Choraliter n.14

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Spedizione in A.P. - art. 2 comma 20/c - Legge 662/96 - dci “PN” - In caso di mancato recapito restituire al mittente che si impegna a sostenere le tariffe previste
n. 14
2004
Maggio-Agosto
Federazione Nazionale Italiana Associazioni Regionali Corali
Rivista quadrimestrale della FENIARCO
Dossier
Rivista
quadrimestrale
della FENIARCO
3
ALLE RADICI DEL CANTO POPOLARE
La ricerca etnomusicologica in Italia
di Puccio Pucci
Federazione Nazionale Italiana
Associazioni Regionali Corali
dossier
LO STATO DELLA RICERCA
ETNOMUSICOLOGICA IN TOSCANA
4
di Claudio Malcapi
Presidente: Sante Fornasier
VOCI E TRADIZIONE 15
di Paolo Bon
Foto di copertina:
Ballo campestre, scuola del Pordenone (part.)
LA RICERCA MODERNA 16
DELLE TRADIZIONI POPOLARI
di Giorgio Vacchi
notizie
dall’associazione
CORO E RICERCA 18
ETNOMUSICOLOGICA
di Mario Marelli
TEENC@NTA 20
CORI GIOVANILI TRA TRADIZIONE
E SPERIMENTAZIONE
Direttore responsabile:
Sandro Bergamo
d i Wa l t e r M a r z i l l i
scheda regionE
Comitato di redazione:
Antonio Delitala
Giorgio Morandi
Giancarlo Pagni
Puccio Pucci
Pierfranco Semeraro
Alvaro Vatri
Segretaria di redazione:
Alessandra D’Andrea
COMPORRE PER CORO OGGI 24
d i C a r l o To m m a s i
notizie
dalle regioni
Progetto grafico:
Tipografia Menini / Spilimbergo (Pn)
Roberto Roveri - Agenzia G.V. - Bologna
Stampa:
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35° CONVEGNO EUROPEO 26
DI STUDI MUSICOLOGICI
E PEDAGOGICO-MUSICALI
d i A l e s s a n d ro P a c e
SCHEDA REGIONE: 28
L’ASSOCIAZIONE
CORI PIEMONTESI
Hanno collaborato:
Claudio Malcapi, Paolo Bon,
Giorgio Vacchi, Mario Marelli,
Walter Marzilli, Carlo Tommasi
Redazione:
via Altan, 39
33078 San Vito al Tagliamento (Pn)
tel. 0434 876724
fax 0434 877554
e-mail: [email protected]
CORO GIOVANILE ITALIANO 22
RUBRICHE
mondocoro
NOTIZIE DALLE REGIONI 29
DISCOGRAFIA 33
a cura di Alvaro Vatri
MONDOCORO 34
a cura di Giorgio Morandi
CONCORSI 38
ALLE RADICI
DEL CANTO POPOLARE
L a r i c e r c a e t n o m u s i c o l o g i c a i n I ta l i a
dossier - parte seconda
INTERVENTI DI:
Parte prima
Arnaldo De Colle
Luca Bonovia
Fedele Fantuzzi
Natale Femia
Angela Troilo
Parte seconda
Claudio Malcapi
Paolo Bon
Giorgio Vacchi
Mario Marelli
C
on questo numero trova completamento un
dossier a cui il mondo della coralità popolare, credo, abbia posto particolare attenzione. Non va
mai dimenticato infatti che è proprio dalla passione
di quanti, ormai da oltre cinquant'anni, hanno iniziato ad esplorare le storie di chi "non avendo storia"
raccontava le cose della vita solo con la propria voce, è sorto un movimento corale che ha contribuito a
portare alla ribalta bellissimi cori polifonici che ora
frequentano repertori importanti: dal gregoriano al
barocco dal gospel alla musica contemporanea.
Di ciò, credo, tutti ne siamo consapevoli ed i cori popolari ne sono giustamente orgogliosi. Ecco perché,
quale componente di un coro popolare, mi sono particolarmente impegnato nel compito che mi era stato
affidato, per reperire una ampia gamma di contributi che dessero un panorama efficace dello stato dell'arte del canto di ispirazione popolare in Italia; tipologia corale, tra l'altro, non facilmente riscontrabile, almeno in modo così rilevante, in altri paesi europei. Devo ringraziare per i preziosi suggerimenti
nell'elaborazione dell'articolato questionario che è
stato la base scientifica dell'indagine, il Maestro Vacchi e quanti, con il loro contributo, hanno recepito
l'importanza dell'argomento ed hanno accettato di
far parte della squadra dei relatori.
Puccio Pucci
3
dossier
LO STATO DELLA RICERCA
ETNOMUSICOLOGICA IN TOSCANA
di Claudio Malcapi
1° - Pubblicazioni ed autori
L
4
a Toscana sin dalle prime ricerche sulle tradizioni ed in
particolare sui canti popolari
iniziate nell’Ottocento è stata assai
attiva per numero di studiosi e qualità e quantità di pubblicazioni. Basti
pensare che già nel 1841-42 Niccolò
TOMMASEO pubblicava i “Canti
popolari toscani, corsi, illirici, greci”
che si possono considerare la pietra
di base della etnomusicologia italiana.
Una bibliografia completa a partire
da allora assommerebbe forse 200 –
300 voci fra volumi e pubblicazioni
minori sull’argomento dei canti popolari toscani.
Facendo una cernita dei più significativi di essi possiamo citare in ordine
cronologico i seguenti: “Canti popolari toscani” di Giuseppe TIGRI
(1856), “Canti popolari toscani” di
Raffaele ANDREOLI (1880), “Un
migliaio di stornelli toscani” in: Il
Propugnatore, XIII,XIV e XV di Silvio PIERI (1880,1882), “Roadside
songs of Tuscany translated and illustrated by F.A.” 2 voll. di Francesca
ALEXANDER (1884) ai quali si affiancano due traduzioni italiane più
recenti, ossia “Storia del popolo, vol.
I – Beatrice di Pian degli Ontani”
(1976) e “ Storia di popolo, vol. II Canti lungo i sentieri della Toscana”
(1980) della stessa autrice, “Tradizioni popolari e leggende di un comune
medievale e del suo contado (Siena e
l'antico contado senese)” di Giuseppe RONDONI (1886), “Ninne-nanne, cantilene e giuochi fanciulleschi
uditi in Firenze” di Alfredo STRACCALI e Severino FERRARI (1886),
“Stornelli popolari senesi”in: Archivio per lo Studio delle Tradizioni Popolari, vol.VI, di Giovambattista
CORSI (1887), “Maggi della montagna pistoiese” e “Saggio di canti popolari pistoiesi” in A.T.P. VII, 1888,
di Michele BARBI (1888)“Canti popolari della montagna lucchese scelti
e annotati da G.G.” di Giovanni
GIANNINI (1889), “Saggio di canti
popolari pistoiesi” in A.T.P. VIII,
1889, ancora di BARBI (1889),
“Canti popolari con accompagnamento di pianoforte e di chitarra” di
Mario FORESI (1889-95), “Ninnenanne cantilene canzoni di giochi e
filastrocche che si dicono in Valdelsa
pubblicate per cura di O.B.” di Orazio BACCI (1891), “Fiorita di canti
tradizionali del popolo italiano scelti
nei vari dialetti ed annotati da E.L. –
Toscana, pagg. 1-53”, di Eugenia
LEVI (1894, 2a ediz 1926),”Poesia
popolare pistoiese” in A.T.P. 1895,
ancora di BARBI (1895), “Poesia
popolare livornese” di Gino GALLETTI (1896), “Ninne-nanne, cantilene, filastrocche, storie popolari
raccolte in Siena” in: Archivio per lo
Studio delle Tradizioni popolari,
vol.XVII, di Giovambattista CORSI
(1898), “Befanate del contado toscano edite con una introduzione di
K.F.” di Knisella FARSETTI (1900),
“Canti popolari toscani scelti e annotati da G.G.” ancora di GIANNINI (1902), “I veri canti popolari toscani trascritti in chiave di sol con accompagnamento di Piano-Forte e
per Piano-Forte solo da A.G.” e “I
veri canti popolari di Firenze trascritti per canto in chiave di sol con
accompagnamento di Pianoforte e
per Piano solo da A.G.” di Augusto
GIAMBONI (primi del Novecento),
“La poesia popolare dell’Amiata –
Rispetti e stornelli” di Eugenio
LAZZARESCHI (1913), “Raccolta
di canti popolari lucchesi” di Ildefonso NIERI (1918), “Canti popolari raccolti nel Mugello” di Raffaello CIONI (1926), “L’anima del popolo italiano nei suoi canti, con musiche popolari raccolte da F.Balilla
Pratella – Toscana, pagg. 160-177” di
Giuseppe COCCHIARA (1929),
“Fiorita di canti popolari toscani – 5
voll.” di Luigi NERETTI (1929-41),
“Celebri stornelli e canti popolari toscani” di Vincenzo BILLI (1937),
“Cinque canti della raccolta Barbi”
di Vittorio SANTOLI (1938), “Le
arti e le tradizioni popolari d’Italia –
Primo documentario per la storia
dell’etnofonia in Italia – Vol. II: Toscana e Corsica, pagg. 257-378” a cura di Francesco BALILLA PRATELLA (1941?), “Il folklore musicale in Toscana” di Alfredo BONACCORSI (1956), “Il folclore della Versilia – Raccolta di canti popolari, proverbi e dittaggi” di Gilberto
COCCI (1960), “Canti popolari della Toscana, con accompagnamento
di strumenti a percussione [pianoforte e altri] per le scuole elementari e
medie” di Antonio CORNOLDI
(1967), “Canti popolari toscani e ticinesi armonicamente ambientati” di
Vito FRAZZI (1968), “Nuove questioni di poesia popolare (A proposito di una raccolta di canti toscani)”,
“La raccolta Barbi”, “L’uccellino del
bosco” in: “I canti popolari italiani –
Ricerche e questioni” di Vittorio
SANTOLI (1968), “Cantiamo toscano – Canti popolari toscani raccolti
col registratore magnetico” di Alessandro FORNARI (1970), “Poesia
popolare nel territorio pistoiese” tesi di laurea di Simonetta BURCHIETTI (1970), “Canti popolari
raccolti nel Mugello” tesi di laurea di
Paolo DE SIMONIS (1972), “Canti
toscani – Melodie tradizionali raccolte col registratore” ancora di
FORNARI (1972), “Un improvvisatore della Montagna pistoiese – Luigi Ferrari di Rivoreta detto ‘Gigetto
del Bicchiere’ – 1842-1930 – Copia
con notizie biografiche, poesia e canto” di Lilia GIGLIOLI (1972), “Dodici canti popolari uditi e trascritti a
Cutigliano (1921-23)” ancora della
GIGLIOLI (1972), “Canti popolari
toscani a cura di V.C.” di Valeriano
CECCONI (1972)“, “Canzoniere
italiano, 2 voll. – Vol. I, Toscana,
pagg. 221-234” di Pier Paolo PASOLINI (1972), Canti tradizionali della
provincia di Lucca” di Gastone
VENTURELLI (1973), “La barriera
– Canti popolari toscani del mondo
contadino” di Ivo GUASTI e Franco
MANESCALCHI (1973), “Stornelli
nostrali” di anonimo (Libreria Editrice Fiorentina) (1973), “Dalla
montagna pistoiese” di anonimo (Li-
dossier
breria Editrice Fiorentina) (1973),
“Canti folkloristici delle nostre regioni: Toscana, Lombardia” di Enrico
CAPACCIOLI (1974), “Antologia
toscana – Repertorio e fonti dei canti toscani” ancora di FORNARI
(1974), “Componimenti di letteratura tradizionale lunigianese” di Patrizia BELLUCCI MAFFEI (1974),
“Canti popolari in Maremma” di
Corrado BARONTINI e Morbello
VERGARI (1975), “Dal canto nostro” ancora di FORNARI (1975),
“Cartacanta – Canti popolari toscani
e cultura comunitaria” ancora di
FORNARI (1976), “Problemi della
ricerca sulla cultura popolare: una
esperienza nel senese “ in : “Tradizioni popolari e ricerca etnomusicale
– Convegno del Centro F.L.O.G.” di
Pietro CLEMENTE (1976), “Chi
cerca trova – Vita e canti di Toscana”
di Riccardo MARASCO con allegata
cassetta musicale (1977), “Venti canti popolari pistoiesi – Ricerca a cura
di S.L. e M.F. per Laboratorio di Musica Contemporanea” di Sergio
LANDINI e Maurizio FERRETTI
(1977), “Canti popolari livornesi” di
Giorgio FONTANELLI (1977), “Sapienza popolare in val di Chiana” di
Sante FELICI (1977), “Musica contadina dell’Aretino a cura di D.C.
con la collaborazione di Lapo Moriani e Marcello Debolini, per Consorzio per le attività musicali della Provincia di Arezzo” di Diego CARPITELLA (1977), “Carrara e la sua
gente: ambiente, storia, arte, valori e
tradizioni” di Mauro BORGIOLI e Beniamino GEMIGNANI
(1977),“Ràggioli 78 – Arte e tradizioni nella storia della gente
della Montagna vallombrosana”
di Sirio CAVIGLI et alii (1978),
“Canti popolari della valle dell’Arno” di Dante PRIORE
(1978), “La veglia lunga “ ancora di GUASTI e MANESCALCHI (1978), “Canti popolari della Garfagnana secondo la versione delle Casciane” e “Canti
popolari della val di Lima secondo la versione de I cantori di Limano”ancora del VENTURELLI (1980), “Tradizione orale e
mezzadria nella Val d’Elsa inferiore, a cura di Z.C.” di Zeffiro
CIUFFOLETTI (1979), “Togno
e Catera – Vecchia – secondo il
testo adottato dalla Compagnia
di Torrita di Siena” di Mariano
FRESTA e Gastone VENTURELLI (1980), “Canti popolari toscani –
Raccolta per le scuole” a cura del
COMUNE DI FIRENZE (1980),
“Per forza e per amore – I canti popolari del Palio di Siena” di Alessandro FALASSI (1980), “Folklore by
the Fireside – Text and Context of
the Tuscan Veglia” ancora di FALASSI (1980), “I canti del mare nella tradizione popolare italiana – Toscana, pagg. 203-242” di A.Virgilio
SAVONA e Michele STRANIERO
(1980), “Vita in Toscana – Feste, riti,
usanze, tradizioni popolari” di Roberto FERRETTI et alii (1981), “La
tradizione della Befana nella Maremma di Grosseto” a cura di Roberto FERRETTI e con una appendice di Angelo BIONDI (1981), “Il
Bruscello dell’innamoramento, secondo il testo adottato dalla Compagnia Grancia e Vallemaggiore (GR)”
a cura di Roberto FERRETTI
(1981), “Vecchia segata e befanata,
secondo i testi adottati dalla Compagnia dell’Ottava Zona (GR)” a cura
di Roberto FERRETTI (1981),
“Saggio sul canto lirico monostrofico
popolare di Porto S.Stefano” di Pietro FANCIULLI (1981), “Maggiolata, nella versione cantata nel 1981
dalla Squadra della Ottava Zona di
Grosseto” a cura di Roberto FERRETTI (1981), “Cultura contadina
in Toscana – 2 voll.” Di Paolo DE
SIMONIS et alii (1982), “9 canti popolari nel repertorio del Coro degli
Etruschi” ancora di BARONTINI e
VERGARI (1982), ”Morfologia del
canto popolare” ancora di FORNARI (1982), “Befanata drammatica,
secondo il testo adottato dalla Compagnia di Fornace di S.Martino
(GR) e Morte del Carnevale, secondo il testo adottato dalla Compagnia
di Marroneto (GR)” a cura di Roberto FERRETTI (1982), “Vecchie
segate e alberi di maggio – Percorsi
nel Teatro popolare toscano” di vari
autori (CLEMENTE, FERRETTI,
FRANCINI, FRESTA, VANNINI)
coordinati da Mariano FRESTA
(1983), “La Vecchia del Bruscello,
secondo il testo adottato dalla Squadra di Castiglione della Pescaia nella
versione curata da Novilio Ghini” a
cura di Roberto FERRETTI (1983),
“Canti popolari toscani” ancora di
CECCONI (1983), “I contrasti in ottava rima e l’opera di Vasco Cai da
Bientina a cura di F.F.” di Fabrizio
FRANCESCHINI (1983), “Lingua e
canti popolari – In:Guida del Casentino” di Carlo BENI (1983), “Testi e
materiali sulla tradizione della Befana nel Grossetano” a cura di Roberto FERRETTI (1983), “Canzoni religiose e cultura comunitaria – In: La
terra benedetta - Religiosità e tradizioni nell’antico territorio di Ripoli”
ancora di FORNARI (1984), “Canti
della Maremma” anonimo, ma di
Anton Giulio PERUGINI (1984)
“Lumina – Memorie, massime e canti popolari del mondo contadino toscano” ancora di GUASTI e MANESCALCHI (1984), “Canti popolari della Valdera – Tradizioni
orali nell’agro pisano” a cura di
Benozzo GIANETTI (1984),
“Il Profeta del Monte Amiata –
Santa Fiora (contiene 3 stornelli e 2 rispetti dell’Amiatino) –
In: Le cento città d’Italia” di
anonimo (s.d., 1985?), “I canti
della vita raccolti in Valdinievole” di Luca PETROCCHI
CORRADINI (1985), “Riti e
feste nella cultura contadina”
ancora di FORNARI (1986),
“Non son poeta e non ho mai
studiato, cantate voi che siete
allitterato” a cura di Sergio
GARGINI (1986), “Sono gigliese e canto” a cura del Circolo Culturale Gigliese (1987),
“Siena – I canti del popolo” di
Remigio DE CRISTOFARO
(1988), “Tradizioni popolari –
La ricerca e l’analisi – Corso di
5
dossier
6
Fiesole 1986-87” ancora di FORNARI (1989), “Canto popolare religioso
del Valdarno” di Giorgio MARTELLINI (1989) a cui segue nello stesso
anno un supplemento dello stesso
autore con lo stesso titolo, “Antologia castagnetana – Poesia e folclore
nei secoli a Castagneto, Donoratico
e Bolgheri” di Luciano BEZZINI
(1990),“I poeti del mercato – Raccolta di contrasti in ottava rima dei
poeti contemporanei Gino Ceccherini e Elio Piccardi” con allegata cassetta musicale, di Alessandro BENCISTA’ (1990), “Ballate della Raccolta Barbi” di Maria Elena GIUSTI
(1990), “Viva lo rè, viva l’amò – Canti popolari della Garfagnana a cura
di D.M.” di Daniela MENCHELLI
(1992), “a come fantasia – La cultura
dell’oralità” di Carmela FERRAIOLI CAPONI (1992), “I bernescanti –
Il contrasto in ottava rima e le tematiche attuali dei poeti ecc.” ancora di
BENCISTA’ (1994), “Tipologie dello stornello in Toscana”, tesi di laurea di Luca STORNELLO, (1994),
“Toscanauno – Canti tradizionali registrati e trascritti” con allegata cassetta musicale, ancora di FORNARI
(1995), “Le belle storie aretine di
Giovanni Fantoni” di Enzo GRADASSI (1995), “Costumi e tradizioni popolari – Lazio Toscana Umbria,
2 voll.” di autori varii (1995), “Canti
popolari dell’Amiata raccolti e annotati da L.S. – Bella mi’ S.Fiora – Il
folclore nel paese degli Aldobrandeschi e degli Sforza” di Leoncarlo
SETTIMELLI (1995), “…ché stasera è Befania!” a cura di Nevia
GRAZZINI (1995), “Rassegna di
befanate nel grossetano – Testi e materiali della tradizione” a cura di
Edo GALLI (1996), “Le tradizioni
musicali dell’Isola del Giglio – Storia
della Banda Musicale < Enea Brizzi>” di Aldo SCOTTO (1996), “Spira aprile e maggio nasce – Tradizioni, storia e cultura della Valdichiana
e della Valdorcia” di Mariano FRESTA (1997), “Il cerchio dei chicchi di
grano” a cura delle Classi IV e V
della Scuola Elementare di Ponticino e delle insegnanti Alessandra
CIANTINI, Silvana ROSSI e Antonella SALETTI (1997), “Toscana in
canto – Ambiente e tradizioni” ancora di FORNARI, con allegata videocassetta (1998), “Stornelli a dispetto raccolti da Luciano Capitani”
a cura di Graziella VALPIANI
(1998), “Il cantastorie di Maremma”
di Pietro ANGELONE (1998),
“Ogni spiga cento staia” a cura della
Classe V Elementare di Ponticino e
dell’insegnante Silvana ROSSI
(1998),“La Toscana nei canti popolari di tradizione e d’autore”, di
Alessandro FORNARI in:“Canti di
tradizione e canti d’autore nella musica popolare – Loro esecuzione in
forma corale – Atti del Convegno di
Carrara del 9/11/1997” – Quaderno
di “Diapason” n° 3, l998, di Claudio
MALCAPI et alii (1998), “Siam venuti a cantar Maggio – Canti popolari toscani autentici” con allegata cassetta musicale, ancora di FORNARI
(1998), “A memoria d’uomo - Tradizioni e comunità nell’alta val di Lima” di FORNARI et alii (1999),
“Vieni o Maggio – 20 anni dei Maggerini di Suvereto” a cura dell’Ente
Valorizzazione Suvereto (1999),
“Fiorentinacci – I’ Novecento in vernacolo fiorentino – Antologia poetica a cura di A.B.” di Alessandro
BENCISTA’ (1999), “L’arte del dire
– Atti del convegno di studi sull’improvvisazione poetica – Grosseto,
14-15/3/1997” di Maurizio AGAMENNONE et alii (1999), “Il Cantastorie – Canti e racconti di Eugenio Bargagli” di Corrado BARONTINI (2000), “Il ‘Cantar Maggio’
delle Contrade di Siena nel XVII secolo” di Mariano FRESTA (2000),
“Atlante delle tradizioni popolari
nel Pistoiese” di Paolo DE SIMONIS e Claudio ROSATI (2000),“Fiorita di canti popolari dal risorgimento alla prima guerra mondiale” a cura degli alunni e degli insegnanti
R.BARNINI, Alessandro BENCISTA’
e
Clara
TREMONTI
dell’I.T.C. G.Galilei di Firenze (anno scolastico 2000 – 2001), “Stoffa
forte maremmana – Scritti sull’ottava rima” di Antonello RICCI
(2001), “Una storia tutta da cantare
– Dalla fine della Prima Guerra
Mondiale agli anni Sessanta attraverso il canto popolare” a cura degli
alunni e degli insegnanti Alessandro
BENCISTA’ e Clara TREMONTI
dell’I.T.C. G.Galilei di Firenze (anno scolastico 2001 – 2002), “Canti toscani - Melodie tradizionali raccolte
col registratore – 3a edizione riveduta e aumentata” ancora di FORNARI (2002), “Poesia estemporanea a
Ribolla – 1992-2001” a cura di Corrado BARONTINI e ALESSAN-
DRO BENCISTA’ (2002), “O gente
che passate per la via – Documenti
della tradizione orale della Garfagnana” a cura di Giorgio SANTARINI (2002), “L’ottava rima – Documenti di canto e poesia raccolti nel
Valdarno Superiore” corredato di
C.D. ancora di Dante PRIORE
(2002), “…E il paese era musica” di
Luca STORNELLO (2003), “Cantar
in poesia – Due concorsi di Poesia
Estemporanea (Querceto 1938 –
1939) a cura di Gianni BATISTONI
(2003), “Nello Landi – 12 Maggi
(1941-2001)” a cura di Fabrizio
FRANCESCHINI.
Va notato che, se si escludono i contributi di FORESI e di GIAMBONI
di fine Ottocento/primi Novecento,
quelli di NERETTI e di BILLI negli
anni ’30 e di BONACCORSI e di
FRAZZI negli anni ’50 e ’60 del Novecento editi per canto e pianoforte,
le pubblicazioni di canti popolari riportavano solo i testi scritti mentre
le melodie erano del tutto trascurate
o ne veniva trascritta solo qualcuna.
E’ solo a partire dagli anni ’70 del
Novecento che, grazie all’utilizzazione del registratore da parte dei ricercatori, i canti tradizionali – ma anche
i racconti, le fiabe, i proverbi, ecc. –
sono stati incisi su nastro direttamente dalla viva voce degli informatori. E’ stato così possibile effettuare
una valida ed accurata trascrizione,
accanto ai testi, anche della melodie
e, colla pubblicazione di entrambi gli
elementi costitutivi dei canti – testo
e musica – si è potuto con maggior
comodità esaminare e studiare le caratteristiche, la struttura, le varianti,
ecc. di entrambi.
Non solo, ma le raccolte di nastri,
cassette e più recentemente di CD e
videocassette consentono di conservare per l’avvenire il patrimonio etno-musicale raccolto, patrimonio
purtroppo in via di estinzione.
2° - Armonizzazione per coro
dei canti popolari
Le formazioni corali toscane che
fanno attività concertistica (escludendo pertanto quelle che praticano
solo servizio liturgico) sono circa 150
e sono pressochè tutte iscritte alla
Associazione Cori della Toscana.
Anche se i cori di tipo polifonico
hanno nel loro repertorio qualche
canto popolare, è nei cori di tipo po-
dossier
polare che il canto toscano viene più
frequentemente eseguito, ovviamente insieme a quello di altre regioni o
nazioni. Escludendo i cori gospel che
hanno un repertorio particolare, i
cori toscani che praticano esclusivamente il canto popolare sono circa
una ventina.
Per questi ultimi l’Associazione Cori
della Toscana organizza ogni qualche anno – talora in coincidenza di
qualche convegno di studi sul canto
popolare – una Rassegna regionale
in cui è possibile ascoltare quasi tutti i cori di tipo popolare della regione. Tale rassegna è giunta quest’anno (2003) alla sua 7a edizione.
Non solo ma, sempre per iniziativa
della Associazione Cori della Toscana, è stato costituito 2 anni fa il corolaboratorio regionale maschile “Coroprova” con un programma di approfondimento culturale, tecnico ed
espressivo del repertorio popolare
sotto la direzione del m° Paolo Bon
e aperto alla partecipazione di tutti i
direttori e coristi della Toscana, coro
che ha già effettuato due stagioni di
studio ed eseguito alcuni concerti
pubblici.
A parte qualche caso sporadico precedente è dagli anni ’70 del Novecento che inizia la pubblicazione delle armonizzazioni per coro del patrimonio folklorico toscano.
La prima pubblicazione è del 1971
ad opera di Dino MENICHETTI
con “6 canti popolari toscani elaborati per soli e coro a voci miste, virili
e bianche”.
Nel 1981 Claudio MALCAPI
pubblica in “Canzoni toscane”
40 canti per coro virile utilizzando il repertorio di Fornari e
Priore e qualche brano di una
propria raccolta.
Nel 1982 Ivo MEINI presenta
in “Canti popolari toscani – 12
composizioni per coro a 4 voci
ineguali ricostruite e armonizzate da I.M.”, brani tratti da
una raccolta personale.
Remigio DE CRISTOFARO,
dopo aver pubblicato i 10 fascicoli de “I canti di Siena” (197583), li riunisce ed accresce nel
volume “Vieni a cantar con me
– 50 canti popolari raccolti in
Siena e nel suo territorio” per
coro misto, utilizzando una sua
raccolta (1a edizione 1983, 2a
edizione 1988).
Giorgio MARTELLINI fa uscire nel
1989 “L’amore è come l’ellera – 25
canti popolari toscani elaborati per
coro a 4 voci” per coro misto, ai quali seguono nel 1990 “L’amore è come
l’ellera – 15 canti popolari dalla riva
dell’Arno armonizzati ed elaborati
in stile polifonico a cappella a 4 o 5
voci miste con voce recitante” e nel
1991 “L’amore è come l’ellera – 10
canti popolari dalla riva dell’Arno
armonizzati ed elaborati in stile polifonico a cappella a 4 o 5 voci miste”.
Nel 1993 i Quaderni di Diapason
editi dalla Associazione Cori della
Toscana presentano, nel 1° numero,
Italo BIANCHI in “La sera sui monti ed altri canti composti, trascritti ed
alaborati per coro a voci virili da
I.B.”.
Nel 1995 il 2° numero dei Quaderni
di Diapason presenta Italo FAZZI
in “Maremma Maremma ed altri
canti composti, trascritti ed elaborati per coro a voci pari e voci miste”.
Infine Claudio MALCAPI stampa in
proprio nel 2002 “Canzoni toscane –
Vol. 2°” con altri 15 brani armonizzati per coro virile.
Oltre ai precedenti , qualche altro
canto toscano è stato, prima di essi,
armonizzato e pubblicato: uno, ad
esempio, da Silvio PEDROTTI e
due da Armando CORSO per i canzonieri dei rispettivi cori, la S.A.T. di
Trento e il Monte Cauriol di Genova, un altro ancora da Efrem CASAGRANDE, ecc.
Infine armonizzazioni di canti toscani sono state fatte per vari cori popolari toscani dai propri direttori o
da altri musicisti che, pur senza averle pubblicate, le hanno utilizzate nei
concerti dei rispettivi complessi: ad
esempio da Roberto BECHERI per
la corale S. Martino di Prato, da Siro
BUTELLI per il coro Genzianella di
Pistoia, da Gilberto VALGIUSTI
per il coro C.A.T. di Cutigliano (PT),
da Elio ANTICHI per il coro Il Baluardo di Lucca, da Luigi DELLA
MAGGIORA per la corale G.Puccini di Camigliano (LU), da Alessandro BUGGIANI per il coro Monte
Sagro di Carrara, ecc.
3° - Studiosi, associazioni,
cantanti e gruppi folk, cori
A – FIRENZE e provincia
In Firenze Alessandro FORNARI,
di cui abbiamo già citato le principali pubblicazioni, è tuttora attivo nella ricerca e insegnamento con corsi e
seminari all’università di Firenze sulle tradizioni e canti popolari. Nel
1973 ha fondato l’associazione “Centro Vita Popolare” della quale sono
via via usciti vari fascicoli, quaderni,
libri. Negli anni 1975-76 aveva fondato altresì il gruppo di 4 voci e chitarra “Il Tornasole” e nel 1980 il
gruppo di 5 voci e strumenti “Cartacanta”, gruppi che hanno tenuto
concerti folk e l’ultimo dei quali ha
pubblicato il disco “Il tempo delle ciliegie”. Tuttora Fornari organizza
spettacoli e concerti di cantanti e
gruppi folk. Importante è stato il
suo lavoro di nuova impostazione antropologica in cui valorizza
nel canto tradizionale le norme e
i valori culturali dei gruppi sociali esattamente identificati: la
sua tecnica M.O.S.E. (Motivazioni, Ostacoli, tentativo di Soluzione, Esito) è stata da lui proposta per accertare, in base alle
motivazioni dei personaggi, le
norme e i valori testimoniati da
ogni canzone.
A Scandicci (FI) risiede Alessandro BENCISTA’, pure assai
attivo. Oltre alle già citate pubblicazioni nel campo dei poeti in
ottava rima, ha fondato nel 1996
il “Centro Studi Tradizioni Popolari Toscane” e dallo stesso
anno cura l’uscita periodica della rivista “Toscana folk” che del
7
dossier
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Centro è organo ufficiale, ricca di
contributi sul folklore toscano e
spesso arricchita di musicassette.
Bencistà collabora altresì alla organizzazione degli “Incontri di poesia
estemporanea” di Ribolla (GR) e
organizza spettacoli di teatro vernacolare e canti tradizionali in Firenze
e provincia.
Franco MANESCALCHI, fiorentino, di cui abbiamo già segnalato le
pubblicazioni sui canti toscani, pubblica tuttora nei giornali e riviste articoli sulle tradizioni popolari.
Carlo LAPUCCI, fiorentino di origine mugellana, è da molti anni dedito
allo studio del folklore toscano con
approccio letterario tradizionale. Il
suo contributo più recente, di due
anni fa, è “Introduzione allo studio
delle tradizioni popolari”.
Paolo DE SIMONIS residente a
Pontassieve – Le Sieci (FI), che dopo Fornari è stato fra i primi a usare
il registratore nelle ricerche, è tuttora attivo nel campo delle tradizioni
popolari con ricerche e pubblicazioni. Collabora al Laboratorio di Antropologia Culturale dell’Università
di Firenze con sede a Prato.
Pino GALA di Firenze collabora al
sopracitato Laboratorio di Antropologia Culturale con sede a Prato. Si è
occupato prevalentemente di danze
popolari ed è presidente di una associazione che si occupa di tale argomento e pubblica la rivista “Chorèula” ed ha edito 7-8 CD sulle danze
popolari.
Sandra LANDI di Certaldo (FI), dopo essersi occupata di canti popolari
in chiave di metodologia didattica, si
interessa da anni di autobiografie
popolari.
Silvano GUERRINI di Bagno a Ripoli (FI) ha lasciato qualche contributo sui canti, ma si è prevalentemente occupato di cultura materiale
tradizionale.
Ricerche e registrazioni in proprio
ha effettuato anche Claudio MALCAPI di Firenze, ma più che altro ha
fatto e pubblicato armonizzazioni
corali di canti toscani e ha fondato e
dirige cori e gruppi vocali popolari.
Fra gli studiosi di area fiorentina
Paolo BON, che ha guidato e guida
tuttora cori di tipo popolare e che
con la “Novocoralità” ha dato anni
addietro una nuova impostazione alla interpretazione ed esecuzione del
canto corale popolare, oltre ad avere
effettuato una propria raccolta di alcuni canti toscani è da segnalare per
i suoi studi e pubblicazioni sulla nascita e sviluppo del canto tradizionale fin dai primordi della storia dell’uomo.
All’università di Firenze l’attuale direttore della cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Lettere è Pietro CLEMENTE, che risiede
a Siena. Egli ha radunato intorno a
sé una schiera di allievi e studiosi di
varie zone della Toscana – Fabio
DEI, Paolo DE SIMONIS, Mariano
FRESTA, Pino GALA, Maria Elena
GIUSTI, Nevia GRAZZINI, Sandra LANDI, Carlo LAPUCCI,
Gianfranco MOLTENI, Fabio MUGNAINI, Dante PRIORE, Claudio
ROSATI, Alessandro SIMONICCA
– con i quali ha fondato l’associazione “I.D.A.S.T. – Iniziative DemoAntropologiche e di Storia orale in
Toscana” – associazione che si propone di radunare studiosi di varia
estrazione, professionale e non, per
coordinare gli studi sulle tradizioni
popolari e che, fra le varie iniziative,
ha effettuato un censimento di tutte
le più importanti raccolte su nastri e
cassette di tradizioni orali della Toscana, con riversamento di esse su
CD per la costituzione di un archivio
non deperibile di tale materiale.
Nella stessa cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Lettere dell’Università di Firenze lavora
come ricercatore Maurizio AGAMENNONE che vi si occupa specificamente di etnomusicologia di cui ha
formazione e competenza specifica.
Sempre all’Università di Firenze, ma
nella Facoltà di Scienza dell’Educazione, insegna Antropologia Culturale Leonardo PIASERE che si occupa della cultura Rom.
In Firenze ha sede il CENTRO
F.L.O.G. (Federazione Lavoratori
Officine Galileo) PER LE TRADIZIONI POPOLARI che è stato ed è
tuttora attivo in campo etnomusicologico con pubblicazione tra l’altro
di un disco sui canti delle Contrade
senesi, e con organizzazione di spettacoli e concerti.
A Sesto Fiorentino (FI) dove si è
trasferito da alcuni anni dalla sua
precedente sede in Milano si trova
l’ISTITUTO ERNESTO DE MARTINO attualmente diretto da Ivan
DELLA MEA, istituto che può vantare un archivio sonoro grandissimo
di nastri e cassette di ricerche e raccolte di canti popolari che stanno attualmente digitalizzando in CD e
DVD; organizza anch’esso spettacoli incentrati su gruppi tradizionali
nonché convegni sulle tradizioni.
Per quanto riguarda i cantanti folk
va citato per primo Alfredo BIANCHINI, scomparso da poco, che è
stato uno degli iniziatori degli spettacoli folk (suo il disco “A veglia in
Toscana” dove propone canti delle
raccolte di Gordigiani, autore di canzoni in stile popolare toscano negli
anni ’20 del Novecento, e del Neretti, nonché racconti di stile popolare).
In secondo luogo ricordiamo le cantanti folk Dodi MOSCATI e Daisy
LUMINI, scomparse da alcuni anni,
non attive nel campo della ricerca
ma importanti per l’interpretazione
e la diffusione del canto toscano.
Ricerche ha effettuato invece la fiorentina Caterina BUENO che dalla
seconda metà degli anni ’60 ha proposto canti toscani e ha inciso numerosi dischi; attualmente canta accompagnata da un chitarrista e tre
violinisti. Essa aveva iniziato a collaborare per la Toscana nell’incisione
dei dischi “Ci ragiono e canto” e
“Bella ciao”. Di lei e della Moscati
ricordiamo inoltre i bei dischi della
Cetra Documenti.
Pure ricercatore è il cantante Riccardo MARASCO di Bagno a Ripoli
(FI) che ripropone, accompagnandosi sulla chitarra-lira, sia la tradizione toscana che propri canti di tipo
popolaresco.
PIERO DA FIRENZE, nome d’arte
di Piero TAMBURINI, da un quarto
di secolo si è dedicato alla riproposta, sia in concerti in giro per il mondo in barca a vela, sia in CD, della
tradizione toscana.
Anche il cantante Narciso PARIGI
di Campi Bisenzio (FI) ripropone
canzoni fiorentine e folklore toscano
accanto a brani di musica leggera e,
come lui, anche la cantante Maria
Grazia FEI dopo la musica leggera si
è dedicata alla riproposta del folklore, sia sola che in duo con Ferdinando Scarselli.
Più recentemente si sono affacciati
alla ribalta altri cantanti folk: Donatella ELISACCI di Pelago (FI),
Alessandro SCAVETTA di Montelupo (FI) che è anche ricercatore, il
napoletano-fiorentino Enzo CARRO, Angela BATONI, anch’essa ri-
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cercatrice. Essi in generale si accompagnano nei loro spettacoli con la
chitarra.
Va ricordato poi che il noto attore
fiorentino Paolo POLI ha inciso canti infantili (filastrocche, ninnenanne)
nei dischi “Canti per i bambini buoni” e “Canti per i bambini cattivi”,
fungendo così contemporaneamente
da informatore a da interprete.
Per quanto riguarda i gruppi vocali o
vocali-strumentali, dopo i già citati
IL TORNASOLE e CARTACANTA degli anni ’70 e ’80 del Novecento, un gruppo costituitosi recentemente è quello denominato LA
LEGGERA, complesso canorostrumentale di Campicòzzoli, nel comune di Pontassieve (FI) che, guidato da Marco MAGISTRALI, ha effettuato ricerca, fa spettacoli e ha
pubblicato il CD “Canti e sonate
nelle valli della Sieve e del Sasso”
corredato da un fascicolo dei testi.
Altro gruppo di cantori-suonatori è
il SUONATORI TERRA TERRA
di Molin del Piano (FI) usciti nel
1999 con un repertorio di canti e balli tradizionali.
Altro gruppo ancora di canto e strumenti è il CANTAGRILLO di Firenze (Fiorella BUONO, Valter
VAIOLI, Giacomo GENTILUOMO) anch’esso con canti della tradizione toscana.
Fiorentino è anche il duo TARABARALLA, canoro e strumentale,
di Alessandro GIOBBI e Anna VIGETTI, che ha inciso il CD con brani toscani “Di qua e di là d’Arno”.
Fra i gruppi attivi di maggiaioli ricordiamo in Mugello I MAGGIAIOLI DI VICCHIO e I MAGGIAIOLI DI BARBERINO che
con canto e strumenti effettuano
spettacoli nelle loro zone ma anche
altrove.
Danze popolari della tradizione contadina toscana propone il BALLETTO FOLKLORISTICO FIORENTINO costituitosi nel 1993 a Firenze
con coreografie di Delphine
BALTHUS e consulenza musicale di
Lisetta LUCHINI.
Un repertorio di canzoni fiorentine e
tradizionali toscane e napoletane
propone il gruppo dei MANDOLINISTI FIORENTINI, fondato da
Giuseppe TADDEINI.
In Firenze il NUOVO QUARTETTO VOCALE FIORENTINO istituito con nuovi cantori nel 1999, do-
po un primo QUARTETTO VOCALE FIORENTINO degli anni ’80,
esegue recital di canti popolari toscani a 4 voci virili armonizzate dal direttore Claudio MALCAPI.
I cori polifonici dell’area fiorentina
presentano talora uno o due canti popolari toscani nelle loro esibizioni. Il
coro fiorentino LA MARTINELLA
a 4 voci virili si caratterizza invece
per avere nel proprio repertorio, accanto a canti di montagna e di altre
regioni, un nutrito gruppo di canti toscani armonizzati dal proprio fondatore e primo direttore Claudio MALCAPI, canti che ha inciso in due dischi intitolati “Dall’Arno all’Appennino” e “Peschi fiorenti”. Il coro organizza annualmente da una trentina
di anni la “Rassegna corale fiorentina di canti tradizionali”.
Oltre alla Martinella si può considerare fra i cori di tipo popolare il CORO DI VOCI BIANCHE DELLA
SCUOLA DI MUSICA DI FIESOLE a Fiesole (FI) che però ha solo
qualche canto toscano nel suo repertorio.
Il CORI ENSEMBLE di Firenze /
Scandicci diretto da Fiorella BUONO presenta spettacoli di folklore
canoro e di danze toscane.
Legato all’associazione “Incontri” di
Campi Bisenzio (FI) è il gruppo corale CANTANTUTTICANTANCHIO con repertorio di canzoni toscane e fiorentine.
Dei poeti-cantori in ottava rima – o
bernescanti – di area fiorentina ricordiamo il mugellano Gino CECCHERINI scomparso da poco e i viventi
Altamante LOGLI di Scandicci (FI)
e Natale MASI di Empoli (FI).
B – AREZZO e provincia
Dei ricercatori storici ricordiamo
Diego CARPITELLA, scomparso
da una decina d’anni, che ha pubblicato tre dischi e un volume con testi,
trascrizioni musicali e analisi etnomusicologica intitolati “Musica contadina dell’Aretino”.
Don Sante FELICI di Camucia (AR)
ha pubblicato nel 1977 il volume “Sapienza popolare in Val di Chiana”
che contiene anche canti e qualche
trascrizione musicale.
Dante PRIORE, residente per molti
anni a Terranuova Bracciolini (AR)
e da qualche anno a Lévane (AR) e
che ha effettuato una notevole ricerca nel Valdarno Superiore sfociata in
un volume degli anni ’70 già citato,
sta pubblicando nuovo materiale in
vari volumi, il primo dei quali sull’ottava rima già uscito recentemente e da noi citato e gli altri (canti lirici, canti narrativi, ecc.) in programma.
Ivo LISI di Arezzo ha costituito il
gruppo ALFREDO MELANI –
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE E RICERCA SUL CANTO E
LE TRADIZIONI DELLA PROVINCIA DI AREZZO.
Enzo GRADASSI, aretino, ha pubblicato specialmente sui canti in ottava rima (“Le belle storie aretine di
Giovanni Fantoni”- 1995).
Ad Arezzo l’Azienda per il Turismo
pubblica la rivista NOTIZIARIO
ARETINO con, tra l’altro, articoli
sulle tradizioni popolari locali.
Nel marzo 1996 si è tenuto nella Biblioteca civica di Arezzo il convegno
LA TERRA, LA FATICA, L’EVASIONE, promotrici le Istituzioni
aretine con la collaborazione del
Centro F.L.O.G. per le tradizioni popolari di Firenze: sono stati svolti temi riguardanti il bruscello poliziano
(Carlo LAPUCCI), le befanate
(Dante PRIORE), i contrasti nella
poesia estemporanea (Alessandro
BENCISTA’), il verso cantato (Maurizio AGAMENNONE), la danza
popolare (Pino GALA e Claudio
CESARONI) e ci sono state esibizioni di poeti estemporanei, delle
cantanti folk Dodi Moscati e Caterina Bueno e del gruppo di ballo La
Biritùllera di S.Giustino Valdarno.
Il comune di Laterina (AR) in collaborazione con l’Ente Fiera di Terranuova Bracciolini (AR) ha pubblicato volumetti di ricerche sui canti popolari dei ragazzi delle scuole elementari intitolati IL CERCHIO
DEI CHICCHI DI GRANO e
OGNI SPIGA CENTO STAIA,
senza trascrizioni musicali.
Anche la scuole di Cortona - Camucia (AR) e di Monte S.Savino (AR)
hanno fatto uscire lavori di ricerca
dei canti popolari, senza trascrizioni
musicali.
Un repertorio di musiche e danze
folkloristiche toscane nel tradizionale costume contadino propone il
gruppo LA BIRITULLERA di S.
Giustino Valdarno (AR).
Per quanto riguarda i cori di tipo popolare ricordiamo il coro ECO DEL
CASENTINO di Ponte a Poppi
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dossier
(AR) coro a voci virili, con repertorio di canti popolari e di montagna.
Anche la corale ERMENEGILDO
CAPPETTI di S. Giovanni Valdarno, pur essendo un coro polifonico
ha nel suo repertorio molti brani di
canto popolare toscano armonizzati
e pubblicati, come già riferito, dal
suo direttore Giorgio Martellini.
Per quanto riguarda i poeti-cantori
in ottava rima sono tuttora attivi gli
aretini Azelio PULERI e Ivo MAFUCCI, mentre sono scomparsi
Libero VIETTI di Montevarchi
(AR), Elio PICCARDI di Castelfranco (AR) e Edilio ROMANELLI
aretino.
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C – GROSSETO e provincia
Fra i ricercatori storici ricordiamo
Roberto FERRETTI scomparso nel
1984, ricercatore di fiabe, maggi,
ecc., le cui pubblicazioni non hanno
trascrizioni musicali.
A Grosseto Corrado BARONTINI,
pure ricercatore storico con pubblicazioni in associazione al poeta-contadino e ricercatore Morbello VERGARI sui canti della Maremma da
noi citate, è tuttora assai attivo nella
ricerca e pubblicazione di tradizioni
locali (ottava rima, musica a ballo,
ecc.), nelle iniziative dell’Archivio
delle tradizioni popolari della Maremma grossetana, del Coro degli
Etruschi di cui è coordinatore e cantore, degli Incontri di poesia estemporanea di Ribolla (GR).
Leoncarlo SETTIMELLI, romano,
ha effettuato ricerche negli anni
1998-99 nel territorio di S.Fiora
(GR), pubblicate, con trascrizioni
musicali, da quel comune.
Altro ricercatore è l’amiatino Franco PELLEGRINI che nell’Amiata
ha fatto una vasta raccolta di canti
popolari.
La ricercatrice Gabriella PIZZETTI
ha lavorato sulla fiabistica, mentre
Nevia GRAZZINI ha scritto una tesi sulle Befanate e si è occupata altresì del Maggio e del Segalavecchia.
Paola PANNOZZO, giornalista di
Telemaremma (una delle poche TV
private che fanno trasmissioni sulle
tradizioni locali), si è interessata di
Ottava rima. Pure Antonello RICCI,
viterbese, si è, fra altre opere letterarie, interessato dell’Ottava rima.
Edo GALLI ha pubblicato “Rassegna di befanate nel grossetano – Testi e materiali della tradizione” in
collaborazione con Angelo BIONDI, Ennio SENSI e Nevia GRAZZINI.
A Grosseto è attivo presso la Biblioteca Chelliana l’ARCHIVIO DELLE TRADIZIONI POPOLARI
DELLA MAREMMA GROSSETANA di cui è coordinatrice Nevia
GRAZZINI. L’archivio pubblica via
via QUADERNI di tradizione e storia locale.
A Braccagni (GR) viene pubblicato
il giornale LA SENTINELLA DI
BRACCAGNI con articoli di storia
e tradizione locale.
Fra i cantanti folk di area grossetana
vanno citati il duo tedesco-maremmano OTTO E BARNELLI di
S.Caterina nel comune di Roccalbegna (è uscito un libro sui 20 anni della loro attività) e il duo dei coniugi
Silvana PAMPANINI e Silverio FABIANI che cantano, con accompagnamento di chitarra, brani similpopolari d’autore ispirati alla vita contadina della Maremma fra ‘800 e
‘900.
Sono ancora da menzionare: il TEATRO DEL CANTASTORIE del
Grossetano Eugenio BARGAGLI,
prima in duo con la figlia Mirella, poi
con David VEGNI, voce il Bargagli,
accompagnamento strumentale il
Vegni; il grossetano Mauro CHECHI, cantastorie “colto” e poeta improvvisatore; Liliana TAMBERI
grossetana, cantante folk e poetessa
improvvisatrice; Leonella LELLI; il
poeta di Vallerona (GR) Emole
PALLANTI; all’isola del Giglio Giuseppe BAFFIGI detto Beppino di
Culisse, scomparso nel 1995, che è
stato interprete istintivo del patrimonio tradizionale gigliese con i suoi
versi e la sua musica.
Per quanto riguarda i gruppi di riproposta canora dei canti vanno citati per primi i CARDELLINI DEL
FONTANINO di Casteldelpiano
(GR) che ad otto voci presentano il
canto amiatino caratterizzandolo
con un particolare tipo di accompagnamento vocale detto “i bei”. Essi
hanno compiuto quest’anno i 50 anni di attività e su di loro è uscito un
volume a carico del comune di Casteldelpiano.
Altro importante gruppo è il CORO
DEGLI ETRUSCHI di Grosseto
che, fondato nel 1972 dal poeta-contadino Morbello Vergari, è attivo dal
1974 con spettacoli eseguiti da can-
tanti accompagnati da chitarra, fisarmonica, nacchere, pettine, e con repertorio di autentico folklore toscano.
Lo storico gruppo dei MINATORI
DI S. FIORA che si era esaurito è
stato recentemente riportato in vita
ad opera di Lucio NICCOLAI di
S.Fiora (GR).
Ancora sono da citare i seguenti
gruppi: GRUPPO GALLI SILVESTRO coordinato da Edo GALLI,
che ripropone i maggi e organizza il
MAGGIO DI BRACCAGNI; il
GRUPPO DI S. ROCCO a Marina
di Grosseto (GR), che ripropone sia
lavori di tradizione che nuovi, e organizza la RASSEGNA DI MAGGI
a Marina di Grosseto; il GRUPPO
DELL’OTTAVA ZONA di Grosseto, coordinato da Edo BARTOLUCCI con proposta di canti tradizionali e nuovi, maggi, ecc. e che organizza la RASSEGNA DEI MAGGI di Grancia (GR); il GRUPPO
MANGIA E BEVI che ha pure riproposto maggi; il GRUPPO LA
MONTICELLESE di Monticello
Amiata (GR), che propone sia canti
di tradizione che propri; LA FOCARAZZA di S.Caterina di Roccalbegna (GR) con spettacoli di canto popolare delle valli dell’Albegna e del
Fiora; la SQUADRA DEGLI OLMINI, maggerini di area grossetana;
i MAGGERINI DI PIANIZZOLI a
Pianizzoli (GR); i MAGGERINI
DELLE FATE di Monterotondo
Marittimo (GR).
A Ribolla (GR) vengono annualmente organizzati gli INCONTRI
DI POESIA ESTEMPORANEA
patrocinati dal Comune di Grosseto,
dall’Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma grossetana e dal
Comune di Roccastrada, giunti nel
2000 alla 10a edizione per la quale è
stato pubblicato un volume già citato, e che proseguono tuttora.
A Casteldelpiano (GR) si è tenuto il
17/7/1988 il CONVEGNO SUL
CANTO POPOLARE TOSCANO
E LA TRADIZIONE AMIATINA
su organizzazione della Associazione Cori della Toscana, con partecipazione degli studiosi Mariano FRESTA, Paolo BON, Rodolfo FRAZZI, Ivo MEINI, Remigio DE CRISTOFARO, Cesare BARCA, Giovanni TORRE, Angelo AGAZZANI e Marco CRESTANI e dei gruppi I MAGGIAIOLI di Castiglion
dossier
d’Orcia, I CARDELLINI DEL
FONTANINO di Casteldelpiano,
LA FOCARAZZA di Santa Caterina, I MINATORI di S.Fiora. In concomitanza del convegno si sono esibiti in due tornate di fine settimana un
buon numero dei cori popolari della
Toscana nella 5a Rassegna Regionale di Canto Popolare.
A Grosseto il 14 marzo 1997 si è svolto il convegno L’ARTE DEL DIRE
– CONVEGNO DI STUDI SULL’IMPROVVISAZIONE organizzato dal Comune e dalla Provincia di
Grosseto e dall’Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma grossetana, con interventi di Pietro CLEMENTE, DI DONATO, Fabrizio
FRANCESCHINI, Corrado BARONTINI, Luciano SAREGO, Antonello RICCI, Giovanni KEZICH,
Michele FEO, Maurizio AGAMENNONE, Alessandro BENCISTA’ e
con esibizione di numerosi poeti-cantori.
Dei poeti in ottava rima del grossetano citiamo: Elidio e Francesco BENELLI e Liliana TAMBERI di
Grosseto; Enrico RUSTICI e Sergio
RUBEGNI di Braccagni (GR); Artemio MELANI di Scarlino (GR);
Dirio TURINI di Follonica (GR);
Lio BIANCHI di Pianizzoli (GR),
creatore del locale Circolo (o Scuola)
di Poesia Estemporanea; Anchise
GIUNTINI e Niccolino GRASSI di
Massa Marittima (GR).
di laurea una analisi sulla forma musicale dello stornello con raccolta di
canti a Livorno e Grosseto, oltre ad
aver registrato e trascritto anche
canti in diversi altri luoghi della Toscana. Dal 2000 al 2002 ha effettuato
ricerche nella zona di Castagneto
Carducci e pubblicato il volume
“…E il paese era musica” con tradizioni e canti popolari provenienti sia
delle sue ricerche che da quelle del
Bezzini, con trascrizioni musicali.
Ancora a Castagneto Carducci il locale coro a voci miste GUSTAVO
VANNUCCHI diretto da Abdon
FABBRI presenta accanto al repertorio polifonico anche quello popolare.
Il coro LA GROLLA di Livorno,
maschile, con repertorio di canti popolari e di montagna, presenta nelle
sue esibizioni canti tradizionali frutto di ricerche di uno dei coristi, con
armonizzazioni di Mario Franceschi
e Francesco Giannoni.
Pure il m° MERI del coro livornese
NUOVO CACCIUCCO, coro di ragazzi, ha fatto e fa ricerca di canti
popolari.
A Suvereto (LI) sono attivi da oltre
20 anni i MAGGERINI DI SUVERETO.
Dei poeti-cantori in ottava rima di
area livornese ricordiamo Benito
MASTACCHINI, anche lui di Suvereto.
D – LIVORNO e provincia
Dei ricercatori storici ricordiamo
Giorgio FONTANELLI, scomparso
nei primi anni ’90, che ha fatto varie
pubblicazioni – solo sul versante letterario - negli anni ’70 -’80 tra cui un
libretto dal titolo “Canti popolari
livornesi” da cui è nato anche lo
spettacolo “O porto di Livorno traditore”.
Nel 1970 in una scuola di musica di
Livorno è stata fatta una ricerca di
canti da parte di un gruppetto di persone (Marco PAOLETTI ed altri).
A Castagneto Carducci (LI) Luciano
BEZZINI ha pubblicato 16 libri di
storia locale: nel 2° volume “Antologia castagnetana” ha riportato testi di
canti popolari con solo qualche
esempio di trascrizione musicale.
Luca STORNELLO livornese, musicista, direttore di coro a Livorno e insegnante di musica a Castagneto Carducci ha fatto nel 1994 per la sua tesi
E – LUCCA e provincia
Ricercatore storico fondamentale,
scomparso da pochi anni, è stato Gastone VENTURELLI di Eglio (LU)
con pubblicazioni sui canti, fiabe,
maggi, ecc. e che ha lasciato un archivio notevolissimo tuttora in gran
parte da rivisitare e pubblicare.
Docente di Storia delle tradizioni
popolari all’Università di Firenze, ha
fondato e diretto il CENTRO DELLE TRADIZIONI POPOLARI
DELLA PROVINCIA DI LUCCA,
attualmente presieduto da Luca
BACCELLI, docente universitario
in Pisa.
Ricercatrice della provincia lucchese, ma abitante a Pisa, è Maria Elena
GIUSTI, che ha fatto ricerche di
canti popolari in Garfagnana ed è
collaboratrice all’Università di Firenze nella cattedra di Antropologia
Culturale. Essa si occupa della conservazione e valorizzazione dell’archivio Venturelli in quanto cugina
del Venturelli stesso.
La PROVINCIA DI LUCCA con
borse di studio offerte a ricercatori
cerca di portare avanti gli studi e ricerche sui canti popolari.
L’Associazione LA GIUBBA di
Piazza al Serchio (LU) fa ricerche
sui canti e maggi lucchesi coordinate
da Umberto BERTOLINI con un
archivio che è situato anche su Internet.
L’insegnante Giorgio SANTARINI
di Camporgiano (LU) ha pubblicato
il volume “O gente che passate per
la via” di canti popolari religiosi e
laici della tradizione garfagnina da
lui raccolti unitamente agli alunni
delle scuole elementari in una collana di libri sulle tradizioni popolari
curata da Daniele RONCO e pubblicata dalla casa editrice B.F.S. di Pisa.
Sempre a Camporgiano c’è il
GRUPPO FOLKLORICO “LA
MUFFRINA” che propone canti e
balletti con accompagnamento di fisarmoniche. I canti sono quelli di
una raccolta effettuata dai componenti del gruppo e pubblicata a cura
di Daniela Menchelli nel 1992 col titolo “Viva lo rè, viva l’amò – Canti
popolari della Garfagnana a cura di
D.M.”.
A Lucca Elio ANTICHI dirige il
gruppo vocale a voci miste IL BALUARDO con un repertorio che ha
una buona quota di canti toscani
armonizzati da Ivo MEINI, Italo
FAZZI e BIZZARRO. Antichi è
inoltre direttore artistico del FESTIVAL INTERNAZIONALE DI
CANTO POPOLARE “MEDIAVALLE CANTA” e membro del
consiglio di amministrazione del
Centro delle Tradizioni Popolari della Provincia di Lucca.
A Camigliano (LU) il gruppo corale
virile LE PIZZORNE esegue canto
di montagna mentre la corale a voci
miste GIACOMO PUCCINI presenta un repertorio di canti toscani
buona parte dei quali armonizzati da
Ivo MEINI e Luigi DELLA MAGGIORA (il direttore della corale),
altri da Roberto RAPALLO CIANETTI e da Roberto BIANCHINI.
La corale organizza annualmente in
luglio e ottobre due rassegne di cori
prevalentemente popolari denominate Rassegne Corali Camiglianesi.
In Garfagnana il coro popolare a voci virili ALPI APUANE di Pieve Fosciana (LU) ha in repertorio molti
11
dossier
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canti toscani e ha inciso dischi, il primo dei quali con canti del ricercatore Antonio TONI di Pieve Fosciana
armonizzati da Italo BIANCHI, il
secondo (1976) con canti narrativi
del ricercatore Gastone VENTURELLI pure armonizzati dal Bianchi, il terzo del 1983 “Garfagnana
canta” con canti di entrambi i ricercatori, un quarto del 1988 “La sera
sui monti” con armonizzazioni del
solo Bianchi. Il coro Alpi Apuane
organizza annualmente una rassegna
di cori popolari nel mese di ottobre a
Castelnuovo Garfagnana (LU) denominata Rassegna Corale Città di
Castelnuovo Garfagnana.
Dei cori popolari di area lucchese
che propongono, fra gli altri canti,
anche qualche canto toscano vanno
ricordati – oltre ai quattro già mentovati – anche il CORO FEMMINILE DELL’AMICIZIA di S.Romano
in Garfagnana (LU), il GRUPPO
VOCALE/STRUMENTALE L’EDICOLA di Barga (LU) e il coro
maschile VERSILIA di Capezzano
Monte (LU). Quest’ultimo ha quattro o cinque brani toscani in repertorio, organizza a Capezzano Monte
una rassegna annuale di cori popolari denominata Rassegna Corale
Città di Pietrasanta e, unitamente alla banda del paese organizza nel
paese di Capezzano Monte la manifestazione canoro-strumentale della
Befana in occasione della omonima
festività.
È da notare che Lino VIVIANI, direttore del coro Versilia, ha raccolto
in loco 3 canti toscani da lui poi armonizzati per l’esecuzione
del coro stesso.
F – MASSA CARRARA
e provincia
Beniamino GEMINIANI di
Carrara, oltre a due volumi
di favole della tradizione popolare carrarina, ha anche
pubblicato con Mauro
BORGIOLI il volume “Carrara e la sua gente” in cui
viene toccato anche l’argomento dei canti popolari
carrarini (solo testi).
Don Luigi BONACOSCIA
di Massa ha fatto ricerca e al
suo nome è intestato il Museo Etnologico delle Apuane fondato nel 1980, che raccoglie cultura materiale e
pubblica la rivista “Le Apuane”.
Porta il suo nome pure il GRUPPO
FOLKLORISTICO POPOLARE
ARCOBALENO DON BONACOSCIA nato nel 1976 a Massa per riproporre con cantori, suonatori e
ballerini la tradizione popolare massese ed italiana.
Renzo CANTARELLI, moderno
cantastorie, ripropone in spettacoli e
con un CD canzoni di stile popolare
in dialetto carrarino.
A Montereggio di Mulazzo (MS) il
CENTRO STUDI MONTEREGGIO LUNIGIANA “MEMORIE
PER IL FUTURO” presieduto da
Fiorenzo SIMONELLI ha dato l’avvio a un progetto di studio con ricerca etnomusicale sul Cantamaggio Lirico di Questua da realizzare nel
triennio 2002-2004 nelle provincie di
Massa in Toscana, di La Spezia e Genova in Liguria, di Piacenza e Parma
in Emilia per il quale è prevista la
pubblicazione di un volume sul Cantamaggio con allegato CD.
In Lunigiana una associazione dedita allo studio delle tradizioni popolari è l’ASSOCIAZIONE MANFREDO GIULIANI diretta da oltre 30
anni da Germano CAVALLI, associazione che negli ultimi tempi tende
a rivolgere sempre più i suoi studi alla ricerca storica. Essa pubblica la rivista “Studi Lunigianesi” giunta nel
2003 al suo 33° numero, nonché monografie. Tra le pubblicazioni di tale
associazione va segnalata quella di
una ricerca effettuata negli anni ’70
dalla studiosa fiorentina Patrizia
BELLUCCI MAFFEI sul dialetto
lunigianese che contiene anche frammenti di canti popolari, intitolata
“Componimenti di letteratura tradizionale lunigianese”.
Il coro popolare virile MONTE SAGRO di Carrara ha nel proprio repertorio 6 canti popolari e di anarchici in dialetto carrarino; gli altri interessanti e vivaci canti del repertorio
scritti e musicati dal suo maestro
Alessandro BUGGIANI, pur ispirandosi a fatti e fantasie personali e
locali, non possono essere considerati canti popolareschi veri e propri, e
tanto meno canti popolari. Il coro
Monte Sagro organizza annualmente
in novembre una rassegna di cori popolari a Carrara denominata Rassegna Corale Città di Carrara.
Gli altri cori popolari delle provincia,
il CORO FEMMINILE MONTE
SAGRO di Carrara, il LUNIGIANA
a voci virili di Fivizzano e l’AL SASS
di Pontremoli a voci miste hanno solo una minima quota di canti toscani
nel proprio repertorio. Il coro Lunigiana organizza in giugno una sua
rassegna annuale a Fivizzano per cori di tutti i tipi denominata Convegno
Corale d’Estate. Anche il coro Al
Sass promuove annualmente in dicembre una rassegna di cori popolari
dal titolo Canti nel Santuario-Rassegna di FineAnno.
E’ da notare che i due direttori del
coro Al Sass di Pontremoli, Ivano
POLI e Raffaele SORDI hanno effettuato ricerca di canti popolari nella zona di Zeri (MS), canti non pubblicati.
Per quanto riguarda i cantanti va ricordato col suo nome d’arte
BUGELLI IL GIULLARE
DELLA LUNIGIANA di
Licciana Nardi (MS), con
repertorio di canti similpopolari.
Il gruppo ligure di La Spezia
I TARANDANDAN ha
pubblicato un CD sui canti
popolari lunigianesi (Val di
Magra, Zerasco, ecc.).
A Carrara nel 1977 si è tenuto il convegno RAPPORTI
FRA I CANTI DI TRADIZIONE E I CANTI D’AUTORE NELLA MUSICA
POPOLARE – LA LORO
ESECUZIONE IN FORMA
CORALE organizzato dalla
Associazione Cori della Toscana e colla partecipazione
dossier
del Coro Monte Sagro e Comune di
Carrara, coordinato da Claudio
MALCAPI e con interventi di Alessandro FORNARI (Toscana), Giovanni TORRE e Pierpaolo SCATTOLIN (Emilia Romagna), Diego
BASSO (Veneto), Pasquale COLANGELO (Abruzzo). Gli Atti del
convegno sono stati successivamente
pubblicati sulla rivista “Diapason”
della Associazione Cori della Toscana nel 1998.
G – PISA e provincia
Ricercatore storico è Fabrizio
FRANCESCHINI di Pisa, docente
universitario di Glossodidattica, che
nel 1983 ha pubblicato “I contrasti in
ottava rima e l’opera di Vasco Cai di
Bientina”. Ha fatto ricerche e pubblicato molto sui “maggi”: l’ultimo
dei libri da lui pubblicato in 2 volumi
nel 2003 è “Nello Landi – 12 Maggi
(1941 – 2001)”. Molto attivo, 2 anni
fa ha coordinato incontri di poeticantori in ottava rima.
Degli anni ’80 è la pubblicazione dei
“Canti popolari della Valdera – Tradizioni orali dell’agro pisano” a cura
di Benozzo GIANETTI di Ponsacco
(PI), già citato. Gianetti ha fondato
nel 1985 a Pisa ER TRAMME, periodico trimestrale del vernacolo pisano e delle tradizioni popolari: su di
esso ha tra l’altro pubblicato anche
qualche canto della Valdera.
Di Volterra (PI) è don Ivo MEINI,
ricercatore e studioso di tradizioni e
canti popolari, canti che ha armonizzato a voci miste e pubblicato nel volume già citato. Meini ha partecipato
con un intervento al CONVEGNO
DI STUDI SUL CANTO POPOLARE TOSCANO E LA TRADIZIONE AMIATINA tenutosi nel
1988 a Casteldelpiano (GR) su organizzazione della Associazione Cori
della Toscana. Egli ha pubblicato anche recentemente alcuni articoli sui
canti popolari, canti religiosi, ottave,
ecc.
All’Università di Pisa esiste una cattedra di Antropologia Culturale della Facoltà di Storia tenuta per due
anni da Paolo DE SIMONIS di Pontassieve (FI) e da quest’anno da Fabio DEI di Poggibonsi (SI); nella Facoltà di Scienze Politiche è situata
una seconda cattedra di Antropologia Culturale tenuta da Mariano PAVANELLO; una Cattedra di Etnologia si trova infine nel Dipartimen-
to di Scienze Archeologiche, pure
tenuta da Pavanello.
La corale a voci miste G.PUCCINI
di Volterra di cui Ivo Meini è direttore presenta, oltre al canto polifonico, anche le armonizzazioni di Meini
dei canti toscani nei propri concerti.
Sempre a Volterra esiste il CORETTO DEI PINGUINI, coro misto con
repertorio, accanto al classico, di
canto popolare.
A Buti (PI) esiste la COMPAGNIA
DEL MAGGIO.
Cantori in ottava rima dell’area pisana, oltre allo scomparso Vasco CAI
di Bientina (PI) sono Nello LANDI
di Cascine di Buti (PI) e Luigi
STACCIOLI di Riparbella (PI).
H – PISTOIA e provincia
Ricercatori storici sono Sergio LANDINI e Maurizio FERRETTI che
hanno pubblicato il disco “Canti popolari della provincia di Pistoia” (anni ’70) dal quale hanno rilevato i testi. Attualmente, scomparso Landini, Ferretti è impegnato nella didattica.
Fra i ricercatori storici è pure da annoverarsi Simonetta BURCHIETTI
che nel 1970 ha scritto la sua tesi di
laurea “Poesia popolare nel territorio pistoiese”.
Claudio ROSATI, studioso pistoiese, si occupa di tradizioni popolari
ma non in particolare dei canti, a
parte un suo contatto con l’ottava rima collegata alla cultura dei “carbonai”. Ha allestito il MUSEO DELL’APPENNINO PISTOIESE di Rivoreta (PT) dove, oltre agli oggetti
della cultura materiale, sono depositate le ricerche manoscritte di canti
degli anni ’20 effettuate da Lilia GIGLIOLI nonché le copie di nastri
delle ricerche di Alessandro FORNARI. Rosati è autore, con Paolo de
Simonis, dell’ ”Atlante delle tradizioni popolari del Pistoiese” edito
dalla Banca di Pistoia.
In un’opera collettanea del Comune
di Sambuca Pistoiese (PT), Giampaolo BORGHI di Argelato (BO)
ha scritto un saggio andando a ritrovare i vecchi informatori di Lomax e
Carpitella.
A Pian degli Ontani esiste presso la
parrocchia il CENTRO STUDI
BEATRICE DI PIAN DEGLI ONTANI che fa manifestazioni culturali, ma non fa ricerca.
Nell’ambito della Provincia di Pi-
stoia ruota un gruppo di ricercatori:
Paolo CINOTTI, Maurizio GERI e
Florio FRANCESCHI. A Franceschi, di Mammiano (PT), la Provincia
ha dato incarico di effettuare ricerca
pura.
Sempre dalla Provincia di Pistoia è
stato commissionata un anno fa una
nuova ricerca al prof. Giancarlo PALOMBINI dell’Università di Perugia, conoscitore delle tradizioni locali pistoiesi, che ha studiato e pubblicato per decenni.
Gilberto VALGIUSTI di Cutigliano
(PT) ha effettuato le trascrizioni musicali dei canti di Landini e Ferretti e
il tutto è stato pubblicato in un libro
curato da Sergio GARGINI edito dal
Comune di S. Marcello Pistoiese
(PT) nel 1986: “Non son poeta e non
ho mai studiato: cantate voi che siete
alletterato”.
Il 16 marzo 2003 si è tenuto in Pistoia
il Convegno L’INFLUSSO DEGLI
ARCHETIPI ORALI SULL’ARTE
MUSICALE SCRITTA organizzato
dalla Associazione Cori della Toscana col patrocinio della Regione Toscana e con la partecipazione di Luca
BONAVIA, Pavle MERKU’, Mario
LANARO, Paolo BON e Sante
FORNASIER. Faceva corollario ai
temi sul canto popolare presentati
nel convegno la 7a Rassegna Regionale di canto popolare con esibizione
in due giornate di pressochè tutti i
cori popolari della Toscana.
Fra i gruppi di riproposta dei canti
popolari in spettacoli ricordiamo I
TOSCANTO di Pistoia che eseguono canti toscani con un complesso di
4 strumentisti e la cantante Michela
BACCI. Essi hanno pubblicato un
CD.
Riccardo TESI, bravissimo suonatore di organetto, ha organizzato, con
la collaborazione di Maurizio GERI,
lo spettacolo “ACQUA, FOCO,
VENTO” in cui rivisita la tradizione
popolare toscana. Tesi cura inoltre il
festival SENTIERI ACUSTICI di
musica folk per la Provincia di Pistoia.
Sull’Appennino a S.Marcello Pistoiese il COLLETTIVO FOLKLORISTICO MONTANO di circa 20 anni
fa si è riattivato quest’anno con uno
spettacolo, ed ha come referente Sergio GARGINI.
In passato è stato attivo il CENTRO
DI RICERCA SULLE TRADIZIONI POPOLARI PISTOIESI.
13
dossier
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Dei gruppi della montagna pistoiese
che ripropongono il Cantarmaggio
ricordiamo i MAGGERINI DI PITEGLIO, I MAGGERINI DELL’ORSIGNA e I MAGGERINI
DELLA VALDIBRANA.
Un gruppo folkloristico della Montagna pistoiese da segnalare è quello
di GIGETTO DEL BICCHIERE,
diretto da Gilberto VALGIUSTI.
Dei cori popolari vanno annoverati
il coro C.A.T. - CANTORI DELL’APPENNINO TOSCANO di Cutigliano diretto da Gilberto VALGIUSTI, che propone nel suo repertorio anche canti toscani, il coro
GENZIANELLA di Pistoia, maschile come il precedente, che esegue canti di montagna e qualche
canto popolare toscano e il coro maschile ALPINI SU INSIEME di Pistoia con repertorio misto polifonico, di montagna e di 4-5 canti toscani. Il coro C.A.T. promuove in giugno e luglio una propria rassegna
annuale in tre serate che coinvolgono cori e bande musicali denominata Quattro Canti Sotto le Stelle,
mentre il Genzianella organizza in
maggio la Rassegna Corale Città di
Pistoia.
Dei cantanti folk ricordiamo la pistoiese Giuditta ANGELINI, in arte
“GIUDITTA”.
Degli improvvisatori in ottava rima
di ambito pistoiese ricordiamo Enzo
COLLODI di Pistoia e Realdo
TONTI di Agliana (PT).
I – PRATO e provincia
Umberto MANNUCCI di Prato,
giornalista, scrittore e attento ricercatore delle tradizioni popolari pratesi è attivo da circa 30 anni con ricerche di canti popolari della val Bisenzio.
Claudio IOZZELLI, pure pratese,
ha effettuato anche lui ricerche di
canti della val Bisenzio.
Alcuni di essi sono stati armonizzati
da Roberto BECHERI di Prato,
musicista e studioso di storia locale,
attivo con saggi e partecipazione a
convegni. Pure Becheri ha fatto ricerca di canti dell’area pratese.
A Prato risiede la cantante folk
campigiana Lisetta LUCHINI che,
con il chitarrista Cianchi e il fisarmonicista Biancalani, ha costituito il
TRIO TOSCANO con cui presenta
spettacoli di canti popolari. La Luchini si esibisce ancha da sola accompagnandosi con la chitarra.
I MENESTRELLI PRATESI fondati da Ferraro CIANCHI nel 1978
– undici elementi che si accompagnano con 6 strumenti – propongono un repertorio di canzoni fiorentine della “belle époque” e di folk tradizionale. Essi si esibiscono settimanalmente alla TV Prato, una delle
poche emittenti private che trasmettono folk locale.
OCTAVA RIMA è una compagnia
pratese di teatro e musica della tradizione che ha come promotori Gabriele ARA e Siliana FEDI.
Pratese è l’ensemble TUSCAE
GENTES vocale e strumentale che
è rivolto sia alla musica medievale e
rinascimentale che a quella tradizionale toscana.
Dei cori pratesi è la corale S.MARTINO a voci miste, di cui Claudio
Iozzelli è il presidente, ad avere un
repertorio di una settantina di canti
popolari tra cui quelli toscani armonizzati dal Becheri. Il coro organizza
annualmente la “Rassegna pratese
di canti popolari e di montagna”
giunta quest’anno alla sua 12a edizione.
Il GRUPPO CORALE DI S.MARIA A COLONICA di Prato, giovanile femminile, ha in repertorio,
accanto a brani polifonici, brani popolari toscani.
Il coro misto GIORGIO LA PIRA
di Montemurlo (PO) ha in repertorio sia brani popolari, tra cui qualche canto toscano, sia brani di musica leggera.
Fra i cantori in ottava rima di ambito pratese va ricordato Florio LONDI di Carmignano (PO). Anche il
noto attore Roberto BENIGNI,
pratese di Vergaio, si è presentato
come poeta-cantore in varie manifestazioni all’inizio della sua attività.
J – SIENA e provincia
Ricercatore storico è padre Remigio
DE CRISTOFARO che ha pubblicato, come già riferito, i canti popolari senesi da lui trovati ed armonizzati per il coro della Basilica dell’Osservanza di Siena negli anni ’80
del Novecento.
Ricercatore di tradizioni popolari è
Mariano FRESTA di Montepulciano (SI) con numerose pubblicazioni
sui maggi, il segalavecchia, ecc. già
segnalate. Collabora all’attività del
Museo del Teatro Povero di Monticchiello.
Altro ricercatore è Gianfranco
MOLTENI di Siena che dirige attualmente il MUSEO DELLE
TRADIZIONI POPOLARI di
Buonconvento (SI) (bibliografia di
vita e cultura materiale).
Fabio MUGNAINI, senese, docente di Antropologia Culturale all’Università di Siena, ha scritto la sua
tesi di laurea sull’argomento della
“veglia” e si è occupato anche di
canti popolari.
Alessandro FALASSI ha pubblicato
negli anni ’70 e ’80 del Novecento
numerosi libri sul folklore senese.
All’Università di Siena esistono la
cattedra di Antropologia Culturale,
quella di Etnologia e quella di Storia
della Tradizioni Popolari. Docenti
di tali cattedre sono Luciano LI
CAUSI, Maria Luisa MEONI, Fabio MUGNAINI, Piergiorgio SOLINAS e Massimo SQUILLANTINI.
Fra le associazioni che fanno teatro,
canto popolare e danza si possono
citare: il GRUPPO DELLA MONTAGNOLA (voci e strumenti) che
ha come referente Andrea FANTACCI di Siena; la COMPAGNIA
DEL BRUSCELLO di Montepulciano (SI) che è attiva dal 1937 e che
è interessante per varie innovazioni
(referente Mario MORGANTI); la
COMPAGNIA DEL BRUSCELLO di Castelnuovo Berardenga (SI)
che effettua una riproposta moderna, diversa da quella classica, del
bruscello; la COMPAGNIA SEGALAVECCHIA di Chianciano (SI); il
GRUPPO MAGGERINI di Belforte, frazione di Radicondoli (SI); il
GRUPPO FOLKLORISTICO TOSCANO di Poggibonsi (SI) che ripropone canti tradizionali e non; i
MAGGERINI di Castiglion d’Orcia
(SI); il TRESCONE di Montalcino
(SI) con spettacoli di danze popolari e contadine.
C’è inoltre nell’area senese qualche
cantante folk che si esibisce in sagre
e fiere.
A Montalcino (SI) la corale G.PUCCINI a voci miste oltre a musica lirica ha molto canto popolare in repertorio.
Anche se non fa direttamente parte
delle attività etnomusicali vogliamo
citare il TEATRO POVERO di
Monticchiello in quanto espressione
popolare diventata cogli anni appuntamento tradizionale di rilievo.
notizie
VOCI E TRADIZIONE
UN’OPERA MONUMENTALE DELLA FENIARCO PER LA CORALITÀ
di Paolo Bon
N
el moderno studio delle fonti musicali e letterarie della
tradizione orale va facendosi strada l’opinione che non si tratti di
espressioni popolari, ma di un complesso di archetipi che seguono passo
passo l’umanità fin dal suo affacciarsi
sulla soglia del pianeta, scandendone
l’evoluzione ed evolvendo insieme ad
essa: che dunque si tratti di un bagaglio culturale genetico.
Questo ci dice che le espressioni in
esame appartengono alla categoria
dell’arcaico, ed hanno ben altra dignità di quella che siamo soliti riconoscere loro.
Il riconoscimento della dignità di arcaico che spetta agli esiti orali è la
premessa necessaria per scongiurare
due evenienze purtroppo ricorrenti
nell’approccio ad essi.
La prima consiste nell’atteggiamento di chi, essendo musicalmente
sprovveduto, dice di fare la musica
popolare, non già quella colta, e per
fare la musica popolare non c’è bisogno di essere compositori; non ha
pretese culturali, il suo scopo non è
di impegnare i fruitori, ma di farli divertire. E con ciò si sente autorizzato ad armonizzazioni (di contrappunto ovviamente non si parla) legibus solutae, che ignorano i più elementari principi della composizione
scritta.
La seconda è quella del compositore
che possiede gli strumenti del mestiere, ma considera le forme orali
materiale povero, robuccia, e assegna a se stesso il compito di riscattarle, nobilitarle, farne espressioni
artistiche.
Il denominatore comune dei due atteggiamenti è la superficialità, che si
esprime nella pretesa - più o meno
narcisistica - di intervenire in una
materia che non si conosce.
Se gli esiti orali rappresentano l’archè, in essi scaveremo per cercarla e,
una volta trovatala, da lei ci faremo
guidare per indagare la ricca trama
di implicazioni poetiche e strutturali
che quegli esiti contengono; e sono
quelle implicazioni che il musicista
porterà alla luce esaltandole nel suo
processo compositivo, ed anche qui
sarà l’archè a guidare la sua mano:
non faremo violenza all’arcaico, non
entreremo da elefanti in una cristalleria.
Da queste premesse muove il monumentale progetto “VOCI E TRADIZIONE” della FENIARCO.
La ricerca dell’archè si orienta necessariamente in due direzioni: filologica e espressiva.
All’etnomusicologo il compito di
raccogliere sul campo e analizzare le
fonti orali, compararle, trascriverle e
fornire tutte le notizie utili alla loro
conoscenza.
Al musicista quello di leggere in filigrana la ricchissima trama di implicazioni poetiche e strutturali che le
fonti celano sotto il dato calligrafico,
che non sempre è suadente, accattivante e affabulatorio, a volte è duro
e al primo impatto sgradevole e respingente.
Il progetto della FENIARCO si articola nelle due separate ma complementari direzioni.
Scheda filologica con la trascrizione
dell’esito orale alla fonte, da una
parte, elaborazione espressiva per i
più svariati organici corali, dall’altra.
Pensiamoci un momento: nelle tradizionali raccolte di canti popolari elaborati per coro, è dato sapere dove
finisce l’apporto dell’informatore
(cioè del cantore spontaneo) e dove
comincia quello dell’elaboratore?
C’è qualcuno che sia pronto a mettere la mano sul fuoco che quella è la
melodia e quello è il testo forniti dall’informatore? Io no davvero!
Ora noi le trascrizioni alla fonte (melodia o polifonia e testi) le forniamo
e insieme ad esse forniamo tutta
l’informativa preziosa per l’etnomusicologo, dopo di che il compositore
potrà sentirsi totalmente libero da
ogni soggezione al dato calligrafico
dell’esito alla fonte, cioè potrà permettersi di fare il musicista, di utilizzare l’esito per la sua ricerca espressiva senza dover rendere conto a
nessuno dell’aderenza esteriore del
risultato al dato.
Il progetto, come dicevo, è monumentale. Ogni Regione d’Italia dovrà
fornire un volume frutto della propria ricerca, etnomusicale ed espressiva. L’esito dovrebbe essere una biblioteca cospicua, che esige spazi per
chi la ospita integralmente, che attirerà i dottorati di ricerca e fornirà
prezioso materiale per i cori, non solo italiani, poiché il mondo si sta
aprendo al convergere di tutte le culture.
15
dossier
LA RICERCA MODERNA
DELLE TRADIZIONI POPOLARI
ASPETTI DI IMPIANTO TESTUALE, MELODICO, ARMONICO E VOCALE
d i G i o r g i o Va c c h i
A
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leggere il testo della traccia con la quale mi si invitava a dare il mio giudizio
sullo stato della ricerca delle tradizioni popolari, appare evidente l’interesse predominante in ordine all’aspetto della “modernità” della ricerca condotta oggigiorno. Questo
perché tutto ciò che attiene alla
“comunicazione” si sta muovendo
ed evolvendo ad una velocità incredibile che pare non aver fine e che
a volte ci sembra incontrollata o incontrollabile: pensiamo alla telefonia mobile, alla trasmissione satellitare, al mondo di Internet, al DVD
ecc. ecc.
Tutto ciò ci ruota attorno sempre
più velocemente ma, per quel che
mi appare, solo alcuni elementi di
tanto movimento vengono recepiti
e assimilati e non sempre essi diventano patrimonio personale.
Certamente le innovazioni tecniche
facilitano notevolmente il nostro lavoro, in ordine alla gestione del
prodotto della ricerca: registrazione, archiviazione, analisi, comparazione; tutte queste operazioni vengono certamente facilitate. Ed anche le possibilità di editare e diffondere i risultati dei nostri lavori sono
enormemente aumentate. Ma tutto
questo mondo in grande movimento sfiora appena il problema centrale della ricerca e non lo riesce ad influenzare se non episodicamente.
Perché ricerca vuol dire ancora solo ed esclusivamente incontro fra
“uomini”. Come è sempre avvenuto, vitale è l’instaurarsi di un rapporto di serena fiducia fra il ricercatore di tradizioni popolari e quella persona che abbiamo di fronte (e
che noi chiamiamo “informatore”)
che generosamente si è resa disponibile ad ascoltarci e a rispondere
alle nostre richieste.
Ed è questo rapporto, sempre lo
stesso da quando esiste la “ricerca”,
l’elemento indispensabile e portan-
te della ricerca stessa, per nulla intaccato da nuove soluzioni, più o
meno avanzate, che qualcuno potrebbe proporre. Indispensabile che
l’approccio porti al crearsi di una
posizione psicologica che vede una
persona rendersi disponibile ad essere sollecitata per fare emergere
quegli elementi che appaiono maggiormente legati a stati d’animo
emotivi e non sempre razionali.
E’ compito del ricercatore, infatti,
individuare nel suo interlocutore
quegli ambiti della memoria in cui
convivono ricordi, fatti, emozioni, e
attorno a quelli esercitare le giuste
pressioni perché gli elementi legati
alla “cultura corrente” lascino lo
spazio agli altri propri di quel sapere “profondo” che, sedimentatisi
nel tempo, costituiscono di fatto la
trama della cultura popolare.
Questa operazione, che vede il ricercatore impegnato in una sorta di
abilità “maieutica”, è estremamente importante perché ci permette di
individuare i singoli aspetti che
compongono il dato “popolare”,
ma principalmente perché in questo
modo è possibile capire a quali elementi strutturali della “cultura corrente” si agganciano quelli che
compongono le tradizioni popolari.
Faccio un esempio: è capitato che
durante il colloquio con l’informa-
tore si siano toccati argomenti che
attengono alla visione corrente del
suo vissuto. Siano essi persone (madre, padre, nonni ecc.) o cose (giochi, scuola, chiesa ecc.). All’apparire di uno di questi ecco che emerge
dal profondo qualcosa che stava agganciato a quell’argomento ma che
viveva di vita propria. Alla madre
erano collegate certe onnipresenti
valutazioni estetiche; al nonno l’ossessivo ricorso ai dettati dei mille
proverbi (ancora bambino eri in
grado di anticipare, tu, quel tal proverbio che il nonno avrebbe citato
in quella circostanza!); alla chiesa
l’apparire di certe preghiere acquisite con infinite iterazioni e spessissimo (elemento questo a volte imbarazzante) del tutto prive di significato.
È così possibile condurre qualche
ipotesi di collegamento tra i due livelli culturali che coabitano nell’individuo, chiarendo reciproche influenze o dipendenze. Ecco, forse il
nostro tentativo di cercare collegamenti tra questi diversi livelli di
“presenza”, nella memoria, di elementi delle due “culture” è l’aspetto che può aver dato un’impronta di
modernità alla nostra ricerca.
Niente di nuovo, invece, nei criteri
di individuazione degli informatori:
sempre da privilegiare le donne (fra
dossier
l’altro quasi sempre più disponibili
degli uomini) che hanno avuto una
vita vicina al mondo contadino.
Qualche elemento positivo risulta
essere una passata esperienza particolare, come quella della mondariso o di lavoro assieme ad altre
donne (piccoli laboratori in ambito
artigianale). Per gli uomini è il servizio militare, assieme alle esperienze maturate in lavori stagionali
(carbonai, minatori), a fornire
qualche elemento che abbia accomunato più individui in momenti
comuni.
Ben poco (spesso nulla) rimane di
esperienze anche intense ma non
prolungate nel tempo, come le
giornate di lotta ai cancelli delle
fabbriche o certe manifestazioni
collettive legate al lavoro; forse l’uso che in quelle occasioni si faceva
di musiche create sul momento
(pensiamo a quanto ha fatto nel
bolognese il “Canzoniere delle Lame”) e tenute in vita per tempi
troppo brevi, ha lasciato pochissimo nella memoria dei singoli. Anche le “nuove” musiche proposte
nel secondo dopoguerra all’attenzione dei fedeli nelle nostre chiese
non si sono sedimentate sufficientemente nella memoria: raro il riaffiorare di qualche citazione di canti di quel periodo nel ricordo degli
anziani.
Cominciano invece ad apparire
elementi tratti dalle canzoni che la
radio iniziò a diffondere negli anni
trenta: avviene così di riascoltare
spezzoni di alcuni inni propagandati nel periodo fascista, quasi
sempre ricordati da uomini, mentre dalla memoria delle donne
riappaiono canzonette degli anni
trenta-quaranta come “Signorinella”, “Piemontesina”, “Maramao
perché sei morto” ecc. (in certi casi ci siamo poi sentiti dire che il
canto l’avevano imparato dalla
nonna che a sua volta l’aveva appreso dalla madre ecc. ecc.). Interessante potrebbe essere seguire
con attenzione le tracce lasciate da
questi nuovi canti e quindi studiarne la trasformazione avvenuta col
passar del tempo, visto che di questi canti abbiamo una sicura datazione riguardante la loro nascita,
ciò che non era assolutamente possibile avere quando si trattava di
canti di tradizione orale le cui origini (e quindi anche la data di nascita) erano ovviamente sconosciute.
E’ comunque fuor di dubbio che i
terreni più “fertili” per la ricerca
siano ancora quelli tradizionali:
lontani il più possibile dalla città,
che abbiano ancora interesse per
qualche attività agricola, contatto
ancora vivo con la natura (l’orto, i
funghi, le castagne, il bosco, le galline) e che mantengano un certo
qual distacco dall’influenza televisiva.
Ma quali le differenze che notiamo
nei messaggi che riceviamo, rispetto al passato, dai nostri informatori? Certamente una maggior propensione per le melodie lineari e
cantabili: tendono ad affievolirsi i
fronzoli e gli abbellimenti in favore
di un approccio più standardizzato
(quindi meno personalizzato) alla
linea melodica. Stanno scomparendo quei giochi vocali melismatici di
cui spesso chi cantava si serviva,
specie nelle code delle frasi, per
creare espressività e tensione. Non
esistono più, evidentemente, i modelli da imitare per introdurre, in
quel sottile gioco di appropriazione di un canto, le variabili che servivano a dare l’impronta personale
all’esecuzione.
Anche la libertà ritmica tende alla
standardizzazione: la musica che si
ascolta è per lo più ben inquadrata
ritmicamente, se non addirittura
esasperatamente ritmata, e il senso
di libertà interpretativa che era legato principalmente al fraseggio
non si ha più l’abilità di gestirlo, ci
si rifugia perciò in facili, scontate
soluzioni ritmiche. A questo si aggiunga che aumenta il gradimento
per un accompagnamento strumentale (quasi sempre la chitarra):
notiamo una sorta di “paura del
vuoto” nell’intonare un canto con
la sola voce. Peccato: la mancanza
di accompagnamento strumentale
permetteva una estrema “elasticità” nella gestione delle frasi,
principalmente nell’uso dei fiati,
che suggeriva momenti di stasi
(quasi piccole corone) in situazioni
particolari nel corso della esecuzione. L’esecuzione, così, appariva più
varia e spontanea.
Ne’ miglior sorte ha avuto quella
caratterizzazione del suono che dava l’impronta specifica al canto
della nostra terra. Ricordate che
Roberto Leydi definiva “lacerata”
la voce usata nella nostra regione?
Ebbene, è sempre più raro ascoltarla, in favore di soluzioni che si
avvicinano a timbriche mutuate
dalla musica leggera, più facili da
usare ma quanto distanti da certe
tensioni che la voce “lacerata” riusciva a creare! Pensate a un canto
delle mondine, con quella grinta e
quella carica di cattiveria che caratterizzava ogni loro esecuzione,
che si addolcisce grazie a questa
voce standardizzata, costantemente uniforme pur nelle più diverse
situazioni emotive.
Non poco, insomma, è cambiato
nel messaggio che ci proviene dalle
persone che ancora hanno qualcosa da dire a proposito di tradizioni
popolari: ma permane, in questi
nostri informatori, ancora la voglia
di lasciar affiorare nella memoria i
loro ricordi di un mondo che, se
non del tutto scomparso, sta comunque mutando velocemente.
Non è più, certamente, quel mondo rurale che abbiamo conosciuto
nel corso delle nostre ricerche di
alcuni decenni fa, ma permangono
ancora moltissimi momenti, nella
memoria degli anziani, che possono diventare estremamente interessanti per chi voglia vedere quale sarà lo sviluppo futuro di quella
cultura popolare, specie di tradizione orale, che molti già da tempo
davano per morta e che invece ancora è viva, sempre che sappiamo e
vogliamo cercarla.
Certo non dovremo meravigliarci
se sempre più frequentemente ci
sarà dato di ascoltare piccole sigle
televisive (che ripetute nel tempo
ci appariranno mutate e distorte) o
addirittura certi odiati messaggi
pubblicitari che avranno avuto il
tempo di intrufolarsi nella memoria per poi riapparire quando meno
ce lo aspettiamo. Sarà questo il
“nuovo” che arriva?
Staremo a vedere.
17
dossier
CORO E RICERCA ETNO-MUSICOLOGICA
Un rapporto storico tormentato e una necessaria riflessione
di Mario Marelli
Q
18
uando mi è stato chiesto di
dare un mio contributo al
dossier “Lo stato della ricerca etno-musicologica in Italia”,
con riferimento alla Lombardia, ritenendo l’argomento più di supporto e antecedente ai diretti interessi
della coralità, ho avuto un momento
di perplessità. Poi, nella mia natura
di inguaribile “provocatore”, ho
pensato che, conoscendo abbastanza bene questo argomento e soprattutto le sue implicazioni con la coralità, avrei potuto utilizzarlo per fare
una riflessione sull’utilizzo, ieri e oggi, del materiale di ricerca. Ed eccomi qui a dire “la mia”, non in quanto esperto di etno-musicologia, ma
in quanto direttore, elaboratore ed
armonizzatore di brani popolari che
ha senz’altro “bazzicato” con la ricerca e che si è più volte posto il
problema di come valorizzarla per il
coro.
La ricerca in Lombardia.
Va detto subito che in Lombardia
non vi è stato mai, nel passato, una
coscienza etno-musicologica tale da
fruttare un prodotto sistematico di
interesse storico-culturale, utilizzabile da parte degli addetti ai lavori o
dagli appassionati. Fa eccezione, negli anni ‘60/’70, nel bel mezzo della
rivoluzione democratico/sessantottina, la ricerca, questa sì sistematica,
fatta dallo studioso Roberto Leydi:
una ricerca resa possibile in quanto
direttamente collegata, strutturata e
sovvenzionata dall’Ufficio Cultura
della Regione Lombardia, in quel
momento politicamente orientato a
sinistra. E’ quindi a disposizione di
tutti un documentato materiale, approfondito e commentato, con registrazioni dirette sul territorio e tradotte in alcuni volumi con ampia e
interessante analisi, riguardante
canzoni, filastrocche, proverbi, tradizioni, ecc; una ricerca riferita comunque a poche aree lombarde.
Chi volesse invece guardare al prima
e al dopo di quel prezioso lavoro (al
quale ha attinto anche il sottoscritto
per il long playing “Canti della Filanda”, commissionato dal Setificio
di Como), troverebbe solo alcuni
documenti, libri e riviste assolutamente non sistematici, tranne rarissime eccezioni citate anche dal Leydi, e comunque dovuti a singoli appassionati in ambiti piuttosto circoscritti, o a gruppi folk politicamente
impegnati, o a editori con scopi commerciali, e quindi culturalmente
inaffidabili. Venendo invece all’attualità si deve registrare un rinnovato interesse, da parte della Regione
Lombardia, verso le tradizioni popolari: e questa volta il risveglio è
dovuto alla politica della Lega Lombarda, particolarmente attenta alla
rivalutazione della cultura locale. Lo
si nota dalle circolari che giungono
alle amministrazioni locali e anche
alle varie associazioni operanti nel
settore popolare, compresi i cori. Si
tratta naturalmente di una iniziale
“volontà politica”, e l’intento è forse
quello di creare una “tendenza” e un
radicamento culturale i cui risultati
potrebbero essere più o meno sistematici in relazione alla concreta traduzione di questa, per ora, generica
volontà. L’esperienza insegna che la
strada per ottenere prodotti interessanti e scientifici è solo quella di finanziare gruppi attrezzati per la ricerca o di individuare singoli e occasionali appassionati, e ve ne sono parecchi nelle singole realtà locali, da
non lasciare comunque soli. E, a
proposito, mi permetto di avanzare
un suggerimento alla Commissione
Artistica dell’USCI Lombardia: sarebbe opportuno lavorasse gomito a
gomito con l’istituzione regionale
per suggerire proposte, e ne approfittasse per ottenere eventuali finanziamenti per quei cori o maestri che
sottoponessero progetti di ricerca:
sinceramente però esprimo le mie
perplessità sulla idoneità dei cori a
condurre una ricerca scientifica, a
meno che si voglia definire “ricerca”
una semplice raccolta territoriale di
canti popolari con la finalità precipua non di uno studio etno-musicologico, ma semplicemente di trovare
materiale per l’elaborazione corale.
E qui, esaurita un’opportuna e sintetica informazione sulla ricerca in
Lombardia, passo a ricordare un
controverso dibattito che ha interessato e forse può ancora interessare
le nuove leve di maestri.
Un rapporto storico tormentato.
Parecchi direttori di coro, e fra questi anche il sottoscritto, parallelamente alla ricerca etno-musicologica
di Leydi e alla contrarietà, palesemente espressa dall’emerito studioso, al distorto utilizzo del materiale
musicale popolare da parte dei cori,
hanno vissuto personali e tormentate distonie: il dibattito, a colpi di dichiarazioni incrociate, annoverava
maestri “puristi”, che aborrivano
persino l’utilizzo per coro dei canti
popolari e proponevano che sul palco salissero direttamente le mondine, le filandiere, gli scariolanti, ecc,
con la loro genuina spontaneità, anche se le suddette categorie erano
ormai sparite. Sull’opposta sponda
c’erano gli “oltranzisti” dell’elaborazione del canto popolare i quali, citando e scomodando invece la più
nobile tradizione da Bach a Kodaly,
si sentivano legittimati a tradurre la
genuinità del materiale di ispirazione popolare in elaborazioni “dotte”
e fatte “a regola d’arte”, o comunque in prodotti, ritenuti altrettanto
legittimi, da destinare ad un selettivo ascolto. Infine, in posizione mediana, c’era una categoria “moderata” di maestri che mirava a mediare
appunto tra la purezza della tradizione e l’esasperata elaborazione,
giusto giusto per non disturbare più
di tanto la genuinità e per non scon-
dossier
finare più di tanto nella sofisticatezza. Beh! A distanza di trent’anni
oggi mi sentirei di esprimere la mia
“liberale” opinione in questi termini: “Niente ideologie e… viva la
musica!” La discriminante quindi, a
mio parere, andava allora e va tuttora trovata né nei “puristi”, né negli “oltranzisti”, né nei “moderati”
della elaborazione, ma semplicemente nella “banalità-non banalità”
dei legittimi prodotti musicali di
qualsiasi specie. Punto.
Una riflessione sull’utilizzo, ieri e
oggi, del materiale etno-musicale.
Premesso che la ricerca etno-musicologica ha ancora e avrà sempre il
suo valore storico-culturale, vorrei
ancora distinguere il momento della
ricerca “pura”, da quello di un elaboratore/armonizzatore intento a
tradurre per coro il materiale di ricerca. Sono due momenti distinti,
anche se discendenti dallo stesso
materiale. In qualità di elaboratore/armonizzatore vorrei soffermarmi sul secondo momento, cioè sull’utilizzo, ieri e oggi, del materiale
etno-musicale, per proporre una riflessione.
Conosciamo la crisi, non del canto
corale, che avrà sempre un suo spazio nel panorama musicale, bensì
dei cosiddetti “cori popolari”, sempre più alla deriva, sempre più ridotti, sempre più defilati, sempre
più depressi. In realtà questa situazione è una conseguenza e non la
causa del malessere. La causa vera è
che i cori popolari semplicemente
non piacciono più ad una società
che è radicalmente cambiata nel gusto e nelle scelte. E qual è la ragione per cui non piacciono più? Innanzitutto perché l’elaborazione/armonizzazione, e soprattutto l’esecuzione della maggior parte dei canti
tradizionali, sono state tradite nel
loro spirito originario. In secondo
luogo perché quel materiale etnomusicale che ieri, comunque sbagliando, veniva elaborato in quel
modo, oggi è assolutamente necessario trattarlo in un altro modo. Un
coro popolare che propone oggi armonizzazioni in stile S.A.T. o diretti
discendenti, di cui non faccio nomi,
farà al massimo un’operazione storico/nostalgica, ma deve sapere che
andrà incontro a una radicale selezione dei gusti del pubblico e che
soddisferà a malapena una nicchia
di nostalgici cultori di quel genere.
Qual’è allora la discriminante che, a
mio parere, pone questi cori, sia ieri, ma soprattutto oggi, fuori dal
tempo? Il RITMO. I brani popolari che finora i maestri hanno elaborato sono stati quasi sempre “castrati” nel ritmo, e cantati con armonie statiche e con corpi conseguentemente “impalati”, e inoltre
con andamenti espressivi, soste, corone, sospensioni, respiri, rallentamenti e quanto di più disturbasse la
continuità e la forza del ritmo insito
nella maggior parte delle canzoni
popolari. I fondamenti del canto
popolare poggiano infatti su due pilastri, la melodia e il ritmo. L’elaborazione/armonizzazione corale ha
privilegiato la melodia/armonia e ha
quasi sempre trascurato e tranciato
il ritmo. Se poi osserviamo che la
maggior parte di questi canti erano
utilizzati e finalizzati anche al ballo,
il misfatto diventa allora insopportabile. Questa “tara” è comunque
radicata non solo nei cori popolari,
ma in tutta la cultura corale europea che non ha ancora capito che la
rivoluzione portata dalla musica
afro-americana, in atto da ormai più
di cento anni, quella cioè derivata
dal blues, dal jazz, dal pop, dal rock,
ecc., ha globalizzato ed esaltato l’aspetto ritmico della musica e creato
un gusto che è entrato in tutti noi e
fa ormai parte del DNA dei giovani
e di tutti coloro che hanno respirato
le canzoni anni ’50, ’60, i Beatles,
ecc., gente che ora ha 60/70 anni.
Vent’anni fa avevo ascoltato i bravissimi King’s Singers al Conservatorio di Milano e mi ero spellato le
mani; li ho risentiti il Luglio scorso
a Varese e, pur tecnicamente sempre insuperabili, mi sono sembrati
fuori dal tempo e dal mondo; io mi
sono ritrovato “cambiato” e loro mi
sono apparsi “fermi”; e infatti ho interiorizzato che trascurano e taglieggiano l’aspetto ritmico, e che,
per fare spettacolo, coinvolgere e
meravigliare il pubblico, ricorrono a
un artificioso e accademico “surrogato” del ritmo: il puro, freddo e barocco virtuosismo tecnicistico; in un
bis, che doveva forse costituire una
“chicca” moderna, hanno trasformato un celebre brano melodico/ritmico di Phil Collins in un melenso
brano corale melodico, assolutamente privo di ritmica: ne è uscito
un mottetto adatto all’elevazione
della Messa. Sulla stessa lunghezza
d’onda viaggiano i Swingle Singers,
anch’essi presenti alla rassegna di
Varese che proponeva valori vocali
internazionali: oltre ai due citati
gruppi europei erano presenti anche gli americani Take 6 e House
Jacks; c’erano quindi due mondi vocali a confronto, Europa e America,
ma con un gap ritmico assolutamente a sfavore degli europei; e infatti i
fans della vocalità “corale” erano
tutti presenti ad ascoltare gli “europei”, snobbando gli americani; viceversa i fans della vocalità “ritmica”
erano tutti presenti ad ascoltare gli
americani, snobbando gli europei.
Un suggerimento per non tradire la
nostra tradizione.
Vorrei concludere con un “corollario” questa riflessione sull’utilizzo
del materiale etno-musicale. Per
sfuggire alla “decadenza”, tanti cori, popolari e non, si sono rifugiati
nei Gospel o nella musica “etnica”,
cioè una musica più piacevole perché più ritmica. E’ questa la conferma che la scelta di ormai numerosi
gruppi è orientata alla ricerca del
ritmo, che è infatti importantissimo
per lo spettacolo. Ma a questi “disertori” della nostra tradizione popolare, prima di voltar le spalle alla
propria cultura, e coerentemente
con la riflessione di cui sopra, suggerirei un esperimento: provate ad
elaborare/armonizzare i nostri canti
popolari esaltando e sottolineando
la parte “ritmica” e troverete la sorpresa di una platea conquistata. Il
pubblico non capirà certo la ragione
del vostro successo, ma voi avrete
una ennesima conferma che non si
può “castrare” il ritmo e che, senza
ricorrere a una cultura che non ci
appartiene, la nostra è altrettanto
idonea e bella per deliziarci. Il sottoscritto si è sempre dilettato con
questi esperimenti, con divertimento personale e del pubblico. Oggi
più che mai.
19
attività dell’Associazione
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CORI GIOVANILI
TRA TRADIZIONE E SPERIMENTAZIONE
d i Wa l t e r M a r z i l l i
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20
el mese di marzo di quest’anno ha visto la luce presso la
Pizzicato Edizioni Musicali
un’altra importante iniziativa editoriale della FENIARCO. Il libro fa seguito a volumi già pubblicati della collana MELOS e GIRO GIRO CANTO. Come si può intuire dal titolo e
dalla grafica delle due copertine, si
tratta di un fascicolo di nuove composizioni dedicate ai cori giovanili (15-19
anni), che la federazione nazionale ha
voluto promuovere per soddisfare le
esigenze di un importante aspetto
emergente della coralità italiana. I cori giovanili stanno infatti mostrando
una vitalità ed una diffusione che non
sono rimaste inosservate e che non
vogliono rimanere disattese. Da una
parte si deve riconoscere che ormai da
molti anni, in ambito corale, la stirpe
dei direttori ha conosciuto uno sviluppo genetico ed un ampliamento culturale tale da permetterle di presentarsi
davanti al coro con tutte le carte in regola per poterlo condurre attraverso
un soddisfacente cammino vocale e
artistico. Dall’altra parte bisogna invece ammettere che nell’ambiente corale giovanile, soprattutto ai fini della
sua autonomia e del suo affrancamento dalla coralità adulta, si sentiva la
necessità di uno squarcio nel repertorio corale classico che potesse interessare direttamente i giovani cantori,
per far loro scollare le mani dai tasti
per i messaggini, e fargliele invece
mettere su una partitura musicale.
Questa delicata area corale giovanile
ha così suscitato la premurosa attenzione della federazione nazionale, al
punto da voler dare concretezza ad
una idea che la FENIARCO da tempo stava cercando di definire.
Il 2 maggio 2002 siamo quindi giunti
alla pubblicazione e alla diffusione del
bando di selezione per la pubblicazione del volume. La stessa attenzione
mostrata dalla FENIARCO è stata
confermata da tutti quei compositori
che hanno risposto alla pubblicazione
del bando inviando le loro composizioni. Era stato loro richiesto di scrivere delle musiche che rispettassero
particolari parametri e caratteristiche,
perché le loro nuove composizioni potessero essere ben recepite ed accolte
dai cori ai quali erano dedicate. La
prima esigenza era la necessità che i
brani fossero eseguibili dopo un normale periodo di studio: non sempre,
purtroppo, il semplice si associa con il
bello. D’altra parte non è assolutamente univoco e ineluttabile il rapporto tra il bello e il complicato. Ne deriva un quadro complessivo vario ed articolato, che si compone di brani che
vanno dall’utilizzo del semplice coro a
cappella in formazione a tre e quattro
voci, ad altri dove le voci diminuiscono e aumentano gli strumenti, ad
altri ancora per i quali si rende necessario uno studio più accurato e impegnativo.
Anche la concisione era un’altra proprietà da ricercare nella scrittura, insieme alla necessità che fossero recenti e aggiornate sia l’ispirazione che i
testi da musicare, da ricondursi “alle
esperienze e all’immaginario musicale
dei giovani… collegabili al curriculum
scolastico o agli interessi del mondo
giovanile”. Era anche consigliato di
differenziare la compagine corale, con
l’utilizzo di 2-3 voci al massimo per un
complesso di età compresa tra i 15-16
anni, e di 3-4 voci per gruppi dai 17 ai
19 anni.
Il bando di selezione faceva inoltre
espressamente riferimento all’originalità delle musiche, allontanando volontariamente ogni elaborazione, arrangiamento o armonizzazione di melodie già esistenti. Questo punto appare estremamente significativo se inquadrato nell’ottica della volontà della FENIARCO di sviluppare autonomamente l’area della coralità giovanile, senza che essa debba vivere del riflesso di quella adulta, adattandone
repertori, modi operativi e quant’altro. Si è voluti partire dal repertorio,
vedendolo come un aspetto essenziale
e caratterizzante di qualunque coralità, in particolare in questa particolare fascia di età, nella quale i ragazzi
difficilmente sono attratti dal mondo
degli adulti, ma pretendono giustamente un trattamento specifico a loro
misura, sia dal punto di vista culturale
che di contenuti, di prassi esecutiva
come di testi letterari. In questo senso
occorre notare come la ripartizione
delle lingue usate vede una ovvia predominanza della lingua italiana con
dodici testi su diciotto. I restanti sei
sono equamente divisi tra l’inglese e il
latino. Possiamo considerare a posteriori come i compositori e la commissione artistica nazionale che ha selezionato i brani abbiano rivolto un breve sguardo al passato con il latino, si
siano poi fortemente concentrati sul
presente con l’italiano, e abbiano infine gettato un’occhiata al futuro con
l’inglese. Volendo approfondire l’analisi sui testi occorre dire che il panorama appare più vasto e articolato di
quanto può dire un semplice computo
statistico, e che l’ispirazione dei compositori ha saputo trarre spunto da diversi aspetti storici e geografici della
produzione letteraria e poetica tratta
dal curriculum scolastico. Tra i brani
in lingua italiana possiamo infatti riconoscere le traduzioni di una poesia
della poetessa greca Saffo (VII sec.
a.C.) e quella di un brano del secondo
atto di Romeo e Giulietta di William
Shakespeare, insieme ad un brano di
Cecco Angiolieri e ad una poesia di
Giovanni Pascoli e di Umberto Saba,
insieme - perché no? – a tre sofisticati
epitaffi letti sulle lapidi di un cimitero.
Seguendo poi le indicazioni del bando
riguardo l’originalità, non mancano
testi appunto originali, scritti dagli
stessi autori o da scrittori moderni e
contemporanei, mentre uno sguardo a
ritroso permette di trovare nei testi latini le parole del Salmo 104 di Isaia, un
paragrafo dei Carmina Burana e un
antico inno goliardico.
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attività dell’Associazione
Da una comprensibile minoranza di
sei brani di musica sacra pervenuti, la
commissione artistica della FENIARCO ha ritenuto opportuno di mantenerne uno solo. Per motivi di fruibilità e di visibilità nazionale sono anche stati esclusi i pochi brani su testi
dialettali. In questo senso la FENIARCO, come si sa, sta già lavorando alla pubblicazione delle elaborazioni di musiche di tradizione orale,
interamente dedicate alla produzione
musicale di questo tipo. Dalla laboriosa e impegnativa attività di selezione delle musiche da parte della commissione, sono emerse le composizioni di: Carlo Berlese, Alessandro Cadario, Guido Coppotelli, Orlando Dipiazza, Sandro Filippi, Cristina Ganzerla, Michele Josia, Lucio Ivaldi,
Maurizio Longo, Enrico Miaroma,
Giuseppe Mignemi, Felix Resch, Pier
Paolo Scattolin, Carlo Tommasi,
Pompeo Vernile, Renzo Vitale, Gastone Zotto e Mauro Zuccante. Si
tratta di musicisti che all’anagrafe abbracciano una vasta estensione per
quanto riguarda l’età. Anche la loro
formazione curriculare, gli avvicinamenti diversi al mondo della coralità
e i loro stili particolari sono in grado
di corrispondere alle innumerevoli
sfaccettature del gusto di un pubblico
in tumulto creativo come quello dei
cantori giovanili e dei loro esuberanti
direttori.
Si può ragionevolmente ritenere che
la banalità sia bandita da questa pubblicazione. Osservando tutto il fascicolo con uno sguardo generale dall’alto si ha la sensazione che la scrittura
musicale non sia mai rimasta intrap-
polata tra i timori di una esuberanza
compositiva congestionata o compressa. Le soluzioni innovative si affiancano alle citazioni colte, mentre
una grafia moderna e disinibita apre
numerose lacerazioni nella consolidata tradizione scritturale, che pure sostiene molti momenti dell’ispirazione
originale dei compositori. In questo
senso non si deve rimanere perplessi
se il fascicolo si apre con un tradizionalissimo incipit in canto gregoriano
su tetragramma: basta infatti scorrere
soltanto fino alla seconda battuta del
brano per scoprire un cluster. In seguito l’arcaica notazione quadrata del
canto gregoriano viene definitivamente attualizzata dai segni moderni
di una grafia che guarda al passato
con uno scanzonato disincanto, seppure con il necessario rispetto. La
successione dei brani segue l’ordine
alfabetico dei nomi dei compositori, e
sembra proprio che nella particolare
circostanza della scelta di questo primo brano, il caso abbia voluto fornire
ai redattori la possibilità di dare un
messaggio culturale da parte del canto corale, che non ha saggiamente dimenticato le sue lontane radici storiche, ma che percorre ormai in perfetta e maturata autonomia le strade avventurose della sua vitalità.
In questo fascicolo la sperimentazione è viva e presente, ed è al servizio
del testo; inoltre non diventa mai
compiaciuto sperimentalismo fine a
se stesso.
Prova ne sia la scelta delle armature
in chiave: la stragrande maggioranza
dei brani presenta infatti una armatura semplice e lineare, che però non li-
c@nta
mitano né la libertà armonica, né tanto meno quella melodica.
I casi di tonalità astruse e ricercate sono rarissimi. D’altra parte soltanto
chi ha una continua frequentazione
con i manoscritti e le trascrizioni della musica antica, ed è abituato al massimo alla compagnia di quell’unica solitaria particella di …bemolle che si fa
vedere nelle armature iniziali dei brani, si chiederà se in quei rari casi presenti nel fascicolo sarà stato proprio
inevitabile utilizzare così tanti diesis
in chiave…
Nel contesto giovanile non potevano
essere ignorati gli strumenti. Di loro
non si dimenticava neanche il bando,
che invitava i compositori ad usare
soprattutto quelli consoni all’ambiente nel quale si sarebbero dovuti
calare le composizioni. Si rileva infatti la presenza del consueto pianoforte, ma si fanno anche notare le
chitarre, la famiglia delle percussioni,
il flauto, l’organo elettronico, lo xilofono e il glockenspiel.
Si deve però sottolineare come, ovviamente, la parte del leone la facciano proprio i soprani, i contralti, i tenori e i bassi: fino alla pagina 54 del
fascicolo compaiono infatti unicamente le voci a cappella, e su diciotto brani sono addirittura dodici quelli per sole voci, e sei quelli concertati
con strumenti.
Una lodevole iniziativa della FENIARCO, un bel lavoro collegiale,
uno strumento utile alla crescita dei
cori giovanili italiani. Infine, una
creazione artistica degna di questo
nome, per la quale vogliamo ringraziare chi ha profuso energie, fantasia,
estro, poesia e amore perché ciò potesse avvenire.
21
attività dell’Associazione
CORO GIOVANILE ITALIANO
SESSIONE ESTIVA 2004
C
22
hi lo scorso anno ha seguito
il debutto del CORO GIOVANILE ITALIANO ha
senza dubbio atteso con curiosità e
con una certa emozione il suo “tour
estivo 2004”.
Sulla scorta del successo del 2003 la
FENIARCO, con il sostegno del
Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, con la collaborazione delle Associazioni Corali Regionali e
con quella di molti altri Enti (Regioni, Province, Comuni, Fondazioni e Associazioni), ha voluto dare
seguito a questo progetto: un progetto che coinvolge giovani coristi
provenienti da tutta Italia dando loro l’occasione di vivere una straordinaria esperienza musicale e che
allinea finalmente la coralità italiana agli altri contesti europei, dove i
cori giovanili nazionali sono ormai
istituzioni di pluriennale fortuna.
E’ ancora vivo il ricordo del primo
stage estivo, al termine dei quali il
CGI ha debuttato con un impegna-
tivo programma di musica sacra
contemporanea nei tre concerti dell’agosto 2003 a Roma, Assisi e Firenze. Il tour invernale che si è svolto fra Natale e Capodanno del 2003
in Calabria e Sicilia è stata l’ulteriore conferma della volontà di dare
continuità al cammino intrapreso.
Trascorsi alcuni mesi da quegli ultimi appuntamenti del 2003, ecco
prendere forma un nuovo progetto
musicale, destinato al CORO GIOVANILE ITALIANO 2004. L’organico è stato preventivamente integrato mediante regolari audizioni
che, oltre a riconfermare molti dei
coristi del 2003, hanno consentito di
individuare nuovi ragazzi in possesso dei requisiti richiesti: qualità vocali, buona lettura a prima vista,
esperienza corale, età compresa fra i
18 e i 28 anni. I ragazzi del CGI si
UNA STORIA, E IL PRESENTE.
Appunti dalla sessione estiva 2004 del Coro Giovanile Italiano
Una storia, e il presente.
Un filo tesse l’umano, nella grazia dell’arte. Un fluido
plastico, che scorre. Lento e veloce.
E l’abile mano subcreativa dell’uomo gioca in un rincorrersi di fatate marachelle e carnali struggimenti.
Nostalgica dell’infinito.
Il glorioso passato richiama l’attenzione e lontani sentimenti riemergono rivelandosi presenze assopite, in grado di evocare nella loro semplicità i più profondi affetti. Opera di una repubblica senza pari, della cui fama
riecheggiano a secoli di distanza voci ammaliate dall’umana altezza ch’ivi regnava. Una bellezza magnificente;
stravaganza, a volte, a riprova del massimo estro sfoderato in quei tempi. E così vagando negli anni di cappella in cappella, si passa da sacra maestà a religiosa leggiadria. Affascinati da un Andrea Gabrieli, ordinato,
pulito, e da suo nipote Giovanni, più festoso; e trascinati passionalmente dalla teatralità irresistibile di
Monteverdi. Il filo che tesse l’umano, accompagnata la
storia, è giunto al presente; e squarci del glorioso passato si aprono qua e là, per mano di trentaquattro giovani e del loro maestro. La Serenissima si riaccende in
bagliori incastonati tra il suono dell’uomo del presente,
che ancora gioca con un tempo che scorre lento e veloce.
Tre serate si sono viste ornate dal giojello forgiato in
due settimane da quei trentaquattro, sotto sapiente gui-
da del mastro che, come presenza amica, li ha condotti
in qualche giorno del loro cammino; lui sa che gliene
saranno grati a lungo.
Contemplantes, Adorantes e Jubilantes: queste le tre
sezioni tematiche ciascuna delle quali contornata da autori contemporanei italiani e contenente due composizioni di Giovanni Gabrieli e una di Monteverdi,
inanellate da due ricercare di Andrea Gabrieli. Un’esplorazione dei nuovi linguaggi, nella selva di stranezze
armoniche, improvvisazioni, suoni di calici intonati. E
il tuffo nel lontano primo barocco, alla ricerca di uno
stile che rendesse giustizia della scrittura.
Un’esperienza davvero preziosa, cullata dalla grande
amicizia che tra quei giovani e il loro maestro è nata; e
incorniciata in una Assisi gentile che ha saputo tener
desti e sinceri gli animi. Per due settimane la musica ha
regnato sovrana e Santa Cecilia ha vigilato sui cuori di
tutti.
Un sentito ringraziamento va alla Feniarco, che ha reso
possibile tutto questo. Non riteniamo sia necessario
spendere ulteriori parole per spiegare il valore e l’importanza di quanto è stato fatto ed è in progetto di essere
attuato; aggiungiamo solo i migliori auspici per la
prossima sessione invernale e il futuro.
Davide Fior
attività dell’Associazione
sono dunque ritrovati nella splendida Assisi
con l’ospitalità dell’ARCUM (Associazione
Regionale Cori dell’Umbria) per iniziare lo
stage di preparazione, imperniato secondo un
impegnativo calendario di prove su un repertorio di assoluta originalità ed interesse, ideato
per celebrare un prestigioso evento, in occasione del quale il CORO GIOVANILE ITALIANO rappresenterà la musica corale italiana: la
prossima Assemblea Generale di EUROPA
CANTAT, Federazione che riunisce le organizzazioni corali di tutta Europa, i cui rappresentanti si incontreranno tra il 19 e il 21 novembre
2004 a Venezia.
I concerti di questo tour estivo hanno anticipato il programma che sarà offerto proprio su
quel palcoscenico internazionale: un omaggio
alla musica corale italiana del passato e del
presente e al fascino storico e culturale della
città ospitante. Accanto a Mottetti di Giovanni
Gabrieli e Claudio Monteverdi sono state presentate nuove composizioni di autori italiani –
Giovanni Bonato, Elena Camoletto, Piero Caraba, Giuseppe Mignemi, Mauro Zuccante commissionate per l’occasione ed ispirate alla
Scuola Veneziana.
Di questa raffinata dedica alla musica corale
italiana antica e contemporanea è stato offerto,
ancor prima dell’inizio del tour ufficiale, presso la sede del Consiglio Regionale dell’Umbria, un significativo estratto: in questo speciale concerto il CORO GIOVANILE ITALIANO si è presentato al Consiglio della Regione
Umbria con alcune perle del suo repertorio.
Foltissimo il pubblico che è accorso a Palazzo
Cesaroni, sede della Regione Umbria, per
ascoltare la prestigiosa formazione. In quest’occasione il CGI ha avuto l’opportunità di
esprimere, attraverso un saggio concreto dei risultati artistici, la gratitudine per l’attenzione e
il sostegno ricevuto dalle istituzioni.
Primo dei concerti serali in programma per il
tour estivo, è stato l’appuntamento presso la
Basilica Superiore di San Francesco nella quale il gruppo aveva raccolto un ampio consenso
di pubblico la scorsa estate e dove è stato
espressamente invitato a ritornare. Anche quest’anno un numeroso pubblico ha ascoltato in
un’atmosfera di rara concentrazione l’esibizione del Coro Giovanile Italiano, dimostrando di
gradirne il repertorio e la comunicativa.
Lo stesso programma musicale è quindi stato
riproposto per le ultime due tappe del tour: a
Rimini presso la suggestiva Abbazia di Santa
Maria di Scolca (detta anche di San Fortunato), e a Chiavenna presso la Chiesa Collegiata
di San Lorenzo.
Particolarmente emozionante è stato quest’ultimo appuntamento, per il particolare clima
creatosi fra i ragazzi, ormai in procinto di salutarsi, che magistralmente diretti dal M° Bressan hanno letteralmente strabiliato il foltissimo
pubblico (circa 500 persone) con una più che
mai partecipata interpretazione.
CORO GIOVANILE
ITALIANO 2004
SOPRANI
Marta Bonomi, Alessandra Cordova, Barbara Crisponi,
Silvia Frigato, Lucia Maggi, Maria Giovanna Michelini,
Lucia Montanaro, Angela Nisi, Sheila Rech, Elena Rossetto.
CONTRALTI
Fabio Anti, Maria Cristina Battaglia, Valentina Bernardini,
Vittoria De Leonardis, Davide Fior, Carla Genchi,
Annalisa Metus, Nadia Romeo.
TENORI
Enrico Benati, Emanuele Christian Beninati,
Pasquale Bottalico, Marco Dainese, Cesare Facchetti,
Jacopo Facchini, Maurizio Miglioresi, Luigi Turnaturi.
BASSI
Nikolaj Bukavec, Andrea Crastolla, Matteo Ferrara,
Emanuele Gasparini, Simone Gentili,
Fabio Biagio La Torre,
Vito Lopriore, Andrea Macis.
ORGANO
Gaetano Magarelli
PROGRAMMA MUSICALE 2004
Contemplantes
Piero Caraba (1956) O QUAM AMABILIS (a 8 v.)
Giovanni Gabrieli (1556-1612) O JESU MI DULCISSIME
(a 8 v. in 2 cori)
Giovanni Gabrieli O QUAM SUAVIS (a 7 v.)
Claudio Monteverdi NISI DOMINUS (a 10 v. in 2 cori)
1567-1643)
Adorantes
Elena Camoletto (1965) TRISTIS EST ANIMA MEA
(a 8 v. in 2 cori)
Giovanni Gabrieli DILIGAM TE DOMINE (a 8 v.)
Giovanni Gabrieli SUSCIPE CLEMENTISSIME
DEUS (a 6 v. e b.c.)
Claudio Monteverdi ADORAMUS TE (a 6 v. e b.c.)
Mauro Zuccante (1962) ECCE VIDIMUS (a 8 v. in 2 cori)
Jubilantes Te
Giuseppe Mignemi (1966) SPIRITUS DOMINI
(a 12 v. in 3 cori)
Giovanni Gabrieli JUBILATE DEO (a 8 v.)
Giovanni Gabrieli HODIE COMPLETI SUNT
(a 8 v. in 2 cori)
Claudio Monteverdi CANTATE DOMINO (a 6 v e b.c.)
Giovanni Bonato (1961) AUDI FILIA - Alleluja
(per 8 gruppi e bicchieri)
23
attività dell’Associazione
COMPORRE PER CORO OGGI
Ad Aosta la III edizione del Seminario per giovani compositori
d i C a r l o To m m a s i
24
Per ogni periodica iniziativa corsuale, quello della terza edizione
è sempre un momento importante, un varo definitivo, la conferma
che ciò che si sta facendo funziona
veramente e può avere un futuro.
Quanto detto vale anche per
Comporre per coro oggi, il seminario per giovani compositori di
musica corale che ormai si tiene
tradizionalmente ad Aosta l’ultima settimana di luglio, a cadenza
biennale (alternativamente rispetto all’Accademia Europea
per direttori di coro e cantori di
Fano).
L’edizione di quest’anno, sotto
questo profilo, ha rappresentato
certo una riprova della bontà dell’iniziativa; ma ha nel contempo
aperto nuovi interrogativi sui suoi
possibili sviluppi.
Il seminario di Aosta è una realtà
in continua evoluzione, mai uguale a se stessa nonostante la sua
specificità, che si sta ingrandendo
e nella sua crescita va coinvolgendo sempre nuove forze. Nato infatti nel 2001 come corso organizzato a livello nazionale da Feniarco e Arcova (Associazione regionale cori Valle d’Aosta) con il
contributo della Regione Valle
European
seminar
for young
composers
d’Aosta e la collaborazione del
locale Istituto Musicale (che da
sempre mette le proprie strutture
a disposizione del corso), l’iniziativa venne replicata l’anno successivo e poi trasformata in un
evento ad anni alterni, non più
solo nazionale ma europeo sotto
l’egida di Europa Cantat. L’edizione 2004 si presentava per la
prima volta con questa rinnovata
formula, forte di importanti novità organizzative.
Da sempre Comporre per coro
oggi possiede alcune specificità
che concorrono a farne un’iniziativa indovinata. È doveroso innanzitutto ricordare che l’ideazione di questo seminario si colloca all’interno di una linea più
ampia che la Feniarco persegue
con l’obiettivo di creare e valorizzare un nuovo repertorio di composizioni corali e un gruppo, sempre più vasto, di compositori di
nuove musiche per coro (si possono citare, per esempio, numerose iniziative editoriali quali Melos e Choraliter); in questo contesto Aosta si inserisce quale momento di lavoro sul campo, anzi
di laboratorio e sperimentazione
diretta grazie alla presenza co-
stante di un coro-laboratorio che
prova, anche in corso d’opera, le
composizioni ed elaborazioni
scritte dai corsisti: un paziente lavoro da parte di tutti – docenti allievi coristi – che costituisce il
prototipo, il paradigma di cosa
vuole veramente dire scrivere per
un coro: rispettare la specificità
delle voci, saper creare impasti (a
livello melodico, armonico, timbrico) di buona resa sonora, saper adoperare saggiamente di
tutti i moderni effetti di cui la
scrittura corale in questi ultimi
decenni s’è arricchita (glissandi,
parlati, clusters, ecc.); il tutto, ovviamente, tenendo conto che nella scrittura per coro è più importante che mai essere in grado di
stimolare i propri esecutori con
proposte coinvolgenti, interessanti e gratificanti: e quale modo
migliore per sperimentarlo se
non “in presa diretta”?
Passiamo quindi alle novità di
quest’anno. Intanto, una novità
di punta era la presenza, quale
coro laboratorio, del validissimo
Torino Vocal Ensemble.
Poi, per la prima volta c’era un
docente straniero: il M° Yaakko
Mäntyjärvi, affermato compositore finlandese e direttore del Tapiola Chamber Choir, curava infatti la “bottega di composizione”, mentre come gli altri anni la
“bottega di elaborazione” era tenuta dal M° Mauro Zuccante e la
“bottega di sperimentazione”
(cioè il laboratorio con il coro)
dal M° Pierpaolo Scattolin; il M°
Giovanni Bonato - nelle scorse
edizioni alla guida della bottega
di composizione - è tornato quale
gradito ospite per tenere in due
serate successive un seminario
sulla semiografia contemporanea
che è risultato di grande interesse
an
ar
g
s
attività dell’Associazione
e utilità per lo svolgimento del
corso.
A questo proposito, l’edizione
2004 si configurava anche quale
momento di confronto tra idee
abbastanza diverse in campo
compositivo, i cui poli opposti
erano rappresentati da un lato da
Bonato - da sempre convinto assertore di una scrittura basata su
effetti moderni - dall’altro da
Mäntyjärvi, il quale con la sua
“Ave Maria d’Aosta” da lui scritta durante il corso ha voluto fornire, oltre che un omaggio alla
città ospite, anche un esempio
pratico della possibilità di adoperare ancor oggi una scrittura “tradizionale” (la composizione è stata poi eseguita, diretta dallo stesso autore, al concerto finale); sul
fronte dell’elaborazione il M°
Zuccante ha saputo proporre ai
suoi corsisti nuovi e accattivanti
materiali su cui lavorare, in prevalenza melodie gregoriane e organa polifonici - il cui fascino può
essere rivissuto in chiave “moderna” senza però snaturarne l’essenza -; tutte le composizioni ed
elaborazioni scritte durante il
corso sono state infine provate,
con gran dedizione e professionalità, dal coro laboratorio (presenti gli autori, che hanno provato in
parte a dirigerle, almeno in sede
di prova; non sono mancati momenti divertenti e fuori dal comune, come la concertazione dell’elaborazione di una melodia africana da parte di un corsista con
esperienze jazzistiche, che ha visto alcuni membri del coro
cimentarsi con le percussioni).
Una buona metà dei pezzi –
sempre sotto la direzione di
Scattolin – è stata poi eseguita nella prima parte del
concerto finale, tenutosi sabato 31 luglio nella splendida chiesa di S. Orso. Nell’intervallo seguente (nella
seconda parte del concerto
il coro, sotto la guida del
suo direttore M° Carlo Pavese, ha poi eseguito brani
del proprio repertorio) si è tenuta la
consegna degli attestati ai corsisti
da parte dei docenti, del M° Efisio Blanc, Presidente dell’Arcova,
e dei Maestri Aldo
Cicconofri, Vicepresidente Feniarco, e Thedora Pavlovitch, Vicepresidente di Europa
Cantat.
Naturalmente, oltre al gran lavoro
da parte di tutti,
non sono mancati
neanche quest’anno momenti ricreativi e di svago,
primo fra tutti la
gita di gruppo
(svoltasi per fortuna in condizioni
atmosferiche ottimali!) nella bellissima zona di Chamois e del lago di Lod, poco lontano dalla vetta del Cervino…
A questo proposito bisogna dire
che, se la sostanza didattico-pratica di Comporre per coro oggi è
unica nel suo genere, anche la
cornice paesaggistica è parte importante del suo successo, e da
questo punto di vista – oltre che
da quello dell’ottima organizzazione - Aosta ha decisamente
confermato la sua attitudine quale sede deputata del corso.
Non è mancato, verso la fine, un
momento di confronto collettivo
in cui sono emersi da più parti
suggerimenti e qualche piccola
critica, ma il giudizio unanime sul
corso è stato sostanzialmente positivo: se il numero di iscritti è solo leggermente aumentato (dodici allievi effettivi, di cui uno straniero, e due uditori: sembra poco
ma è un numero giusto per lavorare bene, tenendo poi conto che
un seminario così specifico non è
per tutti, ma richiama solo chi
può avere reale interesse), il corso in queste tre edizioni è, soprattutto, molto cresciuto in funzionalità e qualità dei risultati ottenuti.
Al di là di tutte le giuste modifiche
e opportuni ampliamenti che
si riterrà opportuno adottare
nelle prossime edizioni di
Comporre per coro oggi, il
mio sincero augurio è che l’iniziativa continui conservando sempre le specificità positive che ne hanno contraddistinto la nascita. Saluto tutti
quelli che hanno condiviso
con me quest’esperienza, ringraziando coloro che si sono
dati da fare per organizzarla,
e a tutti formulando un sincero “ad maiora”!
25
attività dell’Associazione
35° CONVEGNO EUROPEO DI STUDI
MUSICOLOGICI E PEDAGOGICO-MUSICALI
Gorizia, 12 – 15 luglio 2004
M
olto interessanti per la coralità i temi trattati nel 35° convegno europeo di studi musicologici,
tenutosi a Gorizia lo scorso luglio. In particolare la sessione del convegno musicologico dedicata all’editoria musicale e corale in Italia, e il tema del convegno pedagogico musicale, dedicato
alla vocalità infantile e giovanile sono di particolare attualità. Pubblichiamo in questo numero di
Choraliter la sintesi del convegno, a cura di Alessandro Pace.
SEZIONE MUSICOLOGICA
26
Tema A: L’editoria musicale
e corale, fra utopia e realismo,
con particolare riferimento
alla situazione italiana
contemporanea
La tavola rotonda sull’editoria musicale e corale promossa e organizzata
dall’Associazione “C. A. Seghizzi” è
iniziata con una breve introduzione a
cura di Italo Montiglio (Università di
Trieste) che, oltre a sottolineare la novità e particolarità dell’iniziativa abbinata alla Prima mostra-mercato internazionale dell’editoria musicale, ha
presentato il volume degli Atti e comunicazioni del XXXIV Convegno
Europeo di studi sull’educazione musicale e sulla musica corale tenutosi a
Gorizia nel luglio del 2003. Sandro
Bergamo (Pordenone) ha esposto le
iniziative editoriali della FENIARCO
e dell’USCI mentre il musicologo David Giovanni Leonardi (Conservatorio di Musica di Cosenza) ha presentato l’ipotesi di un progetto per la pubblicazione di un’edizione complessiva
del repertorio corale popolaresco in
lingua friulana. Giulio Monaco (Conservatorio di Musica “Cantelli” Novara) ha evidenziato le difficoltà di un
direttore di coro di fronte alle proposte editoriali offerte dal mercato e
Giacomo Monica (Conservatorio di
Musica “A. Boito” di Parma) ha riassunto una ricerca, da lui condotta e
pubblicata, sul canto popolare tramandato oralmente e sulle possibilità
che questa forma di musica possa venire trascritta ed elaborata per attualizzarla e renderla fruibile nella scuola
materna, elementare e media in forma
corale. Alessandro Pace (Trieste), nel
suo intervento ha sottolineato come
l’Associazione corale goriziana “C. A.
Seghizzi” tra le sue innumerevoli iniziative legate al mondo della coralità
annoveri anche un’importante attività
editoriale. I 34 volumi degli Atti Congressuali rappresentano un caso unico
in Italia per continuità e sistematicità
di riflessione sia nel campo della musica corale sia in quello della pedagogia
e didattica della musica. Mentre i cataloghi, le biografie e le pubblicazioni
archivistico-storiche sono un utile
strumento di indagine per chi s’interessa della musica corale. Elena Sclauzero (Udine) ha presentato la vita e il
catalogo delle opere di Giovanni Pian,
personalità di spicco del Novecento
musicale isontino, e Cristina Scuderi
(Udine) ha tracciato una sintetica biografia di Siro Cisilino trascrittore e curatore di musica rinascimentale. Cecilia Driussi (Venezia) ha parlato dell’aspetto editoriale legato alla stampa dei
programmi concertistici nel Friuli Venezia-Giulia. A conclusione dei lavori
Fabio Nesbeda (Trieste) ha brevemente comunicato alcune esperienze
editoriali legate sia all’USCI del Friuli
Venezia Giulia, come la collana ”Choraliamusica” e la rivista “Choralia”,
che all’USCI di Trieste, come “Canti
popolari giuliani” e il recente “Cantar
Saba”.
Tema B: Il disco a 78 giri
fra cultura e tecnologia
La sezione musicologia, tema B, promosso dall’Associazione Corale Goriziana “Cesare Augusto Seghizzi” in
collaborazione con l’Università degli
Studi di Udine, Corso di Laurea
DAMS, è stata aperta da Giovanni De
Mezzo (Università di Udine) che ha
tracciato in maniera sintetica la storia
del 78 giri mentre Luisa Zanoncelli
(Università di Udine) ha messo in evidenza come il 78 giri si proponga oggi
non solo come un importante strumento per la ricerca musicologia ma
anche come nuovo mezzo interattivo
di educazione musicale e importante
fonte per la studio della storia. Nel suo
intervento Pierpaolo Sancin, studioso
e collezionista, ha analizzato la produzione dei 78 giri dagli esordi fino alla
metà degli anni Venti sottolineando
come questo periodo sia stato caratterizzato dalla nascita di diverse etichette artigianali, in genere di proprietà
degli stessi produttori di fonografi, che
proponevano i più disparati generi e
stili musicali. Infine Clelia Parvopassu
(Università di Udine) ha presentato
alcune esperienze europee miranti alla valorizzazione del 78 giri in ambito
didattico.
SEZIONE
PEDAGOGICO – MUSICALE
“La vocalità nei suoi aspetti
pedagogici, didattici e psicologici,
per un progetto dalla scuola
materna alla superiore compresa,
dentro e fuori le istituzioni
pubbliche”
I lavori del 35° Convegno Europeo di
Studi Musicologici e Pedagogico–Musicali – sezione pedagogica-musicale –
promosso e organizzato dall’Associazione Corale Goriziana “Cesare Augusto Seghizzi”, sono stati aperti dal
prof. Claudio Desinan (Università di
Trieste) moderatore del Convegno.
Nella sua introduzione di carattere generale Claudio Desinan si è soffermato sull’importanza d’inquadrare la
musica e l’educazione musicale in una
visione allargata per dare un decisivo
contributo alla consapevolezza del loro valore formativo. Il riferimento
teorico proposto è il postmodernismo
e il concetto di crisi ad esso legato.
attività dell’Associazione
Quest’ultimo trova le sue origini nell’età della ragione ma si attua in tutta
la sua drammaticità nella civiltà industriale e cibernetica dando origine oggi ad una società caratterizzata dall’incertezza. L’uomo postmoderno è disorientato e si lascia catturare dagli stimoli in una frenetica corsa senza meta. In questo contesto l’arte e la musica in particolare assumono importanza: l’uomo di fronte alla sua inutilità e
in contrapposizione alla “metafisica
dell’avere” si ferma davanti all’opera
d’arte riscoprendo così sé stesso. Il
dott. Alessandro Pace (Trieste) coordinatore del Convegno, nel tracciare
una sintesi dei contributi dati dai precedenti Convegni sul tema della vocalità infantile, ha posto l’accento sul
fatto che in Italia a tutt’oggi manca
uno studio organico e completo sulla
vocalità infantile capace di formulare
una vera e propria teoria. Certamente,
non sono mancati dei pregevoli contributi sul campo della vocalità, ma individuali e non in grado di espletare la
loro influenza in tutto il territorio nazionale. In questo contesto, per la
quantità di contributi, riferimenti e citazioni, i Convegni Europei di Educazione Musicale rappresentano un punto di riferimento fondamentale per
un’analisi pedagogica, didattica e psicologica del tema in oggetto. Nel suo
intervento il prof. Giulio Monaco
(Conservatorio di Musica “Cantelli”,
Novara) ha rimarcato come la musica
possieda in sé uno degli elementi costitutivi fondamentali della “Pulsione
Vitale primordiale”: il ritmo. Quest’ultimo fa leva su una componente
essenziale, arcaica e quindi istintiva,
dunque esso deve essere posto al primo gradino del processo formativo.
Ma oltre al ritmo, la musica utilizza i
timbri e le altezze dei suoni ed è strettamente connessa alle forme del linguaggio che si avvalgono della parola
come mezzo di diffusione del dato comunicativo. Allora come il ritmo sublima l’Impulso Vitale, così i suoni vocalici, organizzati artisticamente nei
vari elementi costitutivi, sublimano le
strutture della comunicazione verbale
organizzata. Per Giulio Monaco, dunque, la voce e la vocalità rappresentano lo strumento primario per una corretta alfabetizzazione alla musica.
L’insegnante Beniamina Carretta
(Scuole del IV circolo di Parma) ha
messo in evidenza l’aspetto educativo
e pedagogico del canto popolare. Con
il sussidio di un video di presentazione
sulle attività del corso di canto corale
annesso al Laboratorio Musicale del
IV Circolo di Parma che coinvolge
un’alta percentuale di bambini stranieri e diversamente abili, Beniamina
Carretta ha dimostrato come la coralità nella scuola primaria non si limiti a
perseguire soltanto l’obiettivo specifico dello sviluppo dell’orecchio musicale, ma permetta di operare anche
nel campo della socializzazione e dell’integrazione. Il prof. Italo Montiglio
(Università di Trieste), prendendo
spunto dall’espressione “Al principio
fu la Parola” comune a molte culture,
ha sottolineato come la voce si “reincarni” in ogni essere umano denotandolo e caratterizzandolo. La voce dunque rappresenta la nostra personalità,
ci presenta e rappresenta diventando
un’opportunità per una corretta educazione dell’uomo. La dott.ssa Anna
Capovilla (Università di Padova) ha
tracciato in maniera sintetica l’evoluzione delle capacità vocali a partire
dalla nascita fino alla senescenza soffermandosi su una corretta igiene dell’apparato vocale. In particolare Anna
Capovilla nel suo intervento ha chiarito come sia importante che l’educazione alla vocalità tenga sempre presente
l’evoluzione dell’apparato fonatorio
del bambino e del ragazzo onde evitare “forzature” che potrebbero compromettere il suo corretto funzionamento. Il M° Bruno Gini (Cremona)
ricercatore e direttore di coro, ha
esposto una ricerca da lui condotta
nell’ambito delle attività musicali
svolte presso la Scuola Materna di
Quintano appartenente all’Istituto
Comprensivo di Trescore Cremasco
(Cremona). In tale ricerca è emerso
come l’educazione vocale/corale influenzi positivamente gli aspetti affettivi ed emotivi degli educandi. La
prof.ssa Daniela Nicodemo (Pordenone) ha presentato una relazione in cui
ha rimarcato l’importanza di un percorso formativo che utilizzi la voce e la
coralità anche al di fuori della scuola
dell’obbligo. Tale educazione non può
non tenere conto dell’importanza della conoscenza da parte del discente
della tecnica vocale che dovrà partire
dalla respirazione e dal rilassamento
per poi affrontare la risonanza, l’emis-
sione e l’articolazione. La prof.ssa Annachiara Scapini (Scuola media inferiore di Cologna Veneta – Verona) ha
messo in evidenza l’importanza del lavoro vocalico sia all’interno della scuola dell’obbligo che nelle attività extrascolastiche legate alla coralità e alla
drammatizzazione teatrale. Nella sua
relazione Annachiara Scapini ha toccato l’aspetto sonoro delle vocali e la
loro locazione nel corpo umano, ha
sottolineato la loro caratteristica di
pre-linguaggio universale, ha analizzato la loro valenza emotiva, l’aspetto
euritmico e le possibili associazioni con
“parole/chiave”. Il prof. Michele Cassese (Università di Trieste) attraverso
l’analisi del corale luterano, dell’Oratorio di Filippo Neri e della corale pietista, ha analizzato l’importanza del
canto come mezzo di educazione e formazione. Il prof. Tullio Visioli (Università LUMSA di Roma) ha cercato
di ridefinire e rifondare attualizzandolo il rapporto voce/canto suggerendo
alcune ipotesi di ricerca. Il M° Roberto Fioretto (Vicenza) ha evidenziato il
fatto che, a differenza di quanto emerso fin ora nella scuola italiana, si può
impostare la voce subito attraverso un
lavoro sul singolo individuo parallelamente ad una “forte” educazione all’ascolto partecipato. La dott.ssa Antonella Coppi (Università di Modena e
Reggio Emilia) ha rilevato come, attraverso l’analisi dei Progetti Educativi
delle scuole materne ed elementari di
Reggio Emilia, risulti che l’educazione
alla vocalità sembri rivestire ancora un
ruolo marginale nell’insegnamento/apprendimento musicale di base. La
prof.ssa Cristina Fedrigo e la prof.ssa
Piera Acone (Conservatorio di Musica
“A. Steffani” di Castelfranco Veneto,
Treviso) hanno espresso l’importanza
di “liberare la voce” e iniziare ad esprimersi attraverso il canto senza preoccupazioni di qualità e intonazione. Attraverso esempi pratici hanno dimostrato come si può dialogare ed esprimere sentimenti attraverso il canto sia
improvvisando su strutture modali sia
utilizzando i testi di esercitazione alla
lettura cantata. Infine la prof.ssa Kristine Hecker (Università di Siena) ha
presentato un progetto di corso di l
ingua tedesca per le classi di canto basato sulla lettura e comprensione di
Lieder.
Alessandro Pace
27
scheda regione
L’ASSOCIAZIONE
CORI PIEMONTESI (ACP)
RECAPITI
Sede e recapito:
E-mail:
ORGANI STATUTARI
CONSIGLIO DIRETTIVO
SANDRO CODA LUCHINA
Presidente
LIVIO BLESSENT
Vice presidente
GIORGIO CODA LUCHINA
Segretario
28
SILVIO VUILLERMOZ
UMBERTO CANTORO
CATERINA CAPELLO
GIORGIO GUIOT
MAURO FIORINI
PIER LUIGI ELLENA
MARCO COLOMBO
WALTER PREVE
FLAVIO BECCHIS
MARIO DELLAPIANA
GIANFRANCO ZAMMARETTI
Consiglieri
COMMISSIONE ARTISTICA:
GIULIO MONACO
Presidente
ALTRI COMPONENTI:
EDY MUSSATTI
ELENA CAMOLETTO
GIOVANNI CUCCI
MARIA ELENA MAZZELLA
RIVISTA ASSOCIATIVA
“VOGLIA DI CORO”
Periodicità: semestrale
LIVIO BLESSENT
Direttore
COMITATO DI REDAZIONE
APERTO AI CONSIGLIERI
VIA MONTE MUCRONE 3
13900 BIELLA
www.associazionecoripiemontesi.it
[email protected]
[email protected]
[email protected]
L’ASSOCIAZIONE CORI PIEMONTESI (ACP), è sorta nell’anno 1982, su iniziativa di Angelo Agazzani, coadiuvato da Sergio
Pasteris. La sede iniziale e fino all’anno 2000 è stata Torino, per poi
diventare itinerante a secondo
della nomina e residenza del Presidente.
Attualmente è a Biella in Via
Monte Mucrone 3.
L’attività svolta in passato oltre
ad incentivare l’aspetto associativo, si è concentrata nell’organizzazione di vari momenti corali,
dalle Rassegne ai Concorsi regionali, all’inserimento in biblioteca
di un corposo archivio di brani corali.
Negli ultimi anni i Cori associati
sono saliti a 180, con una media
Coristi pari a 4300 circa.
I servizi offerti ai cori associati,
oltre al ricevimento della Rivista
“Voglia di Coro” semestrale dell’ACP, sono uno sconto sull’abbonamento alla Rivista “La Cartellina”, l’assistenza gratuita di un
commercialista fiscalista, la disponibilità della Commissione Artistica per problemi tecnici musicali. A cadenza biennale l’Associazione organizza un Concorso Nazionale e Regionale riservato ai
Cori popolari e non, oltre ad un
Concorso Nazionale di Composizione ed Elaborazione corale.
E’ alla terza e collaudata edizione
del progetto “Cantincoro” insegnamento del canto corale nelle
Il Presidente
Sandro Coda Luchina
Scuole Elementari secondo ciclo,
con una partecipazione media superiore ai 1800 bambini, con relativi saggi a fine corso. Organizza
in collaborazione con la Regione
e la Provincia di Cuneo, un Festival, riservato ai Cori studenteschi, che spazia dai Cori delle
Scuole
Materne
ai
Cori
delle Medie Superiori. L’ultima
edizione 2004, ha visto la partecipazione di ben 27 Cori.
Annuali i corsi di aggiornamento
per Direttori di coro.
I progetti futuri, oltre alla normale organizzazione di manifestazioni corali sul territorio regionale è di potenziare il lavoro all’interno delle Scuole, unico e incontestabile strumento per la continuità del mondo corale.
È in fase di elaborazione un’incisione riservata alla coralità piemontese.
notizie dalle regioni
A.R.C.L.
Associazione
Regionale Cori
del Lazio
Via V. della Storta, 5
00123 Roma
Presidente:
Alvaro Vatri
1 - Domenica 6 giugno, con una conferenza tenuta dal M° Piero Caraba, si è conclusa la stagione che ha visto
l’A.R.C.L. impegnata nell’attività di collaborazione con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia per la stagione
del Coro dell’Accademia. L’A.R.C.L. ha curato gli “Incontri Musicali” che precedono i concerti del Coro Polifonico e di quello da Camera, offerti, secondo gli accordi di partnership, ai cantori iscritti all’Associazione Regionale, ed al pubblico sempre più numeroso dei frequentatori dei concerti. Il bilancio dell’iniziativa è stato valutato molto positivamente dal Presidente-Sovrintendente dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, il prof.
Bruno Cagli, che ha rinnovato l’invito alla collaborazione. L’incontro del 6 giugno, dedicato ai Capolavori Corali del Novecento, si è svolto nella Sala Prove del Coro presso l’Auditorium Parco della Musica con la gradita
presenza del M° Guido Turchi che ha illustrato, di prima mano, insieme con il M° Caraba, la sua composizione
“Inno Vespertino”.
2 – CONCORSO NAZIONALE CITTA’ di ZAGAROLO
Domenica 6 giugno nella Chiesa di S. Pietro Apostolo di Zagarolo si è svolto il III Concorso di Canto Corale
“Città di Zagarolo”. Alla manifestazione, organizzata dal Comune di Zagarolo, con la collaborazione della Provincia di Roma, del Coro Operton e dell’Associazione Musica e Cultura, e con il patrocinio dell’A.R.C.L. e della Nuova Pro Musica Studium, hanno partecipato 11 cori provenienti da 7 regioni, per un totale di circa 240 cantori. Foltissimo il pubblico che gremiva la Chiesa di San Pietro (dalla buona acustica), in grado di contenere circa 1000 persone. Il primo premio di 1500 euro è stato vinto da “I Cantori di Santomio” di Malo (VI), diretti da
Nicola Sella, il secondo (850 euro) è andato al “Coro Femminile Eos” di Roma diretto da Fabrizio Barchi, mentre il “Coro Femminile Samnium Concentus” di Campobasso, diretto da Guido Messore, e il “Genova Vocal Ensemble”, diretto da Roberta Paraninfo, si sono aggiudicati ex aequo il terzo premio di 500 euro. La giuria, composta da Mauro Chiocci, Lorenzo Donati e Michele Iosia, ha assegnato anche gli altri premi di 150 euro: “Premio Domenico Cieri” per la migliore esecuzione del brano rinascimentale a I Cantori di Santomio, il “Premio
Nuova Musica” per il brano di autore italiano vivente al Coro Femminile Samnium Concentus per “Invocazione II” di Antonio Iafigliola e il “Premio La Settimana della Scuola” per il coro con maggior numero di cantori
sotto i 25 anni al Coro Femminile Eos e al Genova Vocal Ensemble. Il direttore artistico della manifestazione, il
M° Mauro Marchetti ha anticipato alcune novità per la prossima edizione (ampliamento delle categorie con particolare attenzione alla realtà dei cori giovanili ed altre), tutte volte a fare del Concorso, che può contare sul sostegno convinto delle Istituzioni e sull’entusiasmo degli organizzatori, un appuntamento importante e qualificante nel panorama dei concorsi corali nazionali.
3 - “L’A.R.C.L. per la Festa Europea della Musica”. In occasione della Festa Europea della Musica, che tradizionalmente si celebra il 21 giugno in alcune capitali Europee, l’A.R.C.L. ha organizzato una Rassegna Corale
presso la Chiesa Valdese di Roma. Sono ormai quasi 10 anni che anche a Roma si celebra la Festa Europea della Musica e l’Associazione Regionale Cori del Lazio – A.R.C.L. ha fin dal primo anno raccolto l’invito a prendere parte a questa manifestazione, sollecitando i propri cori a dare la loro adesione.
Lo spirito che anima la Festa della Musica è particolarmente in sintonia con l’associazionismo corale amatoriale e quindi fin da subito la data del 21 giugno si è imposta come un punto di riferimento per la programmazione delle attività dei cori. La presenza dei cori associati è sempre stata di rilievo sia numericamente che qualitativamente e, edizione dopo edizione, si è fatta strada l’esigenza di un coordinamento e di una unitarietà che consentisse al pubblico amante della musica corale una fruizione più organica e gratificante.
Così nell’edizione 2003 è stato varato il progetto di una Rassegna dei cori associati in un unico luogo: per tre
serate, nella Chiesa Valdese di Roma in piazza Cavour, 21 cori provenienti da tutto il Lazio si sono susseguiti,
dalle 19.00 alle 23.00, ininterrottamente con esibizioni di 30 minuti, offrendo al pubblico una “colonna sonora
corale” ricca, varia nei repertori e nei generi musicali.
La manifestazione è stata anche l’occasione per gli stessi cori di incontrarsi, ascoltarsi vicendevolmente e intrecciare rapporti di collaborazione.
Per il 2004 si è deciso di ripetere l’esperienza, cercando di migliorare la visibilità della rassegna per una fruizione più funzionale da parte del pubblico. L’Associazione Festa Europea della Musica ha recepito l’esigenza
dedicando uno spazio specifico nel programma generale. Nel corso delle tre serate (19,20,21 giugno) presso la
Chiesa Valdese di Roma si sono esibiti 26 complessi corali, provenienti da tutta la regione, per un totale di oltre
700 cantori!
4 - E’ in corso di stampa il primo fascicolo dei “Quaderni dell’A.R.C.L.” con le relazioni tenute al convegno “In
coro: studi in onore di Domenico Cieri” svoltosi il 19 ottobre scorso a Roma. Le relazioni rivestono un interesse particolare per tutta la coralità amatoriale (e non) pertanto i fascicoli sono a disposizione di quanti ce ne faranno richiesta tramite e-mail o per posta ordinaria. Ricordiamo gli argomenti e i relatori:
– LOGOS E MELOS: voce, individuo, coro - Bernardino Streito
– L’EDIZIONE MODERNA DELLA POLIFONIA ANTICA:
nuovi orientamenti semiologici e nuove prospettive nella prassi esecutiva - Francesco Luisi
– UN CORO IN OGNI SCUOLA !!??
Appunti sull’educazione vocale e corale nella realtà italiana - Franca Ferrari
– I CANTI POPOLARI DEL LAZIO E L’ELABORAZIONE CORALE:
alcune osservazioni - Ambrogio Sparagna
– DOMENICO CIERI: un ricordo e una collaborazione - Mauro Chiocci
29
notizie dalle regioni
N
A.E.R.CO
Associazione
Emiliano-Romagnola
Cori
Via Amendola,13
40121 Bologna
Presidente:
Pierpaolo Scattolin
30
el corso dei lavori dell’Assemblea dell’Associazione che quest’anno è stata celebrata a Cento, la
cittadina emiliana che ha dato i natali al Guercino, i Delegati dei Cori presenti, dopo aver ascoltato la relazione del Presidente Scattolin e del Segretario Pucci, hanno proceduto ad approvare
il bilancio consuntivo e preventivo per gli anni 2003 e 2004. Il Segretario ha dato annuncio che, anche in
virtù del buon lavoro operato nell’ultimo triennio, la Regione ha rinnovato la convenzione con l’AERCO sulla scorta di un progetto triennale, concordato, che prevede iniziative sulla pubblicistica, sulla corsualità e sulle forme di spettacolo a valenza regionale. Un momento particolarmente interessante è stato quello della discussione di un emendamento alla Statuto associativo, che introduce la nuova figura del
Vicepresidente.
I Delegati hanno dato vita ad un dibattito molto produttivo che ne ha definito i termini di eleggibilità e
le competenze. Nella prossima Assemblea elettiva dunque, l’AERCO si arricchirà di un nuovo amico,
collaboratore principale del il Presidente, che consentirà alla Associazione una migliore visibilità ed attenzione nel mondo della coralità regionale. Il 17-18-19 Settembre si terranno a Bologna le giornate finali del Corso per Direttori di coro e coristi “LA POLIFONIA E IL CANTO POPOLARE - ASPETTI D’INTERSECAZIONE TECNICO-MUSICALE - TECNICHE PER L’ALFABETIZZAZIONE
MUSICALE E L’INTONAZIONE CORALE”, che ha impegnato l’AERCO sin dallo scorso febbraio.
Il programma dello Stage ha dovuto subire una anticipazione di una settimana a causa di impegni dei
cori partecipanti; ne diamo ora i termini definitivi.
IL PROGRAMMA Stage di direzione: 17-19 settembre 2004 con 4 cori laboratorio per 10 direttori che
possono optare per dirigere ciascuno due cori; i cori laborarorio saranno:
Coro Stelutis di Bologna diretto da Giorgio e Silvia Vacchi
Coro Euridice di Bologna diretto da Pier Paolo Scattolin
Coro Studiun Canticum di Cagliari diretto da Stefania Pineider
Coro Vox Cordis di Arezzo diretto da Lorenzo Donati
– per il Concerto finale che si celebrerà Domenica 19 Settembre alle ore 18,30 nell’Aula Absidale S. Lucia dell’Università di Bologna, ogni direttore ha a disposizione 2 pezzi da distribuire fra due cori;
– nel concerto finale ogni coro ha a disposizione 25 minuti per un numero massimo di 6 pezzi (tranne il
coro Stelutis fino ad un massimo di 4 pezzi per 20 minuti); nel concerto finale i cori eseguiranno in totale 20 pezzi;
– durante gli atelier i direttori potranno provare un pezzo in più rispetto a quelli che eseguiranno in concerto; ci sarà una seconda prova prima del concerto in cui ogni direttore ha a disposizione altri 20 minuti per ciascun brano scelto;
– ciascuno dei direttori dei cori laboratorio è disponibile per incontri con i direttori partecipanti;
– all’atto dell’iscrizione il candidato comunica la preferenza di quattro brani del repertorio (tre per la
concertazione, di cui due per il concerto, e un brano di riserva per evitare eventuali doppioni nel programma del concerto).
La conduzione degli atelier è curata da Giorgio Vacchi per il canto popolare e Pier Paolo Scattolin per
la polifonia con la collaborazione di Lorenzo Donati e Stefania Pineider.
INFO 335 6908 629 e 329 6150164
L
USCI
Unione
Società Corali
del Friuli Venezia
Giulia
via Altan 39
San Vito
al Tagliamento
Presidente:
Sante Fornasier
’estate 2004 è stata caratterizzata, per l’USCI Friuli Venezia Giulia, dal canto gregoriano: in occasione del decennale dei Seminari Internazionali di Canto Gregoriano che si tengono all’Abbazia di Rosazzo, l’USCI Friuli Venezia Giulia ha voluto predisporre un ricco calendario, sotto il titolo unificante e significativo di Verbum resonans, che riassume il senso di anni di lavoro su un aspetto così specifico e nel contempo così fondamentale per la
vita musicale e corale in particolare. I corsi di Rosazzo costituiscono ormai un punto di riferimento per lo studio e
l’approfondimento anche grazie alla collaborazione con il Dipartimento di Scienze Storiche e Documentarie dell’Università degli Studi di Udine e dell’Associazione Internazionale Studi di Canto Gregoriano. Il decennale rappresenta non solo una tappa fondamentale ma anche un utile momento per un bilancio degli obiettivi raggiunti tramite l’opera di sensibilizzazione della coralità e delle istituzioni religiose regionali verso il Canto Gregoriano e le
manifestazioni per il decennale hanno sancito il legame con il territorio e hanno inaugurato una proficua collaborazione con le quattro Diocesi del Friuli Venezia Giulia. Il calendario delle manifestazioni si è soffermato su tre linee direttrici, le messe cantate, i concerti di affermate formazioni gregoriane e gli approfondimenti. Le messe cantate nelle quattro chiese cattedrali (Gorizia, Pordenone, Trieste e Udine) e nelle abbazie di Sesto al Reghena e Rosazzo, sono state affidate ai gruppi regionali che affrontano il repertorio gregoriano: il 20 giugno nel duomo di Gorizia alle ore 12.00 con il Coro Giovanile “Euterpe” di Gradisca di Sedegliano, il 26 giugno nella Cattedrale di San
Giusto a Trieste alle ore 11.30 con la Polifonica Friulana “J. Tomadini” di San Vito al Tagliamento, il 4 luglio, nel
Duomo di Pordenone alle ore 12.15 con gli “Amici del canto gregoriano” di Trieste, l’11 luglio nel Duomo di Udine l’”Officium Consort” di Pordenone, e, nella chiesa dell’Abbazia di Santa Maria in Sylvis di Sesto al Reghna alle ore 10.30 ancora con gli “Amici del canto gregoriano” di Trieste e il 25 luglio; La Schola Gregoriana Monacensis diretta da Johannes Berchmas Goeschl ha aperto le manifestazioni il 18 giugno presso la Chiesa di San Francesco a Cividale del Friuli e il coro femminile Mediae Aetatis Sodalicum diretto da Antonino Albarosa direttore dei
Seminari fin dal loro sorgere, gradito ritorno in regione, ha sostenuto tre concerti, a Rosazzo, a Trieste nella Cattedrale di San Giusto e nella la Basilica di Aquileia. L’intera manifestazione si è conclusa con la X edizione dei Seminari Internazionali di Canto Gregoriano presso l’Abbazia di Rosazzo dal 26 al 31 luglio che ha visto la partecipazione di corsisti provenienti da tutta Italia e con la tavola rotonda “Dieci anni di Canto Gregoriano in Friuli Venezia Giulia” alla quale sono intervenuti, oltre al Presidente dell’USCI Friuli Venezia Giulia, Sante Fornasier, Nino Albarosa, direttore dei Seminari, Franco Colussi, coordinatore degli stessi, don Guido Genero docente di liturgia, Paolo Loss, docente di vocalità e don Dino Pezzetta rettore dell’Abbazia di Rosazzo.
notizie dalle regioni
S
abato 5 giugno ’04, nella splendida cornice del Teatro SANGIORGI di Catania si è svolta la
Rassegna Corale organizzata dall’Associazione Regionale Cori Siciliani per festeggiare l’istituzione della Giornata Nazionale della Musica Popolare che si è tenuta, come specificato nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 13 maggio 2004, per l’anno 2004 il 5 giugno e, a partire dal 2005, la terza domenica del mese di maggio.
Anche se il termine “musica popolare” non risponde in modo adeguato alle nostre aspettative, l’istiARS CORI
tuzione di questa giornata da parte del Ministero rappresenta una tappa importante, un riconosciAssociazione
mento della funzione educativa e sociale svolta dalla musica amatoriale e di conseguenza della coraRegionale Cori Sicilia lità amatoriale, un apprezzamento del lavoro svolto dai cori amatoriali su tutto il territorio Nazionale per la diffusione della musica e delle tradizioni culturali, per la funzione di aggregazione e sociavia Mons. La Rosa, 1
lizzazione delle varie realtà del nostro paese, e in ambito regionale, dall’ ARS Cori con i suoi 100 coLENTINI (SR)
ri iscritti.
Alla Rassegna hanno partecipato: Il coro “Puerincanto” di Lentini diretto dal M° Ezio Spinoccia, il
Presidente:
coro “G. De Cicco” di Carlentini diretto dalla Mª Maria Carmela De Cicco; il coro “Ad Dei Laudem”
Franco Rapisarda
di Lentini diretto dalla Mª Alida Balcone; il coro “Imago Vocis” di Catania diretto dal M° Salvatore
Resca; l’Associazione Corale “Stesicorea” di Catania diretto dalla Mª Giuliana Sanfilippo, che si sono esibiti proponendo il meglio del loro repertorio che andava dai canti rinascimentali, alle villotte,
dai canti siciliani ai negro spirituals, all’elaborazione di brani tratti dai cartoni animati, in un susseguirsi di esibizioni di ottimo livello.
A dare maggior risalto alla serata è intervenuto l’Assessore Regionale ai Beni Culturali On.le Fabio
Granata, che sebbene oberato dai numerosi impegni elettorali, è voluto intervenire lo stesso per sottolineare l’apprezzamento e l’ attenzione che l’Assessorato ai beni culturali pone all’ attività musicale amatoriale che riesce a coinvolgere un così grande numero di persone .
La serata si è conclusa con la consegna delle targhe ricordo della serata da parte del Presidente dell’
ARS Cori Francesco Rapisarda e con l’esecuzione a Cori riuniti del Và Pensiero e dell’Inno Nazionale, sempre suggestivi e coinvolgenti.
Innovazione e tradizione ai Corsi residenziali di musica corale allestiti dall’O.C.C.
OCC
Organizzazione
Cori Calabri
c/o Parrocchia
San Sperato
89133 REGGIO
CALABRIA
Presidente:
Giorgio Costantino
L
a Quattordicesima edizione dei Corsi residenziali di musica per cantori e direttori allestita dall’Organizzazione Cori Calabria si è svolta anche quest’anno nel suggestivo scenario delle alture di Tropea, presso il centro “Don Mottola” di S. Angelo-Drapia dal 22 al 28 agosto. Una settimana particolarmente intensa per decine e decine di studenti che hanno frequentato con ritmi serrati, attenzione ed interesse tali da prolungare gli orari di lezione ben oltre gli orari previsti.
La formula dei corsi, già ampiamente sperimentata con successo negli anni passati, prevedeva i tradizionali stages di vocalità, repertorio moderno e contemporaneo, direzione corale e musicologia liturgica accanto, quest’anno, a due rilevanti novità: l’atelier di musica per coro di bambini e quello di composizione corale con annesso training compositivo.
Di prim’ordine i docenti ingaggiati dall’O.C.C., maestri con curriculum di tutto rispetto. Nicola Conci, già direttore del coro di voci bianche del Teatro alla Scala di Milano, ha tenuto il corso di musica
per coro di bambini davanti a un uditorio formato da un nutrito gruppo di ragazzini, provenienti da
alcune formazioni corali di voci bianche aderenti all’O.C.C., nonché dai direttori stessi, affrontando le
problematiche dell’emissione vocale e della gestualità proprie della vocalità dei fanciulli.
Don Giorgio Costantino, presidente dell’O.C.C. e, tra l’altro, membro della Commissione artistica nazionale della FENIARCO nonché docente di Esercitazioni corali nei conservatori di musica e di Musicologia liturgica allo Studentato Teologico, ha tenuto uno stage su quest’ultima materia, quanto mai
bisognevole di continui approfondimenti da parte dei cori e dei direttori, che molto spesso sono chiamati al servizio liturgico quando non impegnati stabilmente in chiese e cattedrali per costituire le preziose scholae cantorum.
L’atelier di Vocalità corale è stato diretto da Walter Marzilli, docente di Direzione corale presso il
Pontificio Istituto di Musica Sacra e di Vocalità corale presso il Collegio Spagnolo, il Collegio internazionale “Sedes Sapientiae” e il Pontificio Seminario Francese in Roma. Direttore dei Madrigalisti
di Magliano, dell’Ottetto Vocale Romano, del quartetto “Amaryllis” e del coro del P.I.M.S., ha insegnato Vocalità corale nell’omonimo Corso triennale autorizzato dal M.I.U.R. presso il Conservatorio
di Reggio Calabria.
Pier Paolo Scattolin, compositore, direttore d’orchestra e di coro, nonché docente di Musica corale nei
conservatori e direttore della Società corale “Euridice” di Bologna, ha diretto l’atelier del repertorio
corale moderno e contemporaneo nonché quelli di direzione e di composizione corale, quest’ultimo
in tandem con Francesco Romano, anch’egli compositore e docente presso il conservatorio di Reggio
Calabria, che ha curato il training di un gruppo di aspiranti autori, sia cantori che direttori.
I corsi si sono conclusi con i saggi finali davanti alle telecamere della Rai calabrese e ad alcuni inviati
di testate giornalistiche. Il coro dei bambini, diretto dal M° Conci, si è esibito in brani di carattere didattico e nella divertente “Barcaruola a due voci” dal II atto dell’Elisir d’Amore di Donizetti, interpretata in chiave ricreativa con insospettabili ma evidenti finalità pedagogiche.
Il coro degli adulti si è invece cimentato nell’esecuzione di alcune composizioni moderne e contemporanee obbedendo al gesto degli studenti direttori sotto la paziente e sapiente guida del M° Scattolin.
Tra le composizioni che hanno visto la luce durante il training compositivo curato dal M° Romano, è
31
notizie dalle regioni
stata scelta per l’esecuzione una gradevole elaborazione, per coro a cappella, della melodia del tradizionale Inno alla Madonna della Consolazione, Patrona di Reggio Calabria, portata a termine da Carmen Cantarella, direttore del reggino Coro “San Paolo”.
«Il successo dei nuovi ateliers di Musica per coro di bambini e di Composizione corale conferma la validità dei progetti a lungo termine dell’O.C.C., che mi onoro di presiedere» dichiara il direttore dei
corsi, don Giorgio Costantino, che così continua: «Curare la corretta impostazione delle voci sin dalla tenera età, nell’ambito di una chiara pedagogia musicale, significa costruire un futuro migliore per
i nostri cori, formare un vivaio di cantori autenticamente valido e duraturo. Non bisogna poi trascurare la produzione di musica per coro, che non deve essere prerogativa di pochi ma opportunità per
molti. Ecco il perché di un corso per compositori, aspiranti o già avviati».
Il M° Francesco Romano aggiunge al riguardo: «Potrebbe sembrare velleitario un corso di appena una
settimana destinato anche a studenti che, seppure volenterosi, non hanno ancora assimilato i rudimenti della composizione. In effetti, questa non si può propriamente “insegnare”, nel senso tradizionale del termine, bensì stimolare, a partire dalle naturali istanze di creatività e dall’esperienza dello
studente quale esecutore o direttore. Qualche secolo fa, l’apprendimento del canto o di uno strumento non era disgiunto dal comporre».
A questo punto, rileviamo che ciò contrasta con l’impostazione attuale degli studi musicali, ma il M°
Romano non si scompone e continua: «Sappiamo che la mente non è solo simile a una spugna o a uno
specchio, ma contribuisce creativamente al processo di conoscenza. Orbene, la composizione comincia sempre con una forma di creatività spontanea, l’improvvisazione, anche soltanto mentale, dopo la
quale le idee dovranno essere elaborate e strutturate. In quest’ottica, insegnare non può esaurirsi nel
trasmettere modelli o imporre prescrizioni. Ciò che conta è saper aiutare gli studenti, attraverso l’analisi, a comprendere la musica composta da altri e, attraverso la tecnica, a strutturare la “loro” musica sin dai primi timidi tentativi. Grazie a questo processo essi potranno costruire, gradualmente, la
loro conoscenza musicale profonda. Da questo sapere, a qualsiasi stadio della sua maturazione, prendono vita le loro personali composizioni. Nella consapevolezza che, da un lato, il risultato artistico non
può essere garantito e, dall’altro, che anche il più dilettantistico artigianato musicale costituisce un valore indiscutibile in quanto esercizio creativo, aspirazione a un’arte non ancora compiuta».
A Don Giorgio Costantino chiediamo quali prospettive ha un corso di composizione così concepito:
«Chiunque, da solo, potrebbe comporre canzoni cantando spontaneamente sulle parole, com’è del resto avvenuto nei secoli scorsi. Oggi siamo meno incentivati a farlo perché viviamo nell’era della riproducibilità meccanica della musica che ha standardizzato l’ascolto e immobilizzato i repertori. La
televisione, la radio, i dischi, gli spartiti stampati sembrano, infatti, fornirci tutto ciò di cui abbiamo bisogno. E’ un motivo in più per andare al di là di ciò che ognuno di noi potrebbe fare o fa da solo, cioè
oltre gli angusti confini delle capacità istintive, non coltivate. L’entusiasmo dimostrato dai corsisti ci
suggerisce di continuare l’esperienza dell’atelier di composizione corale per mezzo di incontri periodici con i docenti durante l’anno. Il prossimo corso residenziale potrà allora servire da verifica, confronto e sperimentazione. L’obiettivo è quello di stimolare la produzione di musiche nuove per coro
da parte degli autori calabresi. Ciò arricchirà la cultura regionale ampliando il repertorio corale. I nostri cori diffonderanno poi i nuovi brani ovunque andranno ad esibirsi, in Italia e all’estero, con positive ricadute sul panorama corale calabrese e sull’immagine della Calabria tutta».
32
Titius Diurnarius
in Ordine adscriptus
atque tesserula
haud dubie
praeditus
Le manifestazioni di maggiore spicco, organizzate dall'Associazione, per il secondo semestre del 2004
sono:
ARCOM
Associazione
Regionale
Cori Marchigiani
Via Panoramica
Ardizio, 95
61100 PESARO
Presidente:
Aldo Cicconofri
• PICENINCORO: manifestazione corale di tutti i cori della Provincia di Ascoli Piceno, voluta dall'ARCOM e finanziata dall'Amministrazione Provinciale picena, che si snoda dal 30 maggio 2004,
concerto eseguito in Ascoli Piceno, al 6 gennaio 2005, concerto conclusivo a Monte San Pietrangeli (AP). Complessivamente i cori partecipanti saranno 31 e si dovranno esibire in 13 concerti
• CORSO DI PERFEZIONAMENTO per direttori di cori di voci bianche, che si svolgerà a Macerata il 1,2,3 ottobre 2004, presso il Seminario Vescovile, con la docenza del Mº Nicola Conci ed
Eleonora Dalbosco, sul tema: "Un’occasione per crescere con la musica - Un percorso artistico attraverso il coro"
• info: www.corimarche.it/corsiregionali2004
discografia
DISCOGRAFIA
a c u r a d i A l v a r o Va t r i
“
D
edichiamo questo numero della nostra rubrica ad un progetto discografico realizzato dall’AERCO, Associazione Emiliano Romagnola Cori per il
trentennale della sua attività, che rappresenta la concretizzazione di una delle tante potenzialità della coralità amatoriale associativa, potenzialità artistiche e culturali di alto
profilo, oltre, naturalmente, al valore di stimolo e di promozione per i singoli cori. Ma
leggiamo proprio nell’introduzione ai 2 CD
del presidente AERCO, M° Pier Paolo Scattolin le motivazioni e le caratteristiche peculiari di questo progetto emblematico:
“Quest’antologia di cori e di repertori raccolti nei due CD è la prima iniziativa discografica dell’Associazione, che si concretizza
dopo attenta riflessione da parte dei delegati provinciali e della commissione artistica.
Da tempo si sentiva l’esigenza di fare il
punto sulla situazione artistica dell’AERCO, sul lavoro dei cori associati, sulla qualità dell’espressione artistica raggiunta, sui
repertori e sulla partecipazione alle attività
associative. Questa iniziativa inoltre era
stata proposta e caldeggiata da molti cori
associati: la commissione artistica ha elaborato il progetto, ha poi proceduto alla
scelta dei brani e ha deciso la configurazione del CD.
Proprio per la sua veste antologica in questa pubblicazione sono presenti le principali espressioni e stili corali che caratterizzano la coralità della nostra associazione e, a
ben guardare, della coralità nel suo com-
plesso: il repertorio popolare nel suo aspetto tradizionale si affianca a quello più squisitamente di “ricerca”, il repertorio lirico e
il repertorio gospel si alternano con quello
polifonico, che è presente nei vari stili dalla
tradizione rinascimentale a quella contemporanea.
La raccolta perciò ha tutte le premesse per
essere una razionale verifica, distaccata e
lontana rispetto al momento emotivo del
concerto e del consenso del pubblico, un documento imparziale per la riflessione sugli
obiettivi musicali e i conseguenti risultati
espressivi dei cori della nostra associazione
regionale.
Può essere anche un’ulteriore occasione in
cui si confrontano differenti idee e modi di
far musica e questo non può altro che essere
un motivo di crescita: l’ascoltare l’altro è
uno dei “segreti” per aumentare il proprio
bagaglio di conoscenze e di capacità.
Le domande che si pongono dopo l’ascolto
del disco possono essere tante, relativamente alla scelta del repertorio, allo stile di esecuzione, alla tecnica vocale, all’espressività
musicale e alle fonti”[…]
I due CD contengono 28 brani (14 per disco)
eseguiti da 22 cori. II materiale sonoro é ordinato secondo un criterio tipologico, che
partendo dalla coralità a voci bianche, presenta organicamente tutta la gamma delle
vocalità e dei repertori proposti. Il cofanetto
è corredato da un libretto che contiene i curricula (nonché i recapiti e-mail e i siti web
dei cori che ne sono dotati), redatti con chiarezza, sinteticità e uniformità di stile (pregevole scelta redazionale per un’opera così delicatamente eterogenea) la cui lettura contribuisce a formare una visione d’insieme di
una regione “cantante” nella sua totalità e
con le sue tradizioni corali, sia riguardo ai
repertori che alle formazioni.
All’AERCO l’augurio di proseguire sulla
via intrapresa e per tutte le Associazioni Regionali l’auspicio che possano aggiungere il
proprio contributo a questo tipo di progetti
discografici.
Per informazioni:
AERCO
Via Amendola 13 - 40121 Bologna
Telefono e Fax: 051 248753
www.aerco.it - e.mail: [email protected]
33
MONDOCORO
Curiosità, navigazioni, spigolature su Internet, riviste, libri
a cura di Giorgio Morandi
Q
uando leggerete questo “Mondocoro” (spero
che i miei 24 lettori non mi abbiano abbandonato) saremo all’inizio dell’Autunno. Triste?
Tutt’altro! La natura andrà acquisendo i mille stupendi colori dell’autunno, le attività usate – ma qui,
ora, pensiamo soprattutto a quelle corali – riprenderanno: nuovi programmi… nuovi sapori… nuove emozioni… l’allegria della vita ci pervaderà.
Allora… fin da ora Buon Autunno con gioia, salute e
tanto canto a tutti quanti!
E per restare in …atmosfera positiva, allegra, questa
volta (scusandomi per i riferimenti personali, ma sono gli unici che la legge sulla “privacy” mi permette) le
brevi citazioni introduttive saranno… umoristiche.
(Ricordate che forzare i muscoli facciali per non sorridere a tutti i costi… non è buon esercizio per il canto!):
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Il Coro e la Pace: Nei miei boschi delle Prealpi Orobiche un giorno dello scorso luglio non ho trovato
funghi, ma una fata pronta a soddisfare un mio
desiderio. Pensando al mondo travagliato in cui
viviamo ho chiesto pace per tutti quei paesi che a
memoria ricordavo particolarmente provati. La
fata mi disse “Hmm, non so se ce la faccio. Non
avresti per caso un altro desiderio?”. Dopo averci
pensato un attimo: “Vorrei che il mio coro al prossimo concerto cantasse tutto perfettamente, con
un bellissimo suono”. Al che la fata riprese:
“Hmm, ridimmi i paesi in cui vuoi la pace!”.
Esperienza di canto: Durante una prova un giovane
tenore secondo che mi sta a fianco in prima fila
mi dice: “Il Direttore ti ha guardato come se si fosse accorto che hai sbagliato quella nota” - Nessun
problema, gli rispondo, ho appena guardato dietro come se io l’avessi fatta giusta!”
Canta come penso, non come dirigo: Un nostro giovane direttore continuava a provare lo stesso
pezzo infinite volte, infinite sere. Alla vigilia di un
concerto un cantore, che proprio non ne poteva
più, prima di riprendere l’ennesima ripetizione
riuscì a inserirsi dicendo al direttore: “Se continui
a romperci le scatole in questo modo… domani
sera canteremo come tu dirigi!”
Ed ora ridivento serio, o almeno ci provo, e comincio
con la presentazione dei “flash” ricordando che tutti
gli articoli che stanno alla base sono disponibili in
lingua inglese e reperibili in forma integrale cartacea
richiedendoli alla Redazione o al titolare della rubrica: [email protected] oppure fax 02 700 440 733.
SOSTEGNO ALLA MUSICA
AMATORIALE NELL’EUROPA
ALLARGATA
Sonia Greiner, Segretaria Generale di FEJC Europa Cantat (Federazione Europea dei Cori), dando il
benvenuto in Europa alla coralità dei 10 paesi entrati
recentemente nell’Unione Europea, ricorda che il movimento corale ha sempre anticipato i movimenti politici: già nel 1988 a Pécs fu organizzato un Festival
Europa Cantat e fin dai primi anni ’90 associazioni
corali della maggior parte dei paesi dell’Europa Centrale e dell’Est fanno parte del nostro sistema corale
europeo. Nonostante questo, la nuova situazione porta anche la FEJC Europa Cantat a nuovi impegni e
nuovi programmi per meglio esser presente nelle diverse situazioni.
Secondo Eurostat il 20% degli Europei canta. Bisogna
offrire a tutti la possibilità di preservare la propria
identità culturale pronti ed attenti, però, a conoscere
ed accettare la diversità culturale della musica di tutta l’Europa. Allo stesso tempo i paesi che ancora non
fanno parte dell’UE non dovranno essere dimenticati.
Come nel passato, includendo l’Europa intera nei programmi e nelle attività dobbiamo essere un passo più
avanti della politica. Per poter continuare il lavoro in
questa direzione c’è bisogno della continua assistenza dell’UE che per anni ha sponsorizzato alcune delle
attività della FEJC e l’ha sostenuta come una delle organizzazioni che in Europa promuovono cultura.
Affinché si possa raggiungere l’obiettivo di cui all’art.
115 dell’Eurotrattato “Accrescere la conoscenza e
la diffusione della cultura e della storia dei popoli europei” bisogna che i nostri rappresentanti al Parlamento Europeo abbiano ben chiara la coscienza che
il canto impegna il 20% degli europei e che quando essi si battono per gli interessi della musica corale in
Europa essi si occupano di un gran numero di cittadini.
Sullo stesso argomento si esprime Ruth Hieronimi
(membro del Parlamento Europeo) che - confermando i dati delle 600.000 persone impegnate in Europa nell’importante settore economico della musica e
del 20% di Europei che cantano - afferma che il canto
corale amatoriale sta alla musica come lo sport amatoriale sta alla lega professionistica.
“Non c’è alcun dubbio che un’Europa senza musica o
senza il far musica quotidiano è impensabile essendo
il canto un formidabile mezzo di comunicazione che
va ben oltre ogni confine ed ogni lingua.”
La signora Hieronimi ricorda gli scopi principali del
programma Cultura 2000 prorogato al 2006 e ricorda
altre forme di supporto da parte dell’UE, soprattutto
attraverso il Programma Giovani che sostiene gli
MONDOCORO
scambi ed i progetti per i giovani nel campo della musica. Ricorda, inoltre, il sostegno finanziario concesso
ad associazioni che promuovono e sviluppano l’idea
Europa.: “La Commissione Cultura del Parlamento
Europeo di cui sono membro, ha sempre sostenuto
adeguati finanziamenti per Associazioni di questo
genere”. In funzione dei nuovi compiti che Europa
Cantat FEJC deve assumersi a seguito dell’allargamento dell’UE la signora Hieronimi si impegna a far sì
che per il prossimo anno i fondi di sostegno all’Associazione siano adeguati. Per far questo però chiede
l’appoggio dei membri di Europa Cantat che devono
sostenere lo sforzo del suo Ministero contattando i
governi nazionali e i propri rappresentanti presso
l’UE.
“La politica quotidiana dell’UE continuerà ad essere
condizionata da qualche disaccordo. Per questo il vostro incredibile impegno per – nel vero senso della parola – una Europa armoniosa diventa ancora più importante”. (EC Magazine 2/04.)
IL MONDO DEI RAGAZZI
Il signor Leon Shiu-Wai Tong, Presidente dell’Associazione cori di Ragazzi di Hong Kong, Vice Presidente
dell’Associazione cinese per la musica Corale dei Ragazzi, membro di giuria di importanti concorsi (fra cui
la quarta edizione di “Isola del Sole” in Italia) ci presenta un articolo chiaramente diviso in due parti. Nella seconda parte fa una analisi veloce e puntuale della situazione corale giovanile nei vari paesi asiatici.
La parte che intendo segnalare un po’ più in dettaglio,
benché pur sempre in forma “tirannicamente” telegrafica, è la prima, quella in cui – dopo una premessa - ci
dice che cosa è un ottimo coro di Ragazzi secondo
lui.
Egli sostiene che la musica corale per ragazzi non è
semplicemente una forma artistica. Essa gioca, nella
crescita dei ragazzi, un ruolo critico che non può essere svolto da nessun altra attività. Il canto corale –
egli afferma – può far esplodere la creatività dei ragazzi e li aiuta ad apprendere meglio.
Il canto è il modo più diretto per esprimere il proprio
sentire. Attraverso di esso i ragazzi migliorano la loro
abilità linguistica, imparano a vivere con gli altri ed
innalzano il loro quoziente emozionale. Grazie alle attività corali i ragazzi imparano ad apprezzarsi e rispettarsi reciprocamente.
Secondo il signor Tong un “super coro” deve innanzitutto avere voci sane, un corretto metodo di respirazione e un repertorio diversificato e ricco di contrasto.
Deve possedere inoltre una buona tecnica di canto e di
interpretazione del repertorio. Se un coro vuole partecipare a un concorso – dice Tong – deve emergere sugli altri. C’è poi tutta una serie di condizioni da realizzare. Per diventare un vero “super coro” deve fare un
notevole sforzo in funzione dei seguenti aspetti: Repertorio, Voce, Esecuzione, Stile d’esecuzione, Unicità,
Fanciullezza e Gaiezza, Difficoltà, Contrasto, Immagi-
nare e ascoltare di più mentre si canta, Mantenere
buoni rapporti fra Direttore e Coro. (ICB 2nd Quarter
2004). (La sua spiegazione di tutti questi aspetti
non può essere riassunta né qui riportata per intero. Pertanto confermo la disponibilità a fornire
l’articolo in forma integrale).
L’ANGOLO DEI COMPOSITORI
ERNANI AGUYAR (Nato in Brasile nel 1949) è uno dei
più famosi compositori brasiliani di oggi, vincitore di
premi importanti quali “Sharp”, “APCA” e “Açorianos”.
Le sue opere per coro e per orchestra sono state cantate ed eseguite in tutto il mondo. E’ stato vincitore di
una borsa di studio del Mozarteum Argentino, ha studiato con eminenti musicisti brasiliani come pure al
Conservatorio Cherubini di Firenze. E’ professore di
Musica a Rio De Janeiro, membro del Villa Lobos Institute e dell’Academia Brasiliera de Musica. Il Salmo
150 (pubblicato da Earthsongs e già eseguito da numerosi cori americani) rappresenta il suo stile musicale fortemente basato sul ritmo e l’articolazione rapida. Altre opere notevoli sono il Salmo 74, O Menino
Maluquinho e Cantos Sacros para Orixás per coro
e orchestra.
Di sé dice di essere stato direttore di coro per 22 anni,
violinista e bohemien e di aver lasciato queste attività
per la composizione, prima per i propri cori e poi per
gli altri. Aveva cominciato con uno stile d’avanguardia
ma poi è tornato indietro: “Io non scrivo musica atonale – dice – Io scrivo affinché i musicisti si divertano a suonare, i cori a cantare ed il pubblico ad
ascoltare. Io voglio creare Comunicazione”. Dice
anche che non ama dirigere le sue creazioni perché
talvolta coloro che interpretano veramente la musica
vi trovano delle cose delle quali egli non era cosciente.
Essendo impossibile riassumere in poche righe una
intervista lunga e interessante ecco un breve assaggio
nella citazione della genesi di due suoi brani:
Salmo 150: Rispondendo all’intervistatrice Kathy
Salzman Romey il M° Aguiar dice: “Il Salmo 150: Lei
dice che è molto drammatico? Non è drammatico!
…Quando ebbi finito i miei studi in Italia ritornai in
Brasile e fu, come tutto, un grande momento di felicità. Ancor oggi mi sento praticamente come se fossi
Italiano. Volevo scrivere qualche musica per ringraziare Dio e il salmo 150 è un salmo di ringraziamento. Quindi era qualcosa di molto chiaro ciò che avevo
in mente. Il 4 dicembre 1975, di mattina, mi misi al
pianoforte e lo scrissi di getto. Il manoscritto lo ritrovai molti mesi dopo”.
Salmo 74: “La mia vita è piena di grosse coincidenze.
Il 10 Sett. 2002 arrivai a casa alle 10.30 di sera e trovai la lettera del “6° Symposium Mondiale per la Musica Corale” con la commissione di un brano.
Pensai “Grandioso! Lo faccio!” e andai a dormire. Il
mattino dopo uscii a bere il caffè in un bar dove arrivò un tizio dicendo “Un aereo ha colpito l’Empire
35
MONDOCORO
State Building”. “Un aereo sull’Empire S.B.? E’ impossibile!”. Uscii, e mentre camminavo cominciai a vedere la gente che si fermava a guardare i televisori
nelle vetrine. Per me era l’incidente di un aereo
schiantatosi sull’Empire S.B. Gruppi sempre più numerosi si fermavano a guardare i televisori.
Andai a casa, accesi la TV. In quel momento ne ebbi
piena coscienza: E’ un’immane tragedia! Questa è
follia! Mi sentii molto miseramente. Vedevo quelle
piccole cose che cadevano dalla torre, ed erano persone. Rimasi praticamente senza fiato… Conosco
molto bene i Salmi della Bibbia poiché io prego ogni
giorno usando i salmi. Capisco bene il significato dei
salmi della vecchia tradizione ebraica. Ho trovato nel
Salmo 74 il testo giusto per quel momento”. (ICB 2nd
Quarter 2004).
LIBRI DI NOTEVOLE
INTERESSE CORALE
36
“Dies Irae: Una Guida alla Musica da Requiem”, di
Robert Chase. La recensione è del Dr. Steven Grives,
direttore delle Attività Corali alla South Dakota University di Brookings (USA). Egli riconosce all’autore
R.Chase l’immenso lavoro svolto per la ricerca, la
compilazione e l’organizzazione del materiale. Premesso che la nostra conoscenza della musica da Requiem è condizionata dalle opere di Berlioz, Brahms,
Britten, Fauré, Mozart e Verdi, che rappresentano parte del repertorio corale/orchestrale standard, egli è
convinto che la ricerca di R.Chase, muovendosi al di là
di questi standard, porta alla luce un repertorio diverso, profondo e abbastanza esteso. Il cuore del volume consiste di 250 Requiem commentati, esposti in
ordine alfabetico per cognome del compositore.
R.Chase fornisce informazioni di base – edizione disponibile, durata del brano, indicazione delle voci,
una presentazione formale e discografia – brevi descrizioni di ogni brano e notizie del compositore. Il
tutto è organizzato in 15 capitoli dove i primi otto
procedono per ordine cronologico dal Medioevo al XX
secolo mentre i sette restanti considerano diversi sotto-genere: frammenti di Requiem, Dies Irae (cap.9),
Requiem Tedeschi e Anglicani (cap. 10 e 11), Musica
Greco-Bizantina, Musica della tradizione Ortodossa
Russa, Serba e Armena (Cap. 12 – 15). Altre 1700 opere
sono elencate in Appendice. Le informazioni fornite
aiutano a collocare la maggior parte dei compositori
meno conosciuti in un contesto storico. Il Professor
Chase ha scelto di non fare classificazioni fra opere
maggiori e minori e non dice perché alcune sono commentate mentre altre soltanto citate in appendice. Naturalmente se ne deduce comunque che le 250 opere
commentate sono ritenute più importanti delle altre,
così come è evidente la preferenza dell’autore per le
composizioni del XX sec.
“Visioni Corali in Musica” della Associazione Cori
Tedeschi, Barenreiter, Feb. 2004. Questo volume racco-
glie le relazioni presentate nel 2002 al Symposium di
Essen (Germania). Si tratta di dieci tesi sul canto corale nel XXI sec. Esse prendono in considerazione il
ruolo della musica e del canto nella vita della popolazione e sono basate sull’idea fondamentale che il cantare è un elemento indiscutibile della vera essenza di
un essere umano; definiscono il significato della parola “Coro” e insistono sull’arricchimento sociale ed
estetico apportato dal cantare insieme; affermano che
come il pensare ed il parlare, il cantare deve essere
appreso nei primi anni di vita e deve essere incoraggiato e sviluppato a casa e a scuola durante l’infanzia
e l’adolescenza; sostengono l’importanza della promozione dell’arte corale attraverso lo sviluppo di nuove forme di esecuzione musicale, di espressione vocale, di presentazione al pubblico, ecc. e l’indispensabilità di una stretta collaborazione fra tutte le Associazioni ed Istituzioni ad essa connesse. Le dieci tesi considerano del canto corale gli aspetti storici, sociali,
economici e psicologici; parlano di ricerca, statistica,
repertorio, concorsi, composizione contemporanea e
più ancora. “Visioni Corali in Musica” fornisce nutrimento sostanzioso al pensiero di tutti coloro che hanno a che fare con la musica e con la vita corale. (ICB
2nd Quarter 2004)
MY TWO CENTS…
…inteso come “Ecco i miei due centesimi di contributo alla discussione in corso su…”
Ho scoperto perché al di là della poco più che “momentanea sparata” di “un coro in ogni scuola” di pochi
anni fa il canto nella scuola italiana non ci entra proprio, se non per iniziativa singola/privata di qualche
persona o associazione intelligentemente cocciuta e
disubbidiente e con la connivenza di qualche Dirigente Scolastico perspicace.
Pare che sia stato riconosciuto che il fenomeno della
paura, dell’imbarazzo, dell’isolamento, del senso di
intimidazione che ne viene ai ragazzi in età scolare al
momento in cui il Solone di turno sentenzia “Sei stonato… Non puoi cantare… tirati in là… scambia il posto con… e durante lo spettacolo muovi soltanto la
bocca pronunciando mentalmente le parole…” è assolutamente deleterio e bloccante nella formazione dei
pargoli futuri Uomini. (…è da quel momento – lo sappiamo - che il ragazzo penserà sempre e risponderà a
chi lo invitava a cantare: “Io sono stonato!”. Chi di noi
non ha mai fatto questa esperienza… scagli la prima
pietra!).
Poiché non è stato scoperto, invece, come superare il
problema una volta nato, si è pensato di risolverlo alle radici togliendo definitivamente dalla scuola la musica (il discorso vale anche per chi “non imparerà mai
a suonare”) e soprattutto il canto …conseguentemente togliendo l’occasione di scoprire (o di creare? ndr)
degli “stonati”.
Beh, per la verità l’input mi è giunto dalla solita America. Seguo con grande interesse il newsgroup
[email protected] nel quale
MONDOCORO
sono in corso diverse discussioni fra cui appunto
…come far cantare gli “stonati”, o meglio coloro ai
quali è stato detto in gioventù che erano stonati e che
non avrebbero mai potuto cantare.
Ecco telegraficamente altri temi in corso di discussione o passati attraverso la Lista: Cantare cabaret in coro… Comporre per coro… Come disporre i cantori nei
vari tipi di coro… Come affrontare il problema del
cantore che vuole far parte del coro, ma che per motivi religiosi non vuole cantare certi brani… Si canta
musica natalizia d’estate?… La pronuncia delle lingue
straniere… Quanto è difficile insegnare musica nelle
scuole… Concerti tematici… Il musicista XY che va
per la maggiore è grande… no è piccolo.. no è opportunista… per me è il migliore… ecc. ecc…
Io ho trovato e trovo questo newsgroup interessante e
gestito molto seriamente! (Naturalmente in ottima
lingua Inglese/Americano).
NOTIZIE BREVI
(ICB 2nd Quarter 2004)
Giornata Mondiale del Canto Corale: Il 12 dicembre
2004 sarà la 14ma occasione per l’incontro mondiale
dei Cori che – nella stessa giornata - cantano per la
pace. L’adesione (incoraggiata!) deve essere esplicita
ed è molto semplice: qualsiasi manifestazione “corale”
organizzata in questa giornata preveda la lettura del
“Proclama” ufficiale; Per chi è più “generoso” sono proposti (non obbligati) canti sul tema della pace: [email protected].
WYC: Il Comitato per il Coro Giovanile Mondiale d’accordo con la Giunta Esecutiva della IFCM (Fed. Internazionale per la Musica Corale) ha deciso di organizzare la Sessione Europea Invernale del Coro alternativamente a Namur (Belgio) e Vigevano (Italia). Ogni anno i concerti avranno luogo a Namur e in altre città
del Belgio e in nazioni europee.
(Chi avendo la possibilità di ascoltarlo lo evita commette peccato mortale!).
Forum mondiale della musica: Il Consiglio Internazionale per la Musica in occasione della Assemblea
Generale di Los Angeles dal 1 al 5 Ottobre 2005 intende organizzare un Forum Mondiale della Musica. Suggerimenti in merito a questa organizzazione saranno
molto apprezzati dalla Fondazione Tagger di Vigevano
che ha creato un sito a cui inviare i suggerimenti e attraverso il quale seguire le fasi organizzative.
Codice Etico: Molto presto la IFCM (Fed. Internazionale per la Musica Corale) rilascerà il suo Codice Etico scritto in collaborazione con la Fondazione Tagger
di Vigevano.
Un Codice Etico per le società è un nuovo concetto
molto necessario nel nostro mondo globalizzato.
Costituirà una guida per i funzionari, lo staff e i membri della Federazione su ciò che una società deve fare
per comportarsi in modo eticamente e moralmente
consono.
Carta della Qualità: In parallelo con il codice Etico
IFCM ha predisposto una Carta della Qualità dei Servizi. Questo testo è stato rivisto e adottato anche dal
Network Corale Internazionale. La carta è riservata a
tutti gli organizzatori di Festival, concorsi ed altre attività corali. Il Testo descrive le caratteristiche che tali attività devono possedere per essere considerate organizzazioni di qualità secondo gli schemi di IFCM.
L’obiettivo è quello di fornire suggerimenti e assistenza a quelle organizzazioni che vogliono migliorare la
qualità dei rispettivi mercati. La Carta non intende etichettare un’organizzazione e non è elemento richiesto
per l’adesione a IFCM.
World Symposium N. 7 a Kioto/Giappone nel 2005,
27 Lug – 3 ago.: L’anno prossimo una bella vacanza in
Giappone? E’ ora, è già possibile pensarci! Il programma del “7° Symposium del Canto Corale”, la manifestazione più importante a livello mondiale, è ormai definito.
La lista dei conferenzieri, dei temi trattati negli workshops e dei cori invitati… è già stata comunicata. Cori
di tutti i paesi del mondo si incontreranno in un programma veramente attraente: Cantus populi, cantus
mundi. Cantus omnibus unus. Per notizie dettagliate
e complete: www.jcanet.or.jp/wscm/ .
Songbridge: Il Centro Corale per la Musica Internazionale (ICCM) di Namur prenderà in carico l’organizzazione di “Songbridge”, un forum non competitivo
per la cooperazione internazionale fra cori di ragazzi e di giovani e compositori contemporanei.
Il Fondatore Erkki Pohiola e Jean-Marc Poncelet (Direttore Esecutivo dell’ICCM) si sono incontrati per lo
sviluppo del progetto. La questione artistica e la filosofia generale di “Songbridge” verrà rivista nello spirito originale del suo fondatore da una Commissione Artistica formata da cinque esperti particolarmente interessati.
Per maggiori dettagli: [email protected] .
EFMET Forum Europeo per l’Educazione e l’Addestramento Musicale: con il supporto dell’Unione Europea è stato costituito da diverse organizzazioni che
operano nel campo dell’educazione musicale e che sono già membri dell’European Music Council. Queste
organizzazioni si sono rese conto che mentre a livello
nazionale esiste qualche collaborazione fra forme di
educazione musicale organizzata ed educazione musicale informale, a livello europeo manca praticamente
qualsiasi forma di collaborazione, di scambio di informazione e quindi …non vi è possibilità di sfruttare gli
importanti effetti di sinergia. Fra le varie iniziative
(maggiori dettagli saranno possibili a breve) si inserisce la conferenza “Educazione Musicale formale e
informale nei cori giovani – Nuove prospettive” e
successiva discussione che avrà luogo a Venezia (in
collaborazione con AEC [Associazione Europea dei
Conservatori] e Feniarco) nell’ambito dell’Assemblea
Generale di Europa Cantat il prossimo 21 novembre.
37
concorsi
40° CONCORSO NAZIONALE CORALE
Trofei “Città di Vittorio Veneto”
CONCORSO STRAORDINARIO PER GRUPPI VOCALI
Vi t t o r i o Ve n e t o , 2 8 e 2 9 m a g g i o 2 0 0 5
Art. 1 - Il 40° Concorso nazionale di canto corale per l’assegnazione
dei Trofei “Città di Vittorio Veneto” avrà luogo a Vittorio Veneto
nei giorni 28 e 29 maggio 2005.
38
PARTECIPAZIONE
Art. 2 - Il Concorso è così articolato:
Categoria A
Cori con repertorio polifonico su un progetto-programma
Categoria B
Cori con repertorio popolare su un progetto-programma
Concorso straordinario per gruppi vocali (fino ad un massimo di 8
voci)
La competizione per la categoria C (Cori di bambini), che ha assunto cadenza biennale, si terrà nel 2006.
Ciascun complesso corale potrà iscriversi a più di una competizione
purché siano rispettate le modalità previste per ciascuna di esse.
Art. 3 - Il Concorso è riservato a complessi corali amatoriali. Tale
qualifica non riguarda i direttori né gli eventuali strumentisti richiesti dal programma. Per le categorie A e B il numero degli coristi di
ciascun complesso corale deve essere non inferiore a 16 e non superiore a 40, pena l’esclusione. Per i gruppi vocali è consentito un numero massimo di 8 componenti, esclusi gli eventuali strumentisti.
ISCRIZIONE E DOCUMENTI
Art. 4 - Le domande di iscrizione dovranno essere indirizzate alla Segreteria del “40° Concorso Nazionale Corale” – Comune di Vittorio
Veneto – Piazza del Popolo, 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV), e pervenire entro le ore 12.00 dell’11 febbraio 2005 (farà fede il timbro del
Protocollo del Comune, non quello postale). Non sono ammesse
iscrizioni via fax o e-mail.
L’iscrizione al concorso comporta il versamento della tassa di Euro
55,00 (non rimborsabile) sul c/c postale n° 12208310 intestato a: Tesoreria Comunale - Comune di Vittorio Veneto (indicare la causale).
È richiesta la seguente documentazione:
a) domanda di iscrizione (il modulo può essere richiesto alla Segreteria del Concorso o scaricato dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it alla pagina “Città della musica”);
b) breve curriculum del coro e del direttore, con particolare riferimento agli ultimi cinque anni;
c) (per le categorie A e B) scheda illustrativa del progetto-programma (una cartella circa) e breve presentazione dello stesso (12-15
righe) adatta a essere letta prima dell’esecuzione;
d) n. 8 copie delle partiture dei brani, chiaramente leggibili e ordinatamente rilegate, in formato A4 con indicazione della durata di
ciascun brano;
e) registrazione di buona qualità, su nastro magnetico o CD, di almeno tre brani eseguiti dal coro, di cui almeno due tra quelli indicati nel programma presentato;
f) ricevuta del versamento di Euro 55,00 per ogni singola iscrizione.
La documentazione inviata verrà acquisita dall’archivio della segreteria del concorso.
AMMISSIONE
Art. 5 - Il comitato artistico ammetterà i cori alle competizioni in base a:
a) valutazione del programma;
b) ascolto della documentazione sonora;
c) esame del curriculum del coro e del direttore.
PROGRAMMI
• Categoria A - Cori con repertorio polifonico su un progetto-programma
Art. 6 - I cori iscritti alla categoria A dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato attraverso una breve
scheda. È ammesso l’impiego di strumenti, fino ad un massimo di
quattro, se e come previsto dall’autore; l’organizzazione metterà a
disposizione il pianoforte. Non è permesso l’uso di basi musicali registrate.
• Categoria B - Cori con repertorio popolare su un progetto-programma
Art. 7 - I cori iscritti alla categoria B dovranno presentare un programma della durata massima di 20 minuti (pause comprese), impostato secondo un progetto (programma tematico, monografico, frutto di ricerca musicologica, di studi e/o di collaborazioni con compositori ed elaboratori, ecc.) che andrà illustrato attraverso una breve
scheda. Le elaborazioni corali devono essere basate su melodie popolari della tradizione orale italiana e/o di etnie di confine. Sono am-
messe non più di due composizioni d’autore. È ammesso l’impiego
di strumenti, fino ad un massimo di quattro, se e come previsto dall’autore; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è
permesso l’uso di basi musicali registrate.
• Concorso straordinario per gruppi vocali (in occasione della 40^
edizione del Concorso)
Art. 8 - I complessi iscritti al Concorso straordinario per gruppi vocali dovranno presentare un programma libero della durata massima
di 20 minuti (pause comprese); sono ammesse non più di due elaborazioni. Nella scheda d’iscrizione vanno indicati anche due brani di
riserva. È ammesso l’impiego di strumenti, fino ad un massimo di
quattro, se e come previsto dall’autore o suggerito dalla prassi esecutiva; l’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte. Non è
permesso l’uso di basi musicali registrate.
CALENDARIO DELLE PROVE
Art. 9 - Date e sedi delle prove, nonché l’orario e il programma d’esecuzione approvato dal Comitato artistico saranno comunicati con
lettera entro l’11 marzo 2005. Qualora un complesso non fosse presente all’orario previsto dall’ordine di esecuzione, potrà eseguire la
prova entro un’ora dall’orario di convocazione, purché i motivi del
ritardo siano ritenuti validi dall’Ente organizzatore, ma in ogni caso
non oltre l’orario previsto per la chiusura delle audizioni della categoria d’appartenenza.
COMMISSIONE GIUDICATRICE
Art. 10 - La Commissione giudicatrice del Concorso sarà nominata
dal Comune di Vittorio Veneto su indicazione del Comitato artistico. Il giudizio della Commissione giudicatrice è insindacabile e inappellabile.
CLASSIFICHE - VALUTAZIONI FINALI
Art. 11 - Al termine delle audizioni di ogni categoria potranno essere fissati eventuali riascolti supplementari. La Commissione giudicatrice formulerà un giudizio tenendo conto dei seguenti parametri: intonazione, qualità vocale, musicalità e interpretazione. I giudizi, che
concorreranno a formare la valutazione globale della Commissione
giudicatrice su ciascun complesso corale, saranno successivamente
inviati al direttore del coro. La classifica di ogni categoria sarà stilata sulla base del punteggio medio conseguito, espresso in decimi.
I risultati ufficiali saranno resi noti al termine delle audizioni di ciascuna categoria. Successivamente i direttori potranno avere un colloquio con la Commissione giudicatrice per una valutazione più approfondita della prova offerta.
RIMBORSI
Art. 12 - Ai primi dieci complessi iscritti (e successivamente ammessi) provenienti da località distanti più di 200 Km. da Vittorio Veneto
sarà riconosciuto un rimborso spese viaggio di Euro 300,00. Farà fede la data d’arrivo registrata dall’Ufficio Protocollo del Comune. La
distanza fra la località di provenienza e Vittorio Veneto sarà calcolata per la via più breve, ad insindacabile giudizio dell’Ente organizzatore. Ai complessi corali sarà riconosciuto un solo rimborso spese
viaggio, anche se partecipanti a più competizioni.
PREMI
Art. 13 - Per le categorie A e B sono previsti i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge):
- primo premio
Euro 1.500,00
- secondo premio
Euro 1.000,00
- terzo premio
Euro
500,00
Il coro vincitore del primo premio nella categoria A, inoltre, potrà
accedere di diritto al Concorso Polifonico Internazionale “Guido
d’Arezzo”, edizione 2005.
Per il Concorso straordinario per gruppi vocali sono previsti i seguenti premi (al lordo delle ritenute di legge):
- primo premio
Euro
800,00
(più un concerto premio a Vittorio Veneto)
- secondo premio
Euro
600,00
- terzo premio
Euro
400,00
In caso di assegnazione di premi ex-aequo l’importo sarà suddiviso.
Ai complessi vincitori del secondo e del terzo premio, se ammessi al
concerto finale, sarà riconosciuto un ulteriore rimborso di Euro
300,00.
È facoltà dei complessi premiati esibire regolare giustificazione delle spese sostenute per la partecipazione al concorso (viaggio e/o soggiorno) fino alla concorrenza dell’ammontare del premio; la somma
corrispondente al rimborso non sarà soggetta a ritenuta.
Art. 14 - I cori vincitori del primo premio nelle categorie A e B rice-
concorsi
veranno il Trofeo “Città di Vittorio Veneto” e il diploma di classifica; al direttore del coro sarà consegnata una targa offerta
dall’A.S.A.C. (Associazione per lo Sviluppo delle Attività Corali –
Veneto).
Ai cori che avranno ottenuto il secondo e il terzo premio saranno
consegnati un oggetto ricordo e il diploma di classifica.
GRAN PREMIO “EFREM CASAGRANDE”
Art. 15 - Partecipano di diritto alla competizione per l’assegnazione
del 13° Gran Premio “Efrem Casagrande” (domenica 29 maggio
2005 alle ore 17):
- i cori vincitori del primo premio nelle categorie A e B nella presente edizione del Concorso di Vittorio Veneto;
- il coro vincitore del primo premio, nell’edizione 2004, del Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo”.
Art. 16 - I cori si esibiranno con un programma della durata complessiva non superiore ai 15 minuti (pause comprese). Il programma
d’esecuzione verrà concordato con il Comitato artistico e la Commissione giudicatrice; il coro vincitore del Concorso Polifonico Nazionale “Guido d’Arezzo” presenterà il proprio programma all’atto
dell’iscrizione, da effettuarsi con apposito modulo entro l’11 febbraio 2005.
Art. 17 - Al vincitore del Gran Premio saranno assegnati un trofeo e
un premio di Euro 1500,00 offerti dalla FE.N.I.A.R.CO. (Federazione Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali).
Art. 18 - I complessi ammessi al concerto per l’assegnazione del
Gran Premio “Efrem Casagrande” avranno diritto ai premi in denaro e al rimborso di cui all’art. 13 solo a condizione della loro partecipazione al concerto finale.
Art. 19 - La Commissione giudicatrice potrà ammettere al concerto
finale, fuori concorso, anche altri cori meritevoli; inoltre sarà invitato un coro veneto su proposta e in rappresentanza dell’A.S.A.C..
ALTRI PREMI
Art. 20 - Al direttore di coro, anche non classificato, che avrà dimostrato particolari doti interpretative verrà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00 offerto dal Coro A.N.A. e dalla Sezione
A.N.A. di Vittorio Veneto in memoria del maestro Efrem Casagrande.
Art. 21 - Al complesso veneto iscritto all’A.S.A.C. ritenuto migliore
dalla Commissione giudicatrice sarà assegnato un premio (buono acquisto) di Euro 300,00 offerto dall’Associazione stessa, purché abbia
ottenuto un punteggio medio superiore a 7/10.
Art. 22 - In ognuna delle categorie (A e B) verrà assegnato un premio di Euro 400,00 al coro che avrà presentato il programma più interessante.
Art. 23 - La Commissione giudicatrice, inoltre, ha la facoltà di assegnare altri premi.
DISPOSIZIONI FINALI
Art. 24 - I complessi corali rinunciano sin d’ora a qualsiasi compenso per l’eventuale registrazione o per trasmissioni effettuate da enti
radiotelevisivi pubblici o privati.
Art. 25 - L’Ente organizzatore si riserva di apportare modifiche al
presente regolamento o di revocare il Concorso per cause di forza
maggiore.
4ª RASSEGNA NAZIONALE DI CORI SCOLASTICI
“ROBERTO GOITRE”
Vi t t o r i o Ve n e t o , s a b a t o 1 4 m a g g i o 2 0 0 5
3° FESTIVAL NAZIONALE DI CORI GIOVANILI
E DI SCUOLE SUPERIORI
Vittorio Veneto, domenica 15 maggio 2005
Manifestazioni istituite nell’ambito del Concorso nazionale corale Trofei “Città di Vittorio Veneto” al fine di favorire la diffusione del
canto corale nella Scuola e creare occasioni d’incontro per i giovani
impegnati nell’attività corale.
d) (solo per il Festival) elenco nominativo dei componenti il coro e
rispettiva data di nascita;
e) ricevuta di versamento della tassa d’iscrizione.
ESTRATTO DEL REGOLAMENTO
RIMBORSI
I primi venti cori iscritti (dieci della Rassegna e dieci del Festival)
avranno diritto a un rimborso fino a un massimo di Euro 400,00.
PARTECIPAZIONE
Alla Rassegna nazionale di cori scolastici “Roberto Goitre” (sabato
14 maggio 2005) possono partecipare cori operanti nelle scuole elementari o medie inferiori.
Al Festival nazionale di cori giovanili e di scuole superiori (domenica 15 maggio 2005) possono partecipare cori operanti nelle scuole e
negli istituti di istruzione secondaria di II grado (sia statali che parificati) e cori giovanili i cui componenti non devono aver superato i
25 anni d’età. Non è previsto alcun limite di organico.
Entrambe le manifestazioni non hanno carattere competitivo e si
svolgeranno nell’arco di una giornata.
PROGRAMMA
I cori iscritti dovranno presentare un programma libero della durata
di circa 15 minuti, anche con accompagnamento di pianoforte e/o di
altri strumenti, con esclusione di basi musicali registrate. L’organizzazione metterà a disposizione il pianoforte.
Le audizioni, aperte al pubblico, si terranno al mattino o nel primo
pomeriggio, in relazione al numero dei cori partecipanti e alla loro
provenienza. Nel pomeriggio presso i Giardini Pubblici, dalle ore
15.30 alle ore 17.30 circa, si svolgeranno la cerimonia di premiazione
e il concerto finale al quale tutti i cori sono tenuti ad esibirsi con due
o tre brani. Sede, orario e programma d’esecuzione saranno comunicati con lettera entro l’11 marzo 2005.
ISCRIZIONE E DOCUMENTI
Le domande di iscrizione dovranno essere indirizzate alla segreteria
del “40° Concorso nazionale corale” – Comune di Vittorio Veneto –
Piazza del Popolo 14 – 31029 Vittorio Veneto (TV), e pervenire entro le ore 12.00 dell’11 febbraio 2005.
L’iscrizione comporta il versamento della tassa di Euro 30,00.
È richiesta la seguente documentazione:
a) domanda di iscrizione (su apposito modulo);
b) scheda di presentazione del coro e del direttore;
c) n. 5 copie delle partiture dei brani in formato A4;
COMMISSIONE D’ASCOLTO - VALUTAZIONE
Visto il carattere propedeutico e didattico delle manifestazioni, non
verrà stilata alcuna graduatoria. Una Commissione d’ascolto avrà il
compito di formulare un giudizio in cui saranno evidenziati gli elementi qualificanti del coro ed espressi alcuni suggerimenti; tale giudizio verrà successivamente inviato al direttore.
A tutti i cori saranno consegnati un oggetto ricordo e un attestato di
partecipazione con evidenziate le qualità del coro.
BANDO COMPLETO e MODULI DI ISCRIZIONE
possono essere richiesti alla Segreteria del Concorso
(tel. 0438-563310 - fax 0438-53966
[email protected])
o scaricati dal sito www.comune.vittorio-veneto.tv.it
alla pagina “Città della musica”
Comitato artistico: Filippo Maria Bressan, Aldo Cicconofri, Stefano
Da Ros, Paolo Merkù, Mario Mora.
Coordinamento artistico: Stefano Da Ros
Segreteria organizzativa:
Ufficio Cultura del Comune di Vittorio Veneto
Piazza del Popolo n. 14 - 31029 VITTORIO VENETO (TV)
tel. 0438-569.310 – fax 0438-53966
[email protected]
www.comune.vittorio-veneto.tv.it
Le manifestazioni sono realizzate con il contributo e la collaborazione del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, della Regione Veneto, della Provincia di Treviso, della FE.N.I.A.R.CO. (Federazione
Nazionale Italiana delle Associazioni Regionali Corali),
dell’A.S.A.C. (Associazione Sviluppo Attività Corali del Veneto),
della Fondazione “Guido d’Arezzo” di Arezzo, della Comunità
Montana delle Prealpi Trevigiane, della Sezione A.N.A. e del Coro
A.N.A. di Vittorio Veneto.
39
EUROPA CANTAT
ASSEMBLEA GENERALE
VENEZIA, 19/21 NOVEMBRE 2004
programma
Venerdì, 19 novembre 2004
18.00
18.30
19.30
/21.00
Arrivo degli invitati presso il Ramada Hotel
(****) di Venezia – San Giuliano
Trasferimento all’Auditorium dell’Università
Ca’ Foscari di Venezia
CERIMONIA DI APERTURA presso l’Auditorium dell’Università Ca’ Foscari di Venezia
Saluto delle autorità e breve concerto
Avvio lavori dell’Assemblea Generale
di Europa Cantat
Cena a Venezia
Sabato, 20 novembre 2004
9.30
Apertura della Conferenza EFMET (the European Forum for Music Education and Training) sul tema “Educazione Musicale istituzionale ed amatoriale nei cori giovanili – nuove prospettive”
Discorso introduttivo su riusciti esempi di
collaborazione
Tavola rotonda di discussione sulla situazione
della formazione per direttori di coro nei diversi paesi europei
13.00 Pranzo al Ramada Hotel
14.30 Quattro workshops (laboratori) con presentazioni e discussioni:
Repertori per cori di voci bianche e giovanili
1. Giro giro canto / Teenc@nta: Nuove composizioni italiane per cori di bambini e ragazzi
17.30
17.30
19.30
21.30
2. Musica di Frontiera: alla confluenza delle tre
grandi culture europee: Latina, Tedesca e Slava nel Nord Est d’Italia – influenze musicali
3. Il canto nelle scuole e nelle scuole di musica
- I cori delle scuole di musica e loro collaborazione con le organizzazioni corali (con i rappresentanti dell’EMU - Unione delle Scuole di
Musica Europee)
- Esempi di cooperazione fra organizzazioni
corali e scuole normali per lezioni di musica
4. I bisogni dei giovani nella musica
- risultati della ricerca condotta dalla Gioventù
Musicale sui bisogni dei giovani nella musica e
sulla musica come mezzo di valorizzazione dei
giovani
Lavori conclusivi dell’Assemblea
Trasferimento a Venezia per il Concerto di Gala
Concerto di Gala del Coro Giovanile Italiano
diretto da Filippo Maria Bressan. Musiche di
Giovanni Gabrieli e Claudio Monteverdi e
prime esecuzioni di opere di autori italiani
contemporanei ispirate alla Scuola Veneziana
(Venezia – Salone della Scuola Grande di San
Giovanni Evangelista)
Cena di Gala a Venezia
Domenica, 21 novembre 2004
9.00
Workshop sul coinvolgimento dei giovani nell’attività corale organizzato dalla Commissione Giovani di Europa Cantat
Visite guidate a Venezia
13.00 Pranzo per i partecipanti al workshop
Partenze.
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