14-23 7-07-2006 S 10:36 Pagina 14 T R U M E N T I 14 La “prima luce” ufficiale della Large Binocular Camera montata su LBT è stata ottenuta il 12 ottobre 2005. Il risultato è questa strabiliante immagine della galassia NGC 891, registrata in soli 10 minuti di posa. La banda è ovviamente quella blu. n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 14-23 7-07-2006 10:36 Pagina 15 S T R U M E N T I L’occhio blu del Large Binocular Telescope Proseguono i test della Large Binocular Camera canale blu e si lavora per avviare all’operatività anche l’omologo strumento per il canale rosso. I due dispositivi fotografici del Large Binocular Telescope consentiranno di scrivere un nuovo e avvincente capitolo nella storia della ricerca astrofisica italiana. di Jacopo Farinato I l Large Binocular zione, e in molti di questi progetTelescope (LBT) nasce da ti l’Italia è coinvolta nella realizuna collaborazione tra gli zazione di parti di essi, come nel Stati Uniti d’America, l’Italia caso di LBTI (uno strumento e la Germania. Il telescopio è interferometrico in cui si sopprisituato a Mount Graham, in merà la luce della stella principaArizona, ed è stato ideato e le in modo tale da evidenziare la costruito pensando ad un utipresenza di eventuali pianeti) e lizzo prettamente interferomeNIRVANA (una camera infratrico, permettendo in modo rossa che funzionerà analizzando semplice di fare interferire la le immagini di interferenza crealuce proveniente dai due telete dalla luce proveniente dai due scopi in quelli che vengono telescopi). comunemente chiamati “fuoLa configurazione ottica dei chi combinati”. La sua robusta due telescopi (gregoriana, caratmontatura è infatti ideata per terizzata da un rapporto focale sostenere due specchi di 8,4 molto “veloce”, dato dal rapporto metri di diametro, in una contra la focale del telescopio e il figurazione molto simile a diametro del medesimo) e la quella di un grande binocolo. I necessità di dotare LBT anche di due grossi specchi monolitici strumentazione per così dire più osserveranno sempre la medeconvenzionale, unitamente al sima porzione di cielo, e la luce forte interesse scientifico presenda essi catturata sarà fatta te in Italia per la ricerca astronointerferire in modo tale da mica indirizzata a campi relativaL’imponente struttura di alloggiamento del Large Binocular poter sfruttare (lungo la diremente grandi, hanno fatto sì che Telescope. [LBC group] zione della congiungente i due alcuni anni fa nascesse l’idea di specchi) una risoluzione pari uno strumento completamente alla distanza tra i due specchi, italiano non interferometrico. Si che nel caso di LBT è equivalente a circa 23 metri. tratta essenzialmente di una camera a grande campo in grado Vari strumenti che sfrutteranno appieno le caratteristiche di sondare circa mezzo grado di cielo: la Large Binocular interferometriche del telescopio sono quindi in fase di costruCamera (LBC). n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 15 14-23 7-07-2006 S 10:36 Pagina 16 T R U M E N T I attuatori meccanici che, posti al di sotto dello specchio primario e ad esso connessi, modificano la loro posizione in modo tale da mantenere la forma degli specchi costantemente corretta), sono dotati di due ulteriori rivelatori detti “tecnici”, che hanno lo scopo di controllare sia l’ottica attiva che il moto orario di inseguimento (comunemente detto “tracking”) del telescopio. Anche la gestione della grossa mole di dati proveniente dai grandi rivelatori richiede uno sforzo organizzativo degli archivi non indifferente. Ecco quindi che l’osservatorio di Monte Porzio Catone è responsabile della parte della camera vera e propria, e cioè dei rivelatori e relativa elettronica di controllo e sistemi di raffreddamento, nonché del software di controllo dello strumento e del software per la riduzione delle immagini. Per quanto riguarda l’opto-meccanica (a partire dalla progettazione, per finire con 16 Un modellino di LBT, con la Large Binocular Camera. [LBC group] Per sfruttare appieno le potenzialità del telescopio binoculare, LBC è di fatto costituita da due strumenti da utilizzarsi uno per telescopio e in contemporanea, ottimizzati per lunghezze d’onda differenti: il canale blu (bande U, B e V) e il canale rosso (bande V, R, I e Z). Il primo dei due strumenti, il canale blu, è ultimato e installato sul telescopio, ed ha permesso di effettuare la “prima luce” di LBT nell’ottobre 2005. Qui sotto, i quattro detector scientifici realizzati e posizionati in moto tale da ridurre al minimo gli interstizi tra di essi; in basso, il criostato contenente azoto liquido. [LBC group] LBC, uno strumento completamente italiano Il progetto LBC nasce da una collaborazione tutta italiana tra diversi osservatori, oggi tutti afferenti all’Istituto Nazionale per l’AstroFisica (INAF). Il Principal Investigator (PI) del progetto è Emanuele Giallongo, dell’osservatorio di Monte Porzio Catone. Per la natura degli strumenti e per la loro complessità, la responsabilità della progettazione e realizzazione delle varie parti è stata dunque suddivisa tra osservatori diversi, a seconda di quelle che sono le competenze dei vari gruppi di lavoro. I due canali di LBC sono essenzialmente due grossi obiettivi posti al primo fuoco dei due telescopi. Ovviamente, intercettando il fascio di luce proveniente dagli oggetti celesti in un punto dove la dimensione del fascio convergente è molto grande, le lenti che compongono i due obiettivi hanno dimensioni e pesi ragguardevoli, e le loro tolleranze di allineamento e le caratteristiche di solidità della struttura di supporto presentano valori molto stringenti. Per ottenere un campionamento adeguato degli oggetti sul piano focale (cioè per fare in modo che le dimensioni dei pixel dei rivelatori siano adeguate alla minima dimensione dei dettagli che si vogliono rivelare) ed avere un campo corretto di circa mezzo grado, si sono dovuti utilizzare più rivelatori di grandi dimensioni (comunemente chiamati “detector” e opportunamente raffreddati per ridurre al minimo il rumore elettronico), disposti in modo tale da poter coprire l’intero campo utile. Inoltre, essendo i due canali di LBC posti al primo fuoco dei due telescopi (entrambi dotati di ottica attiva, un sistema di n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 14-23 7-07-2006 10:36 Pagina 17 S l’integrazione del sistema completo) se ne sono invece occupati inizialmente l’osservatorio di Padova, e in seguito l’osservatorio di Arcetri. L’osservatorio di Trieste è invece responsabile del software di archiviazione dei dati, mentre ancora all’osservatorio di Padova si sviluppa il software di controllo dell’ottica attiva dei due telescopi. Il disegno opto-meccanico del canale blu LBC è essenzialmente un grande obiettivo che agisce come correttore ottico sulle aberrazioni introdotte dallo specchio primario parabolico di LBT. Il piano focale della camera è composto da una matrice formata da 4 detector (ognuno di dimensioni 4096x2048 pixel) capaci di coprire l’intero campo scientifico di T R U M E N T ta il fascio quando la dimensione dello stesso è ancora abbastanza ragguardevole; come conseguenza di ciò, la prima lente del correttore ha una diametro di circa 81 cm e un peso di 104 kg. Le altre lenti del correttore vanno ovviamente via via diminuendo di dimensione e di peso, e l’ultima lente costituisce anche la finestra d’ingresso del criostato. Tra la quinta e la sesta lente, due ruote portafiltri permettono di inserire vari filtri nel corso del cammino ottico della luce. Le tolleranze di centraggio e inclinazione delle lenti sono molto stringenti, dell’ordine dei centesimi di millimetro in centraggio e di pochi millesimi di grado in inclinazione. L’assemblaggio e l’integrazione delle lenti si sono svolti in una “camera bianca” all’osservatorio di Arcetri, un laboratorio particolare studiato in modo da minimizzare la polvere e lo sporco al suo interno, particolarmente adatto per l’integrazione di strumenti ottici. Le dimensioni e i pesi delle lenti, unitamente alle tolleranze di allineamento molto spinte, hanno reso necessaria una cura notevole durante l’integrazione di LBC, e per maneggiare le lenti, vari strumenti accessori sono stati appositamente realizzati e utilizzati allo scopo di minimizzare il rischio di danneggiamenti accidentali. E’ stata anche approntata una struttura di sostegno e rotazione della camera, fisicamente connessa ad un banco ottico sul quale è stato realizzato un sistema che permette di materializzare un fascio laser da utilizzarsi come riferimento durante la delicata fase di allineamento di ogni singola lente. Ecco in sintesi la procedura di alli- Il classico correttore di Wynne, in cui le prime due lenti (la prima di potere positivo, la seconda di potere negativo) correggono aberrazione sferica e coma, mentre la terza lente (di potere positivo), posta molto vicino al piano focale f, corregge l’astigmatismo e la curvatura di campo. [LBC group] circa mezzo grado, e aventi un’efficienza quantica (numero di fotoni rivelato rispetto a quelli effettivamente arrivati sul detector) molto elevata, con valori massimi di poco inferiori al 90%. Due detector tecnici sono invece posizionati ai bordi del campo, e sono utilizzati per la fase di “tracking” del telescopio e per guidare gli attuatori dell’ottica attiva, così da mantenere ottimale la forma dello specchio primario. Per ridurre al minimo i vari rumori elettronici dei detector, essi vengono raffreddati ad una temperatura di circa -100°C mediante azoto liquido, che è contenuto all’interno di un criostato capace di mantenere quella temperatura per circa due giorni (minimizzando quindi le operazioni di rabbocco periodico del criostato stesso). Il disegno opto-meccanico dello strumento (vedi a fianco) è basato su un’espansione del classico disegno di Wynne (vedi sopra) e prevede l’utilizzo di 6 lenti che consentono di ottenere un campo corretto di circa mezzo grado, con un campionamento spaziale appropriato per uno strumento seeing limited (circa 0,2 secondi d’arco per pixel), cioè per uno strumento il cui potere risolutivo sia limitato dalla presenza del seeing (come è per tutti quegli strumenti non dotati di sistemi cosiddetti di ottica adattiva, e cioè in grado di rimuovere o diminuire le aberrazioni introdotte dalla turbolenza atmosferica). Come già accennato, essendo la camera posizionata al primo fuoco del telescopio (ossia dello specchio primario), essa intercetn. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 I Uno spaccato del disegno opto-meccanico del primo fuoco canale blu. [LBC group] 17 14-23 7-07-2006 S 10:36 Pagina 18 T R U M E N T I neamento seguita per ognuna delle lenti: il fascio laser viene innanzitutto fatto coincidere con l’asse meccanico del derotatore del primo fuoco, un sistema che permette al detector di compensare la rotazione del piano focale durante la posa (l’asse meccanico del derotatore coincide quindi con l’asse ottico dello strumento, salvo errori nell’operazione di sovrapposizione del fascio laser); una volta effettuata questa operazione, si analizza il comportamento sia del fascio trasmesso dalle lenti (circa il 97% della luce), che è molto sensibile al decentraggio delle lenti medesime, sia il fascio 18 In alto, la lente L1 (810 mm, 104 kg) e qui sopra la lente L2 (420mm); tutte le lenti del canale blu sono realizzate in Silica, un particolare tipo di vetro. [LBC group] riflesso all’indietro dalle lenti (circa il restante 3% della luce), più sensibile invece all’inclinazione. Mediante gli opportuni meccanismi di regolazione, la lente viene quindi allineata fino a quando non si ottenga la precisione richiesta. Il percorso verso LBT e fase di Commissioning Sia per la spedizione delle lenti individuali dalla fabbrica dove sono state realizzate fino all’osservatorio di Arcetri, sia per la spe- Sopra a sinistra, la struttura di supporto e rotazione di LBC prima di essere trasportata ad Arcetri; a lato, il banco ottico (fisicamente connesso alla struttura di supporto dello strumento attraverso due catene, per minimizzare flessioni e vibrazioni differenziali) per la materializzazione di un fascio di luce utile come riferimento durante l’allineamento delle lenti. [LBC group] n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 14-23 7-07-2006 10:36 Pagina 19 S Il comportamento del fascio riflesso e trasmesso per una lente decentrata (a) o inclinata (b). [LBC group] dizione dell’intero strumento in Arizona, si sono utilizzate delle casse particolari costruite ad hoc e utilizzanti dei pianali ammortizzati capaci di attutire al massimo eventuali colpi subiti durante il trasporto. Insieme allo strumento hanno viaggiato anche tutti gli accessori utilizzati durante la fase dell’allineamento, inclusa la struttura di supporto e rotazione, nell’eventualità che durante il trasporto alcune delle lenti si fossero disallineate e fosse quindi necessario ripetere la procedura di allineamento effettuata in camera bianca ad Arcetri. A Mount Graham era preventivamente stato allestito un “laboratorio pulito” (non una vera e propria camera bianca, bensì un ambiente semplicemente pulito, con sistemi di aspirazione dell’aria) dove si è provveduto a rimontare la struttura di sostegno e allineamento del primo fuoco, e a controllare la qua- A sinistra, la cassa aperta e vuota; a destra, lo strumento alloggiato nel container utilizzato per la spedizione a Mount Graham; anche in questo caso si è adottato un pianale ammortizzato (ben visibili le grosse sospensioni) con lo scopo di smorzare le sollecitazioni esterne. [LBC group] n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 T R U M E N T I lità ottica dello strumento. Dopo aver corretto un lieve disallineamento della lente maggiore, si è provveduto a trasportare lo strumento al piano del telescopio, dove è stato installato sul braccio meccanico di posizionamento (detto “spider”). A questo punto è cominciata la fase di allineamento dello strumento al telescopio, che si è svolta essenzialmente in due fasi. Durante la prima fase, si è provveduto a correggere gli errori macroscopici di allineamento tra il telescopio e il primo fuoco (dell’ordine di uno o due centimetri). A tal fine si sono utilizzati strumenti ausiliari come laser, collimatori, espansori di fascio e specchi motorizzati che permettessero di materializzare un fascio collimato che simulasse la luce di una stella proveniente dall’infinito. Sfruttando il derotatore montato su LBC, si è fatta ruotare l’immagine simulata della stella e si è osservato il movimento dello spot creato su un CCD posto sul piano focale di LBC. Ciò ha permesso di valutare quanto il primo fuoco fosse disallineato rispetto allo specchio primario del telescopio, e di agire quindi sugli appositi sistemi manuali di regolazione per corLa speciale cassa ammortizzata utilizzata per il trasporto della lente più grande. [LBC group] reggere il centraggio e l’inclinazione della camera. Questa operazione è stata ripetuta fino a portare il disallineamento residuo all’interno del range di correzione dello specchio primario di LBT. Nella seconda fase dell’allineamento, l’ottimizzazione finale è stata effettuata inclinando e decentrando lo specchio primario fino ad ottenere un allineamento tra i due assi ottici di LBC e del primario all’interno delle tolleranze imposte dal disegno ottico. In parallelo a queste operazioni di allineamento, si sono svolte tutte le fasi di integrazione e test della parte criogenica e dei detector, nonché del software di controllo dello strumento, del software per l’archiviazione delle immagini e del software di con- 19 14-23 7-07-2006 S 10:37 Pagina 20 T R U M E N T I trollo dell’ottica attiva. Infine, dopo aver provveduto all’installazione dei rivelatori scientifici e tecnici, si è cercato di ottimizzare la qualità ottica dello strumento perfezionando in cielo l’allineamento e utilizzando l’ottica attiva. Tramite immagini provenienti da stelle reali, si sono analizzate le aberrazioni introdotte dallo specchio 20 Sopra, la Large Binocular Camera mentre viene trasportata con la gru al piano del telescopio e, sotto, una fase del montaggio del primo fuoco allo spider. [LBC group] Il direttore di LBT, John Hill, che si occupa della pulizia del laboratorio. [LBC group] primario, per poi correggerle con gli attuatori posti al di sotto dello specchio medesimo, fino ad ottenere la qualità ottica voluta per lo strumento (l’80% della luce deve essere contenuta all’interno di un pixel in più del 90% del campo). Osservazioni a grande campo: traguardi astronomici di LBC Uno dei campi principali di ricerca per LBC è lo studio su grande scala della struttura dell’universo. Potendo infatti studiare le galassie in bande diverse, e sapendo che gli oggetti più lontani emettono di più nelle lunghezze d’onda tendenti verso il rosso, di fatto è possibile ricostruire in tre dimensioni la distribuzione delle galassie nell’universo. Ad esempio, una galassia che venga rivelata solo in banda V è certamente più lontana da noi rispetto ad una galassia che venga rivelata anche in banda B, che è a sua volta più lontana di una che possa essere osservata anche in banda U. Inoltre, il grande campo di LBC e il fatto di utilizzare due strumenti contemporaneamente, uno per telescopio, permette di effettuare questo genere di studi su una grande quantità di n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 14-23 7-07-2006 10:37 Pagina 21 oggetti simultaneamente, di luminosità molto bassa (in soli 12 minuti di esposizione si può raggiungere magnitudine 25,5 in banda U, 27 in banda B e V, 25 in banda I). Ciò renderà possibile lo studio di galassie e di ammassi di galassie, sia vicine che lontane, fino ad osservarle come apparivano quando l’universo era appena emerso dalla fase primordiale, “solo” 1 miliardo di anni dopo il big bang. Le caratteristiche principali di LBC sono il grande campo di vista (potrebbe quasi coprire l’intera Luna in una sola esposizione) e la grande sensibilità, che gli astronomi chiamano “effi- alle survey, con LBC potremo anche effettuare un ampio monitoraggio di alcune zone del cielo, cercando di coprire intervalli di lunghezza d’onda sempre più ampi in modo sempre più completo. Il grande campo di vista disponibile, la grande luminosità e la capacità di raccogliere simultaneamente immagini in bande diverse, incluso il vicino ultravioletto, fanno di LBC uno strumento adatto anche ad effettuare delle survey in zone di particolare interesse astronomico, come la galassia di Andromeda, M31, e più in generale le galassie vicine e gli ammassi di galassie. Una delle fasi della procedura di allineamento di LBC al telescopio. [LBC group] cienza”. Il grande campo di LBC fa sì che essa possa anch’essere considerata uno strumento di “survey”, una metodologia di osservazione molto potente per approfondire la nostra conoscenza dell’universo. Per loro definizione, le survey si propongono di monitorare ampie zone di particolare interesse del cielo, con lo scopo di identificare nuovi oggetti e di studiare oggetti noti per approfondirne la conoscenza. Risulta evidente che i telescopi o gli strumenti a ciò dedicati dovrebbero idealmente coprire zone abbastanza vaste di cielo, in modo tale da ottenere la mappatura di una certa zona in tempi ragionevolmente brevi, e di raggiungere oggetti molto deboli, mantenendo nondimeno tempi di posa anch’essi ragionevolmente brevi. Pur non essendo LBT un vero e proprio telescopio dedicato n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 In alto, il trasporto con la gru del criostato e dei detector per l’installazione su LBC; qui sopra, LBC completamente montata sullo spider. [LBC group] 21 14-23 7-07-2006 S 10:37 Pagina 22 T R U M E N T I In particolare, si potranno effettuare studi di stelle variabili, come le RR Lyrae o le Cefeidi, ottenendo diagrammi colore-magnitudine che potranno dare indicazioni sull’epoca, la durata e l’intensità relative agli episodi di formazione stellare. La ricerca di supernovae, sia nella nostra che in altre galassie, è un altro campo in cui certamente LBC potrà dare un significativo contributo. LBC canale blu: la prima luce 22 Non appena il tracking del telescopio e alcuni problemi con gli attuatori dell’ottica attiva lo hanno reso possibile, si sono prese varie immagini astronomiche al fine di valutare la qualità ottica dello strumento, il livello di funzionamento e di affidabilità di tutti i suoi sistemi, ma soprattutto per effettuare la prima luce scientifica del sistema LBC -LBT. Qui sotto vediamo due belle immagini ottenute con LBC canale blu, dove le dimensioni delle stelle sono inferiori Nella fase di test ancora in corso dell’occhio blu di LBT, sono state ottenute due riprese di galassie vicine: M 74, qui sotto, ed M 33, pagina a fianco. [LBC group] Una bella immagine di LBC montata sullo spider. [LBC group] ad 1”. Sia le immagini tecniche raccolte sia quelle più spettacolari hanno dato indicazioni di un buon funzionamento di LBC, vuoi dal punto di vista della qualità ottica, vuoi sotto l’aspetto prettamente funzionale. La prima luce scientifica ufficiale è stata ottenuta il 12 ottobre 2005, con l’immagine (mostrata in apertura di articolo) di NGC 891, una galassia a spirale distante da noi circa 24 milioni di anni luce, ritenuta di particolare interesse per le similitudini morfologiche con la nostra galassia. Certamente ancora molto lavoro di messa a punto deve essere fatto, ma i primi risultati sono decisamente incoraggianti e si attende di poter usare lo strumento con maggiore regolarità per capirne tutte le potenzialità, e soprattutto per poter cominciare le osservazioni scientifiche vere e proprie. Nel frattempo, la parte opto-meccanica del canale rosso è stata ultimata e anche il secondo strumento è stato avviato al rendez-vous con LBT circa sei mesi fa; sarà a breve installato sul secondo telescopio per portare a termine questo importante progetto tutto italiano della Large Binocular Camera e per permettere al Large Binocular Telescope di aprire il suo secondo occhio sull’universo. L’AUTORE RINGRAZIA EMANUELE GIALLONGO, ROBERTO RAGAZZONI, EMILIANO DIOLAITI, ADRIANO FONTANA E ROBERTO SPEZIALI PER LA PREZIOSA COLLABORAZIONE. n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006 14-23 7-07-2006 10:37 Pagina 23 OTTICA ATTIVA I moderni telescopi sono dotati di specchi primari molto diversi da quelli costruiti sino alla fine degli anni Ottanta. La spinta infatti ad avere aperture sempre più grandi, per avvalersi di un potere risolutivo maggiore (che ricordiamo essere proporzionale al rapporto tra la lunghezza d’onda osservata e il diametro del telescopio) e per catturare una quantità superiore di luce, ha reso necessario l’utilizzo di tecniche diverse di costruzione degli specchi per renderli più leggeri, così da permettere la realizzazione di strutture meccaniche che li potessero sorreggere e movimentare. Ciò ha comportato una sostanziale diminuzione dello spessore degli specchi primari, che tendono quindi a deformarsi con molta facilità. Per compensare queste deformazioni, le moderne generazioni di specchi primari sono normalmente dotate di sistemi di correzione della loro forma, generalmente costituite da attuatori (nel numero di decine o centinaia, a seconda della dimensione dello specchio e della sua tipologia) posti al di sotto della superficie inferiore dello specchio e ad esso collegati, i quali, spingendo o tirando, modificano la forma dello specchio medesimo, mantenendone costantemente la superficie vicina a quella ideale. Ovviamente, tali sistemi devono essere in qualche modo in grado di identificare i difetti di forma dello specchio per poterli correggere; a tale scopo, si utilizzano dei sensori di fronte d’onda che, di solito, analizzano la luce di un oggetto posto fuori asse e/o ai bordi del campo, prima per capire quali sono le aberrazioni cui è sottoposto e successivamente per guidare gli attuatori collocati sotto lo specchio primario in modo tale da compensarle. Ovviamente, essendo lo specchio primario molto pesante, i motori che guidano questi attuatori sono generalmente molto potenti e di conseguenza il tempo necessario per effettuare una correzione è abbastanza lento, tipicamente maggiore di un secondo. Ecco perché simili sistemi non possono essere usati per correggere le aberrazioni introdotte dalla turbolenza atmosferica, che hanno tempi di evoluzione molto più veloci (dell’ordine dei pochi millisecondi) dei tempi tipici di correzione di un sistema di ottica attiva, e vengono invece usati per tutte le aberrazioni di carattere statico o semistatico dovute, ad esempio, alle posizioni diverse assunte dallo specchio a seconda della zona di cielo puntata. Si vuole sottolineare come i tempi tipici e le modalità con cui queste correzioni di ottica attiva vengono effettuate sono fortissimamente dipendenti dal tipo di telescopio, dalle modalità di costruzione dello specchio primario, dalla posizione del telescopio durante l’osservazione, dal tipo di attuatori usati e dalla “stabilità” dell’ambiente circostante; va da sé, ad esempio, che più sottile sarà lo specchio primario, più si ricorrerà a frequenti correzioni. La zona degli attuatori agenti sulla superficie inferiore dello specchio primario di VLT. [ESO] La zona inferiore dello specchio primario del Large Binocular Telescope (LBT); lo specchio è realizzato con una struttura a nido d’ape per alleggerirlo il più possibile (ben visibile in trasparenza) mentre le strutture metalliche triangolari connesse alla superficie inferiore dello specchio costituiscono i punti dove gli attuatori dell’ottica attiva saranno collegati. [INAF] • Jacopo Farinato è laureato in Ingegneria Elettronica all’Università di Padova. Da più di 10 anni lavora nel campo della costruzione di strumentazione astronomica, con particolare riguardo alle tecniche relative all’alta risoluzione angolare. Ha partecipato, con vari ruoli e mansioni, alla costruzione di una decina di strumenti per telescopi di classe 10 metri, ed oggi lavora presso l’Osservatorio Astronomico di Padova, dopo essere stato 3 anni all’Osservatorio di Asiago, 3 anni allo European Southern Observatory (ESO) e 4 anni all’Osservatorio Astrofisico di Arcetri. I progetti in cui è attualmente coinvolto vanno dalla costruzione di strumenti di ottica adattiva multi coniugata (MAD per VLT-ESO e NIRVANA per LBT), a strumenti a grande campo (LBC per LBT), a strumenti con capacità spettroscopiche (SPHERE per VLT-ESO), alla fase di studio, design e sperimentazione di strumenti per Extremely Large Telescope (ELT). • n. 275 • l’ASTRONOMIA • giugno 2006