COMUNE DI FERRARA
Città Patrimonio dell'Umanità
SETTORE OPERE PUBBLICHE E MOBILITA'
Servizio Beni Monumentali
Ex MOF - Mercato Ortofrutticolo
Riparazione e miglioramento strutturale post sisma
Cod. Progetto (CIA-SITAR)
0082-2011
OP_00082_2014
Il Dirigente di Settore
PROGETTO ESECUTIVO
Tavola
Elaborato
R-GEN
RELAZIONE GENERALE DELL'INTERVENTO
REPERIMENTO PRESCRIZIONI PROGETTO
PRELIMINARE _RELAZIONE STORICA
Ing. Luca Capozzi
Il Dirigente di Servizio
e RUP
Scala
Ing. Luca Capozzi
1:100
GRUPPO DI LAVORO
Progetto Architettonico
arch. Filippo Govoni
arch. Federico Orsini
arch. Riccardo Russo
Progetto Strutturale
ing. Lorenzo Travagli
Progetto Impianti
p.i. Andrea Maresti
DL e Coordinatore per la sicurezza ing. arch. Valeria Virgili
Assistente al R.U.P.
Data Progetto
arch. Claudio Bignozzi
Indice
Data
00
02.12.14
01
Indagini Geologiche
Indagini Strutturali
dr. Thomas Veronese
ing. Sergio Tralli
02
03
Ricerche Storiche
dr. Francesco Scafuri
04
05
Note:
Responsabile U. O. Beni Monumentali arch. Natascia Frasson
Rev. / Agg.
ESECUTIVO
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
1
INDICE
0. RECEPIMENTO PRESCRIZIONI PROGETTO DEFINITIVO
1. FINALITA’ DEL PROGETTO DI RESTAURO
2. INQUADRAMENTO STORICO-TERRITORIALE: IL QUADRANTE SUD OVEST DI
FERRARA
3. INQUADRAMENTO URBANISTICO: IL QUARTIERE EX MOF ED I PIANI DI
TRASFORMAZIONE PREVISTI NEL PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PUBBLICO
4. INQUADRAMENTO ARCHITETTONICO: LA PALAZZINA AMMINISTRATIVA DEL
MOF
3.1 La storia
3.2 La struttura
3.3 Lo stato di fatto: abbandono e degrado progressivo della Palazzina.
5. IL PROGETTO
4.1 Un metodo generale
4.2 L’approccio urbano. Un vivaio urbano come proposta di una visione temporale tra
l’oggi e il domani
4.3 Sistemazione esterna ed accessi
4.4 Organizzazione degli spazi interni
4.5 Arredo dinamico
4.6 Compatibilità degli interventi proposti con la conservazione delle strutture esistenti.
4.7 Interventi di messa in sicurezza e normalizzazione
4.8 Programma energetico
4.9 Sostenibilità dei materiali ecocompatibili
6. ALLEGATI
1. Delibera approvazione MOF
2. Inaugurazione
3. Agibilità
4. Polizza Assicurativa
5. Polizza antincendio
6. Incarico Affreschi
7. Lettera danni da pioggia
8. Degrado 1989
9. Relazione storica Scafuri, degrado Palazzina, 2005
10. Delibera approvazione serramenti in legno
7. TAVOLE
1.a/b Disegni Savonuzzi
2. Planimetria catastale MOF, 1995
3.a/b. Planimetrie catastali MOF, 1939 e 1940
4.a/b/c/d. Disegni dei magazzini MOF
5.a/b/c. Disegni rappresentativi delle due versioni del progetto del MOF
6. Planimetrie catastali MOF 1940
7. Planimetria per il progetto dei nuovi locali di lavorazione frutta 1942
8. FOTO STORICHE
9. BIBLIOGRAFIA
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
2
0. RECEPIMENTO PRESCRIZIONI PROGETTO DEFINITIVO
Il presente progetto è stato redatto in ottemperanza alle prescrizioni fornite dalla commissione congiunta per l’esame dei progetti
preliminari relativi agli edifici sottoposti alla tutela del D.Lgs 42/2004 e s.m.i. del 02.10.2014 cr.2014.0033656.
Di seguito si riportano le singole note con indicata la soluzione alternativa proposta:
•
per quante attiene all'intervento previsto suda volte cilindrica, si ritiene che appendendo li solaio SAP alle
putrelle d'acciaio di progetto si possano determinare criticità nella volta piuttosto che risolverne, volta che pur
bene si è comportata sotto sisma non manifestando danneggiamenti se non Indirettamente (crolli dalla torre)
pertanto la realizzazione della nuova copertura a pannelli sandwich isolanti in lamiera grecate curva non è
ritenuta finanziabile;
Da ulteriori sopralluoghi effettuati si sono riscontrate lesioni ad intradosso della volta dovute allo spostamento relativo tra i
travetti e allo spostamento relativo delle strutture che la sorreggono (archi in c.a. e murature): il solaio della volta, infatti, non
presenta soletta collaborante ad estradosso e quindi non ha sufficiente resistenza nei confronti delle sollecitazioni dovute agli
spostamenti relativi dei travetti in direzione ortogonale all’orditura del solaio, e agli spostamenti relativi delle diverse strutture che
la sostengono (si vedano tavole d1,d2,d2).
Risulta quindi inevitabile procedere con un intervento di consolidamento della volta il laterizio, optando per una soluzione più
consolidata, in luogo di quella proposta in origine, realizzando la soletta superiore mancante in cls alleggerito con reti in fibra al
fine di aumentare considerevolmente la resistenza della volta nella direzione ortogonale dai travetti senza appesantire il carico
permanente (si veda tavola s10 e relazioni allegate per maggiori dettagli).
•
in merito al consolidamento esterno dei telaio mediante fasciature in FRP, si richiede che la demolizione
dell'intonaco sia riferita esclusivamente alle zone interessate dalle fasciature e che li rifacimento dell'intonaco
sia previsto con malte similari all'esistente
Nelle tavole e nei computi seguenti sono state dettagliate in modo preciso tutte le demolizioni degli intonaci strettamente
necessarie per la realizzazione delle fasciature in FRP. Gli intonaci saranno realizzati secondo le caratteristiche di quelli
dell’epoca dedotti dalla relazione del restauratore allegata al presente progetto (si tratta di intonaci cementizi).
•
In relazione agli interventi sulla torre, si chiede di valutare una soluzione alternativa alla proposta dì demolizione
dei muri perimetrali a cassa vuota e ricostruzione degli stessi con muratura semipiena, al fine di garantite una più
opportuna conservazione dalla tipologia costruttiva originaria;
La soluzione proposta vede in consolidamento dei singoli pilastri in c.a. in luogo della realizzazione di una nuova muratura
collaborante. In tal modo si è evitato di demolire le murature a cassa vuota, limitando l’intervento a pochi centimetri
attorno al pilastro (si veda tavola S07).
•
nell'elaborazione del progetto esecutivo si richiede che vengano approfondite le caratteristiche degli intonaci
esterni e predisposto un elaborato grafico contenente lo sfato di conservazione delle superfici esterne e lo stato di
progetto con simulazioni cromatiche della soluzione individuata.
Si rimanda alle tavole di progetto per tutti i dettagli sia dello stato di fatto sia della soluzione cromatica di progetto (tavola
A-06 prospetti).
1. FINALITA’ DEL PROGETTO DI RESTAURO
L'intervento è volto all'ottenimento del riuso funzionale dello stabile appartenente all’Amministrazione Comunale.
Sostanzialmente si prevede un generale e complessivo intervento di ristrutturazione e messa in sicurezza della maglia strutturale
dell’edificio, identificando e riparando i fenomeni fessurativi e di degrado diretta conseguenza dei danneggiamenti causati dal sisma
del maggio 2012.
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
3
Il progetto di cui alla presente è riferito solo ed esclusivamente alle opere necessarie all’ottenimento del riuso dell’edificio, ed avrà
la finalità di restituire gli ambienti agibili perfettamente funzionali, articolati in spazi fruibili per la funzione cui sono destinati.
Come evidente anche da un semplice esame visivo alcuni elementi del manufatto evidenziano un livello di degrado piuttosto
avanzato, dovuto probabilmente a interventi di manutenzione e/o ristrutturazione eseguiti in epoche successive, senza soluzione
di continuità, al fine di porre rimedio a necessità contingenti ed immediate, che, combinati all’azione degli straordinari eventi
sismici del maggio 2012, hanno favorito il degrado ed accelerato i processi di decadimento di alcuni importanti elementi della
maglia strutturale.
Lo scopo del progetto di riuso è quello di garantire la conservazione degli elementi tipologici e formali che necessitano di essere
salvaguardati e consolidati dopo gli eventi sismici. In quest'ottica il progetto mira a salvaguardare tutti gli aspetti e gli elementi che
concorrono a formare la definizione formale dell'immobile, pertanto è stata posta la massima sensibilità e la massima attenzione
nella ricostruzione di parti danneggiate e/o degradate, nella rimozione degli elementi incongrui, e nella ricostruzione degli elementi
mancanti o rimossi rispetto alla configurazione originaria.
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
4
2. INQUADRAMENTO STORICO-TERRITORIALE: IL QUADRANTE SUD OVEST DI FERRARA
Il quartiere “Ex MOF” sorge nel quadrante sud-ovest della città di Ferrara. L’area, sul quale è stato realizzato il complesso del
mercato ortofrutticolo negli anni 1937-38, era precedentemente occupata dalla Fortezza Pontificia, demolita dopo il 1862. A
seguito di tale demolizione, nel 1915 una vasta area, nota come Prato del Soccorso (o Pascolone) di proprietà di Luigi Benedetti
fino al 1804 e poi passata ai fratelli Tobia e Giuseppe Zamorani1, fu espropriata per la realizzazione del nuovo Foro Boario, di un
Mercato di Bestiame e di un “Vialone” di collegamento fra l’ex-piazza d’armi e la Darsena.
Immagine 01: la fortezza pontificia (fonte: XXXX ) e l’area del futuro quartiere Giardino (fonte:Perizia F. Borgatti 1885),
Immagine 02: Carta della città di Ferrara (fonte: E. Scanavini 1912)
1
L’evoluzione storica dell’area è ben descritta in due relazioni che hanno come oggetto la Palazzina: la “Relazione storica”, redatta dalla Dott. Sandra
Sarasini nel 1990 e la “Relazione storica” redatta da Dott. Francesco Scafuri e datata 1995 (ARCHIVIO UFFICIO RICERCHE STORICHE DEL COMUNE
DI FERRARA, Cartella Ex. Mof).
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
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A seguito della demolizione della Fortezza Pontificia, avvenuta nel 1862, ed al successivo abbandono dell’area da parte delle
autorità militari, furono redatti i primi progetti di recupero dell’area della “Spianata” per la quale fu prevista la realizzazione di un
“Rione Giardino”, progettato dal Selvelli nel 1930.
Immagine 03: Piano del “Rione Giardino” (fonte: Parere Preliminare Ripristino tipologico Zona Darsena di S.Paolo, 1991)
A seguito dell’esproprio vennero realizzati il solo “vialone” e, nel 1935, il Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso. Tale mercato, che si
teneva fino ai primi del XX secolo in Piazza delle Erbe (attuale Piazza Trento-Trieste), fu trasferito prima in Piazzetta Municipale,
poi in Piazza Sacrati. Evidenti esigenze di carattere igienico-sanitario, produttivo, commerciale e di consumo (definite dalle prime
normative annonarie e commerciali) spinsero l’amministrazione all’individuazione di un altro sito sul quale realizzare un vero e
proprio Mercato.
Immagine 04: Piazza delle Erbe, oggi Piazza Trento Trieste (fonte: Parere Preliminare Ripristino tipologico Zona Darsena di S.Paolo, 1991)
L’area prescelta fu proprio il piazzale che si affaccia su corso Isonzo, il vialone di collegamento tra la Darsena e la Piazza d’Armi
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
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realizzato pochi anni prima (1915). Su tale area, attorno al 1935, nella parte orientale vicino alla canaletta, vennero realizzati il
Mercato Ortofrutticolo all’Ingrosso e la Palazzina degli Uffici.
Il MOF fu localizzato in un’area facente parte di un programma di costruzione più ampio, definito dal Regio decreto Legge n°
2455 del 26/12/1936 che istituì una zona industriale nel territorio del comune di Ferrara (Dichiarazione di pubblica utilità per le
opere accessorie, 1936). Il progetto fu approvato nel 1933 con voto espresso dalle sezioni comunali ed agricole del Consiglio
Provinciale dell’ “Economia Corporativa”, che deliberò l’istituzione del mercato in data 2/8/1935 con delibera 156922 (All. 01).
Il mercato, istituito in prossimità della grande arteria stradale, dello scalo fluviale, e del raccordo ferroviario aprì i cancelli
nell’ottobre del 19373 (All. 02), diventando grazie alla sua vicinanza al centro storico, un polo di interesse strategico. Tale vicinanza
permetteva infatti l’approvvigionamento per la vendita al dettaglio delle carni, che si teneva ancora in Piazza Trento Trieste.
.
Immagine 05: l’area industriale a Ferrara (fonte: Parere Preliminare Ripristino tipologico Zona Darsena di S.Paolo, 1991)
La costruzione del nuovo fabbricato del Mercato Ortofrutticolo fu registrato al catasto nel 1939, n° di mappale
1207/2159/res/3037 mapp. 1758/res /3038 map. 1792/res/3039 nel catasto rustico - storico di Minazza, come “fabbricato in
C.A e muratura composto da due piani e vani 22, 50 fra celle e magazzini”.
A seguire il complesso è stato ampliato, nel 1942 con il completamento del mercato, con la realizzazione del magazzino del
Consorzio Agricolo per la lavorazione di frutta e ortaggi e nel 1947 con la costruzione altro fabbricato per magazzino dell’Ente
Autonomo Consumi.
La posizione di estremo interesse all’interno del panorama urbano fa di quest’area un importante snodo per le future
trasformazioni urbane della città. Tale consapevolezza ha portato l’amministrazione pubblica ferrarese a sviluppare, attraverso una
apposita STU, un piano di riqualificazione dell’intera area.
2
Cfr. delibera di approvazione del progetto del MOF “ compilato dall’Ufficio Tecnico Comunale”, in ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI
FERRARA, Deliberazioni podestarili, 2 Agosto 1935, n. 15962, “certificato di abitabilità”, rilasciato in data 28 Dicembre 1937, d’ordine del Podestà
(ARCHIVIO DELL’UFFICIO PATRIMONIO DEL COMUNE DI FERRARA, cartella MOF, fascicolo Palazzina), L. SCARDINO, l’archeologia industriale
a Ferrara: notizie sugli artefici, in “la Pianura” n.1, Ferrara 1995, p.34
3
Cfr. l’articolo “La odierna inaugurazione di opere pubbliche”, apparso sul CORRIERE PADANO del 3/11/1937 (Biblioteca comunale di Ferrara)
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
7
3. INQUADRAMENTO URBANISTICO: IL QUARTIERE EX MOF ED I PIANI DI TRASFORMAZIONE
PREVISTI NEL PIANO DI RECUPERO DI INIZIATIVA PUBBLICO.
L’area fa parte di un insieme più ampio e complesso di punti strategici per la trasformazione della città. Per tali aree
l’amministrazione pubblica di Ferrara ha definito, a partire dal dopoguerra, differenti piani di sviluppo e di recupero, valutando
futuri investimenti pubblici e privati.
In particolare l’area dell’Ex MOF è stata oggetto di alcune proposte di riqualificazione.
Il PRG del 1957 prevede di aprire accanto al MOF una strada carrabile e l’inserimento di un tessuto industriale leggero. Previsione
che non verrà rispettata quando nel 1961 sorgeranno residenze al posto del previsto tessuto industriale lungo la nuova strada
aperta (via Bonnet).
Immagine 06: il paino regolatore del 1957
Un nuovo primo piano di trasformazione dell’area fu proposto nel 1990 e prevedeva la realizzazione di un Complesso turistico
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
8
Ricettivo4. Dall’analisi degli Strumenti Urbanistici all’epoca vigenti, emerge come l’intera area fosse soggetta a riqualificazione
(PRG/85). Tale Strumento Urbanistico prevedeva per l’intero settore sottomura la ristrutturazione edilizia ed il recupero del
sistema Mura-Canale del Volano con attrezzature urbano – territoriali e di verde pubblico (art. 32, punto 11).
Alla base del progetto proposto dagli architetti Carlo Cesari e Caludio Fedozzi vi è l’idea che l’area della darsena e dell’Ex MOF
vengano considerate assieme al recupero delle mura storiche per la definizione di un unico sistema urbano pubblico. I progettisti
propongono, in accordo con la normativa all’epoca vigente, un piano particolareggiato, il solo strumento che permette una
modifica di destinazione d’uso e la quantità di piano di insediamenti non pubblici.
Il piano prevede la realizzazione di un parcheggio per circa 600 auto e la realizzazione di un complesso alberghiero di circa 150
stanze con le necessarie strutture di servizio. La nuova destinazione d’uso prevista trasforma l’area ora marginale in uno spazio di
incontro tra città e “le diverse utenze che sulla città convergono”. La relazione di progetto descrive lo stato di fatto (compresa la
conversione dell’edificio su C.so Isonzo), le esigenze a cui rispondere, le prescrizioni tecniche (finalità, obiettivi dell’intervento, le
prescrizioni per le aree pubbliche e quelle per le aree private e di servizio, gli indirizzi per la mobilità ed i parcheggi, le possibilità
edificatorie e quelle tipologiche). Dalla lettura di tali dati emergono alcune considerazioni prescrittive (cfr “relazione tecnica e
norme di attuazione, p.14): il prospetto su Corso Isonzo deve prevedere il mantenimento della Palazzina e disolvere il poblema
della percorribilità pedonale ed usabilità “contiuna” al piano terra; lo spazio vuoto centrale ha la funzione di valorizzazione
dell’elemeno architettonico esistente, che diventa “ il punto di riferimento principale per le utenze dell’intero complesso”.
Una seconda e più importate proposta fa riferimento al concorso di riqualificazione urbana a seguito del quale è stata definita la
STU-FERRARA immobiliare SPA con l’obiettivo di gestire la trasformazione urbana di tutta l’area Ex MOF - Canale del Volano.
Il piano di recupero di iniziativa pubblico (L.457/78) ha individuato in Behnisch Architekten (vincitori del concorso) ed in
POLITECNICA ingegneria e architettura i soggetti incaricati a sviluppare gli elaborati di progetto. Il piano prevede un
riammagliamento del tessuto urbano del centro storico con la darsena attraverso un tessuto definito da corti chiuse e corti aperte
connesse tra di loro da un grande spazio pubblico pedonale. All’interno di questo piano di trasformazione urbana la Palazzina
dell’Ex MOF, preservata come testimonianza della memoria storica, diventa il perno centrale, simbolo del dialogo tra l’architettura
contemporanea e l’architettura moderna. La palazzina si affaccia sulla nuova piazza di quartiere definita nel masterplan e diventa
una nuova polarità pubblica ospitando il nuovo Urban Center di Ferrara.
Immagine 07: il nuovo piano urbano per l’area dell’Ex Mof (fonte: elaborati STU Ferrara)
4
Le informazioni riguardo al progetto possono essere ritrovate nel documento “relazione tecnica e norme di attuazione”, consegnato a Febbraio del
1990 ed elaborato dagli architetti Carlo Cesari e Caludio Fedozzi (ARCHIVIO DELL’UFFICIO PATRIMONIO DEL COMUNE DI FERRARA, cartella
MOF, fascicolo Palazzina). Il documento contiene la descrizione delle linee guida di progetto per la trasformazione dell’area.
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
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4. INQUADRAMENTO ARCHITETTONICO: LA PALAZZINA AMMINISTRATIVA DEL MOF
La storia
La Palazzina oggetto del presente restauro si inserisce all’interno di un più ampio progetto urbano, il Mercato Ortofrutticolo per
l’appunto, approvato dagli organi competenti il 2 agosto 1935 e realizzato tra il giugno del 1936 e l’ottobre del 1937.
All’inaugurazione, fissata per la data del 31 ottobre 1937 in occasione di altre importanti manifestazioni che si erano tenute a
Ferrara (All. 2), il complesso non era ancora terminato. I lavori si concluderanno solo qualche mese più tardi, come testimonia la
dichiarazione di abitabilità, ricevuta solo il 28 dicembre del 1937 (All. 3). Dichiarazione ottenuta a cancelli già aperti (la prima
apertura dei cancelli avvenne infatti il 6 novembre del 1937).
La progettazione generale dell’intero complesso fu affidata all’ing. Alfredo Ciaccia e la direzione dei lavori all’ingegnere Capo del
Comune Girolamo Savonuzzi e all’ing. Negri, mentre fu l’ing. Carlo Savonuzzi, fratello di Girolamo, a produrre alcuni importanti
disegni del progetto architettonico (Tav. 1, Tav. 2).
Immagine 08: elaborati grafici di Carlo Savonuzzi (immagine estratto dalla Relazione Storica di Scafuri, 1995)
Le opere furono eseguite da alcune tra le ditte più note in città e fuori, come l’impresa Adolfo Checchi, che si occupò dei lavori
edili di maggiore rilievo, la ditta Fratelli Santini per i serramenti e l’azienda specializzata dell’ing. Carlo Bonola per la realizzazione
degli impianti ferroviari legati all’approvvigionamento e all’esportazione della frutta e della verdura5. Dalle delibere stipulate tra
Consulta Municipale, Comune e imprese esecutrice, è possibile individuare i materiali impegnati per la realizzazione della
Palazzina6.
L’analisi dei documenti presenti all’Archivio Storico fanno emergere due versioni progettuali elaborate dal Savonuzzi (la prima
datata 1932, la seconda 1935), che sebbene avessero la medesima estensione superficiale, differivano per volumetria e
distribuzione interna. La prima versione non prevedeva la grande sala voltata ma al suo posto alcuni vani di dimensioni minori a
cui si accedeva da un grande corridoio centrale. Sempre la prima versione prevedeva una torre più snella e lanciata (21 metri
contro i 19,7 di quella attuale) e una abitazione più ampia per il custode, caratterizzata da ampie terrazze che si affacciavano su
corso Isonzo. Nel 1935 il Savonuzzi presentò una seconda versione, che poi venne approvata e realizzata due anni più tardi.
Durante la realizzazione della palazzina si rese necessaria una variazione relativa alla fornitura degli infissi. Gli infissi, previsti in
ferro vetro, furono sostituiti, per ragioni economiche, con infissi in legno (All. 10).
5
Si veda il servizio relativo alle nuove opere pubbliche apparso sul CORRIERE PADANO del 3/11/1937 dal titolo “Fotocronaca dell’inaugurazione
di opere pubbliche” (Biblioteca Comunale Ariostea).
6
Delibere Podestarili del 2/3/1937 n. 6154, del 6/4/1937 n. 8853, del 28/8/1937 n. 20226 (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI FERRARA).
Si veda anche il contratto d’appalto del 9/4/1937 tra l’Amministrazione Comunale e la ditta Santini (ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI FERRARA,
Raccolta contratti d’appalto, XX secolo, cartella 20, fasc. 12)
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
10
Immagine 09-10: confronto tra le due planimetrie proposte dal Savonuzzi (immagine estratta dalla Relazione Storica di Sarasini, 1990)
A conclusione dei lavori, il mercato ortofrutticolo comprendeva un area recintata di 23575 metri quadrati di cui 5600 coperti (4138
mq per il corpo del mercato, 735 per il frigo, 318 per la palazzina, 265 per la tettoia per veicoli, 80 per i servizi, 15 per le pese, 4
per la cabina per i vigili). Il complesso, così suddiviso, era composto principalmente da due edifici: il mercato vero e proprio e la
Palazzina che conteneva gli uffici e l’alloggio per il custode.
Già nel 1937 erano stati realizzati ampi piazzali completamente bitumati, rifatti più volte in seguito, ai quali si accedeva da due
grandi ingressi, l’uno su via Darsena e l’altro su Corso Isonzo; il raccordo ferroviario, derivato dal quello preesistente della
darsena, era stato concepito in modo tale che i vagoni potevano accedere direttamente alla cella frigorifera7.
La Palazzina si presenta come un elegante edificio “in muratura di mattoni e cemento armato”, con torre costruita con i medesimi
materiali e i solai pure in cemento armato (parte a volta parte piani), con “scantinato, piano rialzato e un primo piano” destinato
ad abitazione del custode. Il piano rialzato ospitava gli Uffici della Direzione del mercato (ufficio Annone) e quelli della
“spedizione”, la banca interna, le cabine telefoniche, i vani per i servizi igienici, la sala per le adunanze, il bar ristorante, una grande
sala centrale per la contrattazione8 affrescata nel 1938 dal Cattabriga, (All. 4-5).
I prospetti interni della palazzina erano intonacati fin dall’origine, come mostra la fotografia pubblicata su corriere padano del 3
novembre del 1937. Le finestre in legno e vetro, le tapparelle in legno, i due portoni in legno sono sostanzialmente quelli di allora
(Scafuri, 1995). Di interesse i materiali previsti per l’orologio della torre, costruito tra l’altro da “due quadranti del diametro di due
metri, da un controtelaio e da un telaio smontabile con quadrante in vetro termolux colorato di un sol pezzo con tarttine in
anticorodal per indicazione delle ore e debitamente forato al centro per il passaggio degli assi delle sfere9.
Nel 1942, per mancanza di spazio coperto, si integrò il mercato con la costruzione del magazzino della “Cefalo” (Consorzio
7
Cfr. La odierna inaugurazione cit. ed inoltre l’articolo Il nuovo mercato all’ingrosso di frutta e verdura di Ferrara, In Bollettino Ufficiale del
Consiglio Prov. Delle Corporazioni di Ferrara, p 120 (in BIBLIOTECA DELLA CAMERA DI COMMERCIO DI FERRARA)
8
I dati sono tratti dalla Polizza incendio della Società Reale Mutua di Assicurazioni di Torino del 13/11/1937 (ARCHIVIO STORICO
COMUNALE DI FERRARA, Commercio, XX sec., cartella 8, fasc. 4b) e dalla delibera podestarile del 16/11/1937 n. 28857 (ARCHIVIO STORICO
COMUNALE DI FERRARA, cartella ex MOF)
9
Le notizie sono contenute nei documenti conservati presso l’ARCHIVIO STORICO COMUNALE DI FERRARA, commercio, XX sec., cartella 8
e nella Relazione Storica della Dott. Sandra Sarasini sull’intero complesso del Mof, 1990 (ARCHIVIO UFFICIO RICERCHE STORICHE DL COMUNE DI
FERRARA, cartella Ex. MOF)
Palazzina EX MOF/Rel. Generale storica
11
agricolo per la lavorazione della frutta e ortaggi). Durante la seconda guerra mondiale, le strutture di vendita furono in parte
danneggiate, tanto che per il loro ripristino furono stanziati nel primo dopoguerra 17 milioni di lire, utilizzati anche per riasfaltare i
viali e il piazzale.
Nel 1947 venne costruito un altro fabbricato delle dimensioni di 50*20 m, destinato a magazzino dell’ente Autonomo Consumi.
Nel 1950 tale capannone venne utilizzato come sede del Centro Raccolta Latte e vi si installarono i macchinari per la
pastorizzazione e l’imbottigliamento.
Immagine 10: il nuovo magazzino (immagine estratta dalla Relazione Storica di Sarasini, 1990)
Nel dopoguerra il giro di affari all’interno del complesso ortofrutticolo e nelle immediate vicinanze era piuttosto consistente tanto
da spingere la Cassa di Risparmio a chiedere ed ottenere nel 1950 dalla giunta Comunale il permesso di aprire una porta nel muro
di cinta del mercato per permettere un contatto diretto tra la clientela e la filiale già esistente all’interno10.
La Palazzina mantenne le stesse destinazioni d’uso fino al 1989, ovvero fino a quando si decise di trasferire il Mercato
Ortofrutticolo nel nuovo complesso in via Trenti (zona Arginone). Dopo questa data i locali dello storico edificio furono occupati
in parte da alcuni uffici dei Vigili Urabni e d in seguito dall’ufficio Economato del Comune che li utilizzò come deposito.
Nel 1995 si demolirono i magazzini e la lunga tettoia. La palazzina fu risparmiata per il suo valore testimoniale di architettura
tipica degli anni ’30, dalle linee architettoniche “razionalistiche”, arricchito da due pitture murarie coeve, esemplari pregevoli e
unici del pittore Cattabriga (Bondeno, 1901-1969).
Tali dipinti, come ricorda la delibera municipale 15674 del 13 giugno del 1938, erano giù previsti “nel progetto generale per la
costruzione del nuovo Mercato Orto-frutticolo” per il quale “era stata prevista la decorazione ad affresco delle due pareti di fondo
della sala centrale con scene rurali” (All.6). Affreschi che così il Savonuzzi descrive nel 1977: “l’affresco c’è, è ancora lì su due
muri anche se non molto rispettato da armadi e scafali (succede anche all’Orlando di Funi).. Donne, uomini, bambini, lavoro.
Vanghe, attrezzi, muscoli da fatica, semi d’allevamento. Sarebbe falso dire che sono contadini visto almeno volta più da vicino, più
all’interno, più verosimili, insomma. Sono meno retorici degli altri, tutto qui. E hanno, in questo limite obbligato dell’ottimismo,
del realismo accademico, una certa qualità di pittura. Una più evidente onestà, ecco, una più semplice modestia. Ma, come era
invitabile per un’epoca di paesaggisti naturamoristi chiamati a fare altre cose impossibili, tutta la verità, la firma è nei dettagli. Lo
sfondo, gli oggetti domestici (l’italiano e non solo in pittura, anche all’ra e da tanto, è la lingua delle cose di cucina e bottega, di
tinello e fattoria, di zie della roba..il cesto di frutta. E questo autoritratto, allora, è nei brani proprio bellissimi, freschi, felidi di
esistere e raccontarsi, di farsi sotto il pennello: la campagna inquadrata tra i muri, il tavolo inclinato a chi guarda con la natura
morta dei cibi, i verdi e azzuri e gialli. Un piccolo lirico inteso, da domeniche di Corrado Govoni.”11.
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Cfr. L. SCARDINO, Itinerari di Ferrara Moderna, Alinea ed., 1995, p.125 e Relazione storica cit.
C. SAVONUZZI, introduzione al catalogo su Galileo Cattabriga, Palazzo Diamanti, 13/10 – 6/11/1977
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Immagine 11: gli affreschi del Cattabriga (fonte: XXXXX)
Gli affreschi furono restaurati dal signor Piazzi, assieme ad un collega, nel 1972 a seguito di un parziale distacco dovuto alle
infiltrazioni di acqua dovute ad un forte nubifragio. Tali infiltrazioni sono sempre stato un problema per la Palazzina e per gli
Uffici Tecnici del Comune. L’intasamento dei pluviali e dei canali di gronda favoriva infatti l’insorgere di umidità sui muri o
allagamento all’interno dei locali. Di tali problemi rimangono diverse note, ad esempio quella segnalata dall’ex direttore del M.O.F
dott. Gottardi che affermava che “con la caduta dell’ultima pioggia, la stanzetta adibita ad archivio che trovasi nella torre della
palazzina era letteralmente allagata” (All. 7)12.
Allagamenti che si sono ripresentati anche negli anni ’80 e che hanno costretto il Servizio Manutenzione del Comune nell’agosto
del 1995 a provvedere all’impermeabilizzazione del coperto sovrastante e alla manutenzione di gronde e pluviali (All. 8).
Un'altra importante descrizione dello stato di degrado della Palazzina (All 9), dopo un decennio di abbandono, si trova in un
documento redatto da Scafuri nel 2005, in seguito ad un sopralluogo condotto l’11 maggio. In tale occasione Scafuri descrive lo
stato di conservazioni degli affreschi, sottolineando come i principali degradi siano dovuti principalmente alle infiltrazioni di
acqua, all’umidità di risalita e all’incendio che ha coinvolto una stanza nel febbraio del 2002. La stessa perizia sottolinea lo stato di
degrado dell’intera Palazzaina, caratterizzata da “presenza di umidità, efflorescenze e rigonfiamenti dell’intonaco, sia dall’interno
che dall’esterno […], le piastrelle sono di diverse misure e colori, ma in buono stato di conservazione, le due terrazze e al
copertura a volta del salone del P.Terra sono state recentemente ricoperte con guaina bituminosa per risolvere il problema delle
infiltrazioni delle acque piovane”.
Il sisma che ha colpito la città di Ferrara tra maggio e giugno del 2012 ha danneggiato fortemente anche la Palazzina dell’Ex MOF.
Dal confronto tra lo stato attuale e le fotografie dell’edificio riportate nella relazione di Dr. Scafuri del 2005 e nella relazione della
Dr.ssa Sandra Sarasini datata 1990 è possibile desumere alcuni dei danni arrecati dal sisma all’edificio. In particolare tale confronto
evidenzia i danni legati alla struttura in CA della torre (rottura dei copri ferri, deterioramento delle pareti murarie portanti, fessure
lungo l'ammorsamento delle scale e la muratura, fessure lungo le pareti esterne ed interne), al crollo totale del suo coronamento
(precipitato su uno dei terrazzi e non nel parcheggio sottostante), al crollo parziale dell sistema di modanature esterne, alla
sconnessione dei blocchi che costituiscono i gradoni di accesso alla Palazzina.
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Lettera del 5/4/1954 inviata all’Ufficio Tecnico (II Sezone) a firma del Direttore del MOF dott. O. Gottardi, in ARCHIVIO STORICO
COMUNALE DI FERRARA, Archivio di Deposito, Commercio, fiere e mercati, XX sec., PG 47014/51.
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Immagine 12: La Le fotografia, risalente ai primi anni Quaranta del secolo scorso, mostra la palazzina nel suo contesto storico originario (fonte: Relazione storica e documentazione
fotografica, Sarasini, 1990)
Immagine 13 La fotografia, risalente al 1989, mostra la palazzina nel suo complesso (fonte: Relazione storica e documentazione fotografica, Sarasini, 1990)
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Immagine 14-15: Le fotografie del prospetto est e del prospetto ovest (1989) mostrano lo stato di buona conservazione dell’edificio prima del terremoto (fonte: Relazione storica e
documentazione fotografica, Sarasini, 1990)
Immagine 16-17: Le fotografie del prospetto sud e del prospetto nord (1989) mostrano lo stato di buona conservazione dell’edificio prima del terremoto (fonte: Relazione storica e
documentazione fotografica, Sarasini, 1990)
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Immagine 18: La fotografia interna del salone voltato (1989) mostra lo stato di buona conservazione dell’edificio prima del terremoto (fonte: Relazione storica e documentazione fotografica,
Sarasini, 1990)
Immagine 19: La fotografia interna del salone voltato (1989) mostra lo stato di buona conservazione dell’edificio prima del terremoto (fonte: Relazione storica e documentazione fotografica,
Sarasini, 1990)
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Immagine 20: La fotografia interna del bar-ristorazione (1989) mostra lo stato di buona conservazione dell’edificio prima del terremoto (fonte: Relazione storica e documentazione
fotografica, Sarasini, 1990)
Immagine 21: La fotografia interna del vano scala (1989) mostra lo stato di buona conservazione dell’edificio prima del terremoto (fonte: Relazione storica e documentazione fotografica,
Sarasini, 1990)
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Immagine 22: La fotografia dal parcheggio esterno mostra i danni causati dal terremoto del 2012
Immagine 23: La fotografia di un ambiente interno mostra i danni causati dal terremoto del 2012
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Immagine 24: La fotografia di un ambiente interno mostra una tipologia di pavimenti post terremoto del 2012
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La tipologia strutturale
L’edifico della palazzina è realizzato da una muratura portate a due e a tre teste di mattoni pieni (6*13.5*28 cm circa) e solai misti
in C.A. e laterizio. La torre è realizzata con una struttura a telaio in su plinti e tamponamento in mattoni pieni. La volta è in portali
di C.A. su plinti. Tutto il manufatto si presentava rivestito da un intonaco cementizio in grossi spessori. In particolare la struttura è
caratterizzata da:
- “Torre dell’orologio”: telaio in C.A con pilastri 30*30 armati con ferri Ø16
- “serbatoi”: parete in CA. di 12 cm di spessore
- plinti: pianta quadrata 180 cm.
- volta al piano terra costituita da due portali con pilastri delle dimensioni di 45*40 con ferri Ø 16 sulla parte esterna e 2 Ø 14 si su
quella interna, che si appoggiano su plinti quadrati di 150 cm. Le due nervature alla quale sono ancorati i ferri dei Solis Sap 12,
misurano 60*40, mentre i plistri a pianta quadrata 120*120.
Immagine 25: Disegni della struttura voltata – portale della sala voltata(fonte: Archivio storico)
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Immagine 26: Disegni della struttura portante – sezione verticale (fonte: Archivio storico)
Immagine 27: Disegni della struttura portante – sezione orizzontale (fonte: Archivio storico)
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5. IL PROGETTO
L'approccio progettuale
L’intervento proposto ha l’obiettivo di valorizzare le peculiarità testimoniali e le valenze storico-artistiche del manufatto, ma anche
di permetterne una sua rifunzionalizzaione ed un conseguente adeguamento alle nuove normative architettoniche, sismiche ed
energetiche. Il progetto mira ad ottenere questi risultati attraverso un intervento, sul manufatto preesistente, leggero, mirato,
compatibile con le esigenze di conservazione.
Tale risultato è raggiungibile solo conoscendo a fondo l’edificio, la sua struttura, la sua storia ed analizzando le potenzialità di uso
insite agli spazi oggi presenti, senza forzature che cerchino gesti compositivi eccessivi ed impropri. Partendo dall’analisi attenta
della Palazzina, dalla sua storia e dal suo valore spaziale intrinseco, è stato possibile definire alcuni obiettivi di intervento fondativi,
capaci di delineare una strategia di progetto che permetta di rispondere a quell’ampio quadro di esigenze (di conservazione, di
consolidamento strutturale, di contenimento energetico, di valorizzazione estetica, di rifuzionalizzazione, ecc.) che oggi insistono
sull’edifico stesso.
Il risultato di tale approccio è un progetto che valorizza l’essenza della preesistenza, non ne intacca la struttura spaziale, ne
valorizza la qualità estetica, permettendo allo stesso tempo di costruire nuovi luoghi per l’abitare collettivo (l’Urban Center) e
nuovi punti di riferimento per la vita culturale ferrarese.
La nuova accessibilità
Il progetto risolve l’accessibilità alla Palazzina mediante due operazioni: l’apertura di due varchi nel muro di cinta esistente (non
vincolato), che garantiscono un collegamento diretto tra Corso Isonzo e la nuova area alle spalle della Palazzina, e tramite
l’introduzione di due rampe gradonate esterne che sostituiranno i gradoni oggi danneggiati dal sisma. Queste due rampe verranno
collocate una lungo l’ingresso verso l’attuale parcheggio e l’altra lungo l’accesso laterale, lasciando libero il prospetto principale su
Corso Isonzo.
Tale intervento garantisce l’accessibilità per tutti (adeguamento normativo), superando i limiti dell’attuale sistema di gradoni esistenti
che definiscono una forte barriera architettonica.
Le due aperture nel muro di cinta si pongono come inviti, come soglia d’ingresso alla nuova polarità, sovvertendo con delicatezza
il rapporto duro di chiusura che ha da sempre caratterizzato il confine tra corso Isonzo e la Palazzina: ma proprio perché l’Ex-Mof
si converte in nuovo Urban Center della città, luogo per antonomasia aperto e conviviale, il gesto di apertura non può che ricadere
in una logica di condivisione e scoperta di un luogo per troppo tempo dimenticato dalla cittadinanza.
Il progetto prevede due accessi, all’Urban Center e agli Uffici Comunali, indipendenti e quindi eventualmente compartimentabili a
seconda dei diversi usi dell’edificio. In particolare l’Urban Center è accessibile direttamente dagli ingressi di corso Isonzo e
dall’attuale parcheggio, mentre l’accesso più diretto per gli uffici al piano superiore è quello sul lato corto lungo il prospetto ovest.
Organizzazione degli spazi interni: il nuovo programma funzionale
La Palazzina dell’Ex-Mof dovrà accogliere sia il nuovo Urban Center della città di Ferrara sia alcuni uffici comunali. Per
raggiungere tale obiettivo, senza sovvertire e alterare gli spazi esistenti, senza compromettere l’impianto tipologico e il suo
comportamento strutturale, il progetto propone una riorganizzazione degli spazi interni che sappia valorizzare ogni singolo
ambiente per le sue intrinseche qualità spaziali. Il nuovo programma prevede al piano rialzato, e più precisamente nella sala voltata
caratterizzata dagli affreschi del Cattabriga, quelle attività ordinarie dell’Urban Center (laboratori partecipati, workshop,
esposizioni temporanee, cineforum) capaci di interagire e convivere, se ben organizzate, con le altre attività degli uffici comunali
(corsi aggiornamento, seminari, incontri). Questo tipo di attività, che si presuppone richiamare un flusso di fruitori cospicuo
(senza mai superare le novanta unità se non in casi eccezionali e con il coordinamento dei VVFF), necessitano di uno spazio
adeguato e che risponda alle normative vigenti, come l’accessibilità o le vie di fuga in caso di incendio. Negli ambienti limitrofi alla
sala centrale si dispongono gli uffici dell’Urban Center, una sala per le associazioni, servizi igienici (adeguati alle normative vigenti),
un caffè letterario (riconfermando la localizzazione del vecchio bar) e due sale dedicate al co-working. All’interno degli uffici
dell’Urban Center viene collocato un ascensore, rendendo così accessibili tutti i piani, seminterrato compreso. La scelta di
collocare l’ascensore in questo punto è legata alla sua vicinanza con l’ accesso laterale della Palazzina, preferenziale per gli uffici al
secondo piano. Tale soluzione permette di rispondente a precise esigenze di gestione dei flussi ed eventualmente garantire
l’accesso ai due piani in orari diversi. Questa scelta garantisce infatti un giusto grado di indipendenza di accesso al piano primo,
senza interferire con la sala centrale e con gli altri ambienti. Così facendo si rende del tutto indipendente il piano primo dal piano
terra, permettendo così la massima flessibilità d’uso degli spazi comunali.
L’attuale centrale termica, posta a nord-est, presenta danni da sisma ed in particolare alcune lesioni isolate lungo il prospetto est,
invece più consistenti i danni lungo l'attacco della centrale con la Palazzina e con il muro di cinta: qui si riscontrano diverse lesioni
da martellamento dovute anche al mancato ammorsamento della muratura. Ciò dovuto anche alla giustaposizione, in tempi
successivi alla costruzione, della centrale alla palazzina tanto da classificarla chiaramente come una superfetazione architettonica.
Tale elemento altera l’unità compositiva dell’architettura razionalista ed appare da subito come elemento “aggiunto” ed estraneo,
non rispettando la simmetria compositiva e tipologica del progetto originario. Tale idea è confermata dalle documentazione storica
nella quale tale volume non appare come elemento originario, e quindi si deduce che sia un elemento successivo alla costruzione,
dovuto probabilmente all’aggiunta di un sistema impiantistico. Tali motivazioni sono alla base della scelta di demolire il volume
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aggiunto per ripristinare lo stato originario del progetto.
Al piano primo, accessibile anche ai portatori di handicap grazie all’inserimento dell’ascensore, si distribuiscono gli uffici
comunali: appena sbarcati ci si imbatte nella in un ufficio segreteria-accoglienza, invece lungo la “C” distributiva si collocano in
successione gli altri uffici. I servizi igienici vengono confermati rispetto all’impianto originario e rivisti e aggiornati rispetto alle
normative vigenti: viene inserito un bagno a norma per disabili ed un bagno per normodotati.
Le terrazze del piano primo sono accessibili, quelle ai piani superori invece non sono aperte al pubblico ma prevedono la
predisposizione per un futuro impianto fotovoltaico.
La torre viene recuperata attraverso l’inserimento di adeguati impianti elettrici e attraverso il consolidamento strutturale necessario
(si rimanda all’apposita relazione).
Il piano interrato viene recuperato nel programma funzionale complessivo grazie all’inserimento dell’ascensore e al ripristino della
scala laterale di accesso esistente. Tali spazi, che per loro natura sono introversi e poco accessibili, assumono un connotato più di
servizio in modo da evitare affollamenti di fruitori (e quindi rispettare le normative antincendio per gli spazi pubblici). Si
prevedono per tanto i depositi sia dell’ Urban Center sia degli Uffici comunali, le componenti impiantistiche necessarie, il deposito
della caffetteria.
Le contropareti impiantistiche
L’intervento di riqualificazione degli spazi interni della Palazzina sarà definito sostanzialmente da un unico elemento progettuale
che condensa in esso tutti i necessari elementi di rifunzionalizzazione architettonico, impiantistico e strutturale. In particolare tale
controparete accoglierà al suo interno, nascondendo alla vista dei fruitori, sia i nuovi impianti di condizionamento ed elettrico,
necessari alla nuova funzione della Palazzina, sia tutte le opere strutturali legate al miglioramento sismico di questa. Tale approccio
permetterà di concentrare in un solo elemento tutte le operazioni necessarie all’adeguamento sismico ed impiantistico dell’edificio,
preservando così il più possibile le murature e le strutture esistenti, come le pavimentazioni ceramiche, dai motivi geometrici e
colori variegati, che caratterizzano tutti gli ambienti interni.
L’inserimento di questa struttura di contropareti fungerà da parete di supporto per ciascun ambiente, connotandosi per la sua
flessibilità e non modificando permanentemente lo spazio servito. Questa struttura fungerà anche da supporto alle varie funzioni
dell’Urban Center e degli Uffici comunali.
Il sistema di arredo si dispone lungo la parete intonacata e non affrescata, in modo da non interferire in alcun modo con gli
affreschi del Cattabriga.
La conservazione delle strutture esistenti e i nuovi interventi
In ottemperanza al vincolo Ministeriale sulle facciate non verranno apportate modifiche sostanziali, se non l’eliminazione del vano
tecnico laterale lungo il prospetto est e la rimozione di tutti gli impianti tecnologici posticci esterni ed interni. In tal modo si
riconferma il disegno della facciata e la sua valenza estetica razionalista. Lungo le facciate laterali non verranno apportate
modifiche di nessun genere, confermando gli accessi esistenti e le aperture finestrate esistenti. Si ripropone lo stesso disegno degli
infissi e dei portoni esterni, mediante inserimento di nuovi infissi a taglio termico e vetrocamera per garantire un raggiungimento
degli standards energetici previsti da normativa. In merito al deflusso delle acque meteoriche saranno ripensate le pendenze dei
terrazzi e verranno ricollocati dei nuovi pluviali con cassette raccoglitrici delle acque piovane in modo che questi non
interferiscano con i prospetti principali. Le murature interne ed esterne saranno intonacate con colori da definire di comune
accordo con gli Enti preposti e comunque previo saggi preliminari e opportune ricerche d’archivio. Si adopereranno intonaci a
base di calce naturale in pasta; quelle interne saranno realizzate con uno strato di finitura con un intonachino a base di calce e terre
colorate naturali prive di sostanze nocive e dannose. Il sistema di arredo previsto non interferisce in alcun modo con gli affreschi
del Cattabriga. All’interno si prevede l’apertura del vano ascensore per garantire una accessibilità anche ai portatori di disabilità
motoria. Particolare cura sarà posta nel recupero della pavimentazione originaria, integrando le eventuali lacune. Tutti gli ambienti,
eccetto quello voltato, saranno controsoffittati per occultare in parte le opere strutturali di rinforzo dei solai per il miglioramento
sismico e in parte per nascondere le tubazioni impiantistiche necessarie per la rifunzionalizzazione.
Gli interventi strutturali, descritti nel dettaglio nell’elaborato R-CS, volti al ripristino con miglioramento sismico dell’edificio
denominato Ex MOF, il quale ha riportato crolli, danneggiamenti e lesioni in seguito agli eventi sismici del 20 e 29 maggio
2012 riguardano:
Le opere di riparazione del danno conseguente agli eventi sismici del 20 e 29 maggio 2012 ,
Le opere necessarie al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento sismico come indicato nell’ art. 2 allegato “E” del
D.G.R. 1388 del 30-09-2013 e ss.mm.ii., Ord. C. D. n.120 del 11-10-2013
le finiture strettamente connesse alle opere di cui sopra come riportato nell’ art. 8 allegato “E”.
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Si osserva che il progetto degli interventi è concepito in una visione unitaria di miglioramento globale, comprese le
rimozioni di tutte le vulnerabilità e, trattandosi di struttura mista muratura - c.a., prestando particolare attenzione ai
collegamenti e alla compatibilità di deformazione tra le diverse parti strutturali (All. E Art. 2 comma 7-8-11)
Il progetto di riparazione e miglioramento sismico riguarda sostanzialmente
la riparazione e il consolidamento della torre
la riparazione delle lesioni sulle pareti murarie
la riparazione e il consolidamento dei solai
la riparazione e il consolidamento della volta della sala affreschi
la riparazione delle lesioni originatesi in corrispondenza delle diverse tipologie strutturali e miglioramento dei collegamenti
tra elementi appartenenti a differenti parti strutturali,
le finiture connesse e correlate alle riparazioni e alle opere di consolidamento.
Gli interventi sono rappresentati graficamente nelle tavole costituenti il progetto esecutivo:
S-01 Strutturali: Piante Prospetti Sezioni Stato di Fatto
S-02 Strutturali: Piante Prospetti Sezioni Stato di Progetto
S-03 Strutturali: Fondazioni
S-04 Strutturali: Portali di Consolidamento
S-05 Strutturali: Cordoli e Consolidamento Solai
S-06 Strutturali: Particolari Cordoli e Consolidamento Solai
S-07 Strutturali: Particolari Torre
S-08 Strutturali: Rinforzi Murari Piante
S-09 Strutturali: Rinforzi Murari Prospetti
S-10 Strutturali: Particolari Volta
Visto il maggior costo di recupero dell’esistente e l’impossibilità del suo adeguamento normativo, il progetto prevede la
realizzazione di impianti meccanici idrici e di climatizzazione di tipo VRF. Si rimanda all’apposita relazione per le specifiche
tecniche.
Per maggiori dettagli si rimanda alle singole relazioni specialistiche.
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9. BIBLIOGRAFIA
Sarasini, S., Complesso turistico ricettivo Ex M.O.F, relazione storica e documentazione fotogrfica, Ferrara, Febbraio 1990
Sarasini, S., Parere preliminare ripristino tipologico zona Darsensa di S. Paolo, Ferrara, Luglio 1991
Scafuri, F., La palazzina Ex M.O.F e gli affreschi del Cattabriga. Relazione Storica, Ferrara, Novembre 1995
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