Appuntamento domenica 26 aprile alle 17 alla sala dei Teatini
con la rassegna cameristica “Allegro con Brio”
organizzata dalla Fondazione Teatri di Piacenza
in collaborazione con
il Conservatorio “G. Nicolini”
Protagonista il Quartetto Hartmann, Mozzoni, Rizzi, Bernelich
Fantastiche seduzioni. Questo il titolo del quarto appuntamento con la rassegna cameristica,
ad ingresso gratuito, “Allegro con Brio”, organizzata dalla Fondazione Teatri di Piacenza in
collaborazione con il Conservatorio di Musica “G. Nicolini” di Piacenza in programma domenica
26 aprile alle 17 alla Sala dei Teatini. Protagonista il Quartetto Hartmann, Mozzoni, Rizzi e
Bernelich che proporrà musiche di Camille Saint-Saëns, Ludwig van Beethoven, Francis Poulenc e
Antonio Pasculli.
In apertura di concerto verrà presentata di Camille Saint-Saëns la Sonata per oboe e
pianoforte composta nei primi mesi del 1921 all'età di 85 anni, durante il suo soggiorno invernale
ad Algeri e completata al rientro a Parigi. Come era sua consuetudine, prima di inviarla all’editore,
l’autore la volle “testare” in privato con uno strumentista di sua fiducia, l’amico Louis Bas primo
oboe dell’Opéra. Saint-Saëns rimase così soddisfatto dalla performance dell’oboista che a lui
dedicò la sonata. Benchè pubblicata prima della sua morte, la Sonata venne eseguita per la prima
volta in pubblico soltanto l'anno successivo alla morte del compositore francese.
Il pomeriggio proseguirà con la Sonata per oboe e pianoforte di Francis Poulenc, scritta nel
1962 e dedicata “à la mémoire de Serge Prokofiev” del quale è evidente il richiamo nello Scherzo
centrale, mentre il primo tempo Elégie è pervaso da una profonda, lirica serenità. L’ultimo
movimento, Déploration, - dove evidenti sono gli echi della produzione sacra di Poulenc - è in
assoluto l’ultimo brano che l’autore compose prima della morte, avvenuta nel gennaio del 1963.
Come nel caso della sonata di Saint-Saëns anche quella di Poulenc venne eseguita solo dopo la
morte dell’autore.
Di Ludwig van Beethoven verranno invece eseguite le Variazioni per due oboi e corno inglese
sul tema “Là ci darem la mano” dal Don Giovanni di Mozart e che appartengono alla fase iniziale
del periodo viennese del compositore tedesco. Composte molto probabilmente nel 1795, le
Variazioni sul tema mozartiano testimoniano l’attenzione di Beethoven alle innovazioni della
tecnica costruttiva degli strumenti: mentre le parti dei due oboi sono scritte senza eccedere mai
l’estensione dello strumento a due chiavi allora utilizzato, la parte del corno inglese richiede uno
strumento almeno a quattro chiavi che all’epoca rappresentava un’assoluta novità.
A chiudere il pomeriggio musicale di domenica prossima sarà la musica del compositore
palermitano Antonino Pasculli di cui verrà eseguita la Fantasia su temi da La Traviata di Giuseppe
Verdi per oboe e pianoforte. Tra i più grandi virtuosi del suo tempo, Pasculli iniziò la carriera
prima in Italia e poi in Austria e Germania, per poi rientrare a Palermo dove ottenne giovanissimo
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Ufficio Stampa: tel. 0523 492262/492259 - mail [email protected]
la cattedra di oboe e corno inglese presso il Reale Conservatorio. Come compositore scrisse
prevalentemente Fantasie su temi d’opera, da Meyerbeer e Rossini a Bellini, Donizetti e Verdi,
lavori che fanno risaltare le possibilità virtuosistiche dell’oboe e che rappresentavano anche, nel
gusto e nella consuetudine dell’epoca, un potente veicolo per la divulgazione e diffusione
dell’opera lirica, soprattutto a livello popolare.
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