MECCANISMI TRAUMATICI ED EZIOLOGIA

MECCANISMI TRAUMATICI
ED EZIOLOGIA
CORSA PROLUNGATA
EPIDEMIOLOGIA (1)
• Percentuale globale annuale delle lesioni 37 – 56%
• 3,6 – 5,5 lesioni ogni 1000 ore di corsa negli sportivi
amatoriali
• 2,5 – 5,8 lesioni ogni 1000 ore di corsa negli sportivi
professionisti
CORSA PROLUNGATA
EPIDEMIOLOGIA (2)
• GRF nella fase di sostegno mediano della corsa = 1,5 – 5 volte il
peso del corpo
• ≈ 720 appoggi per chilometro
• Considerando la GRF il 250% del peso l’atleta assorbe una GRF
di 140 tonnellate per ogni chilometro (70 per ogni piede)
• Ad una velocità di 4 min./Km si verificano circa 5100 contatti
al suolo per ora
• Risulta chiaro come piccole anormalità biomeccaniche possano
diventare una significativa concentrazione di stress e carico
CORSA PROLUNGATA
EPIDEMIOLOGIA (3)
Strutture maggiormente interessate
• Muscoli
• Tendini e giunzione mio-tendinea
• Superfici articolari
• Guaine tendinee
• Borse, ossa, nervi
27,2%
21,6%
15,9%
15,1%
21,4 %
CORSA PROLUNGATA
EPIDEMIOLOGIA (4)
Sedi maggiormente interessate
• Ginocchio
• Gamba distale
• Piede
• Anca
• Rachide lombare
48%
20,4%
17,2%
6%
4,1 %
CORSA PROLUNGATA
EPIDEMIOLOGIA (4)
CORSA PROLUNGATA
EZIOLOGIA DELLE LESIONI
• Fattori estrinseci (presenti nel 60 – 80% dei casi)
• Fattori intrinseci
• Frequentemente eziologia multifattoriale
FATTORI ESTRINSECI
• Errori nel programma di allenamento
• Morfologia del terreno
• Tipo di superficie
• Calzature
• Tecnica
ERRORI NEL PROGRAMMA DI ALLENAMENTO
• Variazioni improvvise dell’attività ( aumento
distanze o intensità)
• Allenamento persistente ad elevata intensità senza
pause con minore intensità
• Improvviso aumento di distanza ed intensità
senza adeguato riposo
• Unica seduta o competizione (maratona)
particolarmente stressante
• Allenamenti ripetuti con corsa in salita
Relazione statisticamente significativa tra frequenza delle lesioni e
distanza percorsa/settimana
Relazione incerta tra lesioni e velocità di corsa
MORFOLOGIA DEL TERRENO
• La corsa in discesa può causare problemi alle
articolazioni del ginocchio.
• Il peso del corpo che rimane prevalentemente dietro
all’asse dell’articolazione rende necessario un maggior
lavoro del quadricipite per proteggere il ginocchio.
• Nella corsa in discesa aumentano: flessione del ginocchio,
contrazione degli estensori, sollecitazioni sulla rotula e in
generale sull’apparato estensore
Corsa in discesa: Dolore femoro-rotuleo – S. bendelletta ilio-tibiale
Corsa in salita: Tendinopatia Achillea – Fascite plantare
TIPO DI SUPERFICIE
• Alcune superfici possono triplicare o quadruplicare la
frequenza delle lesioni
• Terreni duri come l’asfalto aumentano il carico di forze su
articolazioni e tendini
• Terreni troppo soffici causano una ipermobilità articolare
e un eccessivo affaticamento muscolare
• Correre su una superficie non completamente orizzontale
o sulla banchina di una strada sempre nella stessa
direzione causa sollecitazioni asimmetriche su un singolo
arto
• Dismetria funzionale: S. bendelletta I-T, Borsite
trocanterica
CALZATURE
• Una calzatura inadeguata può raddoppiare il rischio di
lesioni ed anche influire sul tipo e la sede
• Calzature consumate perdono la loro capacità di
protezione
• Inaccettabile correre con scarpe disegnate per altre
attività
• La capacità di assorbire le sollecitazioni della GRF è
massima se la calzatura è nuova e di misura adeguata
• Si riduce del 30 – 50% già dopo 400 km e quando la
scarpa è bagnata
TECNICA
• Variabile a seconda del tipo di sport
• Il tipo di appoggio varia con la distanza ( fondo e mezzo
fondo: calcagno, velocità: medio piede o avampiede
• Errori più frequenti: carico eccessivo sul calcagno, corsa
a piede piatto
• Rapporto strettissimo tra errori di tecnica e lesioni da
sovraccarico
FATTORI INTRINSECI
• Basali
• Primari
• Secondari o acquisiti
FATTORI INTRINSECI BASALI
• Sesso
• Età
• Accrescimento
• Peso
• Altezza
Sesso
• Nelle donne sistema muscolo – scheletrico più debole
• 25% in meno di massa muscolare a parità di peso
• Minore densità ossea
• Pelvi più larga
• Maggiore predisposizione a fratture da stress e dolore femoro –
rotuleo
• Globalmente non differenze significative
Età
• Le modificazioni indotte dall’invecchiamento aumentano il
rischio di lesioni
• Riduzione di: densità ossea, forza muscolare, contenuto idrico
attività metabolica, collagene nei tendini
• Non evidenza di aumento delle lesioni per invecchiamento
inteso come fattore primario
• Minor velocità, distanze più brevi, maggiore attenzione
Accrescimento
• Tra i 12-15 anni frequenti le condizioni di squilibrio tra forza
muscolare, tensione, mobilità articolare e coordinazione
• Le unità muscolo tendinee sono più corte
• Frequenti le patologie inserzionali dei nuclei di accrescimento
• Maggiore predisposizione a fratture da stress e dolore femoro –
rotuleo
• Globalmente non differenze significative
Peso e Altezza
• Nessuna relazione con l’altezza e il peso
• Il peso è di per sé fattore favorente l’artrosi nelle articolazioni
dell’arto inferiore, la corsa può accelerare questa tendenza
OSTEOCONDROSI
Le osteocondrosi sono alterazioni dei centri di
ossificazione caratterizzate da una necrosi ossea
(caratteristiche dell’infanzia 5-10 anni)
Fino a pochi anni fa erano impropriamente
chiamate osteocondriti
Diverse teorie eziopatogenetiche la più
accreditata è la teoria vascolare - infarto osseo
La rapida crescita ossea nei bambini di
solito ripara o rigenera completamente
l’area necrotica, ma può ugualmente
verificarsi una deformità.
Le forze di carico possono deformare l’osso
rigenerato provocando, in caso di
localizzazione iuxta-articolare, una
superficie articolare incongruente che
evolve in artrosi precoce.
Le OSTEOCONDROSI sono conosciute con il
nome dell’autore che per primo le ha descritte:
- Legg-Calvè-Phertes (epifisi prossimale femorale)
- Scheuermann (corpi vertebrali)
- Osgood-Schlatter (tuberosità tibiale)
- Johanson-Larsen (rotula)
- Kohler I (scafoide tarsale)
- Kohler II o Freiberg (testa 2°-3° metatarso)
- Sever (apofisi posteriore calcagno)
- Panner (capitulum humeri)
- Iselin (base V° metatarso)
- Konig (osteocondrosi dissecante ginocchio).
- Blount (tibia vara infantile)
- Mandl (gran trocantere)
- Friedrich (estremità sternale della clavicola)
- Prieser (scafoide carpale)
- Buschke (cuneiforme mediale)
Siffert (1981) classificazione in 3 gruppi:
- lesioni epifisarie articolari
(Perthes, Kohler, Frieberg)
- lesioni epifisarie non articolari od apofisarie
(Osgood-Schlatter)
- lesioni metafiso-epifisarie
(Blount, Scheuermann)
MALATTIA DI OSGOOD-SCHLATTER
• Apofisite (Schlatter)
• Avulsione tuberosità tibiale (Osgood)
EZIOPATOGENESI
Tra i 7 e i 9 anni la tuberosità tibiale sviluppa un proprio
centro o più centri di ossificazione.
Sollecitazioni in trazione di entità notevole da parte del
tendine rotuleo (calcio-volley) possono causare sia
un’apofisite, che un’avulsione della tuberosità.
Il frammento - o i frammenti - distaccati e la porzione
indenne della tuberosità proseguono separatamente
l’accrescimento: neoformazione ossea esuberante o
interposizione di tessuto fibroso e fibro-cartilagineo
(mancata consolidazione dolorosa)
MANIFESTAZIONI CLINICHE
• Tumefazione
• Dolore e dolorabilità a livello
della tuberosità tibiale
• Aggravamento con la corsa, il
salto, la flessione forzata e
l’estensione attiva contro
resistenza
• Regressione con il riposo
• Spesso bilaterale
QUADRO RADIOGRAFICO
Se l’avulsione riguarda la cartilagine in fase di preossificazione essa non è visibile radiograficamente.
Successivamente la radiografia mostrerà piccoli
frammenti ossei separati dal resto della tuberosità
TRATTAMENTO
• La malattia di norma si autolimita
• Sospensione dall’attività sportiva fino alla
remissione della sintomatologia (in genere entro
3-6 mesi).
• Se il dolore è notevole può rendersi necessaria
l’applicazione di una ginocchiera gessata per 2-3
settimane.
• Intervento chirurgico eccezionale solo in caso di
fallimento del trattamento conservativo
debridement ed asportazione frammenti ossei
SINDROME DI LARSEN-JOHANSSON
Lesione osteocondrosica del polo inferiore della rotula
descritta da Larsen nel 1921 e da Johansson nel 1922
Eziopatogenesi
-Epifisite da trazione con necrosi avascolare del nucleo di
ossificazione accessorio del polo inferiore della rotula
- Può essere bilaterale
- Più colpiti i maschi tra 6 –10 anni
MANIFESTAZIONI CLINICHE
• Dolore e dolorabilità a livello dell’apice rotuleo
• Dolore aggravato dall’attività fisica, dalla salita e
discesa delle scale e dall’estensione attiva del
ginocchio contro resistenza
QUADRO RADIOGRAFICO
Irregolarità del polo
inferiore della rotula
con frammentazione
dello stesso
TRATTAMENTO
• Analogo al M. di Osgood-Schlatter
(riposo + ev. immobilizzazione)
• Eventuale debridement artroscopico
MALATTIA DI SEVER
(apofisite del calcagno)
All’età di 8 anni a livello della parte posteriore del
calcagno compare un centro di ossificazione secondario
che, intorno a 14 anni, si fonde con la parte principale
dell’osso. Su di esso si inserisce gran parte del tendine
d’achille.
EZIOPATOGENESI
• Età 10-11 aa, sesso maschile
• Storia di microtraumatismi sportivi (calcio)
• Tendinopatia inserzionale con infiammazione delle borse
peri-achillee o osteocondrosi (teorie più accreditate)
QUADRO RADIOGRAFICO
Maggiore densità e frammentazione del nucleo apofisario
MANIFESTAZIONI CLINICHE
• Dolore e dolorabilità in corrispondenza
dell’inserzione del tendine d’Achille
• Limitazione dell’estensione del collo - piede
TRATTAMENTO
• Sospensione dell’attività sportiva
• Plantari
• Stretching muscoli posteriori di gamba
• Mobilizzazione passiva assistita collo-piede
• Ripresa dell’attività sportiva dopo circa 2-3 mesi
FATTORI INTRINSECI
• Primari
- Malallineamento arti inferiori
- Anomalie morfologiche
- Forza ed elasticità muscolare
- Coordinazione neuromuscolare
- Lassità legamentosa
• Secondari o acquisiti
- Meccanici (alterazioni della catena cinetica dell’arto inferiore)
- Asimmetrie muscolari (squilibri, ipovalidità o ridotta
flessibilità localizzate)
- Infortuni precedenti o recidive
MALALLINEAMENTO ARTI INFERIORI (1)
• Piede piatto (≈ 20% della popolazione)
• Tibia vara
• Equinismo funzionale
• Tutte cause di appoggio in iperpronazione (che può essere
anche fisiologico)
Anteversione
Retroversione
1
2
3
4
1. 2. 3. 4. Strabismo rotuleo
Aumento angolo Q
Varismo tibiale
Iperpronazione
MALALLINEAMENTO ARTI INFERIORI (2)
• Piede cavo (≈ 20% della popolazione)
• Ridotta motilità della sottoastragalica
• Ridotta flessibilità del medio piede ed eccessivo carico
sul retropiede nella fase di appoggio, che si verifica in
in supinazione.
• Ridotta capacità di assorbire gli stress che si trasmettono alla
articolazioni prossimali
• Patologie frequenti: S. bendelletta I-T, Borsite trocanterica,
tendinopatia Achillea, fascite plantare, metatarsalgie
MALALLINEAMENTO ARTI INFERIORI (3)
• Dismetria funzionale arti inferiori
- Corsa su superfici non orizzontali
- Disfunzione art. sacro-iliaca
- Iperpronazione monolaterale
- Contratture muscolari
• Dismetria vera
- Obliquità pelvica
- Scoliosi compensatoria
- Abduzione anca
- Iperpronazione
- Sollecitazione in valgismo del ginocchio
- Extrarotazione dell’arto inferiore
- Correzione se > 1 – 1,5 cm
ANOMALIE MORFOLOGICHE
• Deformità di Haglund (Borsite, tendinopatia Achillea)
• Os Trigonum
• Scafoide tarsale accessorio
(Os tibiale externum)
ALTRI FATTORI PRIMARI
• Elasticità muscolare
- Importante nella prevenzione
- La corsa può predisporre a contrattura degli ischio-crurali e
del tricipite surale
• Forza muscolare
- Azione stabilizzante sulle articolazioni
- Assorbimento stress
- La debolezza muscolare può predisporre alle fratture da stress
• Coordinazione neuromuscolare
- Una ridotta capacità propriocettiva determina un’instabilità
funzionale e aumenta il rischio di lesioni
• Lassita legamentosa
- Causa di iperpronazione
FATTORI SECONDARI
• Meccanici
- Alterazioni della catena cinetica
- Motilità asimmetrica delle art. sacro-iliache
• Asimmetrie muscolari acquisite
• Lesioni pregresse
- Muscolari (cicatrice, ipotrofia)
- Articolari (instabilità residua o ridotta motilità)
LANCIO
Fasi del lancio che mettono la spalla in condizioni di pericolo
• Fase di caricamento
• Fase di accelerazione
• Fase di decelerazione
FASE DI CARICAMENTO
• Omero in massima rotazione esterna sul piano
scapolare, tendenza alla sub-lussazione anteriore
• Muscoli della C.R. ruotati posteriormente
• Massima attività sottospinoso e piccolo rotondo (R.E.) e
sottoscapolare (muro anteriore)
• Il muscolo gran dentato ruota verso l’alto e ancora la scapola
all’omero
• Gomito stressato in valgo: compressione laterale
e trazione mediale
FASE DI ACCELERAZIONE
• L’omero ruota internamente con una velocità di
circa 100 gradi in 0,05 sec.
• Velocità angolari e di taglio molto elevate
• Elevata attività di tutti i muscoli scapolari che
consentono all’omero di avere una base stabile
• Elevata attività rotatori interni: sottoscapolare, anche efficace
come stabilizzatore, e gran dorsale, sub-lussante a causa del
maggior braccio di leva
• Gomito stressato in iperestensione (compressione
postero-mediale dell’olecrano)
FASE DI DECELERAZIONE
• L’eccesso di energia cinetica che non viene
trasferita alla palla viene dissipata da una
decelerazione controllata
• Forze e momenti torcenti molto elevati
• Elevata attività dei rotatori esterni, in particolare piccolo rotondo
che compiono una contrazione di tipo eccentrico
• Particolare sollecitazione dell’ancora bicipitale
• Gomito ancora stressato in iperestensione (compressione
postero-mediale dell’olecrano)
Spalla dell’Atleta
Rotazione
Esterna
Altered throwing
mechanism
Additional tissue
fatigue
Instabilità
Repetitive
microtrauma
Injury ensues
Tissue fatigue
Tissue damage
Increased
demands on RC
for dynamic
stability
Infiammation
Fibrous
degeneration
Excessive head
translation (laxity
increases)
Decreased
muscolar
performance
Andrews 1994
Impingement Primario
Intratendineo
(intrinsic)
Extratendineo
(extrinsic)
Impingement
Primario
Carichi ciclici
eccentrici
Intratendineo
(intrinsic)
Impingement
Secondario
SLAP
Instabilità
Impingement
interno
SCI ALPINO
Lesioni più frequenti
• Distorsioni del ginocchio
• Lesioni legamentose del pollice
• Ferite
• Contusioni spalla
• Lesioni da scarpone
• Fratture di tibia
23%
10%
8%
5%
4%
3,5%
SCI ALPINO
Lesioni legamentose del ginocchio
• LCA
• LCM
• LCA + LCM
• Altre lesioni
CONTRAZIONE DEL
QUADRICIPITE
 Ricaduta da un salto
con gli sci
 Sciatori di livello medio - alto
 Scivolamento in avanti dello sci
 Spostamento anteriore della tibia
indotto dallo scarpone
 Brusca contrazione
del quadricipite
FLESSIONE
ROTAZIONE INTERNA
 Sbilanciamento
posteriore
 Peso sulla coda dello sci
a valle
 Sollecitazione in flessione
rotazione interna
VALGISMO
ROTAZIONE ESTERNA
1 Lesione compartimento
mediale (LCM, POL)
2 Lesione LCA
PUNTI CRITICI
 Attacchi
 Nuova generazione di sci
- Più manovrabili
- Rapida presa di spigolo
- Sopravvalutano le qualità dello sciatore
 Velocità
 Affollamento delle piste
LESIONE LEGAMENTO COLLATERALE
ULNARE DEL POLLICE