Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl Risposte agli Esercizi di riepilogo Capitolo 1 1. (a) La frontiera delle possibilità produttive, in questo caso, è una linea a pendenza negativa che ha come intercetta sull’asse sul quale si misura la quantità di camicie, 15 camicie e sull’asse sul quale si misurano le torte un’intercetta pari a 20 torte. (b) 20. (c) Tutti i punti che si trovano sotto la frontiera. (d) 1,33 torte. (e) No. 2. Dal punto di vista della trasmissione delle informazioni, sarebbe troppo costoso pianificare e consegnare i beni nonché monitorare i singoli individui. 3. Si verifica una riduzione dei salari previsti per i posti di lavoro a cui gli studenti sono interessati. 4.(a) Positiva. (b) Normativa. (c) Positiva. (d) Normativa. 5.(a) Macro. (b) Micro. (c) Micro. (d) Macro. 6.(a) L’analisi economica positiva può essere sottoposta a verifica empirica. (b) A partire da un punto inefficiente, incrementando il grado di efficienza è possibile ottenere un qualcosa “gratis”, cioè qualcosa in più di entrambi i beni.(c) Questa disciplina può utilizzare il metodo scientifico per studiare il comportamento umano. 7. Disponibili 100 lavoratori, il Paese può produrre 50 capi di abbigliamento e nessuna unità (razioni) di cibo o 100 unità di cibo e nessun capo di abbigliamento. Se sull’asse y si misurano i capi di abbigliamento e sull’asse x le unità di cibo, la frontiera delle possibilità produttive può essere una retta che ha 50 come intercetta sull’asse y e 100 come intercetta sull’asse x. Le pendenza della frontiera è il costo opportunità marginale, cioè Δy/Δx= -50/100=-1/2. 8. (a) C’è stato un tentativo di organizzare e coordinare il mercato del caffè durante gli anni ’70 ma non si è trovata soluzione. Ci sono molti più produttori di caffè che di petrolio. È difficile coordinarli. La domanda di caffè è più elastica che quella del petrolio. I cartelli si rivelano, di per sé, deboli perché, a fronte di prezzi elevati, gli aderenti al cartello possono anche essere tentati di eludere l’accordo, offrendo maggiori quantità, in ragione di prezzi leggermente inferiori. Può essere utile leggere il capitolo 10 per ogni approfondimento in proposito. (b) Data la forte concorrenza di mercati esteri ed in ragione di un mercato comasco dedito ormai (più che in passato) al design del tessuto, è difficile che si costituisca un cartello/accordo stabile e duraturo. 9. (a) Il prezzo del barile di petrolio si assesterà sui 50 dollari. (b) Sì, finché il biocombustibile non sarà disponibile in grandi quantità. (c) Aumentare. 10. Non si tratta di una scelta dalle sole implicazioni economiche. La scelta di tassare di più i ricchi che i poveri è una scelta che ha implicazioni di mercato (segmenti di mercato) ben maggiori rispetto alla scelta di aumentare le imposte per tutti e garantire la salute a tutti. La tesi che lo Stato sappia meglio di altri come intervenire, è una scelta che non sfugge all’ipotesi che la salute venga messa tra le prime o le ultime priorità di Governo. L’economista potrebbe argomentare che sia possibile disporre per trasferimenti ai cittadini di denaro piuttosto che di buoni salute, questi ultimi vincolanti la scelta del consumatore. I voucher formativi sono stati spesso oggetto di numerose politiche e taluni Governi hanno sostenuto che anche i voucher salute sarebbero efficaci. Si raccomanda la lettura del capitolo 5 per ulteriori approfondimenti. Capitolo 2 1. (a) Alcune serie sezionali di dati, per esempio quelli relativi alla criminalità e alla disoccupazione nelle singole regioni del Paese. (b) È opportuno raccogliere altri dati per valutare fattori quali reddito, controllo del territorio da parte della polizia nonché problemi di disuguaglianza sociale nelle aree urbane o rurali; successivamente, con l’aiuto degli strumenti econometrici, occorre individuare gli effetti generati da ciascuno di questi diversi fattori. 2. Si tratta di una curva a pendenza positiva; infatti, un aumento dell’indice dei prezzi al consumo comporta un incremento dei prezzi delle abitazioni. Il diagramma riporta una serie temporale di dati. 3. Si tratta di una curva a pendenza positiva; infatti, un certo incremento dei consumi è legato a un aumento di pari entità per quanto riguarda il reddito. 4. Poiché il peso attribuito a ciascuna variabile riflette l’importanza che essa riveste rispetto alle altre,la capitale di un Paese generalmente ha un ruolo di gran lunga minore rispetto al resto della nazione. Se i pesi vengono scelti con un criterio ragionevole, la media ponderata di queste due serie temporali di dati non evidenzia una tendenza particolarmente marcata. 5. Si ottiene una curva a pendenza negativa. 6. (a) La teoria organizza i fenomeni fornendo un quadro semplificato di riferimento concettuale per la loro interpretazione. (b) Molte scienze (tra cui l’astronomia) non sono in grado di condurre esperimenti di laboratorio.(c) Le singole molecole si comportano casualmente, ma considerate nel loro insieme evidenziano un comportamento prevedibile; parimenti, le determinanti casuali del comportamento individuale tendono a scomparire quando si analizza un gran numero di persone. 7. Il tasso di interesse elevato va a vantaggio dei prestatori di capitale ed a svantaggio dei debitori, cioè di coloro che prendono a prestito tale capitale. Tali effetti si potrebbero compensare. La spesa per consumi costituisce un’importante percentuale del reddito: un’eventuale variazione del comportamento di consumo induce variazioni nel reddito in un breve termine. Certamente, da un punto di vista macroeconomico variazioni del tasso di interesse influiscono sulla spesa per investimenti da parte delle imprese. Possono influire anche sulla spesa per consumi nel lungo termine. 8. L’evidenza statistica può errare al 5%. Rifiutare, errando, teorie corrette è certamente più pericoloso che rifiutare, errando, teorie infondate. 1 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl 9. Già nel 1998 il Governo britannico pubblicò il Libro Bianco sul futuro del trasporto invitando le amministrazioni locali a valutare l’imposizione di ecotasse agli automobilisti così da ridurre la congestione del traffico nelle maggiori città. Nel febbraio 2003 il Comune di Londra impose la congestion charge, rilevando la congestione come un fallimento del mercato per il quale esisteva un divario tra utilità privata (beneficio marginale privato) e costo sociale. Le ecotasse potrebbero anche risultare regressive poiché indifferentemente colpiscono tutti gli automobilisti. La cogestione potrebbe aumentare nelle zone limitrofe all’area ad accesso limitato. Il traffico potrebbe diventare pericoloso se, negli orari durante i quali non è previsto l’accesso a pagamento, si addensassero automobilisti, angosciati dai tempi di ingresso e uscita (prima che scatti l’orario della congestion charge). Una delle prime stime ha registrato una diminuzione del 25% dei veicoli nella “Londra ad accesso limitato”. Di lì a poco un referendum in Edinburgh e altre città ha dato risultati particolarmente favorevoli all’introduzione di una medesima tassa. Dal 2003 le vendite di autovetture ed il traffico britannici non sono diminuiti. Anzi, sono aumentati. Gli ambientalisti sostengono che la congestion charge non ha sradicato l’affezione dei cittadini UK per un comodo trasporto con auto personale. Taluni ritengono che la tassa debba essere aumentata. 10. Dal 2005 al 2009, il parco autovetture diminuisce del 3,12% a Milano, mentre in Italia aumenta del 4,91%. L’introduzione nel 2007 dell’ecopass può essere una delle cause in grado di determinare la riduzione del parco autovetture in Milano. La concentrazione di PM10 cala in Milano, area ecopass e non ecopass. Altre variabili potrebbero, tuttavia, aver condizionato la diminuzione del parco autovetture in Milano. La fisionomia della città è molto cambiata: è sempre stata modestamente residenziale. Oggi è ancora di più metropoli degli uffici che delocalizzano nella periferia, che non è, in prevalenza, l’area ecopass. Peraltro, i giorni di blocco totale del traffico tornano ad essere calendarizzati alla fine del gennaio 2011. Quindi, il PM10 è tornato a superare le soglie massime consentite. 11. Dalla rappresentazione delle due funzioni si deduce che il prezzo di riserva degli acquirenti di utopie è 6 mentre quello degli offerenti è 18. Non esiste mercato per le utopie: chi le offre è disposto a realizzarle ad un prezzo minimo che è superiore a quanto possa pagare chi le domanda. Capitolo 3 1. Il prezzo di equilibrio è 17 euro,mentre la quantità di equilibrio è 6,5 euro. 2. (a) L’eccesso di domanda è pari a 5 e il prezzo aumenta.(b) L’eccesso di offerta è pari a 3 e il prezzo diminuisce. 3 La curva di domanda di tostapane si sposta verso il basso; il prezzo e la quantità di equilibrio di questo bene diminuiscono. 4. L’effetto è analogo a quello indicato al punto 3. 5. L’arrivo di un periodo di siccità, la diffusione di una malattia tra gli ovini o una serie di attacchi da parte di cani selvatici alle greggi sono tutti elementi che fanno spostare verso il basso la curva di offerta di lana. Una riduzione del prezzo della lana provoca uno spostamento verso il basso lungo una data curva di offerta,non una diminuzione dell’offerta. 6. Possibile ma improbabile. Controllando in quale misura un certo bene di cui siete in possesso è desiderabile dalle persone appartenenti alla vostra cerchia di conoscenze, in corrispondenza di una riduzione del prezzo la vostra domanda aumenta. 7. (a) Se il prezzo del biglietto di una partita di calcio è sufficientemente basso, per qualsiasi squadra diventa possibile riempire lo stadio. (b) Questo fenomeno indica che è stato imposto un prezzo minimo per i prodotti agricoli. (c) Una politica di questo tipo assicura affitti bassi ai fortunati. 8. (a) Una città sicura è un bene pubblico e, quindi, non si può essere esclusi dal godimento di tale bene. (b) Se nessuno altro sottoscrivesse, il vostro contributo farebbe poca differenza. La città sarà poco sicura. (c) Il mercato privato non può assicurare un livello sufficiente e efficiente. Probabilmente molte persone non pagherebbero per questo bene. (d) I Governi possono ottenere il sostegno dei cittadini attraverso il sistema fiscale, il cui gettito finanzia il servizio di ordine pubblico. 9. La speculazione redditizia stabilizza i mercati solo nel lungo periodo. Nel breve periodo nessuno è, tuttavia, certo del prezzo di equilibrio ed i prezzi sono soggetti a repentine fluttuazioni. 10. (a) Ceteris paribus ad un aumento dell’offerta, la quantità di equilibrio aumenta ed il prezzo di equilibrio diminuisce. (b) La loro domanda potrebbe diminuire. (c) Sicuramente, se i servizi migliorano, la condizione ceteris paribus non è più fondata. La domanda potrebbe aumentare ed i prezzi degli immobili si rivaluterebbero. Capitolo 4 1(a) Curva di offerta verticale, curva di domanda con pendenza negativa. Quantità di equilibrio pari a 100, prezzo di equilibrio pari a 1 euro. (b) Dovendo vendere il 10% in meno di pesche, l’offerta si contrae di 10 unità. La quantità scambiata diviene 100-10=90, in corrispondenza dell’offerta verticale. Una diminuzione della quantità del 10%, determina un aumento del prezzo del 20% a 1,20 euro. 2. (a) Inelastica. (b) Più elastica. (c) Ancora più elastica. 3. Nel punto in cui l’elasticità della domanda è pari a 1. Al di sotto di questo punto sulla curva di domanda, la domanda è inelastica: aumenti dei prezzi aumentano il ricavo. Al di sopra di questo punto, la domanda è elastica: riduzioni dei prezzi aumentano il ricavo. Potendo la società di calcio decidere il prezzo di ingresso allo stadio, la massimizzazione dei suoi 2 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl profitti viene ottenuta massimizzando la spesa degli acquirenti dei biglietti. 4. Ortaggi: bene necessario, domanda inelastica. Catering: bene di lusso, domanda elastica. 5. Questi dati riguardano la spesa nominale relativa al pane, non quella reale. In termini reali, si può dire che la spesa in pane e cereali sia calata al crescere del reddito. 6.(a) In questo caso, la necessità del bene riguarda l’elasticità rispetto al reddito, non l’elasticità della domanda rispetto al prezzo. A prezzi abbastanza elevati, la domanda può essere elastica al prezzo. (b) Se il maltempo colpisce tutti gli agricoltori in egual misura, ciò determina un aumento dei prezzi con un incremento dei ricavi dei produttori: è piuttosto il bel tempo che dovrebbe spingere a sottoscrivere una polizza assicurativa! (c) Non quando vengono prodotti beni inferiori. 7. (a) Al di sopra di una certa aliquota fiscale, la quantità domandata potrebbe diminuire e di conseguenza, determinare un minor gettito fiscale. (Si legga nel capitolo 16 il riferimento alla supply-side economics ed alla curva di Laffer). (b) Si assume che la domanda sia inelastica. (c) Bisognerebbe diminuire il prezzo (l’aliquota fiscale). (d) Al di sopra della percentuale che massimizza le entrate tributarie così da indurre una riduzione della quantità consumata. 8. (a) L’elasticità della domanda al reddito è superiore a 1. (b) USA e Australia, Paesi ricchi e caratterizzati da climi talora aridi. (c) La domanda di condizionatori potrebbe aumentare ma il riscaldamento globale, altresì, potrebbe aumentare. 9. Ceteris paribus, a causa di una contrazione dell’offerta, i prezzi dei prodotti agricoli potrebbero aumentare anche se una maggiore globalizzazione dei mercati, rispetto al passato, potrebbe temporaneamente compensare questa riduzione dell’offerta. Se la domanda è inelastica, certamente, la contrazione dell’offerta di prodotti italiani determina un maggiore ricavo per i produttori. Bisognerebbe poi valutare l’entità del danno: temporanea inutilizzazione di taluni terreni o definitivo cambiamento della geomorfologia dell’Italia agricola? Capitolo 5 1. (a) La linea di bilancio ha come intercetta per il pasti il punto =10; per i film, il punto =25. Un qualsiasi paniere su questa linea di bilancio risulta acquistabile. (b) Una diminuzione del prezzo dei pasti produce sia effetti di reddito sia effetti di sostituzione. Entrambi accrescono la domanda di pasti. Per quanto riguarda i film, l’effetto di reddito accresce la domanda, l’effetto di sostituzione la riduce. (c) Quando il prezzo dei film diminuisce, la domanda di film cresce, mentre la domanda di pasti potrebbe sia crescere che diminuire. (d) Mettendo insieme i due tagli dei prezzi, tra e ed e’’ non si verifica alcun effetto di sostituzione: i prezzi relativi sono gli stessi. Poiché entrambi i beni sono normali, e’’ si colloca a nord-est di e in quanto il reddito reale è maggiore. 2Le prime tre affermazioni sono corrette. La quarta può non esserlo. Per quanto riguarda gli altri beni, si verifica un effetto di sostituzione nei loro confronti (a meno che non siano, come le posate, complementi dei pasti), ma, se il reddito reale è più basso, la domanda di beni normali può andare in entrambe le direzioni. La domanda di beni inferiori, invece, cresce. 3. Al crescere del reddito, la quantità domandata di film cresce, quella dei trasporti cala. 4. (a) Entrambi riducono la domanda.(b) La curva di domanda si sposta verso il basso o si contrae: il prezzo e la quantità di equilibrio diminuiscono. 5. (a) In realtà, la terminologia adottata dalla teoria economica riflette ciò che i consumatori fanno istintivamente.(b) La linea di bilancio riflette i prezzi relativi e, salvo differenti percentuali di variazioni dei prezzi, la linea di bilancio resta immutata. 6. (a) Tracciate la linea di bilancio ricordando che la pendenza è definita da +1 pesce/-2 noci di cocco. (b) A piacimento, potete tracciare una mappa di curve di indifferenza per beni sostituti imperfetti, pesci e noci di cocco. (c) Se la combinazione 5,5 è la combinazione più a nord-est nel piano, risulta essere la scelta ottima del consumatore. (d) Se la variazione è molto modesta, potrebbe essere che la scelta ottima rimanga immutata. 7. Non è certo che si investa in un asset più rischioso se questo garantisce un maggior rendimento. Dipende dall’effetto di sostituzione e di reddito. Se il rendimento relativo – tra variabile e fisso – aumenta, è possibile propendere per l’asset più rischioso. Tuttavia, l’effetto reddito potrebbe limitare questa propensione. La scelta dipende dal prevalere dell’uno o dell’altro effetto. 8. A differenza delle scienze naturali che hanno la possibilità di essere provate tramite test (non sempre!), l’economia si occupa di soggetti razionali e irrazionali. Ad esempio, ad un aumento dell’aliquota fiscale, una persona potrebbe decidere di lavorare di più, per ottenere un reddito maggiore che compensi il debito fiscale o lavorare di meno – disincentivata dalla pressione fiscale -per godere di maggiore tempo libero e, quindi, ridurre l’oggetto d’imposta (il reddito). Con il passare del tempo, le scelte possono mutare. Taluni comportamenti o fenomeni delle scienze naturali, quando provati, risultano deterministicamente tali per sempre. E’ difficile per gli economisti affermare verità deterministiche. Ciò che può apparire un comportamento irrazionale, può derivare da una variazione nelle scelte di lungo periodo, quando le variabili economiche possono mutare. Gli economisti dovrebbero essere ben più consapevoli, rispetto al passato, dei loro limiti. Capitolo 6 1. (a) I costi aumentano e i profitti al lordo delle imposte diminuiscono di 70000 euro.(b) Cambiano i profitti contabili poiché Rent-a-person non deve sostenere il canone di affitto; i profitti economici sono altresì influenzati poiché l’impresa deve tener conto del costo opportunità del denaro immobilizzato nella proprietà dei locali adibiti a ufficio (che avrebbe potuto 3 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl rendere un canone d’affitto!). (c) Più ricavi e quindi più profitti. 2. Il costo opportunità del proprietario-amministratore è di 40000 euro e quello del denaro investito nella società è di 24000 euro. 3. (a) L’aumento delle scorte deve essere conteggiato tra le attività, mentre l’ulteriore indebitamento deve essere conteggiato tra le passività. (b) Gli interessi sul prestito rappresentano un costo, contabilizzabile nella gestione finanziaria. 4. (a) Può darsi, se ci si riferisce al profitto nel lungo periodo. Ma poiché l’operato del management può essere controllato soltanto in modo imperfetto, i manager possono agire perseguendo altri scopi che non quelli che rappresentano in modo ottimale gli interessi dell’impresa. Sistemi di remunerazione del management in base ai profitti conseguiti e il timore di scalate ostili possono fungere da deterrenti nei confronti dell’allontanamento dei manager dall’obiettivo della massimizzazione del profitto. (b) Alcune di queste iniziative possono costituire dei validi investimenti. Altre no. Le imprese tendono a sponsorizzare eventi graditi al management, non necessariamente all’azionariato. 5. Con un costo aggiuntivo fisso di 40 euro, 6 resta il volume di produzione ottimale dell’impresa nel breve periodo. Le curve MC e MR non vengono influenzate. Nel lungo periodo, tuttavia, l’impresa conseguirebbe profitti negativi (ovvero,risulterebbe in perdita) e dovrebbe cessare la produzione. 6. (a) MR è orizzontale al prezzo di 13 euro. MC è come nella Tabella 6.6. (b) 7 unità di prodotto. 7. (a) Potrebbero non coprire i costi opportunità. (b) Di fatto, MC è pari a MR ogniqualvolta l’impresa riesce a massimizzare il profitto.(c) I ricavi sono massimi quando la produzione si espande fino a che MR non diventa uguale a 0. Da quel punto in poi, le successive unità di prodotto non riescono a coprire il costo marginale. Il ricavo marginale diventa negativo. 8. La domanda di Airbus è una domanda ad angolo per il prezzo di 50 milioni di dollari, in corrispondenza di 50 aeromobili. A destra di questo punto, la domanda è inelastica. A sinistra di questo punto, la domanda è elastica. Si tratta della tipica curva della domanda ad angolo in oligopolio non collusivo, ma comunque di imprese interdipendenti, così come interpretato da P. Sweezy e argomentato nel Capitolo 10. 9. La creazione delle società a responsabilità limitata (per azioni o quote) è stata un’invenzione tanto importante quanto la macchina a vapore. L’azionariato garantisce una quota di proprietà di società che possono rivelarsi redditizie solo nel lungo periodo. Tuttavia, ciò non impedisce che l’azionista possa profittare di plusvalenze (e rendite opzionali) realizzando acquisti e vendite intermedie al lungo periodo (short selling). Spesso il mercato non è fatto da piccoli azionisti, bensì da fondi e (grandi) intermediari che ricevono uno specifico mandato dai risparmiatori, piccoli azionisti. Questi intermediari conoscono le particolarità del mercato e possono realizzare l’interesse dell’investitore – la massimizzazione delle rendite – anche attraverso l’asset striping, cioè lo smantellamento di una società ed il suo frazionamento in attività finanziarie diverse. In definitiva, bisogna avere competenze specifiche per investire in borsa ed è oggi ragionevole pensare che il mercato borsistico londinese – ed anche quello italiano - sia caratterizzato dalla scarsa capacità di investire grandi asset finanziari nel lungo termine. Capitolo 7 1. (a) Essa definisce la massima quantità di prodotto ottenibile da una specifica combinazione di fattori produttivi. (b) È necessario conoscere anche i prezzi dei fattori produttivi e del prodotto. 2. (a) Sono caratterizzate da un LAC decrescente e possono esistere grazie alla specializzazione dei fattori produttivi, all’indivisibilità di taluni fattori ed alla regola ingegneristica dei 2/3. (b) Le colonne 1, 3 e 6 rappresentano i modi meno costosi di realizzare 4, 8 e 12 unità di prodotto. I costi totali sono 33, 64 e 96. I costi medi sono 8, 25, 8 e 8. Operano economie di scala nel passaggio da 4 a 8 unità di prodotto, e rendimenti costanti di scala nel passaggio da 8 a 12. 3.(a) La colonna 1 è a più alta intensità di capitale della colonna 2; la colonna 3 lo è più della colonna 4; la colonna 5 lo è più della colonna 6. (b) In questo esempio, si allontana. 4. (a) Al livello 4, si sposterebbe dalla colonna 1 alla colonna 2. (b) Entrambi devono aumentare (la vita si fa più dura). 5.(a) Q: 0 1 2 3 4, 5, 6, 7, 8, 9 MC:0 15 13 11 9, 10, 10, 11, 13, 16 AC:- 27 20 17 15, 14. 13,3, 13, 13, 13,3 (b) Per una quantità prodotta pari a 8, AC è minimo ed è pari a MC. (c) Di breve periodo. Nel lungo periodo ad una quantità pari a 0, il costo totale di produzione è pari a 0. In questo caso, invece il costo totale è pari a 12, indizio che esiste un costo fisso di produzione. 6. (a) Perché nel breve periodo l’impresa potrebbe così coprire i costi variabili di produzione. I costi fissi si sostengono anche quando non si produce. (b) Se il prezzo di equilibrio del mercato non consente di coprire i costi variabili di produzione, l’impresa deve chiudere. No, non può continuare a rimanere nel mercato. 7. (a) Potrebbero coprire i costi variabili se operano nel breve periodo. (b) Non in presenza di diseconomie di scala. (c) Non in presenza di economie di scala. 8. (a) Per una centrale elettrica il breve periodo è di anni, non certo di mesi. Rendimenti di scala decrescenti sono possibili. In media sono necessari dieci anni per rendere operativa una nuova centrale elettrica. (b) Quanto detto prima potrebbe valere anche per un ipermercato, soprattutto con riferimento ai tempi della burocrazia relativa ai permessi di costruzione. Una volta operativo, l’ipermercato pur registrando un elevato costo del lavoro, potrebbe compensare eventuali rendimenti di scala decrescenti grazie al fatturato che può derivare dalla progressiva acquisizione di buona reputazione presso la crescente 4 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl clientela. (c) Il piccolo negozio di alimentari è operativo in un brevissimo periodo. Certo, la limitata dimensione può condizionare la redditività. Rendimenti di scala decrescenti sono possibili anche se il loro assunto teorico è spesso soggetto a eccezioni. 9. Rimangono nel mercato fintanto che confidano in futuri profitti che ripianino le perdite attuali. Gli azionisti stanno foraggiando le casse di queste case automobilistiche che stanno anche valutando le opportunità dell’azionariato di economie emergenti, Cina e India. Anche per loro – si legga il capitolo 20 sul settore creditizio americano – varrebbe la regola del too big to fail: storiche imprese, oggi danno un impiego ad una forza di lavoro considerevole. I governi non possono non intervenire per sostenerle o… salvarle! IL creditore deve tenere in considerazione le opportunità odierne del mercato e, forse, il trasferimento dei mercati di sbocco dalle mature economie occidentali all’Emergente Oriente. 10. Se il costo marginale tende a 0, non ci sarebbero limiti alla crescita di queste imprese. Un’impresa potrebbe anche distanziarsi – in termini di vantaggio competitivo – e divenire un monopolista. Se riuscisse ad acquisire una considerevole fetta di mercato e sufficiente potere di mercato, le altre imprese sarebbero estromesse dal mercato. A questo punto, nulla impedirebbe a questa impresa di imporre un prezzo ben al di sopra del costo marginale, per un mark-up monopolistico. In alternativa, la grande dimensione del mercato determinerebbe un aumento dei costi ma anche un aumento dei prezzi – la domanda aumenta – così che tutte le imprese possano sopravvivere. 11. Le economie di scala sono soprattutto associate alla produzione di massa, cioè in grande quantità di beni fungibili o seriali. Se la scala minima efficiente è particolarmente ampia, solo le grandi imprese riescono a minimizzare i costi medi di produzione. Per il tipo di servizio che fornisce un corriere, si può pensare che i costi medi e marginali di produzione siano caratterizzati dal tipico andamento a U. Nel tempo i costi di trasporto si sono sicuramente ridotti così come le innovazioni nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione hanno determinato una rapida globalizzazione dei mercati. Le economie di scala attengono quindi, anche alle industrie dei servizi che non soffrano di diseconomie manageriali, cioè di un management pigro, ipovedente delle opportunità del mercato e irrazionale. La qualità e l’affidabilità del servizio sono obiettivi fattibili ai quali si possono abbinare economie di scala. Capitolo 8 1. (a) La domanda del settore si sposta verso il basso, il prezzo e la quantità scendono, le imprese diminuiscono i profitti, ma possono coprire i costi variabili nel breve periodo. Nel lungo periodo, uscirà dal settore un numero di imprese tale da ripristinare il prezzo originario ad un livello inferiore di produzione aggregata. .(b) Ora la curva di offerta di lungo periodo (LS) del settore sale. Nel lungo periodo, le imprese con costi maggiori escono dal settore, e all’equilibrio corrispondono prezzi più bassi, meno imprese e un volume totale di produzione minore. 2. La curva di offerta si sposta verso l’alto (si contrae) nel breve periodo, facendo aumentare il prezzo e riducendo la quantità. Nel lungo periodo, l’ingresso di nuove imprese nel settore inverte la direzione di questi spostamenti. 3. (a) Il Paese è un importatore se l’offerta e la domanda nazionali si intersecano in un punto superiore al prezzo mondiale, mentre è un esportatore se le due funzioni si intersecano in un punto inferiore al prezzo mondiale. (b) La produzione nazionale aumenta e le importazioni calano. 3. Q: 123456 P: 876543 RT: 8 14 18 20 20 18 MR: 8 6 4 2 0 –2 Quantità e prezzo di equilibrio del monopolista sono pari a 2 e 7. Per l’impresa concorrenziale, 4 e 5. 5. Non vi è alcuna variazione nella quantità prodotta. MC e MR sono, difatti, invariati e, in questo caso, i profitti cono ancora positivi. 6. (a) Il profitto normale ricompensa opportunamente rispetto a tutte le risorse impiegate. (b) No, se vengono perse le economie di scala e aumentano i costi. 7. Il ricavo marginale è pari al prezzo di equilibrio del mercato, MR= 44. La curva di costo marginale corrisponde alle seguenti combinazioni di quantità, Q e MC: Q: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 MC: -, 12, 20, 28, 36, 44, 52, 60, 68 In corrispondenza di una quantità pari a 5,5, il costo marginale ed i ricavo marginale sono uguali, MC=MR=44. 8. Il costo medio ATC ed il costo marginale MC del monopolista hanno, in genere, il tipico andamento ad U. In questo particolare ATC assume i seguenti valori: Q: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9 ATC: 22, 12, 8,66, 7, 6, 5,33, 4,85, 4,5, 4,22 È cioè, continuamente decrescente. In genere, il costo marginale (ad U) interseca il costo medio totale (ad U) nel suo punto di minimo. Essendo il costo marginale in questo caso, costante e pari a 2 per tutte le quantità, il costo medio continua a decrescere e solo all’infinito (per quantità infinita) tange il costo marginale. 9. La libertà di ingresso e quella di uscita possono essere utili nel distinguere teoricamente breve e lungo periodo. Se l’uscita è costosa, diventa rilevante per l’impresa sapere quando. Quanto il profitto cumulato dall’ingresso nel settore, può compensare il costo dell’uscita? Se la previsione è certa con riferimento ad un costo positivo di uscita, gli insediati e gli entranti non possono che avere equivalente certezza che anche nel lungo periodo le imprese registrino un profitto. Questo non è un mercato di concorrenza imperfetta. Può essere di monopolio o concorrenza monopolistica (Si legga il capitolo 9). 5 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl 10. L’indice di potere monopolistico (P-MC)/P è pari all’inverso dell’elasticità della domanda di un bene al suo prezzo, tale coefficiente stimato in modulo (sen”a “-“). Più elevata fosse l’elasticità, maggiore sarebbe la reattività dei consumatori a variazioni di prezzo di un bene per il quale possano esistere svariati sostituti. Questi sarebbero i presupposti del mercato di concorrenza perfetta e, di fatto, l’indice di potere monopolistico è pari a 0 quando l’elasticità della domanda è infinita come per la singola imprese che opera in un mercato di concorrenza perfetta. Capitolo 9 1. CR3 = 70%. Il rapporto di concentrazione si misura sommando le quote di mercato delle prime n– in questo caso 3 – imprese, ordinate per quota decrescente. 2. Come nel grafico della Figura 9.4, a fronte di una domanda per una peggiore qualità rappresentabile al di sotto della domanda per la migliore qualità e a fronte di un costo medio e marginale per il peggioramento della qualità superiore a quello relativo alla migliore qualità, il volume ottimo di produzione e il prezzo di equilibrio per le stampanti che assicurano una media qualità grafica sono di coordinate inferiori rispetto a quelle relative al volume ottimo e al prezzo di equilibrio dell’alta qualità. 3. (a) Il legame tra N e α è inversamente proporzionale. Ovvero, all’aumentare dell’investimento pubblicitario, il numero delle imprese nel settore diminuisce. (b) Il legame tra N e S è direttamente proporzionale. Il numero delle imprese aumenta all’aumentare della capacità e della dimensione di spesa, all’aumentare della domanda. 4. Le indagini di customer satisfaction, basate su assunti scientifici e formalizzati e rilevate con certa periodicità, non sono ancora così diffuse nel settore culturale italiano. Molto sta all’intuizione e all’esperienza dei manager culturali. Si tratta di una strada tutta da percorrere… 5. Entrambe le due interpretazioni contengono una verità. Con riferimento alla prima, la globalizzazione rende disponibile ai consumatori una vasta serie di prodotti, le imprese nazionali sono costrette ad innovare per resistere alla minaccia competitiva di altre imprese (quelle estere), i consumatori possono in definitiva trarre beneficio dalla concorrenza tra le imprese. Queste, cresciute in numero, a parte le origini geografiche, difficilmente riusciranno a definire collusioni stabili. Tuttavia, e qui diviene rilevante la seconda interpretazione, i vantaggi della concorrenza passano in secondo piano se esistono economie di scala. Se i costi di ricerca e innovazione possono generare economie di scala, numerose imprese possono causare una perdita di risorse. È allora possibile che poche imprese colludano per sfruttare la leadership competitiva (ad esempio, nella realizzazione di aeroplani o nuovi farmaci). Certamente, sarebbe necessaria un’Autorità internazionale che limiti il potere di questi cartelli. Capitolo 10 1.(a) Q=4, P=7. (b) Ancora gli stessi. (c) Perché ciascuna impresa ha MC=3, ma otterrà MR>3 se essa sola si espande:il prezzo non scenderà di molto se l’altra impresa non comincerà a sua volta a espandersi. 2. (a) Q: 1234567 P: 8765432 RT: 8 14 18 20 20 18 14 MR: 8 6 4 2 0 22 24 (b) Z produrrebbe Q=3, mentre in 1(b), detenendo quote pari alla metà del mercato, Z avrebbe prodotto Q=2. 3. La certificazione rilasciata da un istituto che goda di una buona reputazione fa risparmiare ai clienti il costo di acquisire essi stessi le informazioni sul professionista in questione. Per quanto riguarda i meccanici, dopo un’esperienza negativa, potete rivolgervi altrove. La reputazione aiuta soltanto a risolvere il problema del reperimento delle informazioni. Per quanto riguarda i medici, dopo un’esperienza negativa, potreste essere morti. 4. Alcuni trasmettono nuove informazioni. Molti erigono barriere all’entrata. 5. Potrebbe accordarsi con un altro genitore sulle punizioni da impartire ai bambini, vincolandosi così a una sorta di impegno irrevocabile; infatti, non rispettando l’accordo, apparirebbe fatuo e incoerente. 6. (a) In effetti, esse non potrebbero vigilare efficacemente affinché non si verifichino violazioni dell’accordo. (b) La prevenzione strategica dell’ingresso nel mercato di nuove imprese concorrenti fa crescere i profitti sulla produzione corrente. 7. Sia per l’impresa A che per l’impresa B la strategia dominante è abbassare il prezzo. L’equilibrio di Nash sta nel quadrante in basso a destra, 5 5. 8. L’obiettivo di massimizzazione del profitto è comune a tutte le imprese. Il procedimento è ad eliminazione delle ipotesi che non garantiscono questo obiettivo. Alla fine, solo un’ipotesi sarà credibile. 9. I Governi possono invocare regole e norme internazionali che vietano gli aiuti interni discorsivi della concorrenza. Oppure, possono imporre regole contabili più severe e standard per l’accesso al credito più rigidi. Capitolo 11 1.(a) Perché gli altri fattori produttivi sono fissi. (b) La curva di domanda di lavoro si sposta verso l’alto. 2.(a) L’effetto di sostituzione spiega l’aumento dell’offerta di lavoro, ma l’effetto di reddito spiega la diminuzione delle ore di lavoro offerte in quanto il tempo libero è un bene normale. (b) Più persone entrano a far parte della forza lavoro. 3. Perché il settore deve pagare maggiori remunerazioni per attirare lavoratori appartenenti ad altri settori. 4. (a) Perché esiste una forte domanda di calciatori fuoriclasse, ma una scarsa offerta.(b) Perché gli studenti di scienze economiche dispongono di un capitale umano più appropriato a professioni che pagano alti salari. 6 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl 5. Il lavoratore perde 30000 euro durante il periodo di formazione. Il salario futuro dovrà essere di 23000 euro all’anno per 30 anni. 6. (a) L’accesso alla professione verrebbe ristretto attraverso esami particolarmente severi e insistendo sugli orari di lavoro prolungati. (b) Sì. 7. I saggi salariali diminuiscono in presenza di minori profitti da monopolio a cui i sindacati possano dare la caccia con finalità redistributive. La creazione di strutture di rappresentanza sindacale più ampie aiuterebbe a ripristinare il potere contrattuale dei lavoratori, ma potrebbe ostacolare l’ottenimento dei benefici economici derivanti dalla concorrenza. 8. (a) Poiché alla gente piace, la domanda dello schizzo è elevata e nessun altro può offrire lo stesso bene. (b) L’effetto di reddito implica che si desideri più tempo libero.(c) Occorre considerare se esistano ragioni sistematiche per le quali le donne acquisiscono meno qualità valutate positivamente dalle imprese.(d) Non si può trascurare il costo opportunità dei redditi da lavoro a cui si rinuncia durante la permanenza all’interno del sistema educativo.(e) Le classi meno abbienti potrebbero essere in primo luogo sovra-rappresentate all’interno dei sindacati. 9. Dall’intersezione delle due funzioni, domanda ed offerta di lavoro, il salario di equilibrio è 12 per 8 ore di lavoro. Se il prezzo del prodotto si riduce della metà non si può dedurre di quanto si ridurrà la domanda di lavoro, poiché non si sa quanto del costo totale di produzione è attribuibile all’impiego del fattore produttivo Lavoro. Tuttavia, si può essere certi che nel lungo periodo la domanda di lavoro si ridurrà. Ciò è rappresentabile con una contrazione della domanda (spostamento verso il basso ed a sinistra) nel grafico. 10. Ragioni non solo economiche sottendono al ruolo femminile nella forza lavoro. Agli albori della rivoluzione industriale, la forza lavoro femminile divenne utile in quanto numericamente necessaria (accanto allo sfruttamento del lavoro minorile!). Il divario socio-economico che ne derivò tra imprenditori e lavoratori fu tale da incrementare la domanda e l’offerta di lavori domestici… ragion per cui le aristocratiche furono anche in grado di utilizzare il loro tempo per una più intensa formazione che avrebbe poi garantito affermazioni professionali. Le due guerre mondiali hanno dato forte impulso all’emancipazione femminile, malgrado l’impatto distruttivo (anche dei ruoli sociali) dei due conflitti. La rivoluzione femminista degli anni ’60 del secolo scorso ha fatto il resto. La frequenza universitaria “ al femminile” è esplosa ed ha contribuito, tra le tante variabili, all’affermazione professionale dell’altra metà del cielo. In questi ultimi venti anni sicuramente sono cambiati i ruoli famigliari e la società dell’iperconsumo ha condizionato tali ruoli. I casalinghi non sono poi una realtà così recente, anche se la crisi ne sta rivalutando il ruolo. Che il desiderio di status sociale – e di iperconsumo – determini una corsa femminile alle professioni è tutto da discutere. La crisi ha, di fatto, riportato le priorità al necessario e il futile è passato in secondo piano. È difficile generalizzare. In taluni percorsi curriculari, le studentesse sembrano eccellere più dei compagni maschi ma talune occupazioni di c.d. basso profilo – per la scarsa specializzazione delle competenze richieste, come potrebbe essere per i lavori domestici - rimangono al femminile. Capitolo 12 1. A è indifferente al rischio, B è propenso al rischio e C è avverso al rischio. Vi è quindi una maggiore probabilità che sia C ad acquistare l’assicurazione. 2. E’ probabile che i tassi di premio siano alti: questo, infatti, è un caso di selezione avversa. Le persone a basso rischio sarebbero disposte ad effettuare una visita medica – e pertanto difficilmente richiederanno l’assicurazione medica. E’ probabile che la maggior parte delle persone possano avere problemi di salute. La compagnia di assicurazione, essendo consapevole di questo, applicherà premi più alti per coprire l’alto rischio derivante dalle persone con problemi medici. 3. (a) sì; (b) no; (c) sì. 4. E’ probabile che i titoli azionari della società di consulenza abbiano un indice beta negativo, dal momento che la società andrà bene nei momenti di crisi, quando le altre vanno mediamente male, e quando le imprese prosperano la società di consulenza sarà meno performante, dal momento che vi saranno meno disoccupati. E’ probabile che i titoli azionari abbiano un alto prezzo e un basso rendimento atteso. 5. In una tale situazione vi è un’asimmetria informativa: coloro che sono insiders – ovvero si trovano in una posizione interna alla società – hanno più informazioni sull’andamento della stessa. L’asimmetria informativa può portare al rischio morale – ovvero alla possibilità che coloro che possiedono migliori e maggiori informazioni le usino a proprio vantaggio e a discapito di coloro che sono meno informati. 6. (a) E’ vero che gli economisti possono essere non migliori di chiunque altro nel predire i movimenti dei prezzi azionari (nonostante Keynes abbia fatto fare fortuna al suo College, facendo ottime previsioni). Tuttavia, i movimenti nei prezzi delle azioni possono avere effetti significativi su altre attività economiche: per questa ragione è importante che gli economisti li studino…(b) Nei regimi assicurativi, molti clienti perdono una piccola parte del loro denaro per evitare che un solo cliente ne perda molto. Grazie all’aggregazione del rischio, la società di assicurazione può ridurre il premio applicato. Capitolo 13 1. Per tutti e tre i motivi. 2. Di una vendita per pacchetti, ovvero di un bundling. 3. Tutti marchi di una stessa impresa che differenzi o diversifichi la propria produzione; sale d’attesa regulared executive negli aeroporti; pudding natalizi standard e di lusso. 4. La produzione è più alta e coloro che precedentemente non erano disposti a comprare a un 7 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl prezzo unico ora si trovano in una situazione migliore. Invece, coloro che, precedentemente, erano disposti a comprare al prezzo unico, si trovano in una situazione peggiore, in quanto si confrontano con un prezzo più alto. 5. Un cartello offre un prodotto standardizzato. Un’alleanza strategica offre una gamma di prodotti che presentano una forte complementarietà. 6. Vantaggi di economie di scala, incentivi a investire e quindi riduzione dei costi. 7. (a) MC=0, dunque il prezzo dovrebbe essere basso. Alcuni servizi gratuiti, inoltre, spingono le persone a utilizzarli, e quindi creano, tra impresa operante tramite Internet e cliente, un rapporto che può essere sfruttato in seguito, quando si deciderà di aumentare i prezzi. La pubblicità può altresì supportare i servizi gratuiti. (b) Il beneficio totale dei consumatori aumenta a causa di un’area più vasta sotto la curva di domanda quando la quantità di equilibrio aumenta. (c) Prezzi azionari elevati potrebbero riflettere le aspettative del mercato circa profitti futuri elevati. Capitolo 14 1. (a) Efficiente e non equa. (b) Né efficiente né equa. (c) Sia efficiente sia equa. (d) Poco efficiente e poco equa. (e) Efficiente e non equa. L’aggettivo “equa” risponde alla domanda: “Quanto è giusta la distribuzione delle risorse?”. 2. (a) 1 film vale 5 pasti relativamente all’utilità dei consumatori.(b) Il costo marginale dei film è cinque volte quello dei pasti. (c) Il prodotto marginale del lavoro nel settore della ristorazione è cinque volte maggiore di quello nel settore cinematografico. In equilibrio il costo marginale sociale eguaglia il beneficio marginale sociale. 3. La risposta è “sì”a tutte le domande. 4. No. Assicurando le caldaie che essa stessa aveva certificato, la compagnia rimosse qualunque incentivo a venire corrotta per falsificare le certificazioni, riducendo dunque il rischio morale. 5. (a) Perché,per fare ciò, si sprecherebbero delle risorse scarse. (b) Sì. 6. (a) Per un’ulteriore riduzione dell’inquinamento, il costo marginale supera il beneficio marginale, una volta che il livello di inquinamento sia già basso. (b) I monopoli, le esternalità ecc. rappresentano importanti fallimenti del mercato. (c) Si verificano anche fallimenti delle politiche governative. 7. Se il costo dell’inquinamento viene ignorato, la quantità di equilibrio è appena al di sotto di 7 ed il prezzo di poco al di sotto di 17 euro. Questo mercato è inefficiente. Se infatti il costo marginale sociale fosse correttamente rappresentato, per ogni borsa di plastica di 20 euro al di sopra del costo marginale privato, il prezzo di equilibrio dovrebbe salire al di sopra di 23 e la quantità sarebbe pari a circa 3,5. Il costo sociale dell’esternalità sta tra i due equilibri. 8. I beni o servizi la cui offerta e la cui domanda siano inelastiche devono essere maggiormente tassati. Quindi, (a) modestamente, (b) pesantemente, (c), discretamente, (d) pesantemente. Certamente tassare l’industria alimentare potrebbe essere iniquo. Tuttavia, l’equità esula dalle considerazioni qui presentate. 9. Una riduzione del prezzo di y, per j che, in ragione della rappresentazione – si può ritenere – abbia maggiori possibilità di spesa del consumatore i. 10. Durante le campagne elettorali, i candidati sanno che gli elettori sono particolarmente sensibili a determinati argomenti. Le valutazioni di economia normativa rimangono fuori dai discorsi e dalle promesse. Se fossero onesti nel prefigurare le possibili scelte (ed i possibili sacrifici) relative a risorse che rimangono scarse, non otterrebbero il favore degli elettori. Per loro diventa fondamentale individuare l’elettore mediano. (Si rinvia al capitolo 16). Capitolo 15 1. Il triangolo ha un’altezza di 3 euro e una base di 200000 unità. Dunque il costo sociale è pari a 300000 euro. 2. Il triangolo ora ha un’altezza di 6 euro e una base di 400000 unità, quindi il costo è pari a 1 milione e 200000 euro. Inoltre, 600000 unità vengono adesso prodotte a 1 euro in più di quanto sia realmente necessario. Il costo sociale totale è così pari a 1 milione e 800000 euro. 3. Per via delle esternalità di localizzazione. Ma la scelta del luogo nel quale concentrare l’intera produzione non è casuale. La Svizzera, che ha costi salariali elevati, non sarebbe un buon luogo dove avviare un’attività imprenditoriale ad alta intensità di lavoro. 4.(a) Gli utili potrebbero riflettere solamente una posizione di potere monopolistico. (b) I vantaggi delle economie di scala e l’incentivo a investire nell’innovazione talvolta superano in importanza gli altri costi sociali del monopolio. (c) I vantaggi privati delle fusioni possono includere profitti di monopolio, che costituiscono un costo sociale. 5. I confini internazionali sono un vantaggio per le attività creative anche se l’interdipendenza dei mercati non è favorevole in tempi di crisi. Le pubbliche amministrazioni dovrebbero soprattutto garantire agevolazioni fiscali, liberalizzazione delle attività, infrastrutture come un’agevole comunicazione tra distretti o cluster creativi. 6. Oltre all’indebitamento, bisognerebbe valutare a quanto ammontano il totale attivo e il totale dei crediti. Bisognerebbe poi valutare quali strumenti finanziari tratta la banca, peraltro vagliandoli alla luce di sistemi di rating affidabili. Si ritorni a leggere l’Applicazione 6.1 relativa al caso Northern Rock. 7. La specializzazione delle frodi nei confronti dei consumatori va di pari passo con la crescita delle frodi stesse. Il costo sociale per la collettività potrebbe essere ridotto da Autorità settoriali ed estremamente competenti, ad esempio sulle particolarità contrattuali che hanno travolto, di recente, ignari investitori finanziari con la crisi dei subprime ed altre complesse cartolarizzazione. Capitolo 16 8 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl 1. Salvi i problemi di congestione della sala teatrale, lo spettacolo teatrale dal vivo ovvero la cultura, la luce di un faro e la tolleranza sociale sono tutti beni pubblici. Lo spettacolo teatrale su canale televisivo a pagamento è un bene escludibile, il c.d. bene club. 2. Uno standard minimo in termini di istruzione è un bene meritorio e le persone, singolarmente prese, non riescono a valutare tale standard. Lo Stato si assume il compito di misurare e fornire un livello minimo di istruzione. L’istruzione genera esternalità e, per motivi di equità verticale, è bene assicurare uno standard a tutta la popolazione. Non è escluso che taluna istruzione sia fornita da enti di diritto privato purché, tramite opportuni criteri di riconoscimento, tali enti assicurino lo standard fissato dallo Stato. 3. Equità verticale implica che si ridistribuisce prelevando reddito da chi trae i maggiori benefici dal godimento di tutti i possibili beni a favore di chi, pur avendo equivalente capacità reddituale, meno gode dei benefici collettivi. Equità orizzontale significa pari trattamento per tutti coloro che trascorrono il medesimo monte di ore a prendere il sole. 4. Sono tutte imposte progressive, salva quella sulla birra se si ritiene che la birra sia un bene prevalentemente consumato dalle persone povere. 5. 18%, 24% e 28,8%. È un’imposta progressiva ed è tanto più progressiva quanto più viene innalzato il livello minimo di reddito esente. 6. (a) Se l’offerta di lavoro è anelastica e non vi è spostamento dell’offerta, non si realizza nessuna distorsione. (b) Più tale offerta risulta elastica e anche in ragione dell’elasticità della domanda di lavoro, variabile è la dimensione del triangolo di costo sociale e variabile è la ripartizione del carico fiscale tra lavoratori e imprese. (c) Se la domanda di lavoro è anelastica, il carico dell’imposta graverà completamente sulle imprese. 7. (a) Le imposte non sono sempre un peso per la società. Dipende da come il Governo intende programmare e spendere il gettito tributario. (b) Le imposte non sono sempre distorsive. Il gettito tributario può garantire la fornitura di beni pubblici, l’eliminazione di talune esternalità e la redistribuzione del reddito. Le aliquote marginali possono generare distorsioni. (c) Si possono adottare meccanismi di incentivo che inducano i politici ad adottare determinate politiche e che inducano gli elettori a favorire determinati partiti. Si potrà poi verificare se l’equilibrio politico è per politiche più o meno rigorose. 8. Se si considera il solo costo privato della produzione dell’acciaio, il prezzo deve eguagliare il costo marginale. Quindi, 44-2Q=4. La quantità che consente la massimizzazione del profitto è pari a 20. Se si conteggia il costo marginale esterno, il costo marginale non è più 4 bensì 4+1/2Q. La quantità di equilibrio sociale si ottiene eguagliando il beneficio marginale sociale, cioè la domanda 44-2Q al costo marginale sociale, 4+1/2Q. Quindi, la quantità di equilibrio sociale è pari a 16. Il costo sociale sta tra l’equilibrio privato e quello sociale. Una tassa sulla produzione pari a 1/2Q eliminerebbe l’esternalità. 9. Si veda la risposta alla domanda 6. (a) Si valuti, attentamente, tuttavia, come diverso è il caso se l’offerta di lavoro sia inelastica – di coefficiente intermedio tra 0 e 1 – o anelastica – di coefficiente pari a 0 -. (b) (c) Il costo sociale è massimo quando l’offerta è infinitamente elastica e la domanda è anelastica. Tanto è che non si può più parlare di un triangolo di area variabile… 10. Gli economisti cercando di astrarre dalle promesse politiche. L’ecopass ha come scopo di ridurre un’attività ritenuta eccessiva. Certo, se poi gli introiti vengono utilizzati per costruire più strade o mezzi di trasporto alternativi ma comunque inquinanti, l’analisi di costi privati e sociali è più importante di qualsiasi dibattito politico. Appare, comunque, logico che l’ecopass vada a finanziarie un sistema locale (pubblico) dei trasporti. 11. Gli economisti coniano categorie come i beni meritori ad indicare che la fornitura di questi beni genera un beneficio sociale superiore al beneficio privato. L’istruzione è un bene meritorio perché genera un’esternalità positive incrementando la produttività non solo di un singolo lavoratore bensì anche di tutti coloro che collaborano. Al Governo competerebbe valutare ciò che è meritorio poiché i cittadini non sempre agiscono nel loro interesse. Questo argomento è a sostegno dell’ipotesi, ad esempio, della scuola obbligatoria per un numero minimo di anni o delle vaccinazioni obbligatorie. Una tassazione progressiva per un’aliquota marginale aumentata del 15% potrebbe, tuttavia, essere distorsiva. Se le aliquote fiscali aumentano troppo, sono un incentivo all’elusione fiscale. La curva di Laffer lo dimostra. Capitolo 17 1. 650+140+90=880. 2. (a) 250 miliardi di euro. (b) Il reddito nazionale è il prodotto nazionale netto al costo dei fattori. L’ammortamento rappresenta un costo all’interno del processo produttivo. (c) Perché riducono il potere di acquisto di un determinato prodotto nazionale lordo. 3. (a) 210. (b) 310. (c) 1870. (d) Sì, se le importazioni eccedono le esportazioni. 4. (a) 2182. (b) 9,1%. (c) 10%. 5. (a) Ciò che viene sottratto al tempo libero, in questo caso può essere considerato un investimento in capitale umano. (b) No, si tratta solo di un trasferimento. (c) Sì. (d) L’inquinamento dovrebbe teoricamente essere sottratto dal PNL. Tutto ciò che impedisce l’inquinamento attraverso un’efficiente sistema di raccolta della spazzatura viene conteggiato nel PNL. 6. (a) I sussidi di disoccupazione rappresentano soltanto dei trasferimenti, non sono fonte di reddito. (b) Potrebbe essere plausibilmente indesiderabile, se ottenuto mediante una distribuzione del reddito molto diseguale. (c) È vero nella misura in cui vengono comparati gli incassi nominali. In termini reali, i guadagni al botteghino de La dolce vita superano di gran lunga quelli di Vacanze di Natale! 9 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl 7. Bisognerebbe attentamente valutare quante sono le ore di lavoro dei cittadini e quale una media dei salari nazionali. Bisognerebbe anche valutare quante ore straordinarie – se ammesse – di lavoro vengono realizzate dai medesimi lavoratori ed a quale paga oraria. Ora si potrebbero fare delle valutazioni sulle ore residue alla giornata lavorativa per conteggiare un possibile valore del tempo libero. Rimarrebbero molte incertezze sulla stima, tuttavia. Ci sono persone che non vogliono lavorare e persone che non riescono a trovare un lavoro, irrimediabilmente costrette al tempo libero perché disoccupate! Come trattare poi i ruoli parentali di coloro che scelgono di non lavorare per dedicare ore alla famiglia? 8. Il prezzo nominale può essere rimasto pressoché invariato ma il prezzo reale è sostanzialmente diminuito. La qualità ha invece subito incrementi decisivi grazie al progresso tecnologico che ha variato la qualità delle immagini, la dimensione degli schermi, ecc. 9. Il PIL è una misura discutibile in quanto non dà informazioni sulla distribuzione del reddito, ignora i beni ed i servizi non oggetto di mercato, le economie illegali ed è di difficile comparazione se non viene misurato in una medesima valuta internazionale a parità di potere di acquisto. Per rendere questa stima più attendibile bisognerebbe iniziare a sottrarre mali come l’inquinamento. Lo Human Development Index appare come una possibile integrazione delle misure del benessere ed è utile nel comparare economie c.d. sviluppate con economie in via di sviluppo. Stime che potrebbero ulteriormente integrare il PIL, a valutazione del benessere, potrebbero essere: le ore di tempo libero, le stime della (dis)uguaglianza sociale (indice di Gini), stabilità dei matrimoni, età dei pensionamenti, incidenza della malattia mentale e dei suicidi, numero di studenti fuori corso, accessibilità a luoghi di cultura, ecc. Capitolo 18 1. (a) La spesa aggregata è una retta di intercetta =40 e pendenza positiva=0,8. (b) Una involontaria riduzione delle scorte. (c) 200. (d) Sì: 40=0,2 · 200. 2. (a) 75. (b) 45. 3. (a) Il reddito di equilibrio scende da 500 a 200. (b) I= S=100. Il risparmio rimane invariato in termini assoluti, ma aumenta in termini percentuali perché il reddito è sceso. 4. Gli investimenti non programmati. 5. (a) Il moltiplicatore del reddito è pari a 1/0,2=5. 5 · 400=2000 è il reddito di equilibrio. (b) Il moltiplicatore diverrebbe 1/0,3=3,3 ed il reddito di equilibrio sarebbe, a questo punto, (400+100) · 3,3=1667, quindi inferiore a 2000. 5. (a) Gli investimenti sono indipendenti dal risparmio, e un maggior risparmio riduce la spesa aggregata. (b) Poiché PMgC<1, una riduzione nell’output causa una riduzione minore nella spesa e dunque, a un certo punto, la spirale si arresta. 7. Non si tratta di un vero e proprio moltiplicatore così come pensato da J. M. Keynes. Certamente, se i prelievi di un sistema economico non sono rappresentati dal solo risparmio, non si può escludere che il denominatore della frazione 1/s oppure 1/1-c non divenga superiore al numeratore, determinando un moltiplicatore inferiore a 1. 8. E’ possibile che l’offerta aggregata di un sistema economico non possa superare un determinato output potenziale, oltre il quale reddito e prodotto non possono andare. Il paradosso della parsimonia potrebbe essere allora frustrato. 9. Questa considerazione si può fare per molti sistemi economici contemporanei per i quali si è coniato l’appellativo “società dell’iperconsumo”. Certamente fenomeni come il credito al consumo hanno alimentato questo “materialismo”. Il livello dei tassi di interesse e la disponibilità o meno di liquidità alterano le possibilità di consumo. Secondo Milton Friedman il consumo dipende più dal reddito permanente che dal reddito disponibile o corrente. Secondo Franco Modigliani le persone pianificano il loro consumo in base ad un c.d. ciclo di vita in relazione al ciclo di vita del loro reddito. Capitolo 19 1. (a) 120.(b) Il reddito aumenta di 250 e dunque Y′= 1250. Il consumo aumenta da 800 a 1000. Gli investimenti sono 130 e la spesa pubblica è 120. (c) Y′ =1250, C=1000, I=80, G=170. (d) ΔY= 200, moltiplicatore = 5, quindi ΔG=40. 2. (a) Per ogni euro aggiuntivo di reddito nazionale,0,6 centesimi vanno in consumi addizionali, 0,15 centesimi vanno in risparmi addizionali e 0,25 centesimi vanno in imposte addizionali. Il moltiplicatore è pari a 1/(0,4). (b) Il reddito di equilibrio cresce di 15 miliardi di euro. (c) Le imposte crescono di 1/4 di tale ammontare, quindi il deficit di bilancio aumenta, essendo la spesa pubblica addizionale pari a 6 miliardi di euro. 3. In equilibrio, i prelievi programmati eguagliano le immissioni programmate. Il risparmio programmato è uguale all’investimento programmato soltanto in assenza di settore pubblico e di settore estero. 4. Perché, a lungo andare,non potrebbe permettersi di pagare gli interessi sul suo enorme debito. Nessuno può accumulare debiti all’infinito! 5. Le esportazioni dell’UE diminuiscono, determinando una fase di recessione in ambito UE e, quindi, minori importazioni. 6. (a)L’affermazione è errata in ragione dell’esistenza del moltiplicatore del bilancio in pareggio. (b) (X–Z) è sempre uguale a [(G–T) +(S–I)]. 7. Sì. Tuttavia, se il debito è uno stock, il PIL è un flusso che può generare gettito fiscale. La variabile economica che mette in relazione uno stock reale ed un flusso reale è il tasso di interesse reale. Se il tasso di interesse reale raddoppia, è necessario un maggiore PIL ed un maggiore gettito fiscale per compensare il debito. 8. Se il denominatore del moltiplicatore è pari a 1,5 così che il moltiplicatore sia pari a 2/3=0,67, deve essere che la propensione marginale al risparmio e 10 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl l’aliquota fiscale siano entrambi pari a 0,5 e la propensione marginale alle importazioni sia pari a 0,75. 9. Molteplici sono le tesi che possono provare o smentire. Prima di tutto, l’economia è una scienza sociale: è difficile isolare delle variabili ed attribuire loro il primato del successo o dell’insuccesso. Il Regno Unito ha goduto, di fatto, di stabilità politica e favorevoli condizioni di crescita mondiale. La decisione di attribuire maggior peso alla politica monetaria è in parte dovuto all’imitazione della politica tedesca. E’ vero che la politica monetaria è più flessibile di quella fiscale. Tuttavia, entrambe le politiche richiedono tempo – dai 18 mesi ai due anni – per tutto ciò che concerne i provvedimenti applicativi e la misurabilità degli impatti. Uno degli svantaggi della politica monetaria sta nel fatto che il Governo non può valutare tutti gli effetti della politica espansiva della Banca centrale. Come sosteneva Keynes, la politica monetaria può rendere disponibile la moneta ma la collettività non può essere costretta ad utilizzarla. In caso di politica fiscale espansiva, attraverso una riduzione delle tasse ed un aumento della spesa pubblica, il Governo non può valutare cosa avviene del potere di spesa che deriva da una minore tassazione. Potrebbe anche determinare un incremento delle importazioni. Sicuramente, il Governo può controllare la sua spesa e creare occupazione attraverso la sostenibilità di alcune azioni: interventi in regioni depresse, soluzione del problema ambientale, creazione di impianti di energia pulita, ecc. La crisi iniziata nel 2007 dovrebbe rendere cauti nell’attribuzione incauta di primati discutibili. Capitolo 20 1. No, perché non può essere scambiata indefinitamente. Né si tratta di un puro baratto, a meno che la nuova automobile non abbia lo stesso valore monetario di quella vecchia. 2. Base monetaria =12+2=14; M3 =12+30+60+20= 122. 3. (a) La Banca d’Italia fornisce di titoli il Monte dei Paschi di Siena in cambio di liquidità. La Banca d’Italia ora ha meno titoli (attività), ma anche meno passività (liquidità in circolazione). Avendo ridotto le riserve liquide, il Monte dei Paschi di Siena registrerà una riduzione moltiplicata nei depositi e una corrispondente variazione nei prestiti concessi sull’altro lato del suo bilancio. (b)L’offerta di moneta diminuisce di una quantità maggiore di quella relativa all’originale operazione di mercato aperto. 4. Il moltiplicatore monetario è ora pari a 1. L’offerta di moneta diminuisce soltanto del valore dell’operazione di mercato aperto. Il Monte dei Paschi di Siena non registra alcun deposito addizionale né una contrazione dei prestiti. 5. Perché si rende disponibile minore moneta per generare acquisti da parte delle imprese per effettuare investimenti. Molteplici sono gli strumenti attraverso i quali un’impresa può finanziare i suoi progetti di investimento: oltre al credito, l’aumento di capitale o l’emissione di obbligazioni, ecc. 6. (a) Può controllare l’offerta di moneta contando sul “normale” coefficiente di riserva che le banche si sono comunque imposte per sicurezza. Tuttavia, le banche centrali preferiscono fissare i tassi di interesse e offrire la moneta che, in conseguenza di ciò, il mercato richiede. (b) Il comportamento è ragionevole nella misura in cui sia cresciuto fortemente il reddito futuro atteso. 7. L’effetto di aumento dei depositi vincolati potrebbe essere modesto. Bisogna verificare i motivi che stanno alla base del risparmio. L’incertezza sul futuro traina il risparmio indipendentemente dal valore e dalle oscillazioni del tasso di interesse. 8. Le carte di credito consentono di differire i pagamenti ma in ultima analisi non è la carta di credito “moneta” bensì il deposito bancario sul quale a certa data si compenseranno operazioni di debito tra le altre, quelle appunto realizzate con carta di credito) e credito. 9. Le banche differiscono in due fondamentali caratteristiche: i depositi presso di loro possono trasformarsi in moneta bancaria – tramite il meccanismo del moltiplicatore monetario -: solo una piccola quota della liquidità depositata presso le banche è richiesto per effettuare transazioni. Molti movimenti bancari non sono, oggi, trasferimenti di liquidità. Capitolo 21 1. Poiché sa che in futuro dovrà “ripagare”quel taglio quando le tasse aumenteranno di nuovo. 2. (a) La funzione IS si sposta verso l’alto. (b) La funzione LM si sposta verso destra (seguendo una regola di politica monetaria come la regola di Taylor). (c) Non si produce alcun effetto se viene seguita la regola di Taylor. 3. La funzione LM è orizzontale. Qualunque sia il reddito del piccolo Paese, la Banca Centrale Europea fissa un solo tasso di interesse per tutta l’area euro, che difficilmente viene influenzata da un piccolo Stato. La sua funzione LM si sposta quando la BCE cambia i tassi di interesse. 4. (a) Per Eurolandia, la funzione LM ha pendenza positiva, come si è visto nel corso del testo. (b) Se il piccolo Stato si comporta come l’aggregato Eurolandia, il suo reddito è alto quando quello di Eurolandia è alto, quindi la funzione LM ha pendenza positiva anche per il piccolo Stato. 5. (a) Anche con un’aliquota fissa, aumenti del reddito generano aumenti del prelievo complessivo. (b)Se il reddito fosse stato più basso, non ci sarebbe stato motivo di aumentare la spesa pubblica. (c) La domanda di consumi e di investimenti è basata su valutazioni di lungo termine. 6. (a) Una variazione del tasso d’interesse non ha ripercussioni nel breve periodo. Solo nel lungo, al momento del rinnovo degli strumenti finanziari, si avranno ripercussioni. (b) La Banca centrale dovrebbe variare in maniera decisa (aumentare) il tasso di interesse per determinare un certo effetto sui consumi ed un effetto ben più consistente sugli investimenti. 11 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl 8. Secondo l’equivalenza ricardiana, un taglio odierno delle tasse ha uno scarso effetto sulla spesa aggregata. I tagli fiscali possono avere un impatto anche oggi e su questa ipotesi gli economisti sono in disaccordo. I tagli fiscali possono stimolare i consumatori a spendere alla velocità alla quale le imprese realizzano un maggior prodotto, che pagano anche maggiori salari. L’equivalenza ricardiana è consistente se consumatori e Governo hanno le medesime possibilità di prestito. Se i tassi di interesse sono proibitivi – sono in aumento – per i consumatori, esiste per questi un chiaro svantaggio. L’evidenza empirica lascia molto perplessi. Tagli fiscali possono stimolare la spesa aggregata ma le aspettative negative possono compensare gli incentivi alla spesa. Le difficoltà di credito rendono la spesa molto sensibile al reddito corrente, disponibile. Capitolo 22 1. (a) La funzione MDS mostra la relazione tra il livello di inflazione e la domanda aggregata, attraverso gli effetti prodotti dalla politica monetaria adottata dalla banca centrale. (b) La funzione MDSs i sposta verso l’alto. (c) Dovrebbe aumentare i* per riportare MDS alla sua posizione originaria. 2. La funzione verticale AS si sposta verso destra, la funzione MDS si sposta verso l’alto e il tasso di inflazione di equilibrio rimane invariato. In pratica, lo spostamento di MDS è probabile che abbia la precedenza sullo spostamento di AS. 3. (a) Un aumento dell’aliquota fiscale la sposta verso l’alto. (b) Un aumento della produttività del lavoro la sposta verso il basso. 4 (a) A un certo punto, il prodotto raggiungerà il livello del prodotto potenziale. (b) Non nel lungo periodo, a meno che il prodotto potenziale non dipenda dall’inflazione. 5. Si tratta di una circostanza seria se la genesi sta in uno shock negativo dell’offerta, di aumenti decisi dei prezzi delle materie prime come il petrolio, anche in ragione della crescita accelerata di Cina e altre Paesi emergenti la cui domanda di materie prime è esplosa. 6. Al tema del cambiamento climatico dovrebbe essere dedicato un intero libro. Il riscaldamento globale determina emissioni nocive per l’ambiente e ridurre tali emissioni è divenuto un focus di molte politiche. Certamente, i danni all’ambiente determinano uno shock negativo dell’offerta, poiché minaccia le riserve di pesca, le foreste, la stabilità e la coltivabilità di terreni, ecc. Imposte che disincentivino strategie produttive inquinanti ed educazione a consumi ecocompatibili sono augurabili. Importante è poi valutare la dimensione dei sacrifici tra oggi e domani. (Si legga l’Applicazione 14.1) euro, mentre il pagamento degli interessi è ancora di 204000 euro. 2. Quando varia la domanda reale di moneta, M e P variano in modo differente. L’inflazione non è dunque solo un fenomeno monetario. 3. Inizialmente, uno shock della domanda fa aumentare p e diminuire U (Unemployment= disoccupazione), mentre uno shock dell’offerta fa aumentare sia p sia U. Uno shock permanente della domanda non ha effetti permanenti su U (poiché le forze del mercato oppure la banca centrale ristabiliscono la domanda aggregata al livello del prodotto potenziale); al contrario, uno shock permanente dal lato dell’offerta fa aumentare il livello di equilibrio di U. 4. Coloro che hanno un reddito nominale fisso;coloro che sottostanno a un regime di tassazione più elevato in quanto il sistema fiscale di riferimento non è neutrale rispetto all’inflazione; coloro che concedono prestiti a un tasso di interesse nominale fisso. Per quanto riguarda i soggetti economici del terzo gruppo, se anticipassero l’inflazione, potrebbero fissare i tassi di interesse nominali a un livello appropriatamente più elevato. 5. (a) Non nel lungo periodo. (b) No, se il tasso di interesse nominale si aggiusta al fine di mantenere invariato il tasso di interesse reale. (c) Se il tasso di interesse nominale non riesce a tenere il passo dell’inflazione, i tassi di interesse reali possono essere effettivamente più bassi. 6. (a) In caso di inflazione negativa. (b) Piuttosto che imporre pesanti distorsioni da aumenti della tassazione sul reddito personale o sugli scambi, sarebbero preferibili entrate fiscali inflazionate. 7. (a) No. Ciò spiegherebbe l’iniziale aumento dei prezzi, non il perdurare di tale aumento. (b) Forse a causa di un Governo che ha esagerato nel creare moneta per finanziare le proprie attività. (c) E’ possibile, tuttavia, che si superi il picco della curva di Laffer, così determinando un calo del gettito fiscale. 8. In tutti e tre i casi è in gioco la valutazione della competenza e dell’indipendenza delle autorità. (a) Esistono già autorità che si occupano della ricerca scientifica, farmacologia e di standard delle strutture sanitarie. Rimane un tema politico quanto del budget di tali autorità debba essere destinato a interventi di chirurgia estetica o oncologica. (b) Tale autorità dovrebbe correggere i livelli di indebitamento pubblico e le tentazioni a emettere titoli del debito pubblico. Esistono casi (Regno Unito) in cui simil-Autorità hanno fatto previsioni più ottimistiche che realistiche. (c) Una simile autorità dovrebbe accedere a molteplici dati e calcolare nuovi possibili indicatori del benessere. Vi è il rischio di arbitrarietà nelle stime di economia positiva e nelle valutazioni di economia normativa. Capitolo 23 1. (a) Con un’inflazione uguale a zero, negli anni 1-9 il vostro reddito è di 10000 euro e il pagamento degli interessi è di 4000 euro. (b) Nell’anno 1, il reddito è di 10000 euro e il pagamento degli interessi è di 204000 euro! Nell’anno 9, il reddito è di 2 milioni e 560000 Capitolo 24 1. Essendo diventati pessimisti circa la possibilità di trovare un lavoro, questi individui sono usciti completamente dalla forza lavoro. Due motivazioni per questo abbandono della ricerca di un lavoro possono essere la sfiducia e la convinzione che le imprese, 12 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl giustamente o ingiustamente, possano stigmatizzarli come meno capaci in quanto sono stati disoccupati. 2. No, vi è anche un problema di scarsità delle uscite. Infatti, le uscite dalla “piscina” della disoccupazione diminuiscono moltissimo nei periodi di recessione. 3. A una riduzione della domanda di alcuni tipi di lavoro corrisponde un aumento della domanda di altri. È possibile che si verifichi una temporanea discrepanza tra le abilità professionali domandate e quelle offerte, ma nel corso del tempo le competenze e i salari tendono ad aggiustarsi. Millenni di progresso tecnologico avrebbero condotto a un livello di disoccupazione del 100% se esistesse una relazione permanente tra innovazione tecnologica e disoccupazione. 4. (a) Carenza di domanda aggregata all’interno del sistema economico. (b) Salari reali troppo elevati, per esempio a causa del potere dei sindacati o di una rete di benefici assistenziali pubblici particolarmente favorevole. 5. Vi potrebbe essere un problema dal lato dell’offerta di lavoro quale, per esempio, una discrepanza tra competenze domandate e offerte di lavoro (disoccupazione strutturale). 6. (a) In un mondo in costante mutamento, rapidi flussi in entrata e in uscita dalla “piscina”della disoccupazione possono consentire di combinare in modo più efficiente competenze professionali e lavori. (b) No, nel caso di una disoccupazione naturale di equilibrio. (c) Non necessariamente. Vi potrebbe essere anche un problema di carenza di domanda di beni e servizi finali. 7. (a) Non efficace. L’effetto reddito stimola questi genitori a maggiore tempo libero. (b) Non efficace. E’ già improbabile che paghino elevate imposte sul reddito monoparentale. (c) Efficace purché esistano professioni che siano di un tale part-time e l’assistenza all’infanzia sia un servizio disponibile e accessibile, in ragione del potere di spesa del genitore single. 8. Dipende da variabili socio-demografiche. La giovane età può corrispondere ancora a periodi di formazione che costringono al “non lavoro”. In talune aree urbane (suburbane) depresse i giovani potrebbero, invece, non permettersi un upgrading educativo e potrebbero rientrare nella categoria dei c.d. lavoratori scoraggiati. 9. (a) In quanto membro dell’Unione europea, la Francia si adegua alle politiche monetarie della Banca centrale, dalle scelte prevalentemente deflazionistiche. (b) Il Ministro del Tesoro francese si deve attenere alle linee guida dell’Unione europea in termini di deficit e debito pubblico. Ciò può inibire la politica fiscale espansiva. (c) La politica economica francese ha posto enfasi sulla mobilità professionale e sulla liberalizzazione nelle assunzioni e nei licenziamenti. La crisi ha determinato un forte aumento della disoccupazione in tutti i Paesi dell’UE, Francia compresa. I benefici della politica francese sono difficili da valutare in questo momento. Capitolo 25 1. 1 sterlina =1,40 euro; 1 euro = 0,71 sterline. No, non può. 2. (a) Avrà un surplus di 2 miliardi di euro. (b)La banca centrale aumenta le proprie riserve valutarie. 3. Per semplificare, un apprezzamento è desiderabile quando il tasso di cambio iniziale è troppo basso, indesiderabile quando il tasso di cambio iniziale è troppo alto. La valutazione dovrebbe tenere conto dei probabili valori di equilibrio di lungo periodo. 4. Per via dell’inflazione, il valore di 4 dollari sale a 12 dollari, mentre il valore di 1 euro sale a 2 euro. Quindi, occorrerebbe un tasso di cambio nominale di 6 dollari/euro per mantenere invariato il tasso di cambio reale tra le due valute. 5. (a) No, se il tasso di cambio nominale si deprezza molto. (b) Nel breve periodo, la bilancia di conto finanziario è più importante, in quanto i flussi di capitale potrebbero essere ingenti. (c) Essendosi già apprezzato raggiungendo livelli elevati, ci si può aspettare che, d’ora in avanti, si deprezzerà, controbilanciando così il vantaggio derivante dagli alti tassi di interesse. Questa interpretazione è da capovolgere nel momento attuale di pesante crisi internazionale a tassi di interesse particolarmente bassi e tassi di cambio dell’euro particolarmente volatili. 6. Le importazioni si fanno meno dispendiose e l’apprezzamento del tasso di cambio reale attrae investimenti dall’estero. Alcuni di questi investimenti possono determinare aumenti della produttività interna. Nel suo complesso, il Paese potrebbe stare meglio salva la redistribuzione interna del reddito. 7. (a) Il tasso di cambio reale dei Paesi poveri si apprezzerebbe. (b) Quello dei Paesi ricchi si deprezzerebbe. (c) I Paesi poveri importerebbero di più dai Paesi ricchi, che esporterebbero di più. (d) I monopolisti eserciterebbero lobbying sui rispettivi Governi perché questi limitino il loro indebitamento. (e) Le imprese multinazionali – cinica considerazione – potrebbero avere un interesse al mantenimento della povertà! Il neocolonialismo è un sintomo della sopravvivenza delle grandi povertà. 8. I tassi di cambio fisso assicurano stabilità e riducono l’incertezza con riferimento a improbabili fluttuazioni. Tuttavia, l’articolazione dei mercati contemporanei per i tipi di strumenti finanziari proposti può essere supportata dal solo sistema di cambi flessibili. Capitolo 26 1. (c), (a), (b). 2. (a) Niente, poiché da quel momento in poi deve essere mantenuta la parità del tasso d’interesse. (b) Aumenta. (c) Aumenta. (d) Il miglioramento iniziale della competitività internazionale fa aumentare le esportazioni nette e il prodotto nazionale. Alla fine, la spinta verso l’alto dell’inflazione erode la competitività fino al punto di annullare il miglioramento di breve periodo. Una volta che la competitività è ritornata al livello iniziale, il processo inflazionistico si arresta. 3. (a) Tutti i parametri aumentano del 30%. (b) L’ancora nominale è adesso rappresentata dal tasso di cambio nominale. 13 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl 4. Sì. Altrimenti, senza svalutazione, una recessione economica abbassa l’inflazione e quindi i livelli dei prezzi e dei salari, portando alla fine al necessario aggiustamento della competitività. 5. (a) Aumenteranno le esportazioni nette e quindi vi sarà un apprezzamento reale della valuta. (b) Gli speculatori prevedono un successivo aumento e fanno salire immediatamente il tasso di cambio per sfruttare subito le opportunità di guadagni sul capitale. 6. (a) Lo possono fare fissando un livello appropriato di tassi di interesse che soddisfi gli speculatori rispetto a quel dato tasso di cambio. (b) Sono principalmente influenzati dalla bilancia del conto finanziario nel breve periodo. 7. (a) Un surplus del conto finanziario. (b) Un surplus della bilancia dei pagamenti. (c) Le riserve stanno crescendo (erano 250 miliardi di dollari nel 2006). (d) Questo può generare pressioni inflazionistiche in Cina. 8. Più forte è la domanda aggregata, più la banca centrale deve innalzare i tassi di interesse per difendere il target di inflazione. Soltanto un mix di politica monetaria e fiscale può determinare una variazione della spesa aggregata. 9. I vantaggi dei tassi di cambio fissi sono i seguenti: riducono la speculazione e garantiscono certezza sui prezzi a esportatori e importatori. Gli svantaggi si possono rintracciare nell’impossibilità di eliminare del tutto la speculazione e nell’auspicabile loro variazione a fronte di differenti tassi di inflazione. I tassi di cambio variabile garantiscono una maggiore autonomia nelle politiche nazionali e grazie a repentini flussi e deflussi di moneta, la speculazione si autocorregge. Tra gli svantaggi si contano l’incertezza nei livelli dei prezzi e lo stimolo della speculazione. ciclo non nelle fluttuazioni della quantità nominale di moneta o della politica monetaria, ma piuttosto in shock reali come le prospettive inerenti alla tecnologia futura e la crescita della produttività. Più in generale, questa teoria cerca di spiegare i cicli senza rigidità nominali e vincoli sulle velocità di aggiustamento. In questo caso, il fenomeno della persistenza è ottimale a causa del meccanismo della sostituzione intertemporale. 6. Si ritorni a leggere cosa significa stato stazionario secondo il modello di Solow. 7. 700 anni fa la Cina è incorsa in un deciso declino. Il declino dell’Impero romano potrebbe essere un altro esempio. Il libero accesso all’informazione può stimolare conoscenza e progresso: se questa condizione è garantita, il declino è impossibile. 8. Può essere positiva ma dipende da che cosa consideriamo come stima del prodotto e della crescita. Se la crescita include l’inquinamento, sono necessari interventi e misure correttive. Oggi si contano parecchi sostenitori della c.d. “crescita zero”: la “qualità della vita” dovrebbe prevalere su qualsiasi target di crescita. Il dibattito è aperto. 9. Gli shock dell’offerta aggregata potrebbero essere recuperati con maggior lentezza rispetto agli shock della domanda. La teoria dei cicli reali sostiene che gli shock temporanei possono persistere nel lungo termine. Le oscillazioni del prodotto potenziale risponderebbero agli obiettivi e target degli operatori economici. Tuttavia, tale teoria è stata ampiamente criticata con riferimento alle stime delle velocità di adattamento e variazione del ciclo. Capitolo 27 1. Effettuate comparazioni con altri Paesi per stabilire se sia effettivamente vero che esiste una peculiarità della realtà italiana. In secondo luogo si dovrebbe osservare quale è il tasso di disoccupazione tra i laureati nelle due categorie. Se vi fosse una significativa differenza a vantaggio degli ingegneri, la risposta dovrebbe essere positiva. Infine, nelle economie di mercato ogni agente sceglie secondo i propri gusti (convenienza) e non per massimizzare il beneficio della collettività. 2. Le trappole della povertà sono possibili anche nel modello di Solow. La crescita endogena può inoltre spiegare perché i tassi di crescita differiscano in modo permanente. 3. Il fattore terra è aumentato molto meno del fattore lavoro, senza grandi rendimenti decrescenti del lavoro. Abbiamo accumulato altri fattori (capitale umano e fisico) come sostituti della terra, e il progresso tecnico ha inventato modi di economizzare sulla terra. Lo stesso sta già accadendo per altre risorse scarse. 4. In questo modo, potrebbe accentuarsi un ciclo politico-economico globale. Con elezioni che si tengono in date diverse, i periodi di espansione preelettorali risultano più distribuiti. 5. Si intende una teoria che individua le cause di un Capitolo 28 1. Neoclassici:non appena possibile,i salari nominali e i prezzi diminuiscono dello stesso ammontare, ristabilendo tutte le variabili reali al loro livello originario, cosicché si verifica solo una modesta e temporanea diminuzione del prodotto. Se la riduzione dell’offerta di moneta fosse stata prevista, non si verificherebbe alcuna diminuzione del prodotto, in quanto i salari e i prezzi si sarebbero già aggiustati. Monetaristi moderati :occorre un po’ più di tempo affinché si realizzi il processo di aggiustamento dei salari e dei prezzi, quindi si verifica una diminuzione un po’ più ampia del prodotto. Keynesiani moderati: è necessario un periodo di tempo ancora un po’ più lungo per il processo di aggiustamento, cosicché si determina una maggiore diminuzione del prodotto e un più lento ristabilimento dell’equilibrio del mercato. Keynesiani estremi: l’allontanamento dall’equilibrio può avere una durata davvero molto lunga. 2. Neoclassici: interamente da una diminuzione di U* (unemployment), determinata da più efficaci politiche dal lato dell’offerta e, forse, da qualche sostituzione intertemporale del lavoro (minore forza lavoro). Monetaristi moderati: anche in questo caso, principalmente da una diminuzione di U*, ma anche da interventi di riequilibrio rispetto ai tassi di interesse 14 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl molto elevati del 1991-1992 causati dall’unificazione delle due Germanie (si legga il capitolo 31 sull’integrazione europea). Keynesiani moderati: una diminuzione di U prolungata per molti anni deve essere alla fine ricondotta a un più basso valore di U*, ma con un iniziale periodo di recessione più ampio di quanto non pensino i monetaristi moderati. Keynesiani estremi: da una grande recessione di tipo keynesiano all’inizio degli anni Novanta, e quindi principalmente dalla fine della disoccupazione keynesiana. 3. (a) Neoclassici. (b) Keynesiani moderati. (c) Monetaristi moderati. (d) Keynesiani estremi. 4. Monetaristi moderati e keynesiani moderati. 5. (a) La teoria delle aspettative razionali è compatibile anche con un modello che contempli altre ragioni per un lento aggiustamento dei salari, sebbene il concetto di “aspettative razionali” sia stato introdotto per la prima volta nei modelli degli economisti neoclassici. (b) Essi mettono l’accento sul fatto che la moneta sia la determinante principale dei prezzi. 6. Entrambe le tesi potrebbero essere corrette. Il ciclo di queste nazioni non si è correlato perfettamente a quello di Francia e Germania e, d’altro canto, vi è stata molta cautela sulle politiche fiscali. Molte di queste economie dipendono poi dai settori primari o dal turismo il cui boom sembra essersi, anch’esso, ridimensionato con la crisi. Capitolo 29 1. (a) Gli Stati Uniti, con un capitale fisico e umano più elevato, esportano più manufatti. (b) Il Brasile, che dispone di un capitale fisico e umano minore di quello dell’Asia, esporta meno manufatti. 2. No. Il tasso di cambio di equilibrio può essere sufficientemente basso da compensare qualunque svantaggio in termini assoluti. Per potere godere in modo efficiente di un vantaggio comparato, il Paese dovrebbe aprirsi al commercio internazionale. 3. Il vino e le automobili presentano un elevato scambio bidirezionale basato sulla differenziazione intrasettoriale e la varietà di scelta da parte dei consumatori; il commercio di laminati d’acciaio si fonda maggiormente sul vantaggio comparato e sullo scambio unidirezionale. 4. Soltanto se si programma di divenire in seguito esportatori di televisori. In ogni caso, la concessione di sussidi alla produzione risulta una misura più efficiente dell’imposizione di dazi doganali. 5. (a) No. Tanto vale che il Governo aumenti le sue entrate grazie a un’imposta sulle esportazioni. (b) Gli acquirenti interni di opere d’arte ci guadagnano, poiché i prezzi scendono. Gli artisti del Paese in questione ci perdono, così come gli acquirenti esteri di opere d’arte. (c) Probabilmente no. 6. (a) Nel lungo periodo probabilmente sì; nel breve vi possono essere ragioni per regolarlo. (b) Favorisce i produttori europei, non è detto che favorisca i consumatori europei. 7. Questo assunto è vero. Per i Paesi grandi il commercio internazionale ha un peso percentuale minore sul reddito nazionale. Per gli USA, le esportazioni rappresentano solo il 14%, per Olanda e Belgio il 73% e 74%. I Paesi piccoli non possono trarre vantaggio da economie di scala e, spesso, i flussi o i deflussi di beni e servizi (e valuta) presso i Paesi grandi sono destabilizzanti per i piccoli. 8. (a) I lavoratori dei paesi esportatori staranno meglio. (b) I lavoratori dei settori importatori staranno peggio poiché le loro competenze non saranno più richieste. (c) Se le esportazioni rispondono ad una domanda inelastica di altri paesi, un aumento dell’offerta può anche determinare minori ricavi per gli esportatori. 9. Tante sono state le concause della crescita del commercio internazionale: stabilità internazionale dopo anni di guerre, precisi accordi sulle modalità di pagamento e sulla creazione di aree incentivanti gli scambi, smantellamento delle politiche tariffarie, migliore comunicazione (e tecnologie della comunicazione), maggiore varietà della domanda e dell’offerta, facile mobilità degli operatori, crescita di nuove economie come le tigri asiatiche, consumi di lusso e iperconsumi. Anche il commercio internazionale può determinare danni: l’iperproduzione di taluni beni può avere un impatto non confortante sull’ambiente, a parte tutti i danni derivanti dal traffico aereo e dalla mobilità non ecocompatibile. Talune economie si stanno poi, affidando eccessivamente al settore secondario e terziario, dipendendo pesantemente dalle altre per le materie prime. L’instabilità di queste potrebbe generare danni internazionali. Il commercio internazionale non sembra destinato a crescere senza limiti. Capitolo 30 1. Poiché il livello dei prezzi era cresciuto rispetto ai concorrenti, rientrare nel gold standard al vecchio tasso di cambio nominale significò adottare un tasso di cambio reale meno competitivo. Di conseguenza, il Regno Unito entrò in una fase di depressione. 2. (a) L’aggiustamento automatico funziona meglio in un regime di gold standard, in quanto il livello di offerta di moneta costringe all’adeguamento. Un maggior potere discrezionale si determina, invece,nel dollar standard, con esiti migliori o peggiori (rispetto al gold standard) a seconda dei casi. (b) La disciplina finanziaria funziona meglio in un regime di gold standard, con esiti che potrebbero essere positivi o negativi (qualora la politica di rigore risulti eccessiva). 3. L’impegno a evitare un’espansione monetaria interna può aiutare a ridurre le aspettative inflazionistiche (vantaggio). Tuttavia (svantaggio), se le autorità fiscali continuano ad avere grandi deficit, potrebbero far salire ulteriormente il livello dei prezzi, rendendo il Paese sempre meno competitivo e provocando alla fine una crisi profonda, come è accaduto in Argentina nel 2001. 4. Proprio per limitare queste oscillazioni, che sono tanto più ampie quanto più piccola è la quantità scambiata di una singola valuta nazionale. 5. Il mercato azionario crebbe vertiginosamente, anticipando i bassi tassi di interesse e un basso tasso di cambio che avrebbe accresciuto le esportazioni e i 15 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl profitti. Il mercato obbligazionario scese, nel timore di una più alta inflazione e di successivi maggiori tassi di interesse nominali. 6. (a) Anche nel lungo periodo, è il saldo complessivo della bilancia dei pagamenti che deve essere portato in equilibrio. (b) Variazioni indotte nel livello interno dei prezzi fanno variare il tasso di cambio reale. 7. (a) Cuba prospererà grazie ad una maggiore integrazione con le altre economie. (b) Per il consumo in un momento futuro, è possibile che i cittadini cubani chiedano prestiti oggi, nella consapevolezza che domani consumeranno di meno, per ripagare le somme a debito. (c) L’incremento delle importazioni genererà un iniziale deficit. 8. (a) Buone opportunità di investimento. (b) Un surplus della bilancia dei pagamenti sarebbe possibile. (c) Il cambio sarebbe volatile a causa della pressione di flussi finanziari. (d) Esistono vantaggi e svantaggi sia nel regime di cambio fisso che nel regime di cambio variabile o flessibile. Si ritorni a leggere la risposta alla domanda 9 relativa al Capitolo 26. 9. La certezza nei prezzi è fondamentale per chi deve decidere cosa produrre. Il regime di cambi fissi può garantire questa stabilità in un modo ideale dove si può controllare l’inflazione. L’importanza del regime di cambio è proporzionale non alla dimensione del Paese quanto alla quota di commercio internazionale sull’economia del Paese. Per economie di medie dimensioni come UK, Francia e Italia, i regimi di cambio fisso possono determinare commercio e prosperità ma anche limiti nell’autonomia delle politiche domestiche. Tutte le possibili argomentazioni sono da valutare in ragione della natura del commercio internazionale che l 98% riguarda transazioni finanziarie a scopo speculativo. Capitolo 31 1. Sì. I salari diminuirono. 2. Germania, Francia e Olanda dispongono di un elevato capitale umano; lo stesso non si può dire di Grecia, Spagna e Portogallo. 3. No. Nel Paese più indebitato verrà offerto un premio per il rischio riferito ai suoi titoli di Stato proprio per prevenire ingenti flussi di capitale e compensare il dislivello di rischio tra i due Paesi. Sì,potrebbero esserci flussi di capitale verso il Paese con maggiori tassi di interesse. Non è una “vera” unione monetaria finché non vi è un unico controllo della politica monetaria che determina quindi un solo tasso di interesse. 4. Se ogni Stato membro ha il diritto di esprimere un voto sul comitato esecutivo della BCE, tale Patto intende prevenire l’eventualità che i Paesi che si trovano in difficoltà fiscali votino per un obiettivo di alta inflazione per favorire la loro situazione di bilancio. Anche in presenza di una severa politica monetaria, ciò che importa è la combinazione di politica fiscale e monetaria che si adotta. Più si allenta la politica fiscale, più diventa necessario irrigidire la politica monetaria, ma così si determineranno elevati tassi di interesse reali e il tasso di cambio reale si apprezzerà raggiungendo livelli non competitivi. 5. Sì. In pratica, diventerebbe difficile per i Paesi a cui è stato concesso il prestito impegnarsi a restituire il denaro e a spenderlo con oculatezza. Questa forma di azzardo morale limiterebbe severamente l’ammontare di denaro che i creditori sarebbero disposti a prestare. 6. (a) Fino al 1992, le barriere non tariffarie svolgevano ancora un ruolo importante. (b) L’indipendenza dal controllo politico rappresenta l’impegno migliore a mantenere la stabilità del livello dei prezzi, nella misura in cui gli interessi politici costituiscono la causa principale dell’attuazione di politiche inflazionistiche. Capitolo 32 1. I sostituti artificiali di determinate materie prime (come la gomma naturale) riducono la domanda. Gli incrementi della produttività aumentano l’offerta. Le misure protezionistiche attuate dai Paesi ricchi limitano il mercato dei prodotti agricoli. 2. La domanda di rame sale, il suo prezzo cresce finché non vengono scoperte nuove fonti di tale risorsa, quindi vengono sviluppati dei sostituti del rame o vengono offerti sussidi all’esportazione. 3. Tutti questi prodotti necessitano di un’alta intensità di lavoro ma di una bassa qualificazione – ovviamente, non si intende il settore dell’alta moda -, requisiti che i Paesi in via di sviluppo possiedono in relativa abbondanza. 4. (a) Si acquista il bene oggetto della riserva quando il prezzo sul mercato è basso, si vende quando il prezzo è alto. (b) L’incentivo per i singoli Paesi produttori a “barare”, ovvero a violare l’accordo collettivo originario e ad immettere sul mercato tutta la propria produzione ottenendo rendimenti maggiori dalla vendita del bene ad un prezzo elevato (a scapito degli altri). Inoltre, il corretto funzionamento del programma potrebbe venire compromesso dalla mancanza di incentivo a ridurre la produzione: se il prezzo medio viene stabilito in modo sbagliato, come è accaduto nella PAC, le riserve crescono illimitatamente all’accumularsi delle scorte. 5. Non indefinitamente. Un piccolo Paese deve specializzarsi per conseguire adeguate economie di scala in alcuni settori produttivi, e dunque deve esportare questi prodotti e importare tutti gli altri. 6. In un regime di cambi flessibili puro, il flusso in entrata di conto capitale eguaglia il deficit della bilancia di conto corrente. Quest’ultimo non può crescere senza limiti, quindi l’afflusso di capitale è ridotto. Ciò aiuta a prevenire l’eventualità che, in un tempo successivo, il denaro straniero abbandoni precipitosamente il Paese. Politiche interne sbagliate possono anche provocare una crisi nella quale gli stessi cittadini del Paese in questione desiderano ritirare il proprio denaro dal sistema bancario nazionale – ricordate, a questo proposito, le immagini televisive delle banche chiuse durante la crisi argentina del 2001 o durante la più recente crisi in note economie c.d. avanzate. 7. (a) I Paesi meno sviluppati spesso sostengono che la 16 Economia 4/ed David Begg, Gianluigi Vernasca, Stanley Fischer, Rudiger Dornbusch Copyright © 2011 – The McGraw-Hill Companies srl politica degli aiuti incoraggi la dipendenza. Essi desiderano investimenti stranieri, meno barriere protezionistiche da parte dei Paesi ricchi, trasferimenti di tecnologia e riduzioni del debito per cancellare gli errori del passato. (b) L’Europa trarrebbe un netto beneficio da un maggiore sfruttamento del vantaggio comparato, anche se rumoreggianti categorie specifiche di soggetti economici, che risulterebbero perdenti in questo tipo di concorrenza, sono riuscite finora a bloccare questo processo. (c) Presi singolarmente, probabilmente tali Paesi adottano la strategia migliore, ma collettivamente essi competono tra di loro spingendo i prezzi mondiali al ribasso, specialmente nel caso venga loro negato l’accesso ai mercati dei Paesi più ricchi. 17