Newsletter N. 3 - Novembre 2011 Malattie Infettive a cura del Dipartimento di Sanità Pubblica - Direttore Dr. Paolo Ghinassi. Redazione: Staff Epidemiologia e Comunicazione - Servizio Igiene Pubblica. Comitato di Redazione: Paolo Bassi, Loris Bevilacqua, Gian Paolo Casadio, Valeria Contarini, Manuela Dradi, Paolo Fusaroli, Franco Gianelli, Mirella Guerra, Cinzia Pozzetti, Davide Resi, Cosetta Ricci, Giuliano Silvi, Riccardo Varliero. Con “Newsletter” l’Azienda Usl di Ravenna vuole fornire periodicamente un breve e rapido aggiornamento su argomenti che riguardano le malattie infettive, compreso un quadro sinottico sull’andamento delle notifiche riferite ad un gruppo selezionato di esse. “Newsletter” è rivolta ai professionisti che, ai vari livelli, sono coinvolti nell’adozione delle misure di contrasto alla diffusione delle patologie infettive e diffusive nella popolazione. L’INFEZIONE DA HIV a cura della Dr.ssa Cosetta Ricci – Coordinatrice Commissione AIDS Azienda Usl di Ravenna Dedichiamo questo numero all’infezione da HIV per rinforzare l’attenzione sulla necessità di aumentare il ricorso al test HIV. L’argomento è oggetto della circolare della Regione Emilia-Romagna del 15 settembre 2011, nella quale si precisano le procedure di accesso e si propone una modulistica di consenso e informativa, al fine di facilitare il compito del medico nel counselling pre e post test per l’infezione da HIV. L’INFEZIONE DA HIV E’ determinata dal lentivirus a RNA Human Immunodeficiency Virus, che ha due tipi principali, HIV-1 e HIV-2, e vari sottotipi. La via naturale di infezione è la via sessuale. Bersaglio del virus sono diversi tipi di cellule del sistema immunitario, il quale viene compromesso nel corso di diversi anni, durante i quali il paziente è in grado di infettare attraverso rapporti sessuali o scambio di sangue pur non avendo sintomi. I linfociti helper CD4 sono il fondamentale parametro di valutazione del danno immunologico causato dal virus. I farmaci antiretrovirali, che hanno radicalmente mutato la prognosi dell’infezione da HIV, interferiscono in vario modo con le tappe del ciclo replicativo del virus. Il virus sviluppa resistenza ai farmaci in quanto muta con enorme frequenza, per errori di replicazione; pertanto la terapia deve essere condotta con più farmaci, agenti su più di un enzima virale, e in modo continuativo. Scopo della terapia è controllare la replicazione del virus fino a renderlo pressoché non rilevabile nel sangue (meno di 50 copie). Il genoma virale peraltro si incorpora nel DNA delle cellule infettate, perciò allo stato at- tuale il virus non è eliminabile dall’organismo. Il virus, se libero di replicarsi, conduce, in un tempo medio di 10 anni, variabile a seconda delle condizioni del paziente, ad uno stato di deplezione immunitaria in cui l’organismo resta vittima di infezioni opportuniste (miceti, virus, protozoi; micobatteriosi disseminate; TBC; polmoniti batteriche ricorrenti; sepsi ricorrenti da salmonella), tumori (sarcoma di Kaposi, linfomi, carcinoma invasivo della cervice), sindromi generali (wasting syndrome) o neurologiche (Aids dementia complex, leucencefalopatia multifocale progressiva), che fanno porre diagnosi di AIDS (Acquired Immunodeficiency Syndrome). Stadi precedenti a quello conclamato sono definiti da una minore compromissione immunitaria in presenza o assenza di sintomi. LA DIFFUSIONE IN EMILIA-ROMAGNA Nonostante molti successi nella prevenzione, diagnosi e cura, l’infezione da HIV/AIDS continua ad essere un problema primario di salute pubblica e presenta una distribuzione del tutto diversa da quella degli esordi dell’epidemia. In Emilia-Romagna, come nel resto del nostro Paese e in Europa, dalla introduzione delle terapie antiretrovirali combinate (HAART: high activity antiretroviral therapy), i nuovi casi di AIDS sono in progressiva diminuzione, ma le nuove infezioni da HIV sono sostanzialmente stabili. Fino a poco tempo fa solo i casi di AIDS venivano notificati, mentre ora vi è una sorveglianza nazionale delle nuove infezioni. Dal 2006 al 2009, sono state notificate circa 400 nuove infezioni all’anno nella nostra regione, con un tasso medio nel quadriennio di 9,1 ogni 100.000 abitanti, leggermente maggiore in provincia di Ravenna con 9,3 ogni 100.000 abitanti. Le nuove infezioni si riscontrano prevalentemente in adulti maturi che si infettano per via sessuale. La fascia di età più colpita (oltre il 35%) è quella fra i 30 e i 39 anni, subito dopo segue quella fra i 40 e i 49 anni (29,3%). I giovani fra i 20 e i 29 anni rappresentano il 15,2%, mentre solo 11 casi (7%) si registrano fra i minori di 20 anni. Importante la quota di over 50 (19,1%). Nelle fasce di età più avanzate prevalgono gli uomini, mentre fra i più giovani il contributo dei due sessi è simile. La trasmissione largamente prevalente (83,8%) è per via sessuale (etero: 55,5%; omo e bisessuale: 28,3%). Ridotta a circa il 6% la quota di nuove infezioni in tossicodipendenti. Dai dati del Laboratorio di Area Vasta, nel biennio in corso 2010-2011 si evidenzia un trend in leggero aumento delle nuove diagnosi di sieropositività, che interessa tutte le quattro Ausl. Una elaborazione delle nuove diagnosi a livello nazionale, condotta dall’ISS, pone l’Emilia-Romagna al primo posto in Italia per incidenza di nuove infezioni da HIV. L’inizio recente della sorveglianza e i tempi differenziati di comunicazione dei dati da parte delle regioni, inducono alla prudenza sulla valutazione di quest’ultimo dato. Rispetto ai casi di AIDS la regione Emilia-Romagna si colloca storicamente al 3°-4° posto in Italia. IL RITARDO DI DIAGNOSI Poiché spesso l’infezione è inapparente, anche la diagnosi di nuova infezione da HIV è molto spesso tardiva. Si stima che un quarto delle persone HIV positive non sappia di esserlo. Si definisce presentazione tardiva una nuova infezione da HIV diagnosticata quando il paziente ha già un deficit immunitario. L’entità del deficit si valuta in base al numero di linfociti CD4, a partire da 350 cellule /mm, fino allo stadio di AIDS: i casi con queste caratteristiche sono detti late presenters. In Emilia-Romagna, il 48,1% delle nuove diagnosi segnalate dal 2006 al 2009 erano late presenters. Il medico può considerare che il rischio di essere late presenter aumenta con l’età, di circa il 30% ogni 5 anni di incremento di età; è circa il doppio per gli stranieri e supera il 60% in chi si infetta per via eterosessuale. Viste le recenti indicazioni ad un inizio precoce della terapia, la tempestività della diagnosi di nuova infezione può essere molto importante per il paziente, oltre che per prevenire nuove trasmissioni del virus. Va fatto ogni sforzo quindi per migliorare l’adesione e l’accesso al test in presenza di qualsiasi comportamento a rischio. IL TEST HIV Esenzione, sempre: il test HIV è in ogni caso gratuito e si esegue in regime di esenzione ticket, con il codice B01. Fase ‘finestra’ ridotta. I test di screening usati in Area Vasta sono di 4a generazione: sono molto sensibili e consentono di rilevare sia gli anticorpi (non protettivi) contro HIV-1 e HIV2 sia l’antigene p24 (antigene del core del virus), che ha una prima comparsa entro poche settimane. Il risultato del test è già affidabile ad un mese dal momento del possibile contagio e va confermato a 3 mesi. Il test negativo, trascorso il periodo finestra e in assenza di altri episodi a rischio di contagio, è affidabile (non vi sono falsi negativi). In caso di risultato positivo è buona norma confermare il risultato su un secondo campione, per evitare falsi positivi. Consenso informato e counselling: la necessità di un accurato counselling pre test non deve essere percepita come un ostacolo. Le informazioni essenziali da fornire al paziente sono contenute nella nota informativa stilata a cura della Regione Emilia-Romagna, disponibile sul sito dell’Ausl di Ravenna, nella sezione AIDS, così come il modello di consenso all’esecuzione del test. Il consenso al test è obbligatorio e rappresenta una tutela per il paziente e per il medico. Altri esami: non esistono esami che possano surrogare il test HIV. La determinazione del numero di copie circolanti del virus (HIV_RNA) non è un esame utile per lo screening; è invece determinante per la stadiazione della persona con HIV e per la valutazione dell’efficacia della terapia. L’INFEZIONE ACUTA DA VIRUS HIV E’ bene ricordare che, in una percentuale variabile di casi, l’infezione primaria da HIV può rendersi clinicamente evidente. La sintomatologia può insorgere da 1 a 6 settimane dal contagio, ha una durata di 2-3 settimane, è simil-influenzale e può com- prendere fra i sintomi: febbre, cefalea, faringodinia, sudorazioni, mialgie, astenia, dispepsia, diarrea, esantema maculopapuloso, linfoadenomegalie e talvolta sindromi neurologiche. Più comunemente la sindrome retrovirale acuta è una sindrome mononucleosica, e va distinta dalla mononucleosi infettiva, dal citomegalovirus e dal toxoplasma. LATE PRESENTER: SINTOMI COMUNI DI ESORDIO La variabilità clinica è molto grande, ma giova ricordare che due polmoniti consecutive, un’affezione cutanea o mucosa a sede anomala, estesa o resistente alla terapia, un linfoma NH, una sindrome neurologica, un‘altra malattia trasmessa sessualmente, un carcinoma della cervice, la malattia tubercolare devono far mettere l’HIV in diagnosi differenziale. L’INVECCHIAMENTO DELLE PERSONE CON HIV La lunga sopravvivenza delle persone HIV positive in terapia ha evidenziato la comparsa di problematiche cardiovascolari, renali e ossee che devono essere monitorate e trattate. E’ molto importante che le persone HIV positive seguano un corretto regime alimentare e di attività fisica e non fumino. E’ altrettanto importante favorire l’accettazione sociale delle persone HIV positive. Lo stigma creatosi nei primi anni dell’epidemia è uno dei maggiori ostacoli alla diagnosi precoce. Per approfondimenti: • http://www.ausl.ra.it/AIDS • http://www.helpaids.it Sito regionale che offre, fra l’altro, un servizio di domande-risposte on line, gestito da infettivologi. • www.iss.it/ccoa/ Sito del Centro Operativo AIDS dell’Istituto Superiore di Sanità. Per i pazienti: • Associazione di volontariato attiva localmente: NPS Emilia-Romagna onlus, tel. 333.4820914 dalle 10 alle 17. e-mail: [email protected] Per domande e commenti contattare: dr. Giuliano Silvi - Epidemiologia e Comunicazione - tel. 0544 286804 - e-mail: [email protected]