(CALRE) IX Assemblea plenaria Barcellona, 24 e 25 ottobre 2005

Conferenza dei Presidenti dell'Assemblea,
dei Consigli regionali e delle Province autonome
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La fase pre-legislativa o ascendente della normazione europea è senz’altro il momento più
adeguato per garantire il rispetto del principio di sussidiarietà e proporzionalità, anche
perché molte delle competenze ripartite dell’Unione, alle quali si applicano i due principi,
sono materie di competenza esclusiva regionale.
In Italia una legge recente (legge 11/2005) garantisce i Parlamenti regionali – per il tramite
della loro Conferenza - di una tempestiva informazione da parte del Governo circa tutte le
proposte di atti legislativi e documenti di competenza regionale. Allo stato, stiamo
attendendo il perfezionamento da parte del Governo del sistema informatico necessario
alla ricezione in tempo reale delle informazioni previste dalla legge.
Stiamo poi lavorando ad un’ipotesi di concertazione tra esecutivi e legislativi regionali che
faciliti la formazione di osservazioni tempestive e coerenti, che siano espressione forte
degli interessi regionali.
A questo proposito, occorre auspicare che, nella sua architettura definitiva e nel suo
funzionamento concreto e nelle prassi che saprà sviluppare, il sistema realizzi una
partecipazione regionale al processo decisionale comunitario effettiva ed efficace,
nell’ottica del raggiungimento di un obiettivo a tutti gli effetti qualificante di un ordinamento
che voglia essere compiutamente improntato al multi-level constitutionalism.
La maggior parte delle regioni italiane, anche a statuto ordinario, ha scelto di riservare un
apposito titolo ai c.d. rapporti internazionali. Le norme delle nuove Carte costituzionali
regionali richiamano sia gli aspetti della partecipazione della regione al processo
normativo comunitario sia quelli, più innovativi, dell’attività a rilevanza esterna della
regione. Quest’ultima si sostanzia nel riconoscimento del potere delle regioni di
concludere accordi internazionali, con altri Stati e con altre regioni, secondo quanto
specificato da una recente legge della Repubblica italiana. In particolare, tutte le proposte
di nuovo Statuto regionale prese in esame disciplinano, con diversi livelli di dettaglio, le
modalità con le quali gli accordi internazionali entrano a far parte dell’ordinamento
regionale privilegiando lo strumento della ratifica mediante legge, in armonia con quanto
già previsto, in generale dalla nostra Costituzione.
Per ciò che riguarda l’obbligo di recepimento della normativa comunitaria, alcune regioni
hanno mutuato l’analogo strumento previsto dall’ordinamento nazionale e hanno inserito
nei propri Statuti la c.d. legge comunitaria regionale.
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Il Comitato delle Regioni è il luogo deputato dall’UE alla rappresentanza degli interessi regionali.
Esso necessita di una migliore integrazione all’interno del sistema istituzionale dell’Unione
europea attraverso il rafforzamento dell’attività consultiva con l’accrescimento della
capacità di fare rete e l’attribuzione ad esso del controllo della sussidiarietà.
Il Comitato delle Regioni dovrà divenire sempre più sede di rappresentanza e meno di
rappresentazione degli interessi territoriali.
Nel quadro descritto, il progetto di istituzione di una rete di monitoraggio sulla sussidiarietà
appena lanciato dal CoR risulta importante per iniziare a preparare l’adattamento dei
meccanismi interni ai Parlamenti regionali, in un momento di forte incertezza circa le sorti
del Trattato costituzionale.
L’Italia parteciperà a questa fase pilota con i Parlamenti delle Marche e dell’Emilia Romagna
che lavoreranno in collaborazione con la Conferenza italiana dei Parlamenti regionali.
Nonostante l’apprezzamento per gli sforzi fatti e la collaborazione con il Comitato delle
Regioni, sarebbe importante che all’interno della CALRE potessero discutersi le modalità
attraverso le quali migliorare l’esame, da parte dei parlamenti regionali, della conformità al
principio di sussidiarietà. Dovrebbe cioè crearsi un contatto diretto anche tra singoli
parlamenti regionali.
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Tra gli obiettivi principali della nuova governance europea – con un’applicazione della
sussidiarietà ponderata più nella fase di formazione degli atti che nel loro controllo politico
- c’è quello del miglioramento della qualità della legislazione (better regulation), nella
certezza che essa possa contribuire all’obiettivo di stimolare la crescita e la competitività.
Come Conferenza dei Parlamenti regionali europei, dovremmo lavorare su tre aspetti
connessi alle politiche legislative. Primo: il miglioramento del processo di elaborazione
delle politiche attraverso più ampie consultazioni. Secondo: riducendo il volume e la
complessità della legislazione (ad esempio, nel trattato costituzionale in corso di ratifica
vengono semplificati gli atti legislativi europei e viene chiarita la loro terminologia
attraverso un linguaggio più comprensibile: ‘leggi europee’ e ‘leggi quadro europee’
sostituiscono le molteplici tipologie attuali di atti, cioè regolamenti, direttive, decisioni, oltre
che raccomandazioni e pareri). Terzo e ultimo, rivedendo l’impatto ed i risultati della
legislazione esistente.
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Attraverso un lento processo di crescita di consapevolezza, culminato nei raggiungimenti
del Trattato di Maastricht e nella creazione del Comitato delle Regioni, le Istituzioni
europee hanno iniziato a percepire prima e valorizzare poi il ruolo politico assunto dalle
Regioni. Dall’esame del Trattato costituzionale europeo emerge un ruolo nuovo per gli enti
regionali e locali. Un ruolo che a molti pare troppo modesto.
Ai fini, però, dell’integrazione politica europea, appare sempre più necessario – pur nel
rispetto dei rispettivi ordinamenti costituzionali - considerare le Regioni come soggetti
destinatari della implementazione delle politiche comunitarie.
Nell’ambito dell’allargamento, i Paesi dell’Europa dell’Est hanno tentato sistemi di
governance regionale e locale proprio per la necessità di adeguarsi alle prassi ed alle
normative regolatorie europee, poiché tra i requisiti per la preadesione in relazione
all’acquis communautaire sono state previste anche adeguata capacità amministrativa ed
appropriate forme di organizzazione del livello locale. Ma la mancanza di consenso su
come organizzare i livelli intermedi di governo ha determinato sovente una
frammentazione del livello locale.
Questa situazione pone in capo ai Paesi di più vecchia tradizione regionalista la necessità
di instaurare percorsi di collaborazione con i nuovi paesi europei e con quelli del prossimo
allargamento. Primo, per aiutare la nascita di livelli intermedi di governo con reale
soggettività politica. Secondo, per ovviare all’ipotesi di far spostare l’asse degli aiuti dai
fondi strutturali, che presuppongono forme di partenariato Commissione-Stato-Regioni, al
Fondo di Coesione sociale, che, diversamente, presuppone solo forme di ‘dialogo’
Commissione-Stato.
Tale circostanza potrebbe far presagire un revirement – ovvero una possibilità di
ricentralizzazione – nella tendenza alla regionalizzazione indotta dall’Europa.
La riforma della Governance europea è stata proposta con il libro bianco della
Commissione del 2001 al fine di colmare il distacco tra l’Unione e i cittadini e di recente
con il rilancio di metà percorso della strategia di Lisbona. Uno degli strumenti proposti per
il raggiungimento di questi obiettivi è la partecipazione, ovvero l’adozione di una strategia
che accresca la partecipazione dei cittadini, della società civile e delle comunità locali al
dibattito politico, oltre che la semplificazione del diritto comunitario per migliorare
comprensione ed efficacia della legislazione.
Pochi giorni fa a Bruxelles, alla settimana europea degli Open days, il vicepremier
britannico, John Prescott, ha parlato della necessità di creare un’Europa che nasca dal
basso, portando in assemblea il progetto della presidenza britannica "di creare delle
comunità sostenibili", ossia "dei luoghi che tengano conto delle condizioni sociali,
economiche e ambientali, offrendo al tempo stesso posti di lavoro, scuole, servizi sanitari
e altri servizi accessibili a tutti". Su questa strada dovremo inserirci per dare il nostro
contributo.
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