NUMERO NOVE MARZO/APRILE 2008 Giardinaggio Indoor www.giardinaggioindoor.it [email protected] Pubblicazione e distribuzione gratuita ---------------------------RESPONSABILE DI REDAZIONE Michel Venturelli CAPOREDATTORE Massone Giada REDAZIONE Massone Giada Michel Venturelli Cantabrina Glauco Manzilli Clementina Lodi Lidia Roccatagliata Giustina COLLABORATORI DI REDAZIONE Noucetta Kehdi William Texier Mal Lane Andrea Sommariva Christian Cantelli ---------------------------CONTATTI [email protected] EDITORIALE 4 IL PROCESSO DI CLONAZIONE VEGETALE: LE TALEE 5 LE PIANTE CARNIVORE 9 PUBBLICITÀ [email protected] GIARDINAGGIO INDOOR È UNA PUBBLICAZIONE BIMESTRALE A DISTRIBUZIONE GRATUITA EDITA DA: Michel Venturelli Casella Postale 207 6500 Bellinzona 5 Svizzera ---------------------------GIARDINAGGIO INDOOR È DISPONIBILE PRESSO I DISTRIBUTORI UFFICIALI: Indoorline (GE) Italgrow (GE) MCK Bio-Gardening (LI) Arios Grow Shop (CA) Greentown Biogardening Growshop (MI) Il Giardino Idroponico (VE) Growshop (NO) Fronte del porto (SP) City Jungle (UD) IndoorHeart (PR) I contenuti della pubblicazione sono di proprietà dell’editore, nessuna parte della rivista può essere utilizzata senza espresso consenso dell’editore. Le opinioni contenute nella pubblicazione ed espresse negli articoli dai giornalisti partecipanti alla redazione sono da considerarsi personali e non necessariamente condivise dall’editore. Foto copertina: Nellie Buir Foto pagina 3: sumnix worx (TERZA PARTE) GLI ORMONI NELLE PIANTE (TERZA PARTE) 15 GESTIRE I SISTEMI IDROPONICI 18 LE PIANTE GRASSE 25 L'ESPERTO RISPONDE 29 LA REDAZIONE SEGNALA 30 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 Al termine di un inverno finalmente freddo, e non ce ne vogliano i cultori del global warming amanti della t-shirt per tutto l’anno, si profila all’orizzonte la tiepida primavera. Certo, per noi che coltiviamo le nostre piantine indoor non cambia poi moltissimo, abbiamo avuto le fragole fresche a Gennaio e la fioritura dei tulipani per Natale, ma è indubbio che l’arrivo della bella stagione porti un senso di serenità e rinnovata voglia di fare. produzione di cloni sono dette piante “madri”, sarà bene quindi sceglierle accuratamente. Su questo numero vedremo chiudersi due interessanti articoli-saga: quello sugli ormoni nelle piante, firmato da Siglinde della nota azienda leader nel settore Hesi, e quello seguitissimo sulle piante carnivore a cura di Fabio d'Alessi dell'AIPC. Una pianta madre dovrà essere mantenuta allo stato vegetativo, a 16/18 ore di luce e con una dieta a base di azoto. Potremo predisporre un piccolo spazio adibito appositamente ad ospitare le madri a lungo termine, con una luce al neon, una fluorescente bianca o un bulbo agli ioduri metallici (metal halide: MH). Non servirà molto spazio, in quanto le madri tenderanno a mantenere dimensioni ridotte, ma servirà una sufficiente quantità di luce ed un adeguato ricambio d’aria. Lieti dell’entusiasmo dimostrato dai lettori, inauguriamo un nuovo capitolo dedicato alle piante grasse, che speriamo susciti altrettanto interesse. Sempre in tema primaverile proponiamo, a cura di Christian Cantelli, un’esaustiva, dettagliata guida alla clonazione vegetale che permetterà di ottenere tutte le talee che desiderate in pochi gesti. Inoltre, se desiderate finalmente allestire la growroom tanto sognata, o sistemare la vostra approfittando dei primi tepori, o magari cambiare finalmente il vostro idrosistema, affidatevi al tutorial curato da General Hydroponica Europe per la gestione delle colture idroponiche casalinghe. Tornano infine le segnalazioni della redazione sui prodotti più interessanti proposti dal mercato: non dimenticate che anche a questa rubrica potete partecipare inviando una recensione o semplicemente un commento sugli articoli che più vi hanno colpito. Per collaborare con noi, per inviare foto, per porre quesiti all’esperto scrivete a [email protected] Una talea è il ramo di una pianta fatto radicare e diventare una pianta a se’. Per produrre talee dovremo innanzitutto selezionare una o più piante da cui ricavarle: naturalmente selezioneremo le piante più promettenti, più robuste e dalle crescita più vigorosa, in quanto ogni talea/clone ne sarà l’esatta copia. Le piante destinate alla Nel caso si ricerchino piante di un particolare sesso, per esempio femmina, dovremo far tornare una pianta fiorita allo stato vegetativo, tagliando tutte le infiorescenze e buona parte delle radici e mettendola a 16/18 ore di luce bianca, oppure, disponendo di alcune giovani piante miste maschio/femmina non ancora fiorite e editoriale il processo di clonazione vegetale: le talee FOTO: KRZYSZTOF BARANSKI Una continua produzione di fiori o frutti e nuove pianticelle ogni settimana senza dover acquistare nuovi semi, a volte rari o costosi; mantenere negli anni una particolare pianta, anche se a ciclo breve. Come fare? La risposta è nella tecnica della clonazione vegetale, o taleaggio. 4 5 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 quindi non riconoscibili prenderemo un clone da ognuna e dopo averlo contrassegnato, fatto radicare e fiorire, vedremo il sesso della relativa madre e scarteremo il sesso indesiderato; tra le rimanenti poi le migliori diverranno le nostre produttrici di talee. Il secondo metodo riduce di molto il rischio di produrre fenomeni di ermafroditismo sia nella madre che nei cloni in quanto purtroppo ogni pianta soggetta ad un tipo di stress quale il processo di rivege- GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 ramo nello stesso punto. Dal ramo ottenuto taglieremo le foglie/rami dall’internodo più basso, più superficie senza corteccia sarà esposta più probabilità di radicare avrà la talea. Spesso sarà opportuno “sbucciare” delicatamente il gambo del rametto e spesso, se non sempre, le nuove radici spunteranno proprio in corrispondenza del taglio all’internodo. Esistono sul mercato vari prodotti per la Immergeremo il nostro rametto adeguatamente preparato nel gel/polvere radicante e lo pianteremo. Selezionata la nostra madre aspetteremo che essa produca rami con almeno tre internodi, i migliori rami saranno quelli più legnosi piuttosto che erbacei, possibilmente con presenza di nuove gemme sull’apice. Sarà bene utilizzare forbici di precisione ben affilare e pulite, la pulizia è molto importante poiché i batteri eventualmente presenti sulle mani o sugli attrezzi potrebbero compromettere la salute della talea. Taglieremo un rametto con un taglio netto diagonale avendo cura di lasciare almeno un internodo sulla pianta madre cosicchè possa poi in futuro ricostruire un altro radicazione di talee, in polvere e gel. In generale i prodotti in gel hanno una maggiore probabilità di successo, in quanto il gel si distribuirà più uniformemente e si “attaccherà” al clone più tenacemente. Dopo aver delicatamente infilato il gambo della nostra talea nel suo jiffy o cubetto metteremo la stessa a dimora nel suo spazio di radicazione; per i cloni si può utilizzare una varietà di sistemi per la radicazione. Esistono in commercio alcune validissime vasche idroponiche ed aeroponiche che garantiscono risultati eccezionali ma se non si dispone di tali mezzi una serretta, possibilmente riscaldata, è un ottimo strumento. Il calore stimolerà ed accelererà la produzione di radici, ma attenzione a non raggiungere temperature troppe elevate. Le piantine dovranno rimanere in un’atmosfera molto umida in quanto per i primi giorni, finchè non siano formate abbastanza radici, la talea prenderà l'acqua che le necessita dalle foglie. Un ambiente col 70-90% di umidità e 22-26° di temperatura favorirà una rapida radicazione. In molti casi sarà necessario tagliare i bordi delle foglie più grandi del clone per evitare un’eccessiva traspirazione, e sarà altresì necessario rimuovere via via le foglie che eventualmente presenteranno segni di necrosi o ingiallimento. Se tutto è stato fatto a dovere le prime radici spunteranno entro poco tempo, da cinque giorni ad una settimana, tuttavia alcuni tipi di piante richiederanno tempi maggiori: i cloni andranno mantenuti umidi e nutriti per tutto il periodo necessario. A tale scopo esistono anche nutrimenti per la radicazione da somministrare sotto forma di spray fogliare. Ogni clone una volta radicato diventerà una pianta a sé, ogni clone prelevato dalla stessa madre avrà esattamente le sue stesse caratteristiche, il metabolismo e la resistenza non solo della madre ma anche dei suoi “fratelli”. Ogni caratteristica peculiare della madre sarà ripetuta all’infinito nei suoi cloni e se la madre sarà mantenuta allo stadio vegetativo per lungo tempo essa produrrà un numero incalcolabile di copie di se stessa. Potremo fare vegetare i cloni per un periodo assimilabile a quello di una pianta cresciuta da seme e la faremo fiorire in seguito. In tal caso per avere una maggiore ramificazione è consigliabile rimuovere la gemma apicale subito dopo la radicazione o addirittura all'atto di fare il clone. Altrimenti, per una produzione costante il processo di clonazione vegetale: le talee il processo di clonazione vegetale: le talee 6 tazione può esserne soggetta. Inoltre una pianta che non è mai stata in fioritura sarà più stabile e più difficilmente soffrirà per la mancata fioritura. Le piante infatti producono particolari ormoni durante la fioritura che rimangono nell’organismo e quindi anche nelle talee. Per sistemare le nostre talee useremo i jiffy di cocco o i cubetti di lana di roccia, i quali a loro volta potranno essere messi in una serretta o in un sistema idroponico. I jiffy o cubetti dovranno essere stati precedentemente irrigati con una soluzione a pH regolato contenente possibilmente un prodotto nutritivo fito-stimolante. Per le talee sarà opportuno tenere un basso livello di EC, meglio se circa 0,6 mS/cm2 e comunque sempre inferiore a 1,0 mS/cm2. Per i jiffy di cocco manterremo il pH del liquido tra 5,8 e 6,2 mentre per i cubetti potremo tenere un regime leggermente più acido, ma comunque mai inferiore a 5,5. 7 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 di fiori, faremo fare ad ogni talea un breve ciclo di vegetativa per formare un adeguato apparato radicale e dopodiché le metteremo direttamente in fioritura. Ogni clone si svilupperà omogeneamente con gli altri e non richiederà lo stesso spazio necessario per una pianta adulta, se ne potrà quindi fare una coltivazione intensiva e rapida. Cosa c’è di meglio di poter mantenere negli anni la nostra pianta preferita e farla fiorire all’infinito? GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 INTRODUZIONE ALLA COLTIVAZIONE Dopo aver imparato a riconoscere i principali generi di piante carnivore, vediamo ora di imparare la coltivazione almeno delle specie più semplici. Per centinaia di anni, sin dai primi tentativi di coltivazione, le piante carnivore sono sempre state ritenute piante di difficilissima coltivazione. Difficili da tenere, difficilissime da riprodurre, quasi impossibili da far nascere da seme. Sono particolari in quanto le tecniche di coltivazione sono piuttosto stravaganti e differenti da quelle comunemente usate per le altre piante. Non sono difficili in quanto una volta apprese queste tecniche non è insolito riuscire a coltivare con grande successo anche le specie più rare e ostiche. In altre parole, si tratta solo di imparare. La stragrande maggioranza delle piante carnivore ha bisogno di pochi, ma fondamentali, requisiti: acqua, torba e sole. Non dimentichiamoci che spesso queste piante crescono in terreni torbosi, paludi, acquitrini. Tutti questi ambienti hanno in comune queste cose: sono fradici d’acqua, sono spesso esposti al sole diretto dalla mattina alla sera, e il terreno è composto prevalentemente da detriti vegetale oppure da sfagno e torba. Una volta ricreate queste condizioni, la coltivazione sarà solo questione di tempo libero e passione, ma non sarà per niente impossibile o irrealizzabile. TERRENO Moltissime piante carnivore, e di sicuro tutte quelle che vengono consigliate ai principianti, crescono benissimo su torba di sfagno pura. A questo proposito, è necessario riuscire a recuperare della torba acida di sfagno assolutamente pura e priva di fertilizzanti e addizionanti. Sono da il processo di clonazione vegetale: le talee piante carnivore - terza parte - Ciò avveniva in quanto spesso gli esploratori che riportavano queste piante in Europa non accompagnavano le piante da informazioni sull’ambiente in cui le avevano trovate. Le piante carnivore, così, finivano coltivate come se fossero state delle normali rose, morendo in brevissimo tempo. Fortunatamente, mano a mano che si sono accumulati più dati sugli ambienti nativi di queste piante e che si sono cercate di riprodurre artificialmente le condizioni naturali più favorevoli alla loro crescita, si è scoperto che le piante carnivore non sono, in generale, così difficili da coltivare come potrebbe sembrare. Sono particolari, non difficili. 8 9 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 escludere le "torbe fertili", gli "humus addizionati" i "terravita" e tutti i prodotti di questo tipo, perché contengono azoto, che sebbene sia un toccasana per le piante normali, è un veleno per le carnivore. Quindi, dobbiamo usare solo torba acida di sfagno, che peraltro non costa quasi nulla e si trova presso tutti i grossi gardencenter e vivai. Un metodo per scegliere una torba acida di sfagno a colpo sicuro è controllare, nella tabella dati della torba, il pH. Se il pH è compreso tra 3 e 4.5 la torba va bene. Se invece il pH è superiore a 4.5 la torba è da scartare. A questa alcuni aggiungono delle sostanze per renderla meno impaccata. Si usa spesso la perlite, o il ghiaino di quarzo. Ciò in quanto è necessario usare sostanze neutre che non inquinino il terreno nè alterino il pH. Senza scendere in dettagli, cercate in negozi di acquariofilia del normalissimo ghiaino di quarzo, oppure procuratevi da un vivaista della perlite. La preparazione del terreno è piuttosto semplice: basta strizzare e idratare la torba finché è fradicia. Mescolarla in proporzione 1:1 con perlite o quarzo, oppure usarla pura e sistemarla nei vasi (possibilmente di plastica). ACQUA É importante che l’acqua sia SEMPRE presente in abbondanza. Per piante carnivore - terza parte 10 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 con fotoperiodo di almeno 12 ore di luce. Proprio queste condizioni, difficili da simulare a meno che non si spenda molto, rendono queste piante più impegnative da tenere. Quindi, visti i requisiti fondamentali, riassumiamo i punti assolutamente fondamentali per la coltivazione generica delle piante carnivore: - Usare sempre terreni acidi: torba acida di sfagno priva di addizionanti e eventualmente alleggerita con quarzo o perlite. - Sistemare sempre i vasi in modo che ci siano sempre almeno un paio di centimetri d’acqua sul fondo, per mantenere il terreno molto umido, specialmente durante l’estate. Usare il sistema della sottocassetta. - Sistemare le piante in posizione molto assolata, all’esterno, e lasciarle svernare in condizioni fredda durante l’inverno. - Non fertilizzare mai con alcun tipo di fertilizzante. - Non giocare con le trappole, divertirsi a chiudere le trappole delle dionee o dar da mangiare qualsiasi alimento che contenga grassi o oli. Ciò quindi esclude questo si usa il sistema della sottocassetta o del sottovaso: si sistemano i vasi su sottovasi o sottocassette e si tengono le sottocassette sempre colme d’acqua, versando l’acqua direttamente nella sottocassetta e mai sul vaso o sulla pianta. La sottocassetta piena d’acqua simula la situazione della palude, dove lo strato superficiale può essere anche secco e arso dal sole, ma dove pochi centimetri sotto c’è sempre fango e acqua in enorme quantità. Questo è un requisito fondamentale, e se la torba dovesse seccare per assenza d’acqua le piante morirebbero in brevissimo tempo. CHE ACQUA USARE? I principianti possono usare qualsiasi acqua ottenendo risultati accettabili sia per le drosere che per dionee e altre piante. I più smaliziati però sanno che più “tenera” e “dolce” è l’acqua, meglio crescono le piante. A questo scopo si usa spesso acqua piovana, o acqua demineralizzata (in vendita nei supermercati) o, i più esperti, addirittura un impianto a osmosi inversa per ottenere grandi quantità d’acqua poverissima di sali, ottima per le carnivore. POSIZIONE Contrariamente a quanto si pensa, a parte alcuni casi, le piante carnivore non sono piante tropicali e non sono piante da sottobosco o delicate. Vanno, anzi, tenute in pienissimo sole e all’esterno, durante tutto l’anno. Durante l’inverno vanno tenute in un posto freddo, con temperature attorno a 2-5°C, in modo che entrino nella fase di dormienza. La primavera successiva saranno più vigorose e vispe che mai. Al contrario, tenere una dionea o una sarracenia in casa, al calduccio, rappresenta solo apparentemente un vantaggio, in quanto poi la pianta, in primavera, crescerà lenta e stentata. Caso a parte quello di Nepenthes e poche altre piante che sono effettivamente tropicali e che necessitano quindi di temperature sempre nell'ordine dei 15-20°C. In inverno queste piante hanno bisogno di un terrario o di un posto comunque umido, caldo e carne animale. Le piante si arrangeranno da sole a catturare gli insetti. - Una volta sistemata una pianta in una posizione, non spostatela frequentemente, ma lasciatele qualche mese di tempo che si adatti alle nuovi condizioni di luce e umidità. Muovere le piante frequentemente significa indebolirle. - Nel caso otteniate semi, seminateli sempre in condizioni di elevata umidità, su torba purissima. - Rinvasate in febbraio, con particolare attenzione a non lacerare nè rovinare le radici di queste piante, spesso delicate e piuttosto sensibili. Ricordatevi sempre l’acqua nei sottovasi. Se avete intenzione di uscire di casa entro pochi secondi e correre a prendere torba, perlite, acqua e vasetti per iniziare la vostra avventura nel mondo delle carnivore, un GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 Produce bellissimi fiori a violetta, rosa. SARRACENIE Piante non comunissime, ma comunque non insolite da trovare nei vivai specializzati e presso gli appassionati. Non è difficile per un principiante riuscire a tenere con successo una sarracenia. Necessita di terreno di torba pura mista a perlite 1:1 e grande abbondanza d’acqua nel sottovaso. Sole pieno, come al solito. D’inverno si raccomanda di tenere le Sarracenie all’esterno anche se la temperatura dovesse scendere sotto zero. ULTIME RACCOMANDAZIONI Se siete davvero interessati alle piante carnivore, iniziate con calma, concentratevi su poche specie, anche se è apparentemente brutto partire con piante facili etichettate come “piante da principiante”. PIANTE CARNIVORE PER PRINCIPIANTI piante carnivore - terza parte 12 DIONAEA MUSCIPULA Comunissima e facile da trovare nei negozi per 3-7 euro a vasetto. Da tenere all’esterno, sempre, e in posizione molto assolata. Se riceve abbastanza sole si arrossa e diventa particolarmente vigorosa e bella da vedere. D’inverno va tenuta in posizione riparata, ma comunque con temperature mai superiori a 5°C, altrimenti non entrerà in riposo invernale e deperirà. Di semplice coltivazione, con le solite precauzioni: usare solo torba pura, acqua in abbondanza e molto sole diretto. Fa fiori bianchi che si raccomanda sempre di tagliare per non indebolire la pianta. DROSERA CAPENSIS Un’altra pianta molto facile da tenere, comunissima tra i principianti, insieme ad altre drosere facili quali ad esempio Drosera spatulata, Drosera binata, Drosera intermedia, Drosera rotundifolia e altre. Le condizioni di coltivazione sono semplici e sempre quelle: torba purissima, abbondante acqua nel sottovaso e posizione in pieno sole. D’inverno possono essere tenute in casa ma è meglio, comunque, fornir loro un inverno freddo e riparato, con temperature intorno ai 5-15°C. Producono gruppi di fiori viola o bianchi, piccoli, che formano abbondanti semi. PINGUICULA MORANENSIS Pianta comune e semplice da coltivare, così come i molti tipi di ibridi presenti sul mercato (Pinguicula ‘Hans’ e Pinguicula ‘Weser’ ad esempio). Da tenere non in pienissimo sole tutto il giorno, ma in posizione un po’ riparata, tipo su un davanzale esposto ad Est o Ovest. Terreno di torba pura o mista a perlite. Non abbondare con l’acqua nel sottovaso, ma assicurarsi che comunque la torba sia sempre ben umida. Se non sapete dove trovare qualche pianta con cui iniziare, non c’è problema: sempre su aipcnet.it esiste una risorsa particolarmente utile, l’indice piante carnivore specie per specie, ove sono presenti anche gli indirizzi e-mail di coltivatori disposti a spedire gratuitamente semi e materiale a chi è alle prime armi. Se preferite l’approccio su internet, allora potete partire dalla lista dei siti consigliati da AIPCnet è una lista ridotta, ma è comunque un punto di partenza. Sempre parlando di internet, una mossa azzeccata è senz’altro iscrivervi alla lista discussione italiana sulle carnivore, dove troverete decine di appassionati che saranno più che felici di regalarvi semi e piante con cui iniziare. Ma specialmente, iscrivetevi all’A.I.P.C., l’Associazione Italiana Piante Carnivore. In ogni caso, buona coltivazione. piante carnivore - terza parte - consiglio è quello di leggere sul sito la sezione sui materiali, che contiene dettagli, nomi di prodotti e prezzi di tutto ciò che vi serve, insieme ad alcuni parametri a cui stare attenti per non prendere prodotti non adatti alle carnivore. Avanzate per gradi. Dionea, Drosera capensis e binata, poi passate alle pinguicole o a qualche drosera a rosetta (D. spatulata o D. aliciae). Se vi crescono tutte bene per mesi, una stagione o due, allora lanciatevi su specie più impegnative e spettacolari come qualche specie di Sarracenia e Nepenthes. 13 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 A seguire l’ultima parte della panoramica sugli ormoni vegetali e le loro funzioni. ACIDO GIASMONICO Si tratta di un elemento presente ovunque all'interno della pianta, che influisce sullo sviluppo e la crescita ma soprattutto sulle difese naturali dai funghi. Questo elemento è quello che influenza la gestione dei segnali degli ormoni da parte della pianta, in un complesso disegno in cui tutto si combina e agisce in armonia. Avendo un ruolo così essenziale nell’interazione con gli ormoni, che a loro volta influenzano tutte le funzioni primarie del vegetale, il Calcio è un elemento indispensabile nella vita della pianta. Si tratta infatti di glucidi formati da 2-8 monosaccaridi, prodotti da elementi derivanti dalla decomposizione delle pareti cellulari (composte da polisaccaridi come cellulosa e pectina) e combinati fra loro. Gli Oligo-Saccaridi hanno per la pianta la stessa importanza che nell’uomo ha l’insulina. L’aumento della quantità dell’auxina, le infezioni da funghi e i danni alle pareti cellulari stimolano l’attività degli Oligo-Saccaridi, che con la loro funzione antibiotica proteggono la pianta. Gli Oligo-Saccaridi non sono specifici, ma funzionano anche in piante diverse da quelle che l’hanno prodotta. CALCIO Il Calcio ha una funzione di primo piano nella regolazione del lavoro degli ormoni: influenza la crescita e la divisione cellulare, e aumenta in concomitanza con l’incremento dell’auxina. Si tratta probabilmente di una combinazione di elementi diversi tra loro, che è possibile trasferire da una pianta all’altra tramite un innesto. FLORIGEN Utilizzando infatti il Florigen di una determinata specie di pianta su un’altra si può invertire ad esempio la tendenza di una varietà a fiorire quando le notti sono più brevi del giorno. Questo è il famoso ormone fantasma che nessuno sembra conoscere. Cercato per anni dagli scienziati di tutto il Questo rende veramente possibile manipolare in maniera estrema la crescita delle piante agendo sulla luce. OLIGO-SACCARIDI Un gruppo di sostanze scoperte solo dieci anni fa nel Centro ricerche sui Carboidrati Complessi della Georgia, il cui nome significa pochi zuccheri. mondo: la sua presenza è infatti dimostrata da test ed esperimenti, ma ancora non è stato isolato. GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 Leader nel settore dell’idroponia e pioniera della coltivazione fuori suolo, General Hydroponics Europe produce fertilizzanti specifici e sistemi idroponici fra i più popolari e diffusi nel mondo. Ecco dunque una praticissima guida al loro utilizzo, alla manutenzione e alla sistemazione ideale, a partire dal momento stesso in cui spacchettate il vostro nuovo acquisto. DISIMBALLAGGIO E SISTEMAZIONE Verificate la lista dei componenti e familiarizzate con ognuno di loro. Una luminosità abbondante, una buona aerazione, una temperatura e un’umidità adeguate costituiscono le condizioni essenziali perché le vostre piante crescano velocemente e producano i raccolti migliori. Posizionate dunque il sistema in un luogo luminoso, caldo e ben ventilato. Dovunque lo sistemiate, scegliete uno spazio che non teme le inevitabili fuoriuscite di acqua che possono verificarsi durante la manutenzione. LA SOLUZIONE NUTRITIVA gestire i sistemi idroponici 18 Potete versare la soluzione direttamente nel serbatoio o in altro contenitore. Potete inoltre preparare diversi litri di una soluzione di riserva (in un recipiente al riparo della luce) e innaffi are le piante secondo il bisogno. Per le talee e le piccole unità, si può miscelare 30% di acqua del rubinetto con 70% di acqua demineralizzata o piovana. I due sistemi di concimazione, Flora-series e One Part, sono adattati ai nostri sistemi. Si tratta di formule complete, facili da usare e aggiornate regolarmente. Le etichette sulla confezione ed i vostri rivenditori riportano delle tabelle di applicazione dettagliate. Per aiutarvi a massimizzare i risultati, sono disponibili altri prodotti: integratori, additivi, stimolatori e regolatori di pH. GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 Flora-series, ad esempio, sistema di concimazione con 3 componenti, è stato specificamente studiato per permettervi di controllare perfettamente la crescita delle vostre piante, a ogni stadio dello sviluppo. Vediamo nel dettaglio come funziona un nutriente tricomponente e come servircene. La formula seguente viene fornita in modo proporzionale. Si applica alle piante annuali a crescita rapida. È semplice e dà risultati eccellenti, ecco il rapporto perfetto per un nutrimento bilanciato: FloraGro FloraMicro FloraBloom, talee 1-1-1, stadio vegetativo 3-2-1, fioritura e fruttificazione 1-2-3. Livello di EC per le miscele idroponiche: talee: 0.40.8 EC. Stadio vegetativo: 1.2-1.8 EC. Fioritura e fruttificazione: 1.8-2.0 EC. Nei dieci giorni che precedono la raccolta, aggiungete solo dell’acqua con pH regolato o usate un prodotto di fine fioritura che aiuti nel “risciacquo” dei nutrienti residui, come il Ripen. Se il pH dell’acqua che utilizzate è superiore a 8.0 abbassatelo per portarlo verso il 7.0 prima di aggiungere i vostri concimi, per assicurare un totale assorbimento degli oligoelementi contenuti. Un semplice metodo di misurazione: usate il tappo delle bottiglie da 0,5 litri o 1 litro (10 ml). Per 20 litri d’acqua: 1 tappo di FGro + 2 tappi di FMicro + 3 tappi di FBloom = da +/- 1.00 a 1.50 EC, secondo la qualità dell’acqua. É importante ricordare di agitare prima dell’uso, trattandosi di concimi sono molto concentrati: ne basta una quantità molto moderata per una raccolta. Per evitare la precipitazione chimica quando si preparano le miscele, sciacquare l’unità di misura tra un componente e l’altro. Queste proporzioni sono calcolate per una comune acqua di rubinetto. LA SOLUZIONE NUTRIENTE BIOPONICA La biponia è un sistema di coltura rivoluzionario che vi permette di effettuare un’idroponia biologica. Utilizzate BioSevia e BM (Bioponic Mix) da soli per la coltivazione di un substrato umido come la lana di roccia, la fibra di cocco oppure la perlite. Aggiungete un Biofiltre quando coltivate con radici nude o con un substrato estremamente filtrante, come le biglie d’argilla. Un dettagliato manuale d’uso è fornito assieme alle istruzioni del prodotto BioSevia, ed inoltre un servizio gratuito di consulenza è disponibile per tutte le vostre eventuali domande. LE BIGLIE D’ARGILLA Esistono diverse qualità di Grorox. Le migliori sono quelle neutre (che non agiscono sul pH della soluzione). Prima della raccolta : - Lavate accuratamente le biglie per eliminare polveri e residui. - Verificate il pH: immergere alcune biglie in un bicchiere di acqua neutralizzata a pH 7,0. Mescolate bene e lasciate riposare. Misurate il pH. Se è elevato (pH>8.0 ), lasciate immerse per una notte in una soluzione acida (pH<4.0). Sciacquate abbondantemente. Dopo la raccolta: se necessario, specialmente se le piante sono state colpite da insetti o da malattie, si raccomanda di disinfettare correttamente. Lasciate le biglie immerse nel pH Down forte per una notte e sciacquate abbondantemente. VASI IN COCCO E LATTICE NATURALI (100% BIODEGRADABILI) Potete utilizzarli con il substrato di vostra scelta (biglie d’argilla, roccia vulcanica, perlite, vermiculite, fibra di cocco, ecc.) o con una miscela di substrati. Potete anche rimuovere qualsiasi substrato e rivestire il vaso con un semplice disco in cocco. Dopo la raccolta, ritirate i vasi, eliminate tutte le radici possibili, sciacquate bene, fate asciugare e scuotete per eliminare i residui rimanenti. La gamma CocoTek si utilizza con sistemi areo-idroponici, sistemi a goccia e colture in terra. I vasi si possono usare per fare germogliare dei semi e fare crescere delle piante giovani. Si possono installare direttamente nei sistemi o in terra, senza altre operazioni né sofferenza per la pianta. Diversamente dalla lana di roccia, l’argilla Grorox e i vasetti CocoTek non sono dannosi per l’ambiente e la salute. Si possono usare più volte di seguito, sono riciclabili al 100% e si possono interrare per alleggerire o nutrire il terreno. FUNZIONAMENTO DEI SISTEMI - Come riempire e vuotare i sistemi? Per i sistemi AquaFarms, Water-Farms e AeroFarms è sufficiente riempire il serbatoio e azionare la pompa. Saranno quindi svuotate in un contenitore o direttamente in giardino, per mezzo del tubo di livello blu. Per i sistemi Dutch Pots «Idro» e «Aero», riempite dapprima il serbatoio e, quando è colmo, usate la pompa per riempire il resto del sistema. Una volta completata l’operazione, finite di riempire il serbatoio. Per vuotare, cominciate dal serbatoio per proseguire con i vasi rimanenti, svuotando il sistema completamente. Gli AeroFlos garantiscono alle vostre piante un livello di acqua sufficiente, a dispetto del serbatoio piuttosto piccolo ma leggero. È quindi importante prendere alcune precauzioni per riempirlo e vuotarlo: colmate inizialmente il serbatoio, quindi azionate la pompa per riempire le camere. Quando le camere sono colme, continuate a riempire il serbatoio fino a 2/3 e non oltre: in caso di un’interruzione di corrente o di utilizzo di un interruttore, è necessario che il serbatoio possa raccogliere il surplus di acqua senza versamenti. Per vuotare: vuotate prima il serbatoio. Quindi, dopo aver ritirato i tubi di livello, vuotate una dopo l’altra le camere nel serbatoio continuando a vuotare delicatamente quest’ultimo. - Livello e cambiamento di soluzione e cicli di annaffiatura: evitate l’impiego di soluzioni nutritive troppo forti o aggressive e preferite un nutrimento da piuttosto leggero a normale. Verificate la trasformazione della soluzione nutritiva controllando regolarmente i livelli di acqua, di EC e di pH. Aggiungete dell’acqua e dei concimi e regolate il pH secondo il bisogno. Le piante possono: 1. assorbire i nutrimenti e l’acqua in modo equilibrato: completate con una soluzione nutritiva normale; 2. assorbire più acqua che nutrimenti: aggiungete dell’acqua con pH regolato o una soluzione nutritiva molto leggera; 3. assorbire più nutrimenti che acqua: aggiungete concimi. Attenzione: Fino a quando siete soddisfatti dello sviluppo delle vostre piante, non è necessario cambiare frequentemente la soluzione: sarebbe uno spreco inutile. Mediamente ogni due settimane, secondo la qualità dell’acqua e/o della salute delle piante, lasciate che il livello di soluzione raggiunga il limite minimo (prima che la pompa cominci a incamerare aria), quindi riempite di acqua fresca, aggiungete i concimi e regolate il pH. Solo se la qualità dell’acqua è cattiva o inquinata (come talvolta accade per l’acqua nelle città), e/o se le piante crescono male, è necessario rinnovare la soluzione (ogni 10 giorni). Non gettatela. Potete utilizzarla (aggiungendo dell’acqua pulita con pH regolato) per innaffiare le piante in terra che diventeranno più belle. Quale che sia il vostro sistema di coltura, assicuratevi che le radici siano sempre ben bagnate. Non lasciatele mai seccare. Se lavorate con un AeroFlo, aspettate che siano abbastanza sviluppate per immergerle nella soluzione, quindi abbassate i tubi di livello per esporre la porzione superiore delle radici all’aria. Se utilizzate un substrato diverso dalle biglie di argilla, regolate il ciclo di annaffiatura: alcuni substrati, come la fibra di cocco o la lana di roccia, trattengono troppa umidità, il che può provocare numerose malattie. Devono essere quindi irrigati a intermittenza. Non esitate a contattarci per maggiori informazioni. Come norma generale, mantenete i serbatoi relativamente pieni: la soluzione sarà più stabile. E non lasciate mai girare a vuoto la pompa (fuori dall’acqua): si danneggerebbe gravemente. Coprite i punti rimasti vuoti con vasi, per proteggere la soluzione nutri- gestire i sistemi idroponici 20 tiva dalla luce e dai residui. - Il Controller (regolatore) o riserva centrale: Funge da riserva centrale per 4/8 vasi a ricircolo allineati o disposti in cerchio. Sono dotati di una valvola che mantiene i livelli via via che calano. É sufficiente riempire il Controller di soluzione nutritiva, come per gli altri sistemi. PULIZIA DEL SISTEMA Per evitare malattie e otturazioni, e per ottenere il migliore rendimento tecnico, è sempre necessario mantenere pulito lo spazio di coltura. Tra una raccolta e l’altra bisogna effettuare una pulizia accurata prima dell’inizio di un nuovo ciclo. Fermate la pompa. Vuotate il sistema, smontatelo e lavate ogni componente correttamente. Raccogliete le biglie, mettetele in un secchio e pulitele prima di riutilizzarle. Smontate la pompa, risciacquatela e lavate l’eventuale filtro. Se è necessario, in caso di malattia o di infestazione, riempite il sistema con una soluzione molto acida (pH <4.0) e lasciate in funzione per un’ora per disinfettare. Quindi risciacquate accuratamente. Potete anche utilizzare della candeggina, risciacquate e lasciate riposare per 24 ore per lasciar evaporare completamente il cloro. Se utilizzate un AeroFlo: se necessario, i tappi sul fondo delle camere di coltura si possono togliere facilmente. Essi sono fissati con del silicone per idraulica. Si possono bloccare nuovamente usando lo stesso materiale (in vendita nei negozi di prodotti per la casa). COME PRODURRE LE TALEE ? GHE vi propone due sistemi per la produzione di talee: CuttingBoards e RainForests. I CuttingBoards sono piccole unità dedicate ai principianti. RainForest è una macchina molto potente, che permette quasi sempre una riuscita al 100%. Utilizzate sempre delle talee di buona qualità. Fate attenzione a non scegliere delle piante malate o indebolite. Le piante con fusto tenero sono le più facili da riprodurre per talea. Quelle con fusto legnoso impiegano più tempo. Assicuratevi che le piante si trovino in un ambiente adatto, perché piante diverse hanno necessità diverse. Se sistemate più talee per vaso, abbiate cura di trapiantarle prima che le radici si aggroviglino. Per produrre le talee: 1.Tagliate ogni talea “a becco di clarino”, a +/- 2 cm sotto un nodo. Raschiate delicatamente la base dello stelo per facilitare la GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 liberazione della radice. Lasciate da 2 a 3 giovani foglie per pianta e levate tutte le altre. 2.Sistemate le talee nei vasi e rivestite con Grorox o con un coperchio in cocco, a vostra scelta. Disponete. 3.Posizionate i sistemi in un ambiente caldo. La temperatura di taleaggio è generalmente di 24°C -25°C, con un tasso di umidità dell’80% - 95%. 4.Esponete le piante alla luce, sia a quella indiretta del sole che a quella solare simulata da lampade speciali. Le lampade fluorescenti sono le migliori. Se utilizzate delle lampade a ioduri metallici o al sodio ad alta pressione, fate attenzione a non accostarle troppo alle piante per non bruciarle. 5.Una volta che le radici sono spuntate - e prima che si aggroviglino tra di loro - trapiantate le talee in un altro sistema idroponico o in un substrato di vostra scelta. Le talee prodotte con i nostri sistemi sono molto robuste e si sviluppano molto bene nel nuovo ambiente. COME TRAPIANTARE? Per essere trapiantate, specialmente in un sistema idroponico con nuove e diverse condizioni di vita, le piante devono essere resistenti. Fino a quando è possibile, mettete a dimora delle piante giovani (2 coppie di foglie minimo): si riprenderanno rapidamente, diversamente dalle piante più vecchie che non gradirebbero il cambiamento. 1.Riempite il serbatoio di una soluzione nutritiva fresca e azionate la pompa per ottenere una soluzione ben ossigenata quando sistemerete le nuove piantine. 2.Se i germogli sono cresciuti in terra o in un substrato diverso, prima di trapiantarli è necessario pulire delicatamente le radici e risciacquarle in acqua pulita il più dolcemente possibile. Per evitare queste operazioni, potete inoltre riprodurre le piante per talea in un RainForest o CuttingBoard e trasferire i vasi da un sistema all’altro, semplicemente. Qualunque metodo scegliate, quando travasate fate molta attenzione a non rovinare il sistema radicolare, comprese le piccole radici laterali. 3. Dopo aver pulito le radici: - Se lavorate con un sistema di tipo «Aero»: tenete sospese le radici al centro del vaso e riempite con biglie d’argilla per assicurare il supporto dello stelo. - Se lavorate con un sistema di tipo «Idro»: fate un buco al centro del substrato, posizionate la pianta e ricoprite come fareste con la terra. Note importanti : - In estate, se usate delle lampade in spazi ridotti, e per evitare delle temperature estreme, azionate il sistema durante la notte per approfittare dell’aria più fresca. Scegliete i giorni più caldi per arrestare lo sviluppo del giardino, pulite e attendete giornate più propizie. - Lo spazio di coltura deve essere ben areato. Una ventilazione continua elimina l’eccesso di umidità e apporta del CO2 alle piante. - Se le piante non crescono bene e non siete sicuri della qualità dell’acqua: richiedete un’analisi dell’acqua all’autorità locale competente. Raccogliete dell’acqua piovana o provate dell’acqua demineralizzata o purificata. Utilizzate un sistema a osmosi inversa. Sono un po’ costosi ma molto efficaci. gestire i sistemi idroponici Nota importante : 1.In un CuttingBoard: nella fase di crescita delle radici, e fino a quando queste non sono sufficientemente sviluppate per essere immerse nella soluzione, mantenere molto alto il livello del liquido nel serbatoio. 2.Il motore di RainForest è dotato di termocoppia che stacca la corrente in caso di surriscaldamento. Si rimette in funzione dopo un adeguato tempo di raffreddamento. Se il problema persiste, non manomettere il motore ma restituirlo. 23 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 Sono dette GRASSE, o più correttamente succulente, quelle piante che hanno sviluppato tessuti contenenti liquidi, che immagazzinano: nelle foglie, nel fusto, nelle radici, allo scopo di sopravvivere a lunghi periodi di siccità. – Se la soluzione circola male: Assicuratevi che la pompa sia in funzione e che vi sia una quantità di soluzione sufficiente nel serbatoio. Controllate il circuito di distribuzione. Lavate e risciacquate bene. Pulite e sturate bene tubi e iniettori. Un eccesso di ostruzione può significare che l’acqua è troppo dura o che la soluzione è troppo forte. - Adottate una politica di prevenzione programmata: è la più efficace. Iniziate sempre la produzione con delle piante sane e vigorose e delle sementi di qualità. Per cui “succulente” (non nel senso di gustose), è il nome più corretto dal momento che il rigonfiamento è costituito da succo senza alcuna presenza di grassi. Tuttavia da tempo in alcuni paesi, fra i quali l’Italia, è invalso il termine piante grasse per cui non sarà facile cambiarlo. Per ottenere i risultati migliori: Utilizzate la formula di concimazione più adatta alla vostra acqua (dolce o dura). Per questo, effettuate un’analisi dell’acqua presso l’autorità locale competente. Pulite perfettamente il sistema a ogni raccolta. Mantenete sempre la temperatura dell’acqua al di sotto dei 24°C (l’ideale è 18°C20°C) e un tasso di umidità del 60% - 65%. Spesso si usa fare la distinzione fra cactacee e succulente non cactacee, per indicare da un lato quelle piante appartenenti alla famiglia delle cactaceae e dall’altro tutte le altre famiglie. Di quando in quando, controllate le radici: la coltura idroponica vi offre la rara opportunità di accedere all’apparato radicario e di poter quindi intervenire in tempo, ben prima che la malattia si insedi, specialmente quando lavorate su «radici nude», nelle versioni «Aero». Ma non fatelo troppo spesso per non disturbare le piante e procedete il più delicatamente possibile per non rovinare le radici durante gli interventi. gestire i sistemi idroponici 24 Utilizzate del BioProtect, Mineral Magic o un BioFiltre con BioMagix per proteggere le piante e rinforzare le radici. Le piante, come tutti gli organismi viventi, possono essere attaccate da numerose malattie. Per mantenerle sane bisogna somministrare loro un nutrimento completo e ben equilibrato, mantenere delle buone condizioni di pulizia, nonché dei fattori climatici corretti e adatti alla pianta coltivata. Assicurate alle vostre piante una buona illuminazione e un’ottima ventilazione. Non dimenticate di adattare lo spazio ai loro bisogni, perché piante diverse necessitano di ambienti climatici differenti. Per domande riguardanti la qualità dell’acqua o lo sviluppo delle piante, non esitate a contattarci. Garantiamo una risposta e dei consigli tecnici gratuiti a tutti i nostri clienti. Buone colture. General Hydroponics Europe www.eurohydro.com Presentano succulenza fogliare, salvo qualche eccezione, le succulente non cactaceae come Lithops, Conophytum, Aloe, Agave, Echeveria, Crassula, Kalanchoe, ecc. Esse, pur nelle numerose forme, sono tipiche di territori ad aridità non troppo prolungata, in grado di sopravvivere nei periodi secchi fino ad avvizzire od anche far cadere le foglie quale ultima difesa. Le specie a fusto succulento sono quelle cui appartengono la maggior parte delle cactacee aventi per lo più foglie trasformate in spine al fine di ridurre la traspirazione. I fusti sono globosi, colonnari e di colore verde a causa della clorofilla. La succulenza radicale è propria di alcuni cacti a radice fittonante, ma soprattutto di Bowiea, Ceropegia, Pachypodium, Adenium, Fockea, Ibervillea, Cucurbi- taceae, ecc., e in generale di quel vasto gruppo definito caudiciforme avente un rigonfiamento basale (caudex) dove spesso alla succulenza del rizoma unisce quella della base del fusto. Il caudex non è quasi mai verde, per cui non avviene fotosintesi, può trovarsi sia sotto che sopra al terreno. Alcune specie, tipiche delle regioni desertiche, hanno sviluppato radici tuberose, fibrose, in grado di espandersi molto in larghezza poco al di sotto della superficie, per godere della rugiada notturna. Spesso la parte aerea muore mentre le radici sono in grado di sopravvivere e ricostituire la pianta quando le condizioni saranno più propizie. I CACTUS appartengono ad una famiglia di piante xerofite, comprendente circa 100 generi e due migliaia di specie, per lo più a GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 fusto succulento (caulinari), di forma globosa, colonnare, cespitosa, a pala, pendente, prostrata, fogliacea, articolata, a coste, a tubercoli, a superficie spinosa o glabra, a sezione stellata, circolare, ovale. Riguardo le dimensioni si va da quelle aventi un’altezza e un diametro di qualche centimetro fino a quelle con un diametro di un metro ed un'altezza di qualche decina di metri. Spesso chiamiamo cactus anche piante che cactus non lo sono, come succede con certe Euphorbie colonnari e ramose. In questi casi basterebbe pungere la pianta con uno spillo per vedere uscire un lattice bianco rivelatore di una pianta appartenente, per lo più, alla famiglia delle Euphorbiaceae e non delle Cactaceae. Queste piante, tipiche per lo più di regioni aride e a bassa umidità atmosferica, vivono in un ambiente che non è uguale per tutte. Infatti possiamo trovarle in zone subdesertiche e pseudodesertiche, in regioni temperate ma anche in quelle innevate, a livello del mare come a oltre 3000 metri di altitudine, e persino, in zone umide tropicali. Tutto ciò le ha condotte a mettere in atto tutta una serie di adattamenti morfologici con riferimento alla forma, e fisiologici con riguardo al funzionamento dei tessuti. Osserviamo così piante che hanno ridotto la dimensione delle foglie (che spesso cadono durante il riposo) o le hanno trasformate in spine; hanno assunto una forma ovale o cilindrica, spesso con costolature per ridurre l’incidenza dei raggi solari; hanno la superficie esterna coperta di uno strato impermeabile, o hanno il corpo ricoperto di setole biancastre; sviluppano radici estese, oppure producono un lungo fittone centrale; riducono il numero degli stomi; attuano la respirazione notturna e rendono minimo il metabolismo durante il riposo. Lo scopo di tutto ciò è quello di ridurre la traspirazione, che comporta perdita di liquidi, e cercare di assumere acqua sia dall’aria che dal suolo. Per difendersi dagli animali le succulente si mimetizzano nell'ambiente, crescono in luoghi inaccessibili o sviluppano tessuti velenosi. I fiori rivestono una grande importanza per la conservazione delle specie: alcuni si aprono di notte per richia- GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 Anche i semi svolgono un ruolo importante: alcuni sono forniti di ali o sono molto minuti per poter essere facilmente dispersi dal vento, altri attuano una dormienza così da non germinare fino a quando non si verificano condizioni climatiche favorevoli, al pari di alcuni frutti che non permettono la fuoriuscita del seme se non sono bagnati, oppure scagliano lontano i semi per mezzo di un meccanismo ad elastico. Alcune piante fanno in modo che gli articoli o parti dello stelo si attacchino al vello di alcuni animali, che in tal modo provvederanno al trasporto ed alla diffusione in altre zone. le piante grasse 28 L’elemento che accomuna la famiglia delle CACTACEAE è costituito dall’areola, una specie di cuscinetto feltroso dal quale emergono spine, aculei, setole, peli, in grado di sostituire i nodi che hanno le altre piante. I cactus a costole hanno le areole lungo gli spigoli delle coste stesse, quelli forniti di foglie le mostrano all’ascella di esse, quelli muniti di tubercoli hanno le areole sulla sommità degli stessi. Dalle areole traggono origine anche rami e fiori, i quali possono situarsi sia verso l’apice che lontano da esso. Alcuni generi, raggiunta la maturità, emettono un cefalio (agglomerato di setole e lanugine) chi sull’apice e chi lungo il fusto. Ciò può costituire, per alcuni generi, la fine della crescita della pianta o del ramo recante il cefalio. Le spine, originate da foglie modificate, hanno lo scopo di ridurre la traspirazione (al pari dello strato ceroso che ricopre l’epidermide del fusto), riflettere la luce e convogliare sull’areola l’acqua di condensa. Assumono una enorme varietà di forme, spessori, lunghezza, consistenza, tessitura, numero, colore, sezione, disposizione. Le spine presentano, inoltre, una struttura superficiale ancorata alle areole e non intimamente connessa al tessuto sottostante, per cui se asportate la pianta non subisce alcun danno. Le foglie delle CACTACEAE sono persistenti solo nella sottofamiglia delle Pereskioideae, una forma di transizione non ancora una vera succulenta. Nelle Opuntioideae le foglie possono essere molto piccole e cadere assai presto, o presentarsi grandi e persistenti. Tipici sono anche i glochidi delle Opunzie: piccolissime spine in grado di staccarsi con facilità dalla pianta per aderire, in modo assai fastidioso, alla parte che ha avuto la disavventura di toccarle. Le radici possono essere lunghe e superficiali, ovvero più brevi ma a fittone. I fiori, per lo più a simmetria raggiata (divisione in parti uguali su piani diversi) ed in alcuni casi a simmetria bilaterale, possono essere solitari o a corona, grandi (anche 10 cm) o piccoli (solo qualche mm.), ma senza una netta differenziazione fra il calice e le corolla. Durano per la maggior parte solo poche ore anche se non mancano eccezioni. --NON DI RIESCO A CAPIRE BENE IL CONCETTO CONDUTTIVITÀ O CONDUCIBILITÀ, PERCHÉ A VOLTE SI PARLA DI Alcune specie aprono i propri fiori di sera e li chiudono all’alba, o viceversa, altre li chiudono temporaneamente nelle ore più calde o in mancanza di sole, altre ancora hanno una fioritura che dura diversi giorni ovvero sono in grado di rifiorire in tempi successivi. La fioritura delle cactacee avviene per molte specie in primavera, ma notevoli sono i casi di fioritura estiva, autunnale e persino invernale. I fiori traggono origine da una gemma vegetativa modificata e pur essendo ermafroditi (presenza di stami e pistillo), raramente risultano autofertili (autoincompatibilità). Non mancano casi di piante dioiche, cioè presenza dei due sessi in piante diverse (piante maschio e piante femmina). DI EC La misura può essere eseguita con un praticissimo, economico misuratore di EC detto conduttivimetro. di stabilire se stiamo nutrendo correttamente le piante o se è in corso qualche problematica. Il valore che troviamo con questo strumento ci informa sulla salinità della soluzione; aggiungendo fertilizzanti all’acqua, noi aumentiamo la quantità degli ioni con carica elettrica. I valori di EC sono spesso convertiti in TDS (Solidi Totali Disciolti) per convenzione. In questo modo è possibile esprimersi in termini di mg/lt o in ppm (parti per milione), misure spesso più intellegibili e semplici da gestire. I TDS sono inoltre solitamente utilizzati per indicare il valore di solidi presenti nell’acqua prima dell’immissione di nutrienti. Partendo dall’EC si può calcolare il contenuto in elementi (sali), espressi come concentrazione ionica, considerando che 1 mS/cm equivale a circa 0,01 milliequivalenti per litro (meq/l). Si tratta comunque di un calcolo approssimativo, in quanto i diversi elementi o molecole hanno diversi pesi atomici o molecolari e pertanto i fattori di moltiplicazione non possono essere noti se non a seguito di una analisi completa della soluzione. E ALTRE TDS O PPM? La conducibilità elettrica (EC) della soluzione nutriente si esprime in Siemens (S). Un Siemens è la conduttanza di un conduttore avente resistenza elettrica di 1 Omega. La conduttività, o conducibilità elettrica, è espressa in Siemens al metro (S/m). La conduttanza è l’inverso della resistenza, che si misura in ohm. 1 decisiemens per metro (dS/m), = millisiemens per centimetro (mS/cm) = 1.000 microsiemens per centimetro (µS/cm). Tra le differenti unità di misura esistono le seguenti correlazioni: dS/m = mS/cm mS/cm = 1.000 uS/cm La conducibilità elettrica è la misura di tutti gli ioni che conducono elettricità nella soluzione nutritiva: maggiore sarà la quantità di ioni presenti, maggiore sarà l’elettricità condotta da quella soluzione nutriente. Questo spiega l’aumento del valore dell'EC. La conducibilità è la cartina di tornasole della presenza di fertilizzanti nella soluzione: se i valori sono troppo alti va diminuita la dose di nutrienti, viceversa valori anormalmente bassi significano carenza. Per quanto ad alcuni risulti ostico l’EC è dunque un valore importantissimo da monitorare nella coltivazione idroponica, permettendoci Il rapporto fra conducibilità elettrica (EC) e concentrazione di sale (C) è approssimativamente: 1 mS/cm di EC = C 600-650 mg o ppm di sale. Il frutto, derivante dalla trasformazione del ricettacolo e del pericarpello, è quasi sempre costituito da una bacca, secca o carnosa, spesso indeiscente (che non si apre a maturazione), recante semi in discreta quantità e di varia grandezza. Le cactaceae sono tipiche del continente americano e si estendono dal Canada alla Patagonia, ma sono soprattutto diffuse nelle steppe, nelle praterie e nei semideserti anche se si estendono fino alla catena delle Ande ben oltre i 4000 metri, e un limitato numero di specie a carattere epifita, persino in ambienti caldo-umidi tipici della foresta tropicale e subtropicale. l’esperto risponde mare gli uccelli notturni impollinatori, altri attirano gli insetti con l’odore, il colore, il nettare. Altre specie si aprono in epoche diverse onde evitare l'ibridazione. GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 29 GIARDINAGGIO INDOOR - N. 9 ORCHID FOCUS DI GROWTH TECHNOLOGY FOTO: MARCO MICHELINI Si sente spesso dire che le orchidee non hanno bisogno di fertilizzanti. É un mito infondato: è vero che queste affascinanti piante hanno esigenze specifiche particolari, spesso ridotte se paragonate a quelle di altre specie, ma vanno comunque adeguatamente nutrite perché crescano sane e belle. Questo è un prodotto pensato per piante che spesso crescono su substrati privi di nutrimento, tenendo conto del fatto che la famiglia delle orchidee è molto vasta e variegatissima, ma con alcune peculiarità comuni, come ad esempio l’intolleranza all’urea. Le orchidee più comuni, come Cymbidium, Paphiopedilum, Cattleya, Phalaenopsis e Dendrobium trarranno grande giovamento dall’utilizzo di Orchid focus, somministrabile anche come spray fogliare sia nella versione crescita che in quella per la fase di fioritura. Contenuto di di NPK: Grow 2.2:1.3:2.1 Bloom 1.9:2.5:2.6 La formula per la crescita contiene azoto, mentre quella per la fioritura è ricca di fosforo e potassio; entrambe contengono sali minerali di alto profilo. Per ottenere i migliori risultati è importante che l’acqua sia il più possibile pura. LINEA BIOCANNA Questo fertilizzante contiene meno azoto di quelli tradizionali, e non contiene urea (impossibile da gestire in substrati privi di micro organismi). la direzione segnala 30 Prodotti grazie ad un complesso processo di fermentazione controllato al 100%, i fertilizzanti liquidi BioCanna sono ricchi di una miscela speciale di acidi di frutta benefici, che contribuiscono a migliorare le qualità organolettiche del raccolto e rendono i nutrienti più facilmente assimilabili in un più ampio range di pH. I prodotti di questa linea sono stati creati specificamente per creare un’interazione ottimale tra il substrato utilizzato e il fertilizzante sulla base della teoria dell’agricoltura di precisione, per cui la pianta viene nutrita in maniera diretta e precisa. BioCanna è stato sviluppato dal punto di vista dell’agricoltura biologica e quindi si basa sul presupposto del nutrimento diretto e indiretto delle piante. Questo significa che questa linea di prodotti stimola la microflora attorno alle radici che aiuta la pianta ad assimilare i nutrimenti necessari e allo stesso tempo protegge l’ambiente circostante alle radici della pianta. Si crea in tal modo un vero e proprio ecosistema complesso che viene mantenuto in equilibrio dalle piante in collaborazione con altri organismi. I fertilizzanti di BioCanna sono garantiti al 100% biologici e sono stati studiati per la coltivazione in terra; sono certificati SKAL Int. e hanno una composizione appropriata che impedisce una somministrazione eccessiva delle sostanze nutritive.