Lu soffietellu o Canto della Pasquarella Lu Soffietellu (e/o La Pasquarella) Antica tradizione popolare in cui un gruppo di cantori passano di casa in casa intonando strofe ben auguranti per il nuovo anno. Il 31 Dicembre e/o 5 Gennaio di ogni anno (vedremo in seguite come le due date possono essere ritenute entrambe valide) brigate di cantori erranti con accompagnamento musicale si aggiravano e si aggirano ancora nelle strade del nostro paese bussando nelle varie case e cantine chiedendo il permesso di cantare “Lu Soffietellu” e/o “La Pasquarella”, una sorta di componimenti ben auguranti che ribadivano il senso della festa e commemoravano, nel rito religioso la presentazione dei doni da parte dei Re Magi al Bambino Gesù, nel rito pagano la madre natura che nella tradizione assume le sembianze di una vecchia e benevola strega a cavallo di una scopa : la Befana appunto, il cui intento era quello di propiziarsi l’anno nascente con dei rituali dove forte era la corrispondenza dei cicli della vita con i cicli agrari di morte-resurrezione. I cantori chiedevano in cambio doni alimentari, graditi erano i prodotti del maiale alias “lu beatu porcu” ( “sargicce”, ”ntrigliu”, “lommellu” ), beato in quanto assumeva una notevole carica simbolica per le civiltà antiche le quali traevano dall’allevamento dell’animale l’intero sostentamento. Le offerte erano destinate alla "mangiata" finale che conclude la festa. La notte tra il 5 e il 6 gennaio nella cultura antica è considerata una notte magica, dove era particolarmente facile leggere il futuro apprendere formule e arti magiche (La notte della Befana era per esempio la notte in cui si poteva tramandare l’insegnamento del malocchio) E' la dodicesima notte dopo il Natale, sono 12 i mesi dell'anno, gli Apostoli, le ore del giorno e della notte e anche i giorni di differenza tra il calendario solare e quello lunare, sono giorni che non appartengono ne’ a uno ne’ all’altro anno, ma di transizione necessari per far coincidere il calendario lunare con quello solare sono svincolati dalle regole della quotidianità, permettendo l’ingresso nella dimensione umana terrena delle entità degli inferi: le anime dei morti e i demoni dell’aldilà. Le anime dei defunti non sono temute, ma sono invece celebrate, gratificate, ingraziate, perché esse hanno giurisdizione sulla dimensione sotterranea (semi) e pertanto il loro incontro è segno di protezione abbondanza fertilità e dono per i vivi. L’impossibilità di dominare gli eventi stagionali e la grande paura del vuoto vegetale invernale (assenza di vegetazione prima della primavera) favorivano anche una serie di riti propiziatori dedicati a chi è sotto terra in attesa di rinascere. Questo insieme di pratiche rituali accomunano sia i semi, che nel periodo freddo attendono la resurrezione primaverile, sia i defunti, anch’essi dimoranti nella dimensione 1 sito web www.prolocoantrodoco.it (R.Fainelli) Lu soffietellu o Canto della Pasquarella sotterranea (assieme ai semi, di cui sono i custodi), e anch’essi in attesa della rinascita. Uno di questi consisteva nel bruciare un pezzo di legno, rappresentante la “vecchia” (simbolo di Madre Natura), che giunta alla fine dell’anno era una comare secca da segare e bruciare. Quel bruciare, altro non era che un esorcismo contro le privazioni passate. Un’altra befanata consisteva nella questua alimentare fatta di casa in casa dai giovanotti della comunità, per scacciare cantando e recitando le manifestazioni terribili della natura. La Chiesa, intenta a cancellare e sopprimere i riti pagani preesistenti, ha svolto nel tempo una tenace azione di sostituzione facendo coincidere con il rito propiziatorio L’Epifania, o annunciazione della nascita di Gesù. La nuova festività cristiani non ha cancellato completamente il vecchio rito pagano di propiziazione, ma anzi questa si è sovrapposta ad esso; pertanto arcaici elementi pagani sopravvivono in maniera sincretica con i nuovi, fatto sta che le origini della tradizione sono pagane e via via rimpiazzate dall’evento religioso. Le stesse date di esecuzione ci giungono discordanti, alcuni segnalano il 31 Dicembre altri il 5 Gennaio. Probabilmente le date sono vere entrambe. Antrodoco infatti è uno dei pochi paesi che mantiene un nome appunto ”Lu Soffietellu” non legato alla religione, differente da “Paquarella” o “Questua della Pasquarella” tradizione radicata un po’ su tutto il territorio italiano. Nelle strofe che sono giunte fino a noi la componente religiosa è relegata ai margini, facilmente rintracciabile nei testi delle località limitrofe, è andata persa oppure semplicemente non è mai entrata mentre la parte goliardica (anche perché piu’ facilmente tramandabile oralmente) è giunta fino a noi. Il 31 Dicembre era di scena “Lu Soffietellu” Nell’altra tipologia di Pasquella la parte più cosistente del canto, quella della richiesta dei doni, risente anch’essa della sua antica funzione propiziatrice: le richieste di doni derivano senza dubbio dalla trasformazione delle originarie offerte pagane precristiane. Si narra che nel periodo delle dodici notti (dal solstizio d' inverno all' epifania) i morti che appartenevano al regno sotterraneo venissero fuori e si incarnassero nell'ultima notte, appunto la dodicesima, negli animali della stalla e che questi ultimi avessero il dono della parola. Infatti in questa notte magica gli animali parlano tra loro con la lingua degli uomini, predicono il futuro e bisogna stare attenti a non ascoltarli: chi lo fa, rimane intrappolato tra queste due dimensioni, ed è destinato a rimanere nell'aldilà, con il sorgere del sole. ‘Buona sera, buon Capuanno 2 sito web www.prolocoantrodoco.it (R.Fainelli) Lu soffietellu o Canto della Pasquarella ce reveiemo quist’ atr’annu’ sono la prova che la data del 31 Dicembre non è poi cosi inverosimile. il 5 Gennaio entrava in scena ”La Pasquarella” evento religioso dove I canti generalmente nascono come delle semplici laudi sacre e man mano si vanno arricchendo di appendici ed immagini profane, bizzarre e goderecce, ma con il passare dei secoli i due canti tradizionali si sono fusi/confusi in un unico canto. ‘Nu te cantemo la Pasquarella’ ‘Evviva Pasqua e l’Epifania.’ ‘So venutu dall’oriente’ sono la prova che si parlava di Re Magi A parziale conferma di cio’ restano le due date distinte ben presenti nella memoria delle persone anziane. La componente religiosa è andata persa ma facilmente rintracciabile nel nome e nelle versioni di “Pasquarella” delle zone limitrofe, la componente goliardica (anche perché piu’ facilmente tramandabile oralmente) è giunta fino a noi anche se in mancante in alcune parti. Bona sera bona gente! Semo venuti dall’Oriente, tutti stracchi de fatica, che il Signore ve benedica! So’ venutu a salutane vesta nobile famijia! non ve fecete meravijia, se ve vengo a disturbane! Canteremo la santa ‘llegrezza della Vergine Santa Maria, canteremo alla Vergine Pia con maggiore devozione e dorgezza „E vi prego e vi riprego“ Pe‘ Maria l’albergu cercheru; Nè palazzu ne sala troveru, a ‘na misera stalla s’allocheru. Arriata la mezzanotte 3 sito web www.prolocoantrodoco.it (R.Fainelli) Lu soffietellu o Canto della Pasquarella E Maria ha partoritu Nellu fienu nu bellu bambinu Re dellu cielu e sovranu divinu! Villu gran boe co tantu amore, collu fiatu li ‚ette lu calore, l’asinellu co‘ tantu affettu ze chinea allu pargolettu! Le tre stelle pe‘ l’aria lucente Avviseru li maggi d’Oriente: Li tre maggi monteru ‘n sella E cammineru jetru la stella! Arrieru le tre corone E lu bambinu jetteru a troane E li feceru gloria e onore A Gesu‘ nostru Signore! San Giuseppe Patriarca e profeta Stese la mano pe‘ cojere li fiori, li cojiea co tantu affettu pe portallia Gesu‘ Pargolettu! Li cojiea co tanta allegria Pè fa onore a Gesu‘ e Maria! Canteremo a onore e de piu‘, pe fa la nanna al nostro Gesu‘, pè cullane lu Dio Bambinu che nellu sinu reposa divinu. Sora padro’ cantemo So’ venutu da Santu peochhiu e so’ saputo che a ‘ccisu lu porcu e non me lo potete negane lu so sentitu de strillane! Caleremo jo’ alla rotte ce scoleremo la mejo botte. ce rempiremo la grossa fiasca E rennovemo la Santa Pasqua! 4 sito web www.prolocoantrodoco.it (R.Fainelli) Lu soffietellu o Canto della Pasquarella Scenderemo jo alla rotte e sceglieremo la mejo botte, la mejo botte de marvasia Evviva Pasqua e l’Epifania. Caleremo allu pollaiu ce caperemo la mejo ‘allina! e colla nostra chiacchirinella te canteremo la Pasquarella! Scenderemo allu pollaiu e prenderemo la meglio gallina e lu gallu chiacchierone lo metteremo in un callarone. Salli salli sopra l’arca e tajia tagjia la lommaca, la lommaca e lu lommellu Sora patro’ lu soffietellu. Gira gira Padroncina Gira gira pe’ lla cucina Se ce aete la sargiccella nu te cantemo la Pasquarella Bona sera a vossignoria! ce l’aete pe cortesia, ce l’aete la sargiccella, ve canteremo la Pasquarella! E se non ce la ‘olete ‘ane Non ce fecete piu’ aspettane, che de fore non ze po stane, fa ‘nu friddu da crepane! De chi so velle mutande che repenne a quella stanga! è dellu Sor padrone che cè te lu core bone! 5 sito web www.prolocoantrodoco.it (R.Fainelli) Lu soffietellu o Canto della Pasquarella E la moje ancora de piu’! Nu preghemo Iddio Gesu’ che li enga onore e cortesia Bona Pasqua a vossignoria! Buona sera, buon Capuanno ce revejemo vuist’ atrannu! Bona Festa d’Epifania, Bona Pasqua alla compagnia Gira gira sora Padroncina Gira gira pe’ lla cucina Se ce date la sargiccella Nu te cantemo la Pasquarella “Per chi restio faceva capolino dalle finestre” A retirate cappello piu’ che po piu’ che po. A retirate cappello piu’ che po piu’ che po. “Per chi declinava l’invito all’offerta” Tanti buci allu scallalettu Tanti diauli sotto lu lettu 6 sito web www.prolocoantrodoco.it (R.Fainelli)