ordinazione Un giovane prete per la diocesi www.diocesiugento.org UGENTO A cura dell'Ufficio Pastorale diocesano Piazza San Vincenzo, 1 73059 - Ugento (Le) tel. 0833.555030 fax 0833.955835 SANTA MARIA DI LEUCA grande la gioia di don Antonio Mariano nel vedere avvicinarsi il giorno È della sua ordinazione presbiterale, che gli sarà conferita dal vescovo Angiuli il 27 giugno, alle 18:30, presso la chiesa di Maria SS.ma Ausiliatrice in Taurisano. Don Antonio, 25 anni a luglio, dopo la formazione presso il seminario di Ugento, prima, e di Molfetta, poi, è attualmente viceparroco ad Alessano. email: [email protected] Domenica 19 giugno 2016 Il convegno diocesano sulla Chiesa domestica è stato il secondo momento pastorale forte dell’anno Quando la Chiesa ha il volto di una famiglia da ferite gravi: tutte queste esperienze pastorali sono un dono di Dio insieme all’impegno per una testimoa Chiesa o è missionaria o non è nianza viva, bella e gioiosa dell’amoChiesa. La Chiesa è anche una fare. L’esperienza di vita vissuta è stata miglia ed è la famiglia di Dio il la grande maestra che attraverso dei tecui vincolo che ci unisce gli uni agli alstimoni credibili ha guidato la riflestri è il sangue di Cristo. sione e lo studio dei diversi operatoLa diocesi ugentina ha messo al cenri pastorali convenuti nelle due assitro della sua conversione pastorale il se della Chiesa ugentina. Attraverso tema della famiglia in questo seconalcuni verbi: ascoltare, accogliere, serdo decennio del terzo millennio sevire e pregare, abbiamo ascoltato le guendo l’indicazione dalla Chiesa itestimonianze di alcune famiglie deltaliana nel documento Educare alla vile nostre comunità attraverso un video ta buona del vangelo. clip realizzato appositamente per la La famiglia come Chiesa domestica è Settimana teologica. stato l’oggetto della proposta pastoSiamo rimasti colpiti e affascinati dalrale di questo anno. Si sono vissuti la semplicità comunicativa e dalla fordue momenti specifici di incontro e di za dell’amore che ha orientato la vita riflessione come la Settimana teolodi queste persone che anche attravergica durante la Quaresima e il Conso le prove difficili come la malattia o vegno pastorale che si è tenuto pochi la morte di un figlio, giorni fa. Queste due el’impegno a crescere sperienze, da tempo collaudate nella vita pastonel dialogo e nell’aTestimonianze rale della diocesi, hanscolto reciproco, sono di vita vissuta no avuto come sfondo i state foriere di grandi due sinodi sulla famigioie realizzando così e accurate glia, come sostegno l’eun progetto di vita belriflessioni sortazione postsinodale la. Si è compreso che la Amoris laetitia di papa scientifiche hanno famiglia cristiana come Francesco, come metoChiesa domestica non caratterizzato do lo stile familiare di uè solo una affermaziona Chiesa in ascolto, in ne teologica, ma è sol’incontro rivolto dialogo, nel servizio prattutto un obiettivo agli operatori continuo tra le sue dipastorale perché la via verse componenti, come dell’educazione all’aobiettivo la missione di scolto, all’accoglienza, portare a tutte le famiglie affettive, soal servizio e alla preghiera fa scaturire ciali e pastorali l’annuncio della gioia nel cuore degli sposi cristiani l’amore dell’amore. a Cristo e alla sua Chiesa che inizia La Chiesa più guarda alla famiglia e già nelle loro case. più ne assume i caratteri essenziali per Le riflessioni del biblista Signoretto, la sua missione pastorale. Infatti la pridel patrologo Manca e della coppia ma conversione pastorale della Chiedi psicoterapeuti Gillini e Zattoni sa è assumere lo stile familiare dove il hanno dato corpo alle emozioni che mondo soggettivo degli affetti supera le testimonianze avevano suscitato in quello oggettivo dei ruoli in cui l’aptutti i partecipanti. Esperienza di vipartenenza non è data dai titoli di ota e riflessione scientifica sono stati i nore ma dalla vocazione all’amore. In due grandi binari entro cui si è svoluna Chiesa dallo stile familiare la poto l’incontro offerto a tutti gli operatestà è esercitata come servizio, l’etori pastorali perché nel loro impevangelizzazione e la catechesi sono egno specifico siano sempre propuspressione della sovrabbondanza delgnatori di quell’incontro mirabile tra l’amore, la liturgia fa crescere il vincolo la vita e la fede. dell’amore che si rinnova ogni giorno, Soprattutto nell’ultimo convegno, dola carità rende concreto il dono d’apo essere stati introdotti nel tema delmore e così la fede rende ragione alla l’Amoris laetitia da monsignor Fabio speranza del mondo. Tutto questo si Fabene, le sfide pastorali sul tema deltraduce nelle molteplici attività e inila famiglia sono state affrontate parziative che la diocesi porta avanti cotendo da due esperienze differenti epme annuncio, accompagnamento, sopure complementari di chi, con la forstegno, discernimento e integrazione. za della fede, ha dato una risposta belI gruppi di spiritualità coniugale e fala alla propria vita nonostante le ferimiliare presenti in molte parrocchie, te avute e le difficoltà incontrate. il consultorio diocesano per la famiEmanuele Scotti, Gabriella e Pierluigi glia, i percorsi di preparazione al maProietti ci hanno raccontato la loro etrimonio come luoghi della riscopersperienza con cui davvero la ferita è dita della fede e di apprendimento eventata una feritoia da cui è passata la sperienziale della vita coniugale e fagrazia di Dio che ha risanato tutto fimiliare, i gruppi di accoglienza e di no al punto da diventare da testimointegrazione per quelle realtà segnate ni credibili, maestri di vita. Un momento dei lavori del convegno pastorale diocesano, presso l’Auditorium Benedetto XVI di Alessano DI STEFANO ANCORA L Iniziazione, riguarda tutti amiglia e trasmissione della fede». Sarà questo il tema della « F proposta pastorale per l’anno 2016/2017. Nel cambiamento d’epoca che stiamo attraversando, si impongono delle domande alla nostra sensibilità ecclesiale per una conversione pastorale secondo lo stile familiare e missionario. La prassi attuale dell’educazione alla fede nel tempo dell’iniziazione cristiana è ancora valida oppure si rende necessario un cambiamento radicale di stile e di metodo per meglio rispondere alle nuove sfide? In che modo devono essere coinvolte le famiglie e le parrocchie perché venga limitato il preoccupante fenomeno della “dispersione ecclesiale”, ossia l’allontanamento di tanti ragazzi dalla vita liturgica e parrocchiale, nonostante la frequenza al catechismo? È necessario riscoprire la complementarietà dei sacramenti del Matrimonio e dell’Ordine sacro, che sono in funzione della edificazione e della crescita della comunità. L’iniziazione cristiana è il tempo in cui le paternità e le maternità naturali e spirituali si mettono davvero in gioco per la il bene dei propri figli e il futuro di tutta la comunità. I coniugi Proietti, don Stefano Ancora e Emanuele Scotti Un «sì» fedele per sempre DI MARILENA DE PIETRO N on è facile intervistare una persona sulle proprie scelte di vita, a meno che non si entri “in punta di piedi” in quel cuore ferito che si apre per accogliere e condividere. È successo a me, contattando il dottor Emanuele Scotti. Emanuele è un uomo divorziato ma fedele al suo matrimonio; egli ammette quanto la separazione sia una tra le sofferenze più destabilizzanti, una frustrazione grandissima per chi la subisce, perché l’abbandono mette in crisi le certezze fondamentali, esponendo la persona alle reazioni più drammatiche. La cosa più impegnativa è continuare ad essere genitori separati perché la mancanza di unità provoca nei figli una lacerazione profonda, difficile da superare. Chiediamo se c’è differenza fra chi causa il divorzio e chi lo subisce. «Si – risponde Emanuele – perché comunque la volontà di separarsi non può essere sottovalutata. Altro è poi il discorso sulla responsabilità soggettiva della separazione. Chi la subisce può ritenersi del tutto innocente? Io dico sempre che, quando scoppia un incendio, ci sarà chi ha appiccato il fuoco, ma anche chi ha accumulato molta paglia secca negli angoli di casa». Erroneamente, si pensa di poter risolvere le cose da soli, per vergogna o paura di chiedere aiuto ad un amico o un sacerdote, ma quando finalmente ci si decide, talvolta, è troppo tardi. In quei momenti conta di più lo sforzo di cercare nella fedeltà la “perla preziosa” evangelica, attraverso la quale ritrovare il Signore che ridona dignità e gioia. Questa è la vera bella grande notizia di chi, pur assistendo alla fine della propria vita matrimoniale, continua ad avvertire la presenza misteriosa di Dio. Tuttavia, con estrema sincerità, occorre ammettere che restare fedeli al proprio matrimonio, nella separazione, trova senso solo nella fede: è necessario sostare davanti al Crocifisso che fa sentire, come riferisce Emanuele, la presenza reale del Signore e del suo sguardo amorevole che aiuta a perdonarsi e a perdonare, inondandoci con la sua grazia. Crisi di coppia? Ripartire è possibile Gabriella e Pierluigi Proietti offrono un servizio concreto alle famiglie in difficoltà fatto di ascolto e vicinanza DI MARIA NUCCIO D urante il convegno pastorale diocesano, è stata offerta ai convenuti la toccante testimonianza dei coniugi Proietti. Ecco alcuni tratti salienti della loro esperienza. Gabriella, insegnante in pensione, e Pierluigi, ingegnere, responsabile per la diocesi di Roma del Sovvenire, servizio per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, sono oggi spo- si, genitori e nonni di due bellissime bambine. Sono membri dell’équipe che conduce il “Centro di formazione e consulenza familiare Betania”, associazione che opera nell’ambito della pastorale familiare al servizio della diocesi di Roma. Hanno seguito il corso per operatori di pastorale familiare presso il vicariato di Roma, la scuola per consulenti familiari presso il Centro “La famiglia” e il master in “Matrimonio e famiglia” presso l’università lateranense. Da oltre 10 anni accompagnano persone con disagi relazionali e coppie ferite. Con il Centro Betania, dal 2006 of- frono un percorso formativo per i coniugi, che integra antropologia cristiana, scienze umane e lavoro su se stessi, fornendo strumenti per una pastorale familiare incisiva ed efficace che le coppie formate possono attivare. Entrambi escono da un precedente matrimonio, oggi annullato, e hanno ciascuno un figlio. Nel 2000 si sono sposati. «Dopo il terremoto della separazione, eravamo entrambi alla ricerca di un orientamento e di un fondamento di senso per la nostra vita e di modi per alleviare le sofferenze dei nostri figli. In questa ricerca, una coppia di sposi si è fatta vicina, si è presa cura di noi e ci ha “con- segnato” alla Chiesa, la locanda dell’umanità ferita, perché ci curasse», dice Gabriella. «Così, a partire dal 2001, su suggerimento di questi nostri tutor, è iniziato per noi, come sostegno alle difficoltà della nostra nuova situazione, un percorso formativo che da allora non ha più avuto fine: Parola di Dio, sacramenti, preghiera, vita comunitaria, studio, lavoro su noi stessi». Da qui è maturata la loro chiamata a mettere competenza ed esperienza al servizio di chi vive situazioni di crisi nella coppia o nel rapporto genitori – figli. Entrambi consigliano: «Non abbiate paura a chiedere aiuto quando vi sentite infelici nella coppia e impotenti a risolvere il problema, siate disposti a mettervi in discussione in prima persona, rinunciando ad accusare esclusivamente l’altro». In definitiva «l’Amore che resiste non è una emozione o una gratificazione del proprio io, ma un lavoro quotidiano “artigianale” che richiede vigilanza, umiltà e fatica. Ma ha in sé la sua grande ricompensa». «L’amore vero allarga il cuore e irradia gioia tra i coniugi» DI VITO ANGIULI * C ome avviene di solito per i documenti magisteriali, il titolo riprende le prime parole del documento e sintetizza quanto viene successivamente esposto. L’esortazione apostolica Amoris laetitia inizia con queste parole: «La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa» (AL 1). Già in questa prima espressione si intuisce che il tema di fondo è quello della gioia, indicata con le parole letizia e giubilo. L’intenzione di papa Francesco è quella di portare l’attenzione sull’amore della famiglia, quale fonte di felicità. Nel corso del testo, la gioia dell’amore familiare si declina con molti aggettivi: nuova, creativa, spirituale, profonda, intima, immensa, irrefrenabile, eterna, piena, escatologica. È una prospettiva che intende evidenziare l’aspetto positivo dell’amore coniugale e familiare, in quanto risorsa per la Chiesa e per la società. «Nel matrimonio è bene avere cura della gioia dell’amore. La gioia allarga la capaMonsignor Angiuli cità di godere e permette di trovare gusto in realtà varie, anche nelle fasi della vita in cui il piacere si spegne» (AL 126). Il riferimento alla gioia è il filo conduttore che unisce Amoris laetitia con la precedente esortazione Evangelii gaudium. La gioia dell’amore è anche la gioia del Vangelo. Questa la fondamentale certezza del Papa: «La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù» (Eg 1). La gioia dell’amore familiare, inoltre, trova in Cristo risorto la sua fonte e il suo compimento perché è frutto dello Spirito Santo, che sgorga dal cuore di Cristo. La vera gioia, pertanto, non scaturisce da una decisione etica o dall’adesione a un’idea, ma dall’incontro con il Signore. In questo il Papa riconosce di essere in piena sintonia con quanto aveva detto il suo predecessore nell’enciclica Deus caritas est: «Non mi stancherò di ripetere quelle parole di Benedetto XVI che ci conducono al centro del Vangelo: “All’inizio dell’essere cristiano non c’è una decisione etica o una grande idea, bensì l’incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e, con ciò, la direzione decisiva”» (Eg 7). Anche l’espressione amoris laetitia risale a Benedetto XVI che l’aveva usata nella sua lettera apostolica, con la quale aveva indetto l’Anno della fede. Nel prossimo quinquennio pastorale, la Chiesa ugentina intende mettere il Vangelo del matrimonio e della famiglia al centro dell’azione pastorale. Auguro che le famiglie e le parrocchie si lascino contagiare dalla gioia dell’amore familiare e sappiano trasmetterlo con una proposta viva e attraente. * vescovo