SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND GRATIS A S EXTRA supplemento del numero AS ESTIVO cover story HERBERT VON KARAJAN La ‘Official Remastered Edition’ su Warner Classics & L’ultimo concerto live a Londra leggi AS Extra anche con iPad, i Phone, Android, Windows M obile 60 + pagine per l’audiofilo esigente un C L I C K vi porta fuori dai confini di ‘AUDIOPHILE sound’ A S EXTRA SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND CLICK Cliccate per andare direttamente alla pagina con l’articolo desiderato... SUPPLEMENTO DI SUPPLEMENTO DI AUDIOPHILE SOUND NUMERO 135 24 CONTATTI EDITORE PIERRE BOLDUC t el 392-85 06 715 mai l editore@ audiophilesound.it 8 11 2 6 EDITORIALE CLICK HERBERT VON KARAJAN Pierre Bolduc parla delle registrazioni live e in studio del direttore salisbughese. COVER CLICK STORY HERBERT VON KARAJAN Pierre Bolduc ascolta la ‘Karajan Official Remastered Edition’ su Warner Classics. 30 32 34 SULLA SULLA COVER COVER H. von KARA JAN AUDIO TEKNE LINK UP CLICK HERBERT VON KARAJAN: L’ultimo concerto di Karajan a Londra: un blogger parla delle sue esperienze LINK UP CLICK CARSON TAYLOR: Un grande ingegnere del suono che ha lavorato con Nat King Cole, fra gli altri... LINK UP CLICK REFERENCE RECORDINGS: L’ignegnere Keith O. Johnson spiega come la Reference masterizza i loro LP CAPOLAVORI IN VINILE CLICK Il suono Decca, Parte 2: I primi esperimenti in stereofonia 37 RIFLESSIONI CLICK Kondosan: Amplificatore FET resistente all’alto voltaggio, Parte 3 41 ANGOLO CLICK TECNICO Alimentatori di tensione: parte 6 45 CONSIGLI CLICK TECNICI Il bilanciamento tonale: parte 3 46 QUALE CLICK INCISIONE? Il Concerto di Capodanno 49 DISCHI DA CLICK EVITARE Wynton Marsalis incide Purcell, Handel, Torelli e altri. sommario A S EXTRA SUPPLEMENTO DI SUPPLEMENTO AUDIOPHILE SOUND DI DI AS 135 SUPPLEMENTO ONLINE DI AUDIOPHILE SOUND ...ti porterà direttamente all’articolo desiderato 5 1-5 5 CLICK GUIDA ALL’ASCOLTO INTERATTIVA DEL CD ALLEGATO AD AUDIOPHILE SOUND N. 135 B AS TA UN CLICK PER ASC OLTARE I BRANI MUSICALI Dischi per un’isola deserta per anteprima AS 135 & CD allegato CLICK Cari lettori, In questo numero estivo non abbiamo pubblicato recensioni di dischi da isola deserta poiché i nostri critici si sono presi un piccolo risposo. Riprenderemo con il prossimo numero. Pierre Bolduc sommario SULLA COVER H.von KARAJAN 3 AUDIOPHILE sound con CD allegato è in edicola & in vendita online : (in versione cartacea con CD fisico & in versione digitale con CD download) www.audiofileshop.com [percorso: > ‘audiophile sound’ > ‘come comprare AS’] oppure CLICCATE IN BASSO CLICK PER ANDARE ALL’ONLINE SHOP numero 135 con CD allegato opere per VIOLINO AUDIOPHILE sound PER COMPRARE Audiophile sound n. 135 con CD allegato versioni fisico o digitale CLICCA QUI PER PRENOTARE Audiophile sound PRESSO IL TUO EDICOLANTE PER ABBONAMENTI Audiophile sound CLICCA QUI senza obbligo di pagamento anticipato Basta comunciarci l’indirizzo dell’edicolante: [email protected] A S EXTRA IL SUPPLEMENTO DI A UDIOPHILE SOUND SUPPLEMENTO DI AUDIOPHILE SOUND DI NUMERO 135 numero corrente in edicola e ONLINE: n.135 G R AT U I T A & I N T E R AT T I V A ESCE OGNI MESE CONTEMPORANEAMENTE A A UDIOPHILE SOUND C ONTENUTI - articoli, commenti, interviste che completano i contenuti pubblicati su Audiophile Sound - in più: recensioni, incontri, consigli pratici, dischi ‘da isola deserta’ C ONTENUTI MULTIMEDIALI - AS EXTRA è interattiva: quindi, collegamenti e link per accedere a ulteriori informazioni, video, brani musicali, ecc. E' FA CILE LEGGERE AS EXTRA: LE PAROLE/C OMMANDO>>> - CLICK : un ‘click’ nel ‘sommario’vi porterà all’articolo desiderato CLICK : un click’ negli articoli vi farà accedere ai contenuti multimediali - > SOMMARIO in fondo ad ogni pagina: cliccandoci sopra ritornerai automaticamente al sommario. pagina attiva - extra in alto della pagina indica che ci sono dei contenuti multimediale sulla pagina: per accedere ai contenuti multimediale basta cliccare sul link interattivo che si trova nel box grigio nella parte sinistra inferiore della pagina e indicato con la parole CLICCA QUI - me ssaggio pr omo zionale: le pagine con sfondo verde sono messaggi promozionali; CLICCA QUI indica che la pagina è interattiva indica che una pagina publicitaria è interattiva: basta cliccare sopra per accedere alle informazioni multimediali BENVENUTI A EXTRA ! Audiophile sound n. 135 per anteprima AS 135 & CD allegato CLICK in fo p age > SOMMARIO AUDIOPHILEsound: e è FA CILE : basta fare un CLICK sul link che ti verrà spedito per email è VE ti arriverà dell’edizione ic NUMERO CORRENTE edizione digitale op zione 1 1 NUMERO della rivista con 1 CD AUDIOPHILE in DOWNLOAD, rivista in pdf & CD in download CD res a solo 5,90 euro op zione 2 1 NUMERI della rivista senza CD in DOWNLOAD, rivista in pdf a solo 3,90 euro PER ABBONAMENTI E NUMERO CORRENTE IN VERSIONE DIGITA www.audiofileshop.com email [email protected] tel 3928 edizioni d i g i t a l i EL OCE : à a casa prima cartacea in edicola è C ONVENIENTE : perché costa molto meno ABBONAMENTO edizione digitale op zione 1 ABBONAMENTO ANNUALE: 10 NUMERI della rivista con 10 CD AUDIOPHILE ogni mese riceverai: in DOWNLOAD 1 rivista in pdf & 1 CD in download CD res a solo 39 euro ALE: 8506715 op zione 2 ABBONAMENTO ANNUALE: 10 NUMERI della rivista senza CD ogni mese riceverai: in DOWNLOAD 1 rivista in pdf a solo 24 euro ABBONARSI conviene... EDITORIALE HERBERT VON KARAJAN: LIVE E IN STUDIO di PIERRE BOLDUC Il 16 luglio 1989 Herbert von Karajan mori di un infarto nella sua casa di Anif, vicino a Salisburgo. Anche se venticinque anni dopo la sua scomparsa, il direttore austriaco continua a essere ancora al top della classifica delle vendite di musica classica, non è il disco che ha contributo alla sua grandezza come interprete, ma il suo lavoro in teatro e in concerto. La reputazione di un musicista si fa prima di tutto nelle sale da concerto. Fu il caso di tutti i grandi direttori, da Toscanini a Carlos Kleiber. Il disco viene dopo. Oggi è l'inverso: lo sconosciuto incide una sinfonia e viene subito osannato dalla critica. Penso a Gustavo Dudamel, un bravo giovane direttore, la cui reputazione il disco sta pian piano distruggendo: perché chi conosce la discografia sa che le sue interpretazioni sono immature. Prima di registrare il suo primo disco Karajan era già stato acclamato dalla stampa: un suono nuovo, un approccio interpretativo originale. Quando Victor de Sabata lo senti dirigere disse, secondo il produttore Michel Glotz, “quest’uomo controllerà il mondo musicale per i prossimi cinquant'anni”. I veri miracoli… sono rari. Il direttore d'orchestra non possiede uno strumento come il pianista e il suo pianoforte, per esempio. Il suo strumento è l'orchestra e questo vuol dire che, non avendo un'orchestra a disposizione per fare pratica ogni giorno, per forza avrà bisogno di molto più tempo per crearsi un repertorio e, ancora di più, per approfondirlo. Quando il critico tedesco gridò al miracolo (Das Wunder Karajan - Il Miracolo Karajan) dopo aver sentito il suo Tristan, Karajan dirigeva già da quasi dieci anni e non l'aveva mai registrato… Forse oggi una delle ragioni per cui non abbiamo più i Bruno Walter, gli Otto Klemperer, gli Arturo Toscanini o un altro Karajan è precisamente perché il modello di business discografico non lo permette. Invece di girare il mondo ogni settimana per avere tre prove e una generale seguita dal concerto dove troppi gridano al miracolo, sarebbe meglio prendere in considerazione i vantaggi per un giovane direttore di lavorare con la stessa orchestra e di concentrarsi sullo studio, quello serio delle partiture, invece di fare il gioco delle case discografiche, ossessionate dal prossimo bilancio, e cercare di arricchire il curriculum dirigendo, anche se ancora immaturo, orchestre quale i Berliner o i Wiener Phiharmoniker. Karajan diceva a proposito dei giovani direttori: "debbono prendere un'orchestra del decimo rango e trasformarlo in uno del sesto". In altre parole, non è in uno studio - dove i mezzi di oggi permettono di creare miracoli virtuali -, ma sul podio che uno impara il mestiere. L'ultimo concerto che Karajan diede a Londra, dirigendo la Notte trasfigurata di Schoenberg e la Prima Sinfonia di Brahms ne è, era, la prova: due performance indimenticabili che un blogger descrive alla perfezione in uno dei due articoli dedicati a Karajan. Poi basta leggere l'articolo sui concerti live di Karajan e dei Berliner a Londra e a Salisburgo tra 1972 e il 1988 (l'ultimo a Londra) pubblicati su etichetta BENVENUTI A EXTRA ! 8 extra > SOMMARIO e dit oriale Testament nel numero estivo di Audiophile sound per capire che non è possibile raggiungere quei stratosferici livelli tecnici e interpretativi di Karajan senza il lavoro continuativo, approfondito e articolato su un lungo periodo che il direttore a vita dei Berliner fece con la sua orchestra per più di trent'anni. Anche se un musicista non dovrebbe essere valutato principalmente attraverso i suoi dischi, il percorso discografico di Karajan - unico al mondo - complimenta molto bene il suo lavoro in concerto e a l'opera. Prima di tutto perché il suo da fare in studio riflette il lavoro maniacale che fece con le poche orchestre che ha diretto durante la sua carriera di 60 anni. Sono essenzialmente tre: i Wiener e Berliner Philharmoniker e la Philharmonia di Londra. La EMI, oggi la Warner Classics, registrò il direttore per quasi quarant'anni, dal 1946 al 1984. Nell'occasione del venticinquesimo anniversario della scomparsa di Karajan la Warner ha deciso di rimasterizzare la maggior parte delle sue incisioni, cosa che la DG, per esempio, non ha fatto nei due cofanetti dedicati alle registrazioni degli anni Sessanta e Settanta del maestro. I risultati tecnici dei nuovi remastering sono ottimi anche se non dobbiamo perdere di vista il fatto che una gran parte furono incisi in mono negli anni Quaranta e Cinquanta. In questo numero proponiamo un lungo articolo dedicato alla recensione dei primi due volumi dei tredici che costituiscono la 'Herbert von Karajan Official Remastered Edition'. Siccome le incisioni spaziano dagli anni Quaranta agli anni Ottanta, ho pensato recensire i CD dell'Edition nel contesto dell'evoluzione stilistica delle letture di Karajan. Inizio con il cofanetto dedicato alle prime incisioni di Karajan per la EMI realizzate dopo la guerra (1946-1949). Allora Karajan dirigeva da più di due decenni. Non dobbiamo dimenticare che anche se nel 1946 Karajan aveva solo 38 anni aveva già alle spalla circa vent'anni di dimestichezza sul podio; e quando finì di incidere le nove sinfonie di Beethoven con la Philharmonia Orchestra di Londra ne aveva quasi trenta: un livello di esperienza e di padronanza che ci costringe a prendere sul serio le sue prime incisioni discografiche. Pierre Bolduc UN OFFERTA UNICA, IRREPETIBILE: UN MASTER IN ALTA RISOLUZIONE PER SOLO 5 EURO !! Per gli appassionati di jazz e di blues offriamo questo mese la possibilità di scaricare il master in alta risoluzione del disco abbinato al numero 133 di Audiophile Sound: “Original Dixieland Songbook” con il Tiger Dixie Band. 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Mentre la maggior parte delle sue registrazioni sono state fatte per la DG, questi cofanetti contengono registrazioni alternative, che non sempre, ma spesso, surclassano quelle presenti negli archivi dell'etichetta gialla”. HERBERT VON KARAJAN E WALTER LEGGE L a Warner sta ripubblicando in tredici volumi le più importanti registrazioni orchestrali e corali che Herbert von Karajan effettuò per la EMI tra il 1947 e il 1984. A differenza dell'ultima ‘Karajan Edition’ che è uscita nel 2008, in occasione del suo centesimo Herbert von Karajan con Walter Legge compleanno, tutte queste incisioni sono state nuovamente rimasterizzate agli Abbey Road Studios sotto la squadra di rimasterizzazione guidata da Simon Gibson (vedi il riquadro alla pagina 21 a riguardo un prossimo articolo sulla qualità del suono della nuova ‘Karajan Official Remastered Edition’). Nei prossimi mesi recensiremo tutti i tredici cofanetti dandovi approfondimenti sulla straordinaria carriera di Karajan e sul suo stile interpretativo che si è costantemente evoluto fino alla sua morte, avvenuta nel 1989. Mentre la maggior parte delle sue registrazioni sono state fatte per la DG, questi cofanetti contengono registrazioni alternative, che non sempre, ma spesso, surclassano quelle presenti > SOMMARIO extra 11 herbert von karajan ‘THE KARAJAN OFFICIAL REMASTERED EDITION’ cover story herbert von karajan negli archivi dell'etichetta gialla. talenti da legare alla Columbia Records (a quell'epoca la EMI Herbert von Karajan deve molto della sua favolosa carriera alla Classics pubblicava le registrazioni attraverso due etichette, la EMI. Nei primi giorni del vinile, le case discografiche non erano HMV e la Columbia, e Legge era responsabile di quest'ultima). gestite dalla figura dei marketing manager, come lo sono oggi. Gli Così, nel gennaio del 1946, Legge si trovò a Vienna per reclutare amministratori delegati gestivano effettivamente le case discogra- nuovi artisti e recuperare nuovamente quelli vecchi la cui collabo- fiche ma, allo stesso tempo, concedevano un enorme potere ai razione con la Columbia era stata interrotta dalla guerra. Karajan cosiddetti produttori discografici che reclutavano nuovi artisti e doveva tenere un concerto con i Wiener Philharmoniker e “anche decidevano il repertorio da registrare: in altre parole, uomini e se come al solito con lui le prove erano a dir poco 'sigillate', riuscii donne (Elisa Schiller alla DG, per esempio) che potevano identifi- a entrare e rimasi assolutamente stupito di cosa quel tizio poteva care dei grandi talenti e utilizzare le risorse finanziarie delle pro- fare. L'enorme energia e la vitalità che aveva erano da far rizzare prie aziende per sviluppare il loro talento in modo intelligente, gra- i capelli” (1). Tuttavia, i russi che occupavano a quel tempo Vienna zie alla loro lungimiranza. Mentre i manager ovviamente gestiva- annullarono il concerto e così Legge telefonò a Karajan per chie- no, allo stesso tempo, capivano che l'industria discografica era un dergli di pranzare con lui. “Mi disse che era dispiaciuto, visto che incrocio tra la cultura e le leggi del business e quindi concedevano stava per andare a dormire, ma che mi avrebbe visto alle quattro” una sostanziale libertà ai produttori di decidere dove e quando (2). Karajan non divenne il Karajan che conosciamo, facendo la investire. dolce vita sulla Costa Azzurra: era un uomo straordinariamente Uno di questi fu Walter Legge, anzi il primo vero produttore del- disciplinato e, anche in condizioni di povertà assoluta com'era a l'era discografica. Legge fu il tipico self-made man: imparò da solo quel tempo, mostrava un auto-control e una volontà di ferro. a leggere la musica, a parlare e a scrivere il tedesco e, ancora Dormiva all'ottavo piano di un condominio, condividendo una stan- assai giovane, divenne il critico musicale di un importante quoti- za con persone che non conosceva, sempre secondo quanto rac- diano, il Manchester Guardian. Era determinato, ambizioso, schiet- conta Legge. Armato del suo formidabile arsenale di armi dialetti- to, imperioso al punto da essere perfino dittatoriale e aveva le idee che e di fascino, Legge tentò di ingaggiarlo immediatamente per chiare su quello che voleva fare nella vita: produrre dischi. Appena una serie di registrazioni con la Filarmonica di Vienna. “Non aveva le ostilità cessarono nel 1945, Legge iniziò a cercare vecchi e nuovi la minima fretta di firmare, anche se non aveva soldi ed era senza Herbert von Karajan con la Philharmonia Orchestra 12 extra > SOMMARIO cover story lavoro e soprattutto senza alcuna possibilità di avere un lavoro (a Già dopo aver ascoltato prima della guerra una performance del causa del divieto a cui erano costretti i direttori che avevano lavo- Tristan und Isolde, Victor de Sabata predisse: “Prendete nota… quest'uomo dominerà il mondo musicale per i prossimi cinquant'anni” (Michel Glotz). Quel straordinario talento musicale può essere ascoltato oggi in tante registrazioni che compongono il primo cofanetto di questa Edition, quelle realizzate con la Filarmonica di Vienna subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Nel mese di settembre del 1946 entrò nella Sofiensaal di Vienna per incidere le sue prime registrazioni per la EMI: così la casa discografica inglese mise un altro austriaco nato a Salisburgo sulla carta musicale internazionale. rato nel Terzo Reich), ma aveva un senso di tranquillità interiore che non ho mai incontrato in nessun uomo, in circostanze analoghe” (3). Anche se gli alleati dissero chiaro e tondo che a Karajan era proibito dirigere, il 'volpone' di Legge sostenne che gli alleati non avevano alcun diritto legale per vietargli di fare delle registrazioni dato che, teoricamente, si trattava di un'attività privata e non di una pubblica esecuzione durante la quale avrebbe potuto dirigere. Fu così che in una Vienna devastata dalla guerra, nel settembre del 1946, Karajan cominciò a registrare per la Columbia. Il ne quasi tutte le incisioni effettuate a Vienna tra il 1946 e il 1949. COFANETTO: LE REGISTRAZIONI VIENNESI - 1946-1949 Come affermò in seguito Legge: “La nostra collaborazione diven- Non molto tempo prima della sua morte, avvenuta nel 1989, ne le fondamenta sulle quali Karajan costruì la sua fama e la sua Karajan fu chiesto se si divertiva ad ascoltare i suoi dischi e rispo- fortuna”. Legge non avrebbe potuto essere più giusto: di fatto, se, categoricamente: “No”. Ciò è facilmente comprensibile. I gran- fece di Karajan il direttore principale della Philharmonia Orchestra di artisti non sono mai soddisfatti del loro lavoro: perché sanno di Londra, un ensemble che aveva creato dopo la guerra, essen- che non esiste una sola verità, ma molte. Arturo Toscanini, per zialmente per scopi di registrazione. Karajan l'avrebbe trasforma- esempio, cambiò costantemente lo stile delle sue esecuzioni pro- ta nella migliore formazione orchestrale in Europa registrando con prio come fecero Evghenij Mravinskij e Wilhelm Furtwängler. E essa, in primo luogo in mono e poi in stereo, gran parte del reper- così è stato con Karajan, che sviluppò uno stile che era ovviamen- torio orchestrale, corale e operistico. Presto Legge divenne “il suo te il suo, ma che si è evoluto costantemente fino alla sua ultima secondo paio di orecchie”, come spesso affermò Karajan parlando registrazione, la Settima Sinfonia di Anton Bruckner, nel 1989. delle doti musicali del suo amico: era probabilmente l'unico uomo Così ciò che Karajan riteneva giusto, in termini interpretativi, alla che sfidò apertamente Karajan su aspetti interpretativi; nessun fine della sua lunga vita, non lo poteva essere con i suoi prece- altro produttore o manager ebbe mai il coraggio di farlo successi- denti lavori. Il primo cofanetto della Edition è affascinante perché vamente. I risultati parlano chiaro. permette di conoscere alcune esecuzioni davvero notevoli e mette È mia convinzione che i grandi direttori d'orchestra mostrino quel- in mostra le fondamenta del cosiddetto 'Karajan sound'. la scintilla del loro genio ricreativo già all'inizio della loro carriera. “Molte persone mi hanno chiesto a proposito del cosiddetto primo cofanetto della ‘Karajan Official Remastered Edition’ contie- > SOMMARIO extra 13 herbert von karajan “Quel straordinario talento musicale può essere ascoltato oggi in tante registrazioni che compongono il primo cofanetto di questa Edition, quelle realizzate con la Filarmonica di Vienna subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Nel mese di settembre del 1946 entrò nella Sofiensaal di Vienna per incidere le sue prime registrazioni per la EMI: così la casa discografica inglese mise un altro austriaco nato a Salisburgo sulla carta musicale internazionale...” cover story “...Sebbene salisburghese di nascita, proprio come Mozart, non penso che Karajan abbia avuto lo stesso tipo di affinità con questo sommo compositore come, ché le numerose incisioni delle stesse composizioni realizzate per la stessa EMI. Sebbene salisburghese di nascita, proprio come Mozart, non penso che Karajan abbia avuto lo stesso tipo di affinità con questo sommo compositore come, per esempio, ebbero direttori quali Erich Kleiber, Bruno Walter o anche Karl Böhm. Il suo Mozart, per esempio, ebbero direttori quali Erich Kleiber, infatti, è troppo 'magniloquente' e spesso manca di quell'intimità, Bruno Walter o anche Karl Böhm. Il suo Mozart, di quella leggerezza e di quell'ironia che attraversano le opere del infatti, è troppo 'magniloquente' e spesso ultime sinfonie di Mozart su EMI (1970), seguite pochi anni dopo compositore salisburghese. Le sue successive registrazioni delle manca di quell'intimità, di quella leggerezza e dalle stesse registrate per la Deutsche Grammophon presentano di quell'ironia che attraversano le opere za timbrica e l'ottima esecuzione dei Berliner Philharmoniker del compositore salisburghese...” una straordinaria ricchezza di sfumature negli archi, ma la bellezvanno a scapito dell'espressività, che tende a essere un po' 'appiattita'. Per esempio, i legni risultano così 'affossati' nelle trame degli archi che non si riesce davvero a sentire il dialogo costante tra questi e il resto delle sezioni orchestrali. Karajan vede le ampie arcate, l'architettura dalle sue vette interpretative, ma herbert von karajan 'Karajan sound' ”, scrisse Legge. “Si tratta di un suono squisita- l'obiettivo principale, nelle sue letture, spesso sembra essere solo mente lucido, privo di tutto ciò che è non bello, di grande brillan- quello di raggiungere quel culmine. Di sicuro, l'unità e l'energia tezza, e può arrivare al fortissimo, senza il click di un attacco” (4). consumate per raggiungere la cima della montagna servono per Nel 1946, Karajan aveva trentotto anni e il suo stile interpretativo ottenere delle letture appassionanti, ma al viaggiatore viene con- ancora doveva molto a Richard Wagner, uno stile incarnato in cesso poco tempo, durante il viaggio, per assaporare la bellezza modo ideale dalle letture di Wilhelm Furtwängler, specialmente dei diversi paesaggi che si presentano ai suoi occhi. per ciò che riguardava i tempi scelti e il rubato. Eppure, le parole Ecco perché il primo Mozart di Karajan è molto più interessante. di Legge sul suono di Karajan risultano vere anche nelle prime Sebbene il cofanetto non contenga sinfonie, in compenso c'è registrazioni, presenti nel cofanetto dedicato ai dischi mono, effet- abbastanza materiale (l'Adagio e Fuga, l'Adagio dal Divertimento n. 17, la Danza tedesca per orchestra, Die Schlittenfahrt, la Musica funebre massonica) per mostrare la sua evoluzione stilistica. Mentre gli archi dei Wiener Philharmoniker mostrano segni di rugosità - ricordate che queste registrazioni sono state fatte subito dopo la guerra - le letture vantano una maggiore individualità tuate con i Wiener Philharmoniker tra il 1946 e il 1949. Molte di queste esecuzioni differiscono sostanzialmente dai successivi rifacimenti fatti sia con la Philharmonia Orchestra durante gli anni Cinquanta sia da quelli effettuati per la Deutsche Grammophon dal 1959 fino alla sua morte, avvenuta trent'anni più tardi, non- Il tecnico del suono, Simon Gibson 14 extra > SOMMARIO NUOVA DISTRIBUZIONE! da questo mese la DML AUDIO farà la distribuzione di questo prodotto cover story “Una sorpresa è stata la Nona Sinfonia di Schubert, una lettura più spontanea rispetto al suo rifacimento stereo registrato per la DG. Non vi è alcun dubbio che si tratti del suo miglior risultato riguardante questo lavoro, ma la lettura in questione non può eguagliare le superbe interpretazioni lasciate da Toscanini, Böhm, Walter e Furtwangler...” e una maggiore profondità emotiva che i rifacimenti successivi per contro i 10'18"), il Kaiser-Walzer quasi tre minuti più veloce, e così la EMI, la Decca e la DG. Ascoltate l'Adagio e Fuga diretto da via. Anche il Pizzicato-Polka è più vario nell'espressività, più leg- Karajan, registrato negli anni Settanta dall'etichetta gialla e con- gero e più solare rispetto alla lettura live del 1987. I due dischi frontatelo con quello che si trova in questo cofanetto: quelle dedicati alla famiglia Strauss rappresentano senza dubbio i punti struggenti, affettuose ed evocative atmosfere provocate dai trau- salienti di questo cofanetto. Essi completano esemplarmente le mi della guerra contrastano la versione ulteriore, perfetta e senza letture più sottili e più scavate del Concerto di Capodanno registra- anima. Detto questo, il Concerto per clarinetto con Leopold Wlach to dal vivo. herbert von karajan fu effettuato in seguito da Karajan con solisti migliori. La lettura Meno interessante è la lettura della Seconda Sinfonia di Brahms. selvaggia dell'Ouverture delle Nozze di Figaro non si ripeterà nella I tempi sono più lenti e l'esecuzione risulta artefatta. Già quella sua successiva registrazione in studio: vale la pena di acquistare che effettuò in stereo, sempre per la EMI, un decennio più tardi, questo cofanetto solo per questa esecuzione. è di gran lunga superiore, ma ancora non della classe delle inter- Rispetto alle sue registrazioni successive del salisburghese, pretazioni che avrebbe poi registrato per la DG negli anni Sessanta Karajan ci dà un Mozart più flessibile e l'accento è meno marcato e Settanta. Una sorpresa è stata la Nona Sinfonia di Schubert, una nel mantenere intatta la struttura delle opere, ma più incisivo per lettura più spontanea rispetto al suo rifacimento stereo registrato esaltare l'espressività e l'intimità, come avrebbe poi fatto con la per la DG. Non vi è alcun dubbio che si tratti del suo miglior risul- sua ultima lettura delle opere degli Strauss durante la registrazio- tato riguardante questo lavoro, ma la lettura in questione non può ne del Concerto di Capodanno del 1987. eguagliare le superbe interpretazioni lasciate da Toscanini, Böhm, In effetti, lo stesso tipo di evoluzione stilistica è assai evidente Walter e Furtwangler. Anche Munch ci ha dato una lettura più sod- nelle opere degli Strauss. Rispetto alle sue letture incise negli anni disfacente e sicuramente la migliore per ciò che riguarda l'aspet- Sessanta e Settanta per la DG e per la EMI, il livello di spontaneità di questi dischi mono è sorprendentemente alto. Un nastro originale mono con una performance di Wilhelm Furtwangler La toccante intimità che Karajan ci ha dato nel Concerto di Capodanno - per lo più assente nei precedenti dischi stereo EMI e DG dedicati alle opere della stessa famiglia Strauss - è già presente in queste esecuzioni del dopoguerra. Eppure ciò che li caratterizza è soprattutto la dolorosa ascesa del giovane Karajan verso il sole, una brezza fresca dopo sei anni di orrore. Prendete l'Ouverture del Fledermaus: molto più variata - e meno dinamica - rispetto anche alla registrazione del 1987; le pause sono più eloquenti, i contrasti più incisivi tra le sezioni, i fiati incredibilmente suggestivi, senza dubbio una grande interpretazione. Tutte le opere sono prese anche con un tempo più veloce, a volte sostanzialmente, così confrontandole con quelle dell'incisione di Capodanno, An der schönen blauen Donau è di due minuti più veloce (8'18"' 16 extra > SOMMARIO cover story to tecnico della registrazione, disponibile su SACD Walter Legge ibrido RCA Living Stereo (88697 04603 2). Tre sinfonie di Beethoven sono state incluse in questo cofanetto. La Nona è una grande esecuzione, forse la sua migliore lettura complessiva su disco di Karajan. Il movimento lento ha un pathos spontaneo che Karajan in tutte le sue successive letture stereo ha poi mutato con un approccio più alto, più spirituale. Questa prima lettura del dopoguerra è personale, intensa, drammatica. I quattro solisti sono eccellenti, soprattutto la Schwarzkopf, le cui note alte sem- Quinta Sinfonia è più interessante dell'Ottava che manca di quella coerenza strutturale che contraddistingue le tre successive pubblicate dalla DG. La Quinta, però, è un'altra cosa: è più tempestosa rispetto alle altre registrate dalla DG, persino alla versione mono con la Philharmonia che verrà registrata sei anni più tardi e che viene recensita più avanti. Come spiegherò nell'articolo dedicato alla qualità delle rimasterizzazioni (vedi riquadro alla pagina 21), il bilanciamento raggiunto da Legge nella registrazione fa miracoli in termini di chiarezza e di equilibrio, con il risultato che questi dischi risultano essere spesso più rivelatori di quelli successivi anche se tecnicamente più sofisticati. Per esempio, nel secondo movimento i fiati suonano davvero in modo magistrale e i maggiori contrasti tra i passaggi piani e forti aggiungono un colore drammatico non riscontrabile sulle successive registrazioni della DG. Il primo movimento è simile a quelli dei suoi dischi fatti con la DG: veloce, leggero, drammatico. Eppure, ascoltate come l'oboe riesca a fraseggiare il famoso assolo che si presenta prima della coda: è più scuro e più espressivo rispetto ai successivi rifacimenti. Il secondo e il terzo movimento sono più maestosi, il culmine del primo appare come se una tragedia fosse in atto davanti agli occhi dell'ascoltatore. Ciò che mi ha sorpreso è stato anche il peso di tutti quegli accordi nella coda dell'ultimo movimento: in qualche modo ciascuno viene espresso in modo più persuasivo rispetto alle registrazioni successive, quando l'identità di ognuno di quei grandi accordi orchestrali si annulla nell'unità complessiva delle pagine finali della partitura. Anche se ovviamente registrato meno bene di quelli stereo, i culmini sono più potenti ed espressi con un carattere più individuale. A mio avviso, una delle migliori letture di Karajan di una sinfonia di Beethoven, la Nona, sempre con i senso di desolazione che permea la lettura, un tragico vuoto che riecheggia le rovine del periodo immediatamente post-bellico: un'esecuzione che rimane di carattere storico e merita di essere presente nella vostra collezione di dischi. Il disco che contiene la Patetica di Cajkovskij e l'Ouverture di Romeo e Giulietta è ben suonato, ma non può vantare la tragica unità delle sue letture successive. Il pezzo che segue, España di Emmanuel Chabrier, però, ottiene una lettura davvero emozionante: vivace, colorata, intensa, senza diventare troppo seria, 'alla tedesca'. Infine, due dischi dedicati agli estratti orchestrali d'opera e alle arie operistiche. Il primo è dedicato alle opere di Wagner e di Richard Strauss e vanta alcune delle stelle nascenti della lirica di quel tempo. Quelli di voi che conoscono il Wagner di Karajan solo attraverso le sue successive registrazioni della EMI e della DG saranno vittime di uno choc. Già la sua registrazione dal vivo dei Meistersinger ripresi in diretta dal Festival di Bayreuth del 1951 e il terzo atto di Die Walküre, sempre dalla stessa fonte dal vivo, non sono mai stati abbinati ai suoi dischi successivi. Qui abbiamo estratti orchestrali dai Meistersinger ("Da zu dir der Heiland kam", Atto I, e "Wach auf!", Atto III), il preludio del terzo atto del Wiener Philharmoniker. Lohengrin e il coro nuziale (Treulich geführt) che vengono esegui- L'esecuzione delle Metamorphosen di Richard Strauss ha qui la ti con un straordinario livello di energia e di tocco teatrale. Questo sua prima registrazione su disco. Karajan avrebbe poi registrato Wagner mi ha ricordato quanto Toscanini fu capace di estrarne di questo lavoro due volte per la DG, in analogico negli anni buono. Il Coro nuziale ha sia la semplicità sia la spiritualità e Sessanta e in digitale negli anni Ottanta, l'ultima delle quali è l'estratto "Summ' und Brumm'" dal Fliegender Holländer possiede un'interpretazione assolutamente incredibile in cui la bellezza che quel meraviglioso Schwung interiore, come direbbero i tedeschi, il direttore salisburghese rivela nella partitura viene contrastata quello slancio che conferisce una qualità quasi fluttuante, come miracolosamente dalla sua scrittura tragica: uno dei più grandi detriti in movimento su e giù in un mare in tempesta. Lo stesso successi di Karajan su disco. La lettura con i Wiener realismo caratterizza l'”Introduzione e il Coro dei marinai" dal Philharmoniker non è a quel livello, perché il suono degli archi terzo atto della stessa opera. L'equilibrio tonale della registrazio- viennesi di quel tempo non può eguagliare quello ottenuto dagli ne è miracoloso nella sua capacità di trasmettere il brivido teatra- archi dei successivi Berliner Philharmoniker. Tuttavia, vi è un vero le, incredibile per una registrazione che, alla fine, resta limitata > SOMMARIO extra 17 herbert von karajan brano incastonarsi per sempre nella Musikverein. La cover story nella frequenza e nell'estensione dinamica. Anche in questo caso i punti dinamici possono davvero essere sentiti. I tre estratti dal Rosenkavalier invece caratterizzano la Schwarz-kopf e la Seefried in letture più vicine a quelle di Erich Kleiber che a quelle del Karajan successivo, dove sembra maggiormente sottolineare i colori e la voluttuosità della partitura. Gli estratti che formano la scena finale di Salome devono essere ascoltati per essere creduti. Se la sola registrazione in studio di Karajan, effettuata in una versione della EMI, vede Hildegard Behrens e Agnes Baltsa, qui abbiamo la grande Ljuba Welitsch e il mezzosoprano Gertrud Schuster. C'è un elemento di dissolutezza in questa lettura che non appare nella registrazione completa. Incredibile! Il secondo CD vede ancora Karajan e Mozart: Irmgard Seefried, Maria Cebotari ed Erich Kunz in estratti del Don Giovanni e delle Nozze di Figaro. Ne viene fuori un canto meravigliosamente espressivo con Karajan che dirige come se fosse nella buca. La Schwarzkopf dev'essere ascoltata in "Sì, mi chiamano Mimì" dalla herbert von karajan Bohème, assai diversa nel carattere dalla successiva registrazione con Mirella Freni e Luciano Pavarotti: più terrena, più emozionante. Il soprano tedesco naturalizzato inglese ci dà un resoconto commovente di "O mio babbino caro", ma non abbastanza da farci dimenticare il grande, indimenticabile apporto dato dalla Callas di quest'aria in una registrazione incisa nel 1952 in mono della EMI. La Schwarzkopf si trova indubbiamente a maggior agio nei due estratti dal Zauberflöte e dall’Entführung aus dem Serail mozartiani (“Bei Männern welche Liebe fühlen” e “Martern aller Arten”), in cui l'elasticità della sua voce e la facilità di proiezione delle note del registro superiore aiutano a trasformare questi estratti in momenti di straordinaria bellezza e intensità. C'è anche una lettura interessante di un estratto da Ariadne auf Naxos ("Es gibt ein Reich") con Cebotari che mostra come Karajan già nei suoi primi Il regsitratore a bobina usato dalla Abbey Road Studios 18 extra > SOMMARIO “...la Philharmonia non ha mai acquisito la ricchezza e il peso del suono degli archi dei Berliner Philharmoniker, ma sotto Furtwängler gli archi della Philharmonia sembravano tonicamente più leggeri. Ma avevano stile e un grande virtuosismo” (Osborne, Karajan)”. anni era in grado di fornire accompagnamenti magici ai suoi solisti. Che fraseggio! Stranamente, il cofanetto in esame contiene tutte le registrazioni che Karajan effettuò con quell'orchestra tra il settembre del 1946 e la fine del 1949, con l'eccezione di qualche Lieder e il Deutsche Requiem di Brahms; davvero una scelta editoriale strana, visto che si tratta di un'esecuzione davvero eccezionale che vantava come solisti nientemeno che Elisabeth Schwarzkopf e Hans Hotter. COFANETTO: BEETHOVEN, 9 SINFONIE E OUVERTURE - 1951-1955 Nel cofanetto delle sinfonie di Beethoven registrate quasi tutte in mono (in stereo ci sono solo l'Ottava e la Nona offerte come bonus all'edizione originale ripresa in mono) ascoltiamo letture assai diverse da quelle delle edizioni in stereo uscite su DG nel 1963, 1976 e 1983. Prima di tutto perché il suono della Philharmonia Orchestra, probabilmente la miglior orchestra di allora (superiore addirittura ai Berliner e ai Wiener dell'epoca), è molto diverso da quello dei Berliner Philharmoniker con cui Karajan registrò più tardi le tre edizioni delle sinfonie su DG. Il suono degli archi è forse meno setoso di quello dei Berliner, ma non meno trasparente e articola- sezione dei corni sotto la guida di Dennis Brain, quasi certamente to. “È vero, la Philharmonia non ha mai acquisito la ricchezza e il il più grande cornista del dopoguerra. Ancora una volta basta peso del suono degli archi dei Berliner Philharmoniker, ma sotto ascoltare l'assolo dei corni nel terzo movimento dell'Eroica o anco- Furtwängler gli archi della Philharmonia sembravano tonicamente ra come tutta la sezione suona il famoso motivo del primo movi- più leggeri. Ma avevano stile e un grande virtuosismo” (Osborne, mento della Quinta Sinfonia per capire la straordinaria individuali- Karajan). Karajan e Legge lavorarono molto sul suono degli archi tà nonché la fluidità delle note incredibilmente ben intonate dai e il direttore austriaco non esitò nel registrare tante opere per cornisti. La registrazione dei quattro Concerti per corno di Mozart archi come le Variations on a Theme of Frank Bridge di Benjamin con Brain e Karajan è ancora disponibile oggi e la sua presenza Britten o la Fantasia on a Theme by Thomas Tallis di Vaughan nel catalogo è ormai ininterrotta da ben sessant'anni (su Williams, due lavori che incise solo una volta. hdtracks.com è scaricabile anche in alta risoluzione!). Ma è con il movimento lento della Settima Sinfonia di Beethoven L'impronta interpretativa di Karajan non era ancora quella degli che si può vedere il lavoro che Karajan fece con gli archi della anni Sessanta, quando il suo Beethoven diventò più toscaniniano: Philharmonia: “... per la registrazione della Settima Sinfonia di leggero, atletico, brillante e molto più lontano dalla tradizione Beethoven, fu il movimento lento che portò via la maggior parte ‘intervenzionista’, tipica della scuola furtwängleriana. Il movimen- del tempo in studio. Registrata interamente il 29 novembre 1951, to lento della Quinta Sinfonia e specialmente l'Adagio della Nona il movimento [lento] fu in parte rivisto la sera seguente, provato Sinfonia, come il movimento lento dell'Eroica, ricreano un mondo nuovamente il 26 aprile 1952 e completamente registrato ancora più misterioso, più 'interiorizzato' rispetto alle successive versioni una volta tre giorni più tardi. Ciò che abbiamo sulla registrazione con i Berliner. La Sesta Sinfonia, la Pastorale, è sicuramente la sua finale è un suono degli archi che è luminoso e meravigliosamente lettura più interessante di quell'opera: i tempi scorrono ma non in concentrato. In particolare, le distinzioni tra il piano e il pianissi- fretta come nella versione del 1962 e in quella del 1983. La tran- mo sono delineate finemente, basate non sullo scontorno del sizione dal quarto al quinto movimento con l'assolo dell'oboe è un suono, ma sui diversi pesi del suono stesso, ossia su uno dei trat- miracolo: si aprono le porte del paradisio. La Quarta Sinfonia ini- ti distintivi del lavoro dei grandi maestri italiani: Toscanini, De zia bene, perché il suono dei legni è favoloso, ma gli altri movi- Sabata, Serafin, Giulini (pianissimo, ma suonarlo forte, era una delle indicazioni preferite di Karajan)” (R. Osborne: Herbert von Karajan). In più, i legni e gli ottoni erano decisamente superiori a quelli della concorrenza dell'epoca: soprattutto i timbri erano più aperti, meno scuri rispetto a quelli degli esecutori tedeschi e austriaci. Una volta Karajan chiese ai legni della Philharmonia come facevano a suonare in modo così perfetto insieme. “Perché dormiamo insieme”, fu la risposta! Basta ascoltare l'inizio della Prima e della Quarta Sinfonia per capire come il timbro individuale di ogni legno e il loro fraseggio, più individualistico che i legni berlinesi, riescono a rendere queste pagine in modo così vibrante. E poi c'era la famosa > SOMMARIO extra 19 tom fine cover story cover story herbert von karajan “Il cofanetto delle sinfonie di Beethoven con la Philharmonia Orchestra contiene una commovente lettura dell'Eroica, una Sesta fresca e viva, una Quinta fragorosa, una Settima giovanile, con un movimento lento ugualmente commovente per la sua semplicità di esecuzione. Ma, con l'eccezione della Pastorale, le letture di Karajan con l'orchestra inglese restano spesso dei 'work in progress', delle incisioni che sono da conoscere più per chi sia interessato allo sviluppo artistico del grande direttore che come edizioni che rappresentano veramente la sua arte matura”. menti non hanno questo mix miracoloso tra classicismo e roman- approccio interpretativo assai differente da quello del Karajan ticismo che Karajan creò nella versione del 1962. Nella Settima maturo, ma non per questo motivo meno interessante. Il cofa- Sinfonia Karajan non ha ancora trovato la perfezione formale netto delle sinfonie di Beethoven con la Philharmonia Orchestra delle sue versioni successive, ma l'ascolto dell'Allegretto possie- contiene una commovente lettura dell'Eroica, una Sesta fresca e de una gravitas che non esiste nelle ulteriori letture. E l'ultimo viva, una Quinta fragorosa, una Settima giovanile, con un movi- movimento, suonato con un tempo globale un po' meno veloce mento lento ugualmente commovente per la sua semplicità di delle versioni DG, ne esce con più carattere e senza quel senso esecuzione. Ma, con l'eccezione della Pastorale, le letture di di una corsa verso un climax. L'Ottava Sinfonia è suonata bene, Karajan con l'orchestra inglese restano spesso dei 'work in pro- ma solo l'ultimo movimento riesce a competere con le tre versio- gress', delle incisioni che sono da conoscere più per chi sia inte- ni ulteriori. Con le due prime sinfonie i legni della Philharmonia ressato allo sviluppo artistico del grande direttore che come edi- danno una varietà tonale e un rilievo timbrico che i Berliner più zioni che rappresentano veramente la sua arte matura. tardi riescono raramente a eguagliare. E finalmente arriviamo alla Nel prossimo numero recensiremo il cofanetto dedicato ai solisti Nona Sinfonia: l'interiorizzazione del movimento lento, come già sottolineato, è una scoperta come lo fu la sua prima registrazione di quest'opera fatta a Vienna nel 1947. L'ultimo movimento con la Philharmonia si apre con una violenza che rimarrà assente in tutte le versioni successive, anche se quella del 1976 si avvicina (ma rimane fuori contesto anche per via della pessima registrazione DG). In conclusione, tra i due box quello con i Wiener Philharmoniker è un must: non soltanto le letture del precoce Karajan ci fanno scoprire un direttore molto diverso da quello che i dischi stereo della DG, della Decca e della EMI ci hanno poi fatto conoscere; ma le tante letture geniali incluse in questo cofanetto rivelano un con i quali Karajan ha inciso alcune fra le sue più grandi interpre- 20 extra > SOMMARIO tazioni di musica concertante. Un altro must. Pierre Bolduc Note 1, 2, 3, 4: Elisabeth Schwarzkopf: On of Off the Record, Faber and Faber, 1982. LA DISCOGRAFIA DEI COFANETTI QUI RECENSTI SI TROVA ALLA PAGINA 23 cover story T utti i remastering per questa nuova Karajan Edition 1962. In confronto con le precedenti uscite della EMI, i sono stati rifatti dai nastri analogici originali mono, nuovi remastering sono più estesi con un notevole miglio- da quelli stereofonici e dalle fonti 78 giri usate per ramento nella riproduzione del basso. la produzione di allora per i dischi shellac realizzati con i Innanzitutto, non bisogna dimenticare che si tratta di inci- Wiener Philharmoniker fra il 1946 e il 1949. Un team di sioni dei primi anni Cinquanta - infatti i due remake in ste- quattro 'transfer engineer' sotto la supervisione di Simon reo (l'Ottava e la Nona) non sono un granché… -- ma la Gibson (vedi foto a pagina 14) è stato assemblato negli scoperta, qui, è stata l'ascolto dei file in alta risoluzione. Abbey Road Studios di Londra con l'apposito obbiettivo di Come ho già spiegato sul numero estivo non ho mai rimasterizzare in alta risoluzione i principali titoli del cata- ascoltato un buon trasferimento su CD di un'incisione logo EMI recentemente acquistato dal gruppo Warner. Per mono. Posso pensare a varie ragioni che spiegherebbero questi remastering, sono stati impiegati soltanto i session questo ma non riesco - ancora! - a mettere il dito sul fat- tape, i nastri che giravano nei registratori durante le ses- tore chiave. Ma i file mono in alta risoluzione sono un'al- sioni di incisione. tra cosa: ho sentito dettagli nelle esecuzioni di Karajan Il mese prossimo pubblicheremo un lungo articolo scritto che per me hanno trasformato la mia percezione delle da me sulla metodologia impiegato per realizzare i nuovi sue performance, rendendole in alcuni casi - penso alla transfer, i problemi riscontrati, nonché superati, e un con- Seconda, per esempio - ancora più interessanti, più sfu- fronto accurato tra le vecchie edizioni dei CD EMI di mate di quella della DG. Ho già ascoltato la metà dei file… Karajan, i nuovi remastering su CD della nuova Karajan purtroppo prende tempo… E così ci risentiamo a ottobre! Edition e i file in alta risoluzione appena messi sul merca- E se ho tempo mi faccio mandare anche i file degli altri to. E' per questa ragione che abbiamo posticipato al cofanetti. PB herbert von karajan THE KARAJAN OFFICIAL REMASTERED EDITION La qualità del suono numero di ottobre questo articolo: abbiamo avuto accesso ai file in 24bit/96kHz solo a metà agosto. Così con la recensione degli altri cofanetti della Karajan Edition vi faremo entrare nella Remastering Suite dei Abbey Road Studios per capire meglio come i nastri sono stati trasferiti e quale livello qualitativo è stato raggiunto. Posso già anticiparvi alcune considerazioni. I transfer da 78 giri contenuti nel cofanetto 'Wiener Philharmoniker: 1946-1949' presentano meno distorsione che su i vecchi CD EMI e la macro e micro dinamica sono stati considerevolmente migliorati. Le incisione delle nove Sinfonie di Beethoven realizzate più essenzialmente tra il 1951 e il 1955, tutte in mono, risultano assai migliori delle registrazioni con i Wiener fatti su shellac. Anzi, un veloce confronto tra la coda dell'ultimo movimento della Seconda Sinfonia nell'incisione DG (1962) evidenzia un notevole chiarimento nei dialoghi tra legni e archi. Anche la macro dinamica dei tutti nelle incisioni con la Philharmonia Orchestra è vicina a quella dei dischi dell'edizione del > SOMMARIO extra 21 pagina attiva messaggio promozionale promo POLIFEMO Acustica Applicata presenta il suo nuovo risonatore acustico passivo ma sono evidenti miglio- l'iris meccanico, si modifica il fattore Q ramenti fino ad oltre del risonatore determinando anche la 650Hz. quantità di energia sonora restituita alla Polifemo ha una ‘auto- sala d'ascolto. matica’ capacità di Con la membrana inclinabile si modifica intercettare ‘boom’ riso- lo smorzamento dell'energia risonante nanti NON articolati che all'interno di Polifemo. si manifestano tra i 25 ed i 60Hz (tipico fenomeno delle sale d'ascolto prive di qualsiasi tipo di trattamento acustico); in questi casi Polifemo riduce l'energia del boom e lo rende più articolato. Al contrario, se nella sala d'ascolto c'è una buona distribuzione dell'energia sonora, Polifemo mostra un ‘intelligente’ effetto equalizzativo, restituendo maggiore energia ed Dove và messo Polifemo? Polifemo? - In corrispondenza delle proiezioni dei diffusori sulle pareti laterali e posteriore. - Nell'area tra la prima riflessione laterale e l'angolo dietro i diffusori. - Nell'area tra la prima riflessione posteriore e l'angolo dietro i diffusori. - In alcuni casi a metà della parete laterale. articolazione special- Cosa è Polifemo Polifemo ? mente negli intervalli di frequenza ove Polifemo è un risonatore acustico passi- il suono risulta depresso. Quindi, vo, sfrutta il noto pricipio fisico di Polifemo lavora PRINCIPALMENTE sul Helmoltz, ma con alcuni aspetti esclusi- BILANCIAMENTO TONALE e poi sull'arti- vi ed innovativi: colazione. Traducendo in percezioni d'ascolto: Quanti Polifemo Polifemo ? In una normale sala d'ascolto (circa 15/25 m²), sono necessari da 1 a 3 Polifemo, a seconda delle problematiche acustiche presenti. Polifemo può lavorare senza nessun problema con o 1) accurato sistema per regolare la Polifemo produce un chiaro allargamen- frequenza di risonanza; to dello spazio acustico, per via della 2) regolazione per modificare il migliore risoluzione a bassa frequenza; fattore Q del risonatore; sono evidenti miglioramenti di come le 3) facile posizionamento e rotazione in medie ed alte frequenze ‘galleggiano’ ambiente; sulle basse; il suono guadagna realismo, Polifemo non può ridurre il tempo di 4) struttura trasparente per un look micro-informazioni e velocità. riverbero della sala d'ascolto, oltre la meno intrusivo e più accettabile dal- senza la presenza di DaaD. Cosa NON può fare Polifemo? Polifemo? sua più alta frequenza di risonanza; l'acquirente (si vede il colore del muro Come usare le regolazioni di non può peggiorare l'articolazione musi- dietro di lui); Polifemo? cale; Con l'apertura variabile alla base, si gliato semplicemente non lavora al regola la frequenza di risonanza da 25 a 100% delle sue potenzialità. 5) totale neutralità acustica della superficie esterna diffondente. Cosa fa Polifemo? Polifemo? Polifemo è efficiente da 25 fino a 60Hz, pagina attiva CLICCA QUI per saperne di più su Polifemo se Polifemo è posizionato nel punto sba- 60 Hz. Con ‘l'occhio di Polifemo’ regolato dal- Accustica Applicata DISTRIBUTORE PER L’ITALIA: ACUSTICA APPLICATA tel: 0583 730 322 www.acusticaappliata.com [email protected] cover story KARAJAN OFFICIAL REMASTERED EDITION SU WARNER CLASSICS CD 1 Mozart: Le nozze di Figaro-Overture, 'Eine kleine Nachtmusik,' Clarinet Concerto (Leopold Wlach), Symphony No.39 CD 2 Mozart: Adagio & Fugue, Adagio from Divertimento No.17, Beethoven: Symphonies No.5 & No.8 CD 3 Mozart: Three German Dances, K.605 - No.3 in C 'Die Schlittenfahrt,'Six German Dances, K.600 - No.5 in G 'Der Kanarienvogel,' Symphony No.33 in B flat, K.319, Schubert: Symphony No.9 in C, D.944 'The Great' CD 4 Brahms: Symphony No.2 in D, Op.73, Mozart: Masonic Funeral Music, K.477, R. Strauss: Metamorphosen CD 5 J. Strauss II: Die Fledermaus - Overture, An der schönen blauen Donau, Op.314, Kaiser-Walzer, Op.437, Perpetuum mobile, Op.257, Künstlerleben-Walzer, Op.316, Wien, Wieb und Gesang, Op.333, Unter Donner und Blitz Polka, Op.324, Der Zigeunerbaron - Overture, Josef Strauss: Sphärenklange-Walzer, Op.235 CD 6 Reznicek: Donna Diana - Overture, J. Strauss II: Wienerblut-Walzer, Op.354, Leichtes Blut Polka, Op.319, Pizzicato Polka, Trisch-Trasch Polka, Op.214, Geschichten aus dem Wienerwald, Op.325. Josef Strauss: Transaktionen-Walzer, Op.184, DelirienWalzer, Op.212 CD 7 Chabrier: España - Rhapsody, Tchaikovsky: Romeo and Juliet - Fantasy Overture, Symphony No.6 in B minor, Op.74 'Pathétique' CD 10 Wagner Extracts from Die Meistersinger von Nürnberg, Lohengrin, Der fliegende Holländer & Tannhäuser; Strauss Extracts from Der Rosenkavalier & Salome - Hilde Konetzni, Elisabeth Schwarzkopf, Irmgard Seefried, Ljuba Welitsch, Gertrud Schuster, Josef Witt Wiener Philharmoniker Recorded between September 1946 and November 1949 in Vienna All recordings produced by Walter Legge Beethoven: Symphonies & Overtures (1951-1955) 6 CD CD 1 Symphony No. 1 in C, Op. 21; Symphony No. 2 in D, Op. 36, Overture: Leonore No. 3, Op. 72a CD 2 Symphony No. 3 in E flat, Op. 55 "Eroica," Symphony No. 8 in F, Op. 93 CD 3 Symphony No. 4 in B flat, Op. 60, Symphony No. 5 in C minor, Op. 67, Overture: Coriolan, Op. 62 CD 4 Symphony No. 6 in F, Op. 68 "Pastoral," Symphony No. 7 in A, Op. 92 CD 5 Overture: Egmont, Op. 84, Symphony No. 9 in D minor, Op. 125 - Elisabeth Schwarzkopf - Marga Höffgen - Ernst Haefliger - Otto Edelmann - Chor der Gesellschaft der Musikfreunde, Wien Bonus CD (First release from unissued stereo tapes) Symphony No. 9 in D minor, Op. 125 Elisabeth Schwarzkopf - Marga Höffgen - Ernst Haefliger - Otto Edelmann - Chor der Gesellschaft der Musikfreunde, Wien Philharmonia Orchestra Recorded between November 1952 and June 1955 at Kingsway Hall, London (Except 9th in Vienna). CD 8 Beethoven: Symphony No.9 in D minor Op.125 (Choral), Elisabeth Schwarzkopf, Elisabeth Höngen, Julius Patzak, Hans Hotter, Singverein der Gesellschaft der Musikfreunde CD 9 Mozart: Extracts from Don Giovanni & Le nozze di Figaro - Erich Kunz, Irmgard Seefried, Maria Cebotari; Mascagni: Cavalleria rusticana - Intermezzo, Puccini: Manon Lescaut - Intermezzo, Extracts from La bohème & Gianni Schicchi - Elisabeth Schwarzkopf, Ljuba Welitsch; Mozart: Extracts from Die Zauberflöte & Die Entführung aus dem Serail - Elisabeth Schwarzkopf, Erich Kunz; J. Strauss II: Extract from Der Zigeunerbaron - Maria Cebotari, Smetana: Extract from The Bartered Bride - Hilde Konetzni. Strauss: Extract from Ariadne auf Naxos - Maria Cebotari > SOMMARIO extra 23 herbert von karajan Wiener Philharmoniker Recordings (1946-1949) 10 CD LINK UP > AS 135 LINK UP > AUDIOPHILE sound leggete l’articolo AS 135 / p.11-16 “...Sembrava quasi irreale che Karajan sarebbe sceso dal suo aristocratico Olimpo per atterrare nella ‘vecchia Londra’, per non parlare del fatto che stavo per mettere gli occhi su di lui! ...” UN BLOGGER PRESENTE AL CONCERTO karajan FOTO: SIGFRIED LAUTERWASSER 24 extra > SOMMARIO LINK UP > AS 135 HERBERT VON KARAJAN L’ULTIMO CONCERTO A LONDRA « ...Per capire quanto questo concerto abbia significato per me a quel tempo, è importante rendersi conto di quanto grande fosse Karajan. Siamo abituati all’idea che la musica classica sia un qualcosa ormai destinata a un irreversibile declino e che siano rimasti pochissimi nomi familiari, ma al momento della sua morte Karajan aveva venduto più dischi di Michael Jackson esattamente 115 milioni...» FOTO: SIGFRIED LAUTERWASSER (PARTICOLARE) P oco prima del Natale dello scorso anno, mentre stavo finendo di acquistare i regali per i miei familiari, notai un CD con il nome di Herbert von Karajan. Si trattava di una registrazione del suo ulti- mo concerto a Londra, tenuto il 6 ottobre 1988 alla Royal Festival Hall, in cui il direttore austriaco e i Berliner Philharmoniker avevano eseguito la Verklärte Nacht di Schönberg e la Prima Sinfonia in do minore di Brahms. Lo comprai subito e mi precipitai a casa per ascoltarlo. Assistere a quel concerto oltre vent'anni prima era ed è la cosa più memorabile che mi sia mai successa. Per capire quanto questo concerto abbia significato per me a quel tempo, è importante rendersi conto di quanto grande fosse Karajan. Siamo abituati all'idea che la musica classica sia un qualcosa ormai destinata a un irreversibile declino e che siano rimasti pochissimi nomi familiari, ma al momento della sua morte Karajan aveva venduto più dischi di Michael Jackson - esattamente 115 milioni. Questa è una statistica impressionante, anche se si tiene conto che la sua carriera è stata notevolmente lunga (la sua prima registrazione risale al 1938 e l'ultima al 1989, un periodo di cinquant'anni). Mi sono appassionato alle interpretazioni di Herbert von Karajan nei primi anni Ottanta. A quel tempo era sicuramente il musicista classico più influente e famoso dell'epoca, capace di pubblicare decine di registrazioni ogni anno. È a lui che si deve la decisione della Sony di anticipare i tempi per l'immissione sul mercato del CD ben prima delle intenzioni della casa giapponese, senza contare che fu lo stesso Karajan ad annunciare pubblicamente che avrebbe registrato solo per quelle etichette che avrebbero inciso le sue interpretazioni nel nuovo formato. La sua meravigliosa registrazione dal vivo della Nona Sinfonia di Mahler fu karajan UN BLOGGER PRESENTE ALL’ULTIMO CONCERTO riversata solo su CD ed è principalmente per questo motivo che decisi di acquistare un lettore CD. Verso la fine della sua vita, Karajan diresse sempre meno concerti e solo una piccola parte di essi furono fatti al di fuori di Berlino, Vienna e Salisburgo. Egli venne a Londra nel 1987 con un programma interamente dedicato a Brahms, ma a quell'epoca ero ancora a scuola nel Somerset e non potevo escogitare un modo per comprare i biglietti, andare a Londra e poi tornare indietro senza andare incontro a inevitabili problemi. Fu il mio amico Matthew (che purtroppo è morto pochi anni fa) a farlo, perché suo fratello Paul era al college ed era riuscito a procurarsi i biglietti. Non ho la più pallida idea di come fosse riuscito ad avere il permesso di andare a Londra. Forse ci andò senza ottenerlo, anche se sarebbe stata una cosa quasi impensabile da fare. L'anno successivo andai a studiare al Trinity College of Music di Londra e, ancora una volta, ci fu un concerto diretto da Karajan. Vidi l'annuncio sulla copia del Times dei miei genitori, anche se in realtà non c'era bisogno di fare pubblicità, visto che procurarsi i biglietti era davvero un'impresa quasi proibitiva. Matthew e io decidemmo che avremmo dovuto dormire fuori dalla Royal Festival Hall nella speranza di trovare l'indomani ancora dei biglietti rimessi in vendita. Così, arrivammo diligentemente intorno alle dieci di sera con dei sacchi a pelo alquanto inutili, cercando di dormire un po', ma l'unico risultato che ottenemmo è che fummo importunati per tutta la notte da gente che pensava che eravamo dei senza dimora, una cosa, questa, che andò avanti fino alla mattina. Poco dopo le otto, un'altra persona si aggiunse alla coda. La biglietteria - che in quei giorni per via dei lavori di ristrutturazione del teatro era stata posta al piano di sotto - aprì alle 9:30 quando, nel frattempo, la coda si era allungata notevolmente. > SOMMARIO extra 25 herbert von karajan karajan Si propagò subito uno stato di eccitazione, visto che c'erano a disposizione ancora dei biglietti. Ma, a malincuore, fummo costretti a rinunciarci, visto che venivano messi in vendita a ottanta sterline l'uno (circa centocinquanta sterline odierne), ben fuori delle nostre possibilità economiche. Ci chiedemmo, allora, se qualcuno si sarebbe preso la briga di rinunciare a dei biglietti che avremmo potuto permetterci sempre che fossero abbastanza convenienti per noi da acquistare. Ma ci sbagliavamo. Verso le dieci, furono messi a disposizione tre biglietti da dieci sterline Johannes Brahms l'uno, ossia proprio quelli che stavamo cercando. Riconsiderando il tutto, è strano che la Royal Festival Hall non avesse applicato la regola di concedere un solo biglietto a persona, una cosa che oggi è di prassi, ma è una fortuna per noi che non l'abbiano fatto. Consegnammo i nostri contanti - restare lì, in attesa che l'impiegato ci consegnasse i biglietti, fu come aspettare per vedere se una banca era disposta a concederci un prestito, ossia quella sensazione di essere totalmente nelle mani di qualcun altro, anche solo per pochi minuti, ben sapendo che costoro non hanno la minima idea di quanto sia importante la loro decisione per chi la deve subire. Apparentemente, per noi non doveva essere un'impresa acquistare dei biglietti ma, come studenti, eravamo del tutto nuovi all'idea di essere considerati degli adulti e usati per essere disprezzati, neanche fossimo stati dei parassiti. Improvvisamente, ci rendemmo conto che avevamo tutto il giorno da attendere prima del concerto, cosa che non avevamo pianificato. Credo che tornai al mio studentato e dormii per gran parte della giornata. Più tardi, m'incontrai con Paul e ci recammo alla sala da concerto. Andammo all'entrata della biglietteria solo per vedere se c'era ancora una coda; solo a un'ora o giù di lì dall'inizio del concerto, era così lunga da circondare l'intero edificio. Di fronte a ciò, non potemmo fare a meno di gongolare un po'. Ma, salendo alla zona del bar, ci rendemmo subito conto che c'era qualcosa che non andava. In effetti, ci fu un annuncio dato dall'impianto di amplificazione del teatro: c'era un ritardo, perché gli strumenti orchestrali non avevano avuto subito il visto dalla dogana francese… forse gli strumenti arriverebbero nel giro di un'ora! In stato di shock, personalmente ero convinto che non avrei mai potuto vedere Karajan dirigere, cercammo di pensare ad altre cose, per non ossessionarci su dove fossero finiti gli strumenti dei Berliner, ma con scarso successo. Ebbi un momento di sgomento, ma raggiunsi la sala per gettare uno sguardo sul palco che era stato predisposto per il concerto, ma senza lo speciale podio che Karajan aveva usato da quando era stato sottoposto all'intervento alla schiena. Sapevo che senza quel podio speciale non ci sarebbe stato nessun concerto. 26 extra > SOMMARIO “...ci fu un annuncio dato dall'impianto di amplificazione del teatro: c'era un ritardo, perché gli strumenti orchestrali non avevano avuto subito il visto dalla dogana francese… forse gli strumenti arriverebbero nel giro di un'ora! In stato di shock, personalmente ero convinto che non avrei mai potuto vedere Karajan dirigere...” Però, a poco a poco, iniziò a esserci qualche attività sul palco e, alla fine, il podio di Karajan fu portato e posto di fronte all'orchestra. L'eccitazione, che aveva lasciato posto alla disperazione, prese di nuovo il sopravvento a un livello ancora più alto e si avvertì che il tono delle conversazioni in sala era decisamente cambiato. Un'esperienza quasi religiosa stava per avere inizio. Mi affascinava l'idea che Karajan fosse in quell'edificio. Lì, nello stesso edificio, come me, respirando la stessa aria. Sembrava quasi irreale che Karajan sarebbe sceso dal suo aristocratico Olimpo per atterrare nella vecchia Londra, per non parlare del fatto che stavo per mettere gli occhi su di lui! Karajan era stato un fenomeno durante tutta la sua carriera. Sempre controverso, sia dentro che fuori dal palcoscenico, era stato vituperato da una parte del business musicale e da gran parte della stampa. Le sue esecuzioni erano considerate “troppo melliflue”, non comunicavano “"alcun senso di un cammino” ed erano contraddistinte da una "visione troppo lussuosa". Inoltre, era stato messo a confronto, sfavorevolmente, con il suo predecessore dei Berliner Philharmoniker, Wilhelm Furtwängler. E il famoso Karajan ‘sound’ era considerato troppo lussureggianti, troppo generico. Ma Brahms era, qualunque sia il vostro atteggiamento verso Karajan, al centro del suo repertorio. Aveva diretto la Prima Sinfonia forse duecento volte o forse più. Aveva sempre diretto a memoria, cosa che era alquanto rara a quell'epoca, e i Berliner Philharmoniker erano verosimilmente la più grande orchestra del mondo. Se c'era un brano da ascoltare diretto da Karajan, non poteva che essere questo. Ma prima di Brahms ci fu Schönberg, con una fioritura del tardoromanticismo, prima del grande scisma che fu introdotto con la disputa sul linguaggio tonale. Karajan aveva fatto diverse registrazioni alquanto apprezzate di Schönberg, Berg e Webern (anche se oggi suonano infatti lussureggianti, in modo quasi insopportabile, per le mie orecchie), ma non aveva più diretto alcuna di queste opere ormai da molti anni. L'orchestra prese posto sul palco - i Berliner non hanno quella stupida tradizione che vede il Konzertmeister (ossia il primo violino) raggiungere separatamente il resto dei professori - e tutto era tranquillo. Ma Karajan ci fece ancora aspettare, aspettare, aspettare. Alla fine, il sipario si aprì e la piccola figura paralizzata del mio eroe emerse, sostenuta da due addetti. L'orchestra si alzò, così come l'intera sala, e partì l'applauso. È molto raro assistere a un standing ovation in concerti di musica classica e non ne ho mai visto uno prima che iniziasse un concerto o dopo. Fu un'accoglienza tumultuosa, non come quelle che si usano per le rock star, ma meravigliata, riverente, rispettosa, riconoscente. Karajan alla fine raggiunse il podio, salutò il pubblico, poi si voltò per prendere la sua posizione sul podio. Dopo aver ottenuto il silenzio da parte del pubblico, alzò le braccia e cominciò. Gli archi dei Berliner Philharmoniker producono un suono stupefacente. È terroso, ricco, preciso e emotivo. Anche quando suonano piano, il loro sound è intenso, come un meravigliosamente morbido doppio caffè espresso. Questo è vero anche oggi, sebbene il loro suono sia molto meno distintivo rispetto a una volta, ma alla fine dell'era Karajan era pungente al massimo. Verklärte Nacht iniziò molto tranquillamente, con le viole e i contrabbassi in primo piano. Era un suono emozionante, tale da farmi venire la pelle d'oca, al punto che fui sul punto di piangere. L'interpretazione di Karajan era cambiata poco dalle registrazioni effettuate negli anni Settanta, ma aveva acquisito una maggiore sollecitazione e un maggiore coinvolgimento. Sorprendentemente, mancava l'incredibile eleganza e il riserbo delle sue registrazioni - allora c'erano pochissime registrazioni dal vivo ufficiali di Karajan disponibili (c'erano, ma quasi tutte povere per quanto riguarda il suono, PB), così si presumeva che il suono ottenuto in concerto fosse simile a quello fatto in studio. Ma non è così: era super caldissimo, e spesso sfiorava una vertiginosa ascesa fuori controllo. L'orchestra mise in mostra un impegno straordinario per ogni nota, con ogni professore totalmente impegnato. Quando si vedono le orchestre di oggi, raramente si vedono gli orchestrali agli archi delle file posteriori prestare la dovuta attenzione. Andando verso le file più avanzate, i livelli di coinvolgimento sembrano aumentare, ma anche in questo caso è niente rispetto ai Berliner Philharmoniker di Karajan. Si muovevano tutti all'unisono, ciascuno pienamente padrone del proprio strumento, come se i loro strumenti fossero un'estensione di loro stessi. La prima metà del concerto finì, e non ho idea di quello che feci. Non ho nessun ricordo a tale proposito. Di solito, preferisco restare al mio posto durante un intervallo, perché mi aiuta a liberare la mente per la seconda parte, senza contare che è il posto più tranquillo che ci può essere in quel momento. Ma non so se è quello che feci anche allora. Il palco e la platea si riempirono nuovamente per la seconda metà del concerto. La Prima Sinfonia di Brahms: a quel tempo, la mia composizione preferita, un'opera intensamente seria, magistrale e nobile. Ed è anche molto bella. I musicologi vi diranno che Brahms fece diversi tentativi, tutti falliti, di comporre una sinfonia - uno dei quali divenne il suo Primo Concerto per pianoforte - e che spese anni a scrivere e ad affinare quest'opera. Vanta una chiara architettura, con i due tempi estremi di lunghezza e carattere simili e i due interni anch'essi simili e meno lunghi. La sinfonia inizia con un portentoso martellare, gravido di destino, dei timpani, con un espansivo accompagnamento da parte degli archi e dei legni. Nell'esecuzione di Karajan, quest'inizio fu come battere alle porte dell'Inferno: terrificante, intenso ed emozionante. Dopo questa parte introduttiva, il movimento continua con una tradizionale forma sonata ma, ancora una volta, apparentemente gravata dal peso del destino. È qui che le critiche di Karajan si disintegrano completamente. L'idea che non ci sia alcun senso del viaggio percorso è davvero una sciocchezza. Il primo movimento della Prima Sinfonia di Brahms era veramente una scarpinata emotiva, il suono intenso e immediato, con un immacolato equilibrio, un dettaglio perfetto. Ma in nessun momento dava l’impressione di una cosa predeterminata. I movimenti interni rappresentano un rifugio dalla pesantezza di quelli estremi e il secondo, in particolare, è di grande bellezza. Come oboista, diventavo matto nel chiedermi come il primo oboista dei Berliner Philharmoniker, Hansjorg Schellenberger, potesse produrre un suono così squisito, così sospeso, così etereo. Non ne ho ancora idea. Il terzo movimento, dominato da un tema eseguito dai clarinetti, è più melodioso e affascinante, ma è estremamente breve. Finisce ambiguamente, come se fosse spaventato dall'enorme massa incombente del movimento finale. Come il primo movimento, l'ultimo inizia in modo minaccioso, di nuovo con i timpani in primo piano. Il timpanista di Karajan sprigionò una forza straordinaria dai suoi strumenti, sufficiente a causare un rinculo fisico dall'intensità del suono prodotto. È un movimento dominato da due temi - entrambi molto famosi. Il primo di questi è quasi sempre paragonato al sole che sbuca da dietro una nuvola ed è suonato dal corno. Si tratta di un momento trascendente e nella lettura di Karajan fu una rivelazione. C'era un senso di un suono che cresceva; sembrava che il cornista fosse al limite della sua capacità fisica. Per me, il momento più emozionante di tutta la sinfonia è l'ingresso dei tromboni. Questi restano tranquilli per tutta l'opera fino a quel punto ed entrano in azione con un potente, nobile e sospeso corale. È un momento davvero sconvolgente ed è impossibile far capire come questo passaggio possa incutere timore - c'era un senso di un'energia così forte controllato, tale da avere già un assaggio di quello che doveva ancora venire. Il movimento è episodico e la tensione è creata dal costante rifiuto di riprendere il tema più ‘scuro’, quando invece sembra che debba farlo. Appena la tensione cresce, il tema pastorale degli archi ritorna, e tutto sembra perfetto. Ma ogni volta, il corale degli ottoni ci ricorda che la battaglia sta per iniziare. Per me, il movimento ingrana con il veloce ingresso delle viole con un suono raschiante. Improvvisamente è chiaro che questo rappresenta lo sforzo verso la vetta e che non ci sarà più la possibilità di avere altri temi più facili e confortevoli, perché la vittoria dev'essere combattuta con ogni briciolo di forza. Come spiegare la lettura a questo punto dell'esecuzione? La musica porta naturalmente il mio cuore a battere più forte, ma una grande interpretazione, piena di slancio e di potenza, mi fa impazzire. Mi sento pulsare su tutto il corpo e vengo preso da un desiderio di muovermi, come se fossi incatenato. La musica m'inchioda alla poltrona e le mie Il Royal Festival Hall di Londra, sul Southbank > SOMMARIO extra 27 karajan herbert von karajan herbert von karajan “...Perfino a una partita di calcio, non ho mai visto niente di simile di fronte alla reazione che Karajan e i Berliner Philharmoniker ebbero quella sera. Era pura estasi, gridata contemporaneamente da duemila persone....” karajan pulsazioni aumentano sempre, sempre di più. È una sensazione emozionante, che non si può provare con la musica registrata o attraverso una esecuzione 'normale'. A volte capita contro ogni aspettativa, per esempio, in un concerto dal quale aspettavo di essere deluso, a volte si rifiuta, invece, di accadere quando mi lo aspettavo di più. Posso solo spiegarlo come un diretto collegamento fisico con la musica. Forse questo è ciò che la gente chiama 'tunnel vision'. Mi fisso su un punto - di solito la schiena del direttore - e non penso ad altro che all'incalzare dell'esecuzione nella mia mente. Solo una volta - ossia questo proprio concerto - un'orchestra ha superato ciò che pensavo fosse possibile. L'intensità frenetica degli ultimi minuti della sinfonia furono, senza dubbio, i momenti più intensi della mia vita. Piangevo senza controllo, sia con felicità perché ascoltavo questo suono incredibile, sia con dolore, consapevole che non avrei mai più sentito nulla di simile. Mi sono ricordato di un'intervista rilasciata da un'atleta vincitrice di una medaglia d'oro olimpica quando le fu chiesto a che cosa stava pensando, con le altre due atlete, quando si trovarono sul podio per ricevere le loro medaglie. Rispose: "Questo è il momento più importante della vostra vita. Assicuratevi di ricordarlo per sempre". Mi venne in mente questo pensiero. Ero stato portato in un puro godimento sensuale del suono e in quello stato avrei potuto dimenticare! Dovevo ricordare a ciò che questa sensazione assomigliava e avrei dovuto confrontare ogni momento della mia vita futura con quei momenti. Il coinvolgimento dell'orchestra, così impressionante prima, era diventato assolutamente delirante, quasi autodistruttivo. C'era uno scatto impetuoso che portava alla fine. Il suono che una grande orchestra produce è incredibile. Bisogna tenere a mente che ogni singolo strumentista è un brillante solista, ciascuno in grado di suonare i concerti più difficili del repertorio. Ognuno ha eseguito, provato e praticato il pezzo per ore e ore e ore. Sono diventati praticamente incapaci di commettere un errore e quando sono ispirati a suonare al di là di loro stessi da un grande musicista come Karajan, l'esperienza diventa incredibilmente intensa. Ma quando un simile grande musicista li lascia completamente senza guinzaglio, dando loro briglia sciolta, il risultato è indescrivibile. Il suono diventa onnicomprensivo, gigantesco, opprimente, assolutamente appassionante. Era come se un peso fisico fosse stato posto sul mio petto e il suono stesso sembrava fluire attraverso di me. Fui trasportato, in pieno delirio. Solo nelle ultime, pochissime battute della sinfonia è chiaro che il risultato sarà la vittoria. I tromboni sono trionfanti e l'intera orchestra sembra brillare. Cento orchestrali suonano più forte che possono, in un completo abbandono. Sembra letteralmente insopportabile ma poi, gloriosamente, trionfalmente, tutto finisce. 28 extra > SOMMARIO Perfino a una partita di calcio, non ho mai visto niente di simile di fronte alla reazione che Karajan e i Berliner Philharmoniker ebbero quella sera. Era pura estasi, gridata contemporaneamente da duemila persone. Ho detto che le standing ovation sono rare e questo è vero. Ma è anche vero che sorgono di slancio. Prima, una o due persone saltano su, poi molte altre si uniscono a loro. Quando il direttore lascia il palco e poi ci ritorna, sempre più persone si alzano e, infine, la maggioranza del pubblico sta in piedi. Quello che successe per Karajan fu molto diverso. Tutto il pubblico balzò dai loro posti immediatamente, e un enorme boato salì. Mentre strascicava lentamente i piedi fuori dallo speciale podio, Karajan si voltò verso il pubblico e il rumore aumentò fino a che non si tramutò in un tumulto assoluto. La gente aveva le mani sopra la testa e applaudiva come se avesse appena visto segnare il più grande goal, aveva la bocca aperta e le facce erano rigate dalle lacrime, stupiti di ciò che avevano appena visto e ascoltato. In platea, la gente prese a premere verso la parte anteriore del palco, gettando fiori all'orchestra, con i flash delle macchine fotografiche che lampeggiavano inesorabilmente. Karajan fissava gli applausi come se stesse in piedi sulla prua di una nave in mezzo a una tempesta enorme, battendo le ciglia lentamente. Sembrava un po' perplesso. Forse si era trovato così immerso nella musica che aveva dimenticato che c'era un pubblico? Sembrava plausibile, data l'intensità che aveva raggiunto. L'ovazione andò avanti per diversi minuti e Karajan rifece il doloroso tragitto e poi di nuovo sul palco. Il rumore non si placò per un attimo, come se il pubblico desiderava che quell'esecuzione non finisse mai. Alla fine, il Konzertmeister fece presente che l'orchestra ne aveva avuto abbastanza e ogni membro dei Berliner Philharmoniker strinse la mano a quella del vicino (a quel tempo erano ancora tutti maschi) e lasciarono il palco. Nel resto d'Europa, il pubblico continua spesso a battere le mani e chiede il ritorno del maestro, ma in Gran Bretagna smettiamo non appena è chiaro che non ci sarà un bis. A quel punto, ci sedemmo in un silenzio attonito. Avevamo ascoltato un miracolo, una cosa impossibile. Fui conscio del fatto che non avrei mai più sentito nulla di lontanamente simile. E questo è vero ancora oggi. Ho assistito davvero ad alcuni grandi concerti, dalla Settima di Mahler con Abbado a Berlino alla sua seconda, Terza e Nona sempre di Mahler ai Proms, e ancora la Terza al Festival Hall, Turangalîla di Messiaen diretta da Simon Rattle sempre ai Proms, la Decima di Šostakovic eseguita da Temirkanov al Barbican, e così via. Ma nessuno di questi concerti è rimasto con me, come questa Prima di Brahms diretta da Karajan. Ascoltando il CD ora è fantastico e mi dà un quadro della mia mente di vent'anni fa. Si tratta di un'esperienza intensa e forse eseguita più brillantemente di quanto possa ricordare. Ma ciò che non può essere più ricreato è il senso di travolgente stupore o l'impotenza di fronte a questo suono sorprendente. In un certo senso è andato - come dice Barenboim, non rimane nulla della musica una volta che finisce - ma in un altro senso vive sempre dentro di me. È stata un'esperienza che non potrà mai essere eguagliata e che nessun'altra forma d'arte potrà offrire. È il motivo per cui, nonostante tutte le mie letture, la musica è una parte fondamentale del mio essere in un modo che la letteratura non potrà mai raggiungere. Karajan mi ha mostrato quali vette si possono raggiunger e per questo gli sarò eternamente riconoscente. Egli è stato, nonostante i suoi molti difetti, un grande, grande musicista. Un genio, insomma. Che possa riposare in pace. Un blogger presente all’ultimo concerto di Karajan a Londra. Purtroppo il blog non è più accessibile e così chiediamo al blogger gentilmente di contattarci. LINK UP > AS 135 LINK UP > AUDIOPHILE sound leggete la recensione AS 135 / p.71 CARSON TAYLOR Un nome da non dimenticare... carson taylor Uno dei pochi ingegneri del suono che lavorò con successo sia nel settore di musica classica sia nel jazz/pop. Realizzò incisioni non solo con Giulini e con la Chicago Symphony ma anche la band Earth Wind and Fire che gli chiese perfino di andare in tour con essa, ma Taylor rifiutò perché fare da "guardiano del suono" per una band durante tutta una tournée non rappresentava, secondo la sua idea, il modo migliore di vivere la vita… arson Taylor, membro della AES (Audio Engineering Society), è C King Cole, Frank Sinatra, Peggy Lee, Stan Kenton, Carlo Maria scomparso nel novembre dello scorso anno, dopo una lunga Giulini, Leonard Pennario, John Browning, Seiji Ozawa, George Szell, malattia. Aveva appena festeggiato in modo schivo e riservato Carmen Drago, Felix Slatkin, l'Hollywood Bowl Orchestra, la Chicago il suo novantaduesimo compleanno. Carson si aggiudicò il Fellowship Symphony Orchestra, la Cleveland Orchestra, per menzionare solo Award nel 2002, in riconoscimento dei suoi contributi, che aveva per- alcuni... seguito per tutta la vita, per l'arte e per la scienza nelle tecniche della Ecco, di seguito, alcuni delle conquiste tecniche e artistiche di Carson: registrazione musicale. Questo, però, spiega solo in minima parte ciò - Ha lavorato a lungo con Nat King Cole e prodotto la versione origi- che è stato Carson, un uomo che è stato anche un collega, un amico nale di Unforgettable. Registrata su tre piste, con Nat su una traccia e un mentore per molti artisti della registrazione e per diversi ingegne- isolata, questa registrazione ha rappresentato la base per il recente ri del suono durante la seconda metà del Ventesimo secolo. pluripremiato ‘duetto’ tra lo stesso Nat e sua figlia, Natalie Cole. Durante la sua lunga carriera in qualità di tecnico della registrazione, - Ha usato una tecnica simile al multitraccia per registrare la cantante Taylor ha lavorato in tutti gli ambiti dell'incisione, dai dischi di cera ai Love, in modo che i suoi dischi potessero essere messi in vendita sia magnetofoni a filo, dal moderno nastro magnetico fino alle prime regi- nella versione spagnola, sia in quella inglese. strazioni digitali. Come uno dei principali ingegneri del suono presso il - Per le sue registrazioni della Stan Kenton Orchestra, Carson utilizzò ‘Capitol Tower’ di Hollywood per quasi tre decenni, si fece una grande delle tecniche microfoniche che “cambiò il suo suono”, al punto che reputazione come innovatore in molte tecniche di registrazione e di edi- riuscì a far uscire dall'anonimato questo gruppo musicale fino a portar- ting che rappresentano tutt'oggi dei punti fermi nell'arte discografica. lo in cima alle classifiche del tempo. Al loro album Adventures in Jazz Durante la sua carriera, Carson lavorò con tutti i maggiori artisti dei fu assegnato il Grammy nella categoria ‘Migliore interpretazione cataloghi Capitol e EMI, in tutti i generi musicali. Quando avevano Jazz - Grande gruppo (strumentale)’ nel 1962. modo di lavorare con Carson, molti di questi artisti non accettavano - Taylor è stato nominato quattro volte per il Grammy relativamente nessun altro. La band Earth Wind and Fire gli chiese perfino di anda- alla migliore registrazione di musica classica, più esattamente per le re in tour con essa, ma Taylor rifiutò perché fare da ‘guardiano del registrazioni con la Chicago Symphony Orchestra (Giulini), la Chicago suono’ per una band durante tutta una tournée non rappresentava, Symphony Orchestra (Ozawa), e due volte con la Cleveland Orchestra secondo la sua idea, il modo migliore di vivere la vita. Molti dei (Szell). Anche se non ha mai vinto il premio quale migliore ingegnere seguenti artisti hanno dato fiducia a Carson e alla sua creatività inge- del suono, molte delle sue registrazioni hanno ricevuto il Grammy gneristica per ottenere il loro specifico e inconfondibile sound: Nat Award per la migliore registrazione classica dell'anno. 30 extra > SOMMARIO LINK UP > AS 135 - Carson fece diverse prime registrazioni quadrifoniche utilizzando due consolle di missaggio registrando contemporaneamente sia con il sistema ‘direct-to-stereo’, sia con quello a quattro canali. - Sviluppò diversi trucchi speciali durante la postproduzione per ottenere nel prodotto finale ciò che l'artista non era riuscito a realizzare in stu- “ Sviluppò diversi trucchi speciali durante la postproduzione per ottenere nel prodotto finale ciò che l'artista non era riuscito a realizzare in studio...” dio. Per esempio, in un'occasione, quando un soprano non riuscì a sostenere la sua alta nota finale di un'aria operistica, Carson riuscì a estenderla durante la sessione di missaggio impiegando un oscillatore e una delle splendide camere d'eco della Tower hollywoodiana. Un altro esempio è quello che riguarda un prezioso nastro master del quale si erano rovinati pochi centimetri, quando Carson riuscì a effetCarson si congedò dalla Capitol alla fine degli anni Settanta, ma rima- nota, tutte rimediate dal materiale di scarto delle varie sessioni. Anche se nel settore discografico per diversi anni come consulente e, per un se Carson spesso descrisse questi ‘trucchi’ nell'ambito di conversazio- certo tempo, gestendo uno studio di registrazione a San Francisco. Era ni private, non rivelò mai i nomi degli artisti o gli album in questione. un gentiluomo elegante e tranquillo, che per tutta la sua carriera e Questo perché era una persona eticamente molto corretta e non anche durante la pensione, fece da mentore a molti giovani ingegneri, avrebbe mai voluto rovinare la reputazione di un artista. Il suo unico esaltando la bellezza della musica e l'arte della registrazione. Ron compito era quello di servire la musica nel modo migliore che poteva. Streicher/AES carson taylor tuare lo stesso cv bediting della versione finale inserendo nota per > SOMMARIO extra 31 LINK UP > AS 135 LINK UP > AUDIOPHILE sound leggete l’articolo AS 135 / pp.44-47 REFERENCE RECORDINGS Come la Reference masterizza i loro LP Il prof. Keith O. Johnson spiega come vengono prodotti gli LP dell’azienda. LINK UP AS 135: reference rec. er molti anni la Reference Recordings (RR) ha ricercato, in P mente da Nelson Pass. Il semplice percorso di segnale non con- tutto il mondo, la miglior fabbrica per la realizzazione dei tiene alcuna compressione, equalizzazione o circuiti inutili. Fu io master, della lacca e della stampa in vinile, così da poter l'ingegnere capo e direttore tecnico che ha fornito la consulenza rientrare nuovamente nel mercato degli LP. Secondo il Prof. in merito alla progettazione del sistema e alla ricostruzione del tor- Johnson, “oggi abbiamo una filiera produttiva che ci permetterà di nio e dell'elettronica di proprietà del remastering engineer Paul produrre dischi in vinile tali da rispettare i nostri elevati parametri, Stubblebine che è stato anche l'operatore tecnico durante i lavori. e soddisfare i nostri clienti esigenti che per molto tempo hanno (Stubblebine è anche stato il tecnico di mastering del nostro CD aspettato questi LP!” FIM allegato ad Audiophile Sound n. 68: “Super Test CD, Volume Vorrei far notare che i 45 giri della RR sono vicini al master. Ho qui 8: Percusioni”, ndt). a Salerno tanti master della RR e un accurato confronto con le Una volta raggiunti dei positivi risultati nella masterizzazione del versioni 45 giri dimostrano la superiorità di questo formato sugli disco, abbiamo affrontato il difficile compito di scegliere il miglior LP incisi a 33 giri. Chiaramente in termine di dinamica i master impianto per la produzione della lacca e la stampa dei nostri sono superiori, ma la cosa che mi ha sorpreso è la qualità timbri- dischi. Fortunatamente il nuovo stabilimento Quality Record ca dei 45 giri che si avvicinava molto al master 24bit/176kHz. Pressings (QRP) a Salina nel Kansas stava per aprire, e siamo Naturalmente i risultati di confronti simili dipendano molto dalla convinti che aver atteso l'apertura di questa fabbrica sia valso qualità tecnica dalla catena analogica e dal DAC usati, ma non c'è veramente la pena. Chad Kassem ha assemblato un eccellente dubbio per me che i 45 giri fatti bene aprano una porta sulla foto- team di esperti per progettare e gestire il suo nuovo stabilimento, grafia sonora prodotta da un master. Quella che segue è una descrizione, da parte del ‘Prof’ e della RR, di come sono prodotti gli LP Reference Recordings. Potete leggere la recensione di Pierre Bolduc dell’ultima uscita in LP della RR, I Pini di Roma di Respighi e altre opere dello stesso autore, su Audiophile Sound numero 134. Reference Recordings Distributore per l’Italia www. soundandmusic. com 32 extra L'ASSEMBLAGGIO DELLA SQUADRA La masterizzazione del disco avviene a velocità dimezzata (half-speed remastering) per assicurare la massima precisione (1). Il sistema di tornio dispone di un'elettronica realizzata apposita- > SOMMARIO adottando molte tecniche e caratteristiche uniche che distinguono chiaramente la QRP da tutti gli altri impianti di stampa. Noi crediamo che le lussuose stampe in vinile da 200 grammi della QRP siano veramente eccezionali. CONFIGURAZIONI MULTIPLE PER I 'NEW REFERENCE MASTERCUTS' A seconda della lunghezza delle registrazioni, alcune nuove versioni saranno incise a 45 giri, altre a 331/3. Alcuni saranno dischi singoli, altri doppi. Tutti saranno caratterizzati da lussuose copertine apribili realizzate dalla Stoughton Printing. Una caratteristica insolita delle nuove masterizzazioni RR è quella che noi chiamiamo ‘FDS finish’: nella fine di ogni facciata del disco ci sarà un periodo di 30 secondi di solchi silenziosi, prima del punto di stacco finale. Nessuno oggi usa un cambiadischi, e i solchi silenziosi LINK UP > AS 135 “Una caratteristica insolita delle nuove masterizzazioni RR è quella che noi chiamiamo ‘FDS finish’: nella fine di ogni facciata del disco ci sarà un periodo di 30 secondi di solchi silenziosi, prima del punto di stacco finale. Nessuno oggi usa un cambiadischi e i solch i silenziosi lasceranno il tempo all'utente di sollevare il braccio prima dello stacco al termine...” Nota: (1) La masterizzazione a velocità dimezzata (Half-speed Mastering) comporta un processo di acquisizione nel quale il master originale della registrazione viene riprodotto ad esattamente la metà della velocità registrata. Un tornio d'incisione in stacco al termine, che è sempre un po' rumoroso (alcune stampe d'epoca anni Cinquanta Capitol Full Dimensional Sound offrivano questa caratteristica). Il fondatore della Reference Recordings, J. Tamblyn (Tam) Henderson, merita una menzione speciale per aver identificato il valore di questa caratteristica unica nella produzione e per averla reintrodotta nella realizza- sequenza viene poi sincronizzato esattamente a metà della velocità di riproduzione. Questo processo permette di incidere un solco al doppio del tempo normale; solco che rappresenterà più accuratamente il suono del nastro master. Il mastering a velocità dimezzata permette una riproduzione più pulita e anche un'estesa risposta alle alte frequenze, che si estende fino alla regione degli ultrasuoni. zione di nuovi Mastercuts. Keith O. Johnson > SOMMARIO extra 33 LINK UP AS 135: reference rec . lasceranno il tempo all'utente di sollevare il braccio prima dello capolavori in vinile Il suono Decca PARTE 2: I primi esperimenti stereofonici della casa inglese Mixing consolle della Decca, 1967 circa NUOVA RUBRICA il suono deca I primi esperimenti stereofonici della Decca si fecero a Ginevra con nel Tree: microfoni omnidirezionali. Come C. Robert Fine nelle sue l'Orchestra della Suisse Romande diretta da Ernest Ansermet. registrazioni Mercury, Wallace era convinto che solo microfoni di que- Roy Wallace - il tecnico impiegato nel 1946 da Arthur Haddy, il sta configurazione potevano riuscire a catturare tutta l'orchestra se ne capo del reparto tecnico della Decca -, aveva concepito la configura- venivano impiegati solo tre. Questa è stata l'idea di base dietro il Tree zione microfonica diventata oramai leggendaria: The Decca Tree. All'inizio del 1954 Wallace aveva l'aveva portato in Svizzera per effettuare i primi test: ne risultano i primi nastri a due canali che qualche anno dopo finirono sul mercato come LP Decca stereofonici. e per anni la Decca ha registrato con tre microfoni omnidirezionali fino all'arrivo di Kenneth Wilkinson nel reparto di incisioni stereofoniche. A quel tempo 'Wilkie' lavorava come ingegnere del suono specializzato in registrazioni monofoniche. Nella foto in questa pagina si vedono i tre microfoni mono, piazzati davanti l'orchestra e spaziati in modo Wallace aveva delle idee ben precise su quale tipo di microfono usare Decca Tree nella Phoenix Symphony Hall 34 extra > SOMMARIO il suono decca capolavori in vinile Una seduta di registrazione della Decca; Robert Stolz è il direttore quasi equidistante tra di loro sul fronte orchestrale, con una configura- abbandonata la sua configurazione del Decca Tree. zione quasi identica a quella usata da Fine per le sue incisioni stereo. Personalmente non sono convinto che un approccio sia stato superio- Siccome i risultati si erano rivelati dannatamente buoni, Wallace con- re all'altro: il Decca Tree di Wallace e la configurazione più 'allargata' cepì il Tree con questo tipo di configurazione mono come quello elabo- di Wilkinson sempre attorno al Tree hanno dato risultati diversi ma rato da 'Wilkie': l'uso di solo tre microfoni ma, per gli scopi stereofoni- sempre molto validi. Nei prossimi numeri di AS Extra identificheremo ci, raggruppati da vicino, con quello centrale leggermente più avanti varie incisioni Decca, spesso disponibili non solo come edizioni origi- verso l'orchestra, con lo scopo di coprire meglio il centro dell'immagine nali che costano quasi sempre una piccola fortuna, ma anche le edizio- sonora. ni a medio prezzo ristampate dalla stessa Decca e le ristampe offerte Ma Wilkinson voleva un'immagine più larga e più dettagliata di quella da aziende come la Speakers Corner, Analogue Productions e, perché che Wallace con i suoi soli tre microfoni sul Tree poteva dare: dopo una no, le ristampe della DeAgostini, curati da me. Importante è l'accesso serie di esperimenti alla fine degli anni Cinquanta 'Wilkie' modificò la da parte degli audiofili a queste incisioni storiche: perché sono state configurazione microfonica di Wallace: aggiunse due microfoni fatte con criteri diversi di quelli di oggi, dove il concetto di "time is all'estrema sinistra e all'estrema destra dell'orchestra nonché un micro- money" troppo spesso è alla base del processo di registrazione. fono sopra i legni, un altro sopra gli ottoni e un altro sopra le percus- Analizzando le edizioni meno costosi spero di aprire a tutti i nostri let- sioni. Anche se la configurazione fu leggermente ritoccata in funzione tori l'opportunità di scoprire un mondo ormai scomparso, sì, ma fortu- delle opere da incidere e dell'acustica dei luoghi di registrazione, ecco natamente ancora alla portata di tutti. Pierrre Bolduc la configurazione microfonica che Wilkinson usò per fare i suoi capolavori. Wallace si ritirò dal mondo delle incisioni all'incirca nel 1963 per dedicarsi alla costruzione di mixer sempre più sofisticati e con lui fu Parte 1 è stata pubblicata su AS EXTRA, n. 133 > SOMMARIO extra 35 Modello GX 250MG finalmente in Italia! Per informazioni sulla linea di diffusori Fostex: tel+39 i n d i r i z z o via Dal Lino, 23/2 - 40134 Bologna 347 2532215 [email protected] webartofmusic.it riflessioni Riflessioni di Hiroyasu Kondo, di Audio Note sulla riproduzione audio PARTE 3: Amplificatore FET resistente all'alto voltaggio (scritta nell'estate 1999) “...Mi chiedo davvero se amplificatori e sistemi di altoparlanti di qualità mediocre siano in grado di riprodurre pienamente l'attenzione che Tchaikovsky intendeva dare a quella musica delicata (Sinfonia ‘Patetica’)... sono fiducioso che i miei amplificatori, diffusori e testine siano in grado di trasmettere le squisite sfumature della musica, più profondamente e più fedelmente rispetto a qualsiasi altra apparecchiatura.” KONDOSAN l primo prodotto realizzato dall'Audio Note Japan fu un pream- I plificatore, per il quale utilizzai un FET resistente all'alta tensione, progettato da Mr. Shigeru Terada in collaborazione con la Shindengen. Il transistor a effetto di campo (FET) era solitamente utilizzato come elemento di tensione, allo stesso modo di una FET causò uno stop alla produzione dell'M-7, che aveva raggiun- valvola. Ma a causa della sua grande distorsione, tale transistor to le 100 unità. Ho sentito dire che alcuni di questi apparecchi non veniva utilizzato per un amplificatore che aveva le prestazio- sono ancora goduti. ni elevate come obiettivo primario. Quand'era utilizzato come elemento di tensione al posto di una L'ARRIVO DELL'AMPLIFICATORE 'ONGAKU' valvola, il FET mostrava una curva Vp-Ip tipica dei semicondutto- Perché noi preferiamo il suono dell'amplificatore valvolare? Uno ri e un'abbondanza di seconde armoniche superiori generate. dei fattori, in termini di circuiti, sarà probabilmente la sua abilità Inoltre la sua resistenza a bassa tensione (circa 50V) rendeva il nel gestire un'alta tensione di griglia del tipo B. Tra le valvole a FET difficile da utilizzare. Fu allora che Mr. Terada progettò un nostra disposizione oggi, la '211' può gestire fino a 1.000V. La FET che poteva resistere a 200V. Questo miglioramento fenome- '211' è dotata di una griglia grossolana e ha pochissimi elettroni nale rese molto più facile il lavoro di progettazione dell'amplifica- vaganti grazie al suo ridotto bias, il che significa che questa val- tore e incrementò l'ampiezza della bassa distorsione. vola ha un'eccellente linearità nella caratteristica Vp - Ip. Progettai un preamplificatore usando questo FET, che diventò poi Infatti, la linearità del mu (fattore di amplificazione = 4) è piatta. ‘Meister-7’, ovvero ‘M-7’. Il grande involucro superiore contiene Chiunque potrebbe pensare di saper progettare un amplificatore condensatori a olio e chimici per la sorgente d'alimentazione. ad alte prestazioni se utilizza un tale elemento favoloso. Io ho Dopo questo, progettai un più compatto ‘M7-II’ a bassa distorsio- realizzato un certo numero di amplificatori 211-S, ma non ero ne, per il quale scelsi un circuito Cascode nello stadio d'amplifi- rimasto completamente soddisfatto dalla loro qualità sonora, cazione. Questo circuito contribuiva al successo nel ridurre dra- anche se avevano mostrato eccellenti caratteristiche. sticamente la dispersione di corrente, e allo stesso tempo alla Mancava la ‘tenerezza’ della 2A3 e la ‘profondità’ della 300B. cancellazione della distorsione. Utilizzai un condensatore a olio Dopo una serie di esperimenti sono giunto alla conclusione che il per quello d'accoppiamento. L'interruzione alla produzione dei problema aveva a che fare con la qualità sonora degli elementi > SOMMARIO extra 37 kondoSan KONDOSAN circuitali utilizzati per la ‘211’, che lasciava poco spazio all'ambi- musica, più profondamente e fedelmente rispetto a qualsiasi altra guità. Pertanto il signor Yasuhiro Oishi mi ha aiutato ad avvolgere apparecchiatura. cavi d'argento intorno all'acciaio in silicio. Il risultato è stato sem- La mia attrezzatura ha una sua validità propria. plicemente incredibile. Che suono meraviglioso! Incoraggiato da questa scoperta, successivamente ho realizzato '211' e '300B' dei condensatori argentati. Queste invenzioni hanno prodotto un La prestazione della 300B è quasi paragonabile a quella della 211. tipo di suono che nessuno aveva mai provato prima, e il signor Entrambe furono inventate in America, nel momento in cui il paese Masahiro Shibazaki della Sibatech Inc. ha giustamente chiamato era ancora entusiasta nel realizzare prodotti di consumo. In un l'amplificatore ‘Ongaku’ (= musica). certo senso la 300B è più facile da usare, perché richiede solo 400V per la potenza del tipo B. Sono stati gli audiofili giapponesi LA SINFONIA 'PATETICA' DI TCHAIKOVSKY a far conoscere al mondo la superba timbrica della 300B. Che musica introversa! Il suo umore si trasforma tutt'a un tratto Se costruiste un amplificatore 300B, capireste che ha un suono dopo il secondo tema nel primo movimento. Ho cercato di dare unico. Qualcuno ha detto che il segreto sta nella sua struttura, una mia interpretazione a questa musica: un giovane uomo inizia nella quale il filamento è appeso in giù. Vedrete una molla appe- il suo cammino della vita, con ansia. Combatte al limite delle forze, sa al filamento. Se ricordate, le macchine per l'eco (utilizzate negli contro se stesso e il mondo. Un barlume di luce lo salva, ed egli anni ‘70 da Pink Floyd e altri, ndt) erano del tipo a molla. Ebbene, vince. Ma c'è poco tempo per anche un temporaneo rilassamen- una macchina per l'eco è stata ricostruita all'interno di una valvo- to. Ora deve confrontarsi con gli spiriti sotterranei. I timpani robo- la. Quando si colpisce il vetro, esso suona in qualche modo con- anti spaventano gli ascoltatori con la paura. Nel tempo egli si vincente. Il materiale del riscaldatore fa la differenza tra la 211 e riconcilia con gli spiriti, e con calma cade in sonno con un profon- la 300B. La 211 è piena di torio (= tipo di metallo) per aumentarne do sospiro. la forza e la resistenza. Non dimentichiamo che questa valvola era Questa sinfonia è piena di strane orchestrazioni. Gli ottoni seguo- in origine destinata ai carri armati! no sempre la chiave di basso dei legni. Gli archi bassi suonano La differenza di materiali per il riscaldatore influenza il suono del- con un continuo gemito. A un fortissimo fragoroso segue un pia- l'amplificatore. Quello del modello 211 è frizzante e ben compatto. nissimo impossibile. I ritardando e accelerando vengono alternati- Aggiungo che la 300B della Golden Dragon dimostra soddisfacen- vamente e ostinatamente ripetuti. Sono richieste grandi tecniche ti caratteristiche elettriche. Sono orgoglioso di dirlo, perché quella esecutive all'orchestra, e un livello irragionevole di tecnologia è valvola è equipaggiata con il tungsteno inventato dalla più avan- richiesta agli apparecchi per la riproduzione del suono. Mi chiedo zata tecnologia giapponese. KondoSan davvero se amplificatori e sistemi di altoparlanti di qualità mediocre siano in grado di riprodurre pienamente l'attenzione che Tchaikovsky intendeva dare a quella musica delicata. Arrivato a (Traduzione dal giapponese > Traduzione in inglese di Hiro questo punto, sono fiducioso che i miei amplificatori, diffusori e Yoshizumi, corrispondente Sibatech a Calgary, Canada) testine siano in grado di trasmettere le squisite sfumature della http://www.sibatech.co.jp/kondo/essays.html > SOMMARIO extra 39 kondoSan riflessioni Linea MARSIS F16 REFERENCE c osa caratterizza la filosofia di progettazione delle elettroniche HORN? La nostra esperienza proviene da un settore in cui è imperativo fondare un progetto sull'affidabilità, dove non sono permessi indici di incertezza oltre l'ordine di grandezza tale da causare lo stra- marsis F16 reference - inside messaggio promozionale promo PREAMPLIFICATORE HORN volgimento del progetto stesso. L'ideazione di sistemi, seppur complessi, deve essere affrontata guardando a come è possibile ottenere la stessa funzione attraverso funzionamento che è tale per tutta la semplificazione. l'escursione del segnale, anche nei Come ed in che misura questa filo- nostri finali di potenza. sofia è proiettata sul preamplificato- Quanto è importante l'alimentazio- re di linea Marsis F16? ne nei vostri progetti? Il preamplifcatore Marsis F16 nasce con L'alimentazione di un'apparecchiatura l'idea di impiegare in maniera intransi- audio sicuramente interviene in manie- gente questa filosofia di progetto. ra decisiva sul 'suono', per questo moti- Quando pensavamo di 'dare vita' a que- vo HORN, come e' giusto che sia, inve- sta elettronica abbiamo imposto cate- ste massivamente nella progettazione goricamente che tutti gli stadi venisse- di questa sezione, e lo fa con dedizio- ro vagliati con l'intendo di rendere ne. Un aspetto, che si riverbera su minimalista il progetto, calibrando il tutto il progetto, è quello di non adot- numero di componenti, la lunghezza tare la tecnica di correzione dei segna- totale delle piste del PCB e la loro li 'dopo' ma pensare come già all'origi- posizione, il numero degli stessi stadi ne si possa ottenere una o più sezioni nonché il guadagno da attribuire all'in- funzionali senza ulteriormente interve- tera macchina. nire con l'aggiunta di componenti o E la classe di funzionamento audio? Crediamo fortemente nella bontà della classe A, senza disdegnare la classe AB ed i progettisti che invece possiedono altre preferenze, per questo, soluzioni circuitali altrimenti evitabili (è un po' come nella produzione di un filmato: una cattiva ripresa video, seppur rielaborata successivamente, rimarrà sempre una ripresa di dubbia qualità). Qualche parola a proposito degli stadi che trattano il segnale audio del Marsis F16? Il preamplificatore è completamente a componeti discreti ed e' concepito secondo il criterio dual mono: i due canali sono duplicati e non si vedono. Lo stadio d'ingresso (VAS), costituito da un solo componente discreto, è interfacciato ad un ulteriore stadio con uscita a bassissima impedenza su tutta la banda audio, e concepito affinché risultasse 'elettronicamente' trasparente. Il preamplificatore nasce bilanciato ma possiede anche la possibilita' di essere utilizzato indifferentemente in modalità sbilanciata. marsis F16 reference - back tutte le nostre elettroniche, finali e preamplificatori, appartengono a questa classe di DISTRIBUTORE PER L’ITALIA: HORN Audio Amplifiers www.hornamplifiers.com email: [email protected] angolo tecnico Filtri di livellamento negli ALIMENTATORI DI TENSIONE PARTE 6 “Il ripple è il parametro che indica l'ondulazione residua e pertanto la bontà del processo di livellamento, e se vogliamo del filtro...” N ella precedente trattazione è stato preso in esame l'ali- d'alimentazione, sono trascurabili alla frequenza alla quale lavo- mentatore di tensione che adotta come filtro un induttore. ra un alimentatore di tensione di questo tipo – ben altro peso la I parametri fondamentali di un alimentatore, come già capacità parassita ha negli alimentatori 'switching'). accennato in uno degli articoliprecedenti, sono: Considerando nulla la resistenza 'R' dell'induttore, la - tensione in uscita; tensione continua d'uscita è pari a - impedenza d'uscita; - resistenza d'uscita; - ripple. dove Vm e la tensione media sul caricoVM e la tensione di picco Tensione in uscita: Prima di trattare della prima voce elencata all'uscita dal ponte raddrizzatore Sempre se la 'R' dell'induttore e occorre ricordare che il parametro che differenzia un induttore da nulla, la tensione media d'uscita non dipende dal carico RL, men- un'altro è essenzialmente il valore della sua induttanza, che tre nel caso reale su detta resistenza si instaura una caduta di viene indicato con la lettera 'L'. Nel caso in cui l'induttore sia tensione che aumenta con la corrente assorbita dal carico stes- associato al 'modello' ideale, quanto appena scritto è insindaca- so, portando ad inclinare verso il basso la curva di regolazione bile. (un buon alimentatore deve avere una curva di regolazione meno Nella realtà, come accade per altri esempi, le cose sono legger- inclinata possibile, sinonimo di indipendenza della variazione mente diverse. L'induttore è costruito con materiale conduttore della tensione d'uscita dalle variazioni della corrente di carico). (generalmente è un filo di rame avvolto in aria o su supporto fer- L'impedenza coincidente con la reattanza dell'induttore di filtro romagnetico). Detto conduttore presenta una resistenza 'R' che XL=2πfL , cresce quindi con la frequenza. aumenta con la lunghezza delconduttore e diminuisce all'aumentare della sua sezione. E' assodato che ogni induttore è caratte- Il ripple, ovvero il parametro che indica l'ondulazione residua e rizzato da almeno due parametri: l'induttanza 'L' e la resistenza pertanto la bonta del processo di livellamento (e se vogliamo del 'R' in serie tra di loro (è presente anche una capacità detta paras- filtro) e legato alla relazione: sita perche' non voluta, ma Antonio Sese Ingegnere e fondatore: Horn Audio Amplifiers CLICK non la consideriamo volutamente per non sconfinare nella trattazione – gli effetti si comprende che per ottenere una buona regolazione occorre della capacità parassita di un che il carico sia piccolo e l'induttanza di valore induttore, costruito per assol- elevato. Continua... Antonio Sese / Horn Amplifiers vere alla funzione di filtro > SOMMARIO extra 41 filtri di livellamento ANTONIO SESE consigli pratici IL BILANCIAMENTO TONALE - PARTE 3 (3 PARTI IN TUTTO) “...In ambiente domestico la linearità, il perfetto equilibrio delle frequenze in gioco è obbiettivo impossibile. Tuttavia si può raggiungere un buon risultato che è quello di ottenere un grafico non ‘a denti di sega’, ma con un profilo simile a quello delle morbide dune di sabbia del deserto...” 105, 122, 151, 164, 198, 227, 288, ecc. Se delle differenze sono pre- re il rapporto di energia fra le frequenze in gioco. Con esten- senti, queste sono poco rilevanti. Se registro la stessa "spazzolata" sione in frequenza si vuol indicare la gamma di frequenze presenti in di frequenze spostandomi di tre metri dal diffusore, il grafico cambia N una registrazione. Una registrazione può avere una limitata estensione in frequenza e un buon bilanciamento tonale o viceversa. Succede anche con i diffusori. Un diffusore può riprodurre in modo equilibrato le frequenze comprese fra 200 e 8000 Hz. Tuttavia può completamente a causa dell'acustica dell'ambiente. Ad esempio avrò 100 Hz a 64 dB, 105 a 58 dB,122 a 70 dB, 151 a 92 dB, 198 a 75 dB, 227 a 60 dB, 288 a 88 dB. Il grafico avrà un andamento caratte- essere privo della vere basse frequenze e delle vere alte frequenze. rizzato da picchi e valli, come se fosse il disegno di denti di sega irre- Questo diffusore offrirà voci molto naturali, ma sarà incapace di ripro- golari. Si vedranno differenze enormi in termini di energia fra fre- durre correttamente una grande orchestra. Al contrario ci può esse- quenze limitrofe. E' come se a 100 Hz la manopola del volume fosse re un diffusore capace di riprodurre energia sonora compresa fra 20 tenuta alle ore dodici mentre a 105 Hz alle ore nove. e 20.000 Hz, ma non in modo tale che tutte le frequenze comprese Contemporaneamente. in questo range posseggano la stessa energia sonora. Sarà un diffu- Questa non è una situazione paradossale è la realtà delle sale sore dotato di grande estensione in frequenza, ma affetto da squilibri d'ascolto prive di un qualsivoglia controllo acustico. E' molto frequen- tonali. Suonerà troppo gonfio o sottile, nasale o aspro. E così via. In una registrazione la cosa più difficile da ottenere è la presenza di basse frequenze in equilibrio con le medie e le alte. I tecnici del suono più bravi riescono ad ottenere questo risultato in modo da non inficiare il risultato di altri parametri e restituendo comunque un te e non consente un ascolto sufficientemente fedele. In ambiente domestico la linearità, il perfetto equilibrio delle frequenze in gioco è obbiettivo impossibile. Tuttavia si può raggiungere un buon risultato che è quello di ottenere un grafico non ‘a denti di sega’, ma con un suono limpido ed articolato. Altri tagliano totalmente i bassi o scelgo- profilo simile a quello delle morbide dune di sabbia del deserto, no strade che penalizzano gravemente altri parametri sonori. caratterizzato da variazioni contenute fra gruppi di frequenze limitro- Se una registrazione è ben fatta, l'audiofilo che desiderasse ascoltar- fe. Per ottenerlo è soprattutto necessario agire sul posizionamento la con accuratezza, dovrebbe fare in modo che il suo sistema hi-fi e dei diffusori, del punto d'ascolto e sull'acustica dell'ambiente d'ascol- la sua stanza d'ascolto siano in grado di colorare il meno possibile to. questo suono. In altre parole, se è accettabile, necessaria, irrinuncia- Per controllare che l'andamento del bilanciamento tonale nel punto bile, una fisiologica dominante sonora di una registrazione, se si vuole ascoltare quella registrazione in modo fedele, è necessario che il sistema di riproduzione non aggiunga un suo carattere al suono. Insomma : coloritura su coloritura genera confusione. Tuttavia ascoltando in una stanza è impossibile poter avere un andamento perfettamente lineare del bilanciamento tonale. d'ascolto della vostra sala sia adeguato ad una riproduzione stereofonica di alto livello, ci sono due metodi, uno strumentale ed uno basato su test d'ascolto. Nelle prossime puntate si parlerà di questi due metodi, che usati assieme permettono risultati certi e di alto livello. Fabio Liberatore Poniamo il caso di misurare l'energia delle frequenze fra 100 e 300 Hz all'uscita di un diffusore, stando a pochi centimetri dallo stesso. Ottengo un grafico pressoché lineare dove 100 Hz hanno ad esem- > SOMMARIO extra 45 - pio 80 dB di pressione sonora, cosi come (dico frequenze a caso) ne in frequenza. Con bilanciamento tonale si desidera defini- bilanciamento tonale on si deve confondere il bilanciamento tonale con l'estensio- parte 3 FABIO LIBERATORE quale incisione? CONCERTO DI CAPODANNO: Dopo aver valutato le varie edizioni, vi proponiamo le versioni migliori... C XRCD K2 HD Mastering, mentre le altre due si riferiscono ai concerti sicuro molto difficile da interpretare correttamente. In realtà, dalla Sony Classical. Mentre le versioni di Kleiber presentano davve- questa musica non è solo musica da ballo: brani come Sul bel ro un incredibile fraseggio, un'energia demoniaca (Éljen a Magyar Danubio blu e Il valzer dell'Imperatore, per non parlare di pezzi come rappresenta la più grande interpretazione del lavoro che abbia mai on le sue splendide melodie, la musica della famiglia Strauss sembra facile da suonare Beh, facile da suonare forse, ma di tenuti da Carlos Kleiber nel 1989 e nel 1992, registrati e pubblicati concerto di capodanno 1987 il Pizzicato-Polka o addirittura la Tritsch-Trasch Polka, celano dietro i sentito con la polka Moulinet), colui che scava più in profondità le par- loro bel temi un mondo nascosto che pochissimi direttori sanno far titure è sicuramente Herbert von Karajan. 'risorgere': pagine che appartengono e riflettano un'epoca passata. Nel numero di Audiophile sound 134 ho spiegato a fondo perché le La discografia è immensa. Esistono molti dischi della famiglia Strauss sue letture del concerto del primo dell'anno del 1987 raggiungono diretti dal fondatore del Concerto di Capodanno, Clemens Krauss, un livelli interpretativi stratosferici. Il Concerto di Capodanno del 1987 è interprete che rende il suono dei recenti dischi dedicati a questo sto- uno dei più grandi dischi di Karajan. Il nuovo remastering realizzato rico evento musicale insipido, blando e francamente noioso (1). con il sistema K2 ci permette di capire meglio le mille e una sfumatu- Willi Boskovsky, il Konzertmeister dei Wiener Philharmoniker, prese il re interpretative che rendono questo concerto live così unico. Ma timone dopo la morte di Krauss e aggiunse una novità: anche lui, quale edizione digitale acquistare? come lo stesso Johann Strauss figlio, si mise a dirigere l'orchestra Ho confrontato l'edizione 'normale' ancora nel catalogo DG, l'edizione imbracciando il suo violino. Poiché Boskovsky era intriso dalla cosid- SHM giapponese, il vinile originale e i file scaricabili dal sito della detta tradizione viennese, certamente si rese protagonista di alcune Deutsche Grammophon (www.deutschegrammophon.com) in risolu- ottime esecuzioni, echt (autentiche) viennesi, piene di vigore, ma mai zione compact (16bit/44.1kHz) con questa ultima edizione speciale. appariscenti. Alcune esibizioni dal vivo sono state registrate e pubbli- Non c'è dubbio che l'ultimo remastering, purtroppo disponbile in solo cate dalla Decca, ma il grosso delle registrazioni non era dal vivo, ma 1000 copie (assurdo!), sia la migliore dal punto di vista sonora: prima fatto 'in studio', la maggior parte delle quali riprese su nastro nella di tutto micro e macro dinamiche assai superiori e con un basso più Sofiensaal e non nel Musikverein, dove si svolgono i concerti del profondo e una fotografia sonora delle varie sezioni dell'orchestra det- primo gennaio: oltre venti LP furono pubblicati tra la fine degli anni tagliatissima. In termini musicali c'è più impatto, più presenza, più Cinquanta e il 1979, quando Boskovsky diresse il suo ultimo Concerto colori in questo remastering K2: è simile in termine di colori strumen- di Capodanno. Decca registrò l'evento in diretta e divenne il primo tali al vinile ma con una resa dinamicae e profondità e controllo del disco digitale mai pubblicato dall'etichetta inglese (2LP Decca D147D basso anni luce del LP. 2, CD 448 572-2) (2). Così si concluse l'era di Boskovsky. Spesso ho parlato non molto bene di tanti JVC XRCD, non perché il Il direttore violinista fu sostituito in seguito da una serie di direttori sistema di remastering K2 non funzionasse bene, ma perché gli inge- ospiti. Tenuto conto che i Wiener Philharmoniker, ovviamente, suona- gneri giapponesi avevano toccato il bilanciamento tonale che purtrop- no questa musica con un grado di affidabilità tecnica che nessuno po ha spesso rovinato le performance. Qui la situazione è ben diver- potrebbe mai mettere in discussione, se il livello generale di esecuzio- sa: il file originale è stato mandato dalla Universal e il lavoro è stato ne è stato inevitabilmente di altissimo livello, quello interpretativo inve- fatto durante il mastering dei file per creare il master finale. Allora non ce è stato inferiore. Direttori ospiti come Maazel, Muti, Abbado, ci ritroviamo con un CD con una timbrica nasale e un basso gonfiato Ozawa, solo per citarne i più importanti, hanno prodotto buoni risulta- - che è spesso il caso con gli XRCD equalizzati male - ma con un ti ampliando il repertorio grazie all'inserimento nei programmi di opere suono solo più dinamico e pulito. legate alla musica della famiglia Strauss scritte da altri compositori. Per quanto riguarda il disco SHM… lasciamo perdere: costa tre, quat- Altri hanno avuto meno successo come Franz Welser-Moest: di una tro volte quello del download dei file dal sito dalla DG e suona identi- noia mortale. co. Ho sentito anche di nuovo la traccia CD del video e, se la qualità Ci sono state, però, tre eccezioni. La prima riguarda il concerto di sonora non raggiunge i vertici del K2, abbiamo una presentazione un Karajan del 1987 riesaminato in questa nuova edizione Universal po' diversa di quella di tutti gli altri formati: credo che hanno usato l'in- 46 extra > SOMMARIO quale incisione? extra pagina attiva cisione della Radio austriaca perché si sentono rumori di sala diversi di quelli sulle fonti della DG; sicuramente il livello di filtraggio è sostanzialmente inferiore a tutte le edizioni dell'etichetta gialla. In conclusione, se volete aver il massimo in termine tecnica, non but- concerto di capodanno 1987 tare i soldi comprando l'edizione SHM; fate, invece, le corse per comprare una delle poche copie rimaste del nuovo remastering: il prodotto di una politica commerciale idiota in quanto limita il numero di copie a un numero assurdamente basso. Pierre Bolduc Note: (1) Krauss. Per quelli di voi che sono sfegatati cultori del vinile, cercate di trovare il cofanetto di quattro LP, "Tradition der Neujahrkonzert mit Clemens Krauss und Wiener Philharmoniker", Decca tedesca MB 25063-D. (2). Se si desidera ascoltare deliziose rarità e una vasta gamma di valzer e polke meno noti, cercate i CD di Boskovsky o scaricate i file con risoluzione 16bit/44.1kHz dalla DG (www.deutschegrammophon.com). Vi costerà sicuramente meno che l'acquisto dei vinili originali. DISCOGRAFIA CONCERTO DI CAPODANNO, 1987 Kathleen Battle, Wiener Philharmoniker, Herbert von Karajan. Only 1,000 numbered copies available 24-Bit/100kHz mastering! This K2 HD mastering CD will play on ALL CD players! - edizione LP: DG 419 616-1 (senza Kaiserwalzer) VIDEO SU YOU TUBE DEL CONCERTO DI CAPODANNO 1987 - edizione CD: DG 419 616-2 (senza Kaiserwalzer), DG 477 6336 9 (con Kaiserwalzer) SHIM: DG Universal Japan UCCG-4744 (senza Kaiserwalzer) CLICCA in basso a sinistra per il link Cominciate da 5'00: qui inizia il brano Beliebte Annen-Polka, op. 137, che contiene il video dei cavalli lipizzani della scuola spagnola d'equitazione. Notate come il tempo scelto da Karajan per la polka combacia quasi perfettamente con il tempo dei cavalli! www.soundandmusic.com Track Listing Johann Strauss II Die Fledermaus Overture Josef Strauss Sphärenklänge, Op.235 Johann Strauss II Annen-Polka, Op.117 Josef Strauss Delirien Waltz, Op.212 Johann Strauss II Vergnügungszug, Op.281 Johann Strauss II, Josef Strauss Pizzicato Polka (1870) Johann Strauss Beliebte Annen-Polka, Op.137 Johann Strauss II Unter Donner und Blitz, Polka, Op.324 Voices of Spring, Op.410 (Frühlingsstimmen) vocal version Josef Strauss Ohne Sorgen! (Without a care) -polka schnell, Op.271 pagina attiva CLICCA QUI per vedere il video del Concerto di Capodanno 1987 Johann Strauss II An der schönen blauen Donau, Op.314 Johann Strauss Radetzky-Marsch, Weninger) Op.228 (Arr. Leopold Johann Strauss II Kaiserwalzer, Op.437 Live, Musikverein, Vienna, 1 January 1987. Prod: M. Glotz. Ing: G. Hermanns > SOMMARIO extra 47 dischi da evitare Dischi da evitare & dischi sopravalutati... Wynton Marsalis Purcell, Handel, Torelli e altri Ogni mese, vi indichiamo i dischi di cui vi potete tranquillamente SCORDARE.... U no dei primi fu Benny Goodman, il re dello swing, quan- il soprano slovacco Edita Gruberova, dedicato al repertorio do nel 1938 registrò per l'etichetta Victor il Quintetto per barocco per voce e tromba, a cominciare dalla celeberrima aria clarinetto in la maggiore K 581 di Mozart, insieme con il "Let the Bright Seraphim", tratta dal Sansone di Händel e da Budapest String Quartet. Quintetto che Benny registrò nuova- "Eternal Source of Light Divine" dal Birthday Ode for Queen mente nel 1956 con la Boston Symphony String Quartet, insieme Anne dello stesso compositore sassone, oltre a sonate per trom- con il Concerto per clarinetto in la maggiore K. 622, con Charles ba come quelle di Giuseppe Torelli e concerti per tromba come Munch alla testa della sua Boston Symphony Orchestra, senza quello di Johann Friedrich Fasch, con l'oboe, e il secondo di dimenticare l'Ebony Concerto che Stravinsky dedicò proprio al Johann Melchior Molter. celebre clarinettista jazz, a sancire, in un certo senso, il connu- In un periodo come l'inizio degli anni Ottanta, che vide la piena bio, il legame e la reciproca ‘collaborazione’ tra la cosiddetta affermazione delle esecuzioni filologiche, l'interpretazione di musica classica e quella jazz. Marsalis è, a dir poco, come l'effetto provocato da un calcio nelle Un connubio che, indubbiamente, a volte ha funzionato (si ricor- parti basse: letale. Probabilmente, neanche Louis Armstrong si di, a tale proposito, le notevolissime incursioni di un raffinato pia- sarebbe azzardato a seguire dei tempi da sincope come quelli nista jazz quale Keith Jarrett nel repertorio del sommo Kantor scelti da Marsalis (e pensare che nel corso di un'intervista affer- Bach con le registrazioni del Clavicembalo ben temperato e delle mò che il suo idolo era Maurice André!!!) non solo nei movimen- Variazioni Goldberg), ma che in altre ha portato a risultati da bri- ti veloci, ma anche negli Adagi, al punto che il povero Leppard ha vido. Brividi non certo provocati dalla bellezza interpretativa, ma dovuto adeguarsi in una corsa affannata per stargli dietro. dallo scempio causato da musicisti che, cresciuti a pane e jazz, Neanche la Gruberova dev'essere stata contenta nel non poter si mettono in testa di usare la loro arte per galoppare felicemen- prendere sufficientemente il fiato, visto la fretta che il trombettista te nelle verdi praterie della musica classica, senza rendersi conto americano aveva in corpo. Da qui niente pathos, fraseggio nean- dei danni che causano. E qui sono dolori. Come nel caso della che a parlarne (è come se Ridolini si fosse messo in testa di registrazione in questione. dedicarsi alla musica dal risultato che ne viene fuori), e Wynton Marsalis è un famoso e controverso trombettista jazz un'espressività fatta con la motosega, in nome di un virtuosismo che fin da ragazzo ha studiato puramente fine a se stesso, manco fosse un LP consacrato a anche il repertorio classico e un'ininterrotta jan session jazzistica. WYNTON WYNTON MARSALIS Brani per tromba, soprano e orchestra Purcell, Handel, Torelli, Fasch, Molter. LP CBS 39061 Wynton Marsalis, Edita Gruberova, English Chamber Orchestra, Raymond Leppard. che, salito alla ribalta grazie a Pare che, negli ultimi anni, Marsalis sia tornato definitivamente al Herbie Hancock, firmò nel jazz. Buon per lui e per noi. Per quanto riguarda la registrazione 1982 un contratto con la effettuata dalla CBS, basterà dire che, sebbene effettuata nella Columbia, che portò alla rea- St. Barnabas Church di Londra, sembra che la ripresa microfoni- lizzazione di alcuni album, a ca sia stata fatta nel Grand Canyon del Colorado, con la tromba cominciare da quello realizza- posta in faccia all'ascoltatore e i membri dell'orchestra da came- to l'anno successivo e che ra svariati chilometri più indietro. Il dettaglio è solo un'accetta che sancì la collaborazione del si abbatte sui vari strumenti e sulla voce della povera Gruberova, giovane trombettista di colore mentre la dinamica è brillante come può esserlo un pistone sfia- con il direttore d'orchestra tato. www.sonymusic.it Raymond Semplicemente deprimente. Andrea Bedetti Discografia Leppard. Tra i dischi nati da questa collabo- > SOMMARIO extra 49 da evitare: marsalis - handel ecc razione, nel 1984 Marsalis registrò quello in oggetto, insieme con LINK UP > LINK UP > AS 135 AUDIOPHILE sound leggete l’articolo AS 135 / pp.8-10 nuova rubrica!! guida all’ascolto ‘musicale’ CD ALLEGATO AD AS 135 SPHOR, ERNST, MILSTEIN, VECSEY Per conoscere meglio questo disco, in questa nuova rubrica potete leggere la guida all’a sc olt o e ascoltare degli esempi musicali, che sono stati segnalati con l’icona sq Per la versione dell’articolo con gli esempi musicali CLICCATE QUI: Questo link vi porterà alla pagina interattiva con testo ed esempi musicali da ascoltare... sq LOUIS SPOHR - CONCERTO N. 8 IN LA MINORE OP. 47 tradizione italiana, facendo sì che il suo strumento cantasse come la voce di un cantante, proprio come recita il sottotitolo del concer- n un certo senso vi è uno stretto legame tra i due concerti, quel- I to. Il concerto (eseguito dallo stesso Spohr in prima assoluta il 26 lo di Louis Spohr e quello di Heinrich Wilhelm Ernst, composito- settembre 1816 alla Scala di Milano) è suddiviso in tre tempi, ri, uno tedesco, l'altro ceco, i quali vissero e operarono nella Allegro molto, Adagio, Andante-Allegro molto, e la ricca strumenta- prima metà dell'Ottocento, che compongono il programma del CD zione orchestrale accompagna il solista nei suoi gorgheggi, passag- allegato in questo numero di Audiophile Sound e che sono stati gi lirici, esibizioni virtuosistiche, con la chiusa della consueta caden- registrati dal vivo con l'Orchestra della Città di Ferrara, all'interno za finale. della loro stagione musicale patrocinata dal Comitato dei Grandi Come si è già accennato, questo concerto fonde la cantabilità e la Maestri e organizzata dall'avvocato Gianluca La Villa. Questo per- drammaticità, tipiche del repertorio operistico italiano, con la forme ché l'ultimo Concerto che Ernst, eccelso violinista anche se ormai in del pezzo da concerto, caro alla tradizione tedesca, in una struttura cattive condizioni di salute, eseguì nel 1855 con la London assai flessibile, nella quale il solista passa, senza soluzione di con- Philharmonic fu proprio l'Ottavo di Spohr (che porta come sottotito- tinuità, dal recitativo al canto, dall'arioso fino all'allegro di bravura, lo "In modo di scena cantante", in Form einer Gesangs-Szene), ossia intriso di puro virtuosismo. sotto la direzione di Richard Wagner. Il primo tempo inizia con un vigoroso tema principale, dal chiaro L'Ottavo Concerto di Louis Spohr (nato nel 1784 e morto nel 1859), sapore rossiniano, esposto fin da subito da tutta l'orchestra e ripre- tra i quindici da lui composti (nessun altro compositore a lui contem- so più volte, senza essere mai intonato dallo strumento solista, il poraneo ne scrisse così tanti), è sicuramente quello impostato quale interviene solo per arrestare il discorso sinfonico per intromet- meglio, dotato di una forza musicale propulsiva notevolissima ed è tervi recitativi entrato di diritto nel repertorio dei grandi violinisti di ieri e di oggi, a inserirvi fioriture cominciare da Heifetz e Kulenkampff, passando per Prihoda, fino a Nell'Adagio, invece, la delicata melodia iniziale viene appena espo- Ughi. sta dall'orchestra e subito ripresa s q00.41 - 01.16 dal solista e svi- s q01.17 - 01.40 e cadenze, s q01.51 - 02.20. senza disdegnare di Spohr (colui che è passato alla storia per essere stato in assoluto il luppata progressivamente con ricche fioriture sino a una parte cen- primo ad avere usato la bacchetta per dirigere un'orchestra) in vista trale, dove il violino espande una nuova, intensa melodia e accom- di una sua tournée italiana, effettuata nel 1816 con la moglie, l'arpi- pagnata dalla compagine orchestrale con un movimento di terzine sta Dorette Scheidler, scrisse questo concerto coniugando l'arte vio- s q03.50 - 04.53. Il tempo si conclude con il ritorno del tema inizia- linistica tedesca adattandola al tipico virtuosismo operistico della le, collegandosi immediatamente all'Andante, il quale si dipana in > SOMMARIO extra 51 LINK UP AS 135: CD sphr, ernst... OPERE PER VIOLINO LINK UP > AS 135 AS AS LOUIS SPOHR HEINRICH WILHELM ERNST CONCERTO PATHETIQUE IN FA DIESIS MINORE Christian Joseph SACCON, Laura BORTOLOTTO, violini ORCHESTRA CITTA’ DI FERRARA Maffeo SCARPIS, direttore AUD 135 1. 2. 3. 4. Louis Spohr: Concerto n. 8 I. Allegro molto [4.18] II. Adagio [7.06] III. Andante (recitativo) [1.09] IV. Allegro moderato [9.09] LAURA BORTOLOTTO, solista 5. Franz von Vecsey: Preludio per violino solo [3.54] LAURA BORTOLOTTO, solista Heinrich W. Ernst: Concerto Pathétique 6. Allegro moderato [19.07] CHRISTIAN JOSEPH SACCON, solista 7. Nathan Milstein: Paganiniana [6.44] CHRISTIAN JOSEPH SACCON, solista AUD 135 SPOHR, ERNST, MILSTEIN, VECSEY PRELUDIO PER VIOLINO SOLO SPOHR, ERNST, MILSTEIN, VECSEY PAGANINIANA FRANZ VON VECSEY Not for re-sale. This CD may only be sold with Audiophile sound n.135 NATHAN MILSTEIN (P) 2014 Firenze City Magazine sas (C) 2014 Firenze City Magazine sas AUD 135 Non in vendita. Allegato al n.135 di Audiophile sound. CONCERTO N.8 IN LA MINORE total timing: 50.19 LINK UP AS 135: CD spohr, ernst... un ulteriore episodio recitativo s q00.09 - 00.51, che fa da transi- HEINRICH WILHELM ERNST - CONCERTO PATHÉTIQUE zione all'Allegro moderato finale. Quest'ultimo si basa su un tema, IN FA DIESIS MIN. OP. 23 sviluppato sia dall'orchestra sia dal solista, che si presta ad anda- Nato a Brno, in terra morava, nel 1814, Heinrich Wilhelm Ernst stu- s q01.10 - 01.56 / 02.22 - 03.20, diò al conservatorio di Vienna violino con l'ungherese Joseph presentando un singolare percorso modulante che sfocia nella pro- Böhm, considerato il fondatore della scuola violinistica ungherese e lungata cadenza del solista maestro di Joseph Joachim, il noto amico di Brahms e uno dei più menti fugati e contrappuntistici s q08.15 - 09.10, poco prima della grandi violinisti della storia. Sempre al conservatorio di Vienna Ernst conclusione. ebbe modo di studiare anche composizione con Ignaz Xaver von FRANZ VON VECSEY, UNA LEGGENDA DEL VIOLINO Seyfried, direttore al teatro An der Wien e amico di Beethoven, per Anche se il suo nome oggi non viene ricordato, soprattutto dal gran- poi perfezionarsi con il violinista e compositore Joseph Maysender, de pubblico, Franz von Vecsey ha rappresentato un capitolo impor- maestro di cappella alla corte di Vienna. Il virtuosismo espresso da tante per la storia della musica violinistica. Nato a Budapest nel Heinrich Wilhelm Ernst lo rese presto celebre - ottenne il primo 1893 e morto a Roma a soli quarantadue anni, questo formidabile grande successo a sedici anni - nelle maggiori piazze d'Europa, da violinista ungherese, allievo del sommo Joseph Joachim, debuttò a Parigi fino a Londra, ma le precarie condizioni di salute lo costrinse- soli dieci anni e la sua carriera artistica fu il passaggio di una fuga- ro a lasciare ogni attività pubblica poco dopo il 1855, quando ormai ce meteora nel firmamento dell'arte musicale. Basteranno solo due si era stabilito nella capitale inglese. Al di là delle sue doti di raffina- dati per descrivere la sua grandezza e la sua importanza: Bela to e straordinario concertista, Ernst fu anche un valentissimo esecu- Bartók, rapito dalla tecnica e dal calore espressi dal violino di von tore di musica da camera, capace di eseguire i quartetti per archi di Vecsey, volle accompagnarlo al pianoforte nel corso di una tournée, Beethoven con Joachim secondo violino, Henryk Wieniawski alla e Jean Sibelius gli dedicò il concerto per violino in re minore, quan- viola e Alfredo Piatti al violoncello, ossia il gotha quartettistico del- do il violinista aveva solo tredici anni (!) dopo che il primo dedicata- l'epoca… rio, Willy Burmester, si rifiutò di eseguirlo. Il suo Concerto (Allegro) pathétique per violino e orchestra in fa die- Il suo Preludio e Fuga per violino solo in do minore, dedicato a un sis minore op.23, dedicato al collega Ferdinand David, rappresenta altro sommo violinista, il compatriota Jenò Hubay (che fu un altro dei la summa, con il primo concerto di Wieniawski, di tutte le massime suoi maestri), fu composto da von Vecsey nel 1914, un anno che è difficoltà del violino, tanto che si contano sulle dita di una mano i uno spartiacque tra un mondo che fu spazzato via dalla Prima guer- solisti che l'hanno eseguito con orchestra, nel secondo Novecento: ra mondiale e uno completamente nuovo che avrebbe rivoluzionato Ruggiero Ricci, Lukas David, Aaron Rosand, Ilya Grubert. Per com- il mondo della musica e di com'era stato concepito fino ad allora. prendere che cosa significhi questo concerto, anche in ambito Sfogliando la partitura di questo breve componimento ci si rende didattico, basterà dire che due mostri sacri dell'insegnamento violi- conto della sua quasi ineseguibilità - 01.24. In fondo, nistico, quali Leopold Auer e Carl Flesch, imponevano ai loro allievi questo brano rappresenta un commiato del "mondo di ieri" di migliori la pratica e la esecuzione del Concerto pathétique, in quei quell'Ottocento del quale il violinista ungherese è stato uno degli tempi nel repertorio dei grandi, al punto da farlo considerare da ultimi testimoni e rappresentanti. Un pezzo incredibilmente virtuosi- molti il più difficile concerto di tutto il repertorio violinistico. stico, retaggio di quel mito paganiniano che ha intriso e permeato Concepito in un tempo unico, di circa venti minuti, questo concerto una certa prassi esecutiva della seconda metà del XIX secolo e che si presenta con un'ampia introduzione orchestrale dal tono epico, vide in Fritz Kreisler il suo rappresentante più famoso. tipicamente romantico, con dialoghi tra sezioni orchestrali, echeg- s q00.42 giando modi cari a Brahms ma anche di Mendelssohn. Nella scrit- 52 extra > SOMMARIO tura per il solista spicca l'impiego delle doppie corde, a partire dal- mente da parecchio tempo ma non ne feci nulla prima di giungere l'introduzione solistica del violino. Prevale una scrittura concertan- in America. Mi serviva un pezzo di dieci minuti per un concerto e te nel dialogo tra solista e fiati, molti simile a quella dei concerti soli- così misi la Paganiniana in programma. Per finirla, mi costrinsi a un stici di Brahms. Un tracciato ragionato, ma anche generoso di slan- duro lavoro per parecchie notti. Stavo ancora rivedendola il giorno ci e invettive spettacolari, che sono tra gli "elementi" retorici salien- prima del concerto!". ti di quest'opera. Come si è visto, quindi, Milstein scrisse questo brano all'inizio degli Il Concerto si apre con una maestosa ouverture dell'orchestra con anni Cinquanta fondamentalmente per se stesso, quasi avesse il tema principale s q00.01 - 03.41, al quale segue il primo diffici- voluto lanciare una sorta di "sfida" ai suoi colleghi, come fece, d'al- lissimo recitativo del violino solista, che amplia e sviluppa quanto tro canto, lo stesso Paganini ai suoi tempi, quando dall'alto della enunciato dall'orchestra. La risposta viene affidata agli archi con sua straordinaria e inarrivabile tecnica lanciava "tenzoni" ai suoi ripresa del tema principale e con il dialogo che rimane tra il tema colleghi-concorrenti. In un certo senso, questo brano, come recitato del solista e l'inciso ritmico del movimento di apertura del- ammette lo stesso violinista russo, rappresenta una parafrasi, un l'opera. Uno staccato celebre della solista ci porta al recitativo vero collage dei Capricci e di altre composizioni violinistiche di Niccolò della fine della prima parte del concerto s q04.27 - 06.28, caratte- Paganini, dando vita a delle "cadenze da concerto", come le ha rizzato da scale cromatiche e lunghi staccati. definite giustamente il musicologo Paolo Cecchinelli. Nel tema del secondo movimento, l'Adagio, in forma di Romanza, Certo, come si può ben intuire, visto che Milstein lo considerò un l'atmosfera si trasforma e diventa più serena, estremamente tran- pezzo da eseguire come bis, per concludere in modo trionfale i suoi quilla e il dialogo intimo tra il concertista e l'orchestra recital solistici, si tratta di un brano squisitamente virtuosistico, basti s q06.42 - 07.40 ci riporta al tipico, primo romanticismo. Un breve ponte porta ascoltare l'estratto allo sviluppo in forma di intermezzo che si presenta con un nuovo scena aperta da parte del pubblico presente. Un brano accademi- s q00.18 - 01.21, tale da strappare applausi a tema che presenta l'altra dimensione del romanticismo, quella più co, "furbo" se vogliamo, costruito e sviluppato su temi musicali che impetuosa e passionale. L'entrata del violino solista dà una dimen- il pubblico degli aficionados conosceva assai bene. Ma ciò che sione eroica, che ricorda i tipici slanci paganiniani dei concerti conta è il risultato finale e Milstein, ovviamente, lo eseguì come un s q08.11 padreterno. Andrea Bedetti - 08.57. Dopo questo picco altamente drammatico, la tessitura della partitura riportano il solista e l'orchestra a riprendere il dapprima il tema dell'Adagio, così intriso da atmosfere pacate e poi quello dell'Andante, caratterizzato da cadenze conclusive che chiudono la prima parte dell'opera. Louis Spohr Il Finale (Allegro moderato) è una cabaletta in forma sonata monotematica, con l'esposizione che viene affidata all'intera orchestra, ripresa dal solista con piccole code, passaggi eroici e scale improvvise già ascoltate all'inizio che ricordano il tipico stile paganiniano s q09.58 - 13.34. Il tutto porta a uno sviluppo di un nuovo tema, introdotto da un breve fugato dell'orchestra. Infine, vi è la ripresa del primo tema che ricorda la cabaletta delle opere italiane 15.20 16.02, con una coda finale in tonalità maggiore, una grande cadenza 17.28 - 18.25 che conclude l'opera. LA PAGANINIANA DI NATHAN MILSTEIN Oltre ad essere stato un "grande" del violinismo novecentesco, il russo naturalizzato americano Nathan Milstein fu anche un "creatore di note", pur non assurgendo al ruolo di compositore tout court. Ne fa testo questa Paganiniana per violino solo, suddivisa in un tema introduttivo (tratto dal ventiquattresimo Capriccio di Paganini) e in sette variazioni, che Milstein pubblicò, presso l'editore Schirmer di New York nel 1954. A tale proposito, lo stesso Milstein ebbe modo di scrivere nelle sue memorie: "La mia Paganiniana per violino solo in cui ho inserito temi dai 24 Capricci e altre composizioni di Paganini, ha incontrato un certo favore fra i violinisti e viene suonata da molti validi esecutori fra i quali Ruggiero Ricci, Salvatore Accardo Gidon Kremer. L'idea di Paganiniana l'avevo in > SOMMARIO extra 55 LINK UP AS 135: CD spohr, ernst... LINK UP > AS 135