A pochi giorni dal debutto di Roméo et Juliette di Gounod, mai andata in scena a Piacenza, la Fondazione Teatri di Piacenza presenta il cartellone della stagione lirica 2011-2012 realizzato in collaborazione con la Fondazione Toscanini. Un’assoluta novità per l’inaugurazione, mentre la conclusione sarà con La traviata uno dei titoli più amati. Un altro Verdi, I Lombardi alla prima crociata, è frutto della collaborazione con l’associazione gli Amici della Lirica. Prosegue il progetto Strauss con Salome: nel cast Anna Maria Chiuri e due orchestre. Ai quattro titoli in cartellone si aggiunge l’opera Le due gemelle di Giuseppe Nicolini una produzione frutto della collaborazione tra la Fondazione Teatri, il Conservatorio “Nicolini” e l’assessorato alla cultura del Comune di Piacenza per ricordare i 250 anni della nascita del compositore piacentino S’intensificano le prove del Roméo et Juliette in vista del debutto del 19 ottobre prossimo. Il capolavoro di Gounod, mai andato in scena al Municipale di Piacenza, costituisce il primo dei quattro titoli della Stagione Lirica 2011-2012, un cartellone che oltre a Verdi con due opere, La traviata e I Lombardi alla prima crociata, offre uno sguardo alla musica francese e uno alla musica tedesca con Salome di Richard Strauss. Filo conduttore, almeno in tre opere, è la complessità dell’animo femminile attraverso la presentazione di tre figure di donne dal profilo completo, ben definito, ricco di sfaccettature: la giovanissima Giulietta - creatura di rara purezza immortalata da Shakespeare - l’inquietante Salome - figura simbolo della seduzione la cui origine risale alla Bibbia per essere poi riconsiderata nel Novecento da diversi pittori e da uno scrittore come Oscar Wilde da cui è tratto il libretto dell’opera straussiana - e da ultimo la verdina Violetta con cui il compositore di Roncole di Busseto fa il passo decisivo verso la sua nuova drammaturgia, dove a tenere insieme i legami fra i personaggi è sì una storia d’amore, ma anche una variegata rete di rapporti intrisi di sottili valenze psicologiche. In questo senso la figura di Violetta è una delle più “moderne” dell’intera drammaturgia verdiana. Opera corale per eccellenza I Lombardi alla prima crociata, facente parte del gruppo delle opere “patriottiche” di Verdi presenta anch’essa una figura femminile d’incredibile modernità: si tratta di Giselda, ragazza cristiana sinceramente innamorata del musulmano Oronte. L’opera per questo è di grande attualità poichè la vicenda della prima crociata offre a Verdi la possibilità di una riflessione accorata sul senso della religione e sugli eccidi cui il furore religioso porta. Ed è proprio dalla bocca di Giselda che esce furibonda e lacerata la cabaletta ove lancia il suo grido: "No!...giusta causa non è d'Iddio / la terra spargere di sangue umano / E' turpe insania, non senso pio/ che all'oro destasi del musulmano!/ Queste del cielo non fur parole.../No, Dio non vuole! No, Dio nol vuol". Un omaggio, al termine del 2011, ai 150 anni dell’Unità nazionale che la Fondazione Teatri tributa a Piacenza ‘primogenita’ Il sipario del Municipale si alzerà il 19 ottobre (repliche il 21 e 23 ottobre) con Roméo et Juliette musica di Charles Gounod. Ispirata alla celeberrima tragedia di Shakespeare, composta per il Théâtre Lyrique di Parigi, dove fu rappresentata per la prima volta nel 1867, l’opera è stata creata negli anni della maturità di Gounod che si avvalse del libretto di Jules Barbier e Michel Carré. ‘Dramma lirico’ di articolata cantabilità, Roméo et Juliette è caratterizzata da una ricca strumentazione e da armonie raffinate che seguono con forte partecipazione emotiva il tragico amore dei due giovani innamorati veronesi che, contrastato dalle rispettive famiglie (i Capuleti e i Montecchi), li condurrà fino alla morte. La regia dello spettacolo, che si preannuncia decisamente originale ed articolato, è di Manfred Schweigkofler il quale ha intelligentemente rivisitato con gli occhi di oggi la tragica vicenda umana dei due giovani. Il mio allestimento di Roméo et Juliette – commenta il regista- narra del fallimento di una piccola, sincera e intima relazione all'interno di una grande società pubblica gonfiata. È una lotta di due piccole persone contro un macchinario strapotente. È il dramma di un amore fragile, schiacciato dalla società brutale. Roméo et Juliette si svolge nel glamour dell'Alta Moda. I Capulets e Montaigus sono due marchi di moda affermati, ma concorrenti nella conquista del mercato. Juliette non solo è una figlia viziata, ma anche la prima testimonial della casa. Il suo viso è raffigurato su tutti gli striscioni pubblicitari della città e sulle maggiori riviste. Per questo sembra quasi impossibile che Romeo possa iniziare una relazione con la top model della ditta concorrente. Paride è l'editore del più importante giornale di moda, e quindi il previsto matrimonio con lui una strategia della famiglia. Alla guida dell’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna è un direttore esperto di musica francese: Yves Abel che tra i numerosi incarichi ricopre quello di Direttore Musicale dell’Opéra Français di New York, istituzione da lui stesso fondata nel 1988, al fine di rendere noto il repertorio operistico francese di più rara esecuzione. A Roméo et Juliette che nascerà a Piacenza e sarà cantato in francese con i sottotitoli in italiano e il cui allestimento proviene dall’Opera di Philadelphia, prende parte il Coro del Teatro Municipale diretto da Corrado Casati. Nell’articolato cast si sottolinea anche la presenza dell’apprezzato tenore Paolo Fanale che in alternanza ad Ivan Momirov affronterà il ruolo di Roméo. I soprani Monica Tarone e Maria Rosa Lopalco si alterneranno in quello di Juliette, al loro fianco interpreti rinomati come Andrea Concetti (Frère Laurent) e Massimiliano Gagliardo (Mercutio); e ancora: Annalisa Stroppa (Stéphano), Enrico Turco Le (Compte Capulet), Gianluca Bocchino (Tybalt) Gabriella Sborgi (Gertrude), Alessandro Nuccio (Paris), Graziano Dallavalle (Grégorio); coreografa e prima ballerina Lindsay Browning; maestro d’armi Charles Conwell. Roméo et Juliette dopo il debutto piacentino andrà in scena a Bolzano e a Modena. Il 24 e 26 novembre andranno in scena I Lombardi alla prima crociata, opera in cui Verdi si dimostra oramai insuperabile “Maestro del Risorgimento”. L’opera rappresenta l’omaggio che al termine del 2011 la Fondazione Teatri tributa a Piacenza ‘primogenita’ per i 150 anni dell’Unità nazionale. Composta nel 1843, su libretto di Temistocle Solera (ispirato a un poema di Tommaso Grossi) un anno dopo il Nabucco,I Lombardi alla prima crociata è - similmente a tutte le opere giovanili di Verdi- ricca di scene corali e percorsa da una musica incalzante, dai ritmi serrati a volte quasi brutali. Da menzionare il coro O Signor, dal tetto natio che, diceva la poesia del Giusti “tanti petti ha scosso ed inebriati”: si tratta della preghiera che i crociati, riuniti nelle tende lombarde presso Gerusalemme, rivolgono al Signore che li ha chiamati dalla terra natia con la promessa di liberare la città santa dal dominio dei musulmani “invasori”. Ma oltre ai grandi momenti corali e alle vivide scene di violenza, nei Lombardi si trovano melodie accattivanti profuse a piene mani e pagine delicate come la preghiera di Giselda. La vicenda storica – spiega Alessandro Bertolotti regista dell’opera - offre non pochi spunti di attualità, come la riflessione riguardo all’unione tra i popoli in primis. Ce lo ricorda la vicenda sentimentale di una ragazza cristiana, Giselda, che s’innamora di un musulmano, un extracomunitario diremmo noi, e paga per i suoi sentimenti. E’ questa una figura di rilevante interesse che nello spettacolo verrà considerata sempre come ‘ragazza’ anche se passano diversi anni dal Prologo, la cui azione si svolge davanti a Sant’Ambrogio, rispetto alla vicenda direttamente legata alla crociata ambientata a Gerusalemme. Da questo punto di vista, sarebbe molto facile quasi scontato cedere alla tentazione di realizzare una regia ‘moderna’ come se ne vedono oggi. Proprio per questo motivo, preferisco imboccare la strada della tradizione per confezionare uno spettacolo pulito con l’aiuto di diapositive e controproiezioni che raccontano la vicenda storica con i luoghi e le azioni. Sono immagini tuttavia che suggeriscono parimenti gli stati d’animo e realizzano una sorta di ‘racconto nel racconto’ che mette luce al dramma intimo dei protagonisti. L’opera, che rientra nelle manifestazioni di Piacenza ‘Primogenita’, richiede un cast vocale di tutto rispetto composto da due tenori, qui interpretati da Alessandro Fantoni (Arvino) e Ivan Magrì (Oronte). Questo allestimento, tutto piacentino, conta anche su Stefanna Kybalova (Giselda), Andrea Patucelli (Pagano), il mezzosoprano piacentino Stefania Ferrari (Viclinda), Davide Baronchelli (Pirro). Gli altri ruoli – Priore, Acciano e Sofia saranno interpretati invece da allievi della scuola di canto del Conservatorio “Nicolini” di Piacenza. Accanto a Bertolotti lavorerà lo scenografo e costumista Artemio Cabassi; e l’insegnante di danza Giuseppina Campolonghi le cui coreografie saranno interpretate dal corpo di ballo formato dalle allieve dell’Accademia di danza “Domenichino da Piacenza”. Parteciperanno inoltre il Coro del Teatro Municipale di Piacenza diretto dal Maestro Corrado Casati e l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Gioele Muglialdo. Dopo Elektra rappresentata con vivo successo di pubblico e di critica nella stagione 20092010, prosegue l’impegnativo progetto dedicato ai capolavori operistici di Richard Strauss, uno dei musicisti più rappresentativi del Novecento del quale il 4 e 5 febbraio 2012 sarà in scena Salome, dramma lirico in un atto tratto dall’omonimo poema di Oscar Wilde. Breve, fulminea, la Salome è un’opera la cui azione si dipana già dalle primissime battute condita di erotismo, edonismo, esotismo estetismo. Composta tra il 1902 ed il 1905, esprime appieno la cultura del Novecento nel senso che è già partecipe della corrente espressionista che si afferma nel Nord Europa. Al teatro espressionista infatti rimandano la violenza espressiva, il senso di angoscia, l’incapacità di comunicare il disagio racchiuso dai personaggi in scena in special modo dalla protagonista, sensuale giovane fanciulla che brama, anche attraverso la morte, un amore mai conosciuto e impossibile. Lo spettacolo, in lingua originale con soprattitoli nato da una coproduzione con i Teatri Comunali di Bolzano e Modena, è del regista Manfred Schweigkofler molto apprezzato nell’Elektra. Collaborano con lui Walter Schütze per le scene, Kathrin Dorigo per i costumi e Claudio Schmid per il disegno luci. La storia di Salome corrisponde ad una vicenda della più recente e squallida attualità -dice Schweigkofler-. Protagonista è un vecchio (Erode) ricco e potente che ad una ragazza minorenne (Salomè) promette tutto quello che vuole. Dall’altra parte vi è una donna (Erodiade) insoddisfatta e trascurata. Così s’innesca la tragedia che superando la vicenda biblica data 2000 anni fa, finisce per illustrare la pura cronaca quotidiana. Nel mondo dominato dalla corruzione, si ode una voce diversa che scongiura di ritornare a certi valori; una sorta di grido si verità che invita tutti “a fare molta attenzione”. Salomè è irresistibilmente attratta da questa voce, anche perché Jochanaan disegna un mondo nuovo, uno scenario completamente differente. Nasce dunque una sorta d’attrazione fra il santo e la peccatrice che porterà al tragico epilogo. Come è accaduto due anni fa per Elektra anche per quest’opera, sono coinvolte due orchestre la Haydn di Bolzano e Trento e la Regionale dell’Emilia Romagna – per la direzione di Niksa Bareza che saranno collocate sul palcoscenico dietro ai cantanti. Dietro a questa scelta –commenta il regista- vi è una ragione scenica ma anche musicale e riguarda l’amalgama tra le voci e l’orchestra che, essendo numerosa, facilmente potrebbe sovrastarle. Collocata dietro la massa dei musicisti ha il compito di ‘condurre’ il canto nel più totale equilibrio tra testo e suoni. Garanzia della riuscita di questa è l’esperta bacchetta di Bareza, molto apprezzata per la conoscenza di un repertorio sinfonico e lirico. Nato a Spalato nel 1936 ospite dei più importanti teatri europei teatri europei ha curato cura il contatto personale con compositori quali Carl Orff, Olivier Messiaen, Luigi Dallapiccola, Gian Francesco Malipiero, Goffredo Petrassi, Dmitri Shostakovich, Luigi Nono, Benjamin Britten per la migliore comprensione ed interpretazione di nuove composizioni. Il cast di Salome annovera, in alternanza, nei ruoli di Herodes, Scott MacAllister e Peter Svensson, mentre in quello di Salome Cristina Baggio e Cassandra McConnell; il mezzosoprano piacentino Anna Maria Chiuri sarà Herodias, Samuel Youn Jochanaan, Harrie van der Plas Narraboth, Jelena Bodrazic Paggio. Chiuderà il cartellone il 23 marzo (repliche il 24 e 25 marzo) La traviata di Giuseppe Verdi, uno spettacolo per la regia di Rosetta Cucchi (apprezzata a Piacenza in Viaggio a Reims, Sweeney Tod, La Cenerentola) - scene di Tiziano Santi e costumi di Claudia Pernigotti-, che nascerà a Modena coprodotto insieme al Teatro di Bolzano. Com’è noto Verdi con quest’opera compie il passo decisivo verso la sua nuova drammaturgia, dove a tessere i legami fra i personaggi non è più l'immancabile storia d'amore, ma anche una variegata rete di rapporti intrisa di sottili valenze psicologiche. In questo senso la figura di Violetta è più complessa di tutte le eroine che la precedono e una delle più "moderne" dell'intera drammaturgia verdiana. Tenendo in gran conto tali peculiarità si muove la regia di Rosetta Cucchi. Nella mia Traviata – spiega la regista- ho voluto inasprire il sentimento della solitudine di una donna che, come una bambola tirata dai fili di un destino da lei stessa scelto, sfiora continuamente nella vita una moltitudine di anime senza mai incontrarle veramente, fino a quando un uomo riesce a toccarla, a entrare nella sua scatola, a insinuare in lei il sospetto che da quel luogo dell’anima si possa uscire, con le proprie forze, beffando il destino, che tranquillo la attende mimetizzato tra le tante ombre. Violetta proverà a strappare quei fili che la muovono, a correre su una strada sconosciuta, a schivare coloro che la vogliono toccare senza amarla, ma alla fine tornerà ad essere una delle tante storie di “povere donne” umiliate dall’indifferenza del comune senso del pudore di una società benpensante, vera ‘traviata’ di questa vicenda. Nel ruolo della protagonista sarà il 23 e 25 marzo Irina lungu, mentre il 24 marzo ci sarà il soprano Gladys Rossi; nel cast anche Milena Josipovic Flora, Giuseppe Varano e Alejandro Roy Alfredo Germont, Simone Piazzola e Carlos Bergasa Giorgio Germont, Stefano Consolini Gastone, Alessandro Battiato Il barone Douphol, Valdis Jansons Il marchese D’Obigny, Daniele Cusari Il dottor Grenvil. L’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna ed il Coro Lirico Amadeus del Teatro Comunale di Modena (maestro del coro Stefano Colò) sono diretti da Pietro Rizzo uno dei direttori italiani di maggior talento della sua generazione; nonostante la giovane età infatti, ha già all’attivo numerosi impegni in importanti teatri ed un repertorio operistico di più di quaranta titoli; nelle ultime due stagioni si è affermato ottenendo grandi successi nei debutti al Metropolitan Opera, Dallas Opera Deutsche Oper Berlin, Teatro Comunale di Firenze, Teatro Reale Svedese di Stoccolma. Tra le attività collaterali, oltre agli appuntamenti In…canto d’opera realizzati in collaborazione con l’associazione “Nel pozzo del Giardino” per la direzione artistica di Marco Beretta che si tengono la domenica pomeriggio alla Sala dei Teatini alle ore 17 durante i quali giovani cantanti si presenteranno i momenti più significativi delle quattro opere in cartellone. Il 2 febbraio il musicologo e studioso piacentino Nicola Montenz autore della traduzione delle lettere di Richard Strauss e Gustav Mahler presenterà al pubblico l’opera Salome, appuntamento in collaborazione con il Goethe Zentrum di Piacenza. Sempre nel quadro delle collaborazioni tra le associazioni cittadine, prosegue in modo proficuo la collaborazione con il Conservatorio di musica cittadino. Nell’aprile 2012 in occasione dei 250 anni della nascita di Giuseppe Nicolini (1762 – 2012) va in scena in prima esecuzione moderna Le due gemelle, opera comica in due atti del compositore piacentino allievo a Napoli di Domenico Cimarosa. La trame de Le due gemelle il cui manoscritto è conservato a Bruxelles, si basa su un artificio teatrale non nuovo, ma di sicuro successo: due gemelle, una sciocca e una astuta (interpretate dalla stessa cantante), che per la loro somiglianza ingannano due pretendenti. Il finale vedrà ovviamente trionfare l’amore, con un doppio matrimonio. L’opera, un seguito di arie e numeri d’assieme preceduti da una brillante sinfonia, consentirà a un tempo di riscoprire un compositore minore, ma non troppo lontano dalle prime linee e a un gruppo selezionato di studenti del Conservatorio cittadino di sviluppare competenze “sul campo” cimentandosi in una produzione teatrale. L’allestimento per la regia di Maria Luisa Iotti e con l’Orchestra del Conservatorio “Amilcare Zanella”, è frutto di una collaborazione tra Assessorato alla Cultura del Comune di Piacenza, Fondazione Teatri e Conservatorio “Nicolini”. Come negli anni passati, le Prove Generali delle opere programmate per le 15.30 sono aperte al prezzo di € 7 alle scuole e alle case di riposo (iniziativa in collaborazione con l’assessorato alla formazione del Comune di Piacenza): il 17 ottobre Roméo et Juliette, il 22 novembre I Lombardi alla prima crociata, il 22 marzo 2012 La traviata. La Fondazione Teatri ringraziano i Soci fondatori che la affiancano: Fondazione di Piacenza e Vigevano, Confindustria Piacenza, Iren, e Camera di Commercio, gli Sponsor che sostengono: Cariparma (Gruppo Crédit Agricole), Gruppo Giglio (Edilservizi, Si.Gi. Servizio Ospedalieri, Ingegneria Biomedica S. Lucia, Gidea alta tecnologia), Siram, Edipower, Enia, Enel e i Partner: Unione Commercianti, Civardi vini, il Caffè del Teatro, i quotidiani Libertà e La Cronaca.