1. Storia dell’economia e del territorio • La prima rivoluzione industriale (17601830) invenzione, innovazione, diffusione caldaia a vapore acciaio e ferrovia bassi livelli di istruzione e tecnica semplice sistema di fabbrica imprese di piccole dimensioni, disperse, scarsamente integrate, a bassa intensità di capitale urbanizzazione espulsione delle donne dal mondo del lavoro • La seconda rivoluzione industriale (18601950) motore a scoppio (petrolio) telegrafo e telefono elettricità, chimica, automobile, aeroplano, radio tecnica complessa e necessità di istruzione tecnica inferiore e superiore grande impresa imprese ad alta intensità di capitale integrazione verticale banche e borsa ulteriore urbanizzazione e nascita dei sindacati • La terza rivoluzione industriale (1950-) energia nucleare e energie alternative elettronica, biochimica, materiali artificiali integrazione scienza/tecnologia altissimi livelli di istruzione inversione della tendenza all’inurbamento sviluppo dei servizi (rivoluzione «postindustriale»?) da economia internazionale a economia globale • Rivoluzione industriale e cambiamenti demografici aumenta la speranza di vita alla nascita, grazie soprattutto alla riduzione della mortalità (dal 3-4% all’1%) si riduce anche la natalità, ma in ritardo e con ritmi inferiori rispetto alla mortalità questo genera uno squilibrio nel modello demografico («transizione demografica») rivoluzione industriale e riduzione della mortalità (miglioramenti medici, migliore nutrizione, migliore igiene) dalla «piramide» alla «trottola» La popolazione mondiale nel lungo periodo (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 138) La speranza di vita nei paesi avanzati (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 138) La transizione demografica (da V. Zamagni, Perché l’Europa ha cambiato il mondo, Il Mulino, 2015, p. 139) • Rivoluzione industriale e sistemi di produzione l’impresa cooperativa la nascita della grande impresa o corporation (Alfred Chandler) «taylorismo» e organizzazione scientifica del lavoro integrazione orizzontale e verticale organizzazione scientifica di gestione (manageralizzazione) separazione tra proprietà e controllo multinazionali e monopoli imprese stand alone e reti di imprese i distretti industriali le imprese sociali • Rivoluzione industriale ed evoluzione dei sistemi finanziari la nascita delle banche centrali (Banca di Svezia 1667, Bank of England 1694, Federal Reserve 1914): monopolio dell’emissione, tasso di sconto, tasso di cambio, rapporti con il Tesoro, supervisione, prestatore ultimo diversificazione bancaria (credito al consumo, casse di risparmio, credito a breve termine, credito a lungo termine, banche miste) modello anglosassone (mercato) e modello tedesco (banca) di finanziamento alla grande impresa • 1. 2. • Le banche miste vedevano un intreccio tra credito e impresa che in caso di crisi, come fu dopo il grande crollo del 1929, rischiava di far vacillare tanto il settore industriale quanto quello bancario. La banca mista era infatti un istituto: autorizzato a operare sia nel breve (esercizio del credito) che nel medio-lungo periodo (attività finanziarie e di investimento); che svolgeva attività in due modi: mediante servizio del credito e mediante concessione di quote partecipative nelle imprese. Oggi rappresenta il più diffuso modello di istituzione bancaria, impegnato nell’erogazione di molti servizi (tra cui raccolta di risparmio a breve e a lungo termine) e nella vendita di numerosi prodotti finanziari.