RISeT – Rete Informativa Scienza e Tecnologia Mittente IIC San Francisco - Ufficio Scientifico e Tecnologico Titolo: DIMOSTRATA L’ESISTENZA DI UN QUARTO ELEMENTO FONDAMENTALE PER I CIRCUITI INTEGRATI Parole chiave Memristor, circuiti integrati Settori/sottosettori 2-11-18 Tipo di informazione Risultato di ricerca Redazione Terenzio Scapolla E-mail Tel./fax [email protected] T 415 788 7142 F 415 788 6389 Testo Un gruppo di ricercatori che opera presso HP Labs (Palo Alto, California), il centro di ricerca della società Hewlett-Packard, ha dimostrato l’esistenza di un quarto elemento fondamentale nei circuiti integrati che potrebbe rendere possibile lo sviluppo di calcolatori molto più efficienti di quelli attuali, con memorie in grado di trattenere informazioni anche dopo lo spegnimento. Il memristor era stato ipotizzato nel 1971 in un lavoro di Leon Chua (EECS, University of California, Berkeley). Secondo Chua, accanto a resistenza, capacità e induttanza, era necessario inserire anche il memristor tra gli elementi fondamentali di un circuito integrato, in quanto dotato di proprietà non riproducibili con alcuna combinazione degli altri tre elementi. Anche se erano stato osservati fenomeni associati, la dimostrazione dell’esistenza del memristor è stata resa difficoltosa, in particolare, per il fatto che i suoi effetti sono riscontrabili in modo evidente solo a livello di nanoscala. I ricercatori sono stati in grado di identificare il comportamento e costruire un circuito in grado di mostrarne la proprietà in quanto l’effetto è molto più evidente, e diventa sempre più forte, al diminuire della dimensione delle componenti impiegate. Il memristor è stato costruito inserendo uno strato di ossido di titanio tra due elettrodi metallici. I ricercatori hanno scoperto che il valore della resistenza esercitata dipendeva dalla carica elettrica passata in precedenza attraverso il memristor. Questa caratteristica dà al memristor la capacità di ricordare il valore della carica transitata anche molto tempo dopo che lo stesso non è più sottoposto a tensione. Il circuito può quindi essere costruito con una funzione di memoria al suo interno. Il gruppo guidato da Stan Williams (HP Fellow e direttore dell’ Information and Quantum Systems Lab – IQSL), ha formulato un modello fisico del memristor e 277 ha poi costruito un nanodispositivo che ne dimostra tutte le caratteristiche necessarie alla sua definizione. Nel dispositivo il memristor ha uno spessore di pochi atomi. Con la definizione di un modello matematico per la fisica del memristor si rende possible lo sviluppo di circuiti integrati che utilizzano la sua capacità che di trattenere informazione. Secondo Williams il risultato apre un nuovo scenario sui metodi per la progettazione e il funzionamento dei chip. Si potrebbe, ad esempio, sviluppare un nuovo tipo di memoria che dovrebbe integrare, e poi sostituire, la memoria impiegata oggi (dynamic random access memory, D-RAM). Quando si spegne il calcolatore la D-RAM non memorizza le informazioni, e quindi è necessario ricaricare informazioni, prelevandole da un disco magnetico su cui sono memorizzate, e consumare energia. I calcolatori che impiegheranno memristor non richiederanno tale procedura, impiegando meno potenza e migliorando l’affidabilità. Williams ha fondato il laboratorio, che poi è divenuto IQSL, nel 1995, per studiare e realizzare architetture elettroniche in nanoscala. Uno degli obiettivi è stato quello di portare il calcolo oltre i limiti fisici posti dai convenzionali chip di silicio. Per decenni il miglioramento delle prestazioni è stato ottenuto aumentando in modo esponenziale il numero di transistor in un singolo circuito. La densità elevata ha aumentato i problemi legati alla generazione di calore e alla presenza di difetti. Anziché aumentare il numero dei transistors, si potranno costruire circuiti ibridi efficaci con meno transistors ma con l’aggiunta di memristors. Sito web http://www.hpl.hp.com/news/2008/apr-jun/memristor.html Fonte HP Labs Data 2 Maggio 2008 277