"Le immagini possono restituire una visuale diversa rispetto al testo. Utilizzare non solo testo, ma anche immagini, grafici o animazioni consente di offrire rappresentazioni molteplici di uno stesso fenomeno, evento, concetto, processo. Per alcuni studenti può essere più significativa un'immagine che un testo esplicativo: si pensi ai diversi stili di apprendimento, alle intelligenze multiple di cui parla Gardner (1983). Le immagini hanno un potere fortissimo e vanno di conseguenza selezionate con cura e attenzione. Una scelta casuale o inconsapevole ne svilirebbe le potenzialità e potrebbe addirittura determinare effetti controproducenti, rendendole fuorvianti. Non sarebbe meno dannosa un'immagine utilizzata esclusivamente in funzione decorativa, che potrebbe addirittura distrarre o distogliere l'attenzione" (Maria Ranieri, E-learning: modelli e strategie didattiche, Erickson, 2005). A partire da queste considerazioni, riflettere sulle possibili relazioni tra comunicazione testuale e comunicazione visiva, individuando quali possano essere i principali utilizzi e funzioni delle immagini nell'esposizione di contenuti di apprendimento. Arricchire il proprio lavoro con esempi concreti a sostegno delle tesi proposte. L’evoluzione dei contesti educativi ed informativi,dalle tradizionali lezioni orali a contesti didattici fortemente connotati in senso tecnologico, ha determinato diversi modi di trasmettere le informazioni e di apprenderle. La necessità sempre crescente di un apprendimento globale trova nelle nuove tecnologie multimediali la possibilità di migliorare l’accessibilità alle informazioni e di rinnovare il ruolo del docente, che sposterà l’interesse e le modalità di azione pedagogica dalla trasmissione dell’informazione ad una maggiore attenzione al processo didattico. Video, computer e sistemi multimediali per l’apprendimento affiancano il docente nella presentazione di informazioni e conoscenze, permettendogli di dedicare più attenzione all’efficacia didattica dell’intervento, alle esigenze di apprendimento e alla motivazione dei singoli studenti, alla guida del discente nell’individualizzazione del percorso didattico e delle modalità migliori per portarlo a compimento. D’altra parte lo sviluppo di nuove tecniche istruzionali è un importante obiettivo della ricerca in campo educativo. Tale obiettivo può essere perseguito con varie strategie, tra le quali il miglioramento della comunicazione dei contenuti istruzionali ottenuto prestando attenzione alla qualità e alle modalità di presentazione del materiale di supporto all’istruzione attraverso l’uso delle nuove tecnologie. In particolare possiamo notare come l’incremento della presenza di immagini nella comunicazione didattica, grazie anche all’uso di media che integrano la presentazione testuale con quella di immagini rappresentative, richieda un approfondimento degli aspetti cognitivi inerenti la comprensione del linguaggio iconico. Nell’ambito della comunicazione umana esistono due possibilità per far riferimento agli oggetti: noi possiamo descrivere la realtà o con un’immagine o con le parole, le quali non sono altro che sistemi di segni convenzionali per esprimere il reale circostante. Per comunicare, quindi, l’individuo può utilizzare o il modulo numerico (ad esempio la parola/segno) o il modulo analogico (l’immagine e, in generale, ogni comunicazione non verbale) [Watzlawick et al., 1967]. Nell’ambito della comunicazione dei contenuti destinati all’istruzione l’uso contestuale di entrambi i moduli aumenta l’efficacia della comprensione in quanto realizza un approccio comunicazionale equilibrato, in cui le due modalità comunicative, verbale e non verbale, sono impegnate contemporaneamente, ma implica anche l’attivazione di diversi canali sensoriali. La comunicazione attraverso le immagini è una modalità comunicativa che usa il linguaggio iconico come codice di trasmissione: essa possiede tutte le caratteristiche dei codici analogici tra cui, in particolare, il rapporto di somiglianza fisica con il referenteoggetto. Il linguaggio iconico, quindi, si esprime attraverso il codice visivo che, sebbene non possieda una vera e propria sintassi come quella del linguaggio verbale, ha una sua semantica che si esplica attraverso alcuni elementi iconici con significato condiviso; essi sono anche le basi fondamentali della comunicazione visiva, e la loro combinazione logica determina il significato. Il messaggio iconico, infatti, è un insieme di segni in grado di produrre senso e significato; gli elementi base di questo tipo di comunicazione derivano dalla geometria e sono: il punto, la linea, la forma ed il colore. Questi elementi rappresentano “l’alfabeto” del linguaggio visivo, e la loro infinita possibilità di combinazione crea immagini e rappresentazioni figurative della realtà, alcune delle quali si prestano a differenti interpretazioni, mentre altre, nella loro semplicità e chiarezza, sono interpretate univocamente. Queste sono immagini che si prestano a differenti interpretazioni e le ritengo utili per affrontare l’argomento delle illusioni ottiche. Due volti o un vaso? Sopra e sotto Una giovane donna O una vecchia? Sopra e sotto qui ci sono tre volti è più lunga la freccia rossa o quella blu? Insegno Filosofia e Storia, in quest’ultima disciplina è più facile reperire immagini per affrontare argomenti ma nella prima risulta più difficile. Mi servo spesso di mappe concettuali e, a volte, ricorro al materiale disponibile in video e voce, reperibile su www.raieducational.it. EPICURO Samo 141 A.C. – 271 A.C. La Filosofia e La Felicità 1° Problema: Che cos’è la filosofia e a cosa serve? Tesi: La filosofia è una riflessione e una pratica per il raggiungimento della felicità Immagine = la filosofia è come una medicina che deve guarire l’animo dalla sofferenza Filosofia come Terapia Medicina Filosofia Corpo Anima Malattia Sofferenza fisica e spirituale Terapia Tetrafàrmakon Quadrifarmaco Salute Eudaimonìa Felicità Rivoluzione Americana Gran Bretagna Mercantilismo Pressione Fiscale 13 Colonie americane No Taxation Without rapresentation Boicottaggio merci inglesi Guerra di Indipendenza Dichiarazione di Indipendenza dalla Confederazione alla Federazione Rivoluzione Americana 1775 – 1783 TABELLA CRONOLOGICA Evento Guerra Francia Inghilterra Anno 1754-63 Descrizione Sconfitta della Francia, egemonia inglese in America Stamp Act 1765 Bollo atti pubblici, comincia tassazione colonie Boston Tea Party 1773 Boston: i coloni gettano a mare il te della compagnia delle Indie Boicottaggio 1774 Esercito di liberazione 1775 Congresso Filadelfia: istituzione esercito liberazione Guerra indipendenza 1775 Scoppia la guerra Dichiarazione Indipendenza 1776 4 luglio 1776 – 3° Congresso Filadelfia 1^ Costituzione 1781 Prima costituzione americana confederale Congresso Filadelfia: boicottaggio merci inglesi Congresso Versailles 1783 Inghilterra riconosce gli Usa 2^ Costituzione 1787 Filadelfia: approvazione costituzione federalista Whashington 1789 Primo presidente degli Stati Uniti Jefferson 1800 Terzo presidente degli Stati Uniti Vorrei, però, aggiungere delle riflessioni. E’ vero che le immagini servono a catturare l’attenzione degli studenti su un argomento da affrontare, ma è anche vero che l’insegnamento per discipline diverse crea compartimenti stagni per cui gli studenti non colgono nessi tra discipline, favorendo un sapere estremamente parcellizzato. Edgar Morin, noto epistemologo francese, colse la paradossalità di una realtà che si fa sempre più complessa da una parte e di un sapere che si espande in modo incontrollato e incontrollabile dall’altra, producendo però solo una gran mole di informazione che non diventa conoscenza, o di conoscenze che non producono più saggezza. Di qui la necessità impellente di una “riforma del sapere”, che si configura come una grande sfida anche per i problemi seri che pone in termini di traducibilità didattica e pedagogica. Una “testa ben fatta”. Per spiegare questo concetto Morin richiama una frase di Michel de Montaigne: "È meglio una testa ben fatta che una testa ben piena". Egli perciò distingue tra "una testa nella quale il sapere è accumulato e non dispone di un principio di selezione e di organizzazione che gli dia senso" e una "testa ben fatta", che comporta "un’attitudine generale a porre e a trattare i problemi; principi organizzatori che permettano di collegare i saperi e di dare loro senso". Quali potrebbero essere i punti cardinali di una “testa ben fatta” inscrivibile in una riforma del sapere? Ne sono stati tracciati otto: integrazione dei saperi, convivere con l’incertezza, accettare le sfide, approccio sistemico, attitudine indagatrice, studiare la condizione umana, formare un pensiero critico e educare gli educatori. Mi si potrebbe rimproverare a questo punto che lo studio di E. Morin non c’entra con l’argomento indicato nella traccia assegnata. Io penso di sì. Offro un esempio. Francisco Goya – Il sonno della ragione genera mostri (1797) Di solito mi servo di questa immagine per spiegare l’Illuminismo e introdurre il pensiero kantiano. Ma non mi fermo a questo in quanto l’immagine consente di allargare il discorso alla storia dell’arte e agli sviluppi nel campo scientifico, e permette di contestualizzare l’argomento alle problematiche contemporanee. Non so se quanto da me scritto sia accettabile, ma io ci credo. Ed è per questo motivo che ho presentato un progetto PON di latino e greco dal titolo “Pensiero interconnesso”, che è stato approvato e finanziato. Vi saprò dire a giugno del prossimo anno i risultati. Naturalmente se mi sarà chiesto. Mi fermo qui. Non vorrei annoiare spingendomi nella stesura di un trattato di didattica. Miria Brunetti Cl. F3