Lo studio della disponibilità d'acqua costituisce la base per la progettazione di - acquedotti per uso civile e industriale, - impianti di irrigazione, - impianti idroelettrici. La progettazione dell'opera si basa sulla simulazione del funzionamento per un periodo abbastanza lungo. Per effettuare la simulazione occorre assegnare - le serie storiche delle grandezze idrologiche, - le opere, - le regole di gestione. I calcoli si effettuano discretizzando il tempo. La lunghezza dell'intervallo di tempo elementare dipende - dalla variabilità delle grandezze nel tempo, - dal grado di sfruttamento dei deflussi disponibili, - dal volume disponibile per la regolazione. Ripetendo le simulazioni si ottimizza il progetto. richieste di produzione di energia elettrica regole di gestione prodotta energia richieste di acqua per l'irrigazione opere deflussi regolati deflussi naturali Sistema da ottimizzare La definizione della serie storica La serie storica deve essere sufficientemente lunga, per garantire l'attendibilità dei risultati. Per permettere la simulazione del funzionamento dell'impianto deve anche essere senza lacune. Ricostruzione dei dati: si basa sulla persistenza, sulla correlazione spaziale, sulla relazione causa-effetto. Persistenza: uso della regressione lineare; per esempio x i = a x i- 1 + b + ε oppure x i = a x i-1 + b x i+ 1 + c + ε Correlazione spaziale: uso nella regressione lineare di termini di un'altra serie. Relazione causa-effetto: regressione dei deflussi sugli afflussi. La ricostruzione riduce la variabilità della serie: x i = a x i- 1 + b + ε → σ 2 (x i ) = a 2 σ 2 (x i-1 ) + σ 2 ( ε ) x i = a x i-1 + b → σ 2 (x i ) = a 2 σ 2 (x i-1 ) Il problema della definizione della serie storica La simulazione del funzionamento dell'impianto per un certo periodo richiede la disponibilità di una serie di osservazioni di lunghezza s u f f i c i e n t e e senza interruzioni. Quando le due condizioni non sono soddisfatte dai dati disponibili si può fare ricorso alla ricostruzione dei dati mancanti, che in certe condizioni può riguardare l'intera serie. I principi su cui si basa la ricostruzione dei dati sono - la persistenza (per cui deflussi elevati tendono a essere seguiti da deflussi elevati, e viceversa), - la correlazione spaziale (per cui i periodi di tempo di deflussi abbondanti, oppure di deflussi scarsi, tendono a essere tali per un'intera regione), - la relazione causa-effetto (che lega precipitazioni e deflussi). I calcoli si effettuano generalmente applicando delle tecniche di regressione lineare. Per ricostruire il dato mancante di una singola lacuna si può fare ricorso alla relazione con il dato precedente (basata sulla persistenza, e dove ε è l'errore di regressione) x i = a x i- 1 + b + ε i , oppure alla relazione (ancora basata sulla persistenza) con il dato precedente e con quello seguente x i = a x i- 1 + b x i+ 1 + c + ε i , ponendo l'errore di regressione uguale a zero. Introducendo le variabili normalizzate z i e z i- 1 , la prima delle due relazioni si scrive nella forma z i = ρ z i- 1 + u i , dove ρ è il coefficiente di correlazione lineare tra z i e z i- 1 (coincidente con quello tra x i e x i- 1 ) e u è l'errore di regressione. Un altro modo di colmare la lacuna adoperando il dato precedente è di fare l'ipotesi semplificativa che la relazione tra z i e z i-1 sia deterministica: allora u si annulla, ρ diventa uguale a uno e la relazione diventa z i = z i- 1 . Un altro modo di colmare la lacuna adoperando sia il dato precedente sia quello seguente è di assumere z i = (z i- 1 + z i+ 1 ) / 2 . Per migliorare la ricostruzione si possono aggiungere tra le variabili indipendenti della regressione altri termini della serie, oppure anche termini di un'altra serie (per esempio termini di una serie di deflussi di una stazione vicina). Adoperare i termini di una serie di una stazione vicina significa utilizzare anche la correlazione spaziale. Per ricostruire intere porzioni di una serie ci si basa sulla correlazione spaziale (considerando per esempio i deflussi contemporanei di due sezioni vicine), oppure sulla relazione causa-effetto (considerando per esempio i deflussi e i contemporanei afflussi meteorici al bacino), o su entrambe. Quando occorre ricostruire intere serie, e non è quindi possibile adottare la tecnica della regressione per mancanza di dati, si può fare ricorso all'assunzione (essenzialmente basata sull'ammissione dell'esistenza di una correlazione spaziale) che i deflussi delle sezioni dei corsi d'acqua di un'intera regione siano funzione dell'area dei rispettivi bacini. (L'assunzione più semplice è che i deflussi siano proporzionali alle aree.) Nella ricostruzione dei dati mancanti le formule di regressione generalmente si usano ponendo l'errore di regressione uguale a zero. La pratica non produce alcun danno quando si tratta di colmare una singola lacuna. Quando si ricostruisce un'intera porzione della serie di dati, o addirittura l'intera serie, il porre sistematicamente l'errore di regressione uguale a zero ha l'effetto di ridurre la variabilità della serie. Supponiamo che la grandezza da ricostruire (per esempio il deflusso) sia legata alla grandezza nota (per esempio l'afflusso meteorico) dalla regresssione lineare y = ax + b + ε. Essendo l'errore ε per definizione indipendente da x, la relazione implica che sia σ 2 (y) = a 2 σ 2 (x) + σ 2 ( ε ). Ora, l'assumere ε sistematicamente uguale a zero equivale a porre σ 2 (y) = σ 2 (x) , cioè a ridurre la varianza di y. Per porre rimedio all'inconveniente si possono introdurre nei calcoli di ricostruzione degli errori presi a caso (controllando però che la loro varianza non sia troppo diversa da quella ricavata dall'analisi della regressione). 200 1933-69 q [m3 s -1] 150 1970 100 50 0 0 100 200 300 t [d] Curve delle durate delle portate medie giornaliere dell'Oglio a Capriolo per il periodo 1933-69 e perl'anno 1970 1,5 1.5 portata del canale qm portata mensile qd portata mensile derivabile Q /m(qm ) = 1,30 Q /m(qm ) = 1,00 qd /m(qm ) 1 Q 0.5 0,5 Q /m(qm ) = 0,50 0 0 0.5 0,5 1 1.5 1,5 2 2.5 2,5 qm /m(qm ) Curve adimensionali delle portate derivabili del Cagayan a Uguiaban (Mindanao, Filippine) (periodo 1954-89) Affidabilità di un impianto di irrigazione Problema di verifica: determinare la probabilità di fallanza, data l'area irrigabile (e le altre caratteristiche del progetto). Si determina la relazione tra area irrigata e probabilità di fallanza attraverso l'analisi statistica dei risultati della simulazione su una serie storica. Problema di progetto: determinare l'area irrigabile con un certo grado di affidabilità, data la disponibilità d'acqua (e le altre caratteristiche del progetto). a) Si determina la relazione tra area irrigata e probabilità di fallanza attraverso l'analisi statistica dei risultati della simulazione su una serie storica. b) Si fa uso delle distribuzioni di probabilità ricavate delle portate derivabili e delle piogge efficaci (senza propriamente determinare la probabilità di fallanza). Esempio di uso delle distribuzioni di probabilità delle portate derivabili e delle piogge efficaci Intervallo di discretizzazione del tempo: 10 giorni. Determinazione delle portate decadiche Q derivabili con affidabilità dell'80%. Determinazione delle piogge lorde decadiche h con affidabilità dell'80%. Determinazione delle piogge efficaci decadiche h e con affidabilità dell'80% h e = 0 , 7 5 ( h - 5) [mm] Calcolo dell'area irrigabile per ogni decade e scelta dell'area minima. Esempio di calcolo per una decade: A area irrigabile (in ettari) q fabbisogno irriguo della coltura (in litri al secondo per ettaro) Q portata derivabile (in metri cubi al secondo) η rendimento globale dell'irrigazione Aq = 1000Q η → A = 1000 Q η q portata derivabile (affidabilità 80%) 34,0 m3 s - 1 fabbisogno idrico della coltura 64,1 mm pioggia efficace (affidabilità 80%) 8,3 mm rendimento globale dell'irrigazione 0,51 fabbisogno irriguo della coltura: q = 6 4 , 1 - 8 , 3 = 55,8 mm = 0,65 ls - 1 h a - 1 A = 1000 34,0 0 , 5 1 = 2 6 677 ha 0,65 Determinazione dell'area irrigabile con un grado di affidabilità assegnato La determinazione dell'area irrigabile con un grado di affidabilità assegnato si basa sulla stima della funzione che lega l'area da irrigare alla probabilità che l'irrigazione avvenga senza fallanze (vale a dire senza insufficienze nella fornitura d'acqua). Per individuare la funzione si fissa un certo numero di valori tra loro diversi dell'area e per ogni valore si calcola - simulando il funzionamento dell'impianto nel periodo per cui sono disponibili i dati la frequenza delle fallanze (cioè il rapporto tra il numero degli anni in cui si verifica qualche insufficienza dell'irrigazione e il numero degli anni del periodo per cui si effettua la simulazione). Riportando in un diagramma cartesiano i valori della frequenza in funzione di quelli dell'area si ottiene una curva che cresce al crescere dell'area. (La frequenza delle fallanze può risultare uguale a zero per valori molto piccoli dell'area e uguale a uno per valori molto alti.) La frequenza delle fallanze si assume come stima della probabilità. Dalla curva si può quindi ricavare la probabilità di fallanza che corrisponde a una certa area, oppure l'area che risulta irrigabile con una probabilità di fallanza assegnata. Nella progettazione degli impianti di irrigazione è prassi comune determinare l'area irrigabile, vale a dire assegnare la probabilità di fallanza accettata e individuare quindi l'area corrispondente. L'area irrigabile si può determinare anche con un procedimento diverso, alternativo a quello sopra illustrato. Innanzi tutto si fissa l'intervallo di tempo elementare da adoperare nei calcoli. (Per un impianto di derivazione ad acqua fluente di una qualche importanza, per esempio, si può assumere un intervallo di 10 giorni.) Quindi si stima, per ogni decade dell'anno, la distribuzione di probabilità della portata media decadica derivabile e quella dell'altezza di pioggia efficace. L'altezza decadica di pioggia efficace h e si ricava dalla corrispondente altezza di pioggia lorda h : per esempio si può assumere che la pioggia efficace sia data dall'espressione he = 0,75(h - 5). Si assegna quindi un valore di probabilità abbastanza alto (per esempio uguale a 0,80: il valore adottato dipende dalla prassi progettuale seguita) e si individuano, per ognuna delle 36 decadi dell'anno, la portata (media decadica) derivabile e la pioggia efficace caratterizzate da una probabilità di superamento uguale a quella assegnata (che nell'esempio considerato è 0,80). In base al fabbisogno d'acqua della coltura (che ovviamente dipende dallo schema di coltivazione ipotizzato e dalla decade considerata) e alla pioggia efficace si determina il fabbisogno irriguo q . Si calcola infine l'area irrigabile A , imponendo l'uguaglianza tra il fabbisogno irriguo all'opera di presa e la portata derivabile Q . Indicando con η il rendimento globale dell'irrigazione, e misurando q in litri al secondo per ettaro, A in ettari e Q in metri cubi al secondo, risulta: Aq = 1000Q η . Per ognuna delle 36 decadi dell'anno si ottiene un valore diverso dell'area irrigabile. Come area irrigabile di progetto si assume il minimo dei 36 valori calcolati. Vale la pena di osservare che il dimensionamento dei canali si effettua ipotizzando la totale assenza di pioggia. Problema di verifica: determinare la probabilità di un certo evento, date le caratteristiche del progetto. Problema di progetto: dimensionare le opere e stabilire le regole di gestione in modo che un certo evento abbia una preassegnata probabilità di accadere. L'analisi statistica dei risultati della simulazione non è sempre possibile: l'evento che interessa può non comparire mai nella simulazione. Esempi: - probabilità che il serbatoio si svuoti almeno una volta in N anni; - probabilità che il deflusso regolato sia inferiore a un valore assegnato per N anni consecutivi. Alternativa all'analisi statistica dei risultati della simulazione: derivazione del modello probabilistico dei risultati da quello dei deflussi (soluzione analitica). Difficoltà analitiche. Difficoltà fondamentali: - per l'analisi statistica dei risultati: la serie storica è troppo breve; - per la soluzione analitica: è troppo difficile derivare il modello probabilistico dei risultati. Soluzione in due fasi: - determinazione del modello probabilistico dei deflussi; - derivazione del modello probabilistico dei risultati per via numerica (metodo Montecarlo). Descrizione dei risultati della gestione dell'opera in termini probabilistici In diversi casi l'analisi statistica diretta dei risultati della simulazione non è possibile, perchè nella simulazione l'evento considerato si verifica molto raramente o addirittura non si verifica mai. Il problema di stimare la frequenza di eventi così rari è analogo a quello di stimare il tempo di ritorno di una portata di piena così alta che nell'intero periodo di osservazione si è verificata una sola volta o addirittura non si è mai verificata. Quando non è possibile fare ricorso direttamente al campione risultante dalla simulazione effettuata con la serie storica, occorre derivare la distribuzione di probabilità della grandezza che interessa dal modello probabilistico dei deflussi naturali. Molto spesso però la derivazione analitica è così complicata da risultare infattibile. In sostanza, la situazione si presenta nei termini seguenti. Il meccanismo probabilistico che governa la distribuzione dei valori di certe grandezze (come i deflussi naturali) si può determinare (anche se non facilmente); resta però praticamente impossibile derivare da questo il meccanismo probabilistico che governa la distribuzione della grandezza a cui si è interessati. (Per esempio: si può determinare il meccanismo probabilistico che governa il succedersi degli afflussi mensili a un serbatoio sottoposto a un certo tipo di regolazione, ma da questo non si può derivare il meccanismo probabilistico che governa i deflussi mensili regolati.) D'altra parte, il periodo a cui si riferiscono le osservazioni non è mai abbastanza lungo da permettere un'analisi statistica significativa di certi risultati delle simulazioni (gli eventi rari). (Tornando all'esempio precedente, è possibile che dalla simulazione non risulti mai lo stato di serbatoio vuoto.) Per superare la difficoltà, si risolve il problema in due fasi: - si determina il meccanismo le grandezze) di ingresso al - si deriva da questo per via probabilità della grandezza probabilistico che governa la grandezza (o sistema (esempio: i deflussi naturali); numerica (non analitica) la distribuzione di considerata. La prima fase richiede l'uso di nuove nozioni di statistica, che vanno al di là del concetto di distribuzione di probabilità (i processi stocastici). La seconda fase richiede l'uso di un metodo di calcolo numerico di per sè estremamente semplice (il metodo Montecarlo) .