Negli anni 1 929-1 930, svolgono la funzione di deposito di armi italiane ed austriache recuperate nella Grande Guerra. Vengono, poi, ristrutturati per ospitare nuovi reparti in attesa delle guerre coloniali e della II guerra mondiale, infatti, nel '35, nel Forte Centrale e Bellarasco si acquartierano i fanti della divisione “Cosseria” 41 ° e 42° reg. Fanteria in attesa di partire per il porto di Napoli e da lì imbarcarsi per la Guerra di Abissinia. Nel 1 938/39 ospitano i vari reggimenti di fanteria ed alpini in attesa dell'inizio della II guerra mondiale (1 0 giugno 1 940) e da qui parte per il fronte occidentale l'8° reg. Alpini div. Julia. Dopo l'8 settembre 1 943, sono abbandonati; in essi, si smobilitano le truppe provenienti dalla Costa azzurra 5° corpo d'armata, che vi abbandonano ingenti quantità di armi leggere e munizioni che, nascoste affinché non finiscano in mano ai tedeschi, servono per armare le prime bande dei ribelli che quassù danno vita al movimento partigiano. Dopo la prima battaglia fra partigiani e nazi-fascisti del 1 0-1 4 marzo 1 944, sono occupati dalle forze nazi-fasciste, che vi si installano a difesa del paese per i loro movimenti da e per il fronte italo-francese sino a i primi di giugno del 1 944. In tale periodo, infatti, i partigiani della Brigata Val Tanaro, al comando del Cap. Martinengo (Hanau Eraldo), lo assediano e lo espugnano, facendosi consegnare tutte le armi e materiali vari dalla compagnia della Guardia Nazionale Repubblicana, intimando agli stessi fascisti di andarsene a casa e, accettando tra le file partigiane chi vuole arruolarsi (circa la metà). Durante gli ultimi mesi della guerra (dicembre 1 944-aprile 1 945), viene occupato dalle truppe tedesche della div. Brandeburgo comandata dal generale Von Lieb, detto Leone dei Kircassi (regione russa dove ha infierito come una belva): diversi partigiani italiani e Maquisard francesi, vi vengono imprigionati in attesa di essere giustiziati, come poi avviene. Tra questi, ci sono due giovani della Costa Azzurra (François Dominaci e Antoinie Midou), fucilati a Pieve di Teco intorno al 1 0 aprile 1 945, ed il capo partigiano Brancher Alfredo del Colle di Nava, martirizzato ad Albenga. TESTO: il testo di questo paragrafo è stato ripreso da l'ex dépliant Forti ottocenteschi del Colle di Nava. Forte Centrale Rielaborazione testi, impaginazione, grafica, a cura di Chiara Bottone (2011 ). Scatti fotografici: Francesco Bottone. Associazione Pro Colle di Nava PORNASSIO LA COSTRUZIONE DEI FORTI: CONTESTO STORICO Nel 1 861 , una volta raggiunta l'unità nazionale, il neonato stato italiano si trova a dover affrontare una particolare emergenza: i suoi nuovi confini sono privi di difese. Viene, quindi, varato un piano di realizzazione di piazze fortificate, non solo a difesa di città e località costiere, ma anche di alcuni colli. La situazione internazionale in quel periodo storico vede l'Italia, al termine delle Guerre d'Indipendenza, senza alleati e senza possibilità di annettere pacificamente i territori a maggioranza italiana ancora sotto il controllo dell'Austria. Nascono, in questo contesto, le aspirazioni colonialiste italiane, che si concentrano sulla Libia e sulla Tunisia; è, però, la Francia, nel 1 881 , a riuscire ad occupare Tunisi. In questo clima di tensione tra Italia e Francia, nasce la Triplice Alleanza: un patto militare difensivo tra Germania, AustriaUngheria ed Italia (1 882) . Il Trattato della Triplice Alleanza viene detto " difensivo" in quanto prevede che: - Germania e Austria-Ungheria soccorrano l'Italia, in caso quest'ultima venga attaccata da un altro stato (ad es. la Francia); - in generale, ognuno dei tre contraenti sia tenuto a entrare in guerra a difesa dell'alleato attaccato. Forte Richermo Il Regno italiano sa bene di non poter impedire un possibile sbarco di truppe francesi sulle sue coste in prossimità dell'attuale Imperia. Viene, quindi, realizzato, tra il 1 870-80 e il 1 888, il campo trincerato di Nava, finalizzato a bloccare le truppe, eventualmente sbarcate, prima che raggiungano il Piemonte, percorrendo la strada Oneglia-Ormea. Nello stesso periodo e con la medesima finalità, vengono, inoltre, costruite altre fortificazioni, tra cui: Tenda (Valle Roja) Zuccarello (Val Neva) Colle del Melogno (entroterra finalese) Colle di Giovo Ligure Tutti questi forti rimangono, quindi, armati fino al 1 91 4, quando l'Italia, allo scoppio della I guerra mondiale, dichiara la sua neutralità, rifacendosi al carattere difensivo dell'Alleanza: l'Austria-Ungheria ha dichiarato guerra alla Serbia e non viceversa. L'anno successivo (1 91 5), il Regno d'Italia abbandona la Triplice Alleanza, per entrare in guerra nelle file dello schieramento opposto, a fianco dei francesi, degli inglesi e dei russi che dal 1 907 erano legati dal Trattato della Triplice Intesa. Questo cambio di fronte da parte dell'Italia è motivato dal desiderio di recuperare i territori “irredenti”, ancora in mano agli austriaci. Triplice Alleanza (1 882) Triplice Intesa (1 907) Italia fino al 1 91 4-5 Francia Austria-Ungheria Gran Bretagna Germania Russia Italia dal 1 91 5 FONTI: Difese militari ed eventi bellici (1 940-1 945) in provincia di Imperia- D. Bagnaschino, in Itinerari della memoria in provincia di Imperia, pp.2-11 (Memoria delle Alpi); A.Bravo, A.Foa, L.ScaraffiaI nuovi fili della memoria 3, , Editori Laterza; P.Sorcinelli, D.Calanca, D.Pela, Storie 2, La Nuova Italia. I FORTI DEL COLLE DI NAVA NELLA STORIA Le fortificazioni del Colle di Nava sono cinque, tra cui possiamo distinguere: - tre grandi forti: Centrale, Bellarasco, Montescio; - due torrette di avvistamento: Pozzanghi (ovest) e Richermo (est) . Prima dell'entrata in guerra dell'Italia (I g. mondiale-1 91 5), questi forti vengono disarmati e gli armamenti spostati sul fronte orientale. Durante gli anni della guerra 1 5/1 8, essi sono utilizzati per ospitare i prigionieri austriaci fino al momento dell'armistizio.