Freud e la Parapsicologia - AISM Associazione Italiana

Da “Notiziario A.I.S.M.”
FREUD E LA PARAPSICOLOGIA
di Giuseppe Perfetto
L’interesse di Sigmund Freud nei confronti del paranormale è indubbio: è testimoniato
dai suoi cinque scritti sullo studio psicanalitico dei fenomeni parapsicologici, dal suo
epistolario privato e dalla sua affiliazione ad associazioni scientifiche internazionali che
si occupavano specificamente di paranormale.
L'interesse di Freud per i fatti del paranormale compare in età abbastanza precoce
della sua carriera, poco dopo i trent'anni, probabilmente sorto durante i suoi viaggi in
Francia, quando vi andò per perfezionarsi nella pratica della psicoterapia ipnotica,
presso un luminare del tempo, Chachot. Era un periodo in cui gran parte degli studi di
psicopatologia si accentravano intorno al tema della trance ipnotiche di pazienti
isteriche, era noto come durante lo stato ipnotico emergessero spontaneamente doti
paranormali.
Il primo libro di Freud, del 1892, considerato il primo testo della nascente psicoanalisi,
è uno studio sull’isteria, in esso è trattato lo storico caso di Anna O.: un'isterica che
Freud cercò di curare con l’ipnosi. Freud costatò che la paziente quando si trovava in
stato ipnotico mostrava sorprendenti capacità mnemoniche (ipermnesia), profetizzava
sul decorso della malattia e prescriveva la cura. Sono chiare le analogie con i casi di
mesmerismo. Siamo qui alla presenza di quadri clinici che rientrano nell'ambito dei
disturbi scissione della personalità, di dissociazione della coscienza. Quindi Freud
accede alla fenomenologia psi attraverso la sua pratica con gli Stati Modificati della
Coscienza.
Sappiamo che egli aveva avuto modo di leggere alcuni grandi autori della prima
parapsicologia ad orientamento metapsichista, come per esempio il Myers, citato
nell’"Interpretazione dei sogni" del 1899.
L'interesse di Freud per il paranormale è testimoniato da molte lettere su
quest’argomento scambiate con Jung, nel periodo 1907 - 1912.
Ricordiamo che Jung fece la sua tesi di laurea su un caso di medianità, intitolata
"Psicologia e patologia dei fenomeni occulti", nel 1902. Ricollegandosi ai precedenti
lavori di altri psicologi (Janet, Flourny...) Jung aveva fornito una sua interpretazione a
proposito: secondo l'analista svizzero i presunti "spiriti" che si incorporavano nella
medium quindicenne (tra l'altro sua cugina) altro non erano che personalità secondarie
e dissociate del soggetto; si trattava d’un lavoro in cui compiono le prime teorizzazioni
junghiane sui complessi psichici autonomi.
Sempre in questo primo decennio del nostro secolo, a Freud e Jung occorse un
evento paranormale davvero insolito, che oggi definiremmo di poltergeist (o RSPK):
mente Freud e Jung stavano animatamente discutendo di argomenti parapsicologici,
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conversazione nella quale Freud si dimostrava particolarmente cauto a proposito, si
verificò improvvisamente un raps: dalla libreria dello studio di Freud si udì un
fortissimo schianto ed entrambi scattarono improvvisamente in piedi spaventati. Jung
predisse un secondo colpo... e il fatto si verificò puntualmente. Quell'azione psicinetica
(PK) Jung la interpretò, poi, spiegando che inconsciamente quello fu un modo ulteriore
di convincere Freud dei fenomeni paranormali.
Nel 1909 Freud, insieme con un suo allievo ungherese Ferenczi, inizia una serie di
esperimenti di telepatia su una sensitiva berlinese. Freud pare rimase molto colpito dai
successi. Nello stesso tempo svolse esperimenti di telepatia con la figlia Anna.
In una lettera del 1911 inviata da Freud a Jung si legge: «In fatto di occultismo sono
diventato molto umile, dopo la grande lezione degli esperimenti di Ferenczi. Da allora
la mie sicurezze sono andate in frantumi ».
Per molto tempo il termine tedesco "Okkultismus" ha designato quell’insieme di
fenomeni che in altre lingue sono stati compresi sotto le denominazioni sinonime di
"parapsicologia", "metapsichica" o "ricerca psichica".
Non deve per ciò meravigliare che uno degli ultimi scritti di Freud, apparso nel 1932,
recava il "temerario" titolo "Sogno e occultismo" (ricordiamo che Freud era uno
scienziato rigorosamente positivista): un capitolo che in realtà tratta di ESP (percezioni
extrasensoriali) e non di magia, esoterismo o simili, cosi come siamo portati ad
associare al termine "occultismo".
Freud sin 1911 divenne membro della S.P.R. l’associazione britannica che si
occupava di indagare la telepatia e la chiaroveggenza seguendo il metodo scientifico;
risulta evidente che con tale affiliazione, Freud aveva mostrato di ammettere la
possibilità di tali fenomeni.
Edoardo Weiss, colui che introdusse la psicanalisi in Italia, ricorda che intorno al 1915
si tenevano presso il Café Bauer riunioni non ufficiali dei primi psicanalisti e riguardo a
queste circostanze egli ricorda di Freud «la sua inclinazione a credere nei fenomeni
parapsicologici affiorava continuamente nella conversazione anche se tenuta a bada
dal suo equilibrio e dal suo insistere sulle riprove scientifiche».
In un saggio del 1921, intitolato "Psicoanalisi e Telepatia", Freud dichiarava che «non
sembrava più possibile mettere da parte lo studio dei fenomeni occulti». Lo scritto,
secondo la volontà di Freud, avrebbe dovuto essere presentato al Congresso
Internazionale di Psicanalisi del '22, ma fu dissuaso dal pubblicarlo, fino addirittura al
1941, dopo la morte dell’autore, da Ernest Jones, il suo principale collaboratore e
biografo ufficiale, perché ritenuto prematuro e pericoloso per le sorti della disciplina. In
questo testo si legge che, secondo il padre della psicanalisi, nei casi di veggenza da
lui studiati vi erano contenuti particolari sorprendi relativi a fatti presenti o passati al di
fuori di qualsiasi conoscenza normale, secondo Freud i veggenti potevano aver
percepito, per mezzo della telepatia, ciٍ che i lori clienti, più o meno inconsciamente,
desideravano, e potevano aver espresso la sostanza di questi desideri spostandone la
realizzazione nel futuro.
Nel suo lavoro del 1922, "Sogno e telepatia", Freud riprende queste tesi affermando
che il veggente poteva aver percepito telepaticamente ci ٍ che si svolgeva nella mente
del consultante, e questo "materiale psichico" veniva restituito come responso verbale
dopo essere stato sottoposto ai meccanismi di deformazione inconscia del veggente.
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L'analisi operata da Freud era particolarmente innovativa perché aprì‫ ى‬la strada a
nuovi orientamenti in parapsicologia: il fenomeno psi (o paranormale) veniva ora
indagato alla stessa stregua di un sintomo analitico o un sogno, attraverso il lavoro di
interpretazione divenne ora possibile ricostruire il significato originario della
produzione psi, disfandosi delle difese e delle distorsioni per giungere al messaggio
essenziale. Diventava finalmente chiaro che molte oscurità, contraddizioni, errori della
conoscenza paranormale potevano spiegarsi secondo quelle leggi del funzionamento
psicologico scoperte dalla psicanalisi.
Successivamente Freud riportò ed approfondì il tema degli incidenti telepatici che
avvenivano durante il transfert e la terapia, argomento tuttora portato avanti da alcuni
psicoanalisti e parapsicologi.
Concludo con una frase celebre che Freud si fece scappare. Egli scrisse in una lettera
inviata ad un parapsicologo americano, H. Carrington: «Se sapessi di poter
ricominciare a vivere mi dedicherei alla ricerca parapsicologica invece che alla
psicanalisi».
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