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CORSO DI LAUREA TRIENNALE
IN SCIENZE DELL’ARCHITETTURA
Il Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura è un Corso di Laurea a numero programmato a livello
nazionale e pertanto le modalità e i contenuti dei test di ingresso sono stabiliti dal Decreto
Ministeriale 30 aprile 2004, art. 4.
Requisiti
Per l’ammissione al corso suddetto è richiesta una soddisfacente cultura generale, con particolari
attinenze all’ambito storico, sociale e istituzionale, affiancata da capacità di lavoro su testi scritti di
vario genere (artistico, letterario, storico, sociologico, filosofico, ecc.) e da attitudini al ragionamento
logico-astratto sia in ambito matematico che linguistico.
Il test si divide in cinque sezioni, mirate all’accertamento dei seguenti requisiti:
Logica e cultura generale - capacità di analizzare un testo sul piano lessicale, sintattico e logico;
interpretare, riformulare e connettere le informazioni fornite; elaborare correttamente inferenze,
implicazioni, conclusioni, scartando procedure ed esiti errati, arbitrari o non giustificati
rigorosamente. I quesiti verteranno su testi di saggistica scientifica o narrativa di autori classici o
contemporanei, oppure su testi di attualità comparsi su quotidiani o su riviste generalistiche o
specialistiche; verteranno altresì su casi o problemi, anche di natura astratta, la cui soluzione
richiede l’adozione di forme diverse di ragionamento logico. Quesiti relativi alle conoscenze di
cultura generale completano questo ambito valutativo.
Storia - coerenti criteri generali di orientamento cronologico rispetto a protagonisti e fenomeni di
rilievo storico (dell’età antica, dell’alto e basso medioevo, dell’età moderna, dell’età
contemporanea). Tali orientamenti storico-cronologici generali saranno verificati anche attraverso
l’accertamento di conoscenze intrecciate alle specifiche vicende artistico-architettoniche (opere di
architettura o correnti artistiche).
Disegno e Rappresentazione - capacità di analizzare grafici, disegni, e rappresentazioni iconiche
o termini di corrispondenza rispetto all’oggetto rappresentato; padronanza di nozioni elementari
relative alla rappresentazione (piante, prospetti, assonometrie).
Matematica e Fisica - padronanza di
- insiemi numerici e calcolo aritmetico (numeri naturali, relativi, razionali, reali; ordinamento e
confronto di numeri; ordine di grandezza; operazioni, potenze, radicali, logaritmi), calcolo algebrico,
geometria euclidea (poligoni, circonferenza e cerchio, misure di lunghezze, superfici e volumi,
isometria, similitudini e equivalenze, luoghi geometrici), geometria analitica (fondamenti), probabilità
e statistica (fondamenti)
- nozioni elementari sui principi della Meccanica: definizione delle grandezze fisiche fondamentali
(spostamento, velocità, accelerazione, massa, quantità di moto, forza, peso, lavoro e potenza);
legge d’inerzia, legge di Newton e principio di azione e reazione
- nozioni elementari sui principi della Termodinamica (concetti generali di temperatura, calore, calore
specifico, dilatazione dei corpi)
Tipologia del test e modalità di svolgimento (articoli 4 e 6 del Decreto Ministeriale)
Il test è articolato in quattro sezioni, come sopra, e consiste nella soluzione di ottanta quesiti a
risposta multipla, con l’indicazione di cinque risposte, di cui una sola esatta; ventisei quesiti sono
preparati per la sezione di logica e cultura generale e diciotto per ciascuna delle altre sezioni.
Per la valutazione del test si assegna un punto per ogni risposta esatta, si sottraggono 0,2 punti per
ogni risposta sbagliata e si assegnano 0 punti per ogni risposta non data. In caso di parità di voti,
prevale in ordine decrescente il punteggio ottenuto dal candidato nella soluzione rispettivamente dei
quesiti relativi agli argomenti di logica e cultura generale, storia, disegno e rappresentazione,
matematica e fisica.
Per lo svolgimento del test è assegnato un tempo di due ore e quindici minuti.
3
Facoltà
di
Esemplificazione del test di ingresso al Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura
Si riportano di seguito quaranta quesiti tra quelli proposti nel test di ingresso, di cui tredici per la
sezione di logica e cultura generale e nove per ciascuna delle altre sezioni
LOGICA E CULTURA GENERALE
Si leggano con attenzione i seguenti due brani e, tenendo conto del loro contenuto, si risponda alle relative
domande.
BRANO 1 – Lo Stato autoritario (F.Cusin, Antistoria d’Italia, Mondadori, 2001)
Il fatto che, nel giugno 1924, la monarchia non aveva accettato il punto di vista dell’opposizione era già
pegno sicuro della vittoria fascista. Tuttavia nei sei mesi seguenti la parte selvaggia parve più volte pericolare.
La reazione degli animi non poteva infatti essere cancellata con un tratto di penna né col bavaglio al paese che
venne applicato col mezzo di un decreto-legge sulla stampa, già preparato un anno prima e che il Capo
(Mussolini ndr.), pur desideroso di non sentire le proprie orecchie turbate da suoni discordanti, in fondo temeva,
per il senso di disorientamento che ne sarebbe derivato tra i molti benpensanti. Sino allora aveva preferito agire
con la coazione personale, facendo aggredire e malmenare gli scrittori troppo audaci e troppo indipendenti.
Ora, dimostratosi necessario rinunziare almeno per qualche tempo alla violenza privata, si ricorse – reazione
plaudente – all’infallibile mezzo che era, come si sa, retaggio proprio di quella. Ciò non valse a frenare, ma ad
acuire l’energia delle opposizioni e l’ostilità degli elementi più intelligenti e più disinteressati delle città. Ancora
una volta il fascismo si rivelava fenomeno proprio della provincia e il Capo si rivolgeva particolarmente alla
provincia con la parola di chi è deciso perché ha dietro a sé le forze sufficienti a vincere la battaglia. Da vero
giocoliere di piazza egli saprà più volte fingere di aver combattuto e vinto una lotta rischiosa, laddove aveva sin
dal primo momento in tasca la carta buona per trionfare. L’unica difficoltà consisteva nel far mostra di vincere
con le armi proprie, cioè ostentando alla monarchia le forze di piazza e alla piazza l’autorità dello Stato. D’altro
lato, la monarchia seguì il giuoco con l’intento di far pesare su Mussolini l’efficacia della sua protezione.
Con le spalle assicurate egli poteva entrare con maggior franchezza nel campo della polemica. Affermava
ai suoi che “Indietro non si torna” (22 luglio) e li invitava a “Vivere pericolosamente” (2 agosto); consigliava
quindi i fedeli dei centri di provincia a mettere pure per ora in soffitta il manganello, insistendo però sul
particolare che solo della provincia poteva fidarsi, e da allora parlerà di un’Italia rurale e combatterà
l’urbanesimo depauperatore dei “sani valori” che consentivano il suo assurdo governo. Infatti senza le
manifestazioni di provincia non sarebbe stato possibile vincere la battaglia di quei giorni ed assicurare la
monarchia che le masse erano con lui.
Ancor più difficile era tener ferma l’alleanza tra fascismo e cosiddetto combattentismo, cioè quella
imprecisa espressione di un sentimento di aver partecipato non alla coscienza politica, ma alla prova militare
della nazione, e il cui appoggio morale sembrò a lungo crisma sufficiente di un potere in un paese dove la
coscienza politica era crepuscolare. Infine bisognava stringere le file, mostrare che nei fascisti rimasti fedeli
non allignava il germe del dissidentismo o idee politiche di qualsiasi genere, sempre pericolose per i reazionari.
L’importante era che il fascismo ci fosse, che fosse il più perfettamente forte e che non avesse alcuna idea…
appunto come i suoi elogiati rurali e gli incensati “combattenti”. Il Capo seppe concludere appunto su questa
base i lavori del Comitato nazionale del Partito fascista tenutosi ai primi di agosto dicendo: “Questo Consiglio
è stato importante perché ha dimostrato prima di tutto che non esistono tendenze. Il fascismo non le ha mai
avute, né le avrà mai”. Così seppellì le tendenze neoliberali del Bottai e le proposte di una seconda ondata,
cioè di un colpo di forza, del Farinacci, le prime perché incomprensibili alle masse fasciste, le seconde perché
avrebbero prodotto una lotta con la monarchia. Concludeva, assicurando che non ce n’era bisogno: “giacché
abbiamo tutto, Governo, Province, Comuni, abbiamo le forze armate dello stato, arricchite di recente di un’altra
forza armata, che è entrata di fatto e di diritto nella Costituzione”.
Egli era quindi padrone della situazione; pure il pericolo persisteva, ché non si poteva esser del tutto certi
di tener ferma al proprio punto di vista l’infida monarchia, mentre gli ambienti moderati si facevano via via più
sensibili all’opposizione, e alle chiare documentazioni degli abusi del governo. Inoltre molti ambienti parevano
spingere il Capo a separarsi dalla accozzaglia dei suoi fedeli, mirando a valersi del suo prestigio personale e
accogliendo in buona fede i suoi propositi di pace e di reciproca comprensione: soluzione estranea all’intima
tendenza faziosa dell’animo del Capo; del resto egli era troppo compromesso ed i suoi – se traditi – avrebbero
potuto portare delle accuse spaventose. Preferì restar con essi sino all’ultimo, anche se ciò gli costava un
atteggiamento sempre più freddo e più ostile dei liberali e conservatori, i Salandra, gli Orlando, i Giolitti, in una
parola gli uomini che rappresentavano la continuità della tradizione in quello stato che, nella forma almeno, si
voleva rimanesse liberale e costituzionale e che non potevano perdonare venisse mutata la sua stessa
struttura. […]
4
1)
Il Capo:
A.
B.
C.
D.
E.
Si affidò alla monarchia chiedendone la protezione
Seppe fingere, creando per se stesso il mito del combattente
Vinse sempre adottando esclusivamente le armi proprie
Non fu mai in grado di manovrare e guidare la piazza
Vinse, ma corse gravi pericoli e dovette lottare a lungo
2)
I fascisti:
A.
B.
C.
D.
E.
Non manifestarono mai tendenze diverse dalla linea del Capo
In quanto massa, furono assai vicini alle idee neoliberali del Bottai
Furono osteggiati laddove manifestassero idee divergenti dalla linea del Capo
Non compresero mai l’idea di un “colpo di forza” proposta dal Farinacci
Furono dei veri combattenti, spesso in lotta contro la monarchia
BRANO 2 – Le origini della nuova architettura ( L.Benevolo, da Enciclopedia del Novecento, Treccani,
1975)
L’architettura è uno dei campi in cui avviene, fra il sec. XIX e il XX, un cambiamento più radicale, e dove
l’originalità della nostra condizione storica, rispetto a quella dei secoli precedenti, viene in luce più
chiaramente.
[…] Il movimento per la nuova architettura comincia con una definizione in piena regola: quella famosa
enunciata da William Morris in una conferenza alla London Institution del 10 marzo 1881: “Il mio concetto di
architettura è nell’unione e nella collaborazione delle arti, in modo che ogni cosa sia subordinata alle altre e
con esse in armonia, e quando stasera userò tale parola, questo sarà il significato, non uno più ristretto”.
[…] I cambiamenti materiali prodotti dalla civilizzazione industriale formano ormai un cumulo imponente,
e possono essere valutati come un sistema unitario; l’entità e la velocità di questi cambiamenti sono
assolutamente nuovi, e fanno nascere nuovi problemi di coordinazione e di controllo. Infatti, finché erano più
piccoli e più lenti, si depositavano senza difficoltà nel quadro naturale, tanto più cospicuo e apparentemente
inamovibile: ogni intervento poteva essere considerato per suo conto, perché il coordinamento era procurato
dalla struttura territoriale in cui doveva iscriversi; la somma totale degli interventi sembrava sempre
insignificante rispetto alla vastità del paesaggio e delle risorse naturali.
[…] Le speranze di un controllo immediato, definitivo, ottenuto in una sola volta mediante un rivolgimento
politico e organizzativo, sono state coltivate dalla generazione precedente, e sono state bruciate entro la
prima metà del secolo XIX, quando le utopie politiche e urbanistiche – la repubblica degli uguali di Buonarroti
e di Cabet, il cartismo di O’Connor, il socialismo produttivistico dei sansimoniani e quello umanitario di
Blanqui, le comunità-modello di Owen, di Fourier e dei suoi seguaci europei e americani – si sono dimostrate
egualmente irrealizzabili. L’ideale da loro indicato resta un traguardo da raggiungere, ma con un’azione
diversa, più paziente e più lenta, a cui non si conviene il tono agitato e semplificatore del manifesto che vuole
suscitare un’azione di massa imminente, ma quello freddo e circospetto che vuole preparare un’azione
lontana e che affronta scrupolosamente ogni difficoltà del tema, sapendo che ogni omissione sarà scontata
immancabilmente all’atto pratico.
È il tono che accomuna tutti i grandi analisti della seconda metà del secolo: gli scienziati innovatori come
Darwin, i filosofi teorici della nuova sinistra politica come Marx (e anche, per certi aspetti, i maestri dei
realismo letterario come Flaubert). Nessuno di loro punta verso una sintesi definitiva o verso un programma
d’azione già perfetto e dettagliato; ma ciascuno – e anche Morris – ha imboccato una strada nuova e ha
messo in moto una lunga catena di conseguenze, che molto più tardi produrrà un risultato decisivo;
l’importanza della loro opera deve esser misurata a distanza di tempo, considerandone gli sviluppi successivi
piuttosto che il successo immediato.
3)
L’architettura, tra il XIX e il XX secolo:
A.
B.
C.
D.
E.
Non subisce alcun cambiamento
Riprende gli schemi dei secoli precedenti
Non è in grado di produrre opere originali
È soggetta a mutazioni radicali nella sua concezione
Produce edifici estremamente luminosi
5
4)
La concezione di William Morris:
A.
B.
C.
D.
E.
È un’idea assai ristretta, se riferita alle reali potenzialità dell’architettura
Individua nella collaborazione di tutte le arti la base del concetto di architettura
Subordina in ogni caso l’architettura a tutte le altre forme di arte
Intende l’architettura come una disciplina estranea a ogni altra forma di arte
Subordina in ogni caso tutte le altre forme di arte all’architettura
5)
La civilizzazione industriale:
A.
B.
C.
D.
E.
Non può essere valutata in termini di “sistema unitario”
Produce immensi cumuli di macerie
Comporta grandi cambiamenti, estremamente veloci
Non influenza il quadro paesaggistico e naturale
Comporta la costruzione di edifici piccoli e pressoché inamovibili
6)
Gli ideali di Cabet, O’Connor, Owen e Fourier:
A.
B.
C.
D.
E.
Non hanno prodotto seguaci negli Stati Uniti d’America
Sono un traguardo da raggiungere con un’azione assai rapida
Devono essere raggiunti con un’azione di massa
Sono traguardi ormai superati, delle semplici utopie
Restano assai validi, ma occorre affrontarli in maniera diversa
7)
Quale caratteristica accomuna tutti i grandi analisti della seconda metà del XIX secolo?
A.
B.
C.
D.
E.
Essi puntano sempre alla creazione di un programma d’azione estremamente preciso e dettagliato
Nello sviluppo delle loro analisi, essi non percorrono mai strade del tutto nuove
Le loro sintesi sono sempre definitive e volte al conseguimento di un successo immediato
Essi mettono in moto processi di innovazione le cui conseguenze saranno verificabili in futuro
Essi si oppongono alle teorie espresse da Darwin e dai filosofi teorici della nuova sinistra politica
8)
Tra le soluzioni proposte, si individui il termine intruso:
A.
B.
C.
D.
E.
Olio
Tavolozza
Canovaccio
Tela
Acquerello
9)
Quale associazione tra città e rispettiva regione risulta errata?
A.
B.
C.
D.
E.
L’Aquila – Abruzzo
Vicenza – Lombardia
Campobasso – Molise
Ragusa – Sicilia
Altamura – Puglia
10)
Si leggano con attenzione i seguenti versi, tratti da un’importante opera del Novecento italiano, e si
individui tra le soluzioni proposte il nome dell’autore.
Se tu mi rivenissi incontro vivo,
Con la mano tesa,
Ancora potrei,
Di nuovo in uno slancio d’oblio, stringere,
Fratello, una mano.
6
A.
B.
C.
D.
E.
Italo Svevo
Gabriele D’Annunzio
Umberto Eco
Giuseppe Ungaretti
Alberto Moravia
11)
Quale tra le seguenti opere non fu scritta da Orwell?
A.
B.
C.
D.
E.
Omaggio alla Catalogna
1984
La fattoria degli animali
Giorni in Birmania
Oliver Twist
12) Si individui, tra le soluzioni proposte, la frase equivalente all’espressione Se Einstein era un fisico, allora
era uno scienziato.
A.
B.
C.
D.
E.
Se Einstein non era un fisico, allora non era uno scienziato
Se Einstein non era uno scienziato, allora non era un fisico
Solo se Einstein era un fisico, allora era uno scienziato
Se Einstein non era un fisico, allora era uno scienziato
Nessuna delle risposte precedenti è corretta
13)
“Da quale città siete partiti?” ci domandò Silvia. Individuare, tra le soluzioni proposte, la forma corretta nel
discorso indiretto.
A.
B.
C.
D.
E.
Silvia
Silvia
Silvia
Silvia
Silvia
ci
ci
ci
ci
ci
domandò
domandò
domandò
domandò
domandò
da
da
da
da
da
quale
quale
quale
quale
quale
città
città
città
città
città
eravamo partiti
saremmo partiti
fossimo partiti
fummo partiti
saremo partiti
STORIA
14)
Individuare la corretta sequenza temporale tra i seguenti fatti di storia greca:
1.
2.
3.
4.
A.
B.
C.
D.
E.
1
4
3
2
4
–
–
–
–
–
4
1
4
3
3
–
–
–
–
–
3
2
1
1
1
–
–
–
–
–
la battaglia di Maratona
la guerra del Peloponneso
l’ascesa di Alessandro Magno
la talassocrazia di Minosse
2
3
2
4
2
7
15)
Nel corso di quale secolo può essere collocata l’invasione dell’Italia da parte dei Longobardi?
A.
B.
C.
D.
E.
Nel
Nel
Nel
Nel
Nel
16)
Federico I di Hohenstaufen, detto Barbarossa:
A.
B.
C.
D.
E.
Sostenne tenacemente l’opera di Arnaldo da Brescia
Nel 1162 assediò ma non riuscì a conquistare la città di Milano
Sconfisse con il suo esercito la Lega Lombarda
Scese in Italia per imporre la supremazia imperiale sul papato e sui comuni
Perse la vita combattendo durante la seconda crociata
17)
Individuare la corretta sequenza temporale dei seguenti avvenimenti della seconda metà del XX secolo:
corso
corso
corso
corso
corso
del V secolo d.C.
del VI secolo d.C.
del VII secolo d.C.
dell’VIII secolo d.C.
del XIX secolo d.C.
1.
2.
3.
4.
–
–
–
–
–
2
1
1
3
2
–
–
–
–
–
1
3
4
2
1
–
–
–
–
–
L’assassinio di Aldo Moro
La prima guerra del Golfo
La caduta del muro di Berlino
La strage di Piazza Fontana
A.
B.
C.
D.
E.
3
4
2
1
4
4
2
3
4
3
18)
“Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza
avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al
generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane.”
La citazione sopra riportata si riferisce:
A.
B.
C.
D.
E.
Alla fine della seconda guerra mondiale
All’armistizio dell’8 settembre 1943
Alla fine della prima guerra mondiale
Alla sconfitta degli italiani a El Alamein
Al 25 aprile del 1945, giorno della liberazione
19)
Individuare, tra le soluzioni proposte, l’autore dell’opera qui rappresentata.
A.
B.
C.
D.
E.
Dalì
Picasso
De Chirico
Manet
Degas
8
20)
Gli scavi iniziati nel 1900 da Sir Arthur Evans consentirono di riportare alla luce le rovine di quale
importante agglomerato urbano dell’antichità?
A.
B.
C.
D.
E.
Le rovine di Pompei
Le rovine di Troia
Le rovine di Macchu Picchu
Le rovine di Micene
Le rovine di Crosso
21)
Quale stile architettonico caratterizza le forme dell’edificio qui rappresentato?
A.
B.
C.
D.
E.
Romanico
Neoclassicismo
Barocco
Gotico
Futurismo
22)
Gustav Klimt fu:
A.
B.
C.
D.
E.
Un architetto
Uno scultore
Un pittore
Un fotografo
Uno scrittore
DISEGNO E RAPPRESENTAZIONE
23)
Indicare qual è la corretta rappresentazione del punto di fuga del blocco in figura:
A.
B.
C.
D.
E.
La
La
La
La
La
risposta
risposta
risposta
risposta
risposta
corretta
corretta
corretta
corretta
corretta
è
è
è
è
è
la A
la B
la C
la D
la E
9
24)
Indicare quale tra le seguenti trasformazioni non mantiene invariata l’area:
A.
B.
C.
D.
E.
La
La
La
La
La
25)
Si osservi l’edificio riprodotto schematicamente in figura:
risposta
risposta
risposta
risposta
risposta
corretta
corretta
corretta
corretta
corretta
è
è
è
è
è
la A
la B
la C
la D
la E
10
Quale, tra le seguenti, è la corretta rappresentazione del prospetto ovest dell’edificio?
A.
B.
C.
D.
E.
Figura A
Figura B
Figura C
Figura D
Figura E
26) Il diagramma in figura rappresenta un orario ferroviario:
Quale fra le seguenti affermazioni non è corretta?
A.
B.
C.
D.
E.
Il primo treno per Volterra da Pisa parte alle ore 4:30
Il treno Cecina-Volterra delle ore 12:28 incrocia a Saline il treno Volterra-Pisa delle ore 5:40
Vi sono tre treni fra le ore 4:00 e le ore 15:00 da Volterra a Cecina
La tratta Cecina- Pisa delle ore 10:00 non esiste
Per essere a Volterra alle ore 11:00 è sufficiente prendere il treno da Pisa alle ore 7:40
11
27)
La figura di rotazione rappresentata a lato interseca il piano xy formando:
A.
B.
C.
D.
E.
Un arco di circonferenza
Una circonferenza
Una ellisse
Una parabola
Una iperbole
28)
Quale intervallo del piano soddisfa il sistema
A.
B.
C.
D.
E.
L’intervallo A
L’intervallo B
L’intervallo C
L’intervallo D
L’intervallo E
12
{
?
29)
Quale, tra le figure sottostanti, rappresenta la simmetria assiale della figura rispetto alla retta r?
A.
B.
C.
D.
E.
La figura A
La figura B
La figura C
La figura D
La figura E
30)
Considerando la figura qui rappresentata, quale delle seguenti affermazioni è corretta?
A.
B.
C.
D.
E.
Il
Il
Il
Il
Il
solido
solido
solido
solido
solido
ha come asse di simmetria l’asse x
è un solido di rotazione intorno all’asse y
ha come asse di simmetria una retta parallela all’asse x
ha come asse di simmetria una retta parallela all’asse z
è un solido di rotazione intorno all’asse z
13
31)
Si osservi l’edificio riprodotto schematicamente in figura:
N
Individuare, tra le soluzioni proposte, la corretta rappresentazione del prospetto sud dell’edificio:
A.
B.
C.
D.
E.
La rappresentazione corretta è la A
La rappresentazione corretta è la B
La rappresentazione corretta è la C
La rappresentazione corretta è la D
La rappresentazione corretta è la E
14
MATEMATICA E FISICA
32)
Il diagramma in figura rappresenta il moto di una automobile:
Quale, tra le seguenti affermazioni, non è corretta?
A.
B.
C.
D.
E.
Nell’intervallo
Nell’intervallo
Nell’intervallo
Nell’intervallo
Nell’intervallo
a l’automobile ha un’accelerazione nulla
a l’automobile percorre uno spazio di 20 m
b l’automobile percorre uno spazio di 20 m
b l’automobile ha un’accelerazione negativa
c l’automobile è ferma
33)
In un gruppo di ragazzi il 20% ha 14 anni, il 40% ha 15 anni ed i rimanenti 8 hanno 16 anni. Quanti sono
i ragazzi del gruppo?
A.
B.
C.
D.
E.
8
12
16
20
32
34)
Su una massa puntiforme agiscono tre forze F1 = 3 N, F2 = -3 N e F3 = 5N come in figura. Qual è la forza
da applicare alla massa affinché essa sia in equilibrio?
A.
F3
B.
- F3
C.
F1 + F2 + F3
D.
2 F1
E.
2 F2
35)
Il campo di esistenza della frazione
A.
B.
C.
D.
E.
X -2
X>2eX<4
X>4
X 4
X -4
x+2
____
x - 4 è:
15
36)
Si estrae una carta da un mazzo di 40 carte e si scopre che è un asso. Qual è la probabilità che si
estragga un altro asso, senza rimettere il primo nel mazzo?
A.
B.
C.
D.
E.
1/39
3/40
3/39
1/40
2/40
37)
A.
B.
C.
D.
E.
La somma di due numeri è 38 e la differenza 12. Il maggiore dei due numeri vale:
13
16
18
25
26
38)
Un pendolo di lunghezza L oscilla con periodo T. Affinché il periodo sia doppio si deve avere lunghezza:
A.
4L
B.
L/2
C.
2L
D.
3L
E.
2
L
39)
Che cosa succede se nel circuito in figura si brucia la lampadina L1?
A.
Sia L2 che L3 diventano più luminose
B.
L3 diventa più luminosa
C.
L2 diventa più luminosa
D.
L3 diventa meno luminosa
E.
L2 diventa meno luminosa
16
40)
I recipienti rappresentati in figura contengono lo stesso corpo immerso in acqua dolce o salata con
diverse concentrazioni. Quale di questi contiene l’acqua più dolce e quale l’acqua più salata?
A.
Acqua più dolce: 2 Acqua più salata: 3
B.
Acqua più dolce: 4 Acqua più salata: 2
C.
Acqua più dolce: 3 Acqua più salata: 2
D.
Acqua più dolce: 2 Acqua più salata: 4
E.
Acqua più dolce: 4 Acqua più salata: 1
17