Un tomista ed “oltre” del XX secolo: Battista Mondin - E

CONGRESSO TOMISTA INTERNAZIONALE
L’UMANESIMO CRISTIANO NEL III MILLENNIO:
PROSPETTIVA DI TOMMASO D’AQUINO
ROMA, 21-25 settembre 2003
Pontificia Accademia di San To mmaso
–
Società Internazionale Tommaso d’Aquino
Un tomista ed “oltre” del XX secolo:
Battista Mondin
Pierino Montini
Roma (Italia)
Battista Mondin is an encyclopaedic scholar, who studies the main fields of philosophy and theology. The most
important feature of his doctrine is the “itinerarium”, called “autotrascendenza”. It is an essential feature of the human
being, a way that man must follow to fulfil himself.
Man lives, works, thinks, enjoys, creates and discovers, but is unsatisfied because he is called to a meaning. The
“autotrascendenza” redeems every man from reification, relativisation and manipulation: “autotrascendenza” is a
voyage towards the Absolute. Man is “sein” and man is “dasein”, but he is “mitsein” too.
Una premessa dovuta
Battista Mondin, appartenente alla Congregazione dei Missionari
Saveriani, è uno studioso enciclopedico, che coltiva eguale interesse ed ha
acquisito identiche competenze nei principali ambiti della filosofia e della
teologia, sia dal punto di vista storico che teorico. Manuale di Filosofia
sistematica (7 voll.), Storia della Teologia (4 voll.), Nuovo corso di Teologia
dogmatica (5 voll.), Dizionario enciclopedico di S. Tommaso d’Aquino e
Dizionario enciclopedico dei papi testimoniano col loro numero di edizioni solo
in parte la mole della sua produzione e il vasto palcoscenico entro il quale la
sua ricerca spazia.
Mondin ha appreso da grandi maestri, soprattutto Tommaso e Tillich, a
fare sia filosofia che teologia e a mantenere un rapporto saldo tra queste due
forme di sapere, scoprendo e testimoniando che dal loro mutuo fagocitarsi ha
origine un’insolita fecondità e ricchezza di pensiero.
Idealmente il suo percorso investigativo può essere circoscritto da un
termine a quo ed un termine ad quem, identificabili anche dal titolo di due testi
molto significativi a livello sistematico-investigativo: Dio: chi è? Elementi di
© Copyright 2003 INSTITUTO UNIVERSITARIO VIRTUAL SANTO TOMÁS
Fundación Balmesiana – Universitat Abat Oliba CEU
P. MONTINI, Un tomista e “oltre” del XX secolo: Battista Mondin
teologia filosofica1 e L’uomo: chi è? Elementi di antropologia filosofica,2 altrove
trattati con “approfondimento speculativo, estremo rigore” 3 anche in volumi
caratterizzati da una forte valenza pedagogica, come nel caso di Essere Cristiani
oggi4 ed Introduzione alla filosofia.5
Questione di metodo
Dalla semplice analisi dei titoli dei volumi su indicati emerge una
proporzione,
i
cui
termini
possono
essere
così
formulati:
Dio:teologia=uomo:antropologia. Oppure, in altri termini, l’approfondimento
conoscitivo della Verità e di Dio è direttamente proporzionale alla conoscenza
dell’uomo. L’unico elemento che accomuna e pone in dialogo questi due
estremi, apparentemente distinti e distanti, entro un circolo ermeneutico
significativo e significanteli vicendevolmente, è tutto ciò che è contenuto dal
termine “filosofico”. Ove per “filosofico” è da sottendere né ciò che è pertinente
alla sola filosofia, né ciò che è relativo al solo filosofare, ma ad entrambi. 6
Filosofare corrisponde a riannodare, ad innestare una proposta di senso, ad
innervare scienza e teologia, scienze e teologia.
La ricerca del Mondin si dipana dall’uno all’altro estremo, che, poi,
estremi non sono, segnati non tanto dal come, dal quando, dal dove, ma più
propriamente dal perché. E’ lo stesso perché che di volta in volta, ad ogni
ripresa investigativa, proietta il questionare stesso nella regione del Mistero di
Dio e del mistero dell’uomo: dal mistero dell’uomo nel Mistero di Dio. Da ciò
che nell’uomo e dall’uomo sopravanza l’uomo in Colui nel Quale7 tale
autotrascendenza ha significanza. Più di ogni altro titolo è molto appropriato
quello con il quale l’autore intende proporre in modo focalizzato che tutto si
gioca sul campo investigativo denominato Valore-Uomo. 8 Il Valore-Uomo è,
infatti, un testo dedicato specificatamente all’esame di questo aspetto.
B. Mondin, Dio: chi è? Elementi di teologia filosofica, Massimo, Milano 1980.
B. Mondin, L’uomo: chi è? Elementi di antropologia filosofica, Massimo, Milano
1992.
3 M. Pangallo, L’avventura del pensiero umano alla scoperta del mistero dell’essere,
in “Aquinas”, XLIII (1999), p. 457.
4 B. Mondin, Essere cristiani oggi. Guida al Cristianesimo, Massimo, Milano 2000.
5 B. Mondin, Introduzione alla filosofia, Massimo, Milano 1994.
6 AA.VV., Filosofico, in “DIR”, G. D’Anna, Firenze 1988, p. 694.
7 B. Mondin, Manuale di filosofia sistematica. Volume 5. Antropologia filosofica,
ESD, Bologna 2000, p. 242.
8 B. Mondin, Il Valore-Uomo, Dino, Roma 1983.
1
2
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Studiando l’intera parabola del pensiero del nostro, si ricava più di una
volta e non solo l’impressione che egli avverta di essere collocato in una
congiuntura storica del tutto peculiare e provvidenziale, molto simile a quella
in cui operò Tommaso e che, per questo, gli sia richiesta un’operosità ed una
onestà intellettuale non ripetitiva di quella del suo maestro, ma analoga.
Analogo è, per certi aspetti, il suo metodo investigativo e propositivo, ad
eccezione del fatto che la sua proposta parta dal quod sit, tralasciando l’an sit;
l’atteggiamento di confrontarsi e di recuperare con autentico stile moderatorealistico i valori presenti in molta parte dei pensatori contemporanei;
l’esposizione di alcuni argomenti appartenenti oggi alla cultura mondiale.
Ci convinciamo sempre più che il percorso, che si snoda dal perché
sull’uomo al perché su Dio ricalchi lo schema della Summa Theologiae di
Tommaso, anche se con alcune eccezioni derivanti più che altro dal contesto
culturale attuale e dalle difficoltà oggettive di proporre un sapere sintetico ed
organico in un momento di grandi avanzamenti e cambiamenti in ogni campo
del sapere.
Un altro aspetto considerevole è che accanto al problema Dio-uomo
Mondin esamina a più riprese anche quello del mondo, come è testimoniato da
alcuni scritti, tra i quali il più indicativo è L’uomo e il mondo, Cristo e la Chiesa
nella teologia contemporanea.9
Anche in questo Mondin è in sintonia con la grande tradizione classica
del filosofare e del pensare sensato.
Ne’ la sola fenomenologia, ne’ la sola trascendenza, ma autotrascendenza
Uno degli aspetti caratteristici del pensiero del Mondin risiede, appunto,
nella visione dell’uomo, cui perviene mediante un percorso da lui stesso
definito più volte “autotrascendenza”10 Nel trattare questo argomento non ci
rifaremo a tutte le opere di Mondin in modo specifico ed alle quali lo stesso
accenna nella Prefazione al volume 5 del Manuale di filosofia sistematica,
intitolato, appunto, Antropologia Filosofica,11 ma solo a quelle in cui il
B. Mondin, L’uomo e il mondo, Cristo e la Chiesa nella teologia contemporanea,
Edizioni Esperienze, Fossano 1969.
10 B. Mondin, L’uomo libero, Dino, Roma 1989, p. 210, 238-239. Introduzione alla
filosofia, op. cit., pp. 83-88. Antropologia filosofica, op. cit., pp. 243-245.
11 B. Mondin, Ibidem, p. 7.
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P. MONTINI, Un tomista e “oltre” del XX secolo: Battista Mondin
contenuto è più emergente o nella settorialità,12 oppure nella globalità.13 Del
resto l’interesse ondivago o, se si desidera, a più riprese è motivato dallo stesso
pensatore con queste parole: “Quello dell’uomo è un argomento sempre ricco e
appassionante che non diventa mai noioso e presenta continuamente spunti per
nuove considerazioni”,14 soprattutto in relazione alle “sfide della postmodernità”.
Ma che cosa è l’autotrascendenza? In che cosa consiste? Dove nasce?
Come si esprime? Perché ha origine e, soprattutto, dove è orientata, dal
momento che, trascendendo esteriormente e trascendendosi interiormente, si
trascende?
Autotrascendenza
Nell’individuare e nel descrivere questa verità in procedimento, l’autore
usa due termini in modo più frequente: autrascendimento15 e
autotrascendenza.16 L’autotrascendimento consiste nel fatto che: ”Mentre
l’uomo è chiaramente un essere finito, nell’autotrascendimento egli si rivela
capax infiniti”.17 Esso è “un movimento di superamento dei confini” 18 della
naturalità, della corporeità e della spiritualità, in quanto ha ”un senso”, dà un
senso e ”manifesta una pulsione verso l’infinito e verso l’eterno”.19
L’uso del termine e del contenuto autotrascendenza è più frequente e più
motivato dottrinalmente del precedente. Esso è presente nella panoramica
filosofica contemporanea ed il Mondin, da buon conoscitore, sa che “I filosofi
del nostro tempo ancor più che i filosofi dei secoli precedenti vedono
nell’autotrascendenza il tratto più caratteristico dell’essere umano”.20
Ricordiamo Popper, per il quale la “trascendenza è il più straordinario ed
importante fatto dell’intera vita e dell’intera evoluzione, e specialmente della
B. Mondin Introduzione alla filosofia, op. cit., pp. 73-90, 206-220. L’uomo libero,
op. cit., pp. 238-239.
13 B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., pp. 85-308.
14 B. Mondin, Ibidem, p. 7.
15 B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 210, 238. Antropologia filosofica, op. cit., p.
235, 236, 243, 244. Introduzione alla filosofia, op. cit., p. 83, 84, 85, 86.
16 B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., 197. Antropologia filosofica, op. cit., p. 238, 242.
Introduzione alla filosofia, op. cit., 85.
17 B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 197.
18 B. Mondin, Introduzione alla filosofia, op. cit., p. 85.
19 B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 242.
20 B. Mondin, Introduzione alla filosofia, op. cit., pp. 83-84.
12
p. 4
Congresso Tomista Internazionale
evoluzione umana”,21 e Scheler, il cui pensiero è tendenzialmente orientato a
dimostrare che “l’uomo è il portatore di una tendenza che trascende tutti i
possibili valori vitali e si indirizza al divino, per cui si può ben dire che l’uomo
è il cercatore di Dio”.22 Anche se il Mondin va ben oltre. Infatti,
l’autotrascendenza “insieme alla cultura e alla libertà è il terzo tratto
caratteristico che separa nettamente l’uomo dagli animali: l’uomo si supera
costantemente … in tutto ciò che fa, pensa, dice, conosce, ama, realizza”.23
E’ una “caratteristica essenziale della persona”.24 E’ “un fenomeno
tipicamente umano”, ma trattato in modo più puntuale oggi a motivo della
“secolarizzazione”:25 “è una segreta via del cammino che l’uomo deve
percorrere per realizzare pienamente se stesso”.26 E’ l’eccezione e la peculiarità,
forse la gloria o la manifestazione dell’uomo come immagine di Dio. E’ “la
tensione oltre il limite”,27 il segreto e la luce dell’essere umano, perché capace di
abbracciare la materia e lo spirito.28 L’autotrascendenza riscatta l’uomo dalla
cosificazione, dalla strumentalizzazione di parte, da ogni relativizzazione sia
essa storicista, culturale e religiosa. L’autotrascendenza proposta dal Mondin
non guarda solo in terra e non aspira solo al cielo: nè un uomo maledettamente
‘incastrato’ dalla sola fisicità, né uno spirito insensatamente ‘appeso’ nel solo
cielo. Ma l’autotrascendenza come “valore assoluto”,29 ricerca ed affermazione
del tutto, sì proprio del tutto, che inserisce l’uomo e non di più, perché l’uomo,
in quanto oltre, è donato dal suo oltre al Solo Oltre. L’irripetibilità e
l’irriducibilità dell’essere e dell’agire dell’uomo da una parte risiede nella sua
non riducibilità e nella sua non ripetibilità nel mondo e, dall’altra, nel tentativo
di “navigazione verso” l’Assoluto, l’Intero, il Divino, il cui compito non è della
scienza, ma della metafisica.30
Il paradigma antropologico è un paradigma importante. Mondin lo sa e
lo riconosce spesse volte. Scrive: ”Quando si pone la questione del significato
globale dell’esistenza umana, non la si pone lungo la linea orizzontale o storica,
K. Popper, Epistemologia, razionalità, libertà, Armando, Roma 1972, p. 58.
M. Scheler, Der Formalismus in der Ethik und die Materiale Wertethik, Halle 1916,
pp. 301-302.
23 B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 210.
24 B. Mondin, Ibidem, p. 238.
25 B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 236.
26 B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 238.
27 B. Mondin, Introduzione alla filosofia, op. cit., p. 83
28 B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 244.
29 B. Mondin, Ibidem, p. 245.
30 B. Mondin, La metafisica di S. Tommaso d’Aquino e i suoi interpreti, ESD, Bologna
2002, p. 340.
21
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P. MONTINI, Un tomista e “oltre” del XX secolo: Battista Mondin
bensì lungo la linea verticale o metafisica”.31 Ecco perché l’antropologia
filosofica, o ricerca filosofica dell’uomo, è una “metafisica speciale”.32 Dalla sua
fondazione o motivazione deriva ogni altra considerazione sul mondo e su Dio.
Uomo
Per Mondin l’uomo è un “grande mistero” e “una realtà estremamente
complessa”.33 ”Insondabile” 34 e per questo una magna quaestio. 35 La creatura
più meravigliosa e bella di ciò che è visibile.36 La profondità che si annida
nell’uomo non solo costituisce uno dei temi più difficili, insieme a quello di Dio,
ma anche più affascinanti37 della ricerca, perché l’uomo è un tutto speciale: è
impastato di corpo e di anima.38
L’uomo è stato oggetto di riferimenti e di studi fin dall’antichità secondo
due approcci investigativi: uno metodologico, l’altro di fondamento. Il primo
racchiude le così definite antropologie metafisiche, naturalistiche, storicistiche
ed esistenziali. Il secondo consiste nelle prospettive in cui si sono collocati i
filosofi e si divide in cosmocentriche, teocentriche e antropocentriche. 39
Per Mondin l’uomo è, come la molteplicità degli approcci si sforza di
dimostrare, al di là di ogni relatività e moncatura sia nei riguardi dell’uomocorpo, sia nei riguardi dell’uomo-spirito. L’orizzonte-uomo deve essere
necessariamente considerato nel circolo ermeneutico che sfugge a qualsiasi
ereticità. Per questo la riflessione antropologica del Mondin mira a recuperare il
fondamento dell’essere, insito sia nell’uomo che nel mondo e Dio. Esso è
assunto in maniera estensiva e non intensiva,40 vale a dire dinamica, in fieri, in
movimento, la cui significazione ha valore non tanto per la sua valenza di
esteriorità o estrinsecità, ma moltissimo per la sua consistenza interiore o
intrinsecità.41
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35
36
37
38
39
40
41
B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 240.
B. Mondin, Ibidem, p. 15.
B. Mondin, Introduzione alla filosofia, op. cit., p. 74.
B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 193.
B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 13.
B. Mondin, Ibidem, p. 11.
B. Mondin, Ibidem, p. 11.
B. Mondin, Ibidem, p. 19.
B. Mondin, Introduzione alla filosofia, op. cit., pp. 74-77.
B. Mondin, La metafisica di S. Tommaso ..., op. cit., p. 321.
B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., pp. 91-92.
p. 6
Congresso Tomista Internazionale
Il progetto-uomo42 esige un metodo completo, diremmo su misura per
l’uomo integrale, che tenga conto della sua peculiarità e non accidentalità. Che
si estenda “dalla fenomenologia alla metafisica”,43 per non tralasciare di lui un
alcunché, e che indichi chiaramente il suo procedere oltre. 44
Un primo aspetto in cui l’uomo differisce e trascende, e sa di trascendere
e, quindi, autotrascende da tutte le altre realtà del mondo, è costituito da tutta
una serie di diversità fisiche, somatiche, fisiologiche, vitali e conoscitive che lo
accomunano ma lo diversificano anche dagli oggetti, piante, animali. L’uomo è
anche animalità e vegetalità, ma con un quid di identità e di specificità che non
lo annulla e lo confonde, ma lo fa emergere e trascendere. L’uomo è uomo,
soprattutto uomo. Cioè oltre la fisicità, l’animalità e la vegetalità. In questo oltre
non è sufficiente individuare differenze esteriori. Al contrario, necessita
approfondire il suo tutto da una “finestra”45 del tutto peculiare: la finestra o
l’ottica dell’autotrascendenza. L’uomo è un qualcosa di oltre per il suo essere e
per la coscienza con la quale sa di essere e sa esprimere il suo essere: anche “il
lavoro svela un aspetto assai importante e significativo dell’essere dell’uomo: il
suo continuo autotrascendersi. Come nella vita, nella conoscenza, nella libertà,
così anche nel lavoro l’uomo non è mai soddisfatto del suo lavoro, né delle sue
tecniche né delle sue attrezzature. Egli cerca di migliorare continuamente le sue
automobili, i suoi aerei, i suoi missili e il modo di produrli. In tutti gli aspetti
della tecnologia l’uomo tende incessantemente a superare se stesso e
raggiungere nuovi traguardi. Cerca anche di superare i limiti del tempo e della
materia, producendo macchine che non si consumano e non si guastano. Egli
tende incessantemente al duraturo, al perfetto, all’eterno. Ora ci domandiamo:
perché questa profonda tensione nell’essere dell’uomo? Cos’è che la sostiene e
l’alimenta”.46
In questo il Mondin rivendica, da una parte l’appartenenza alla sana
dottrina di san Tommaso, come altri pensatori tomisti (Fabro, Gilson,
Maritain…), dall’altra l’autonomia della propria lettura tomista “non solo dagli
antichi commentari, ma anche dai tomisti del secolo XX, persino da coloro che
hanno scoperto l’originalità assoluta della sua metafisica dell’essere; infatti non
ne fanno parola né Gilson, né Fabro, né Maritain”.47
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43
44
45
46
47
B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 211.
B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 247.
B. Mondin, Ibidem, op. cit., p. 97.
B. Mondin, La metafisica di S. Tommaso ..., op. cit., p. 311.
B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 203.
B. Mondin, La metafisica di S. Tommaso ..., op. cit., p. 311.
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P. MONTINI, Un tomista e “oltre” del XX secolo: Battista Mondin
“La vita è la porta d’ingresso” 48 e di un salto di qualità in tale direzione.
L’uomo vive e sa di vivere, agisce e sa di agire. In uno spirito incarnato bisogna
considerare il suo valore assoluto come corpo ed il suo valore assoluto come
spirito. Questa è l’unica via ontologica armonica, equilibrata, che porta dal
fenomenico al trascendente e nel momento stesso lo trascende trascendendosi e
ponendosi sulla soglia dell’alterità della molteplicità a lui simile e dell’Alterità
improponibile se non all’interno di una metafisica, il cui concetto dell’essere sia
non restrittivo, ma aperto, estensivo.
E’ da sfatare l’idea di una visione antropologica unicamente fenomenica
o unicamente trascendente. L’uomo è cosa, storia, cultura, natura, spiritualità,
apertura agli altri e a Dio. “E’ tensione oltre i limiti”.49 Le ricerche altre, 50
pluridisciplinari51 hanno il loro valore ma relativo, perché il valore dell’uomo
non è settoriale, dal punto di vista scientifico o storico, ma assoluto. L’uomo è
uomo. E’ un progetto52 in fieri,53 viator, come per Marcell. Il metodo
dell’autotrascendenza acquista perennità, dà significazione alla caducità,
all’insoddisfazione, alla libertà e alla speranza dell’uomo: 54 l’uomo è nell’uomo.
Per Mondin l’uomo non è Dasein, ma Sein e soprattutto Mitsein.
“Progetto da definire”,55 perché “incompiuto” , ma non da condannare come un
“fallito”.56
La proposta fondata del Mondin assurge ad autentica scommessa sul
valore—uomo, in un periodo in cui egli è sottomesso a cose, mercificato,
annullato. Mai persona. Molto spesso strumento. Quasi sempre cosa. E’ un
processo a ritroso: togliere, riscattare l’uomo dall’essere considerato cosa,
decaduta dall’essere persona, a persona assurta a persona, sublimantesi
dall’essere anche cosa.
Sotto questo aspetto è un itinerario affascinante, non solo dal punto di
vista filosofico, perché ci invita a considerare che quel “germe d’uomo”,
frammentato nelle scienze naturali ed antropologiche, cresce così tanto, fino a
diventare “uomo pieno”.57
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57
B. Mondin, Antropologia filosofica, op. cit., p. 87.
B. Mondin, Introduzione alla filosofia, op. cit., p. 83.
B. Mondin, Ibidem, op. cit., p. 76.
B. Mondin, Ibidem, op. cit., p. 77.
B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 243.
B. Mondin, Ibidem, op. cit., p. 191.
B. Mondin, La metafisica di S. Tommaso ..., op. cit., p. 340.
B. Mondin, L’uomo libero, op. cit., p. 211.
B. Mondin, Ibidem, op. cit., p. 190.
B. Mondin, Ibidem, p. 256.
p. 8