INDICE Dati tecnici di progetto ……………………………………………….………………………………..pag. 2 Elenco norme di riferimento………………………………………………………………………….. pag. 5 Relazione tecnica………………………………………………………………………………………..pag. 7 Pagina 1 di 38 Dati di progetto 1. Dati di progetto di carattere generale Pos. 1.1 1.2 1.3 Dati Committente Cliente finale Denominazione dell’edificio, opera o applicazione Proprietario dell’immobile Scopo del lavoro Leggi o norme tecniche di riferimento Valori stabiliti Comune di Mentana Edificio adibito a scuola elementare - Comune di Mentana Nuovo impianto - Vedi pag. 5 2. Dati di progetto relativi all’utilizzazione dell’edificio o dell’opera Pos. 2.1 Dati Destinazione d’uso e valutazione dei rischi 2.2 Barriere architettoniche 2.3 Dati relativi agli ambienti soggetti a normativa specifica CEI Valori stabiliti Note Edificio scolastico è richiesto il requisito della accessibilità è richiesto il requisito della visibilità L’edificio è classificato come attività n. 67 categoria C (scuola con oltre 300 persone presenti) soggetta alle visite e ai controlli di prevenzione incendi dal D.P.R. 1 agosto 2011, n.151: “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimeni relativi alla prevenzione degli incendi, a norma dell’art. 49, comma 4-quater, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni,, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122”. Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio (CEI 64-8 art. 751.03.1.2 ed art.751.03.2). Pagina 2 di 38 3. Dati di progetto relativi alle influenze esterne Pos. 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 Dati Temperatura minima/massima all’interno degli edifici Temperatura minima/massima all’aperto Temperatura media del giorno più caldo Temperatura media delle massime mensili Temperatura media annuale Formazione di condensa Altitudine (indicare se maggiore o minore di 1000 m) Presenza di corpi solidi estranei Presenza di polvere Presenza di liquidi Tipo di liquido (indicare tra le seguenti gradualità): Trascurabile possibilità di stillicidio (caduta di gocce) esposizione alla pioggia esposizione agli spruzzi possibilità di getti d’acqua Condizioni del terreno Carico specifico ammesso (N/m2) Livello della falda freatica (m) Profondità della linea di gelo Resistività elettrica del terreno (Ω*m) Dati relativi alla velocità del vento: nella direzione prevalente massima velocità di progetto Condizioni ambientali speciali Valori stabiliti 18 °C/+30°C -10 °C/+35°C + 28 °C + 25°C + 15°C SI Note - nelle docce degli spogliatoi palestra - nelle aree esterne <1000 m Pezzatura minima 2,5mm NO Acqua (macchine esterne UTA, illuminazione esterna) 50 Ωm NE – SO; <28 m/s (<100 km/s) ambiente non salino; irraggiamento solare di 750 W/m2 Pagina 3 di 38 4. Dati di progetto relativi all’impianto elettrico Pos. 4.1 4.2 Dati Tipo di intervento richiesto nuovo impianto trasformazione ampliamento Dati dell’alimentazione elettrica: - descrizione ed eventuale sigla delle linee di alimentazione - punto di consegna - tensione nominale (Un) e max. variazione - contenuto armonico della tensione di alimentazione - frequenza nominale e max. variazione - potenza disponibile continua - potenza disponibile di punta - corrente di cortocircuito presunta nel punto di alimentazione (consegna) - stato del neutro lato BT in cabina ente distributore Messa a terra del neutro da parte del Distributore 4.3 4.4 - interruzioni previste di erogazione energia (frequenza annua, durata media delle singole interruzioni) - vincoli del distributore da rispettare Dati dell’eventuale autoproduzione Misura dell’energia elettrica 4.5 Massime cadute di tensione 4.6 4.7 Sezioni minime dei conduttori Elenco dei carichi 4.8 4.9 Ubicazione dei carichi Prescrizioni particolari relative agli apparecchi ed ai motori da alimentare Vincoli relativi alla tipologia di componenti elettrici Dati dimensionali relativi all’illuminazione artificiale: - illuminamento medio mantenuto (UNI 12464-1 ed. 2013) Altre informazioni 4.10 4.11 4.12 Valori stabiliti Note - nuovo impianto - Linee in cavo con sigla indicata nello schema dei quadri - DG (Dispositivo Generale di Utente), posto nel Quadro Contatore, in prossimità del Gruppo di misura ENEL - 400 V (± 10%, art. 5.1.1 CEI 0-21) Società fornitrice: ENEL - ………………… - 50 (± 5%) Hz - 60 k VA - 66 kVA - <15 kA a 400 V - distribuito (art. 5.1.2 CEI 0-21) Sistema TT 400/230 V La messa a terra del neutro da parte del Distributore deve avere un valore Rn< 180 Ω L’impresa installatrice deve verificare il corretto intervento degli interruttori differenziali (vedi CEI 0-21 art. 5.1.2) - ……………… - CEI 0-21 ed. 06-2012 - Il gruppo di misura del Distributore è ubicato all’esterno dell’edificio, sulla recinzione esterna 4 % su tutti gli impianti 5 % sulle linee di illuminazione esterna - come da norme CEI - Elenco degli apparecchi utilizzatori, dei motori e dei centri di carico: vedi schemi dei quadri elettrici Vedi disegni allegati - sezionatore in prossimità di ogni macchina - nessuna Vedi par. 4.8 - Pagina 4 di 38 Elenco delle leggi e norme di riferimento Nella realizzazione degli impianti elettrici dovranno essere tenute, come riferimento nella esecuzione dell’impianto, le disposizioni di legge e le norme tecniche del CEI. Si richiamano di seguito le principali norme o leggi che regolamentano la realizzazione di apparecchiature e di impianti elettrici nelle scuole: - Legge 1.03.1968 n. 186: "Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari, installazione di impianti elettrici ed elettronici"; - D.M. 18 dicembre 1975: “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”; - Legge 8.10.1977 n. 791: "Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità Europee (n.73/23/CEE) relativa alle garanzie di sicurezza che deve possedere il materiale elettrico destinato ad essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione"; - D.M. 16-2-82: “Modificazioni del decreto ministeriale 27 settembre 1965, concernente la determinazione delle attività soggette alle visite di prevenzione incendi”; - DM 10.4.1984: "Eliminazione dei radiodisturbi"; - Legge 9.01.1989 n. 13: “Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati"; - Direttiva 89/336/CEE, recepita con D.Lgs 476/92: "Direttiva del Consiglio d'Europa sulla compatibilità elettromagnetica"; - Decreto 26 agosto 1992: ”Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”; - Legge 11 gennaio 1996, n. 23: “Norme per l’edilizia scolastica”; - DPR 24 luglio 1996 n. 503: "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici"; - Decreto 10 marzo 1998 “Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro” - Decreto 4 maggio 1998 “Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l’avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all’uniformità dei connessi servizi resi dai Comandi dei vigili del fuoco”; - DPR 06/06/2001 n. 228/01: “Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia (Testo A)”; - DPR 22/10/2001 n. 462: “Regolamento di semplificazione del procedimento per la denuncia di installazioni e dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche, di dispositivi di messa a terra di impianti elettrici e di impianti elettrici pericolosi”; - D.M. 37-2008: "Regolamento recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti all’interno degli edifici"; - Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81: “Attuazione dell’art. 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”; - DPR 1° agosto 2011, n. 151: “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, …”; - DECRETO 20 dicembre 2012: “Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attivita' soggette ai controlli di prevenzione incendi”; - Norma CEI 0-2 (2002): Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici; - norma CEI 0-21 II ed. 06-2012: “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica”; - norma CEI 11-17: "Impianti di produzione, trasporto e distribuzione di energia elettrica. Linee in cavo"; - norma CEI 11-20: “Impianti di produzione di energia elettrica e gruppi di continuità collegati alle reti di I e II categoria”; - Numero norma Pagina 5 di 38 - - - - - - - - CEI EN 61439-1 (Class.CEI:17-113): “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 1: Regole generali”; CEI EN 61439-2 2012-02: “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 2: Quadri di potenza”; norma CEI 20-40 (1998): Guida per l’uso di cavi a bassa tensione; norma CEI 20-67 (2001): Guida per l’uso di cavi 0,6/1 kV; norma CEI 31-35 ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 6007910-1 (CEI 31-87)”; guida CEI 31-35 A ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 6007910-1 (CEI 31-87): esempi di applicazione”; norma CEI 64-8, ed 06-2012: "Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua"; norma CEI 64-50 ed. 06-2007: “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri Generali”; norma CEI 64-52 ed. 06-2007: “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici. Criteri particolari per edifici scolastici”; CEI 64-57 2007-06: “Edilizia ad uso residenziale e terziario. Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli edifici Impianti di piccola produzione distribuita”; norma CEI 79-3: “ Sistemi di allarme. Prescrizioni particolari per gli impianti di allarme intrusione”; norme CEI EN 62305 ediz. 2013 (CEI 81-10 parti 1-2-3-4): Protezione contro i fulmini, serie; Tabella CEI UNEL 35024/1(1997): cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua – Portate di corrente in regime permanente per posa in aria; Norma UNI EN 12464-1 ed. 2011 "Illuminazione dei Luoghi di Lavoro” Norma UNI 9795 ed. 2010: Sistemi fissi automatici di rivelazione, di segnalazione manuale e di segnalazione incendio;eventuali prescrizioni o specifiche del committente. norma UNI ISO 7240-19 11-2010: “Sistemi fissi di rivelazione e di segnalazione allarme di incendio - Parte 19: Progettazione, installazione, messa in servizio, manutenzione ed esercizio dei sistemi di allarme vocale per scopi d emergenza” le prescrizioni e indicazioni della TELECOM; eventuali prescrizioni o specifiche del committente. Pagina 6 di 38 RELAZIONE TECNICA l. Elenco degli impianti oggetto della relazione Il progetto in esame ha per oggetto la realizzazione degli impianti elettrici e speciali in un edificio scolastico, in località Belvedere di sotto, s.n.c. 00065 Fiano Romano (Rm). Gli impianti oggetto del progetto in esame sono: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 Quadro Contatore (cap. 4.3); Linea montante (cap. 4.4) Quadri elettrici (cap. 4.5); Distribuzione principale e linee dorsali (cap. 4.6); Impianto di terra (cap. 4.7); illuminazione interna normale e di sicurezza(cap. 4.8); illuminazione esterna (cap. 4.9); Impianti di forza motrice (cap. 4.10); Alimentazione impianto di estrazione aria (cap. 4.11) ; Alimentazione pome antincendio (cap. 4.12); Impianto elettrico a servizio della centrale termica e della centrale idrica (cap. 4.13); Impianto di chiamata dai bagni per disabili (cap. 4.14); Impianto di chiamata dalle aule (cap. 4.15); Impianto campane fine ora (cap. 4.16) Impianto di automazione dei frangisole alle finestre (cap. 4.17); Impianto di rifasamento (cap. 4.21); impianto trasmissione dati e telefonico (cap. 6.1); impianto TV (cap. 6.2); impianto citofonico e videocitofonico (cap. 6.3); impianto antintrusione (cap. 6.4); Impianto di rivelazione incendio (cap. 6.5); Impianto di diffusione sonora per l’emergenza (cap. 6.6). Non sono oggetto del progetto in esame i seguenti impianti: 23 Impianto fotovoltaico (cap. 4.18); 24 Impianto di protezione dai fulmini (cap. 4.19); 25 Impianto cucina e mensa (cap. 4.20). Di questi ultimi sono fornite solo indicazioni generali al fine di chiarire le eventuali interfernze con gli impianti oggetto della relazione. Pagina 7 di 38 2. Descrizione del complesso edilizio L’edificio sarà costruito in Via Brunelleschi, s.n.c. 00013 Mentana (Rm) e si sviluppa su 3 livelli: piano terra, piano primo, piano copertura. La costruzione avrà struttura portante in cemento armato e muratura, sarà alta circa 8 m dal piano stradale e disporrà di un’area esterna adibita a verde e parcheggi. L’edificio è suddiviso in due corpi sismicamente indipendenti: il corpo A ed il corpo B, uniti tra loro da un connettivo di comunicazione che coincide con l’ingresso principale della scuola. Il corpo A è la parte di edificio esposta a nord; il corpo B è la parte dell’edificio esposta a sud. Il piano terra ha una superficie complessiva di circa 1360 mq; Il piano primo ha una superficie complessiva di circa 1190 mq; Il piano copertura ha una superficie complessiva di circa 1190 mq. Il corpo A del piano terra è così suddiviso: - Atrio connettivo, con superficie di 67,54 mq; - Lavanderia, con superficie di 8,4 mq; - Locali tecnici con superficie di 23,4 mq; - Corpo scala ed ascensore; con superficie di 46,9 mq - Servizi igienici, con superficie di 3,4 mq; - Ripostiglio, con superficie di 4,7 mq; - >Spogliatoio e servizi igienici della cucina, con superficie di 10,5 mq; - Cucina, con superficie di 37,58 mq; - Dispensa, con superficie di 14,98 mq; - Atrio mensa, con superficie di 25,52 mq; - Mensa, con superficie di 171,87 mq; - Servizi igienici mensa, con superficie di 15,8 mq. I locali tecnici hanno accesso diretto dall’esterno. Gli accessi degli altri locali sono l’ingresso di servizio e l’atrio dell’ingresso principale. L’ingresso principale unisce il corpo A al corpo B, è sismicamente indipendente da entrambi ed ha un superficie di 74,76 mq.. Il corpo B del piano terra è così suddiviso: - Corpo scala ed ascensore, con superficie di 42,77 mq; - connettivo con superficie di 53,15 mq; - aula per attività integrative, con superficie di 160,4 mq; - sala insegnanti, con superficie di 38,82 mq; - deposito, con superficie di 15,99 mq; - connettivo, con superficie di 81,66 mq; - servizi igienici, con superficie di 64,47 mq; - spogliatoio e servizi igienici insegnanti, con superficie di 14,49 mq; - aula 1, con superficie di 47,26 mq; - aula 2, con superficie di 46,9 mq; - aula 3, con superficie di 46,9 mq; - aula 4, con superficie di 46,9 mq; - aula 5, con superficie di 47 mq. Le aule 1, 2, 3, 4, 5 ed il connettivo hanno porte di uscita direttamente all’esterno. Pagina 8 di 38 Il corpo A del primo piano è così suddiviso: - Corpo scala ed ascensore, con superficie di 45,9 mq; - Atrio ingresso di servizio, con superficie di 60,13 mq; - Ufficio 1, con superficie di 22,15 mq; - Ufficio 2, con superficie di 40,96 mq; - Aula di attività interciclo, con superficie di 40,36 mq; - archivio, con superficie di 11,8 mq; - Servizi igienici, con superficie di 17,4 mq - deposito, con superficie di 8,2 mq; - biblioteca, con superficie di 50 mq. Tra il corpo scala A ed il corpo scala B si sviluppa un connettivo di collegamento, con superficie di 46,8 mq. Il corpo B del primo piano è così suddiviso: - corpo scala ed ascensore, con superficie di 48,6 mq; - connettivo, con superficie di 48,07 mq; - aula per attività interciclo, con superficie di 110 mq; - aula per attività interciclo, con superficie di 51,73 mq. - connettivo, con superficie di 81,66 mq; - deposito, con superficie di 15,99 mq; - sala insegnanti, con superficie di 38,82 mq; - servizi igienici, con superficie di 64,47 mq; - spogliatoi e servizi igienici degli insegnanti, con superficie di 14,49 mq; - aula 1, con superficie di 47,4 mq; - aula 2, con superficie di 46,9 mq; - aula 3, con superficie di 46,9 mq; - aula 4, con superficie di 46,9 mq; - sala insegnanti, con superficie di 36,65 mq; - aula 5, con superficie di 47 mq; - scala antincendio esterna. L’accesso ai locali avviene dalla scala di comunicazione con il piano terra e dall’ascensore. Il piano copertura è formato da terrazzo piano con balaustra perimetrale con altezza di 1,1 m dal piano di calpestio. Maggiori dettagli sono desumibili dalle planimetrie allegate. 3. Criteri generali e descrizione degli impianti 3.1. Descrizione delle attività soggette a controllo di prevenzione incendi Nell’edificio sono svolte attività sottoposte al DPR 1° agosto 2011, n. 151: “Regolamento recante semplificazione della disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione degli incendi, …” e precisamente: - l’attività n. 67 dell’allegato 1 alla legge categoria B: scuole di ogni ordine, grado e tipo, collegi, accademie con numero di persone presenti superiore a 150 ma non superiore a 300; Pagina 9 di 38 - l’attività n. 74 dell’allegato 1 alla legge categoria A: Impianti per la produzione di calore alimentati a combustibile solido, liquido o gassoso con potenzialità superiore a 116 kW, fino a 350 kW (centrale termica e cucina). Nell’edificio vanno applicate anche le prescrizioni del D.M. 18 dicembre 1975: “Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”, in particolare a quanto indicato: - nel cap. 5.2 (condizioni dell’illuminazione e del colore), - nel cap. 5.3 (condizioni termoigrometriche e purezza dell’aria), - nell’art. 5.4.6 (protezione dai fulmini dell’edificio), - nell’art. 5.4.7 (protezione meccanica degli apparecchi di illuminazione nella palestra). Vanno applicate le prescrizioni del Decreto 26 agosto 1992: ”Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”, in particolare a quanto indicato - nell’art. 1.2 (classificazione dell’edificio di tipo 1: scuole con numero di presenze contemporanee da 101 a 300 persone), - nel capitolo 7 (impianti elettrici, con particolare riferimento all’illuminamento minimo della illuminazione di sicurezza non inferiore a 5 lx lungo le vie d’esodo, all’impianto di diffusione sonora e di allarme), - nel capitolo 8 (sistema di allarme sonoro con utilizzo di altoparlanti), - nel capitolo 12 (registro delle verifiche e manutenzione periodiche, piano di emergenza con prove di evacuazione, controllo periodico degli impianti di sicurezza, divieto di deposito di sostanze infiammabili, divieto di deposito di recipienti contenenti gas compressi o liquefatti, obbligo di interrompere l’alimentazione centralizzata di apparecchiature con combustibili liquidi o gassosi). Vanno applicate le prescrizioni della Legge 11 gennaio 1996, n. 23: “Norme per l’edilizia scolastica”, in particolare a quanto indicato all’art. 5 (validità delle prescrizioni tecniche contenute nel DM 1812-1975 fino alla emanazione delle norme tecniche quadro, ancora non emanate). Vanno applicate le prescrizioni del DPR 24 luglio 1996 n. 503: "Regolamento recante norme per l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici, spazi e servizi pubblici", in particolare a quanto indicato all’art. 23 (edifici scolastici). Vanno applicate le prescrizioni contenute nella Lettera circolare M.I. n. P2244/4122 sott. 32 del 30 ottobre 1996 Allegato A, punto 6.2 (impianti di rivelazione incendi nei depositi con carico d’incendio superiore a 30 kg/mq). Vanno applicate le prescrizioni contenute nella Nota prot. n. 1324 del 07 feb 2012 – “Guida per l'installazione degli impianti fotovoltaici Edizione Anno 2012” e successiva Nota prot. n. 6334 del 04 mag 2012 - Chiarimenti alla nota prot DCPREV 1324 del 7/2/2012 “Guida per l'installazione degli impianti fotovoltaici - Edizione 2012”. Si ricorda infine quanto riportato nel Decreto del Ministro dell'Interno 20 dicembre 2012, recante: 'Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l'incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi', con particolare riguardo alle prescrizioni contenute nel capitolo 6 sugli impianti di rivelazione incendio e segnalazione allarme incendio. 3.2 Ambienti a maggior rischio in caso d’incendio Per quanto indicato al punto precedente i locali dell’edificio scolastico in oggetto sono classificabili come ambienti a maggior rischio in caso d’incendio, per l’elevata densità di affollamento o per Pagina 10 di 38 l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio (CEI 64-8 ed. 2007 art. 751.03.2) e per la presenza di materiale infiammabile o combustibile in lavorazione, convogliamento, manipolazione o deposito di detti materiali (CEI 64-8 ed. 2007 art. 751.03.4). Andranno pertanto applicate le disposizioni della sezione 751 (ambienti a maggior rischio in caso di incendio) della norma CEI 64-8. 3.3 Ambienti particolari In tutti gli ambienti dell’edificio scolastico andranno applicate le prescrizioni generali della norma CEI 64-8. Nei bagni o spogliatoi con docce andranno applicate le prescrizioni contenute nella sez. 701 di CEI 64-8 (locali contenenti bagni o docce). In copertura andranno applicate le prescrizioni contenute nella sez. 712 di CEI 64-8 (sistemi fotovoltaici di alimentazione), nella “Guida per l'installazione degli impianti fotovoltaici Edizione Anno 2012” dei VVFF e nelle successive integrazioni alla guida. All’esterno andranno applicate le prescrizioni contenute nella sez. 714 di CEI 64-8 (impianti di illuminazione situati all’esterno). Nelle aule di attività libere andranno applicate le prescrizioni contenute nella sez. 752 di CEI 64-8 (impianti elettrici nei luoghi di pubblico spettacolo e di intrattenimento). In cucina e nella centrale termica andranno applicate le prescrizioni contenute nella norma CEI 31-35 ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87)” e nella guida CEI 31-35 A ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87): esempi di applicazione”. 3.3 Scelta dei materiali in relazione al rischio di incendio I materiali impiegati in relazione al rischio di incendio devono essere dei seguenti tipi: - quadri elettrici principali e secondari: involucri e strutture di sostegno completamente metallici, ad eccezione dei piccoli quadretti a parete realizzati in materiale plastico autoestinguente; cablaggi interni realizzati con cavi di tipo non propagante l'incendio (cavi tipo FG7OR, FROR, N07V-K); cablaggi ausiliari soggetti a surriscaldamento in caso di guasto (voltmetrici e/o amperometrici) protetti contro il gocciolamento dell'isolante mediante calze in materiale siliconico; tutti i materiali plastici utilizzati per canali, morsettiere, custodie di apparecchi e strumenti, supporti, fascette, etichette, ecc.: di tipo autoestinguente; - passerelle portacavi per la distribuzione principale: metalliche; - materiali plastici utilizzati per tubazioni, canali, morsettiere, cassette, scatole, coperchi, custodie, supporti, fascette, etichette, ecc. di tipo autoestinguente, con l'eventuale sola eccezione dei componenti totalmente incassati in pareti in muratura o in materiale incombustibile. Al fine di ridurre il rischio di perdita di vite umane e beni in caso di incendio è necessario impedire danni causati da guasti ad alta impedenza sulle linee e dai fumi e gas corrosivi prodotti dai cavi. Pertanto le condutture dovranno essere realizzate con cavi a bassa emissione di fumi (N07G9-K o FG7OM1) se installati in tubi/canali a vista, del tipo N07V-K se incassati ad almeno 5 cm sotto Pagina 11 di 38 intonaco e FG7OR se in cavidotto interrato, del tipo FTG10OM1 (resistenti al fuoco) o similari se appartenenti a circuiti di sicurezza. Tutti i cavi protetti a monte da interruttore magnetotermico provvisto di dispositivo differenziale potranno essere alloggiati su passerelle metalliche asolate o a filo (vedi CEI 64-8 art. 751.04.2.7 a), 751.04.2.8, 751.04.3). Gli altri cavi dovranno essere installati con tipo di posa a1) (condutture di qualsiasi tipo incassate in strutture non combustibili) o con tipo di posa a2) (condutture realizzate con cavi in tubi protettivi metallici o involucri metallici, entrambi con grado di protezione almeno IP4X), come indicato in CEI 64-8 art. 751.04.2.6. In corrispondenza di tutti i punti in cui le condutture degli impianti elettrici e speciali attraversano le delimitazione dei compartimenti antincendio devono essere installati setti tagliafuoco di tipo certificato atti a ripristinare la resistenza prescritta per il compartimento. Tutte le prescrizioni sopra elencate valgono anche, per quanto applicabili, per gli impianti speciali. 3.4 Scelta dei sistemi di alimentazione dei servizi di sicurezza • impianto di illuminazione di sicurezza. • impianto di rivelazione incendio. • Impianto di diffusione sonora per l’emergenza. 3.5 Criteri di protezione contro i contatti diretti e indiretti - Protezione contro i contatti diretti: mediante isolamento delle parti attive (in generale per cavi), o protezione mediante involucri e barriere (in generale per apparecchiature di comando, protezione e manovra, morsettiere, e apparecchi utilizzatori). - Protezione contro i contatti indiretti: mediante interruzione automatica del circuito, con riferimento alle prescrizioni della norma CEI 64-8 (sistemi TT). Impiego di dispositivi di protezione differenziale sia sulle linee montanti (ove il tipo di posa è tra quelli indicati in 751.04.2.6 c) che sui circuiti terminali coordinati con interruttore selettivo posto a monte, come da schemi dei quadri allegati. Pagina 12 di 38 3.6 Modalità di effettuazione del comando di emergenza dell’edificio Il comando di emergenza per la messa fuori tensione dell'impianto elettrico sarà unico e dovrà essere posizionato subito all’esterno dell’edificio scolastico, in prossimità dell’ingresso principale. Il comando di emergenza dovrà essere costituito da un pulsante a rottura vetro che aziona: - mediante due bobine a lancio di corrente poste in parallelo, l’apertura dell’interruttore generale posto nel quadro contatore, all’esterno della scuola e dell’interruttore Generale posto nel Quadro di Parallelo dell’impianto fotovoltaico, in copertura; - mediante apertura del ponte posto sull’UPS a servizio delle utenze privilegiate, che ne determina la messa fuori servizio. Gli UPS ad installazione fissa devono essere dotati di un contatto, normalmente chiuso, il cosiddetto EPO (Emergency Power Off), detto anche ESD (Emergency Switching Device). L’EPO è inserito in un circuito interno all’UPS la cui apertura, mediante azionamento del comando di emergenza, mette in sicurezza l’UPS in caso di emergenza. In genere, l’EPO disattiva il raddrizzatore, l’inverter e interrompe il bypass statico; a volte apre anche il circuito della batteria. La presenza di una lampada a scarica accesa dovrà segnalare, sul comando di emergenza, lo stato di corretto funzionamento del circuito di comando a lancio di corrente (rete normale ed impianto fotovoltaico). In caso di lampada spenta sarà necessario verificare tempestivamente la continuità ed il funzionamento del circuito di comando. L’azionamento del comando di emergenza toglierà tensione all’intero impianto elettrico dell’edificio, compresa la parte di impianto fotovoltaico in AC fino agli inverter, che saranno posizionati all’esterno dell’edificio, in copertura. L’unico impianto che rimarrà in tensione sarà il gruppo pompe antincendio, che potrà essere disalimentato aprendo il relativo interruttore generale, posto all’interno del quadro contatore, all’esterno della scuola, in prossimità del gruppo di misura ENEL. In caso di pericolo, le squadre di intevento antincendio, prima di utilizzare acqua per spegnere eventuali incendi, dovranno azionare il comando di emergenza dell’impianto elettrico. Sul comando di emergenza dovrà essere apposta chiara indicazione che ne chiarisca il compito ed il personale dovrà essere opportunamente informato circa l’uso e la funzione. Si ricorda che, con funzione analoga, dovranno essere installati comandi di emergenza fuori del locale centrale termica e fuori del locale cucina. L’azionamento del comando di emergenza generale provocherà la chiusura dell’elettrovalvola di azionamento di chiusura automatica del gas. La chiusura della valvola del gas metano dovrà essere provocata anche dall’intervento del comando di emergenza della cucina o del comando di emergenza della centrale termica. Pertanto l’elettrovalvola di chiusura del gas dovrà essere del tipo a sicurezza positiva, vale a dire sempre alimentata in condizioni di funziponamento normale, chiusa qualora manchi l’energia elettrica. Sul comando di emergenza dovranno essere apposte chiare indicazioni che ne chiariscano il compito ed il personale dovrà essere opportunamente informato circa il suo uso. 3.7 Criteri di dimensionamento della rete elettrica Il dimensionamento della rete elettrica è stato realizzato con l’ausilio del programma di calcolo “iproject 4.26”, i cui risultati di calcolo sono allegati alla documentazione di progetto. Il dimensionamento della rete è stato realizzato in due fasi: - determinazione delle potenze assorbite da ogni ramo della rete esistente, e di conseguenza delle correnti di impiego, mediante rilievo in campo - dimensionamento di ogni ramo della rete, considerando anche gli sviluppi futuri previsti. Pagina 13 di 38 Le potenze assorbite sono calcolate livello per livello della rete elettrica partendo dai dati nominali degli utilizzatori ed applicando fattori di utilizzazione e di contemporaneità diversi in relazione al tipo di utilizzatore e alla modalità di impiego. I dati sono riportati negli schemi dei quadri elettrici allegati. Per il dimensionamento di ogni ramo della rete, i dati di ingresso sono costituiti a livello di circuito terminale dalla potenza nominale dell'utilizzatore alimentato, e a livello di quadro secondario e generale dai valori di potenza assorbita determinati secondo quanto indicato in precedenza. In generale il dimensionamento in portata tiene conto di un margine di riserva medio del 30%. Le portate nominali dei cavi sono quelle ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1e 35024/2, e tengono conto del valore di massima temperatura ambiente di progetto e delle effettive condizioni di posa (tipo di condotti portacavi e vicinanza tra cavi diversi). Il dimensionamento delle condutture tiene conto anche di: - valore della caduta di tensione; il valore limite utilizzato è specificato sui dati di progetto; - coordinamento tra le caratteristiche della conduttura e quelle del relativo dispositivo di protezione, in termini di correnti di cortocircuito massime e minime e di energia specifica passante, in tutte le configurazioni di esercizio previste per la rete. 4 Descrizione degli impianti 4.1 Parametri elettrici di impianto Fornitura da Ente Distributore con sistema di I categoria a 400 V; Sistema di distribuzione TT; Potenza disponibile: 40 kVA; Corrente di corto circuito presunta al punto di consegna MT: 15 kA (valore efficace della componente simmetrica), come da art. 5.1.3 di CEI 0-21; Frequenza 50Hz. 4.2 Caduta massima di tensione e portata massima di corrente La caduta massima di tensione per ogni circuito, misurata dal Quadro Generale Bassa Tensione QGBT al punto più lontano, quando sia inserito il carico nominale, non dovrà superare il 4% della tensione a vuoto per tutti i circuiti ed il 5% su tutti i circuiti di illuminazione esterna. La densità di corrente nei vari conduttori non dovrà mai essere superiore a quella consentita dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1 relative tenendo conto di un coefficiente di contemporaneità per le potenze installate. (Per illuminazione = 1). 4.3 Quadro Contatore L’impianto elettrico ha origine sui morsetti a valle del gruppo di misura dell’energia elettrica (ENEL). Tale punto viene definito dalle norme “PdC” (Punto di Connessione). Dovrà essere predisposto un “cavo di collegamento” dal gruppo di misura al Quadro Contatore (d’ora in avanti QC), di lunghezza non superiore a 3 m e comunque il più corto possibile. Tale cavo dovrà essere attestato su n. 2 “DGL” (Dispositivi Generali di Linea), come previsto in CEI 0-21 art. 7.4.4 e fig. 6. I due DGL alimenteranno rispettivamente: l’edificio scolastico e le pompe antincendio. Pagina 14 di 38 Nel QC l’interruttore automatico a protezione dell’intero edificio scolastico dovrà essere di tipo magnetotermico differenziale, selettivo con gli interruttori posti a valle sia per correnti di corto circuito che per correnti disperse, con Idn=1 A e t=0,3 s. Il potere di interruzione dei due DGL dovrà essere non inferiore a 15 kA, adeguato alla corrente di corto circuito presunta nel punto di installazione (15 kA). L’involucro del QC dovrà essere in poliestere o vetroresina, materiali adatti alla posa esterna. Il QC dovrà essere poggiato su apposito baggiolo in muratura con tettoia di protezione dagli agenti atmosferici. Maggiori dettagli sulle caratteristiche elettriche del quadro sono desumibili dallo schema dei quadri elettrici, allegato. 4.4 Linea montante edificio La linea montante dell’edificio dovrà essere realizzata in cavidotto dedicato con d=160 mm ed avrà una lunghezza di circa 20 m, collegando il QC al QGS (Quadro Generale Scuola). La linea montante dovrà essere realizzata con corde unipolari del tipo FG7R 1x70 mmq per fase (1x35 mmq per il neutro). 4.5 Quadri elettrici Tutti i quadri elettrici dovranno, in linea di massima, essere realizzati in carpenteria metallica e dovranno contenere gli interruttori automatici indicati nello schema dei quadri elettrici allegato. Gli interruttori automatici dovranno essere dello stesso Costruttore, al fine di poter gestire le tabelle di selettività tra interruttori posti a monte ed interruttori posti a valle. Il potere di interruzione degli interruttori automatici dovrà essere non inferiore a quello indicato, per ciascun interruttore, nello schema dei quadri allegato. Il grado di protezione sarà, di norma, IP 4X. Al termine dell’assemblaggio e del cablaggio ciascun quadro deve essere sottoposto alle prove individuali definite dalla Norma CEI 17-113. Lo scopo di queste prove è quello di verificare eventuali difetti di fabbricazione o di assemblaggio dei componenti e devono quindi essere effettuate dalla ditta che ha curato il montaggio dell’apparecchiatura. Le prove individuali comprendono: - ispezione dell’apparecchiatura ivi compreso il controllo del cablaggio e, se necessario, una prova di funzionamento elettrico. - verifica della resistenza dell’isolamento o in alternativa prova della tensione applicata - verifica dei mezzi di protezione e della continuità elettrica dei circuiti di protezione. Tutti gli interruttori automatici dovranno essere coordinati, sia per le correnti di corto circuito che per le correnti di guasto a terra, con gli interruttori sottesi, in modo da garantire, nei limiti delle possibilità offerte dalla configurazione dell’impianto, selettività di intervento tra interruttori posti a monte ed interruttori posti a valle. 4.5.1 Quadro Generale Scuola Il QGS è ubicato in apposito locale tecnico munito di porta a chiave, con accesso diretto dall’esterno dell’edificio, in prossimità dell’ingresso di servizio. IL QGS dovrà essere realizzato in carpenteria metallica e contenere gli interruttori automatici indicati nello schema dei quadri elettrici allegato. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. Pagina 15 di 38 La configurazione del quadro deve prevedere un interruttore generale (interruttore non automatico sezionatore), un sistema di barre di distribuzione con In=400 A, un numero sufficiente di interruttori automatici posti in parallelo tra loro. Gli interruttori automatici a protezione di sottoquadri dovranno essere, di norma, di tipo magnetotermico e garantire una selettività almeno parziale con gli interruttori modulari posti a valle. Tutti gli altri interruttori, a protezione di linee dorsali con utilizzatori distribuiti in campo, dovranno essere di norma di tipo magnetotermico differenziale con Idn=0,03 A. Il quadro dovrà essere provvisto di strumento multifunzione con porta RS485 per visualizzazione da remoto dei parametri elettrici misurati e da SPD in classe di prova II° per la protezione delle utenze elettriche sottese da sovratensioni della rete o di origine atmosferica. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. 4.5.2 Quadro Centrale Termica Il QCT sarà ubicato nel locale centrale termica e sarà alimentato da linea montante proveniente dal QGS. IL QCT dovrà contenere gli interruttori automatici indicati nello schema dei quadri elettrici allegato. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. La configurazione del quadro deve prevedere un interruttore generale (interruttore non automatico sezionatore), un sistema di barre di distribuzione con In=80 A, un numero sufficiente di interruttori automatici posti in parallelo tra loro, alcuni contattori per la gestione automatica dell’impianto di riscaldamento. Gli interruttori automatici dovranno essere di norma di tipo magnetotermico differenziale con Idn=0,03 A. All’esterno del locale che ospita la centrale termica dovrà essere previsto un comando di emergenza che tolga tensione, mediante bobina a lancio di corrente, all’interruttore automatico posto nel QGS. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. Per i quadri bordo macchina valgono le prescrizioni della norma CEI EN 60204-1 (CEI 44-5) e della norma CEI EN 60439-1 (CEI 17-13/1). 4.5.3 Quadro Centrale Idrica Il QCI sarà ubicato in prossimità della scala antincendio del corpo C e sarà alimentato dal QGS. Il QCI dovrà contenere gli interruttori automatici indicati nello schema dei quadri elettrici allegato. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. La configurazione del quadro deve prevedere un interruttore generale (interruttore non automatico sezionatore), un sistema di barre di distribuzione con In=80 A, un numero sufficiente di interruttori automatici posti in parallelo tra loro, alcuni contattori per la gestione automatica dell’impianto di riscaldamento. Gli interruttori automatici dovranno essere di norma di tipo magnetotermico differenziale con Idn=0,03 A. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. Per i quadri bordo macchina valgono le prescrizioni della norma CEI EN 60204-1 (CEI 44-5) e della norma CEI EN 60439-1 (CEI 17-13/1). 4.5.4 Quadro Cucina Il QK sarà ubicato nel corridoio di accesso del corpo cucina, al piano terra, dovrà essere realizzato in carpenteria metallica e contenere gli interruttori automatici indicati nello schema dei quadri elettrici allegato. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. Pagina 16 di 38 La configurazione del quadro deve prevedere un interruttore generale (interruttore non automatico sezionatore), un sistema di barre di distribuzione con In=160 A, un numero sufficiente di interruttori automatici posti in parallelo tra loro. Gli interruttori automatici dovranno essere di norma di tipo magnetotermico differenziale con Idn=0,03 A. Nel connettivo del corpo A, prima dell’accesso ai locali della cucina, dovrà essere previsto un comando di emergenza che tolga tensione all’interruttore che alimenta il Quadro Cucina, nel QGS. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. 4.5.5 Quadro Mensa Il QM sarà ubicato nel ripostiglio del corpo A al piano terra e sarà alimentato da linea montante proveniente dal QGS. IL QM dovrà essere in materiale termoplastico e contenere gli interruttori automatici indicati nello schema dei quadri elettrici allegato. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. La configurazione del quadro deve prevedere un interruttore generale (interruttore non automatico sezionatore), un sistema di barre di distribuzione con In=80 A, un numero sufficiente di interruttori automatici posti in parallelo tra loro. Gli interruttori automatici dovranno essere di norma di tipo magnetotermico differenziale con Idn=0,03 A. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. 4.5.6 Quadro Primo Piano Il QP1 sarà ubicato nel connettivo del corpo A, al primo piano. IL QP1 dovrà essere realizzato in carpenteria metallica e contenere gli interruttori automatici indicati nello schema dei quadri elettrici allegato. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. La configurazione del quadro deve prevedere un interruttore generale (interruttore non automatico sezionatore), un sistema di barre di distribuzione con In=160 A, un numero sufficiente di interruttori automatici posti in parallelo tra loro. Gli interruttori automatici dovranno essere di norma di tipo magnetotermico differenziale con Idn=0,03 A. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. 4.5.8 Quadro Ascensore 1 Il QA1 deve essere ubicato in prossimità dell’ascensore 1, nel corpo A dell’edificio, al piano terra, installato in configurazione da esterno con involucro in materiale termoplastico. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. 4.5.9 Quadro Ascensore 2 Il QA2 deve essere ubicato in prossimità dell’ascensore 2, nel corpo B dell’edificio, al piano terra, installato in configurazione da esterno con involucro in materiale termoplastico. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. Pagina 17 di 38 Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. 4.5.10 Quadro Parallelo Impianto PV Il QP-PV deve essere ubicato in copertura, in prossimità degli inverter. L’involucro del QP-PV dovrà essere in poliestere o vetroresina, materiali adatti alla posa esterna. Il QP-PV dovrà essere poggiato su apposito baggiolo in muratura con tettoia di protezione dagli agenti atmosferici. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. Per la configurazione del quadro si rimanda alla relazione tecnica dell’impianto fotovoltaico. Per i quadri bordo macchina valgono le prescrizioni della norma CEI EN 60204-1 (CEI 44-5) e della norma CEI EN 61439-1 (CEI 17-113). 4.5.11 Quadro Pompe Antincendio Il QPA deve essere ubicato nel locale pompe antincendio, posto in prossimità della scala antincendio del corpo C. Il potere di interruzione degli interruttori automatici non sarà inferiore al valore della corrente di cortocircuito presunta sul quadro stesso ed indicata negli elaborati di progetto. La configurazione del quadro deve prevedere un interruttore generale (interruttore non automatico sezionatore), un sistema di barre di distribuzione con In=80 A, un numero sufficiente di interruttori automatici posti in parallelo tra loro. Gli interruttori automatici dovranno essere dimensionati in modo che sia evitato un loro scatto intempestivo dovuto a sovraccarico o all’avvio delle pompe. Per i quadri bordo macchina a servizio delle pompe antincendio valgono le prescrizioni della norma CEI EN 60204-1 (CEI 44-5) e della norma CEI EN 61439-1 (CEI 17-113). Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri QE01. 4.6 Distribuzione principale e linee dorsali Generalmente i fattori che causano incendi nelle condutture elettriche sono: cortocircuiti, riscaldamenti, contatti elettrici e coinvolgimento delle condutture stesse in incendi; pertanto, esse devono essere realizzate in modo da non essere né causa d’innesco né causa di propagazione di incendi indipendentemente dai fattori elettrici e/o fisici che li hanno causati. Per il raggiungimento degli scopi sopra prefissati, le condutture devono essere realizzate e protette come indicato di seguito. La distribuzione principale dell’intero edificio avrà origine dal QGS e servirà tutti i quadri ad esso sottesi. Si definiscono linee montanti tutte le linee che da un quadro posto a monte alimentano un sottoquadro. Si definiscono linee dorsali i cavi elettrici in uscita dagli interruttori automatici di un quadro elettrico collegati agli utilizzatori (prese, luci, ecc.). Si definiscono derivazioni i tratti di cavi che, da una linea dorsale, alimentano un singolo utilizzatore. Le linee montanti dovranno essere alloggiate, di norma, in passerella a filo in acciaio zincato. I cavi delle linee montanti saranno multipolari del tipo FG7OM1; la loro posa è di tipo c1) e c2) secondo l’art. 751.04.2.6 della norma CEI 64-8. Per tali cavi corre l’obbligo di una protezione addizionale dall’incendio ottenuta mediante interruttori differenziali da installare a monte delle condutture , come esplicitato nell’art. 751.04.2.7 “Protezione delle condutture elettriche” di CEI 64-8. Tale protezione è assicurata, per l’intero impianto, dall’interruttore generale installato nel QC (Idn= 1 A). Pagina 18 di 38 I cavi non protetti da interruttori provvisti di sganciatore differenziale dovranno essere installati con tipo di posa come indicato in CEI 64-8, art. 751.04.2.6 par. a1) o a2) (cavi multipolari muniti di schermo metallico o alloggiamento dei cavi multipolari in canali metallici con grado di protezione IP4X). Le linee dorsali e le derivazioni finali saranno realizzate con cavi multipolari del tipo FG7OM1 nei percorsi a controsoffitto, con cavi del tipo N07V-K nei tubi flessibili posati sottotraccia e con cavi del tipo N07G9-K nei percorsi a parete, in canali in pvc. Le portate nominali dei cavi sono quelle ricavate dalle tabelle CEI-UNEL 35024/1e 35024/2, e tengono conto del valore di massima temperatura ambiente di progetto e delle effettive condizioni di posa (tipo di condotti porta-cavi e vicinanza tra cavi diversi). Il tipo di posa dei cavi, nelle aree controsoffittate, dovrà essere di norma su passerella metallica a filo. L’art. 751.04.3 della norma CEI 64-8 ed. 2012 impone la valutazione del rischio nei riguardi di fumi, gas tossici e corrosivi negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio per l’elevata densità di affollamento o per l’elevato tempo di sfollamento in caso di incendio (CEI 64-8 ed. 2012 art. 751.03.2), indicando come adatti i cavi senza alogeni (LSOH o Low Smoke Zero Halogen) rispondenti alle norme CEI 20-22 e 20-37 per quanto riguarda le prove. Date le caratteristiche dei locali e delle attività svolte, è da ritenersi frequente la presenza di numerose persone all’interno dei locali; pertanto tutti i cavi installati in tubazioni non incassate dovranno essere del tipo LSOH. I cavi installati su passerelle dovranno essere multipolari e del tipo FG7OM1. I cavi installati in tubazioni a vista dovranno essere, se unipolari, del tipo N07G9-K. In tutte le altre condizioni di posa (cavi interrati, cavi incassati ad almeno 5 cm sotto il pavimento o l’intonaco, ecc.) possono essere adottati cavi adatti al tipo di posa ma non del tipo LSOH. Le cassette di derivazione posate nel controsoffitto dovranno essere del tipo a pareti lisce, dovranno ospitare possibilmente ciascuna una sola linea di alimentazione e dovranno essere munite di idonei pressa-cavi per una sicura tenuta dei cavi in esse collegati. Nelle zone non controsoffittate i cavi dovranno essere installati o in canale in pvc IP4X o in tubo rigido a vista. Nelle aree esterne ove applicabile i cavi, sia interrati che a vista, dovranno essere del tipo FG7OR. 4.7 Impianto di terra L’impianto di terra si sviluppa nell’area esterna dell’edificio ed è costituito da un dispersore orizzontale in corda in rame di S=50 mmq che si estende ad anello intorno all’edificio scolastico, come indicato nelle planimetrie allegate. L’impianto dovrà essere interconnesso ai ferri dei pilastri in cemento armato dei vari corpi dell’edificio e dovrà soddisfare le seguenti prescrizioni: - avere sufficiente resistenza meccanica e resistenza alla corrosione; - essere in grado si sopportare le più elevate correnti di guasto; - evitare danni a componenti elettrici o a beni; - garantire la sicurezza delle persone contro le tensioni che si manifestano sugli impianti di terra per effetto delle correnti di guasto a terra. Per la protezione delle persone da contatti indiretti dovranno essere installati, a protezione di tutte le utenze finali, interruttori differenziali con Idn=0,03/0,3 A. Il sistema di collegamento a terra dell'impianto è il TT: neutro collegato all’impianto di terra dell’ente distributore (prima lettera T) e masse dell'impianto utente collegate ad impianto di terra separato, realizzato dall’utente (seconda lettera T). Pagina 19 di 38 L’impianto di terra è unico per tutto il complesso ed è costituito da: - dispersore: realizzato con corda in rame di S=50 mmq che si estende, interrato ad h=-50 cm, con percorso orizzontale; - conduttore di terra: corda in rame nudo di S=35 mmq che collega il collettore di terra principale, posizionato nel QGS, al dispersore; - collettori di terra: punti di collegamento fra dispersore, rete dei conduttori di protezione e conduttori equipotenziali, costituiti da sbarre in rame; ogni quadro elettrico dovrà eserne provvisto; - conduttori di protezione PE: conduttori isolati, con guaina di colore giallo-verde, posati lungo gli stessi percorsi dei conduttori di energia, aventi la funzione di collegare tutte le masse dell’impianto elettrico; tutti i quadri elettrici sottesi al QGS sono collegati al collettore di terra principale (alloggiato in questo quadro) mediante conduttore di protezione appartenente alla stessa conduttura del cavo di alimentazione; tutti i cavi multipolari utilizzati nell’impianto sono provvisti, ove possibile, di conduttore di protezione integrato; - conduttori equipotenziali: conduttori isolati, con guaina di colore giallo-verde per il collegamento all’impianto di terra di tutte le masse estranee. Essi si distinguono in conduttori principali, utilizzati per collegare ai collettori di terra le masse estranee, e conduttori supplementari, utilizzati per collegare masse estranee fra loro e ai conduttori di protezione per la realizzazione dell’equipotenzialità locale; il tubo di adduzione dell’acqua all’edificio, se realizzato in materiale metallico, deve essere collegato all’impianto di terra. Il tubo di adduzione del gas, se realizzato in materiale metallico, deve essere collegato all’impianto di terra. Tutte le strutture metalliche portanti dell’edificio devono essere collegate all’impianto di terra. Quest’ultimo dovrà essere controllato per verificare che siano soddisfatte le prescrizioni di dimensionamento previste dalla norma CEI 64-8 edizione 2012. Per rendere il sistema (impianto di terra – dispositivo di protezione) efficace agli effetti della protezione contro i contatti indiretti dovrà essere soddisfatta la relazione: RE ≤ 50/Idn L’intero impianto è protetto da interruttore differenziale di tipo selettivo con con Idn pari ad 1 A e con ritardo di intervento di 0,3 secondi. Pertanto, dovrà essere RE ≤ 50/1 RE ≤ 50 Ω Si ricorda infine che dovranno essere collegate a terra tutte le masse metalliche presenti all’interno del locale che presentino R<1000Ω verso terra. 4.8 Impianti di illuminazione interna normale e di sicurezza Gli impianti di illuminazione hanno origine dai rispettivi quadri di piano e sono distinti in illuminazione normale e di sicurezza. L'illuminazione normale è prevista in tutte le aree e deve garantire i livelli di illuminamento richiesti dalla norma EN 12464-1 (ed. 2011). La illuminazione di sicurezza va realizzata per settori, alimentando le luci di sicurezza (nei nuovi impianti) con lo stesso interruttore automatico delle luci normali, come da schemi dei quadri allegati. L'illuminazione di sicurezza è prevista in tutti gli ambienti ed in particolare lungo le vie di esodo, in prossimità ed all’esterno delle uscite di sicurezza, nei corridoi, spazi di passaggio, aree comuni, così come indicato nelle planimetrie allegate. Pagina 20 di 38 Gli apparecchi di segnalazione di sicurezza dovranno essere installati sulle uscite di sicurezza e sulle porte di accesso a queste. La segnaletica di sicurezza dovrà essere integrata da cartelli omologati, che indichino i percorsi per raggiungere l’esterno del locale. Il sistema di illuminazione di sicurezza dovrà coprire uniformemente tutta l’area di ogni ambiente e garantire la sicura evacuazione delle persone in caso di necessità; dovrà essere realizzato con lampade provviste di alimentazione autonoma, che ne assicuri il funzionamento per almeno 1 ora e dovrà garantire un’illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m dal piano di calpestio lungo le vie di esodo e non inferiore a 2 lux nel resto dei locali. Tutti gli apparecchi di illuminazione saranno singolarmente identificati in planimetria con sigla di appartenenza al circuito relativo. L'illuminazione normale è prevista in tutte le aree e deve garantire i livelli di illuminamento richiesti dalla norma EN 12464-1 (ed. 2011). I valori medi di illuminazione, da conseguire e misurare su un piano orizzontale posto a 0,85 m dal pavimento, in condizioni di alimentazione normali, saranno desunti dai prospetti delle norme EN 12464-1. La tabella che segue riporta i valori limite delle principali grandezze illuminotecniche nelle zone del compito visivo nei vari ambienti degli edifici scolastici. Pagina 21 di 38 EDIFICI SCOLASTICI – UNI EN 12464-1 ED. 2011 Tipo di zona, compito o attività Em (lx) UGRL Aule scolastiche Aule per corsi serali e per adulti Auditorium, sale lettura Lavagne e schermi bianchi o verdi Tavolo per dimostrazioni Aule educazione artistica Aule per disegno tecnico Aule per educazione tecnica e laboratori Aule lavori manuali Laboratorio di insegnamento Aule di pratica della musica Laboratori di informatica Laboratori linguistici Ingressi Zone di circolazione, corridoi Scale Sale comuni per gli studenti e aula magna Sale professori Biblioteca: scaffali Biblioteca: zone di lettura Magazzini materiale didattico Palazzetti, palestre, piscine Mensa cucina 300 500 500 500 500 500 750 500 500 500 300 300 300 200 100 150 200 300 200 500 100 300 200 500 22 22 19 19 19 19 16 19 19 19 19 19 19 22 25 25 22 19 19 19 25 22 22 22 U0 0,6 0,6 0,6 0,7 0,7 0,6 0,7 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,6 0,4 0,4 0,4 0,4 0,6 0,6 0,6 0,4 0,6 0,4 0,6 Ra 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 80 La disposizione degli apparecchi di illuminazione e le loro caratteristiche sono desumibili dalle planimetrie allegate. Gli interruttori di comando delle luci dovranno essere posti, di norma, ad un’altezza non superiore a 0,9 m (eliminazione barriere architettoniche). 4.9 Impianto di illuminazione esterna Le aree esterne all’edificio scolastico sono formate da aree verdi, viali pedonali ed aree asfaltate per il parcheggio degli autoveicoli. I viali pedonali e le aree esterne sono provvisti di illuminazione realizzata con lampioni a globo alti 3 m f.t., con apparecchi di illuminazione a led da 20 W e diffusori provvisti di copertura anti inquinamento luminoso. L’edificio scolastico dispone, su tre dei quattro lati, di aree asfaltate adibite a parcheggio, con accessi alla scuola. Le aree asfaltate devono essere illuminate con armature stradali poste su pali di h= 7 m f.t., con singolo sbraccio. Gli apparecchi di illuminazione dovranno essere in classe II e contenere lampade a led da 50 W. I circuiti di illuminazione esterna dovranno essere comandati in modo automatico con relè crepuscolare ed orologio. La illuminazione delle aree verdi dovrà essere indipendente da quella delle aree asfaltate. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri elettrici. Si ricorda che gli impianti di illuminazione realizzati all’esterno devono rispondere ai requisiti previsti dalla norma CEI 64-8 sez. 714: Impianti di illuminazione situati all’esterno”. In particolare: - La resistenza di isolamento verso terra dei circuiti fino a 1000 V, all’atto della verifica iniziale, deve essere, a circuito aperto, non inferiore a quanto indicato in CEI 64-8 art. 714.31.1 e con gli apparecchi di illuminazione inseriti non inferiore a [2/(L+N)]MΩ, dove L = lunghezza Pagina 22 di 38 - - - - complessiva delle linee di alimentazione in km (1per L< 1 km) ed N = numero degli apparecchi di illuminazione presenti nel sistema elettrico; I circuiti di alimentazione trifasi devono essere realizzati in modo da ridurre al minimo gli squilibri di corrente lungo la linea (art. 714.31.2); La protezione dai contatti diretti deve essere realizzata come indicato all’art. 714.412 (protezione mediante isolamento, barriere o involucri, grado di protezione IPXXB per sportelli, apribili anche con attrezzo o chiave, posti al di sotto di 2,8 m, come ad es. le morsettiere dei pali); La protezione dai contatti indiretti deve essere realizzata come indicato nell’art. 714.413; La protezione mediante componenti elettrici di classe II o con isolamento equivalente deve essere realizzata come indicato nell’art. 714.413.2 (non devono essere previsti conduttori di protezione, le parti conduttrici, separate dalle parti attive mediante isolamento doppio o rinforzato, non devono essere collegate a terra, i cavi devono avere tensione di isolamento 0,6/1 kV); La protezione contro le sovracorrenti deve essere realizzata secondo la regola generale indicata in CEI 64-8 Sezione 434; I componenti elettrici devono avere, grado di protezione non inferiore ad IP33 (per gli apparecchi di illuminazione è sufficiente IP23 se installati ad h>2,5 m); vedi art. 714.5; I componenti elettrici interrati o installati in pozzetto devono essere IPX7 se è previsto il drenaggio, IPX8 nel caso in cui sia previsto un funzionamento prevalentemente sommerso; i cavi di alimentazione devono essere adatti alla posa interrata (cavi tipo FG7OR), dimensionati con Iz>In>Ib e con sezione tale che la caduta di tensione massima dei circuiti non sia superiore al 5% nel punto più lontano (art. 714.525); i pali devono avere caratteristiche meccaniche sia costruttive che di installazione conformi alle norme UNI EN 40. Le prestazioni fotometriche (livelli di luminanza e/o illuminamento, di uniformità e abbagliamento) devono essere conformi alla norma EN13201. Gli apparecchi di illuminazione lungo i viali pedonali devono garantire un illuminamento medio mantenuto di 7,5 lx con uniformità di 0,4. Gli apparecchi di illuminazione delle aree asfaltate devono garantire un illuminamento medio mantenuto di 20 lx con uniformità di 0,4. Per gli altri impianti realizzati all’esterno valgono le regole generali della norma CEI 64-8. 4.10 Impianti di forza motrice Gli impianti di alimentazione delle prese a spina e degli utilizzatori elettrici hanno origine dai quadri di zona. Tutti gli interruttori automatici a protezione di linee prese devono essere dimensionati con In non superiore alla corrente nominale di ciascuna presa. Ad es., un circuito con n. 10 prese da 16 A deve essere protetto con interruttore automatico con In = 16 A. Tale prescrizione è necessaria per evitare che, collegando una prolunga con presa multipla su unica presa, si possa inavvertitamente assorbire un carico complessivo superiore a quello nominale della presa stessa ma inferiore a quello max che lascia passare l’interruttore automatico, con mancato intervento di quest’ultimo e surriscaldamento della presa sovraccaricata (rischio di incendio). Pertanto i circuiti prese sono stati dimensionati in numero tale che ciascun circuito non sia composto da un elevato numero di prese. E’ vietato l’uso delle prese di servizio per la ricarica delle batterie di eventuali macchine di pulizia. Le batterie di accumulatori, durante il periodo di ricarica, liberano nell’atmosfera gas potenzialmente esplosivi (es. idrogeno) con conseguenti rischi di esplosione. La disposizione degli utilizzatori FM e delle prese e le loro caratteristiche sono desumibili dalle planimetrie allegate. La loro quota di installazione dovrà, di norma, essere non inferiore a 0,4 m dal piano di calpestio (abbattimento barriere architettoniche). Le caratteristiche elettriche dei carichi, il dimensionamento dei cavi e delle protezioni sono desumibili dallo schema dei quadri allegato. Pagina 23 di 38 Per gli impianti di alimentazione degli utilizzatori degli impianti meccanici di ricambio d’aria, centrale termica, ecc. si fa riferimento agli schemi dei quadri. 4.11 Prese di ricarica per la alimentazione di veicoli elettrici All’esterno dell’edificio scolastico, in prossimità dell’area per il carico e scarico derrate, dovranno essere previste tre prese di energia per la ricarica di veicoli elettrici, con potenza di 3 kW ciascuno. Dovrà essere predisposta una pensilina per la protezione dagli agenti atmosferici delle due stazioni di ricarica, che dovranno avere un grado di protezione almeno IP44. Le due prese devono essere protette contro i danni meccanici, prevedendo una posizione che eviti danni causati da un qualsiasi urto ragionevolmente prevedibile. Le prese di ricarica dovranno essere protette singolarmente mediante un dispositivo di protezione contro le sovracorrenti e differenziale, con corrente differenziale nominale di intervento non superiore a 30 mA, di tipo A. I dispositivi scelti devono interrompere tutti i conduttori attivi, compreso il neutro. Nel caso di alimentazione trifase, si devono adottare misure di protezione sensibili alle correnti continue di guasto a terra, ad esempio dispositivi differenziali di tipo B. La richiusura automatica degli interruttori differenziali è ammessa purché sia esclusa la richiusura su guasto; per esempio mediante dispositivi dotati di mezzi di valutazione della corrente differenziale presunta conformi alla norma CEI EN 50557. Tutte le prese fisse o i connettori mobili devono essere posti il più vicino possibile al punto di stazionamento del veicolo elettrico che deve essere alimentato. Non è ammesso l’uso di prese a spina mobili. Ogni presa deve essere installata in un quadro di distribuzione o all’interno di una scatola. La presa fissa e/o il connettore mobile per il veicolo devono alimentare un solo veicolo elettrico. Deve essere previsto un sistema elettrico o meccanico per impedire l’inserimento/il disinserimento delle spine senza potere di interruzione/chiusura, sotto carico. La parte inferiore delle prese dovrà essere posta ad un’altezza compresa tra 0,5 m e 1,5 m da terra. 4.12 Alimentazione elettrica dell’impianto di estrazione aria in cucina Nella cucina dell’edificio scolastico dovrà essere realizzato un sistema di estrazione d’aria con utilizzo di ventilatori per l’estrazione e la ripresa dell’aria. Il ventilatore di immissione aria dovrà essere provvisto di batteria di resistenze per il preriscaldamento dell’aria immessa in cucina. Con il ventilatore di estrazione d’aria fermo l’elettrovalvola di chiusura del gas dovrà essere posta nello stato di chiusura. Le caratteristiche elettriche dei carichi, il dimensionamento dei cavi e delle protezioni sono desumibili dallo schema dei quadri. 4.13 Alimentazione elettrica delle pompe antincendio La scuola sarà dotata di un gruppo di pompe antincendio, di cui alcune alimentate elettricamente (elettropompe) ed altre ad avviamento indipendente dall’energia elettrica (motopompe). Le elettropompe dovranno essere alimentate a monte dell’interruttore generale dell’edificio scolastico, direttamente dal PdC (Punto di consegna ENEL). Le elettropompe dovranno essere dotate di singoli quadri elettrici bordo macchina certificati dal Costruttore e conformi alle norme di prodotto. Per maggiori dettagli si rimanda allo schema dei quadri elettrici allegato. 4.14 Impianto elettrico centrale termica Nel locale centrale termica sarà realizzato un impianto di riscaldamento con potenza calorifera superiore a 35 kW termici, alimentato da gas metano. Pertanto le caratteristiche dell’impianto elettrico Pagina 24 di 38 (ordinario o a prova di esplosione) saranno conseguenti alla classificazione del locale fatta dal Committente. A tal proposito si rimanda alle prescrizioni della norma CEI 31-35 ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87)” ed agli esempi contenuti nella Guida CEI 31-35 A ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87): esempi di applicazione” (in particolare es. GF-3: centrali termiche alimentate a gas naturale). Nel caso in cui la valutazione del rischio consideri trascurabile il rischio di esplosione gli impianti elettrici a servizio della centrale termica potranno essere di tipo ordinario, a condizione che gli apparecchi a gas siano marcati CE secondo il DPR 661/96 e che l’impianto termico sia installato in conformità alle norme UNI CIG. Fuori dal locale dovrà essere previsto un comando di emergenza che tolga tensione a tutto l’impianto elettrico nel locale stesso. L’impianto elettrico dovrà avere grado di protezione IP55. Si raccomanda che il locale sia provvisto di apertura di superficie adeguata posta a filo soffitto, per evitare la formazione di zone a ventilazione impedita. I componenti elettrici che si trovano in prossimità della tubazione di adduzione del gas metano debbono essere posti a debita distanza (60÷70 cm) da eventuali flange, sia all’interno che all’esterno della centrale. Le caratteristiche elettriche dei carichi, il dimensionamento dei cavi e delle protezioni sono desumibili dall’allegato “Quadri elettrici”. 4.15 Impianto di chiamata dai bagni per disabili Dovranno essere realizzati, nei bagni per disabili, impianti di allarme con segnalazione acustica e luminosa fuori del bagno e ripetizione in zona presidiata (scrivania dell’assistente di piano, per ciascuno dei due piani dell’edificio). Il loro funzionamento deve essere il seguente: l’azionamento del pulsante a tirante (a due contatti normalmente aperti) deve far suonare la suoneria (fuori la porta del bagno ed in zona presidiata), lasciando accesa una lampada di segnalazione (fuori la porta del bagno ed in zona presidiata), che viene spenta da un pulsante di reset posto fuori dalla porta del bagno disabili. La suoneria deve poter suonare ogni volta che viene azionato il pulsante a tirante. 4.16 Impianto di chiamata dalle aule In ogni aula è previsto un pulsante per la chiamata verso la reception. Il sistema dovrà essere di tipo ottico e visivo, con indicazione numerica dell’aula da cui proviene la chiamata. Il sistema funzionerà a 24 V AC, sistema SELV. Pertanto i cavi di tale impainto dovranno essere alloggiati in canalizzazioni dedicate. Pagina 25 di 38 4.17 Impianto campane fine ora E’ prevista la installazione di n. 6 campane per l’avviso di inizio e fine lezioni, ciascuna in uno dei corpi A, B, C per ciascun piano. Le campane, alimentate a 230 V, saranno azionate da orologio settimanale multiprogrammabile ma potranno essere attivate anche da comando manuale posto nella reception al piano terra. 4.18 Impianto fotovoltaico Sulla copertura dell’edificio è prevista la installazione di un impianto fotovoltaico da 20 kW, le cui caratteristiche sono descritte in documento separato. Ai fini della sicurezza dovranno essere rispettate le prescrizioni della sezione 712 (Sistemi fotovoltaici di alimentazione) di CEI 64-8 e della guida 82-25 ed. 09-2010: “Guida alla realizzazione di sistemi di generazione fotovoltaica collegati alle reti elettriche di Media e Bassa Tensione”. L’impianto sarà formato da 80 moduli in silicio policristallino da 250 W, alloggiati su apposite strutture triangolari in alluminio ancorate mediante stop chimici ad apposita soletta di cemento con funzione di zavorra. L’orientamento dei moduli, rispetto al sud, sarà di 0 gradi. La inclinzione dei moduli sarà di 4° rispetto al piano orizzontale, con massima elevazione, rispetto al piano di calpestio, di circa 30 cm. Per evitare il permanere di tensioni pericolose all’interno dell’edificio in caso di incendio, l’intera sezione DC dell’impianto fotovoltaico sarà esterna. Pertanto l’inverter previsto sarà posto all’esterno, in copertura, insieme al quadro di parallelo dell’impianto PV alla rete elettrica AC. In caso di assenza di energia dalla rete (voluta o accidentale) il DDI (dispositivo di interfaccia) posto all’interno del quadro di parallelo si aprirà, disconnettendo dalla rete AC l’impianto fotovoltaico. Per ottemperare alle prescrizioni dei Vigili del Fuoco sarà comunque previsto uno sgancio del DDG (dispositivo di generatore) posto a protezione dell’inverter, mediante comando di emergenza posto all’ingresso della scuola. I cavi lato DC dell’impianto PV dovranno essere del tipo FG21M21, adatti a sostenere le tensioni in gioco sugli impianti fotovoltaici. I cavi lato AC dell’impianto PV saranno del tipo FG7OM1. Il parallelo con la rete elettrica avverrà nel QGS, mediante interruttore magnetotermico differenziale dedicato. I moduli fotovoltaici installati dovranno essere conformi, ai fini antincendio, alle norme: - CEI EN 61730-1 "Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici - Prescrizioni per la sicurezza"; - CEI EN 61730-2 "Qualificazione per la sicurezza dei moduli fotovoltaici - Prescrizioni per le prove". Come richiesto dai Vigili del Fuoco, il piano su cui poggeranno i moduli dovrà essere incombustibile. I moduli fotovoltaici dovranno essere lontani da evacuatori di fumo e di calore, lucernai e camini.. L'impianto fotovoltaico non dovrà essere posto sulla verticale di elementi sottostanti che separano due compartimenti (ad es. muro interno all'edificio di separazione tra compartimenti). I moduli saranno posti sulla copertura dell'edificio e non occuperanno vie di esodo o luoghi sicuri di cui al DM 30/11/83. Al termine dei lavori l'impresa installatrice dovrà apporre cartelli con scritto "Attenzione impianto fotovoltaico in tensione durante le ore diurne" nell'area di accesso all'impianto fotovoltaico, sulle condutture ogni 10 m, in corrispondenza di tutti i varchi di accesso all'area. Dovrà essere predisposto un comando di emergenza il cui azionamento deve togliere tensione all'interno del compartimento. Dovranno essere eseguite e documentate le verifiche periodiche dell'impianto fotovoltaico nei confronti del rischio incendio, con particolare riferimento all'efficienza delle connessioni. 4.19 Impianto di protezione dai fulmini Pagina 26 di 38 L’edificio risulta autoprotetto dal rischio di fulmini. Per maggiori dettagli si rimanda al documento di valutazione della protezione dai fulmini della struttura. 4.20 Impianto elettrico cucina e mensa Nel locale cucina dovrà essere realizzato un impianto di cottura con potenza calorifera superiore a 35 kW termici, alimentato da gas metano. Pertanto le caratteristiche dell’impianto elettrico (ordinario o a prova di esplosione) saranno conseguenti alla classificazione del locale fatta dal Committente. A tal proposito si rimanda alle prescrizioni della norma CEI 31-35 ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87)” ed agli esempi contenuti nella Guida CEI 31-35 A ed. 02-2012: “Atmosfere esplosive. Guida alla classificazione dei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas in applicazione della Norma CEI EN 60079-10-1 (CEI 31-87): esempi di applicazione” (in particolare es. GF-3: centrali termiche alimentate a gas naturale). Nel caso in cui la valutazione del rischio consideri trascurabile il rischio di esplosione gli impianti elettrici a servizio della cucina potranno essere di tipo ordinario, a condizione che gli apparecchi a gas siano marcati CE secondo il DPR 661/96 e che l’impianto termico sia installato in conformità alle norme UNI CIG. Fuori dal locale cucina dovrà essere previsto un comando di emergenza che tolga tensione a tutto l’impianto elettrico nel locale stesso. L’impianto elettrico dovrà avere grado di protezione IP55. Si raccomanda che il locale sia provvisto di apertura adeguata posta a filo soffitto, per evitare la formazione di zone a ventilazione impedita. I componenti elettrici che si trovano in prossimità della tubazione di adduzione del gas metano debbono essere posti a debita distanza (60÷70 cm) da eventuali flange, sia all’interno che all’esterno della centrale. Le caratteristiche elettriche dei carichi, il dimensionamento dei cavi e delle protezioni sono desumibili dall’allegato “Quadri elettrici”. L’impianto elettrico dovrà essere realizzato preferibilmente a vista, con grado di protezione IP55. Le caratteristiche elettriche dei carichi, il dimensionamento dei cavi e delle protezioni sono desumibili dall’allegato “QE01”. La dispensa e gli spogliatoi personale, purché adeguatamente compartimentali, sono da considerare luoghi ordinari. 4.21 Impianto di rifasamento E’ prevista la installazione di un quadro automatico di rifasamento da 30 kVar, per il rifasamento dei carichi induttivi presenti nell’edificio. 5. POTENZA IMPEGNATA E DIMENSIONAMENTO DEGLI IMPIANTI Il dimensionamento degli impianti elettrici è riportato nello schema dei quadri elettrici allegato. Pagina 27 di 38 6. IMPIANTI SPECIALI Nell’edificio saranno realizzati i seguenti impianti speciali: impianto di trasmissione dati, impianto TV, impianto videocitofonico, impianto di allarme antintrusione, impianto di rivelazione incendio, impianto di diffusione sonora per l’emergenza. 6.1 Impianto trasmissione dati e telefonico E’ prevista la realizzazione di un impianto di cablaggio strutturato, da realizzare con cavi UTP del tipo LS0H in cat. 6, che collegano le prese dati delle singole aule al rack trasmissione dati dell’edificio, posto in segreteria, al primo piano. L’alloggiamento dei cavi UTP dovrà essere realizzato in passerella a filo dedicata, posta a controsoffitto, a sufficiente distanza dalle passerelle dei cavi di energia (l>20 cm), soprattutto nei tratti con parallelismi dei cavi. I cavi non dovranno essere sottoposti a trazioni verticali. L’impianto di trasmissione dati sarà composto da prese cat. 6 (RJ45) poste in scatole da frutto dedicate, in numero di una nelle aule, di due negli uffici. Saranno predisposte anche n. 6 prese nel controsoffitto dei connettivi, per predisporre la distribuzione in WI-FI della connessione ad internet. L’impianto sarà composto inoltre da un rack di cablaggio passivo, che raccoglie le prese dati dal campo. Le prese RJ45 in cat. 6 presenti nelle scatole da frutto dedicate potranno essere utilizzate indifferentemente come prese dati e/o prese di fonia (telefoniche). Il rack pertanto avrà un cablaggio così suddiviso: - N. 2 pannelli di permutrazione a 24 porte RJ45 ciascuno, per il collegamento delle prese in campo; - N. 1 pannello di permutazione a 48 porte telefoniche collegato a centrale telefonica con 2 linee urbane e 12 derivati; - N. 1 gruppo prese AC 230 V 16 A per alimentazione apparati attivi; - N. 1 switch a 24 porte; - Patch- panel per il collegamento delle porte RJ45 o allo switch o alle porte telefoniche. E’ prevista inoltre la presenza di una centrale telefonica a 2 ingressi e 12 derivati, collegata a 2 linee urbane, di cui una con ADSL, con utilizzo di dati e fonia. La linea ADSL sarà commutata, per la parte dati, ad apposito router da installare nel rack, per la connessione ad internet dell’edificio. Maggiori dettagli sulle dotazioni e caratteristiche dell’impianto sono indicate nei disegni allegati. 6.2 Impianto TV Dovrà essere realizzato un impianto TV terrestre provvisto di 3 prese, di cui 2 nelle aule per attività speciali ed una in direzione. L’antenna, del tipo a larga banda (banda III, IV e V), sarà collegata a centralino TV posto nel controsoffitto del primo piano e dovrà essere posta su palo di h=3 m, in copertura. Il conduttore esterno del cavo coassiale d’antenna TV deve essere collegato a terra con un conduttore di sezione non inferiore a 4 mm². I cavi dovranno essere alloggiati in canalizzazioni predisposte per cavi appartenenti a sistemi SELV. Maggiori dettagli sulle dotazioni e caratteristiche dell’impianto sono indicate nei disegni allegati. 6.4 Impianto citofonico e videocitofonico Pagina 28 di 38 Dovrà essere realizzato un impianto videocitofonico composto da due monitor interni (uno alla reception, all’ingresso principale, l’altro in segreteria, al primo piano), due posti esterni (uno sul cancello principale e l’altro sul cancello di carico e scarico derrate). L’impianto dovrà permettere l’apertura differenziata dei due cancelli carrabili di ingresso e dovrà essere predisposto per l’apertura di un eventuuale cancello pedonale. I cavi dovranno essere alloggiati in canalizzazioni predisposte per cavi appartenenti a sistemi SELV. 6.4 Impianto di allarme antintrusione L’intero impianto antifurto dovrà essere realizzato in conformità alla norma CEI 79-3 e dovrà avere i requisiti di livello I° IMQ allarme. In particolare i cavi di tale impianto dovranno essere alloggiati in appositi cavidotti e tubazioni. L’impianto dovrà prevedere un sistema di barriere ad infrarosso attivo perimetrali, da posizionare ad anello tutt’intorno all’edificio. Lo scopo dell’impianto è quello di diminuire i rischi di danneggiamenti ed atti vandalici ancor prima che di furti. La centrale antintrusione dovrà essere ad 8 zone, ampliabile fino ad 88 zone. L’impianto sarà integrato da rivelatori volumetrici a doppia tecnologia (infrarosso e microonde) posti nei corridoi. La centrale di controllo del sistema antintrusione sarà installata nel locale tecnico al piano terra. La sirena da esterno è prevista sul terrazzo dell’edificio, nella zona nord. L’impianto dovrà essere dotato di combinatore telefonico terrestre e/o cellulare, installato in prossimità della centrale. I cavi dovranno essere alloggiati in canalizzazioni predisposte per cavi appartenenti a sistemi SELV. Maggiori dettagli sulle dotazioni e caratteristiche dell’impianto sono indicati nei disegni allegati. 6.5 Impianto di rivelazione incendio L’impianto di rivelazione incendio avrà la funzione di sorvegliare tutti gli ambienti dell’edificio scolastico, con la sola esclusione dei bagni. La protezione sarà realizzata anche nei controsoffitti. L’impianto dovrà essere realizzato in conformità alla norma UNI 9795 ed. 2013 ed alla norma UNI EN 54, sarà provvisto di una centrale di tipo analogico indirizzato, a 2 loop, capace di gestire fino a 2 x (99 sensori + 99 moduli) di input/output indirizzabili (pulsanti e moduli a relè), con batterie in grado di garantirne il funzionamento per almeno 72 h in caso di mancanza della rete di alimentazione primaria. La centrale dovrà avere una alimentazione primaria (fornita dalla rete ENEL) ed una alimentazione di emergenza (batterie tampone). E’ prevista l’installazione di rivelatori ottici di fumo (a microprocessore) conformi alle norme UNI/VVF. La centrale di controllo sarà sempre presidiata nelle ore in cui è presente il personale, in quanto ubicata in reception. La centrale comunque dovrà essere dotata di modulo per trasmissione a distanza delle segnalazioni di allarme a distanza, con combinatore telefonico dedicato programmato per inviare messaggi di allarme ai numeri telefonici indicati dal Committente. L’alimentazione di sicurezza sarà automatica ad interruzione breve (<= 0,5 sec). L’alimentazione primaria del sistema deve essere realizzata tramite linea esclusivamente dedicata a tale scopo, dotata di propri organi di sezionamento, manovra e protezione. L’alimentazione di riserva sarà nelle immediate vicinanze della centrale (UNI 9795 5.6.4.2). Pagina 29 di 38 La struttura sarà munita di un sistema di allarme acustico conforme alle norme UNI/VVF in grado di segnalare il pericolo a tutte le persone presenti nella scuola (pannelli ottico luminosi di allarme incendio). La segnalazione d'allarme sarà data con pannelli ottici acustici e con il combinatore telefonico. L'impianto sarà realizzato con loop di tipo “A”. Prescrizioni generali L'impianto di rivelazione incendi ha la funzione di segnalare in modo tempestivo qualsiasi principio di incendio presente nelle aree interessate all'intervento. La segnalazione d’allarme proveniente da uno qualsiasi dei rivelatori utilizzati determinerà sempre una segnalazione ottica ed acustica di allarme incendio. L’impianto ha la seguente logica di funzionamento: 1. In caso di allarme di un singolo rivelatore si attiva un buzzer in centrale per due minuti, entro i quali è possibile acquisire l’allarme premendo un apposito tasto (ACK) sulla centrale e resettare l’allarme; trascorsi i due minuti senza l’azionamento del tasto ACK la centrale genera un allarme generale; l’allarme generale provoca l’’intervento dei cassonetti ottico acustici, l’invio di un segnale di allarme incendio tramite combinatore telefonico, il blocco degli impianti di ventilazione; 2. Premendo il tasto ACK entro i due minuti la centrale si resetta; se permane lo stato di allarme (sul display compare il numero del rivelatore) va ripremuto nuovamente il tasto di reset e va controllata la zona coperta dal rivelatore; 3. Nel caso in cui, nel periodo di preallarme, intervenga un secondo rivelatore della stessa zona (piano seminterrato o piano terra) scatta un allarme generale; 4. L’azionamento di un pulsante manuale di allarme provoca lo stesso allarme descritto al punto 3, con intervento di tutti i cassonetti ottico acustici ed invio di messaggio di allarme tramite combinatore telefonico; 5. In caso di allarme dei rivelatori posti nelle camere di analisi o di intervento delle serrande tagliafuoco viene attivato il blocco del sistema di ventilazione di piano, qualora presenti. L’impianto di rivelazione, in funzione del tipo di allarme, consentirà l’attivazione automatica delle seguenti azioni : • Attivazione dei cassonetti ottico acustici; • trasmissione a distanza delle segnalazioni d’allarme in base a quanto disposto dal piano operativo interno di emergenza; • chiusura delle porte tagliafuoco che siano tenute normalmente aperte; • disattivazione elettrica degli impianti di ventilazione; • attivazione del sistema di diffusione sonora per l’emergenza; • trasmissione della segnalazione di allarme al Posto Operativo di Controllo designato nel Piano di Emergenza mediasnte combinatore telefonico; Da un punto di vista fisico, i rivelatori saranno distribuiti su due loop chiusi ad anello e saranno identificati con una sigla del tipo X/XX, ove la prima cifra indica il loop di appartenenza e le ultime due il numero di identificazione del rivelatore nel loop stesso. I rivelatori del piano terra saranno collegati al loop 1 della centrale. I rivelatori del primo piano saranno collegati al loop 2 della centrale. La chiusura di una serranda tagliafuoco posta sui canali dell’aria negli attraversamenti REI provoca un allarme generale. La rottura del vetro di un pulsante manuale di allarme provoca un allarme generale. Pagina 30 di 38 Le stazioni manuali con vetro a rompere dovranno essere poste su tutte le uscite di sicurezza e nelle zone nevralgiche e, in ogni caso, in modo che sia possibile raggiungere da un qualunque punto dello stabile un pulsante con un percorso massimo di 40 metri, misurato con tutto l'arredo montato. I circuiti dovranno essere a loop chiuso con cavi twistati/schermati del tipo resistente al fuoco per 30 minuti con rilevatori, stazioni manuali, e moduli a relè singolarmente indirizzabili. Le linee di collegamento e d'alimentazione dei dispositivi dovranno essere posate in canalizzazioni, settori di canale e cassette di derivazione dedicati al solo impianto di rilevazione incendio. I cavi dovranno essere provvisti di guaina esterna, essere resistenti all’incendio, conformemente alla norma CEI 20-36 ed installati secondo le prescrizioni contenute nella norma CEI 64-8. Per quant’altro non menzionato in questa sede resta valido il par. 7 della norma UNI 9795 (Elementi di connessione). I pannelli ottico-acustici saranno posizionati in modo che il segnale d'allarme sia percepibile in qualsiasi locale o zona interna. L’area dovrà essere sorvegliata da una centrale analogico/indirizzata, che avrà la capacità di riconoscere, in modo univoco, ciascun rivelatore andato in allarme, permettendo la immediata individuazione del sensore. Il numero di identificazione di ciascun rivelatore è riportato nella planimetria allegata. La determinazione del numero dei rivelatori si è ottenuta in funzione del tipo di rivelatore scelto, della superficie e dell’altezza del locale, della forma del soffitto, delle condizioni di aerazione e ventilazione del locale. I rivelatori installati avranno ciascuno una copertura massima formata dall’area di un cerchio con raggio di 6,5 m nelle aree con h<6 m, controsoffitti compresi. L’area di copertura di ciascun cerchio dovrà essere sovrapposta a quella dei rivelatori adiacenti in modo che non vi sia alcun punto non intercettato dall’insieme delle aree dei cerchi stessi, in ciascun locale singolarmente definito. I rivelatori posti nei controsoffitti avranno una copertura massima formata dall’area di un cerchio con raggio di 4,5 m. Caratteristiche dell’impianto Centrale Analogica La centrale dovrà essere del tipo analogico/indirizzato (anche i sensori ad essa associati saranno in tecnica di rivelazione analogica) a microprocessore, conforme ai requisiti indicati nelle norme standardizzate europee EN54 parte 2. Essa non solo sarà in grado di gestire gli indirizzamenti delle varie unità di rivelazione collegate ma anche di riceverne i relativi valori analogici. La centrale stessa dovrà sulla base di livelli pre-programmati, essere in grado di valutare e decidere la condizione di allarme; il sensore sarà inteso come un apparato di monitoraggio il cui compito sarà quello di trasmettere attraverso la linea di collegamento digitale ed in tempo reale, il valore analogico misurato. In particolare, nel presente progetto, si è scelta una Centrale analogico/digitale ad indirizzamento equipaggiata con 2 loop di rivelazione, che sarà in grado di gestire fino a 396 indirizzi, di cui 198 rivelatori automatici e 198 moduli di ingresso-uscita. La centrale dovrà essere equipaggiata di : - display LCD retroilluminato - tastiera alfanumerica - pannello di segnalazione - uscite seriali - gruppo di alimentazione con alimentatore e batterie Pagina 31 di 38 - caricabatterie interfacce seriali (almeno 2, una per stampante e una per PC) La centrale, ubicata come da planimetria, si trova in luogo facilmente accessibile e protetto, per quanto possibile, da pericolo di incendio. Deve, inoltre, essere protetta da danneggiamenti meccanici e deve consentire il controllo a distanza secondo quanto indicato nella norma UNI 9795 al punto 5.5.3.2 (“quando la centrale non è sotto costante controllo da parte del personale addetto, deve essere previsto un sistema di trasmissione tramite il quale gli allarmi di incendio e di guasto e la segnalazione di fuori servizio siano trasferiti ad una o più stazioni ricevitrici, dalle quali gli addetti possano dare inizio in ogni momento e con tempestività alle necessarie misure di intervento. Il collegamento con dette stazioni ricevitrici non può essere effettuato via radio e deve essere tenuto costantemente sotto controllo”) Le linee di rivelazione Le linee dovranno essere configurate con la caratteristica di tipo a loop, richiuse cioè ad anello in centrale (classe A) e dovranno essere costituite da un cavo schermato ad 1 coppia ( 2 conduttori) 2x1 mmq. Il cavo così composto dovrà essere in grado di alimentare gli elementi collegati e di trasferire i dati da e per il campo attraverso la codifica digitale dei segnali sovramodulati sulla tensione di alimentazione. Non dovranno esserci vincoli nell'ordine consequenziale di indirizzamento degli elementi. Gli stessi dovranno poter essere indirizzati secondo le reali necessità determinate dalle condizioni dell'ambiente. L'indirizzamento non dovrà essere determinato dal software di centrale. Il LED di indicazione della condizione di allarme posto sull'elemento e su qualsiasi altro indicatore remoto, dovrà avere un funzionamento non determinato dalla centrale. Tutte le condizioni di allarme visualizzate dai led dovranno potere essere annullate dalla centrale senza la necessità di interrompere l'alimentazione delle linee di rivelazione. La comunicazione verso ogni elemento dovrà essere basata sulla modulazione di impulsi di posizione o nella modulazione di impulsi di codici. La comunicazione da ogni elemento verso la centrale dovrà essere basata su impulsi di corrente sincronizzati. Ogni avvisatore manuale dovrà disporre di un indirizzo proprio ed unico e la centrale dovrà essere in grado di identificare e rispondere al funzionamento dell'avvisatore in meno di un secondo. Non dovranno essere presenti elettroniche o componenti elettrici nelle basi di montaggio di qualsiasi elemento di campo. Le linee di rivelazione dovranno essere in grado di acquisire informazioni non solo da sensori termici o di fumo, ma anche da altri cambiamenti atti a determinare modifiche o variazioni del sistema nella sua globalità, per esempio quelle determinate dal funzionamento di sistemi sprinkler. La sorgente di queste informazioni dovrà essere identificabile con un indirizzo proprio. Ogni interfaccia utilizzato per tale scopo, dovrà essere appartenente ad una linea di prodotti standard di produzione dello stesso fornitore dei sensori termici ed ottici utilizzati. La centrale dovrà essere in grado di identificare il tipo di elemento collegato ad ogni indirizzo al fine di prevenire installazioni non corrette di sensori, nonché di identificare l'assenza di un elemento di campo. Dovrà essere consentita l'installazione di isolatori sulla linea di rivelazione. L'isolatore dovrà essere in grado di proteggere la linea stessa da corto-circuiti. La centrale dovrà disporre al suo interno, di un isolatore fisso per ogni linea. Ogni linea di rivelazione dovrà avere resistenza tale da poter raggiungere una lunghezza massima di 3 Km. La capacità totale del cavo non dovrà essere superiore a 900nF per singola linea. I cavi dovranno essere installati a distanza appropriata da linee di altro tipo, che potrebbero causare disturbi (linee a 220/380V, linee del sistema di condizionamento, motori, ascensori, linee per radiocomunicazione ecc.). Pagina 32 di 38 Lo schermo dovrà essere uniforme e continuo per tutta la lunghezza della linea. Il collegamento a terra dovrà essere effettuato possibilmente fuori dall’armadio della centrale. Funzionamento del sistema Nelle condizioni di riposo la centrale dovrà avere il led di presenza tensione illuminato. Il display dovrà visualizzare almeno la data e l'ora, informazioni sullo stato di allarme delle linee, la funzione giorno/notte e le zone on/off. In caso di isolamento o mascheramento di qualche informazione, dovrà essere visualizzata sul display una indicazione generale. Ogni condizione di allarme dovrà attuare le seguenti azioni : - il display dovrà illuminarsi e mostrare le informazioni rilevanti, in particolare per ogni elemento : * tipo di allarme * numero linea di rivelazione * numero della zona * indirizzo elemento * tipo di sensore * numero dell'evento * stato * numero degli allarmi e guasti * ora e data * l'esatta definizione/localizzazione dell'elemento il led posto sul sensore interessato all'evento si illuminerà l'evento verrà caricato in memoria i relè programmati saranno commutati un evento di allarme dovrà essere prioritario su eventuali segnalazioni di guasto le uscite per avvisatori acustici e per Vigili del Fuoco si attiveranno gli avvisatori acustici dovranno continuare a suonare fino alla tacitazione dell'evento operato dal responsabile del sistema in caso di tacitazione degli avvisatori acustici, si dovrà avere una loro nuova attivazione in caso di nuovo allarme il funzionamento dell'uscita Vigili del Fuoco/evacuazione risulterà simile a quello degli avvisatori acustici i circuiti di controllo suonerie saranno attivi in forma continua nelle zone(a) associate ed intermittenti in quelle adiacenti; Un allarme per guasto attiverà il relè ed il led generale di guasto oltre al led specifico della zona interessata. Il display elencherà le condizioni di guasto così come per l'evento di allarme fuoco. La rimozione di ogni singola unità dovrà essere segnalata con un messaggio di guasto che non potrà essere annullato fino al riposizionamento dell'unità stessa. La rimozione non dovrà alterare la normale funzionalità della restante parte degli elementi collegati sulla linea di rivelazione. Il display dovrà fornire informazioni individuali per sensore. La centrale dovrà costantemente monitorare lo stato di guasto del sistema ed essere in grado di elencare sul display o sulla porta RS232 per la stampa, i seguenti dati : - tutti gli elementi isolati, disattivati o mascherati e gli allarmi - lo stato completo di tutti i sensori, zone, linee, ritardi e I/O programmati - il valore in tempo reale di tutti i sensori di una specifica zona - la media ed il valore più alto e più basso di tutti i sensori di una specifica zona Pagina 33 di 38 - la percentuale di compensazione e la qualità di trasmissione di tutti i sensori di una specifica zona Questo strumento grafico dovrà anche consentire di tracciare quanto sopra per singolo sensore attraverso un programmma di campionamento a tempo (programmabile). Tutte le informazioni dovranno essere rese disponibili su porta seriale. I grafici dovranno essere di tipo lineare per singolo sensore o di tipo a barre per zona dove ogni singola barra dovrà corrispondere ad un singolo sensore della zona. Ogni singola zona dovrà automaticamente commutare la propria sensibilità nella impostazione giorno o notte. Il momento della commutazione dovrà potere essere programmato per ogni giorno della settimana. Dovrà essere possibile configurare e personalizzare dalla tastiera della centrale, la ripartizione della memoria RAM di centrale in funzione delle applicazioni necessarie ; dovrà perciò essere possibile, per esempio, aumentare la memoria disponibile per i testi riducendo quella destinata ad altre applicazioni se non utilizzate. Programmazione La programmazione dovrà essere possibile dalla tastiera della centrale o tramite download da un P.C. Tutta la programmazione dovrà essere guidata attraverso un menu in lingua italiana (opzionalmente in inglese). Per effettuare una rapida installazione, la centrale dovrà comunque disporre di un programma di autoconfigurazione in grado di riconoscere in forma automatica il numero ed il tipo degli elementi collegati ad ogni singolo loop. Gli ulteriori parametri necessari al funzionamento dovranno essere settati dalla centrale per default così che venga assicurato il funzionamento già all’accensione del sistema. Dovrà essere consentita almeno la programmabilità delle sotto elencate funzioni. Programmazione disponibile come standard per le seguenti funzioni : visione dello stato di tutti gli elementi indirizzati abilitazione o disabilitazione di loop(s) abilitazione o disabilitazione di zona(e) abilitazione o disabilitazione di zone al funzionamento in coincidenza abilitazione o disabilitazione di aree al funzionamento in coincidenza programmazione di elementi : stato abilitato/disabilitato numero di zona Pagina 34 di 38 Prevenzione dei falsi allarmi Dovrà essere consentito impostare ogni zona(e) con la funzione di coincidenza. Questa funzione attiverà le uscite Campane, Vigili del Fuoco, relè e input/output solamente con la presenza di due condizioni di allarme all'interno della stessa zona(e) selezionata. Dovrà essere consentito impostare un'area con la funzione di coincidenza. Ogni azione programmata sarà effettiva solamente con la presenza di due zone in condizione di allarme. Ogni avvisatore manuale dovrà essere programmabile come punto di segnalazione o allarme (evacuazione). Un avvisatore impostato con la modalità segnalazione rispetterà il ritardo impostato nella procedura Vigili del Fuoco/evacuazione ; un avvisatore impostato con la modalità allarme, determinerà una condizione di allarme immediato. Dovrà essere possibile commutare sensori nella funzione di prova. Un sensore in questa condizione attiverà la registrazione della condizione di allarme nella memoria eventi con data e ora, ma non attiverà nessun tipo di uscita Un segnale di avviso manutenzione dovrà essere generato per singolo sensore qualora venga compensato il 100% del fondo variabile nell'ambito della gamma di oscillazione consentita Dovrà essere consentita la programmazione della successiva data di manutenzione del sistema. La centrale dovrà segnalare l'evento sul display ad una particolare data ed ora. Prove ed installazione Dovrà essere possibile svolgere un test elettronico per tutti i sensori. Il test elettronico dovrà imporre la condizione di allarme nel sensore; qualora lo stesso non sia in grado di raggiungere tale condizione, dovrà essere attivato un report di allarme per assistenza. Sensore di fumo fotoelettrico (ottico) - indirizzato/analogico Il sensore di fumo fotoelettrico (ottico) dovrà essere in grado di rilevare fumo visibile quale quello tipico dovuto a fuoco covante includendo la combustione di PVC ed essere adatto a rivelare fuochi covanti e a lento sviluppo. Deve altresì essere in grado di discriminare tra fuochi reali e allarmi intempestivi, causati per esempio da correnti d’aria, polvere ecc. Il sensore dovrà basare il suo funzionamento di rivelazione su di un diodo interno con emissione di impulsi di luce e da un sensore a fotocellula (effetto Tyndall). Il sensore dovrà essere in grado di operare entro i seguenti limiti ambientali : Funzionamento nel seguente range di temperature -20° C ... +60°C Umidità relativa dallo 0% al 95% RH in mancanza di condensa Protezione IP43 Tutta la circuiteria dovrà essere protetta contro umidità e funghi, oltre che contro le sovracorrenti e le interferenze elettromagnetiche e non deve avere parti soggette a usura. I punti di entrata del fumo dovranno essere protetti contro l’ingresso di insetti attraverso una reticella resistente alla corrosione. Il sensore, una volta installato, dovrà risultare integrato nell’ambiente, avere una dimensione non eccedente i 50 x 100 mm.(h x diametro) inclusa la base di montaggio. L’area di copertura del sensore dovrà essere fino a 100mq con una altezza di installazione fino a 12 mt. L’installazione ed il posizionamento del sensore dovranno essere conformi alla normativa UNI9795. La presenza di sporco o di similare contaminazione nella camera foto-ottica dovrà generare un segnale di uscita con variazione graduale nel tempo. La centrale di controllo dovrà essere in grado di monitorare questo tipo di variazione compensando automaticamente la soglia di funzionamento del sensore. Al raggiungimento di un determinato livello di compensazione la centrale dovrà essere in grado di segnalare la necessità di manutenzione del sensore stesso. Pagina 35 di 38 Dovrà essere possibile l’operazione di manutenzione e pulizia del sensore direttamente in campo senza cioè la necessità di rimuovere il sensore dal sistema o di effettuarne temporanee sostituzioni. Il sensore dovrà perciò essere equipaggiato di una camera ottica facilmente removibile e sostituibile. La sostituzione della camera non dovrà comportare la necessità di ricalibrazione dei parametri di funzionamento del sensore. In particolare, nel presente progetto, si è optato per un Sensore ottico di fumo ad effetto Tyndall di tipo analogico/indirizzato, equipaggiato di 1 led per la segnalazione della condizione di allarme, con camera ottica rimovibile e sostituibile localmente senza l’ausilio di attrezzature particolari e senza necessità di ricalibratura. Conforme alle norme EN54 pt.7. Essendo presente un impianto di ventilazione con presenza di bocchette, occorre sottolineare che i sensori vanno posti il più lontano possibile da queste. I rivelatori a controsoffitto, quelli nei canali di condizionamento e comunque quelli non direttamente visibili devono avere una segnalazione luminosa in posizione visibile, in modo che si possa immediatamente individuare il punto da cui proviene l’allarme. Isolatori Per evitare che condizioni di corto circuito della linea possano provocare la completa perdita delle informazioni trasmesse dagli elementi del loop, dovranno essere previsti dispositivi di isolamento da inserire lungo la linea, in grado di sezionare la parte della stessa posizionata tra due elementi ed interessata al corto circuito. L’isolatore dovrà essere considerato un elemento passivo del loop e non dovrà occupare indirizzi. Il numero di isolatori da utilizzare dovrà essere di due per la linea 1 Avvisatore manuale di allarme L’avvisatore manuale dovrà essere realizzato in policarbonato plastico autoestinguente di colore rosso. Le dimensioni massime dell’avvisatore manuale non dovranno eccedere le seguenti misure: 87 x 87 x 52 mm. (hxlxp) L’avvisatore manuale dovrà disporre al suo interno di un modulo di comunicazione al fine di consentire l’installazione e l’indirizzamento dello stesso direttamente nel loop di rivelazione. Dovrà essere garantita la piena compatibilità con il protocollo di comunicazione utilizzato nel loop di rivelazione. Dovrà essere previsto un visibile LED rosso di segnalazione sulla custodia del pulsante. Il LED dovrà illuminarsi all’attivazione dell’avvisatore. L’attivazione del LED dovrà essere comandata dalla centrale di rivelazione. Indirizzato a rottura di vetro con singola azione in grado di interfacciarsi direttamente con il loop di rivelazione ed utilizzandone i medesimi collegamenti. Completo di vetro preinciso antischeggia e di chiave per effettuare test di funzionamento. I guasti o l’esclusione dei rivelatori automatici non devono mettere fuori servizio quelli manuali e viceversa. In corrispondenza di ciascun punto di segnalazione manuale devono essere riportate in modo chiaro le istruzioni per l’uso e deve essere disponibile un martelletto per la rottura del vetro. In ogni zona devono essere installati almeno due punti di segnalazione allarme manuale. Pagina 36 di 38 Unità di controllo avvisatori acustici L’unità dovrà avere la possibilità di pilotare gli avvisatori acustici collegati e di supervisionarne le linee di collegamento. Alimentata localmente per mezzo di un alimentatore specifico, dovrà essere in grado segnalare eventuali guasti (circuito aperto o in corto) della linea di collegamento agli avvisatori così come anche la presenza/assenza di , con segnalazione di guasto in centrale in caso di anomalia. L’unità dovrà funzionare attraverso l’inversione della polarità. Il collegamento avviene direttamente attraverso il loop di rivelazione. Dovrà inoltre essere possibile, tramite libera programmazione, di configurare un funzionamento di tipo continuo in presenza di un allarme fuoco nella propria specifica area o di tipo intermittente in caso di allarme in zone adiacenti. L’alimentazione degli avvisatori acustici deve disporre di cavi specifici. Unità I/O (input/output) L’unità dovrà essere collegata direttamente al loop di rivelazione cioè sugli stessi fili utilizzati dai sensori. Tutti gli ingressi dovranno essere monitorati attraverso una resistenza di fine linea. Dovrà essere consentita la selezione del funzionamento con o senza resistenze in serie. L’unità dovrà inoltre consentire al gestione di contatti NO o NC. Tutte le uscite dovranno essere disponibili attraverso contatti a relè. I relè utilizzati dovranno garantire un basso assorbimento per limitare il consumo di corrente nel loop. L’unità I/O dovrà essere indirizzata per mezzo di commutatori a rotazione così come già utilizzato nei sensori analogici. Il protocollo di trasmissione utilizzato dovrà garantire la piena compatibilità tra le unità e i restanti elementi della linea loop di rivelazione. Un LED a bordo della unità dovrà visualizzare eventuali condizioni di guasto degli ingressi. Ogni unità dovrà utilizzare un indirizzo del loop ma consentire comunque la singola ed individuale gestione degli ingressi ed uscite. Pannello ottico/acustico di allarme Il pannello ottico/acustico di allarme dovrà essere costruito con un corpo esterno in alluminio estruso. La segnalazione visiva è ottenuta applicando sul frontale del corpo, una dicitura specifica che sarà retroilluminata nella condizione di allarme. La segnalazione ottica dovrà essere di tipo fisso o intermittente. La segnalazione acustica dovrà essere attuata tramite un buzzer piezoelettrico a suono pulsante inserito direttamente nella custodia. Caratteristiche tecniche : - alimentazione : 12 - 24 V cc - dimensioni indicative: 308 x 120 x 60 mm. (l x h x p) - assorbimento : medio di 100 mA a 24 V cc. - potenza sonora : 96 dB a 1 mt. set di diciture per la personalizzazione della segnalazione. completo di batteria interna Le segnalazioni acustiche e/o luminose dei dispositivi ausiliari di allarme devono essere chiaramente riconoscibili. Pagina 37 di 38 6.5 Impianto di diffusione sonora per l’emergenza L’edificio scolastico dovrà essere provvisto di impianto di diffusione sonora per l’emergenza conforme alla norma EN 54-16 ed alla norma EN 60849. Il sistema sarà composto dai seguenti elementi: - n. 1 unità centrale a matrice digitale 8x6, configurabile con instradamento degli ingressi verso qualsiasi canale di uscita, con memoria protetta e monitorata contenente messaggi di evacuazione, allerta e sicurezza; - n. 2 amplificatori di potenza monitorati 2x250 W, conformi ad EN 54-16, con due uscite per altoparlanti a tensione costante 100 V, gestite e monitorate individualmente; - n. 1 base microfonica conforme ad EN 54-16; - n. 9 diffusori di suono bidirezionali in alluminio, conformi ad EN 54-24, 10 W, 100 V, dotati di morsettiera ceramica per la connessione in entra-esci dei cavi; - cavo di collegamento dei diffusori, resistente al fuoco per almeno 30 minuti. In caso di allarme incendio la centrale di rivelazione incendio attiverà l’invio di messaggi preregistrati. Il sistema potrà essere utilizzato anche indipendentemente da un allarme incendio. Pagina 38 di 38