CORSO DI LAUREA TRIENNALE IN SCIENZE DELL’ARCHITETTURA Il Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura è un Corso di Laurea a numero programmato a livello nazionale e pertanto le modalità e i contenuti dei test di ingresso sono stabiliti dal Decreto Ministeriale 30 aprile 2004, art. 4. Requisiti Per l’ammissione al corso suddetto è richiesta una soddisfacente cultura generale, con particolari attinenze all’ambito storico, sociale e istituzionale, affiancata da capacità di lavoro su testi scritti di vario genere (artistico, letterario, storico, sociologico, filosofico, ecc.) e da attitudini al ragionamento logico-astratto sia in ambito matematico che linguistico. Il test si divide in cinque sezioni, mirate all’accertamento dei seguenti requisiti: Logica e cultura generale - capacità di analizzare un testo sul piano lessicale, sintattico e logico; interpretare, riformulare e connettere le informazioni fornite; elaborare correttamente inferenze, implicazioni, conclusioni, scartando procedure ed esiti errati, arbitrari o non giustificati rigorosamente. I quesiti verteranno su testi di saggistica scientifica o narrativa di autori classici o contemporanei, oppure su testi di attualità comparsi su quotidiani o su riviste generalistiche o specialistiche; verteranno altresì su casi o problemi, anche di natura astratta, la cui soluzione richiede l’adozione di forme diverse di ragionamento logico. Quesiti relativi alle conoscenze di cultura generale completano questo ambito valutativo. Storia - coerenti criteri generali di orientamento cronologico rispetto a protagonisti e fenomeni di rilievo storico (dell’età antica, dell’alto e basso medioevo, dell’età moderna, dell’età contemporanea). Tali orientamenti storico-cronologici generali saranno verificati anche attraverso l’accertamento di conoscenze intrecciate alle specifiche vicende artistico-architettoniche (opere di architettura o correnti artistiche). Disegno e Rappresentazione - capacità di analizzare grafici, disegni, e rappresentazioni iconiche o termini di corrispondenza rispetto all’oggetto rappresentato; padronanza di nozioni elementari relative alla rappresentazione (piante, prospetti, assonometrie). Matematica e Fisica - padronanza di - insiemi numerici e calcolo aritmetico (numeri naturali, relativi, razionali, reali; ordinamento e confronto di numeri; ordine di grandezza; operazioni, potenze, radicali, logaritmi), calcolo algebrico, geometria euclidea (poligoni, circonferenza e cerchio, misure di lunghezze, superfici e volumi, isometria, similitudini e equivalenze, luoghi geometrici), geometria analitica (fondamenti), probabilità e statistica (fondamenti) - nozioni elementari sui principi della Meccanica: definizione delle grandezze fisiche fondamentali (spostamento, velocità, accelerazione, massa, quantità di moto, forza, peso, lavoro e potenza); legge d’inerzia, legge di Newton e principio di azione e reazione - nozioni elementari sui principi della Termodinamica (concetti generali di temperatura, calore, calore specifico, dilatazione dei corpi) Tipologia del test e modalità di svolgimento (articoli 4 e 6 del Decreto Ministeriale) Il test è articolato in quattro sezioni, come sopra, e consiste nella soluzione di ottanta quesiti a risposta multipla, con l’indicazione di cinque risposte, di cui una sola esatta; ventisei quesiti sono preparati per la sezione di logica e cultura generale e diciotto per ciascuna delle altre sezioni. Per la valutazione del test si assegna un punto per ogni risposta esatta, si sottraggono 0,2 punti per ogni risposta sbagliata e si assegnano 0 punti per ogni risposta non data. In caso di parità di voti, prevale in ordine decrescente il punteggio ottenuto dal candidato nella soluzione rispettivamente dei quesiti relativi agli argomenti di logica e cultura generale, storia, disegno e rappresentazione, matematica e fisica. Per lo svolgimento del test è assegnato un tempo di due ore e quindici minuti. 3 Facoltà di Esemplificazione del test di ingresso al Corso di Laurea in Scienze dell’Architettura Si riportano di seguito quaranta quesiti tra quelli proposti nel test di ingresso, di cui tredici per la sezione di logica e cultura generale e nove per ciascuna delle altre sezioni LOGICA E CULTURA GENERALE Si leggano con attenzione i seguenti due brani e, tenendo conto del loro contenuto, si risponda alle relative domande. BRANO 1 – Lo Stato autoritario (F.Cusin, Antistoria d’Italia, Mondadori, 2001) Il fatto che, nel giugno 1924, la monarchia non aveva accettato il punto di vista dell’opposizione era già pegno sicuro della vittoria fascista. Tuttavia nei sei mesi seguenti la parte selvaggia parve più volte pericolare. La reazione degli animi non poteva infatti essere cancellata con un tratto di penna né col bavaglio al paese che venne applicato col mezzo di un decreto-legge sulla stampa, già preparato un anno prima e che il Capo (Mussolini ndr.), pur desideroso di non sentire le proprie orecchie turbate da suoni discordanti, in fondo temeva, per il senso di disorientamento che ne sarebbe derivato tra i molti benpensanti. Sino allora aveva preferito agire con la coazione personale, facendo aggredire e malmenare gli scrittori troppo audaci e troppo indipendenti. Ora, dimostratosi necessario rinunziare almeno per qualche tempo alla violenza privata, si ricorse – reazione plaudente – all’infallibile mezzo che era, come si sa, retaggio proprio di quella. Ciò non valse a frenare, ma ad acuire l’energia delle opposizioni e l’ostilità degli elementi più intelligenti e più disinteressati delle città. Ancora una volta il fascismo si rivelava fenomeno proprio della provincia e il Capo si rivolgeva particolarmente alla provincia con la parola di chi è deciso perché ha dietro a sé le forze sufficienti a vincere la battaglia. Da vero giocoliere di piazza egli saprà più volte fingere di aver combattuto e vinto una lotta rischiosa, laddove aveva sin dal primo momento in tasca la carta buona per trionfare. L’unica difficoltà consisteva nel far mostra di vincere con le armi proprie, cioè ostentando alla monarchia le forze di piazza e alla piazza l’autorità dello Stato. D’altro lato, la monarchia seguì il giuoco con l’intento di far pesare su Mussolini l’efficacia della sua protezione. Con le spalle assicurate egli poteva entrare con maggior franchezza nel campo della polemica. Affermava ai suoi che “Indietro non si torna” (22 luglio) e li invitava a “Vivere pericolosamente” (2 agosto); consigliava quindi i fedeli dei centri di provincia a mettere pure per ora in soffitta il manganello, insistendo però sul particolare che solo della provincia poteva fidarsi, e da allora parlerà di un’Italia rurale e combatterà l’urbanesimo depauperatore dei “sani valori” che consentivano il suo assurdo governo. Infatti senza le manifestazioni di provincia non sarebbe stato possibile vincere la battaglia di quei giorni ed assicurare la monarchia che le masse erano con lui. Ancor più difficile era tener ferma l’alleanza tra fascismo e cosiddetto combattentismo, cioè quella imprecisa espressione di un sentimento di aver partecipato non alla coscienza politica, ma alla prova militare della nazione, e il cui appoggio morale sembrò a lungo crisma sufficiente di un potere in un paese dove la coscienza politica era crepuscolare. Infine bisognava stringere le file, mostrare che nei fascisti rimasti fedeli non allignava il germe del dissidentismo o idee politiche di qualsiasi genere, sempre pericolose per i reazionari. L’importante era che il fascismo ci fosse, che fosse il più perfettamente forte e che non avesse alcuna idea… appunto come i suoi elogiati rurali e gli incensati “combattenti”. Il Capo seppe concludere appunto su questa base i lavori del Comitato nazionale del Partito fascista tenutosi ai primi di agosto dicendo: “Questo Consiglio è stato importante perché ha dimostrato prima di tutto che non esistono tendenze. Il fascismo non le ha mai avute, né le avrà mai”. Così seppellì le tendenze neoliberali del Bottai e le proposte di una seconda ondata, cioè di un colpo di forza, del Farinacci, le prime perché incomprensibili alle masse fasciste, le seconde perché avrebbero prodotto una lotta con la monarchia. Concludeva, assicurando che non ce n’era bisogno: “giacché abbiamo tutto, Governo, Province, Comuni, abbiamo le forze armate dello stato, arricchite di recente di un’altra forza armata, che è entrata di fatto e di diritto nella Costituzione”. Egli era quindi padrone della situazione; pure il pericolo persisteva, ché non si poteva esser del tutto certi di tener ferma al proprio punto di vista l’infida monarchia, mentre gli ambienti moderati si facevano via via più sensibili all’opposizione, e alle chiare documentazioni degli abusi del governo. Inoltre molti ambienti parevano spingere il Capo a separarsi dalla accozzaglia dei suoi fedeli, mirando a valersi del suo prestigio personale e accogliendo in buona fede i suoi propositi di pace e di reciproca comprensione: soluzione estranea all’intima tendenza faziosa dell’animo del Capo; del resto egli era troppo compromesso ed i suoi – se traditi – avrebbero potuto portare delle accuse spaventose. Preferì restar con essi sino all’ultimo, anche se ciò gli costava un atteggiamento sempre più freddo e più ostile dei liberali e conservatori, i Salandra, gli Orlando, i Giolitti, in una parola gli uomini che rappresentavano la continuità della tradizione in quello stato che, nella forma almeno, si voleva rimanesse liberale e costituzionale e che non potevano perdonare venisse mutata la sua stessa struttura. […] 4 1) Il Capo: A. B. C. D. E. Si affidò alla monarchia chiedendone la protezione Seppe fingere, creando per se stesso il mito del combattente Vinse sempre adottando esclusivamente le armi proprie Non fu mai in grado di manovrare e guidare la piazza Vinse, ma corse gravi pericoli e dovette lottare a lungo 2) I fascisti: A. B. C. D. E. Non manifestarono mai tendenze diverse dalla linea del Capo In quanto massa, furono assai vicini alle idee neoliberali del Bottai Furono osteggiati laddove manifestassero idee divergenti dalla linea del Capo Non compresero mai l’idea di un “colpo di forza” proposta dal Farinacci Furono dei veri combattenti, spesso in lotta contro la monarchia BRANO 2 – Le origini della nuova architettura ( L.Benevolo, da Enciclopedia del Novecento, Treccani, 1975) L’architettura è uno dei campi in cui avviene, fra il sec. XIX e il XX, un cambiamento più radicale, e dove l’originalità della nostra condizione storica, rispetto a quella dei secoli precedenti, viene in luce più chiaramente. […] Il movimento per la nuova architettura comincia con una definizione in piena regola: quella famosa enunciata da William Morris in una conferenza alla London Institution del 10 marzo 1881: “Il mio concetto di architettura è nell’unione e nella collaborazione delle arti, in modo che ogni cosa sia subordinata alle altre e con esse in armonia, e quando stasera userò tale parola, questo sarà il significato, non uno più ristretto”. […] I cambiamenti materiali prodotti dalla civilizzazione industriale formano ormai un cumulo imponente, e possono essere valutati come un sistema unitario; l’entità e la velocità di questi cambiamenti sono assolutamente nuovi, e fanno nascere nuovi problemi di coordinazione e di controllo. Infatti, finché erano più piccoli e più lenti, si depositavano senza difficoltà nel quadro naturale, tanto più cospicuo e apparentemente inamovibile: ogni intervento poteva essere considerato per suo conto, perché il coordinamento era procurato dalla struttura territoriale in cui doveva iscriversi; la somma totale degli interventi sembrava sempre insignificante rispetto alla vastità del paesaggio e delle risorse naturali. […] Le speranze di un controllo immediato, definitivo, ottenuto in una sola volta mediante un rivolgimento politico e organizzativo, sono state coltivate dalla generazione precedente, e sono state bruciate entro la prima metà del secolo XIX, quando le utopie politiche e urbanistiche – la repubblica degli uguali di Buonarroti e di Cabet, il cartismo di O’Connor, il socialismo produttivistico dei sansimoniani e quello umanitario di Blanqui, le comunità-modello di Owen, di Fourier e dei suoi seguaci europei e americani – si sono dimostrate egualmente irrealizzabili. L’ideale da loro indicato resta un traguardo da raggiungere, ma con un’azione diversa, più paziente e più lenta, a cui non si conviene il tono agitato e semplificatore del manifesto che vuole suscitare un’azione di massa imminente, ma quello freddo e circospetto che vuole preparare un’azione lontana e che affronta scrupolosamente ogni difficoltà del tema, sapendo che ogni omissione sarà scontata immancabilmente all’atto pratico. È il tono che accomuna tutti i grandi analisti della seconda metà del secolo: gli scienziati innovatori come Darwin, i filosofi teorici della nuova sinistra politica come Marx (e anche, per certi aspetti, i maestri dei realismo letterario come Flaubert). Nessuno di loro punta verso una sintesi definitiva o verso un programma d’azione già perfetto e dettagliato; ma ciascuno – e anche Morris – ha imboccato una strada nuova e ha messo in moto una lunga catena di conseguenze, che molto più tardi produrrà un risultato decisivo; l’importanza della loro opera deve esser misurata a distanza di tempo, considerandone gli sviluppi successivi piuttosto che il successo immediato. 3) L’architettura, tra il XIX e il XX secolo: A. B. C. D. E. Non subisce alcun cambiamento Riprende gli schemi dei secoli precedenti Non è in grado di produrre opere originali È soggetta a mutazioni radicali nella sua concezione Produce edifici estremamente luminosi 5 4) La concezione di William Morris: A. B. C. D. E. È un’idea assai ristretta, se riferita alle reali potenzialità dell’architettura Individua nella collaborazione di tutte le arti la base del concetto di architettura Subordina in ogni caso l’architettura a tutte le altre forme di arte Intende l’architettura come una disciplina estranea a ogni altra forma di arte Subordina in ogni caso tutte le altre forme di arte all’architettura 5) La civilizzazione industriale: A. B. C. D. E. Non può essere valutata in termini di “sistema unitario” Produce immensi cumuli di macerie Comporta grandi cambiamenti, estremamente veloci Non influenza il quadro paesaggistico e naturale Comporta la costruzione di edifici piccoli e pressoché inamovibili 6) Gli ideali di Cabet, O’Connor, Owen e Fourier: A. B. C. D. E. Non hanno prodotto seguaci negli Stati Uniti d’America Sono un traguardo da raggiungere con un’azione assai rapida Devono essere raggiunti con un’azione di massa Sono traguardi ormai superati, delle semplici utopie Restano assai validi, ma occorre affrontarli in maniera diversa 7) Quale caratteristica accomuna tutti i grandi analisti della seconda metà del XIX secolo? A. B. C. D. E. Essi puntano sempre alla creazione di un programma d’azione estremamente preciso e dettagliato Nello sviluppo delle loro analisi, essi non percorrono mai strade del tutto nuove Le loro sintesi sono sempre definitive e volte al conseguimento di un successo immediato Essi mettono in moto processi di innovazione le cui conseguenze saranno verificabili in futuro Essi si oppongono alle teorie espresse da Darwin e dai filosofi teorici della nuova sinistra politica 8) Tra le soluzioni proposte, si individui il termine intruso: A. B. C. D. E. Olio Tavolozza Canovaccio Tela Acquerello 9) Quale associazione tra città e rispettiva regione risulta errata? A. B. C. D. E. L’Aquila – Abruzzo Vicenza – Lombardia Campobasso – Molise Ragusa – Sicilia Altamura – Puglia 10) Si leggano con attenzione i seguenti versi, tratti da un’importante opera del Novecento italiano, e si individui tra le soluzioni proposte il nome dell’autore. Se tu mi rivenissi incontro vivo, Con la mano tesa, Ancora potrei, Di nuovo in uno slancio d’oblio, stringere, Fratello, una mano. 6 A. B. C. D. E. Italo Svevo Gabriele D’Annunzio Umberto Eco Giuseppe Ungaretti Alberto Moravia 11) Quale tra le seguenti opere non fu scritta da Orwell? A. B. C. D. E. Omaggio alla Catalogna 1984 La fattoria degli animali Giorni in Birmania Oliver Twist 12) Si individui, tra le soluzioni proposte, la frase equivalente all’espressione Se Einstein era un fisico, allora era uno scienziato. A. B. C. D. E. Se Einstein non era un fisico, allora non era uno scienziato Se Einstein non era uno scienziato, allora non era un fisico Solo se Einstein era un fisico, allora era uno scienziato Se Einstein non era un fisico, allora era uno scienziato Nessuna delle risposte precedenti è corretta 13) “Da quale città siete partiti?” ci domandò Silvia. Individuare, tra le soluzioni proposte, la forma corretta nel discorso indiretto. A. B. C. D. E. Silvia Silvia Silvia Silvia Silvia ci ci ci ci ci domandò domandò domandò domandò domandò da da da da da quale quale quale quale quale città città città città città eravamo partiti saremmo partiti fossimo partiti fummo partiti saremo partiti STORIA 14) Individuare la corretta sequenza temporale tra i seguenti fatti di storia greca: 1. 2. 3. 4. A. B. C. D. E. 1 4 3 2 4 – – – – – 4 1 4 3 3 – – – – – 3 2 1 1 1 – – – – – la battaglia di Maratona la guerra del Peloponneso l’ascesa di Alessandro Magno la talassocrazia di Minosse 2 3 2 4 2 7 15) Nel corso di quale secolo può essere collocata l’invasione dell’Italia da parte dei Longobardi? A. B. C. D. E. Nel Nel Nel Nel Nel 16) Federico I di Hohenstaufen, detto Barbarossa: A. B. C. D. E. Sostenne tenacemente l’opera di Arnaldo da Brescia Nel 1162 assediò ma non riuscì a conquistare la città di Milano Sconfisse con il suo esercito la Lega Lombarda Scese in Italia per imporre la supremazia imperiale sul papato e sui comuni Perse la vita combattendo durante la seconda crociata 17) Individuare la corretta sequenza temporale dei seguenti avvenimenti della seconda metà del XX secolo: corso corso corso corso corso del V secolo d.C. del VI secolo d.C. del VII secolo d.C. dell’VIII secolo d.C. del XIX secolo d.C. 1. 2. 3. 4. – – – – – 2 1 1 3 2 – – – – – 1 3 4 2 1 – – – – – L’assassinio di Aldo Moro La prima guerra del Golfo La caduta del muro di Berlino La strage di Piazza Fontana A. B. C. D. E. 3 4 2 1 4 4 2 3 4 3 18) “Il governo italiano, riconosciuta l’impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell’intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla nazione, ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate angloamericane.” La citazione sopra riportata si riferisce: A. B. C. D. E. Alla fine della seconda guerra mondiale All’armistizio dell’8 settembre 1943 Alla fine della prima guerra mondiale Alla sconfitta degli italiani a El Alamein Al 25 aprile del 1945, giorno della liberazione 19) Individuare, tra le soluzioni proposte, l’autore dell’opera qui rappresentata. A. B. C. D. E. Dalì Picasso De Chirico Manet Degas 8 20) Gli scavi iniziati nel 1900 da Sir Arthur Evans consentirono di riportare alla luce le rovine di quale importante agglomerato urbano dell’antichità? A. B. C. D. E. Le rovine di Pompei Le rovine di Troia Le rovine di Macchu Picchu Le rovine di Micene Le rovine di Crosso 21) Quale stile architettonico caratterizza le forme dell’edificio qui rappresentato? A. B. C. D. E. Romanico Neoclassicismo Barocco Gotico Futurismo 22) Gustav Klimt fu: A. B. C. D. E. Un architetto Uno scultore Un pittore Un fotografo Uno scrittore DISEGNO E RAPPRESENTAZIONE 23) Indicare qual è la corretta rappresentazione del punto di fuga del blocco in figura: A. B. C. D. E. La La La La La risposta risposta risposta risposta risposta corretta corretta corretta corretta corretta è è è è è la A la B la C la D la E 9 24) Indicare quale tra le seguenti trasformazioni non mantiene invariata l’area: A. B. C. D. E. La La La La La 25) Si osservi l’edificio riprodotto schematicamente in figura: risposta risposta risposta risposta risposta corretta corretta corretta corretta corretta è è è è è la A la B la C la D la E 10 Quale, tra le seguenti, è la corretta rappresentazione del prospetto ovest dell’edificio? A. B. C. D. E. Figura A Figura B Figura C Figura D Figura E 26) Il diagramma in figura rappresenta un orario ferroviario: Quale fra le seguenti affermazioni non è corretta? A. B. C. D. E. Il primo treno per Volterra da Pisa parte alle ore 4:30 Il treno Cecina-Volterra delle ore 12:28 incrocia a Saline il treno Volterra-Pisa delle ore 5:40 Vi sono tre treni fra le ore 4:00 e le ore 15:00 da Volterra a Cecina La tratta Cecina- Pisa delle ore 10:00 non esiste Per essere a Volterra alle ore 11:00 è sufficiente prendere il treno da Pisa alle ore 7:40 11 27) La figura di rotazione rappresentata a lato interseca il piano xy formando: A. B. C. D. E. Un arco di circonferenza Una circonferenza Una ellisse Una parabola Una iperbole 28) Quale intervallo del piano soddisfa il sistema A. B. C. D. E. L’intervallo A L’intervallo B L’intervallo C L’intervallo D L’intervallo E 12 { ? 29) Quale, tra le figure sottostanti, rappresenta la simmetria assiale della figura rispetto alla retta r? A. B. C. D. E. La figura A La figura B La figura C La figura D La figura E 30) Considerando la figura qui rappresentata, quale delle seguenti affermazioni è corretta? A. B. C. D. E. Il Il Il Il Il solido solido solido solido solido ha come asse di simmetria l’asse x è un solido di rotazione intorno all’asse y ha come asse di simmetria una retta parallela all’asse x ha come asse di simmetria una retta parallela all’asse z è un solido di rotazione intorno all’asse z 13 31) Si osservi l’edificio riprodotto schematicamente in figura: N Individuare, tra le soluzioni proposte, la corretta rappresentazione del prospetto sud dell’edificio: A. B. C. D. E. La rappresentazione corretta è la A La rappresentazione corretta è la B La rappresentazione corretta è la C La rappresentazione corretta è la D La rappresentazione corretta è la E 14 MATEMATICA E FISICA 32) Il diagramma in figura rappresenta il moto di una automobile: Quale, tra le seguenti affermazioni, non è corretta? A. B. C. D. E. Nell’intervallo Nell’intervallo Nell’intervallo Nell’intervallo Nell’intervallo a l’automobile ha un’accelerazione nulla a l’automobile percorre uno spazio di 20 m b l’automobile percorre uno spazio di 20 m b l’automobile ha un’accelerazione negativa c l’automobile è ferma 33) In un gruppo di ragazzi il 20% ha 14 anni, il 40% ha 15 anni ed i rimanenti 8 hanno 16 anni. Quanti sono i ragazzi del gruppo? A. B. C. D. E. 8 12 16 20 32 34) Su una massa puntiforme agiscono tre forze F1 = 3 N, F2 = -3 N e F3 = 5N come in figura. Qual è la forza da applicare alla massa affinché essa sia in equilibrio? A. F3 B. - F3 C. F1 + F2 + F3 D. 2 F1 E. 2 F2 35) Il campo di esistenza della frazione A. B. C. D. E. X -2 X>2eX<4 X>4 X 4 X -4 x+2 ____ x - 4 è: 15 36) Si estrae una carta da un mazzo di 40 carte e si scopre che è un asso. Qual è la probabilità che si estragga un altro asso, senza rimettere il primo nel mazzo? A. B. C. D. E. 1/39 3/40 3/39 1/40 2/40 37) A. B. C. D. E. La somma di due numeri è 38 e la differenza 12. Il maggiore dei due numeri vale: 13 16 18 25 26 38) Un pendolo di lunghezza L oscilla con periodo T. Affinché il periodo sia doppio si deve avere lunghezza: A. 4L B. L/2 C. 2L D. 3L E. 2 L 39) Che cosa succede se nel circuito in figura si brucia la lampadina L1? A. Sia L2 che L3 diventano più luminose B. L3 diventa più luminosa C. L2 diventa più luminosa D. L3 diventa meno luminosa E. L2 diventa meno luminosa 16 40) I recipienti rappresentati in figura contengono lo stesso corpo immerso in acqua dolce o salata con diverse concentrazioni. Quale di questi contiene l’acqua più dolce e quale l’acqua più salata? A. Acqua più dolce: 2 Acqua più salata: 3 B. Acqua più dolce: 4 Acqua più salata: 2 C. Acqua più dolce: 3 Acqua più salata: 2 D. Acqua più dolce: 2 Acqua più salata: 4 E. Acqua più dolce: 4 Acqua più salata: 1 17