terra, solo piccole cose con grande amore”. E proprio nell’anno in cui la beata di Calcutta riceveva il Premio Nobel per la Pace (1979), un gruppo di ragazzi iniziava a riunirsi nei locali della Parrocchia “Madonna del Divino Amore” di Jesi, con l’obiettivo di fare piccole cose, con in comune un grande amore: il presepio. Pian piano, mettendo a disposizione i loro talenti, creano un piccolo grande capolavoro, che ancora oggi è visibile, a distanza di più di trent’anni. I giovani che vi partecipano attualmente sono una quindicina: si incontrano nelle serate d’autunno con lo scopo di lavorare insieme in allegria; tra loro non c’è chi comanda, ma le decisioni sono prese tra tutti quanti. Il gruppo, poi, è aperto a chiunque voglia dare il proprio contributo, con molta libertà: ognuno contribuisce come può e come vuole alla realizzazione del presepio, offrendo il suo tempo e le sue qualità. Quelli della prima ora, per ovvi motivi anagrafici, non ci sono più; ma in questo arco di tempo “sono stati moltissimi quelli che hanno percorso un tratto di strada insieme a noi e il loro contributo è ancora oggi fondamentale”, come scrivono sul loro sito internet. Uno di loro, in particolare, è “entrato” nel gruppo nel 2001 e, pur non partecipando materialmente all’alle- stimento del presepio, è sempre presente nella loro mente: si chiama Enok, ha 15 anni ed è un orfano che vive nel Wolaita. Davvero Enok ha percorso e continua a percorrere un tratto di strada insieme a loro, dal momento in cui questi ragazzi hanno deciso di allargare il loro cuore, destinando parte del ricavato delle offerte per la sua adozione a distanza tramite il nostro segretariato delle Missioni Estere; davvero Enok ha dato loro un contributo fondamentale, se ogni anno rivolgono il loro pensiero e i loro soldi a questo ragazzo etiope, consentendogli di avere almeno un pasto al giorno, qualche capo di vestiario e un’assistenza sanitaria e scolastica. Forse sarà una piccola cosa, perché, come affermano ancora sul loro sito i ragazzi di Jesi, egli “è solo uno degli innumerevoli orfani che rischiano quotidianamente la vita a causa della guerra, della fame o di malattie spesso banali”; ma il grande amore che vi mettono, amici carissimi, permette ad Enok di testimoniare nel mondo che Cristo è venuto sulla terra anche per lui. CUPRAMONTANA: il calendario degli eventi di dicembre e gennaio MONTECAROTTO: giovedì 6 gennaio la 27° edizione della Pasquella Celebrazioni, feste e incontri Torna il canto rituale della questua Molteplici gli eventi che arricchiranno le vacanze natalizie dei cuprensi e di chi trascorrerà i giorni di festa “al paesello”! Tra queste ricordiamo le prossime iniziative: il 23 dicembre dalle 9 alle 13,30 e dalle 15,30 alle 19, sarà attivo l’Ufficio Postale di Babbo Natale per inviare letterine presso il Loggiato Comunale, mentre dalle ore 16 alle ore 19,30 Babbo Natale animerà le vie del centro. Contemporaneamente, contribuiranno a rendere più suggestiva l’atmosfera natalizia, il duo di zampognari con un’esibizione con strumenti tipici come la zampogna, la ciaramella e i pifferi, i prestigiatori vestiti da Babbo Natale che si esibiranno in simpatici numeri di animazione itinerante, i dolciumi, vin brulé e oggetti natalizi. Alle ore 19, avrà luogo l’estrazione e la premiazione di alcune letterine inviate all’Ufficio Postale di Babbo Natale. Alle ore 21, ci sarà il “Concerto di Natale” della Banda Musicale “N. Bonanni”. La Notte Santa alle ore 23,45 si terrà la Messa di Mezzanotte presso la Chiesa San Leonardo e a Poggio Cupro, nella Chiesa La Rassegna della Pasquella, questa ormai “storica” manifestazione fondata sul recupero e sulla rivitalizzazione di una delle testimonianze vive della nostra comune cultura popolare, legata ai rituali di questua del solstizio d’inverno ed alle sue forme di propiziazione legate a credenze pre-cristiane ed antichi riti di fertilità, fortemente voluta dall’Amministrazione Comunale di Montecarotto, e curata dal Centro Tradizioni Popolari, con la collaborazione del Gruppo “La Macina”, della locale Pro-Loco, e della Protezione Civile Comunale, con l’alto patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ancona e Cohabitat, si svolgerà, come da tradizione, giovedì 6 gennaio (Giorno dell’Epifania), con il consueto programma, che ormai si ripete da ben ventisei anni. Rassegna che quest’anno è dedicata alla memoria di Lina Marinozzi Lattanzi, recentemente scomparsa, grande voce della terra e dell’anima, una delle più importanti informatrici del maceratese di Gastone Pietrucci e de La Macina. Gruppi di autentici portatori San Salvatore. Al termine della Messa vin brulé a cura dell’Associazione Pro Cupra nei locali dei Magazzini dell’Abbondanza. Il 26 dicembre alle ore 17, ci sarà il Presepio Vivente in piazza IV Novembre e nelle Grotte S. Caterina. Presso l’Enoteca Comunale ci sarà una degustazione della grappa con cioccolato fondente a cura dell’Associazione ProCupra. Il 29 dicembre alle ore 21, si terrà una Gara di Burraco nella sede S.o.m.s. in Piazza IV Novembre mentre il 30 dicembre alle ore 21,30 ci sarà il Gran Galà della Grappa: degustazione della Grappa con cioccolato fon- dente a cura dell’Associazione ProCupra presso l’Enoteca Comunale. Il 2 gennaio verrà riproposto il Presepio Vivente. Il 5 gennaio alle ore 21, “Aspettando la Befana”: Tombola a cura della S.o.m.s nei Magazzini dell’Abbondanza. Il 6 gennaio alle ore 10, premiazione vincitori del concorso “Il presepe dell’anno”, Chiesa San Lorenzo. Alle ore 17, Presepio Vivente. Infine, il 16 gennaio si terrà l’ormai tradizionale “Festa del maiale” dalle ore 15, che prevede la lavorazione, gli assaggi e la grigliata presso le Grotte di Santa Caterina. Giovanna Ortolani Foto Vincenzo Mollaretti della tradizione, provenienti da tutte le Marche e da altre regioni italiane, arriveranno sin dalle otto del mattino, accolti e “presi in carico” da altrettanti accompagnatori locali e da loro “presentati” casa par casa, in tutte le zone della campagna e del paese di Montecarotto, dove porteranno, alla maniera di una volta, secondo l’antico rito, il canto augurale della Pasquella. La gente, come al solito, accoglierà con simpatia tutti i Gruppi, “ripagandoli” con generose offerte di denaro e soprattutto con abbondanti libagioni. Così per tutta la mattinata, Montecarotto, sarà inondata di musiche, di canti e di suoni, che renderanno ancora più magica e surreale questa incredibile festa popolare di inizio anno. Dopo la questua del mattino, i Gruppi presenti alla Rassegna, si ritroveranno in Piazza del Teatro, dove da mezzogiorno e trenta all’una (prima del pranzo comunitario di ringraziamento offerto a tutti gli “artisti” popolari e ai loro collaboratori, dall’Amministrazione Comunale) daranno vita al solito, spontaneo, gioioso “concerto popolare”, per la gioia di tutti i presenti. Nel pomeriggio, dalle ore 15,30, nella Piazza del Teatro, Gastone Pietrucci, coordinato da Giorgio Cellinese, presenterà: “La Pasquella in Piazza” (Rassegna di canti e danze della tradizione popolare) con la presenza e l’esibizione di tutti i Gruppi presenti alla Rassegna. Dalle 18 alle 20 ci sarà l’Esibizione estemporanea dei gruppi tra la gente, in piena libertà, riscaldati da caldarroste e “vin-brulè”. La foto del manifesto ufficiale della Rassegna di quest’anno è del fotografo cuprense, Vincenzo Mollaretti. A San Severino, la mostra “Meraviglie del Barocco nelle Marche“ Fra gli ospiti più inattesi, ma sicuramente graditi, la mostra “Meraviglie del Barocco nelle Marche”, curata da Vittorio Sgarbi, ne ha registrato uno in particolare in questi giorni: un festoso Babbo Natale si è presentato a palazzo Servanzi Confidati, sede principale dell’esposizione insieme alla pinacoteca civica “Padre Tacchi Venturi” e alla chiesa di Santa Maria della Misericordia, per ammirare le opere di Bernini, Guercino, Orazio Gentileschi, Valentin de Boulogne, Baciccio, Maratti, Caravaggio e dei tanti radioDuomo SenigalliainBlu•95,2Mhz altri maestri protagonisti di una straordinaria vetrina dedicata all’arte italiana del Seicento che resterà aperta in città fino al 16 gennaio. Nei saloni del settecentesco Palazzo Servanzi Confidati a San Severino Marche e nella chiesa della Misericordia sono esposte novanta opere fra dipinti, sculture ed oreficerie (di cui 40 provenienti dall’Arcidiocesi di Camerino-San Severino Marche) destinate alle chiese ed ai palazzi del vasto territorio che da Macerata si inoltra verso i Sibillini, toccan- do San Severino, Camerino, Matelica e Fabriano. Luoghi oggi remoti, eppure nel Seicento capaci di attirare i maggiori artisti del secolo. Il 24 dicembre apertura dalle 9,30 alle 17, mentre il giorno di Natale sarà possibile fare visita alla mostra dalle 15 alle 19. A Santo Stefano l’esposizione resterà aperta dalle 9,30 alle 19. Chiusura anticipata alle 17 il giorno 31 dicembre mentre nel pomeriggio del primo gennaio la mostra si potrà gustare dalle 15 alle 19. Per i giorni 2, 6, 7, 8 e 9 gennaio l’orario d’apertura sarà sempre dalle 9,30 alle 19. La mostra è promossa dal Comune di San Severino Marche in collaborazione con la Soprintendenza PSAE delle Marche, la Direzione Generale Beni e Attività Culturali delle Marche e la Fondazione Salimbeni per le Arti Figurative. La mostra, che riceve l’importante sostegno della Regione Marche, si tiene sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Tutte le mattine alle ore 7,06 e in replica alle 24,00 il pensiero del giorno del vescovo Gerardo Rocconi Giornale radio alle ore 12,30 e alle 19,03 con notizie da Jesi Il Palazzo e dintorni il giovedì alle 12,45 e alle 19,20 20 26 dicembre 2010 esperienze Voce della Vallesina intervista a don giuliano fiorentini, sacerdote della diocesi e presidente dell’associazione oikos Viaggio stupendo con giovani, bambini e famiglie Parroco di San Giuseppe, la più popolosa parrocchia della città, don Giuliano Fiorentini è fondatore e presidente dell’associazione Oikos. Una grande realtà nata nella Diocesi di Jesi, nel 1990, e incoraggiata dal vescovo padre Oscar Serfilippi. Fondamentale per le opere dell’Oikos è il sostegno dell’8xmille. «L’8 per mille incide in modo consistente nel nostro bilancio annuale, fin da quando siamo nati: il vescovo Oscar ha sempre avuto a cuore il nostro servizio, tenendone conto nella ripartizione dei fondi dell’8 per mille assegnati alla comunità diocesana di Jesi. L’attuale vescovo Gerardo continua a seguirci, partecipando ai nostri incontri e dimostrandoci la vicinanza della diocesi e di tutta la Chiesa» afferma don Giuliano al quale arriva anche l’integrazione dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero. L’Oikos è una associazione diocesana ma è ben inserita nella comunità civile: conosciu- positiva. Quando si pronuncia la parola Oikos la gente sa di cosa si tratta anche se pensa soprattutto al nostro impegno con coloro che sono entrati nel tunnel della tossicodipendenza. Rimane più in ombra l’attività con i bambini, ma questo anche perché cerchiamo di tutelare maggiormente la loro storia e il loro percorso. Esserci dedicati ai minori in difficoltà ci sta riempiendo di grandi soddisfazioni nonostante la delicatezza e la complessità di muoverci su un terreno minato di abbandono, violenza, maltrattamenti. Siamo a contatto non solo con i bambini ma con le mamme e le famiglie e cerchiamo di offrire un percorso che accompagni il minore verso una crescita armonica e sana. ta e riconosciuta per il suo servizio qualificato che svolge da più di venti anni a servizio di quanti si trovano a vivere una forma di disagio e di solitudine. «Quando ci si mette al fianco di una persona con problemi di tossicodipendenza – sostiene spesso don Giuliano - ci si mette al fianco di una persona straordinaria, bella e tremenda come l’animo di ogni uomo con il mistero che lo avvolge, lo protegge e lo esalta.» Come vive il suo impegno di parroco e di presidente? In questo mio doppio servizio posso sperimentare immense soddisfazioni. C’è però anche un aspetto negativo: ho sempre poco tempo. Vorrei fare molto di più ed essere più presente ma non ci riesco. Ecco allora che ti sforzi di gestire questo problema e impari un nuovo mestiere, quello di delegare. In alcune occasioni mi devo allontanare necessariamente dalle persone ed abituarmi a lasciare che altri si occupino di vari servizi. All’Oikos si sta formando un gruppo di dirigenti responsabili dei settori che porta avanti tutta la struttura. In parrocchia, poi, i diaconi ed i collaboratori si rendono disponibili per tanti servizi. Il mio ruolo è quindi sempre più di coordinamento. Tutto questo non mi impedisce però di dedicarmi alle attività principali della parrocchia di San Giuseppe e delle parrocchie di Santa Lucia e della Coppetella, di incontrare le persone, le famiglie e gli operatori dell’Oikos. Dal punto di vista del cuore si vive male e dal punto di vista del tempo non basta mai ma mi ricompensano le gioie che sperimento. Don Giuliano, secondo lei come è percepita l’Oikos nella realtà civile della Vallesina? Mi sembra che l’attività dell’Oikos sia apprezzata in città e nei paesi dove abbiamo le nostre strutture. Non dovrei essere io a dirlo, ma penso che siamo visti come una realtà L’Oikos è impegnata su tante attività sociali rivolte ai giovani che sperimentano la fragilità e l’insicurezza e li accompagna alla riscoperta del valore della vita. Vuole condividere con noi alcune emozioni che vive in questo suo servizio? Avrei tantissime storie da raccontare; scelgo un episodio di due anni fa. Nel ‘95 avevamo in comunità un ragazzo del Nord che aveva problemi con la giustizia e che, quasi alla fine, aveva abbandonato il percorso: di fronte a questa sua scelta siamo stati costretti, a malincuore, a denunciarlo all’Autorità e lui è dovuto ritornato in carcere. Due anni fa mi è venuto a trovare un uomo con una signora e un bambino in braccio che mi ha detto: «Mi riconosci? Avevi fatto bene a denunciarmi perché nel periodo trascorso in carcere un mese non potevo dimenticare quello che ho vissuto all’Oikos ed il bene che mi avete voluto». È stato un momento bellissimo e commovente così come quando un bambino mi è saltato in braccio. Era uno dei nostri primi bambini accolti che poi è andato in affido pre-adottivo e in adozione e che continuava a venire alle feste e agli incontri. La sala era piena e tutti mi stavano aspettando: quel bambino corre verso di me e mi salta in braccio stringendomi forte. Sono soddisfazioni uniche perché ti accorgi che percorri un pezzetto di strada con persone che riescono ad acquistare autonomia, costruiscono belle situazioni di vita e poi ti ringraziano. Come me, anche tutti i collaboratori e i volontari potrebbero raccontare una infinità di queste emozioni. re. Parliamo spesso di pedofilia: i bambini non sono visti come il futuro della società ma come una attrazione sessuale. Non chiamerei questo fenomeno pedofilia ma pedomania: oggi tanti adulti hanno un io bambino fragile e danneggiato e sono loro che rovinano i bambini. La nostra società ha un atteggiamento brutto verso i bambini, è pedofoba, si fa tutto per gli adulti e anziani ma molto poco per i bambini. Speriamo che ci si accorga presto e si cambi atteggiamento, magari prendendo ad esempio il comportamento del mondo animale dove si fa di tutto per accogliere e proteggere i cuccioli. b.t. Venti anni: una storia significativa per tracciare un bilancio e per leggere i cambiamenti della società. Quali considerazioni? Due i cambiamenti fondaL’Oikos è nata nel giugno 1990. Offre una risposta diretta mentali che vorrei evidenai valori del territorio prestando particolare attenzione ziare. Venti anni fa la droga alle dipendenze patologiche, ai bambini in stato di abmetteva paura, oggi non più bandono e alle mamme in difficoltà nel ruolo genitoriaperché la società ha metabole. L’attività dell’Oikos si concretizza nel territorio anche lizzato l’uso delle sostanze attraverso progetti di prevenzione e promozione del become ha fatto in precedenza nessere, attività nelle scuole e un globale sostegno alle per tempo l’uso degli alcolici. famiglie. Ognuno dei servizi e delle strutture ha un nome La società non si scandalizza greco, a partire dal nome stesso dell’associazione. Oikos, più: le morti ci sono ma la in greco indica la “casa” intesa come ambiente familiasocietà ci fa meno caso. Oggi re, come insieme di ruoli e competenze emotive che assembra che se non fai uso di sicurano ad ognuno solidarietà, rifugio e riabilitazione. qualcosa che migliori le tue L’Oikos segue le linee metodologiche del “Progetto Uomo” prestazioni, non funzioni: introdotto in Italia dal Centro Italiano di Solidarietà di questo è il male. Roma. L’associazione Oikos è membro effettivo della Fict E poi i bambini. I piccoli an(Federazione Italiana Comunità Terapeutiche). cora inteneriscono il cuore. L’Oikos ha 40 dipendenti e 85 volontari Che cosa ci spinge ad accoDopo i festeggiamenti del ventennale con tante maniglierli se non i nostri sogni festazioni e incontri ai quali hanno preso parte rappredi bambini che nella quotisentanti delle istituzioni oltre ai volontari e a tutti coloro dianità e durezza della vita che hanno ricevuto il sostegno dell’associazione, il 2011 abbiamo abbandonato come sarà un altro anno pieno di progetti da realizzare per impossibili? La nostra è una dare sempre maggiore qualità ai servizi e per iniziare la società composta sempre più costruzione del “Villaggio Oikos” dove trasferire tutte le da persone anziane dove i attività del Centro di Solidarietà. bambini fanno fatica a vive-