Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN” - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste n. 14 2004 Maggio-Agosto Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali Rivista quadrimestrale della FENIARCO Dossier Rivista quadrimestrale della FENIARCO 3 ALLE RADICI DEL CANTO POPOLARE La ricerca etnomusicologica in Italia di Puccio Pucci Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali dossier LO STATO DELLA RICERCA ETNOMUSICOLOGICA IN TOSCANA 4 di Claudio Malcapi Presidente: Sante Fornasier VOCI E TRADIZIONE 15 di Paolo Bon Foto di copertina: Ballo campestre, scuola del Pordenone (part.) LA RICERCA MODERNA 16 DELLE TRADIZIONI POPOLARI di Giorgio Vacchi notizie dall’associazione CORO E RICERCA 18 ETNOMUSICOLOGICA di Mario Marelli TEENC@NTA 20 CORI GIOVANILI TRA TRADIZIONE E SPERIMENTAZIONE Direttore responsabile: Sandro Bergamo d i Wa l t e r M a r z i l l i scheda regionE Comitato di redazione: Antonio Delitala Giorgio Morandi Giancarlo Pagni Puccio Pucci Pierfranco Semeraro Alvaro Vatri Segretaria di redazione: Alessandra D’Andrea COMPORRE PER CORO OGGI 24 d i C a r l o To m m a s i notizie dalle regioni Progetto grafico: Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn) Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna Stampa: Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn) Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c legge 662/96 dci “PN” Autorizzazione Tribunale di Pordenone del 25.01.2000 n° 460 Reg. periodici Abbonamento annuale: Italia € 10 Estero € 15 c.c.p. 11139599 Feniarco - Via Altan, 39 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) 35° CONVEGNO EUROPEO 26 DI STUDI MUSICOLOGICI E PEDAGOGICO-MUSICALI d i A l e s s a n d ro P a c e SCHEDA REGIONE: 28 L’ASSOCIAZIONE CORI PIEMONTESI Hanno collaborato: Claudio Malcapi, Paolo Bon, Giorgio Vacchi, Mario Marelli, Walter Marzilli, Carlo Tommasi Redazione: via Altan, 39 33078 San Vito al Tagliamento (Pn) tel. 0434 876724 fax 0434 877554 e-mail: [email protected] CORO GIOVANILE ITALIANO 22 RUBRICHE mondocoro NOTIZIE DALLE REGIONI 29 DISCOGRAFIA 33 a cura di Alvaro Vatri MONDOCORO 34 a cura di Giorgio Morandi CONCORSI 38 ALLE RADICI DEL CANTO POPOLARE L a r i c e r c a e t n o m u s i c o l o g i c a i n I ta l i a dossier - parte seconda INTERVENTI DI: Parte prima Arnaldo De Colle Luca Bonovia Fedele Fantuzzi Natale Femia Angela Troilo Parte seconda Claudio Malcapi Paolo Bon Giorgio Vacchi Mario Marelli C on questo numero trova completamento un dossier a cui il mondo della coralità popolare, credo, abbia posto particolare attenzione. Non va mai dimenticato infatti che è proprio dalla passione di quanti, ormai da oltre cinquant'anni, hanno iniziato ad esplorare le storie di chi "non avendo storia" raccontava le cose della vita solo con la propria voce, è sorto un movimento corale che ha contribuito a portare alla ribalta bellissimi cori polifonici che ora frequentano repertori importanti: dal gregoriano al barocco dal gospel alla musica contemporanea. Di ciò, credo, tutti ne siamo consapevoli ed i cori popolari ne sono giustamente orgogliosi. Ecco perché, quale componente di un coro popolare, mi sono particolarmente impegnato nel compito che mi era stato affidato, per reperire una ampia gamma di contributi che dessero un panorama efficace dello stato dell'arte del canto di ispirazione popolare in Italia; tipologia corale, tra l'altro, non facilmente riscontrabile, almeno in modo così rilevante, in altri paesi europei. Devo ringraziare per i preziosi suggerimenti nell'elaborazione dell'articolato questionario che è stato la base scientifica dell'indagine, il Maestro Vacchi e quanti, con il loro contributo, hanno recepito l'importanza dell'argomento ed hanno accettato di far parte della squadra dei relatori. Puccio Pucci 3 dossier LO STATO DELLA RICERCA ETNOMUSICOLOGICA IN TOSCANA di Claudio Malcapi 1° - Pubblicazioni ed autori L 4 a Toscana sin dalle prime ricerche sulle tradizioni ed in particolare sui canti popolari iniziate nell’Ottocento è stata assai attiva per numero di studiosi e qualità e quantità di pubblicazioni. Basti pensare che già nel 1841-42 Niccolò TOMMASEO pubblicava i “Canti popolari toscani, corsi, illirici, greci” che si possono considerare la pietra di base della etnomusicologia italiana. Una bibliografia completa a partire da allora assommerebbe forse 200 – 300 voci fra volumi e pubblicazioni minori sull’argomento dei canti popolari toscani. Facendo una cernita dei più significativi di essi possiamo citare in ordine cronologico i seguenti: “Canti popolari toscani” di Giuseppe TIGRI (1856), “Canti popolari toscani” di Raffaele ANDREOLI (1880), “Un migliaio di stornelli toscani” in: Il Propugnatore, XIII,XIV e XV di Silvio PIERI (1880,1882), “Roadside songs of Tuscany translated and illustrated by F.A.” 2 voll. di Francesca ALEXANDER (1884) ai quali si affiancano due traduzioni italiane più recenti, ossia “Storia del popolo, vol. I – Beatrice di Pian degli Ontani” (1976) e “ Storia di popolo, vol. II Canti lungo i sentieri della Toscana” (1980) della stessa autrice, “Tradizioni popolari e leggende di un comune medievale e del suo contado (Siena e l'antico contado senese)” di Giuseppe RONDONI (1886), “Ninne-nanne, cantilene e giuochi fanciulleschi uditi in Firenze” di Alfredo STRACCALI e Severino FERRARI (1886), “Stornelli popolari senesi”in: Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari, vol.VI, di Giovambattista CORSI (1887), “Maggi della montagna pistoiese” e “Saggio di canti popolari pistoiesi” in A.T.P. VII, 1888, di Michele BARBI (1888)“Canti popolari della montagna lucchese scelti e annotati da G.G.” di Giovanni GIANNINI (1889), “Saggio di canti popolari pistoiesi” in A.T.P. VIII, 1889, ancora di BARBI (1889), “Canti popolari con accompagnamento di pianoforte e di chitarra” di Mario FORESI (1889-95), “Ninnenanne cantilene canzoni di giochi e filastrocche che si dicono in Valdelsa pubblicate per cura di O.B.” di Orazio BACCI (1891), “Fiorita di canti tradizionali del popolo italiano scelti nei vari dialetti ed annotati da E.L. – Toscana, pagg. 1-53”, di Eugenia LEVI (1894, 2a ediz 1926),”Poesia popolare pistoiese” in A.T.P. 1895, ancora di BARBI (1895), “Poesia popolare livornese” di Gino GALLETTI (1896), “Ninne-nanne, cantilene, filastrocche, storie popolari raccolte in Siena” in: Archivio per lo Studio delle Tradizioni popolari, vol.XVII, di Giovambattista CORSI (1898), “Befanate del contado toscano edite con una introduzione di K.F.” di Knisella FARSETTI (1900), “Canti popolari toscani scelti e annotati da G.G.” ancora di GIANNINI (1902), “I veri canti popolari toscani trascritti in chiave di sol con accompagnamento di Piano-Forte e per Piano-Forte solo da A.G.” e “I veri canti popolari di Firenze trascritti per canto in chiave di sol con accompagnamento di Pianoforte e per Piano solo da A.G.” di Augusto GIAMBONI (primi del Novecento), “La poesia popolare dell’Amiata – Rispetti e stornelli” di Eugenio LAZZARESCHI (1913), “Raccolta di canti popolari lucchesi” di Ildefonso NIERI (1918), “Canti popolari raccolti nel Mugello” di Raffaello CIONI (1926), “L’anima del popolo italiano nei suoi canti, con musiche popolari raccolte da F.Balilla Pratella – Toscana, pagg. 160-177” di Giuseppe COCCHIARA (1929), “Fiorita di canti popolari toscani – 5 voll.” di Luigi NERETTI (1929-41), “Celebri stornelli e canti popolari toscani” di Vincenzo BILLI (1937), “Cinque canti della raccolta Barbi” di Vittorio SANTOLI (1938), “Le arti e le tradizioni popolari d’Italia – Primo documentario per la storia dell’etnofonia in Italia – Vol. II: Toscana e Corsica, pagg. 257-378” a cura di Francesco BALILLA PRATELLA (1941?), “Il folklore musicale in Toscana” di Alfredo BONACCORSI (1956), “Il folclore della Versilia – Raccolta di canti popolari, proverbi e dittaggi” di Gilberto COCCI (1960), “Canti popolari della Toscana, con accompagnamento di strumenti a percussione [pianoforte e altri] per le scuole elementari e medie” di Antonio CORNOLDI (1967), “Canti popolari toscani e ticinesi armonicamente ambientati” di Vito FRAZZI (1968), “Nuove questioni di poesia popolare (A proposito di una raccolta di canti toscani)”, “La raccolta Barbi”, “L’uccellino del bosco” in: “I canti popolari italiani – Ricerche e questioni” di Vittorio SANTOLI (1968), “Cantiamo toscano – Canti popolari toscani raccolti col registratore magnetico” di Alessandro FORNARI (1970), “Poesia popolare nel territorio pistoiese” tesi di laurea di Simonetta BURCHIETTI (1970), “Canti popolari raccolti nel Mugello” tesi di laurea di Paolo DE SIMONIS (1972), “Canti toscani – Melodie tradizionali raccolte col registratore” ancora di FORNARI (1972), “Un improvvisatore della Montagna pistoiese – Luigi Ferrari di Rivoreta detto ‘Gigetto del Bicchiere’ – 1842-1930 – Copia con notizie biografiche, poesia e canto” di Lilia GIGLIOLI (1972), “Dodici canti popolari uditi e trascritti a Cutigliano (1921-23)” ancora della GIGLIOLI (1972), “Canti popolari toscani a cura di V.C.” di Valeriano CECCONI (1972)“, “Canzoniere italiano, 2 voll. – Vol. I, Toscana, pagg. 221-234” di Pier Paolo PASOLINI (1972), Canti tradizionali della provincia di Lucca” di Gastone VENTURELLI (1973), “La barriera – Canti popolari toscani del mondo contadino” di Ivo GUASTI e Franco MANESCALCHI (1973), “Stornelli nostrali” di anonimo (Libreria Editrice Fiorentina) (1973), “Dalla montagna pistoiese” di anonimo (Li- dossier breria Editrice Fiorentina) (1973), “Canti folkloristici delle nostre regioni: Toscana, Lombardia” di Enrico CAPACCIOLI (1974), “Antologia toscana – Repertorio e fonti dei canti toscani” ancora di FORNARI (1974), “Componimenti di letteratura tradizionale lunigianese” di Patrizia BELLUCCI MAFFEI (1974), “Canti popolari in Maremma” di Corrado BARONTINI e Morbello VERGARI (1975), “Dal canto nostro” ancora di FORNARI (1975), “Cartacanta – Canti popolari toscani e cultura comunitaria” ancora di FORNARI (1976), “Problemi della ricerca sulla cultura popolare: una esperienza nel senese “ in : “Tradizioni popolari e ricerca etnomusicale – Convegno del Centro F.L.O.G.” di Pietro CLEMENTE (1976), “Chi cerca trova – Vita e canti di Toscana” di Riccardo MARASCO con allegata cassetta musicale (1977), “Venti canti popolari pistoiesi – Ricerca a cura di S.L. e M.F. per Laboratorio di Musica Contemporanea” di Sergio LANDINI e Maurizio FERRETTI (1977), “Canti popolari livornesi” di Giorgio FONTANELLI (1977), “Sapienza popolare in val di Chiana” di Sante FELICI (1977), “Musica contadina dell’Aretino a cura di D.C. con la collaborazione di Lapo Moriani e Marcello Debolini, per Consorzio per le attività musicali della Provincia di Arezzo” di Diego CARPITELLA (1977), “Carrara e la sua gente: ambiente, storia, arte, valori e tradizioni” di Mauro BORGIOLI e Beniamino GEMIGNANI (1977),“Ràggioli 78 – Arte e tradizioni nella storia della gente della Montagna vallombrosana” di Sirio CAVIGLI et alii (1978), “Canti popolari della valle dell’Arno” di Dante PRIORE (1978), “La veglia lunga “ ancora di GUASTI e MANESCALCHI (1978), “Canti popolari della Garfagnana secondo la versione delle Casciane” e “Canti popolari della val di Lima secondo la versione de I cantori di Limano”ancora del VENTURELLI (1980), “Tradizione orale e mezzadria nella Val d’Elsa inferiore, a cura di Z.C.” di Zeffiro CIUFFOLETTI (1979), “Togno e Catera – Vecchia – secondo il testo adottato dalla Compagnia di Torrita di Siena” di Mariano FRESTA e Gastone VENTURELLI (1980), “Canti popolari toscani – Raccolta per le scuole” a cura del COMUNE DI FIRENZE (1980), “Per forza e per amore – I canti popolari del Palio di Siena” di Alessandro FALASSI (1980), “Folklore by the Fireside – Text and Context of the Tuscan Veglia” ancora di FALASSI (1980), “I canti del mare nella tradizione popolare italiana – Toscana, pagg. 203-242” di A.Virgilio SAVONA e Michele STRANIERO (1980), “Vita in Toscana – Feste, riti, usanze, tradizioni popolari” di Roberto FERRETTI et alii (1981), “La tradizione della Befana nella Maremma di Grosseto” a cura di Roberto FERRETTI e con una appendice di Angelo BIONDI (1981), “Il Bruscello dell’innamoramento, secondo il testo adottato dalla Compagnia Grancia e Vallemaggiore (GR)” a cura di Roberto FERRETTI (1981), “Vecchia segata e befanata, secondo i testi adottati dalla Compagnia dell’Ottava Zona (GR)” a cura di Roberto FERRETTI (1981), “Saggio sul canto lirico monostrofico popolare di Porto S.Stefano” di Pietro FANCIULLI (1981), “Maggiolata, nella versione cantata nel 1981 dalla Squadra della Ottava Zona di Grosseto” a cura di Roberto FERRETTI (1981), “Cultura contadina in Toscana – 2 voll.” Di Paolo DE SIMONIS et alii (1982), “9 canti popolari nel repertorio del Coro degli Etruschi” ancora di BARONTINI e VERGARI (1982), ”Morfologia del canto popolare” ancora di FORNARI (1982), “Befanata drammatica, secondo il testo adottato dalla Compagnia di Fornace di S.Martino (GR) e Morte del Carnevale, secondo il testo adottato dalla Compagnia di Marroneto (GR)” a cura di Roberto FERRETTI (1982), “Vecchie segate e alberi di maggio – Percorsi nel Teatro popolare toscano” di vari autori (CLEMENTE, FERRETTI, FRANCINI, FRESTA, VANNINI) coordinati da Mariano FRESTA (1983), “La Vecchia del Bruscello, secondo il testo adottato dalla Squadra di Castiglione della Pescaia nella versione curata da Novilio Ghini” a cura di Roberto FERRETTI (1983), “Canti popolari toscani” ancora di CECCONI (1983), “I contrasti in ottava rima e l’opera di Vasco Cai da Bientina a cura di F.F.” di Fabrizio FRANCESCHINI (1983), “Lingua e canti popolari – In:Guida del Casentino” di Carlo BENI (1983), “Testi e materiali sulla tradizione della Befana nel Grossetano” a cura di Roberto FERRETTI (1983), “Canzoni religiose e cultura comunitaria – In: La terra benedetta - Religiosità e tradizioni nell’antico territorio di Ripoli” ancora di FORNARI (1984), “Canti della Maremma” anonimo, ma di Anton Giulio PERUGINI (1984) “Lumina – Memorie, massime e canti popolari del mondo contadino toscano” ancora di GUASTI e MANESCALCHI (1984), “Canti popolari della Valdera – Tradizioni orali nell’agro pisano” a cura di Benozzo GIANETTI (1984), “Il Profeta del Monte Amiata – Santa Fiora (contiene 3 stornelli e 2 rispetti dell’Amiatino) – In: Le cento città d’Italia” di anonimo (s.d., 1985?), “I canti della vita raccolti in Valdinievole” di Luca PETROCCHI CORRADINI (1985), “Riti e feste nella cultura contadina” ancora di FORNARI (1986), “Non son poeta e non ho mai studiato, cantate voi che siete allitterato” a cura di Sergio GARGINI (1986), “Sono gigliese e canto” a cura del Circolo Culturale Gigliese (1987), “Siena – I canti del popolo” di Remigio DE CRISTOFARO (1988), “Tradizioni popolari – La ricerca e l’analisi – Corso di 5 dossier 6 Fiesole 1986-87” ancora di FORNARI (1989), “Canto popolare religioso del Valdarno” di Giorgio MARTELLINI (1989) a cui segue nello stesso anno un supplemento dello stesso autore con lo stesso titolo, “Antologia castagnetana – Poesia e folclore nei secoli a Castagneto, Donoratico e Bolgheri” di Luciano BEZZINI (1990),“I poeti del mercato – Raccolta di contrasti in ottava rima dei poeti contemporanei Gino Ceccherini e Elio Piccardi” con allegata cassetta musicale, di Alessandro BENCISTA’ (1990), “Ballate della Raccolta Barbi” di Maria Elena GIUSTI (1990), “Viva lo rè, viva l’amò – Canti popolari della Garfagnana a cura di D.M.” di Daniela MENCHELLI (1992), “a come fantasia – La cultura dell’oralità” di Carmela FERRAIOLI CAPONI (1992), “I bernescanti – Il contrasto in ottava rima e le tematiche attuali dei poeti ecc.” ancora di BENCISTA’ (1994), “Tipologie dello stornello in Toscana”, tesi di laurea di Luca STORNELLO, (1994), “Toscanauno – Canti tradizionali registrati e trascritti” con allegata cassetta musicale, ancora di FORNARI (1995), “Le belle storie aretine di Giovanni Fantoni” di Enzo GRADASSI (1995), “Costumi e tradizioni popolari – Lazio Toscana Umbria, 2 voll.” di autori varii (1995), “Canti popolari dell’Amiata raccolti e annotati da L.S. – Bella mi’ S.Fiora – Il folclore nel paese degli Aldobrandeschi e degli Sforza” di Leoncarlo SETTIMELLI (1995), “…ché stasera è Befania!” a cura di Nevia GRAZZINI (1995), “Rassegna di befanate nel grossetano – Testi e materiali della tradizione” a cura di Edo GALLI (1996), “Le tradizioni musicali dell’Isola del Giglio – Storia della Banda Musicale < Enea Brizzi>” di Aldo SCOTTO (1996), “Spira aprile e maggio nasce – Tradizioni, storia e cultura della Valdichiana e della Valdorcia” di Mariano FRESTA (1997), “Il cerchio dei chicchi di grano” a cura delle Classi IV e V della Scuola Elementare di Ponticino e delle insegnanti Alessandra CIANTINI, Silvana ROSSI e Antonella SALETTI (1997), “Toscana in canto – Ambiente e tradizioni” ancora di FORNARI, con allegata videocassetta (1998), “Stornelli a dispetto raccolti da Luciano Capitani” a cura di Graziella VALPIANI (1998), “Il cantastorie di Maremma” di Pietro ANGELONE (1998), “Ogni spiga cento staia” a cura della Classe V Elementare di Ponticino e dell’insegnante Silvana ROSSI (1998),“La Toscana nei canti popolari di tradizione e d’autore”, di Alessandro FORNARI in:“Canti di tradizione e canti d’autore nella musica popolare – Loro esecuzione in forma corale – Atti del Convegno di Carrara del 9/11/1997” – Quaderno di “Diapason” n° 3, l998, di Claudio MALCAPI et alii (1998), “Siam venuti a cantar Maggio – Canti popolari toscani autentici” con allegata cassetta musicale, ancora di FORNARI (1998), “A memoria d’uomo - Tradizioni e comunità nell’alta val di Lima” di FORNARI et alii (1999), “Vieni o Maggio – 20 anni dei Maggerini di Suvereto” a cura dell’Ente Valorizzazione Suvereto (1999), “Fiorentinacci – I’ Novecento in vernacolo fiorentino – Antologia poetica a cura di A.B.” di Alessandro BENCISTA’ (1999), “L’arte del dire – Atti del convegno di studi sull’improvvisazione poetica – Grosseto, 14-15/3/1997” di Maurizio AGAMENNONE et alii (1999), “Il Cantastorie – Canti e racconti di Eugenio Bargagli” di Corrado BARONTINI (2000), “Il ‘Cantar Maggio’ delle Contrade di Siena nel XVII secolo” di Mariano FRESTA (2000), “Atlante delle tradizioni popolari nel Pistoiese” di Paolo DE SIMONIS e Claudio ROSATI (2000),“Fiorita di canti popolari dal risorgimento alla prima guerra mondiale” a cura degli alunni e degli insegnanti R.BARNINI, Alessandro BENCISTA’ e Clara TREMONTI dell’I.T.C. G.Galilei di Firenze (anno scolastico 2000 – 2001), “Stoffa forte maremmana – Scritti sull’ottava rima” di Antonello RICCI (2001), “Una storia tutta da cantare – Dalla fine della Prima Guerra Mondiale agli anni Sessanta attraverso il canto popolare” a cura degli alunni e degli insegnanti Alessandro BENCISTA’ e Clara TREMONTI dell’I.T.C. G.Galilei di Firenze (anno scolastico 2001 – 2002), “Canti toscani - Melodie tradizionali raccolte col registratore – 3a edizione riveduta e aumentata” ancora di FORNARI (2002), “Poesia estemporanea a Ribolla – 1992-2001” a cura di Corrado BARONTINI e ALESSAN- DRO BENCISTA’ (2002), “O gente che passate per la via – Documenti della tradizione orale della Garfagnana” a cura di Giorgio SANTARINI (2002), “L’ottava rima – Documenti di canto e poesia raccolti nel Valdarno Superiore” corredato di C.D. ancora di Dante PRIORE (2002), “…E il paese era musica” di Luca STORNELLO (2003), “Cantar in poesia – Due concorsi di Poesia Estemporanea (Querceto 1938 – 1939) a cura di Gianni BATISTONI (2003), “Nello Landi – 12 Maggi (1941-2001)” a cura di Fabrizio FRANCESCHINI. Va notato che, se si escludono i contributi di FORESI e di GIAMBONI di fine Ottocento/primi Novecento, quelli di NERETTI e di BILLI negli anni ’30 e di BONACCORSI e di FRAZZI negli anni ’50 e ’60 del Novecento editi per canto e pianoforte, le pubblicazioni di canti popolari riportavano solo i testi scritti mentre le melodie erano del tutto trascurate o ne veniva trascritta solo qualcuna. E’ solo a partire dagli anni ’70 del Novecento che, grazie all’utilizzazione del registratore da parte dei ricercatori, i canti tradizionali – ma anche i racconti, le fiabe, i proverbi, ecc. – sono stati incisi su nastro direttamente dalla viva voce degli informatori. E’ stato così possibile effettuare una valida ed accurata trascrizione, accanto ai testi, anche della melodie e, colla pubblicazione di entrambi gli elementi costitutivi dei canti – testo e musica – si è potuto con maggior comodità esaminare e studiare le caratteristiche, la struttura, le varianti, ecc. di entrambi. Non solo, ma le raccolte di nastri, cassette e più recentemente di CD e videocassette consentono di conservare per l’avvenire il patrimonio etno-musicale raccolto, patrimonio purtroppo in via di estinzione. 2° - Armonizzazione per coro dei canti popolari Le formazioni corali toscane che fanno attività concertistica (escludendo pertanto quelle che praticano solo servizio liturgico) sono circa 150 e sono pressochè tutte iscritte alla Associazione Cori della Toscana. Anche se i cori di tipo polifonico hanno nel loro repertorio qualche canto popolare, è nei cori di tipo po- dossier polare che il canto toscano viene più frequentemente eseguito, ovviamente insieme a quello di altre regioni o nazioni. Escludendo i cori gospel che hanno un repertorio particolare, i cori toscani che praticano esclusivamente il canto popolare sono circa una ventina. Per questi ultimi l’Associazione Cori della Toscana organizza ogni qualche anno – talora in coincidenza di qualche convegno di studi sul canto popolare – una Rassegna regionale in cui è possibile ascoltare quasi tutti i cori di tipo popolare della regione. Tale rassegna è giunta quest’anno (2003) alla sua 7a edizione. Non solo ma, sempre per iniziativa della Associazione Cori della Toscana, è stato costituito 2 anni fa il corolaboratorio regionale maschile “Coroprova” con un programma di approfondimento culturale, tecnico ed espressivo del repertorio popolare sotto la direzione del m° Paolo Bon e aperto alla partecipazione di tutti i direttori e coristi della Toscana, coro che ha già effettuato due stagioni di studio ed eseguito alcuni concerti pubblici. A parte qualche caso sporadico precedente è dagli anni ’70 del Novecento che inizia la pubblicazione delle armonizzazioni per coro del patrimonio folklorico toscano. La prima pubblicazione è del 1971 ad opera di Dino MENICHETTI con “6 canti popolari toscani elaborati per soli e coro a voci miste, virili e bianche”. Nel 1981 Claudio MALCAPI pubblica in “Canzoni toscane” 40 canti per coro virile utilizzando il repertorio di Fornari e Priore e qualche brano di una propria raccolta. Nel 1982 Ivo MEINI presenta in “Canti popolari toscani – 12 composizioni per coro a 4 voci ineguali ricostruite e armonizzate da I.M.”, brani tratti da una raccolta personale. Remigio DE CRISTOFARO, dopo aver pubblicato i 10 fascicoli de “I canti di Siena” (197583), li riunisce ed accresce nel volume “Vieni a cantar con me – 50 canti popolari raccolti in Siena e nel suo territorio” per coro misto, utilizzando una sua raccolta (1a edizione 1983, 2a edizione 1988). Giorgio MARTELLINI fa uscire nel 1989 “L’amore è come l’ellera – 25 canti popolari toscani elaborati per coro a 4 voci” per coro misto, ai quali seguono nel 1990 “L’amore è come l’ellera – 15 canti popolari dalla riva dell’Arno armonizzati ed elaborati in stile polifonico a cappella a 4 o 5 voci miste con voce recitante” e nel 1991 “L’amore è come l’ellera – 10 canti popolari dalla riva dell’Arno armonizzati ed elaborati in stile polifonico a cappella a 4 o 5 voci miste”. Nel 1993 i Quaderni di Diapason editi dalla Associazione Cori della Toscana presentano, nel 1° numero, Italo BIANCHI in “La sera sui monti ed altri canti composti, trascritti ed alaborati per coro a voci virili da I.B.”. Nel 1995 il 2° numero dei Quaderni di Diapason presenta Italo FAZZI in “Maremma Maremma ed altri canti composti, trascritti ed elaborati per coro a voci pari e voci miste”. Infine Claudio MALCAPI stampa in proprio nel 2002 “Canzoni toscane – Vol. 2°” con altri 15 brani armonizzati per coro virile. Oltre ai precedenti , qualche altro canto toscano è stato, prima di essi, armonizzato e pubblicato: uno, ad esempio, da Silvio PEDROTTI e due da Armando CORSO per i canzonieri dei rispettivi cori, la S.A.T. di Trento e il Monte Cauriol di Genova, un altro ancora da Efrem CASAGRANDE, ecc. Infine armonizzazioni di canti toscani sono state fatte per vari cori popolari toscani dai propri direttori o da altri musicisti che, pur senza averle pubblicate, le hanno utilizzate nei concerti dei rispettivi complessi: ad esempio da Roberto BECHERI per la corale S. Martino di Prato, da Siro BUTELLI per il coro Genzianella di Pistoia, da Gilberto VALGIUSTI per il coro C.A.T. di Cutigliano (PT), da Elio ANTICHI per il coro Il Baluardo di Lucca, da Luigi DELLA MAGGIORA per la corale G.Puccini di Camigliano (LU), da Alessandro BUGGIANI per il coro Monte Sagro di Carrara, ecc. 3° - Studiosi, associazioni, cantanti e gruppi folk, cori A – FIRENZE e provincia In Firenze Alessandro FORNARI, di cui abbiamo già citato le principali pubblicazioni, è tuttora attivo nella ricerca e insegnamento con corsi e seminari all’università di Firenze sulle tradizioni e canti popolari. Nel 1973 ha fondato l’associazione “Centro Vita Popolare” della quale sono via via usciti vari fascicoli, quaderni, libri. Negli anni 1975-76 aveva fondato altresì il gruppo di 4 voci e chitarra “Il Tornasole” e nel 1980 il gruppo di 5 voci e strumenti “Cartacanta”, gruppi che hanno tenuto concerti folk e l’ultimo dei quali ha pubblicato il disco “Il tempo delle ciliegie”. Tuttora Fornari organizza spettacoli e concerti di cantanti e gruppi folk. Importante è stato il suo lavoro di nuova impostazione antropologica in cui valorizza nel canto tradizionale le norme e i valori culturali dei gruppi sociali esattamente identificati: la sua tecnica M.O.S.E. (Motivazioni, Ostacoli, tentativo di Soluzione, Esito) è stata da lui proposta per accertare, in base alle motivazioni dei personaggi, le norme e i valori testimoniati da ogni canzone. A Scandicci (FI) risiede Alessandro BENCISTA’, pure assai attivo. Oltre alle già citate pubblicazioni nel campo dei poeti in ottava rima, ha fondato nel 1996 il “Centro Studi Tradizioni Popolari Toscane” e dallo stesso anno cura l’uscita periodica della rivista “Toscana folk” che del 7 dossier 8 Centro è organo ufficiale, ricca di contributi sul folklore toscano e spesso arricchita di musicassette. Bencistà collabora altresì alla organizzazione degli “Incontri di poesia estemporanea” di Ribolla (GR) e organizza spettacoli di teatro vernacolare e canti tradizionali in Firenze e provincia. Franco MANESCALCHI, fiorentino, di cui abbiamo già segnalato le pubblicazioni sui canti toscani, pubblica tuttora nei giornali e riviste articoli sulle tradizioni popolari. Carlo LAPUCCI, fiorentino di origine mugellana, è da molti anni dedito allo studio del folklore toscano con approccio letterario tradizionale. Il suo contributo più recente, di due anni fa, è “Introduzione allo studio delle tradizioni popolari”. Paolo DE SIMONIS residente a Pontassieve – Le Sieci (FI), che dopo Fornari è stato fra i primi a usare il registratore nelle ricerche, è tuttora attivo nel campo delle tradizioni popolari con ricerche e pubblicazioni. Collabora al Laboratorio di Antropologia Culturale dell’Università di Firenze con sede a Prato. Pino GALA di Firenze collabora al sopracitato Laboratorio di Antropologia Culturale con sede a Prato. Si è occupato prevalentemente di danze popolari ed è presidente di una associazione che si occupa di tale argomento e pubblica la rivista “Chorèula” ed ha edito 7-8 CD sulle danze popolari. Sandra LANDI di Certaldo (FI), dopo essersi occupata di canti popolari in chiave di metodologia didattica, si interessa da anni di autobiografie popolari. Silvano GUERRINI di Bagno a Ripoli (FI) ha lasciato qualche contributo sui canti, ma si è prevalentemente occupato di cultura materiale tradizionale. Ricerche e registrazioni in proprio ha effettuato anche Claudio MALCAPI di Firenze, ma più che altro ha fatto e pubblicato armonizzazioni corali di canti toscani e ha fondato e dirige cori e gruppi vocali popolari. Fra gli studiosi di area fiorentina Paolo BON, che ha guidato e guida tuttora cori di tipo popolare e che con la “Novocoralità” ha dato anni addietro una nuova impostazione alla interpretazione ed esecuzione del canto corale popolare, oltre ad avere effettuato una propria raccolta di alcuni canti toscani è da segnalare per i suoi studi e pubblicazioni sulla nascita e sviluppo del canto tradizionale fin dai primordi della storia dell’uomo. All’università di Firenze l’attuale direttore della cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Lettere è Pietro CLEMENTE, che risiede a Siena. Egli ha radunato intorno a sé una schiera di allievi e studiosi di varie zone della Toscana – Fabio DEI, Paolo DE SIMONIS, Mariano FRESTA, Pino GALA, Maria Elena GIUSTI, Nevia GRAZZINI, Sandra LANDI, Carlo LAPUCCI, Gianfranco MOLTENI, Fabio MUGNAINI, Dante PRIORE, Claudio ROSATI, Alessandro SIMONICCA – con i quali ha fondato l’associazione “I.D.A.S.T. – Iniziative DemoAntropologiche e di Storia orale in Toscana” – associazione che si propone di radunare studiosi di varia estrazione, professionale e non, per coordinare gli studi sulle tradizioni popolari e che, fra le varie iniziative, ha effettuato un censimento di tutte le più importanti raccolte su nastri e cassette di tradizioni orali della Toscana, con riversamento di esse su CD per la costituzione di un archivio non deperibile di tale materiale. Nella stessa cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze lavora come ricercatore Maurizio AGAMENNONE che vi si occupa specificamente di etnomusicologia di cui ha formazione e competenza specifica. Sempre all’Università di Firenze, ma nella Facoltà di Scienza dell’Educazione, insegna Antropologia Culturale Leonardo PIASERE che si occupa della cultura Rom. In Firenze ha sede il CENTRO F.L.O.G. (Federazione Lavoratori Officine Galileo) PER LE TRADIZIONI POPOLARI che è stato ed è tuttora attivo in campo etnomusicologico con pubblicazione tra l’altro di un disco sui canti delle Contrade senesi, e con organizzazione di spettacoli e concerti. A Sesto Fiorentino (FI) dove si è trasferito da alcuni anni dalla sua precedente sede in Milano si trova l’ISTITUTO ERNESTO DE MARTINO attualmente diretto da Ivan DELLA MEA, istituto che può vantare un archivio sonoro grandissimo di nastri e cassette di ricerche e raccolte di canti popolari che stanno attualmente digitalizzando in CD e DVD; organizza anch’esso spettacoli incentrati su gruppi tradizionali nonché convegni sulle tradizioni. Per quanto riguarda i cantanti folk va citato per primo Alfredo BIANCHINI, scomparso da poco, che è stato uno degli iniziatori degli spettacoli folk (suo il disco “A veglia in Toscana” dove propone canti delle raccolte di Gordigiani, autore di canzoni in stile popolare toscano negli anni ’20 del Novecento, e del Neretti, nonché racconti di stile popolare). In secondo luogo ricordiamo le cantanti folk Dodi MOSCATI e Daisy LUMINI, scomparse da alcuni anni, non attive nel campo della ricerca ma importanti per l’interpretazione e la diffusione del canto toscano. Ricerche ha effettuato invece la fiorentina Caterina BUENO che dalla seconda metà degli anni ’60 ha proposto canti toscani e ha inciso numerosi dischi; attualmente canta accompagnata da un chitarrista e tre violinisti. Essa aveva iniziato a collaborare per la Toscana nell’incisione dei dischi “Ci ragiono e canto” e “Bella ciao”. Di lei e della Moscati ricordiamo inoltre i bei dischi della Cetra Documenti. Pure ricercatore è il cantante Riccardo MARASCO di Bagno a Ripoli (FI) che ripropone, accompagnandosi sulla chitarra-lira, sia la tradizione toscana che propri canti di tipo popolaresco. PIERO DA FIRENZE, nome d’arte di Piero TAMBURINI, da un quarto di secolo si è dedicato alla riproposta, sia in concerti in giro per il mondo in barca a vela, sia in CD, della tradizione toscana. Anche il cantante Narciso PARIGI di Campi Bisenzio (FI) ripropone canzoni fiorentine e folklore toscano accanto a brani di musica leggera e, come lui, anche la cantante Maria Grazia FEI dopo la musica leggera si è dedicata alla riproposta del folklore, sia sola che in duo con Ferdinando Scarselli. Più recentemente si sono affacciati alla ribalta altri cantanti folk: Donatella ELISACCI di Pelago (FI), Alessandro SCAVETTA di Montelupo (FI) che è anche ricercatore, il napoletano-fiorentino Enzo CARRO, Angela BATONI, anch’essa ri- dossier cercatrice. Essi in generale si accompagnano nei loro spettacoli con la chitarra. Va ricordato poi che il noto attore fiorentino Paolo POLI ha inciso canti infantili (filastrocche, ninnenanne) nei dischi “Canti per i bambini buoni” e “Canti per i bambini cattivi”, fungendo così contemporaneamente da informatore a da interprete. Per quanto riguarda i gruppi vocali o vocali-strumentali, dopo i già citati IL TORNASOLE e CARTACANTA degli anni ’70 e ’80 del Novecento, un gruppo costituitosi recentemente è quello denominato LA LEGGERA, complesso canorostrumentale di Campicòzzoli, nel comune di Pontassieve (FI) che, guidato da Marco MAGISTRALI, ha effettuato ricerca, fa spettacoli e ha pubblicato il CD “Canti e sonate nelle valli della Sieve e del Sasso” corredato da un fascicolo dei testi. Altro gruppo di cantori-suonatori è il SUONATORI TERRA TERRA di Molin del Piano (FI) usciti nel 1999 con un repertorio di canti e balli tradizionali. Altro gruppo ancora di canto e strumenti è il CANTAGRILLO di Firenze (Fiorella BUONO, Valter VAIOLI, Giacomo GENTILUOMO) anch’esso con canti della tradizione toscana. Fiorentino è anche il duo TARABARALLA, canoro e strumentale, di Alessandro GIOBBI e Anna VIGETTI, che ha inciso il CD con brani toscani “Di qua e di là d’Arno”. Fra i gruppi attivi di maggiaioli ricordiamo in Mugello I MAGGIAIOLI DI VICCHIO e I MAGGIAIOLI DI BARBERINO che con canto e strumenti effettuano spettacoli nelle loro zone ma anche altrove. Danze popolari della tradizione contadina toscana propone il BALLETTO FOLKLORISTICO FIORENTINO costituitosi nel 1993 a Firenze con coreografie di Delphine BALTHUS e consulenza musicale di Lisetta LUCHINI. Un repertorio di canzoni fiorentine e tradizionali toscane e napoletane propone il gruppo dei MANDOLINISTI FIORENTINI, fondato da Giuseppe TADDEINI. In Firenze il NUOVO QUARTETTO VOCALE FIORENTINO istituito con nuovi cantori nel 1999, do- po un primo QUARTETTO VOCALE FIORENTINO degli anni ’80, esegue recital di canti popolari toscani a 4 voci virili armonizzate dal direttore Claudio MALCAPI. I cori polifonici dell’area fiorentina presentano talora uno o due canti popolari toscani nelle loro esibizioni. Il coro fiorentino LA MARTINELLA a 4 voci virili si caratterizza invece per avere nel proprio repertorio, accanto a canti di montagna e di altre regioni, un nutrito gruppo di canti toscani armonizzati dal proprio fondatore e primo direttore Claudio MALCAPI, canti che ha inciso in due dischi intitolati “Dall’Arno all’Appennino” e “Peschi fiorenti”. Il coro organizza annualmente da una trentina di anni la “Rassegna corale fiorentina di canti tradizionali”. Oltre alla Martinella si può considerare fra i cori di tipo popolare il CORO DI VOCI BIANCHE DELLA SCUOLA DI MUSICA DI FIESOLE a Fiesole (FI) che però ha solo qualche canto toscano nel suo repertorio. Il CORI ENSEMBLE di Firenze / Scandicci diretto da Fiorella BUONO presenta spettacoli di folklore canoro e di danze toscane. Legato all’associazione “Incontri” di Campi Bisenzio (FI) è il gruppo corale CANTANTUTTICANTANCHIO con repertorio di canzoni toscane e fiorentine. Dei poeti-cantori in ottava rima – o bernescanti – di area fiorentina ricordiamo il mugellano Gino CECCHERINI scomparso da poco e i viventi Altamante LOGLI di Scandicci (FI) e Natale MASI di Empoli (FI). B – AREZZO e provincia Dei ricercatori storici ricordiamo Diego CARPITELLA, scomparso da una decina d’anni, che ha pubblicato tre dischi e un volume con testi, trascrizioni musicali e analisi etnomusicologica intitolati “Musica contadina dell’Aretino”. Don Sante FELICI di Camucia (AR) ha pubblicato nel 1977 il volume “Sapienza popolare in Val di Chiana” che contiene anche canti e qualche trascrizione musicale. Dante PRIORE, residente per molti anni a Terranuova Bracciolini (AR) e da qualche anno a Lévane (AR) e che ha effettuato una notevole ricerca nel Valdarno Superiore sfociata in un volume degli anni ’70 già citato, sta pubblicando nuovo materiale in vari volumi, il primo dei quali sull’ottava rima già uscito recentemente e da noi citato e gli altri (canti lirici, canti narrativi, ecc.) in programma. Ivo LISI di Arezzo ha costituito il gruppo ALFREDO MELANI – CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA SUL CANTO E LE TRADIZIONI DELLA PROVINCIA DI AREZZO. Enzo GRADASSI, aretino, ha pubblicato specialmente sui canti in ottava rima (“Le belle storie aretine di Giovanni Fantoni”- 1995). Ad Arezzo l’Azienda per il Turismo pubblica la rivista NOTIZIARIO ARETINO con, tra l’altro, articoli sulle tradizioni popolari locali. Nel marzo 1996 si è tenuto nella Biblioteca civica di Arezzo il convegno LA TERRA, LA FATICA, L’EVASIONE, promotrici le Istituzioni aretine con la collaborazione del Centro F.L.O.G. per le tradizioni popolari di Firenze: sono stati svolti temi riguardanti il bruscello poliziano (Carlo LAPUCCI), le befanate (Dante PRIORE), i contrasti nella poesia estemporanea (Alessandro BENCISTA’), il verso cantato (Maurizio AGAMENNONE), la danza popolare (Pino GALA e Claudio CESARONI) e ci sono state esibizioni di poeti estemporanei, delle cantanti folk Dodi Moscati e Caterina Bueno e del gruppo di ballo La Biritùllera di S.Giustino Valdarno. Il comune di Laterina (AR) in collaborazione con l’Ente Fiera di Terranuova Bracciolini (AR) ha pubblicato volumetti di ricerche sui canti popolari dei ragazzi delle scuole elementari intitolati IL CERCHIO DEI CHICCHI DI GRANO e OGNI SPIGA CENTO STAIA, senza trascrizioni musicali. Anche la scuole di Cortona - Camucia (AR) e di Monte S.Savino (AR) hanno fatto uscire lavori di ricerca dei canti popolari, senza trascrizioni musicali. Un repertorio di musiche e danze folkloristiche toscane nel tradizionale costume contadino propone il gruppo LA BIRITULLERA di S. Giustino Valdarno (AR). Per quanto riguarda i cori di tipo popolare ricordiamo il coro ECO DEL CASENTINO di Ponte a Poppi 9 dossier (AR) coro a voci virili, con repertorio di canti popolari e di montagna. Anche la corale ERMENEGILDO CAPPETTI di S. Giovanni Valdarno, pur essendo un coro polifonico ha nel suo repertorio molti brani di canto popolare toscano armonizzati e pubblicati, come già riferito, dal suo direttore Giorgio Martellini. Per quanto riguarda i poeti-cantori in ottava rima sono tuttora attivi gli aretini Azelio PULERI e Ivo MAFUCCI, mentre sono scomparsi Libero VIETTI di Montevarchi (AR), Elio PICCARDI di Castelfranco (AR) e Edilio ROMANELLI aretino. 10 C – GROSSETO e provincia Fra i ricercatori storici ricordiamo Roberto FERRETTI scomparso nel 1984, ricercatore di fiabe, maggi, ecc., le cui pubblicazioni non hanno trascrizioni musicali. A Grosseto Corrado BARONTINI, pure ricercatore storico con pubblicazioni in associazione al poeta-contadino e ricercatore Morbello VERGARI sui canti della Maremma da noi citate, è tuttora assai attivo nella ricerca e pubblicazione di tradizioni locali (ottava rima, musica a ballo, ecc.), nelle iniziative dell’Archivio delle tradizioni popolari della Maremma grossetana, del Coro degli Etruschi di cui è coordinatore e cantore, degli Incontri di poesia estemporanea di Ribolla (GR). Leoncarlo SETTIMELLI, romano, ha effettuato ricerche negli anni 1998-99 nel territorio di S.Fiora (GR), pubblicate, con trascrizioni musicali, da quel comune. Altro ricercatore è l’amiatino Franco PELLEGRINI che nell’Amiata ha fatto una vasta raccolta di canti popolari. La ricercatrice Gabriella PIZZETTI ha lavorato sulla fiabistica, mentre Nevia GRAZZINI ha scritto una tesi sulle Befanate e si è occupata altresì del Maggio e del Segalavecchia. Paola PANNOZZO, giornalista di Telemaremma (una delle poche TV private che fanno trasmissioni sulle tradizioni locali), si è interessata di Ottava rima. Pure Antonello RICCI, viterbese, si è, fra altre opere letterarie, interessato dell’Ottava rima. Edo GALLI ha pubblicato “Rassegna di befanate nel grossetano – Testi e materiali della tradizione” in collaborazione con Angelo BIONDI, Ennio SENSI e Nevia GRAZZINI. A Grosseto è attivo presso la Biblioteca Chelliana l’ARCHIVIO DELLE TRADIZIONI POPOLARI DELLA MAREMMA GROSSETANA di cui è coordinatrice Nevia GRAZZINI. L’archivio pubblica via via QUADERNI di tradizione e storia locale. A Braccagni (GR) viene pubblicato il giornale LA SENTINELLA DI BRACCAGNI con articoli di storia e tradizione locale. Fra i cantanti folk di area grossetana vanno citati il duo tedesco-maremmano OTTO E BARNELLI di S.Caterina nel comune di Roccalbegna (è uscito un libro sui 20 anni della loro attività) e il duo dei coniugi Silvana PAMPANINI e Silverio FABIANI che cantano, con accompagnamento di chitarra, brani similpopolari d’autore ispirati alla vita contadina della Maremma fra ‘800 e ‘900. Sono ancora da menzionare: il TEATRO DEL CANTASTORIE del Grossetano Eugenio BARGAGLI, prima in duo con la figlia Mirella, poi con David VEGNI, voce il Bargagli, accompagnamento strumentale il Vegni; il grossetano Mauro CHECHI, cantastorie “colto” e poeta improvvisatore; Liliana TAMBERI grossetana, cantante folk e poetessa improvvisatrice; Leonella LELLI; il poeta di Vallerona (GR) Emole PALLANTI; all’isola del Giglio Giuseppe BAFFIGI detto Beppino di Culisse, scomparso nel 1995, che è stato interprete istintivo del patrimonio tradizionale gigliese con i suoi versi e la sua musica. Per quanto riguarda i gruppi di riproposta canora dei canti vanno citati per primi i CARDELLINI DEL FONTANINO di Casteldelpiano (GR) che ad otto voci presentano il canto amiatino caratterizzandolo con un particolare tipo di accompagnamento vocale detto “i bei”. Essi hanno compiuto quest’anno i 50 anni di attività e su di loro è uscito un volume a carico del comune di Casteldelpiano. Altro importante gruppo è il CORO DEGLI ETRUSCHI di Grosseto che, fondato nel 1972 dal poeta-contadino Morbello Vergari, è attivo dal 1974 con spettacoli eseguiti da can- tanti accompagnati da chitarra, fisarmonica, nacchere, pettine, e con repertorio di autentico folklore toscano. Lo storico gruppo dei MINATORI DI S. FIORA che si era esaurito è stato recentemente riportato in vita ad opera di Lucio NICCOLAI di S.Fiora (GR). Ancora sono da citare i seguenti gruppi: GRUPPO GALLI SILVESTRO coordinato da Edo GALLI, che ripropone i maggi e organizza il MAGGIO DI BRACCAGNI; il GRUPPO DI S. ROCCO a Marina di Grosseto (GR), che ripropone sia lavori di tradizione che nuovi, e organizza la RASSEGNA DI MAGGI a Marina di Grosseto; il GRUPPO DELL’OTTAVA ZONA di Grosseto, coordinato da Edo BARTOLUCCI con proposta di canti tradizionali e nuovi, maggi, ecc. e che organizza la RASSEGNA DEI MAGGI di Grancia (GR); il GRUPPO MANGIA E BEVI che ha pure riproposto maggi; il GRUPPO LA MONTICELLESE di Monticello Amiata (GR), che propone sia canti di tradizione che propri; LA FOCARAZZA di S.Caterina di Roccalbegna (GR) con spettacoli di canto popolare delle valli dell’Albegna e del Fiora; la SQUADRA DEGLI OLMINI, maggerini di area grossetana; i MAGGERINI DI PIANIZZOLI a Pianizzoli (GR); i MAGGERINI DELLE FATE di Monterotondo Marittimo (GR). A Ribolla (GR) vengono annualmente organizzati gli INCONTRI DI POESIA ESTEMPORANEA patrocinati dal Comune di Grosseto, dall’Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma grossetana e dal Comune di Roccastrada, giunti nel 2000 alla 10a edizione per la quale è stato pubblicato un volume già citato, e che proseguono tuttora. A Casteldelpiano (GR) si è tenuto il 17/7/1988 il CONVEGNO SUL CANTO POPOLARE TOSCANO E LA TRADIZIONE AMIATINA su organizzazione della Associazione Cori della Toscana, con partecipazione degli studiosi Mariano FRESTA, Paolo BON, Rodolfo FRAZZI, Ivo MEINI, Remigio DE CRISTOFARO, Cesare BARCA, Giovanni TORRE, Angelo AGAZZANI e Marco CRESTANI e dei gruppi I MAGGIAIOLI di Castiglion dossier d’Orcia, I CARDELLINI DEL FONTANINO di Casteldelpiano, LA FOCARAZZA di Santa Caterina, I MINATORI di S.Fiora. In concomitanza del convegno si sono esibiti in due tornate di fine settimana un buon numero dei cori popolari della Toscana nella 5a Rassegna Regionale di Canto Popolare. A Grosseto il 14 marzo 1997 si è svolto il convegno L’ARTE DEL DIRE – CONVEGNO DI STUDI SULL’IMPROVVISAZIONE organizzato dal Comune e dalla Provincia di Grosseto e dall’Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma grossetana, con interventi di Pietro CLEMENTE, DI DONATO, Fabrizio FRANCESCHINI, Corrado BARONTINI, Luciano SAREGO, Antonello RICCI, Giovanni KEZICH, Michele FEO, Maurizio AGAMENNONE, Alessandro BENCISTA’ e con esibizione di numerosi poeti-cantori. Dei poeti in ottava rima del grossetano citiamo: Elidio e Francesco BENELLI e Liliana TAMBERI di Grosseto; Enrico RUSTICI e Sergio RUBEGNI di Braccagni (GR); Artemio MELANI di Scarlino (GR); Dirio TURINI di Follonica (GR); Lio BIANCHI di Pianizzoli (GR), creatore del locale Circolo (o Scuola) di Poesia Estemporanea; Anchise GIUNTINI e Niccolino GRASSI di Massa Marittima (GR). di laurea una analisi sulla forma musicale dello stornello con raccolta di canti a Livorno e Grosseto, oltre ad aver registrato e trascritto anche canti in diversi altri luoghi della Toscana. Dal 2000 al 2002 ha effettuato ricerche nella zona di Castagneto Carducci e pubblicato il volume “…E il paese era musica” con tradizioni e canti popolari provenienti sia delle sue ricerche che da quelle del Bezzini, con trascrizioni musicali. Ancora a Castagneto Carducci il locale coro a voci miste GUSTAVO VANNUCCHI diretto da Abdon FABBRI presenta accanto al repertorio polifonico anche quello popolare. Il coro LA GROLLA di Livorno, maschile, con repertorio di canti popolari e di montagna, presenta nelle sue esibizioni canti tradizionali frutto di ricerche di uno dei coristi, con armonizzazioni di Mario Franceschi e Francesco Giannoni. Pure il m° MERI del coro livornese NUOVO CACCIUCCO, coro di ragazzi, ha fatto e fa ricerca di canti popolari. A Suvereto (LI) sono attivi da oltre 20 anni i MAGGERINI DI SUVERETO. Dei poeti-cantori in ottava rima di area livornese ricordiamo Benito MASTACCHINI, anche lui di Suvereto. D – LIVORNO e provincia Dei ricercatori storici ricordiamo Giorgio FONTANELLI, scomparso nei primi anni ’90, che ha fatto varie pubblicazioni – solo sul versante letterario - negli anni ’70 -’80 tra cui un libretto dal titolo “Canti popolari livornesi” da cui è nato anche lo spettacolo “O porto di Livorno traditore”. Nel 1970 in una scuola di musica di Livorno è stata fatta una ricerca di canti da parte di un gruppetto di persone (Marco PAOLETTI ed altri). A Castagneto Carducci (LI) Luciano BEZZINI ha pubblicato 16 libri di storia locale: nel 2° volume “Antologia castagnetana” ha riportato testi di canti popolari con solo qualche esempio di trascrizione musicale. Luca STORNELLO livornese, musicista, direttore di coro a Livorno e insegnante di musica a Castagneto Carducci ha fatto nel 1994 per la sua tesi E – LUCCA e provincia Ricercatore storico fondamentale, scomparso da pochi anni, è stato Gastone VENTURELLI di Eglio (LU) con pubblicazioni sui canti, fiabe, maggi, ecc. e che ha lasciato un archivio notevolissimo tuttora in gran parte da rivisitare e pubblicare. Docente di Storia delle tradizioni popolari all’Università di Firenze, ha fondato e diretto il CENTRO DELLE TRADIZIONI POPOLARI DELLA PROVINCIA DI LUCCA, attualmente presieduto da Luca BACCELLI, docente universitario in Pisa. Ricercatrice della provincia lucchese, ma abitante a Pisa, è Maria Elena GIUSTI, che ha fatto ricerche di canti popolari in Garfagnana ed è collaboratrice all’Università di Firenze nella cattedra di Antropologia Culturale. Essa si occupa della conservazione e valorizzazione dell’archivio Venturelli in quanto cugina del Venturelli stesso. La PROVINCIA DI LUCCA con borse di studio offerte a ricercatori cerca di portare avanti gli studi e ricerche sui canti popolari. L’Associazione LA GIUBBA di Piazza al Serchio (LU) fa ricerche sui canti e maggi lucchesi coordinate da Umberto BERTOLINI con un archivio che è situato anche su Internet. L’insegnante Giorgio SANTARINI di Camporgiano (LU) ha pubblicato il volume “O gente che passate per la via” di canti popolari religiosi e laici della tradizione garfagnina da lui raccolti unitamente agli alunni delle scuole elementari in una collana di libri sulle tradizioni popolari curata da Daniele RONCO e pubblicata dalla casa editrice B.F.S. di Pisa. Sempre a Camporgiano c’è il GRUPPO FOLKLORICO “LA MUFFRINA” che propone canti e balletti con accompagnamento di fisarmoniche. I canti sono quelli di una raccolta effettuata dai componenti del gruppo e pubblicata a cura di Daniela Menchelli nel 1992 col titolo “Viva lo rè, viva l’amò – Canti popolari della Garfagnana a cura di D.M.”. A Lucca Elio ANTICHI dirige il gruppo vocale a voci miste IL BALUARDO con un repertorio che ha una buona quota di canti toscani armonizzati da Ivo MEINI, Italo FAZZI e BIZZARRO. Antichi è inoltre direttore artistico del FESTIVAL INTERNAZIONALE DI CANTO POPOLARE “MEDIAVALLE CANTA” e membro del consiglio di amministrazione del Centro delle Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca. A Camigliano (LU) il gruppo corale virile LE PIZZORNE esegue canto di montagna mentre la corale a voci miste GIACOMO PUCCINI presenta un repertorio di canti toscani buona parte dei quali armonizzati da Ivo MEINI e Luigi DELLA MAGGIORA (il direttore della corale), altri da Roberto RAPALLO CIANETTI e da Roberto BIANCHINI. La corale organizza annualmente in luglio e ottobre due rassegne di cori prevalentemente popolari denominate Rassegne Corali Camiglianesi. In Garfagnana il coro popolare a voci virili ALPI APUANE di Pieve Fosciana (LU) ha in repertorio molti 11 dossier 12 canti toscani e ha inciso dischi, il primo dei quali con canti del ricercatore Antonio TONI di Pieve Fosciana armonizzati da Italo BIANCHI, il secondo (1976) con canti narrativi del ricercatore Gastone VENTURELLI pure armonizzati dal Bianchi, il terzo del 1983 “Garfagnana canta” con canti di entrambi i ricercatori, un quarto del 1988 “La sera sui monti” con armonizzazioni del solo Bianchi. Il coro Alpi Apuane organizza annualmente una rassegna di cori popolari nel mese di ottobre a Castelnuovo Garfagnana (LU) denominata Rassegna Corale Città di Castelnuovo Garfagnana. Dei cori popolari di area lucchese che propongono, fra gli altri canti, anche qualche canto toscano vanno ricordati – oltre ai quattro già mentovati – anche il CORO FEMMINILE DELL’AMICIZIA di S.Romano in Garfagnana (LU), il GRUPPO VOCALE/STRUMENTALE L’EDICOLA di Barga (LU) e il coro maschile VERSILIA di Capezzano Monte (LU). Quest’ultimo ha quattro o cinque brani toscani in repertorio, organizza a Capezzano Monte una rassegna annuale di cori popolari denominata Rassegna Corale Città di Pietrasanta e, unitamente alla banda del paese organizza nel paese di Capezzano Monte la manifestazione canoro-strumentale della Befana in occasione della omonima festività. È da notare che Lino VIVIANI, direttore del coro Versilia, ha raccolto in loco 3 canti toscani da lui poi armonizzati per l’esecuzione del coro stesso. F – MASSA CARRARA e provincia Beniamino GEMINIANI di Carrara, oltre a due volumi di favole della tradizione popolare carrarina, ha anche pubblicato con Mauro BORGIOLI il volume “Carrara e la sua gente” in cui viene toccato anche l’argomento dei canti popolari carrarini (solo testi). Don Luigi BONACOSCIA di Massa ha fatto ricerca e al suo nome è intestato il Museo Etnologico delle Apuane fondato nel 1980, che raccoglie cultura materiale e pubblica la rivista “Le Apuane”. Porta il suo nome pure il GRUPPO FOLKLORISTICO POPOLARE ARCOBALENO DON BONACOSCIA nato nel 1976 a Massa per riproporre con cantori, suonatori e ballerini la tradizione popolare massese ed italiana. Renzo CANTARELLI, moderno cantastorie, ripropone in spettacoli e con un CD canzoni di stile popolare in dialetto carrarino. A Montereggio di Mulazzo (MS) il CENTRO STUDI MONTEREGGIO LUNIGIANA “MEMORIE PER IL FUTURO” presieduto da Fiorenzo SIMONELLI ha dato l’avvio a un progetto di studio con ricerca etnomusicale sul Cantamaggio Lirico di Questua da realizzare nel triennio 2002-2004 nelle provincie di Massa in Toscana, di La Spezia e Genova in Liguria, di Piacenza e Parma in Emilia per il quale è prevista la pubblicazione di un volume sul Cantamaggio con allegato CD. In Lunigiana una associazione dedita allo studio delle tradizioni popolari è l’ASSOCIAZIONE MANFREDO GIULIANI diretta da oltre 30 anni da Germano CAVALLI, associazione che negli ultimi tempi tende a rivolgere sempre più i suoi studi alla ricerca storica. Essa pubblica la rivista “Studi Lunigianesi” giunta nel 2003 al suo 33° numero, nonché monografie. Tra le pubblicazioni di tale associazione va segnalata quella di una ricerca effettuata negli anni ’70 dalla studiosa fiorentina Patrizia BELLUCCI MAFFEI sul dialetto lunigianese che contiene anche frammenti di canti popolari, intitolata “Componimenti di letteratura tradizionale lunigianese”. Il coro popolare virile MONTE SAGRO di Carrara ha nel proprio repertorio 6 canti popolari e di anarchici in dialetto carrarino; gli altri interessanti e vivaci canti del repertorio scritti e musicati dal suo maestro Alessandro BUGGIANI, pur ispirandosi a fatti e fantasie personali e locali, non possono essere considerati canti popolareschi veri e propri, e tanto meno canti popolari. Il coro Monte Sagro organizza annualmente in novembre una rassegna di cori popolari a Carrara denominata Rassegna Corale Città di Carrara. Gli altri cori popolari delle provincia, il CORO FEMMINILE MONTE SAGRO di Carrara, il LUNIGIANA a voci virili di Fivizzano e l’AL SASS di Pontremoli a voci miste hanno solo una minima quota di canti toscani nel proprio repertorio. Il coro Lunigiana organizza in giugno una sua rassegna annuale a Fivizzano per cori di tutti i tipi denominata Convegno Corale d’Estate. Anche il coro Al Sass promuove annualmente in dicembre una rassegna di cori popolari dal titolo Canti nel Santuario-Rassegna di FineAnno. E’ da notare che i due direttori del coro Al Sass di Pontremoli, Ivano POLI e Raffaele SORDI hanno effettuato ricerca di canti popolari nella zona di Zeri (MS), canti non pubblicati. Per quanto riguarda i cantanti va ricordato col suo nome d’arte BUGELLI IL GIULLARE DELLA LUNIGIANA di Licciana Nardi (MS), con repertorio di canti similpopolari. Il gruppo ligure di La Spezia I TARANDANDAN ha pubblicato un CD sui canti popolari lunigianesi (Val di Magra, Zerasco, ecc.). A Carrara nel 1977 si è tenuto il convegno RAPPORTI FRA I CANTI DI TRADIZIONE E I CANTI D’AUTORE NELLA MUSICA POPOLARE – LA LORO ESECUZIONE IN FORMA CORALE organizzato dalla Associazione Cori della Toscana e colla partecipazione dossier del Coro Monte Sagro e Comune di Carrara, coordinato da Claudio MALCAPI e con interventi di Alessandro FORNARI (Toscana), Giovanni TORRE e Pierpaolo SCATTOLIN (Emilia Romagna), Diego BASSO (Veneto), Pasquale COLANGELO (Abruzzo). Gli Atti del convegno sono stati successivamente pubblicati sulla rivista “Diapason” della Associazione Cori della Toscana nel 1998. G – PISA e provincia Ricercatore storico è Fabrizio FRANCESCHINI di Pisa, docente universitario di Glossodidattica, che nel 1983 ha pubblicato “I contrasti in ottava rima e l’opera di Vasco Cai di Bientina”. Ha fatto ricerche e pubblicato molto sui “maggi”: l’ultimo dei libri da lui pubblicato in 2 volumi nel 2003 è “Nello Landi – 12 Maggi (1941 – 2001)”. Molto attivo, 2 anni fa ha coordinato incontri di poeticantori in ottava rima. Degli anni ’80 è la pubblicazione dei “Canti popolari della Valdera – Tradizioni orali dell’agro pisano” a cura di Benozzo GIANETTI di Ponsacco (PI), già citato. Gianetti ha fondato nel 1985 a Pisa ER TRAMME, periodico trimestrale del vernacolo pisano e delle tradizioni popolari: su di esso ha tra l’altro pubblicato anche qualche canto della Valdera. Di Volterra (PI) è don Ivo MEINI, ricercatore e studioso di tradizioni e canti popolari, canti che ha armonizzato a voci miste e pubblicato nel volume già citato. Meini ha partecipato con un intervento al CONVEGNO DI STUDI SUL CANTO POPOLARE TOSCANO E LA TRADIZIONE AMIATINA tenutosi nel 1988 a Casteldelpiano (GR) su organizzazione della Associazione Cori della Toscana. Egli ha pubblicato anche recentemente alcuni articoli sui canti popolari, canti religiosi, ottave, ecc. All’Università di Pisa esiste una cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Storia tenuta per due anni da Paolo DE SIMONIS di Pontassieve (FI) e da quest’anno da Fabio DEI di Poggibonsi (SI); nella Facoltà di Scienze Politiche è situata una seconda cattedra di Antropologia Culturale tenuta da Mariano PAVANELLO; una Cattedra di Etnologia si trova infine nel Dipartimen- to di Scienze Archeologiche, pure tenuta da Pavanello. La corale a voci miste G.PUCCINI di Volterra di cui Ivo Meini è direttore presenta, oltre al canto polifonico, anche le armonizzazioni di Meini dei canti toscani nei propri concerti. Sempre a Volterra esiste il CORETTO DEI PINGUINI, coro misto con repertorio, accanto al classico, di canto popolare. A Buti (PI) esiste la COMPAGNIA DEL MAGGIO. Cantori in ottava rima dell’area pisana, oltre allo scomparso Vasco CAI di Bientina (PI) sono Nello LANDI di Cascine di Buti (PI) e Luigi STACCIOLI di Riparbella (PI). H – PISTOIA e provincia Ricercatori storici sono Sergio LANDINI e Maurizio FERRETTI che hanno pubblicato il disco “Canti popolari della provincia di Pistoia” (anni ’70) dal quale hanno rilevato i testi. Attualmente, scomparso Landini, Ferretti è impegnato nella didattica. Fra i ricercatori storici è pure da annoverarsi Simonetta BURCHIETTI che nel 1970 ha scritto la sua tesi di laurea “Poesia popolare nel territorio pistoiese”. Claudio ROSATI, studioso pistoiese, si occupa di tradizioni popolari ma non in particolare dei canti, a parte un suo contatto con l’ottava rima collegata alla cultura dei “carbonai”. Ha allestito il MUSEO DELL’APPENNINO PISTOIESE di Rivoreta (PT) dove, oltre agli oggetti della cultura materiale, sono depositate le ricerche manoscritte di canti degli anni ’20 effettuate da Lilia GIGLIOLI nonché le copie di nastri delle ricerche di Alessandro FORNARI. Rosati è autore, con Paolo de Simonis, dell’ ”Atlante delle tradizioni popolari del Pistoiese” edito dalla Banca di Pistoia. In un’opera collettanea del Comune di Sambuca Pistoiese (PT), Giampaolo BORGHI di Argelato (BO) ha scritto un saggio andando a ritrovare i vecchi informatori di Lomax e Carpitella. A Pian degli Ontani esiste presso la parrocchia il CENTRO STUDI BEATRICE DI PIAN DEGLI ONTANI che fa manifestazioni culturali, ma non fa ricerca. Nell’ambito della Provincia di Pi- stoia ruota un gruppo di ricercatori: Paolo CINOTTI, Maurizio GERI e Florio FRANCESCHI. A Franceschi, di Mammiano (PT), la Provincia ha dato incarico di effettuare ricerca pura. Sempre dalla Provincia di Pistoia è stato commissionata un anno fa una nuova ricerca al prof. Giancarlo PALOMBINI dell’Università di Perugia, conoscitore delle tradizioni locali pistoiesi, che ha studiato e pubblicato per decenni. Gilberto VALGIUSTI di Cutigliano (PT) ha effettuato le trascrizioni musicali dei canti di Landini e Ferretti e il tutto è stato pubblicato in un libro curato da Sergio GARGINI edito dal Comune di S. Marcello Pistoiese (PT) nel 1986: “Non son poeta e non ho mai studiato: cantate voi che siete alletterato”. Il 16 marzo 2003 si è tenuto in Pistoia il Convegno L’INFLUSSO DEGLI ARCHETIPI ORALI SULL’ARTE MUSICALE SCRITTA organizzato dalla Associazione Cori della Toscana col patrocinio della Regione Toscana e con la partecipazione di Luca BONAVIA, Pavle MERKU’, Mario LANARO, Paolo BON e Sante FORNASIER. Faceva corollario ai temi sul canto popolare presentati nel convegno la 7a Rassegna Regionale di canto popolare con esibizione in due giornate di pressochè tutti i cori popolari della Toscana. Fra i gruppi di riproposta dei canti popolari in spettacoli ricordiamo I TOSCANTO di Pistoia che eseguono canti toscani con un complesso di 4 strumentisti e la cantante Michela BACCI. Essi hanno pubblicato un CD. Riccardo TESI, bravissimo suonatore di organetto, ha organizzato, con la collaborazione di Maurizio GERI, lo spettacolo “ACQUA, FOCO, VENTO” in cui rivisita la tradizione popolare toscana. Tesi cura inoltre il festival SENTIERI ACUSTICI di musica folk per la Provincia di Pistoia. Sull’Appennino a S.Marcello Pistoiese il COLLETTIVO FOLKLORISTICO MONTANO di circa 20 anni fa si è riattivato quest’anno con uno spettacolo, ed ha come referente Sergio GARGINI. In passato è stato attivo il CENTRO DI RICERCA SULLE TRADIZIONI POPOLARI PISTOIESI. 13 dossier 14 Dei gruppi della montagna pistoiese che ripropongono il Cantarmaggio ricordiamo i MAGGERINI DI PITEGLIO, I MAGGERINI DELL’ORSIGNA e I MAGGERINI DELLA VALDIBRANA. Un gruppo folkloristico della Montagna pistoiese da segnalare è quello di GIGETTO DEL BICCHIERE, diretto da Gilberto VALGIUSTI. Dei cori popolari vanno annoverati il coro C.A.T. - CANTORI DELL’APPENNINO TOSCANO di Cutigliano diretto da Gilberto VALGIUSTI, che propone nel suo repertorio anche canti toscani, il coro GENZIANELLA di Pistoia, maschile come il precedente, che esegue canti di montagna e qualche canto popolare toscano e il coro maschile ALPINI SU INSIEME di Pistoia con repertorio misto polifonico, di montagna e di 4-5 canti toscani. Il coro C.A.T. promuove in giugno e luglio una propria rassegna annuale in tre serate che coinvolgono cori e bande musicali denominata Quattro Canti Sotto le Stelle, mentre il Genzianella organizza in maggio la Rassegna Corale Città di Pistoia. Dei cantanti folk ricordiamo la pistoiese Giuditta ANGELINI, in arte “GIUDITTA”. Degli improvvisatori in ottava rima di ambito pistoiese ricordiamo Enzo COLLODI di Pistoia e Realdo TONTI di Agliana (PT). I – PRATO e provincia Umberto MANNUCCI di Prato, giornalista, scrittore e attento ricercatore delle tradizioni popolari pratesi è attivo da circa 30 anni con ricerche di canti popolari della val Bisenzio. Claudio IOZZELLI, pure pratese, ha effettuato anche lui ricerche di canti della val Bisenzio. Alcuni di essi sono stati armonizzati da Roberto BECHERI di Prato, musicista e studioso di storia locale, attivo con saggi e partecipazione a convegni. Pure Becheri ha fatto ricerca di canti dell’area pratese. A Prato risiede la cantante folk campigiana Lisetta LUCHINI che, con il chitarrista Cianchi e il fisarmonicista Biancalani, ha costituito il TRIO TOSCANO con cui presenta spettacoli di canti popolari. La Luchini si esibisce ancha da sola accompagnandosi con la chitarra. I MENESTRELLI PRATESI fondati da Ferraro CIANCHI nel 1978 – undici elementi che si accompagnano con 6 strumenti – propongono un repertorio di canzoni fiorentine della “belle époque” e di folk tradizionale. Essi si esibiscono settimanalmente alla TV Prato, una delle poche emittenti private che trasmettono folk locale. OCTAVA RIMA è una compagnia pratese di teatro e musica della tradizione che ha come promotori Gabriele ARA e Siliana FEDI. Pratese è l’ensemble TUSCAE GENTES vocale e strumentale che è rivolto sia alla musica medievale e rinascimentale che a quella tradizionale toscana. Dei cori pratesi è la corale S.MARTINO a voci miste, di cui Claudio Iozzelli è il presidente, ad avere un repertorio di una settantina di canti popolari tra cui quelli toscani armonizzati dal Becheri. Il coro organizza annualmente la “Rassegna pratese di canti popolari e di montagna” giunta quest’anno alla sua 12a edizione. Il GRUPPO CORALE DI S.MARIA A COLONICA di Prato, giovanile femminile, ha in repertorio, accanto a brani polifonici, brani popolari toscani. Il coro misto GIORGIO LA PIRA di Montemurlo (PO) ha in repertorio sia brani popolari, tra cui qualche canto toscano, sia brani di musica leggera. Fra i cantori in ottava rima di ambito pratese va ricordato Florio LONDI di Carmignano (PO). Anche il noto attore Roberto BENIGNI, pratese di Vergaio, si è presentato come poeta-cantore in varie manifestazioni all’inizio della sua attività. J – SIENA e provincia Ricercatore storico è padre Remigio DE CRISTOFARO che ha pubblicato, come già riferito, i canti popolari senesi da lui trovati ed armonizzati per il coro della Basilica dell’Osservanza di Siena negli anni ’80 del Novecento. Ricercatore di tradizioni popolari è Mariano FRESTA di Montepulciano (SI) con numerose pubblicazioni sui maggi, il segalavecchia, ecc. già segnalate. Collabora all’attività del Museo del Teatro Povero di Monticchiello. Altro ricercatore è Gianfranco MOLTENI di Siena che dirige attualmente il MUSEO DELLE TRADIZIONI POPOLARI di Buonconvento (SI) (bibliografia di vita e cultura materiale). Fabio MUGNAINI, senese, docente di Antropologia Culturale all’Università di Siena, ha scritto la sua tesi di laurea sull’argomento della “veglia” e si è occupato anche di canti popolari. Alessandro FALASSI ha pubblicato negli anni ’70 e ’80 del Novecento numerosi libri sul folklore senese. All’Università di Siena esistono la cattedra di Antropologia Culturale, quella di Etnologia e quella di Storia della Tradizioni Popolari. Docenti di tali cattedre sono Luciano LI CAUSI, Maria Luisa MEONI, Fabio MUGNAINI, Piergiorgio SOLINAS e Massimo SQUILLANTINI. Fra le associazioni che fanno teatro, canto popolare e danza si possono citare: il GRUPPO DELLA MONTAGNOLA (voci e strumenti) che ha come referente Andrea FANTACCI di Siena; la COMPAGNIA DEL BRUSCELLO di Montepulciano (SI) che è attiva dal 1937 e che è interessante per varie innovazioni (referente Mario MORGANTI); la COMPAGNIA DEL BRUSCELLO di Castelnuovo Berardenga (SI) che effettua una riproposta moderna, diversa da quella classica, del bruscello; la COMPAGNIA SEGALAVECCHIA di Chianciano (SI); il GRUPPO MAGGERINI di Belforte, frazione di Radicondoli (SI); il GRUPPO FOLKLORISTICO TOSCANO di Poggibonsi (SI) che ripropone canti tradizionali e non; i MAGGERINI di Castiglion d’Orcia (SI); il TRESCONE di Montalcino (SI) con spettacoli di danze popolari e contadine. C’è inoltre nell’area senese qualche cantante folk che si esibisce in sagre e fiere. A Montalcino (SI) la corale G.PUCCINI a voci miste oltre a musica lirica ha molto canto popolare in repertorio. Anche se non fa direttamente parte delle attività etnomusicali vogliamo citare il TEATRO POVERO di Monticchiello in quanto espressione popolare diventata cogli anni appuntamento tradizionale di rilievo. notizie VOCI E TRADIZIONE UN’OPERA MONUMENTALE DELLA FENIARCO PER LA CORALITÀ di Paolo Bon N el moderno studio delle fonti musicali e letterarie della tradizione orale va facendosi strada l’opinione che non si tratti di espressioni popolari, ma di un complesso di archetipi che seguono passo passo l’umanità fin dal suo affacciarsi sulla soglia del pianeta, scandendone l’evoluzione ed evolvendo insieme ad essa: che dunque si tratti di un bagaglio culturale genetico. Questo ci dice che le espressioni in esame appartengono alla categoria dell’arcaico, ed hanno ben altra dignità di quella che siamo soliti riconoscere loro. Il riconoscimento della dignità di arcaico che spetta agli esiti orali è la premessa necessaria per scongiurare due evenienze purtroppo ricorrenti nell’approccio ad essi. La prima consiste nell’atteggiamento di chi, essendo musicalmente sprovveduto, dice di fare la musica popolare, non già quella colta, e per fare la musica popolare non c’è bisogno di essere compositori; non ha pretese culturali, il suo scopo non è di impegnare i fruitori, ma di farli divertire. E con ciò si sente autorizzato ad armonizzazioni (di contrappunto ovviamente non si parla) legibus solutae, che ignorano i più elementari principi della composizione scritta. La seconda è quella del compositore che possiede gli strumenti del mestiere, ma considera le forme orali materiale povero, robuccia, e assegna a se stesso il compito di riscattarle, nobilitarle, farne espressioni artistiche. Il denominatore comune dei due atteggiamenti è la superficialità, che si esprime nella pretesa - più o meno narcisistica - di intervenire in una materia che non si conosce. Se gli esiti orali rappresentano l’archè, in essi scaveremo per cercarla e, una volta trovatala, da lei ci faremo guidare per indagare la ricca trama di implicazioni poetiche e strutturali che quegli esiti contengono; e sono quelle implicazioni che il musicista porterà alla luce esaltandole nel suo processo compositivo, ed anche qui sarà l’archè a guidare la sua mano: non faremo violenza all’arcaico, non entreremo da elefanti in una cristalleria. Da queste premesse muove il monumentale progetto “VOCI E TRADIZIONE” della FENIARCO. La ricerca dell’archè si orienta necessariamente in due direzioni: filologica e espressiva. All’etnomusicologo il compito di raccogliere sul campo e analizzare le fonti orali, compararle, trascriverle e fornire tutte le notizie utili alla loro conoscenza. Al musicista quello di leggere in filigrana la ricchissima trama di implicazioni poetiche e strutturali che le fonti celano sotto il dato calligrafico, che non sempre è suadente, accattivante e affabulatorio, a volte è duro e al primo impatto sgradevole e respingente. Il progetto della FENIARCO si articola nelle due separate ma complementari direzioni. Scheda filologica con la trascrizione dell’esito orale alla fonte, da una parte, elaborazione espressiva per i più svariati organici corali, dall’altra. Pensiamoci un momento: nelle tradizionali raccolte di canti popolari elaborati per coro, è dato sapere dove finisce l’apporto dell’informatore (cioè del cantore spontaneo) e dove comincia quello dell’elaboratore? C’è qualcuno che sia pronto a mettere la mano sul fuoco che quella è la melodia e quello è il testo forniti dall’informatore? Io no davvero! Ora noi le trascrizioni alla fonte (melodia o polifonia e testi) le forniamo e insieme ad esse forniamo tutta l’informativa preziosa per l’etnomusicologo, dopo di che il compositore potrà sentirsi totalmente libero da ogni soggezione al dato calligrafico dell’esito alla fonte, cioè potrà permettersi di fare il musicista, di utilizzare l’esito per la sua ricerca espressiva senza dover rendere conto a nessuno dell’aderenza esteriore del risultato al dato. Il progetto, come dicevo, è monumentale. Ogni Regione d’Italia dovrà fornire un volume frutto della propria ricerca, etnomusicale ed espressiva. L’esito dovrebbe essere una biblioteca cospicua, che esige spazi per chi la ospita integralmente, che attirerà i dottorati di ricerca e fornirà prezioso materiale per i cori, non solo italiani, poiché il mondo si sta aprendo al convergere di tutte le culture. 15 dossier LA RICERCA MODERNA DELLE TRADIZIONI POPOLARI ASPETTI DI IMPIANTO TESTUALE, MELODICO, ARMONICO E VOCALE d i G i o r g i o Va c c h i A 16 leggere il testo della traccia con la quale mi si invitava a dare il mio giudizio sullo stato della ricerca delle tradizioni popolari, appare evidente l’interesse predominante in ordine all’aspetto della “modernità” della ricerca condotta oggigiorno. Questo perché tutto ciò che attiene alla “comunicazione” si sta muovendo ed evolvendo ad una velocità incredibile che pare non aver fine e che a volte ci sembra incontrollata o incontrollabile: pensiamo alla telefonia mobile, alla trasmissione satellitare, al mondo di Internet, al DVD ecc. ecc. Tutto ciò ci ruota attorno sempre più velocemente ma, per quel che mi appare, solo alcuni elementi di tanto movimento vengono recepiti e assimilati e non sempre essi diventano patrimonio personale. Certamente le innovazioni tecniche facilitano notevolmente il nostro lavoro, in ordine alla gestione del prodotto della ricerca: registrazione, archiviazione, analisi, comparazione; tutte queste operazioni vengono certamente facilitate. Ed anche le possibilità di editare e diffondere i risultati dei nostri lavori sono enormemente aumentate. Ma tutto questo mondo in grande movimento sfiora appena il problema centrale della ricerca e non lo riesce ad influenzare se non episodicamente. Perché ricerca vuol dire ancora solo ed esclusivamente incontro fra “uomini”. Come è sempre avvenuto, vitale è l’instaurarsi di un rapporto di serena fiducia fra il ricercatore di tradizioni popolari e quella persona che abbiamo di fronte (e che noi chiamiamo “informatore”) che generosamente si è resa disponibile ad ascoltarci e a rispondere alle nostre richieste. Ed è questo rapporto, sempre lo stesso da quando esiste la “ricerca”, l’elemento indispensabile e portan- te della ricerca stessa, per nulla intaccato da nuove soluzioni, più o meno avanzate, che qualcuno potrebbe proporre. Indispensabile che l’approccio porti al crearsi di una posizione psicologica che vede una persona rendersi disponibile ad essere sollecitata per fare emergere quegli elementi che appaiono maggiormente legati a stati d’animo emotivi e non sempre razionali. E’ compito del ricercatore, infatti, individuare nel suo interlocutore quegli ambiti della memoria in cui convivono ricordi, fatti, emozioni, e attorno a quelli esercitare le giuste pressioni perché gli elementi legati alla “cultura corrente” lascino lo spazio agli altri propri di quel sapere “profondo” che, sedimentatisi nel tempo, costituiscono di fatto la trama della cultura popolare. Questa operazione, che vede il ricercatore impegnato in una sorta di abilità “maieutica”, è estremamente importante perché ci permette di individuare i singoli aspetti che compongono il dato “popolare”, ma principalmente perché in questo modo è possibile capire a quali elementi strutturali della “cultura corrente” si agganciano quelli che compongono le tradizioni popolari. Faccio un esempio: è capitato che durante il colloquio con l’informa- tore si siano toccati argomenti che attengono alla visione corrente del suo vissuto. Siano essi persone (madre, padre, nonni ecc.) o cose (giochi, scuola, chiesa ecc.). All’apparire di uno di questi ecco che emerge dal profondo qualcosa che stava agganciato a quell’argomento ma che viveva di vita propria. Alla madre erano collegate certe onnipresenti valutazioni estetiche; al nonno l’ossessivo ricorso ai dettati dei mille proverbi (ancora bambino eri in grado di anticipare, tu, quel tal proverbio che il nonno avrebbe citato in quella circostanza!); alla chiesa l’apparire di certe preghiere acquisite con infinite iterazioni e spessissimo (elemento questo a volte imbarazzante) del tutto prive di significato. È così possibile condurre qualche ipotesi di collegamento tra i due livelli culturali che coabitano nell’individuo, chiarendo reciproche influenze o dipendenze. Ecco, forse il nostro tentativo di cercare collegamenti tra questi diversi livelli di “presenza”, nella memoria, di elementi delle due “culture” è l’aspetto che può aver dato un’impronta di modernità alla nostra ricerca. Niente di nuovo, invece, nei criteri di individuazione degli informatori: sempre da privilegiare le donne (fra dossier l’altro quasi sempre più disponibili degli uomini) che hanno avuto una vita vicina al mondo contadino. Qualche elemento positivo risulta essere una passata esperienza particolare, come quella della mondariso o di lavoro assieme ad altre donne (piccoli laboratori in ambito artigianale). Per gli uomini è il servizio militare, assieme alle esperienze maturate in lavori stagionali (carbonai, minatori), a fornire qualche elemento che abbia accomunato più individui in momenti comuni. Ben poco (spesso nulla) rimane di esperienze anche intense ma non prolungate nel tempo, come le giornate di lotta ai cancelli delle fabbriche o certe manifestazioni collettive legate al lavoro; forse l’uso che in quelle occasioni si faceva di musiche create sul momento (pensiamo a quanto ha fatto nel bolognese il “Canzoniere delle Lame”) e tenute in vita per tempi troppo brevi, ha lasciato pochissimo nella memoria dei singoli. Anche le “nuove” musiche proposte nel secondo dopoguerra all’attenzione dei fedeli nelle nostre chiese non si sono sedimentate sufficientemente nella memoria: raro il riaffiorare di qualche citazione di canti di quel periodo nel ricordo degli anziani. Cominciano invece ad apparire elementi tratti dalle canzoni che la radio iniziò a diffondere negli anni trenta: avviene così di riascoltare spezzoni di alcuni inni propagandati nel periodo fascista, quasi sempre ricordati da uomini, mentre dalla memoria delle donne riappaiono canzonette degli anni trenta-quaranta come “Signorinella”, “Piemontesina”, “Maramao perché sei morto” ecc. (in certi casi ci siamo poi sentiti dire che il canto l’avevano imparato dalla nonna che a sua volta l’aveva appreso dalla madre ecc. ecc.). Interessante potrebbe essere seguire con attenzione le tracce lasciate da questi nuovi canti e quindi studiarne la trasformazione avvenuta col passar del tempo, visto che di questi canti abbiamo una sicura datazione riguardante la loro nascita, ciò che non era assolutamente possibile avere quando si trattava di canti di tradizione orale le cui origini (e quindi anche la data di nascita) erano ovviamente sconosciute. E’ comunque fuor di dubbio che i terreni più “fertili” per la ricerca siano ancora quelli tradizionali: lontani il più possibile dalla città, che abbiano ancora interesse per qualche attività agricola, contatto ancora vivo con la natura (l’orto, i funghi, le castagne, il bosco, le galline) e che mantengano un certo qual distacco dall’influenza televisiva. Ma quali le differenze che notiamo nei messaggi che riceviamo, rispetto al passato, dai nostri informatori? Certamente una maggior propensione per le melodie lineari e cantabili: tendono ad affievolirsi i fronzoli e gli abbellimenti in favore di un approccio più standardizzato (quindi meno personalizzato) alla linea melodica. Stanno scomparendo quei giochi vocali melismatici di cui spesso chi cantava si serviva, specie nelle code delle frasi, per creare espressività e tensione. Non esistono più, evidentemente, i modelli da imitare per introdurre, in quel sottile gioco di appropriazione di un canto, le variabili che servivano a dare l’impronta personale all’esecuzione. Anche la libertà ritmica tende alla standardizzazione: la musica che si ascolta è per lo più ben inquadrata ritmicamente, se non addirittura esasperatamente ritmata, e il senso di libertà interpretativa che era legato principalmente al fraseggio non si ha più l’abilità di gestirlo, ci si rifugia perciò in facili, scontate soluzioni ritmiche. A questo si aggiunga che aumenta il gradimento per un accompagnamento strumentale (quasi sempre la chitarra): notiamo una sorta di “paura del vuoto” nell’intonare un canto con la sola voce. Peccato: la mancanza di accompagnamento strumentale permetteva una estrema “elasticità” nella gestione delle frasi, principalmente nell’uso dei fiati, che suggeriva momenti di stasi (quasi piccole corone) in situazioni particolari nel corso della esecuzione. L’esecuzione, così, appariva più varia e spontanea. Ne’ miglior sorte ha avuto quella caratterizzazione del suono che dava l’impronta specifica al canto della nostra terra. Ricordate che Roberto Leydi definiva “lacerata” la voce usata nella nostra regione? Ebbene, è sempre più raro ascoltarla, in favore di soluzioni che si avvicinano a timbriche mutuate dalla musica leggera, più facili da usare ma quanto distanti da certe tensioni che la voce “lacerata” riusciva a creare! Pensate a un canto delle mondine, con quella grinta e quella carica di cattiveria che caratterizzava ogni loro esecuzione, che si addolcisce grazie a questa voce standardizzata, costantemente uniforme pur nelle più diverse situazioni emotive. Non poco, insomma, è cambiato nel messaggio che ci proviene dalle persone che ancora hanno qualcosa da dire a proposito di tradizioni popolari: ma permane, in questi nostri informatori, ancora la voglia di lasciar affiorare nella memoria i loro ricordi di un mondo che, se non del tutto scomparso, sta comunque mutando velocemente. Non è più, certamente, quel mondo rurale che abbiamo conosciuto nel corso delle nostre ricerche di alcuni decenni fa, ma permangono ancora moltissimi momenti, nella memoria degli anziani, che possono diventare estremamente interessanti per chi voglia vedere quale sarà lo sviluppo futuro di quella cultura popolare, specie di tradizione orale, che molti già da tempo davano per morta e che invece ancora è viva, sempre che sappiamo e vogliamo cercarla. Certo non dovremo meravigliarci se sempre più frequentemente ci sarà dato di ascoltare piccole sigle televisive (che ripetute nel tempo ci appariranno mutate e distorte) o addirittura certi odiati messaggi pubblicitari che avranno avuto il tempo di intrufolarsi nella memoria per poi riapparire quando meno ce lo aspettiamo. Sarà questo il “nuovo” che arriva? Staremo a vedere. 17 dossier CORO E RICERCA ETNO-MUSICOLOGICA Un rapporto storico tormentato e una necessaria riflessione di Mario Marelli Q 18 uando mi è stato chiesto di dare un mio contributo al dossier “Lo stato della ricerca etno-musicologica in Italia”, con riferimento alla Lombardia, ritenendo l’argomento più di supporto e antecedente ai diretti interessi della coralità, ho avuto un momento di perplessità. Poi, nella mia natura di inguaribile “provocatore”, ho pensato che, conoscendo abbastanza bene questo argomento e soprattutto le sue implicazioni con la coralità, avrei potuto utilizzarlo per fare una riflessione sull’utilizzo, ieri e oggi, del materiale di ricerca. Ed eccomi qui a dire “la mia”, non in quanto esperto di etno-musicologia, ma in quanto direttore, elaboratore ed armonizzatore di brani popolari che ha senz’altro “bazzicato” con la ricerca e che si è più volte posto il problema di come valorizzarla per il coro. La ricerca in Lombardia. Va detto subito che in Lombardia non vi è stato mai, nel passato, una coscienza etno-musicologica tale da fruttare un prodotto sistematico di interesse storico-culturale, utilizzabile da parte degli addetti ai lavori o dagli appassionati. Fa eccezione, negli anni ‘60/’70, nel bel mezzo della rivoluzione democratico/sessantottina, la ricerca, questa sì sistematica, fatta dallo studioso Roberto Leydi: una ricerca resa possibile in quanto direttamente collegata, strutturata e sovvenzionata dall’Ufficio Cultura della Regione Lombardia, in quel momento politicamente orientato a sinistra. E’ quindi a disposizione di tutti un documentato materiale, approfondito e commentato, con registrazioni dirette sul territorio e tradotte in alcuni volumi con ampia e interessante analisi, riguardante canzoni, filastrocche, proverbi, tradizioni, ecc; una ricerca riferita comunque a poche aree lombarde. Chi volesse invece guardare al prima e al dopo di quel prezioso lavoro (al quale ha attinto anche il sottoscritto per il long playing “Canti della Filanda”, commissionato dal Setificio di Como), troverebbe solo alcuni documenti, libri e riviste assolutamente non sistematici, tranne rarissime eccezioni citate anche dal Leydi, e comunque dovuti a singoli appassionati in ambiti piuttosto circoscritti, o a gruppi folk politicamente impegnati, o a editori con scopi commerciali, e quindi culturalmente inaffidabili. Venendo invece all’attualità si deve registrare un rinnovato interesse, da parte della Regione Lombardia, verso le tradizioni popolari: e questa volta il risveglio è dovuto alla politica della Lega Lombarda, particolarmente attenta alla rivalutazione della cultura locale. Lo si nota dalle circolari che giungono alle amministrazioni locali e anche alle varie associazioni operanti nel settore popolare, compresi i cori. Si tratta naturalmente di una iniziale “volontà politica”, e l’intento è forse quello di creare una “tendenza” e un radicamento culturale i cui risultati potrebbero essere più o meno sistematici in relazione alla concreta traduzione di questa, per ora, generica volontà. L’esperienza insegna che la strada per ottenere prodotti interessanti e scientifici è solo quella di finanziare gruppi attrezzati per la ricerca o di individuare singoli e occasionali appassionati, e ve ne sono parecchi nelle singole realtà locali, da non lasciare comunque soli. E, a proposito, mi permetto di avanzare un suggerimento alla Commissione Artistica dell’USCI Lombardia: sarebbe opportuno lavorasse gomito a gomito con l’istituzione regionale per suggerire proposte, e ne approfittasse per ottenere eventuali finanziamenti per quei cori o maestri che sottoponessero progetti di ricerca: sinceramente però esprimo le mie perplessità sulla idoneità dei cori a condurre una ricerca scientifica, a meno che si voglia definire “ricerca” una semplice raccolta territoriale di canti popolari con la finalità precipua non di uno studio etno-musicologico, ma semplicemente di trovare materiale per l’elaborazione corale. E qui, esaurita un’opportuna e sintetica informazione sulla ricerca in Lombardia, passo a ricordare un controverso dibattito che ha interessato e forse può ancora interessare le nuove leve di maestri. Un rapporto storico tormentato. Parecchi direttori di coro, e fra questi anche il sottoscritto, parallelamente alla ricerca etno-musicologica di Leydi e alla contrarietà, palesemente espressa dall’emerito studioso, al distorto utilizzo del materiale musicale popolare da parte dei cori, hanno vissuto personali e tormentate distonie: il dibattito, a colpi di dichiarazioni incrociate, annoverava maestri “puristi”, che aborrivano persino l’utilizzo per coro dei canti popolari e proponevano che sul palco salissero direttamente le mondine, le filandiere, gli scariolanti, ecc, con la loro genuina spontaneità, anche se le suddette categorie erano ormai sparite. Sull’opposta sponda c’erano gli “oltranzisti” dell’elaborazione del canto popolare i quali, citando e scomodando invece la più nobile tradizione da Bach a Kodaly, si sentivano legittimati a tradurre la genuinità del materiale di ispirazione popolare in elaborazioni “dotte” e fatte “a regola d’arte”, o comunque in prodotti, ritenuti altrettanto legittimi, da destinare ad un selettivo ascolto. Infine, in posizione mediana, c’era una categoria “moderata” di maestri che mirava a mediare appunto tra la purezza della tradizione e l’esasperata elaborazione, giusto giusto per non disturbare più di tanto la genuinità e per non scon- dossier finare più di tanto nella sofisticatezza. Beh! A distanza di trent’anni oggi mi sentirei di esprimere la mia “liberale” opinione in questi termini: “Niente ideologie e… viva la musica!” La discriminante quindi, a mio parere, andava allora e va tuttora trovata né nei “puristi”, né negli “oltranzisti”, né nei “moderati” della elaborazione, ma semplicemente nella “banalità-non banalità” dei legittimi prodotti musicali di qualsiasi specie. Punto. Una riflessione sull’utilizzo, ieri e oggi, del materiale etno-musicale. Premesso che la ricerca etno-musicologica ha ancora e avrà sempre il suo valore storico-culturale, vorrei ancora distinguere il momento della ricerca “pura”, da quello di un elaboratore/armonizzatore intento a tradurre per coro il materiale di ricerca. Sono due momenti distinti, anche se discendenti dallo stesso materiale. In qualità di elaboratore/armonizzatore vorrei soffermarmi sul secondo momento, cioè sull’utilizzo, ieri e oggi, del materiale etno-musicale, per proporre una riflessione. Conosciamo la crisi, non del canto corale, che avrà sempre un suo spazio nel panorama musicale, bensì dei cosiddetti “cori popolari”, sempre più alla deriva, sempre più ridotti, sempre più defilati, sempre più depressi. In realtà questa situazione è una conseguenza e non la causa del malessere. La causa vera è che i cori popolari semplicemente non piacciono più ad una società che è radicalmente cambiata nel gusto e nelle scelte. E qual è la ragione per cui non piacciono più? Innanzitutto perché l’elaborazione/armonizzazione, e soprattutto l’esecuzione della maggior parte dei canti tradizionali, sono state tradite nel loro spirito originario. In secondo luogo perché quel materiale etnomusicale che ieri, comunque sbagliando, veniva elaborato in quel modo, oggi è assolutamente necessario trattarlo in un altro modo. Un coro popolare che propone oggi armonizzazioni in stile S.A.T. o diretti discendenti, di cui non faccio nomi, farà al massimo un’operazione storico/nostalgica, ma deve sapere che andrà incontro a una radicale selezione dei gusti del pubblico e che soddisferà a malapena una nicchia di nostalgici cultori di quel genere. Qual’è allora la discriminante che, a mio parere, pone questi cori, sia ieri, ma soprattutto oggi, fuori dal tempo? Il RITMO. I brani popolari che finora i maestri hanno elaborato sono stati quasi sempre “castrati” nel ritmo, e cantati con armonie statiche e con corpi conseguentemente “impalati”, e inoltre con andamenti espressivi, soste, corone, sospensioni, respiri, rallentamenti e quanto di più disturbasse la continuità e la forza del ritmo insito nella maggior parte delle canzoni popolari. I fondamenti del canto popolare poggiano infatti su due pilastri, la melodia e il ritmo. L’elaborazione/armonizzazione corale ha privilegiato la melodia/armonia e ha quasi sempre trascurato e tranciato il ritmo. Se poi osserviamo che la maggior parte di questi canti erano utilizzati e finalizzati anche al ballo, il misfatto diventa allora insopportabile. Questa “tara” è comunque radicata non solo nei cori popolari, ma in tutta la cultura corale europea che non ha ancora capito che la rivoluzione portata dalla musica afro-americana, in atto da ormai più di cento anni, quella cioè derivata dal blues, dal jazz, dal pop, dal rock, ecc., ha globalizzato ed esaltato l’aspetto ritmico della musica e creato un gusto che è entrato in tutti noi e fa ormai parte del DNA dei giovani e di tutti coloro che hanno respirato le canzoni anni ’50, ’60, i Beatles, ecc., gente che ora ha 60/70 anni. Vent’anni fa avevo ascoltato i bravissimi King’s Singers al Conservatorio di Milano e mi ero spellato le mani; li ho risentiti il Luglio scorso a Varese e, pur tecnicamente sempre insuperabili, mi sono sembrati fuori dal tempo e dal mondo; io mi sono ritrovato “cambiato” e loro mi sono apparsi “fermi”; e infatti ho interiorizzato che trascurano e taglieggiano l’aspetto ritmico, e che, per fare spettacolo, coinvolgere e meravigliare il pubblico, ricorrono a un artificioso e accademico “surrogato” del ritmo: il puro, freddo e barocco virtuosismo tecnicistico; in un bis, che doveva forse costituire una “chicca” moderna, hanno trasformato un celebre brano melodico/ritmico di Phil Collins in un melenso brano corale melodico, assolutamente privo di ritmica: ne è uscito un mottetto adatto all’elevazione della Messa. Sulla stessa lunghezza d’onda viaggiano i Swingle Singers, anch’essi presenti alla rassegna di Varese che proponeva valori vocali internazionali: oltre ai due citati gruppi europei erano presenti anche gli americani Take 6 e House Jacks; c’erano quindi due mondi vocali a confronto, Europa e America, ma con un gap ritmico assolutamente a sfavore degli europei; e infatti i fans della vocalità “corale” erano tutti presenti ad ascoltare gli “europei”, snobbando gli americani; viceversa i fans della vocalità “ritmica” erano tutti presenti ad ascoltare gli americani, snobbando gli europei. Un suggerimento per non tradire la nostra tradizione. Vorrei concludere con un “corollario” questa riflessione sull’utilizzo del materiale etno-musicale. Per sfuggire alla “decadenza”, tanti cori, popolari e non, si sono rifugiati nei Gospel o nella musica “etnica”, cioè una musica più piacevole perché più ritmica. E’ questa la conferma che la scelta di ormai numerosi gruppi è orientata alla ricerca del ritmo, che è infatti importantissimo per lo spettacolo. Ma a questi “disertori” della nostra tradizione popolare, prima di voltar le spalle alla propria cultura, e coerentemente con la riflessione di cui sopra, suggerirei un esperimento: provate ad elaborare/armonizzare i nostri canti popolari esaltando e sottolineando la parte “ritmica” e troverete la sorpresa di una platea conquistata. Il pubblico non capirà certo la ragione del vostro successo, ma voi avrete una ennesima conferma che non si può “castrare” il ritmo e che, senza ricorrere a una cultura che non ci appartiene, la nostra è altrettanto idonea e bella per deliziarci. Il sottoscritto si è sempre dilettato con questi esperimenti, con divertimento personale e del pubblico. Oggi più che mai. 19 attività dell’Associazione teenc @ nta CORI GIOVANILI TRA TRADIZIONE E SPERIMENTAZIONE d i Wa l t e r M a r z i l l i N 20 el mese di marzo di quest’anno ha visto la luce presso la Pizzicato Edizioni Musicali un’altra importante iniziativa editoriale della FENIARCO. Il libro fa seguito a volumi già pubblicati della collana MELOS e GIRO GIRO CANTO. Come si può intuire dal titolo e dalla grafica delle due copertine, si tratta di un fascicolo di nuove composizioni dedicate ai cori giovanili (15-19 anni), che la federazione nazionale ha voluto promuovere per soddisfare le esigenze di un importante aspetto emergente della coralità italiana. I cori giovanili stanno infatti mostrando una vitalità ed una diffusione che non sono rimaste inosservate e che non vogliono rimanere disattese. Da una parte si deve riconoscere che ormai da molti anni, in ambito corale, la stirpe dei direttori ha conosciuto uno sviluppo genetico ed un ampliamento culturale tale da permetterle di presentarsi davanti al coro con tutte le carte in regola per poterlo condurre attraverso un soddisfacente cammino vocale e artistico. Dall’altra parte bisogna invece ammettere che nell’ambiente corale giovanile, soprattutto ai fini della sua autonomia e del suo affrancamento dalla coralità adulta, si sentiva la necessità di uno squarcio nel repertorio corale classico che potesse interessare direttamente i giovani cantori, per far loro scollare le mani dai tasti per i messaggini, e fargliele invece mettere su una partitura musicale. Questa delicata area corale giovanile ha così suscitato la premurosa attenzione della federazione nazionale, al punto da voler dare concretezza ad una idea che la FENIARCO da tempo stava cercando di definire. Il 2 maggio 2002 siamo quindi giunti alla pubblicazione e alla diffusione del bando di selezione per la pubblicazione del volume. La stessa attenzione mostrata dalla FENIARCO è stata confermata da tutti quei compositori che hanno risposto alla pubblicazione del bando inviando le loro composizioni. Era stato loro richiesto di scrivere delle musiche che rispettassero particolari parametri e caratteristiche, perché le loro nuove composizioni potessero essere ben recepite ed accolte dai cori ai quali erano dedicate. La prima esigenza era la necessità che i brani fossero eseguibili dopo un normale periodo di studio: non sempre, purtroppo, il semplice si associa con il bello. D’altra parte non è assolutamente univoco e ineluttabile il rapporto tra il bello e il complicato. Ne deriva un quadro complessivo vario ed articolato, che si compone di brani che vanno dall’utilizzo del semplice coro a cappella in formazione a tre e quattro voci, ad altri dove le voci diminuiscono e aumentano gli strumenti, ad altri ancora per i quali si rende necessario uno studio più accurato e impegnativo. Anche la concisione era un’altra proprietà da ricercare nella scrittura, insieme alla necessità che fossero recenti e aggiornate sia l’ispirazione che i testi da musicare, da ricondursi “alle esperienze e all’immaginario musicale dei giovani… collegabili al curriculum scolastico o agli interessi del mondo giovanile”. Era anche consigliato di differenziare la compagine corale, con l’utilizzo di 2-3 voci al massimo per un complesso di età compresa tra i 15-16 anni, e di 3-4 voci per gruppi dai 17 ai 19 anni. Il bando di selezione faceva inoltre espressamente riferimento all’originalità delle musiche, allontanando volontariamente ogni elaborazione, arrangiamento o armonizzazione di melodie già esistenti. Questo punto appare estremamente significativo se inquadrato nell’ottica della volontà della FENIARCO di sviluppare autonomamente l’area della coralità giovanile, senza che essa debba vivere del riflesso di quella adulta, adattandone repertori, modi operativi e quant’altro. Si è voluti partire dal repertorio, vedendolo come un aspetto essenziale e caratterizzante di qualunque coralità, in particolare in questa particolare fascia di età, nella quale i ragazzi difficilmente sono attratti dal mondo degli adulti, ma pretendono giustamente un trattamento specifico a loro misura, sia dal punto di vista culturale che di contenuti, di prassi esecutiva come di testi letterari. In questo senso occorre notare come la ripartizione delle lingue usate vede una ovvia predominanza della lingua italiana con dodici testi su diciotto. I restanti sei sono equamente divisi tra l’inglese e il latino. Possiamo considerare a posteriori come i compositori e la commissione artistica nazionale che ha selezionato i brani abbiano rivolto un breve sguardo al passato con il latino, si siano poi fortemente concentrati sul presente con l’italiano, e abbiano infine gettato un’occhiata al futuro con l’inglese. Volendo approfondire l’analisi sui testi occorre dire che il panorama appare più vasto e articolato di quanto può dire un semplice computo statistico, e che l’ispirazione dei compositori ha saputo trarre spunto da diversi aspetti storici e geografici della produzione letteraria e poetica tratta dal curriculum scolastico. Tra i brani in lingua italiana possiamo infatti riconoscere le traduzioni di una poesia della poetessa greca Saffo (VII sec. a.C.) e quella di un brano del secondo atto di Romeo e Giulietta di William Shakespeare, insieme ad un brano di Cecco Angiolieri e ad una poesia di Giovanni Pascoli e di Umberto Saba, insieme - perché no? – a tre sofisticati epitaffi letti sulle lapidi di un cimitero. Seguendo poi le indicazioni del bando riguardo l’originalità, non mancano testi appunto originali, scritti dagli stessi autori o da scrittori moderni e contemporanei, mentre uno sguardo a ritroso permette di trovare nei testi latini le parole del Salmo 104 di Isaia, un paragrafo dei Carmina Burana e un antico inno goliardico. teenc@ attività dell’Associazione Da una comprensibile minoranza di sei brani di musica sacra pervenuti, la commissione artistica della FENIARCO ha ritenuto opportuno di mantenerne uno solo. Per motivi di fruibilità e di visibilità nazionale sono anche stati esclusi i pochi brani su testi dialettali. In questo senso la FENIARCO, come si sa, sta già lavorando alla pubblicazione delle elaborazioni di musiche di tradizione orale, interamente dedicate alla produzione musicale di questo tipo. Dalla laboriosa e impegnativa attività di selezione delle musiche da parte della commissione, sono emerse le composizioni di: Carlo Berlese, Alessandro Cadario, Guido Coppotelli, Orlando Dipiazza, Sandro Filippi, Cristina Ganzerla, Michele Josia, Lucio Ivaldi, Maurizio Longo, Enrico Miaroma, Giuseppe Mignemi, Felix Resch, Pier Paolo Scattolin, Carlo Tommasi, Pompeo Vernile, Renzo Vitale, Gastone Zotto e Mauro Zuccante. Si tratta di musicisti che all’anagrafe abbracciano una vasta estensione per quanto riguarda l’età. Anche la loro formazione curriculare, gli avvicinamenti diversi al mondo della coralità e i loro stili particolari sono in grado di corrispondere alle innumerevoli sfaccettature del gusto di un pubblico in tumulto creativo come quello dei cantori giovanili e dei loro esuberanti direttori. Si può ragionevolmente ritenere che la banalità sia bandita da questa pubblicazione. Osservando tutto il fascicolo con uno sguardo generale dall’alto si ha la sensazione che la scrittura musicale non sia mai rimasta intrap- polata tra i timori di una esuberanza compositiva congestionata o compressa. Le soluzioni innovative si affiancano alle citazioni colte, mentre una grafia moderna e disinibita apre numerose lacerazioni nella consolidata tradizione scritturale, che pure sostiene molti momenti dell’ispirazione originale dei compositori. In questo senso non si deve rimanere perplessi se il fascicolo si apre con un tradizionalissimo incipit in canto gregoriano su tetragramma: basta infatti scorrere soltanto fino alla seconda battuta del brano per scoprire un cluster. In seguito l’arcaica notazione quadrata del canto gregoriano viene definitivamente attualizzata dai segni moderni di una grafia che guarda al passato con uno scanzonato disincanto, seppure con il necessario rispetto. La successione dei brani segue l’ordine alfabetico dei nomi dei compositori, e sembra proprio che nella particolare circostanza della scelta di questo primo brano, il caso abbia voluto fornire ai redattori la possibilità di dare un messaggio culturale da parte del canto corale, che non ha saggiamente dimenticato le sue lontane radici storiche, ma che percorre ormai in perfetta e maturata autonomia le strade avventurose della sua vitalità. In questo fascicolo la sperimentazione è viva e presente, ed è al servizio del testo; inoltre non diventa mai compiaciuto sperimentalismo fine a se stesso. Prova ne sia la scelta delle armature in chiave: la stragrande maggioranza dei brani presenta infatti una armatura semplice e lineare, che però non li- c@nta mitano né la libertà armonica, né tanto meno quella melodica. I casi di tonalità astruse e ricercate sono rarissimi. D’altra parte soltanto chi ha una continua frequentazione con i manoscritti e le trascrizioni della musica antica, ed è abituato al massimo alla compagnia di quell’unica solitaria particella di …bemolle che si fa vedere nelle armature iniziali dei brani, si chiederà se in quei rari casi presenti nel fascicolo sarà stato proprio inevitabile utilizzare così tanti diesis in chiave… Nel contesto giovanile non potevano essere ignorati gli strumenti. Di loro non si dimenticava neanche il bando, che invitava i compositori ad usare soprattutto quelli consoni all’ambiente nel quale si sarebbero dovuti calare le composizioni. Si rileva infatti la presenza del consueto pianoforte, ma si fanno anche notare le chitarre, la famiglia delle percussioni, il flauto, l’organo elettronico, lo xilofono e il glockenspiel. Si deve però sottolineare come, ovviamente, la parte del leone la facciano proprio i soprani, i contralti, i tenori e i bassi: fino alla pagina 54 del fascicolo compaiono infatti unicamente le voci a cappella, e su diciotto brani sono addirittura dodici quelli per sole voci, e sei quelli concertati con strumenti. Una lodevole iniziativa della FENIARCO, un bel lavoro collegiale, uno strumento utile alla crescita dei cori giovanili italiani. Infine, una creazione artistica degna di questo nome, per la quale vogliamo ringraziare chi ha profuso energie, fantasia, estro, poesia e amore perché ciò potesse avvenire. 21 attività dell’Associazione CORO GIOVANILE ITALIANO SESSIONE ESTIVA 2004 C 22 hi lo scorso anno ha seguito il debutto del CORO GIOVANILE ITALIANO ha senza dubbio atteso con curiosità e con una certa emozione il suo “tour estivo 2004”. Sulla scorta del successo del 2003 la FENIARCO, con il sostegno del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con la collaborazione delle Associazioni Corali Regionali e con quella di molti altri Enti (Regioni, Province, Comuni, Fondazioni e Associazioni), ha voluto dare seguito a questo progetto: un progetto che coinvolge giovani coristi provenienti da tutta Italia dando loro l’occasione di vivere una straordinaria esperienza musicale e che allinea finalmente la coralità italiana agli altri contesti europei, dove i cori giovanili nazionali sono ormai istituzioni di pluriennale fortuna. E’ ancora vivo il ricordo del primo stage estivo, al termine dei quali il CGI ha debuttato con un impegna- tivo programma di musica sacra contemporanea nei tre concerti dell’agosto 2003 a Roma, Assisi e Firenze. Il tour invernale che si è svolto fra Natale e Capodanno del 2003 in Calabria e Sicilia è stata l’ulteriore conferma della volontà di dare continuità al cammino intrapreso. Trascorsi alcuni mesi da quegli ultimi appuntamenti del 2003, ecco prendere forma un nuovo progetto musicale, destinato al CORO GIOVANILE ITALIANO 2004. L’organico è stato preventivamente integrato mediante regolari audizioni che, oltre a riconfermare molti dei coristi del 2003, hanno consentito di individuare nuovi ragazzi in possesso dei requisiti richiesti: qualità vocali, buona lettura a prima vista, esperienza corale, età compresa fra i 18 e i 28 anni. I ragazzi del CGI si UNA STORIA, E IL PRESENTE. Appunti dalla sessione estiva 2004 del Coro Giovanile Italiano Una storia, e il presente. Un filo tesse l’umano, nella grazia dell’arte. Un fluido plastico, che scorre. Lento e veloce. E l’abile mano subcreativa dell’uomo gioca in un rincorrersi di fatate marachelle e carnali struggimenti. Nostalgica dell’infinito. Il glorioso passato richiama l’attenzione e lontani sentimenti riemergono rivelandosi presenze assopite, in grado di evocare nella loro semplicità i più profondi affetti. Opera di una repubblica senza pari, della cui fama riecheggiano a secoli di distanza voci ammaliate dall’umana altezza ch’ivi regnava. Una bellezza magnificente; stravaganza, a volte, a riprova del massimo estro sfoderato in quei tempi. E così vagando negli anni di cappella in cappella, si passa da sacra maestà a religiosa leggiadria. Affascinati da un Andrea Gabrieli, ordinato, pulito, e da suo nipote Giovanni, più festoso; e trascinati passionalmente dalla teatralità irresistibile di Monteverdi. Il filo che tesse l’umano, accompagnata la storia, è giunto al presente; e squarci del glorioso passato si aprono qua e là, per mano di trentaquattro giovani e del loro maestro. La Serenissima si riaccende in bagliori incastonati tra il suono dell’uomo del presente, che ancora gioca con un tempo che scorre lento e veloce. Tre serate si sono viste ornate dal giojello forgiato in due settimane da quei trentaquattro, sotto sapiente gui- da del mastro che, come presenza amica, li ha condotti in qualche giorno del loro cammino; lui sa che gliene saranno grati a lungo. Contemplantes, Adorantes e Jubilantes: queste le tre sezioni tematiche ciascuna delle quali contornata da autori contemporanei italiani e contenente due composizioni di Giovanni Gabrieli e una di Monteverdi, inanellate da due ricercare di Andrea Gabrieli. Un’esplorazione dei nuovi linguaggi, nella selva di stranezze armoniche, improvvisazioni, suoni di calici intonati. E il tuffo nel lontano primo barocco, alla ricerca di uno stile che rendesse giustizia della scrittura. Un’esperienza davvero preziosa, cullata dalla grande amicizia che tra quei giovani e il loro maestro è nata; e incorniciata in una Assisi gentile che ha saputo tener desti e sinceri gli animi. Per due settimane la musica ha regnato sovrana e Santa Cecilia ha vigilato sui cuori di tutti. Un sentito ringraziamento va alla Feniarco, che ha reso possibile tutto questo. Non riteniamo sia necessario spendere ulteriori parole per spiegare il valore e l’importanza di quanto è stato fatto ed è in progetto di essere attuato; aggiungiamo solo i migliori auspici per la prossima sessione invernale e il futuro. Davide Fior attività dell’Associazione sono dunque ritrovati nella splendida Assisi con l’ospitalità dell’ARCUM (Associazione Regionale Cori dell’Umbria) per iniziare lo stage di preparazione, imperniato secondo un impegnativo calendario di prove su un repertorio di assoluta originalità ed interesse, ideato per celebrare un prestigioso evento, in occasione del quale il CORO GIOVANILE ITALIANO rappresenterà la musica corale italiana: la prossima Assemblea Generale di EUROPA CANTAT, Federazione che riunisce le organizzazioni corali di tutta Europa, i cui rappresentanti si incontreranno tra il 19 e il 21 novembre 2004 a Venezia. I concerti di questo tour estivo hanno anticipato il programma che sarà offerto proprio su quel palcoscenico internazionale: un omaggio alla musica corale italiana del passato e del presente e al fascino storico e culturale della città ospitante. Accanto a Mottetti di Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi sono state presentate nuove composizioni di autori italiani – Giovanni Bonato, Elena Camoletto, Piero Caraba, Giuseppe Mignemi, Mauro Zuccante commissionate per l’occasione ed ispirate alla Scuola Veneziana. Di questa raffinata dedica alla musica corale italiana antica e contemporanea è stato offerto, ancor prima dell’inizio del tour ufficiale, presso la sede del Consiglio Regionale dell’Umbria, un significativo estratto: in questo speciale concerto il CORO GIOVANILE ITALIANO si è presentato al Consiglio della Regione Umbria con alcune perle del suo repertorio. Foltissimo il pubblico che è accorso a Palazzo Cesaroni, sede della Regione Umbria, per ascoltare la prestigiosa formazione. In quest’occasione il CGI ha avuto l’opportunità di esprimere, attraverso un saggio concreto dei risultati artistici, la gratitudine per l’attenzione e il sostegno ricevuto dalle istituzioni. Primo dei concerti serali in programma per il tour estivo, è stato l’appuntamento presso la Basilica Superiore di San Francesco nella quale il gruppo aveva raccolto un ampio consenso di pubblico la scorsa estate e dove è stato espressamente invitato a ritornare. Anche quest’anno un numeroso pubblico ha ascoltato in un’atmosfera di rara concentrazione l’esibizione del Coro Giovanile Italiano, dimostrando di gradirne il repertorio e la comunicativa. Lo stesso programma musicale è quindi stato riproposto per le ultime due tappe del tour: a Rimini presso la suggestiva Abbazia di Santa Maria di Scolca (detta anche di San Fortunato), e a Chiavenna presso la Chiesa Collegiata di San Lorenzo. Particolarmente emozionante è stato quest’ultimo appuntamento, per il particolare clima creatosi fra i ragazzi, ormai in procinto di salutarsi, che magistralmente diretti dal M° Bressan hanno letteralmente strabiliato il foltissimo pubblico (circa 500 persone) con una più che mai partecipata interpretazione. CORO GIOVANILE ITALIANO 2004 SOPRANI Marta Bonomi, Alessandra Cordova, Barbara Crisponi, Silvia Frigato, Lucia Maggi, Maria Giovanna Michelini, Lucia Montanaro, Angela Nisi, Sheila Rech, Elena Rossetto. CONTRALTI Fabio Anti, Maria Cristina Battaglia, Valentina Bernardini, Vittoria De Leonardis, Davide Fior, Carla Genchi, Annalisa Metus, Nadia Romeo. TENORI Enrico Benati, Emanuele Christian Beninati, Pasquale Bottalico, Marco Dainese, Cesare Facchetti, Jacopo Facchini, Maurizio Miglioresi, Luigi Turnaturi. BASSI Nikolaj Bukavec, Andrea Crastolla, Matteo Ferrara, Emanuele Gasparini, Simone Gentili, Fabio Biagio La Torre, Vito Lopriore, Andrea Macis. ORGANO Gaetano Magarelli PROGRAMMA MUSICALE 2004 Contemplantes Piero Caraba (1956) O QUAM AMABILIS (a 8 v.) Giovanni Gabrieli (1556-1612) O JESU MI DULCISSIME (a 8 v. in 2 cori) Giovanni Gabrieli O QUAM SUAVIS (a 7 v.) Claudio Monteverdi NISI DOMINUS (a 10 v. in 2 cori) 1567-1643) Adorantes Elena Camoletto (1965) TRISTIS EST ANIMA MEA (a 8 v. in 2 cori) Giovanni Gabrieli DILIGAM TE DOMINE (a 8 v.) Giovanni Gabrieli SUSCIPE CLEMENTISSIME DEUS (a 6 v. e b.c.) Claudio Monteverdi ADORAMUS TE (a 6 v. e b.c.) Mauro Zuccante (1962) ECCE VIDIMUS (a 8 v. in 2 cori) Jubilantes Te Giuseppe Mignemi (1966) SPIRITUS DOMINI (a 12 v. in 3 cori) Giovanni Gabrieli JUBILATE DEO (a 8 v.) Giovanni Gabrieli HODIE COMPLETI SUNT (a 8 v. in 2 cori) Claudio Monteverdi CANTATE DOMINO (a 6 v e b.c.) Giovanni Bonato (1961) AUDI FILIA - Alleluja (per 8 gruppi e bicchieri) 23 attività dell’Associazione COMPORRE PER CORO OGGI Ad Aosta la III edizione del Seminario per giovani compositori d i C a r l o To m m a s i 24 Per ogni periodica iniziativa corsuale, quello della terza edizione è sempre un momento importante, un varo definitivo, la conferma che ciò che si sta facendo funziona veramente e può avere un futuro. Quanto detto vale anche per Comporre per coro oggi, il seminario per giovani compositori di musica corale che ormai si tiene tradizionalmente ad Aosta l’ultima settimana di luglio, a cadenza biennale (alternativamente rispetto all’Accademia Europea per direttori di coro e cantori di Fano). L’edizione di quest’anno, sotto questo profilo, ha rappresentato certo una riprova della bontà dell’iniziativa; ma ha nel contempo aperto nuovi interrogativi sui suoi possibili sviluppi. Il seminario di Aosta è una realtà in continua evoluzione, mai uguale a se stessa nonostante la sua specificità, che si sta ingrandendo e nella sua crescita va coinvolgendo sempre nuove forze. Nato infatti nel 2001 come corso organizzato a livello nazionale da Feniarco e Arcova (Associazione regionale cori Valle d’Aosta) con il contributo della Regione Valle European seminar for young composers d’Aosta e la collaborazione del locale Istituto Musicale (che da sempre mette le proprie strutture a disposizione del corso), l’iniziativa venne replicata l’anno successivo e poi trasformata in un evento ad anni alterni, non più solo nazionale ma europeo sotto l’egida di Europa Cantat. L’edizione 2004 si presentava per la prima volta con questa rinnovata formula, forte di importanti novità organizzative. Da sempre Comporre per coro oggi possiede alcune specificità che concorrono a farne un’iniziativa indovinata. È doveroso innanzitutto ricordare che l’ideazione di questo seminario si colloca all’interno di una linea più ampia che la Feniarco persegue con l’obiettivo di creare e valorizzare un nuovo repertorio di composizioni corali e un gruppo, sempre più vasto, di compositori di nuove musiche per coro (si possono citare, per esempio, numerose iniziative editoriali quali Melos e Choraliter); in questo contesto Aosta si inserisce quale momento di lavoro sul campo, anzi di laboratorio e sperimentazione diretta grazie alla presenza co- stante di un coro-laboratorio che prova, anche in corso d’opera, le composizioni ed elaborazioni scritte dai corsisti: un paziente lavoro da parte di tutti – docenti allievi coristi – che costituisce il prototipo, il paradigma di cosa vuole veramente dire scrivere per un coro: rispettare la specificità delle voci, saper creare impasti (a livello melodico, armonico, timbrico) di buona resa sonora, saper adoperare saggiamente di tutti i moderni effetti di cui la scrittura corale in questi ultimi decenni s’è arricchita (glissandi, parlati, clusters, ecc.); il tutto, ovviamente, tenendo conto che nella scrittura per coro è più importante che mai essere in grado di stimolare i propri esecutori con proposte coinvolgenti, interessanti e gratificanti: e quale modo migliore per sperimentarlo se non “in presa diretta”? Passiamo quindi alle novità di quest’anno. Intanto, una novità di punta era la presenza, quale coro laboratorio, del validissimo Torino Vocal Ensemble. Poi, per la prima volta c’era un docente straniero: il M° Yaakko Mäntyjärvi, affermato compositore finlandese e direttore del Tapiola Chamber Choir, curava infatti la “bottega di composizione”, mentre come gli altri anni la “bottega di elaborazione” era tenuta dal M° Mauro Zuccante e la “bottega di sperimentazione” (cioè il laboratorio con il coro) dal M° Pierpaolo Scattolin; il M° Giovanni Bonato - nelle scorse edizioni alla guida della bottega di composizione - è tornato quale gradito ospite per tenere in due serate successive un seminario sulla semiografia contemporanea che è risultato di grande interesse an ar g s attività dell’Associazione e utilità per lo svolgimento del corso. A questo proposito, l’edizione 2004 si configurava anche quale momento di confronto tra idee abbastanza diverse in campo compositivo, i cui poli opposti erano rappresentati da un lato da Bonato - da sempre convinto assertore di una scrittura basata su effetti moderni - dall’altro da Mäntyjärvi, il quale con la sua “Ave Maria d’Aosta” da lui scritta durante il corso ha voluto fornire, oltre che un omaggio alla città ospite, anche un esempio pratico della possibilità di adoperare ancor oggi una scrittura “tradizionale” (la composizione è stata poi eseguita, diretta dallo stesso autore, al concerto finale); sul fronte dell’elaborazione il M° Zuccante ha saputo proporre ai suoi corsisti nuovi e accattivanti materiali su cui lavorare, in prevalenza melodie gregoriane e organa polifonici - il cui fascino può essere rivissuto in chiave “moderna” senza però snaturarne l’essenza -; tutte le composizioni ed elaborazioni scritte durante il corso sono state infine provate, con gran dedizione e professionalità, dal coro laboratorio (presenti gli autori, che hanno provato in parte a dirigerle, almeno in sede di prova; non sono mancati momenti divertenti e fuori dal comune, come la concertazione dell’elaborazione di una melodia africana da parte di un corsista con esperienze jazzistiche, che ha visto alcuni membri del coro cimentarsi con le percussioni). Una buona metà dei pezzi – sempre sotto la direzione di Scattolin – è stata poi eseguita nella prima parte del concerto finale, tenutosi sabato 31 luglio nella splendida chiesa di S. Orso. Nell’intervallo seguente (nella seconda parte del concerto il coro, sotto la guida del suo direttore M° Carlo Pavese, ha poi eseguito brani del proprio repertorio) si è tenuta la consegna degli attestati ai corsisti da parte dei docenti, del M° Efisio Blanc, Presidente dell’Arcova, e dei Maestri Aldo Cicconofri, Vicepresidente Feniarco, e Thedora Pavlovitch, Vicepresidente di Europa Cantat. Naturalmente, oltre al gran lavoro da parte di tutti, non sono mancati neanche quest’anno momenti ricreativi e di svago, primo fra tutti la gita di gruppo (svoltasi per fortuna in condizioni atmosferiche ottimali!) nella bellissima zona di Chamois e del lago di Lod, poco lontano dalla vetta del Cervino… A questo proposito bisogna dire che, se la sostanza didattico-pratica di Comporre per coro oggi è unica nel suo genere, anche la cornice paesaggistica è parte importante del suo successo, e da questo punto di vista – oltre che da quello dell’ottima organizzazione - Aosta ha decisamente confermato la sua attitudine quale sede deputata del corso. Non è mancato, verso la fine, un momento di confronto collettivo in cui sono emersi da più parti suggerimenti e qualche piccola critica, ma il giudizio unanime sul corso è stato sostanzialmente positivo: se il numero di iscritti è solo leggermente aumentato (dodici allievi effettivi, di cui uno straniero, e due uditori: sembra poco ma è un numero giusto per lavorare bene, tenendo poi conto che un seminario così specifico non è per tutti, ma richiama solo chi può avere reale interesse), il corso in queste tre edizioni è, soprattutto, molto cresciuto in funzionalità e qualità dei risultati ottenuti. Al di là di tutte le giuste modifiche e opportuni ampliamenti che si riterrà opportuno adottare nelle prossime edizioni di Comporre per coro oggi, il mio sincero augurio è che l’iniziativa continui conservando sempre le specificità positive che ne hanno contraddistinto la nascita. Saluto tutti quelli che hanno condiviso con me quest’esperienza, ringraziando coloro che si sono dati da fare per organizzarla, e a tutti formulando un sincero “ad maiora”! 25 attività dell’Associazione 35° CONVEGNO EUROPEO DI STUDI MUSICOLOGICI E PEDAGOGICO-MUSICALI Gorizia, 12 – 15 luglio 2004 M olto interessanti per la coralità i temi trattati nel 35° convegno europeo di studi musicologici, tenutosi a Gorizia lo scorso luglio. In particolare la sessione del convegno musicologico dedicata all’editoria musicale e corale in Italia, e il tema del convegno pedagogico musicale, dedicato alla vocalità infantile e giovanile sono di particolare attualità. Pubblichiamo in questo numero di Choraliter la sintesi del convegno, a cura di Alessandro Pace. SEZIONE MUSICOLOGICA 26 Tema A: L’editoria musicale e corale, fra utopia e realismo, con particolare riferimento alla situazione italiana contemporanea La tavola rotonda sull’editoria musicale e corale promossa e organizzata dall’Associazione “C. A. Seghizzi” è iniziata con una breve introduzione a cura di Italo Montiglio (Università di Trieste) che, oltre a sottolineare la novità e particolarità dell’iniziativa abbinata alla Prima mostra-mercato internazionale dell’editoria musicale, ha presentato il volume degli Atti e comunicazioni del XXXIV Convegno Europeo di studi sull’educazione musicale e sulla musica corale tenutosi a Gorizia nel luglio del 2003. Sandro Bergamo (Pordenone) ha esposto le iniziative editoriali della FENIARCO e dell’USCI mentre il musicologo David Giovanni Leonardi (Conservatorio di Musica di Cosenza) ha presentato l’ipotesi di un progetto per la pubblicazione di un’edizione complessiva del repertorio corale popolaresco in lingua friulana. Giulio Monaco (Conservatorio di Musica “Cantelli” Novara) ha evidenziato le difficoltà di un direttore di coro di fronte alle proposte editoriali offerte dal mercato e Giacomo Monica (Conservatorio di Musica “A. Boito” di Parma) ha riassunto una ricerca, da lui condotta e pubblicata, sul canto popolare tramandato oralmente e sulle possibilità che questa forma di musica possa venire trascritta ed elaborata per attualizzarla e renderla fruibile nella scuola materna, elementare e media in forma corale. Alessandro Pace (Trieste), nel suo intervento ha sottolineato come l’Associazione corale goriziana “C. A. Seghizzi” tra le sue innumerevoli iniziative legate al mondo della coralità annoveri anche un’importante attività editoriale. I 34 volumi degli Atti Congressuali rappresentano un caso unico in Italia per continuità e sistematicità di riflessione sia nel campo della musica corale sia in quello della pedagogia e didattica della musica. Mentre i cataloghi, le biografie e le pubblicazioni archivistico-storiche sono un utile strumento di indagine per chi s’interessa della musica corale. Elena Sclauzero (Udine) ha presentato la vita e il catalogo delle opere di Giovanni Pian, personalità di spicco del Novecento musicale isontino, e Cristina Scuderi (Udine) ha tracciato una sintetica biografia di Siro Cisilino trascrittore e curatore di musica rinascimentale. Cecilia Driussi (Venezia) ha parlato dell’aspetto editoriale legato alla stampa dei programmi concertistici nel Friuli Venezia-Giulia. A conclusione dei lavori Fabio Nesbeda (Trieste) ha brevemente comunicato alcune esperienze editoriali legate sia all’USCI del Friuli Venezia Giulia, come la collana ”Choraliamusica” e la rivista “Choralia”, che all’USCI di Trieste, come “Canti popolari giuliani” e il recente “Cantar Saba”. Tema B: Il disco a 78 giri fra cultura e tecnologia La sezione musicologia, tema B, promosso dall’Associazione Corale Goriziana “Cesare Augusto Seghizzi” in collaborazione con l’Università degli Studi di Udine, Corso di Laurea DAMS, è stata aperta da Giovanni De Mezzo (Università di Udine) che ha tracciato in maniera sintetica la storia del 78 giri mentre Luisa Zanoncelli (Università di Udine) ha messo in evidenza come il 78 giri si proponga oggi non solo come un importante strumento per la ricerca musicologia ma anche come nuovo mezzo interattivo di educazione musicale e importante fonte per la studio della storia. Nel suo intervento Pierpaolo Sancin, studioso e collezionista, ha analizzato la produzione dei 78 giri dagli esordi fino alla metà degli anni Venti sottolineando come questo periodo sia stato caratterizzato dalla nascita di diverse etichette artigianali, in genere di proprietà degli stessi produttori di fonografi, che proponevano i più disparati generi e stili musicali. Infine Clelia Parvopassu (Università di Udine) ha presentato alcune esperienze europee miranti alla valorizzazione del 78 giri in ambito didattico. SEZIONE PEDAGOGICO – MUSICALE “La vocalità nei suoi aspetti pedagogici, didattici e psicologici, per un progetto dalla scuola materna alla superiore compresa, dentro e fuori le istituzioni pubbliche” I lavori del 35° Convegno Europeo di Studi Musicologici e Pedagogico–Musicali – sezione pedagogica-musicale – promosso e organizzato dall’Associazione Corale Goriziana “Cesare Augusto Seghizzi”, sono stati aperti dal prof. Claudio Desinan (Università di Trieste) moderatore del Convegno. Nella sua introduzione di carattere generale Claudio Desinan si è soffermato sull’importanza d’inquadrare la musica e l’educazione musicale in una visione allargata per dare un decisivo contributo alla consapevolezza del loro valore formativo. Il riferimento teorico proposto è il postmodernismo e il concetto di crisi ad esso legato. attività dell’Associazione Quest’ultimo trova le sue origini nell’età della ragione ma si attua in tutta la sua drammaticità nella civiltà industriale e cibernetica dando origine oggi ad una società caratterizzata dall’incertezza. L’uomo postmoderno è disorientato e si lascia catturare dagli stimoli in una frenetica corsa senza meta. In questo contesto l’arte e la musica in particolare assumono importanza: l’uomo di fronte alla sua inutilità e in contrapposizione alla “metafisica dell’avere” si ferma davanti all’opera d’arte riscoprendo così sé stesso. Il dott. Alessandro Pace (Trieste) coordinatore del Convegno, nel tracciare una sintesi dei contributi dati dai precedenti Convegni sul tema della vocalità infantile, ha posto l’accento sul fatto che in Italia a tutt’oggi manca uno studio organico e completo sulla vocalità infantile capace di formulare una vera e propria teoria. Certamente, non sono mancati dei pregevoli contributi sul campo della vocalità, ma individuali e non in grado di espletare la loro influenza in tutto il territorio nazionale. In questo contesto, per la quantità di contributi, riferimenti e citazioni, i Convegni Europei di Educazione Musicale rappresentano un punto di riferimento fondamentale per un’analisi pedagogica, didattica e psicologica del tema in oggetto. Nel suo intervento il prof. Giulio Monaco (Conservatorio di Musica “Cantelli”, Novara) ha rimarcato come la musica possieda in sé uno degli elementi costitutivi fondamentali della “Pulsione Vitale primordiale”: il ritmo. Quest’ultimo fa leva su una componente essenziale, arcaica e quindi istintiva, dunque esso deve essere posto al primo gradino del processo formativo. Ma oltre al ritmo, la musica utilizza i timbri e le altezze dei suoni ed è strettamente connessa alle forme del linguaggio che si avvalgono della parola come mezzo di diffusione del dato comunicativo. Allora come il ritmo sublima l’Impulso Vitale, così i suoni vocalici, organizzati artisticamente nei vari elementi costitutivi, sublimano le strutture della comunicazione verbale organizzata. Per Giulio Monaco, dunque, la voce e la vocalità rappresentano lo strumento primario per una corretta alfabetizzazione alla musica. L’insegnante Beniamina Carretta (Scuole del IV circolo di Parma) ha messo in evidenza l’aspetto educativo e pedagogico del canto popolare. Con il sussidio di un video di presentazione sulle attività del corso di canto corale annesso al Laboratorio Musicale del IV Circolo di Parma che coinvolge un’alta percentuale di bambini stranieri e diversamente abili, Beniamina Carretta ha dimostrato come la coralità nella scuola primaria non si limiti a perseguire soltanto l’obiettivo specifico dello sviluppo dell’orecchio musicale, ma permetta di operare anche nel campo della socializzazione e dell’integrazione. Il prof. Italo Montiglio (Università di Trieste), prendendo spunto dall’espressione “Al principio fu la Parola” comune a molte culture, ha sottolineato come la voce si “reincarni” in ogni essere umano denotandolo e caratterizzandolo. La voce dunque rappresenta la nostra personalità, ci presenta e rappresenta diventando un’opportunità per una corretta educazione dell’uomo. La dott.ssa Anna Capovilla (Università di Padova) ha tracciato in maniera sintetica l’evoluzione delle capacità vocali a partire dalla nascita fino alla senescenza soffermandosi su una corretta igiene dell’apparato vocale. In particolare Anna Capovilla nel suo intervento ha chiarito come sia importante che l’educazione alla vocalità tenga sempre presente l’evoluzione dell’apparato fonatorio del bambino e del ragazzo onde evitare “forzature” che potrebbero compromettere il suo corretto funzionamento. Il M° Bruno Gini (Cremona) ricercatore e direttore di coro, ha esposto una ricerca da lui condotta nell’ambito delle attività musicali svolte presso la Scuola Materna di Quintano appartenente all’Istituto Comprensivo di Trescore Cremasco (Cremona). In tale ricerca è emerso come l’educazione vocale/corale influenzi positivamente gli aspetti affettivi ed emotivi degli educandi. La prof.ssa Daniela Nicodemo (Pordenone) ha presentato una relazione in cui ha rimarcato l’importanza di un percorso formativo che utilizzi la voce e la coralità anche al di fuori della scuola dell’obbligo. Tale educazione non può non tenere conto dell’importanza della conoscenza da parte del discente della tecnica vocale che dovrà partire dalla respirazione e dal rilassamento per poi affrontare la risonanza, l’emis- sione e l’articolazione. La prof.ssa Annachiara Scapini (Scuola media inferiore di Cologna Veneta – Verona) ha messo in evidenza l’importanza del lavoro vocalico sia all’interno della scuola dell’obbligo che nelle attività extrascolastiche legate alla coralità e alla drammatizzazione teatrale. Nella sua relazione Annachiara Scapini ha toccato l’aspetto sonoro delle vocali e la loro locazione nel corpo umano, ha sottolineato la loro caratteristica di pre-linguaggio universale, ha analizzato la loro valenza emotiva, l’aspetto euritmico e le possibili associazioni con “parole/chiave”. Il prof. Michele Cassese (Università di Trieste) attraverso l’analisi del corale luterano, dell’Oratorio di Filippo Neri e della corale pietista, ha analizzato l’importanza del canto come mezzo di educazione e formazione. Il prof. Tullio Visioli (Università LUMSA di Roma) ha cercato di ridefinire e rifondare attualizzandolo il rapporto voce/canto suggerendo alcune ipotesi di ricerca. Il M° Roberto Fioretto (Vicenza) ha evidenziato il fatto che, a differenza di quanto emerso fin ora nella scuola italiana, si può impostare la voce subito attraverso un lavoro sul singolo individuo parallelamente ad una “forte” educazione all’ascolto partecipato. La dott.ssa Antonella Coppi (Università di Modena e Reggio Emilia) ha rilevato come, attraverso l’analisi dei Progetti Educativi delle scuole materne ed elementari di Reggio Emilia, risulti che l’educazione alla vocalità sembri rivestire ancora un ruolo marginale nell’insegnamento/apprendimento musicale di base. La prof.ssa Cristina Fedrigo e la prof.ssa Piera Acone (Conservatorio di Musica “A. Steffani” di Castelfranco Veneto, Treviso) hanno espresso l’importanza di “liberare la voce” e iniziare ad esprimersi attraverso il canto senza preoccupazioni di qualità e intonazione. Attraverso esempi pratici hanno dimostrato come si può dialogare ed esprimere sentimenti attraverso il canto sia improvvisando su strutture modali sia utilizzando i testi di esercitazione alla lettura cantata. Infine la prof.ssa Kristine Hecker (Università di Siena) ha presentato un progetto di corso di l ingua tedesca per le classi di canto basato sulla lettura e comprensione di Lieder. Alessandro Pace 27 scheda regione L’ASSOCIAZIONE CORI PIEMONTESI (ACP) RECAPITI Sede e recapito: E-mail: ORGANI STATUTARI CONSIGLIO DIRETTIVO SANDRO CODA LUCHINA Presidente LIVIO BLESSENT Vice presidente GIORGIO CODA LUCHINA Segretario 28 SILVIO VUILLERMOZ UMBERTO CANTORO CATERINA CAPELLO GIORGIO GUIOT MAURO FIORINI PIER LUIGI ELLENA MARCO COLOMBO WALTER PREVE FLAVIO BECCHIS MARIO DELLAPIANA GIANFRANCO ZAMMARETTI Consiglieri COMMISSIONE ARTISTICA: GIULIO MONACO Presidente ALTRI COMPONENTI: EDY MUSSATTI ELENA CAMOLETTO GIOVANNI CUCCI MARIA ELENA MAZZELLA RIVISTA ASSOCIATIVA “VOGLIA DI CORO” Periodicità: semestrale LIVIO BLESSENT Direttore COMITATO DI REDAZIONE APERTO AI CONSIGLIERI VIA MONTE MUCRONE 3 13900 BIELLA www.associazionecoripiemontesi.it [email protected] [email protected] [email protected] L’ASSOCIAZIONE CORI PIEMONTESI (ACP), è sorta nell’anno 1982, su iniziativa di Angelo Agazzani, coadiuvato da Sergio Pasteris. La sede iniziale e fino all’anno 2000 è stata Torino, per poi diventare itinerante a secondo della nomina e residenza del Presidente. Attualmente è a Biella in Via Monte Mucrone 3. L’attività svolta in passato oltre ad incentivare l’aspetto associativo, si è concentrata nell’organizzazione di vari momenti corali, dalle Rassegne ai Concorsi regionali, all’inserimento in biblioteca di un corposo archivio di brani corali. Negli ultimi anni i Cori associati sono saliti a 180, con una media Coristi pari a 4300 circa. I servizi offerti ai cori associati, oltre al ricevimento della Rivista “Voglia di Coro” semestrale dell’ACP, sono uno sconto sull’abbonamento alla Rivista “La Cartellina”, l’assistenza gratuita di un commercialista fiscalista, la disponibilità della Commissione Artistica per problemi tecnici musicali. A cadenza biennale l’Associazione organizza un Concorso Nazionale e Regionale riservato ai Cori popolari e non, oltre ad un Concorso Nazionale di Composizione ed Elaborazione corale. E’ alla terza e collaudata edizione del progetto “Cantincoro” insegnamento del canto corale nelle Il Presidente Sandro Coda Luchina Scuole Elementari secondo ciclo, con una partecipazione media superiore ai 1800 bambini, con relativi saggi a fine corso. Organizza in collaborazione con la Regione e la Provincia di Cuneo, un Festival, riservato ai Cori studenteschi, che spazia dai Cori delle Scuole Materne ai Cori delle Medie Superiori. L’ultima edizione 2004, ha visto la partecipazione di ben 27 Cori. Annuali i corsi di aggiornamento per Direttori di coro. I progetti futuri, oltre alla normale organizzazione di manifestazioni corali sul territorio regionale è di potenziare il lavoro all’interno delle Scuole, unico e incontestabile strumento per la continuità del mondo corale. È in fase di elaborazione un’incisione riservata alla coralità piemontese. notizie dalle regioni A.R.C.L. Associazione Regionale Cori del Lazio Via V. della Storta, 5 00123 Roma Presidente: Alvaro Vatri 1 - Domenica 6 giugno, con una conferenza tenuta dal M° Piero Caraba, si è conclusa la stagione che ha visto l’A.R.C.L. impegnata nell’attività di collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per la stagione del Coro dell’Accademia. L’A.R.C.L. ha curato gli “Incontri Musicali” che precedono i concerti del Coro Polifonico e di quello da Camera, offerti, secondo gli accordi di partnership, ai cantori iscritti all’Associazione Regionale, ed al pubblico sempre più numeroso dei frequentatori dei concerti. Il bilancio dell’iniziativa è stato valutato molto positivamente dal Presidente-Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il prof. Bruno Cagli, che ha rinnovato l’invito alla collaborazione. L’incontro del 6 giugno, dedicato ai Capolavori Corali del Novecento, si è svolto nella Sala Prove del Coro presso l’Auditorium Parco della Musica con la gradita presenza del M° Guido Turchi che ha illustrato, di prima mano, insieme con il M° Caraba, la sua composizione “Inno Vespertino”. 2 – CONCORSO NAZIONALE CITTA’ di ZAGAROLO Domenica 6 giugno nella Chiesa di S. Pietro Apostolo di Zagarolo si è svolto il III Concorso di Canto Corale “Città di Zagarolo”. Alla manifestazione, organizzata dal Comune di Zagarolo, con la collaborazione della Provincia di Roma, del Coro Operton e dell’Associazione Musica e Cultura, e con il patrocinio dell’A.R.C.L. e della Nuova Pro Musica Studium, hanno partecipato 11 cori provenienti da 7 regioni, per un totale di circa 240 cantori. Foltissimo il pubblico che gremiva la Chiesa di San Pietro (dalla buona acustica), in grado di contenere circa 1000 persone. Il primo premio di 1500 euro è stato vinto da “I Cantori di Santomio” di Malo (VI), diretti da Nicola Sella, il secondo (850 euro) è andato al “Coro Femminile Eos” di Roma diretto da Fabrizio Barchi, mentre il “Coro Femminile Samnium Concentus” di Campobasso, diretto da Guido Messore, e il “Genova Vocal Ensemble”, diretto da Roberta Paraninfo, si sono aggiudicati ex aequo il terzo premio di 500 euro. La giuria, composta da Mauro Chiocci, Lorenzo Donati e Michele Iosia, ha assegnato anche gli altri premi di 150 euro: “Premio Domenico Cieri” per la migliore esecuzione del brano rinascimentale a I Cantori di Santomio, il “Premio Nuova Musica” per il brano di autore italiano vivente al Coro Femminile Samnium Concentus per “Invocazione II” di Antonio Iafigliola e il “Premio La Settimana della Scuola” per il coro con maggior numero di cantori sotto i 25 anni al Coro Femminile Eos e al Genova Vocal Ensemble. Il direttore artistico della manifestazione, il M° Mauro Marchetti ha anticipato alcune novità per la prossima edizione (ampliamento delle categorie con particolare attenzione alla realtà dei cori giovanili ed altre), tutte volte a fare del Concorso, che può contare sul sostegno convinto delle Istituzioni e sull’entusiasmo degli organizzatori, un appuntamento importante e qualificante nel panorama dei concorsi corali nazionali. 3 - “L’A.R.C.L. per la Festa Europea della Musica”. In occasione della Festa Europea della Musica, che tradizionalmente si celebra il 21 giugno in alcune capitali Europee, l’A.R.C.L. ha organizzato una Rassegna Corale presso la Chiesa Valdese di Roma. Sono ormai quasi 10 anni che anche a Roma si celebra la Festa Europea della Musica e l’Associazione Regionale Cori del Lazio – A.R.C.L. ha fin dal primo anno raccolto l’invito a prendere parte a questa manifestazione, sollecitando i propri cori a dare la loro adesione. Lo spirito che anima la Festa della Musica è particolarmente in sintonia con l’associazionismo corale amatoriale e quindi fin da subito la data del 21 giugno si è imposta come un punto di riferimento per la programmazione delle attività dei cori. La presenza dei cori associati è sempre stata di rilievo sia numericamente che qualitativamente e, edizione dopo edizione, si è fatta strada l’esigenza di un coordinamento e di una unitarietà che consentisse al pubblico amante della musica corale una fruizione più organica e gratificante. Così nell’edizione 2003 è stato varato il progetto di una Rassegna dei cori associati in un unico luogo: per tre serate, nella Chiesa Valdese di Roma in piazza Cavour, 21 cori provenienti da tutto il Lazio si sono susseguiti, dalle 19.00 alle 23.00, ininterrottamente con esibizioni di 30 minuti, offrendo al pubblico una “colonna sonora corale” ricca, varia nei repertori e nei generi musicali. La manifestazione è stata anche l’occasione per gli stessi cori di incontrarsi, ascoltarsi vicendevolmente e intrecciare rapporti di collaborazione. Per il 2004 si è deciso di ripetere l’esperienza, cercando di migliorare la visibilità della rassegna per una fruizione più funzionale da parte del pubblico. L’Associazione Festa Europea della Musica ha recepito l’esigenza dedicando uno spazio specifico nel programma generale. Nel corso delle tre serate (19,20,21 giugno) presso la Chiesa Valdese di Roma si sono esibiti 26 complessi corali, provenienti da tutta la regione, per un totale di oltre 700 cantori! 4 - E’ in corso di stampa il primo fascicolo dei “Quaderni dell’A.R.C.L.” con le relazioni tenute al convegno “In coro: studi in onore di Domenico Cieri” svoltosi il 19 ottobre scorso a Roma. Le relazioni rivestono un interesse particolare per tutta la coralità amatoriale (e non) pertanto i fascicoli sono a disposizione di quanti ce ne faranno richiesta tramite e-mail o per posta ordinaria. Ricordiamo gli argomenti e i relatori: – LOGOS E MELOS: voce, individuo, coro - Bernardino Streito – L’EDIZIONE MODERNA DELLA POLIFONIA ANTICA: nuovi orientamenti semiologici e nuove prospettive nella prassi esecutiva - Francesco Luisi – UN CORO IN OGNI SCUOLA !!?? Appunti sull’educazione vocale e corale nella realtà italiana - Franca Ferrari – I CANTI POPOLARI DEL LAZIO E L’ELABORAZIONE CORALE: alcune osservazioni - Ambrogio Sparagna – DOMENICO CIERI: un ricordo e una collaborazione - Mauro Chiocci 29 notizie dalle regioni N A.E.R.CO Associazione Emiliano-Romagnola Cori Via Amendola,13 40121 Bologna Presidente: Pierpaolo Scattolin 30 el corso dei lavori dell’Assemblea dell’Associazione che quest’anno è stata celebrata a Cento, la cittadina emiliana che ha dato i natali al Guercino, i Delegati dei Cori presenti, dopo aver ascoltato la relazione del Presidente Scattolin e del Segretario Pucci, hanno proceduto ad approvare il bilancio consuntivo e preventivo per gli anni 2003 e 2004. Il Segretario ha dato annuncio che, anche in virtù del buon lavoro operato nell’ultimo triennio, la Regione ha rinnovato la convenzione con l’AERCO sulla scorta di un progetto triennale, concordato, che prevede iniziative sulla pubblicistica, sulla corsualità e sulle forme di spettacolo a valenza regionale. Un momento particolarmente interessante è stato quello della discussione di un emendamento alla Statuto associativo, che introduce la nuova figura del Vicepresidente. I Delegati hanno dato vita ad un dibattito molto produttivo che ne ha definito i termini di eleggibilità e le competenze. Nella prossima Assemblea elettiva dunque, l’AERCO si arricchirà di un nuovo amico, collaboratore principale del il Presidente, che consentirà alla Associazione una migliore visibilità ed attenzione nel mondo della coralità regionale. Il 17-18-19 Settembre si terranno a Bologna le giornate finali del Corso per Direttori di coro e coristi “LA POLIFONIA E IL CANTO POPOLARE - ASPETTI D’INTERSECAZIONE TECNICO-MUSICALE - TECNICHE PER L’ALFABETIZZAZIONE MUSICALE E L’INTONAZIONE CORALE”, che ha impegnato l’AERCO sin dallo scorso febbraio. Il programma dello Stage ha dovuto subire una anticipazione di una settimana a causa di impegni dei cori partecipanti; ne diamo ora i termini definitivi. IL PROGRAMMA Stage di direzione: 17-19 settembre 2004 con 4 cori laboratorio per 10 direttori che possono optare per dirigere ciascuno due cori; i cori laborarorio saranno: Coro Stelutis di Bologna diretto da Giorgio e Silvia Vacchi Coro Euridice di Bologna diretto da Pier Paolo Scattolin Coro Studiun Canticum di Cagliari diretto da Stefania Pineider Coro Vox Cordis di Arezzo diretto da Lorenzo Donati – per il Concerto finale che si celebrerà Domenica 19 Settembre alle ore 18,30 nell’Aula Absidale S. Lucia dell’Università di Bologna, ogni direttore ha a disposizione 2 pezzi da distribuire fra due cori; – nel concerto finale ogni coro ha a disposizione 25 minuti per un numero massimo di 6 pezzi (tranne il coro Stelutis fino ad un massimo di 4 pezzi per 20 minuti); nel concerto finale i cori eseguiranno in totale 20 pezzi; – durante gli atelier i direttori potranno provare un pezzo in più rispetto a quelli che eseguiranno in concerto; ci sarà una seconda prova prima del concerto in cui ogni direttore ha a disposizione altri 20 minuti per ciascun brano scelto; – ciascuno dei direttori dei cori laboratorio è disponibile per incontri con i direttori partecipanti; – all’atto dell’iscrizione il candidato comunica la preferenza di quattro brani del repertorio (tre per la concertazione, di cui due per il concerto, e un brano di riserva per evitare eventuali doppioni nel programma del concerto). La conduzione degli atelier è curata da Giorgio Vacchi per il canto popolare e Pier Paolo Scattolin per la polifonia con la collaborazione di Lorenzo Donati e Stefania Pineider. INFO 335 6908 629 e 329 6150164 L USCI Unione Società Corali del Friuli Venezia Giulia via Altan 39 San Vito al Tagliamento Presidente: Sante Fornasier ’estate 2004 è stata caratterizzata, per l’USCI Friuli Venezia Giulia, dal canto gregoriano: in occasione del decennale dei Seminari Internazionali di Canto Gregoriano che si tengono all’Abbazia di Rosazzo, l’USCI Friuli Venezia Giulia ha voluto predisporre un ricco calendario, sotto il titolo unificante e significativo di Verbum resonans, che riassume il senso di anni di lavoro su un aspetto così specifico e nel contempo così fondamentale per la vita musicale e corale in particolare. I corsi di Rosazzo costituiscono ormai un punto di riferimento per lo studio e l’approfondimento anche grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze Storiche e Documentarie dell’Università degli Studi di Udine e dell’Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano. Il decennale rappresenta non solo una tappa fondamentale ma anche un utile momento per un bilancio degli obiettivi raggiunti tramite l’opera di sensibilizzazione della coralità e delle istituzioni religiose regionali verso il Canto Gregoriano e le manifestazioni per il decennale hanno sancito il legame con il territorio e hanno inaugurato una proficua collaborazione con le quattro Diocesi del Friuli Venezia Giulia. Il calendario delle manifestazioni si è soffermato su tre linee direttrici, le messe cantate, i concerti di affermate formazioni gregoriane e gli approfondimenti. Le messe cantate nelle quattro chiese cattedrali (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine) e nelle abbazie di Sesto al Reghena e Rosazzo, sono state affidate ai gruppi regionali che affrontano il repertorio gregoriano: il 20 giugno nel duomo di Gorizia alle ore 12.00 con il Coro Giovanile “Euterpe” di Gradisca di Sedegliano, il 26 giugno nella Cattedrale di San Giusto a Trieste alle ore 11.30 con la Polifonica Friulana “J. Tomadini” di San Vito al Tagliamento, il 4 luglio, nel Duomo di Pordenone alle ore 12.15 con gli “Amici del canto gregoriano” di Trieste, l’11 luglio nel Duomo di Udine l’”Officium Consort” di Pordenone, e, nella chiesa dell’Abbazia di Santa Maria in Sylvis di Sesto al Reghna alle ore 10.30 ancora con gli “Amici del canto gregoriano” di Trieste e il 25 luglio; La Schola Gregoriana Monacensis diretta da Johannes Berchmas Goeschl ha aperto le manifestazioni il 18 giugno presso la Chiesa di San Francesco a Cividale del Friuli e il coro femminile Mediae Aetatis Sodalicum diretto da Antonino Albarosa direttore dei Seminari fin dal loro sorgere, gradito ritorno in regione, ha sostenuto tre concerti, a Rosazzo, a Trieste nella Cattedrale di San Giusto e nella la Basilica di Aquileia. L’intera manifestazione si è conclusa con la X edizione dei Seminari Internazionali di Canto Gregoriano presso l’Abbazia di Rosazzo dal 26 al 31 luglio che ha visto la partecipazione di corsisti provenienti da tutta Italia e con la tavola rotonda “Dieci anni di Canto Gregoriano in Friuli Venezia Giulia” alla quale sono intervenuti, oltre al Presidente dell’USCI Friuli Venezia Giulia, Sante Fornasier, Nino Albarosa, direttore dei Seminari, Franco Colussi, coordinatore degli stessi, don Guido Genero docente di liturgia, Paolo Loss, docente di vocalità e don Dino Pezzetta rettore dell’Abbazia di Rosazzo. notizie dalle regioni S abato 5 giugno ’04, nella splendida cornice del Teatro SANGIORGI di Catania si è svolta la Rassegna Corale organizzata dall’Associazione Regionale Cori Siciliani per festeggiare l’istituzione della Giornata Nazionale della Musica Popolare che si è tenuta, come specificato nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 maggio 2004, per l’anno 2004 il 5 giugno e, a partire dal 2005, la terza domenica del mese di maggio. Anche se il termine “musica popolare” non risponde in modo adeguato alle nostre aspettative, l’istiARS CORI tuzione di questa giornata da parte del Ministero rappresenta una tappa importante, un riconosciAssociazione mento della funzione educativa e sociale svolta dalla musica amatoriale e di conseguenza della coraRegionale Cori Sicilia lità amatoriale, un apprezzamento del lavoro svolto dai cori amatoriali su tutto il territorio Nazionale per la diffusione della musica e delle tradizioni culturali, per la funzione di aggregazione e sociavia Mons. La Rosa, 1 lizzazione delle varie realtà del nostro paese, e in ambito regionale, dall’ ARS Cori con i suoi 100 coLENTINI (SR) ri iscritti. Alla Rassegna hanno partecipato: Il coro “Puerincanto” di Lentini diretto dal M° Ezio Spinoccia, il Presidente: coro “G. De Cicco” di Carlentini diretto dalla Mª Maria Carmela De Cicco; il coro “Ad Dei Laudem” Franco Rapisarda di Lentini diretto dalla Mª Alida Balcone; il coro “Imago Vocis” di Catania diretto dal M° Salvatore Resca; l’Associazione Corale “Stesicorea” di Catania diretto dalla Mª Giuliana Sanfilippo, che si sono esibiti proponendo il meglio del loro repertorio che andava dai canti rinascimentali, alle villotte, dai canti siciliani ai negro spirituals, all’elaborazione di brani tratti dai cartoni animati, in un susseguirsi di esibizioni di ottimo livello. A dare maggior risalto alla serata è intervenuto l’Assessore Regionale ai Beni Culturali On.le Fabio Granata, che sebbene oberato dai numerosi impegni elettorali, è voluto intervenire lo stesso per sottolineare l’apprezzamento e l’ attenzione che l’Assessorato ai beni culturali pone all’ attività musicale amatoriale che riesce a coinvolgere un così grande numero di persone . La serata si è conclusa con la consegna delle targhe ricordo della serata da parte del Presidente dell’ ARS Cori Francesco Rapisarda e con l’esecuzione a Cori riuniti del Và Pensiero e dell’Inno Nazionale, sempre suggestivi e coinvolgenti. Innovazione e tradizione ai Corsi residenziali di musica corale allestiti dall’O.C.C. OCC Organizzazione Cori Calabri c/o Parrocchia San Sperato 89133 REGGIO CALABRIA Presidente: Giorgio Costantino L a Quattordicesima edizione dei Corsi residenziali di musica per cantori e direttori allestita dall’Organizzazione Cori Calabria si è svolta anche quest’anno nel suggestivo scenario delle alture di Tropea, presso il centro “Don Mottola” di S. Angelo-Drapia dal 22 al 28 agosto. Una settimana particolarmente intensa per decine e decine di studenti che hanno frequentato con ritmi serrati, attenzione ed interesse tali da prolungare gli orari di lezione ben oltre gli orari previsti. La formula dei corsi, già ampiamente sperimentata con successo negli anni passati, prevedeva i tradizionali stages di vocalità, repertorio moderno e contemporaneo, direzione corale e musicologia liturgica accanto, quest’anno, a due rilevanti novità: l’atelier di musica per coro di bambini e quello di composizione corale con annesso training compositivo. Di prim’ordine i docenti ingaggiati dall’O.C.C., maestri con curriculum di tutto rispetto. Nicola Conci, già direttore del coro di voci bianche del Teatro alla Scala di Milano, ha tenuto il corso di musica per coro di bambini davanti a un uditorio formato da un nutrito gruppo di ragazzini, provenienti da alcune formazioni corali di voci bianche aderenti all’O.C.C., nonché dai direttori stessi, affrontando le problematiche dell’emissione vocale e della gestualità proprie della vocalità dei fanciulli. Don Giorgio Costantino, presidente dell’O.C.C. e, tra l’altro, membro della Commissione artistica nazionale della FENIARCO nonché docente di Esercitazioni corali nei conservatori di musica e di Musicologia liturgica allo Studentato Teologico, ha tenuto uno stage su quest’ultima materia, quanto mai bisognevole di continui approfondimenti da parte dei cori e dei direttori, che molto spesso sono chiamati al servizio liturgico quando non impegnati stabilmente in chiese e cattedrali per costituire le preziose scholae cantorum. L’atelier di Vocalità corale è stato diretto da Walter Marzilli, docente di Direzione corale presso il Pontificio Istituto di Musica Sacra e di Vocalità corale presso il Collegio Spagnolo, il Collegio internazionale “Sedes Sapientiae” e il Pontificio Seminario Francese in Roma. Direttore dei Madrigalisti di Magliano, dell’Ottetto Vocale Romano, del quartetto “Amaryllis” e del coro del P.I.M.S., ha insegnato Vocalità corale nell’omonimo Corso triennale autorizzato dal M.I.U.R. presso il Conservatorio di Reggio Calabria. Pier Paolo Scattolin, compositore, direttore d’orchestra e di coro, nonché docente di Musica corale nei conservatori e direttore della Società corale “Euridice” di Bologna, ha diretto l’atelier del repertorio corale moderno e contemporaneo nonché quelli di direzione e di composizione corale, quest’ultimo in tandem con Francesco Romano, anch’egli compositore e docente presso il conservatorio di Reggio Calabria, che ha curato il training di un gruppo di aspiranti autori, sia cantori che direttori. I corsi si sono conclusi con i saggi finali davanti alle telecamere della Rai calabrese e ad alcuni inviati di testate giornalistiche. Il coro dei bambini, diretto dal M° Conci, si è esibito in brani di carattere didattico e nella divertente “Barcaruola a due voci” dal II atto dell’Elisir d’Amore di Donizetti, interpretata in chiave ricreativa con insospettabili ma evidenti finalità pedagogiche. Il coro degli adulti si è invece cimentato nell’esecuzione di alcune composizioni moderne e contemporanee obbedendo al gesto degli studenti direttori sotto la paziente e sapiente guida del M° Scattolin. Tra le composizioni che hanno visto la luce durante il training compositivo curato dal M° Romano, è 31 notizie dalle regioni stata scelta per l’esecuzione una gradevole elaborazione, per coro a cappella, della melodia del tradizionale Inno alla Madonna della Consolazione, Patrona di Reggio Calabria, portata a termine da Carmen Cantarella, direttore del reggino Coro “San Paolo”. «Il successo dei nuovi ateliers di Musica per coro di bambini e di Composizione corale conferma la validità dei progetti a lungo termine dell’O.C.C., che mi onoro di presiedere» dichiara il direttore dei corsi, don Giorgio Costantino, che così continua: «Curare la corretta impostazione delle voci sin dalla tenera età, nell’ambito di una chiara pedagogia musicale, significa costruire un futuro migliore per i nostri cori, formare un vivaio di cantori autenticamente valido e duraturo. Non bisogna poi trascurare la produzione di musica per coro, che non deve essere prerogativa di pochi ma opportunità per molti. Ecco il perché di un corso per compositori, aspiranti o già avviati». Il M° Francesco Romano aggiunge al riguardo: «Potrebbe sembrare velleitario un corso di appena una settimana destinato anche a studenti che, seppure volenterosi, non hanno ancora assimilato i rudimenti della composizione. In effetti, questa non si può propriamente “insegnare”, nel senso tradizionale del termine, bensì stimolare, a partire dalle naturali istanze di creatività e dall’esperienza dello studente quale esecutore o direttore. Qualche secolo fa, l’apprendimento del canto o di uno strumento non era disgiunto dal comporre». A questo punto, rileviamo che ciò contrasta con l’impostazione attuale degli studi musicali, ma il M° Romano non si scompone e continua: «Sappiamo che la mente non è solo simile a una spugna o a uno specchio, ma contribuisce creativamente al processo di conoscenza. Orbene, la composizione comincia sempre con una forma di creatività spontanea, l’improvvisazione, anche soltanto mentale, dopo la quale le idee dovranno essere elaborate e strutturate. In quest’ottica, insegnare non può esaurirsi nel trasmettere modelli o imporre prescrizioni. Ciò che conta è saper aiutare gli studenti, attraverso l’analisi, a comprendere la musica composta da altri e, attraverso la tecnica, a strutturare la “loro” musica sin dai primi timidi tentativi. Grazie a questo processo essi potranno costruire, gradualmente, la loro conoscenza musicale profonda. Da questo sapere, a qualsiasi stadio della sua maturazione, prendono vita le loro personali composizioni. Nella consapevolezza che, da un lato, il risultato artistico non può essere garantito e, dall’altro, che anche il più dilettantistico artigianato musicale costituisce un valore indiscutibile in quanto esercizio creativo, aspirazione a un’arte non ancora compiuta». A Don Giorgio Costantino chiediamo quali prospettive ha un corso di composizione così concepito: «Chiunque, da solo, potrebbe comporre canzoni cantando spontaneamente sulle parole, com’è del resto avvenuto nei secoli scorsi. Oggi siamo meno incentivati a farlo perché viviamo nell’era della riproducibilità meccanica della musica che ha standardizzato l’ascolto e immobilizzato i repertori. La televisione, la radio, i dischi, gli spartiti stampati sembrano, infatti, fornirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E’ un motivo in più per andare al di là di ciò che ognuno di noi potrebbe fare o fa da solo, cioè oltre gli angusti confini delle capacità istintive, non coltivate. L’entusiasmo dimostrato dai corsisti ci suggerisce di continuare l’esperienza dell’atelier di composizione corale per mezzo di incontri periodici con i docenti durante l’anno. Il prossimo corso residenziale potrà allora servire da verifica, confronto e sperimentazione. L’obiettivo è quello di stimolare la produzione di musiche nuove per coro da parte degli autori calabresi. Ciò arricchirà la cultura regionale ampliando il repertorio corale. I nostri cori diffonderanno poi i nuovi brani ovunque andranno ad esibirsi, in Italia e all’estero, con positive ricadute sul panorama corale calabrese e sull’immagine della Calabria tutta». 32 Titius Diurnarius in Ordine adscriptus atque tesserula haud dubie praeditus Le manifestazioni di maggiore spicco, organizzate dall'Associazione, per il secondo semestre del 2004 sono: ARCOM Associazione Regionale Cori Marchigiani Via Panoramica Ardizio, 95 61100 PESARO Presidente: Aldo Cicconofri • PICENINCORO: manifestazione corale di tutti i cori della Provincia di Ascoli Piceno, voluta dall'ARCOM e finanziata dall'Amministrazione Provinciale picena, che si snoda dal 30 maggio 2004, concerto eseguito in Ascoli Piceno, al 6 gennaio 2005, concerto conclusivo a Monte San Pietrangeli (AP). Complessivamente i cori partecipanti saranno 31 e si dovranno esibire in 13 concerti • CORSO DI PERFEZIONAMENTO per direttori di cori di voci bianche, che si svolgerà a Macerata il 1,2,3 ottobre 2004, presso il Seminario Vescovile, con la docenza del Mº Nicola Conci ed Eleonora Dalbosco, sul tema: "Un’occasione per crescere con la musica - Un percorso artistico attraverso il coro" • info: www.corimarche.it/corsiregionali2004 discografia DISCOGRAFIA a c u r a d i A l v a r o Va t r i “ D edichiamo questo numero della nostra rubrica ad un progetto discografico realizzato dall’AERCO, Associazione Emiliano Romagnola Cori per il trentennale della sua attività, che rappresenta la concretizzazione di una delle tante potenzialità della coralità amatoriale associativa, potenzialità artistiche e culturali di alto profilo, oltre, naturalmente, al valore di stimolo e di promozione per i singoli cori. Ma leggiamo proprio nell’introduzione ai 2 CD del presidente AERCO, M° Pier Paolo Scattolin le motivazioni e le caratteristiche peculiari di questo progetto emblematico: “Quest’antologia di cori e di repertori raccolti nei due CD è la prima iniziativa discografica dell’Associazione, che si concretizza dopo attenta riflessione da parte dei delegati provinciali e della commissione artistica. Da tempo si sentiva l’esigenza di fare il punto sulla situazione artistica dell’AERCO, sul lavoro dei cori associati, sulla qualità dell’espressione artistica raggiunta, sui repertori e sulla partecipazione alle attività associative. Questa iniziativa inoltre era stata proposta e caldeggiata da molti cori associati: la commissione artistica ha elaborato il progetto, ha poi proceduto alla scelta dei brani e ha deciso la configurazione del CD. Proprio per la sua veste antologica in questa pubblicazione sono presenti le principali espressioni e stili corali che caratterizzano la coralità della nostra associazione e, a ben guardare, della coralità nel suo com- plesso: il repertorio popolare nel suo aspetto tradizionale si affianca a quello più squisitamente di “ricerca”, il repertorio lirico e il repertorio gospel si alternano con quello polifonico, che è presente nei vari stili dalla tradizione rinascimentale a quella contemporanea. La raccolta perciò ha tutte le premesse per essere una razionale verifica, distaccata e lontana rispetto al momento emotivo del concerto e del consenso del pubblico, un documento imparziale per la riflessione sugli obiettivi musicali e i conseguenti risultati espressivi dei cori della nostra associazione regionale. Può essere anche un’ulteriore occasione in cui si confrontano differenti idee e modi di far musica e questo non può altro che essere un motivo di crescita: l’ascoltare l’altro è uno dei “segreti” per aumentare il proprio bagaglio di conoscenze e di capacità. Le domande che si pongono dopo l’ascolto del disco possono essere tante, relativamente alla scelta del repertorio, allo stile di esecuzione, alla tecnica vocale, all’espressività musicale e alle fonti”[…] I due CD contengono 28 brani (14 per disco) eseguiti da 22 cori. II materiale sonoro é ordinato secondo un criterio tipologico, che partendo dalla coralità a voci bianche, presenta organicamente tutta la gamma delle vocalità e dei repertori proposti. Il cofanetto è corredato da un libretto che contiene i curricula (nonché i recapiti e-mail e i siti web dei cori che ne sono dotati), redatti con chiarezza, sinteticità e uniformità di stile (pregevole scelta redazionale per un’opera così delicatamente eterogenea) la cui lettura contribuisce a formare una visione d’insieme di una regione “cantante” nella sua totalità e con le sue tradizioni corali, sia riguardo ai repertori che alle formazioni. All’AERCO l’augurio di proseguire sulla via intrapresa e per tutte le Associazioni Regionali l’auspicio che possano aggiungere il proprio contributo a questo tipo di progetti discografici. Per informazioni: AERCO Via Amendola 13 - 40121 Bologna Telefono e Fax: 051 248753 www.aerco.it - e.mail: [email protected] 33 MONDOCORO Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri a cura di Giorgio Morandi Q uando leggerete questo “Mondocoro” (spero che i miei 24 lettori non mi abbiano abbandonato) saremo all’inizio dell’Autunno. Triste? Tutt’altro! La natura andrà acquisendo i mille stupendi colori dell’autunno, le attività usate – ma qui, ora, pensiamo soprattutto a quelle corali – riprenderanno: nuovi programmi… nuovi sapori… nuove emozioni… l’allegria della vita ci pervaderà. Allora… fin da ora Buon Autunno con gioia, salute e tanto canto a tutti quanti! E per restare in …atmosfera positiva, allegra, questa volta (scusandomi per i riferimenti personali, ma sono gli unici che la legge sulla “privacy” mi permette) le brevi citazioni introduttive saranno… umoristiche. (Ricordate che forzare i muscoli facciali per non sorridere a tutti i costi… non è buon esercizio per il canto!): 34 Il Coro e la Pace: Nei miei boschi delle Prealpi Orobiche un giorno dello scorso luglio non ho trovato funghi, ma una fata pronta a soddisfare un mio desiderio. Pensando al mondo travagliato in cui viviamo ho chiesto pace per tutti quei paesi che a memoria ricordavo particolarmente provati. La fata mi disse “Hmm, non so se ce la faccio. Non avresti per caso un altro desiderio?”. Dopo averci pensato un attimo: “Vorrei che il mio coro al prossimo concerto cantasse tutto perfettamente, con un bellissimo suono”. Al che la fata riprese: “Hmm, ridimmi i paesi in cui vuoi la pace!”. Esperienza di canto: Durante una prova un giovane tenore secondo che mi sta a fianco in prima fila mi dice: “Il Direttore ti ha guardato come se si fosse accorto che hai sbagliato quella nota” - Nessun problema, gli rispondo, ho appena guardato dietro come se io l’avessi fatta giusta!” Canta come penso, non come dirigo: Un nostro giovane direttore continuava a provare lo stesso pezzo infinite volte, infinite sere. Alla vigilia di un concerto un cantore, che proprio non ne poteva più, prima di riprendere l’ennesima ripetizione riuscì a inserirsi dicendo al direttore: “Se continui a romperci le scatole in questo modo… domani sera canteremo come tu dirigi!” Ed ora ridivento serio, o almeno ci provo, e comincio con la presentazione dei “flash” ricordando che tutti gli articoli che stanno alla base sono disponibili in lingua inglese e reperibili in forma integrale cartacea richiedendoli alla Redazione o al titolare della rubrica: [email protected] oppure fax 02 700 440 733. SOSTEGNO ALLA MUSICA AMATORIALE NELL’EUROPA ALLARGATA Sonia Greiner, Segretaria Generale di FEJC Europa Cantat (Federazione Europea dei Cori), dando il benvenuto in Europa alla coralità dei 10 paesi entrati recentemente nell’Unione Europea, ricorda che il movimento corale ha sempre anticipato i movimenti politici: già nel 1988 a Pécs fu organizzato un Festival Europa Cantat e fin dai primi anni ’90 associazioni corali della maggior parte dei paesi dell’Europa Centrale e dell’Est fanno parte del nostro sistema corale europeo. Nonostante questo, la nuova situazione porta anche la FEJC Europa Cantat a nuovi impegni e nuovi programmi per meglio esser presente nelle diverse situazioni. Secondo Eurostat il 20% degli Europei canta. Bisogna offrire a tutti la possibilità di preservare la propria identità culturale pronti ed attenti, però, a conoscere ed accettare la diversità culturale della musica di tutta l’Europa. Allo stesso tempo i paesi che ancora non fanno parte dell’UE non dovranno essere dimenticati. Come nel passato, includendo l’Europa intera nei programmi e nelle attività dobbiamo essere un passo più avanti della politica. Per poter continuare il lavoro in questa direzione c’è bisogno della continua assistenza dell’UE che per anni ha sponsorizzato alcune delle attività della FEJC e l’ha sostenuta come una delle organizzazioni che in Europa promuovono cultura. Affinché si possa raggiungere l’obiettivo di cui all’art. 115 dell’Eurotrattato “Accrescere la conoscenza e la diffusione della cultura e della storia dei popoli europei” bisogna che i nostri rappresentanti al Parlamento Europeo abbiano ben chiara la coscienza che il canto impegna il 20% degli europei e che quando essi si battono per gli interessi della musica corale in Europa essi si occupano di un gran numero di cittadini. Sullo stesso argomento si esprime Ruth Hieronimi (membro del Parlamento Europeo) che - confermando i dati delle 600.000 persone impegnate in Europa nell’importante settore economico della musica e del 20% di Europei che cantano - afferma che il canto corale amatoriale sta alla musica come lo sport amatoriale sta alla lega professionistica. “Non c’è alcun dubbio che un’Europa senza musica o senza il far musica quotidiano è impensabile essendo il canto un formidabile mezzo di comunicazione che va ben oltre ogni confine ed ogni lingua.” La signora Hieronimi ricorda gli scopi principali del programma Cultura 2000 prorogato al 2006 e ricorda altre forme di supporto da parte dell’UE, soprattutto attraverso il Programma Giovani che sostiene gli MONDOCORO scambi ed i progetti per i giovani nel campo della musica. Ricorda, inoltre, il sostegno finanziario concesso ad associazioni che promuovono e sviluppano l’idea Europa.: “La Commissione Cultura del Parlamento Europeo di cui sono membro, ha sempre sostenuto adeguati finanziamenti per Associazioni di questo genere”. In funzione dei nuovi compiti che Europa Cantat FEJC deve assumersi a seguito dell’allargamento dell’UE la signora Hieronimi si impegna a far sì che per il prossimo anno i fondi di sostegno all’Associazione siano adeguati. Per far questo però chiede l’appoggio dei membri di Europa Cantat che devono sostenere lo sforzo del suo Ministero contattando i governi nazionali e i propri rappresentanti presso l’UE. “La politica quotidiana dell’UE continuerà ad essere condizionata da qualche disaccordo. Per questo il vostro incredibile impegno per – nel vero senso della parola – una Europa armoniosa diventa ancora più importante”. (EC Magazine 2/04.) IL MONDO DEI RAGAZZI Il signor Leon Shiu-Wai Tong, Presidente dell’Associazione cori di Ragazzi di Hong Kong, Vice Presidente dell’Associazione cinese per la musica Corale dei Ragazzi, membro di giuria di importanti concorsi (fra cui la quarta edizione di “Isola del Sole” in Italia) ci presenta un articolo chiaramente diviso in due parti. Nella seconda parte fa una analisi veloce e puntuale della situazione corale giovanile nei vari paesi asiatici. La parte che intendo segnalare un po’ più in dettaglio, benché pur sempre in forma “tirannicamente” telegrafica, è la prima, quella in cui – dopo una premessa - ci dice che cosa è un ottimo coro di Ragazzi secondo lui. Egli sostiene che la musica corale per ragazzi non è semplicemente una forma artistica. Essa gioca, nella crescita dei ragazzi, un ruolo critico che non può essere svolto da nessun altra attività. Il canto corale – egli afferma – può far esplodere la creatività dei ragazzi e li aiuta ad apprendere meglio. Il canto è il modo più diretto per esprimere il proprio sentire. Attraverso di esso i ragazzi migliorano la loro abilità linguistica, imparano a vivere con gli altri ed innalzano il loro quoziente emozionale. Grazie alle attività corali i ragazzi imparano ad apprezzarsi e rispettarsi reciprocamente. Secondo il signor Tong un “super coro” deve innanzitutto avere voci sane, un corretto metodo di respirazione e un repertorio diversificato e ricco di contrasto. Deve possedere inoltre una buona tecnica di canto e di interpretazione del repertorio. Se un coro vuole partecipare a un concorso – dice Tong – deve emergere sugli altri. C’è poi tutta una serie di condizioni da realizzare. Per diventare un vero “super coro” deve fare un notevole sforzo in funzione dei seguenti aspetti: Repertorio, Voce, Esecuzione, Stile d’esecuzione, Unicità, Fanciullezza e Gaiezza, Difficoltà, Contrasto, Immagi- nare e ascoltare di più mentre si canta, Mantenere buoni rapporti fra Direttore e Coro. (ICB 2nd Quarter 2004). (La sua spiegazione di tutti questi aspetti non può essere riassunta né qui riportata per intero. Pertanto confermo la disponibilità a fornire l’articolo in forma integrale). L’ANGOLO DEI COMPOSITORI ERNANI AGUYAR (Nato in Brasile nel 1949) è uno dei più famosi compositori brasiliani di oggi, vincitore di premi importanti quali “Sharp”, “APCA” e “Açorianos”. Le sue opere per coro e per orchestra sono state cantate ed eseguite in tutto il mondo. E’ stato vincitore di una borsa di studio del Mozarteum Argentino, ha studiato con eminenti musicisti brasiliani come pure al Conservatorio Cherubini di Firenze. E’ professore di Musica a Rio De Janeiro, membro del Villa Lobos Institute e dell’Academia Brasiliera de Musica. Il Salmo 150 (pubblicato da Earthsongs e già eseguito da numerosi cori americani) rappresenta il suo stile musicale fortemente basato sul ritmo e l’articolazione rapida. Altre opere notevoli sono il Salmo 74, O Menino Maluquinho e Cantos Sacros para Orixás per coro e orchestra. Di sé dice di essere stato direttore di coro per 22 anni, violinista e bohemien e di aver lasciato queste attività per la composizione, prima per i propri cori e poi per gli altri. Aveva cominciato con uno stile d’avanguardia ma poi è tornato indietro: “Io non scrivo musica atonale – dice – Io scrivo affinché i musicisti si divertano a suonare, i cori a cantare ed il pubblico ad ascoltare. Io voglio creare Comunicazione”. Dice anche che non ama dirigere le sue creazioni perché talvolta coloro che interpretano veramente la musica vi trovano delle cose delle quali egli non era cosciente. Essendo impossibile riassumere in poche righe una intervista lunga e interessante ecco un breve assaggio nella citazione della genesi di due suoi brani: Salmo 150: Rispondendo all’intervistatrice Kathy Salzman Romey il M° Aguiar dice: “Il Salmo 150: Lei dice che è molto drammatico? Non è drammatico! …Quando ebbi finito i miei studi in Italia ritornai in Brasile e fu, come tutto, un grande momento di felicità. Ancor oggi mi sento praticamente come se fossi Italiano. Volevo scrivere qualche musica per ringraziare Dio e il salmo 150 è un salmo di ringraziamento. Quindi era qualcosa di molto chiaro ciò che avevo in mente. Il 4 dicembre 1975, di mattina, mi misi al pianoforte e lo scrissi di getto. Il manoscritto lo ritrovai molti mesi dopo”. Salmo 74: “La mia vita è piena di grosse coincidenze. Il 10 Sett. 2002 arrivai a casa alle 10.30 di sera e trovai la lettera del “6° Symposium Mondiale per la Musica Corale” con la commissione di un brano. Pensai “Grandioso! Lo faccio!” e andai a dormire. Il mattino dopo uscii a bere il caffè in un bar dove arrivò un tizio dicendo “Un aereo ha colpito l’Empire 35 MONDOCORO State Building”. “Un aereo sull’Empire S.B.? E’ impossibile!”. Uscii, e mentre camminavo cominciai a vedere la gente che si fermava a guardare i televisori nelle vetrine. Per me era l’incidente di un aereo schiantatosi sull’Empire S.B. Gruppi sempre più numerosi si fermavano a guardare i televisori. Andai a casa, accesi la TV. In quel momento ne ebbi piena coscienza: E’ un’immane tragedia! Questa è follia! Mi sentii molto miseramente. Vedevo quelle piccole cose che cadevano dalla torre, ed erano persone. Rimasi praticamente senza fiato… Conosco molto bene i Salmi della Bibbia poiché io prego ogni giorno usando i salmi. Capisco bene il significato dei salmi della vecchia tradizione ebraica. Ho trovato nel Salmo 74 il testo giusto per quel momento”. (ICB 2nd Quarter 2004). LIBRI DI NOTEVOLE INTERESSE CORALE 36 “Dies Irae: Una Guida alla Musica da Requiem”, di Robert Chase. La recensione è del Dr. Steven Grives, direttore delle Attività Corali alla South Dakota University di Brookings (USA). Egli riconosce all’autore R.Chase l’immenso lavoro svolto per la ricerca, la compilazione e l’organizzazione del materiale. Premesso che la nostra conoscenza della musica da Requiem è condizionata dalle opere di Berlioz, Brahms, Britten, Fauré, Mozart e Verdi, che rappresentano parte del repertorio corale/orchestrale standard, egli è convinto che la ricerca di R.Chase, muovendosi al di là di questi standard, porta alla luce un repertorio diverso, profondo e abbastanza esteso. Il cuore del volume consiste di 250 Requiem commentati, esposti in ordine alfabetico per cognome del compositore. R.Chase fornisce informazioni di base – edizione disponibile, durata del brano, indicazione delle voci, una presentazione formale e discografia – brevi descrizioni di ogni brano e notizie del compositore. Il tutto è organizzato in 15 capitoli dove i primi otto procedono per ordine cronologico dal Medioevo al XX secolo mentre i sette restanti considerano diversi sotto-genere: frammenti di Requiem, Dies Irae (cap.9), Requiem Tedeschi e Anglicani (cap. 10 e 11), Musica Greco-Bizantina, Musica della tradizione Ortodossa Russa, Serba e Armena (Cap. 12 – 15). Altre 1700 opere sono elencate in Appendice. Le informazioni fornite aiutano a collocare la maggior parte dei compositori meno conosciuti in un contesto storico. Il Professor Chase ha scelto di non fare classificazioni fra opere maggiori e minori e non dice perché alcune sono commentate mentre altre soltanto citate in appendice. Naturalmente se ne deduce comunque che le 250 opere commentate sono ritenute più importanti delle altre, così come è evidente la preferenza dell’autore per le composizioni del XX sec. “Visioni Corali in Musica” della Associazione Cori Tedeschi, Barenreiter, Feb. 2004. Questo volume racco- glie le relazioni presentate nel 2002 al Symposium di Essen (Germania). Si tratta di dieci tesi sul canto corale nel XXI sec. Esse prendono in considerazione il ruolo della musica e del canto nella vita della popolazione e sono basate sull’idea fondamentale che il cantare è un elemento indiscutibile della vera essenza di un essere umano; definiscono il significato della parola “Coro” e insistono sull’arricchimento sociale ed estetico apportato dal cantare insieme; affermano che come il pensare ed il parlare, il cantare deve essere appreso nei primi anni di vita e deve essere incoraggiato e sviluppato a casa e a scuola durante l’infanzia e l’adolescenza; sostengono l’importanza della promozione dell’arte corale attraverso lo sviluppo di nuove forme di esecuzione musicale, di espressione vocale, di presentazione al pubblico, ecc. e l’indispensabilità di una stretta collaborazione fra tutte le Associazioni ed Istituzioni ad essa connesse. Le dieci tesi considerano del canto corale gli aspetti storici, sociali, economici e psicologici; parlano di ricerca, statistica, repertorio, concorsi, composizione contemporanea e più ancora. “Visioni Corali in Musica” fornisce nutrimento sostanzioso al pensiero di tutti coloro che hanno a che fare con la musica e con la vita corale. (ICB 2nd Quarter 2004) MY TWO CENTS… …inteso come “Ecco i miei due centesimi di contributo alla discussione in corso su…” Ho scoperto perché al di là della poco più che “momentanea sparata” di “un coro in ogni scuola” di pochi anni fa il canto nella scuola italiana non ci entra proprio, se non per iniziativa singola/privata di qualche persona o associazione intelligentemente cocciuta e disubbidiente e con la connivenza di qualche Dirigente Scolastico perspicace. Pare che sia stato riconosciuto che il fenomeno della paura, dell’imbarazzo, dell’isolamento, del senso di intimidazione che ne viene ai ragazzi in età scolare al momento in cui il Solone di turno sentenzia “Sei stonato… Non puoi cantare… tirati in là… scambia il posto con… e durante lo spettacolo muovi soltanto la bocca pronunciando mentalmente le parole…” è assolutamente deleterio e bloccante nella formazione dei pargoli futuri Uomini. (…è da quel momento – lo sappiamo - che il ragazzo penserà sempre e risponderà a chi lo invitava a cantare: “Io sono stonato!”. Chi di noi non ha mai fatto questa esperienza… scagli la prima pietra!). Poiché non è stato scoperto, invece, come superare il problema una volta nato, si è pensato di risolverlo alle radici togliendo definitivamente dalla scuola la musica (il discorso vale anche per chi “non imparerà mai a suonare”) e soprattutto il canto …conseguentemente togliendo l’occasione di scoprire (o di creare? ndr) degli “stonati”. Beh, per la verità l’input mi è giunto dalla solita America. Seguo con grande interesse il newsgroup [email protected] nel quale MONDOCORO sono in corso diverse discussioni fra cui appunto …come far cantare gli “stonati”, o meglio coloro ai quali è stato detto in gioventù che erano stonati e che non avrebbero mai potuto cantare. Ecco telegraficamente altri temi in corso di discussione o passati attraverso la Lista: Cantare cabaret in coro… Comporre per coro… Come disporre i cantori nei vari tipi di coro… Come affrontare il problema del cantore che vuole far parte del coro, ma che per motivi religiosi non vuole cantare certi brani… Si canta musica natalizia d’estate?… La pronuncia delle lingue straniere… Quanto è difficile insegnare musica nelle scuole… Concerti tematici… Il musicista XY che va per la maggiore è grande… no è piccolo.. no è opportunista… per me è il migliore… ecc. ecc… Io ho trovato e trovo questo newsgroup interessante e gestito molto seriamente! (Naturalmente in ottima lingua Inglese/Americano). NOTIZIE BREVI (ICB 2nd Quarter 2004) Giornata Mondiale del Canto Corale: Il 12 dicembre 2004 sarà la 14ma occasione per l’incontro mondiale dei Cori che – nella stessa giornata - cantano per la pace. L’adesione (incoraggiata!) deve essere esplicita ed è molto semplice: qualsiasi manifestazione “corale” organizzata in questa giornata preveda la lettura del “Proclama” ufficiale; Per chi è più “generoso” sono proposti (non obbligati) canti sul tema della pace: [email protected]. WYC: Il Comitato per il Coro Giovanile Mondiale d’accordo con la Giunta Esecutiva della IFCM (Fed. Internazionale per la Musica Corale) ha deciso di organizzare la Sessione Europea Invernale del Coro alternativamente a Namur (Belgio) e Vigevano (Italia). Ogni anno i concerti avranno luogo a Namur e in altre città del Belgio e in nazioni europee. (Chi avendo la possibilità di ascoltarlo lo evita commette peccato mortale!). Forum mondiale della musica: Il Consiglio Internazionale per la Musica in occasione della Assemblea Generale di Los Angeles dal 1 al 5 Ottobre 2005 intende organizzare un Forum Mondiale della Musica. Suggerimenti in merito a questa organizzazione saranno molto apprezzati dalla Fondazione Tagger di Vigevano che ha creato un sito a cui inviare i suggerimenti e attraverso il quale seguire le fasi organizzative. Codice Etico: Molto presto la IFCM (Fed. Internazionale per la Musica Corale) rilascerà il suo Codice Etico scritto in collaborazione con la Fondazione Tagger di Vigevano. Un Codice Etico per le società è un nuovo concetto molto necessario nel nostro mondo globalizzato. Costituirà una guida per i funzionari, lo staff e i membri della Federazione su ciò che una società deve fare per comportarsi in modo eticamente e moralmente consono. Carta della Qualità: In parallelo con il codice Etico IFCM ha predisposto una Carta della Qualità dei Servizi. Questo testo è stato rivisto e adottato anche dal Network Corale Internazionale. La carta è riservata a tutti gli organizzatori di Festival, concorsi ed altre attività corali. Il Testo descrive le caratteristiche che tali attività devono possedere per essere considerate organizzazioni di qualità secondo gli schemi di IFCM. L’obiettivo è quello di fornire suggerimenti e assistenza a quelle organizzazioni che vogliono migliorare la qualità dei rispettivi mercati. La Carta non intende etichettare un’organizzazione e non è elemento richiesto per l’adesione a IFCM. World Symposium N. 7 a Kioto/Giappone nel 2005, 27 Lug – 3 ago.: L’anno prossimo una bella vacanza in Giappone? E’ ora, è già possibile pensarci! Il programma del “7° Symposium del Canto Corale”, la manifestazione più importante a livello mondiale, è ormai definito. La lista dei conferenzieri, dei temi trattati negli workshops e dei cori invitati… è già stata comunicata. Cori di tutti i paesi del mondo si incontreranno in un programma veramente attraente: Cantus populi, cantus mundi. Cantus omnibus unus. Per notizie dettagliate e complete: www.jcanet.or.jp/wscm/ . Songbridge: Il Centro Corale per la Musica Internazionale (ICCM) di Namur prenderà in carico l’organizzazione di “Songbridge”, un forum non competitivo per la cooperazione internazionale fra cori di ragazzi e di giovani e compositori contemporanei. Il Fondatore Erkki Pohiola e Jean-Marc Poncelet (Direttore Esecutivo dell’ICCM) si sono incontrati per lo sviluppo del progetto. La questione artistica e la filosofia generale di “Songbridge” verrà rivista nello spirito originale del suo fondatore da una Commissione Artistica formata da cinque esperti particolarmente interessati. Per maggiori dettagli: [email protected] . EFMET Forum Europeo per l’Educazione e l’Addestramento Musicale: con il supporto dell’Unione Europea è stato costituito da diverse organizzazioni che operano nel campo dell’educazione musicale e che sono già membri dell’European Music Council. Queste organizzazioni si sono rese conto che mentre a livello nazionale esiste qualche collaborazione fra forme di educazione musicale organizzata ed educazione musicale informale, a livello europeo manca praticamente qualsiasi forma di collaborazione, di scambio di informazione e quindi …non vi è possibilità di sfruttare gli importanti effetti di sinergia. Fra le varie iniziative (maggiori dettagli saranno possibili a breve) si inserisce la conferenza “Educazione Musicale formale e informale nei cori giovani – Nuove prospettive” e successiva discussione che avrà luogo a Venezia (in collaborazione con AEC [Associazione Europea dei Conservatori] e Feniarco) nell’ambito dell’Assemblea Generale di Europa Cantat il prossimo 21 novembre. 37 concorsi 40° CONCORSO NAZIONALE CORALE Trofei “Città di Vittorio Veneto” CONCORSO STRAORDINARIO PER GRUPPI VOCALI Vi t t o r i o Ve n e t o , 2 8 e 2 9 m a g g i o 2 0 0 5 Art. 1 - Il 40° Concorso nazionale di canto corale per l’assegnazione dei Trofei “Città di Vittorio Veneto” avrà luogo a Vittorio Veneto nei giorni 28 e 29 maggio 2005. 38 PARTECIPAZIONE Art. 2 - Il Concorso è così articolato: Categoria A Cori con repertorio polifonico su un progetto-programma Categoria B Cori con repertorio popolare su un progetto-programma Concorso straordinario per gruppi vocali (fino ad un massimo di 8 voci) La competizione per la categoria C (Cori di bambini), che ha assunto cadenza biennale, si terrà nel 2006. Ciascun complesso corale potrà iscriversi a più di una competizione purché siano rispettate le modalità previste per ciascuna di esse. Art. 3 - Il Concorso è riservato a complessi corali amatoriali. Tale qualifica non riguarda i direttori né gli eventuali strumentisti richiesti dal programma. Per le categorie A e B il numero degli coristi di ciascun complesso corale deve essere non inferiore a 16 e non superiore a 40, pena l’esclusione. Per i gruppi vocali è consentito un numero massimo di 8 componenti, esclusi gli eventuali strumentisti. ISCRIZIONE E DOCUMENTI Art. 4 - Le domande di iscrizione dovranno essere indirizzate alla Segreteria del “40° Concorso Nazionale Corale” – Comune di Vittorio Veneto – Piazza del Popolo, 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV), e pervenire entro le ore 12.00 dell’11 febbraio 2005 (farà fede il timbro del Protocollo del Comune, non quello postale). Non sono ammesse iscrizioni via fax o e-mail. L’iscrizione al concorso comporta il versamento della tassa di Euro 55,00 (non rimborsabile) sul c/c postale n° 12208310 intestato a: Tesoreria Comunale - Comune di Vittorio Veneto (indicare la causale). È richiesta la seguente documentazione: a) domanda di iscrizione (il modulo può essere richiesto alla Segreteria del Concorso o scaricato dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it alla pagina “Città della musica”); b) breve curriculum del coro e del direttore, con particolare riferimento agli ultimi cinque anni; c) (per le categorie A e B) scheda illustrativa del progetto-programma (una cartella circa) e breve presentazione dello stesso (12-15 righe) adatta a essere letta prima dell’esecuzione; d) n. 8 copie delle partiture dei brani, chiaramente leggibili e ordinatamente rilegate, in formato A4 con indicazione della durata di ciascun brano; e) registrazione di buona qualità, su nastro magnetico o CD, di almeno tre brani eseguiti dal coro, di cui almeno due tra quelli indicati nel programma presentato; f) ricevuta del versamento di Euro 55,00 per ogni singola iscrizione. La documentazione inviata verrà acquisita dall’archivio della segreteria del concorso. AMMISSIONE Art. 5 - Il comitato artistico ammetterà i cori alle competizioni in base a: a) valutazione del programma; b) ascolto della documentazione sonora; c) esame del curriculum del coro e del direttore. PROGRAMMI • Categoria A - Cori con repertorio polifonico su un progetto-programma Art. 6 - I cori iscritti alla categoria A dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato attraverso una breve scheda. È ammesso l’impiego di strumenti, fino ad un massimo di quattro, se e come previsto dall’autore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. • Categoria B - Cori con repertorio popolare su un progetto-programma Art. 7 - I cori iscritti alla categoria B dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato attraverso una breve scheda. Le elaborazioni corali devono essere basate su melodie popolari della tradizione orale italiana e/o di etnie di confine. Sono am- messe non più di due composizioni d’autore. È ammesso l’impiego di strumenti, fino ad un massimo di quattro, se e come previsto dall’autore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. • Concorso straordinario per gruppi vocali (in occasione della 40^ edizione del Concorso) Art. 8 - I complessi iscritti al Concorso straordinario per gruppi vocali dovranno presentare un programma libero della durata massima di 20 minuti (pause comprese); sono ammesse non più di due elaborazioni. Nella scheda d’iscrizione vanno indicati anche due brani di riserva. È ammesso l’impiego di strumenti, fino ad un massimo di quattro, se e come previsto dall’autore o suggerito dalla prassi esecutiva; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate. CALENDARIO DELLE PROVE Art. 9 - Date e sedi delle prove, nonché l’orario e il programma d’esecuzione approvato dal Comitato artistico saranno comunicati con lettera entro l’11 marzo 2005. Qualora un complesso non fosse presente all’orario previsto dall’ordine di esecuzione, potrà eseguire la prova entro un’ora dall’orario di convocazione, purché i motivi del ritardo siano ritenuti validi dall’Ente organizzatore, ma in ogni caso non oltre l’orario previsto per la chiusura delle audizioni della categoria d’appartenenza. COMMISSIONE GIUDICATRICE Art. 10 - La Commissione giudicatrice del Concorso sarà nominata dal Comune di Vittorio Veneto su indicazione del Comitato artistico. Il giudizio della Commissione giudicatrice è insindacabile e inappellabile. CLASSIFICHE - VALUTAZIONI FINALI Art. 11 - Al termine delle audizioni di ogni categoria potranno essere fissati eventuali riascolti supplementari. La Commissione giudicatrice formulerà un giudizio tenendo conto dei seguenti parametri: intonazione, qualità vocale, musicalità e interpretazione. I giudizi, che concorreranno a formare la valutazione globale della Commissione giudicatrice su ciascun complesso corale, saranno successivamente inviati al direttore del coro. La classifica di ogni categoria sarà stilata sulla base del punteggio medio conseguito, espresso in decimi. I risultati ufficiali saranno resi noti al termine delle audizioni di ciascuna categoria. Successivamente i direttori potranno avere un colloquio con la Commissione giudicatrice per una valutazione più approfondita della prova offerta. RIMBORSI Art. 12 - Ai primi dieci complessi iscritti (e successivamente ammessi) provenienti da località distanti più di 200 Km. da Vittorio Veneto sarà riconosciuto un rimborso spese viaggio di Euro 300,00. Farà fede la data d’arrivo registrata dall’Ufficio Protocollo del Comune. La distanza fra la località di provenienza e Vittorio Veneto sarà calcolata per la via più breve, ad insindacabile giudizio dell’Ente organizzatore. Ai complessi corali sarà riconosciuto un solo rimborso spese viaggio, anche se partecipanti a più competizioni. PREMI Art. 13 - Per le categorie A e B sono previsti i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge): - primo premio Euro 1.500,00 - secondo premio Euro 1.000,00 - terzo premio Euro 500,00 Il coro vincitore del primo premio nella categoria A, inoltre, potrà accedere di diritto al Concorso Polifonico Internazionale “Guido d’Arezzo”, edizione 2005. Per il Concorso straordinario per gruppi vocali sono previsti i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge): - primo premio Euro 800,00 (più un concerto premio a Vittorio Veneto) - secondo premio Euro 600,00 - terzo premio Euro 400,00 In caso di assegnazione di premi ex-aequo l’importo sarà suddiviso. Ai complessi vincitori del secondo e del terzo premio, se ammessi al concerto finale, sarà riconosciuto un ulteriore rimborso di Euro 300,00. È facoltà dei complessi premiati esibire regolare giustificazione delle spese sostenute per la partecipazione al concorso (viaggio e/o soggiorno) fino alla concorrenza dell’ammontare del premio; la somma corrispondente al rimborso non sarà soggetta a ritenuta. Art. 14 - I cori vincitori del primo premio nelle categorie A e B rice- concorsi veranno il Trofeo “Città di Vittorio Veneto” e il diploma di classifica; al direttore del coro sarà consegnata una targa offerta dall’A.S.A.C. (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali – Veneto). Ai cori che avranno ottenuto il secondo e il terzo premio saranno consegnati un oggetto ricordo e il diploma di classifica. GRAN PREMIO “EFREM CASAGRANDE” Art. 15 - Partecipano di diritto alla competizione per l’assegnazione del 13° Gran Premio “Efrem Casagrande” (domenica 29 maggio 2005 alle ore 17): - i cori vincitori del primo premio nelle categorie A e B nella presente edizione del Concorso di Vittorio Veneto; - il coro vincitore del primo premio, nell’edizione 2004, del Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo”. Art. 16 - I cori si esibiranno con un programma della durata complessiva non superiore ai 15 minuti (pause comprese). Il programma d’esecuzione verrà concordato con il Comitato artistico e la Commissione giudicatrice; il coro vincitore del Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo” presenterà il proprio programma all’atto dell’iscrizione, da effettuarsi con apposito modulo entro l’11 febbraio 2005. Art. 17 - Al vincitore del Gran Premio saranno assegnati un trofeo e un premio di Euro 1500,00 offerti dalla FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali). Art. 18 - I complessi ammessi al concerto per l’assegnazione del Gran Premio “Efrem Casagrande” avranno diritto ai premi in denaro e al rimborso di cui all’art. 13 solo a condizione della loro partecipazione al concerto finale. Art. 19 - La Commissione giudicatrice potrà ammettere al concerto finale, fuori concorso, anche altri cori meritevoli; inoltre sarà invitato un coro veneto su proposta e in rappresentanza dell’A.S.A.C.. ALTRI PREMI Art. 20 - Al direttore di coro, anche non classificato, che avrà dimostrato particolari doti interpretative verrà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00 offerto dal Coro A.N.A. e dalla Sezione A.N.A. di Vittorio Veneto in memoria del maestro Efrem Casagrande. Art. 21 - Al complesso veneto iscritto all’A.S.A.C. ritenuto migliore dalla Commissione giudicatrice sarà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00 offerto dall’Associazione stessa, purché abbia ottenuto un punteggio medio superiore a 7/10. Art. 22 - In ognuna delle categorie (A e B) verrà assegnato un premio di Euro 400,00 al coro che avrà presentato il programma più interessante. Art. 23 - La Commissione giudicatrice, inoltre, ha la facoltà di assegnare altri premi. DISPOSIZIONI FINALI Art. 24 - I complessi corali rinunciano sin d’ora a qualsiasi compenso per l’eventuale registrazione o per trasmissioni effettuate da enti radiotelevisivi pubblici o privati. Art. 25 - L’Ente organizzatore si riserva di apportare modifiche al presente regolamento o di revocare il Concorso per cause di forza maggiore. 4ª RASSEGNA NAZIONALE DI CORI SCOLASTICI “ROBERTO GOITRE” Vi t t o r i o Ve n e t o , s a b a t o 1 4 m a g g i o 2 0 0 5 3° FESTIVAL NAZIONALE DI CORI GIOVANILI E DI SCUOLE SUPERIORI Vittorio Veneto, domenica 15 maggio 2005 Manifestazioni istituite nell’ambito del Concorso nazionale corale Trofei “Città di Vittorio Veneto” al fine di favorire la diffusione del canto corale nella Scuola e creare occasioni d’incontro per i giovani impegnati nell’attività corale. d) (solo per il Festival) elenco nominativo dei componenti il coro e rispettiva data di nascita; e) ricevuta di versamento della tassa d’iscrizione. ESTRATTO DEL REGOLAMENTO RIMBORSI I primi venti cori iscritti (dieci della Rassegna e dieci del Festival) avranno diritto a un rimborso fino a un massimo di Euro 400,00. PARTECIPAZIONE Alla Rassegna nazionale di cori scolastici “Roberto Goitre” (sabato 14 maggio 2005) possono partecipare cori operanti nelle scuole elementari o medie inferiori. Al Festival nazionale di cori giovanili e di scuole superiori (domenica 15 maggio 2005) possono partecipare cori operanti nelle scuole e negli istituti di istruzione secondaria di II grado (sia statali che parificati) e cori giovanili i cui componenti non devono aver superato i 25 anni d’età. Non è previsto alcun limite di organico. Entrambe le manifestazioni non hanno carattere competitivo e si svolgeranno nell’arco di una giornata. PROGRAMMA I cori iscritti dovranno presentare un programma libero della durata di circa 15 minuti, anche con accompagnamento di pianoforte e/o di altri strumenti, con esclusione di basi musicali registrate. L’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Le audizioni, aperte al pubblico, si terranno al mattino o nel primo pomeriggio, in relazione al numero dei cori partecipanti e alla loro provenienza. Nel pomeriggio presso i Giardini Pubblici, dalle ore 15.30 alle ore 17.30 circa, si svolgeranno la cerimonia di premiazione e il concerto finale al quale tutti i cori sono tenuti ad esibirsi con due o tre brani. Sede, orario e programma d’esecuzione saranno comunicati con lettera entro l’11 marzo 2005. ISCRIZIONE E DOCUMENTI Le domande di iscrizione dovranno essere indirizzate alla segreteria del “40° Concorso nazionale corale” – Comune di Vittorio Veneto – Piazza del Popolo 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV), e pervenire entro le ore 12.00 dell’11 febbraio 2005. L’iscrizione comporta il versamento della tassa di Euro 30,00. È richiesta la seguente documentazione: a) domanda di iscrizione (su apposito modulo); b) scheda di presentazione del coro e del direttore; c) n. 5 copie delle partiture dei brani in formato A4; COMMISSIONE D’ASCOLTO - VALUTAZIONE Visto il carattere propedeutico e didattico delle manifestazioni, non verrà stilata alcuna graduatoria. Una Commissione d’ascolto avrà il compito di formulare un giudizio in cui saranno evidenziati gli elementi qualificanti del coro ed espressi alcuni suggerimenti; tale giudizio verrà successivamente inviato al direttore. A tutti i cori saranno consegnati un oggetto ricordo e un attestato di partecipazione con evidenziate le qualità del coro. BANDO COMPLETO e MODULI DI ISCRIZIONE possono essere richiesti alla Segreteria del Concorso (tel. 0438-563310 - fax 0438-53966 [email protected]) o scaricati dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it alla pagina “Città della musica” Comitato artistico: Filippo Maria Bressan, Aldo Cicconofri, Stefano Da Ros, Paolo Merkù, Mario Mora. Coordinamento artistico: Stefano Da Ros Segreteria organizzativa: Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto Piazza del Popolo n. 14 - 31029 VITTORIO VENETO (TV) tel. 0438-569.310 – fax 0438-53966 [email protected] www.comune.vittorio-veneto.tv.it Le manifestazioni sono realizzate con il contributo e la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Veneto, della Provincia di Treviso, della FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali), dell’A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali del Veneto), della Fondazione “Guido d’Arezzo” di Arezzo, della Comunità Montana delle Prealpi Trevigiane, della Sezione A.N.A. e del Coro A.N.A. di Vittorio Veneto. 39 EUROPA CANTAT ASSEMBLEA GENERALE VENEZIA, 19/21 NOVEMBRE 2004 programma Venerdì, 19 novembre 2004 18.00 18.30 19.30 /21.00 Arrivo degli invitati presso il Ramada Hotel (****) di Venezia – San Giuliano Trasferimento all’Auditorium dell’Università Ca’ Foscari di Venezia CERIMONIA DI APERTURA presso l’Auditorium dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Saluto delle autorità e breve concerto Avvio lavori dell’Assemblea Generale di Europa Cantat Cena a Venezia Sabato, 20 novembre 2004 9.30 Apertura della Conferenza EFMET (the European Forum for Music Education and Training) sul tema “Educazione Musicale istituzionale ed amatoriale nei cori giovanili – nuove prospettive” Discorso introduttivo su riusciti esempi di collaborazione Tavola rotonda di discussione sulla situazione della formazione per direttori di coro nei diversi paesi europei 13.00 Pranzo al Ramada Hotel 14.30 Quattro workshops (laboratori) con presentazioni e discussioni: Repertori per cori di voci bianche e giovanili 1. Giro giro canto / Teenc@nta: Nuove composizioni italiane per cori di bambini e ragazzi 17.30 17.30 19.30 21.30 2. Musica di Frontiera: alla confluenza delle tre grandi culture europee: Latina, Tedesca e Slava nel Nord Est d’Italia – influenze musicali 3. Il canto nelle scuole e nelle scuole di musica - I cori delle scuole di musica e loro collaborazione con le organizzazioni corali (con i rappresentanti dell’EMU - Unione delle Scuole di Musica Europee) - Esempi di cooperazione fra organizzazioni corali e scuole normali per lezioni di musica 4. I bisogni dei giovani nella musica - risultati della ricerca condotta dalla Gioventù Musicale sui bisogni dei giovani nella musica e sulla musica come mezzo di valorizzazione dei giovani Lavori conclusivi dell’Assemblea Trasferimento a Venezia per il Concerto di Gala Concerto di Gala del Coro Giovanile Italiano diretto da Filippo Maria Bressan. Musiche di Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi e prime esecuzioni di opere di autori italiani contemporanei ispirate alla Scuola Veneziana (Venezia – Salone della Scuola Grande di San Giovanni Evangelista) Cena di Gala a Venezia Domenica, 21 novembre 2004 9.00 Workshop sul coinvolgimento dei giovani nell’attività corale organizzato dalla Commissione Giovani di Europa Cantat Visite guidate a Venezia 13.00 Pranzo per i partecipanti al workshop Partenze.