ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE “U. FOSCOLO” 81030 Cancello ed Arnone (CE) Tel. e fax 0823/859072 cod. min. Ceic818008 INDICE LA TERRA: IL PIANETA CHE VIVE TRA TERRITORI, POPOLI E CULTURE I principali climi della Terra Le risorse e il lavoro: le fonti di energia Le risorse della Terra e le attività umane Gli ambienti della Terra: le foreste pluviali le regioni monsoniche le savane i deserti le regioni a clima temperato gli ambienti del freddo e del ghiaccio gli oceani LE AREE GEOGRAFICHE Africa: la regione mediterranea e sahariana: Egitto, Libia, Nigeria la regione equatoriale: Kenya la regione meridionale: Sudafrica. Asia: La regione indiana: India Iran Cina Giappone America: la regione dell’America Settentrionale: Canada e Stati Uniti la regione dell’America Centrale: Messico America Latina: Brasile, Argentina Oceania: Australia Nuova Zelanda CAPITOLO 1 LA TERRA: IL PIANETA CHE VIVE TRA TERRITORI, POPOLI E CULTURE Il clima è il complesso delle condizioni meteorologiche che caratterizzano una regione. Ma come e perché cambia il clima della Terra? Fino a qualche decennio fa si pensava che i cambiamenti climatici dipendessero esclusivamente da fattori naturali, come i movimenti astronomici del nostro pianeta. Ora molti scienziati sono convinti che anche l'uomo è in grado di alterare l'atmosfera e modificare il clima. Per questo motivo il dibattito sul clima della Terra è balzato ai primi posti sia degli interessi scientifici sia di quelli sociali. Ai problemi collegati al clima vengono dedicati ampi servizi non solo dalle riviste specializzate, ma anche dai periodici d'informazione e dai giornali quotidiani, poiché da esso dipendono la salute e il benessere dell'uomo Che cosa determina il clima di una regione? Il clima ha un'importanza fondamentale per le società umane: le sue condizioni in una determinata regione della Terra influenzano lo sviluppo economico, l'uso del territorio e le stesse relazioni fra gli individui. È evidente che un clima favorevole richiama gli insediamenti umani e costituisce un'opportunità per il benessere di una popolazione; le grandi migrazioni dei popoli spesso sono state indotte dalla ricerca di migliori condizioni climatiche. Ma perché sul nostro pianeta il clima non è uguale dappertutto? Quali fattori determinano le differenze che si riscontrano passando da una zona all'altra della Terra? Le condizioni climatiche dipendono dalla quantità di energia che arriva dal Sole. A causa della forma della Terra le zone equatoriali o prossime all'Equatore ricevono il massimo della luce e del calore, mentre le zone polari o prossime ai Poli il minimo. Di conseguenza, la latitudine di un luogo è il fattore principale da cui dipende il clima. Ma anche l'altitudine è importante, perché salendo di quota diminuisce la temperatura e le precipitazioni tendono a trasformarsi da piovose in nevose. Un altro fattore che influisce sul clima è la vicinanza del mare o di grandi bacini, come i laghi. Le masse di acqua, infatti, assorbono il calore solare e lo restituiscono lentamente all'ambiente circostante, mitigando così le alte temperature del periodo estivo e quelle basse del periodo invernale. Su scala regionale più ridotta, inoltre, una certa zona può essere esposta a mezzogiorno e ricevere più calore dai raggi del Sole rispetto a una esposta a settentrione, o può trovarsi in una vallata circondata da rilievi montuosi, e dunque protetta dai venti, oppure può essere attraversata da correnti umide e quindi soggetta a piogge. Anche la natura del suolo condiziona il clima. Terreni formati da rocce scure, come quelle vulcaniche, si riscaldano di più e rendono l'ambiente circostante più caldo; una copertura vegetale, soprattutto se di folti alberi, ha invece l'effetto di abbassare le temperature locali e di aumentare l'umidità. Le zone climatiche della Terra Si possono individuare sulla Terra almeno cinque principali tipi di clima a cui corrispondono altrettante zone o fasce climatiche. Climi freddi. Sono caratteristici delle regioni polari o vicine ai Poli. Le temperature medie annue si mantengono sotto 0 °C, con inverni lunghi e rigidi ed estati tiepide e brevi. Le precipitazioni assumono spesso carattere nevoso. Si distinguono un clima polare, tipico dell'Artide e dell'Antartide, in cui le temperature invernali possono scendere fino a −50 °C, e un clima freddo continentale, proprio della Siberia e del Canada settentrionale, con inverni rigidi e secchi ed estati tiepide e piovose. Climi temperati freddi. Sono caratteristici delle alte latitudini e dominano nelle zone settentrionali e centrali dei grandi continenti, come Russia, Canada, Cile. Le temperature medie invernali si mantengono sotto 10 °C, ma ci sono forti escursioni termiche (cioè sbalzi di temperatura) da una stagione all'altra. Infatti gli inverni sono molto rigidi e le estati calde; abbondanti le precipitazioni. Climi temperati caldi. Sono comuni alle medie latitudini, come nel Mediterraneo, in California e in alcune regioni della Cina. Gli inverni sono miti, le estati calde. Nel Mediterraneo le precipitazioni si concentrano nei mesi invernali, mentre in Cina in quelli estivi. Climi aridi. Riguardano sia zone calde tropicali come i deserti dell'Africa, dell'America del Sud e dell'Australia sia zone fredde continentali come la Mongolia, il Tibet, le grandi pianure degli Stati Uniti e la Patagonia. Le precipitazioni sono scarsissime. Forti le escursioni termiche fra il giorno e la notte. Climi caldo-umidi. Sono tipici delle zone a cavallo dell'Equatore, come le regioni centrali dell'Africa, delle Americhe e del continente asiatico. Nelle zone più propriamente equatoriali, per esempio l'Amazzonia, il Congo, le Isole della Sonda, le temperature medie annuali superano 25 °C e le piogge sono abbondanti in tutte le stagioni. Nelle zone tropicali e subtropicali temperatura e piovosità sono minori. Il clima non è sempre lo stesso "Le stesse parti della Terra non sono sempre state umide o aride, ma cambiano, così come i fiumi si formano o si seccano. E cambiano anche le relazioni tra la terra e il mare; e una località non rimane sempre terra o mare nel corso del tempo […]. Noi dobbiamo supporre che questi cambiamenti seguano un ordine o dei cicli". Questo brano, tratto da un'opera del filosofo greco Aristotele, dimostra come fin dall'antichità gli esseri umani si erano resi conto che il clima di una determinata regione non rimane sempre uguale: subisce modificazioni col trascorrere del tempo e probabilmente tali cambiamenti obbediscono a fenomeni periodici. Se pensiamo che, all'epoca in cui questa ipotesi fu formulata, non esistevano termometri, tanto meno archivi con registrazioni delle temperature del passato, a maggior ragione ci appare ammirevole la capacità di analisi di alcuni scienziati del passato. Tuttavia bisognerà aspettare il Novecento perché uno studioso del clima, il croato Milutin Milanković (1879-1958), riesca a mettere in relazione le periodiche variazioni di alcuni movimenti astronomici della Terra con i lenti cambiamenti climatici. L'influenza dei fattori astronomici Tre sono i fattori astronomici che, su tempi molto lunghi, sembrano governare il succedersi delle fasi di maggiore o minore riscaldamento della Terra. Il primo è l'eccentricità dell'orbita terrestre. L'orbita che il nostro pianeta percorre attorno al Sole è un'ellisse che varia la sua eccentricità, cioè la sua forma più o meno schiacciata, in un periodo di circa 100.000 anni. Attualmente ci avviamo verso la fase in cui la forma è meno schiacciata, più tendente a una circonferenza. Dall'eccentricità dell'orbita dipende la distanza media dal Sole e la quantità di calore che riceviamo dalla nostra stella. Il secondo fattore è la precessione dell'asse di rotazione della Terra. L'asse terrestre, oltre a ruotare attorno a sé stesso, compie un lento movimento (della durata complessiva di 21.000 anni) che descrive una sorta di cono rovesciato, simile allo sfarfallio di una trottola. Da questo deriva il fatto che la Terra non tocca la minima distanza dal Sole (perielio) sempre nella stessa stagione. Attualmente, per l'emisfero Nord, il passaggio al perielio avviene durante l'inverno. Il terzo fattore è la nutazione dell'asse terrestre. Infatti l'asse terrestre è soggetto anche a un movimento oscillatorio che si completa ogni 40.000 anni. Cambia la sua inclinazione rispetto al piano dell'orbita da un minimo di 21°55′ a un massimo di 24°20′. Attualmente l'inclinazione è di 23°27′ e siamo in fase ascendente. Maggiore è l'inclinazione dell'asse, maggiore la differenza di temperatura fra estate e inverno. Periodi glaciali e interglaciali La combinazione di tutti questi moti millenari modifica la quantità di calore solare che arriva sul nostro pianeta e sembra essere la principale causa del succedersi di periodi freddi, lunghi decine di migliaia di anni, intervallati da periodi caldi più brevi. Nel corso dei periodi freddi, chiamati glaciazioni, le temperature medie scendono a circa −10 °C, i ghiacciai si estendono fino alle medie latitudini (in Italia sono arrivati fino alla Pianura Padana) e il livello dei mari si abbassa perché una grande quantità di acqua si accumula sotto forma di nevi permanenti. Durante i periodi caldi, chiamati interglaciali, le temperature medie salgono a +15 °C, i ghiacci si sciolgono, limitandosi a ricoprire le due calotte polari e le montagne più alte, mentre il livello dei mari si innalza. Fra gli strati della Terra sono rimasti segni di tutte queste vicende. Sono ben riconoscibili agli occhi esperti dei geologi che se ne servono per ricostruire la storia del clima passato. Così è stato possibile accertare che in un lungo periodo chiamato Quaternario (comprende gli ultimi 1,5 milioni di anni) si sono susseguite cinque grandi glaciazioni, l'ultima delle quali è durata circa 60.000 anni e si è conclusa 10.000 anni fa. Dunque, attualmente ci troviamo in un periodo interglaciale e forse anche a questo evento geologico è dovuto il fiorire della civiltà umana. Il clima del recente passato Anche se ci limitiamo a considerare l'ultima fase interglaciale, è possibile osservare che il clima da diecimila anni a questa parte è cambiato: si riscontrano significative variazioni documentate, oltre che da studi di carattere geologico, da testimonianze archeologiche e storiche. Dall'8000 al 2000 a.C. si registrò un periodo di 'optimum climatico' con temperature medie leggermente superiori a quelle attuali che favorirono lo sviluppo dell'agricoltura e la nascita delle grandi civiltà. Seguì un'alternanza di brevi raffreddamenti e riscaldamenti, accompagnati da spostamenti delle fasce climatiche: quando la temperatura aumentava, anche le zone calde e temperate salivano di latitudine, e viceversa. Nel Medioevo, dall'800 al 1200 d.C. ci fu un altro periodo caldo in cui le temperature erano, in media, di 1÷2 °C superiori alle nostre. Secondo gli storici questo favorì l'espansione della civiltà vichinga, l'intensificarsi degli scambi fra la Cina e il Mediterraneo lungo la cosiddetta via della seta, ma anche la diffusione della malaria dovuta all'innalzamento del livello del mare e alla formazione di ampie zone paludose nelle aree costiere. Tra il 1600 e il 1850, invece, si parla di piccola età glaciale. Le temperature scendono, in media, di 1,5 °C rispetto a quelle attuali, i ghiacci si estendono e i documenti storici registrano il dilagare di carestie, povertà ed epidemie. I pittori fiamminghi del 17° secolo ci hanno lasciato preziose testimonianze visive di questo periodo nei quadri che raffigurano i fiumi del Nord e del Centro Europa trasformati in distese di ghiaccio su cui era possibile pattinare. Notiamo come, riferendosi alla temperature medie, basta una piccola variazione per passare dal clima caldo a quello freddo. Le preoccupazioni per l'effetto serra Fino alla metà del Novecento gli studiosi pensavano che le variazioni del clima sul nostro pianeta fossero governate da fattori naturali: tra questi, oltre che i moti astronomici della Terra a cui abbiamo già accennato, anche l'attività del Sole che è soggetta a piccole oscillazioni nel corso dei secoli e le grandi eruzioni vulcaniche che, liberando grandi quantità di gas e particelle, possono variare le caratteristiche fisiche e chimiche dell'atmosfera. Negli anni più recenti si è fatta strada la convinzione che anche le attività prodotte dalla civiltà umana sono capaci di modificare il clima, surriscaldando l'atmosfera, e quindi tutto il Pianeta, con varie emissioni di gas. Si è aperto così un nuovo capitolo delle emergenze globali a cui si dà il nome di effetto serra di origine antropica, cioè umana. L'effetto serra L'effetto serra naturale. L'effetto serra naturale è un fenomeno provvidenziale per la vita sul Pianeta. Nella parte più bassa della nostra atmosfera sono presenti minute goccioline di vapore d'acqua e di altri gas che agiscono come il tetto a vetrate di una serra per coltivazioni: fanno penetrare il calore solare e ne trattengono una parte all'interno (se non ci fossero le vetrate, specie di notte, il calore si disperderebbe). Grazie a esso le temperature medie sulla Terra sono di circa 15°, invece che di −20 °C, e l'escursione termica tra il giorno e la notte non è troppo violenta. L'effetto serra di origine antropica. Altra cosa è la quota dell'effetto serra che molti scienziati attribuiscono all'uomo. L'aumento della popolazione terrestre, lo sviluppo dell'industria, dei trasporti, dell'agricoltura e dell'allevamento degli animali fanno sì che anche le attività umane siano fonte di notevoli quantità di gas, specialmente anidride carbonica (CO2) e metano (CH4), capaci di alterare i fenomeni atmosferici e di accrescere l'effetto serra naturale. A partire dagli anni Novanta del secolo scorso, un comitato scientifico internazionale insediato dalle Nazioni Unite, l'Intergovernamental panel on climate change(IPCC), ripete nei suoi rapporti periodici che l'uomo appare come il principale responsabile di un aumento dell'effetto serra: nell'ultimo secolo le temperature medie si sono innalzate di quasi 1 °C. Da questa conclusione è nato un accordo internazionale, noto come Protocollo di Kyōto (sottoscritto nel 1997 da moltissimi Stati, ma non da tutti, nella città giapponese), che stabilisce una progressiva riduzione delle emissioni di gas serra, nel tentativo di fermare il riscaldamento globale. Lo stesso IPCC ritiene che, se non saranno ridotte le emissioni, entro il 21° secolo si manifesteranno ulteriori aumenti di temperatura di alcuni gradi, con conseguente scioglimento di ghiacci, innalzamento del livello dei mari, cambiamenti delle fasce climatiche e incrementi dei fenomeni meteorologici avversi, quali ondate di caldo e di freddo e cicloni. Tutta questa materia è oggetto di un vivace dibattito scientifico nel quale emergono anche le opinioni di studiosi scettici sulla capacità dell'uomo di interferire sul clima e propensi ad attribuire i cambiamenti esclusivamente a fattori naturali ancora non identificati. Le risorse e il lavoro: le fonti di energia In questa sezione cominceremo ad analizzare quali sono le principali fonti di energia. Le fonti di energia si dividono in due grosse categorie: 1. fonti primarie: si trovano in natura, ad esempio il petrolio, il carbone, il gas naturale, la legna, i combustibili nucleari, il sole, il vento, le maree, i laghi montani e i fiumi, il calore della Terra, 2. fonti secondarie: sono prodotte dall'uomo per le sue esigenze, ad esempio l'elettricità o la benzina. Un'altra grossa distinzione tra le fonti energetiche è quella tra fonti rinnovabili, come acqua, sole, vento, calore della terra, legna (a patto di riforestare) e fonti non rinnovabili, come petrolio, carbone, gas naturale e uranio. I combustibili fossili sono la fonte energetica più utilizzata. Le ragioni stanno nel fatto che sono facilmente utilizzabili, hanno alto rendimento e possono facilmente essere trasformati in fonti secondarie come benzina ed elettricità. Il problema principale dei combustibili fossili è legato all'inquinamento che producono. La combustione infatti genera anidride solforosa, polveri, ossido di azoto e anidride carbonica. Inoltre il prezzo e la disponibilità dei combustibili fossili sono soggetti a continue e costanti oscillazioni. Una valida alternativa ai combustibili fossili che si sta utilizzando sempre più frequentemente è l'energia proveniente dal sole. Il Sole invia sulla Terra una quantità di energia pari a 15000 volte il consumo mondiale di energia da parte dell'uomo. L'energia proveniente dal Sole può essere utilizzata per il riscaldamento, ma anche per produrre elettricità via i pannelli fotovoltaici. Gli svantaggi dell'energia solare sono i costi e il fatto che si tratta di una fonte non continua. Un'altra fonte di energia è l'uranio usato nella fissione nucleare: la disponibilità è molto grande anche se non illimitata. Si riescono a produrre grandi quantitativi di energia pulita: dalla fissione di 1 kg di uranio si riesce a produrre la stessa energia che deriva dalla combustione di 100 tonnellate di carbone. Il grosso problema della fissione nucleare rimane quello dello smaltimento delle scorie. Un'altra importante fonte di energia pulita è costituita dal vento: in alcune zone del pianeta si possono infatti sfruttare le correnti ascensionali dell'aria calda per poi trasformare con degli aerogeneratori l'energia cinetica delle pale in elettricità. Molto utilizzata come risorsa è anche l'acqua: viene utilizzata l'energia cinetica dell'acqua proveniente da laghi, fiumi e bacini artificiali per produrre energia elettrica. Da qualche anno cominciano ad essere molto utilizzate per produrre elettricità anche le maree degli oceani. Sia l'energia eolica che l'energia idroelettrica hanno lo svantaggio di avere un forte impatto ambientale e di essere disponibili solo in un limitato numero di zone. Parte dell'energia solare assorbita dalle piante si conserva sotto forma di energia chimica: questa energia viene poi restituita quando bruciamo la legna. Su questo principio si basa l'energia prodotta dalle biomasse utili per piccoli fabbisogni di energia locali. Infine vogliamo menzionare la geotermia. Scendendo verso il centro della Terra la temperatura aumenta di 3°C ogni 100 m. I vapori o l'acqua scaldati in profondità vengono sospinti fin sotto la crosta terrestre oppure emergono in superficie. Questi getti possono essere utilizzati per azionare delle turbine la cui energia cinetica di rotazione può poi essere convertita in energia elettrica. Anche in questo caso il principale limite è costituito dalla disponibilità di questa fonte di energia solo in un limitato numero di zone. Le risorse della Terra e le attività umane Le risorse naturali si dividono in: risorse energetiche; risorse minerarie; risorse biologiche. A loro volta possono poi essere ulteriormente suddivise in: risorse rinnovabili che si rigenerano costantemente ovvero non si esauriscono con l'uso e sono dunque sfruttabili senza limiti teorici (vento, radiazione solare, terreno agricolo, alimenti efibre tessili); risorse non rinnovabili come petrolio, carbone, gas naturale, disponibili in quantità finita o limitata ovvero destinate inevitabilmente all'esaurimento nel lungo periodo. Per millenni l'uomo ha sempre utilizzato risorse che provenivano da "fonti rinnovabili". Ma il concetto di rinnovabilità è relativo perché il sistema Terra è in grado di rigenerare molte cose ma a volte impiega tempi molto lunghi perciò, un uso eccessivamente rapido, può rendere queste risorse non rinnovabili. Ad esempio le risorse ittiche vengono continuamente generate dalla Terra, ma uno sfruttamento eccessivo potrebbe superare la capacità di generazione. Risorse energetiche Con la rivoluzione industriale, avviata a partire dal XVIII secolo, le fonti di energia convenzionali (legna) divennero non più sufficienti al nuovo sviluppo e così iniziò lo sfruttamento sempre più intensivo dei combustibili fossili, dapprima il carbone per arrivare poi al petrolio ed al gas naturale. Le riserve di questi combustibili fossili, formatisi nel nostro pianeta durante le ere geologiche, seppure presenti in grandi quantità, sono limitate ed appartengono alle "fonti esauribili" di energia come anche i minerali metalliferi e i prodotti per l'edilizia. Con la crisi petroliferadegli anni settanta del XX secolo nasce il problema energetico mondiale, con una nuova sensibilizzazione sull'uso razionale delle risorse, la ricerca di nuove fonti di energia alternative ai combustibili fossili e lo sviluppo di nuove tecnologie che favoriscano il risparmio energetico. Le più promettenti forme di energia alternativa sono: l'energia nucleare; l'energia solare derivabile dall'irraggiamento del Sole al suolo; l'energia eolica derivabile dallo sfruttamento dei venti; l'energia idroelettrica; l'energia geotermica con cui viene utilizzato il vapore acqueo proveniente dal sottosuolo soprattutto nelle zone geologicamente attive; l'energia da biomasse proveniente da boschi e foreste naturali, piante coltivate e rifiuti organici; l'energia delle maree grazie alla quale, mediante lo sfruttamento del moto ondoso degli oceani e dei flussi di marea, si generano grandi quantità di energia. Grande sviluppo hanno avuto gli impianti fotovoltaici che sono capaci di trasformare direttamente l'energia solare in energia elettrica. Nella società contemporanea, infine, il concetto di risorsa naturale è stato esteso anche alla risorsa ambientale, come la conservazione della biodiversità, la lotta all'inquinamento, la tutela del paesaggio, ecc. Un esempio, in tal senso, di risorse naturali è rappresentato dalle riserve marine, che definiscono gli ambienti marini, costituite da acque, fondali e tratti di costa peculiari. Risorse minerarie Sono parte delle materie prime disponibili sul nostro pianeta attraverso un lavoro di estrazione dalla crosta terrestre e dagli oceani a mezzo di risorse energetiche (ferro, rame, zinco, nichel,terre rare, silicio, metalli preziosi ecc.). Rappresentano dunque la fonte iniziale attraverso la cui lavorazione, trasformazione e utilizzo nei beni o prodotti di ogni giorno si permette la produzione di ricchezza o valore nonché materiali utilizzati a loro volta per la realizzazione di macchinari adibiti alla trasformazione di altre materie prime in prodotti finiti destinati al consumonella società. Si tratta di risorse naturali utilizzate in maniera intensiva nella società moderna a partire dalla prima rivoluzione industriale e per le quali sussistono, in alcuni casi, seri dubbi sul loro sfruttamento sostenibile specie in un contesto di scarso riciclo alla fine del ciclo di vita del prodotto finale. La loro limitata disponibilità a basso costo in rapporto alla crescente domanda ha portato, in alcuni casi, alla crescita sensibile del loro valore sul mercato della materie prime (es. rame). Risorse biologiche Sono tutto ciò che proviene dalla biosfera e dal mondo animale sotto forma di risorse coltivabili o sfruttabili (mari, foreste, pascoli, suolo agricolo) e che contribuiscono a dar vita ai prodotti alimentari (carne, pesce, frutta e ortaggi) immessi nella catena alimentare umana e animale stessa come fabbisogno primario di sopravvivenza. Fanno parte di questa categoria anche illegname come materiale da costruzione e i materiali tessili prodotti dal mondo animale a vegetale destinati in massima parte all'abbigliamento. Una particolare risorsa naturale biologica e vitale è l'acqua sia per uso agricolo e industriale sia per uso alimentare sotto forma di acqua potabile. Un dibattito ricorrente esiste sulla disponibilità di queste risorse in relazione alla crescente popolazione mondiale nonché sull'impatto di queste sulle condizioni di vita generali (vedi malthusianesimo). Risorse rinnovabili Le risorse rinnovabili, sia di materia sia di energia, sono risorse naturali che, per caratteristiche naturali o per effetto della coltivazione dell'uomo, si rinnovano nel tempo e risultano, quindi, disponibili per la sopravvivenza umana pressoché indefinitamente cioè non esauribili. Per quanto attiene alle risorse "coltivabili" - quali foreste, pascoli e suolo agricolo - il mantenimento delle caratteristiche di rinnovabilità dipende dall'abilità e dall'attenzione del coltivatore. Una risorsa rinnovabile si dice anche "sostenibile", se il tasso di riproduzione della medesima è uguale o superiore a quello di utilizzo. Tale concetto implica la necessità di un uso razionale delle risorse rinnovabili ed è particolarmente importante per quelle risorse - quali, ad esempio, le forestali - per le quali la disponibilità non è indefinita, rispetto ai tempi d'evoluzione della civiltà umana sulla Terra, quali invece, ad esempio, le fonti solari o eoliche. Le risorse rinnovabili presentano numerosi vantaggi, di cui i maggiori sono senza dubbio l’assenza di emissioni inquinanti durante il loro utilizzo (per questo sono dette “fonti pulite”) e la loro inesauribilità. L'utilizzo di queste fonti non ne pregiudica la disponibilità nel futuro e sono preziosissime risorse per creare energia riducendo al minimo l'impatto ambientale. In questo modo si tutela la natura nel rispetto delle prossime generazioni e, oltretutto, si limitano i costi di produzione e distribuzione di energia. Per quanto riguarda le risorse rinnovabili di tipo energetico, si considerano tali (più propriamente fonti): l'irraggiamento solare (per produrre energia termica e elettrica); il vento (fonte eolica d'elettricità); le biomasse (combustione per generazione termica e cogenerazione di calore e elettricità); i salti d'acqua (fonte idroelettrica); le maree e le correnti marine in genere; In senso lato, si possono considerare "fonti" rinnovabili anche i "pozzi" termici utilizzabili per il raffrescamento passivo degli edifici: aria (se a temperatura inferiore a quella dell'ambiente da raffrescare - raffrescamento microclimatico); terreno (raffrescamento geotermico); acqua nebulizzata (raffrescamento evaporativo); cielo notturno (raffrescamento radiativo). Le fonti di energia rinnovabili associate a tali risorse sono quindi l'energia idroelettrica, quella solare, eolica, marina e geotermica, ovvero quelle fonti il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilità nel futuro. Al contrario, le energie "non rinnovabili", sia per avere lunghi periodi di formazione, di molto superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili qualipetrolio, carbone, gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala dei tempi umana (in particolare l'isotopo 235 dell'uranio, l'elemento attualmente più utilizzato per produrre energia nucleare), sono limitate nel futuro[senza fonte]. Esse sono ancora allo stadio di ipotesi o in fase di sviluppo; non è quindi sempre chiaro il loro costo a regime, nonché il reale potenziale o peso sul fabbisogno di energia elettrica mondiale rispetto alle fonti di energia tradizionali quali combustibili fossili ed energia nucleare, vuoi anche per la non programmabilità di alcune di queste fonti (come fotovoltaico e eolico).[senza fonte] E’ importante sottolineare come le forme di energia presenti sul nostro pianeta hanno quasi tutte origine dall'irraggiamento solare, ad eccezione dell'energia nucleare, geotermica e delle maree. Senza il Sole non ci sarebbe infatti il vento, causato dal non uniforme riscaldamento delle masse d’aria, e con esso l'energia eolica. L'energia delle biomasse è energia solare immagazzinata chimicamente, attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana. L’energia idroelettrica, che sfrutta le cadute d’acqua, non esisterebbe senza il ciclo dell'acquadall’evaporazione alla pioggia, innescato dal Sole. Anche i combustibili fossili (carbone, petrolio, gas naturale) derivano dall’energia del sole immagazzinata nella biomassa milioni di anni fa attraverso il processo della fotosintesi clorofilliana, ma non sono rinnovabili in tempi storici. Gli ambienti della Terra: I PAESAGGI NATURALI DELLA FASCIA TROPICALE Nella fascia tropicale ci sono tre paesaggi: la foresta pluviale, la savana, il deserto. ZONA VICINO ALL’EQUATORE – FORESTA PLUVIALE Clima: le temperature sono alte tutto l’anno (20°-25°), piove molto tutto l’anno. Ambiente naturale Nella zona dell’equatore ci sono grandi foreste. Ci sono tantissimi tipi di piante: alberi alti, cespugli, erbe. Tutte le piante crescono vicine ed è molto difficile attraversare la foresta. Le piante più diffuse sono: le palme, i bambù, le liane, le magrovie. Le magrovie sono piante che crescono vicino all’acqua. Le radici della magrovie vivono nell’acqua. Nelle foreste vivono molti animali: uccelli, scimmie, rettili, insetti. Le più grandi foreste pluviali del mondo sono vicino al fiume Rio della Amazzoni (Sud America) e vicino al fiume Congo (Africa). Un’altra foresta pluviale si trova sulle isole dell’Indonesia e dell’Indocina (Asia). L’uomo e la foresta pluviale Nella foresta pluviale è difficile vivere. In Amazzonia e lungo il fiume Congo abitano poche persone. Queste persone vivono in modo semplice, fanno i cacciatori o raccolgono i frutti dagli alberi. Nella foreste pluviali dell’Asia abitano molte persone. In Asia gli uomini hanno tagliato molte foreste e le foreste sono diventate campi coltivabili. L’uomo sta distruggendo le foreste pluviali, taglia gli alberi. L’uomo usa il legno degli alberi per fare molti oggetti. L’uomo usa la terra senza alberi per coltivare. ZONA TRA L’EQUATORE E I TROPICI – SAVANA Clima: le temperature sono alte tutto l’anno, di giorno fa molto caldo e di notte la temperatura scende, piove molto per alcuni mesi e piove poco per altri mesi. Ambiente naturale Ci sono molti prati con alcuni alberi. Nella stagione delle piogge il paesaggio è tutto verde, l’erba dei prati è verde. Nella stagione secca il paesaggio diventa tutto giallo, l’erba è secca. Gli alberi della savana sono i baobab. I baobab hanno dei grandi tronchi per tenere l’acqua. Nella savana abitano tanti animali: giraffe, zebre, elefanti, leoni, tigri, leopardi. Ci sono anche molti insetti. L’uomo e la savana Una volta gli uomini allevavano gli animali o coltivavano piccoli campi per dare cibo alla loro famiglia. Oggi nella zona della savana ci sono grandi piantagioni: di canna da zucchero, cacao, caffè, tè, arachidi, cotone, caucciù, tabacco. Le piantagioni non sono degli abitanti della savana. Le piantagioni sono di alcune grandi multinazionali. Gli abitanti della savana lavorano nella piantagioni per pochi soldi. Approfondimento piantagione. dall’agricoltura di sussistenza all’agricoltura di ZONA LUNGO I TROPICI – DESERTI CALDI Clima: le temperature sono molto alte tutto l’anno di giorno (fino a 60°), la notte la temperatura scende molto, piove pochissimo. Ambiente naturale I deserti sono formati da sabbia o rocce. Nei deserti ci sono dei venti molto forti, ci sono pochissime piante. Le piante crescono solo nelle oasi. Sotto le oasi c’è dell’acqua e possono crescere le palme. I deserti più grandi sono: in Africa: il Sahara a nord e il Kalahari al sud, in Asia: la penisola arabica e l’Iran, in nord America, in sud America, in Australia. L’uomo e il deserto Nel deserto è difficile vivere. Nel deserto vivono pochissime persone. In alcuni deserti c’è molto petrolio. Gli uomini hanno costruito pozzi per estrarre il petrolio. I PAESAGGI NATURALI DELLA FASCIA TEMPERATA Nella fascia temperata ci sono paesaggi: la macchia mediterranea, le foreste di latifoglie e la prateria. ZONA MEDITERRANEA Clima: La zona mediterranea si trova vicino al mare e il mare influenza il clima: le estati sono calde e asciutte, gli inverni sono miti e un po’ piovosi. Ambiente naturale Ci sono molte piante che crescono nell’area mediterranea. Queste piante non sono molto alte: palme, olivo, vite, quercia da sughero, cipresso. Ci sono anche piante basse come: rosmarino, lavanda. L’uomo e la zona mediterranea Nella zona mediterranea abitano molte persone. Nella zona mediterranea ci sono grandi coltivazioni di olivi, viti, agrumi (arance, limoni, pompelmi), grano. ZONA FORESTE LATIFOGLIE Clima: La zona foreste latifoglie si trova vicino al mare e il mare influenza il clima. le estati sono fresche e gli inverni sono freddi, piove molto tutto l’anno. Ambiente naturale Una volta c’erano grandi foreste di latifoglie. Le latifoglie sono piante con le foglie grandi. Le foglie in inverno diventano gialle e cadono. Oggi gli uomini hanno tagliato molti alberi. L’uomo e la foresta di latifoglie Nella zona delle foreste di latifoglie abitano molte persone e ci sono grandi e importanti città e industrie. ZONA LA PRATERIA Clima La prateria si trova lontano dal mare. Le estati sono calde e gli inverni sono freddi, piove poco tutto l’anno. Ambiente naturale Ci sono tanti prati e pochi alberi. L’uomo e la prateria Nella zona della prateria abitano molte persone. Le persone allevano animali: mucche, cavalli, capre, pecore. Questi animali possono mangiare l’erba della praterie. Gli uomini coltivano la prateria con cereali, patate, barbabietola da zucchero, girasole. I PAESAGGI NATURALI DELLA FASCIA FREDDA Nella fascia fredda ci sono paesaggi: la taiga, la tundra, e i poli LA TAIGA Clima le estati sono brevi e fresche, gli inverni sono freddi, piove poco e solo in estate. Ambiente naturale Ci sono grandi foreste di conifere. Le conifere sono piante con le foglie piccole e hanno una forma a punta . Le foglie delle conifere non cadono in inverno. Nella foresta vivono molti animali con molto pelo: orsi, volpi, castori. L’uomo e la taiga Nella taiga abitano pochi uomini. E’ molto difficile vivere nella taiga perché fa freddo e non c’è cibo. Gli uomini pescano, cacciano gli animali e coltivano alcune piante. LA TUNDRA Clima l’inverno è lungo (nove mesi all’anno) e la temperatura è sempre sotto lo zero, l’estate è molto breve e fredda, nevica. Ambiente naturale La terra è coperta di neve e ghiaccio per molti mesi. Ci sono alberi bassi e piccole piante chiamate muschi o licheni. In estate arrivano alcuni animali: uccelli, renne. L’uomo e la tundra Nella tundra abitano pochi uomini. E’ molto difficile vivere nella tundra perché fa freddo e non c’è cibo. Gli uomini allevano le renne, pescano, cacciano gli animali. ZONA ARTICA E ANTARTICA Clima Le temperature sono sempre bassissime, c’è sempre neve e ghiaccio. Ambiente naturale La terra è ricoperta sempre di neve e ghiaccio L’uomo e i ghiacci Nella zona polare non abita nessuno. Solo alcuni scienziati abitano per pochi mesi. L’Africa L’Africa La storia Si dice che il primo uomo sulla Terra sia nato in Africa e che lì tutto sia incominciato. In una terra vasta e misteriosa, ricca di diversità. La storia dell‟Africa però è stata spesso trascurata per due motivi: la scarsità di documenti scritti e la poca considerazione nei confronti dei popoli considerati primitivi. Durante il Medioevo la storia del continente però è testimoniata dagli storici in lingua araba. A quel tempo nel continente africano si svilupparono diversi regni. I più importanti precedenti alla conquista araba furono quelli del Ghana e del Mali. Il più noto è il regno degli Zulu. Già negli anni precedenti al dominio arabo però gli africani venivano sfruttati. Venivano messi a lavorare nelle miniere, nelle piantagioni oppure venivano venduti come schiavi. I portoghesi avevano in Africa basi marittime e navi e avevano stabilito rapporti con sovrani locali: questi fornivano gli schiavi africani e in cambio ricevevano alcune innovazioni dei paesi “sviluppati”. Ai portoghesi inoltre si aggiunsero anche gli spagnoli che nelle colonie americane non riuscivano a trovare abbastanza manodopera. Infine si aggiunsero anche gli inglesi che cercavano anche loro manodopera. La situazione era così normale all‟epoca che il litorale occidentale dell‟Africa prese il nome di Costa degli Schiavi. In due secoli furono esportati cinque milioni di schiavi. Nella seconda metà dell‟Ottocento molti missionari ed esploratori si schierarono al fianco dell‟Africa denunciando la tratta degli schiavi benché il Congresso di Vienna ne avesse decretato l‟illegittimità. In seguito l‟Africa dovette anche subire il periodo della colonizzazione dove gli stati se la contendevano. Questo movimento storico avvenne nel corso del XIX secolo. Già in precedenza gli europei avevano posto sotto controllo alcuni territori, soprattutto costieri, ma durante questo periodo si realizza una vera e propria occupazione coloniale. La decolonizzazione iniziò negli anni sessanta del XX secolo. La conquista dell‟indipendenza africana fu molto tardiva rispetto agli altri paesi colonizzati e questo ritardo ha avuto pesanti conseguenze, sia sul piano economico che politico. Le formazioni di una classe dirigente, i partiti o istituzioni democratiche sono recenti e quindi molti paesi africani sono tuttora soggetti a ripetute crisi, in alcuni casi dovuti a contrasti etnici. L’Africa Fisica Il clima e il territorio L‟Africa è il secondo continente più grande per estensione e il suo territorio fa parte del tropico del Cancro,del tropico del Capricorno e della fascia equatoriale. Trovandosi in tre zone climatiche diverse del mondo in conseguenza l‟Africa presenta diversi climi nel suo continente. Il nord dell‟Africa è attraversato dal tropico del Cancro e da una parte della fascia equatoriale. Il centro del‟Africa è attraversato dalla fascia tropicale. Il sud dell‟Africa è attraversato da una parte della fascia equatoriale e dal tropico del Capricorno. In Africa ci sono zone piovose, aride e anche regioni desertiche. Le regioni piovose sono ricoperte da foreste pluviali, le regioni aride invece hanno solo piante che hanno bisogno di pochissima acqua e le regione desertiche sono ricoperte da sabbia. I principali climi africani sono quattro: il clima della foresta tropicale, quello della prateria, del deserto e il clima equatoriale. Il clima nella foresta equatoriale è molto caldo ed umido e non si trovano molte variazioni tra le stagioni. Il clima della prateria varia con le stagioni caratterizzandosi in inverni molto freddi ed estati molto calde. Il clima equatoriale è sempre abbastanza caldo, infatti, la temperatura media oscilla tra i 26 e i 28 °C. In questa zona si rileva una elevata piovosità annuale che si differenzia nelle stagioni. Il clima dei deserti è arido con cambiamenti termici molto forti cioè di giorno fa molto cado e di notte fa molto freddo. Nell‟Africa mediterranea si trova il deserto più grande del mondo che è il Sahara. Sahara in arabo vuol dire “vuoto”. Questo deserto è diviso in undici stati Il Sahara non è sempre stato un deserto ma ha subito sensibili alternazioni climatiche. Ci fu un tempo in cui era anche ricoperto dai ghiacciai nel periodo delle glaciazioni. A confine del deserto, nella parte mediterranea dell‟Africa, possiamo trovare la catena montuosa dell‟Atlante che attraversa la Tunisia,l‟Algeria e il Marocco; essa facendo da confine con il deserto presenta un aspetto arido e smussato. Sempre nell‟Africa mediterranea si trova il Nilo il fiume più lungo della Terra, che sbocca con un delta nel Mediterraneo ed è formato dal Nilo Bianco che nasce nella regione dei Grandi Laghi, e dal Nilo Azzurro che scende dalle montagne etiopiche. La Popolazione In Africa ci sono circa 900 milioni di persone. Il tasso di fertilità è il più alto del mondo ma è alta anche la mortalità, specialmente quella infantile, causata da malattie che nei paesi a reddito elevato sono state ormai vinte o controllate. I raggruppamenti etnici sono numerosi e differenziati anche all‟interno dei singoli paesi. Le differenze più evidenti sono quelle fra le popolazioni dell‟Africa settentrionale a nord del Sahara e quelle a sud del Sahara: le prime hanno in prevalenza caratteri arabi e le seconde sono di pelle nera. Nell‟area nord-orientale ci sono poi gli egiziani e gli etiopi, che presentano caratteri distinti. Le lingue sono del ceppo bantu e sono molto e diversificate fra loro. Per gli scambi commerciali e culturali si deve adottare una lingua “franca”, cioè comprensibile su vasta scala: servono allo scopo sia le lingue degli ex colonizzatori come il francese, il portoghese ed inglese. La religione più praticata è musulmana a seguire c‟è la religione di tipo animistico ed infine la cristiana che si divide in cattolica e protestante. La religione musulmana Questa religione è stata fondata in Arabia da Maometto, ed è praticata da circa un miliardo di fedeli. Confessione diffusa in larghissima maggioranza, non solo in tutti i paesi del medio oriente, ad eccezione di Israele, ma anche in Africa centro settentrionale. "Islam" è una parola araba che indica il concetto di sottomissione assoluta all'onnipotenza di Allah. La religione cattolica La religione cattolica, si contraddistingue dagli appartenenti ad altre confessioni cristiane, oltre che per i contenuti della sua fede, per la sua pratica culturale, specialmente per la fedeltà al magistero della chiesa. La religione protestante Conseguenza della dottrina teologica protestante, fu la negazione della messa come sacrificio dei sacramenti della confermazione della penitenza, dell' ordine del matrimonio dell'olio per gli infermi e di tutti i sacramentali, così che la liturgia cattolica fu abolita in gran parte , compreso il culto della Madonna e dei Santi: quasi tutti i protestanti hanno conservato unicamente il battesimo e l'eucaristia nella sola forma della cena. Saltando gli anglicani hanno ripreso gran parte della liturgia cattolica. Tuttavia la liturgia protestante accompagna i momenti particolari della vita; come il matrimonio e la morte, con preghiere derivate o ispirate sopratutto della Bibbia. Animismo L'animismo è una delle tante religioni Africane. Questa gente crede che oltre agli dei esistono altri esseri di natura quasi divina, che come demoni e spiriti possono essere benefici o malefici nei confronti dell' uomo. L’economia L‟Africa è ricca di risorse da cui gli europei vengono attratti come: l‟argento, il rame, il cobalto, l‟uranio,i diamanti, l‟oro, il carbone, il petrolio e gas naturale. La povertà in alcun zone dell‟Africa quindi non è dovuta a scarse risorse ma agli europei che si appropriano di queste risorse per poco o niente. Gli europei inoltre non si limitano ad appropriarsi delle risorse africane ma molto spesso sfruttano gli abitanti di questo enorme continente. I modelli di sviluppo economico L‟economia africana si basa soprattutto sui lavori primari come:l'allevamento, agricoltura, la pesca, piccoli lavori artigianali e l'attività mineraria. Anche se numerosi stati svolgono scambi a lunga distanza, commercio e reti di comunicazione. Prima della colonizzazione Europea l'Africa esportava oro, noci di cola, rame, piume di struzzo e sale; ma quando essi arrivarono crearono confusione e scompiglio nella politica e società Africana. Cominciarono la tratta degli schiavi in modo molto più continuo di quello che era accaduto nell'epoche precedenti. Cominciarono a introdurre tecnologie e culture europee che non sempre furono vantaggiose. Silvicoltura e pesca Un quarto dell'Africa è coperto da foreste, infatti si esporta il legno duro dalla Costa d'Avorio, Liberia, Ghana e Nigeria. In Africa il legname è usato principalmente come combustibile. La pesca è praticata soprattutto nei laghi della Rift Valley, ma anche in mere aperto ed ha un rilievo commerciale importante in: Marocco, Mauritania, Namibia, Mozambico e nella Rep. Sudafricana. Agricoltura e Allevamento L'Africa è in prevalenza dedita alla pastorizia e all'agricoltura. A nord si coltivano prevalentemente cereali, come: avena, orzo e mais, ma anche datteri, olive e molte specie di ortaggi. Nella regione del Sahara, i nomadi allevano cammelli e capre. Oltre a questi animali in Africa, si allevano pecore, asini, cavalli. Nelle regioni a sud del Sahara e nelle regioni costiere a nord vengono bruciati piccoli pezzi di foreste per ripulirli e poi coltivarli. Negli altopiani costieri e nelle aree boscose si ha la produzione di banane, gombo, manioca e igname; nelle foreste pluviali invece: sorgo, miglio, riso e mais. Molti prodotti come chiodi di garofano, caffè, ananas, cotone, cacao, zucchero, tè, mais, caucciù, agave, arachidi, tabacco sono diffusi in tutto il continente e destinate all'esportazione. Attività mineraria L'attività d'estrazione è molto importante in Africa per il commercio estero e per le fabbriche del settore. La Repubblica Sud Africana possiede miniere di oro, diamanti, rame, cromo, carbone e amianto; si trovano anche giacimenti di Uranio. La Libia esporta petrolio, la Nigeria petrolio, gas naturale, carbone e stagno; la Namibia diamanti e uranio, l'Algeria petrolio, gas naturale e minerali di ferro. La flora africana La vegetazione nell'Africa è abbastanza ricca. Le piante caratteristiche del continente sono: la palma da dattero e alcuni tipi di banani. Il Banano I banani sono tra le più grandi piante erbacee con radici perenni. Il fusto è formato da foglie inserite una nell'altra. Nella cima del fusto sbocciano fiori maschili o femminili. Questi ultimi producono il "casco" delle banane. I fusti vengono tagliati dopo aver fatto i frutti, perché muoiano. La radice crea nuovi fusti quali maturano in meno di un anno. Palma da dattero Palma da dattero è il nome di una famiglia di piante che vive nelle zone tropicali. Il suo fusto è grosso e cilindrico, può essere rampicante, cespuglioso e può arrivare ai cinquanta metri di altezza. La palma da dattero produce la noce di cocco. Tra le specie più importanti si ricordano: la palma a fibra, originaria del Madagascar, che fornisce la rafia e la palma da olio. Molte specie sono coltivate a scopo ornamentale. La fauna La fauna è caratterizzata da molte specie di mammiferi differenti. Caratteristici dell'Africa sono: i cammelli, i gorilla, le giraffe, gli elefanti, il leone, ed altri, non presenti in ambienti omologhi di altri continenti. Il leone Il leone è un animale carnivoro ed appartiene alla famiglia dei felini. È diffuso in tutto il continente africano. Raggiunge fino a un metro di altezza e tre metri di lunghezza. Il suo mantello è liscio ed è abbastanza scuro. Il maschio ha una grossa criniera. Vive nelle savane e nelle steppe, ha abitudini notturne e si nutrono di antilopi, zebre, bufali ed altri. Quasi mai la femmina partorisce più di due piccoli al giorno. La giraffa La giraffa è ruminante ed è il più alto degli animali infatti può raggiungere i 6 metri di altezza. Era molto diffusa in Africa. Il mantello è giallastro con alcune macchie di color marrone scuro. Si nutre di foglie delle mimose, di acacie, e di altri alberi ad alto fusto. L'elefante L'elefante è il più grande mammifero terrestre. L'elefante Africano supera i tre metri e mezzo di altezza, ha una pelle rugosa e spessa e un naso flessibile, chiamato proboscide con il quale afferra il cibo e l'acqua portandoli alla bocca. Si ciba di foglie e frutta. A 25 anni è considerato giovane e a 50 vecchio. Da adulto può arrivare a un peso di 6 tonnellate. Il cammello Il cammello è un mammifero ruminante ed è molto usato come animale da sella nelle regioni desertiche e la sua varietà africana ha una solo gobba ed è chiamato dromedario. Il gorilla Il gorilla è la più grande scimmia. Vive nelle foreste equatoriale e può raggiungere 2 metri di altezza e 3 quintali peso. Ha la pelle grinzosa, coperto di peli neri folti sul capo e radi sul petto. Il gorilla ha una bocca grande, naso schiacciato e occhi infossati. Le sue zampe sono molto robuste e lunghe. Si nutre di frutta e radici. Le femmine e i piccoli dormono sugli alberi. L’Africa Mediterranea La fascia costiera del Mediterraneo è costituita dal Maghreb che in arabo vuol dire occidente e serve ad indicare il territorio occupato dal Marocco, Algeria, Tunisia. C‟è anche la Liba che però non rientra nei paesi del Maghreb perché ha una posizione centrale. Sul mediterraneo si affaccia anche l‟Egitto. Dal punto di vista fisico si individuano due ragioni naturali: un ambiente di tipo mediterraneo e un ambiente desertico sahariano. Gli unici fiumi appartengono al versante mediterraneo. Nell‟Africa mediterranea l‟unica religione praticata è quella musulmana. Nelle oasi e nelle montagne del Sahara ci sono popolazioni berbere. I più noti sono i cosiddetti “uomini blu” chiamati così per il colore dei loro mantelli. I paesi dell‟Africa mediterranea hanno un reddito pro capite più alto della media africana però la popolazione analfabeta è ancora alta. Le attività economiche principali sono l‟agricoltura e l‟allevamento ma in Marocco ed Egitto è abbastanza rilevante l‟attività del turismo. ASIA >AMBIENTE: l'Asia è il continente più vasto del mondo. Confina con l'Europa attraverso la catena degli Urali e del Caucaso, con l'America con lo stretto di Bering e con l'Africa con l'istmo di Suez. Morfologicamente si può dividere in tre aree: quella settentrionale, più antica e con pianure e bassipiani, quella centrale, formata da altipiani e alte catene montuose (Himalaya), e quella meridionale, costituita da tavolati e pianure alluvionali. IDROGRAFIA: si possono contare quattro gruppi di fiumi: quelli che sfociano nel mar Glaciale artico (Ob, Jenisej e Lena), nell'oceano Pacifico (fiume Giallo e fiume Azzurro), nell'oceano Indiano (Indo, Gange, Tigri ed Eufrate) e quelli che non raggiungono il mare ma alimentano i laghi interni. CLIMI E AMBIENTI: nella parte settentrionale il clima è freddo, ha come vegetazione la tundra, mentre più a sud si entende la taiga; nella parte centrale gli inverni sono molto freddi e le estati molto calde e la vegetazione è formata da steppe e deserti; infine, nella parte meridionale e orientale il clima è tropicale umido, caratteristica portata dai monsoni, e la vegetazione presente è quella della foresta pluviale. >POPOLAZIONE: supera i 3.7 miliardi di persone, circa il 60% della popolazione mondiale, disposte in aree più densamente abitate e in aree invece desertiche. negli ultimi anni c'è stato un notevole incremento demografico dovuto alla diminuzione del tasso di mortalità. ETNIE E LINGUE: prevalgono due gruppi etnici: quello mongoloide (pelle gialla e occhi a mandorla come cinesi, tibetani, birmani, giapponesi, coreani mongoli e siberiani, i quali parlano lingue sinotibetane) e quello europoide (pelle chiara e differenti tratti somatici come afghani, armeni, persiani e arabi, di lingua indoeuropea), minori sono invece le presenze australoidi e negroidi. RELIGIONI: sono le più antiche del mondo e sono: l'ebraismo (Israele), il cristianesimo (Armenia e Filippine), l'induismo e il buddhismo (India), il confucianesimo e il taoismo (Cina), lo scintoismo (Giappone) e l'islamismo (Arabia). >ECONOMIA: in Asia sono presenti situazioni economiche contrastanti: il Giappone si contende il primato con gli Stati Uniti mentre l'India nonostante l'industrializzazione a cui è andata incontro è soggetta a carestie e catastrofi naturali. AGRICOLTURA E ALLEVAMENTO: nella regione monsonica si coltiva per lo più riso, nelle zone aride e semiaride, frumento e mais. Oltre a queste ci sono le colture di piantagione, importate dai colonizzatori, come tè, caffè, canna da zucchero, cacao, caucciù, arachidi, banane e cotone. INDUSTRIA: il Giappone tende a diventare una delle maggiori potenze mondiali in fatto economico, la Cina lo segue a ruota grazie all'introduzione dell'econoia di mercato e nonostante ciò, l'India è costituita da mercati finanziari più efficienti e trasparenti di quelli cinesi. l'elevata industrializzazione è dovuta al basso costo di manodopera e dalle agevolazioni fiscali. l'economia dell'area mediorientale è caratterizzata dall'estrazione del petrolio. >>IL MEDIO ORIENTE: I CARATTERI L'AMBIENTE: è dominato dall'altopiano desertico e circondato da catene montuose di cui il monte Ararat è il monte più alto. è caratterizzato inoltre dalla mezzaluna fertile, che corrisponde alla Mesopotamia (formata da Tigri ed Eufrate), dalle oasi della Siria e dalle coste di Libano e Israele. il fiume più importante è il Giordano, che sfocia nel mar Morto. la regione comprende tre ambienti climatici: desertico, stepposo e mediterraneo. ETNIE E RELIGIONI: ci sono tre etnie dominanti (quella dei semiti, degli anatolici e dei turchi) accompagnate da tre gruppi religiosi (ebraismo, cristianesimo e islamismo), dove non mancano tensioni politiche e militari. ECONOMIA: prima di scoprire i giacimenti di petrolio, l'economia era basata essenzialmente sull'agricoltura e sull'allevamento ovino, quest'ultimo collegato alla lavorazione della lana e alla produzione di tappeti e tessuti pregiati. >IRAQ L'AMBIENTE: l'Iraq è situato nella pianura mesopotamica, il territorio è principalmente costituito dalla zona caratterizzata dalla steppa e quella costituita da deserti. LA POPOLAZIONE: quella prevalente è araba, divisa tra sunniti e sciiti, mentre la minoranza è curda ECONOMIA: è sorretta dall'estrazione di petrolio e gas naturali, oltre che dall'industria petrolchimica e da un'agricoltura basata su coltivazioni cerealicole. CITTA': la capitale è Baghdad, il maggiore centro industriale e commerciale del paese. le altre città si basano sull'estrazione del petrolio e la principale è Bassora. >IRAN L'AMBIENTE: è il vasto e popoloso degli stati mediorientali. è costituito da un grande altopiano centrale, da un clima arido e da un ambiente desertico. LA POPOLAZIONE: è composta da una maggioranza di etnie iraniche e minoranze arabe, turche e curde. ECONOMIA: è basata sulla coltivazione di cereali e cotone e su un allevamento nomade. la principale risorsa è il petrolio. CITTA': la capitale è Teheran, le altre città important sono Mashad, Esfahan e Tabriz. >TURCHIA L'AMBIENTE: è costituito da un vasto altopiano circondato da montagne, si riconoscono inoltre due regioni climatiche: mediterranea sulle coste e la steppa più all'interno. LA POPOLAZIONE: è di origine turca e costituita anche da una minoranza curda. ECONOMIA: la produzione agricola è caratterizzata da colture mediterranee (frutta e agrumi) e da cereali, l'allevamento è per lo più ovino e caprino e la risorsa mineraria più importante è il cromo. CITTA': la capitale è Ankara, mentre tra le città più importanti si ricorda Istanbul, che è il maggiore e principale centro economico turco. UN PONTE TRA EUROPA E ASIA: la Turchia ha sempre cercato di instaurare rapporti con i paesi occidentali, proprio per questo motivo è entrata nella Nato ed è candidata all'ingresso dell'Unione Europea. >ISRAELE LA NASCITA DELLO STATO DI ISRAELE E I CONFLITTI CON I PALESTINESI: lo stato di Israele nasce nel 1948. verso la seconda guerra mondiale il desiderio di uno stato ebraico in quella zona crebbe, soprattutto causato dalle persecuzioni naziste. a discapito degli abitanti di sempre di quella zona, l'Onu riconobbe lo stato di Israele, e spartì i confini con lo stato palestinese. la guerra tra israeliani e palestinesi è sempre stata causata dal contendersi la strisca di Gaza che si trova al confine. L'AMBIENTE: la regione meridionale è pressochè desertica mentre quella settentrionale è caratterizzata da un clima mediterraneo e dalla presenza del fiume Giordano e del Mar Morto. LA POPOLAZIONE: per lo più ebrea ECONOMIA: l'agricoltura è estremamente produttiva; le colture prevalenti sono quelle mediterranee, le industrie sono quelle tradizionali (tessili, alimentari, abbigliamento) accanto alle quali si sono poste quelle petrolifere, siderurgiche e chimiche, oltre all'industria high-tech, facendo di questo paese una potenza tecnologica mondiale. CITTA': la capitale è Gerusalemme, ma la città più importante è Tel Aviv e il porto principale è quello di Haifa. > LIBANO, SIRIA, GIORDANIA E PENISOLA ARABICA L'AMBIENTE: altipiani non molto elevati, caratteristico clima arido e lungo le coste diventa mediterraneo. POPOLAZIONE: per prevalenza araba, dove le immigrazione forzate dei palestinesi hanno provocato forti contrasti interni. ECONOMIA: queste regione possiede scarse risorse naturali (fosfati, salgemma) e basa la propria economia su un allevamento nomade e su un'agricoltura tradizionale. CITTA': la capitale della Siria è Damasco, quella della Giordania è Amman, quella del Libano è Beirut. GLI ALTRI STATI DELLA PENISOLA ARABICA: sono gli stati che si affacciano sul golfo Persico, sull'oceano Indiano o sul Mar Rosso. l'ambiente è caratterizzato da deserti, dove sono ingenti le risorse petrolifere. la popolazione è per la maggior parte araba che pratica l'allevamento seminomade. l'Arabia saudita, con capitale Riyadh, è lo stato più esteso, poi ci sono gli EMirati Arabi Uniti (Kuwait, Bahrein, Qatar e Oman). poi c'è la Repubblica dello Yemen, con capitale San'a e la città più importante per la raffineria è Aden. LA RISORSA PETROLIO: i ricavi del petrolio hanno consentito l'irrigazione delle regioni desertiche. l'estrazione petrolifera, inoltre, ha contribuito a creare industrie petrolchimiche e raffinerie, oltre all'ampliamento delle industrie tessili e alimentari già presenti nel territorio. >>IL CAUCASO E L'ASIA CENTRALE: I CARATTERI L'AMBIENTE: è formato da un vasto altipiano arido e stepposo spazzato da venti e bufere. a ovest del mar Caspio c'è la catena del Caucaso. a sud si riprendono i rilievi con la catena dell'Hindukush e l'altopiano del Pamir. il clima è continentale caratterizzato da forti escursioni termiche, etstai torride e inverni gelidi. LA POPOLAZIONE: nei paesi transcaucasici la popolazione è formata da georgiani, azeri e armeni. i paesi dell'Asia centrale invece hanno una forte disomogeneità etnica anche se generalmente la popolazione è mongola. L'ECONOMIA: l'integrazione del sistema sovietico ha portato qualche beneficio, contribuendo alla realizzazione di imponenti reti idriche. il settore primario è caratterizzato dalla coltivazione del cotone e dall'allevamento. la presenza di importanti materie prima e risorse energetiche ha favorito l'installazione di fabbriche siderurgiche e meccaniche. >GLI STATI LE REPUBBLICHE CAUCASICHE: Armenia (con capitale Jerevan), Azerbaigian (con capitale Baku) e Georgia (con capitale Tbilisi) non sono molto estesi, e sono inoltre poco popolati. le colture prevalenti sono tabacco, cotone, cereali, riso e barbabietola da zucchero. l'allevamento è ben sviluppato. è rilevante la produzione di petrolio. LE REPUBBLICHE ASIATICHE: Turkmenistan (con capitale Asgabat), Uzbekistan (con capitale Taskent), Tagikistan (con capitale Dusanbe), Kirghizistan (con capitale Biskek) e Kazakistan (con capitale Astana e più importante centro scientifico-industriale Alma-Ata), si trovano nella zona della steppa che degrada nel deserto. I fiumi himalayani alimentano i grandi laghi (Aral, Balhas e Zajsan). Le cinque repubbliche hanno un territorio molto vasto, ma con scarsa popolazione. Si producono cotone, canapa, barbabietola da zucchero, riso e in Uzbekistan cereali, frutta e uva. L’allevamento è tipico di ogni zona: karakul in Turkmenistan e Kazakistan, yak e cammelli in Tagikistan e cavalli in Kirghizistan. le industrie disponibili sono quelle minerarie ed energetiche (petrolio, carbone, gas naturale, ferro e rame). L’Afghanistan è privo di sbocchi sul mare ed è un territorio montuoso. Il clima è continentale e caratterizzato da una forte aridità. Il paese è profondamente islamico e le condizioni di vita sono di estrema povertà. La capitale dell’Afghanistan è Kabul. >>IL SUBCONTINENTE INDIANO: I CARATTERI L’AMBIENTE: può essere distinto in quattro aree geografiche: quella a nord caratterizzata dalla montagna, come la regione del Belucistan (appartenente al Pakistan), dell’Himalaya e del Karakorum, con climi generalmente aridi; quella centrale dove si estende la pianura indogangetica composta dai fiumi Gange, Indo e Brahmaputra; quella a sud è composta dall’altopiano del Deccan mentre l’ultima è la parte peninsulare composta delle Maldive e dallo Sri Lanka, con vegetazione equatoriale. L’area orientale è caratterizzata dai monsoni. L’ECONOMIA: alla base dell’economia c’è l’agricoltura nonostante la presenza di alcune aree industriali. L’allevamento riveste un ruolo economico di primaria importanza. Il reddito procapite è uno dei più bassi del mondo poiché la crescita demografica e la forte urbanizzazione non consentono a buona parte della popolazione una vita dignitosa. >INDIA: LA POPOLAZIONE LA DOMINAZIONE INGLESE E L’INDIPENDENZA: nel 1858 l’India divenne una colonia inglese. Le prime rivendicazioni di autonomia si ebbero in seguito all’opera di Gandhi. Nel 1947 il paese ottenne l’indipendenza e si costituì in repubblica federale; ora in India si parlano circa 200 lingue, anche se la più diffusa è l’hindi. È il secondo paese al mondo per il numero di abitanti. L’INDUISMO E LA DIVISIONE IN CASTE: la religione qui ha un ruolo importantissimo: è una vera e propria filosofia di vita basata sulla reincarnazione delle anime. L’anima quando muore un corpo trasmigra in un altro, che può appartenere ad un’altra casta. Le caste sono alla base di tutta l’organizzazione sociale, politica ed economica indiana. La prima casta comprende i Brahmini, cioè i sacerdoti, poi ci sono i guerrieri, i commercianti, i coltivatori e un gruppo di fuori casta (i Parìa, cioè gli intoccabili), quelli che svolgono i lavori più umili. DIVERSI GRUPPI ETNICI E RELIGIOSI: in India esistono importanti minoranze religiose (musulmani, sikh, buddhisti e cristiani) che a volte entrano in contrasto con gli induisti, rendendo la convivenza difficile. I sikh chiedono la creazione di uno stato indipendente. >INDIA: L’ECONOMIA L’INTERVENTO DELLO STATO: dopo l’indipendenza, è stato scelto un sistema economico che pur mantenendo il libero mercato prevede un largo controllo dello stato sui principali settori produttivi. L’AGRICOLTURA: è alla base dell’economia indiana, nonostante la maggior parte della popolazione pratichi quella di sussistenza. I prodotti coltivati sono riso e frumento. Non mancano le grandi aziende capitalistiche spesso controllate da multinazionali straniere in cui si pratica la monocoltura di cotone, iuta, tè e spezie destinata all’esportazione. Per quanto riguarda l’allevamento, l’India dispone del più elevato numero di bovini al mondo, poiché per la religione sono animali sacri e quindi non possono essere mangiati. L’INDUSTRIA: l’India è la decima potenza industriale del mondo, anche se il miglioramento delle condizioni di vita è stato garantito solo da una minoranza di persone. Lo sviluppo è stato possibile da una buona disponibilità di risorse energetiche e minerarie, dai bassi salari pagati alla manodopera, dai forti investimenti statali e da una rete ferroviaria potenziata. Il settore più importante è il tessile, e molto sviluppato è quello dell’industria cinematografica e informatica. Inoltre sono stati investiti capitali per la ricerca del nucleare. >INDIA: LE CITTA’ AGGLOMERATI CON MILIONI DI ABITANTI: le aree più sviluppate sono Calcutta (mercato di sbocco per la produzione di cotone e iuta; è il principale centro industriale del Paese e ospita industrie cantieristiche, meccaniche, chimiche e metallurgiche), Bombay (dalla coltivazione del cotone sotto il governo britannico allo stanziamento di industrie tessili; è il più importante centro finanziario), Delhi (è la capitale politica dell’India; è formata da due nuclei, uno vecchio e uno nuovo chiamato New Delhi) e Madras, Bangalore e Hyderabad (i più importanti centri industriali) . La popolazione che abbandona le campagne si stabilisce nelle baraccopoli, ormai sovraffollate. >GLI ALTRI STATI IL PAKISTAN: è ancora molto arretrato dal punto di vista economico e l’agricoltura è l’attività prevalente. Sono presenti colture di piantagione, come cotone canna da zucchero e tabacco. L’incremento annuo della popolazione è uno dei più alti del mondo. La capitale è Islamabad, poi c’è il centro economico più importante situo a Karachi e quello agricolo a Lahore. IL BANGLADESH: è uno dei paesi più poveri e più densamente popolati del mondo. L’attività predominante è quella agricola, anche se le coltivazioni di sussistenza non riescono, ci sono gli aiuti umanitari stranieri per garantire l’autosufficienze del Paese. >>LA REGIONE CINESE E IL GIAPPONE: I CARATTERI TRE AREE DIVERSE: continentale (Mongolia e Cina), peninsulare (Corea del Nord e del Sud) e insulare (Giappone e Taiwan) LA PARTE CONTINENTALE: è la parte più estesa. Semplificando si possono distinguere una regione montuosa a ovest e una ricca di pianure a est. A nord c’è l’altopiano della Mongolia, è coperto dalla steppa e dal deserto sabbioso di Gobi. LA PARTE INSULARE: è situata tra il mar Cinese Orientale e il mar Cinese Meridionale. L’arcipelago giapponese è costituito da migliaia di isole montuose e vulcaniche (Honsu, Hokkaido, Kyushu e Shikoku), dove sono frequenti i terremoti. Le isole Ryukyu, di origine corallina, collegano il Giappone a Taiwan. >LA CINA: L’AMBIENTE LA REGIONE OCCIDENTALE: è essenzialmente montuosa, arida e poco popolata. Si divide in tre aree: a nord c’è l’altopiano della Mongolia e il deserto di Gobi, a nord-ovest c’è l’altopiano del Sinkiang attraversato dai monti Tian Shan, a sud-ovest c’è l’altopiano del Tibet, delimitato dalla catena dell’Himalaya e del Kunlun Shan. I fiumi della Cina non hanno corso completo perché vengono inghiottiti dalla sabbia prima che raggiungano il mare. Il più importante è il Tarim. LA REGIONE ORIENTALE: ricca di pianure attraversate da importanti corsi d’acqua; anch’essa si divide in tre zone: a nord-est si trova la Manciuria (in parte collinare e in parte pianeggiante, formata dal fiume Giallo che dà fertilità grazie all’accumulo di polveri fini), al centro si trova la pianura del fiume Azzurro (il più lungo dell’Asia e uno dei più importanti del mondo) e a sud ci sono colline e brevi pianure (dove sono presenti le principali riserve idriche che hanno reso possibile la coltivazione del riso); il clima di questa regione è caratterizzato da fortissime piogge stagionali. IL TIBET: quasi interamente occupato dalla catena più elevata del pianeta: quella dell’Himalaya. >LA CINA: POPOLAZIONE IL PAESE PIU’ POPOLATO DEL MONDO: gli abitanti sono circa un miliardo e 305 milioni. Questo incremento demografico che la Cina ha subito dalla seconda metà del Novecento è riconducibile all’elevato numero delle nascite e alla diminuzione delle morti, conseguenza del generale miglioramento delle condizioni alimentari e igienico-sanitarie. A partire dagli anni settanta, il governo ha intrapreso una campagna per la limitazione delle nascite, per cui è stata ritardata l’età del matrimonio e ridotto il numero dei figli (uno per coppia). Per questo motivo il tasso di natalità si è fortemente abbassato. >LA CINA: L’ECONOMIA L’AGRICOLTURA: alla fine degli anni settanta è stata introdotta l’economia di mercato. L’agricoltura oggi infatti ha raggiunto l’autosufficienza alimentare. I notevoli progressi sono dovuti anche alla meccanizzazione degli strumenti adoperati. Si coltiva riso, soia, tè, cotone e tabacco nella zona sud-orientale; grano, miglio, sorgo, soia e cotone a nord; la poca produzione nell’area occidentale dovuta al basso sviluppo. L’INDUSTRIA: dopo l’introduzione di un’economia di mercato la Cina è andata incontro ad una straordinaria crescita economica, che si basa su una forte industrializzazione, avvenuta grazie all’arrivo di ingenti capitali stranieri attirati in Cina sia dal basso costo della manodopera sia da alcune agevolazioni fiscali introdotte dal governo. GLI INSEDIAMENTI E LE CITTA’: Pechino, capitale della Cina, ospita numerose industrie attive in diversi settori produttivi. Altra importante città è Shanghai, capitale economica del paese, in cui è particolarmente sviluppato il settore tessile, e la zona della Manciuria che dispone di ingenti risorse minerarie ed energetiche come petrolio e carbone; qui ha sede il più importante nucleo dell’industria siderurgica cinese. >GIAPPONE: L’AMBIENTE UN LUNGO ARCO DI ISOLE VULCANICHE: l’arcipelago Giapponese è costituito da oltre 3000 isole, quasi tutte disabitate. Le principali sono quattro: Hokkaido, Honshu, Shikoku e Kyushu. Si collocano su una delle più importanti linee sismiche del pianeta, ricca di crateri vulcanici: il monte Fuji è il più alto cratere giapponese ancora attivo. La fertilità dei suoli lavici ha sempre comportato insediamenti umani. Le catene montuose occupano la quasi totalità delle isole giapponesi. IL CLIMA: la forma dell’arcipelago comporta diverse condizioni climatiche. Generalmente si può dire che è caratterizzato da correnti marine, calde o fredde, comportando rispettivamente piovosità abbondante con vegetazione tropicale (Kyushu e Shikoku) e un clima rigido (Hokkaido). LA NATURA E L’INTERVENTO DELL’UOMO: spesso vengono attuate industrie senza tutelare le risorse del paese. Numerose aree marittime risultano compromesse comportando anche l’inquinamento atmosferico. >IL GIAPPONE: LA POPOLAZIONE E LE CITTA’ LA POPOLAZIONE: il Giappone è abitato per la maggioranza da giapponesi e per la minoranza dagli ainu. È un paese molto industrializzato con un’alta densità di popolazione. Essendo montuoso all’interno, il Giappone è abitato maggiormente sulle coste. Il tasso di urbanizzazione è elevatissimo in tutto il paese, infatti sono poche le persone che vivono in campagna. TRADIZIONE E MODERNITA’ NELLA CULTURA GIAPPONESE:nonostante la modernità del paese, permangano molti elementi della cultura tradizionale (come vivere nel buraku, tipico villaggio nipponico formato da abitazioni che accerchiano il tempio scintoista). La religione di stato è lo scintoismo, che si basa sul culto degli avi e della natura. Le arti marziali vengono tuttora insegnate nelle scuole e durante le feste vengono simulate battaglie antiche. LE CITTA’: la capitale è Tokio. La conurbazione sorta attorno alla città comprende Yokohama e Osaka (seconda città industriale del paese). Qui hanno sede molti istituti bancari e le agenzie più importanti del paese, oltre a una delle principali Borse mondiali. Altre città importanti sono Kobe (il porto più importante per il commercio estero), Nagoya, Kawasaki, Fukuoka e Kyoto (ex capitale). >GIAPPONE: L’ECONOMIA IL SETTORE PRIMARIO: l’agricoltura giapponese è molto produttiva, grazie all’uso di fertilizzanti chimici e terrazzamenti che hanno reso coltivabili gran parte dei pendii. La coltura più diffusa è quella del riso, anche se vengono coltivati anche tè, ortaggi e legumi, nonché i bachi da seta. LA PESCA: il mare è un’importante fonte di ricchezza: le correnti calde e fredde permettono la riproduzione dei plancton, cibo per molte varietà di pesci. È praticata sia sotto costa che al largo con imbarcazioni attrezzate. È il sesto in graduatoria mondiale per quantità di pescato. L’INDUSTRIA: è all’avanguardia in numerosi settori (industria siderurgica, meccanica, chimica, di precisione (per gli strumenti ottici) ed elettronica) ed è la seconda potenza al mondo. IL TERZIARIO: la Borsa di Tokio è tra le principali al mondo e il Giappone è un centro finanziario di importanza planetaria. Notevole è anche il numero di addetti al commercio. >GLI ALTRI STATI MONGOLIA: occupa un territorio per lo più desertico con clima continentale. La maggior parte della popolazione è nomade. Oggi è una repubblica parlamentare con regime democratico che ha avviato il paese verso un’economia di mercato. Le attività economiche si basano sull’allevamento tradizionale e sulle risorse minerarie. LE DUE COREE: il territorio è in gran parte montuoso. Si divide in due Coree: la Corea del Nord (paese ad ordinamento socialista, che dispone di un certo potenziale industriale e di risorse minerarie, con un reddito però comunque nella fascia medio-bassa) e la Corea del Sud (adotta un modello economico di tipo capitalistico che ha fatto registrare nell’ultimo ventennio lo sviluppo economico più alto, favorito da capitali stranieri che sfruttano il basso costo della manodopera). TAIWAN: stato instaurato dai vecchi dirigenti della Cina. Basa la propria economia su uno sviluppo industriale, ultimamente orientato verso l’elettromeccanica e l’elettrotecnica. L’agricoltura è ancora largamente praticata sia per la sussistenza che per l’esportazioni. 2 -Geografia- L’America IL CONTINENTE AMERICANO Il continente americano viene tradizionalmente suddiviso in tre grandi regioni: America settentrionale, America Centrale, America meridionale. Da un punto di vista socio-culturale il continente può essere suddiviso in due grandi aree: America settentrionale, America Latina. Il continente presenta una vastissima gamma di paesaggi naturali, una grande diversità culturale ed enormi contrasti economico-sociali. America settentrionale che comprende: Canada e Stati Uniti d‟America. America centrale che comprende: Antigua e Barbuda, Bahama, Barbados, Belize, Costarica, Cuba, Dominica, Repubblica Dominicana, L Salvador, Giamaica, Grenada, Guatemala, Haiti, Honduras, Messico, Nicaragua, Panama, Saint Kitts e Nevis, Saint Lucia, Saint Vincent, e Grenadine, Trinidad e Tobago. America meridionale che comprende: Argentina, Bolivia, Brasile, Cile, Colombia, Ecuador, Guyana, Paraguay, Perù, Suriname, Uruguay, Venezuela. Il territorio e l’idrografia LA MORFOLOGIA DEL TERRITORIO Un‟enorme e giovane catena montuosa si snoda lungo la costa occidentale, la cosiddetta Dorsale Continentale Pacifica. Le regioni orientali sono occupo arte da rilievi molto antichi che danno luogo ad altipiani o a catene basse e arrotondate, come la Catena degli Appalachi. Nelle regioni centrali si estendono grandi pianure: in America settentrionale le Pianure interne del Canada (Plains), che proseguono negli Stati Uniti con le Grandi Pianure; in America meridionale la Pianura dell‟Orinoco, la Pianura Amazzonica e quelle del Chaco e della Pampa. L’IDROGRAFIA E LE COSTE Il continente si caratterizza per l‟enorme ricchezza idrica, i principali corsi d‟acqua sono il Mackenzie, il Nelson - Saskatchewan e il San Lorenzo. Nelle Grandi Pianure del Nord America scorrono il Missouri e il Mississippi, Colorado e Rio Grande. In Canada si trovano numerosissimi laghi di origine glaciale; i maggiori nella Regione dei Grandi Laghi, sono: Lago superiore, Michigan, Huron, Erie e Ontario. Nell‟America del Sud domina il Rio delle Amazzoni, ma sono importanti anche l‟Orinoco, il Paraguay, il Paranà, e il San Francisco. I profili costieri sono differenziati: in America settentrionale sono molto articolati, in America meridionale più compatti e uniformi. Alle estremità le coste sono frastagliate. Le isole sono numerose: la Groenlandia, le Grandi e le Piccole Antille e le Bahama. Il clima e gli ambienti naturali LATITUDINI E CLIMI Il continente americano si sviluppa nei due emisferi. La sua estensione determina una grande varietà di climi che si possono suddividere in tre grandi regioni: La regione fredda, all‟estremo nord; La regione temperata, alle latitudini medie di entrambi gli emisferi; La regione calda, che comprende la fascia tra in Tropico del Cancro e il Tropico del Capricorno. Si passa quindi dalle terre perennemente gelate al grande calore dei terreni a clima equatoriale e tropicale umido. C‟è una notevole differenza fra le regioni continentali e quelle costiere e fra la costa atlantica e quella pacifica. Questo è dovuto alle correnti oceaniche e alla disposizione parallela alla costa dei ri lievi più alti. GLI AMBIENTI NATURALI Nell‟estremo nord domina la tundra, seguita dalla taiga o foresta boreale; le pianure centrali temperate sono coperte dalle praterie; nella parte occidentale degli Stati Uniti e nel Messico settentrionale si trovano steppe e deserti; sono presenti anche climi tropicali. In America centrale predominano la foresta pluviale e le zone di boscaglia e di savana. In America meridionale nelle aree a clima tropicale, domina la foresta pluviale amazzonica e le savane. Il Chaco è caratterizzato da steppe e savane, con foreste ad ovest; nell‟Argentina centrorientale e in Uruguay troviamo la Pampa. A sud prevale la steppa. La popolazione e le città I NUMERI DELLA POPOLAZIONE In America vivono circa 868.000.000 di abitanti. La densità media è di 21 ab/Km2. Un‟importante caratteristica è l‟irregolare distribuzione della popolazione sul territorio: Nell‟America settentrionale la popolazione aumenta nelle pianure centrali e sulle coste; Nell‟America centrale gli abitanti si concentrano nelle isole e sugli altipiani; Nell‟America meridionale resta disabitata l‟Amazzonia, mentre le coste sono maggiormente abitate. La speranza di vita alla nascita cresce in tutto il paese. IL PROCESSO DI URBANIZZAZIONE Caratteristica comune a tutto il continente è l‟alto grado di urbanizzazione: l‟80% della popolazione nell‟America settentrionale e il 77% in quella centrale e meridionale si addensano nelle grandi metropoli e nelle megalopoli. Le etnie e le lingue L’AMERICA: UN CROCEVIA ETNICO Una caratteristica del continente americano è l‟eterogeneità della sua composizione etnica, risultato degli intensi processi migratori che sono avvenuti a partire dal 500 quando gli europei si riversarono in massa verso il nuovo mondo. I discendenti delle popolazioni originarie d‟America oggi, sono una minoranza: la quasi totalità degli abitanti discende dai colonizzatori e dagli immigrati. La popolazione nordamericana è costituita da una maggioranza bianca, da un consistente numero di neri e da nuovi immigrati. La popolazione dell‟America Latina è composta da circa per metà da bianchi e creoli (cioè nati in America da genitori europei); per un terzo da neri, mulatti, zambos (incroci fra Amerindi e Afro-americani). Gli abitanti originali, Amerindi o Indios sono una piccola minoranza insieme a nuclei di popolazioni asiatiche. LE LINGUE Accanto alla lingue dei colonizzatori (spagnolo, inglese, francese, portoghese), convivono gli idiomi amerindi dei gruppi etnici autoctoni, i dialetti creoli, le lingue delle immigrazioni più recenti, come l‟italiano, il cinese, il tedesco. Purtroppo le numerosissime lingue indigene in molti casi vanno scomparendo sotto il peso delle lingue maggiori e dell‟egemonia culturale statunitense. LE LINGUE (QUASI) SCOMPARSE Nell‟America del Nord prevalgono l‟inglese, il francese e lo spagnolo; in quella centrale e meridionale lo spagnolo e il portoghese. Dal punto di vista etnico, il meticcio, cioè il processo di incrocio fra indigeni, Europei e neri, è uno dei tratti caratteristici di questo continente, soprattutto nell‟America centrale. Le religioni LA RELIGIONE NELL’AMERICA SETTENTRIONALE Il panorama religioso del continente americano è molto variegato e rispecchia la diversità etnica e la storia della sua popolazione. Il Cristianesimo è la principale religione dell‟America settentrionale, con una predominanza, protestante; rilevante la presenza cattolica. Presente l‟Ebraismo; sono sempre più consistenti delle minoranze islamiche, buddiste e indù. LA RELIGIONE IN AMERICA LATINA L‟America Latina ha una predominanza Cattolica; ultimamente si stanno rafforzando la presenza delle chiese protestanti soprattutto in centro America. Una minoranza Ebraica nelle grandi città dell‟Argentina; ci sono musulmani e induisti nella Guyana e nel Suriname. Nella chiesa cattolica latinoamericana degli anni 70 del 900 si è diffusa la cosiddetta teoria della liberazione cioè una corrente di idee che, a partire dal messaggio evangelico, ha contribuito a rafforzare i movimenti popolari contro l‟oppressione in nome di una chiesa schierata a favore dei poveri. LA SPIRITUALITÀ INDIGENA Un elemento importante della religiosità americana è il sincretismo religioso, cioè il mantenimento di alcuni elementi delle religioni indigena o africane nella religione cattolica imposta dai colonizzatori. Il sincretismo continua tuttora a far nascere nuovi culti quali l‟Umbanda brasiliana o la Chiesa Nativa Americana nell‟America Settentrionale. L’economia IL NORD E IL SUD DEL CONTINENTE Le condizioni socio-economiche e la qualità della vita delle popolazioni americane presentano grandi disuguaglianze. Possiamo identificare due Americhe molto diverse. l‟America settentrionale, della quale fanno parte Stati Uniti e Canada, Paesi industrializzati con un elevato Indice di Sviluppo Umano, ma con una ineguale redistribuzione delle risorse fra ceti ricchi e ceti poveri, con un certo livello di benessere diffuso; l‟America Latina, i cui Paesi, si collocano spesso ai limiti del sottosviluppo. Le loro economie sono frenate da una serie di problemi: PIL basso, forte indebitamento, tecnologie e infrastrutture insufficienti. Quasi il 9% della popolazione dell‟America Latina vive con meno di un dollaro al giorno. Il Paese americano con il PIL più basso in assoluto è Haiti. IL DIVERSO SFRUTTAMENTO DELLE RISORSE Il continente americano ha consistenti risorse energetiche, grandi ricchezze del sottosuolo e ingenti quantità di materie prime, però il controllo, l‟accesso e il consumo di tutta questa ricchezza non sono garantiti a tutti in modo omogeneo. Canada e Stati Uniti, fra gli otto Paesi più industrializzati del mondo, sono grandi produttori e fra i maggiori consumatori di energia, mentre l‟America Latina, ha un “deficit energetico” molto grande. I TRE SETTORI DELLA PRODUZIONE Per quanto riguarda le materie prime, i giacimenti petroliferi, in particole in Texas, assicurano agli Stati Uniti il terzo posto della produzione mondiale. Significativa l‟attività estrattiva del petrolio anche in Messico (5° posto al mondo), Venezuela (9°), Canada (12°). Nel secondario l‟industria raggiunge spesso livelli di eccellenza (settori informatico, elettronico, aerospaziale), con importanti produzioni specialmente nel campo della trasformazione alimentale. In grande sviluppo, nel settore terziario, i servizi legati al commercio e i settori assicurativi, finanziari e bancari. Per alcuni Stati dell‟America Latina il turismo rappresenta la principale fra le risorse. L’America settentrionale LO SPAZIO FISICO L‟America settentrionale è bagnata a nord dal Mar Glaciale Artico, ad est dall‟Oceano Atlantico e a ovest dall‟Oceano Pacifico, mentre a sud è delimitata da Messico. Il territorio si può dividere in tre fasce: le giovani catene delle Montagne Rocciose a ovest, le grandi distese pianeggianti al centro, le catene più antiche dei monti Appalachi a est. I fiumi più ricchi di acqua sono: il Mississippi e il Missouri. I laghi sono estesi e numerosissimi, soprattutto delle Pianure interne del Canada e fra il Canada e gli Stati Uniti, il territorio presenta una grande varietà di climi e di ambienti, che vanno da quelli a nord (caratterizzati dal gelo perenne e dalla tundra), ai climi temperati, regno delle foreste boreali e delle latifoglie delle praterie. Aree desertiche si estendono fra la Catena Costiera e le Montagne Rocciose. LA POPOLAZIONE La popolazione dell‟America settentrionale è concentrata in grandi metropoli. La popolazione è multietnica. La lingua più diffusa è l‟inglese, seguito dal francese. La religione prevalente è il Cristianesimo (in particolare il Protestantesimo). L’ECONOMIA E LE RISORSE Canada e Stati Uniti sono fra i Paesi più ricchi del mondo. Molto sviluppate sono l‟agricoltura, le industrie e le risorse energetiche. In entrambi i Paesi il terziario è il settore di gran lunga prevalente, con l‟80% circa di occupati. GLI STATI DELL’AMERICA SETTENTRIONALE L‟America settentrionale comprende due grandi Paesi: il Canada e gli Stati Uniti d‟America. Stati Uniti Lo spazio fisico I CONFINI Gli Stati Uniti d‟America confinano a nord con il Canada e a sud con il Messico. Il territorio è bagnato dall‟Oceano Atlantico a est e dall‟Oceano Pacifico a Ovest. Fanno parte degli USA anche l‟Alaska e l‟arcipelago delle Hawaii nel Pacifico. IL TERRITORIO I rilievi sono costituiti a est dai Monti Appalachi, a ovest dalle Montagne Rocciose. Nella parte centro-meridionale si estendono grandi tavolati e grandi pianure, attraversate dal Mississippi con i suoi affluenti. IL CLIMA E GLI AMBIENTI L‟esteso bacino del Mississippi, alimentato nel suo lungo corso dal Missouri, dal Tennessee e dall‟Ohio, divide le fertili pianure e le praterie umide orientali dai terreni più aridi e a tratti desertici dell‟Ovest. Nella regione noroentale si trova la regione dei Grandi Laghi. Gli Stati Uniti presentano climi molto vari. Le aree più a nord sono interessate dalle correnti d‟aria freddache provendono dal Canada. La costa atlantica è caratterizzata da un clima temperato, con temperature che aumentano verso sud, fino a trovare i climi caldi (clima tropicale). Nei territori vicini alle Montagne Rocciose invece l‟umidità diminuisce, clima arido. Gli ambienti naturali vanno dai bochi (conifere e latifoglie) del centro-nord, a paesaggi di tipo mediterraneo e sud-tropicale a sud. Praterie e zone desertiche sono presenti nelle pianure centrali anche in relazione all‟entità delle precipitazioni. La popolazione, le città, l’economia IL “MELTING POT” Negli Stati Uniti vivono 300.000.000 di persone, con una densità di 32 ab/km 2. Ci sono grandi città di grattacieli e vaste quasi disabitate. Gli Stati Uniti divennero il Paese della mescolanza e della fusione di individui e gruppi. La realtà odierna vede ancora convivere però grandi ricchezze ed estrema povertà: non sono poche le comunità oggetto di pesanti discriminazioni, come quelle nei riguardi dei migranti clandesini che provengono prevalentemente dal Messico (i “Latinos”). LE CITTÀ Città come New York rappresentano un esempio di convivenza fra gruppi e culture diverse. Altre importanti città sulla costa atlantica, oltre alla capitale Washington D.C. sono Boston, Philadelphia, Miami. Verso il centro: Chicago, Houston. Sulla costa del Pacifico: Los Angeles, San Diego, San José e San Francisco. Al confine col Canada Seattle. L’ECONOMIA E LE RISORSE Gli Stati Uniti sono la prima potenza mondiale a livello economico. Sono ai primi posti in tutte le graduatorie mondiali. L‟agricoltura è molto meccanizzata ed ha un‟elevata produttività 8cereali, uva, agrumi, cotone, canna da zucchero e tabacco). L‟allevamento e la pesca sono molto redditizi. L‟industria, è all‟avanguardia, nei più diversi settori; favorita da grandi risorse minerarie ed energetiche (rame, piombo, ferro, oro, argento, fosfati, nichel, petrolio, carbone, gas naturale) e sostenuta da una ricerca scientifica ad alto livello. Si raggiungono punte di eccellenza nell‟industria aerospaziale, aeronautica, informatica, elettronica. Il terziario occupa la stragrande maggioranza della popolazione. Molto sviluppati i settori delle banche, quelli finanziari, delle assicurazioni e della new economy turistica. L’America centrale LO SPAZIO FISICO L‟America centrale confina a nord con gli Stati Uniti e a sud con la Colombia. Si compone di una parte continentale e di una insulare. Sul versante occidentale le coste sono bagnate dall‟Oceano Pacifico. La regione, geologicamente giovane, è prevalentemente montuosa particolarmente sismica. Fra i rilievi principali la catena della Sierra Madre in Messico. Le pianure si trovano lungo le coste e nella Penisola dello Yucatàn. I fiumi hanno corso breve; il più lungo è il Rio Bravo. Dei numerosi laghi, il più importante è il Lago Nicaragua. Il clima è di tipo tropicale, caldo umido sul versante atlantico, arido su quello pacifico. LA POPOLAZIONE La popolazione della parte continentale dell‟America centrale è prevalentemente amerinda e meticcia mentre in quella insulare è soprattutto nera. L‟inurbamento è un fenomeno abbastanza recente. Notevoli sono i flussi migratori, sia interni che verso gli Stati Uniti. La lingua comune è lo spagnolo, ma sono parlati anche l‟inglese e il francese; le popolazioni amerinde parlano lingue proprie; il creolo è la lingua delle popolazioni mulatte o nere. La religione prevalente è quella cristiana cattolica. L’ECONOMIA E LE RICORSE L‟America centrale ha risentito prima dell‟economia coloniale, poi della dipendenza dagli USA. Tanto gli antichi colonizzatori come le attuali multinazionali hanno sfruttato le abbondanti risorse. Ancora oggi l‟economia si basa su l‟agricoltura di piantagione, mentre spesso la popolazione pratica un‟agricoltura di sussistenza. Il paese maggiormente industrializzato è il Messico, che dispone di importanti risorse minerarie. Le industrie sono quelle tessili, agroalimentari e i cementifici; molto ricco è l‟artigianato. Nel terziario il settore con maggiore sviluppo è quello turistico. GLI STATI DELL’AMERICA CENTRALE L‟America centrale comprende 21 Stati. L’America meridionale LO SPAZIO FISICO L‟America meridionale è bagnata a nord dal Mar delle Antille, a est dall‟Oceano Atlantico e a ovest dall‟Oceano Pacifico, può essere suddivisa in tre grandi regioni fisiche: la stretta striscia occidentale sul Pacifico; la estese pianure centrali; i massicci di antica formazione a oriente. Il clima diventa da equatoriale caldo e umido a tropicale. LA POPOLAZIONE In America meridionale la popolazione è caratterizzata da una grande diversità etnica e da una ineguale distribuzione: gli Amerindi sono concentrati sul versante andino e nella regione Amazzonica, mentre negli altri territori sono diminuiti nettamente. La componente meticcia è quella prevalente. Le lingue dei colonizzatori sono quelle maggiormente parlate come lo spagnolo, il Portoghese in Brasile; l‟inglese in Guyana, Guyana Francese e Suriname. Le popolazioni amerinde parlano idiomi propri. La religione prevalente è quella cattolica. LE CITTÀ, L’ECONOMIA E LE RISORSE Le città hanno agglomerati urbani fra i più esteti del mondo,in particolare sulla costa atlantica. L‟economia è caratterizzati da notevoli contraddizioni, che vanno dai segnali di ripresa di alcune economie locali, ai gravi problemi che affliggono da sempre la regione. Il subcontinente è ricchissimo di risorse del sottosuolo: idrocarburi e minerali. Fra le altre risorse ci sono quella forestale e la pesca. L‟agricoltura è caratterizzata da colture per l‟esportazione sotto il controllo delle multinazionali. Il settore industriale è legato soprattutto alla lavorazione delle materie prime. Il turismo è una fonte importante di reddito in diversi Paesi. GLI STATI DELL’AMERICA MERIDIONALE L‟America meridionale comprende 12 Paesi: Guyana, Isole Falkland, Venezuela, Suriname, brasile, Uruguay, argentina, Cile, Perù, Ecuador, Colombia e Bolivia. L‟OCEANIA L‟Oceania è circondata quasi interamente dall‟oceano atlantico, da cui prende il nome. Essa è costituita da una parte continentale (l‟Australia), da alcune grandi isole (Nuova Zelanda e Nuova Guinea) e da una parte insulare suddivisa in tre raggruppamenti (Melanesia, Micronesia e Polinesia). CARATTERISTICHE FISICHE: L‟Oceania è un continente geograficamente molto frammentato. Le varie terre che la compongono hanno origini geologiche molto diverse. Si va dalla massa continentale dell‟Australia, un tavolato molto antico con una forte depressione al centro, ai territori di formazione più recente e perciò più instabili, come quelli della Nuova Zelanda e della Nuova Guinea. Le isole dei tre grandi arcipelaghi sono nate da un‟intensa attività vulcanica, con frequenti terremoti ed eruzioni. I monti più elevati del continente si trovano in Nuova Guinea mentre in Australia, la terra più antica e per questo con i rilievi meno elevati, si erge la Grande Catena Divisoria. Nell‟Oceania l‟idrografia è poco sviluppata. I fiumi più importanti sono il Darling e il Murray (gli unici che superano i 2000 km di lunghezza). Quanto ai laghi se ne trovano numerosi in Nuova Zelanda. In Australia sono presenti molti laghi salati, il maggiore dei quali è l‟Eyre. I CLIMI: Quasi tutte le terre dell‟Oceania sono caratterizzate da temperature elevate durante tutto l‟anno,solo nelle regioni meridionali dell‟Australia, in Tazmania e in Nuova Zelanda le temperature diventano più miti. Le precipitazioni sono abbondanti sulle isole, mentre l‟Australia è prevalentemente arida. Proprio la distribuzione delle piogge permette di individuare in Australia tre regioni climatiche differenti: nella fascia settentrionale domina un clima monsonico, che favorisce lo sviluppo della savana e delle foreste di eucalipti, nella regione sudorientale il clima è di tipo mediterraneo, mentre le vaste distese del tavolato interno hanno un clima arido che ha dato origine a deserti come quello del Gibson. FLORA E FAUNA: Molto diffusi in Australia sono i boschi di eucalipti. Sono alberi di grandi dimensioni e molti producono legnami pregiati, colorati in rosso o in bruno. Le foglie danno oli essenziali usati in profumeria e in medicina. In Oceania sono presenti anche molte specie di animali non diffuse negli altri continenti, tra cui: -il canguro, un marsupiale che si trova soprattutto nella savana, nelle foreste aperte e nelle boscaglie, in bande di varia entità. Di indole timida, è temibile quando viene attaccato, perché difendendosi coi robustissimi arti posteriori, armati di un unghione al 4º dito, può sventrare d'un colpo un grosso cane e anche un uomo. -l‟ornitorinco, tipico dell'Australia e della Tasmania. ha testa piccola con muso prominente, formante una sorta di becco largo e piatto. ha tronco appiattito, munito di coda larga e depressa. Gli arti, corti, hanno estremità a 5 dita con unghie e palmate. -il koala, un altro marsupiale, esclusivo dell‟Australia che si nutre solo delle foglie di alcuni eucalipti. Il contatto con la madre è così importante che i piccoli separati da esse si lamentano quasi di continuo. I mugolii del cucciolo, infatti, sono un segnale di richiamo irresistibile per la madre, che in natura non lo abbandona mai fino a che non si sia reso completamente indipendente. -il kiwi, volatile. Grande come un pollo, ha capo minuscolo con becco lungo e sottile e lunghe setole impiantate tra il becco e gli occhi; incapace di volare, ha ali ridottissime. Il kiwi conduce vita notturna e si nutre di vermi e altri invertebrati che scova nel terreno con il lungo becco. L‟ECONOMIA: Il territorio dell‟Australia può essere sfruttato solo per i 2/5 del totale. nelle zone dell‟interno, alla carenza idrica si aggiungono i bruschi cambiamenti climatici e il carattere torrenziale delle piogge. Notevoli problemi sono inoltre causati all‟agricoltura dalle cavallette e dai conigli che distruggono periodicamente una parte del raccolto. La realizzazione di opere irrigue come laghi e pozzi artificiali e l‟applicazione di tecniche avanzate permettono di raggiungere una produzione sufficiente a coprire il fabbisogno interno. L‟agricoltura è basata sulla produzione di grano, riso, avena, mais e, nelle zone irrigue, è molto diffusa la frutticoltura. Una delle principali ricchezze dell‟Australia è rappresentata dall‟allevamento. Prima nella classifica mondiale per la produzione di lana, l‟Australia pratica prevalentemente l‟allevamento ovino, mentre quello bovino alimenta l‟esportazione di carni surgelate. Il continente australiano possiede una grande ricchezza di risorse minerarie: giacimenti di oro, ferro, rame… sono presenti in grande quantità i combustibili fossili come carbone, gas naturale e petrolio. POPOLAZIONE: L‟Australia è uno dei paesi meno densamente popolati al mondo(2,3 ab/km2). Se si osserva la distribuzione della popolazione sul territorio si può notare che essa è concentrata quasi completamente sulla costa orientale dove sono anche situate le città più importanti, fatta eccezione per Perth, situata sul versante occidentale. Le città principali sono: Camberra (la capitale), Sidney, Melbourne, Brisbane, Adelaide e Perth. Gli abitanti indigeni dell‟Australia sono gli Aborigeni, popolazione che abitava il continente da oltre diecimila anni. La colonizzazione ha segnato in modo irrimediabile il destino di questi popoli, che sono via via diminuiti fino a rischiare l‟estinzione. Quasi tutti gli abitanti del continente australiano sono quindi di origine europea, in gran parte discendenti dei primi colonizzatori o immigrati che ai giorni nostri si sono trasferiti in questo paese in cerca di lavoro. Dalla seconda metà del „900 l‟immigrazione da altri paesi europei ha aumentato di ben 10 milioni di individui la popolazione dell‟Australia. La lingua ufficiale è l‟inglese, ma all‟interno delle singole comunità sono molto diffuse anche le altre lingue europee.