19 Corriere di Bologna Domenica 25 Luglio 2010 BO Basilica di Santo Stefano Cultura «Misa Criolla», sintesi tra musica sacra e popolare firmata da Ramirez &Tempo libero Direttore José Luis Ocejo L’intervista Per lui la critica ha coniato il termine «Rockjazz» L a musica deve stupire, emozionare, coinvolgere. Eric Robert Lewis, Elew, suona il pianoforte coinvolgendo, emozionando e stupendo il pubblico. Eric si esibirà questa sera all’Arena delle balle di paglia di Cotignola-Ravenna (ore 21.30, euro 10, ingresso gratuito per i bambini sotto i dieci anni) suonando brani rock di band, solo per citarne alcune, che rispondono ai nomi di Coldplay, The killers e Nirvana. Elew è un pianista jazz nell’eccezione del termine. Il suo approccio allo strumento è un qualcosa che rasenta la prova fisica di un atleta olimpionico, il suo stare in piedi, muoversi e scegliere determinati brani invece di altri, lo hanno portato a svaria- te collaborazioni o «semplici» serate tra amici (quella con Sting). Per lui è stato coniato il termine Rockjazz, per lui si sono scomodate persone influenti che hanno detto di apprezzare la sua musica, come i coniugi Obama, che lo hanno invitato a suonare alla Casa Bianca (era il 12 maggio 2009) per lui il rock si piega nei polpastrelli, che alla velocità della luce si muovono sulla tastiera del pianoforte. Elew è un personaggio del quale la musica aveva bisogno. Vederlo dal vivo significa divertirsi e sudare con lui. Quasi come intervistarlo. Perché ha scelto di interpretare le canzoni di alcune rock band come i Nirvana, Coldplay, Killers, Evanescence, tralasciandone altre? «Ho scelto queste canzoni, quindi i gruppi che le hanno scritte, in base al loro tenore lirico e alla loro linea melodica. Inoltre i testi devono legarsi in qualche modo alla mia vita. Cerco canzoni che abbiano una melodia interessante, anzi molto interessante». Il suo modo di suonare il pianoforte è molto fisico, oggi un musicista deve essere anche un atleta? «Il mercato è pieno di pianisti che stanno seduti. È più facile suonare il pianoforte stando a sedere. Invece il mio stile si basa sui chitarristi rock, che hanno una lunga storia di prestazioni molto fisiche ed atletiche, specialmente nell’hard rock. Quindi stando in piedi e suonando in maniera fisica ottengono due scopi. Il primo è legato al fatto che la mia tecnica stilistica è estremamente difficile da imitare, se- Intravidi Sting a un mio concerto, mi feci coraggio e lo invitai sul palco ❜❜ Continuano le iniziative culturali per sostenere i lavori di restauro della Basilica di Santo Stefano. Stasera alle 21 «Le sette Chiese» faranno da cornice al concerto della «Misa Criolla» interpretata dal Coro Filarmonico di Pesaro. L’appuntamento è organizzato da Emilia Romagna Festival (ingresso 15 euro, info: 0542/25747). Sintesi perfetta tra musica sacra e popolare, l’opera liturgica del compositore argentino Ariel Ramirez (riconosciuta dal Vaticano come opera di significato universale) celebra la fede latinoamericana avvicinando i testi liturgici alla musica, ai ritmi e agli strumenti tipici del folklore argentino. A eseguirla gli oltre sessanta coristi del gruppo marchigiano, a cui si accompagnerà il Gruppo del Barrio, che utilizza strumenti del folklore andino pre e post-colombiano e di una giovane promessa della lirica, il tenore Paolo Cauteruccio. Sul podio il direttore José Luis Ocejo, musicista spagnolo, organista titolare del Santuario della Bien Aparecida, realizzatore di un’importante opera di ricerca e divulgazione della musica popolare spagnola. Una serata dove musica colta e popolare si incontrano assieme al sacro e al profano si incontrano grazie all’amalgama tra musicisti provenienti da tradizioni musicali diverse, quella di matrice colta europea e quella folklorica, custode delle tradizioni Andrea Rinaldi © RIPRODUZIONE RISERVATA Il pianista che piace a Obama Eric Lewis, il virtuoso che ha suonato alla Casa Bianca, oggi è a Cotignola: «Quando il Presidente ha detto di apprezzarmi, mi sono sentito immortale» condo, riesco a dare al pubblico quella energia tipica dei pezzi rock che ho deciso di eseguire, energia con la quale la platea ha una certa familiarità». Crede che ci sia un pianista jazz che la storia ha dimenticato? E perché? «Sì, ci sono molti pianisti che la storia ha dimenticato e sempre ci saranno. Sono diverse le ragioni di un mancato successo. Solitamente sono legate al fatto che gli artisti rimangono in un loro mondo e non riescono ad aprirsi. A meno che non abbiano avuto un problema fisico che ha impedito una carriera». La stampa ha coniato il termine «Rockjazz» per definire la sua musica. Crede che sia molto diverso dal dire «Jazz-Rock»? «Sì è diverso, perché dicendo Jazz-Rock si intende un approccio morbido e duro, mentre la parola Rockjazz (che è un’unica parola) è dura e morbida e significa un approccio jazz nella musica rock e non il contrario». Crede che questi termini giornalistici abbiano un senso? «Sì, perché avere un’identità è molto importante per me». Se potesse far rivivere de- gli artisti scomparsi, come sarebbe composto un quintetto di superstar (con lei al pianoforte)? «John Coltrane, Freddie Hubbard, Jaco Pastorius e El- Immagini Da sinistra due foto di «Valzer con Bashir», film d’animazione in cui il regista israeliano Ari Folman ricostruisce il massacro di Sabra e Shatila A destra «Gamba trista» Valzer con Bashir, film d’animazione in cui Ari Folman ricostruisce il massacro di Sabra e Shatila. Il film del regista israeliano, molto controverso e attaccato sia dai conservatori sia dall’ala più pacifista della sinistra ebraica, rappresenta un ra- ro caso di cartoon semi-documentario (quasi una contraddizione in termini) e di animazione «politica». Folman, come Samuel Maoz e altri giovani registi, sta guidando una «nuova onda» si cineasti israeliani pronti a rileggere con for- za la storia del proprio Paese. Ad aprire la serata, un cortometraggio anch’esso d’animazione, Gamba trista, del bolognese Francesco Filippi, storia del personaggio-simbolo Gamba Trista, le cui gambe molli finiscono sempre annodate dai © RIPRODUZIONE RISERVATA ❜❜ «Sguardi sul mondo», l’animazione politica di Folman viduare nuove vie al racconto popolare e fiabesco, come sa fare Bollywood con le sue storie ormai apprezzate in tutto il mondo. Sguardi sul mondo si inaugura domani sera (alle ore 22 in Piazza Maggiore, introduce Andrea Meneghelli) con Andrea Tinti Voglio trasmettere al pubblico tutta l’energia fisica che utilizzo suonando Piazza Maggiore «Valzer con Bashir», la pellicola del regista sul massacro di Sabra e Shatila, inaugura la rassegna Il cinema è un periscopio. Se lo si orienta solamente verso gli Stati Uniti o a occidente, non ne verrà fuori che un paesaggio limitato. Guardando dappertutto, invece, emerge una ricchezza e una diversità che sono connaturate alla settima arte. Seguendo questa volontà di allargare i confini, da lunedì sera parte Sguardi sul mondo, il ciclo di Sotto le stelle del cinema che la Cineteca di Bologna dedica in Piazza Maggiore ad alcuni dei titoli più interessanti degli ultimi anni, film capaci di ragionare con intelligenza sulle zone di conflitto (vedi l’Israele di Ari Folman o l’Iraq raccontato da Brian De Palma), o di contrasti tra ricchezza e povertà (il Brasile di Walter Salles), o di indi- vin Jones». Lei ha suonato, tra gli altri, con Sting, Zucchero Fornaciari e Andrea Bocelli. Che ricordi ha di queste esperienze? «Ero a suonare all’Ischia Global music and film festival e Sting era in prima fila ad ascoltarmi, così mi sono armato di coraggio ed ho detto: «Vieni ad aiutarci con questa canzone». L’ho visto salire sul palco ed ho avuto un tuffo al cuore. Il tutto è stato documentato ed è visibile su Youtube. Della collaborazione con Andrea Bocelli mi ricordo che ero a casa sua in Toscana e c’era anche Zucchero, abbiamo sperimentato, improvvisato, Andrea si era preso una pausa dalle registrazioni del suo album natalizio». Cosa vede per il futuro della musica? «La musica deve giocare su più stili individuali e più rivoluzioni. Perché oggi c’è tanta musica e tanti musicisti, ma poco tempo per ascoltarla e poco denaro per acquistarla». Come si è sentito quando Barack Obama ha detto di apprezzare la sua musica? «Mi sono sentito immortale». Cosa ne pensa dell’Italia? «Io amo l’Italia. Amo la musica, la gente, gli spaghetti alle vongole, le sue isole e il suo romanticismo». suoi compagni di scuola. Realizzato da Studio Mistral Creative Group, il film è in concorso al Giffoni Film Festival proprio in questi giorni. Redacted, invece, è stato Leone d’Argento a Venezia nel 2007. Brian De Palma, in questo ca- so, racconta uno degli episodi più tragici del conflitto in Iraq attraverso i mezzi di rappresentazione «dal basso» dei media contemporanei: videocamere dei soldati, trasmissioni web, blog, finte interviste e altro ancora: la guerra al tempo di You Tube. Lo scandalo di una pellicola come Redacted è stato tale da oscurarne l’uscita nelle sale italiane e l’occasione di vederlo sul grande schermo di Piazza Maggiore (martedì 27 luglio, presentato anch’esso da Andrea Meneghelli) è ancora più preziosa. Dando uno sguardo alle serate successive, si notano l’indiano Jodhaa Akbar, in programma mercoledì 28 e presentato da Gianni Sofri: per cui si attende una piazza stracolma delle più diverse etnie; poi, giovedì 29, chiuderà la sezione Sguardi sul mondo l’opera di Walter Salles, Orso d’Oro nel 1998 a Berlino con Central do Brasil. Roy Menarini © RIPRODUZIONE RISERVATA Stampato e distribuito da NewspaperDirect http://edicola.corriere.it supporto telefonico 02-63797510 • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • ORIGINAL COPY • COPYRIGHT AND PROTECTED BY APPLICABLE LAW - © TUTTI I DIRITTI RISERVATI