Gruppo multidisciplinare PROGRAMMA ODIERNO INTRODUZIONE

 Dott.ssa
Paola.Guglielmino
Logopedista-Psicopedagogista-Esperta
in difficoltà scolastiche e disturbi
dell’apprendimento
Vicepresidente Coordinatore e
Docente Corso di Laurea in Logopedia
Università degli Studi di
Torino
Gruppo multidisciplinare
Coordinamento a cura di C. Cappa (ISAC-CNR)
Associati ISAC-CNR:
C. Muzio – Università di Pavia (NPI)
P.Guglielmino – Università di Torino (logopedista e psicopedagogista,
esperta di disturbi dell’apprendimento e difficoltà scolastiche.
Vicepresidente e Coordinatore CL Logopedia Torino)
V. Rossi – ex DS, esperta in normativa e valutazione, prof. a contratto
Università di Torino
------E. Albanesi - Musicoterapista, Ins. Scuola materna, genitore
L. Grosso - Insegnante scuola secondaria, referente DSA, docente
Università di Torino
Webmaster: Roberto Digiandomenico
Paola Guglielmino
Universita degli Studi di Torino
www.dislessiainrete.org
PROGRAMMA ODIERNO

BREVE INTRODUZIONE
GENERALE

INDICI PREDITTIVI

OSSERVAZIONE DELLE
PRESTAZIONI ATIPICHE
ATTIVITÀ DI RICERCA:




SCREENING (RSR-DSA)
INDAGINE EPIDEMIOLOGICA DSL – DSA (studio multicentrico)
PROCESSI COGNITIVI sottostanti gli apprendimenti di base (lettura, scrittura,
calcolo, lingue straniere)
PREREQUISITI degli apprendimenti
ATTIVITÀ DI FORMAZIONE:

MASTER in DISTURBI dello sviluppo e difficoltà di apprendimento – Università
di Torino www.apprendimento.formazione.corep.it/apprendimento11/index.htm
• Corsi per Insegnanti e Dirigenti Scolastici
• Corsi per Professionisti Sanitari (logopedisti, neuropsicomotricisti)
ATTIVITA’
Coordinamento a cura del modulo di ricerca CNR:
Metodologie e tecnologie didattiche per i DSA
Paola Guglielmino
Universita degli Studi di Torino
Perché parliamo così tanto di
difficoltà negli apprendimenti ?
INTRODUZIONE
GENERALE
Paola Guglielmino
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 La
scuola
dell’obbligo
segnala che circa il
20% della
popolazione
scolastica presenta
difficoltà nell’area
dell’apprendimento
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Indici
predittivi
Diverse tipologie di disturbi di apprendimento
DIFFICOLTA’ DI APPRENDIMENTO COME
SINTOMO
(De Negri, Gior Neuropsich Età Evol, 1999)
(De Negri, Gior Neuropsich Età Evol, 1999)
Difficoltà di
apprendimento come
SINTOMO
all’interno
di una situazione
clinica complessa

Difficoltà di
apprendimento come
ENTITÀ
NOSOLOGICA
DISTINTA
Difficoltà di
apprendimento come
SINTOMO
all’interno
di una situazione
clinica complessa
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DIFFICOLTÀ DI APPRENDIMENTO
COME
ENTITÀ NOSOLOGICA DISTINTA
DISTURBI ASPECIFIC
Learning Difficulties
 Difficoltà generiche
 Riguardano circa il 15%
della popolaz scolastica
Sono attribuibili a
- fattori ambientali
- condizioni morbose non
eclatanti
DISTURBI SPECIFICI
Learning dysabilities
 DSA dislessia
(disortografia, disgrafia
discalculia)
 Riguardano il 2 – 5 %
della popolazione
scolastica (elementari e
medie)
 Sono di natura endogena
(base neurobiologica)




La diagnosi è
precedente all’inizio
del percorso scolastico
Il problema di
apprendimento è
prevedibile
Es:insufficineza
mentale, autismo,PCI
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Premesse

Non siamo nati per leggere

La lettura ha portato una riorganizzazione del
cervello ma il cervello ha una enorme capacità di
essere modellato dall’esperienza
Appena una persona impara a leggere il suo
cervello cambia per sempre sia fisiologicamente,
sia intellettualmente

Paola Guglielmino
Dott.ssa
Paola GuglielminoUniversita
degli degli
Studi di
Torino
Università
Studi
di Torino
Paola Guglielmino
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Premesse
Premesse

Quindi quando impariamo a
leggere “siamo condannati a
leggere!!!!!

Attraverso una sorta di
“riciclaggio neuronale” in
particolare tra le aree visive,
uditive, semantiche, sintattiche
,inferenziali…..

Che però avviene dopo migliaia
di esposizioni a lettere e parole
Paola Guglielmino
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“Se non ci sono geni specifici incaricati
unicamente di metterci in grado di leggere,
e se il nostro cervello deve provvedersi di
questa nuova facoltà collegando strutture
preesistenti alla visione e alla parola, ogni
bambino di ogni generazione deve darsi
terribilmente da fare”
Paola Guglielmino
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Quando?
Perchè?
Quando?
Quando?
 Il
cervello del bambino comincia a
prepararsi a leggere molto presto.
 Le ricerche più recenti hanno dimostrato
che la quantità di tempo trascorsa dal
bambino ascoltando i genitori o altre
persone familiari che gli leggono ad alta
voce è un buon predittore dell’abilità di
lettura che raggiungerà dopo (2001- 2005)
Perché?


Perché quando un bambino piccolo guarda le
illustrazioni a colori di un libro, ascolta fiabe e
favole, capisce a poco a poco che le linee sulla
pagina hanno un significato , formano parole che
vengono “dette” dall’adulto.
Tutto ciò grazie al sistema visivo che da 6 mesi
funzione perfettamente, all’attenzione che
aumenta così come la capacità di
ascolto…………….
Paola Guglielmino
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E POI
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E POI
 L’abilità
del cervello di collegare due o più
sistemi.
 Nel caso della lettura i sistemi in particolare
sono:
Ogni volta che un bambino impara
Vista
Processi cognitivi
ad attribuire un nome ha inizio un
Linguaggio
cambiamento cognitivo che collega
…………………………….
la lingua parlata ai sistemi del
 Lo
sviluppo fonologico (crescente capacità
di ascoltare,distinguere,segmentare e
manipolare i fonemi delle parole) aiuta a
preparare il terreno che fa capire che le
parole sono formate da suoni
 Lo sviluppo semantico (l’incremento del
lessico infantile contribuiscono alla
comprensione del significato
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pensiero cocettuale
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E POI



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RICERCHE
Lo sviluppo sintattico (maggiore acquisizione
delle regole e relazioni grammaticali) apre la
strada a racconti più complessi
Lo sviluppo morfologico (gatto/gatti) contribuisce
alla comprensione dei tipi di parole
Lo sviluppo pragmatico fa capire al bambino
come le parole possono essere utilizzate nelle
numerose situazioni descritte nei libri
Paola Guglielmino
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

I bambini che si iscrivono alla scuola materna
avendo ascoltato e usato migliaia di parole il cui
significato è stato capito, classificato ed
immaganizzato dal cervello,sono in vantaggio
nella competizione scolastica
Quelli a cui nessuno ha mai letto una favola o
ascoltare filastrocche sono più svantaggiati
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Indici
predittivi
CONSENSUS CONFERENCE 2011
Prima affermazione
COSA SUCCEDE?
 Il
bambino incontra delle difficoltà negli
apprendimenti della lettura e della scrittura


 in
assenza
in presenza


indici predittivi
Con fattore di rischio si intende una specifica condizione
che risulta statisticamente associata ad una malattia e che
pertanto si ritiene possa concorrere alla sua patogenesi,
favorirne lo sviluppo o accelerarne il decorso.
Un fattore di rischio non è pertanto un agente causale
(correlazione non indica causalità), ma un indicatore di
probabilità che lo stesso possa associarsi ad una
determinata condizione clinica
la sua assenza non esclude la comparsa della malattia,
la sua presenza, o la compresenza di più fattori di rischio,
aumenta notevolmente il rischio di malattia
Paola Guglielmino
Universita degli Studi di Torino
Paola Guglielmino
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Indici
predittivi
CONSENSUS CONFERENCE 2011
Seconda affermazione

Numerosi fattori di rischio sono stati indagati per
la loro potenziale associazione con lo sviluppo di
DSA.
Per alcuni è stata riscontrata un’associazione
positiva con lo sviluppo di DSA, mentre per altri è
stata riscontrata solo un’associazione positiva con
lo sviluppo di ritardi nelle abilità di lettura,
scrittura, calcolo.
Paola Guglielmino
Dott.ssa Paola Guglielmino
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degli Studi di Torino
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DISTURBO DEL LINGUAGGIO
(Language Impairment)


CONSENSUS CONFERENCE
2011-DSA Disturbo
di linguaggio (language
impairment)
Paola Guglielmino
Dott.ssa Paola Guglielmino
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degli Studi di Torino
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Indici
predittivi

Indici
predittivi
DISTURBI E
RITARDI DI LINGUAGGIO
Numerosi studi tra cui uno studio di coorte (Tomblin,
2000) condotto su 571 bambini sussiste una correlazione
tra disturbo del linguaggio e sviluppo di un disturbo della
lettura.
Secondo le evidenze disponibili, sono da considerare
popolazione a rischio di sviluppare dislessia i bambini che
all’età di 5 anni cadono sotto il 10° centile a più di una
prova di sviluppo del linguaggio e che mantengono questo
livello di prestazione a 8 anni.
In base a questi dati, il rischio di sviluppare dislessia nei
bambini che presentano fin dall’età di 5 anni un disturbo di
linguaggio che permane fino all’età di 8 anni risulta essere
circa 6 volte superiore a quello del gruppo di controllo.
Dott.ssa Paola Guglielmino
Università degli Studi di Torino
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Indici
predittivi
Indici
predittivi
NUMEROSE DENOMINAZIONI E
CLASSIFICAZIONI
Indici
predittivi
Caratteristiche del disturbo specifico
di linguaggio



Ritardo o disordine di uno o più ambiti dello
sviluppo linguistico, sia in senso immaturativo che
in senso atipico (riduzione della LME Chilosi e
Cipriani 1991, disturbi della comprensione verbale
Levi 1990)
Limitazione o atipia dello sviluppo morfosintattico
(articoli e clitici Leonard 1993)
Difficoltà ad utilizzare il linguaggio in maniera
flessibile e organizzata anche in epoche successive
(AA.VV.)
Paola Guglielmino
Universita degli Studi di Torino
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Indici
predittivi
Indici
predittivi
Classificazioni del DSL








LINGUAGGIO
ICD-10 , OMS 1992
Disturbo specifico dell’articolazione della parola: f80.0
Disturbo del linguaggio espressivo: f 80.1
Disturbo del linguaggio recettivo: f 80.2
DSM-IV , American Psychiatric Association 1995
Disordini di espressione verbale
Disordini misti recettivi-espressivi
Disordine fonologico
Programmazione fonologica
Consapevolezza fonologica e metafonologica:
globale (rime, sillabe etc)
analitica ( singoli fonemi)
Lessico (produzione comprensione)
Accesso al lessico
Morfo-sintassi
Paola Guglielmino
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Indici
predittivi
RITARDO DI LINGUAGGIO
 Prestazioni
simili a quelle dei bambini più
piccoli di età
 Normale sequenza delle tappe di sviluppo
ed acquisizione
 Ritardo della prima comparsa del
linguaggio e ritmo lento di sviluppo
Dott.ssa Paola Guglielmino
Dislessia in Rete
Indici
predittivi
RITARDO DI LINGUAGGIO
 Sono
presenti processi primitivi, ossia
processi normalmente presenti in qualsiasi
bambino, che tuttavia permangono oltre
l’età in cui dovrebbero scomparire.
 Ad esempio, è normale che un bambino
dica /’pago/ invece di /spago/, ma si tratta
di un processo fonologico che deve
scomparire entro una certa età.
Dott.ssa Paola Guglielmino
Dislessia in Rete
Indici
predittivi
Indici
predittivi
DEVIANZA
DEVIANZA
 Ritmo
di acquisizione molto rallentato
 Assenza di una chiara sequenza di fasi di
evoluzione
 Rigidità di applicazione delle regole
piuttosto che creatività
 Dissociazione tra le varie componenti
linguistiche: sintassi, morfologia,omissione
di funtori grammaticali………
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 Sviluppo
insolito: si possono riscontrare
situazioni diverse.
 Spesso permangano processi insoliti, ossia
semplificazioni che raramente troviamo nel
normale sviluppo linguistico di un bambino.
Ad esempio, è insolito che un bambino
pronunci /s’ala/ invece di /scala/, perchè
normalmente viene eliminato in fonema più
complesso, ossia Paola
/s/.Guglielmino
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Indici
predittivi
Indici
predittivi
DEVIANZA

LINGUAGGIO
I bambini producono parole idiosincratiche,
ossia inintellegibili se non dalla madre, ed
utilizzano sistematicamente un suono (in genere il
fonema /t/, perciò si parla di tetismo) e utilizzano
processi contrastanti. Quest’ultimo caso indica che
il bambino non è in grado di organizzare in
maniera sistematica e distintiva ciò che produce,
ed è quindi l’indice più severo del disturbo (in
particolare fonologico)
 Ritardo
di linguaggio a evoluzione benigna
( Late Bloomers)
 Ritardo di linguaggio persistente ai 36 mesi
( Late Talkers o Parlatori Tardivi)
Disturbo Specifico di Linguaggio (DSL)
Disturbo Specifico
di Apprendimento
Paola Guglielmino
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Indici
predittivi
Indici
predittivi
LATE BLOOMERS



Bambini che sbocciano tardi
A due anni hanno una produzione fonologica e
lessicale immatura, intorno ai tre anni sembrano
aver recuperato il ritardo ,hanno uno sviluppo
intellettivo e socio-affettivo normale, non hanno
danni neurologici ed hanno una buona gestualità
e buona comprensione
Rientrano nella variabilità normale
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LATE TALKERS


Bambini che parlano tardi O PARLATORI
TARDIVI)
Sono bambini che producono meno di 50 parole
diverse tra i 24/34 mesi, assenza dell’attività
combinatoriale a 24 mesi, ridotta comprensione
linguistica e ridotta produzione di gesti, familiarità
positiva per i disturbi di linguaggio, otiti
ricorrenti nei primi due anni e disturbo fonologico

Vocabolario Macarthur al di sotto del 10 percentile

Recupero tardivo
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Indici
predittivi
L’aspetto più frequentemente è
quello fonologico :
LATE TALKERS
 L'esperienza
clinica e le ricerche degli
ultimi anni hanno evidenziato l'importanza
di una presa in carico riabilitativa precoce,
rivolta a quella fascia di età, intorno ai tre
anni, in cui la diagnosi differenziale tra
ritardo transitorio e DSL è problematica

Nel linguaggio del bambino si evidenzia un
disordine fonologico, cioè l'incapacità di:
1. programmazione e sequenzialità dei suoni
all'interno delle parole,
2. utilizzazione di un suono al posto di un altro,
3. cancellazione di sillabe o singoli fonemi,
4. scarsa competenza grammaticale,
5. ecc..
Paola Guglielmino
Universita degli Studi di Torino
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Indici
preventivi
Indici
predittivi
LA FONOLOGIA






SVILUPPO FONOLOGICO
È un sistema prescrittivo: è un insieme di regole
da rispettare
Si sviluppa a partire da:
– Capacità di discriminazione acustica
– Capacità di categorizzazione fonetica
Viene sviluppato in gran parte entro il 2°anno di
vita
Deve essere completato (prescrittività) entro
il compimento dei 3 anni (con eventuali
disturbi residuali, rotacismo e sigmatismo)




La pietra miliare della struttura fonotattica dell’italiano
è la sillaba piana CV (es. ma)
Le prime parole che il bambino pronuncia sono
formate dalla replicazione della sillaba piana (ma-ma
pa-pa na-na)
Successivamente la duplicazione viene variata e
aumentano i suoni ti-to pa-ta no-na
In una terza fase compaiono strutture sillabiche più
complesse, come il gruppo CVC (es por-ta) o CCV
(es. sca- in scala)
Le combinazioni divengono più lunghe e complesse.
Paola Guglielmino
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Dott.ssa Paola Guglielmino
Dislessia in Rete
Indici
predittivi
Indici
predittivi
DISTURBO FONETICOFONOLOGICO




Si manifesta come un ritardo nell’organizzazione
della struttura fonotattica
Inventario fonetico ridotto
Forti restrizioni distribuzionali (alcuni suoni
appaiono solo in una posizione);
La sillaba piana persiste a lungo come unica
struttura prodotta dal bambino
Dott.ssa Paola Guglielmino
Dislessia in Rete
Indici
predittivi
DISTURBO FONETICOFONOLOGICO
 Le
parole con struttura complessa vengono
ridotte a parole con sillabe piane
torta [to:ta] barca [ba:ka] biscotto [bi’to:to]
 Vengono introdotte sostituzioni di suoni,
inversioni di sillabe, o armonie
consonantiche
cane [tane] topo [poto] tappo [pa:po]
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Dislessia in Rete
Indici
predittivi
Indici
predittivi
DISTURBO FONETICOFONOLOGICO
DISTURBO FONETICOFONOLOGICO
Mancanza di consonanti finali (in parole, articoli,
preposizioni ad alta frequenza d’uso);
- Mancanza di interi gruppi consonantici (/AVO/
per BRAVO o /COPA/ per SCOPA)
- Persistere di processi primitivi tipici di bambini di
età inferiore (per es. cancellazione di sillaba
debole: /TA’LO/ per TA’VOLO)
 Mancanza
di uso fricative (/f/, /v/, /s/, /z/)
 Mancanza di uso affricate (/ts/, /dz/, /g/
dolce)
 Presenza sistematica di un suono per
esempio TETISMO
 Mancata consapevolezza del tratto
sordo/sonoro
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Dislessia in Rete
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Indici
predittivi
Indici
predittivi
DISTURBO FONETICOFONOLOGICO



DISTURBO FONOLOGICO
ESPRESSIVO
Vi è difficoltà di discriminazione, il bambino non
riconosce l’errore;
Si evidenzia una difficoltà non nella realizzazione
dei suoni ma nell’analisi e nella costruzione del
programma che permette la produzione delle parole
(/TOPO/-/COPO/) (TANE /KANE)
(PENTO/SPENTO)…….
Ha difficoltà a cogliere le regole che determinano la
combinazione dei suoni e la differenziazione tra
fonemi.
 L’organizzazione
sintattica della frase non
è alterata, ma la morfologia grammaticale
è omessa, o prodotta in modo scorretto
La mamma toglie la scarpa al bambino
[ma:ma toje ka:pa bi:bo]
le bambine si siedono sulla panca
[bi:be segono a:la pa:ka]
Paola Guglielmino
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Indici
predittivi
Indici
predittivi
COME EVOLVE IL DISTURBO
FONOLOGICO?
4 anni
realizzazioni poco intelleggibili
DISTURBO FONOLOGICO E
MEMORIA


5 anni
miglioramento della produzione verbale


6 anni
Difficoltà di analisi fonologica e di programmazione
fonologica
Diff. Di letto-scrittura
8 anni
Difficoltà di accesso lessicale e di uso di lessici
specifici






Hanno difficoltà ad imparare
i giorni della settimana,
i mesi dell’anno,
le serie numeriche, soprattutto i numeri dopo il 10
Le tabelline
Anche quando hanno imparato le sequenze,hanno difficoltà
di recupero funzionale
Che giorno è oggi?
In che mese siamo?
Quale viene prima e quale viene dopo?
© 2007 Giacomo Stella
Paola Guglielmino
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Indici
predittivi
Disturbi fonologici e
programmazione fonologica

Il bambino di 7 anni mantiene difficoltà a ripetere
parole complesse, come globalismo, termosifone o
gastronomia
 Globale, viene ripetuto come goblale
 Il problema di programmazione fonologica si
ripecuote soprattutto nella scrittura, dato che
poggia sulla medesima difficoltà si analizzare
analiticamente la struttura fonologica della
parola
Quali sono i processi fonologici più
Indici
frequenti e da trattare in
predittivi
riabilitazione?
 STOPPING:
le fricative e le affricate sono
spesso sostituite da suoni occlusivi
(Pumo/fumo)
 AFFRICAZIONE: le fricative sono spesso
sostituite da affricate
 FRICAZIONE.le affricate tendono ad
essere sostituite dalle fricative
Paola Guglielmino
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Art 4.1 Linee guida per il diritto allo
studio degli alunni e degli studenti con
disturbi specifici di apprendimento Indici
predittivi
(scuola dell’infanzia)
Quali sono i processi fonologici più
Indici
frequenti e da trattare in
predittivi
riabilitazione?
 DESONORIZZAZIONE:
 E’
più consonanti
sonore sono prodotte come sorde
 SEMPLIFICAZIONE DI GRUPPI
importante identificare
PRECOCEMENTE le possibili difficoltà di
apprendimento e riconoscere i segnali di
rischio già nella scuola dell’infanzia
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Dislessia in Rete
Indici
Indici
Art 4.1 Linee guida per il diritto allo preventivi
studio degli alunni e degli studenti con
disturbi specifici di apprendimento
(scuola dell’infanzia)
predittivi
DISTURBI
SPECIFICI DI LINGUAGGIO

 Il
bambino che confonde i suoni, non
completa le frasi, utilizza parole non
adeguate al contesto o le sostituisce, omette
suoni o parti di parole, sostituisce
suoni,lettere (P/B..) ed ha una espressione
linguistica inadeguata, va supportato con
attività personalizzate all’interno del gruppo
Dott.ssa Paola Guglielmino
Dislessia in Rete


Il livello di sviluppo linguistico raggiunto in età prescolare
insieme all’ereditarietà sono gli indici predittivi più sicuri
di difficoltà di apprendimento della lettura alla scuola
elementare (Satz, 1974; Ferreiro, 1976).
Nei bambini con DSL persistente oltre i 4 anni d’età la
presenza di un successivo disturbo specifico
dell’apprendimento (DSA) è stimata, a seconda del tipo di
disturbo, tra il 37% e il 75% (Larrivee & Catts, 1999;
Stothard e al, 1998).
Il 40% di bambini con DSA risulta aver manifestato
precedenti disturbi o ritardi del linguaggio.
Dott.ssa Paola Guglielmino
Dislessia in Rete
FOLLOW UP SU BAMBINI CON
RITARDO DI LINGUAGGIO IN ETA’
PRESCOLARE
 Hanno delineato tre diversi percorsi
evolutivi e di precise indicazioni per
l'intervento:



Ritardi semplici del linguaggio
(classica)
 Ritardi
transitori che si normalizzano
spontaneamente entro 36-38 mesi, per i
quali non vi è indicazione all'intervento
riabilitativo precoce
1) Ritardi semplici di linguaggio
2) Ritardi del linguaggio che recuperano più
lentamente (entro 48 mesi), nei quali un intervento
precoce può essere indicato per mobilizzare lo
sviluppo;
3) Ritardi persistenti che evolvono in DSL
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Ritardi del linguaggio che recuperano più
lentamente (entro 48 mesi)
CONSIGLI PER LA FAMIGLIA
 Un
intervento precoce può essere indicato
per mobilizzare lo sviluppo
 In questo caso sono comunque
indispensabili alcuni consigli ai genitori ed
agli insegnanti oltre che a tutti i care givers
 Ascoltare
il bambino quando parla, anche se
mostra difficoltà, senza mostrare fretta,
ansia, insofferenza.
 Lasciare che concluda sempre il suo
discorso, anche se richiede più tempo.
 Favorire l’uso del gesto a supporto
dell’efficacia comunicativa.
Paola Guglielmino
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CONSIGLI PER LA FAMIGLIA
CONSIGLI PER LA FAMIGLIA
 Riformulare

la produzione “scorretta” del
bambino e non correggerla: il bambino
impara implicitamente dal modello verbale
dell’adulto, non dall’esercizio di ripetizione:
quindi non “ricattare” per avere la
produzione corretta.
.
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Se il bimbo dice "aua" la mamma gli domanderà
"vuoi l'acqua?" e non "vuoi aua" e nemmeno "non
si dice aua, ma acqua!". Il modo migliore per
aiutarlo a imparare a parlare correttamente è
quello di cercare di interpretare la sua richiesta o
la sua affermazione, pronunciando la frase in
modo corretto, senza ripetere il suo errore e poi
correggerglielo. Esempio: “coto..”, “biscotto….Hai fame? Vuoi un biscotto?”
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CONSIGLI PER LA FAMIGLIA
CONSIGLI PER LA FAMIGLIA
 Parlare

molto al bambino, in modo rilassato
e lento, ma senza scandire troppo le parole
 Usare un tono normale quando si parla! Il
bambinese è un modo dolce di comunicare
con il bambino ma deve finire non troppo
tardi…….

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Ritardi persistenti che evolvono in
DSL
CONSIGLI PER LA FAMIGLIA




Non parlare davanti al bambino delle sue
difficoltà.
Non anticiparlo quando parla, completando le
parole o le frasi.
Non interromperlo dicendogli che si è già capito.
Favorire l’uso del gesto a supporto del linguaggio
verbale del bambino favorendo la sua efficacia e
possibilità comunicativa.
E' utile, per esprimersi in modo semplice,
utilizzare un linguaggio ridondante, ossia ripetere
più volte il nome di un oggetto di cui stiamo
parlando, il nome del bimbo, "mamma" ecc...
Ad esempio: "guarda Marta: la palla! Che bella la
palla! E' la palla di Marta! Adesso vado a prendere
la palla”
Commentare sempre cosa si sta facendo: “Ora ti
preparo il latte” oppure “Vado a prendere le tue
scarpine, poi usciamo”. Quando è più piccolo è
ammessa la terza persona perché il bambino non
ha ancora chiara la distinzione dall’”io al Tu” ma
Paola Guglielmino
poi no
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 Per
i quali la diagnosi e la prognosi si
precisano intorno a 3 a 6 mesi/ 4 anni. In
questi casi l'intervento riabilitativo è
fondamentale ed è tanto più efficace quanto
più è precoce
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INTERVENTI PARLATORE
TARDIVO
INTERVENTI PARLATORE
TARDIVO
 Tra
i modelli d’intervento clinico vi è
l’intervento basato sul linguaggio
interattivo(INTERACT) sulle iniziative e
sugli interessi del bambino, che favoriscono
uno sviluppo del linguaggio più veloce e più
ricco.
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
L’assunto vuole sottolineare gli aspetti interattivi,
dinamici, naturalistici, tutoriali e di “struttura di sostegno”
che costituiscono l’aspetto più specifico del modello
d’intervento, la cui teoria di riferimento è quella
interazionista. Gli obiettivi principali dell’intervento
consistono nell’incrementare la frequenza delle interazioni
sociali tra genitore e bambino, migliorando la qualità
dell’interazione e della comunicazione, in modo da
favorire lo sviluppo del linguaggio espressivo del
bambino: il lessico e la combinazione di più parole in un
enunciato. Gli obiettivi specifici vengono individuati in
ciascuna coppia sulla base del profilo comunicativo
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PRIMA DEI 3 ANNI

E’possibile identificare con sufficiente
approssimazione le condizioni maggiormente a
rischio per una evoluzione in DSL e verificare
l’efficacia di programmi di intervento precoce.
Il tempo necessario per una più precisa definizione
diagnostica e prognostica varia da bambino a
bambino.
BILANCIO LOGOPEDICO



Contributo alla diagnosi
per inclusione
Descrizione di severità,
estensione e tipologia del
disturbo
Utilità per la presa in
carico secondo criteri di
priorità basati sugli indici
di rischio presenti




Pianificazione
dell’intervento secondo
uno schema gerarchico
Counseling
Andamento dello sviluppo
linguistico e misurazione
dell’outcome
Elementi utili alla
formazione dei gruppi
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Inquadramento diagnostico e relativo
protocollo diagnostico
IN LOGOPEDIA
 Diagnosi
per esclusione: cerca di escludere
tutte le cause palesi di disturbo linguistico
(disturbi secondari a …….)



 Diagnosi
per inclusione: cerca di descrivere
tutti i patterns specifici ed esclusivi del DSL
(esempio: morfologia, sintassi, fonologia
etc.)
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
 ANALISI FONOLOGICA
ANALISI FONETICA
Osserva come il bambino
Osserva le capacità
organizza i suoni e come
articolatorie
rispetta le regole fonologiche di
combinazione della sua lingua
Quali foni il bambino
(ad es.: /pf/ non e un gruppo
produce spontaneamente
 consonantico in italiano ma lo e
su ripetizione (il difetto si
in tedesco /APFEL/
chiama DISLALIA
 = mela) ( il difetto si chiama
FONETICA: Concerne
DISTURBO FONOLOGICO
COME si articolano i
 FONOLOGIA: concerne i suoni
suoni, l’ attenzione
tipici di una determinata lingua
che costituisce un insieme di
incentrata sugli aspetti
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suoni significanti
fisici del suono
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IN LOGOPEDIA
Aspetti fonologici


Si stabilisce quali fonemi linguistici fanno parte
del repertorio del bambino, quali processi di
semplificazione vengono applicati nella pronuncia
delle parole, in che misura la pronuncia delle
parole sia corretta
Si può utilizzare sia un campione di linguaggio
spontaneo, sia un campione di enunciati ottenuti
chiedendo al bambino di descrivere immagini, o di
ripetere ciò che è stato detto dall’adulto
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IN LOGOPEDIA
Aspetti lessicali
 Per
valutare lo sviluppo lessicale si
utilizzano in genere dei test che chiedono al
bambino di denominare immagini
(produzione lessicale) o di indicare
l’immagine che corrisponde alla parola
pronunciata dall’esaminatore
(comprensione lessicale).
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IN LOGOPEDIA
sviluppo morfologico e sintattico



Analisi del linguaggio spontaneo, esaminando
quali strutture morfologiche (es., flessioni verbali,
preposizioni, articoli, pronomi) e sintattiche (es.,
accordo soggetto-predicato, frasi passive, frasi
relative) sono presenti e utilizzate correttamente.
Possono servire anche test di ripetizioni di frasi.
La comprensione di strutture morfologiche e
sintattiche è valutata in genere attraverso test che
chiedono al bambino di scegliere tra alcune
immagini quella chePaola
corrisponde
alla frase detta
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dall’adulto.
La valutazione a fini riabilitativi
 Analisi
qualitative delle medesime prove
Esempi:
 analisi delle categorie grammaticali (in-put
e out-put)
 analisi delle categorie lessicali
 analisi in tratti e in processi
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Marianna 5 a7m
1. i’bbimbo ‘gwadda do’vE a’nana e ‘dZOka ‘konna ‘nana
il bimbo guarda dov’è la rana e gioca con la rana
2. di ‘nOtte la’nana ‘ESe e di ‘dZon:o ‘nonna ‘krOva
di notte la rana esce e di giorno non la trova
Analisi in tratti
 ANALISI
DELL’ERRORE
 ANALISI
DEI TRATTI
3. a’llola ‘sekka ‘tivale o’p:ule su’bbaat:olo
allora cerca (nello) stivale oppure sul (nel) barattolo
4. i’Kkane ‘katta e a’llola i’bbimbo ‘lana ‘lana ‘dove sEi
il cane casca e allora il bimbo (dice) rana rana dove sei?
 INDIVIDUAZIONE
DEI TRATTI
ERRATI AI FINI RIABILITATIVI
5. la’tap:a da un’mOsso nel naso a’bbimbo
la talpa dà un morso nel naso al bimbo
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ANALISI IN TRATTI PER
RICERCA FONO APPOGGIO
ANALISI IN PROCESSI
 INDIVIDUAZIONE
DEL FONO
POSSEDUTO PIU’ SIMILE AD UN
FONO ASSENTE
 ANALISI
 INDIVIDUAZIONE
DEI PROCESSI
ERRATI LADDOVE SIANO PRESENTI I
FONI NECESSARI
DELL’OMISSIONE
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I PROCESSI FONOLOGICI
PROCESSI CHE SEMPLIFICANO LA STRUTTURA
FONOTATTICA
CANCELLAZIONE DI SILLABA DEBOLE /’efante/ per
elefante
RIDUZIONE DI DITTONGHI /’kama/ per chiama
CANCELLAZIONE CONSONANTICA /e’one/ per leone
CANCELLAZIONE VOCALICA /’tSEllo/ per uccello
METATESI /’saka/ per tasca
EPENTESI /’vretro/ per vetro
ARMONIA CONSONANTICA /ma’nana/ per banana
ARMONIA VOCALICA /lo’one/ per leone
RIDUZIONE DEL GRUPPO CONSONANTICO /’kasse/ per
classe
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I PROCESSI FONOLOGICI
PROCESSI CHE SEMPLIFICANO IL SISTEMA
STOPPING /’tumo/ per fumo
AFFRICAZIONE /’tSappa/ per sciarpa
FRICAZIONE /sokko’lata/ per cioccolata
GLIDING /’bajo/ per bagno
ANTERIORIZZAZIONE /’tinte/ per cinque
POSTERIORIZZAZIONE /’nake/ per nave
DESONORIZZAZIONE /pa’nana/ per banana
SONORIZZAZIONE /’bikkoli/ per piccoli
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